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spettrofotometria di assorbimento atomico - Dipartimento di Chimica

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SPETTROFOTOMETRIA DIASSORBIMENTO ATOMICOE’ una delle tecniche più usateoggi per l'analisi degli elementiin tracce (soprattutto metalli)in matrici <strong>di</strong> ogni genere.•Acque•Terreni•Alimenti•Leghe metalliche.Viene usata quasi esclusivamente per l'analisi quantitativa!L'elemento in esame viene atomizzato e bersagliato con ra<strong>di</strong>azioni<strong>di</strong> lunghezza d'onda opportuna; per effetto dell’<strong>assorbimento</strong><strong>atomico</strong>, l'intensità del raggio <strong>di</strong>minuisce e l'attenuazione puòessere correlata alla concentrazione dell'elemento nel campioneme<strong>di</strong>ante una legge formalmente analoga alla legge <strong>di</strong> Beer


ASSORBIMENTO ATOMICOL'<strong>assorbimento</strong> <strong>atomico</strong>è seguito da un processo<strong>di</strong> rilassamento cheavviene prevalentementeper via termica, nonra<strong>di</strong>ante (in inglese,quenching)Solo una frazione molto piccola degli atomi eccitati da luogo afluorescenza atomica


SPETTRI DI ASSORBIMENTOATOMICOL'insieme delle possibili transizioni elettroniche versoorbitali più esterni è caratteristico <strong>di</strong> ciascun elemento.Ogni transizione corrisponde all'<strong>assorbimento</strong> <strong>di</strong> una precisaenergia e produce una riga spettrale con una caratteristicalunghezza d'ondaIn genere le righe si raggruppano in serie, che corrispondonoa transizioni che avvengono a partire da uno stesso orbitale


Per esempio nel caso del so<strong>di</strong>o si <strong>di</strong>stinguono quattro serie:• serie <strong>di</strong>ffusa (transizioni 3p—>nd, con n=3, 4, 5, 6, ...);• serie principale (transizioni 3s—>np, con n=3, 4, 5, 6, ...);• serie netta o stretta(transizioni 3p—>ns, con n=4, 5, 6,...);• serie fondamentale o <strong>di</strong>Bergmann (transizioni 3d—>nf,con n=4, 5, ...).


Ogni riga spettrale inrealtà, è doppia, perchéogni transizione elettronicapuò generare due statieccitati dell'atomo, <strong>di</strong>energia molto simile,caratterizzati da un <strong>di</strong>versonumero quantico totale <strong>di</strong>spin (1/2 o 3/2)


ALLARGAMENTO DELLE RIGHESPETTRALILe righe degli spettri <strong>di</strong> <strong>assorbimento</strong> (e <strong>di</strong> emissione) non sonoperfettamente monocromatiche;Si presentano come bande con una ampiezza dell'or<strong>di</strong>ne <strong>di</strong> 0,002 nmL'allargamento delle righe spettrali è dovuto a tre fenomeniprincipali: allargamento <strong>di</strong> Lorentz, Doppler e naturale.


Allargamento <strong>di</strong> Lorentz. Gli atomi si urtano continuamente e lecollisioni ne fanno variare, anche se <strong>di</strong> poco, i livelli energetici. Diconseguenza, l'<strong>assorbimento</strong> <strong>di</strong> ra<strong>di</strong>azioni non avviene a un'unicafrequenza, ma in una gamma comunque molto ristretta <strong>di</strong> frequenze.Dato che gli urti sono casuali, la banda è <strong>di</strong> tipo gaussiano.Allargamento Doppler. Quando gli atomi assorbono ra<strong>di</strong>azioni sono incontinuo movimento sia rispetto alla sorgente sia rispetto alrivelatore. Di conseguenza, per effetto Doppler, la frequenzaassorbita da ogni atomo è, sia pure lievemente, <strong>di</strong>versa da quellaemessa dalla sorgente (o raccolta dal rivelatore).Allargamento naturale. La materia ha una doppia natura: si comportasia come una particella sia come un'onda.Principio <strong>di</strong> indeterminazione <strong>di</strong> HeisenbergEsiste una ben precisa relazione fra il tempo (∆t) che un atomotrascorre in un determinato stato quantico e l'energia <strong>di</strong>questo stato. Tale energia non è ben definita, ma si colloca inun intervallo (∆E) <strong>di</strong> possibili valori; precisamente:∆E ∆t≥ h/2p


