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terra trentina - Riviste - Provincia autonoma di Trento

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PRoVINCIAAUToNomADI TRENTo42008mensile <strong>di</strong> economia e tecnica per un’agricoltura moderna al servizio del consumatore e dell’ambientewww.trentinoagricoltura.netPsR 2007-2013:le novità più importantiApi e impollinazionenumero 4 aprile 2008 - anno LIIINAZ/220/2008ASSESSORATO PROVINCIALE ALL’AGRICOLTURAsfogliatura meccanicanel vignetoL’orso brunoin Trentino


S O M M A R I O3 Primo pianoPSR 2007-2013: le novità più importanti8 DAL FIORE AL FRUTTOApi e impollinazione15 VITICOLTURA/MACCHINEMacchine per la raccolta dei sarmenti20 VITICOLTURA/MACCHINESfogliatura meccanica nel vigneto25 NOTE TECNICHEPer una <strong>di</strong>stribuzione responsabiledei prodotti fitosanitari27 NOTE TECNICHEDiradamento meccanico su meloin prefioritura-fioritura29 NOTE TECNICHELa preparazione ottimale del terreno da frutteto30 PIANTE OFFICINALIProva <strong>di</strong> coltivazione <strong>di</strong> Rho<strong>di</strong>ola rosea33 AMBIENTE/FAUNAL’orso bruno in Trentino:la situazione a fine 2007Notizie36 Notizie da “Europe Direct”39 Notizie dalla Fondazione E. Mach /IASMA43 Cibo e saluteLa carne è in<strong>di</strong>spensabile?45 Orto e <strong>di</strong>ntorniIl tulipano, un fiore tra i più amati e coltivatiFoto <strong>di</strong> copertina: Tiziano Valcanover CATTERRATRENTINAPROVINCIAAUTONOMADI TRENTOMensile <strong>di</strong> economia e tecnicadell’agricolturaOrgano dell’Assessorato provincialeall’agricoltura <strong>di</strong> <strong>Trento</strong>Reg. Trib. <strong>Trento</strong> n. 41 del 29.8.1955Direttore responsabileGianpaolo PedrottiCoor<strong>di</strong>natore tecnicoSergio FerrariSegreteria <strong>di</strong> redazioneDaniela PolettiRedazionePiazza Dante, 1538100 TRENTOTel. 0461 494614 492670Fax 0461 494615COMITATO DI DIREZIONEMauro FezziDipartimento agricoltura e alimentazioneFabrizio DagostinServizio aziende agricole e territorio ruraleMarta Da ViàServizio promozione delle attività agricoleAlberto GiacomoniAgenzia provinciale per i pagamentiGiovanni De SilvestroServizio promozione delle attività agricoleGiuliano DorigattiServizio aziende agricole e territorio ruraleRomano MasèDipartimento risorse forestali e montaneCorrado ZanettiUfficio stampa P.A.T.Marina Monfre<strong>di</strong>niFondazione E. Mach – IASMASilvia CeschiniUfficio stampaFondazione E. Mach – IASMAFotocomposizione e stampaESPERIA SrlVia G. Galilei, 45 - LAVIS (TN)4/2008


PRIMO PIANOCriteri <strong>di</strong> selezione, or<strong>di</strong>ne <strong>di</strong> priorità, documenti da allegare, scadenzePsr 2007-2013:le novità più importantiGli investimenti previsti dalle singole aziendeagricole (misura 121) e dalle cooperative <strong>di</strong>trasformazione e commercializzazione (misura123.1) devono rispondere al requisito relativoal miglioramento del ren<strong>di</strong>mento globale(economico, ambientale, sociale).Adriano PinamontiServizio Aziende Agricole e Territorio RuraleLa Giunta provinciale <strong>di</strong> <strong>Trento</strong>in data 4 aprile 2008, con deliberazionen. 874 ha approvatoi ban<strong>di</strong>, i criteri <strong>di</strong> selezione, lemodalità attuative e le con<strong>di</strong>zioni<strong>di</strong> ammissibilità <strong>di</strong> tutte le misuredel Piano <strong>di</strong> Sviluppo Rurale2007-2103 e con lo stesso provve<strong>di</strong>mentoha approvato il bandoper la selezione del Gruppo <strong>di</strong>Azione Locale (GAL) e del Programma<strong>di</strong> Sviluppo Locale (PSL)per l’attuazione degli interventiprevisti dall’asse IV- LEADER.Nella medesima seduta <strong>di</strong> Giunta,con deliberazione n. 873 sonostate approvate alcune mo<strong>di</strong>fichenon sostanziali al testo del PSR.Tali mo<strong>di</strong>fiche sono state approvatesotto con<strong>di</strong>zione, in quantole stesse dovranno essere notificatealla Commissione Europeacon procedura semplificata,come previsto dalla normativacomunitaria. La loro approvazioneda parte della Giunta provincialeconsente comunque <strong>di</strong> dareattuazione ai ban<strong>di</strong>, mentre pergli effetti finanziari le stesse potrannotrovare applicazione solosuccessivamente all’approvazionedefinitiva da parte dell’UnioneEuropea.TERRA TRENTINA


PRIMO PIANOMisure attivate escadenze per la raccoltadelle domandePer l’anno 2008 sono previste sostanzialmentetre <strong>di</strong>verse scadenzein funzione delle tipologie <strong>di</strong>misure attivate:• 15.05.2008: scadenza per lemisure a superficie (211 e 214);• 16.06.2008: scadenza per le misurea investimento e per le infrastrutturedel settore agricolo;• 31.05.2008: scadenza per lemisure forestali.Per gli anni successivi nei singoliban<strong>di</strong> sono riportate le rispettivescadenze.Le misure attivate e le rispettivescadenze per l’anno 2008 sono <strong>di</strong>seguito elencate.MisuraData scadenza domandeannualità 2008111 – Formazione professionale, informazione e <strong>di</strong>vulgazione delle conoscenze 16.06.2008112 – Inse<strong>di</strong>amento <strong>di</strong> giovani agricoltori 16.06.2008121 – Ammodernamento delle aziende agricole 16.06.2008122 – Miglioramento del valore economico delle foreste 31.05.2008123.1 – Accrescimento del valore aggiunto dei prodotti agricoli 16.06.2008123.2 – Valore aggiunto dei prodotti forestali 31.05.2008125.1 – Bonifica 16.06.2008125.2 – Irrigazione 16.06.2008125.3 – Viabilità agricola 16.06.2008125.4 – Infrastrutture per la silvicoltura 31.05.2008211 – Indennità a favore degli agricoltori delle zone montane 15.05.2008214 – Pagamenti agroambientali 15.05.2008226 – Ricostituzione del potenziale forestale e interventi preventivi 31.05.2008227 – Investimenti non produttivi 31.05.2008311 – Diversificazione in attività non agricole 16.06.2008313 – Incentivazione <strong>di</strong> attività turistiche 31.05.2008321 – Servizi essenziali per l’economia e la popolazione rurale 16.06.2008323.1 – Redazione dei piani <strong>di</strong> Gestione Natura e Protezione dei sitiNatura 200031.05.2008323.2 – Riqualificazione degli habitat e sensibilizzazione ambientale nelle aree Natura2000 e nei siti <strong>di</strong> grande pregio naturale31.05.2008323.3 – Investimenti per la manutenzione straor<strong>di</strong>naria, il restauro e la riqualificazionedelle strutture <strong>di</strong> malga16.06.2008323.4 – Ristrutturazione ed innovazione delle strutture tra<strong>di</strong>zionali deglie<strong>di</strong>fici zootecnici16.06.2008323.5 – Ristrutturazione e manutenzione <strong>di</strong> e<strong>di</strong>fici rurali per uso comerifugi forestali31.05.2008Criteri <strong>di</strong> selezionePer ogni misura sono previstispecifici criteri <strong>di</strong> selezione, che<strong>di</strong>spongono l’attribuzione <strong>di</strong> punteggifinalizzati alla definizionedell’or<strong>di</strong>ne <strong>di</strong> priorità per l’accoglimentodelle istanze. I criteri <strong>di</strong>selezione sono stati pre<strong>di</strong>spostiin funzione degli obiettivi e dellestrategie definite a livello delleschede <strong>di</strong> misura del PSR.A titolo esemplificativo si riportalo schema relativo alla Misura121 – Ammodernamento delleaziende agricole:Punteggio massimo attribuibile:120Sono previsti 5 criteri per l’attribuzionedel punteggio; la sommatoriadel punteggio attribuibilead ogni criterio definisce ilpunteggio totale.TERRA TRENTINA1. Con<strong>di</strong>zioni dell’impren<strong>di</strong>tore PunteggioIniziative presentate da imprese condotte da giovani agricoltori entro 5 anni dal loro inse<strong>di</strong>amento 30Imprese condotte da donne iscritte all’APIA (Archivio <strong>Provincia</strong>le Imprese Agricole) in sezione 1ª 10Imprese condotte da giovani <strong>di</strong> età inferiore a 40 anni non inse<strong>di</strong>ati o inse<strong>di</strong>ati da più <strong>di</strong> 5 anni, iscrittiall’APIA (Archivio <strong>Provincia</strong>le Imprese Agricole) in sezione 1ª.Altre imprese iscritte all’APIA (Archivio <strong>Provincia</strong>le Imprese Agricole) in sezione 1ª 2NB: i punteggi relativi alle quattro categorie sopra citate, non sono cumulabili tra loro.8


PRIMO PIANOFrutticolturaPunti 13Opere <strong>di</strong> miglioramento fon<strong>di</strong>ario volte a favorire la meccanizzazionedelle operazioni colturali ed a migliorare le con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> sicurezza deglioperatori e la stabilità dei versantiAltre opere <strong>di</strong> miglioramento fon<strong>di</strong>ario (es. impianti <strong>di</strong> irrigazione) 7Strutture per la trasformazione e commercializzazione a livello aziendale 7Acquisto <strong>di</strong> macchine e attrezzature con particolare riguardo agli aspettidella sostenibilità ambientale, del risparmio energetico e del miglioramentodelle con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> lavoro degli operatoriDepositi per macchine e attrezzi agricoli nel rispetto delle <strong>di</strong>mensioni <strong>di</strong> cuialla delibera attuativa1222Opere <strong>di</strong> miglioramento fon<strong>di</strong>ario volte a favorire la meccanizzazionedelle operazioni colturali ed a migliorare le con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> sicurezza deglioperatori e la stabilità dei versanti10ViticolturaPunti 10Altre opere <strong>di</strong> miglioramento fon<strong>di</strong>ario (es. impianti <strong>di</strong> irrigazione) 5Strutture per la trasformazione e commercializzazione a livello aziendale 5Attrezzature per operazioni colturali: sfogliatrici e cimatrici 2Depositi per macchine e attrezzi agricoli nel rispetto delle <strong>di</strong>mensioni <strong>di</strong> cuialla delibera attuativa2TERRA TRENTINARen<strong>di</strong>mento globaleGli investimenti previsti dallesingole imprese nell’ambito dellaMisura 121 e dalle cooperative<strong>di</strong> trasformazione e commercializzazionenell’ambito dellamisura 123.1 devono rispondereal requisito previsto dal regolamento(CE) 1698/2005 relativoal “miglioramento del ren<strong>di</strong>mentoglobale”.Tale requisito, <strong>di</strong> nuova introduzione,deve tenere in considerazionenon solo il miglioramentoeconomico in termini <strong>di</strong> bilancioaziendale, ma anche le ricaduteambientali e sociali e gli aspettirelativi all’innovazione e allaqualificazione dei prodotti eprocessi aziendali.Al fine <strong>di</strong> <strong>di</strong>mostrare il rispettodel requisito del miglioramentoglobale i richiedenti devono allegarealla domanda un piano<strong>di</strong> miglioramento aziendaleche descrive la situazione dell’azienda,gli obiettivi che siintendono conseguire con gliinvestimenti proposti, un confronto<strong>di</strong> bilancio prima e postinvestimenti,il programma <strong>di</strong>investimenti e la descrizionedegli effetti previsti sia in termini<strong>di</strong> red<strong>di</strong>to e obiettivi, che <strong>di</strong>ricaduta sugli aspetti ambientalie sociali (con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> vita, <strong>di</strong>lavoro, <strong>di</strong> sicurezza).Interventi <strong>di</strong> sostituzioneAi sensi dell’articolo 71 del Regolamento(CE) n. 1698/2005,nel caso degli aiuti agli investimenti,non sono ammissibili gliinterventi <strong>di</strong> sostituzione. Talelimitazione si riferisce ad investimentifinalizzati semplicementea sostituire macchinari o fabbricatiesistenti, o parti degli stessi,con e<strong>di</strong>fici o macchinari nuovie aggiornati, senza aumentarela capacità <strong>di</strong> produzione <strong>di</strong>oltre il 25% o senza mo<strong>di</strong>ficaresostanzialmente la natura dellaproduzione o della tecnologiautilizzata. Non sono consideratiinvestimenti <strong>di</strong> sostituzione lademolizione completa dei fab-


icati che abbiano almeno 30anni <strong>di</strong> vita e la loro sostituzionecon fabbricati moderni, né ilrecupero completo degli stessi.Il recupero è considerato completose il suo costo ammonta al50% almeno del valore del nuovofabbricato.Ad integrazione <strong>di</strong> quanto soprariportato, nel caso della Misura121 tutti gli investimenti propostiall’interno <strong>di</strong> una domanda<strong>di</strong> adesione al PSR <strong>di</strong> importocomplessivo richiesto inferiorea 15.000 Euro, considerato illoro moderato o nullo impattoin relazione all’esigenza <strong>di</strong> <strong>di</strong>mostrareun miglioramento delren<strong>di</strong>mento globale dell’aziendarichiedente, sono considerati interventi<strong>di</strong> sostituzione.Nell’ambito dell’acquisto <strong>di</strong> macchinee attrezzature sono inoltreconsiderati interventi <strong>di</strong> sostituzionegli acquisti delle tipologie<strong>di</strong> attrezzatura che rientrano nellanormale dotazione dell’aziendaagricola, in particolare le seguenti:- trattrici (ad esclusione delletrattrici speciali per la fienagione),- rimorchi (ad esclusione delletipologie attrezzate con <strong>di</strong>spositivocarica fieno sfuso),- atomizzatori (ad esclusione<strong>di</strong> quelli a basso volume/impatto),- muletti o elevatori (in riferimentoalle aziende orto-floro-frutti-viticole),- attrezzature per il taglio dell’erba,la pacciamatura ed il<strong>di</strong>serbo (in riferimento alleaziende frutti-viticole).- Attrezzature per la lavorazione,la preparazione e la concimazionedel terreno (frese,vangatrici ecc.), macchineper la concimazione (in riferimentoalle aziende florofrutti-viticole).Nuove regoleper l’inse<strong>di</strong>amentodei giovaniIl premio <strong>di</strong> inse<strong>di</strong>amento per igiovani agricoltori è stato fissatoin 40.000 Euro per le aziendezootecniche e in 30.000 Europer le aziende ad altro in<strong>di</strong>rizzo.Per le aziende non zootecnichecondotte con metodo biologicoil premio è <strong>di</strong> 35.000 Euro.In linea generale il giovane alladata della domanda non deverisultare ancora inse<strong>di</strong>ato. Perinse<strong>di</strong>amento si intende l’assunzioneper la prima volta dellagestione e della responsabilitàcivile e fiscale <strong>di</strong> un’azienda agricola;la data decorre dal giorno<strong>di</strong> inizio attività come in<strong>di</strong>catonella <strong>di</strong>chiarazione <strong>di</strong> inizio attivitàpresentato all’Agenzia delleentrate ovvero agli uffici provincialidell’imposta sul valore aggiuntodella medesima Agenzia,o sulla mo<strong>di</strong>fica societaria nelcaso <strong>di</strong> inserimento del giovanein una società preesistente.ERRATA CoRRIGEIn via transitoria, solo per l’anno2008, sono ammesse le domandepresentate da giovani che si sonoinse<strong>di</strong>ati a decorrere dal 1° gennaio2007. Per i ban<strong>di</strong> successivipotranno essere accolte domandepresentate non oltre i 4 mesidalla data <strong>di</strong> inse<strong>di</strong>amento.Nel caso <strong>di</strong> società con corresponsabilitàcivile e fiscale è possibilela concessione <strong>di</strong> un soloed unico premio.Al momento della domanda ilgiovane deve presentare un pianoaziendale che deve illustrarel’attività dell’impresa, gli investimentiprevisti, l’idea impren<strong>di</strong>toriale,le strategie migliorative, ilfabbisogno <strong>di</strong> consulenza, la previsioneeconomico-finanziaria, lasostenibilità finanziaria degli investimentiprevisti, gli impegniburocratici da espletare.Si rinvia alla lettura dei singoliban<strong>di</strong> l’acquisizione completadei criteri e delle modalità applicativedelle misure del PSR.Nel numero 2. <strong>di</strong> Terra Trentina le misure PSR Asse 2 sonostate erroneamente inserite nella scheda relativa all’Asse 3e le misure dell’Asse 3 sono state erroneamente riportatenell’Asse 2. Ci scusiamo per l’errore.TERRA TRENTINA7


DAL FIORE AL FRUTTOIl loro apporto economico al comparto agricolo in Italiaè <strong>di</strong> circa 1.600 milioni <strong>di</strong> euroApi e impollinazioneTERRA TRENTINALE API, L’AGRICOLTURAE L’AMBIENTEA tutti è noto che le api produconoil miele e la cera. Menonoto invece è che le api, attraversol’impollinazione incrociata,concorrono alla formazionedei semi e dei frutti delle piante.Un moderno autore ha definitole api come “le ali dell’agricoltura”e ci sono moltissimi stu<strong>di</strong>che <strong>di</strong>mostrano il fondamentaleruolo delle api e <strong>di</strong> tutti gli in-Le api svolgono un ruolo fondamentale neiprocessi <strong>di</strong> impollinazione delle principalispecie da frutto coltivate. Per questo èimportante rispettarle e creare le miglioricon<strong>di</strong>zioni per favorire la loro attività,organizzando al meglio il servizio <strong>di</strong>impollinazione. L’esempio della Valsugana.Dallacqua Gustavo*, Franchini Sergio*,Minghetti Giovanna*, Tad<strong>di</strong>a Andrea*** Centro per l’assistenza tecnica / Fondazione Edmund Mach – Istituto Agrario S. Michele** Cooperativa COFAV – Consorzio “La Trentina”


setti pronubi nell’impollinazionedelle piante coltivate dall’uomo.In Italia è stato calcolato cheannualmente l’apporto economico<strong>di</strong> tale attività al compartoagricolo è <strong>di</strong> circa 1.600 milionieuro, con un contributo da parte<strong>di</strong> ogni singolo alveare <strong>di</strong> circa1.240 euro (Accorti, 2000).Le api esistono sulla <strong>terra</strong> da milioni<strong>di</strong> anni ed hanno giocatoda sempre un ruolo biologicofondamentale nell’ecosistema,garantendo, con la loro importanteopera <strong>di</strong> impollinazione, lasopravvivenza <strong>di</strong> un grande numero<strong>di</strong> specie vegetali.Esse, assieme agli altri insettipronubi, sono determinantiper la salvaguar<strong>di</strong>a ambientaleattraverso l’impollinazione dellaflora spontanea, migliorandola bio<strong>di</strong>versità e ostacolando lascomparsa <strong>di</strong> specie botanichein via d’estinzione. Infine le apigiocano un ruolo fondamentalecome “sentinelle dell’ambiente”in quanto la loro abbondantepresenza sta a segnalare unasituazione ambientale tranquilla,mentre la loro scomparsa dadeterminati ecosistemi deve farsubito pensare ad una situazioneambientale degradata e a rischio.Si <strong>di</strong>stinguono vari tipi <strong>di</strong> impollinazionea seconda dell’agenteche la determina: generalmentesi parla <strong>di</strong> impollinazione anemofilaquando il polline è trasportatodal vento e <strong>di</strong> impollinazioneentomofila quando atrasportare il polline sono gliinsetti. Alle nostre latitu<strong>di</strong>ni questedue sono le forme <strong>di</strong> impollinazioneprevalente, per quantoriguarda le colture agrarie; inaltre realtà possono assumereimportanza anche altri agenti <strong>di</strong>impollinazione come l’acqua, gliuccelli e taluni animali.Per quanto riguarda la maggiorparte delle colture frutticole sipuò <strong>di</strong>re che i principali e piùimportanti agenti dell’impollinazionesono gli insetti e tra questi,in primo luogo, le api.IL RUOLO DELLE APIIN FRUTTICOLTURAPer il frutticoltore, oggi più chemai, è <strong>di</strong> fondamentale importanzaottenere produzioni elevate,costanti e <strong>di</strong> elevata qualità.Questo obiettivo lo si può raggiungereapplicando al megliotutte le tecniche agronomichepiù aggiornate, a partire dallacorretta realizzazione degli impianti,alla scelta delle varietàadatte e alla buona gestione <strong>di</strong>tutte le pratiche colturali (potatura,nutrizione, <strong>di</strong>radamento,<strong>di</strong>fesa, ecc.).Tra tutte queste cose, non va assolutamente<strong>di</strong>menticato il ruolodell’impollinazione: la sola presenza<strong>di</strong> fiori sulle piante nonsignifica infatti la garanzia <strong>di</strong> unbuon raccolto e questo i frutticoltorilo sanno molto bene.Il periodo della fioritura è unmomento delicatissimo duranteil quale si decide in buona parteil risultato economico dell’interaannata e troppe cose possonointerferire nel far pendere labilancia da un lato oppure dall’altro:la scarsità <strong>di</strong> fioritura, lacarenza <strong>di</strong> varietà impollinanti,le avverse con<strong>di</strong>zioni meteorologiche,una scarsa presenza <strong>di</strong>insetti pronubi, ecc.Su alcuni <strong>di</strong> questi fattori non èpossibile intervenire, però su altril’intervento del frutticoltore èfondamentale: dobbiamo garantireche ci sia il polline, in quantitàe qualità adeguate, e che ciIMPOLLINAZIONEE FECONDAZIONEL’impollinazione è quell’insieme<strong>di</strong> eventi per mezzo dei quali,partendo dagli stami (organimaschili del fiore) il polline va adepositarsi sullo stigma (organorecettore del fiore femminile).Sotto il nome <strong>di</strong> fecondazioneva invece tutto il processofisiologico che avviene dall’arrivodel polline sullo stigma finoalla sua germinazione e alla fecondazionedell’ovario (che poidarà origine allo sviluppo deisemi e dei frutti).La sola presenza <strong>di</strong> fiori non è garanzia <strong>di</strong> buon raccoltoTERRA TRENTINA


