11.07.2015 Views

Non so cosa avrei fatto oggi senza di te. Manuale per i - Saluter

Non so cosa avrei fatto oggi senza di te. Manuale per i - Saluter

Non so cosa avrei fatto oggi senza di te. Manuale per i - Saluter

SHOW MORE
SHOW LESS
  • No tags were found...

Trasformi i suoi PDF in rivista online e aumenti il suo fatturato!

Ottimizzi le sue riviste online per SEO, utilizza backlink potenti e contenuti multimediali per aumentare la sua visibilità e il suo fatturato.

“<strong>Non</strong> <strong>so</strong> <strong>cosa</strong> <strong>avrei</strong> <strong>fatto</strong><strong>oggi</strong> <strong>senza</strong> <strong>di</strong> <strong>te</strong>”MANUALE PER I FAMILIARI DELLE PERSONE CON DEMENZA


“Quando ti guardo <strong>so</strong>no <strong>te</strong>rrorizzata dall’idea che tutto ciò finirà ben presto.Conosciamo entrambi la mia prognosi e quel che significa <strong>per</strong> noi.Vedo le lacrime nei tuoi occhi e mi angoscio più <strong>per</strong> <strong>te</strong> che <strong>per</strong> me,<strong>per</strong>ché pavento il dolore che dovrai <strong>so</strong>pportare…Per favore non arrabbiarti con me nei giorni in cui non mi riconoscerò più -e sappiamo che accadrà...Ecco <strong>per</strong>ché la storia è importan<strong>te</strong>.Quando sarò <strong>so</strong>la e smarrita tu me la leggerai e convinciti che in qualche modoio capirò che si tratta <strong>di</strong> noi.E forse, <strong>so</strong>lo forse, riusciremo a essere ancora uniti.”“Che <strong>cosa</strong> fai?” le chiedo.“<strong>Non</strong> voglio <strong>di</strong>menticare <strong>te</strong>.<strong>Non</strong> voglio <strong>di</strong>menticare questo giorno, cerco <strong>di</strong> <strong>te</strong>nervi vivi nella mia memoria”.Funzionerà questa volta? mi chiedo, e subito mi rispondo <strong>di</strong> no.È impossibile. Però le nascondo quel che pen<strong>so</strong> e invece <strong>so</strong>rrido,<strong>per</strong>ché ha detto parole così dolci.“Grazie”, mormorò“È la verità. <strong>Non</strong> voglio <strong>di</strong>menticarti <strong>di</strong> nuovo. Sei molto importan<strong>te</strong> <strong>per</strong> me.<strong>Non</strong> <strong>so</strong> <strong>cosa</strong> <strong>avrei</strong> <strong>fatto</strong> <strong>oggi</strong> <strong>senza</strong> <strong>di</strong> <strong>te</strong>”.da No<strong>te</strong>book <strong>di</strong> Nicholas Sparks(traduzione italiana Le pagine della nostra vita, S<strong>per</strong>ling Pa<strong>per</strong>backs)Hanno collaborato alla redazione delle prime due e<strong>di</strong>zioni del manuale:Angelo Bianchetti, Paolo Pirotti, Li<strong>di</strong>a Silvano, Raffaele Fabrizio.Coor<strong>di</strong>namento a cura <strong>di</strong> Raffaele Fabrizio (Direzione generale sanità e poliche <strong>so</strong>ciali,Regione Emilia-Romagna)Hanno collaborato alla redazione della presen<strong>te</strong> e<strong>di</strong>zione del manuale:Antonella Carafelli, Andrea Fabbo, Rabih Chattat, con la par<strong>te</strong>cipazionedell’avvocato Francesca Vitulo, Coor<strong>di</strong>namento a cura <strong>di</strong> Raffaele Fabrizio,Servizio dell’in<strong>te</strong>grazione <strong>so</strong>cio-sanitaria e delle politiche <strong>per</strong> la non autosufficienza,Regione Emilia-Romagna, in collaborazione con l’Agenzia <strong>di</strong> informazionee comunicazione della Regione Emilia-Romagna.Si ringrazia il dott. Afro Salsi <strong>per</strong> i preziosi suggerimenti.© 1° e<strong>di</strong>zione novembre 2000© 2° e<strong>di</strong>zione aprile 2003© 3° e<strong>di</strong>zione aprile 2013Grafica e impaginazione: Tracce, ModenaStampa: Pazzini stampatore e<strong>di</strong>tore, Verrucchio (RN)2


In<strong>di</strong>cePresentazione 6Premessa 8PARTE 1: l’INSORGERE DELLA MALATTIA 111 LA MEMORIA NELL’ANZIANO 111.1 L’invecchiamento normale 111.2 La memoria dell’anziano 141.2.1 Cos’è la memoria e come funziona 151.2.2 Come conservare la memoria 182 LE DEMENZE 212.1 Cenni sul quadro clinico e la sua evoluzione,epidemiologia e no<strong>te</strong> storiche 212.2 Le <strong>di</strong>verse forme <strong>di</strong> demenza 283 I FATTORI DI RISCHIO E LA PREVENZIONE 373.1 I <strong>fatto</strong>ri <strong>di</strong> rischio <strong>per</strong> le demenze 373.2 È possibile la prevenzione delle demenze? 393.3 Familiaritá ed ere<strong>di</strong>tarietá 404 LA DIAGNOSI 435 LE PRIME CURE 475.1 Gli obiettivi delle cure e l’approccio multimodale 475.2 Opportunità d’in<strong>te</strong>rvento 495.3 I farmaci a <strong>di</strong>sposizione 525.4 Le mo<strong>di</strong>ficazioni dell’ambien<strong>te</strong> 575.5 Il ruolo della famiglia 585.6 La re<strong>te</strong> dei servizie il “Progetto demenze” della Regione Emilia-Romagna 595.7 Il ruolo delle as<strong>so</strong>ciazioni dei familiari 625.8 Alcune opportunità <strong>per</strong> i familiari 653


PARTE 4: IL LAVORO DI CURA 1311 ESORDIO E ACCETTAZIONE 1321.1 La brutta notizia 1321.2 Lungo la strada 1341.3 Le scel<strong>te</strong> <strong>di</strong>fficili 1361.4 I possibili <strong>so</strong>s<strong>te</strong>gni 1372 I PROBLEMI ETICO-GIURIDICI 1402.1 I problemi etici 1402.1.1 La comunicazione della <strong>di</strong>agnosi 1402.1.2 Il rispetto delle scel<strong>te</strong> in<strong>di</strong>viduali 1412.1.3 La guida dell’automobile 1432.1.4 I trattamenti nelle fasi <strong>te</strong>rminali della vita 1452.1.5 La ricerca nei pazienti con demenza 1472.2 Le misure <strong>di</strong> pro<strong>te</strong>zione giuri<strong>di</strong>ca:l’amministrazione <strong>di</strong> <strong>so</strong>s<strong>te</strong>gno, l’in<strong>te</strong>r<strong>di</strong>zione, l’inabilitazione 1482.2.1 L’amministratore <strong>di</strong> <strong>so</strong>s<strong>te</strong>gno 1492.2.2 L’in<strong>te</strong>r<strong>di</strong>zione e l’inabilitazione 1512.3 Opportunità previdenziali, assis<strong>te</strong>nziali e fiscali 1532.3.1 Invali<strong>di</strong>tà civile e indennità <strong>di</strong> accompagnamento 1532.3.2 Permessi lavorativi retribuiti e riconoscimentocon<strong>di</strong>zione han<strong>di</strong>cap grave 1592.3.3 Assegno <strong>di</strong> cura 1612.3.4 Esenzione ticket sanitari 1622.3.5 Contributi <strong>per</strong> l’abbattimento delle barriere archi<strong>te</strong>ttoniche 1652.3.6 Deducibilità fiscale delle spese <strong>so</strong>s<strong>te</strong>nu<strong>te</strong> <strong>per</strong> l’assisi<strong>te</strong>nza 1652.3.7 Come richiedere la revoca della pa<strong>te</strong>n<strong>te</strong> <strong>di</strong> guida 1663 COME ADATTARE L’AMBIENTE 1673.1 L’importanza dell’ambien<strong>te</strong> domestico 1673.2 Un ambien<strong>te</strong> <strong>di</strong> vita più sicuro 1693.3 Suggerimenti specifici <strong>per</strong> alcune aree della casa 171Appen<strong>di</strong>ce 177-184Pubblicazione film, linee guida della Regione Emilia-Romagna,siti in<strong>te</strong>rnet de<strong>di</strong>cati, as<strong>so</strong>ciazioni, Centri <strong>per</strong> i <strong>di</strong>sturbi cognitivi5


PresentazioneIn questi anni le politiche regionali <strong>per</strong> la <strong>te</strong>rza età, oltre alla valorizzazionedelle <strong>per</strong><strong>so</strong>ne anziane e del loro ruolo nella comunità, <strong>so</strong>no sta<strong>te</strong> de<strong>di</strong>ca<strong>te</strong> allacostruzione <strong>di</strong> una re<strong>te</strong> <strong>di</strong> servizi in grado <strong>di</strong> rispondere ai bi<strong>so</strong>gni delle <strong>per</strong><strong>so</strong>nepiù fragili, non autosufficienti e, tra ques<strong>te</strong>, quelle con demenza.Dall’ultima e<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> questo manuale, che risale al 2003, infatti, <strong>di</strong>verse e significative<strong>so</strong>no sta<strong>te</strong> le scel<strong>te</strong> effettua<strong>te</strong>: l’istituzione, nel 2007, del Fondo regionale<strong>per</strong> la non autosufficienza e l’avvio, nel 2009, del proces<strong>so</strong> <strong>di</strong> accre<strong>di</strong>tamento deiservizi <strong>so</strong>cio-sanitari rappresentano <strong>senza</strong> dubbio due tappe significative dellosviluppo <strong>di</strong> un sis<strong>te</strong>ma <strong>di</strong> welfare centrato sull’equità, sulla qualità e sul rispettodella libertà <strong>di</strong> scelta delle <strong>per</strong><strong>so</strong>ne, anche quando si trovano in uno stato <strong>di</strong>aumentato bi<strong>so</strong>gno quale è la situazione in cui si trovano le <strong>per</strong><strong>so</strong>ne con demenzae le loro famiglie.Tut<strong>te</strong> le trasformazioni e le nuove conoscenze matura<strong>te</strong> in questo decennio hannocontribuito ad avvalorare la convinzione da cui eravamo partiti quando abbiamoiniziato a costruire il sis<strong>te</strong>ma <strong>di</strong> servizi <strong>per</strong> la non autosufficienza e mes<strong>so</strong> in campoil “progetto regionale <strong>per</strong> le demenze”: man<strong>te</strong>nere quanto più possibile la <strong>per</strong><strong>so</strong>nanella propria casa, tra le <strong>per</strong><strong>so</strong>ne care, <strong>per</strong>ché il con<strong>te</strong>sto familiare rimane il luogoprivilegiato in cui vivere e in cui, al bi<strong>so</strong>gno, ricevere le cure.Guidati da tale convinzione abbiamo concentrato i nostri sforzi sull’innovazionee il po<strong>te</strong>nziamento degli in<strong>te</strong>rventi a <strong>so</strong>s<strong>te</strong>gno della domiciliarità e sulla costruzionedelle con<strong>di</strong>zioni necessarie <strong>per</strong> <strong>per</strong>met<strong>te</strong>re alle famiglie <strong>di</strong> scegliere la tipologia<strong>di</strong> servizio più appropriata rispetto al bi<strong>so</strong>gno: dall’assis<strong>te</strong>nza domiciliare,all’assegno <strong>di</strong> cura con il contributo aggiuntivo <strong>per</strong> chi si avvale, a domicilio, <strong>di</strong>assis<strong>te</strong>nti familiari in regola, alla possibilità <strong>di</strong> accoglienza <strong>te</strong>mporanea “<strong>di</strong> <strong>so</strong>llievo”in strutture residenziali, a forme <strong>di</strong> <strong>so</strong>s<strong>te</strong>gno ai gruppi <strong>di</strong> auto-aiuto e ai“Caffè Alzheimer” (circa 60, spes<strong>so</strong> gestiti da as<strong>so</strong>ciazioni <strong>di</strong> familiari, offrono stimolazionecognitiva, attività <strong>di</strong> <strong>so</strong>cializzazione e opportunità, <strong>per</strong> chi assis<strong>te</strong><strong>per</strong><strong>so</strong>ne con demenza, <strong>di</strong> confronti con <strong>per</strong><strong>so</strong>ne che vivono la s<strong>te</strong>ssa es<strong>per</strong>ienza),fino all’assis<strong>te</strong>nza in Centri <strong>di</strong>urni e Case residenze <strong>per</strong> anziani non autosufficientio strutture specificamen<strong>te</strong> de<strong>di</strong>ca<strong>te</strong> alle <strong>per</strong><strong>so</strong>ne con demenza.Il nostro impegno si è sviluppato e si sviluppa anche nei confronti degli o<strong>per</strong>atoridei servizi con iniziative <strong>di</strong> formazione ed anche con iniziative <strong>di</strong> “<strong>so</strong>s<strong>te</strong>gno motivazionale”,che consideriamo <strong>di</strong> grande importanza <strong>per</strong> chi è occupato in unao<strong>per</strong>a <strong>di</strong> assis<strong>te</strong>nza così impegnativa.6


Questo manuale illustra le principali carat<strong>te</strong>ristiche della demenza, le limitazionie le problematiche che essa comporta <strong>per</strong> il malato e <strong>per</strong> chi se ne prende cura,offrendo stra<strong>te</strong>gie e informazioni su come affrontare la patologia fin dalle fasiiniziali da un punto <strong>di</strong> vista clinico, assis<strong>te</strong>nziale, riabilitativo, <strong>te</strong>cnico, psicologicoe anche legale. È rivolto ai familiari, agli o<strong>per</strong>atori, e a tutti coloro che voglionoarricchire le proprie conoscenze su questa <strong>di</strong>fficile con<strong>di</strong>zione che rappresentauna delle prime cause <strong>di</strong> <strong>di</strong>sabilità tra le <strong>per</strong><strong>so</strong>ne anziane.Teresa MarzocchiAsses<strong>so</strong>re alle politiche <strong>so</strong>cialiCarlo LusentiAsses<strong>so</strong>re alle politiche <strong>per</strong> la salu<strong>te</strong>7


PremessaQuesto manuale è stato scritto <strong>per</strong> i familiari e <strong>per</strong> coloro che si prendonocura <strong>di</strong> <strong>per</strong><strong>so</strong>ne con demenza. L’assis<strong>te</strong>nza a ques<strong>te</strong> <strong>per</strong><strong>so</strong>ne richiedeun impegno costan<strong>te</strong> che può met<strong>te</strong>re a dura prova chi presta lecure, in particolare quando c’è un rapporto affettivo.I suggerimenti con<strong>te</strong>nuti in questo volume in<strong>te</strong>ndono offrire <strong>so</strong>luzioni pratichee un aiuto <strong>per</strong> affrontare i problemi quoti<strong>di</strong>ani <strong>di</strong> vita e <strong>di</strong> assis<strong>te</strong>nza,nella consapevolezza che prendersi cura richiede innanzitutto <strong>di</strong> prestarecura e at<strong>te</strong>nzione a se s<strong>te</strong>ssi. Il manuale vuole essere anche un utile strumento<strong>per</strong> la formazione e la qualificazione degli o<strong>per</strong>atori e, in quest’ottica,in<strong>te</strong>nde contribuire a <strong>di</strong>ffondere un “sa<strong>per</strong>e” e un “sa<strong>per</strong> fare” utili a sviluppareuna cultura assis<strong>te</strong>nziale mirata a migliorare la qualità della vita delle<strong>per</strong><strong>so</strong>ne assisti<strong>te</strong> e, in definitiva, a garantire il man<strong>te</strong>nimento quanto piùpossibile delle funzioni “residue” della <strong>per</strong><strong>so</strong>na malata e il miglior benesserepossibile anche <strong>di</strong> chi assis<strong>te</strong>.La demenza è una malattia come le altre, può essere più o meno grave aseconda della fase della sua naturale evoluzione, non deve <strong>per</strong>ò essere guardatacon timore o vergogna. Va curata (nel sen<strong>so</strong> globale del <strong>te</strong>rmine) inmodo adeguato: la <strong>per</strong><strong>so</strong>na va assistita in tutti i suoi bi<strong>so</strong>gni, la famiglia deveessere supportata nel <strong>di</strong>fficile e fatico<strong>so</strong> lavoro <strong>di</strong> cura met<strong>te</strong>ndo a <strong>di</strong>sposizioneo<strong>per</strong>atori con compe<strong>te</strong>nze <strong>te</strong>cniche e capacità <strong>di</strong> relazione.La demenza, <strong>per</strong> quanto grave nelle sue fasi più avanza<strong>te</strong>, non cancella la <strong>per</strong><strong>so</strong>nae la sua <strong>di</strong>gnità, e l’impegno <strong>di</strong> tutti, familiari, o<strong>per</strong>atori, deve essere profu<strong>so</strong><strong>per</strong> valorizzare al massimo le po<strong>te</strong>nzialità residue, che rappresentano labase <strong>di</strong> un piano assis<strong>te</strong>nziale adeguato.L’approccio assis<strong>te</strong>nziale migliore è centrato sulla <strong>per</strong><strong>so</strong>na e non sulla malattia;deve quin<strong>di</strong> basarsi su alcuni punti “chiave”:1. su<strong>per</strong>are lo “stigma”, cioè l’etichetta e il luogo comune secondo cui le <strong>per</strong><strong>so</strong>necon demenza <strong>di</strong>ventano “non <strong>per</strong><strong>so</strong>ne “;2. chi assis<strong>te</strong> si deve adattare ai bi<strong>so</strong>gni e alle esigenze delle <strong>per</strong><strong>so</strong>ne condemenza, e non viceversa; al con<strong>te</strong>mpo deve avere riconosciuto il suoruolo <strong>di</strong> “caregiver”, cioè il suo ruolo <strong>di</strong> assis<strong>te</strong>nza;3. <strong>te</strong>nere conto della in<strong>di</strong>vidualità e della <strong>so</strong>ggettività della <strong>per</strong><strong>so</strong>na condemenza;4. il con<strong>te</strong>sto <strong>di</strong> vita deve essere <strong>di</strong> supporto e inclusivo, sia <strong>per</strong> la <strong>per</strong><strong>so</strong>naammalata, sia <strong>per</strong> chi presta assis<strong>te</strong>nza.Con questa pubblicazione vorremmo poi raggiungere anche un altro obiettivo:vorremmo riuscire a <strong>di</strong>ffondere un approccio meno pessimista alla malattia<strong>di</strong> Alzheimer e alle altre forme <strong>di</strong> demenza. Vorremmo contrastare l’opinio-8


ne comune secondo cui Alzheimer e demenze <strong>so</strong>no malattie devastanti, ine<strong>so</strong>rabilie <strong>senza</strong> s<strong>per</strong>anza poiché non esistono farmaci in grado <strong>di</strong> ‘guarire’. Èvero: non ci <strong>so</strong>no farmaci che <strong>per</strong>mettono la guarigione, ma ci <strong>so</strong>no farmaciche aiutano a ritardare il peggiorare dei sintomi. Ma <strong>so</strong>prattutto, ci <strong>so</strong>no “glialtri”, i familiari, gli o<strong>per</strong>atori, <strong>per</strong>ché c’è sempre spazio <strong>per</strong> prendersi curadella <strong>per</strong><strong>so</strong>na, <strong>per</strong> stimolarne le abilità residue, <strong>per</strong> accompagnarla duran<strong>te</strong>tutto il <strong>per</strong>cor<strong>so</strong> della malattia e anche <strong>per</strong> arricchirsi umanamen<strong>te</strong> con questaes<strong>per</strong>ienza <strong>di</strong> accompagnamento e <strong>so</strong>s<strong>te</strong>gno.Carla Gandolfi, moglie <strong>di</strong> Luigi, malato <strong>di</strong> Alzheimer, ha trasformato la suaes<strong>per</strong>ienza <strong>di</strong> caregiver in un viaggio lungo e <strong>di</strong>fficile ma possibile: “…<strong>Non</strong> esis<strong>te</strong>not<strong>te</strong> tanto lunga che impe<strong>di</strong>sca al <strong>so</strong>le <strong>di</strong> <strong>so</strong>rgere…” da “In viaggio conLuigi… come affrontare una metamorfosi” <strong>di</strong> Carla Gandolfi e Piero AngeloBonati, Diabasis Reggio Emilia, 2007.E <strong>per</strong> informare e <strong>so</strong>s<strong>te</strong>nere i familiari che si prendono cura <strong>di</strong> <strong>per</strong><strong>so</strong>ne condemenza abbiamo anche realizzato un video: “una giornata particolare” checre<strong>di</strong>amo possa essere utile <strong>per</strong> su<strong>per</strong>are alcuni pregiu<strong>di</strong>zi e <strong>per</strong> avere suggerimentisu come comportarsi con le <strong>per</strong><strong>so</strong>ne con demenza che presentanoparticolari problemi. Il video è consultabile su Salu<strong>te</strong>r (www.salu<strong>te</strong>r.it Servizi aicitta<strong>di</strong>ni, in particolare <strong>per</strong> Alzheimer e demenze senili).9


PARTE 1: L'INSORGERE DELLA MALATTIAPARTE 1:L’INSORGERE DELLA MALATTIA1 LA MEMORIA NELL’ANZIANO1.1 L’invecchiamento normaleÈ<strong>di</strong>ffusa l’opinione che l’invecchiamento si accompagni ine<strong>so</strong>rabilmen<strong>te</strong>alla <strong>per</strong><strong>di</strong>ta <strong>di</strong> numerose funzioni sia fisiche che cognitive.Col trascorrere degli anni u<strong>di</strong>to, vista, memoria, in<strong>te</strong>lligenza, agilità,equilibrio e così via subirebbero un declino inevitabile. Questavisione è rappresentata dalla metafora della collina che vede lo sviluppodella <strong>per</strong><strong>so</strong>na raggiungere una <strong>so</strong>mmità <strong>per</strong> poi iniziare un ine<strong>so</strong>rabiledeclino il cui inizio può essere <strong>di</strong>versamen<strong>te</strong> collocato lungo l’arcodella vita delle <strong>per</strong><strong>so</strong>ne. Questa prospettiva della vecchiaia è rappresentatasia nell’antico aforisma “senectus ipsa morbus” sia nella più recen<strong>te</strong>,e ugualmen<strong>te</strong> in<strong>so</strong>pportabile, immagine <strong>di</strong> Shakespeare secondo ilquale <strong>so</strong>no numerosi i tributi che si devono pagare alla vecchiaia: “<strong>senza</strong>memoria, <strong>senza</strong> denti, <strong>senza</strong> occhi, <strong>senza</strong> tutto”; entrambe le citazioniaccostano la vecchiaia all’idea <strong>di</strong> malattia, <strong>di</strong> <strong>per</strong><strong>di</strong>ta e <strong>di</strong> mancanza.Per quanto concerne in particolare le abilità cognitive, le ricerche degliultimi anni, e in particolare gli stu<strong>di</strong> che hanno osservato il proces<strong>so</strong><strong>di</strong> invecchiamento delle <strong>per</strong><strong>so</strong>ne lungo il cor<strong>so</strong> degli anni, hanno <strong>per</strong>mes<strong>so</strong><strong>di</strong> evidenziare un quadro molto variegato sia in <strong>te</strong>rmini <strong>di</strong> mo<strong>di</strong>ficazionia carico delle abilità cognitive sia <strong>per</strong> quanto riguarda la“sensibilità” del cervello, ed i <strong>fatto</strong>ri intra e in<strong>te</strong>r<strong>per</strong><strong>so</strong>nali oltre cheambientali.Per quanto concerne il primo punto è stato mes<strong>so</strong> in evidenza che nontut<strong>te</strong> le funzioni si mo<strong>di</strong>ficano allo s<strong>te</strong>s<strong>so</strong> modo e la <strong>te</strong>mpistica deicambiamenti è <strong>di</strong>versificata con no<strong>te</strong>voli <strong>di</strong>fferenze sia tra le <strong>per</strong><strong>so</strong>nesia <strong>per</strong> la s<strong>te</strong>ssa <strong>per</strong><strong>so</strong>na tra le <strong>di</strong>verse funzioni considera<strong>te</strong>. Un gruppo<strong>di</strong> abilità cognitive necessita, in maniera significativa, del supportodella “macchina cervello” e in particolare modo della velocità ePer<strong>di</strong>ta, guadagnoe compensazione<strong>so</strong>no i tremeccanismi cheregolano latraiettoria dellefunzioni cognitivenell'arco della vita.Ognuno <strong>di</strong> essipuò esseremodulato dalnostrocomportamento,dal nostro stile <strong>di</strong>vita e dal nostroumore11


