11.07.2015 Views

3. linee guida per gli interventi di restauro e conservazione degli

3. linee guida per gli interventi di restauro e conservazione degli

3. linee guida per gli interventi di restauro e conservazione degli

SHOW MORE
SHOW LESS

You also want an ePaper? Increase the reach of your titles

YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.

I L D I S T R E T T O C U L T U R A L E D E L L A V A L L E C A M O N I C A - U n l a b o ra t o r i o p e r l ’ a rt e e l ’ i m p re sa________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________<strong>3.</strong> Manutenzione programmata e valorizzazione dei beni culturaliDa tempo in Italia, <strong>per</strong> definire un intervento sui beni culturali, si preferisce utilizzare il termine“<strong>conservazione</strong>”, anziché quelli <strong>di</strong> “manutenzione” o <strong>di</strong> “<strong>restauro</strong>”, poiché la connotazione strettamentefunzionale e prestazionale che essi hanno mantenuto nel loro utilizzo nel settore costruzioni, può entrare inpossibile contrad<strong>di</strong>zione con lo spirito della tutela del patrimonio storico, culturale e ambientale.Oggi l’intervento <strong>di</strong> <strong>restauro</strong> è definito dal DPR 554/99 come «una serie organica <strong>di</strong> o<strong>per</strong>azioni tecnichespecifiche in<strong>di</strong>rizzate alla tutela e valorizzazione dei caratteri storico-artistici dei beni culturali e alla<strong>conservazione</strong> della loro consistenza materiale». Una definizione quasi analoga la si trova anche nel TestoUnico (D.L.490/99) dove <strong>per</strong> Restauro si intende «l’intervento <strong>di</strong>retto sulla cosa volto a mantenere l’integritàmateriale ed ad assicurare la <strong>conservazione</strong> e la protezione dei suoi valori culturali».Con le nuove leggi si sta <strong>di</strong>ffondendo, quin<strong>di</strong>, una nuova coscienza: è decisivo riconoscere l’importanza dellacapacità <strong>di</strong> sa<strong>per</strong> gestire il patrimonio affinché il presente possa <strong>di</strong>ventare un passato da salvaguardare. Intale <strong>di</strong>rezione è orientata la logica della <strong>conservazione</strong>, intesa come «la ricerca <strong>di</strong> una regolamentazionedella trasformazione che, nella coscienza dell’unicità <strong>di</strong> ogni testimonianza e del suo molteplice caratteredocumentario, massimizza la <strong>per</strong>manenza, aggiunge il proprio segno, reinterpreta senza <strong>di</strong>struggere».4. ‘Avere cura’: regolamentazione de<strong>gli</strong> <strong>interventi</strong> sul patrimonio storico-culturaleDa un punto <strong>di</strong> vista o<strong>per</strong>ativo il controllo della trasformazione de<strong>gli</strong> e<strong>di</strong>fici può essere effettuato soloattraverso una cura costante attuata tramite la pre<strong>di</strong>sposizione <strong>di</strong> <strong>interventi</strong> e controlli mutuati attraverso lostu<strong>di</strong>o e la conoscenza dell’e<strong>di</strong>ficio. La logica manutentiva è in<strong>di</strong>spensabile <strong>per</strong> l’e<strong>di</strong>lizia