DAL FIORE AL FRUTTOUna famiglia forte è formata da molte api bottinatricile api è inferiore. È comunquesempre importante avere nelmeleto durante la fioritura unadeguato numero <strong>di</strong> alveari pergarantirsi, anche in caso <strong>di</strong> bruttotempo, un sufficiente lavoro<strong>di</strong> impollinazione negli spiragli<strong>di</strong> bel tempo.Per il melo, si considera sufficienteun numero minimo <strong>di</strong>due alveari ad ettaro. Le arnievanno poste nel frutteto possibilmentequando circa un 20%dei fiori si è aperto, questo perpermettere alle api <strong>di</strong> bottinaresubito sul melo evitando <strong>di</strong>inse<strong>di</strong>arsi sulle fioriture <strong>di</strong> altrespecie concorrenti.TERRA TRENTINA10sia chi lo trasporta da un fioreall’altro al momento opportuno.La prima cosa la si può ottenereprogrammando la presenza nelfrutteto, già nella fase <strong>di</strong> realizzazionedello stesso, <strong>di</strong> un adeguatonumero <strong>di</strong> piante impollinantiin grado <strong>di</strong> fornire pollinein quantità sufficiente e da <strong>di</strong>versevarietà.La seconda cosa si realizza portandonei frutteti un numerosufficiente <strong>di</strong> alveari.Oggi non è più possibile contare,come in passato, sull’opera<strong>di</strong> una consistente popolazione<strong>di</strong> insetti pronubi selvatici, questoperchè l’ambiente naturalee agrario si è molto mo<strong>di</strong>ficatoed ha portato alla rarefazione oad<strong>di</strong>rittura alla scomparsa <strong>di</strong> unaparte <strong>di</strong> essi.Il ricorso all’ape <strong>di</strong>venta quin<strong>di</strong>in<strong>di</strong>spensabile per una serie<strong>di</strong> interessanti motivi: perchè èun insetto allevato dall’uomo equin<strong>di</strong> facilmente gestibile e utilizzabilenell’impollinazione deifrutteti per la facilità <strong>di</strong> trasporto,<strong>di</strong> inserimento e <strong>di</strong> spostamentodelle colonie; perchè le famigliegeneralmente sono formate damolte bottinatrici, quin<strong>di</strong> unamassa critica <strong>di</strong> pronubi che conle adatte con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> temposvolge un efficacissimo e rapidolavoro <strong>di</strong> impollinazione; infine,per la caratteristica delle api <strong>di</strong>essere tendenzialmente “fedeli”nel bottinare e visitare i fiori <strong>di</strong>una stessa specie.A questo punto ve<strong>di</strong>amo <strong>di</strong> illustrarealcuni aspetti pratici nellagestione delle api per l’impollinazionedelle principali speciefrutticole coltivate in Trentino.MeloNella maggior parte dei casi, levarietà <strong>di</strong> melo coltivate risultanoauto-incompatibili e necessitano<strong>di</strong> una adeguata impollinazioneincrociata. Un’ottimaimpollinazione e fecondazionedei fiori, oltre alla garanzia <strong>di</strong> unbuon raccolto in termini quantitativi,porta anche alla formazione<strong>di</strong> frutti con caratteristichequalitative elevate: forma regolare,elevata pezzatura, minoresensibilità alla rugginosità e adaltre fisiopatie.Il fiore del melo è me<strong>di</strong>amenteattrattivo per le api. In certeannate i fiori <strong>di</strong> melo sono piùricchi <strong>di</strong> nettare e le api li visitanovolentieri; altre volte, specialmentein concomitanza conpiogge che <strong>di</strong>lavano i fiori o conbrutto tempo, l’attrattività perCiliegioIl ciliegio è una specie piuttostodelicata per quanto riguarda l’impollinazionee la fecondazione; ilsuo ovario sviluppa generalmenteun solo ovulo adatto alla fecondazioneed il tempo utile perla sua fecondazione è molto breve(circa 48 ore). Inoltre, le varietà<strong>di</strong> recente introduzione negliimpianti specializzati (es. Kor<strong>di</strong>a,Regina), sono auto-incompatibilied è quin<strong>di</strong> necessario garantireuna buona impollinazione concultivar impollinanti e con unabuona presenza <strong>di</strong> api. Generalmenteil fiore è ben visitato dalleapi. Si consiglia <strong>di</strong> portare le arnienel ceraseto quando c’è circaun 20% <strong>di</strong> fiori aperti e in numero<strong>di</strong> 8-10 per ettaro.SusinoLa maggior parte delle cultivarcoltivate in Trentino sono<strong>di</strong> tipo europeo e quin<strong>di</strong>, nellamaggior parte dei casi, sono autofertili(tranne alcune come laPresident). Nonostante ciò, inassenza <strong>di</strong> pronubi l’impollinazionedel susino risulta spessoinsufficiente. Per un correttoservizio <strong>di</strong> impollinazione necessitanoalmeno 8 colonie <strong>di</strong>api per ettaro.


Actini<strong>di</strong>aIn questa specie una buona impollinazioneè <strong>di</strong> fondamentaleimportanza nel determinarela pezzatura dei frutti, infatti ilpeso dei frutti è <strong>di</strong>rettamentecorrelato al numero <strong>di</strong> semi cheil frutto contiene. L’impollinazionedell’actini<strong>di</strong>a, però, è piuttostoproblematica e complessaper vari motivi:- l’actini<strong>di</strong>a è una specie <strong>di</strong>oica,cioè porta i fiori maschilie femminili su piante <strong>di</strong>verse;da qui la necessità <strong>di</strong> inserirenel frutteto un adeguato numero<strong>di</strong> impollinatori- il fiore dell’actini<strong>di</strong>a è pocoattrattivo per gli insetti pronubi- il periodo utile per l’impollinazionedell’actini<strong>di</strong>a talvoltapuò essere molto breve, anche<strong>di</strong> pochi giorni.Da tutto ciò si può capire comeil momento dell’impollinazione,in questa specie, rappresenti unpassaggio basilare <strong>di</strong> tutta la filieraproduttiva, ma non sia unacosa né semplice né facile; perquesto, i frutticoltori più attentide<strong>di</strong>cano a questa operazionemolte attenzioni e risorse.Nel Kiwi l’impollinazione puòavvenire ad opera del vento, degliinsetti ed anche per intervento<strong>di</strong>retto dell’uomo attraverso<strong>di</strong>versi sistemi (manuali o meccanici).Nessuno <strong>di</strong> questi meto<strong>di</strong> d’impollinazioneda solo si può consideraresufficiente per questaspecie per cui bisogna affidarsia più strategie complementaritra <strong>di</strong> loro e tra queste l’utilizzodelle api è sicuramente unatecnica importante ma non risolutiva;infatti quasi sempre vieneaffiancata anche da interventi <strong>di</strong>impollinazione manuale o meccanica.Per quanto riguarda le api, abbiamogià detto che i fiori dell’actini<strong>di</strong>a,sia maschili che femminili,sono pochissimo attrattiviperchè non producono nettare.Inoltre l’actini<strong>di</strong>a subisce spessola concorrenza della ben più appetitaacacia che generalmentefiorisce contemporaneamente.Eventualmente le api visitano ifiori dell’actini<strong>di</strong>a per procurarsiil polline <strong>di</strong> cui essi sono particolarmentericchi.Per quanto riguarda il serviziod’impollinazione è bene applicarealcuni accorgimenti importanti:- apportare nel frutteto almeno8-10 alveari per ettaro,con famiglie forti e ricche <strong>di</strong>bottinatrici- introdurre le arnie nel fruttetoquando ci sono già un 10-30% <strong>di</strong> fiori aperti- prima <strong>di</strong> inserire gli alveari èbuona cosa privarli del polline(tramite le apposite trappole“piglia polline”) in mododa creare nella famiglia unaforte esigenza <strong>di</strong> polline perla covata, invogliando maggiormente,in questo modo,le api a visitare i fiori dell’actini<strong>di</strong>aper procurarselo- le api, dopo 1-2 giorni <strong>di</strong>permanenza nell’actini<strong>di</strong>eto,tendono a cercare altre fioriturepiù attrattive; per questoè importante inserire le arniescalarmente nel frutteto(metà a inizio fioritura, l’altrametà dopo 4-5 giorni).I SERVIZIDI IMPOLLINAZIONE:L’ESEMPIODELLA VALSUGANADagli anni ’80-’90 si è assistitoad un notevole calo <strong>di</strong> alvearistanziali dovuto principalmentealla comparsa della varroa, allarecrudescenza della peste americanae alla <strong>di</strong>minuzione delnumero degli apicoltori. Questasituazione ha comportatoun peggioramento della produzionesoprattutto nelle zone piùproblematiche per l’allegagione.Non<strong>di</strong>meno la specializzazionedelle colture ha trascurato l’importanza<strong>di</strong> un numero adeguato<strong>di</strong> impollinatori. Infatti, specialmentenel passato, si trovavanospesso interi frutteti <strong>di</strong> Goldensenza alcuna pianta impollinatricee si pensava <strong>di</strong> risolvere ilproblema puntando l’attenzionesu fattori secondari come l’apporto<strong>di</strong> ammendanti particolario <strong>di</strong> sostanze ormoniche ritenu-TERRA TRENTINA11


DAL FIORE AL FRUTTOte alleganti, tralasciando inveceil ruolo biologico primario svoltodagli insetti pronubi.Molte sono state le osservazioni<strong>di</strong> campagna, fatte in loco, per<strong>di</strong>mostrare come una correttaimpollinazione influisce positivamentesulle caratteristiche qualiquantitativedella produzione.Miglioramenti quantitativi:rilievi fatti nel perginese in unimpianto <strong>di</strong> Golden al secondoanno e già presentati agli agricoltoriin precedenti occasioni, hannoevidenziato come la vicinanza<strong>di</strong> una fonte pollinica influiscepositivamente sulla produzione.Dal “grafico 1” si può notarecome la prima fila, molto vicinaall’impollinatore (Delicious rosse),ha una produzione in terminiquantitativi più abbondanterispetto alla fila più lontana.Miglioramenti qualitativi:un’adeguata impollinazione aumentala presenza <strong>di</strong> semi neifrutti che a loro volta influisconopositivamente sulla pezzatura.Interessante è la prova, fatta nellazona <strong>di</strong> Caldonazzo ed illustratanel “grafico 2”, dove si vede chela presenza <strong>di</strong> 5 semi per fruttodetermina una pezzatura me<strong>di</strong>a<strong>di</strong> 70 mm, mentre già con 8 semila pezzatura sale oltre l’80 +.Anche da questi dati emergel’importanza fondamentale <strong>di</strong>una buona impollinazione perottenere produzioni elevate e<strong>di</strong> qualità e la necessità <strong>di</strong> garantirele con<strong>di</strong>zioni migliori perl’impollinazione anche attraversol’organizzazione <strong>di</strong> un validoservizio d’impollinazione.In Valsugana già da tempo i frutticoltorisi sono organizzati perl’utilizzo delle api nell’impollinazionema quasi sempre si trattava<strong>di</strong> iniziative singole o <strong>di</strong> piccoligruppi <strong>di</strong> aziende, spesso porta-te avanti con un numero insufficiente<strong>di</strong> alveari rispetto alle realiesigenze della zona. Dal 2000 siè partiti invece con un progetto<strong>di</strong> impollinazione su vasta scala eorganizzato e coor<strong>di</strong>nato secondocriteri <strong>di</strong> razionalità gestionale.Si è partiti dapprima con ilciliegio e dopo alcuni anni conil melo, arrivando a <strong>di</strong>stribuirecomplessivamente circa 1400 arniein 120 postazioni. Attualmenteil servizio d’impollinazionecopre 100 ettari <strong>di</strong> ciliegio e 600ettari <strong>di</strong> melo.Ogni postazione è composta da10-15 arnie e la <strong>di</strong>slocazione rispettaun preciso reticolo chesud<strong>di</strong>vide le aree interessate inquadri omogenei tali da garantirela presenza delle api in tutto ilterritorio. Me<strong>di</strong>amente vengono<strong>di</strong>stribuite 8-10 arnie per ettaro <strong>di</strong>ciliegio, mentre nel melo si arrivaa 2 arnie/ettaro aumentandole senecessario nelle aree più freddee a rischio allegagione.L’epoca <strong>di</strong> introduzione deglialveari negli appezzamenti <strong>di</strong>melo e ciliegio avviene quandocirca un 20% dei fiori sonoaperti. In questo modo si evitache gli insetti pronubi vadano abottinare su altre fioriture ostacolandouna corretta impollinazione.Almeno una settimana prima delposizionamento delle arnie, gliagricoltori vengono informatitramite televideo, avvisi muralio sms, in modo tale da evitareTERRA TRENTINA12


l’utilizzo <strong>di</strong> insettici<strong>di</strong> nei trattamenti.Le stesse aziende agricolesono attivamente coinvoltenel progetto, aiutando i tecnici egli apicoltori nella <strong>di</strong>stribuzionedelle arnie nei rispettivi appezzamenti.Le cooperative interessate dalservizio <strong>di</strong> impollinazione sonoil Consorzio Frutticoltori AltaValsugana (Consorzio “La Trentina”),Sant’Orsola S.c.a. e Alpefrutta.Per il ciliegio i costi sonosostenuti dalle singole Cooperative,dall’Associazione Agraria <strong>di</strong>Pergine e dalla Cassa Rurale <strong>di</strong>Pergine. Nel melo è la CooperativaCOFAV <strong>di</strong> Caldonazzo chepaga il servizio impollinazione,finanziandolo, in parte, attraversoi piani operativi.La fornitura delle api avvienetramite la stipula <strong>di</strong> un contrattocon apicoltori locali e da fuoriregione privilegiando, visti gliimportanti numeri, apicoltoriprofessionisti per facilitare gliaspetti logistici e organizzatividel servizio. Il contratto prevedeche gli alveari abbiano determinatecaratteristiche <strong>di</strong> vigoretali da garantire famiglie sane erobuste dotate <strong>di</strong> un elevato numero<strong>di</strong> api bottinatrici.In questi anni, in cui è operativoil progetto impollinazione,non si sono verificati particolariproblemi, in termini <strong>di</strong> morie odanneggiamento <strong>di</strong> api, grazieanche alla fattiva e responsabilecollaborazione <strong>di</strong> tutti.bombi, per esempio, volano anchea basse temperature e conla pioggia; le femmine <strong>di</strong> alcuniapoidei solitari hanno una velocità<strong>di</strong> bottinamento superiore etrasportano sul loro corpo unaquantità <strong>di</strong> polline maggiore rispettoall’ape mellifica.La ricchezza per numerosità e<strong>di</strong>versità delle specie pronubeè poi un ottimo in<strong>di</strong>catore dello“stato <strong>di</strong> salute” dell’ambiente.In uno stu<strong>di</strong>o che si è svoltodal 1997 al 2001 nell’ambito delProgetto AMA (Ape Miele Ambiente)e coor<strong>di</strong>nato dall’IstitutoNazionale <strong>di</strong> Apicoltura<strong>di</strong> Bologna, sono stati censiti ipronubi selvatici in <strong>di</strong>verse localitàdal nord al sud d’Italia. Lostu<strong>di</strong>o ha messo in evidenza ilgrave depauperamento dei pronubiselvatici: nei 4 anni <strong>di</strong> indagineè stato in<strong>di</strong>viduato soloil 38% delle specie <strong>di</strong> apoideiche dovrebbero essere presentiin Italia. Inoltre, dalla <strong>di</strong>stribuzionedei ritrovamenti, è statopossibile osservare come labio<strong>di</strong>versità dei pronubi censitiè inferiore nelle regioni centrosettentrionali,rispetto alle regionicentro-meri<strong>di</strong>onali e a climame<strong>di</strong><strong>terra</strong>neo.IL RUOLODEGLI AGRICOLTORIIn questi ultimi anni, molti giornalie riviste <strong>di</strong> settore hannolanciato l’allarme sul grave depauperamentoche sta colpendoil patrimonio apistico <strong>di</strong> tutto ilmondo. Si parla <strong>di</strong> Colony CollapseDisease (CCD), cioè <strong>di</strong> sindromedello spopolamento deglialveari. Molti sembrano essere ifattori in gioco: dall’insorgenza <strong>di</strong>nuovi patogeni, alla recrudescenza<strong>di</strong> vecchie malattie, all’inquinamentoambientale (campi magnetici,uso <strong>di</strong> agrofarmaci, ecc.).Per quanto ci riguarda, senzaentrare nel dettaglio della problematica,è indubbio che moltifitofarmaci oggi utilizzati sonocaratterizzati da una minore tossicitàacuta nei confronti delle api,rispetto al passato. Alcune molecolerichiedono però comunquegrande attenzione e cautela <strong>di</strong> impiego.Infatti, se è vero che noncausano una mortalità evidentedelle api (come i vecchi principiattivi quando usati impropriamente),è <strong>di</strong>mostrato che, anchea dosaggi molto bassi, possonointerferire sulla capacità <strong>di</strong> orientamentodelle api le quali nonALTRI INSETTI PRONUBI:UN PATRIMONIODA PRESERVARENel caso dell’impollinazionedelle specie frutticole, l’attività<strong>di</strong> altri apoidei selvatici (bombi,osmie, andrene, ecc.) gioca unruolo complementare a quellodell’ape, soprattutto in con<strong>di</strong>zionimeteorologiche sfavorevoli. IIl numero <strong>di</strong> arnie a ettaro varia secondo la specie (melo 2, ciliegio 8-10)TERRA TRENTINA13