Un ambien<strong>te</strong> riccoe stimolan<strong>te</strong>, unare<strong>te</strong> <strong>so</strong>ciale erelazionale<strong>di</strong>sponibile,un’attività fisicacontinuativa, unesercizio cognitivoduraturo insiemead uno stile <strong>di</strong> vitaadeguato pos<strong>so</strong>no<strong>so</strong>s<strong>te</strong>nere unbuoninvecchiamentodella efficienza delle connessioni della “macchina” ed è questo insieme<strong>di</strong> abilità che risen<strong>te</strong> maggiormen<strong>te</strong> dell’età; la velocità vienevalutata misurando il <strong>te</strong>mpo che la <strong>per</strong><strong>so</strong>na impiega a reagire ad unastimolo – <strong>so</strong>llecitazione (premere un bottone quando senti un suono)ed è proprio questo l’aspetto che maggiormen<strong>te</strong> risen<strong>te</strong> dell’età. Si<strong>di</strong>venta più lenti nella risposta, ma ciò non vuole <strong>di</strong>re che si è incapaci<strong>di</strong> rispondere oppure che si sbagliano le rispos<strong>te</strong> in quanto se venissedato il <strong>te</strong>mpo necessario, la risposta sarebbe adeguata a tut<strong>te</strong> le età.Il secondo gruppo <strong>di</strong> abilità riguarda quelle che utilizzano la “macchinacervello”, ma <strong>so</strong>no il risultato degli appren<strong>di</strong>menti acquisitiduran<strong>te</strong> l’arco <strong>di</strong> vita e ques<strong>te</strong> risentono molto meno dell’effetto età ealcune ad<strong>di</strong>rittura presentano un guadagno importan<strong>te</strong>. Ad esempiole capacità <strong>di</strong> ragionamento e le capacità <strong>di</strong> sin<strong>te</strong>si, in particolare <strong>per</strong>quanto riguarda le es<strong>per</strong>ienze <strong>di</strong> vita, <strong>so</strong>no capacità che miglioranocon gli anni anche in considerazione delle sfide pos<strong>te</strong> dalla vecchiaiache richiedono un significativo adattamento.Da ciò si deduce che se da una par<strong>te</strong> vi è una traiettoria <strong>di</strong> cambiamentocorrelata con l’età carat<strong>te</strong>rizzata da una riduzione <strong>di</strong> velocità della“macchina cervello”, la macchina s<strong>te</strong>ssa rimane comunque in grado <strong>di</strong>svolgere le sue funzioni se vengono rispettati i suoi limiti. Con l’etàdunque si osservano <strong>per</strong><strong>di</strong><strong>te</strong> a carico <strong>di</strong> alcune abilità, possibilità <strong>di</strong>guadagno su altre e mol<strong>te</strong> possibilità <strong>di</strong> compensazione e adattamentoin merito ad altre ancora.Oltre alla natura e alla tipologia dei cambiamenti osservati va <strong>so</strong>ttolineatoche il cervello è anche il prodotto del nostro comportamento eche non c’è una relazione uni<strong>di</strong>rezionale tra cervello e comportamento.Con ciò si in<strong>te</strong>nde che il funzionamento della “macchina” non <strong>di</strong>pende<strong>so</strong>lo dal modello (ve<strong>di</strong> dotazione genetica) e dall’anno <strong>di</strong> fabbricazione(ve<strong>di</strong> età) ma anche dall’u<strong>so</strong> e dalla cura che ne <strong>so</strong>no stati fatti nel cor<strong>so</strong>degli anni; in altre parole, riprendendo la metafora, <strong>di</strong>pende anche dallostile <strong>di</strong> guida del conducen<strong>te</strong> duran<strong>te</strong> tutta l’avventura <strong>di</strong> vita.In altre parole, si può affermare che quello <strong>di</strong> cui si <strong>di</strong>spone in vecchiaiain <strong>te</strong>rmini <strong>di</strong> ri<strong>so</strong>rse, in <strong>te</strong>rmini <strong>di</strong> quantità e <strong>di</strong> qualità, <strong>di</strong>pende daquanto ci si sia sforzati <strong>di</strong> costruire lungo tutto l’arco della vita. Questoè ciò che viene descritto con il <strong>te</strong>rmine <strong>di</strong> “riserva” ed in particolare“riserva cognitiva”. Abbiamo <strong>so</strong>ttolineato l’importanza <strong>di</strong> costruire unbuon equilibrio tra <strong>per</strong><strong>di</strong><strong>te</strong> correla<strong>te</strong> con l’età, guadagni possibili nell’arco<strong>di</strong> vita e adattamenti necessari, a questo possiamo aggiungere che iguadagni pos<strong>so</strong>no essere accumulati lungo tutto l’arco <strong>di</strong> vita e pos<strong>so</strong>noessere “spesi” quando <strong>di</strong>venta necessario fare fron<strong>te</strong> ad una <strong>per</strong><strong>di</strong>ta.Ad esempio se la velocità <strong>di</strong> risposta agli stimoli è quella più sensibileall’invecchiamento e quin<strong>di</strong> è <strong>so</strong>ggetta ad una riduzione costan<strong>te</strong> con12


PARTE 1: L'INSORGERE DELLA MALATTIAl’aumentare degli anni, ciò non vuole <strong>di</strong>re che la velocità <strong>di</strong> esecuzione<strong>di</strong> compiti <strong>di</strong> una de<strong>te</strong>rminata <strong>per</strong><strong>so</strong>na sia in relazione <strong>so</strong>lo con quella<strong>di</strong> par<strong>te</strong>nza ma <strong>di</strong>pende anche da quanto si è allenato nel cor<strong>so</strong> deglianni. Per cui, ad esempio, possiamo assumere che la velocità base indotazione a 20 anni è 300 e a 50 anni è già 220 e a 80 anni è 130; questavelocità <strong>per</strong>ò risen<strong>te</strong> anche dell’allenamento, <strong>per</strong> cui se quella <strong>per</strong><strong>so</strong>nasi esercita può portare la sua velocità a 350, a 280 e a 180 e quin<strong>di</strong>compensare l’effetto età; inoltre la riserva accumulata rende anchemeno evidenti gli effetti <strong>di</strong> un eventuale danno alla macchina in quantoritarda il raggiungimento della <strong>so</strong>glia <strong>di</strong> eventuali <strong>di</strong>fficoltà.Oltre la possibilità <strong>di</strong> accumulare riserve vi è un altro elemento importan<strong>te</strong>correlato con il <strong>te</strong>ma dell’esercizio e dell’attività ed è quello dellaplasticità cerebrale in generale. Il concetto <strong>di</strong> plasticità fa riferimentoalla possibilità <strong>di</strong> modulare la struttura cerebrale, sia in <strong>te</strong>rmini <strong>di</strong>connessioni che <strong>di</strong> neuroni, da par<strong>te</strong> <strong>di</strong> agenti es<strong>te</strong>rni alla strutturas<strong>te</strong>ssa. Tra questi si pos<strong>so</strong>no citare l’attività fisica e il suo effetto sulcervello, il benessere psicologico e affettivo (l’umorismo è un <strong>fatto</strong>re<strong>di</strong> pro<strong>te</strong>zione ad esempio), l’esercizio e l’allenamento cognitivo hannoun effetto sia generico, sia relativo alla specifica funzione allenata; lare<strong>te</strong> e le relazioni <strong>so</strong>ciali anch’esse hanno un ruolo importan<strong>te</strong> nel man<strong>te</strong>nerein salu<strong>te</strong> la <strong>per</strong><strong>so</strong>na in generale e il cervello in particolare, einfine anche un’alimentazione corretta e bilanciata <strong>per</strong>met<strong>te</strong> <strong>di</strong> apportarei nutrienti adatti e <strong>di</strong> ridurre l’assunzione <strong>di</strong> elementi che pos<strong>so</strong>nodanneggiarla.Se da un lato si può pro<strong>te</strong>ggere se s<strong>te</strong>ssi e il proprio cervello aumentandoanche la riserva, dall’altro canto vanno anche cura<strong>te</strong>, <strong>te</strong>mpestivamen<strong>te</strong>e adeguatamen<strong>te</strong>, tut<strong>te</strong> quelle componenti che mettono a rischiola salu<strong>te</strong> del cervello. Tra ques<strong>te</strong> componenti possiamo citare la salu<strong>te</strong>del cuore (mol<strong>te</strong> delle cose che fanno bene al cuore fanno bene al cervello:alimentazione, attività fisica). L’umore e l’impatto della depressionesulle abilità cognitive <strong>di</strong>rettamen<strong>te</strong> e in<strong>di</strong>rettamen<strong>te</strong>, in quantoinfluenzano la motivazione, l’iniziativa e la par<strong>te</strong>cipazione <strong>so</strong>ciale,causando l’i<strong>so</strong>lamento <strong>so</strong>ciale e la riduzione della par<strong>te</strong>cipazione.Tornando alla metafora della macchina, si potrebbe affermare che lasituazione in vecchiaia risentirà certamen<strong>te</strong> dell’u<strong>so</strong> e dell’usura del<strong>te</strong>mpo, ma ciò non vuole <strong>di</strong>re sempre “mal-funzionamento”, ma piuttostoun funzionamento <strong>di</strong>ver<strong>so</strong> che <strong>di</strong>penderà non <strong>so</strong>lo dal nostro “modello<strong>di</strong> fabbricazione”, cioè dalla “biologia” del nostro corpo, ma anchedall’u<strong>so</strong> che ne è stato <strong>fatto</strong>, dalla cura che ha ricevuto e dalla modalitàcon la quale “ha circolato” nel mondo circostan<strong>te</strong>.Sono numerosi gli anziani che in età avanzata conservano la capacità<strong>di</strong> svolgere compiti complessi (con l’esclusione naturalmen<strong>te</strong> <strong>di</strong> quelli13


è possibileinvecchiareconservando lapropriaautonomiache comportano agilità o forza fisica, che iniziano a declinare, <strong>per</strong>effetto dell’invecchiamento, attorno ai 30 anni) e <strong>di</strong> rivestire incarichi<strong>so</strong>ciali impegnativi. Numerosi <strong>so</strong>no gli artisti che nella vecchiaia hannoprodotto capolavori; altrettanto numerosi <strong>so</strong>no gli scrittori e i politiciche in vecchiaia man<strong>te</strong>ngono un’in<strong>te</strong>nsa attività.È stato <strong>di</strong>mostrato che la circolazione cerebrale e le funzioni mentali<strong>so</strong>no meglio conserva<strong>te</strong> tra gli anziani che svolgono regolarmen<strong>te</strong> attivitàfisica anche dopo il pensionamento, rispetto a coloro che la riduconoo la <strong>so</strong>spendono.Ciò che si vuole <strong>so</strong>ttolineare è il <strong>fatto</strong> che gli esempi, numerosi, <strong>di</strong>invecchiamento in salu<strong>te</strong>, costituiscono un punto <strong>di</strong> riferimento <strong>per</strong> tuttiquelli che invecchiano; <strong>so</strong>no la prova, inequivocabile, che è possibileinvecchiare, sia pure con qualche acciacco, conservando la propriaautonomia e un cervello ben funzionan<strong>te</strong>. Come quello della nonnafrancese più vecchia del mondo che è deceduta all’età <strong>di</strong> 122 anni nell’esta<strong>te</strong>del 1997; malgrado la cecità e la <strong>so</strong>r<strong>di</strong>tà, le sue funzioni cerebrali,oggetto <strong>di</strong> approfon<strong>di</strong>ti stu<strong>di</strong> da par<strong>te</strong> dei ricercatori, erano ancora“normali”. Nelle numerose in<strong>te</strong>rvis<strong>te</strong> rilascia<strong>te</strong> negli ultimi anni dellasua vita manifestava una sincera gioia <strong>di</strong> vivere.Le considerazioni in merito alla possibilità <strong>di</strong> “invecchiare bene” <strong>per</strong>mettonoattualmen<strong>te</strong> <strong>di</strong> considerare la possibilità, se non proprio <strong>di</strong>prevenire, almeno <strong>di</strong> aumentare la pro<strong>te</strong>zione dal rischio <strong>di</strong> svilupparede<strong>te</strong>rioramento cognitivo e <strong>di</strong> ciò, nelle prossime pagine, verrannoforniti alcuni dettagli.Ques<strong>te</strong> osservazioni <strong>per</strong>ò non ci devono far <strong>di</strong>menticare la realtà delle malattie;anzi, il nostro impegno <strong>per</strong> “curare” le <strong>per</strong><strong>so</strong>ne affet<strong>te</strong> da malattie cronichetra le quali le demenze, deve essere sempre più for<strong>te</strong> e puntuale.1.2 La memoria dell’anziano<strong>Non</strong> <strong>so</strong>ttovaluta<strong>te</strong>i <strong>di</strong>sturbi anchelievi dellamemoria:l’efficacia dellacura <strong>di</strong>pende inbuona par<strong>te</strong> dalla<strong>te</strong>mpestività concui si in<strong>te</strong>rvieneIl funzionamento della memoria rappresenta una delle maggiori preoccupazionidelle <strong>per</strong><strong>so</strong>ne anziane e spes<strong>so</strong> si ritiene che una riduzionedelle abilità della memoria sia una evento inevitabile con l’età. Lascarsa conoscenza sul funzionamento della memoria, comporta spes<strong>so</strong>un non adeguato e <strong>te</strong>mpestivo riconoscimento <strong>di</strong> un vero proces<strong>so</strong> <strong>di</strong>deficit a carico della memoria.Questa <strong>di</strong>fficoltà è de<strong>te</strong>rminata anche dalla complessità <strong>di</strong> tracciare unanetta <strong>di</strong>stinzione tra stato <strong>di</strong> normalità e stato <strong>di</strong> patologia, se questanon avviene attraver<strong>so</strong> una valutazione svolta da un professionistacompe<strong>te</strong>n<strong>te</strong> in ma<strong>te</strong>ria.Diventa quin<strong>di</strong> importan<strong>te</strong> sa<strong>per</strong>e riconoscere i cambiamenti che meri-14


PARTE 1: L'INSORGERE DELLA MALATTIAtano at<strong>te</strong>nzione al fine <strong>di</strong> avviare il <strong>per</strong>cor<strong>so</strong> <strong>di</strong> verifica dell’eventualepre<strong>senza</strong> <strong>di</strong> un problema <strong>di</strong> memoria, che deve essere valutato ed eventualmen<strong>te</strong>trattato.Il ritardo nel riconoscimento potrebbe comportare il non trattamento<strong>di</strong> con<strong>di</strong>zioni che pos<strong>so</strong>no essere responsabili delle <strong>di</strong>fficoltà <strong>di</strong> memoriaoppure il mancato avvio <strong>di</strong> trattamenti <strong>per</strong> <strong>so</strong>s<strong>te</strong>nere le <strong>per</strong><strong>so</strong>ne condemenza e i loro familiari nell’affrontare la natura cronica e progressivadella malattia e intraprendere i trattamenti mirati a con<strong>te</strong>nerne leconseguenze.Dato il rischio sia <strong>di</strong> una <strong>so</strong>ttovalutazione che <strong>di</strong> una <strong>so</strong>pravvalutazionedelle <strong>di</strong>fficoltà <strong>di</strong> memoria, l’attitu<strong>di</strong>ne migliore dovrebbe essere quella<strong>di</strong> richiedere il consulto <strong>di</strong> un professionista in grado <strong>di</strong> valutarnel’entità e la natura, la possibile causa e <strong>di</strong> intraprendere, ove necessario,tut<strong>te</strong> quelle misure adat<strong>te</strong> ad una risposta mirata al problema.1.2.1 Cos’è la memoria e come funzionaLa memoria è, accanto all’in<strong>te</strong>lligenza, una delle funzioni più complessedell’attività umana e può essere definita come la capacità <strong>di</strong> trat<strong>te</strong>neree recu<strong>per</strong>are informazioni e es<strong>per</strong>ienze che le <strong>per</strong><strong>so</strong>ne vivono eaffrontano lungo tutto l’arco <strong>di</strong> vita. Memorizzare è un proces<strong>so</strong> articolato,inizia con la cattura dell’informazione-stimolo da par<strong>te</strong> degliorgani <strong>di</strong> sen<strong>so</strong> e richiede at<strong>te</strong>nzione e concentrazione <strong>per</strong> un primoatto <strong>di</strong> “elaborazione” del “ma<strong>te</strong>riale” acquisito. Questo primo attorichiede un’efficienza degli organi <strong>di</strong> sen<strong>so</strong> e un eventuale deficit olimitazione degli organi <strong>di</strong> sen<strong>so</strong> può compromet<strong>te</strong>re questo proces<strong>so</strong><strong>di</strong> acquisizione. Il proces<strong>so</strong> <strong>di</strong> acquisizione, <strong>per</strong> lo svolgimento del qualeè necessario essere at<strong>te</strong>nti e concentrati altrimenti lo stimolo colto dapar<strong>te</strong> degli organi <strong>di</strong> sen<strong>so</strong> non viene raccolto e quin<strong>di</strong> non lascia nessunatraccia, è il primo gra<strong>di</strong>no del proces<strong>so</strong> che aiuta capire mol<strong>te</strong> <strong>di</strong>quelle che vengono chiama<strong>te</strong> “defaillance” della memoria, che <strong>so</strong>no inrealtà dovu<strong>te</strong> a <strong>di</strong>sat<strong>te</strong>nzione, mancata concentrazione oppure allosvolgimento con<strong>te</strong>mporaneo <strong>di</strong> più compiti. Quest’ultimo aspetto, vaat<strong>te</strong>ntamen<strong>te</strong> considerato nell’anziano in quanto la riduzione <strong>di</strong> velocità<strong>di</strong> esecuzione delle o<strong>per</strong>azioni rende necessario affrontare i compiti“uno alla volta”, in modo da non <strong>so</strong>vraccaricare il sis<strong>te</strong>ma e quin<strong>di</strong>ridurne l’efficienza.Una volta acquisita, l’informazione deve essere “lavorata”, cioè deveessere manipolata in modo adeguato <strong>per</strong> essere poi depositata nel“magazzino” (il cervello) dal quale poi si va a recu<strong>per</strong>arla quando serve.Questa par<strong>te</strong> del proces<strong>so</strong> relativa alla lavorazione del ma<strong>te</strong>riale acquisitoprende il nome <strong>di</strong> memoria a “breve <strong>te</strong>rmine” e include appunto la“memoria <strong>di</strong> lavoro” che è quella funzione utilizzata <strong>per</strong> maneggiare15


16l’informazione sia ai fini del suo u<strong>so</strong> nel qui e ora (come ad esempioricordarsi le istruzioni <strong>per</strong> fare una de<strong>te</strong>rminata o<strong>per</strong>azione, finita laquale le informazioni non saranno più necessarie), sia ai fini dell’organizzazionedel ma<strong>te</strong>riale <strong>per</strong> un utilizzo successivo (come ad esempioco<strong>di</strong>ficare una de<strong>te</strong>rminata informazione <strong>per</strong> po<strong>te</strong>re facilitare il suodeposito nella memoria a lungo <strong>te</strong>rmine e quin<strong>di</strong> il suo recu<strong>per</strong>o: adesempio ricordare un nome <strong>per</strong> alcune <strong>per</strong><strong>so</strong>ne è un impresa, ma se sicerca <strong>di</strong> costruire delle connessioni con altre informazioni si può facilitarnel’appren<strong>di</strong>mento) <strong>per</strong> po<strong>te</strong>rlo depositare nei magazzini dellamemoria. Questo proces<strong>so</strong> <strong>di</strong> co<strong>di</strong>fica richiede l’u<strong>so</strong> <strong>di</strong> <strong>di</strong>verse stra<strong>te</strong>gieapprese nell’arco della vita, che vengono messe in atto quando si affrontanocompiti <strong>di</strong> appren<strong>di</strong>mento <strong>di</strong> nuove informazioni. Con l’invecchiamentosi <strong>di</strong>venta un po’ pigri nell’u<strong>so</strong> e nella ricerca delle stra<strong>te</strong>gieadegua<strong>te</strong> e ciò spes<strong>so</strong> de<strong>te</strong>rmina un mancato o un <strong>di</strong><strong>so</strong>r<strong>di</strong>nato “immagazzinamento”delle informazioni che ne compromet<strong>te</strong> il ricordo. Permeglio comprendere questo concetto si può utilizzare la metafora dellabiblio<strong>te</strong>ca: nel cor<strong>so</strong> degli anni si acquistano dei libri con con<strong>te</strong>nuto<strong>di</strong>ver<strong>so</strong>, i quali vengono sis<strong>te</strong>mati sugli scaffali e negli arma<strong>di</strong>; il richiamo<strong>di</strong> una informazione (ricordo) è assimilabile alla ricerca <strong>di</strong> un libro<strong>per</strong> cui l’efficienza del recu<strong>per</strong>o <strong>di</strong>pende dalle modalità utilizza<strong>te</strong> <strong>per</strong>archiviare il libro (informazione) e più aumenta il numero dei libri epiù è necessario <strong>per</strong>fezionare i meto<strong>di</strong> <strong>di</strong> archiviazione (co<strong>di</strong>fica). Conl’invecchiamento si <strong>di</strong>venta sempre più pigri da questo punto <strong>di</strong> vista eciò compromet<strong>te</strong> sia l’archiviazione che il recu<strong>per</strong>o delle informazioni.Si può riassumere quin<strong>di</strong> che la memoria è quell’insieme <strong>di</strong> processi estra<strong>te</strong>gie che vengono utilizzati <strong>per</strong> l’acquisizione, l’elaborazione, l’archiviazionee il recu<strong>per</strong>o dell’informazione. L’invecchiamento in<strong>te</strong>rferiscemaggiormen<strong>te</strong> con i processi <strong>di</strong> elaborazione e <strong>di</strong> archiviazione.Si può quin<strong>di</strong> affermare che, con l’invecchiamento, più che <strong>per</strong><strong>di</strong>ta <strong>di</strong>memoria si ha una ridotta efficienza dei sis<strong>te</strong>mi e dei processi dellamemoria che rendono necessari maggiore at<strong>te</strong>nzione, addestramento eappren<strong>di</strong>mento <strong>di</strong> meto<strong>di</strong> adeguati <strong>per</strong> l’immagazzinamento dell’informazione.Un cenno a par<strong>te</strong> merita il ruolo della valenza emotiva dell’evento <strong>per</strong>la sua memorizzazione. È es<strong>per</strong>ienza comune che gli eventi che hannoun significato affettivo, oppure che hanno suscitato emozioni in<strong>te</strong>nse,vengono meglio ricordati degli eventi neutri: ciò è dovuto al “rinforzo”del ricordo quando es<strong>so</strong> ha una valenza emotiva <strong>per</strong> la <strong>per</strong><strong>so</strong>na che los<strong>per</strong>imenta.