storica e corrispondealla necessità <strong>di</strong> pianificare e pre<strong>di</strong>sporre <strong>interventi</strong> mirati ad una corretta gestione e salvaguar<strong>di</strong>a delpatrimonio.La manutenzione de<strong>gli</strong> e<strong>di</strong>fici è un’esigenza primaria. Una cura costante tutela l’e<strong>di</strong>ficio da <strong>per</strong><strong>di</strong>teirreparabili, rimandando il più possibile l’intervento sulle strutture fisiche: una manutenzione costanteallontana o talvolta evita l’intervento <strong>di</strong> <strong>restauro</strong>.Quando questo deve avvenire, <strong>per</strong> ragioni <strong>di</strong> degrado, <strong>di</strong> nuova funzionalità <strong>di</strong> necessità culturale e socialedeterminata dall’ambiente inteso in senso antropologico, richiede altrettanta attenzione e ‘cura’ nei confrontidel soggetto fisico interessato. Questa attenzione, dalla ‘tonalità curativa’, deve richiedere un’altrettantoelevata sensibilità progettuale, in quanto i nuovi innesti, le sostituzioni, le ‘aggiunte’ devono sa<strong>per</strong>siarmonizzare all’esistente riportandolo ad una nuova e coerente vita. L’intervento <strong>di</strong> <strong>restauro</strong> e <strong>di</strong>rifunzionalizzazione dev’essere pre<strong>di</strong>sposto con la stessa cura e attenzione, <strong>per</strong>ché la chirurgia sostitutivadelle parti irrime<strong>di</strong>abilmente deteriorate deve rispettare le caratteristiche essenziali del soggetto e<strong>di</strong>liziosottoposto ad intervento.5. Il “Piano <strong>di</strong> Conservazione”Il Piano <strong>di</strong> Manutenzione, introdotto dalla legge quadro in materia <strong>di</strong> Lavori Pubblici (L.109/94), è resoobbligatorio <strong>per</strong> tutti <strong>gli</strong> <strong>interventi</strong> effettuati su o<strong>per</strong>e pubbliche, ma i criteri definiti <strong>per</strong> un’e<strong>di</strong>lizia <strong>di</strong> nuovae<strong>di</strong>ficazione, (pratica programmata volta a mantenere sufficientemente elevato il livello delle prestazioni chel’e<strong>di</strong>ficio fornisce), non sono facilmente adattabili a e<strong>di</strong>fici il cui valore è massimizzato dalla storicità. In questicasi è opportuno impostare un’analisi che tenga conto <strong>di</strong> comportamenti in o<strong>per</strong>a e con<strong>di</strong>zioni d’uso che nonderivano da previsioni <strong>di</strong> progetto, ma sono relazionati all’esistenza e alla consistenza materica stessa delbene. Infatti, in tali e<strong>di</strong>fici la <strong>conservazione</strong> materiale dei componenti assume priorità anche rispetto alleprestazioni offerte dai componenti stessi, fino ad accettare livelli <strong>di</strong> prestazione anche molto bassi pur <strong>di</strong> nono<strong>per</strong>are sostituzioni integrali che andrebbero a scapito dell’autenticità del bene.Solo considerando l’e<strong>di</strong>ficio nella sua interezza,analizzandolo e interpretandolo come sistema complesso e<strong>di</strong>namico, costituito da un sotto-insieme tecnologico e da un sotto-insieme ambientale, è possibile garantire3