DAL FIoRE AL FRUTToriescono più a tornare all’alvearedeterminando il conseguentespopolamento della famiglia.CONCRETAMENTE COSAPUÒ FARE L’AGRICOLTORE?L’agricoltore, consapevole dell’utilitàe dell’importanza chehanno i pronubi per la sua attività,può fare molto per preservarlie per favorirne l’attività.In estrema sintesi:1. utilizzare correttamente gliagro farmaci:• non trattare con insettici<strong>di</strong>,acarici<strong>di</strong>, <strong>di</strong>serbanti e <strong>di</strong>ssecantinel periodo della fioritura(come previsto dallanormativa vigente). Va peròsottolineata l’importanza <strong>di</strong>prestare comunque attenzionea tutte le fioriture chesi susseguono nei campivicini durante tutto l’arcodell’anno: per esempio fioriture<strong>di</strong> peri o meli vicinia ciliegi già sfioriti, fioriturescalari <strong>di</strong> melo o <strong>di</strong> piccolifrutti, ma anche la presenza<strong>di</strong> fioriture <strong>di</strong> tarassaco o altrepiante spontanee.• quando si effettuano trattamentiin fioritura, con iprodotti consentiti (fungici<strong>di</strong>,ecc.), il trattamento vacomunque effettuato rispettandoal massimo gli alvearipresenti nei frutteti perl'impollinazione, evitando<strong>di</strong> in<strong>di</strong>rizzare il getto nellaloro <strong>di</strong>rezione ed eseguendol'operazione fuori dalperiodo <strong>di</strong> massimo volodelle api.• prima <strong>di</strong> effettuare gli interventiinsettici<strong>di</strong> post-fioraliaccertarsi che siano stati allontanatidalla zona gli alveariimpiegati per l'impollinazione.• è fondamentale, anche al<strong>di</strong> là del periodo della fioritura,non trattare, specialmentequando si impieganoinsettici<strong>di</strong> e acarici<strong>di</strong>, nelleore centrali della giornata,cioè nelle ore <strong>di</strong> massimovolo delle api.2. la pratica dello sfalcio dellaflora spontanea dei frutteti èmolto importante per garantireuna buona impollinazionein quanto, in presenza <strong>di</strong>fioriture (ad esempio il tarassaco)viene eliminata una floramolto appetita dalle api equin<strong>di</strong> competitiva rispetto aifiori della coltura che si desideraimpollinare.È però fondamentale il momentoin cui viene effettuatolo sfalcio: sfalciare quandoi fiori sono già aperti e nelleore centrali del giorno comporterebbeuno sterminio <strong>di</strong> api.Lo sfalcio va quin<strong>di</strong> effettuatoprima che i fiori si aprano o, sesono già aperti, alla sera.3. salvaguardare il più possibilesiepi con arbusti e canne perpermettere la ni<strong>di</strong>ficazione <strong>di</strong>apoidei selvatici.BreviTERRA TRENTINA14❍ Nella stagione 2007 in tutto il Trentino sono statiprodotti 40 mila quintali <strong>di</strong> fragole, 5 mila500 <strong>di</strong> lamponi, 4 mila 500 <strong>di</strong> more, 7 mila500 <strong>di</strong> mirtilli, 4 mila 500 <strong>di</strong> ribes e 250<strong>di</strong> fragoline. I dati forniti dall’Ufficio produzioniortofrutticole dell’Istituto Agrario <strong>di</strong> S. Michele, riguardanosia aziende associate a cooperative siaaziende che vendono in proprio la produzione.❍ Le prime mele provenienti da Paesi dell’emisferosud sono arrivate in Europa all’inizio <strong>di</strong> marzo.I carichi viaggiano via mare e approdanonei porti <strong>di</strong> Rotterdam, Anversa e Amburgo. Ilviaggio da Brasile, Argentina e Sud Africa durain me<strong>di</strong>a 3 settimane. Fa eccezione la NuovaZelanda che è geografi camente più <strong>di</strong>stante daiporti del nord Europa. Le navi compiono il tragittoin 40-45 giorni.❍ I cinghiali presenti in Val del Chiese hanno iniziatocon anticipo <strong>di</strong> qualche settimana ad arrecaredanni al cotico erboso <strong>di</strong> prati situati sottoi 1000 metri <strong>di</strong> altitu<strong>di</strong>ne. Le prime segnalazionirisalgono al 16 febbraio 2008 e sono partite daCastel Con<strong>di</strong>no. I proprietari dei fon<strong>di</strong> danneggiatipossono presentare domanda <strong>di</strong> risarcimentoall’Uffi cio agricolo periferico <strong>di</strong> Tione solo sel’ammontare del danno supera i 1033 euro. L’indennizzopuò essere richiesto una sola volta perlo stesso fondo e non è prevista la sommatoria <strong>di</strong>danni ripetuti in più anni. Il Comitato Faunisticoprovinciale ha nel frattempo aumentato da 60a 110 capi, la soglia minima <strong>di</strong> abbattimentiannuali nella zona A1 del Chiese.❍ L’Uffi cio fi tosanitario della <strong>Provincia</strong> <strong>autonoma</strong><strong>di</strong> <strong>Trento</strong> ha iniziato i controlli nei frutteticon piante <strong>di</strong> melo colpite da mal degli scopazziche si dovevano estirpare già lo scorso anno oper le quali è stata presentata <strong>di</strong>chiarazione <strong>di</strong>estirpazione effettuata sulla base del programmaconcordato con l’uffi cio.


Dalla giornata <strong>di</strong>mostrativa che si è svolta il 12 febbraio presso l’aziendaviticola Secchi Romano (Brentino Bellunese VR.)Macchine per la raccoltadei sarmentiVITICOLTURA/MACCHINEIntroduzioneIl tema dell’energia e le problematicherelative alle fonti <strong>di</strong> approvvigionamento,ai costi crescenti,alla necessità <strong>di</strong> ridurrei consumi e <strong>di</strong> migliorare l’efficienzaenergetica, sono oggetto<strong>di</strong> attenzione costante da partedel mondo tecnico-scientifico,dei me<strong>di</strong>a e dell’opinione pubblica,e sono al centro <strong>di</strong> azionispecifiche varate dai governi europei(ma anche extra-europei)per promuovere ed incentivarel’adozione e lo sviluppo <strong>di</strong> nuovesoluzioni.Basti pensare alle decisioni maturatea livello comunitario (cfr.Piano d’azione per la biomassa,COM 2005 n.628), già recepite oin fase <strong>di</strong> recepimento da parte<strong>di</strong> tutti gli Stati membri, chehanno dato nuovo impulso adattività <strong>di</strong> ricerca e sviluppo <strong>di</strong>fonti energetiche alternative aquelle fossili, che attualmentecoprono più dell’80% del fabbisognoeuropeo, o agli impegniassunti dall’Italia con l’adesioneal protocollo <strong>di</strong> Kyoto, chemotivano una politica Nazionaleestremamente favorevole allaproduzione <strong>di</strong> energia da fontirinnovabili.Tra le varie fonti <strong>di</strong> energia rinnovabile(solare, eolica, idroelettrica,geotermica), le biomasseoffrono innumerevoli possibilitàapplicative ed ampi margini <strong>di</strong>Ciascuna macchina è stata dapprima descrittain or<strong>di</strong>ne a tipologia e caratteristiche tecniche.Successivamente le prove operative hannopermesso <strong>di</strong> valutare le <strong>di</strong>fferenti peculiaritàcostruttive e funzionantidei <strong>di</strong>versi modelli proposti.Andrea Cristoforetti *, Francesco Penner *,Raffaele Spinelli *** Fondazione Edmund Mach – Istituto Agrario <strong>di</strong> San Michele all’A<strong>di</strong>ge** Consiglio Nazionale delle Ricerche - IVALSAParticolare <strong>di</strong> sarmenti trituratisviluppo, favorite dalla <strong>di</strong>sponibilità<strong>di</strong> tecnologie <strong>di</strong> conversionein parte già affidabili e daun generale livello <strong>di</strong> sottoutilizzo.In particolare le biomasse<strong>di</strong> provenienza agricola (scartiTERRA TRENTINA15


VITICOLTURA/MACCHINETERRA TRENTINA16prodotti dalle varie lavorazionie colture energetiche de<strong>di</strong>cate)rappresentano una fonte potenziale<strong>di</strong> energia rinnovabile finoad oggi certamente poco valorizzatarispetto alle reali <strong>di</strong>sponibilità.In quest’ottica si colloca il progetto<strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o attivato dall’IstitutoAgrario <strong>di</strong> San Michele all’A<strong>di</strong>gein collaborazione conCNR-IVALSA e finanziato dallaCantina Sociale <strong>di</strong> Avio, voltoad approfon<strong>di</strong>re le possibilità <strong>di</strong>recupero e sfruttamento a finienergetici degli scarti <strong>di</strong> potaturagenerati dalla coltivazione deivigneti.Il progetto, attualmente nellasua fase esecutiva, si pone i seguentiobiettivi:- verifica della possibilità <strong>di</strong>utilizzare i sarmenti <strong>di</strong> vitequale combustibile con modalitàcompatibili con la tuteladell’ambiente;- verifica della convenienzaper l’agricoltore ad asportarei sarmenti anche attraversouna valutazione agronomica<strong>di</strong> tale pratica;- stu<strong>di</strong>o della effettiva praticabilitàdella raccolta e delRanghinatore Abimac-Pisoniriutilizzo dei sarmenti (aspettiorganizzativi, economici ebilancio energetico dell’operazione).Si evidenzia come la possibilità<strong>di</strong> integrare in un’unica esperienzai risultati degli stu<strong>di</strong> energetici,economici, agronomicied ambientali costituisce un approcciocomplessivo spesso assentenei lavori finora realizzatisu questo tema.Nell’ambito del progetto è stataorganizzata una giornata <strong>di</strong>mostrativasulle tecnologie <strong>di</strong>sponibiliper la raccolta dei sarmenti,intesa come momento <strong>di</strong> <strong>di</strong>vulgazionee <strong>di</strong> sensibilizzazionealle tematiche sopra esposte pergli operatori del settore.La giornata<strong>di</strong>mostrativaIl 12 febbraio scorso pressol’Azienda viticola Secchi Romano(Brentino-Belluno Veronese)sono state presentate le principaliattrezzature <strong>di</strong>sponibilisul mercato nazionale per ilrecupero dei sarmenti. Ciascunamacchina è stata dapprimadescritta in or<strong>di</strong>ne a tipologia ecaratteristiche tecniche, successivamentele prove operativehanno permesso <strong>di</strong> valutare le<strong>di</strong>fferenti peculiarità costruttivee funzionali dei <strong>di</strong>versi modelliproposti.Le macchine testate appartengonoa 3 categorie principali:RanghinatoriTrincia-raccoglitriciImballatriciPer ciascuna tipologia si riportanouna descrizione del sistemacostruttivo ed operativo, le <strong>di</strong>ttecostruttrici e la documentazionefotografica delle prove effettuate.RanghinatoriDerivanti dalle attrezzature impiegateper l’andanatura delforaggio, i ranghinatori per sarmentie potature sono costituitida un telaio semiportato dallatrattrice (attacco a 3 punti eruote pivoettanti) che supportaun rotore munito <strong>di</strong> denti metallicia molla. In fase operativala macchina viene trainata lungol’interfilare e me<strong>di</strong>ante la rotazionedei denti a molla i residui<strong>di</strong> potatura vengono concentratial centro dello stesso in andane<strong>di</strong> larghezza attorno al metro. Lamacchina testata (Abimac) <strong>di</strong>spone<strong>di</strong> un brandeggio laterale(manuale o idraulico) fino a 2metri dal punto <strong>di</strong> attacco allatrattrice.L’impiego del ranghinatore consente<strong>di</strong> ridurre i tempi dellasuccessiva raccolta dei sarmenti,realizzabile con un solo passaggiodelle macchine per fila inluogo <strong>di</strong> 2 (o 3) passaggi in presenza<strong>di</strong> interfila ampi (5-6 m).Trincia-raccoglitriciRappresentano una evoluzionedelle trinciasarmenti tra<strong>di</strong>zionali,mo<strong>di</strong>ficate con l’obiettivo <strong>di</strong>recuperare il triturato anzichédepositarlo a <strong>terra</strong>.


Trincia-raccoglitrice BertiTrincia-raccoglitrice Peruzzo in fase <strong>di</strong> scaricoAllo scopo alcuni costruttori (Berti,Peruzzo, Tierre) hanno dotatole macchine <strong>di</strong> serbatoi <strong>di</strong> accumulodel materiale della capacità<strong>di</strong> 1÷ 2.8 m³ , elevabili idraulicamenteper agevolare lo scarico surimorchi (altezza oltre 2000 mm).Questi modelli sono semiportatie dotati <strong>di</strong> ruote pivoettanti ofisse.Le <strong>di</strong>tte Dragone e Omarvrealizzano macchine interamenteportate munite <strong>di</strong> serbatoi <strong>di</strong> <strong>di</strong>mensioniminori e sprovvisti <strong>di</strong>innalzamento (scarico a <strong>terra</strong>).La macchina realizzata da Nobili,semiportata con ruote fisse, consenteil recupero del triturato inbig bags o in bins, che vengonodepositati a <strong>terra</strong> una volta riempiti,svincolando il funzionamentodella trincia-raccoglitrice dallapresenza <strong>di</strong> un carro <strong>di</strong> appoggio.Le <strong>di</strong>tte Omarv e Peruzzo hannomesso a punto delle trincia-caricatricidotate <strong>di</strong> un convogliatorea “collo d’oca” che proietta ilmateriale in un rimorchio d’appoggio,che nel caso <strong>di</strong> Omarvè parte integrante della trinciatrice,mentre nel caso <strong>di</strong> Peruzzopuò essere agganciato alla stessa(cantiere in linea) oppure trainatoda una seconda trattrice nell’interfilarea<strong>di</strong>acente a quello <strong>di</strong>lavoro (cantiere in parallelo).Unacaratteristica tecnica comune adalcune trincia-raccoglitrici (Berti,Peruzzo, Tierre) è la dotazione <strong>di</strong>un raccoglitore rotativo (pick-up)che preleva i residui <strong>di</strong> potaturae li invia alla camera <strong>di</strong> triturazione.Tale <strong>di</strong>spositivo consentela produzione <strong>di</strong> un trituratoestremamente pulito da impurità(pietre, erba ecc.), aspetto moltoimportante se la destinazione delprodotto è la combustione.Alcuni costruttori hanno inoltreinserito una griglia a valle delrotore trituratore, allo scopo <strong>di</strong>indurre una frantumazione piùspinta dei sarmenti raccolti.L’organo <strong>di</strong> triturazione messo apunto varia da macchina a macchinaed accanto ai tra<strong>di</strong>zionalirotori a martelli o mazze oscillantivengono proposti cilindrirotanti muniti <strong>di</strong> lame fisse econtrocoltelli a pettine.Trincia-raccoglitrice TierreTrincia-raccoglitrice Nobili (con bin)TERRA TRENTINA17


Imballatrice Caebdel triturato in bins o big-bagso ancora confezionamento deisarmenti in balle.Un altro aspetto da sottolineareè la grande partecipazione <strong>di</strong>agricoltori, tecnici e addetti delsettore alla manifestazione, adevidenziare il notevole interesseche il recupero delle biomasseagricole sta suscitando in <strong>di</strong>versicomparti.Il progetto <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o sulla valorizzazionedei sarmenti a fini energeticiprosegue ora concentrandol’attenzione sugli aspetti economici,ambientali ed agronomici,preso atto che dal punto <strong>di</strong> vistatecnico le soluzioni idonee peril recupero <strong>di</strong> queste biomassecertamente non mancano.rotativi (pick-up). Molto è statofatto anche nell’ottica <strong>di</strong> migliorarela logistica del cantiere <strong>di</strong>raccolta, con proposte moltovariegate in grado <strong>di</strong> adattarsialle <strong>di</strong>verse esigenze: serbatoi<strong>di</strong> raccolta capienti con altezze<strong>di</strong> scarico fino a 2 m, accumuloRingraziamentiSi ringraziano la Cantina <strong>di</strong> Avioe l’Azienda Agricola Secchi Romanoper la fattiva collaborazione.TERRA TRENTINA19


Grafico 1nita e separata dalla chioma. Piùrecenti sono invece le macchineadattate per vigneti allevati a pergola,dove la zona dei grappoli èin<strong>di</strong>stinta rispetto alla chioma.Materiali e meto<strong>di</strong>Nel corso del triennio 2005-2007sono state fatte <strong>di</strong>verse osservazioni<strong>di</strong> campagna rilevando datiagronomici e analitici in alcuneesperienze <strong>di</strong> confronto tra le<strong>di</strong>verse modalità <strong>di</strong> sfogliatura,sia manuali che a macchina, in<strong>di</strong>verse epoche, sia in impianti apergola che a spalliera.I parametri che si sono scelti pervalutare le macchine sfogliatricisono: l’efficienza e l’efficacia delladefogliazione, le interferenzecon la qualità dell’uva con particolareattenzione ad eventualidanni ai grappoli.Per dare un in<strong>di</strong>ce <strong>di</strong> efficaciadelle macchine si è preso comeriferimento la quantità <strong>di</strong> grappoliesposti alla luce (scoperti)dopo il passaggio della macchinaa confronto con delle tesi nondefogliate, separando le valutazionia seconda della forma <strong>di</strong> allevamento,del gruppo <strong>di</strong> varietàe dell’epoca <strong>di</strong> intervento.Per quanto concerne l’efficienzadella sfogliatura si è tenuto presenteil risparmio in ore <strong>di</strong> lavoroper ettaro e la possibilità <strong>di</strong> esseremolto tempestivi nell’eseguirequesta pratica agronomica.Descrizionedelle macchinein osservazione:olmi e binger(vantaggi e svantaggi)Tra le macchine prese in considerazionela prima a essere trattataFoto 1. Macchina defogliatrice pneumatica Olmiè una defogliatrice pneumaticaad impulsi d’aria commercializzatadalla <strong>di</strong>tta Olmi (foto 1). Ilprincipio <strong>di</strong> funzionamento è basatosu un intenso flusso intermittente<strong>di</strong> aria che raggiunge lefoglie frantumandole totalmenteo in parte. Nell’impiego <strong>di</strong> questamacchina sono importanti laregolazione degli impulsi e dellapressione dell’aria, la velocitàd’avanzamento e la <strong>di</strong>stanza dallaparete vegetativa che vannotarati in funzione del sistema <strong>di</strong>impianto e delle con<strong>di</strong>zioni dellavegetazione (turgi<strong>di</strong>tà e bagnaturadelle foglie).Questa macchina è impiegabilesia su pergola che su spallieraa partire dalla fase fenologica <strong>di</strong>fine fioritura. Nelle osservazionidove è stata utilizzata in questaepoca si nota anche un effetto <strong>di</strong><strong>di</strong>radamento degli acini per causemeccaniche. Nelle varietà agrappolo compatto induce ancheuna migliore pulizia del grappolodai residui <strong>di</strong> fioritura con conseguentefacilitazione della <strong>di</strong>fesadalla botrite.L’altro modello <strong>di</strong> sfogliatricepreso in esame è prodotto dalla<strong>di</strong>tta Binger e basa l’attività defogliantesull’aspirazione dellefoglie da parte <strong>di</strong> una ventolaTERRA TRENTINA21


VITICOLTURA/MACCHINEFoto 2: Macchina defogliatrice ad aspirazione Binger Grafico 2che le fa aderire su due rulli controrotanti,uno dei quali è rigato.Le foglie così catturate vengonostrappate dal picciolo ed eliminatedalla parte posteriore dell’organoaspirante (foto 2).Analisi dei datiNell’analisi delle osservazioni <strong>di</strong>campo il primo dato che emergeè l’efficienza delle macchinerispetto agli interventi manuali,che può essere quantificata inuna riduzione oltre il 50% deltempo totale impiegato per lasfogliatura. L’opportunità <strong>di</strong> utilizzaremacchine sfogliatici consente<strong>di</strong> ridurre i tempi <strong>di</strong> lavorofino a circa 4 ore per ettaro permettendouna migliore programmazioneed esecuzione degli altrilavori aziendali (grafico 2).Con l’osservazione della quantità<strong>di</strong> grappoli scoperti (esposti allaluce) si è cercato <strong>di</strong> dare una misuradell’efficacia delle macchineche risulta generalmente buona oottima. Un primo dato che emergeè la <strong>di</strong>fferenza tra le forme <strong>di</strong>allevamento, la pergola presentaprima della sfogliatura un 40%dei grappoli scoperto contro il10% circa nei vigneti a spalliera.Per contro l’efficacia delle macchineè maggiore nelle spallieregrazie ad una identificazionechiara della zona dei grappolied alla facilità con la quale puòessere raggiunta dalle macchine.Dopo il passaggio della macchinaalmeno il 70% dei grappoli risultascoperto con punte prossimeal 90% sulle varietà rosse doveviene impiegata Olmi pneumati-ca (grafico 3). È sempre presenteuna <strong>di</strong>fferenza tra il gruppo dellevarietà bianche e quello delle varietàrosse. Ciò è imputabile siaalla <strong>di</strong>versa struttura delle foglie,<strong>di</strong> <strong>di</strong>mensioni minori nei vitignia bacca bianca, che alla <strong>di</strong>sposizionedei grappoli che nei bianchirimangono più nascosti nellavegetazione.A seconda dell’epoca e dellamacchina impiegata sui grappolipossono evidenziarsi <strong>di</strong>fferentitipologie <strong>di</strong> danno che vanno daun leggera abrasione dell’epidermidedell’acino all’ asportazioneparziale <strong>di</strong> acini o racimoli fino altaglio <strong>di</strong> parte del grappolo.Dai controlli e dalle stime i dannisono sempre molto contenuti epoco importanti sia economicamenteche qualitativamente.TERRA TRENTINA22Grafico 3 Grafico 4