PARTE 1: L'INSORGERE DELLA MALATTIAOltre ai processi strettamen<strong>te</strong> connessi con le funzioni mnemoniche,molti altri <strong>fatto</strong>ri pos<strong>so</strong>no in<strong>te</strong>rferire con la funzionalità della memoriae del ricordo.Le problematiche sen<strong>so</strong>riali (u<strong>di</strong>to e vista), come già accennato, in<strong>te</strong>rferisconocon una corretta acquisizione dell’informazione, mentre le con<strong>di</strong>zioniambientali in <strong>te</strong>rmini <strong>di</strong> rumori e illuminazione pos<strong>so</strong>no compromet<strong>te</strong>rel’efficienza sen<strong>so</strong>riale e quin<strong>di</strong> ridurre la possibilità della <strong>per</strong><strong>so</strong>na<strong>di</strong> identificare e acquisire in maniera adeguata lo stimolo.Oltre alle problematiche sen<strong>so</strong>riali anche alcune con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> salu<strong>te</strong>pos<strong>so</strong>no in<strong>te</strong>rferire con le abilità mnemoniche: la qualità del <strong>so</strong>nno el’eventuale u<strong>so</strong> <strong>di</strong> farmaci <strong>per</strong> dormire pos<strong>so</strong>no influenzare la memoriain quanto in<strong>te</strong>rferiscono con l’at<strong>te</strong>nzione, la concentrazione e lavigilanza.L’ansia e la depressione giocano anch’esse un ruolo nella compromissionedella memoria. L’ansia, espressione <strong>di</strong> paura e <strong>di</strong> preoccupazione,riduce significativamen<strong>te</strong> l’at<strong>te</strong>nzione, la concentrazione e la capacità <strong>di</strong>elaborazione delle informazioni, e così anche la depressione. Per talimotivi alcune <strong>per</strong><strong>so</strong>ne anziane, ma non <strong>so</strong>lo, riportano <strong>di</strong>fficoltà <strong>di</strong> at<strong>te</strong>nzione,<strong>di</strong> concentrazione e <strong>di</strong> memoria che pos<strong>so</strong>no essere l’espressione<strong>di</strong> stati affettivi <strong>di</strong> <strong>di</strong>sagio, piuttosto che <strong>di</strong> veri <strong>di</strong>sturbi <strong>di</strong> memoria.I <strong>di</strong>sturbi della memoria, almeno all’e<strong>so</strong>r<strong>di</strong>o, <strong>so</strong>no carat<strong>te</strong>rizzati propriodall’incapacità <strong>di</strong> immagazzinare le nuove informazioni, mentre <strong>so</strong>noconserva<strong>te</strong> le informazioni preceden<strong>te</strong>men<strong>te</strong> acquisi<strong>te</strong>. Questo cambiamentoè in<strong>di</strong>penden<strong>te</strong> dalle situazioni, alcune prima accenna<strong>te</strong>, chepos<strong>so</strong>no compromet<strong>te</strong>re il proces<strong>so</strong> <strong>di</strong> funzionamento.Di fron<strong>te</strong> a <strong>di</strong>fficoltà <strong>di</strong> memoria è opportuno consultare un professionista<strong>per</strong> verificare se ci si trova <strong>di</strong> fron<strong>te</strong> ad un specifico <strong>di</strong>sturbo dellamemoria oppure ad altra con<strong>di</strong>zione e quin<strong>di</strong> avviare <strong>per</strong>corsi <strong>di</strong> curaadeguati.Si può affermare che la maggiore par<strong>te</strong> degli anziani (oltre il 90% degliultra sessantacinquenni e oltre il 70% degli ultra ottan<strong>te</strong>nni) mantienedelle funzioni <strong>di</strong> memoria intat<strong>te</strong>, ma che richiedono alla <strong>per</strong><strong>so</strong>na l’adozione<strong>di</strong> meto<strong>di</strong> <strong>di</strong> appren<strong>di</strong>mento adeguati <strong>per</strong> man<strong>te</strong>nerne l’efficienza.Porre sempreat<strong>te</strong>nzioneai problemi<strong>di</strong> vista e u<strong>di</strong>to<strong>per</strong> non scambiaretali problemicon la demenzaI <strong>di</strong>sturbi dellamemoria pos<strong>so</strong>no<strong>di</strong>pendere ancheda <strong>di</strong>sturbisen<strong>so</strong>riali, dallostato psicologicogenerale della<strong>per</strong><strong>so</strong>ne o dallapre<strong>senza</strong> <strong>di</strong> altremalattieOltre il 90% degliover 65 e il 70%degli over 80mantiene funzioni<strong>di</strong> memoriaintat<strong>te</strong>17


1.2.2 Come conservare la memoriaLe abilità cognitive in generale e la memoria in particolare <strong>so</strong>no processi<strong>di</strong>namici che beneficiano dell’esercizio e che risentono dell’inattività.Data la complessità del proces<strong>so</strong> della memoria, prendersene cura significaconsiderare le <strong>di</strong>verse componenti che contribuiscono alla suaefficienza.Prima <strong>di</strong> tutto è importan<strong>te</strong> regolare la quantità delle informazioni daricevere: mol<strong>te</strong> <strong>so</strong>llecitazioni mettono in <strong>di</strong>fficoltà l’at<strong>te</strong>nzione, la concentrazionee la selezione delle informazioni; oltre alla quantità anche lavelocità <strong>di</strong> trasmissione può pregiu<strong>di</strong>care il funzionamento. Il modomigliore <strong>per</strong> acquisire le informazioni è una <strong>cosa</strong> alla volta e lentamen<strong>te</strong>.Una volta acquisi<strong>te</strong>, le informazioni vanno “lavora<strong>te</strong>” e <strong>per</strong> fare ciòesistono mol<strong>te</strong> stra<strong>te</strong>gie utilizzabili come le as<strong>so</strong>ciazioni delle parole,dei luoghi e delle immagini, la costruzione <strong>di</strong> acronimi, i collegamentiad informazioni già acquisi<strong>te</strong> che <strong>per</strong>mettono un’archiviazione organizzatadelle informazioni. La “lavorazione” delle informazioni è utile non<strong>so</strong>lo <strong>per</strong> l’archiviazione ma <strong>per</strong> il recu<strong>per</strong>o del ma<strong>te</strong>riale appre<strong>so</strong>. Lestra<strong>te</strong>gie utilizza<strong>te</strong> facilitano il recu<strong>per</strong>o in quanto funzionano comein<strong>di</strong>catori <strong>per</strong> il “ritiro” delle informazioni dai magazzini. È come se sesi possedesse un co<strong>di</strong>ce che <strong>per</strong>met<strong>te</strong> l’acces<strong>so</strong> al ma<strong>te</strong>riale immagazzinatoe ne facilita il recu<strong>per</strong>o. Mol<strong>te</strong> <strong>so</strong>no le <strong>te</strong>cniche utilizza<strong>te</strong> a questoscopo, come ad esempio l’u<strong>so</strong> dell’alfabeto <strong>per</strong> il ricordo dei nomi.Accanto alle <strong>te</strong>cniche specifiche <strong>per</strong> la memoria vanno curati altri aspettiquali i <strong>di</strong>sturbi del <strong>so</strong>nno, i <strong>di</strong>sturbi affettivi, le preoccupazioni, lostress e il <strong>so</strong>vraccarico, tutti <strong>fatto</strong>ri che pos<strong>so</strong>no in<strong>te</strong>rferire con le abilitàmnemoniche. Va praticato, inoltre, uno stile <strong>di</strong> vita salutare in <strong>te</strong>rmini<strong>di</strong> attività fisica, <strong>di</strong> alimentazione adeguata.18


PARTE 1: L'INSORGERE DELLA MALATTIAPer concludere ecco alcuni suggerimenti <strong>per</strong> conservare una buonamemoria:1. concedersi più <strong>te</strong>mpo, rispetto al passato, <strong>per</strong> imparare cose nuove;apprendere può richiedere più <strong>te</strong>mpo e una maggiore concentrazione;2. fare at<strong>te</strong>nzione alle nuove informazioni, con l’età si <strong>di</strong>venta più<strong>di</strong>straibili e <strong>di</strong>stratti;3. troppe informazioni insieme mettono in <strong>di</strong>fficoltà la memoria; fareuna <strong>cosa</strong> alla volta e farla bene;4. pre<strong>di</strong>sporre un ambien<strong>te</strong> adatto <strong>per</strong> l’appren<strong>di</strong>mento; la luce deveessere viva; devono essere eventualmen<strong>te</strong> usati occhiali o apparecchiacustici. Se si è incerti circa le informazioni ricevu<strong>te</strong>, è necessariorichiedere che ques<strong>te</strong> vengano ripetu<strong>te</strong>;5. non aspettarsi <strong>di</strong> ricordare fatti o nomi velocemen<strong>te</strong> come nellagiovinezza; <strong>per</strong> ricordare i fatti o i nomi devono essere utilizza<strong>te</strong>delle stra<strong>te</strong>gie;6. proporsi <strong>di</strong> esercitare la memoria facendo mentalmen<strong>te</strong> o ad altavoce brevi riassunti <strong>di</strong> letture o <strong>di</strong> trasmissioni <strong>te</strong>levisive, almenouna volta al giorno;7. le informazioni acquisi<strong>te</strong> <strong>so</strong>no <strong>so</strong>gget<strong>te</strong> all’oblio con il trascorreredel <strong>te</strong>mpo se non vengono riutilizza<strong>te</strong>. Solo una par<strong>te</strong>, gli epi<strong>so</strong><strong>di</strong>significativi, viene conservata mentre mol<strong>te</strong> informazioni vengono<strong>per</strong>se;8. la memoria ha delle debolezze: labile, si blocca, sbaglia riferimenti,confonde i particolari, al<strong>te</strong>ra i ricor<strong>di</strong>;9. le amnesie talvolta “nascondono” quello che non si vuol ricordareo che non in<strong>te</strong>ressa;10. alcune vol<strong>te</strong> non si riesce a <strong>di</strong>menticare;11. non esis<strong>te</strong> alcun “farmaco miracolo<strong>so</strong>” <strong>per</strong> la memoria.ConsigliQuando, nonostan<strong>te</strong> l’applicazione <strong>di</strong> questi suggerimenti, la <strong>per</strong><strong>so</strong>naanziana ritiene <strong>di</strong> non ricordare bene è utile chiedere consiglio al me<strong>di</strong>co.Per approfon<strong>di</strong>re i problemi connessi con la <strong>per</strong><strong>di</strong>ta della memoria sirimanda a pagina 67 “I <strong>di</strong>sturbi della sfera cognitiva”.19


PARTE 1: L'INSORGERE DELLA MALATTIA2 LE DEMENZE2.1 Cenni sul quadro clinico e la suaevoluzione, epidemiologia e no<strong>te</strong>storicheCon il <strong>te</strong>rmine <strong>di</strong> demenza si in<strong>di</strong>ca una “sindrome”, ossia un insieme<strong>di</strong> sintomi, che si manifesta con un de<strong>te</strong>rioramento progressivo dellefunzioni cognitive (quali la memoria, il linguaggio, il ragionamento,la capacità <strong>di</strong> pianificare e organizzare) tali da compromet<strong>te</strong>re le abitualiattività della vita quoti<strong>di</strong>ana (lavoro, in<strong>te</strong>ressi, attività or<strong>di</strong>narie, siacomplesse come la capacità <strong>di</strong> fare la spesa o <strong>di</strong> assumere correttamen<strong>te</strong>le me<strong>di</strong>cine, o più semplici come lavarsi e vestirsi) e relazioni.Contrariamen<strong>te</strong> a quanto ancora si pensa, la demenza non costituisce una“conseguenza ineluttabile” dell’invecchiamento anche se è for<strong>te</strong>men<strong>te</strong>as<strong>so</strong>ciata all’invecchiamento s<strong>te</strong>s<strong>so</strong>; rappresenta invece una con<strong>di</strong>zionepatologica de<strong>te</strong>rminata da “varie” malattie del cervello. Ques<strong>te</strong> colpisconopiù frequen<strong>te</strong>men<strong>te</strong> le <strong>per</strong><strong>so</strong>ne anziane, la cui numerosità rispetto allapopolazione generale è sensibilmen<strong>te</strong> aumentata nell’ultimo decennio,rappresentando circa il 20% della popolazione s<strong>te</strong>ssa.Oggi le <strong>per</strong><strong>so</strong>ne con demenza in Europa <strong>so</strong>no quasi 10 milioni e a livellomon<strong>di</strong>ale circa 35 milioni; le previsioni in<strong>di</strong>cano che arriveranno nel2030 a 15 e a 65 milioni <strong>di</strong> <strong>per</strong><strong>so</strong>ne rispettivamen<strong>te</strong>. In Italia a tutt’<strong>oggi</strong>si stimano circa 900.000 casi <strong>di</strong> demenza e più <strong>di</strong> 3 milioni <strong>di</strong> familiari<strong>so</strong>no coinvolti <strong>di</strong>rettamen<strong>te</strong> nell’assis<strong>te</strong>nza.Dall’età <strong>di</strong> 65 anni la prevalenza, ossia la <strong>per</strong>centuale <strong>di</strong> <strong>per</strong><strong>so</strong>ne condemenza sulla popolazione generale, raddoppia ogni 5 anni fino all’età<strong>di</strong> 90 anni; nel gruppo <strong>di</strong> età fra i 65 e i 69 anni la demenza ha unaprevalenza dell’1,5%, che arriva al 3% nella fascia <strong>di</strong> età fra i 70 e i 74anni, al 6% nella fascia <strong>di</strong> età fra i 75 e i 79 anni, al 12% nella fascia <strong>di</strong>età fra gli 80 e gli 84 anni fino ad arrivare al 24% e oltre nelle fasce <strong>di</strong>età su<strong>per</strong>iori agli 85 anni. Ciò significa che, secondo le attuali previsioni,chi è nato nel XX secolo, ha una possibilità su tre <strong>di</strong> <strong>so</strong>ffrire <strong>di</strong>Alzheimer o <strong>di</strong> qualche altra forma <strong>di</strong> demenza.Anche l’incidenza, ovvero i nuovi casi <strong>di</strong> demenza all’anno, presentauna crescita esponenziale con l’età.Per questa importan<strong>te</strong> <strong>di</strong>mensione epidemiologica, le demenze <strong>so</strong>no<strong>oggi</strong> considera<strong>te</strong> una delle principali sfide <strong>per</strong> i sis<strong>te</strong>mi sanitari e <strong>so</strong>cia-La <strong>per</strong><strong>di</strong>ta <strong>di</strong>memoria e <strong>di</strong>tan<strong>te</strong> funzioni, siafisiche chementali, non èinevitabile con ilprocedere deglianni. Molto<strong>di</strong>pende da che<strong>cosa</strong> facciamo <strong>per</strong>conservare insalu<strong>te</strong> ques<strong>te</strong>capacità21


22li del mondo occidentale. L’evoluzione, e quin<strong>di</strong> la prognosi dellademenza, è con<strong>di</strong>zionata dalla tipologia <strong>di</strong> demenza e dai sintomi chela carat<strong>te</strong>rizzano, nonché dall’età della <strong>per</strong><strong>so</strong>na.L’evoluzione è attualmen<strong>te</strong> più rapida nelle <strong>per</strong><strong>so</strong>ne giovani e in coloroche presentano <strong>di</strong>sturbi della comunicazione (<strong>di</strong>fficoltà nel trovare le“parole adat<strong>te</strong>” o <strong>di</strong> comprensione del linguaggio) e/o manifestazionineuropsichiatriche (ad es. allucinazioni, deliri). Nell’anziano l’evoluzioneè con<strong>di</strong>zionata dalla pre<strong>senza</strong> <strong>di</strong> altre malattie concomitanti.Nelle fasi iniziali le demenze tipicamen<strong>te</strong> colpiscono le funzioni cognitive(at<strong>te</strong>nzione, memoria, linguaggio), ma più o meno velocemen<strong>te</strong>influenzano anche il carat<strong>te</strong>re e il comportamento <strong>di</strong> una <strong>per</strong><strong>so</strong>na.A risentire maggiormen<strong>te</strong> del “cambiamento” <strong>so</strong>no più spes<strong>so</strong> i familiariche si trovano a dover convivere con un loro caro che “non è piùlui”, <strong>senza</strong> <strong>per</strong>altro che egli ne abbia spes<strong>so</strong> coscienza: anzi, a complicareancora <strong>di</strong> più i rapporti in<strong>te</strong>r<strong>per</strong><strong>so</strong>nali, la <strong>per</strong><strong>so</strong>na con demenza puònegare le proprie <strong>di</strong>fficoltà e i propri <strong>di</strong>sturbi causando, <strong>senza</strong> volerlo,maggiore <strong>so</strong>fferenza a chi le sta vicino.Quin<strong>di</strong> ai sintomi che riguardano le funzioni cognitive si accompagnanoquasi sempre al<strong>te</strong>razioni della <strong>per</strong><strong>so</strong>nalità e del comportamento chepos<strong>so</strong>no essere molto <strong>di</strong>versi fra <strong>per</strong><strong>so</strong>ne che hanno la s<strong>te</strong>ssa malattia.Tra questi i più carat<strong>te</strong>ristici <strong>so</strong>no sintomi psichici (quali ansia, depressione,deliri, allucinazioni), irritabilità o vera aggressività (più spes<strong>so</strong><strong>so</strong>lo verbale, raramen<strong>te</strong> fisica), in<strong>so</strong>nnia, apatia, <strong>te</strong>ndenza a comportamentiripetitivi e <strong>senza</strong> uno scopo apparen<strong>te</strong>, riduzione e/o aumentodell’appetito e a vol<strong>te</strong> anche at<strong>te</strong>ggiamenti <strong>di</strong> “<strong>di</strong>sinibizione” che riguardanosia il controllo <strong>so</strong>ciale (es. spogliarsi in pubblico) sia il comportamentosessuale.Ai deficit cognitivi e ai sintomi comportamentali (o “non cognitivi”),uniti alle altre malattie del corpo che <strong>so</strong>no frequenti specialmen<strong>te</strong> nella<strong>per</strong><strong>so</strong>na anziana, si as<strong>so</strong>cia una progressiva al<strong>te</strong>razione dello stato funzionale,cioè della capacità <strong>di</strong> svolgere funzioni, più o meno complesse,della vita <strong>di</strong> tutti i giorni. Nelle fasi iniziali si assis<strong>te</strong> al de<strong>te</strong>rioramentodella funzioni più complesse nelle quali è maggiore la compe<strong>te</strong>nzacognitiva (<strong>so</strong>no le cosiddet<strong>te</strong> funzioni strumentali, quali gestire lefinanze, utilizzare i mezzi <strong>di</strong> trasporto e <strong>di</strong> comunicazione, gestire lacasa e i farmaci); con la progressione della demenza vengono compromesseanche le attività quoti<strong>di</strong>ane <strong>di</strong> base (igiene <strong>per</strong><strong>so</strong>nale, abbigliamento,bagno e mobilità, capacità <strong>di</strong> controllare la continenza urinariae/o fecale).Nelle fasi avanza<strong>te</strong> pos<strong>so</strong>no comparire complicazioni (es. cadu<strong>te</strong>) checompromettono ul<strong>te</strong>riormen<strong>te</strong> lo stato funzionale e che in genere pos<strong>so</strong>noessere anche fatali. Infatti le <strong>per</strong><strong>so</strong>ne con demenza raramen<strong>te</strong>


PARTE 1: L'INSORGERE DELLA MALATTIAmuoiono <strong>per</strong> la conseguenza <strong>di</strong>retta della malattia; la causa <strong>di</strong> mor<strong>te</strong> èspes<strong>so</strong> costituita da eventi che ne complicano il decor<strong>so</strong> quali infezioni(polmoni<strong>te</strong> <strong>so</strong>prattutto), <strong>di</strong>sidratazione, malnutrizione, con-seguenze<strong>di</strong> cadu<strong>te</strong>; talvolta la demenza complica e aggrava il decor<strong>so</strong> <strong>di</strong> altremalattie quali tumori o patologie car<strong>di</strong>ocircolatorie.La demenza ha una durata lunga, progressiva e variabile, generalmen<strong>te</strong>comunque intorno a 10-12 anni, nel cor<strong>so</strong> dei quali, in modo spes<strong>so</strong>graduale o con bruschi peggioramenti al<strong>te</strong>rnati a lunghe fasi <strong>di</strong> stabilità,si assis<strong>te</strong> alla progressione dei sintomi cognitivi, comportamentalie funzionali. Ad esempio, nel ca<strong>so</strong> della “demenza vascolare” la progressionedella malattia avviene classicamen<strong>te</strong> “a gra<strong>di</strong>ni”: a rapi<strong>di</strong>peggioramenti dell’autonomia si al<strong>te</strong>rnano fasi <strong>di</strong> relativa stabilizzazionedelle con<strong>di</strong>zioni generali. Inoltre la <strong>per</strong><strong>so</strong>na può conservare, anchenelle fasi più avanza<strong>te</strong>, alcune capacità cognitive, contrariamen<strong>te</strong> aquanto avviene nella demenza più <strong>di</strong>ffusa che è la malattia <strong>di</strong> Alzheimerche comporta un progressivo e lento peggioramento <strong>di</strong> quasi tut<strong>te</strong> lefunzioni in<strong>te</strong>llettive.La sco<strong>per</strong>ta della forma <strong>di</strong> demenza più frequen<strong>te</strong>, la malattia <strong>di</strong>Alzheimer, risale all’inizio del 1900 quando il dr. Alois Alzheimer e ildr. Gaetano Perusini descrissero <strong>per</strong> la prima volta il ca<strong>so</strong> <strong>di</strong> una donna,Augusta D., ricoverata a Francofor<strong>te</strong> pres<strong>so</strong> un ospedale psichiatrico<strong>per</strong> una sindrome in cui a <strong>di</strong>sturbi <strong>di</strong> tipo psichiatrico si as<strong>so</strong>ciava unquadro <strong>di</strong> demenza. Alla mor<strong>te</strong> della signora l’autopsia evidenziò delleparticolari al<strong>te</strong>razioni nel cervello, mai osserva<strong>te</strong> in precedenza (ime<strong>di</strong>ci le definiscono “placche amiloi<strong>di</strong>” e “gomitoli neurofibrillari”).Perusini morì duran<strong>te</strong> la Prima Guerra Mon<strong>di</strong>ale dopo aver descritto,insieme ad Alzheimer, altri casi simili a quelli <strong>di</strong> Augusta D; da allorauna malattia <strong>senza</strong> nome, ovvero inserita nell’ambito delle demenze,cominciò ad essere chiamata dapprima malattia <strong>di</strong> Alzheimer-Perusini,in seguito più semplicemen<strong>te</strong> malattia <strong>di</strong> Alzheimer.Fino alla seconda metà del ‘900, tuttavia, l’in<strong>te</strong>resse <strong>per</strong> gli aspetti<strong>di</strong>agnostici e clinici è restato piuttosto scar<strong>so</strong> e la demenza è stata consideratasia la via finale comune <strong>di</strong> svaria<strong>te</strong> con<strong>di</strong>zioni, che un proces<strong>so</strong>inevitabile legato all’invecchiamento. La maggiore <strong>di</strong>sponibilità <strong>di</strong><strong>te</strong>cniche <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o del funzionamento del sis<strong>te</strong>ma nervo<strong>so</strong> centrale, invivo e in modelli s<strong>per</strong>imentali, una più chiara conoscenza dei processineuropsicologici e una maggiore <strong>di</strong>sponibilità <strong>di</strong> strumenti <strong>di</strong> analisipsicometrica e psicologica, l’avanzamento delle <strong>te</strong>cniche e conoscenzeneuropatologiche hanno portato, a partire dagli anni ’60, ad una maggiorecarat<strong>te</strong>rizzazione clinica delle demenze e alla loro <strong>di</strong>stinzione siadalle psicosi in generale che dalle mo<strong>di</strong>ficazioni delle funzioni cognitiveriscontrabili con l’invecchiamento.L’età è un <strong>fatto</strong>re<strong>di</strong> rischiorilevan<strong>te</strong>, ma lademenza non èuna conseguenzainevitabile dellavecchiaia23