ASSORBIMENTO ATOMICO ECONCENTRAZIONEPer determinare la quantità <strong>di</strong> un elemento, si può atomizzare ilcampione in cui è contenuto, eccitare i suoi atomi con ra<strong>di</strong>azioni<strong>di</strong> opportuna lunghezza d'onda e misurare la ra<strong>di</strong>azioneassorbita (più precisamente, il flusso ra<strong>di</strong>ante).Con i comuni sistemi <strong>di</strong> atomizzazione termica, almeno il 99,9%degli atomi <strong>di</strong> un elemento si trova nel livello elettronicofondamentale; in prima approssimazione, dunque, tutti gli atomigenerati dal sistema <strong>di</strong> atomizzazione, in<strong>di</strong>pendentemente dallaenergia <strong>di</strong> eccitazione e dalla temperatura, vengono eccitatidalla ra<strong>di</strong>azione che li investe (e <strong>di</strong> cui si misural'<strong>assorbimento</strong>).


L'<strong>assorbimento</strong>, che <strong>di</strong>pende dal numero <strong>di</strong> atomi nello statofondamentale, è <strong>di</strong>rettamente proporzionale all'intera popolazione <strong>di</strong>atomi presenti sul cammino ottico della ra<strong>di</strong>azione e quin<strong>di</strong> allaconcentrazione dell'elemento nel campione.In queste con<strong>di</strong>zioni l'<strong>assorbimento</strong> <strong>atomico</strong>, sia pure in unintervallo <strong>di</strong> linearità abbastanza ristretto, segue una legge analogaalla legge <strong>di</strong> Beer, descritta per l'<strong>assorbimento</strong> molecolarePer un generico elemento, eccitato da una ra<strong>di</strong>azione monocromatica,i cui atomi siano <strong>di</strong>spersi in fase gassosa vale:Dove:A=xbNx è il coefficiente spettrale <strong>di</strong> <strong>assorbimento</strong> <strong>atomico</strong>b lo spessore dello strato assorbenteN il numero totale <strong>di</strong> atomi liberi.


STRUMENTAZIONELo spettrofotometro per <strong>assorbimento</strong> <strong>atomico</strong> può essere <strong>di</strong> tipomonoraggio o doppio raggio.


SORGENTITutte le sorgenti per <strong>assorbimento</strong> <strong>atomico</strong> si basano sul principio <strong>di</strong>eccitare gli atomi dell'elemento da analizzare in modo che emettanora<strong>di</strong>azioni alle caratteristiche lunghezze d'onda; queste vengono poiassorbite dal campione allo stato <strong>di</strong> gas <strong>atomico</strong>.L'<strong>assorbimento</strong> <strong>atomico</strong> è destinato quasi esclusivamente a indagini<strong>di</strong> tipo quantitativo, che non richiedono la registrazione <strong>di</strong> spettri, equin<strong>di</strong> non è necessario che la lampada emetta in tutto il campospettrale.I tipi <strong>di</strong> sorgente più usati sono tre:• lampada a catodo cavo;• lampada a scarica elettro<strong>di</strong>ca <strong>di</strong> gas;• lampada a scarica <strong>di</strong> ra<strong>di</strong>ofrequenza.MetodologieSpecialiinAnalisiFarmaceuticaAA 2002/03In genere il raggio della sorgente viene pulsato, per <strong>di</strong>stinguerlodalla ra<strong>di</strong>azione continua emessa dalla fiamma


Lampade a catodo cavoSono le sorgenti più usate, anche se presentano qualche problemaper l'analisi <strong>di</strong> metalli alcalini e <strong>di</strong> elementi molto volatili (come As,Se, Cd), che hanno vita molto breve e danno emissioni <strong>di</strong> bassaintensità.