Foto 3: Danno da sfogliatrice pneumaticain epoca prechiusura grappolo Grafico 5Si è valutata l’entità del dannodovuto al taglio dei grappoli eall’asportazione dei racimoli me<strong>di</strong>antela valutazione del pesome<strong>di</strong>o del grappolo alla raccolta.In effetti la riduzione <strong>di</strong> tagliapuò arrivare fino al 15% che perònormalmente non influisce sullerese ad ettaro perché, in genere,la resa dei vigneti viene correttacon un <strong>di</strong>radamento dei grappoli.L’eventuale riduzione del carico<strong>di</strong> uva non produce effettiapprezzabili nel miglioramentodel grado zuccherino.Una seconda valutazione ha interessatola presenza <strong>di</strong> acini spaccatio con abrasioni (foto 3) edè stata espressa come grado <strong>di</strong>danno rilevato poco dopo il passaggiodella macchina.Nelle spalliere la vicinanza continuadei grappoli agli organi lavorantidelle macchine induce unamaggior incidenza <strong>di</strong> danni, siacome abrasioni che come taglio asportazioni. Una certa importanzaè rivestita anche dall’epoca<strong>di</strong> intervento e dalle con<strong>di</strong>zioniclimatiche nel momento del passaggiodella macchina. La sfogliatriceBinger ha un maggiorrispetto dei grappoli nei vigneti aspalliera e tale <strong>di</strong>fferenza si notamaggiormente nelle fasi estivecon <strong>di</strong>mensioni superiori a 4-5mm (grafico 4). In ogni caso siale abrasioni che le rotture nonhanno un effetto negativo neiconfronti delle malattie fungine,botrite o marciume acido, chenon riescono a penetrare dalleferite perché la loro cicatrizzazioneè sempre rapida e moltobuona.Bisogna tenere presente l’effettopositivo legato alla realizzazione<strong>di</strong> migliori con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> microclimadei grappoli che portanosicuramente ad una considerevoleriduzione dell’incidenza dellabotrite e dell’oi<strong>di</strong>o.Su questo punto vale la pena sottolinearecome Olmi pneumaticariesca ad ottenere un maggioreeffetto <strong>di</strong> contenimento della botritegrazie alla pulizia del grappolodai residui <strong>di</strong> fioritura chepossono costituire una fonte <strong>di</strong>inoculo che rimane a contattocon gli acini nelle fasi <strong>di</strong> crescitae maturazione (grafico 5).CommentiPrima del passaggio delle macchineè bene eseguire sia la scacchiaturache il <strong>di</strong>radamento deigermogli così da migliorare il lavorodella sfogliatrice.Un secondo passaggio estivo sirende sempre necessario a causadel formarsi <strong>di</strong> nuove foglie.L’intervento estivo <strong>di</strong> sfogliatura,se manuale, è chiaramente piùoneroso nel caso segua la defogliazionemeccanica perché sideve perfezionare il lavoro delladefogliatrice che normalmente èmeno preciso.Per ulteriori in<strong>di</strong>cazioni operativenella scelta della macchina sideve tenere conto <strong>di</strong> questi importantielementi: varietà, forma<strong>di</strong> allevamento ed epoca <strong>di</strong> impiego.Per varietà bianche a grappolocompatto allevate a pergolaè preferibile un intervento consfogliatrice pneumatica in epocaprecoce, a partire da fine fiorituraed entro la fase <strong>di</strong> acinodella <strong>di</strong>mensione <strong>di</strong> 3-4 mm <strong>di</strong><strong>di</strong>ametro per sfruttare al megliol’effetto <strong>di</strong>radante e <strong>di</strong> pulizia delgrappolo limitando le spaccaturedegli acini.Per le varietà rosse meno compatteallevate a pergola può esseresufficiente un intervento con unadelle due macchine a partire dallapost-fioritura quando gli acinihanno raggiunto le <strong>di</strong>mensioni <strong>di</strong>5-6 mm <strong>di</strong> <strong>di</strong>ametro.Per i vigneti a spalliera le in<strong>di</strong>cazioninon si <strong>di</strong>scostano <strong>di</strong> molto.Tuttavia su varietà particolarmentecompatte può essere utileun passaggio con Olmi in epocaprecoce, ma nelle fasi estive successiveall’allegagione fino allavendemmia Binger fa sempreemergere il suo maggior rispettoper i grappoli.Nelle spalliere la zona dei grap-TERRA TRENTINA23


VITICOLTURA/MACCHINEpoli dopo la defogliazione siriveste solo per l’aumento delvolume della chioma sovrastantee per la nascita <strong>di</strong> qualche femminella.Generalmente non necessita<strong>di</strong> un secondo interventoe si giunge alla vendemmia congrappoli ben esposti anche se ladefogliazione è avvenuta in epocaprecoce.Per contro nei vigneti allevatia pergola i grappoli sono postiin un’area della chioma che facilmentesi riveste <strong>di</strong> fogliamespesso senescente che peggiorale con<strong>di</strong>zioni microclimatiche deigrappoli e non ha più una buonaefficienza fotosintetica. Un ulteriorepassaggio <strong>di</strong> defogliazioneall’invaitura è pertanto inevitabilee attualmente questo vieneeseguito manualmente in quantoin questa fase gli acini sono particolarmentesensibili.Dal 2007 sono stati eseguiti iprimi rilievi per valutare l’opportunità<strong>di</strong> intervenire con unasfogliatrice meccanica all’iniziodell’invaiatura tenendo presentela possibilità <strong>di</strong> produrre dei danniall’uva.Si è scelto <strong>di</strong> osservare varietàbianche particolarmente sensibilia livello dei danni alla bucciacome lo chardonnay e il pinotgrigio confrontando un passaggiocon defogliatrice pneumaticaall’inizio dell’invaiatura rispettoal non defogliato. L’esperienza èstata ripetuta in Piana Rotalianaed in Vallagarina e si sono rilevatii danni e la percentuale <strong>di</strong>grappoli scoperti.Questi primi dati sono moltoconfortanti, Olmi, se ben regolata,non produce danni al caricoproduttivo e riduce <strong>di</strong> circa lametà la quantità <strong>di</strong> grappoli copertida vegetazione (graf 6-7).Interventi in questa epoca nonsono ancora la prassi e necessitano<strong>di</strong> osservazioni più approfon<strong>di</strong>teche verranno raccolte nelcorso delle prossime stagioni.ConclusioniAnalizzando le singole macchine,Binger sicuramente è più efficientenelle spalliere che sullapergola e può essere impiegatain un lasso <strong>di</strong> tempo abbastanzaampio che va da fine fioriturafino all’invaiatura. Rappresentauna soluzione ad un costo contenutoe la sua meccanica semplicepermette una facile regolazionedella macchina adattandola alle<strong>di</strong>verse esigenze delle varietà.Olmi presenta una maggior <strong>di</strong>fficoltànella taratura alle <strong>di</strong>versenecessità e con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> utilizzo.La sua meccanica è più complessae questo comporta anche unaimportante <strong>di</strong>fferenza nel prezzo<strong>di</strong> acquisto <strong>di</strong> questa defogliatrice.Sicuramente ben si adatta allepergole e rappresenta la miglioreopportunità per una defogliazionea macchina in questa forma<strong>di</strong> allevamento, ma anche sullespalliera le sue prestazioni sonopositive. Vanno tenuti presentianche il suo effetto <strong>di</strong>radante e<strong>di</strong> pulizia del grappolo quandoviene impiegata in epoca postfioraleche per varietà a grappolocompatto rappresentano unvalido aiuto nella <strong>di</strong>fesa dallabotrite.Continueranno le osservazionisulla possibilità <strong>di</strong> impiegarequeste macchine anche in epochesuccessive all’invaiatura conlo scopo <strong>di</strong> migliorare le con<strong>di</strong>zioni<strong>di</strong> esposizione dei grappolinelle fasi <strong>di</strong> maturazione e facilitarela vendemmia.I primi dati raccolti consentono<strong>di</strong> ipotizzare l’impiego tar<strong>di</strong>vo <strong>di</strong>queste sfogliatrici.Certamente l’introduzione <strong>di</strong> questemacchine nella gestione delvigneto è apprezzabile perchériduce il carico <strong>di</strong> lavoro manualee rende più tempestiva questapratica colturale senza comprometterela qualità dell’uva.Sul mercato si affacciano ognianno nuove macchine defogliatricie nella scelta del modellopiù adatto alla propria azienda,vanno tenute presenti sia le necessitapersonali che l’effettivautilità delle innovazioni offerte.TERRA TRENTINA24Grafico 4 Grafico 5


Dalla giornata tecnica <strong>di</strong> Cles (sintesi)Per una <strong>di</strong>stribuzioneresponsabile deiprodotti fitosanitariNOTE TECNICHENegli ultimi anni l’attenzione ela sensibilità <strong>di</strong> tutta l’opinionepubblica verso le problematicheambientali sono notevolmente egiustamente aumentate. Anchein agricoltura è necessario, semprepiù, mettere in atto tutti quegliaccorgimenti che consentano<strong>di</strong> ridurre il ricorso alla chimica.In Trentino, ormai da <strong>di</strong>versianni, nei vari settori agricoli,sono stati definiti dei precisi <strong>di</strong>sciplinariche impegnano l’agricoltorea produrre in “armonia”con la natura, a tutela <strong>di</strong> sé stesso,del consumatore e dell’ambiente.Oggi la protezione delle colturesi pone l’obiettivo <strong>di</strong> ricorrere altrattamento chimico solamente incaso <strong>di</strong> accertata necessità puntandosu una coltivazione senzaforzature, su, quando possibile,biotecnologie quali la “confusionesessuale”, sulla salvaguar<strong>di</strong>adegli insetti ed acari utili e sull’usodei prodotti meno tossiciper l’uomo e per l’ambiente.Pur sapendo che i prodotti fitosanitaripiù pericolosi per l’uomoe per l’ambiente sono statitolti dal mercato in seguito all’azione<strong>di</strong> specifiche <strong>di</strong>rettivecomunitarie, è importante chel’agricoltore sia cosciente delfatto che vanno comunque impiegatiin modo responsabile.Durante il loro utilizzo possiamoPiergiorgio IanesCentro per l’assistenza tecnica / Fondazione Edmund Mach – Istituto Agrario S. MicheleFoto 1. Una scorretta regolazione dell’irroratrice aumenta le per<strong>di</strong>teper derivainfatti avere delle per<strong>di</strong>te <strong>di</strong> tipo“puntiforme” o localizzato nellefasi antecedenti o successive altrattamento e <strong>di</strong> tipo “<strong>di</strong>ffuso” oper deriva durante l’irrorazionestessa (foto 1).Per ridurre il rischio <strong>di</strong> per<strong>di</strong>te“puntiformi” è necessario avereun comportamento virtuoso nellefasi <strong>di</strong> trasporto dei prodottiin confezione, nello stoccaggiodegli stessi, nel momento dellapreparazione della miscela enella pulizia interna ed esternadell’irroratrice attenendosi aquanto previsto dai <strong>di</strong>sciplinari<strong>di</strong> certificazione ed ai regolamenticomunali.Le per<strong>di</strong>te per deriva possonoessere contenute scegliendo,quando possibile, delle macchineirroratrici dotate <strong>di</strong> <strong>di</strong>spositiviTERRA TRENTINA25


NoTE TECNICHEFoto 2. Irroratrice moderna con convogliatore d’aria a “torretta”per il contenimento delle per<strong>di</strong>teantideriva (foto 2), già presentioggi sul mercato, ma soprattuttocercando <strong>di</strong> mantenerle efficienti,utilizzandole correttamenteed intervenendo in con<strong>di</strong>zioniclimatiche favorevoli. In particolareva posta attenzione ad utilizzare,in base alla tipologia <strong>di</strong>piante da trattare, i giusti quantitativi<strong>di</strong> miscela, dei volumid’aria che non siano eccessivi edelle pressioni d’esercizio relativamentebasse.In definitiva è possibile affermareche, rispetto al passato, moltoè già stato fatto per ridurre i consumi<strong>di</strong> prodotti fitosanitari mamolto è ancora possibile fare soprattuttonel miglioramento dellaloro <strong>di</strong>stribuzione in pianta.Tecnica flashTERRA TRENTINA26❍ La cantina sociale mori Colli zugnaha affi dato ad una società informatica laprogettazione <strong>di</strong> un sistema GIS in grado<strong>di</strong> produrre, gestire e analizzare in modogeoreferenziato i dati raccolti nel <strong>di</strong>stretto<strong>di</strong> competenza con lo stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> zonazionerealizzato nel 2005. Il nuovo strumento informatico,che rappresenta una novità per ilTrentino vitivinicolo, consente <strong>di</strong> sovrapporrealle mappe catastali le tipologie dei terreni,i vitigni coltivati, le forme <strong>di</strong> allevamento, ilgrado <strong>di</strong> insolazione e la produzione <strong>di</strong> uvaottenuta in successione dalle singole particellecatastali.❍ I produttori trentini <strong>di</strong> ciliegie chenel 2007 hanno assicurato il prodotto conpolizza multirischio hanno pagato complessivamente60 mila euro <strong>di</strong> premio. I danniliquidati a fi ne stagione provocati da freddoin fi oritura e soprattutto da eccessive pioggedurante la maturazione dei frutti hanno raggiuntoi 680 mila euro. L’elevata sinistrositàha fatto pertanto lievitare del 15% il costodella polizza per la stagione 2008.❍ Nella scelta delle barbatelle da mettere a<strong>di</strong>mora nei nuovi vigneti o rinnovi i viticoltoritrentini si sono orientati decisamente anchequest’anno su Pinot grigio e Chardonnay. LoChardonnay è in molti casi destinato a vignetiadatti per la produzione <strong>di</strong> uve basespumante. Richiesto, ma in minore quantità,anche il Traminer. Dei vitigni a frutto rossol’unico acquistato ma in quantità limitata è ilPinot nero.❍ Da tre anni la cooperativa AGRI 90 <strong>di</strong>storo segue con la collaborazione <strong>di</strong> MarioBertolini, ricercatore della Stazione sperimentale<strong>di</strong> maiscoltura <strong>di</strong> Bergamo, un campoprova nel quale sono coltivati 26 ecotipi <strong>di</strong>mais Nostrano. Il progetto ha lo scopo <strong>di</strong> selezionareuno o più tipi <strong>di</strong> mais Nostrano chepiù si avvicinano al fenotipo originario.❍ Il polisolfuro <strong>di</strong> calcio sarebbe molto efficace per eliminare la cocciniglia <strong>di</strong> Sant’Iosèche si trova soprattutto su piante <strong>di</strong> meloe <strong>di</strong> altri fruttiferi trascurati. Il suo impiego èperò frenato da alcuni inconvenienti inevitabili.Sporca ed è corrosivo per le attrezzatureusate nella irrorazione e si usa a dosi moltoelevate: 25 litri da <strong>di</strong>stribuire in 75 d’acqua.Meglio sostituirlo con olio minerale leggeroattivato con insetticida specifi co.


Dalla giornata tecnica <strong>di</strong> Cles (sintesi)Diradamento meccanico sumelo in prefioritura–fiorituraNOTE TECNICHEAlberto Dorigoni – Tommaso PantezziFondazione Edmund Mach – Istituto Agrario S. MicheleLa pratica del <strong>di</strong>radamento deifrutti è una operazione fondamentaleper realizzare produzioni<strong>di</strong> qualità che accanto allavocazionalità delle zone <strong>di</strong> produzionepermette ai frutticoltoridel Trentino <strong>di</strong> ottenere frutta <strong>di</strong>elevato pregio. Con la stagione2008, per motivi tossicologici edambientali, cesserà la possibilità<strong>di</strong> utilizzare i prodotti contenentiil principio attivo Carbaryl peril <strong>di</strong>radamento dei frutticini delmelo e sfortunatamente i risultatimigliori si ottengono semprecon strategie che utilizzano prevalentementequesta molecola.La ricerca <strong>di</strong> principi attivi registratialternativi a Carbaryl hadato finora risultati solo parziali.In futuro la tendenza sarà <strong>di</strong> aumenteràulteriormente la <strong>di</strong>pendenzadai fitoregolatori fino a3-5 trattamenti per ottenere unasufficiente regolazione della caricadei frutti. Per queste ragioni iricercatori dell’U.O. Frutticolturaed i Tecnici del CAT dell’IstitutoAgrario <strong>di</strong> San Michele da <strong>di</strong>versotempo hanno messo in attonumerose esperienze per testaresia altre molecole attualmenteconsentite per il <strong>di</strong>radamentodel melo, sia altre tecniche qualiil <strong>di</strong>radamento meccanico. Alcunevarietà, come Golden e Gala,con i p.a. <strong>di</strong>sponibili potrannoessere <strong>di</strong>radate abbastanza bene(NAD, BA e NAA) e con risultaticomparabili a quelli raggiunticon l’utilizzo del Carbaryl. Suqueste varietà l’intervento a cadutapetali con amide <strong>di</strong>ventaun momento molto importanteper la regolazione della carica.Successivamente, dalle esperienzeeseguite in questi ultimianni, l’applicazione della miscela<strong>di</strong> NAA e benziladenina haottenuto dei risultati abbastanzaconfortanti come efficacia <strong>di</strong>radante,e quin<strong>di</strong> il risultato finaledel <strong>di</strong>radamento potrebbe esseresimile a quello conseguito conl’uso del Carbaryl. Per le varietàsulle quali non è possibileutilizzare l’amide per i problemi<strong>di</strong> comparsa <strong>di</strong> frutti pigmei o <strong>di</strong>scarsa efficacia, come Fuji e RedDelicious, il <strong>di</strong>radamento sembraessere più problematico, in particolareper la prima cultivar. Suqueste varietà dalle esperienze <strong>di</strong>questi anni sembra che si dovràfare maggiore affidamento sugliinterventi <strong>di</strong>radanti precoci utilizzandodei <strong>di</strong>radanti fiorali. Inparticolare l’uso <strong>di</strong> ammotiosolfatosembra poter dare maggiorigaranzie <strong>di</strong> costanza nell’effettorispetto al più consolidato utilizzo<strong>di</strong> Ethephon. È comunque daapprofon<strong>di</strong>re l’effetto <strong>di</strong>radantedel polisolfuro, che viene usatoda parecchio tempo nei fruttetibiologici per la <strong>di</strong>fesa dallaticchiolatura. Su queste varietà iprodotti <strong>di</strong>radanti <strong>di</strong> post-fioriturahanno un’efficacia solitamenteridotta, e rimangono comunquequelli già ricordati della miscela<strong>di</strong> NAA e benziladenina, eventualmentecon ripetizione dellabenziladenina. Tra le alternative<strong>di</strong> recente introduzione risulta <strong>di</strong>maggior interesse il <strong>di</strong>radamentoTERRA TRENTINA27