I L D I S T R E T T O C U L T U R A L E D E L L A V A L L E C A M O N I C A - U n l a b o ra t o r i o p e r l ’ a rt e e l ’ i m p re sa________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________un’effettiva <strong>conservazione</strong> del bene. Per questo motivo la pre<strong>di</strong>sposizione <strong>di</strong> un piano <strong>di</strong> manutenzionesenza affrontare in modo sistemico la globalità dell’o<strong>per</strong>a potrebbe pregiu<strong>di</strong>care fortemente la salvaguar<strong>di</strong>adei caratteri storico-artistici, de<strong>gli</strong> aspetti materici e tecnologici <strong>di</strong> un bene culturale;Risulta invece importante, in relazione alla massima salvaguar<strong>di</strong>a del bene, compiere azioni <strong>di</strong> profilassi alloscopo <strong>di</strong> “mantenere” il più a lungo possibile il bene o le parti che lo costituiscono, in con<strong>di</strong>zioni d’uso ed’esercizio compatibili, allontanando il più possibile con <strong>interventi</strong> mirati e tempestivi l’intervento <strong>di</strong> <strong>restauro</strong>,<strong>per</strong> cui un piano <strong>di</strong> manutenzione mirante alla programmazione dei controlli <strong>per</strong> una corretta gestione delbene è da prevedersi sia nel caso in cui l’intervento sia stato da poco eseguito e sia nel caso in cui invece un<strong>restauro</strong> generale non sia stato eseguito e non sia nemmeno previsto a breve termine.Per tutti i tre momenti la stesura del Piano può essere comunque intesa come una raccolta <strong>di</strong> informazioni e<strong>di</strong> conoscenza dell’e<strong>di</strong>ficio, a servizio e a <strong>di</strong>sposizione <strong>per</strong> la stesura <strong>di</strong> un futuro progetto <strong>di</strong> <strong>restauro</strong>.Un processo <strong>di</strong> intervento che veda stabiliti a priori i requisiti funzionali e prestazionali che l’e<strong>di</strong>ficio deveassolvere non è automaticamente applicabile all’e<strong>di</strong>lizia storica, in quanto non è possibile richiederepreventivamente qualità ad elementi già posti in o<strong>per</strong>a; nell’ottica <strong>di</strong> una corretta prassi conservativa, èpreferibile partire dalla valutazione delle prestazioni che l’elemento è in grado <strong>di</strong> fornire, stu<strong>di</strong>andole eanalizzandole in modo analitico <strong>per</strong> ogni singolo elemento dell’intero sistema, adeguandole alle necessità <strong>di</strong>utilizzo.La complessità dell’architettura storica richiede adeguamenti metodologici in riferimento all’in<strong>di</strong>cazione deilivelli minimi <strong>di</strong> prestazione. È necessario, infatti, declinare questa metodologia in funzione delle peculiaritàde<strong>gli</strong> elementi analizzati (caratteristiche fisiche, costruttive, stato <strong>di</strong> <strong>conservazione</strong>) e delle con<strong>di</strong>zioni d’usoall’interno