L’introduzione <strong>di</strong> cri<strong>te</strong>ri clinici definiti ha rappresentato un ul<strong>te</strong>rioreavanzamento nella carat<strong>te</strong>rizzazione clinica della demenza, <strong>per</strong>met<strong>te</strong>ndouna più chiara e riproducibile <strong>di</strong>fferenziazione dalle altrecon<strong>di</strong>zioni patologiche nelle quali è possibile riscontrare un deca<strong>di</strong>mentocognitivo.Dalla demenzalieve a quellasevera: le tre fasidella malattia e leconseguenze sucapacità cognitive,comportamento,attivitàquoti<strong>di</strong>ane,funzionalità fisicaGli sta<strong>di</strong> della demenzaSi considerano classicamen<strong>te</strong> tre “fasi” o “sta<strong>di</strong>” della malattia, lieve,moderata e severa, basati su vari strumenti <strong>di</strong> valutazione (che verrannodescritti in seguito) fra cui il più semplice e riconosciuto a livelloin<strong>te</strong>rnazionale è il MMSE (Mini Mental Sta<strong>te</strong> Examination). Questo<strong>te</strong>st è basato su semplici domande struttura<strong>te</strong> e sulla richiesta <strong>di</strong> eseguiredegli or<strong>di</strong>ni, scrivere una frase e fare un <strong>di</strong>segno; il pun<strong>te</strong>ggioot<strong>te</strong>nibile varia fra 0 e 30; un pun<strong>te</strong>ggio compre<strong>so</strong> fra 24 e 30 in<strong>di</strong>cageneralmen<strong>te</strong>, dopo correzione <strong>per</strong> età e scolarità, un livello <strong>di</strong> cognitività“normale”; la demenza è “lieve” <strong>per</strong> pun<strong>te</strong>ggio compre<strong>so</strong> fra 18e 24, “moderata” <strong>per</strong> pun<strong>te</strong>ggi che vanno da 10 a 18 e “severa” <strong>per</strong>pun<strong>te</strong>ggi minori <strong>di</strong> 10.I pazienti in cui il MMSE è compre<strong>so</strong> fra 23 e 26 <strong>so</strong>no can<strong>di</strong>dati ad una<strong>di</strong>agnosi <strong>di</strong> MCI (Mild Cognitive Impairment, lieve deficit cognitivo).In questi casi il lieve deficit cognitivo in<strong>te</strong>ressa esclusivamen<strong>te</strong> la memoriae la <strong>per</strong><strong>so</strong>na è <strong>per</strong>fettamen<strong>te</strong> autonoma anche nelle attività più complesse.L’MCI non può essere considerato a tutt’<strong>oggi</strong> come una demenza, mapotrebbe evolvere in malattia <strong>di</strong> Alzheimer (secondo recenti stu<strong>di</strong> la<strong>te</strong>ndenza a evolvere riguarda circa il 60% dei pazienti con MCI), oppureil deficit <strong>di</strong> memoria può <strong>per</strong>manere come unico <strong>di</strong>sturbo, che vacomunque controllato nel <strong>te</strong>mpo.A scopo esemplificativo, <strong>per</strong> descrivere la progressione della demenza,vengono riportati le fasi della malattia <strong>di</strong> Alzheimer che, come già accennatoe come vedremo in seguito, è la forma <strong>di</strong> demenza più comune.Fase lieve: demenza <strong>di</strong> grado lieve (durata 2-4 anni)Carat<strong>te</strong>rizza la malattia all’e<strong>so</strong>r<strong>di</strong>o: si riscontrano con<strong>di</strong>zioni in cui ideficit cognitivi non riducono le autonomie del pazien<strong>te</strong>.I problemi <strong>di</strong> memoria <strong>per</strong> gli eventi recenti iniziano a compromet<strong>te</strong>re leattività e il pazien<strong>te</strong> deve ricorrere ad accorgimenti pratici <strong>per</strong> supportareil deficit (ad es. utilizzare dei promemoria <strong>per</strong> ricordare avvenimenti,appuntamenti ecc.). I pazienti, in genere, non hanno particolari problemi<strong>di</strong> movimento, <strong>so</strong>no ancora parzialmen<strong>te</strong> autonomi ma necessitano giàdella su<strong>per</strong>visione altrui; è questa inoltre la fase in cui è in<strong>di</strong>cato iniziarela <strong>te</strong>rapia con i farmaci specifici <strong>per</strong> la malattia <strong>di</strong> Alzheimer in quantoquesti farmaci pos<strong>so</strong>no rallentare l’evoluzione della malattia.24


PARTE 1: L'INSORGERE DELLA MALATTIADEMENZA LIEVE (2-4 ANNI)Sintomi cognitivi• <strong>di</strong>fficoltà ad imparare cose nuove• <strong>di</strong>fficoltà <strong>di</strong> memoria, <strong>so</strong>prattutto <strong>per</strong> epi<strong>so</strong><strong>di</strong> recenti• <strong>di</strong><strong>so</strong>rientamento <strong>te</strong>mporale (confondere i giorni della settimana)• <strong>di</strong><strong>so</strong>rientamento spaziale (<strong>per</strong>dersi fuori casa)• anomia (<strong>di</strong>fficoltà nel re<strong>per</strong>imento delle parole)• <strong>di</strong>fficoltà nell’eseguire compiti complessiSintomi non cognitivi• ansia e depressione, negazione <strong>di</strong> malattia• apatia, abulia (<strong>per</strong><strong>di</strong>ta <strong>di</strong> in<strong>te</strong>resse ver<strong>so</strong> le <strong>per</strong><strong>so</strong>ne care e gli“hobby”)• irritabilità• deliri (generalmen<strong>te</strong> <strong>di</strong> tipo <strong>per</strong>secutorio)Deficit funzionali• necessità <strong>di</strong> su<strong>per</strong>visione o minimo aiuto nel vestirsi e nell’igiene<strong>per</strong><strong>so</strong>nale• <strong>di</strong>fficoltà nello svolgimento delle attività lavorative e nella vita<strong>so</strong>ciale• <strong>di</strong>fficoltà nelle attività domestiche (es. far funzionare glielettrodomestici)Fase moderata: demenza <strong>di</strong> grado moderato (durata 2-10 anni)In questo sta<strong>di</strong>o <strong>di</strong> malattia le <strong>per</strong><strong>so</strong>ne iniziano ad avere seri problemi<strong>di</strong> autonomia: necessitano <strong>di</strong> aiuto <strong>per</strong> vestirsi, nutrirsi e provvedereall’igiene <strong>per</strong><strong>so</strong>nale; pos<strong>so</strong>no iniziare ad essere più “rallenta<strong>te</strong>” dal punto<strong>di</strong> vista motorio e avere con maggiore frequenza <strong>di</strong>sturbi comportamentali(agitazione, depressione, allucinazioni, deliri, comportamentiripetitivi). I <strong>di</strong>sturbi cognitivi, molto invalidanti, de<strong>te</strong>rminano problemianche nel comprendere il linguaggio e nell’attuare ciò che viene ideatoo che viene richiesto.25


DEMENZA MODERATA (3-6 ANNI)Sintomi cognitivi• si accentuano i <strong>di</strong>sturbi <strong>di</strong> memoria recen<strong>te</strong> e remota• <strong>di</strong>fficoltà ad orientarsi anche in luoghi conosciuti• afasia: <strong>di</strong>fficoltà sia nel produrre <strong>di</strong>scorsi articolati sia nelcomprendere• agnosia: <strong>di</strong>fficoltà nel riconoscere gli oggetti, amici e parenti oavere falsi riconoscimenti• aprassia: <strong>di</strong>fficoltà ad eseguire azioni complesse o che richiedonouna programmazione delle sequenze motorieSintomi non cognitivi• peggiorano i <strong>di</strong>sturbi comportamentali su descritti• compaiano “vagabondaggio” e “affaccendamento”(la <strong>per</strong><strong>so</strong>na non riesce a stare ferma)• compaiono <strong>di</strong>sturbi dell’appetito (inappe<strong>te</strong>nza) e del <strong>so</strong>nno(in<strong>so</strong>nnia)Deficit funzionali• incapacità a svolgere alcune attività in<strong>di</strong>pendenti fuori casa(acquisti, u<strong>so</strong> mezzi <strong>di</strong> trasporto)• incapacità a cucinare o a svolgere altre faccende domestiche• necessità <strong>di</strong> molta assis<strong>te</strong>nza o su<strong>per</strong>visione <strong>per</strong> l’igiene <strong>per</strong><strong>so</strong>nalee la cura della <strong>per</strong><strong>so</strong>naFase severa: demenza <strong>di</strong> grado severo (durata 3-5 anni)È lo sta<strong>di</strong>o avanzato della malattia. Si passa gradualmen<strong>te</strong> dalla <strong>per</strong><strong>di</strong>ta<strong>di</strong> tut<strong>te</strong> le autonomie alla incapacità <strong>di</strong> esprimersi e <strong>di</strong> comprendere;con l’aggravamento progressivo si de<strong>te</strong>rmina l’incapacità <strong>di</strong> camminareche può portare al definitivo allettamento.La nutrizione <strong>di</strong>venta problematica <strong>per</strong> la comparsa <strong>di</strong> <strong>di</strong>sfagia (incapacitàa deglutire). È lo sta<strong>di</strong>o in cui, se non subentrano altre complicanzeo la mor<strong>te</strong> <strong>per</strong> altre patologie, la <strong>per</strong><strong>so</strong>na è generalmen<strong>te</strong> allettata,in posizione fetale, incapace <strong>di</strong> deglutire e/o <strong>di</strong> parlare fino aldeces<strong>so</strong>.26


PARTE 1: L'INSORGERE DELLA MALATTIADEMENZA SEVERA (3-5 ANNI)Sintomi cognitivi• gravissima <strong>per</strong><strong>di</strong>ta <strong>di</strong> memoria (restano <strong>so</strong>lo frammenti <strong>di</strong> ricor<strong>di</strong>)• completo <strong>di</strong><strong>so</strong>rientamento spaziale, anche all’in<strong>te</strong>rno della propriaabitazione• incapacità a riconoscere i volti dei familiari più stretti(pro<strong>so</strong>poagnosia è il <strong>te</strong>rmine me<strong>di</strong>co che in<strong>di</strong>ca questo <strong>di</strong>sturbo)• si può ancora conservare l’orientamento <strong>per</strong><strong>so</strong>nale• linguaggio incomprensibile, limitato ad una decina <strong>di</strong> parole, finoal mutacismo (as<strong>senza</strong> completa <strong>di</strong> linguaggio verbale)Sintomi non cognitivi• comportamenti s<strong>te</strong>reotipati (affaccendamento, vocalizzazioni)• agitazione, irritabilità• inappe<strong>te</strong>nza, al<strong>te</strong>razioni del ritmo <strong>so</strong>nno-vegliaDeficit funzionali• incapacità a uscire fuori casa se non accompagnato• <strong>di</strong>fficoltà a camminare autonomamen<strong>te</strong>; frequenti cadu<strong>te</strong>, rigi<strong>di</strong>tà<strong>di</strong>ffusa• necessità <strong>di</strong> molta assis<strong>te</strong>nza nelle attività <strong>di</strong> base della vitaquoti<strong>di</strong>ana• <strong>di</strong>fficoltà ad alimentarsi da <strong>so</strong>lo• incontinenza urinaria e/o fecaleRecen<strong>te</strong>men<strong>te</strong>, <strong>so</strong>prattutto <strong>per</strong> focalizzare l’at<strong>te</strong>nzione sulle fasi finalidella demenza, si parla anche <strong>di</strong> demenza <strong>te</strong>rminale (durata 6-12mesi), che viene affrontata con un approccio <strong>di</strong> “cure <strong>di</strong> tipo palliativo”.In questa fase la <strong>per</strong><strong>so</strong>na è generalmen<strong>te</strong> allettata, richiede assis<strong>te</strong>nzatotale, è incontinen<strong>te</strong>. Vi è generalmen<strong>te</strong> <strong>di</strong>fficoltà nella deglutizione epuò essere necessario il ricor<strong>so</strong> alla alimentazione artificiale.Il rischio <strong>di</strong> complicanze quali malnutrizione, <strong>di</strong>sidratazione, malattieinfettive (a carico <strong>so</strong>prattutto delle vie respiratorie e urinarie), ulcereda decubito è molto elevato. La mor<strong>te</strong> in genere si verifica, come giàaccennato, proprio a causa dell’in<strong>so</strong>rgenza <strong>di</strong> ques<strong>te</strong> complicanze.27


2.2 Le <strong>di</strong>verse forme <strong>di</strong> demenzaSolo il l’1 % delledemenze èguaribile.At<strong>te</strong>nzione <strong>per</strong>ò: avol<strong>te</strong> leconseguenze <strong>di</strong>una febbre alta o<strong>di</strong> un me<strong>di</strong>cinalesbagliato pos<strong>so</strong>noessere scambia<strong>te</strong><strong>per</strong> sintomi <strong>di</strong>demenzaIn Italia <strong>so</strong>no 900mila gli anzianiafflitti dallamalattia <strong>di</strong>Alzheimer, laforma più <strong>di</strong>ffusa<strong>di</strong> demenzaLe patologie che pos<strong>so</strong>no provocare una demenza <strong>so</strong>no numerose (circa70); pur avendo e<strong>so</strong>r<strong>di</strong>o e prognosi molto <strong>di</strong>verse, si <strong>di</strong>stinguono essenzialmen<strong>te</strong>in base alla progressione della malattia.Una prima classificazione <strong>di</strong>stingue le demenze in demenze reversibilie demenze irreversibili.Le forme “reversibili” rappresentano una piccola <strong>per</strong>centuale <strong>di</strong> tut<strong>te</strong> ledemenze (circa l’1%); i deficit, in questo ca<strong>so</strong>, <strong>so</strong>no secondari o malattieo <strong>di</strong>sturbi a carico <strong>di</strong> altri organi o apparati. Curando in modo adeguatoe <strong>te</strong>mpestivo ques<strong>te</strong> cause anche il quadro <strong>di</strong> de<strong>te</strong>rioramento regre<strong>di</strong>scee la <strong>per</strong><strong>so</strong>na può tornare al suo livello <strong>di</strong> funzionalità preceden<strong>te</strong>.La maggior par<strong>te</strong> delle demenze è <strong>di</strong> tipo irreversibile; ques<strong>te</strong> si <strong>di</strong>stinguonoin demenze primarie e demenze secondarie.Le forme primarie <strong>so</strong>no <strong>di</strong> tipo degenerativo; le più frequenti includonola demenza <strong>di</strong> Alzheimer, la demenza fronto-<strong>te</strong>mporale e la demenzaa corpi <strong>di</strong> Lewy.Fra le forme secondarie la più frequen<strong>te</strong> è la demenza vascolare.Le demenze irreversibili, a livello sintomatologico, sia nella fase inizialesia parzialmen<strong>te</strong> in quella in<strong>te</strong>rme<strong>di</strong>a, <strong>so</strong>no ben carat<strong>te</strong>rizza<strong>te</strong> e<strong>di</strong>stingubili fra loro; nella fase avanzata le <strong>di</strong>fferenze si as<strong>so</strong>ttiglianofino a scomparire del tutto.Il 50-60% <strong>di</strong> tut<strong>te</strong> le forme <strong>di</strong> demenza è provocato dalla malattia <strong>di</strong>Alzheimer, il 15% da con<strong>di</strong>zioni che de<strong>te</strong>rminano lesioni al cervello <strong>di</strong>tipo vascolare, un altro 15% dalla con<strong>te</strong>mporanea pre<strong>senza</strong> <strong>di</strong> malattia<strong>di</strong> Alzheimer e lesioni vascolari (la cosidetta, anche se il <strong>te</strong>rmine è <strong>oggi</strong>considerato ob<strong>so</strong>leto, “demenza mista”, relativamen<strong>te</strong> frequen<strong>te</strong> nelle<strong>per</strong><strong>so</strong>ne più anziane), il 10-30% da patologie cerebrali <strong>di</strong> tipo degenerativo,<strong>di</strong>verse dalla demenza <strong>di</strong> Alzheimer (come la demenza fronto<strong>te</strong>mporale,la demenza a corpi <strong>di</strong> Lewy e le forme incluse nell’ambitodei “parkin<strong>so</strong>nismi atipici”), il restan<strong>te</strong> 5% da <strong>di</strong>sturbi extracerebraliche spes<strong>so</strong> <strong>so</strong>s<strong>te</strong>ngono forme <strong>di</strong> demenza suscettibili <strong>di</strong> guarigione.Il de<strong>te</strong>rioramento delle funzioni cognitive, infatti, non è sempre sinonimo<strong>di</strong> demenza. Per questo motivo una <strong>di</strong>agnosi precisa richiede unavalutazione accurata, necessaria in ogni <strong>so</strong>ggetto nel quale si <strong>so</strong>spettiuna demenza.Sintomi simili alla demenza pos<strong>so</strong>no infatti manifestarsi nel cor<strong>so</strong> <strong>di</strong>malattie acu<strong>te</strong> febbrili, oppure come conseguenza <strong>di</strong> malattie cronichenon ben controlla<strong>te</strong>, in particolare <strong>di</strong>sturbi <strong>di</strong> cuore e dei polmoni. L’u<strong>so</strong>scorretto <strong>di</strong> alcuni farmaci (tranquillanti, <strong>so</strong>nniferi, farmaci <strong>per</strong> il mald’auto, antispastici ma anche farmaci <strong>di</strong> u<strong>so</strong> comune che <strong>so</strong>no dotati <strong>di</strong>attività “tossica” <strong>per</strong> il <strong>te</strong>ssuto cerebrale come alcuni antidolorifici e/o28


PARTE 1: L'INSORGERE DELLA MALATTIAantibiotici), <strong>so</strong>prattutto nelle <strong>per</strong><strong>so</strong>ne anziane, può essere responsabile<strong>di</strong> <strong>di</strong>sturbi <strong>di</strong> memoria o confusione. Un’altra frequen<strong>te</strong> causa <strong>di</strong> deca<strong>di</strong>mentodelle funzioni cognitive è rappresentata dalla depressione, lamalattia psichica più <strong>di</strong>ffusa nella popolazione anziana; <strong>so</strong>prattutto nellesue forme più severe può apparire in<strong>di</strong>stinguibile da una demenza grave.D’altra par<strong>te</strong>, anche espressioni più lievi <strong>di</strong> depressione pos<strong>so</strong>no provocare<strong>di</strong>sturbi della memoria e confusione. Infine, il trasferimento inambienti quali l’ospedale o la struttura residenziale (casa-residenza)può provocare uno stress tale da provocare <strong>di</strong>sturbi cognitivi.CAUSE PRINCIPALI DI DEMENZADemenze primarie o degenerative• Malattia <strong>di</strong> Alzhemer• Demenza a corpi <strong>di</strong> Lewy• Demenze fronto-<strong>te</strong>mporali (demenza semantica, afasiaprogressiva, malattia <strong>di</strong> Pick)• Parkin<strong>so</strong>n-demenza• Paralisi <strong>so</strong>pranucleare progressiva (PSP)• Degenerazione corticobasale• Malattia <strong>di</strong> Huntington• Atrofia multisis<strong>te</strong>micaDemenze secondarie a malattie cerebrali• Ischemie o emorragie cerebrali• Tumori cerebrali• Traumi cranici• Idrocefalo normo<strong>te</strong><strong>so</strong>• VasculitiDemenze secondarie a malattie extra-cerebrali• Malattie tiroidee o altre al<strong>te</strong>razioni endocrine• Pneumopatie ostruttive• Sostanze tossiche (alcol, stupefacenti, farmaci)• Deficit vitaminici (in particolare vitamina B12)• Malattie paraneoplastiche• Malattie renali ed epatiche• Malattie psichiatriche (es. depressione)LA MALATTIA DI ALZHEIMERLa Malattia <strong>di</strong> Alzheimer rappresenta la più frequen<strong>te</strong> forma <strong>di</strong> demenzanei Paesi occidentali (50-60% dei casi). È stato stimato che in Italiai <strong>so</strong>ggetti affetti da malattia <strong>di</strong> Alzheimer siano oltre 900.000. Le carat-29


Dalla <strong>per</strong><strong>di</strong>ta dellacapacità <strong>di</strong>ricordare eventivicini ai <strong>di</strong>sturbidelcomportamento,tutti i sintomi chepos<strong>so</strong>no farpensareall’Alzheimer<strong>te</strong>ristiche cliniche della malattia pos<strong>so</strong>no variare no<strong>te</strong>volmen<strong>te</strong> da<strong>so</strong>ggetto a <strong>so</strong>ggetto; tuttavia l’inizio è generalmen<strong>te</strong> insi<strong>di</strong>o<strong>so</strong> e subdoloe il decor<strong>so</strong> progressivo.È spes<strong>so</strong> molto <strong>di</strong>fficile identificare il momento <strong>di</strong> inizio della malattia.La storia naturale delle demenze degenerative è infatti carat<strong>te</strong>rizzatada una fase preclinica, <strong>di</strong> durata non nota, in cui le al<strong>te</strong>razioni neuropatologichenon si accompagnano a manifestazioni sintomatologicheevidenti. È qui che la ricerca si sta <strong>oggi</strong> impegnando <strong>per</strong> trovare marcatoribiologici e clinici precoci che <strong>per</strong>met<strong>te</strong>rebbero un trattamentodella malattia quando ancora non <strong>so</strong>no comparsi i sintomi.I sintomi iniziali dell’Alzheimer <strong>so</strong>no spes<strong>so</strong> attribuiti all’invecchiamento,allo stress, oppure a depressione.Più frequen<strong>te</strong>men<strong>te</strong> l’inizio della malattia <strong>di</strong> Alzheimer si manifestacon mo<strong>di</strong>ficazioni del carat<strong>te</strong>re, riduzione <strong>di</strong> in<strong>te</strong>resse ver<strong>so</strong> le attivitàgiornaliere o il proprio lavoro, ripetitività, <strong>di</strong>menticanze sempre piùfrequenti.Talvolta l’inizio della malattia è contrassegnato dalla <strong>so</strong>spettosità neiconfronti <strong>di</strong> altre <strong>per</strong><strong>so</strong>ne, accusa<strong>te</strong> <strong>di</strong> <strong>so</strong>ttrarre oggetti o cose che ilmalato non sa trovare. Altre vol<strong>te</strong> ancora la malattia può iniziare inseguito ad un trauma automobilistico, oppure manifestarsi duran<strong>te</strong> unricovero ospedaliero o nei giorni che seguono un in<strong>te</strong>rvento chirurgico.Le carat<strong>te</strong>ristiche fondamentali della malattia <strong>di</strong> Alzheimer <strong>so</strong>no l’e<strong>so</strong>r<strong>di</strong>oinsi<strong>di</strong>o<strong>so</strong> e la progressione graduale dei sintomi: capita chefrequen<strong>te</strong>men<strong>te</strong> passi oltre un anno prima che la <strong>per</strong><strong>so</strong>na venga inviatadal me<strong>di</strong>co <strong>per</strong> gli approfon<strong>di</strong>menti necessari.Spes<strong>so</strong> i familiari <strong>te</strong>ndono ad attribuire ad un evento (un trauma o unin<strong>te</strong>rvento chirurgico) la causa della malattia. In realtà ques<strong>te</strong> evenienzecostituiscono, nel ca<strong>so</strong> della malattia <strong>di</strong> Alzheimer, eventi stressanti cherendono eviden<strong>te</strong> e manifesta una malattia cerebrale già presen<strong>te</strong>.Nella grande maggioranza dei casi, <strong>so</strong>lo a <strong>di</strong>stanza <strong>di</strong> 1-2 anni dall’e<strong>so</strong>r<strong>di</strong>odella malattia, il <strong>di</strong>sturbo della memoria è tale che i familiari ricorronoall’aiuto <strong>di</strong> uno specialista. Il <strong>di</strong>sturbo della memoria costituisce ilsintomo principale della malattia ed è il primo a manifestarsi rispetto adaltri che coinvolgono il linguaggio o la capacità <strong>di</strong> ragionamento.È necessario un approfon<strong>di</strong>mento quando si ha <strong>di</strong> fron<strong>te</strong> una lieve <strong>per</strong><strong>di</strong>tadella capacità <strong>di</strong> ricordare avvenimenti o fatti recenti, che progre<strong>di</strong>scegradualmen<strong>te</strong> e alla quale si as<strong>so</strong>ciano al<strong>te</strong>razioni della <strong>per</strong><strong>so</strong>nalitàe deficit delle altre funzioni cognitive. In alcuni casi la malattia simanifesta con una <strong>di</strong>fficoltà nella denominazione degli oggetti oppurecon un impoverimento del linguaggio e il ricor<strong>so</strong> a frasi s<strong>te</strong>reotipa<strong>te</strong>(utilizzo <strong>di</strong> brevi frasi fat<strong>te</strong> e <strong>te</strong>ndenza a ripe<strong>te</strong>re, <strong>senza</strong> consapevolezza,le ultime parole o i suoni u<strong>di</strong>ti).30


