11.07.2015 Views

Il problema dei "missed cancers" del colon-retto - Sied

Il problema dei "missed cancers" del colon-retto - Sied

Il problema dei "missed cancers" del colon-retto - Sied

SHOW MORE
SHOW LESS
  • No tags were found...

You also want an ePaper? Increase the reach of your titles

YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.

<strong>Il</strong> <strong>problema</strong><strong>dei</strong> "<strong>missed</strong> cancers"<strong>del</strong> <strong>colon</strong>-<strong>retto</strong>Nonostante la <strong>colon</strong>scopia siacomunemente considerata l’esamedi riferimento per la diagnosi eprevenzione <strong>del</strong>le neoplasie colorettali,l’esame è associato ad un rischiovariabile di non diagnosticarelesioni neoplastiche maligne.Studi di popolazione dimostranoche circa il 5% <strong>dei</strong> cancri sia diagnosticatoin soggetti che nei tre anni precedentierano già stati sottoposti ad una indagine<strong>colon</strong>scopica. Scopo <strong>del</strong>la revisioneè quella di esaminare, attraverso unaanalisi <strong>dei</strong> dati recenti <strong>del</strong>la letteratura,la reale incidenza <strong>del</strong> “<strong>missed</strong> cancer”,discutere le possibili causee quali possano essere gli interventiper limitarne la frequenza.IntroduzioneLa <strong>colon</strong>scopia è comunemente considerata l’esamedi riferimento per la diagnosi e prevenzione <strong>del</strong>le neoplasiecolorettali. Nonostante l’assenza di studi randomizzaticontrollati, sono infatti molte le evidenze indiretteche supportano il ruolo <strong>del</strong>la <strong>colon</strong>scopia nella riduzione<strong>del</strong>l’incidenza <strong>del</strong> cancro colorettale (CCR).Dati recenti <strong>del</strong>la letteratura sembrano però suggerireche l’efficacia reale (effectiveness) <strong>del</strong>la <strong>colon</strong>scopianella prevenzione <strong>del</strong> CCR, specialmente per le lesionilocalizzate nel <strong>colon</strong> destro, possa in realtà essere sovrastimata.In effetti, il riscontro di lesioni neoplastichemaligne in soggetti sottoposti ad esami <strong>colon</strong>scopiciseriati all’interno di programmi di sorveglianza (intervalcancers, o cancri intervallari) o comunque già sottopostiin precedenza ad una <strong>colon</strong>scopia completa non è evenienzacosì rara, e certamente più frequente di quantoFranco RadaelliGiorgio MinoliRLUnità Operativa Complessadi GastroenterologiaOspedale Valduce di Comoipotizzato in passato. Queste neoplasie, rappresentanonella maggior parte <strong>dei</strong> casi l’esito di una lesione nondiagnosticata o rimossa in modo non adeguato nelcorso di una <strong>colon</strong>scopia precedente (<strong>missed</strong> lesion),ma in altri casi sono lesioni con uno sviluppo “de novo”,caratterizzate da rapida crescita correlata a caratteristichebiologiche peculiari <strong>del</strong> tumore stesso.<strong>Il</strong> <strong>problema</strong> <strong>del</strong>le lesioni perse e <strong>dei</strong> cancri intervallariè stato oggetto negli ultimi anni di molte attenzioni,soprattutto per le possibili implicazioni negative riguardoil ruolo <strong>del</strong>la <strong>colon</strong>scopia nella riduzione <strong>del</strong>laincidenza <strong>del</strong> CCR e, più in generale, l’efficienza <strong>dei</strong>programmi di screening.Scopo <strong>del</strong>la revisione è quella di esaminare, alla luce deglistudi più recenti, la reale incidenza <strong>dei</strong> cancri persi edintervallari, la sede e le loro caratteristiche biologiche,le cause <strong>del</strong>la loro mancata osservazione, le potenzialiconseguenze, ed i suggerimenti o le possibilità cheabbiamo per limitarne la frequenza.Giorn Ital End Dig 2010;33:113-118Revisione <strong>del</strong>la Letteratura> rassegna biennale113