dell’e<strong>di</strong>ficio, in<strong>di</strong>viduando i requisiti che me<strong>gli</strong>o possono descrivere il comportamentodell’elemento.La legge definisce il Piano <strong>di</strong> Manutenzione, utilizzando un termine che secondo la normativa è inteso comela “combinazione <strong>di</strong> tutte le azioni tecniche ed amministrative, incluse le azioni <strong>di</strong> su<strong>per</strong>visione, volte amantenere o a riportare un’entità in uno stato in cui possa eseguire la funzione richiesta”. Ristabilire lafunzionalità <strong>di</strong> un elemento significa richieder<strong>gli</strong> delle prestazioni, che se eventualmente <strong>per</strong>se devonoessere ristabilite o con mo<strong>di</strong>ficazioni o con sostituzioni.Mentre il degrado e il deca<strong>di</strong>mento delle prestazioni è letto quasi sempre come una con<strong>di</strong>zione a cui porresempre rime<strong>di</strong>o, nel caso del patrimonio storico è in<strong>di</strong>spensabile invece tener conto <strong>di</strong> un naturale degradofisiologico, che seppur inevitabilmente mo<strong>di</strong>fica la prestazione, non deve necessariamente portare allasostituzione dell’elemento.In questo senso è preferibile parlare <strong>di</strong> Piano <strong>di</strong> Conservazione <strong>per</strong> i beni culturali anziché <strong>di</strong> manutenzione,proprio <strong>per</strong> mirare alla <strong>conservazione</strong> della materia accettando un degrado fisiologico compatibilmente conuna funzione d’uso. Un intervento deve sa<strong>per</strong> valutare i livelli prestazionali all’interno <strong>di</strong> un intervallo, sotto ilcui valore minimo non è possibile scendere, ma <strong>di</strong> cui non si deve neanche necessariamente raggiungere ilvalore massimo. In questa <strong>di</strong>rezione si possono quin<strong>di</strong> programmare <strong>interventi</strong> <strong>di</strong> mo<strong>di</strong>ficazione o limitazioned’uso in rispetto delle ‘nuove’ prestazioni a cui l’elemento tecnologico risponde.Anche una manutenzione “correttiva” o a guasto avvenuto non dovrebbe essere l’unica manutenzione daapplicare nel campo dei beni culturali: un primo obiettivo <strong>di</strong> un Piano <strong>di</strong> <strong>conservazione</strong> è quello <strong>di</strong>programmare controlli finalizzati al monitoraggio <strong>di</strong> una con<strong>di</strong>zione a regime <strong>per</strong> mantenerla il più a lungopossibile, tramite piccoli <strong>interventi</strong> e riparazioni mirate.6. Le o<strong>per</strong>e vincolateSulla base <strong>di</strong> queste osservazioni è maturata la necessità <strong>di</strong> formulare un Piano <strong>di</strong> Manutenzioneespressamente pensato <strong>per</strong> le o<strong>per</strong>e vincolate, con lo scopo primario la definizione <strong>di</strong> <strong>linee</strong> <strong>guida</strong> <strong>per</strong> la<strong>conservazione</strong> programmata.4