PARTE 1: L'INSORGERE DELLA MALATTIAIl pensiero astratto e la capacità <strong>di</strong> eseguire ragionamenti risultanoimpoveriti. La capacità <strong>di</strong> giu<strong>di</strong>zio è <strong>di</strong>minuita spes<strong>so</strong> precocemen<strong>te</strong>,cosicché il pazien<strong>te</strong> manifesta un ridotto ren<strong>di</strong>mento lavorativo e puòessere incapace <strong>di</strong> affrontare e ri<strong>so</strong>lvere problemi anche semplici relativiai rapporti in<strong>te</strong>r<strong>per</strong><strong>so</strong>nali o familiari. Il de<strong>te</strong>rioramento della capacità<strong>di</strong> giu<strong>di</strong>zio de<strong>te</strong>rmina grande preoccupazione tra i familiari e icolleghi <strong>di</strong> lavoro. Spes<strong>so</strong> compare apatia; il pazien<strong>te</strong> <strong>per</strong>de in<strong>te</strong>resse<strong>per</strong> l’ambien<strong>te</strong> e <strong>per</strong> gli altri, richiudendosi in se s<strong>te</strong>s<strong>so</strong>.I carat<strong>te</strong>ri premorbosi della <strong>per</strong><strong>so</strong>nalità (cioè i tratti carat<strong>te</strong>riali precedentila malattia) <strong>so</strong>no spes<strong>so</strong> esagerati: compaiono at<strong>te</strong>ggiamentiossessivi, aggressività, <strong>so</strong>spettosità; in altri casi, invece, vi è un cambiamentodella <strong>per</strong><strong>so</strong>nalità, <strong>per</strong> cui <strong>so</strong>ggetti <strong>so</strong>litamen<strong>te</strong> controllati emisurati <strong>di</strong>ventano impulsivi, intrattabili e talvolta anche violenti.Altre vol<strong>te</strong> il sintomo che si as<strong>so</strong>cia al <strong>di</strong>sturbo <strong>di</strong> memoria può essererappresentato dalla <strong>di</strong>fficoltà nella guida dell’automobile: un pazien<strong>te</strong>aveva danneggiato una fiancata della propria auto poiché nella manovra<strong>per</strong> collocarla in garage non riusciva a prendere correttamen<strong>te</strong> le misure.Questo sintomo è dovuto alla <strong>di</strong>fficoltà che i pazienti con malattia <strong>di</strong>Alzheimer manifestano nel collocare gli oggetti nello spazio e nell’avereuna visione unitaria <strong>di</strong> ciò che li circonda. Un altro pazien<strong>te</strong>, in passatoprovetto meccanico <strong>per</strong> hobby, non era stato in grado <strong>di</strong> aggiustare la gommaforata della bicicletta, segno <strong>di</strong> una progressiva incapacità a svolgere compitiche <strong>per</strong> lui erano familiari.Questa fase della malattia è più facilmen<strong>te</strong> evidenziata nei giovani o in chisvolge ancora attività lavorative. Può invece sfuggire in pazienti anziani oche non svolgono compiti impegnativi da un punto <strong>di</strong> vista in<strong>te</strong>llettivo. Inquesta fase il pazien<strong>te</strong> può essere ignaro e inconsapevole dei propri <strong>di</strong>sturbi;<strong>so</strong>no i familiari che notano <strong>per</strong> primi un comportamento “strano”, mentre ilmalato può sentirsi inadeguato, non più all’al<strong>te</strong>zza della situazione, dovendo<strong>di</strong>pendere da altri nell’esecuzione <strong>di</strong> compiti e <strong>di</strong> attività inconsue<strong>te</strong>.Da ciò deriva un tono dell’umore depres<strong>so</strong> (si ricorda che la depressionesi accompagna frequen<strong>te</strong>men<strong>te</strong> alla <strong>per</strong><strong>di</strong>ta <strong>di</strong> memoria). Talvolta,accanto alla depressione, pos<strong>so</strong>no comparire manifestazioni <strong>di</strong> rifiuto,opposizione, agitazione, paura, <strong>so</strong>spettosità, sentimenti <strong>di</strong> abbandono.Ques<strong>te</strong> manifestazioni, comunemen<strong>te</strong> defini<strong>te</strong> sintomi non cognitivi osintomi psico-comportamentali, che compaiono frequen<strong>te</strong>men<strong>te</strong> nellevarie fasi della malattia, vengono classificati in gruppi denominati “clus<strong>te</strong>rs”che richiedono approcci (anche <strong>di</strong> tipo farmacologico) <strong>di</strong>versi:1. al<strong>te</strong>razioni del tono dell’umore (depressione, euforia)2. manifestazioni <strong>di</strong> tipo psicotico (deliri, allucinazioni)3. sintomi positivi (aggressività, agitazione, ansia, irritabilità);4. <strong>di</strong>sturbi neurovegetativi (del <strong>so</strong>nno, dell’alimentazione e dell’attivitàsessuale).Con il progre<strong>di</strong>redella malattia la<strong>per</strong><strong>so</strong>na <strong>di</strong>ventaincapace <strong>di</strong>badare a se s<strong>te</strong>s<strong>so</strong>,<strong>di</strong> muoversi e <strong>di</strong>alimentarsi inmodo autonomo31


Questi <strong>di</strong>sturbi si manifestano nel 90% dei pazienti e <strong>so</strong>no par<strong>te</strong> in<strong>te</strong>gran<strong>te</strong>della demenza <strong>di</strong> Alzheimer; la frequenza, il momento <strong>di</strong> e<strong>so</strong>r<strong>di</strong>oe la gravità <strong>so</strong>no variabili da in<strong>di</strong>viduo a in<strong>di</strong>viduo e nelle <strong>di</strong>verse fasi<strong>di</strong> malattia, a <strong>di</strong>fferenza dei defici ognitivi, che, invece, hanno unacomparsa e una progressione più lineari.Nella Tabella seguen<strong>te</strong> <strong>so</strong>no elenca<strong>te</strong> alcune carat<strong>te</strong>ristiche <strong>per</strong> il riconoscimentoe la definizione dei <strong>di</strong>sturbi comportamentali as<strong>so</strong>ciati alla demenza.DeliriIl pazien<strong>te</strong> crede cose che non <strong>so</strong>no vere? Per esempio, insis<strong>te</strong> sul <strong>fatto</strong>che qualcuno sta cercando <strong>di</strong> fargli del male o <strong>di</strong> rubargli qual<strong>cosa</strong>? Diceche i componenti della famiglia non <strong>so</strong>no chi <strong>di</strong>cono <strong>di</strong> essere, o che lacasa non è la sua? <strong>Non</strong> si tratta <strong>di</strong> semplice <strong>so</strong>spettosità: il pazien<strong>te</strong> èconvinto che ques<strong>te</strong> cose stiano realmen<strong>te</strong> accadendo.AllucinazioniIl pazien<strong>te</strong> ha allucinazioni, cioè vede o sen<strong>te</strong> cose che non esistono?Sembra vedere, sentire o provare cose non presenti? Presenta la <strong>per</strong>cezionenon normale <strong>di</strong> suoni o <strong>di</strong> visioni?Agitazione/AggressivitàIl pazien<strong>te</strong> ha <strong>per</strong>io<strong>di</strong> duran<strong>te</strong> i quali rifiuta <strong>di</strong> collaborare o duran<strong>te</strong> iquali non si lascia aiutare dagli altri? È <strong>di</strong>fficile da gestire? Il pazien<strong>te</strong><strong>di</strong>viene irritato con chi cerca <strong>di</strong> assis<strong>te</strong>rlo o resis<strong>te</strong> ad attività come ilbagno e il cambio dei vestiti? Tenta <strong>di</strong> far male o <strong>di</strong> colpire gli altri?Depressione/DisforiaIl pazien<strong>te</strong> sembra essere o <strong>di</strong>ce <strong>di</strong> sentirsi tris<strong>te</strong> o depres<strong>so</strong>? Ha dei<strong>per</strong>io<strong>di</strong> <strong>di</strong> malinconia o <strong>di</strong> pianto che sembrano in<strong>di</strong>care tris<strong>te</strong>zza? Dice<strong>di</strong> desiderare la mor<strong>te</strong> o <strong>di</strong> volersi uccidere? Sembra molto scoraggiatoo non ha s<strong>per</strong>anze <strong>per</strong> il futuro?AnsiaIl pazien<strong>te</strong> è molto nervo<strong>so</strong>, allarmato, spaventato <strong>senza</strong> veri motivi?Sembra molto <strong>te</strong><strong>so</strong> e agitato? è impaurito dal rimanere lontano daifamiliari? Il pazien<strong>te</strong> ha momenti (o si lamenta) <strong>di</strong> respiro corto, è ansiman<strong>te</strong>,<strong>so</strong>spira <strong>senza</strong> apparen<strong>te</strong> ragione?Esaltazione/EuforiaIl pazien<strong>te</strong> è eccessivamen<strong>te</strong> felice o allegro <strong>senza</strong> motivo? <strong>Non</strong> si trattadella normale felicità mostrata <strong>di</strong> fron<strong>te</strong> ad occasioni gioiose e piacevoli,ma <strong>di</strong> un <strong>per</strong>sis<strong>te</strong>n<strong>te</strong> e anormale stato <strong>di</strong> euforia. Trova ri<strong>di</strong>cole coseche gli altri non trovano <strong>di</strong>ver<strong>te</strong>nti?32


PARTE 1: L'INSORGERE DELLA MALATTIAApatia/In<strong>di</strong>fferenzaIl pazien<strong>te</strong> non ha in<strong>te</strong>resse ver<strong>so</strong> il mondo che lo circonda? Ha <strong>per</strong><strong>so</strong>in<strong>te</strong>resse nel fare le cose o è meno motivato a iniziare attività nuove? Ha<strong>di</strong>fficoltà nell’introdursi in conversazioni o nelle faccende <strong>di</strong> casa ? èmeno spontaneo e meno attivo del <strong>so</strong>lito?DisinibizioneIl pazien<strong>te</strong> sembra agire impulsivamen<strong>te</strong> <strong>senza</strong> pensare? Fa o <strong>di</strong>ce coseche <strong>di</strong> <strong>so</strong>lito non <strong>di</strong>ce o fa in pubblico? Compie atti imbarazzanti <strong>per</strong> lealtre <strong>per</strong><strong>so</strong>ne?Irritabilità/Labilità emotivaIl pazien<strong>te</strong> si irrita o si arrabbia con facilità? Il suo umore è molto variabile?è impazien<strong>te</strong> in modo anormale?Comportamento motorio aberran<strong>te</strong>Il pazien<strong>te</strong> continua a camminare (“wandering, vagabondaggio”) o afare e rifare le s<strong>te</strong>sse cose, come aprire gli arma<strong>di</strong> o i cassetti, spostarein continuazione gli oggetti o attorcigliare stringhe e lacci?Disturbi del <strong>so</strong>nnoPresenta <strong>di</strong>sturbi del <strong>so</strong>nno? Sta alzato, vaga <strong>per</strong> la casa duran<strong>te</strong> la not<strong>te</strong>,si ves<strong>te</strong> e si sves<strong>te</strong>, <strong>di</strong>sturba il <strong>so</strong>nno dei familiari? Viceversa, dorme eccessivamen<strong>te</strong>duran<strong>te</strong> il giorno? <strong>Non</strong> è da considerare se si alza 2-3 vol<strong>te</strong>/not<strong>te</strong> <strong>per</strong> andare in bagno e poi torna al etto e si addormenta subito.Disturbi dell’appetito e dell’alimentazioneIl pazien<strong>te</strong> presenta <strong>di</strong>sturbi dell’alimentazione come al<strong>te</strong>razioni dell’appetito,al<strong>te</strong>razioni delle abitu<strong>di</strong>ni o delle preferenze alimentari, sia inecces<strong>so</strong> sia in <strong>di</strong>fetto? Ha subito variazioni <strong>di</strong> pe<strong>so</strong>?La malattia <strong>di</strong> Alzheimer ha una durata variabile, da 3-4 fino al oltre 15anni. I malati, <strong>so</strong>prattutto nelle fasi più avanza<strong>te</strong>, hanno un maggior rischio<strong>di</strong> sviluppare altre malattie che, in alcuni casi, pos<strong>so</strong>no anche essere moltogravi e mo<strong>di</strong>ficare la prognosi (ovvero durata e gravità della malattia).Nelle fasi avanza<strong>te</strong> della malattia <strong>di</strong> Alzheimer il pazien<strong>te</strong> è incapace<strong>di</strong> camminare e <strong>di</strong> svolgere qualsiasi attività della vita quoti<strong>di</strong>ana, èincontinen<strong>te</strong>. La memoria, sia recen<strong>te</strong> che remota, è totalmen<strong>te</strong> <strong>per</strong>sa eil pazien<strong>te</strong> può <strong>di</strong>venire muto e incapace <strong>di</strong> camminare, può manifestare<strong>di</strong>fficoltà nella deglutizione e può essere necessario alimentarloartificialmen<strong>te</strong>. Il rischio <strong>di</strong> complicanze, quali malnutrizione, <strong>di</strong>sidratazione,malattie infettive (polmoniti <strong>so</strong>prattutto), ulcere da decubito,<strong>di</strong>viene elevato.33


34LA DEMENZA VASCOLARELa demenza vascolare rappresenta fino al 30% <strong>di</strong> tut<strong>te</strong> le forme <strong>di</strong>demenza.Essa aumenta con l’età e in particolare nelle <strong>per</strong><strong>so</strong>ne <strong>di</strong> età su<strong>per</strong>ioreagli 85 anni, <strong>te</strong>nde ad avere una frequenza paragonabile o su<strong>per</strong>iore allamalattia <strong>di</strong> Alzheimer.Le cause <strong>di</strong> demenza vascolare pos<strong>so</strong>no essere <strong>di</strong>verse: generalmen<strong>te</strong>un infarto cerebrale, provocato da una occlusione <strong>di</strong> una ar<strong>te</strong>ria cerebraleda par<strong>te</strong> <strong>di</strong> placche a<strong>te</strong>rosclerotiche o frammenti tromboembolici,spes<strong>so</strong> al<strong>te</strong>razioni circolatorie croniche tipiche dell’invecchiamentocerebrale avanzato.I <strong>di</strong>sturbi delle demenze vascolari <strong>so</strong>no variabili in relazione alla sede ealla es<strong>te</strong>nsione delle lesioni a carico del <strong>te</strong>ssuto cerebrale; si pos<strong>so</strong>noinfatti avere singoli infarti in aree funzionalmen<strong>te</strong> stra<strong>te</strong>giche <strong>per</strong> losvolgimento delle attività cognitive, infarti mutipli in mol<strong>te</strong> zone delcervello, oppure un ridotto afflus<strong>so</strong> <strong>di</strong> sangue a tutto il <strong>te</strong>ssuto cerebrale.L’inizio della demenza vascolare può essere relativamen<strong>te</strong> improvvi<strong>so</strong>,poiché pos<strong>so</strong>no verificarsi molti infarti prima che appaiano dei sintomitipici della demenza; più che “acuto”, l’inizio della demenza vascolareè frequen<strong>te</strong>men<strong>te</strong> subacuto.Qualche voltà è possibile stabilirne il <strong>per</strong>iodo <strong>di</strong> in<strong>so</strong>rgenza.Il decor<strong>so</strong> ha un andamento progressivo “a gra<strong>di</strong>ni”, poiché i singolipeggioramenti <strong>so</strong>no dovuti a nuovi eventi ischemici, sebbene a vol<strong>te</strong>ques<strong>te</strong> evoluzioni siano poco evidenti e il declino cognitivo-funzionalepossa risultare graduale.I sintomi cognitivi che si pos<strong>so</strong>no manifestare <strong>so</strong>no: 1) amnesie: compromissione<strong>per</strong> lo più della memoria recen<strong>te</strong> e della acquisizione <strong>di</strong>nuove informazioni; 2) anomie: incapacità a denominare gli oggetti,pur riconoscendone la funzione; 3) afasia: <strong>di</strong>sturbo del linguaggio, concompromissione della comprensione e della produzione <strong>di</strong> frasi; 4)aprassia: incapacità a compiere e ripe<strong>te</strong>re movimenti su comando, purin as<strong>senza</strong> <strong>di</strong> <strong>di</strong>sturbi del movimento e della coor<strong>di</strong>nazione (le s<strong>te</strong>sseazioni <strong>so</strong>no normalmen<strong>te</strong> svol<strong>te</strong> in modo automatico); 5) agnosia: <strong>di</strong>fficoltàal riconoscimento <strong>di</strong> stimoli visivi e tattili; 6) neglect o eminat<strong>te</strong>nzione:mancanza <strong>di</strong> at<strong>te</strong>nzione ver<strong>so</strong> stimoli provenienti da unaporzione dello spazio corporeo o extracorporeo (ad esempio una <strong>per</strong><strong>so</strong>nacon tali <strong>di</strong>sturbi ver<strong>so</strong> stimoli visivi può mangiare <strong>so</strong>lo il cibo cheè presen<strong>te</strong> nella par<strong>te</strong> destra o sinistra del piatto, in quanto ignoral’altra metà del piatto).A questi si pos<strong>so</strong>no variamen<strong>te</strong> as<strong>so</strong>ciare:• <strong>di</strong>sturbi della marcia: cammino a piccoli passi strisciati o con ipie<strong>di</strong> <strong>di</strong>stanziati tra loro, rallentamento motorio, instabilità postura-


PARTE 1: L'INSORGERE DELLA MALATTIAle, deficit <strong>di</strong> forza <strong>di</strong> un arto, presenti in modo più frequen<strong>te</strong> e precocerispetto alla malattia <strong>di</strong> Alzheimer;• <strong>di</strong>sturbi della continenza urinaria;• rallentamento psicomotorio non <strong>so</strong>lo nelle <strong>per</strong>formances cognitivema anche nella parola e nel movimento (bra<strong>di</strong>fenia);• labilità emotiva, apatia, depressione (in genere resis<strong>te</strong>n<strong>te</strong> al trattamentofarmacologico).Per po<strong>te</strong>r <strong>di</strong>re che la demenza è stata provocata da un danno vascolarecerebrale, è necessario che siano presenti almeno due deficit delle funzionicognitive as<strong>so</strong>cia<strong>te</strong> a riscontro alla Tomografia AssialeCompu<strong>te</strong>rizzata (TAC) o alla Ri<strong>so</strong>nanza magnetica Nucleare (RMN)<strong>di</strong> lesioni. Le indagini neurora<strong>di</strong>ologiche <strong>so</strong>no quin<strong>di</strong> fondamentali <strong>per</strong>la <strong>di</strong>agnosi <strong>di</strong> questa forma <strong>di</strong> demenza.Nella demenze vascolari l’evoluzione clinica è piuttosto variabile e<strong>di</strong>pende dal susseguirsi <strong>di</strong> eventi ischemico-emorragici; analogamen<strong>te</strong><strong>per</strong>ò alla demenza <strong>di</strong> Alzheimer le demenze vascolari conducono aduna <strong>per</strong><strong>di</strong>ta progressiva <strong>di</strong> autonomia nelle attività quoti<strong>di</strong>ane fino allacompleta <strong>di</strong>pendenza.La demenza vascolare è irreversibile, sebbene l’u<strong>so</strong> <strong>di</strong> farmaci antiaggreganti,il controllo dei <strong>fatto</strong>ri <strong>di</strong> rischio (<strong>so</strong>prattutto dell’i<strong>per</strong><strong>te</strong>nsione,del <strong>di</strong>abe<strong>te</strong>, delle <strong>di</strong>slipidemie) e un corretto stile <strong>di</strong> vita (<strong>di</strong>eta adeguata,esercizio fisico, as<strong>te</strong>nsione dal fumo e da un eccessivo consumo <strong>di</strong>alcoolici) pos<strong>so</strong>no rallentarne l’evoluzione, garan<strong>te</strong>ndo anche lunghi<strong>per</strong>io<strong>di</strong> <strong>di</strong> stabilità.I farmaci e gli stili<strong>di</strong> vita chepos<strong>so</strong>no aiutarequando all’originedella demenza c’èuna malattiavascolareLA DEMENZA A CORPI DI LEWYDopo la malattia <strong>di</strong> Alzheimer è la forma <strong>di</strong> demenza degenerativa piùfrequen<strong>te</strong>, sebbene la reale prevalenza non sia del tutto nota (le stimevariano dal 5 fino al 25 % <strong>di</strong> tutti i casi <strong>di</strong> demenza).È una forma <strong>di</strong> demenza che e<strong>so</strong>r<strong>di</strong>sce più precocemen<strong>te</strong>, ed ha unadurata variabile <strong>di</strong> 2-5 anni.Le carat<strong>te</strong>ristiche peculiari <strong>so</strong>no: la fluttuazione delle funzioni cognitive(cioè quadro cognitivo non stabile, molto variabile anche a controlli ravvicinatinel <strong>te</strong>mpo), deficit <strong>di</strong> at<strong>te</strong>nzione e dell’esecuzione – programmazione<strong>di</strong> compiti, mentre la memoria può essere inizialmen<strong>te</strong> conservata.Fin dalle fasi iniziali <strong>so</strong>no presenti allucinazioni visive ricorrenti e bendettaglia<strong>te</strong> (più raramen<strong>te</strong> deliri), <strong>di</strong>sturbi del <strong>so</strong>nno con veri e propriincubi, causa <strong>di</strong> molto <strong>di</strong>sagio nel pazien<strong>te</strong>.Le funzioni motorie <strong>so</strong>no compromesse in modo carat<strong>te</strong>ristico, conmarcia <strong>di</strong> tipo parkin<strong>so</strong>niano, frequenti cadu<strong>te</strong> e svenimenti (“sincopi”).La demenza a corpi <strong>di</strong> Lewy fa par<strong>te</strong> del gruppo delle demenze degenerative<strong>so</strong>ttocorticali conosciu<strong>te</strong> anche con il <strong>te</strong>rmine <strong>di</strong> parkin<strong>so</strong>nismi35


atipici in quanto hanno <strong>di</strong>sturbi motori molto simili al morbo <strong>di</strong>Parkin<strong>so</strong>n ma con un quadro clinico e una evoluzione <strong>di</strong>stinta.A questa s<strong>te</strong>ssa classe appar<strong>te</strong>ngono anche altre forme <strong>di</strong> demenza comel’Atrofia Multisis<strong>te</strong>mica, la Paralisi Sopranucleare Progressiva e laDegenerazione Corticobasale: forme più rare, ciascuna con propricri<strong>te</strong>ri <strong>di</strong>stintivi ed evoluzione più rapida (3-5 anni) rispetto alla malattia<strong>di</strong> Alzheimer.DEMENZA FRONTOTEMPORALE-MALATTIA DI PICKQuesta tipologia <strong>di</strong> demenza ha generalmen<strong>te</strong> inizio in una fascia <strong>di</strong> etàpiù giovanile rispetto alla malattia <strong>di</strong> Alzheimer; in genere l’e<strong>so</strong>r<strong>di</strong>o èfra i 45 e i 65anni, con una durata me<strong>di</strong>a <strong>di</strong> 6-8 anni.Rappresenta il 2-9% <strong>di</strong> tut<strong>te</strong> le forme <strong>di</strong> demenza.Anche questa forma è causata dal deposito <strong>di</strong> pro<strong>te</strong>ine patologiche nellecellule cerebrali essenzialmen<strong>te</strong> localizza<strong>te</strong> nei lobi frontali (cioè lapar<strong>te</strong> an<strong>te</strong>riore del cervello che de<strong>te</strong>rmina le funzioni logiche, il ragionamentoe il controllo <strong>so</strong>ciale).Tali aree <strong>so</strong>no infatti deputa<strong>te</strong> al controllo del comportamento; <strong>per</strong>tantoquesto tipo <strong>di</strong> demenza si carat<strong>te</strong>rizza <strong>per</strong> cambiamenti <strong>di</strong> <strong>per</strong><strong>so</strong>nalità:l’in<strong>di</strong>viduo può <strong>di</strong>ventare sgarbato, irascibile e arrogan<strong>te</strong> o, viceversa,avere una mancanza completa <strong>di</strong> iniziativa in tut<strong>te</strong> le attività.Tra gli aspetti cognitivi prevalgono i <strong>di</strong>sturbi del linguaggio.36