Sono <strong>di</strong>sponibili due tipi <strong>di</strong> lampade a catodo cavo:• a singolo elemento, utili per le analisi <strong>di</strong> routine <strong>di</strong> un singoloelemento e quando è richiesta una elevata sensibilità;• multielemento, per analisi saltuarie <strong>di</strong> <strong>di</strong>versi elementi insequenza. Sono meno sensibili delle lampade a singolo elemento epossono dare origine a sovrapposizione fra le righe spettrali,dannose soprattutto nel caso <strong>di</strong> analisi in tracce (condotte vicino ailimiti <strong>di</strong> rivelabilità).Lampade a scarica elettro<strong>di</strong>ca <strong>di</strong> gas.Sono costituite da un'ampolla <strong>di</strong> vetro in cui è posto il metalloinsieme a una coppia <strong>di</strong> elettro<strong>di</strong>. Applicando una d.d.p. opportuna frai due elettro<strong>di</strong>, si produce una scarica elettrica: il metallo sivaporizza e i suoi atomi, eccitati, emettono le caratteristichera<strong>di</strong>azioni.


Lampade a scarica in ra<strong>di</strong>ofrequenzaSono <strong>di</strong>sponibili per l'analisi <strong>di</strong>: Sb, As, Bi, Cd, Cs, Ge, Pb, Hg, P,K, Rb, Se, Te, Tl, Sn, Ti, Zn.Rispetto alle lampade a catodo cavo, richiedono un'ottica e unaalimentazione specifiche. Il comparto per la lampada, oltre alsistema <strong>di</strong> aggancio e allineamento dei bulbi, contiene anche un<strong>di</strong>spositivo per erogare corrente elettrica in modo controllato.


SISTEMI DI ATOMIZZAZIONEATOMIZZATORE A FIAMMAIl sistema <strong>di</strong> atomizzazione più <strong>di</strong>ffuso sfrutta una fiamma,alimentata a gas, in cui viene nebulizzata una soluzione del campione.Il <strong>di</strong>spositivo è costituito da un bruciatore a flusso laminare conpremiscelatore.La combustione e l'atomizzazioneavvengono sulla testata del bruciatore.


I bruciatori possono avere testate <strong>di</strong> <strong>di</strong>verso tipo, più o meno adattealle <strong>di</strong>verse miscele combustibile/comburente e al tipo <strong>di</strong> matriceanalizzata:• da 10 cm, con una fen<strong>di</strong>tura, per fiamma aria-acetilene; è la piùusata;• da 10 cm, con tre fen<strong>di</strong>ture, per soluzioni ad alto contenuto <strong>di</strong> soli<strong>di</strong><strong>di</strong>sciolti;• da 5 cm, per fiamma protossido <strong>di</strong> azoto-acetilene e per fiammaaria-acetilene quando si deve ampliare l'intervallo <strong>di</strong> linearità senzaalterare i limiti <strong>di</strong> rivelabilità.Tipi <strong>di</strong> fiammaTutte le fiamme danno un «<strong>assorbimento</strong> <strong>di</strong> fondo», particolarmenteintenso nel lontano UV (190-200 nm), che può interferire con l'analisi<strong>di</strong> elementi che assorbono in quella regione spettrale (come As e Se).


Fiamma aria-acetileneCon questi gas si usa una testata standard da 10 cm, con fen<strong>di</strong>turasingola o tripla; la temperatura <strong>di</strong> fiamma è <strong>di</strong> circa 2300 °C.E’ la più usata, perché adatta per l'analisi <strong>di</strong> moltissimi metalliFiamma aria-idrogenoLa temperatura <strong>di</strong> fiamma arriva fino a 2050 °C. E’ particolarmenteadatta per l'analisi <strong>di</strong> metalli alcalini, perché ne riduce la ionizzazione.Inoltre risulta ridotto l'<strong>assorbimento</strong> <strong>di</strong> fondo alle lunghezze d'ondasecondarie


Fiamma protossido <strong>di</strong> azoto-acetileneLa temperatura <strong>di</strong> fiamma arriva fino a 2800 °C. Viene usata perl'analisi <strong>di</strong> elementi (come Al, Ba, V, Ti, Si, Zr) che tendono aformare composti in<strong>di</strong>ssociatiFiamma aria/argon-idrogenoLa temperatura <strong>di</strong> fiamma è piuttosto bassa, fra 300 e 800 °C.Come ossidante si usa l'aria dell'ambiente. L'<strong>assorbimento</strong> <strong>di</strong>fondo nel lontano UV è molto minore rispetto a quello delle altrefiamme