I L D I S T R E T T O C U L T U R A L E D E L L A V A L L E C A M O N I C A - U n l a b o ra t o r i o p e r l ’ a rt e e l ’ i m p re sa________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________Me<strong>di</strong>ante la compilazione del Piano si vuole raggiungere l’obiettivo <strong>di</strong> ‘manu-tenere’ l’e<strong>di</strong>ficio cometestimonianza materica, preservando integre il più a lungo possibile le sue prestazioni, intervenendo conazioni puntuali e mirate che ne ripristinino l’efficienza.In particolari situazioni dello stato <strong>di</strong> fatto o in presenza <strong>di</strong> particolari necessità rimane comunque inevitabileeffettuare un intervento globale che <strong>per</strong>metta <strong>di</strong> evitare la <strong>per</strong><strong>di</strong>ta dell’immobile e delle sue complessivequalità materiali, artistiche, materiche, storiche e sociali.Coerentemente con contenuti legislativi e secondo le <strong>di</strong>sposizioni dell’articolo 40 del DPR 554/9987, il Piano<strong>di</strong> Conservazione finalizzato alla priorità conservativa, mantiene l’articolazione prevista dal Regolamento intre documenti ridefinendoli in:−Manuale Tecnico−Programma <strong>di</strong> Conservazione−Manuale D’UsoIl piano così formulato qualifica i propri contenuti in modo da renderli compatibili con le caratteristiche propriedei beni vincolati, e <strong>di</strong>viene lo strumento o<strong>per</strong>ativo della strategia della <strong>conservazione</strong> programmata.Per la precisazione dei tre documenti si riportano le seguenti definizioni:−Il Manuale tecnico fissa i supporti logici <strong>per</strong> la pre<strong>di</strong>sposizione del dossier tecnico, focalizzandosi inparticolare su<strong>gli</strong> elementi necessari <strong>per</strong> la conoscenza dell’e<strong>di</strong>ficio, la sua storia conservativa, iconsuntiviscientifici <strong>di</strong> ciascun intervento e quin<strong>di</strong> de<strong>gli</strong> elementi necessari <strong>per</strong> la previsione <strong>di</strong> <strong>interventi</strong> ispettivi emanutentivi da attivare attraverso la formulazione del programma <strong>di</strong> <strong>conservazione</strong>.−Il Programma <strong>di</strong> <strong>conservazione</strong> non è strutturato semplicemente in termini prescrittivi attraversol’in<strong>di</strong>cazione <strong>di</strong> una sequenza <strong>di</strong> <strong>interventi</strong> più o meno ripetitivi (come sarebbe nel caso applicativo relativo anuovi e<strong>di</strong>fici), ma presenta <strong>gli</strong> strumenti logici e o<strong>per</strong>ativi necessari <strong>per</strong> la sua stesura e <strong>per</strong> la conduzione <strong>di</strong>un piano <strong>di</strong> controlli (frequenze, strumentazioni, so<strong>gli</strong>e <strong>di</strong> accettazione e gra<strong>di</strong> <strong>di</strong> rischio).Nel settore della <strong>conservazione</strong> non può, infatti, esistere un programma standard: esso non può che<strong>di</strong>scendere da una conoscenza precisa dell’organismo così come deriva dal contenuto del Manuale tecnico,così come si sviluppa nel tempo a partire dal “Punto zero”.−Il Manuale d’uso si sviluppa a partire dal riconoscimento dell’importanza del contributo dell’utente (o <strong>di</strong> unsoggetto non specialistico appositamente incaricato) nell’applicazione <strong>di</strong> una strategia conservativa. Ilrapporto è stato sviluppato <strong>di</strong>rettamente come Manuale d’uso, <strong>di</strong>rettamente utilizzabile ed è stato redatto, aquesto fine, in un linguaggio accessibile anche a chi non <strong>di</strong>sponga della necessaria preparazione tecnica.Il Manuale dà in<strong>di</strong>cazioni o<strong>per</strong>ative sulle profilassi, contiene suggerimenti atti ad eventuali segnali <strong>di</strong>degrado, evidenzia le procedure <strong>di</strong> allarme da seguire nei <strong>di</strong>versi casi.7. Gli e<strong>di</strong>fici storici e quelli più recentiL’articolo 40 del DPR 554/99 precisa che il piano <strong>di</strong> manutenzione assume contenuto <strong>di</strong>fferenziato inrelazione all'importanza e alla specificità dell'intervento. Questo criterio può valere complessivamente <strong>per</strong>tutto il processo <strong>di</strong> <strong>restauro</strong>/ristrutturazione: quando ci si trovi ad o<strong>per</strong>are su un immobile nonnecessariamente dotato delle caratteristiche dell’unicità e della irripetibilità risulta ammissibile un maggiorgrado <strong>di</strong> libertà nelle previsioni progettuali.Rimane un principio fondativo quello della riconoscibilità del nuovo intervento rispetto all’esistente, che deveessere leggibile: non <strong>di</strong> tipo mimetico ma <strong>di</strong>alogante con l’esistente <strong>per</strong> tipologia, materiali, forme efunzionalità. Il nuovo intervento deve essere supportato anch’esso da una lettura e da una analisi culturalecomplessiva (<strong>di</strong> tipo storico, tipologico, funzionale, prestazionale, sociale, antropologica) che sia all’originedella scelta progettuale e ne supporti la necessaria motivazione.Nel caso <strong>di</strong> e<strong>di</strong>fici <strong>di</strong> recente e<strong>di</strong>ficazione o che prevedano un ampliamento rispetto ad un nucleo esistente sichiede che la qualità dell’intervento sia alta: ovvero confrontabile con esempi illustri nella storiadell’architettura. I principi costitutivi del progetto devono essere chiari ed in<strong>di</strong>viduabili e trovare legittimazione5