PARTE 1: L'INSORGERE DELLA MALATTIA3 I FATTORI DI RISCHIOE LA PREVENZIONE3.1 I <strong>fatto</strong>ri <strong>di</strong> rischio <strong>per</strong> le demenzeAbbiamo già visto che alcune forme <strong>di</strong> demenza <strong>so</strong>no secondarie amalattie guaribili (ad esempio al<strong>te</strong>razioni del funzionamento dellatiroide, insufficienza epatica, infezioni cerebrali, ematomi cerebrali)che <strong>per</strong>ò, sfortunatamen<strong>te</strong>, <strong>so</strong>no imputa<strong>te</strong> nella genesi della demenzain una piccola <strong>per</strong>centuale <strong>di</strong> casi.In altre forme <strong>di</strong> demenza, la maggioranza, non è possibile definire concer<strong>te</strong>zza la causa della malattia, anche se talvolta si conoscono i cosiddetti“<strong>fatto</strong>ri <strong>di</strong> rischio”. Si definiscono <strong>fatto</strong>ri <strong>di</strong> rischio con<strong>di</strong>zioni ecarat<strong>te</strong>ristiche dello stile <strong>di</strong> vita la cui pre<strong>senza</strong> favorisce, ma nonde<strong>te</strong>rmina con un meccanismo <strong>di</strong> causa-effetto, la comparsa <strong>di</strong> unamalattia. La loro conoscenza e la loro correzione o eliminazione pos<strong>so</strong>noconsentire <strong>di</strong> prevenire la malattia.Le possibili cause della malattia <strong>di</strong> Alzheimer <strong>so</strong>no ancora oggetto <strong>di</strong>stu<strong>di</strong>o da par<strong>te</strong> dei ricercatori. Le attuali conoscenze in<strong>di</strong>cano che nelcervello della <strong>per</strong><strong>so</strong>na con demenza si de<strong>te</strong>rmina una <strong>per</strong><strong>di</strong>ta progressiva<strong>di</strong> cellule cerebrali as<strong>so</strong>ciata al formarsi <strong>di</strong> placche anomale intornoad esse: <strong>so</strong>no accumuli <strong>di</strong> frammenti <strong>di</strong> una pro<strong>te</strong>ina denominatabeta-amiloide.Accanto a questa al<strong>te</strong>razione si de<strong>te</strong>rmina un altro evento carat<strong>te</strong>ristico;la formazione <strong>di</strong> grovigli all’in<strong>te</strong>rno delle cellule cerebrali,costituita da una forma anomala della pro<strong>te</strong>ina Tau che ha importantifunzioni nelle cellule cerebrali sane. Tali strutture rappresentano ilrisultato ultimo <strong>di</strong> processi degenerativi che coinvolgono <strong>di</strong>fferentisis<strong>te</strong>mi cerebrali.Oggi si ipotizza che la malattia <strong>di</strong> Alzheimer non sia provocata da unasingola causa ma da <strong>di</strong>versi <strong>fatto</strong>ri che pos<strong>so</strong>no influire in misura <strong>di</strong>fferen<strong>te</strong>in ogni in<strong>di</strong>viduo agendo su un substrato genetico e de<strong>te</strong>rminandouna vulnerabilità agli elementi dannosi e in<strong>te</strong>rferendo sullanaturale capacità <strong>di</strong> riparazione cellulare.Le ricerche più recenti hanno <strong>di</strong>mostrato che alcune con<strong>di</strong>zioni clinichemolto frequenti (come i<strong>per</strong><strong>te</strong>nsione ar<strong>te</strong>riosa, <strong>di</strong>abe<strong>te</strong> mellito, obesità)costituiscono importanti <strong>fatto</strong>ri <strong>di</strong> rischio <strong>per</strong> la comparsa della malattia<strong>di</strong> Alzheimer, attraver<strong>so</strong> meccanismi <strong>di</strong>versi e fra loro conca<strong>te</strong>nati.Si conoscono i<strong>fatto</strong>ri <strong>di</strong> rischio,non le cause dellamalattia.37


Al contrario, altri <strong>fatto</strong>ri hanno un effetto pro<strong>te</strong>ttivo: l’attività fisica, ilcontrollo del pe<strong>so</strong>, l’attività mentale e la vita <strong>so</strong>cialmen<strong>te</strong> attiva, una<strong>di</strong>eta ricca <strong>di</strong> elementi antiossidanti e <strong>di</strong> aci<strong>di</strong> grassi insaturi.Nelle tabelle <strong>so</strong>no riportati i <strong>fatto</strong>ri <strong>di</strong> rischio <strong>per</strong> la demenza <strong>di</strong>Alzheimer (si noti che <strong>per</strong> la maggior par<strong>te</strong> le prove a favore o contro<strong>so</strong>no tuttora scarse), e <strong>per</strong> la demenza vascolare.I FATTORI DI RISCHIO PER LA MALATTIA DI ALZHEIMERGli anzianipiù esposti<strong>so</strong>no quelli tra i75 e gli 85 anniStu<strong>di</strong> consis<strong>te</strong>nti• Età avanzata• Familiarità• Bassa scolarità• I<strong>per</strong><strong>te</strong>nsione ar<strong>te</strong>riosa• Diabe<strong>te</strong> mellito• ObesitàStu<strong>di</strong> parzialmen<strong>te</strong> consis<strong>te</strong>nti• Ses<strong>so</strong> femminile• Scarse relazioni <strong>so</strong>ciali• Traumi cranici• Depressione• Dieta povera <strong>di</strong> <strong>so</strong>stanze antiossidanti (molti cibi, <strong>so</strong>prattuttoquelli <strong>di</strong> origine vegetale, con<strong>te</strong>ngono centinaia <strong>di</strong> <strong>so</strong>stanze conattività antiossidan<strong>te</strong>)Stu<strong>di</strong> insufficienti• Ipotiroi<strong>di</strong>smo• Esposizione a <strong>fatto</strong>ri tossici ambientali (alluminio, zinco ecc.)L’i<strong>per</strong><strong>te</strong>nsione, il<strong>di</strong>abe<strong>te</strong> e le<strong>di</strong>slipidemie, oltreche rappresentare<strong>fatto</strong>ri i<strong>di</strong> rischio<strong>per</strong> le patologievascolari, <strong>so</strong>noimportanti <strong>fatto</strong>ri<strong>di</strong> rischio anche<strong>per</strong> la demenza <strong>di</strong>AlzheimerL’età costituisce il <strong>fatto</strong>re più consis<strong>te</strong>n<strong>te</strong> <strong>per</strong> lo sviluppo della malattia<strong>di</strong> Alzheimer fra i 75 e gli 85 anni.La familiarità è un concetto <strong>di</strong>ver<strong>so</strong> dalla ere<strong>di</strong>tarietà su base genetica:la pre<strong>senza</strong> infatti <strong>di</strong> una o più <strong>per</strong><strong>so</strong>ne affet<strong>te</strong> da demenza fra i proprifamiliari non significa avere la cer<strong>te</strong>zza <strong>di</strong> contrarre la malattia maaumenta il rischio <strong>di</strong> svilupparla.Per la demenza vascolare i <strong>fatto</strong>ri <strong>di</strong> rischio <strong>so</strong>no in gran par<strong>te</strong> quellinoti <strong>per</strong> le malattie car<strong>di</strong>ovascolari e <strong>per</strong> l’a<strong>te</strong>rosclerosi.A par<strong>te</strong> l’età avanzata, <strong>fatto</strong>re <strong>di</strong> rischio riconosciuto <strong>per</strong> la sindromedemenziale in generale, il <strong>fatto</strong>re <strong>di</strong> rischio più importan<strong>te</strong> <strong>per</strong> la demenzavascolare è l’i<strong>per</strong><strong>te</strong>nsione ar<strong>te</strong>riosa non controllata. In realtà ancheepi<strong>so</strong><strong>di</strong> ipo<strong>te</strong>nsivi in<strong>te</strong>rcorrenti pos<strong>so</strong>no provocare danni alle ar<strong>te</strong>rieche irrorano la <strong>so</strong>stanza cerebrale profonda.38


PARTE 1: L'INSORGERE DELLA MALATTIAGli altri <strong>fatto</strong>ri <strong>di</strong> rischio <strong>so</strong>no i classici <strong>fatto</strong>ri <strong>di</strong> rischio a<strong>te</strong>rogeno(rischio che si formino ispessimenti o placche <strong>di</strong> <strong>so</strong>stanze grasse nellear<strong>te</strong>rie) o <strong>per</strong> malattia car<strong>di</strong>ovascolare, che agiscono, quin<strong>di</strong>, o favorendolesioni vascolari (infarto a genesi trombotica), o de<strong>te</strong>rminando laformazione <strong>di</strong> emboli (infarto a genesi embolica).I FATTORI DI RISCHIO PER LA DEMENZA VASCOLARE• Età avanzata• Ses<strong>so</strong> maschile• I<strong>per</strong><strong>te</strong>nsione ar<strong>te</strong>riosa• Epi<strong>so</strong><strong>di</strong> <strong>di</strong> ipo<strong>te</strong>nsione ar<strong>te</strong>riosa• Diabe<strong>te</strong> mellito• Storia <strong>di</strong> ictus• Malattie car<strong>di</strong>ache (fibrillazione atriale, pregres<strong>so</strong> infarto miocar<strong>di</strong>co)• Malattie vascolari <strong>per</strong>iferiche• Abu<strong>so</strong> alcolico• Anes<strong>te</strong>sia generale• Familiarità <strong>per</strong> malattie car<strong>di</strong>ovascolari3.2 È possibile la prevenzionedelle demenze?Quando si parla <strong>di</strong> prevenzione è necessario <strong>di</strong>stinguere la prevenzioneprimaria, che riguarda quegli in<strong>te</strong>rventi che mirano ad evitare l’in<strong>so</strong>rgenza<strong>di</strong> una malattia (ad esempio le vaccinazioni <strong>per</strong> le malattie infettive),dalla prevenzione secondaria e <strong>te</strong>rziaria, che si riferiscono aiprovve<strong>di</strong>menti che hanno come obiettivo <strong>di</strong> evitare che, duran<strong>te</strong> ildecor<strong>so</strong> <strong>di</strong> una malattia, compaiano conseguenze o complicanze (adesempio la cura dell’i<strong>per</strong><strong>te</strong>nsione <strong>per</strong> evitare l’ischemia cerebrale o lariabilitazione <strong>per</strong> evitare allettamenti prolungati).Numerosi stu<strong>di</strong> hanno ormai accertato che svolgere attività che richiedonoun certo impegno cognitivo e avere una re<strong>te</strong> <strong>di</strong> relazioni <strong>so</strong>cialicostituiscono <strong>fatto</strong>ri <strong>di</strong> prevenzione delle demenze.La prevenzione primaria delle demenze è un obiettivo <strong>di</strong>fficile, ma nonimpossibile e che deve iniziare fin dall’età giovanile: abitu<strong>di</strong>ni <strong>di</strong> vitae comportamenti alimentari, correzione <strong>di</strong> patologie croniche qualil’i<strong>per</strong><strong>te</strong>nsione, l’u<strong>so</strong> <strong>di</strong> antiossidanti ma <strong>so</strong>prattutto il man<strong>te</strong>nimento <strong>di</strong>una adeguata attività fisica e mentale sembrano essere promet<strong>te</strong>nti nelridurre il rischio della demenza.Negli ultimi anni si sta affermando l’ipo<strong>te</strong>si che i <strong>fatto</strong>ri <strong>di</strong> rischio <strong>per</strong>l’a<strong>te</strong>rosclerosi svolgano un ruolo rilevan<strong>te</strong>, oltre che <strong>per</strong> la demenzavascolare, anche nello sviluppo della malattia <strong>di</strong> Alzheimer.Come prevenirel’in<strong>so</strong>rgere dellademenza e che<strong>cosa</strong> fare senonostan<strong>te</strong> tuttoci si ammala39


In particolare, il controllo dei <strong>fatto</strong>ri <strong>di</strong> rischio <strong>per</strong> l’ar<strong>te</strong>rosclerosi (qualiil fumo, l’aumento <strong>di</strong> coles<strong>te</strong>rolo e grassi nel sangue, il <strong>di</strong>abe<strong>te</strong> mellito,l’obesità e l’i<strong>per</strong><strong>te</strong>nsione ar<strong>te</strong>riosa) contribuiscono a ridurre il rischionon <strong>so</strong>lo <strong>di</strong> demenza vascolare ma anche <strong>di</strong> malattia <strong>di</strong> Alzheimer.In ogni fase della malattia <strong>so</strong>no comunque possibili una prevenzionesecondaria e <strong>te</strong>rziaria, finalizza<strong>te</strong> a ridurre le conseguenze del dannocerebrale e le complicanze. Ad esempio, un livello <strong>di</strong> stimolazioneambientale adeguato e commisurato alle abilità residue della <strong>per</strong><strong>so</strong>nacon demenza è in grado <strong>di</strong> rallentare il declino cognitivo e funzionale.Evitare i farmaci po<strong>te</strong>nzialmen<strong>te</strong> <strong>per</strong>icolosi, trattare le patologie croniche<strong>so</strong>matiche, evitare il <strong>di</strong>su<strong>so</strong> e <strong>so</strong>s<strong>te</strong>nere le abilità residue della<strong>per</strong><strong>so</strong>na con demenza consen<strong>te</strong> <strong>di</strong> ridurre l’ecces<strong>so</strong> <strong>di</strong> <strong>di</strong>sabilità (cioèuna <strong>di</strong>sabilità su<strong>per</strong>iore a quella causata dai deficit), anche nelle fasimoderato-severe della demenza. Nelle fasi avanza<strong>te</strong> va posta at<strong>te</strong>nzionealla prevenzione delle cadu<strong>te</strong>, della malnutrizione, delle infezioni,dell’immobilità prolungata.3.3 Familiaritá ed ere<strong>di</strong>tarietá“Quale rischio ho <strong>di</strong> sviluppare l’Alzheimer?”. È questo uno fra i piùfrequenti in<strong>te</strong>rrogativi che viene posto al me<strong>di</strong>co da par<strong>te</strong> dei familiaridei pazienti affetti con demenza. Se si escludono le forme <strong>di</strong> demenzaere<strong>di</strong>tarie, che riguardano una piccola <strong>per</strong>centuale, nel 95% dei casi larisposta è semplice: il rischio è analogo a quello del figlio <strong>di</strong> un genitorecon i<strong>per</strong><strong>te</strong>nsione ar<strong>te</strong>riosa o con <strong>di</strong>abe<strong>te</strong>. Ossia, vi è una pre<strong>di</strong>sposizionelievemen<strong>te</strong> maggiore rispetto a quella <strong>di</strong> figli i cui genitori non<strong>so</strong>no affetti da demenza. Si tratta <strong>di</strong> un rischio che, <strong>per</strong> ora, non èquantificabile in modo preci<strong>so</strong>, ma non significa in alcun modo che ifamiliari svilup<strong>per</strong>anno necessariamen<strong>te</strong> la malattia.Nella grande maggioranza dei casi, <strong>per</strong>tanto, la malattia si manifestain modo casuale, impreve<strong>di</strong>bile, in as<strong>senza</strong> <strong>di</strong> una trasmissione genetica<strong>di</strong>retta.Il quesito riguarda dunque essenzialmen<strong>te</strong> la malattia <strong>di</strong> Alzheimer ealtre più rare demenze degenerative quali <strong>per</strong> es. la malattia <strong>di</strong> Pick.È rispetto a ques<strong>te</strong> malattie degenerative che la ricerca degli ultimi anniha fornito informazioni significative rispetto al contributo della genetica.La genetica si occupa <strong>di</strong> come le carat<strong>te</strong>ristiche <strong>di</strong> un in<strong>di</strong>viduo (trattinormali o malattie) vengono tramanda<strong>te</strong> <strong>di</strong> generazione in generazione.Anche <strong>per</strong> la malattia <strong>di</strong> Alzheimer le conoscenze relative agli aspettigenetici si <strong>so</strong>no no<strong>te</strong>volmen<strong>te</strong> amplia<strong>te</strong>. Oggi infatti conosciamo alcuni40


PARTE 1: L'INSORGERE DELLA MALATTIA<strong>di</strong>fetti genetici responsabili dello sviluppo della malattia <strong>di</strong> Alzheimer ealtre carat<strong>te</strong>ristiche del patrimonio genetico che pos<strong>so</strong>no influenzare –pro<strong>te</strong>ggere o, al contrario, favorire – la comparsa <strong>di</strong> demenza. I <strong>fatto</strong>rigenetici hanno un ruolo comples<strong>so</strong>. In ogni ca<strong>so</strong> le forme <strong>di</strong> Alzheimer“ familiare” (cioè su base ere<strong>di</strong>taria) non <strong>so</strong>no più dell’1% dei casi totali.Esistono due tipi fondamentali <strong>di</strong> investigazioni genetiche che pos<strong>so</strong>noessere condot<strong>te</strong>:Test genetici pre<strong>di</strong>ttivi. Si tratta <strong>di</strong> <strong>te</strong>st genetici che <strong>so</strong>no in grado <strong>di</strong>rilevare se un <strong>so</strong>ggetto sano, non affetto da malattia <strong>di</strong> Alzheimer, hala possibilità <strong>di</strong> contrarla e con quale <strong>per</strong>centuale <strong>di</strong> probabilità. Comeabbiamo detto, nel ca<strong>so</strong> della malattia <strong>di</strong> Alzheimer, circa l’1% dei casiè attribuibile ad un gene al<strong>te</strong>rato la cui trasmissione de<strong>te</strong>rmina il 100%<strong>di</strong> probabilità <strong>di</strong> sviluppare la malattia.Oggi conosciamo al<strong>te</strong>razioni <strong>di</strong> tre geni che de<strong>te</strong>rminano la comparsa<strong>di</strong> malattia <strong>di</strong> Alzheimer. Sono i geni mutati della Presenilina 1 (PS1)sul cromo<strong>so</strong>ma 14, della presenilina 2 (PS2) sul cromo<strong>so</strong>ma 1 e dellapro<strong>te</strong>ina precur<strong>so</strong>re dell’amiloide (APP) localizzato sul cromo<strong>so</strong>ma 21,che de<strong>te</strong>rminano un rischio del 100% <strong>di</strong> sviluppare la malattia.Di norma, ques<strong>te</strong> forme ere<strong>di</strong>tarie e<strong>so</strong>r<strong>di</strong>scono in giovane età, 40-50anni, e hanno una chiara <strong>di</strong>stribuzione familiare, ossia <strong>so</strong>no noti aifamiliari casi <strong>di</strong> demenza a vari livelli generazionali. In questa circostanzail <strong>te</strong>st pre<strong>di</strong>ttivo è in<strong>di</strong>cato. Tuttavia resta a<strong>per</strong>to il problemadell’età <strong>di</strong> comparsa della malattia as<strong>so</strong>ciata a ques<strong>te</strong> al<strong>te</strong>razioni genetiche.L’ampia variabilità nell’età <strong>di</strong> in<strong>so</strong>rgenza della malattia <strong>di</strong>minuisce,quantomeno limita, l’utilità del <strong>te</strong>st pre<strong>di</strong>ttivo dal punto <strong>di</strong> vistadel <strong>so</strong>ggetto che si <strong>so</strong>ttopone al <strong>te</strong>st s<strong>te</strong>s<strong>so</strong>.Test genetici <strong>di</strong> rischio. Identifica, in un <strong>so</strong>ggetto sano, un <strong>fatto</strong>re <strong>di</strong>rischio genetico (non necessariamen<strong>te</strong> un’al<strong>te</strong>razione) che può aumentarela probabilità <strong>di</strong> sviluppare la malattia. L’as<strong>senza</strong> del <strong>fatto</strong>re <strong>di</strong> rischionon esclude la contrazione della malattia, cosi come la pre<strong>senza</strong> non èinvariabilmen<strong>te</strong> as<strong>so</strong>ciata alla sua comparsa. In questo ambito è statoidentificato il gene della apolipopro<strong>te</strong>ina E della quale esistono tre forme:E2, E3 e E4, <strong>so</strong>tto il controllo <strong>di</strong> un gene localizzato sul cromo<strong>so</strong>ma 14.Tra ques<strong>te</strong>, mentre l’E2 svolge un ruolo pro<strong>te</strong>ttivo a livello cerebrale <strong>di</strong>fron<strong>te</strong> ad insulti <strong>di</strong>varia natura (ischemia o traumi <strong>per</strong> esempio), l’E4svolge un ruolo opposto, contrastando o non favorendo i meccanismi<strong>di</strong> riparazione dei neuroni dopo una lesione. Questo è il motivo <strong>per</strong> ilquale i <strong>so</strong>ggetti portatori <strong>di</strong> E4 hanno un rischio maggiore <strong>di</strong> contrarrela malattia <strong>di</strong> Alzheimer rispetto ai portatori <strong>di</strong> E2.<strong>Non</strong> si tratta comunque <strong>di</strong> un rischio as<strong>so</strong>luto. Esistono infatti portatori <strong>di</strong>E2 che sviluppano malattia <strong>di</strong> Alzheimer e portatori <strong>di</strong> E4 che non la sviluppano.Il <strong>te</strong>st ha dunque scar<strong>so</strong> valore nella pratica clinica quoti<strong>di</strong>ana.Esistono numerosi<strong>fatto</strong>ri <strong>di</strong> rischiogenetico, ma <strong>so</strong>lol’1% delledemenze èere<strong>di</strong>tario edunqueinevitabile41


42Oltre al gene <strong>per</strong> l’Apo-E, recen<strong>te</strong>men<strong>te</strong> <strong>so</strong>no stati descritti altri geniche costituiscono <strong>fatto</strong>ri <strong>di</strong> rischio <strong>per</strong> la malattia <strong>di</strong> Alzheimer. Traquesti SORL 1, un gene coinvolto nel trasporto dell’amiloide dentro lecellule. Numerosi altri geni <strong>so</strong>no oggetto <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o (tra cui i geni denominatiCLU, PICALM e CR 1); la loro reale importanza <strong>per</strong>ò deveessere ancora completamen<strong>te</strong> chiarita.È eviden<strong>te</strong> quin<strong>di</strong> come sia estremamen<strong>te</strong> delicato e <strong>di</strong>fficile rispondereall’in<strong>te</strong>rrogativo sul rischio <strong>di</strong> sviluppare la demenza <strong>di</strong> Alzheimer.Fino ad <strong>oggi</strong> la me<strong>di</strong>cina può affermare che esis<strong>te</strong> una generica pre<strong>di</strong>sposizionema <strong>senza</strong> quantificare una <strong>per</strong>centuale <strong>di</strong> rischio, fattaeccezione <strong>per</strong> alcune rare forme familiari.