LRevisione <strong>del</strong>la Letteratura> rassegna biennaleDimensioni <strong>del</strong> <strong>problema</strong>Informazioni riguardo la reale frequenza ed incidenza dilesioni neoplastiche maligne in pazienti già sottopostiin precedenza ad un esame <strong>colon</strong>scopico sono deducibilida lavori tra loro molto differenti, spesso condotticon motivazioni diverse da quella di valutare l’efficaciareale <strong>del</strong>la <strong>colon</strong>scopia nel diagnosticare e prevenireil CCR. In comune però questi studi prevedono, nellaloro conduzione, l’esecuzione di una valutazione prospetticain pazienti in precedenza già sottoposti aduna <strong>colon</strong>scopia iniziale (endoscopia indice) o retrospettivain pazienti con diagnosi di CCR.Informazioni da studi "back to back"o "tandem <strong>colon</strong>oscopy"Sono studi prospettici, condotti con la ripetizione<strong>del</strong>l’esame <strong>colon</strong>scopico nella medesima giornata,specificatamente condotti per valutare la sensibilità <strong>del</strong>la<strong>colon</strong>scopia nella diagnosi di adenomi. Per quanto moltoutili nel sottolineare i limiti <strong>del</strong>la <strong>colon</strong>scopia nella diagnosidi piccole lesioni, non possono fornire alcuna informazioneriguardo la frequenza di cancri “persi”, ovvero nondiagnosticati, in quanto il numero <strong>dei</strong> pazienti arruolatiè molto limitato, e di conseguenza il numero di cancririscontrati è trascurabile. Una revisione <strong>del</strong> 2006 haconsiderato sei studi per un totale di 465 pazienti ed hasegnalato che la miss-rate per adenomi, indipendentementedalla loro dimensione, era <strong>del</strong> 22% e, in dettaglio,<strong>del</strong> 2% per adenomi > 10 mm, <strong>del</strong> 13% per adenomi di5-10 mm e <strong>del</strong> 26% per lesioni di 1-5 mm (1).logie avanzate di visualizzazione <strong>del</strong>la mucosa, qualiauto-fluorescenza (AFI) e narrow band imaging (NBI)potessero migliorare la accuratezza diagnostica <strong>del</strong>la<strong>colon</strong>scopia, la percentuale di “adenomi persi” è risultataessere <strong>del</strong> 25% e 13%, rispettivamente. L’uso dientrambe le tecnologie avanzate non ha significativamenteridotto la percentuale di lesione perse rispettoalla <strong>colon</strong>scopia eseguita con luce standard (3,4).Informazioni da studi retrospettiviSi basano sulla valutazione retrospettiva, all’interno diuna coorte di pazienti con diagnosi di CCR, <strong>del</strong>le <strong>colon</strong>scopieeseguite in tempi precedenti la diagnosi di cancro.In questi studi, un cancro viene definito arbitrariamentecome lesione persa (<strong>missed</strong> cancer), qualora venga diagnosticatoentro 3 anni dall’ultimo esame <strong>colon</strong>scopico,partendo dal presupposto che sia inverosimile che lesionineoplastiche a lenta crescita come gli adenomi possanoformarsi de novo e trasformarsi in lesioni maligne in unintervallo relativamente breve di tempo.Lavori non recenti, con dati ricavati da database di unao più istituzioni, suggeriscono che circa il 6% <strong>dei</strong> pazienticon CCR erano già stati sottoposti nei tre anni precedentiad una indagine <strong>colon</strong>scopica negativa (5-7) (tabella1). Uno studio pubblicato nel 2009 e condotto su 570pazienti con CCR conferma che il 5% <strong>dei</strong> pazienti erastato sottoposto in precedenza ad indagine endoscopicanegativa, per quanto l’intervallo di tempo consideratotra diagnosi di cancro ed ultima <strong>colon</strong>scopia sia stato piùlungo di quanto usualmente considerato in studi analoghi(5 anni invece di 3 anni) (8) (tabella 1).Lavori più recenti e simili nel disegno ai precedenti han-114Franco Radaelli et al > "Missed cancers" <strong>del</strong> <strong>colon</strong> <strong>retto</strong>tab. 1: percentuale <strong>dei</strong> pazienti con diagnosi di CCR sottoposti in precedenza ad esame <strong>colon</strong>scopicorisultato negativo (miss rate)Anno pubblicazione N° pazienti con CCR “miss rate”Indiana, US (5) 1997 941 5.2%*Giappone (6) 2003 233 6.4%*New Zeland (7) 2004 286 5.9%*South Wales, UK (8) 2009 570 5.0%^* % pazienti sottoposti a <strong>colon</strong>scopia risultata “negativa” nei 3 anni precedenti^ % pazienti sottoposti a <strong>colon</strong>scopia risultata “negativa” nei 5 anni precedentiStudi più recenti confermano questi