I L D I S T R E T T O C U L T U R A L E D E L L A V A L L E C A M O N I C A - U n l a b o ra t o r i o p e r l ’ a rt e e l ’ i m p re sa________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________all’interno della cultura architettonica e fondamento metodologico. Solo in questo modo il nuovo interventomerita <strong>di</strong>ritto <strong>di</strong> esecuzione e <strong>di</strong> confronto con una significativa preesistenza.8. Le fasi o<strong>per</strong>ative <strong>di</strong> lavoroa) La fase <strong>di</strong> analisi Ricerca storica e documentaria sull’e<strong>di</strong>ficio e sul contesto ambientale <strong>di</strong> riferimento Ricostruzione delle fasi storiche <strong>di</strong> e<strong>di</strong>ficazione nel corso del tempo Rilievo geometrico detta<strong>gli</strong>ato con stratigrafia materica e <strong>di</strong>agramma Elencazione <strong>di</strong> tutti <strong>gli</strong> eventuali re<strong>per</strong>ti materiali significativi, compresi materiali e<strong>di</strong>lizi, archivi, arre<strong>di</strong>,e documenti <strong>di</strong> cultura materiale Campionatura <strong>di</strong> ricerca su<strong>per</strong>fici decorate Indagine <strong>di</strong>agnostica <strong>di</strong> ricerca in presenza <strong>di</strong> possibili decorazioni o su<strong>per</strong>fici <strong>di</strong> pregio Diagnostica della situazione staticab) Il Progetto <strong>di</strong> interventoSchede <strong>di</strong> <strong>restauro</strong> su<strong>per</strong>fici <strong>di</strong> pregio <strong>per</strong> valore storico e/o decorateAlle tavole varie <strong>di</strong> progetto va inserita quella specifica <strong>di</strong> <strong>conservazione</strong> e <strong>restauro</strong> ove vengonosinteticamente visualizzati i dati delle schede <strong>di</strong> <strong>restauro</strong> emersi dalle indagini e campionature.Nella tavola <strong>di</strong> rilievo materico vengono classificati con campiture <strong>di</strong>fferenziate i materiali tipo: lapideo, rasopietra, intonaco antico a vista, intonaco antico da rimettere in luce, decorazioni a vista decorazioni darimettere in luce; soffitti lignei; soffitti lignei decorati da riportare alla luce.Per ogni tipo <strong>di</strong> materiale si inserisce un rimando numerico che fa riferimento alle schede <strong>di</strong> <strong>restauro</strong> e/o <strong>di</strong>ristrutturazione manutenzione.c) L’interventoL’intervento verrà eseguito secondo i criteri non <strong>di</strong> semplice ristrutturazione basata sul rifacimento bensì <strong>di</strong><strong>restauro</strong> dei beni culturali, adottando prevalentemente o<strong>per</strong>azioni <strong>di</strong> recu<strong>per</strong>o e <strong>conservazione</strong> dei materialiesistenti e/o sostituzione parziale con materiali analoghi secondo un progetto specifico.d) La valorizzazionePer l’intervento andrà sottolineata la particolarità dello stesso nelle modalità <strong>di</strong> recu<strong>per</strong>o nonché l’importanzadella comprensione e restituzione dei caratteri tipologici che fanno <strong>di</strong> ogni e<strong>di</strong>ficio oggetto <strong>di</strong> intervento ununicum. Tali caratteri resi chiari e leggibili dall’intervento <strong>di</strong> <strong>restauro</strong> costituiranno uno de<strong>gli</strong> elementi dellavalorizzazione. Una razionale e qualificata raccolta dei dati emersi durante i lavori oltre che delle fasi <strong>di</strong><strong>restauro</strong> potrà costituire una solida base <strong>per</strong> la valorizzazione attraverso successive promozioni <strong>di</strong> progetti <strong>di</strong>riorganizzazione e pubblicazioni <strong>di</strong> dati, raccolte video, laboratori <strong>di</strong>dattici a più livelli:- specifici <strong>per</strong> le scuole agganciandosi a <strong>per</strong>corsi esistenti;- specifici <strong>per</strong> eventi mostre interattive agganciandosi a musei nazionali e locali.Oltre ai tra<strong>di</strong>zionali <strong>per</strong>corsi storico-artistici con la promozione <strong>di</strong> itinerari tematici si può pensare a<strong>gli</strong> eventiche riguardano la gastronomia in relazione alla storia, le produzioni artigianali storiche, combinate apromozioni delle produzioni artigianali attuali.Stimolare e valorizzare le particolarità della valle me<strong>di</strong>ante sinergie tra le produzioni e attività locali e i centri<strong>di</strong> movimentazione <strong>di</strong> <strong>per</strong>sone, cose, informazioni.A livello progettuale delle funzioni è auspicabile una valutazione economica con stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> mercato <strong>per</strong>valutare la capacità <strong>di</strong> autosufficienza economica dei beni restaurati, considerando anche la ricadutasull’economia del territorio delle attività in esse inse<strong>di</strong>ate.e) La manutenzione programmataIl piano <strong>di</strong> manutenzione programmata consiste nel dare forma ad una sorta <strong>di</strong> “manuale d’uso” da fornire alfuturo gestore del bene restaurato al fine <strong>di</strong> garantire una idonea <strong>conservazione</strong> del bene stesso nel tempo.Nel manuale andrà specificato cosa si può fare e cosa va evitato in un certo e<strong>di</strong>ficio con certi caratteri.6

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!