PARTE 1: L'INSORGERE DELLA MALATTIA4 LA DIAGNOSILa mol<strong>te</strong>plicità <strong>di</strong> con<strong>di</strong>zioni che pos<strong>so</strong>no provocare i sintomi dellademenza e la frequen<strong>te</strong> concomitanza <strong>di</strong> più malattie nell’anziano,richiedono una valutazione approfon<strong>di</strong>ta e compe<strong>te</strong>n<strong>te</strong>. Un correttoapproccio <strong>di</strong>agnostico <strong>di</strong> fron<strong>te</strong> ad un pazien<strong>te</strong> che manifesta segni <strong>di</strong>deca<strong>di</strong>mento mentale è <strong>di</strong> fondamentale importanza <strong>per</strong> <strong>di</strong>fferenziarele forme reversibili da quelle irreversibili. La <strong>di</strong>agnosi <strong>di</strong> demenza<strong>per</strong>met<strong>te</strong> inoltre <strong>di</strong> formulare una prognosi, sia in <strong>te</strong>rmini <strong>di</strong> <strong>so</strong>pravvivenzache <strong>di</strong> evoluzione della malattia; è quin<strong>di</strong> il presupposto in<strong>di</strong>spensabile<strong>per</strong> pre<strong>di</strong>sporre gli in<strong>te</strong>rventi <strong>te</strong>rapeutici, <strong>per</strong> impostare uncorretto approccio preventivo e riabilitativo e organizzare gli in<strong>te</strong>rventi<strong>di</strong> supporto assis<strong>te</strong>nziale al pazien<strong>te</strong> e alla famiglia.È <strong>di</strong> fondamentale importanza ricorrere al me<strong>di</strong>co quando le primeavvisaglie <strong>di</strong> un de<strong>te</strong>rioramento cognitivo si manifestano; la possibilità,in ca<strong>so</strong> <strong>di</strong> malattia guaribile, <strong>di</strong> ot<strong>te</strong>nere un ripristino delle normalifunzioni mentali è infatti con<strong>di</strong>zionata dalla <strong>te</strong>mpestività dell’in<strong>te</strong>rvento<strong>di</strong>agnostico e <strong>te</strong>rapeutico.Di fron<strong>te</strong> al <strong>so</strong>spetto <strong>di</strong> una demenza il primo in<strong>te</strong>rlocutore è il me<strong>di</strong>co<strong>di</strong> me<strong>di</strong>cina generale il quale, dopo una valutazione del pazien<strong>te</strong> e l’eventualeesecuzione <strong>di</strong> alcuni esami, deciderà se è opportuno in<strong>di</strong>rizzare ilpazien<strong>te</strong> ad uno dei Centri <strong>per</strong> le demenze (Centri <strong>per</strong> i <strong>di</strong>sturbi cognitividell’adulto) presenti nelle Aziende sanitarie in tutta l’Emilia-Romagna,nei quali o<strong>per</strong>ano specialisti es<strong>per</strong>ti: me<strong>di</strong>ci (neurologi e geriatriessenzialmen<strong>te</strong>), psicologi, infermieri, o<strong>per</strong>atori assis<strong>te</strong>nziali.La tabella a pagina 44 mostra i sintomi che pos<strong>so</strong>no costituire una spia<strong>per</strong> la pre<strong>senza</strong> <strong>di</strong> demenza.43


SINTOMI CHE POSSONO SUGGERIRE LA PRESENZA DI DEMENZADalla memoria alcomportamentoecco i primisintomi <strong>di</strong> fron<strong>te</strong>ai quali occorrerivolgersi al piùpresto al me<strong>di</strong>co<strong>di</strong> famigliaAlcuni campanelli d’allarmeLa <strong>per</strong><strong>so</strong>na ha <strong>di</strong>fficoltà nello svolgere le attività e i compiti <strong>so</strong>tto elencati?• Apprendere e ricordare nuove informazioni. È più ripetitivo, haproblemi a ricordare il con<strong>te</strong>nuto <strong>di</strong> recenti informazioni, eventi,appuntamenti. Perde frequen<strong>te</strong>men<strong>te</strong> oggetti, <strong>per</strong> esempio lechiavi <strong>di</strong> casa.• Eseguire compiti complessi. Ha problemi a effettuare attività cherichiedono più fasi in sequenza, <strong>per</strong> esempio preparare un pasto.• Orientamento spaziale e <strong>te</strong>mporale. Ha problemi a guidare l’autoe a trovare la via <strong>di</strong> casa. Si è <strong>per</strong>duto il luoghi non familiari. <strong>Non</strong> èin grado <strong>di</strong> sa<strong>per</strong>e che giorno è o in che mese siamo. Dimentica <strong>di</strong>ritirare la pensione o si reca insis<strong>te</strong>n<strong>te</strong>men<strong>te</strong> pres<strong>so</strong> gli ufficipostali <strong>per</strong> ritirarla.• Linguaggio. Ha <strong>di</strong>fficoltà nel trovare le parole <strong>per</strong> esprimersi.Ha <strong>di</strong>fficoltà a denominare oggetti comuni e li in<strong>di</strong>ca con “il co<strong>so</strong>”,“la <strong>cosa</strong>” o con giri <strong>di</strong> parole.• Comportamento. Appare più passivo, meno coinvolto nelleattività familiari. È più irritabile del <strong>so</strong>lito; è <strong>di</strong>ventato <strong>so</strong>spetto<strong>so</strong>;talora fa accuse infonda<strong>te</strong>.La pre<strong>senza</strong> <strong>di</strong> <strong>di</strong>fficoltà anche in uno <strong>so</strong>lo dei compiti o delle attivitàdescrit<strong>te</strong> richiede una valutazione del me<strong>di</strong>co <strong>di</strong> famiglia.Tut<strong>te</strong> leinformazioniche dove<strong>te</strong> sa<strong>per</strong>dare al me<strong>di</strong>coe l’evoluzionedella malattiaUn aspetto fondamentale <strong>per</strong> orientare il me<strong>di</strong>co sulla genesi dei <strong>di</strong>sturbicognitivi è costituito dalla raccolta delle informazioni sulla storiarecen<strong>te</strong> e passata del malato; l’apporto dei familiari o <strong>di</strong> chi conosce ilpazien<strong>te</strong> è molto importan<strong>te</strong>.<strong>Non</strong> esistono in<strong>di</strong>catori biologici che attualmen<strong>te</strong> <strong>per</strong>mettano <strong>di</strong> fareuna <strong>di</strong>agnosi certa delle forme <strong>di</strong> demenza (è possibile <strong>so</strong>lo con l’autopsia);comunemen<strong>te</strong> quin<strong>di</strong> si parla <strong>di</strong> <strong>di</strong>agnosi probabile o possibilein base alla pre<strong>senza</strong> <strong>di</strong> alcune carat<strong>te</strong>ristiche cliniche e all’esclusione<strong>di</strong> altri <strong>fatto</strong>ri.Accanto all’esame fisico generale e neurologico del pazien<strong>te</strong>, le indagininecessarie <strong>per</strong> confermare l’orientamento <strong>di</strong>agnostico ed escludereforme secondarie <strong>di</strong> demenza <strong>so</strong>no costitui<strong>te</strong> dall’analisi del sangue(emocromo, funzione renale, epatica, tiroidea, vitamina B12 e folati),l’esame delle urine, una ra<strong>di</strong>ografia del torace, un elettrocar<strong>di</strong>ogrammae un esame <strong>di</strong> neuroimaging cerebrale: la TAC dell’encefalo è usualmen<strong>te</strong>sufficien<strong>te</strong>, oppure la RMN.In casi particolari si può effettuare un approfon<strong>di</strong>mento <strong>di</strong>agnosticome<strong>di</strong>an<strong>te</strong> ul<strong>te</strong>riori accertamenti richiesti dal me<strong>di</strong>co specialista.44


PARTE 1: L'INSORGERE DELLA MALATTIAUn elemento fondamentale e orientativo <strong>per</strong> la definizione del tipo <strong>di</strong>demenza è la valutazione neuropsicologica, ossia l’analisi delle <strong>di</strong>versefunzioni in<strong>te</strong>llettive me<strong>di</strong>an<strong>te</strong> <strong>te</strong>st specifici e meto<strong>di</strong> strutturati.La <strong>di</strong>agnosi <strong>di</strong> malattia <strong>di</strong> Alzheimer viene formulata quando <strong>so</strong>no sta<strong>te</strong>escluse altre con<strong>di</strong>zioni patologiche e anche qualora gli esami abitualmen<strong>te</strong>eseguiti fossero as<strong>so</strong>lutamen<strong>te</strong> normali. La TAC dell’encefalo,<strong>per</strong> esempio, nelle fasi iniziali della malattia può essere in<strong>di</strong>stinguibileda quella <strong>di</strong> una <strong>per</strong><strong>so</strong>na normale. La prognosi <strong>di</strong> una con<strong>di</strong>zione <strong>di</strong>demenza è con<strong>di</strong>zionata dal tipo <strong>di</strong> demenza, e dai sintomi che la carat<strong>te</strong>rizzano,nonché dall’età della <strong>per</strong><strong>so</strong>na.L’evoluzione è abitualmen<strong>te</strong> più rapida nei giovani e in coloro che presentanoprecocemen<strong>te</strong> <strong>di</strong>sturbi nella comunicazione (<strong>di</strong>fficoltà nel re<strong>per</strong>imentodelle parole o <strong>di</strong> comprensione del linguaggio). Anche la pre<strong>senza</strong><strong>di</strong> <strong>di</strong>sturbi del comportamento (agitazione, deliri, vagabondaggio,in<strong>so</strong>nnia) accelerano la progressione della malattia. Nell’anziano l’evoluzioneè con<strong>di</strong>zionata dalla pre<strong>senza</strong> <strong>di</strong> altre malattie concomitanti.Nel ca<strong>so</strong> della demenza vascolare, l’evoluzione della malattia avvieneclassicamen<strong>te</strong> “a gra<strong>di</strong>ni”: a rapi<strong>di</strong> peggioramenti dell’autonomia sial<strong>te</strong>rnano fasi <strong>di</strong> relativa stabilizzazione delle con<strong>di</strong>zioni generali delmalato.45


PARTE 1: L'INSORGERE DELLA MALATTIA5 LE PRIME CURE5.1 Gli obiettivi delle cure e l’approcciomultimodaleSu<strong>per</strong>ata la fase della <strong>di</strong>agnosi, <strong>so</strong>lo <strong>per</strong> quei casi in cui la causa dellademenza è una malattia reversibile (10-15%) c’è la possibilità <strong>di</strong> unritorno alla normalità, grazie a in<strong>te</strong>rventi chirurgici o a opportunitrattamenti farmacologici.Negli altri casi inizia un <strong>per</strong>cor<strong>so</strong> carat<strong>te</strong>rizzato dall’evoluzione dellademenza, cos<strong>te</strong>llato <strong>di</strong> problemi che coinvolgono l’in<strong>te</strong>ra famiglia ei servizi sanitari e assis<strong>te</strong>nziali. Lungo il decor<strong>so</strong> della malattia èsempre comunque possibile porsi obiettivi <strong>te</strong>rapeutici specifici <strong>per</strong>rallentare l’evoluzione della malattia e migliorare alcuni dei sintomipiù <strong>di</strong>sturbanti.Il trattamento della demenza, infatti, comprende una serie <strong>di</strong> in<strong>te</strong>rventi,farmacologici e non farmacologici, rivolti non <strong>so</strong>lo al controllo dei deficitcognitivi, ma anche alla cura dei sintomi non cognitivi, delle malattiecoesis<strong>te</strong>nti, al miglioramento dello stato funzionale, o mirati a fornire unsupporto al pazien<strong>te</strong> e alla famiglia duran<strong>te</strong> il decor<strong>so</strong> della malattia.Anche quandonon è guaribile lademenza ècomunquecurabile,<strong>so</strong>prattutto conin<strong>te</strong>rventipsico<strong>so</strong>ciali (nonfarmacologici)1) OTTIMIZZARE LO STATO FUNZIONALE:• trattare le patologie <strong>so</strong>ttostanti (es. i<strong>per</strong><strong>te</strong>nsione ar<strong>te</strong>riosa, morbo<strong>di</strong> Parkin<strong>so</strong>n);• evitare farmaci con effetti po<strong>te</strong>nzialmen<strong>te</strong> dannosi sul sis<strong>te</strong>manervo<strong>so</strong> centrale, se non strettamen<strong>te</strong> necessari;• valutare l’ambien<strong>te</strong> e suggerire mo<strong>di</strong>fiche, quando necessarie;• stimolare l’attività fisica e mentale;• evitare situazioni stressanti <strong>per</strong> le funzioni in<strong>te</strong>llettuali, utilizzaresupporti mnesici quando possibile;• stimolare una adeguata nutrizione.2) FORNIRE UN ADEGUATO LIVELLO DI CURE SPECIFICHE:• rivalutazione delle funzioni cognitive e fisiche;• in<strong>te</strong>rventi <strong>di</strong> stimolazione cognitiva;• trattamento delle con<strong>di</strong>zioni me<strong>di</strong>che;• trattamento specifico del <strong>di</strong>sturbo cognitivo;• in<strong>te</strong>rventi <strong>di</strong> supporto psicologico.47


3) IDENTIFICARE E TRATTARE I DISTURBI NON COGNITIVI:• <strong>di</strong>sturbi comportamentali;• depressione;• agitazione e aggressività;• rischi <strong>di</strong> caduta e <strong>di</strong> smarrimento;• incontinenza.4) FORNIRE INFORMAZIONI E POSSIBILITÀ DI DISCUSSIONEAL PAZIENTE E ALLA FAMIGLIA:• natura della malattia;• evoluzione e prognosi;• possibilità <strong>di</strong> prevenzione e trattamento.5) FORNIRE SUPPORTO SOCIO-ASSISTENZIALE E CONSULENZEAL PAZIENTE E ALLA FAMIGLIA:• servizi <strong>te</strong>rritoriali e residenziali <strong>so</strong>ciali e assis<strong>te</strong>nziali, <strong>te</strong>mporanei odefinitivi;• supporto economico;• consulenza legale;• supporto psicologico <strong>per</strong> il su<strong>per</strong>amento dei conflitti;• consulenza etica.Malgrado ilprocedere dellamalattia, c’èsempre lo spazio<strong>per</strong> fare qual<strong>cosa</strong>.Innanzitutto, <strong>per</strong>ò,fa<strong>te</strong>vi aiutare dalme<strong>di</strong>co a capirei sintomiLa storia <strong>di</strong> un pazien<strong>te</strong> è profondamen<strong>te</strong> <strong>di</strong>versa rispetto a quella <strong>di</strong> ognialtro. È <strong>per</strong>tanto <strong>di</strong>fficile definire, se non in linea generale, quale possaessere la successione dei problemi. È consigliabile dunque che i problemivengano affrontati man mano si presentano, trami<strong>te</strong> una relazione costan<strong>te</strong>con il proprio me<strong>di</strong>co <strong>di</strong> famiglia, me<strong>di</strong>co del centro demenze.Maggiore importanza <strong>per</strong> i familiari rives<strong>te</strong> la conoscenza delle cause<strong>di</strong> alcuni sintomi e delle modalità più corret<strong>te</strong> <strong>per</strong> affrontarli. Soprattuttoè importan<strong>te</strong> adottare e met<strong>te</strong>re in atto in<strong>te</strong>rventi affinché, nel limi<strong>te</strong>del possibile, molti problemi possano essere evitati o prevenuti. Ènecessario essere consapevoli che l’evoluzione della malattia impone aifamiliari un costan<strong>te</strong> adeguamento del proprio at<strong>te</strong>ggiamento e delleproprie aspettative alle muta<strong>te</strong> con<strong>di</strong>zioni del malato.È altrettanto importan<strong>te</strong> sa<strong>per</strong>e che, malgrado l’evoluzione progressivadella malattia, c’è sempre lo spazio <strong>per</strong> fare qual<strong>cosa</strong>, affinché il malatoviva con <strong>di</strong>gnità. C’è sempre lo spazio <strong>per</strong> promuovere una buona modalità<strong>di</strong> confronto con i problemi posti dalla malattia <strong>per</strong> favorire il benesseree la qualità <strong>di</strong> vita della <strong>per</strong><strong>so</strong>na malata e dei suoi familiari.<strong>Non</strong> si tratta <strong>di</strong> adottare un at<strong>te</strong>ggiamento forzatamen<strong>te</strong> dominato dauno s<strong>te</strong>rile ottimismo; al contrario è necessario sa<strong>per</strong>e che, anche nelmalato più grave, c’è sempre lo spazio e l’opportunità <strong>per</strong> migliorare le48


PARTE 1: L'INSORGERE DELLA MALATTIAcon<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> vita. Lo sforzo <strong>di</strong> creare con<strong>di</strong>zioni che contrastino le<strong>so</strong>pravvenu<strong>te</strong> <strong>di</strong>sabilità richiede affetto, pazienza, ottimismo, fantasiae versatilità; ques<strong>te</strong> qualità vengono mostra<strong>te</strong> dalla grande maggioranzadei familiari che si impegnano affinché il proprio caro possa vivere“comunque” nel migliore dei mo<strong>di</strong>.L’amore, la generosità, l’affetto e la gratitu<strong>di</strong>ne pos<strong>so</strong>no essere corrobora<strong>te</strong>e rafforza<strong>te</strong>, e il sen<strong>so</strong> <strong>di</strong> frustrazione at<strong>te</strong>nuato, dalla conoscenzadella malattia e da alcuni consigli su come gestire i problemi assis<strong>te</strong>nziali;ques<strong>te</strong> conoscenze insieme a quelle relative allo sviluppo <strong>di</strong>compe<strong>te</strong>nze <strong>per</strong> la gestione delle problematiche psicologiche e comportamentali<strong>per</strong>mettono al familiare il recu<strong>per</strong>o <strong>di</strong> un sen<strong>so</strong> controllo, <strong>di</strong>efficacia e <strong>di</strong> padronanza che bilanciano i sentimenti <strong>di</strong> <strong>di</strong>s<strong>per</strong>azione,<strong>di</strong> frustrazione e <strong>di</strong> impo<strong>te</strong>nza e <strong>per</strong>mettono un adattamento alla situazione<strong>di</strong> malattia e <strong>di</strong> assis<strong>te</strong>nza.<strong>Non</strong> vanno neanche <strong>so</strong>ttovalutati i possibili aspetti positivi del lavoro<strong>di</strong> cura in quanto l’assunzione del ruolo <strong>di</strong> “caregiver”, la <strong>di</strong>sponibilitàad assis<strong>te</strong>re, trovano motivazione nella lunga storia relazionale delle<strong>per</strong><strong>so</strong>ne che contiene elementi <strong>di</strong> scambio e <strong>di</strong> reciprocità.Oltre ad acquisire compe<strong>te</strong>nze e conoscenze <strong>per</strong> la cura dell’altro vaconsiderata la cura <strong>di</strong> sé preservando spazi liberi <strong>per</strong> l’espressione <strong>di</strong>sé, <strong>per</strong> il ripo<strong>so</strong> e <strong>per</strong> attività in<strong>di</strong>pendenti dal lavoro <strong>di</strong> cura. Per fareciò può essere necessario richiedere l’aiuto <strong>di</strong> altri, siano essi parenti,amici o istituzioni.5.2 Opportunità d’in<strong>te</strong>rventoLa malattia ha un lungo decor<strong>so</strong>, e come descritto in altre parti delmanuale, comporta una progressiva <strong>per</strong><strong>di</strong>ta <strong>di</strong> capacità e <strong>di</strong> abilità. Èopportuno <strong>per</strong>ò <strong>so</strong>ttolineare che le <strong>per</strong><strong>so</strong>ne colpi<strong>te</strong> preservano dellecapacità ed è opportuno che ques<strong>te</strong> vengano stimola<strong>te</strong> con lo scopo <strong>di</strong>favorirne il man<strong>te</strong>nimento il più a lungo possibile. In effetti non tut<strong>te</strong>le abilità della <strong>per</strong><strong>so</strong>na <strong>so</strong>no danneggia<strong>te</strong> allo s<strong>te</strong>s<strong>so</strong> modo e nello s<strong>te</strong>s<strong>so</strong>momento; oltre alla cognizione, al centro delle problematiche connessecon la demenza, vanno considera<strong>te</strong> le emozioni, le relazioni, icomportamenti, le preferenze e le sensazioni, tutti aspetti che hanno ache fare con il mondo <strong>so</strong>ggettivo e relazionale della <strong>per</strong><strong>so</strong>na. Questapremessa “apre uno spazio” <strong>di</strong> in<strong>te</strong>rvento, carat<strong>te</strong>rizzato dalla possibilità<strong>di</strong> supportare la <strong>per</strong><strong>so</strong>na a utilizzare le capacità residue, ad affrontareil <strong>di</strong>sagio conseguen<strong>te</strong> alle limitazioni indot<strong>te</strong> dalla malattia, adat<strong>te</strong>nuare l’ansia, la paura e le preoccupazioni correla<strong>te</strong> con la riduzione<strong>di</strong> compe<strong>te</strong>nze, a <strong>per</strong>met<strong>te</strong>re l’inclusione, la par<strong>te</strong>cipazione, il con-49


Riabilitare lamemoria <strong>per</strong>frenare lamalattia: ecco le<strong>te</strong>cniche più inu<strong>so</strong>Gli in<strong>te</strong>rventi conle <strong>per</strong><strong>so</strong>ne condemenza <strong>so</strong>noefficaci nelrallentare la<strong>per</strong><strong>di</strong>ta delleabilità cognitive,migliorare ilbenessere e laqualità <strong>di</strong> vitatatto e la <strong>di</strong>gnità delle <strong>per</strong><strong>so</strong>ne mala<strong>te</strong>. L’obiettivo degli in<strong>te</strong>rventi<strong>di</strong>venta quin<strong>di</strong> quello <strong>di</strong> esercitare le capacità <strong>di</strong>sponibili <strong>per</strong> promuoverela qualità <strong>di</strong> vita e il benessere della <strong>per</strong><strong>so</strong>na colpita e della famiglia.Gli in<strong>te</strong>rventi in questo ambito <strong>so</strong>no mol<strong>te</strong>plici e <strong>so</strong>no <strong>di</strong>retti a <strong>so</strong>s<strong>te</strong>nerele abilità cognitive, ad affrontare le al<strong>te</strong>razioni del comportamento, acon<strong>te</strong>nere il <strong>di</strong>sagio e la <strong>so</strong>fferenza, ad utilizzare i canali comunicativi erelazionali fruibili <strong>per</strong> favorire il benessere e l’inclusione delle <strong>per</strong><strong>so</strong>ne.La ricerca <strong>di</strong> questi anni ha evidenziato l’efficacia e l’utilità <strong>di</strong> una serie<strong>di</strong> in<strong>te</strong>rventi che vanno articolati in base alla fase della malattia e allecon<strong>di</strong>zioni della <strong>per</strong><strong>so</strong>na in<strong>te</strong>ressata in modo da essere un’azione <strong>di</strong> “sartoria”qualificata che produce una “confezione” su misura.Nelle fasi iniziali della malattia è molto importan<strong>te</strong> stimolare ed esercitarele abilità cognitive in generale e la memoria in particolare. Ilconcetto <strong>di</strong> fondo è quello <strong>di</strong> stimolare la <strong>per</strong><strong>so</strong>na ad utilizzare le ri<strong>so</strong>rse<strong>di</strong>sponibili. Per fare ciò si può ricorrere a esercizi <strong>di</strong> ripetizione (nomi,parole, descrizioni, <strong>per</strong>corsi, atti e movimenti), esercizi <strong>di</strong> denominazione(i luoghi, gli oggetti, le funzioni, ecc..); ciò può essere utilizzatosia riguardo a nuove informazioni (<strong>so</strong>no possibili dei nuovi appren<strong>di</strong>menti,nelle fasi iniziali, anche se molto limitati) sia, ed è ancora piùimportan<strong>te</strong>, alle conoscenza già possedu<strong>te</strong> il cui recu<strong>per</strong>o, richiamo edesercitazione <strong>per</strong>met<strong>te</strong> un man<strong>te</strong>nimento più a lungo nel <strong>te</strong>mpo.L’esercizio non riguarda <strong>so</strong>lo la memoria ma il linguaggio, il riconoscimento,il ragionamento, l’orientamento e le altre funzioni cognitivedescrit<strong>te</strong> successivamen<strong>te</strong>. Questi in<strong>te</strong>rventi pos<strong>so</strong>no essere svolti inmodalità struttura<strong>te</strong> da par<strong>te</strong> <strong>di</strong> un professionista qualificato ma ancheutilizza<strong>te</strong> nel quoti<strong>di</strong>ano.Le attività struttura<strong>te</strong>, svol<strong>te</strong> <strong>di</strong> preferenza in gruppi <strong>di</strong> 5-6 <strong>per</strong><strong>so</strong>ne,vanno <strong>so</strong>tto il nome <strong>di</strong> stimolazione cognitiva. Ad esempio il richiamodei ricor<strong>di</strong>, sia <strong>per</strong><strong>so</strong>nali che storici, è ciò che viene definito “<strong>te</strong>cnicadella reminescenza” e ha <strong>di</strong>mostrato la sua efficacia nel promuoverebenessere oltre rallentare il deca<strong>di</strong>mento cognitivo (la visione <strong>di</strong> vecchiefoto può aiutare in questo).In alcuni casi, in fasi molto precoci e con deficit circoscritti a singolefunzioni cognitive, pos<strong>so</strong>no essere utilizza<strong>te</strong> delle stra<strong>te</strong>gie riabilitativespecifiche, realizza<strong>te</strong> da <strong>per</strong><strong>so</strong>ne es<strong>per</strong><strong>te</strong>, e in modo da rispondere allaspecifica esigenza della singola <strong>per</strong><strong>so</strong>na; con questi pazienti può essereutilizzato anche lo schema del memory training, utilizzato con gli anziani“sani”, opportunamen<strong>te</strong> adattato; anche gli ausili mnemonici es<strong>te</strong>rnie i “cues” (stimoli che ricordano) pos<strong>so</strong>no essere utili <strong>per</strong> <strong>so</strong>s<strong>te</strong>nere lecapacità <strong>di</strong> richiamare le informazioni possedu<strong>te</strong>.50