dati. Heresabachet al riportano in uno studio multicentrico su 286 <strong>colon</strong>scopietandem, una miss rate <strong>del</strong> 28% per polipi < 5mm e <strong>del</strong> 20% per polipi > a 5 mm (2).In due recenti studi condotti con metodica tandem,disegnati con lo scopo primario di valutare se tecnonoperò utilizzato database “di popolazione” e pertantohanno permesso di valutare un grande numero di soggettiper lunghi periodi di tempo.In uno studio condotto in Ontario (Canada) (9) sono staticonsiderati pazienti di età > 20 anni con nuova diagnosidi CCR e tra essi sono stati identificati pazienti già sotto-


tab. 2: studi prospettici di follow-up in pazienti con adenomi sporadiciLRevisione <strong>del</strong>la Letteratura> rassegna biennaleAPPS NPS CPPS PPT WBF VA AFT UDCA TotaleN° pazienti arruolati 864 1.418 930 2.079 1.429 895 1.112 1.285 9.167Disegno <strong>del</strong>lo studio4 bracciStudioendoscopico(2 bracci)2 bracci 2 bracci 2 bracciStudioendoscopico(2 bracci)3 bracci 2 bracci --------Periodo studio 1984-1988 1980-1990 1991-1998 1991-1998 1990-1998 1994-1997 1994-1998 1995-1999 --------N° centri 6 7 7 8 1 13 9 2 --------Colonscopie di f-up Anno 1 e 3F-up mediano,range (mesi)Pazienticon adenoma (n, %)Pazienticon adenomaavanzato (n, %)Pazienti con cancro(n, %)Anno 1 e 3Anno 3Anno 1 e 4 Anno 1 e 4Anno 1 e3 (889 pz)Anno 3(1.304 pz)Anno 2 e 5(adenomi > 1cm)Anno 5(adenomi < 1cm)Anno 3 Anno 3 --------49.1 (11-76) 36.9 (6-57) 48.6 (11-91) 52.1 (7-84) 39.1 (7-88) 59 (8-66) 37 (11-66) 38 (6-88) 47.2 (6-91)432 (51.6) 324 (34.5) 428 (46.9) 1.077 (53.2) 641 (49.2) 395 (45.4) 476 (43.8) 507 (42.5) 4.280 (46-7)128 (15.3) 64 (6.8) 120 (13.1) 195 (9.6) 177 (13.6) 69 (7.9) 108 (9.9) 163 (13.7) 1.024 (11.2)5 (0.6) 3 (0.3) 8 (0.9) 13 (0.6) 8 (0.6) 8 (0.9) 6 (0.6) 7 (0.6) 58 (0.6)APPS: Antioxidan Polyp Prevention TrialNPS: National Polyp StudyCPPS: Calcium Polyp Prevention TrialPPT: Polyp Prevention TrialWBF: Wheat Bran Fiber StudyVA: Veteran Affairs Cooperative StudyAFT: Aspirin Folate Trial;UDCA: Ursodeoxycholic Acid Studyposti ad esame <strong>colon</strong>scopico nei tre anni precedenti ladiagnosi. Sono stati valutati 3.288 pazienti con cancrolocalizzato nel <strong>colon</strong> destro, 777 con lesioni nel <strong>colon</strong>trasverso, 710 alla flessura splenica/discendente, 7.712con lesioni <strong>del</strong> sigma o <strong>retto</strong>. La percentuale di cancripersi è stata 5.9%, 5.5%, 2.1% e 2.3% rispettivamente.All’analisi multivariata, variabili associate in modo indipendentead un maggior rischio di perdere cancri sono lasede <strong>del</strong>la neoplasia (lesioni <strong>del</strong> <strong>colon</strong> destro o trasverso),l’età avanzata <strong>del</strong> paziente, la presenza di diverticolosi, ilfatto che l’esame sia stato eseguito non da un gastroenterologoed in un ambulatorio piuttosto che in ospedale.Con il data base <strong>del</strong>la provincia <strong>del</strong> Manitoba (Canada),Singh et al (10) hanno analizzato più di 45.000 soggetti dietà > 40 anni sottoposti a <strong>colon</strong>scopia con esito negativotra il 1989 ed il 2006 ed hanno rilevato che <strong>dei</strong> 300 cancriosservati in follow-up medio di 5 anni (229.090 individui/anno), ben 137 erano stati diagnosticati entro 36 mesidalla <strong>colon</strong>scopia negativa. Per quanto sopra detto, sipuò pensare che queste lesioni fossero già presenti almomento <strong>del</strong> primo esame e pertanto possano essereconsiderate come “lesioni perse”. Di queste, 90(66%) erano localizzate a destra (cancri prossimali).Informazioni da studiprospettici di sorveglianzain pazienti con adenomiUn recente studio (11) ha analizzato in modo cumulativoi dati provenienti da 8 studi prospettici nord-americanifinalizzati alla valutazione di efficacia di interventidi chemio prevenzione (5 studi) o <strong>del</strong>la polipectomia (3studi) nella prevenzione <strong>del</strong>le neoplasie coliche. <strong>Il</strong> disegno,simile per tutti gli otto studi, prevedeva l’arruolamentodi pazienti con riscontro di almeno un adenomaalla <strong>colon</strong>scopia basale ed un follow-up mediodi almeno 36 mesi, durante il quale venivano eseguite<strong>colon</strong>scopie di sorveglianza ad intervalli di tempo predefiniti.Le caratteristiche principali degli studi sono riassuntinella tabella 2. L’analisi cumulativa aveva comeend-point primario quello di definire il rischio attuale disviluppo di cancri o adenomi avanzati dopo la polipectomiaendoscopia ed i fattori di rischio associati.Sono stati valutati complessivamente 9.167 pazienti;durante un follow-up mediano di circa 4 anni, 58(0.6%) hanno sviluppato un cancro invasivo e 1.082Giorn Ital End Dig 2010;33:113-118115