Fiamma protossido <strong>di</strong> azoto-acetileneLa temperatura <strong>di</strong> fiamma arriva fino a 2800 °C. Viene usata perl'analisi <strong>di</strong> elementi (come Al, Ba, V, Ti, Si, Zr) che tendono aformare composti in<strong>di</strong>ssociati (perlopiù ossi<strong>di</strong>) e che quin<strong>di</strong>richiedono temperature più elevate.Fiamma aria/argon-idrogenoLa temperatura <strong>di</strong> fiamma è piuttosto bassa, fra 300 e 800 °C.Come ossidante si usa l'aria dell'ambiente.


FORNETTO DI GRAFITESi tratta <strong>di</strong> un sistema interamente automatizzato, che consente <strong>di</strong>abbassare notevolmente (fino a 1000 volte) i limiti <strong>di</strong> rivelabilità tipicidella <strong>spettrofotometria</strong> <strong>di</strong> fiamma; inoltre consente <strong>di</strong> lavorare sualiquote molto piccole <strong>di</strong> campione, sia in soluzione sia allo stato solido.


In genere il programma <strong>di</strong> riscaldamento prevede tre sta<strong>di</strong>successivi, <strong>di</strong> <strong>di</strong>versa durata, condotti a temperature crescenti:1. rimozione del solvente o essiccamento del campione (se si tratta <strong>di</strong>un solido);2. incenerimento (pirolisi) del campione;3. atomizzazione.MetodologieSpecialiinAnalisiFarmaceuticaAA 2002/03L'assorbanza vienemisurata solo incorrispondenza dellafase <strong>di</strong> atomizzazione(3).


ALTRI SISTEMI DI ATOMIZZAZIONESENZA FIAMMANel caso del mercurio si può migliorare notevolmente la sensibilitàanalitica misurando l'<strong>assorbimento</strong> da parte <strong>di</strong> vapori ottenuti per viachimica, invece che in una fiamma; perciò si parla <strong>di</strong> sistema a vaporifred<strong>di</strong>.Per ottenere una maggiore sensibilità si può preconcentrare ilmercurio, sfruttando la sua proprietà <strong>di</strong> formare amalgami con l'oro. Inquesto caso i vapori <strong>di</strong> mercurio vengono fatti passare su fili d'oro, suiquali vengono assorbiti; in seguito vengono desorbiti termicamente einfine convogliati alla cella <strong>di</strong> <strong>assorbimento</strong>.


MONOCROMATORI E SISTEMA OTTICOIl monocromatore è il fulcro del sistema ottico; esso, infatti, deve«ripulire» la ra<strong>di</strong>azione (policromatica) in uscita dalla fiamma datutte le componenti spurie e <strong>di</strong>rigerla sul rivelatore.Negli strumenti a elevate prestazioni possono essere presenti duemonocromatori: uno <strong>di</strong>sperde nell'UV e l'altro nel visibile, in modo daridurre le per<strong>di</strong>te <strong>di</strong> energia


RIVELATORI E SISTEMA DILETTURA DEI SEGNALII rivelatori usati nelle analisi <strong>di</strong> <strong>assorbimento</strong> <strong>atomico</strong> sono perlopiùtubi fotomoltiplicatori, del tutto analoghi a quelli per l'UV/visibileLa qualità <strong>di</strong> un fotomoltiplicatore è definita dalla corrente <strong>di</strong>fondo, cioè la corrente che fluisce nel tubo fotomoltiplicatore pereffetto della tensione applicata, quando sul catodo non incide alcunara<strong>di</strong>azione. Alla corrente <strong>di</strong> fondo è dovuto, in gran parte, il rumore<strong>di</strong> fondo (in inglese, noise) delle misure, che aumenta al cresceredella tensione applicata al rivelatore.Un altro parametro che definisce la qualità <strong>di</strong> un fotomoltiplicatoreè la resa quantica del fotocatodo, cioè il numero <strong>di</strong> fotoninecessario per produrre l'espulsione <strong>di</strong> un elettrone dal catodo.