NoTE TECNICHEmeccanico. Il <strong>di</strong>radamento meccanicoè nato in Germania unaquin<strong>di</strong>cina <strong>di</strong> anni fa. Consistenell’asportazione “fisica” deifiori nel periodo <strong>di</strong> prefioritura-fioritura,me<strong>di</strong>ante un rotoreverticale posto anteriormente altrattore (foto nella pagina precedente).Fa seguito anche, comeazione in<strong>di</strong>retta, una cascolamaggiore dovuta probabilmenteall’induzione <strong>di</strong> etilene da ferita.Attualmente la tecnica è vistacon interesse dal biologico mapotrebbe essere una soluzioneanche per la frutticoltura integrata.In Alto A<strong>di</strong>ge esistonodelle aziende sia biologiche checonvenzionali che lo applicanocon successo già da 3-4 anni. InGermania, dove il ritiro del <strong>di</strong>radantecarbaryl è avvenuto daanni, il <strong>di</strong>radamento meccanicoè una realtà abbastanza <strong>di</strong>ffusanella regione del Bodensee,anche nella frutticoltura convenzionale.Le prime prove <strong>di</strong>IASMA su Red Delicious spur esu Fuji sono molto incoraggiantinonostante non ci sia stato unpreventivo adattamento dellaforma <strong>di</strong> allevamento e dellapotatura a questa tecnica. C’èda precisare che il successo <strong>di</strong>questa operazione è legato allospessore dei filari che non devesuperare il metro e mezzo perpermettere alle “spazzole” <strong>di</strong>raggiungere l’interno degli alberi.Tra gli aspetti positivi rispettoal mezzo chimico, va ricordatoche l’azione è quasi in<strong>di</strong>pendenteda cultivar e con<strong>di</strong>zionimeteo, e poco <strong>di</strong>pendente dacon<strong>di</strong>zioni fisiologiche (caricanell’anno precedente, vigoria,ecc.). La precocità <strong>di</strong> interventosi traduce presumibilmentein una buona messa a fiore. Èpossibile una successiva integrazionecon il <strong>di</strong>radamento chimicodei frutticini. Impiegabilepersino nel biologico, è la tecnicache maggiormente conciliail rispetto per l’ambiente con lanecessità <strong>di</strong> mantenere bassi itempi <strong>di</strong> esecuzione e i costi.Fatti/previsioniTERRA TRENTINA28❍ L’Uffi cio per le produzioni biologiche della<strong>Provincia</strong> <strong>autonoma</strong> <strong>di</strong> <strong>Trento</strong> parteciperà alcongresso mon<strong>di</strong>ale dell’agricolturabiologica che si svolgerà a Modena dal 16al 22 giugno 2008. E’ prevista l’illustrazioneme<strong>di</strong>ante poster <strong>di</strong> alcuni progetti <strong>di</strong>mostrativirealizzati negli anni scorsi in varie zone delTrentino. Al contributo tecnico si vorrebbe aggiungerela presenza <strong>di</strong> una <strong>di</strong>ecina <strong>di</strong> aziendebiologiche trentine con i rispettivi prodotti.❍ Il ciclone “Emma” che il 2 e 3 <strong>di</strong> marzo hacolpito i boschi della Germania, dell’Austria edella Repubblica Ceca ha provocato schiantiper 9 milioni <strong>di</strong> metri cubi <strong>di</strong> legname. Il fattoha avuto rifl essi negativi anche sul mercato dellegname trentino che già nei mesi precedentiaveva fatto registrare un rallentamento della domandae un abbassamento dei prezzi rispettoal secondo semestre dell’anno precedente. Il<strong>di</strong>rettore dell’uffi cio per il sostegno alla gestioneforestale e valorizzazione della fi liera forestalegnoFrancesco Dellagiacoma ritiene però chein autunno il mercato possa rientrare nella normalità.❍ In Trentino si contano 140 aziende floricole.Le persone occupate nel settore sono 500.Il perito agrario Umberto Viola del Centro perl’assistenza tecnica dell’Istituto Agrario <strong>di</strong> S. Micheleritiene che la professionalità degli addettisia <strong>di</strong> molto aumentata. Anche le prospettive <strong>di</strong>mercato sono buone. Manca però, a detta dell’esperto,un’associazione che coor<strong>di</strong>ni l’attivitàcommerciale.❍ Il crescente valore dell’euro rispetto al dollaroamericano preoccupa gli amministratori <strong>di</strong> alcunegran<strong>di</strong> cantine sociali del Trentino cheesportano negli USA gran<strong>di</strong> quantitativi <strong>di</strong> vinosfuso o imbottigliato. Il forte <strong>di</strong>vario <strong>di</strong> valutarischia infatti <strong>di</strong> rendere meno competitivol’acquisto soprattutto <strong>di</strong> Pinot grigio e Chardonnay.L’effetto negativo può verifi carsi ancheper partite <strong>di</strong> vino già vendute. Gli importatoripotrebbero infatti chiedere alle cantine trentineuna partecipazione nelle spese <strong>di</strong> promozione<strong>di</strong> vini che incontrano <strong>di</strong>ffi coltà <strong>di</strong> ven<strong>di</strong>ta.❍ Molti apicoltori trentini sono costretti a sostituiregli alveari rimasti vuoti a causa della sindromeda collasso. La sostituzione si fa acquistandosciami o famiglie <strong>di</strong> api costituiti rispettivamenteda 5 o da 10 favi. Il prezzo va da 90a 100 euro per uno sciame e arriva a 140-150euro per una famiglia. La <strong>di</strong>sponibilità è peròridotta perché la sindrome ha colpito seppure inmisura non uniforme tutte le regioni d’Italia.


Dalla giornata tecnica <strong>di</strong> Cles (sintesi)La preparazione ottimaledel terreno da fruttetoNOTE TECNICHEAndrea Branz – Mario SpringhettiCentro per l’assistenza tecnica / Fondazione Edmund Mach – Istituto Agrario S. MicheleBonifica e spostamento <strong>terra</strong> con escavatoreLa vita economica <strong>di</strong> un fruttetomoderno è <strong>di</strong> circa 15 - 20 annima la resa produttiva, in particolarenegli anni giovanili, è fortementecon<strong>di</strong>zionata dalla preparazioneottimale del terreno.Le piante ben ramificate che sonoattualmente messe a <strong>di</strong>mora, percrescere in modo adeguato e fornireelevate produzioni già neiprimi anni, devono essere piantatein terreni preparati con cura.Nel corso delle ultime annate siè verificato spesso che i frutticoltorihanno posto una particolareattenzione alla sistemazione superficialedel terreno (ve<strong>di</strong> livellamentoperfetto, riporti <strong>di</strong> <strong>terra</strong>per eliminare avvallamenti, ecc.),ma non hanno riservato altrettantacura affinché al termine<strong>di</strong> tali lavori lo strato coltivabilefosse costituito da <strong>terra</strong> vegetalecon buone caratteristiche chimico-fisichee microbiologiche. Ilterreno infatti è una realtà moltocomplessa che non ha solofunzione meccanica <strong>di</strong> sostegnodelle piante, ma deve contenerein modo equilibrato elementi nutrizionali,acqua, aria, microrganismi,ecc. In <strong>di</strong>verse situazionisono stati segnalati giovani fruttetidove le piante, nel periodoprimaverile in corrispondenzadella fioritura, presentavano evidentisintomi <strong>di</strong> sofferenza che inalcuni casi hanno determinato lamorte <strong>di</strong> una percentuale significativa<strong>di</strong> piante. In quasi tutti ifrutteti problematici, si è riscontratoche i terreni erano stati oggetto<strong>di</strong> consistenti movimenti <strong>di</strong>terreno (bonifiche, livellamenti,riporti, ecc.) nei quali le piantenon hanno trovato con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong>sviluppo ottimali. Le situazionipiù gravi si sono rilevate nei terrenipesanti dove più <strong>di</strong>fficile èlo sgrondo dell’acqua e <strong>di</strong> conseguenzarisulta scarsa la presenza<strong>di</strong> aria che è un fattore in<strong>di</strong>spensabileper la crescita ra<strong>di</strong>cale, perconsentire l’assorbimento ra<strong>di</strong>calee per permettere l’attività microbiologica.Dove si effettuano gran<strong>di</strong> movimentio consistenti riporti <strong>di</strong><strong>terra</strong>, è consigliabile eseguire ilriposo del terreno coltivandoloper un anno con essenze erbaceeo seminando appositi miscuglida sovescio; questa praticaconsente <strong>di</strong> migliorare la fertilitàe la vitalità del terreno e <strong>di</strong> evidenziareeventuali problemi <strong>di</strong>ristagno. Nelle situazioni dovesi interviene in modo “pesante”con i mezzi meccanici, che provocanoil compattamento del terreno,è fondamentale assicurareanche un buona permeabilità delsottosuolo intervenendo con unaattrezzatura adeguata (tipo ripuntatori).Al momento del rinnovo delfrutteto, per preparare in modoottimale il terreno, si consiglia<strong>di</strong> effettuare l’analisi del terreno(almeno nei casi problematici),asportare tutte le ra<strong>di</strong>ci della colturaprecedente, apportare unaadeguata quantità <strong>di</strong> sostanzaorganica matura, eliminare eventualiristagni idrici attraverso larealizzazione <strong>di</strong> drenaggi.TERRA TRENTINA29


PIANTE oFFICINALIL’infl uenza della fertirrigazione e del substrato sulla crescita delle piantineProva <strong>di</strong> coltivazione<strong>di</strong> Rho<strong>di</strong>ola roseaTERRA TRENTINA30INTRODUZIONERho<strong>di</strong>ola rosea L. (= Sedum roseaScop.) è una specie <strong>di</strong>oica perenne,appartenente alla famiglia delleCrassulaceae. La pianta presentaun rizoma ingrossato e fusti lunghi20-40 cm portanti densi corimbiterminali. I fiori hanno petali giallo-rossastrie la fioritura avvieneda giugno ad agosto. Il suo arealecomprende le zone artiche dell’Eurasiae Nord America e le altemontagne della fascia temperata. InItalia è comune sui substrati silicei,raramente su quelli calcarei, dellepraterie alpine dai 1500 ai 3000 md’altitu<strong>di</strong>ne (Pignatti, 1982).Di questa pianta si utilizzano i rizomiche contengono <strong>di</strong>versi principiattivi fra cui rosavina, rosina,salidroside, sostanze in grado <strong>di</strong>aiutare il sistema nervoso a superaregli stress (Brown et al., 2002),e piccole quantità <strong>di</strong> olio essenziale(Rohloff, 2002). I prodotti fitoterapicia base <strong>di</strong> ro<strong>di</strong>ola, derivanoin larga misura dai rizomi <strong>di</strong> piantespontanee <strong>di</strong> età sconosciuta, raccoltisoprattutto nella zona siberiana.Se si vuole passare però dallaraccolta spontanea alla coltivazione,occorre utilizzare piante bensviluppate e <strong>di</strong> almeno un anno <strong>di</strong>età e mantenere la coltura per 4-5anni (Galambosi, 2006).Lo scopo della prova è stato <strong>di</strong> valutarel’effetto della concimazioneminerale (nel nostro caso si è trattato<strong>di</strong> fertirrigazione) e della composizionedel substrato nello sviluppodelle parti aeree e delle ra<strong>di</strong>ci dellepiantine adatte all’impianto.Aiello Nicola, Fusani Pietro, scartezzini Fabrizio,Vender CarlaCRA – Unità <strong>di</strong> ricerca per il Monitoraggio e la Pianifi cazione ForestalePiazza Nicolini n. 6 Villazzano – <strong>Trento</strong>Rho<strong>di</strong>ola rosea L. è una pianta <strong>di</strong>oica perenne, con areale artico-alpino,appartenente alla famiglia delle Crassulaceae. I rizomisono impiegati in farmacia/erboristeria perché contengono sostanzeche potenziano la resistenza dell’organismo agli stress (attivitàadattogena). La prova ha confrontato la fertirrigazione settimanale(concime denominato «Manna» alla dose <strong>di</strong> 2 g/L per 16 settimane)e tre <strong>di</strong>fferenti terricci (30% + 70%; 50% + 50% e 100% in volume<strong>di</strong> StatoHum I e <strong>di</strong> sabbia rispettivamente) su piantine <strong>di</strong> duepopolazioni raccolte rispettivamente a Malga Bondolo (Trentino) ePasso Gavia (Lombar<strong>di</strong>a) ed allevate in contenitori alveolati <strong>di</strong> plastica.I risultati dell’esperimento hanno evidenziato che la fertirrigazioneha svolto un’azione positiva sullo sviluppo della parte aereadelle piantine, in termini <strong>di</strong> peso fresco e secco, e su quello dellera<strong>di</strong>ci, solo sul peso fresco, mentre la composizione del substratonon ha avuto alcuna infl uenza.Piante spontanee <strong>di</strong> R. rosea (Malga Bondolo)


Materiali e meto<strong>di</strong>Le piantine utilizzate sono stateottenute da semi raccolti in duelocalità alpine: Passo Gavia, 2621m s.l.m. (Brescia) e Malga Bondolo,1840 m s.l.m. Val del Chiese(<strong>Trento</strong>).Per ottenere una buona germinazione,i semi <strong>di</strong> entrambe le accessionisono stati trattati con acidogibberellico (100 mg/L) e seminatiin serra il 25 marzo 2004. Dopo45 giorni dalla semina, quando lepiantine avevano sviluppato unarosetta <strong>di</strong> 9-10 foglie vere, sonostate ripicchettate singolarmentein contenitori <strong>di</strong> polietilene da 72alveoli ciascuno (48 ml), riempiticon i tre tipi <strong>di</strong> substrato. I terricciutilizzati sono stati tre: n. 1 = 30%<strong>di</strong> torba (1) + 70% sabbia; n. 2 =50% torba + 50% sabbia; n. 3 =100% <strong>di</strong> torba. Ad ogni sacco da 80L sono stati aggiunti 30 g del p.a.Dicloran, pari a 750 g del prodottocommerciale Allisan 4%, contro ifunghi patogeni del terreno.Per quanto riguarda la concimazioneè stata presa in considerazioneun’unica tesi che prevedevala <strong>di</strong>stribuzione settimanale <strong>di</strong> circa20 L <strong>di</strong> una soluzione allo 0,2%del concime minerale denominato“Manna” (2) , posta a confronto coltestimone (solo acqua). Terminatoil trapianto, i contenitori sonostati <strong>di</strong>sposti su <strong>di</strong> un bancale all’aperto.Sia la fertirrigazione chel’adacquamento sono stati ripetutiper 16 settimane a partire dal 10maggio fino al 7 settembre.Nella primavera successiva(20/04/2005), quando le piantineavevano circa 1 anno ed eranonella fase ideale per il trapianto incampo, sono state rilevate le fallanzeper contenitore alveolato.Poi su <strong>di</strong> un campione <strong>di</strong> 10 piante/contenitoreprelevate lungo dueipotetiche <strong>di</strong>agonali, sono stati eseguitii seguenti rilievi: lunghezza,peso fresco e secco dei germogli;lunghezza, <strong>di</strong>ametro, peso fresco esecco della ra<strong>di</strong>ce. L’essiccazione èPiantine <strong>di</strong> un anno provenienti da Malga Bondolo, concimatePiantine <strong>di</strong> un anno provenienti da Malga Bondolo, non concimateavvenuta in essiccatoio ventilato a45°C per 48 ore.I dati raccolti, quelli relativi allefallanze preventivamente trasformatiin valori angolari, sono statielaborati secondo uno schemafattoriale [1° livello = concimazione;2° livello = accessione; 3°livello = tipo <strong>di</strong> terriccio (contenitoresingolo) per 3 ripetizioni] e laseparazione delle me<strong>di</strong>e me<strong>di</strong>anteil test <strong>di</strong> Duncan.Risultati e <strong>di</strong>scussioneAd un controllo visivo eseguito il19 ottobre, nelle tesi concimatecirca il 30% delle plantule avevaancora dei germogli lunghi da 0,5a 8 cm, mentre in quelle non concimateil 90% delle piantine li avevagià persi e quelli ancora visibilinon superavano i 0,5 cm.Al controllo primaverile, nella tesiconcimata, le fallanze, pur nonrisultando statisticamente <strong>di</strong>verse,sono state me<strong>di</strong>amente del 41%,mentre in quella non concimatadel 25%. Tale risultato è <strong>di</strong>fficilmentespiegabile in quanto nonsono state notate né malattie néfenomeni <strong>di</strong> fitotossicità.Per quanto riguarda gli altri parametri,la fertirrigazione ha fattoraddoppiare il peso fresco e seccodella pianta intera ed ha esercitatoun effetto positivo sui germogli,che sono aumentati sia in numero(da 2,5 a 3,2), che in lunghezza(da 2,4 a 3,8 cm), che in peso fresco(da 2,8 a 7,8 g) e secco (da 0,4a 0,9 g). La concimazione adottatanon ha invece avuto effetti sulle<strong>di</strong>mensioni del rizoma che, dopocirca un anno <strong>di</strong> allevamento, èrisultato con un <strong>di</strong>ametro me<strong>di</strong>o<strong>di</strong> circa 1 cm, mentre ha influitosul suo peso fresco che è quasiraddoppiato (da 4,9 g nelle tesinon concimate a 8,5 g) grazie almaggiore sviluppo del capillizioTERRA TRENTINA31


PIANTE oFFICINALITrattamentiTabella 1. Effetti principali della fertirrigazione sulle piantine <strong>di</strong> un annoSteli/piantaPeso della pianta intera (g)Lunghezza Peso (g)N.fresco secco (cm) fresco seccoRa<strong>di</strong>ci/pianta(peso fresco) (g)Con fertirrigazione 16,2 a 2,2 a 3,2 A 3,8 a 7,8 a 0,9 A 8,5 aSenza fertirrigazione 7,7 b 1,1 b 2,5 B 2,4 b 2,8 b 0,4 B 4,9 bMe<strong>di</strong>a 12.0 1.7 2.8 3.1 5.3 0.6 6.7C.V. (%) 30.1 17.5 14.1 19.3 27.4 27.6 19.4ProvenienzeTabella 2. Differenze fra le provenienzeFallanze(%)Lunghezza(cm)Ra<strong>di</strong>ci/piantafrescoPeso (g)seccoMalga Bondolo 27.3 6,9 a 7,4 a 1,1 aPasso Gavia 38.3 6,4 b 6,0 b 0,9 bMe<strong>di</strong>a 32.8 6.7 6.7 1.0C.V. (%) 17.5 5.9 19.4 17.3Tabella 3. Differenzefra i terricciStatoHum I/sabbia(%)Ra<strong>di</strong>ci/pianta(lunghezza)(cm)30 -70 6,9 a50 - 50 6,8 a100 - 0 6,3 bMe<strong>di</strong>a 6.7C.V. (%) 5.9ra<strong>di</strong>cale. Per quanto riguarda inveceil peso secco, la concimazione,pur favorendo un incrementoponderale dei rizomi (da 0,8 a 1,3g), non ha evidenziato <strong>di</strong>fferenzetali da risultare statisticamente significative(Tab. 1).Per quanto concerne le due accessioni,Malga Bondolo, con unmaggior numero <strong>di</strong> piante attecchiteed una ra<strong>di</strong>ce più pesante esviluppata, è risultata quella piùvigorosa (Tab. 2).L’unica <strong>di</strong>fferenza emersa fra la <strong>di</strong>versacomposizione dei terricci impiegatiha riguardato la lunghezzadella ra<strong>di</strong>ce, risultata leggermentepiù corta (6,3 rispetto a 6,9 cm) inquello privo <strong>di</strong> sabbia (Tab. 3).CONCLUSIONII risultati ottenuti concordanoin parte con quelli <strong>di</strong> altri autori(Galambosi, 2006 e Stephenson,1994), secondo cui la fertirrigazionepromuoverebbe la crescitadelle piante, in particolare deigermogli, sia in peso fresco chesecco, e della ra<strong>di</strong>ce, ma solo inpeso fresco. Al contrario l’aumentodella porosità del substrato,me<strong>di</strong>ante l’aggiunta <strong>di</strong> sabbia, purfavorendo l’allungamento ra<strong>di</strong>cale,non ha migliorato la crescitadelle piantine.RINGRAZIAMENTIQuesto lavoro è stato svolto nell’ambitodel progetto “Piante Alimentari,aRomatiche e Me<strong>di</strong>cinaliAlpine: una risorsa da valorizzare(PARMA), coor<strong>di</strong>nato da CarlaVender e finanziato dal ServizioUniversità e ricerca scientifica della<strong>Provincia</strong> Autonoma <strong>di</strong> <strong>Trento</strong>(9 luglio 2004 n. 1587).(1)StatoHum I – Substrato per cubettiper colture orticole costituitoda torba neutra <strong>di</strong> sfagno [carbonioorganico <strong>di</strong> origine biologica46%, azoto totale 1%, sostanza organica80% (% p./s.s.)].(2)Composizione (%): 20 N, 5 P2O5,10 K2O e 2 MgO + microelementiB 0,05, Fe 0,2, CuO 0,01, Mn 0,1,Mo 0,005, Zn 0,01, Co 0,01.TERRA TRENTINA32Riferimenti bibliografici– Brown R.P., Gerbarg P., Ramazanov Z., 2002. Rho<strong>di</strong>ola rosea A Phytome<strong>di</strong>cinal Overwiew. HerbalgramN° 56: 40-52.– Galambosi B., 2006. Demand and availability of Rho<strong>di</strong>ola rosea L. raw material. In: Bogers R.J.,Craker L.E. and Lange D. (eds), Me<strong>di</strong>cinal and Aromatic Plants, Springer, Netherlands: 223-236.– Pignatti S., 1982. Flora d’Italia. Edagricole, Bologna (Vol. 1°): 504.– Rohloff J., 2002. Volatiles from rhizomes of Rho<strong>di</strong>ola rosea L. Phytochemistry 59: 655-661.– Stephenson R., 1994. Sedum: cultivated stonecrops. Timber Press, Inc. Portland, Oregon: 335.