LRevisione <strong>del</strong>la Letteratura> rassegna biennale116Franco Radaelli et al > "Missed cancers" <strong>del</strong> <strong>colon</strong> <strong>retto</strong>(11.8%) neoplasie avanzate (adenoma con dimensione> 1cm, e/o componente villosa, e/o displasiaad alto grado). Età avanzata e le caratteristiche degliadenomi (numero e dimensioni) alla coloscopia basalesono risultati essere i fattori di rischio più importantiper lo sviluppo di neoplasie avanzata e cancro.Le conclusioni di questa analisi sono che l’occorrenzadi neoplasia avanzata è relativamente comune insoggetti sottoposti a polipectomia, sottolineando ancorauna volta l’importanza <strong>del</strong>la sorveglianza endoscopica.Viceversa, per quanto riguarda i cancri, chein questo contesto possiamo correttamente definire“intervallari”, la loro incidenza, sebbene non sia trascurabile(valore medio 0.6%, con un range compresotra 0.3 e 0.9), è sicuramente molto bassa.Informazioni da studi prospetticicondotti in soggetti sottopostia <strong>colon</strong>scopia di screeningStudi recenti hanno valutato l’incidenza di neoplasia incoorti di soggetti sottoposti a <strong>colon</strong>scopia di screening.In un gruppo di 715 soggetti asintomatici a medio rischiosottoposti a <strong>colon</strong>scopia di screening tra il 1989 ed il1993, i cancri diagnosticati nel corso di un follow-up (8anni) sono stati sette; di questi, solo 2 sono stati riscontratientro i tre anni e per tanto potenzialmente considerabilicome <strong>missed</strong> cancers (12).<strong>Il</strong> rischio di <strong>missed</strong> cancer o cancro intervallare è pertantomolto basso nell’ambito di una popolazione asintomatica,ed appare sostanzialmente nullo nei pazientisottoposti a screening con <strong>colon</strong>scopia basale negativa,come dimostrato in due recenti studi.Imperiale et al (13) hanno valutato in una coorte di 2.436individui sottoposti a screening <strong>colon</strong>scopico negativo,1.256 soggetti che hanno ripetuto l’esame in un intervallomedio di tempo di circa 5 anni. Alla seconda coloscopia,sono stati riscontrati un totale di 19 adenomiavanzati (adenoma > 10 mm con componente villosa ocon displasia severa o carcinoma invasivo) in 16 (1.3%)soggetti, mentre non è stato riscontrato nessun cancro.Dati <strong>del</strong> tutto sovrapponibili sono riportati in uno studiocinese (14). In una coorte di 511 soggetti a rischio genericosottoposti a screening <strong>colon</strong>scopico, tra coloro con<strong>colon</strong>scopia basale negativa, la diagnosi di adenomaavanzato alla <strong>colon</strong>scopia di re-screening dopo 5 anniè stata formulata in 5/401 individui (1.4%) e non è statodiagnosticato nessun cancro. Di contro, nei 110 soggetticon esame iniziale positivo, la prevalenza di neoplasieavanzate è stata <strong>del</strong> 20%. Tutti questi studi suggerisconoche nei soggetti a rischio generico sottoposti ascreening il rischio di neoplasia avanzata a 5 anni dopouna <strong>colon</strong>scopia negativa è molto basso ed il rischio dicancro intervallare prossimo allo zero.Ad oggi, non esistono purtroppo dati riguardo la fre-quenza di cancri persi ed intervallari in soggetti a rischiogenerico con sangue occulto positivo sottoposti a <strong>colon</strong>scopiacome accertamento di II livello.Dalla analisi <strong>dei</strong> risultati di questi studi sul rischio cancripersi o intervallari, appare evidente che esiste una certadiscrepanza in quanto riportato in studi retrospettivi (rischiorilevante) e prospettici (rischio molto basso e spessotrascurabile ). Questa discrepanza trova la sua giustificazionein molteplici fattori, basti pensare a differenzesostanziali tra le popolazioni di studio (pazienti sintomaticiversus soggetti asintomatici reclutati all’interno di programmidi sorveglianza o screening). È però importanteanche sottolineare come gli studi prospettici non necessariamentesiano rappresentativi di ciò che realmenteaccade nella pratica clinica. L’incidenza <strong>dei</strong> cancri persiall’interno di un protocollo di studio condotto in centridi riferimento è plausibile possa essere minore di quellariscontrata nel mondo reale, è ciò potrebbe banalmenteriflettere una differente qualità <strong>del</strong>l’esame <strong>colon</strong>scopicotra quanto eseguito in centri di riferimento da operatoriesperti e quanto eseguito nel mondo reale.Dagli studi emerge anche chiaramente che il rischio dilesioni perse è strettamente correlato alla probabilità dipatologia, e pertanto maggiore nei soggetti sintomaticirispetto ai soggetti sottoposti a screening o sorveglianza.Tra questi ultimi, il rischio appare correlato alla prevalenzadi lesioni neoplastiche alla <strong>colon</strong>scopia basale, ovveromaggiore nei soggetti con riscontro di adenomi rispettoa pazienti con esame normale.Sedi <strong>del</strong>le lesioni persee possibili interpretazioniDagli studi sopra accennati già si deduce che le lesioniperse sono con maggior frequenza situate nel <strong>colon</strong> destro.Per esempio il già citato studio canadese (9) riferiscedi una miss rate <strong>del</strong> 5.9% per le lesioni perse adestra, che si riduce al 2.3% per il sigma-<strong>retto</strong> e nellostudio di Singh (10) i cancri diagnosticato entro 3 annida una <strong>colon</strong>scopia negativa sono risultati localizzatia destra nel 66% <strong>dei</strong> casi.Tre recenti studi, due canadesi ed uno tedesco, sembranoconfermare, seppur in modo indi<strong>retto</strong>, l’osservazioneche la maggior parte <strong>del</strong>le lesioni perse siano situatenel <strong>colon</strong> prossimale, dimostrando la maggiore efficacia<strong>del</strong>la <strong>colon</strong>scopia nella prevenzione <strong>dei</strong> cancridistali rispetto a quelli prossimale.In una analisi retrospettiva di una ampia coorte di 111.402pazienti canadesi con esame <strong>colon</strong>scopico negativo,eseguito per screening o diagnosi tra il 1992 e 1997, edosservati fino al dicembre 2005, Lakoff et al (15) hannoconfermato una riduzione globale di incidenza <strong>del</strong> CCRin ciascuno <strong>dei</strong> 14 anni di follow-up nei confronti <strong>del</strong>la


LRevisione <strong>del</strong>la Letteratura> rassegna biennalerestante popolazione <strong>del</strong>l’Ontario. In realtà, mentre peri cancri distali una riduzione <strong>del</strong> rischio si mantenevacostante durante tutto il periodo di osservazione, per icancri prossimali una riduzione <strong>del</strong> rischio di incidenzasi evidenziava tardivamente, dopo almeno 7 anni difollow-up. Ciò è interpretabile con la presenza di unnumero significativo di lesioni perse nel <strong>colon</strong> prossimalenei primi anni di follow-up.Baxter at al (16) in uno studio di popolazione caso-controllohanno valutato 10.292 pazienti deceduti per CCR,confrontati con rapporto 1:5 con 51.460 controlli, selezionatinella popolazione <strong>del</strong>l’Ontario, appaiati per sesso,età, status socioeconomico, e sede geografica. Gli autorihanno osservato che pazienti deceduti per CCR menofrequentemente erano stati sottoposti ad una <strong>colon</strong>scopiacompleta (OR 0.63). Ciononostante, l’esecuzione <strong>del</strong>la<strong>colon</strong>scopia si associava ad una importante riduzione <strong>del</strong>lemorti per CCR con sede distale (sinistra) (OR, 0.33), manon prossimale, confermando l’efficacia <strong>del</strong>la <strong>colon</strong>scopianel ridurre il rischio di morte per cancro, ma per un effettodi riduzione di mortalità limitata alla sede sinistra.Brenner et al (17) sono giunti ad analoga