Sistema <strong>di</strong> lettura dei segnaliLa corrente in uscita dal fotomoltiplicatore, in realtà, è costituita datre <strong>di</strong>verse componenti:1. La corrente residua del fotomoltiplicatore, cioè la corrente chefluisce nel rivelatore quando non è irraggiato;2. La corrente dovuta alla emissione (<strong>di</strong> ampio spettro) del sistema<strong>di</strong> atomizzazione, che «accompagna» sempre la riga analitica;3. La corrente dovuta alla emissione della sorgente (che è l'unicacomponente <strong>di</strong> interesse analitico ed è <strong>di</strong>stinta dalle altre dueperché è pulsata).


Il segnale uscente dal fotomoltiplicatore è, per sua natura,fluttuante e deve essere «filtrato» prima <strong>di</strong> essere trasmesso almicroprocessore; i filtri, in pratica, sono circuiti elettronici checompensano le fluttuazioni <strong>di</strong> intensità.Il sistema più comune usa un timer con cui viene fissata la costante <strong>di</strong>tempo (∆t in genere 0,2 ms), cioè l'intervallo durante il quale ilmicroprocessore accumula il segnale, sommando molti valori successivi.Questo corrisponde, in termini matematici, a una integrazione, cioè alcalcolo <strong>di</strong> un'area (A). Alla fine, il valore me<strong>di</strong>o del segnale (i) vieneottenuto <strong>di</strong>videndo l'integrale (cioè l'area A) per la costante <strong>di</strong>tempo(∆t) : i =A/∆t.


ANALISI QUANTITATIVAOgni spettrofotometro per <strong>assorbimento</strong> <strong>atomico</strong> è corredato <strong>di</strong>un manuale che, per ciascun elemento, riporta:•le <strong>di</strong>verse righe analitiche,•l'ampiezza ottimale della fen<strong>di</strong>tura,•la sensibilità relativa per una determinata riga spettrale•l'intervallo <strong>di</strong> linearitàTutti i dati sono riferiti a una testata standard da 10 cm <strong>di</strong> camminoottico per la fiamma aria-acetilene o alla testata da 5 cm per lafiamma protossido <strong>di</strong> azoto-acetilene.MetodologieSpecialiinAnalisiFarmaceuticaAA 2002/03


La scelta della riga analitica e dei <strong>di</strong>versi parametri operativi<strong>di</strong>pende fortemente dalla concentrazione dell'analita e dallamatrice. Per le analisi in tracce si usa la riga <strong>di</strong> emissione piùintensa della lampada.Se invece il campione è piuttosto concentrato, per evitare <strong>di</strong>luizionieccessive (e aumento dell'errore) si deve effettuare ladeterminazione al <strong>di</strong> fuori dell'intervallo <strong>di</strong> linearità oppure usareuna riga analitica poco intensa


METODO DELLA RETTA DI TARATURAE’ il metodo più semplice, e il più usato. Consiste nel costruire unaretta <strong>di</strong> taratura preparando soluzioni standard e misurandonel'assorbanza; dalla retta, in base ai valori <strong>di</strong> assorbanza, si può poirisalire alla concentrazione dell'analita in campioni incogniti.Il manuale dello strumento riporta il limite <strong>di</strong> linearità per ognielemento e quin<strong>di</strong>, secondo l'abilità e l'esperienza dell'analista, sipossono verificare <strong>di</strong>versi casi:• un analista esperto e preciso può costruire la retta <strong>di</strong> taratura condue soli punti: lo zero e il valore limite dell'intervallo <strong>di</strong> linearità;• un analista meno esperto e meno ottimista prepara da tre a cinquestandard che cadono nell'intervallo <strong>di</strong> linearità;• spesso è inevitabile tracciare la retta <strong>di</strong> taratura anche oltrel'intervallo <strong>di</strong> linearità, che in genere non è molto ampio.


In molti casi si può in<strong>di</strong>viduare più <strong>di</strong> un tratto rettilineo(anche se con <strong>di</strong>versa pendenza) e in un intervallo <strong>di</strong>concentrazioni molto più ampio <strong>di</strong> quello in<strong>di</strong>cato dal manuale.

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