Presentati i dati del monitoraggio geneticoL’orso bruno in Trentino:la situazione a fine 2007AMBIENTE/FAUNALa piccola popolazione <strong>di</strong> orsobruno che ha il suo areale primarionel Trentino occidentaleè una delle pochissime rimastenell’Europa occidentale, dopola quasi generale scomparsa dovutaalla persecuzione da partedell’uomo soprattutto negli ultimiduecento anni. Il nucleo <strong>di</strong>scende,come è ben noto, da 10in<strong>di</strong>vidui fondatori prelevati inSlovenia e rilasciati in Trentinoall’interno <strong>di</strong> un ambizioso progetto<strong>di</strong> reintroduzione.Lo status della popolazione ursinaviene costantemente tenutosotto controllo attraverso il monitoraggiogenetico, condottodal Servizio Foreste e Fauna della<strong>Provincia</strong> Autonoma <strong>di</strong> <strong>Trento</strong>con il supporto dell’IstitutoNazionale per la Fauna Selvaticae del Parco Naturale AdamelloBrenta. I dati raccolti me<strong>di</strong>antequesta attività sono <strong>di</strong> fondamentaleimportanza per orientarele scelte gestionali, contribuendocosì in modo <strong>di</strong>retto allaconservazione dell’orso sullenostre montagne e ad alla suapacifica convivenza con l’uomoe le sue attività.In un rapporto che da quest’annoverrà pubblicato annualmente,il Servizio Foreste e Faunaha reso noti, fra le altre cose, idati relativi al monitoraggio perl’anno 2007. Il monitoraggio geneticoviene realizzato con duemodalità: me<strong>di</strong>ante la raccoltaopportunistica <strong>di</strong> campioniorganici (peli ed escrementi),eseguita durante le normali at-A nove anni dal rilascio dei primi fondatori,il quadro della popolazione <strong>di</strong> orso brunodelle Alpi Centrali è sicuramente positivo, manon mancano elementi <strong>di</strong> criticità su cui ènecessario mantenere la massima attenzione.Davide DalpiazMuseo Tridentino <strong>di</strong> Scienze Naturali – Servizio Foreste e Fauna P.A.T.Archivio Fotografico Servizio Foreste e Fauna, <strong>Provincia</strong> Autonoma <strong>di</strong> <strong>Trento</strong>TERRA TRENTINA33


AMBIENTE/FAUNATERRA TRENTINA34tività <strong>di</strong> servizio del personaleche opera sul campo, oppureper mezzo del cosiddetto “monitoraggiosistematico”, cioè conl’utilizzo <strong>di</strong> una rete <strong>di</strong> trappoleper peli regolarmente <strong>di</strong>stribuitesul territorio. Nel 2007 è stataeffettuata la raccolta opportunistica,mentre quella sistematicaè stata applicata solamente nell’areadel Parco Naturale AdamelloBrenta. Dal 2006, infatti, siè deciso <strong>di</strong> eseguire solamentead anni alterni la raccolta sistematicadei campioni sull’interoareale costantemente frequentatodagli orsi, anche per contenerei costi e le risorse impiegate.Il monitoraggio opportunisticoha comunque prodotto comeatteso una notevole quantità <strong>di</strong>informazioni, che permettono <strong>di</strong>aggiornare la situazione demograficadel nucleo ursino.Nel corso del 2007 sono statiidentificati 23 <strong>di</strong>versi in<strong>di</strong>vidui(escludendo Jurka che dal 28giugno 2007 è stata posta in cattività).Si ritiene possibile chealcuni ulteriori esemplari possanoessere presenti, anche se nonidentificati con la genetica; sistima quin<strong>di</strong> che la popolazioneattualmente possa contare 23-25 esemplari. Dei 23 orsi trovati(grafico n. 1), 10 sono maschi eGrafico n. 112 femmine, mentre <strong>di</strong> uno <strong>di</strong>essi non è finora stato possibiledeterminare il sesso (si tratta <strong>di</strong>un nuovo nato del 2007). Anchetutti tre i figli <strong>di</strong> Jurka, nati nel2006, sono stati confermati nel2007: i maschi JJ3 e JJ5, localizzatirispettivamente in Svizzerae in Val Camonica e la femminaJJ4, rilevata in Val Genova adagosto.I nuovi nati che è stato possibileaccertare nel 2007 sono tre,in due <strong>di</strong>fferenti cucciolate. Dal2002, anno in cui si è registratoil primo caso <strong>di</strong> riproduzionedopo il rilascio dei 10 fondatori,sono state registrate in totalealmeno 13 cucciolate con 27piccoli.Per quanto riguarda le classid’età la popolazione <strong>di</strong> orsi ècosì sud<strong>di</strong>visa: 9 adulti (7 femminee 2 maschi), 11 giovani (4femmine e 7 maschi) e 3 cuccioli(1 femmina, 1 maschio, 1indeterminato).Come ampiamente atteso, conl’aumentare della consistenza,prosegue l’espansione territorialedegli orsi, perlomeno deigiovani maschi, che notoriamentehanno la tendenza adallontanarsi dal nucleo centraledella popolazione alla ricerca <strong>di</strong>nuovi spazi: almeno 6 animali(tutti maschi giovani), lasciatala madre, hanno effettuato spostamentinotevoli, frequentandoanche territori fuori provincia(JJ3 ha percorso fino a 115 kmin linea d’aria raggiungendo lalocalità svizzera <strong>di</strong> Lenzerheide,nel canton Grigioni - CH). Oltreai citati JJ3 e JJ5 un ulterioreorso ha frequentato il territorioelvetico, due sono stati segnalatie rilevati in Sudtirolo, nella zonadella Val d’Ultimo ai confini conla Val <strong>di</strong> Non, ed uno si è inse<strong>di</strong>atonell’area del monte Baldoveronese. Si ritiene pertanto chesiano 17-18 gli esemplari che sitrovano attualmente sul territoriodella provincia <strong>di</strong> <strong>Trento</strong>.Considerando anche gli spostamentimaggiori effettuati dai giovanimaschi nel corso del 2007,la piccola popolazione <strong>di</strong> orsopresente nelle Alpi centrali è <strong>di</strong>stribuitasu un’area <strong>di</strong> oltre 7.000Km2, anche se l’areale primario(il territorio stabilmente occupatodalle femmine) è decisamentepiù limitato (1.100 Km2) ed ècompletamente compreso all’internodel territorio provinciale.Va segnalato che un certo numero<strong>di</strong> orsi sembra non essere piùpresente sul territorio. Sono intotale 12 gli animali considerati“mancanti” dal 2002 ad oggi: <strong>di</strong>questi tre sono morti per causenaturali, uno è stato ucciso (sitratta dell’orso JJ1 soppresso nel2006 in Germania, nella regionebavarese), uno è in cattività e settenon sono stati rilevati dal monitoraggiogenetico per almenodue anni. Non ci sono elementicerti per avanzare ipotesi circa lasorte <strong>di</strong> questi ultimi. Nel complessorisulta quin<strong>di</strong> mancante il33% della popolazione teoricapossibile, un dato significativoma in linea con quelli registratiin altre popolazioni europee <strong>di</strong>orso e con i dati <strong>di</strong>sponibili inbibliografia.È interessante ancora rilevare


Archivio Fotografico Servizio Foreste e Fauna, <strong>Provincia</strong> Autonoma <strong>di</strong> <strong>Trento</strong>come nel 2007 si sia registratoun incremento dell’età me<strong>di</strong>adella popolazione, dovuto ingran parte all’ottimo tasso <strong>di</strong>sopravvivenza degli orsi presentinel 2006, invertendo così iltrend degli ultimi anni.In generale è possibile quin<strong>di</strong>affermare che la popolazione <strong>di</strong>orso bruno continua la sua lentacrescita, pur essendo ancoralontana dalla definitiva affermazione.È degno <strong>di</strong> nota come, nonostantequesto incremento demografico,sia possibile evidenziaredal 2006 al 2007 un calo deidanni provocati dai plantigra<strong>di</strong>alle attività economiche (zootecnia,apicoltura, agricoltura,altro). Il decremento è stato registratosia nel numero <strong>di</strong> eventiche negli importi liquidati a titolo<strong>di</strong> risarcimento (Grafico n.2). Con ogni probabilità, questoè da ricondurre anche alla riduzionein cattività <strong>di</strong> Jurka, cheper i due anni precedenti si èresa responsabile <strong>di</strong> circa il 50%<strong>di</strong> tutti i danni registrati. Analogamente,anche il finanziamento<strong>di</strong> opere <strong>di</strong> prevenzione contro idanni da orso (recinti elettrificatiche vengono forniti in comodatogratuito o finanziati per il 90%a fondo perduto) ha subito unamarcata riduzione (Grafico n. 3)Il “Rapporto orso 2007” nonchéogni ulteriore informazione sulplantigrado è <strong>di</strong>sponibile (conaggiornamenti mensili) sul sitowww.orso.provincia.tn.it.Grafico n. 2 Grafico n. 3TERRA TRENTINA35


NOTIZIEda “Europa DirectCarrefour Europeo AlpiFondazione Edmund MachIstituto Agrario San Michele all’A<strong>di</strong>gea cura <strong>di</strong> Silvia Ceschinie Giancarlo OrsingherQUOTE LATTE, AUMENTO DEL 2%I ministri dell’agricoltura degli Stati membri dell’UEhanno adottato, a maggioranza qualificata, un regolamentoche permette un aumento del 2% dellequote latte per la campagna <strong>di</strong> commercializzazione2008/2009, iniziata il primo aprile.L’aumento del 2% delle quote rappresenta un volume<strong>di</strong> 2,85 milioni <strong>di</strong> tonnellate <strong>di</strong> latte supplementari. Iltotale delle quote <strong>di</strong> produzione <strong>di</strong> latte è <strong>di</strong> 145,7milioni <strong>di</strong> tonnellate.Questo aumento – si legge nel regolamento – deve“agevolare la produzione <strong>di</strong> quantitativi più importanti<strong>di</strong> latte all’interno della Comunità e sod<strong>di</strong>sfare leesigenze del mercato per quanto riguarda i prodottilattieri”. Ecco le cifre per quanto riguarda le quote latte2008/2009 tenendo conto dell’aumento del 2%:Germania: 28,847 milioni <strong>di</strong> tonnellate (t.); Austria:2,847 milioni <strong>di</strong> t.; Belgio: 3,427 milioni <strong>di</strong> t.; Bulgaria:998.580 t.; Cipro: 148.104 t.; Danimarca:4,612 milioni <strong>di</strong> t.; Spagna: 6,239 milioni <strong>di</strong> t.; Estonia:659.295 t.; Finlan<strong>di</strong>a: 2,491 milioni <strong>di</strong> t.; Francia:25,091 milioni <strong>di</strong> t.; Grecia: 836.923 t.; Ungheria:2,029 milioni <strong>di</strong> t.; Irlanda: 5,503 milioni <strong>di</strong>t.; Italia: 10,740 milioni <strong>di</strong> t.; Lituania: 1,738 milioni<strong>di</strong> t.; Lettonia: 743.220t.; Lussemburgo: 278.545 t.:Malta: 49.671 t.; Paesi Bassi: 11,465 milioni <strong>di</strong> t.;Polonia: 9,567 milioni <strong>di</strong> t.; Portogallo, 1,987 milioni<strong>di</strong> t.; Repubblica ceca: 2,792 milioni <strong>di</strong> t.; Romania:3,118 milioni <strong>di</strong> t.; Regno Unito: 15,125 milioni <strong>di</strong>t.; Slovenia: 588.170 t.; Slovacchia: 1,061 milioni<strong>di</strong> t.; Svezia: 3,419 milioni <strong>di</strong> t.TERRA TRENTINA36AGRICOLTURA E SVILUPPO RURALE,I FONDI PER GLI AGRICOLTORIIn base alle nuove norme adottate dalla Commissioneeuropea, tutti i beneficiari <strong>di</strong> pagamenti erogati dall’Unioneeuropea nel settore dell’agricoltura e dellosviluppo rurale saranno resi noti in forma dettagliata.Il nome completo, il comune ed eventualmente il co<strong>di</strong>cepostale <strong>di</strong> ciascun beneficiario saranno pubblicati,entro il 30 aprile 2009, in modo chiaro e armonizzatosu siti internet gestiti a livello nazionale e provvisti<strong>di</strong> uno strumento <strong>di</strong> ricerca che consentirà al pubblico<strong>di</strong> sapere quanto denaro ha ricevuto ogni persona oimpresa.Gli importi saranno <strong>di</strong>stinti tra pagamenti <strong>di</strong>retti a favoredegli agricoltori e altre misure <strong>di</strong> sostegno. Perla politica <strong>di</strong> sviluppo rurale, che è cofinanziata dall’UEe dai governi nazionali, vi saranno informazionisia sui fon<strong>di</strong> europei che su quelli nazionali. Questeinformazioni dovranno restare in rete per due anni adecorrere dalla data <strong>di</strong> pubblicazione iniziale.


“SCHIZZI D’ACQUA”E “UN PIENO DI ENERGIA”sistema facoltativo d’etichettatura, ma non obbligatorio”,ha precisato il portavoce <strong>di</strong> Mariann Fischer Boel,commissario all’agricoltura. Alcuni giornalisti hannorimproverato alla Commissione <strong>di</strong> aver taciuto quest’informazioneal momento dell’annuncio, giovedì 28 febbraio,della nuova serie <strong>di</strong> procedure d’infrazione.LOTTA CONTRO LE SPECIE DANNOSEPER LA BIODIVERSITÀDopo l’apertura lo scorso 31 marzo, la mostra “Schizzid’acqua” con le sue oltre 100 vignette che parlano dellanecessità <strong>di</strong> una gestione responsabile della risorsaacqua, sarà visitabile a <strong>Trento</strong>, nella sala <strong>di</strong> rappresentanzadella Regione, fino a domenica 6 aprile, per poitrasferirsi a Borgo Valsugana, nel chiostro del Municipio,dal 7 al 20 aprile. La terza ed ultima tappa in calendarioè il centro scolastico dell’Istituto Agrario <strong>di</strong> San Micheleall’A<strong>di</strong>ge, dove la mostra rimarrà dal 21 al 24 aprile.Una quin<strong>di</strong>cina sono già le classi che hanno prenotatola visita guidata che prevede, tra l’altro, il confronto “gustativo”tra l’acqua minerale e quella <strong>di</strong> rubinetto.In coincidenza con la tappa <strong>di</strong> Borgo della mostra èin programma anche un incontro <strong>di</strong> approfon<strong>di</strong>mentoche si terrà nella sala riunioni al primo piano delMunicipio. “Le Alpi, serbatoio idrico d’Europa: la responsabilitàdell’acqua nelle comunità <strong>di</strong> montagna”è il titolo dell’incontro che vedrà relatore Paolo Negri.Anche in quest’occasione i partecipanti potranno sottoporsialla prova del gusto, verificando la <strong>di</strong>fferenzatra l’acqua “commerciale” e quella <strong>di</strong> rubinetto.La bio<strong>di</strong>versità dell’Europa è minacciata dall’intrusione<strong>di</strong> specie venute d’altrove, come il topo muschiato ol’erba orsina, ma si sa poco sull’estensione del problema.Queste specie allogene invadenti possono perturbareflora e fauna locali, provocare danni notevoli allanatura e nuocere gravemente all’economia.La Commissione europea ha lanciato pertanto una consultazionein linea volta a raccogliere osservazioni suimo<strong>di</strong> più efficaci <strong>di</strong> reagire a questo problema al livellodell’UE. La consultazione è aperta fino al 5 maggio2008 ed i risultati saranno utilizzati per l’elaborazione<strong>di</strong> un quadro comunitario relativo alle specie allogeneinvadenti, la cui adozione è prevista a fine anno.L’Europa non <strong>di</strong>spone attualmente <strong>di</strong> alcun quadrocoerente <strong>di</strong> lotta contro l’invasione <strong>di</strong> queste specie ela Commissione teme che le misure frammentarie attualmenteapplicate non permettano <strong>di</strong> ridurre significativamentei rischi. La consultazione lanciata intendeessere un primo passo verso un’azione europea nellalotta contro questa piaga.Per partecipare alla consultazione: http: //ec.europa.eu/yourvoice/ipm/forms/<strong>di</strong>spatch?form=Invasive.OLIO DI OLIVA, PROCEDURADI INFRAZIONE CONTRO L’ITALIALa Commissione europeaha confermato <strong>di</strong> averavviato una procedurad’infrazione contro l’Italiaa proposito dell’etichettaturadell’olio d’oliva.A questo paese è stata inviatauna lettera <strong>di</strong> ingiunzione,poiché una leggeitaliana obbliga gli operatoria menzionare l’originedell’olio d’oliva sui prodottidestinati al mercatoitaliano. “Secondo noi, queste <strong>di</strong>sposizioni non sonoconformi alla normativa comunitaria, che autorizza unBILANCIO DI SALUTE DELLA PACI servizi <strong>di</strong> Mariann Fischer Boel, Commissario all’Agricolturae allo Sviluppo rurale, hanno pre<strong>di</strong>sposto unaprima versione delle proposte legislative sul “bilancio<strong>di</strong> salute” della Politica agraria comune (PAC) che laCommissione europea dovrà adottare il 20 maggio.Le proposte, sui cui dovranno esprimersi i servizi dellaCommissione, il Parlamento europeo e il Consiglioagricoltura, consistono in un contributo ai futuri sviluppidella PAC. Resta il fatto che la Commissioneprevede importanti cambiamenti delle regole attuali,come la separazione integrale (rottura del legame trail sostegno e il volume prodotto) degli aiuti alle colturearabili (attualmente, gli Stati membri hanno il <strong>di</strong>ritto<strong>di</strong> conservare in questo settore fino a 25% degli aiuti<strong>di</strong>retti all’ettaro), un aumento <strong>di</strong> 2% l’anno del tasso <strong>di</strong>modulazione obbligatoria (riduzione degli aiuti per alimentarei programmi <strong>di</strong> sviluppo rurale) associato a unTERRA TRENTINA37