conclusione studiandouna popolazione di 3.287 partecipanti ad un programmadi screening, di cui 586 riferivano di avere subitoin passato una <strong>colon</strong>scopia. Neoplasie colorettali avanzate(adenomi avanzati e/o cancri) sono stati diagnosticatinello 11% di coloro che non avevano storia di precedenti<strong>colon</strong>scopie e nel 6% di coloro che riferivano di averla subitanei dieci anni precedenti, con pertanto una riduzione<strong>del</strong> rischio totale in questi ultimi di circa il 50% (OR 0.52).Anche in questo studio è però stato dimostrato chela riduzione <strong>del</strong> rischio è risultata assente per il <strong>colon</strong>destro e consistente per il <strong>colon</strong> sinistro.Riassumendo, i dati di letteratura bene dimostrano comel’efficacia <strong>del</strong>la <strong>colon</strong>scopia nel prevenire il CCRsia significativamente inferiore per <strong>colon</strong> prossimalerispetto al distale. Quali siano le motivazioni è tutt’oraincerto, ma certamente la possibilità che l’esame possaperdere lesioni per fallimento di intubazione <strong>del</strong> ciecoo scarsa qualità tecnica è la più probabile. A favoredi ciò ci sono numerosi studi che documentano che ilraggiungimento <strong>del</strong> fondo ciecale, almeno nella praticaclinica, non è sempre così frequente: 76,9%, in GranBretagna (18), 80.6% in Italia (19), 69,6% in Portogallo(20), ed il fenomeno è segnalato anche in Canada(21) e negli Stati Uniti (22) Al di là <strong>del</strong>le percentualimedie di intubazione riportati, il dato più importanteè l’estrema variabilità tra gli endoscopisti riguardo laqualità di esecuzione <strong>del</strong>l’esame, legata non solo a differenzetecniche nella performance <strong>del</strong>la procedura (tecnicae velocità in uscita, riconoscimento di lesioni piane,capacità nell’asportare in modo completo lesioni piane epolipoidi), ma anche a caratteristiche personali (ossessività,scrupolosità, impulsività) e fattori organizzativi (pressionecorrelata a carici di lavoro, livello di addestramento).Altre motivazioni plausibili per spiegare la minore efficacia<strong>del</strong>la <strong>colon</strong>scopia nel prevenire il CCR prossimale sono ilimiti legati alla preparazione intestinale, che tipicamenteè peggiore nel <strong>colon</strong> destro rispetto al sinistro o le caratteristicheproprie <strong>del</strong>le lesioni <strong>del</strong> <strong>colon</strong> destro, sianoesse morfologiche o di tipo biologico/molecolare. A taleproposito, ricordiamo che gli adenomi piani (che piùfacilmente possono sfuggire all’osservazione) hannopiù frequentemente istologia avanzata con maggior rischiodi evoluzione e sono nel 70% <strong>dei</strong> casi localizzatia monte <strong>del</strong>la flessura splenica (23).Interessante notare come due recentissimi studi di popolazioneconfermano come l’effectiveness <strong>del</strong>l’esamesia maggiore nei casi in cui le procedure siano eseguiteda gastroenterologi rispetto a non-gastroenterologi(9). In questi casi, infatti, la diagnosi di cancro dopol’esecuzione di un esame negativo (e pertanto la probabilitàdi lesioni perse) è significativamente inferiore.Suggerimenti per migliorarel’efficacia <strong>del</strong>la <strong>colon</strong>scopiaSebbene i miglioramenti tecnologici degli strumenti endoscopicipossano incrementare il riscontro di lesioni,il loro impatto è modesto quando confrontato con ipotenziali margini di miglioramento che possono derivaredalla riduzione <strong>del</strong>la variabilità individuale tra gliendoscopisti nella performance <strong>del</strong>l’esame. Del restoè proprio il comportamento medico il fattore determinantele differenze che in ambito sanitario si evidenzianotra efficacy (migliore evidenza) ed effectiveness(pratica clinica routinaria) (24).Evidenze suggeriscono che i programmi specifici dimiglioramento continuo (CQI = Continous Quality Improvement)riducono le variabilità tra gli endoscopistiriguardo i parametri di performance tecnica <strong>del</strong>l’esame(es. raggiungimento <strong>del</strong> cieco ed il riscontro diadenomi) e ne migliorano i risultati senza la necessitàdi particolari investimenti economici (25).