NoTIzIEsistema decrescente dei premi (<strong>di</strong>minuzione dei sostegniconcessi in funzione della <strong>di</strong>mensione delle aziende),un aumento <strong>di</strong> 1% l’anno delle quote lettiere (primadella loro soppressione nel 2015) e un meccanismod’interevento ridotto al minimo (“rete <strong>di</strong> sicurezza”).sETTImANA ALPINA 2008“Innovare (nel)le Alpi” è il titolo del convegno internazionaleche si svolgerà all’Argentière- La-Bessée (Francia,Hautes Alpes) dal 11 al 14 giugno 2008 nell’ambitodella “Settimana alpina 2008”. Organizzata daISCAR, CIPRA, “Alleanza nelle Alpi”, ALPARC e ClubArc Alpin, fa seguito ad una prima esperienza tenutasia Kranjska Gora nel e si colloca nello spirito della Convenzionedelle Alpi, con l’obiettivo <strong>di</strong> con<strong>di</strong>videre leinnovazioni che fi oriscono qua e là sulle Alpi. L’incontroriunirà scienziati, amministratori locali, gestori <strong>di</strong> areeprotette, operatori della montagna e semplici citta<strong>di</strong>ni,venuti dagli otto paesi dell’arco alpino.Nella stessa sede, martedì 10 giugno è in programmaun <strong>di</strong>battito, aperto a tutti, sulle prospettive dellacollaborazione inter-alpina sul turismo escursionisticoAi gestori <strong>di</strong> aree protette è invece rivolto il seminariodell’11 giugno “Mobilità e aree protette alpine”,mentre il 12 giugno è previsto il “Forum degli operatorialpini dell’innovazione”, un’esposizione dove associazioni,istituzioni, imprese, reti <strong>di</strong> cooperazionepotranno presentare i propri progetti o le attività innovativeda svolgere all’interno e a favore delle Alpi.CoRTE DI GIUsTIzIA, soLo AI “DoP”LA DICITURA PARmIGIANo REGGIANoSecondo una sentenza della Corte<strong>di</strong> giustizia del 26 febbraio solo iformaggi con denominazione <strong>di</strong>origine protetta Parmigianoreggiano possonoessere venduti conla denominazione“parmigiano”.Nella causa “C132 05” la Corteha dato ragione ai produttori <strong>di</strong> parmigiano reggianoche con la sentenza potranno porre fi ne alle contraffazionie all’uso abusivo del termine parmigiano.La Commissione il 9 luglio 2004 aveva citato la Germaniain Corte <strong>di</strong> giustizia per mancato rispetto dellalegislazione UE sulle AOP e le in<strong>di</strong>cazioni geografi cheprotette, IGP. La Commissione l’accusava <strong>di</strong> tollerarel’uso dell’AOP parmigiano per formaggi prodotti inGermania mentre il termine traduce la denominazioneprotetta Parmigiano reggiano riservata solo al 1996 aiproduttori <strong>di</strong> una precisa area geografi ca italiana.Si tratta <strong>di</strong> un importante precedente non solo peri produttori <strong>di</strong> parmigiano reggiano ma anche perquelli <strong>di</strong> prodotti con IGP nell’UE che spesso sono imitatiin tutto il mondo – come ha sottolineato Bertozzi,<strong>di</strong>rettore del consorzio parmigiano reggiano. Il settorecomprende 20 mila operatori con un fatturato <strong>di</strong> 1,5miliar<strong>di</strong> <strong>di</strong> euro.ScadenzeTERRA TRENTINA38❍ Le 6 prove <strong>di</strong>mostrative riguardantialtrettanti aspettidell’agricoltura biologicaapprovate dal Serviziopromozione delle attivitàagricole della <strong>Provincia</strong><strong>autonoma</strong> <strong>di</strong> <strong>Trento</strong> sonostate ammesse al contributoprevisto dalla legge provincialen. 4 del 2003. Essepotranno però essere avviatesolo dopo il via liberadella Commissione europea.❍ La Federazione provincialeallevatori <strong>di</strong> <strong>Trento</strong>terrà l’assemblea generaleannuale il 10 maggio.L’evento sarà affi ancatoda una due giorni <strong>di</strong> festaprogrammati per il 10 e11 maggio presso la sede<strong>di</strong> via delle Bettine a <strong>Trento</strong>nord. Il programma comprendeiniziative rivolte agliallevatori, ma anche allacitta<strong>di</strong>nanza <strong>di</strong> tutte le età:mostra del cavallo avelignese,esposizione <strong>di</strong> animali<strong>di</strong> tutte le specie e razze allevatein Trentino, degustazione<strong>di</strong> carni e formaggi,passeggiate a cavallo per ibambini.❍ Se un agricoltore o allevatoretrentino decide <strong>di</strong> avviarenella propria azienda unaproduzione biologica, devedarne notifi ca all’Ufficioproduzioni biologichedell’Assessorato provincialeall’agricoltura <strong>di</strong> <strong>Trento</strong>e scegliere l’organismo <strong>di</strong>controllo. Dal momento dellaiscrizione nell’elenco deiproduttori biologici inizia ilperiodo <strong>di</strong> conversione chedura 3 anni per le colture arboree,2 anni per le erbaceee 6 mesi per l’allevamento.Il conduttore dell’aziendadeve applicare da subitole regole <strong>di</strong> coltivazione oallevamento previste dallenorme vigenti.


Notizie dallaFondazione Edmund machIstituto Agrario <strong>di</strong> s. michele all’A<strong>di</strong>geNoTIzIEa cura <strong>di</strong> silvia CeschiniUffi cio StampaA SAN MIChELE IL CONGRESSO DELLESCUOLE ENOLOGIChE EUROPEEDal 13 al 16 maggio l’Istituto Agrario <strong>di</strong> San Micheleall’A<strong>di</strong>ge ospiterà il 9° convegno della Rete dellescuole enologiche europee. All’appuntamento, chesuccede a “Bordeaux 2006” e “Balatonfuered 2004”,parteciperanno 41 istituti provenenti da Austria,Bulgaria, Francia, Germania, Grecia, Italia, Lussemburgo,Portogallo, Regno Unito, Romania, Slovenia,Spagna, Svizzera, Ungheria.La macchina organizzativa messa a punto da WalterEccli, responsabile delle Relazione esterne, è in motoormai già da <strong>di</strong>versi mesi. Intenso il programma dellatre giorni, che chiamerà a raccolta oltre 200 personetra presi<strong>di</strong>, docenti e studenti da tutta Europa.La Rete delle scuole enologiche europee, fondataa Beaune (Francia) nel 1990 su iniziativa <strong>di</strong> alcunipresi<strong>di</strong> e operatori scolastici del settore viticolo-enologico,si propone <strong>di</strong> collaborare in <strong>di</strong>versisettori, scambiare esperienze fra docenti e studenti,supportarsi nel reperire tirocini pratici in ogniparte d’Europa. E proprio al fine <strong>di</strong> garantire unalto livello <strong>di</strong> operatività, ogni due anni viene organizzatoun congresso quale occasione per fare ilpunto della situazione e per programmare l’attivitàfutura a cui partecipano rappresentanze <strong>di</strong> studenti,insegnanti e <strong>di</strong>rigenti scolastici provenientidalle varie scuole associate. Fulcro della manifestazionesarà il convegno de<strong>di</strong>cato alla viticolturae all’enologia.BORGOGNA, TECNICI IASMA “A SCUOLA”DI PINOT NERO E ChARDONNAYPer aggiornare i viticoltori sulle moderne tecniche<strong>di</strong> allevamento e <strong>di</strong> vinificazione <strong>di</strong> alcuni vitignicoltivati in Trentino e informarli dei progressifrancesi nella lotta alle malattie che colpiscono lavite, un gruppo <strong>di</strong> tecnici dell’Istituto Agrario <strong>di</strong>San Michele all’A<strong>di</strong>ge si è recato, nelle scorse settimane,in Borgogna.Nella celebre regione francese, regno in<strong>di</strong>scussodel Pinot nero e dello Chardonnay, due varietàche rivestono una grande importanza anche nelparonama enologico trentino, i consulenti delCentro per l’Assistenza Tecnica hanno visitato vigneti,prestigiose cantine e centri tecnici.Il viaggio <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o si inserisce all’interno <strong>di</strong> un programma<strong>di</strong> formazione permanente che si realizzatramite il Centro scolastico e stages <strong>di</strong> formazionein Italia ed all’estero, viaggi <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o ed istruzione,seminari interni. Il viaggio ha interessato lazona viticola della Còte d’Or, patria dei famosissimiGrands Crus, ma anche lo Chablis e il Màconnais,due importanti realtà della Borgogna che produconovini ottenuti solo con uve Chardonnay e chestanno vivendo un momento <strong>di</strong> grande <strong>di</strong>namismosugli stessi mercati dove è molto presente anche ilTrentino: Stati Uniti e Gran Bretagna.Le visite hanno riguardato anche alcune aziende,dove i motivi <strong>di</strong> preoccupazione sono da ricercarsinella <strong>di</strong>ffusione delle malattie del legno, inparticolare il mal dell’esca che falci<strong>di</strong>a i vecchi vigneti,ma anche nel cambiamento climatico chepotrà comportare una mutazione delle caratteristichedei loro consolidati terroir.Il viaggio <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o ha fatto tappa anche presso glienti istituzionali che si occupano <strong>di</strong> viticoltura, inparticolare il Servizio <strong>di</strong> protezione dei vegetali <strong>di</strong>Beaune, dove i tecnici <strong>di</strong> San Michele hanno appresoi progressi <strong>di</strong> questa regione francese nellalotta alla peronospora e all’oi<strong>di</strong>o.TERRA TRENTINA39


NOTIZIE“BRETT IL LIEVITO CHE PUZZA...E ALTRE BRUTTE SORPRESE IN CANTINA”C’erano enologi trentini, marchigiani, lombar<strong>di</strong>,toscani. Qualcuno è arrivato appositamente dallaSicilia per partecipare al corso <strong>di</strong> formazioneorganizzato dalla Società italiana <strong>di</strong> viticoltura edenologia che si è svolto, nei giorni scorsi, all’IstitutoAgrario.La SIVE è un’associazione senza fini <strong>di</strong> lucro concentinaia <strong>di</strong> associati tra tecnici enologi, ricercatorie produttori, e si propone <strong>di</strong> sviluppare il settorevitivinicolo nazionale. L’Istituto Agrario <strong>di</strong> San Micheleall’A<strong>di</strong>ge è una delle tappe del ciclo <strong>di</strong> incontriformativi scelta fra le principali realtà dellaricerca enologica italiana.Al corso <strong>di</strong> formazione intitolato “Brett… e altrebrutte sorprese in cantina” si è parlato appunto <strong>di</strong>“Brett”, il lievito contaminante presente nelle bottie conosciuto per il suo pessimo odore, che puòmoltiplicarsi se non viene controllato e sono statiin<strong>di</strong>cati i rime<strong>di</strong> per evitare la sua propagazione.L’argomento è stato affrontato dal punto <strong>di</strong> vistamicrobiologico, tecnologico, chimico-analitico esensoriale attraverso lezioni teoriche mattutine epomeri<strong>di</strong>ane <strong>di</strong>mostrazioni <strong>di</strong> laboratorio. Docentidel corso sono stati Agostino Cavazza, LorenzaConterno, Roberto Larcher, Giorgio Nicolini, DanielaBertol<strong>di</strong> e Tiziana Nar<strong>di</strong>n dell’Istituto Agrarioche nell’occasione hanno presentato anche irisultati delle loro più recenti attività <strong>di</strong> ricerca sultema.Il corso ha suscitato notevole interesse in tutt’Italiatanto che le iscrizioni si sono dovute chiudere con15 giorni <strong>di</strong> anticipo per raggiunto numero massimo<strong>di</strong> iscritti. Alla luce del successo avuto e delgra<strong>di</strong>mento manifestato dai partecipanti, la SIVEha avanzato la richiesta <strong>di</strong> poter ripetere l’iniziativain un prossimo futuro.TERRA TRENTINA40GOLDTRAMINER, L’AROMATICO TRENTINODALLE POTENZIALITÀ MONDIALIQuest’anno compie 61 anni, ma “ufficialmente” ènato nel 2002 con Decreto legislativo pubblicatosulla Gazzetta Ufficiale. L’anno scorso la <strong>Provincia</strong><strong>autonoma</strong> <strong>di</strong> <strong>Trento</strong> ne ha chiesto l’iscrizione nell’elencodei vitigni autorizzati alla produzione <strong>di</strong>vini IGT ed oggi, con il contributo tecnico-scientificodell’Istituto Agrario <strong>di</strong> San Michele all’A<strong>di</strong>ge eil coinvolgimento <strong>di</strong>retto dei produttori, si punta avalorizzarlo e <strong>di</strong>ffonderlo nel panorama viti-enologicotrentino, italiano e mon<strong>di</strong>ale.Il Goldtraminer, uno dei protagonisti della 14esimaMostra dei vini che si è svolta a Castel Toblino,è stato ottenuto per incrocio nel 1947 all’IstitutoAgrario <strong>di</strong> San Michele all’A<strong>di</strong>ge dal ricercatoreRebo Rigotti e prende il nome dall’inconfon<strong>di</strong>bilecolor giallo oro dell’acino e dal tipico gusto aromaticoda Traminer dell’uva e del vino.“Il vitigno è stato ottenuto – spiega il ricercatoreUmberto Malossini – incrociando il Trebbianotoscano (utilizzato come pianta portaseme) conil Gewürztraminer (donatore <strong>di</strong> polline). Di buonavigoria e ottima produzione, resiste bene allabotrite. Inoltre per le straor<strong>di</strong>narie caratteristicheorganolettiche sono molti i produttori trentini chelo stanno introducendo, sia in campo che in cantina,per migliorare e <strong>di</strong>fferenziare la tipologia deivini ad aroma Traminer”. Anche l’amministrazioneregionale del Veneto sembra interessata a promuoveree valorizzare questa varietà, mentre <strong>di</strong>versearee viticole italiane iniziano ad utilizzarlo comevitigno “miglioratore” assieme alle varietà tra<strong>di</strong>zionalmenteimpiegate.L’Istituto Agrario <strong>di</strong> San Michele all’A<strong>di</strong>ge è da anniimpegnato nella valorizzazione e <strong>di</strong>ffusione <strong>di</strong> altriGrappolo <strong>di</strong> Goldtraminer


due “nuovi” incroci degli anni ’40 e ’50, il Sennen e ilGosen, e <strong>di</strong> un altro vitigno del Rigotti ben più conosciuto,il “Rebo”, pure attraverso la selezione clonalee sanitaria dei materiali <strong>di</strong> moltiplicazione. Proprioil “Goldtraminer” sarà oggetto <strong>di</strong> una comunicazionescientifica da parte dell’Istituto Agrario al prossimoCongresso Mon<strong>di</strong>ale della Vite e del Vino, che sisvolgerà a Verona, dal 15 al 20 giugno.STUDENTI A “LEZIONE” NELLE AZIENDEAGROALIMENTARI TRENTINEAlcuni studenti hanno seguito le fasi <strong>di</strong> lavorazionee trasformazione della carne, ma c’è anche siè occupato <strong>di</strong> trote, lavorazione del miele, produzione<strong>di</strong> mozzarelle e commercializzazione <strong>di</strong>grappe.Quin<strong>di</strong>ci aziende agroalimentari della provincia <strong>di</strong><strong>Trento</strong> hanno ospitato i tirocini degli studenti dellaclasse quarta dell’Istituto Tecnico Agrario <strong>di</strong> SanMichele all’A<strong>di</strong>ge: dalla Sav <strong>di</strong> Rovereto al TrentingranaConcast, da Astro a <strong>Trento</strong>frutta, passandoper la Federazione Allevatori e alcune cantine delterritorio.I futuri periti agroindustriali si sono cimentati in<strong>di</strong>verse attività pratiche, lavorando dal lunedì al venerdìper due settimane. Nelle varie aziende hannoseguito il processo <strong>di</strong> produzione, partecipandoalle fasi fondamentali relative alla trasformazioneagroalimentare, alla certificazione della qualità, allagestione ed organizzazione del lavoro seguendo ipunti critici <strong>di</strong> una filiera <strong>di</strong> trasformazione.“Il mio compito – spiega Irene Castellan <strong>di</strong> Lavis,studentessa che ha svolto il tirocinio pressoil Concast-Trentingrana – consisteva nell’analizzareil latte ed i formaggi che arrivano in aziendala mattina. Si trattava prevalentemente <strong>di</strong> analisimicrobiologiche per identificare eventuali batteripresenti. Per tutto il tirocinio sono stata affiancatadai tecnici <strong>di</strong> laboratorio e i miei strumenti <strong>di</strong> lavoroerano il microscopio, pipette, capsule e vari kit.È stata un’esperienza molto utile, un’opportunitàstimolante <strong>di</strong> crescita soprattutto per chi, comeme, cerca <strong>di</strong> farsi un’idea sulla scelta universitariao lavorativa”.Gli studenti tirocinantiLa proposta <strong>di</strong> attivare il tirocinio pratico nascedalla necessità <strong>di</strong> consolidare nello studente lenozioni scolastiche teoriche ed affinare le abilitàoperative. “Nella classe quarta – spiega il coor<strong>di</strong>natoredella sezione istruzione secondaria tecnicadel Centro Scolastico Iasma, Alberto Bianchini –, sicominciano a delineare gli aspetti professionalizzantidelle varie materie d’insegnamento e si evidenziala necessità <strong>di</strong> una reale verifica fra teoriae pratica”. Insomma un’esperienza che consente<strong>di</strong> affinare e consolidare sia le nozioni scolasticheteoriche che le abilità operative, amplieranno laloro conoscenza della realtà regionale.L’insegnante che ha seguito il tirocinio è AlessandroParis e gli studenti coinvolti (foto) sono: CastellanIrene, Chilovi Alessandro, Chizzola Alberto,Dallabetta Michele, Dalpiaz Maurizio, Dematte’Stefano, Eccher Carlo, Fischer Elena, Gatti Nicola,Giori Mariele, Lucchi Silvia, Marcolla Elena, MenolliTommaso, Sighel Alessandro, Sighel Luca,Wegher Massimiliano.RING DELLE SCUOLE AGRARIE,STUDENTI DI SAN MICHELESULLE NEVI DEL TIROLODiciassette studenti dell’Istituto Agrario <strong>di</strong> San Micheleall’A<strong>di</strong>ge hanno partecipato in questi giorni,a St. Johann, in Tirolo, al “ring delle scuole agrariee <strong>di</strong> economia domestica della Regione Europeadel Tirolo”.Wintersporttag 2008, il campionato degli sport invernaliospitato lo scorso anno sulle nevi <strong>di</strong> Faidella Paganella e Andalo, ha coinvolto trecento“atleti” tra studenti ed insegnanti <strong>di</strong> 13 scuoleprovenienti dalla provincia <strong>di</strong> Bolzano, del NordestTirolo e del Trentino, che si sono cimentatiin cinque <strong>di</strong>scipline sportive: slalom gigante,snowboard, sci nor<strong>di</strong>co e slittino.TERRA TRENTINA41


NoTIzIEGli studenti sono stati accompagnati dagli insegnantiAlberto Bianchini, Simonetta Dellantonio,Luca Russo e dal responsabile delle RelazioniEsterne, Walter Eccli.I risultati più significativi sono i seguenti: ChiaraFrizzera 1 a Classificata Slalom Gigante Femminile;Martina Biesuz 16 a Classificata Slalom GiganteFemminile, Raffaello Longo 7° Classificato SlalomGigante Maschile, Giacomo Gironimi 13° classificatoSlalom Gigante Maschile; Sara Vicenzi 6 aClassificata Snowboard Femminile; Marco Daldoss8° Classificato Snowboard Maschile; Sebastian Pederiva11° Classificato Snowboard Maschile; SilviaBaitella 6 a Classificata Fondo Femminile; MircoDebiasi 3° Classificato Fondo Maschile; AndreaDebiasi 4° Classificato Fondo Maschile.IASMA E ROThOLZ, UN GEMELLAGGIO…D’ARGENTO“Nozze d’argento” tra la scuola <strong>di</strong> agricoltura <strong>di</strong>Rotholz e l’Istituto Agrario. A San Michele all’A<strong>di</strong>geè stato celebrato l’anniversario del gemellaggiotra i due istituti che collaborano da 25 anni nelsettore <strong>di</strong>dattico e formativo.Ad accogliere la delegazione tedesca, compostada 60 partecipanti tra studenti e insegnanti e guidatadal <strong>di</strong>rettore Josef Norz, sono stati il <strong>di</strong>rettoregenerale dell’Istituto Agrario, Alessandro Dini, il<strong>di</strong>rigente del Centro scolastico, Marco Dal Rì coni coor<strong>di</strong>natori <strong>di</strong> sezione, ed il responsabile dellerelazioni esterne, Walter Eccli, che cura i molteplicirapporti <strong>di</strong> collaborazione con gli istituti italianie stranieri.Tra le iniziative della giornata, la visita alla sala <strong>di</strong>conferimento e <strong>di</strong> lavorazione delle mele <strong>di</strong> Mondomelinda,la partita <strong>di</strong> calcetto, la premiazionedell’attività sportiva e i <strong>di</strong>scorsi ufficiali per il 25°anniversario del gemellaggio tra le due scuole. Ilmomento clou dell’evento si è svolto nel fruttetodell’Istituto Agrario: per ricordare l’avvenimentosono state piantate alcune vecchie varietà <strong>di</strong> melo,al fine <strong>di</strong> creare, nel corso degli anni, una collezionefrutticola <strong>di</strong>dattica.I <strong>di</strong>rigenti delle due scuole, Marco Dal Rì e JosefNortz, intenti ad inaugurare la nuova collezionefrutticola <strong>di</strong>datticaL’importanza dell’evento è dettata anche da motivazionistoriche. Rotholz (1879), San Michele(1874) e Parenzo (1875), fondate sul modello dell’IstitutoKlosterneuburg (1860), sono i tre gran<strong>di</strong>centri per la <strong>di</strong>dattica e la ricerca in agricolturadell’impero austroungarico. In particolare l’istitutotedesco del nord Tirolo rappresenta un tipico econsolidato esempio <strong>di</strong> formazione professionalerivolta al mondo giovanile.FREsCo DI sTAmPATecniche <strong>di</strong> allevamento e trasformazione della trotaA cura <strong>di</strong> Giovanni Baruchelli (San Michele all’A<strong>di</strong>ge – TN)Istituto Agrario <strong>di</strong> San Michele all’A<strong>di</strong>ge, 2007 – 590 p.: ill., tab.; 26 cm. ISBN 978-88-7843-021-1.TERRA TRENTINA42Questo libro è un documento molto ricco <strong>di</strong> contenuti ed interessante scientifi camente per la suacompletezza. Vengono approfon<strong>di</strong>te le tematiche relative all’allevamento della trota, alla qualitàdell’acqua, all’alimentazione, all’impiantistica, all’igiene e profi lassi in troticoltura, alla patologia,alla vaccinazione, all’economia e gestione in acquacoltura, al miglioramento genetico edalla qualità dei salmoni<strong>di</strong>. Gli argomenti trattati consentono <strong>di</strong> conoscere l’intera fi liera del prodotto, dalla tecnica<strong>di</strong> allevamento fi no alla trasformazione della trota. I testi sono stati redatti dai migliori esperti, nelle <strong>di</strong>verse materie,a livello nazionale. Questa pubblicazione, per la qualità e specifi cità dei suoi contenuti, ha una valenza, oltre cheper la troticoltura <strong>trentina</strong>, anche per quella italiana. Il libro è rivolto ai troticoltori, addetti e operatori del settore,cultori della materia e studenti.Il volume può essere richiesto tramite un versamento <strong>di</strong> € 32,00, su bollettino <strong>di</strong> c.c.p. n° 87753695, intestato aFondazione Edmund Mach; causale: Tecniche <strong>di</strong> allevamento della trota.


Gli stu<strong>di</strong>osi sono concor<strong>di</strong> nel consigliarne un consumo limitatoLa carne è in<strong>di</strong>spensabile?Nell’arco <strong>di</strong> una generazione lacarne è <strong>di</strong>ventata il piatto “principe”della nostra tavola.Per la gran maggioranza dellapopolazione la carne è semprestata nei secoli passati “il piattodella festività”, mentre oggi è <strong>di</strong>ventatoil cibo comune <strong>di</strong> tutti igiorni.In genere le carni <strong>di</strong> cui ci nutriamosono quelle <strong>di</strong> animali cresciu-ti in allevamenti intensivi, specievitelli, polli e suini nutriti conmangimi che contengono proteine,carboidrati, vitamine e sali.È stato calcolato che per avere1 kg <strong>di</strong> carne <strong>di</strong> manzo sononecessarie gran<strong>di</strong> quantità <strong>di</strong>proteine vegetali, che potrebberoessere utilizzate <strong>di</strong>rettamenteper l’alimentazioneumana.Prof. Carmelo BrunoInsegnante <strong>di</strong> chimica (ITI Buonarroti – <strong>Trento</strong>)Che cosa è la carnesul piano nutritivo?Le carni contengono quantitàme<strong>di</strong>o-alte <strong>di</strong> proteine (dal 10 al22%). Esse contengono più proteine<strong>di</strong> uova e latte.Tutti gli amminoaci<strong>di</strong> essenzialisono presenti nelle carniin gran<strong>di</strong> quantità.Il ferro nella carne è presentein una forma molto assimilabile.Sono inoltre notevolmentepresenti le vitamine del gruppoB, tra cui la preziosa vitaminaB12 (<strong>di</strong> cui possono essere carentii vegetariani), che, assiemeal ferro, costituiscono i verigran<strong>di</strong> vantaggi della carne.La carne è ben dotata <strong>di</strong> fosforo,mentre è carente <strong>di</strong> calcio,quin<strong>di</strong> i gran<strong>di</strong> mangiatori <strong>di</strong>carne, specialmente se si nutronoall’americana con aggiunta <strong>di</strong>bibite industriali ricche <strong>di</strong> acidofosforico, potrebbero essere soggettia decalcificazione.Che <strong>di</strong>re dei grassidella carne?Sono molto abbondanti neglianimali da ingrasso (20-30%),mentre sono presenti in modestequantità negli allevamentiselezionati per dare carne magra(vitellone magro 3.1%, maialemagro 6.8%).Qual è la qualità <strong>di</strong> questi grassi?Sono certamente grassisaturi: sono <strong>di</strong> <strong>di</strong>fficile <strong>di</strong>gestionee affaticano il fegato,possono creare rischi <strong>di</strong> ma-TERRA TRENTINA43CIBO E SALUTE


CIBo E sALUTElattie degenerative (dall’eccesso<strong>di</strong> colesterolo all’infarto almiocar<strong>di</strong>o al cancro).È stato <strong>di</strong>mostrato che l’eccessivoconsumo <strong>di</strong> carne è correlatocon l’aumento del tasso <strong>di</strong> colesterolonel sangue.Esiste una correlazionetra consumo eccessivo<strong>di</strong> carni e grassi emortalita per cancro?Certamente passano parecchigiorni, se non settimane, dal momentodell’uccisione dell’animalefino al consumo. Durante taleperiodo, soprattutto se la carnenon è tenuta a bassa temperatura,si sviluppa un composto pericoloso:l’aldeide malonica (MDA),potenzialmente cancerogena perlo stomaco e l’intestino.Si può spiegare cosi la frequenzadel cancro intestinale nei forti <strong>di</strong>voratori<strong>di</strong> carne.Il fenomeno è ridotto da unacorretta refrigerazione, ma si ripresentanel momento in cui lacarne viene cotta o arrostita.È possibile rime<strong>di</strong>are? Si, consumandonel pasto agrumi, cavoli epomodori che hanno la capacità<strong>di</strong> neutralizzare tale sostanza tossica.Uno stu<strong>di</strong>o condotto nell’Italiasettentrionale e pubblicato su InternationalJournal of Cancer arrivaalla conclusione che chi consumavacarne rossa tutti i giorni,paragonato a chi ne consumavaal massimo tre volte alla settimana,aveva un aumento significativodel rischio <strong>di</strong> tumore dellostomaco, del colon, del retto, delpancreas, della vescica.Diete ricche <strong>di</strong> carne, ma povere<strong>di</strong> fibre, favoriscono la lungapermanenza delle feci nel colon equin<strong>di</strong> le putrefazioni batteriche eil conseguente rischio <strong>di</strong> cancro.Il National Research Council,una delle massime autorità scientifichedegli USA, inserisce la riduzionedel consumo <strong>di</strong> carni,soprattutto quelle grasse, tra leraccomandazioni <strong>di</strong>etetiche perprevenire il cancro.Mai eccedere con la carne...ma i salumi uguali sono!Un altro stu<strong>di</strong>o condotto da ricercatoridell’Università <strong>di</strong> Losannae dell’Istituto “M. Negri” <strong>di</strong> Milanoha rilevato che chi consumavainsaccati più <strong>di</strong> tre volte allasettimana ha manifestato un aumentodel rischio <strong>di</strong> cancro allacavità orale, alla faringe e all’esofagomaggiore <strong>di</strong> cinque volte,alla laringe maggiore <strong>di</strong> tre voltee mezzo e al colon maggiore<strong>di</strong> due volte e mezzo rispetto aun gruppo <strong>di</strong> controllo che nonconsumava insaccati.Interessante è anche la classifica<strong>di</strong> pericolosità dei <strong>di</strong>versi tipi <strong>di</strong>insaccati: i salumi e le salsiccesono risultati più pericolosi delprosciutto.L’osteoporosi può derivareda un eccesso <strong>di</strong> carne?L’Harvard Institute of Public Healthha messo in luce il collegamentotra osteoporosi e forte consumo<strong>di</strong> carne. Le per<strong>di</strong>te <strong>di</strong> calcio pervia urinaria aumentano a causa <strong>di</strong>un’alimentazione troppo ricca <strong>di</strong>carne, con rischio crescente <strong>di</strong>osteoporosi e calcoli renali.Le categorie che devono fareun uso “molto moderato” dellacarne, sono coloro che soffrono<strong>di</strong> artrite, <strong>di</strong> gotta, <strong>di</strong> reumatismi,<strong>di</strong> ipertensione, <strong>di</strong>affezioni renali oppure hannoun tasso <strong>di</strong> colesterolo alto.Se non si mangia carnenon c’è il rischio <strong>di</strong> carenzenutrizionali?Alcuni stu<strong>di</strong>osi sostengono chesenza carne c’è il rischio <strong>di</strong> carenze<strong>di</strong> ferro e vitamina B12.Bisogna <strong>di</strong>re che il ferro contenutonella carne non è in quantità eccessiva(2.3 mg per 100 g <strong>di</strong> manzomagro), ma, in compenso è moltoassimilabile (circa il 20%).Chi ha un’alimentazione <strong>di</strong> tipovegetariano deve stare attento alfatto che gli alimenti vegetali integralihanno tanto ferro, ma èpoco assimilabile (circa il 5%).Per quanto riguarda la vitaminaB12 essa non si trova solo nellacarne, ma anche nei formaggi enelle uova. Quin<strong>di</strong> i rischi sonoreali solo se non si ha un’alimentazionevaria ed equilibrata sulpiano nutrizionale.Le linee guida alimentari propostenegli anni ’90 ponevano lacarne assieme al pesce, al pollame,ai legumi e ai derivati del latte,nella parte centrale della piramidealimentare (corrispondentiquin<strong>di</strong>, a un consumo me<strong>di</strong>o).L’aggiornamento fatto nel 2004dalla Harvard School of PublicHealth sposta le carni rosse incima alla piramide, assieme aigrassi animali e ai cereali non integrali(per cui è opportuno unconsumo piuttosto contenuto).TERRA TRENTINA44Produrre carne significa avere meno cereali per sfamare chi vive nei paesi in via<strong>di</strong> sviluppo:– 800 milioni <strong>di</strong> persone potrebbero essere sfamate col grano usato ogni anno negli allevamentiUSA.– 157 milioni <strong>di</strong> tonnellate <strong>di</strong> cereali, legumi e ortaggi sono impiegate negli USA ogni anno per produrre28 milioni <strong>di</strong> tonnellate <strong>di</strong> proteine animali.


Un fiore per ogni meseIl tulipano, un fiorefra i più amati e coltivatiORTO E DINTORNIIris FontanariÈ <strong>di</strong>fficile immaginare la primaverasenza la visione delle sgargiantibordure <strong>di</strong> tulipani neinostri giar<strong>di</strong>ni o nelle aiuole <strong>di</strong>paesi e città.Scoperti dagli Olandesi nel XVIsecolo, questi bellissimi fiorihanno davvero conquistato ilmondo e, quando sbocciano in<strong>di</strong>stese mozzafiato, offrono unospettacolo davvero incomparabile.Ogni anno, con la loro esplosione<strong>di</strong> colori, oltre a rendere“preziosi” i nostri parchi, annuncianoanche la fine dei mesi piùrigi<strong>di</strong> e grigi dell’inverno.Le varietà e gli ibri<strong>di</strong> <strong>di</strong> tulipano<strong>di</strong>sponibili sono ormai così numerosida consentire la loro utilizzazioneanche in ogni angolodell’orto o del <strong>terra</strong>zzo e nei climipiù vari. Sono infatti adatti a creareaiuole o macchie <strong>di</strong> colore siain mezzo ai prati e lungo i sentieridei giar<strong>di</strong>ni, sia sui balconi, magariassociati ad altri fiori primaverili,o anche in casa, coltivati in vaso ocome componenti raffinati <strong>di</strong> stupendecomposizioni floreali.I tulipani, inoltre, si possono associareanche alle perenni o allebulbose che fioriscono alla finedell’inverno; bellissimi effetti siottengono, ad esempio, accostandotulipani rosa a viole biancheoppure tulipani gialli a “nonti scordar <strong>di</strong> me” azzurri oppuretulipani rossi a viole gialle.Note botanicheIl tulipano appartiene al genereTulipa, che comprende circa 100specie originarie dell’Asia occidentale,e alla grande famigliadelle Gigliacee (o Liliaceee), unadelle più importanti dal punto <strong>di</strong>vista ornamentale.Il bulbo è perlopiù ovale con unapice appuntito ed è ricopertoda uno o più strati <strong>di</strong> tunica biancastrae coriacea. I giovani bulbiproducono un’unica grande foglia,mentre le piante adulte hannodue o più foglie solitamentecarnose, ellittiche, scanalate, lunghefino a 25 cm.I fiori sono eretti, gran<strong>di</strong> e vistosied hanno sei petali (tepali) <strong>di</strong>vario colore: predominanti sonoil rosso e il giallo, ma si trovanopure il rosa, il bianco e il viola enumerose varietà screziate, ottenuteper ibridazione.La parte interna <strong>di</strong> ogni tepalopossiede spesso una macchiascura alla base. Gli stami sono sei,opposti ai petali; l’ovario ha formaellissoidale, con o senza un cortopistillo con lo stimma trilobato.Le varietàTutti noi oggi possiamo coltivarei tulipani, se lo desideriamo,perché i bulbi non hanno sulmercato un prezzo eccessivo. Manel 1600, quando questi fiori eranoancora molto rari, si raccontache un solo bulbo <strong>di</strong> una varietàparticolarmente pregiata fossevenduto per l’equivalente <strong>di</strong> oltredue milioni <strong>di</strong> lire!TERRA TRENTINA45


ORTO E DINTORNITERRA TRENTINA46Negli ultimi decenni la passioneper questo fiore si è manifestatanella ricerca <strong>di</strong> varietà semprenuove, <strong>di</strong>verse per colore, formae screziatura. Le varietà ottenutesono frutto <strong>di</strong> incroci eseguiti davivaisti ed ibridatori me<strong>di</strong>anteparticolari tecniche.La maggior parte dei modernitulipani da giar<strong>di</strong>no deriva daTulipa gesneriana, una speciespontanea originaria dell’AsiaMinore, che fu alla base dei primiincroci per creare forme semprepiù smaglianti e sorprendenti;tuttavia, nella continua ricerca<strong>di</strong> nuove varietà, sono state utilizzateanche altre specie, qualiT. kaufmanniana (provenientedal Turkestan, dal colore variabilefra il bianco-crema e il giallo),T. fosteriana, (Uzbekistan,color rosso scarlatto) e T. greigii(Turkestan, rosso vivo con basegialla).Secondo l’Associazione reale deicoltivatori <strong>di</strong> bulbi olandesi, l’interopatrimonio <strong>di</strong> varietà ottenutedal lavoro umano è attualmenteclassificabile in 15 classie 4 partizioni: tulipani precoci(come “semplici precoci”, “doppiprecoci”, “trionfo” ecc.), tulipanime<strong>di</strong>o-precoci (“Darwinibri<strong>di</strong>”, “semplici tar<strong>di</strong>vi”, “afiore <strong>di</strong> giglio”, “frangiati” ecc.)tulipani tar<strong>di</strong>vi (“viri<strong>di</strong>flora”,“Rembrandt”, “pappagallo” ecc.)e tulipani botanici. Mentre iprimi tre gruppi si riferiscono all’epoca<strong>di</strong> fioritura (fra marzo emaggio), il quarto gruppo, dettodelle Specie, comprende varietàderivate dai <strong>di</strong>versi e numerositulipani spontanei presenti innatura.A quest’ultimo gruppo appartengonoesemplari che, anche sefurono classificati come “speciebotaniche”, sono in realtà degliibri<strong>di</strong> che mantengono molteproprietà delle specie originali.I tulipani botanici hanno ungrosso vantaggio rispetto aglialtri: una volta lasciati sul terreno,tendono a naturalizzarsi eda creare macchie <strong>di</strong> colore estremamentenaturali.Al momento dell’impianto, andrannopertanto presi a quattroo cinque per volta in una solamano e buttati, così come capita,sui prati o nei giar<strong>di</strong>ni <strong>di</strong> tiporustico; andranno quin<strong>di</strong> in<strong>terra</strong>tinel punto della caduta (vicinissimio anche molto lontanitra loro).Contrariamente a quanto accadecon gli altri gruppi <strong>di</strong> tulipani,quelli botanici non si tolgonomai dalla <strong>terra</strong> e, una voltapiantati, possono rimanere nellostesso luogo per molti anni. Sololasciandoli in<strong>di</strong>sturbati, questibulbi potranno moltiplicarsi edallargarsi secondo il proprio...gusto, regalandoci lo spettacolo<strong>di</strong> cui già s’è accennato.La coltivazioneLa coltivazione dei tulipani èfacilissima, anche per chi è alleprime esperienze, perché questepiante non sono esigenti infatto <strong>di</strong> terreno; prosperano, infatti,in qualsiasi <strong>terra</strong> normale,purché ben drenata, meglio semista a torba e concimata moderatamentecon fertilizzanteorganico.I bulbi si piantano in autunno(da noi, a fine ottobre), dopoaver preparato il terreno (sceltoin posizione soleggiata o sottoalberi, mai in piena ombra) conuna buona lavorazione, un ottimodrenaggio e l’aggiunta <strong>di</strong> unbuon fertilizzante da bulbose. Almomento della piantagione, sivanga il terreno alla profon<strong>di</strong>tà<strong>di</strong> 20-30 cm, quin<strong>di</strong> si pongono ibulbi in piccole buche profonde<strong>di</strong> 8-12 cm; infine, si pressa e sibagna per aiutare la <strong>terra</strong> ad avvolgereil bulbo eliminando glispazi d’aria.Durante l’inverno i bulbi nonnecessitano <strong>di</strong> particolari protezioni,avendo in sé tutte le sostanzenutritive <strong>di</strong> cui necessitanoanche sotto <strong>terra</strong>; solo nellelocalità in cui si registrano fortigelate è bene proteggerli conuna pacciamatura <strong>di</strong> foglie secche(da togliere a fine inverno).Dopo la fioritura è in<strong>di</strong>spensabileeliminare le corolle per evitareil formarsi dei semi e provocarequin<strong>di</strong> l’indebolimento dei bulbi;si recideranno poi gli steli auna quin<strong>di</strong>cina <strong>di</strong> cm dal suolo,salvando però le foglie che fornirannoil nutrimento al bulbo,perché sia in grado <strong>di</strong> rifiorirenel ciclo successivo.Quando le foglie saranno secche,si potranno prelevare anchei bulbi che andranno posti,privi del tutto dello stelo e benripuliti, in cassette o scatole econservati, in luogo fresco ecompletamente privo <strong>di</strong> umi<strong>di</strong>tà,fino all’autunno.La coltura in vasoChi non possiede un orto o ungiar<strong>di</strong>no, potrà coltivare i tulipanisul <strong>terra</strong>zzo o sui balconiutilizzando vasi <strong>di</strong> <strong>terra</strong>cotta oppurecassette a forma rettangolare.I bulbi andranno collocatiun po’ più in superficie rispettoalla coltura in piena <strong>terra</strong>; percoprirli saranno perciò sufficienti2-4 cm <strong>di</strong> terriccio. Le annaffiaturesaranno abbastanzafrequenti perché le ra<strong>di</strong>ci nondebbano subire danni moltogravi a causa della secchezzadel terreno.Per la coltura in casa si può ricorrerealla cosiddetta “forzatura”:in autunno, invece che nelgiar<strong>di</strong>no, si pianteranno i bulbiin vasi che verranno portatiall’aperto - dove si lascerannoper circa tre mesi - quando latemperatura avrà raggiunto valoriinferiori ai 9 gra<strong>di</strong>. Si dovràperò prima coprirli <strong>di</strong> <strong>terra</strong> finoal bordo e proteggerli con unostrato <strong>di</strong> foglie secche.


Il tulipano

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