<strong>Il</strong> CQI ha già avuto su questa rivista un importante contributocon la pubblicazione <strong>del</strong>le Schede per la Valutazione<strong>del</strong>la Qualità <strong>del</strong>le Procedure Endoscopiche allequali rimandiamo per integrazioni ed approfondimenti(26). L’adozione sistematica e “continua” <strong>del</strong> processoconsente, mediante audit ciclicamente ripetuti, di verificarel’andamento degli indicatori di qualità (raggiungimento<strong>del</strong> fondo, percentuale di riscontro di polipi/adenomi, tempo di estrazione <strong>del</strong>lo strumento, qualità<strong>del</strong>la preparazione intestinale o altri dedotti dal lavoroquotidiano), di confrontarli con i valori di riferimento(benchmarking) quindi di adottare i provvedimenti necessariper ovviare alle criticità (27).Giorn Ital End Dig 2010;33:113-118117


118Franco Radaelli et al > "Missed cancers" <strong>del</strong> <strong>colon</strong> <strong>retto</strong>LRevisione <strong>del</strong>la Letteratura> rassegna biennaleConclusioniAnche se gli studi considerati sono stati condotti conmetodologie diverse e con finalità diverse e non sonotra loro paragonabili possiamo concludere che la<strong>colon</strong>scopia, sebbene considerata il “gold standard”per la diagnosi <strong>del</strong>le neoplasie coliche, presenta evidentilimiti di sensibilità. Lesione neoplastiche avanzatee cancri possono sfuggire all’esame, e questovale soprattutto per le lesioni localizzate a destra,nei segmenti prossimali. La <strong>colon</strong>scopia è una proceduraoperatore-dipendente; interventi finalizzati almiglioramento <strong>del</strong>la qualità <strong>del</strong>l’esame sono necessariper massimizzare l’efficacia <strong>del</strong>la <strong>colon</strong>scopia,ridurre l’incidenza di CCR ed incrementare l’efficienza<strong>dei</strong> programmi di screening. Le “lesioni perse” sonosicuramente un errore e/o una colpa ma dovremmoforse concentrarci anche sul tentativo di trasformarliin indicatori di qualità e stabilire valori soglia al di sotto<strong>del</strong> quale possano essere (con tutto il dispiacere possibile)realisticamente accettati.CorrispondenzaFranco RadaelliUOC GastroenterologiaOspedale ValduceVia Dante, 11 - 22100 ComoTel. + 39 031 324111Fax + 39 031 308047e-mail: francoradaelli@virgilio.itBibliografia1. van Rijn JC, Reitsma JB, Stoker J, Bossuyt PM, van Deventer SJ,Dekker E. Polyp miss rate determined by tandem <strong>colon</strong>oscopy: asystematic review. Am J Gastroenterol 2006;101:343-50.2. Hersabach D, Barrioz T, Lapalus MG, Coumaros D, Bauret P,Potier P, Sautereau D, Boustière C, Grimaud JC, Barthélémy C,Sée J, Serraj I, D'Halluin PN, Branger B,Ponchon T. Miss rate forcolorectal neoplastic polyps: a prospective multicenter study ofback-to-back video <strong>colon</strong>oscopies. Endoscopy 2008;40:284-90.3. van den Broek FJ, Fockens P, Van Eeden S, Kara MA, HardwickJC, Reitsma JB, Dekker E. Clinical evaluation of endoscopictrimodal imaging for the detection and differentiation of <strong>colon</strong>icpolyps.Clin Gastroenterol Hepatol 2009;7:288-95.4. Kaltenbach T, Friedland S, Soetikno R. A randomisedtandem <strong>colon</strong>oscopy trial of narrow band imaging versuswhite light examination to compare neoplasia miss rates.Gut 2008;57:1406-12.5. Haseman JH, Lemmel GT, Rahmani EY, Rex DK Failure of<strong>colon</strong>oscopy to detect colorectal cancer: Evaluation of 47 casesin 20 Hospitals. Gastrointest Endoscopy 1997;45:451-5.6. Hosokawa O, Shirasaki S, Kaizaki Y, Hayashi H, Douden K, HattoriM. Invasive colorectal cancer detected up to 3 years after a<strong>colon</strong>oscopy negative for cancer. Endoscopy 2003;35:506-10.7. Leaper M, Johnston MJ, Barclay M, Dobbs BR, Frizelle FA.Reasons for failure to diagnose colorectal carcinoma at<strong>colon</strong>oscopy. Endoscopy 2004;36:499-503.8. Somasekar A, James L, Stephenson BM, Thompson IW,Vellacott KD, Allison MC. The value of auditing negative lowerGI investigations preceding a final diagnosis of colorectalcancer. Colorectal Dis 2009;11:740-4.9. Bressler B, Paszat LF, Chen Z, Rothwell DM, Vinden C,Rabeneck L. Rates of new or <strong>missed</strong> colorectal cancersafter <strong>colon</strong>oscopy and their risk factors: a populationbasedanalysis. Gastroenterology 2007;132:96-102.10. Singh H, Nugent Z, Mahmud SM, A. Demers AA, Bernstein CN.Predictors of colorectal cancer after negative <strong>colon</strong>oscopy: apopulation-based study Am J Gastroenterol 2010;105;663-673.11. Mart Ã-nez ME, Baron JA, Lieberman DA, Schatzkin A, Lanza E,Winawer SJ, Zauber AG,Jiang R, Ahnen DJ, Bond JH, Church TR,Robertson DJ, Smith-Warner SA, Jacobs ET, Alberts DS, GreenbergER. A pooled analysis of advanced colorectal neoplasia diagnoses after<strong>colon</strong>oscopic polypectomy. Gastroenterology 2009;136:832-41.12. Kahi CJ, Imperiale TF, Juliar BE, Rex DK. Effect of screening<strong>colon</strong>oscopy on colorectal cancer incidence and mortality. ClinGastroenterol Hepatol. 2009;7:770-5.13. Imperiale TF, Glowinski EA, Lin-Cooper C, Larkin GN, Rogge JD,Ransohoff DF. Five-year risk of colorectal neoplasia after negativescreening <strong>colon</strong>oscopy. N Engl J Med 2008;359:1218-24.14. Leung WK, Lau JY, Suen BY, Wong GL, Chow DK, Lai LH, To KF, YimCK, Lee ES,Tsoi KK, Ng SS, Sung JJ. Repeat-screening <strong>colon</strong>oscopy5 years after normal baseline-screening <strong>colon</strong>oscopy in average-riskChinese: a prospective study. Am J Gastroenterol 2009;104:2028-34.15. Lakoff J, Paszat LF, Saskin R, Rabeneck L. Risk of developingproximal versus distal colorectal cancer after a negative<strong>colon</strong>oscopy: a population-based study. Clin GastroenterolHepatol 2008;6:1117-21.16. Baxter NN, Goldwasser MA, Paszat LF, Saskin R, UrbachDR, Rabeneck L. Association of <strong>colon</strong>oscopy and deathfrom colorectal cancer Ann Intern Med 2009;150:1-8.17. Brenner H, Hoffmeister M, Arndt V, Stegmaier C, AltenhofenL, Haug U. Protection from right- and left-sided colorectalneoplasms after <strong>colon</strong>oscopy: population-based study.J Natl Cancer Inst 2010;102:89-95.18. Bowles CJA, Leicester R, Ramaya E, Swarbrick E, Williams CB,Epstein O. A prospective study of <strong>colon</strong>oscopy practice in theUK today: are we adequately prepared for National colorectalcancer screening tomorrow? Gut 2004;53:277-283.19. Radaelli F, Meucci G, Minoli G, Italian Association of HospitalGastroenterologists (AIGO). Colonoscopy practice in Italy: aprospective Survey on behalf of the Italian Association ofHospital Gastroenterologists. Dig Liver Dis 2008;40:897-904.20. Cremers MI, Marques-Vidal P, NGHD (Núcleo de Gastrenterologia dosHospitais Distritais). Colonoscopies in Portuguese district hospitals: amulticentric transverse study. Dig Liver Dis 2006;38:912-7.21. Shah HA, Paszat LF, Saskin R, Stukel TA, Rabeneck L. Factorsassociated with incomplete <strong>colon</strong>oscopy: a population-basedstudy. Gastroenterology 2007;132:2297-303.22. Kazarian ES, Carreira FS, Toribara NW, Denberg TD.Colonoscopy completion in a large safety net health care system.Clin Gastroenterol Hepatol 2008;6:438-42.23. Soetikno RM, Kaltenbach T, Rouse RV, Park W, Maheshwari A,Sato T, Matsui S, Friedland S. Prevalence of nonpolypoid (flatand depressed) colorectal neoplasms in asymptomatic andsymptomatic adults. JAMA 2008;299:1027-35.24. Grol R, Grimshaw J. From best evidence to best practice: effectiveimplementation of change in patients' care. Lancet 2003;362:1225-30.25. Imperiali G, Minoli G, Meucci GM, Spinzi G, Strocchi E, TerruzziV, Radaelli F. Effectiveness of a continuous quality improvementprogram on <strong>colon</strong>oscopy practice. Endoscopy 2007;39:314-8.26. Di Giulio E, Carnuccio A. Schede per la Valutazione <strong>del</strong>laQualità <strong>del</strong>le procedure Endoscopiche. Gior Ital End Dig2006;3:suppl 1, Ed. Area Qualità.27. Faigel DO, Cotton PB. The London OMED position statementfor credentialing and quality assurance in digestive endoscopy.Endoscopy 2009;41:1069-1074.

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!