PARTE 1: L'INSORGERE DELLA MALATTIAGli in<strong>te</strong>rventi finalizzati a migliorare la memoria procedurale(quella che presiede alle normali attività quoti<strong>di</strong>ane è una memoria <strong>di</strong>tipo automatico) si <strong>so</strong>no <strong>di</strong>mostrati utili nel migliorare i <strong>te</strong>mpi <strong>di</strong> esecuzione<strong>di</strong> alcune attività della vita quoti<strong>di</strong>ana e potrebbero avere favorevoliri<strong>per</strong>cussioni sulla qualità <strong>di</strong> vita del pazien<strong>te</strong> e dei familiari.Nella prima fase non va trascurato il supporto emotivo e in molti casi,in particolare quando il livello <strong>di</strong> consapevolezza <strong>di</strong> malattia è presen<strong>te</strong>,la <strong>so</strong>fferenza affettiva va presa in carico e <strong>so</strong>no possibili in<strong>te</strong>rventistrutturati in questo ambito.La psico<strong>te</strong>rapia in<strong>di</strong>viduale e gli approcci <strong>di</strong> gruppo si <strong>so</strong>no <strong>di</strong>mostratiutili nell’alleviare i sintomi <strong>di</strong> ansia e <strong>di</strong> <strong>so</strong>fferenza connessi all’e<strong>so</strong>r<strong>di</strong>oe alla progressione della malattia. Con il progre<strong>di</strong>re della malattia puòessere utile l’in<strong>te</strong>rvento <strong>di</strong> reminescenza già descritta.La comparsa dei <strong>di</strong>sturbi del comportamento, fon<strong>te</strong> <strong>di</strong> stress significativo<strong>per</strong> la <strong>per</strong><strong>so</strong>na malata e <strong>per</strong> il suo familiare, necessita <strong>di</strong> utilizzaredelle modalità specifiche <strong>di</strong> in<strong>te</strong>rvento che considerano l’ambien<strong>te</strong>(adatto e fruibile), la <strong>di</strong>mensione relazionale data la <strong>di</strong>pendenza e lareattività della <strong>per</strong><strong>so</strong>na con demenza alle stimolazioni provenienti dalproprio mondo in<strong>te</strong>rno (corpo e men<strong>te</strong>) e dal mondo es<strong>te</strong>rno (gli altri el’ambien<strong>te</strong>).<strong>Non</strong> va <strong>so</strong>ttovalutato l’ambito della sen<strong>so</strong>rialità; i canali <strong>di</strong> sen<strong>so</strong>, rimanendoefficienti duran<strong>te</strong> tutto il decor<strong>so</strong> della malattia, <strong>so</strong>no i canali <strong>di</strong>acces<strong>so</strong> ma anche <strong>di</strong> “connessione” con sé e con il mondo circostan<strong>te</strong>,e pos<strong>so</strong>no essere utilizzati <strong>per</strong> promuovere contatto, coinvolgimento einclusione. I suoni, le vecchie canzoni, le musiche <strong>di</strong> una volta, ma anchele immagini, le fotografie, i profumi e gli odori, le <strong>so</strong>llecitazioni tattilipos<strong>so</strong>no rappresentare una valido mezzo <strong>per</strong> promuovere benesseree in<strong>te</strong>razione con la <strong>per</strong><strong>so</strong>na con demenza. Anche in questo ca<strong>so</strong> l’in<strong>te</strong>rventopuò essere svolto in modalità strutturata, in ambienti de<strong>di</strong>catie con professionisti compe<strong>te</strong>nti in <strong>te</strong>ma, ma anche nell’ambito familiare,nella quoti<strong>di</strong>anità delle <strong>per</strong><strong>so</strong>ne con demenza utilizzando gli atti e igesti quoti<strong>di</strong>ani come fon<strong>te</strong> <strong>di</strong> <strong>so</strong>llecitazione.Tra i vari approcci <strong>te</strong>rapeutici particolare rilevanza ha assunto la <strong>te</strong>rapiaoccupazionale che considera l’agire umano alla base del benesseredella <strong>per</strong><strong>so</strong>na. Lo svolgimento <strong>di</strong> una attività genera e rafforza il sen<strong>so</strong><strong>di</strong> efficacia <strong>per</strong><strong>so</strong>nale e <strong>di</strong> autostima e ciò spinge la <strong>per</strong><strong>so</strong>na a svolgerlaancora. La <strong>te</strong>rapia occupazionale sfrutta le normali attività della vitaquoti<strong>di</strong>ana come base <strong>per</strong> la stimolazione e il man<strong>te</strong>nimento delle capacitàcognitive e funzionali, e <strong>per</strong> tale motivo viene annoverata tra gliin<strong>te</strong>rventi <strong>di</strong> tipo “ecologico”.Dagli ausiliies<strong>te</strong>rni allastimolazionecontinua fino agliin<strong>te</strong>rventipsico<strong>te</strong>rapici <strong>per</strong>aiutare l’anzianoa recu<strong>per</strong>are lamemoria delproprio passatoL’applicazione <strong>di</strong>ques<strong>te</strong> meto<strong>di</strong>cherichiede <strong>per</strong><strong>so</strong>naleformato eambienti de<strong>di</strong>cati51


In sin<strong>te</strong>si 1 :Le <strong>per</strong><strong>so</strong>ne con demenza pos<strong>so</strong>no beneficiare <strong>di</strong> <strong>di</strong>versi in<strong>te</strong>rventi <strong>per</strong> <strong>so</strong>s<strong>te</strong>nerele abilità conserva<strong>te</strong>, <strong>per</strong> migliorare il benessere e la qualità <strong>di</strong> vita:• nella fase lieve-moderata <strong>so</strong>no utili in<strong>te</strong>rventi <strong>di</strong> stimolazioni cognitivae <strong>di</strong> reminescenza che pos<strong>so</strong>no essere svolti in gruppo o tagliatia misura dei bi<strong>so</strong>gni della <strong>per</strong><strong>so</strong>na.• nelle fasi modera<strong>te</strong> e severe <strong>so</strong>no utili in<strong>te</strong>rventi mirati a ridurre i<strong>di</strong>sturbi comportamentali, a stimolare la <strong>per</strong><strong>so</strong>na utilizzando i canalisen<strong>so</strong>riali, utilizzando approcci occupazionali. Questi in<strong>te</strong>rventirisultano utili <strong>per</strong> man<strong>te</strong>nere le capacità residue, migliorare l’autostima,il benessere e la qualità <strong>di</strong> vita.Livello <strong>di</strong> gravitàdella demenzaIn<strong>te</strong>rventocognitivoIn<strong>te</strong>rventoemotivoIn<strong>te</strong>rventomotorioIn<strong>te</strong>rventosen<strong>so</strong>rialeLieve deficit dellamemoria (MCI): inas<strong>senza</strong> <strong>di</strong> demenzaTrainingRiabilitazioneTerapiapsicologicaAttività fisicaDemenza<strong>di</strong> grado lieveTrainingRiabilitazioneStimolazioneReminescenzaTerapiapsicologicaAttività fisicaDemenza<strong>di</strong> grado moderatoStimolazionereminescenzaMemoria remotaAttivitàoccupazionaleIn<strong>te</strong>rventi suBPSD*comunicazioneAttivitàoccupazionaleproceduraleReminescenzacon oggettiCoinvolgimentoMusica, aromaDemenza<strong>di</strong> grado severoIn<strong>te</strong>rventi suBPSD*<strong>di</strong>gnitàcontattoMassaggiStimolazionesen<strong>so</strong>riale attraver<strong>so</strong>musica, canzoni,aromi* Disturbi del comportamento (la sigla BPSD sta <strong>per</strong> Behavioral and PsychologicalSymptoms of Dementia, cioè sintomi psicologici e comportamentali della demenza)5.3 I farmaci a <strong>di</strong>sposizioneCon l’esclusione delle rare forme <strong>di</strong> demenza reversibile (quali l’idrocefalonormo<strong>te</strong><strong>so</strong>, le sequele <strong>di</strong> malattie metaboliche o gravi deficit vitaminicinonché le conseguenze della pre<strong>senza</strong> <strong>di</strong> tumori cerebrali) e delleforme reattive a depressione, la malattia <strong>di</strong> Alzheimer e le altre forme <strong>di</strong>demenza degenerativa e vascolare hanno una progressione irreverisibile,sebbene con una evoluzione molto variabile nei <strong>te</strong>mpi e nelle modalità.1. Le in<strong>di</strong>cazioni costituiscono <strong>so</strong>lo degli orientamenti, in quanto è necessario considerarela <strong>per</strong><strong>so</strong>na nella sua specificità e in<strong>di</strong>penden<strong>te</strong>men<strong>te</strong> dal livello <strong>di</strong> gravità della malattia.52


PARTE 1: L'INSORGERE DELLA MALATTIA<strong>Non</strong> esis<strong>te</strong> a tutt’<strong>oggi</strong> un trattamento in grado <strong>di</strong> guarire la malattia<strong>di</strong> Alzheimer cioè in grado <strong>di</strong> restituire al pazien<strong>te</strong> la memoria e le altrefunzioni cognitive che <strong>so</strong>no sta<strong>te</strong> <strong>per</strong>se, né <strong>di</strong> bloccare completamen<strong>te</strong>il proces<strong>so</strong> degenerativo.Vi <strong>so</strong>no <strong>per</strong>ò a <strong>di</strong>sposizione farmaci ad azione sintomatica, in grado <strong>di</strong>de<strong>te</strong>rminare miglioramenti o una stabilizzazione della malattia (almeno<strong>per</strong> <strong>per</strong>io<strong>di</strong> <strong>di</strong> 6-1 2 mesi).Nella <strong>per</strong><strong>so</strong>na con malattia <strong>di</strong> Alzheimer si riscontrano bassi livelli <strong>di</strong>un neurotrasmettitore, chiamato acetilcolina ed elevati livelli <strong>di</strong> un altrome<strong>di</strong>atore chimico che è il glutammato.Lo sviluppo dei farmaci <strong>per</strong> la malattia <strong>di</strong> Alzheimer, par<strong>te</strong>ndo da ques<strong>te</strong>osservazioni, ha portato all’utilizzo <strong>di</strong> molecole che aumentano i livelli <strong>di</strong>acetilcolina o pro<strong>te</strong>ggono le cellule nervose dall’ecces<strong>so</strong> <strong>di</strong> glutammato.Il trattamento farmacologico con i farmaci chiamati inibitori dell’acetilcolines<strong>te</strong>rasi(AChE.I) rappresenta un elemento importan<strong>te</strong> nella cura della<strong>per</strong><strong>so</strong>na con malattia <strong>di</strong> Alzheimer. Questi farmaci bloccano l’enzima chedemolisce l’acetilcolina, <strong>per</strong>met<strong>te</strong>ndone un accumulo in maggior quantità;in questo modo si controbilancia la <strong>per</strong><strong>di</strong>ta indotta dalla malattia.Dagli stu<strong>di</strong> presenti in let<strong>te</strong>ratura questi farmaci hanno una efficacia clinicamen<strong>te</strong>eviden<strong>te</strong> <strong>so</strong>lo nel 30-40% dei pazienti e <strong>so</strong>lo nelle forme <strong>di</strong>malattia <strong>di</strong> Alzheimer <strong>di</strong> gravità lieve-moderata anche se <strong>so</strong>no descritti casi<strong>di</strong> malattia in fase avanzata, rispondenti a tale trattamento farmacologico,che peggiorano drammaticamen<strong>te</strong> dopo la <strong>so</strong>spensione degli s<strong>te</strong>ssi.Gli inibitori delle colines<strong>te</strong>rasi si <strong>so</strong>no <strong>di</strong>mostrati efficaci sia sulla sferacognitiva, migliorando nei primi 6 mesi le <strong>per</strong>formance nei <strong>te</strong>st neuropsicologici,sia nel favorire in <strong>te</strong>mpi più lunghi (almeno 12-18 mesi)un rallentamento del peggioramento clinico e un miglior controllo <strong>di</strong>alcuni <strong>di</strong>sturbi comportamentali quali l’apatia e i sintomi psicotici.Parallelamen<strong>te</strong> è <strong>oggi</strong> <strong>di</strong>mostrato che gli AChE-I riducono lo stress eil carico assis<strong>te</strong>nziale del caregiver e ritardano la istituzionalizzazionenelle strutture residenziali.In Italia, a partire dal Decreto del Ministro della Sanità del 20 luglio2000 che istituiva la s<strong>per</strong>imentazione legata al Progetto Cronos poi<strong>so</strong>stituita dalla nota AIFA 85 che ne regolamenta l’utilizzo ad o<strong>per</strong>adelle Unità Valutative Alzheimer (una delle funzioni svolta dai Centri<strong>per</strong> le demenze [Centri <strong>per</strong> i <strong>di</strong>sturbi cognitivi dell’adulto] della nostraRegione) <strong>so</strong>no <strong>di</strong>sponibili 3 tipi <strong>di</strong> inibitori delle colines<strong>te</strong>rasi: donepezil,rivastigmina e galantamina.La loro efficacia è <strong>so</strong>stanzialmen<strong>te</strong> <strong>so</strong>vrapponibile nei vari stu<strong>di</strong>.La rivastigmina è l’unico <strong>di</strong> questi farmaci ad essere <strong>di</strong>sponibile anche<strong>so</strong>tto forma <strong>di</strong> cerotto transdermico, con la capacità cioè <strong>di</strong> rilasciaregradualmen<strong>te</strong> il principio attivo nel cor<strong>so</strong> delle 24 ore, <strong>per</strong>met<strong>te</strong>ndo cosìpiù facilmen<strong>te</strong> il raggiungimento della dose ottimale raccomandata.Dai farmaci chein<strong>te</strong>rvengono <strong>so</strong>losui sintomi a quelliin grado <strong>di</strong> frenarela malattia la cuiutilità è eviden<strong>te</strong><strong>per</strong>ò <strong>so</strong>lo nel30-40% dei casi53


54L’entità della risposta è comunque in<strong>di</strong>viduale, come pure la comparsa <strong>di</strong>effetti colla<strong>te</strong>rali: non tutti i pazienti rispondono positivamen<strong>te</strong> al trattamento,ma questi farmaci andrebbero sempre provati nei <strong>so</strong>ggetti in fase lievemoderata,se non vi <strong>so</strong>no controin<strong>di</strong>cazioni importanti, poiché non esistonoa tutt’<strong>oggi</strong> carat<strong>te</strong>ristiche cliniche che <strong>per</strong>mettano <strong>di</strong> prevedere con sicurezzaquale sarà il beneficio <strong>te</strong>rapeutico (mancanza cioè <strong>di</strong> cri<strong>te</strong>ri ben definitiche ci <strong>di</strong>cano quale pazien<strong>te</strong> risponderà positivamen<strong>te</strong> al trattamento).L’u<strong>so</strong> <strong>di</strong> questi farmaci non è totalmen<strong>te</strong> privo <strong>di</strong> rischi; gli effetti colla<strong>te</strong>ralipiù frequenti <strong>so</strong>no <strong>di</strong> natura gastro-in<strong>te</strong>stinale (nausea o vomito),car<strong>di</strong>ologica (rallentamento del ritmo car<strong>di</strong>aco, sincope) e neurologica(cefalea, crisi epilettiche). Pertanto è necessario che un me<strong>di</strong>cospecialista (geriatra, neurologo o psichiatra) segua il pazien<strong>te</strong> duran<strong>te</strong>il <strong>per</strong>iodo <strong>di</strong> <strong>te</strong>rapia, sia attraver<strong>so</strong> visi<strong>te</strong> ambulatoriali, sia monitorizzandol’attività car<strong>di</strong>aca attraver<strong>so</strong> elettrocar<strong>di</strong>ogrammi (ECG).Un altro farmaco utilizzato, introdotto più recen<strong>te</strong>men<strong>te</strong> rispetto agli inibitoridelle colines<strong>te</strong>rasi, è la memantina, antagonista del recettore delglutamato, che rallenta il naturale decor<strong>so</strong> della malattia; si è rivelatoefficace su i sintomi cognitivi e comportamentali nelle fasi moderata eavanzata <strong>di</strong> malattia.Agisce compensando gli effetti tossici derivanti dall’eccessiva eccitazionedelle cellule nervose causata dal glutammato, una <strong>so</strong>stanza importan<strong>te</strong><strong>per</strong> l’appren<strong>di</strong>mento e la memoria, il cui ecces<strong>so</strong> produce <strong>per</strong>ò unaquantità abnorme <strong>di</strong> calcio nelle cellule nervose, provocandone la mor<strong>te</strong>.Gli AChE-I e la memantina vengono <strong>di</strong>stribuiti gratuitamen<strong>te</strong> da par<strong>te</strong>del Servizio Sanitario Nazionale, previa valutazione del pazien<strong>te</strong> s<strong>te</strong>s<strong>so</strong>pres<strong>so</strong> centri specializzati <strong>di</strong>stribuiti su tutto il <strong>te</strong>rritorio nazionaleche corrispondono alle Unità Valutative Alzheimer (U.V.A.).Come già accennato, in Emilia-Romagna la funzione delle UVA è inseritanell’ambito delle attività e delle funzioni dei Centri <strong>per</strong> le demenze(Centri <strong>per</strong> i <strong>di</strong>sturbi cognitivi dell’adulto) istituiti con l’avvio del ProgettoRegionale Demenze (delibera <strong>di</strong> Giunta regionale 2581/1999).Per essere ammessi al <strong>per</strong>cor<strong>so</strong> <strong>di</strong>agnostico previsto dalla nota 85 AIFA(l’AIFA è l’Agenzia Italiana del Farmaco che o<strong>per</strong>a nella regolamentazionenell’u<strong>so</strong> dei farmaci rimborsati dal Servizio sanitario nazionale <strong>per</strong>conto del Minis<strong>te</strong>ro della Salu<strong>te</strong>) è necessario rivolgersi al proprio me<strong>di</strong>co<strong>di</strong> me<strong>di</strong>cina generale e accedere ai Centri <strong>per</strong> le demenze (Centri <strong>per</strong>i <strong>di</strong>sturbi cognitivi dell’adulto) in<strong>di</strong>viduati dalla Regione Emilia-Romagna.I Centri ammettono al trattamento i pazienti che rispondono ai cri<strong>te</strong>riin<strong>di</strong>viduati dalle <strong>di</strong>sposizioni minis<strong>te</strong>riali che in<strong>di</strong>cano anche i cri<strong>te</strong>ri <strong>di</strong>cessazione del trattamento.A tutt’<strong>oggi</strong> <strong>so</strong>no stati in<strong>di</strong>viduati e <strong>so</strong>no o<strong>per</strong>ativi sul <strong>te</strong>rritorio regionale53 Centri <strong>per</strong> le demenze (Centri <strong>per</strong> i <strong>di</strong>sturbi cognitivi dell’adulto) il cui


PARTE 1: L'INSORGERE DELLA MALATTIAelenco è riportato in allegato al presen<strong>te</strong> volume e consultabile sui siti webdella Regione (www.regione.emilia-romagna.it) e del Servizio sanitarioregionale (www.salu<strong>te</strong>r.it).Per ogni richiesta relativa ai farmaci è <strong>per</strong>tanto opportuno rivolgersi alproprio me<strong>di</strong>co <strong>di</strong> me<strong>di</strong>cina generale.I familiari pongono spes<strong>so</strong> alcune domande importanti riguardo all’u<strong>so</strong>dei farmaci <strong>per</strong> le demenze; in particolare chiedono quando è ilmomento <strong>di</strong> iniziare la <strong>so</strong>mministrazione e quando <strong>so</strong>spenderla. <strong>Non</strong> èsempre possibile dare una risposta; infatti non è ancora accertato se sianoutili nelle forme iniziali o molto lievi della demenza: <strong>so</strong>no in cor<strong>so</strong> unaserie <strong>di</strong> stu<strong>di</strong> scientifici a riguardo che non hanno dato rispos<strong>te</strong> univoche.Dal lato opposto, nelle forme molto avanza<strong>te</strong> questi farmaci continuanoad essere efficaci o è meglio <strong>so</strong>spenderli, <strong>per</strong>ché hanno <strong>per</strong><strong>so</strong> ogniutilità e si rischia <strong>di</strong> indurre <strong>so</strong>lo effetti indesiderati?La risposta a questo ultimo in<strong>te</strong>rrogativo è spes<strong>so</strong> empirica: il me<strong>di</strong>coa vol<strong>te</strong> prova a <strong>so</strong>spendere il farmaco, pronto <strong>per</strong>ò a riprenderlo <strong>di</strong>fron<strong>te</strong> ad un eviden<strong>te</strong> peggioramento delle con<strong>di</strong>zioni del pazien<strong>te</strong>.Il familiare sarà ovviamen<strong>te</strong> informato preventivamen<strong>te</strong> <strong>di</strong> questa decisione,anche <strong>per</strong>ché spes<strong>so</strong> è l’osservatore più a <strong>di</strong>retto contatto e più sensibile allevariazioni cliniche del proprio caro. A questo proposito si deve ricordare chetalvolta fra il giu<strong>di</strong>zio del me<strong>di</strong>co e quello <strong>di</strong> chi offre assis<strong>te</strong>nza vi puòessere una <strong>di</strong>fferenza importan<strong>te</strong>, essendo, nella maggior par<strong>te</strong> dei casi, ilgiu<strong>di</strong>zio del familiare maggiormen<strong>te</strong> favorevole all’effetto <strong>di</strong> un farmaco.Ciò può essere dovuto essenzialmen<strong>te</strong> al <strong>fatto</strong> che il familiare valorizzapiccoli segni che il me<strong>di</strong>co non riesce a rilevare con gli strumenti <strong>di</strong>osservazione dei quali <strong>di</strong>spone ma che invece <strong>so</strong>no <strong>di</strong> grande importanzanella vita <strong>di</strong> tutti i giorni.Accanto a donepezil, rivastigmina, galantamina e memantina, si <strong>di</strong>spone <strong>di</strong>dati <strong>di</strong> efficacia molto controversi relativamen<strong>te</strong> ad altre cure <strong>per</strong> le demenze.Nel cor<strong>so</strong> degli anni <strong>so</strong>no stati valutati vari farmaci (anti-ossidanti qualiVitamina E, Selegilina, GinKo Biloba oppure anti-infiammatori non s<strong>te</strong>roideio estrogeni), <strong>senza</strong> riuscire a <strong>di</strong>mostrarne una efficacia reale e mostrandoin alcuni casi effetti colla<strong>te</strong>rali significativi. Per ques<strong>te</strong> ragioni non pos<strong>so</strong>noessere considerati come trattamenti al<strong>te</strong>rnativi <strong>per</strong> le demenze.Grande rilievo qualche anno fa ha avuto la s<strong>per</strong>imentazione <strong>di</strong> un vaccinocontro i frammenti <strong>di</strong> amiloide; la s<strong>per</strong>imentazione fu in<strong>te</strong>rrotta <strong>per</strong>l’in<strong>so</strong>rgenza <strong>di</strong> gravi effetti colla<strong>te</strong>rali (meningoencefali<strong>te</strong>). Questa s<strong>per</strong>imentazioni,dopo le dovu<strong>te</strong> correzioni, è stata recen<strong>te</strong>men<strong>te</strong> ripresa masi pensa che passerà molto <strong>te</strong>mpo prima <strong>di</strong> avere risultati accettabili.A tutt’<strong>oggi</strong> (fine 2012) numerose <strong>so</strong>stanze <strong>so</strong>no in fase <strong>di</strong> s<strong>per</strong>imentazione:si stanno <strong>te</strong>stando varie molecole che agiscono con profili <strong>di</strong> azione<strong>di</strong>versi: sul sis<strong>te</strong>ma immunitario, sui meccanismi <strong>di</strong> neuropro<strong>te</strong>zione, sui55


meccanismi <strong>di</strong> formazione ed eliminazione della <strong>so</strong>stanza amiloide. Sidovrà comunque at<strong>te</strong>ndere molto <strong>te</strong>mpo prima <strong>di</strong> avere in<strong>di</strong>cazioni definitivesulla loro efficacia e sulla loro tollerabilità da par<strong>te</strong> dei pazienti.Nell’ambito della <strong>te</strong>rapia farmacologica delle demenze non si può tralasciarequalche commento sui farmaci <strong>per</strong> i sintomi non cognitivi.Si ricorda che la quasi totalità delle <strong>per</strong><strong>so</strong>ne con demenza, nel cor<strong>so</strong> dellamalattia, manifesta <strong>di</strong>sturbi comportamentali (o sintomi non cognitivi):deliri e allucinazioni, sintomi depressivi, ansia, agitazione, irritabilità,confusione, vagabondaggio, sintomi neurovegetativi (al<strong>te</strong>razioni del <strong>so</strong>nnoe dell’appetito). Questi incidono pesan<strong>te</strong>men<strong>te</strong> sulla qualità della vita deifamiliari; devono quin<strong>di</strong> essere valutati accuratamen<strong>te</strong> e, se possibile,STRATEGIE AMBIENTALI PER RIDURRE I DISTURBICOMPORTAMENTALI NELLE PERSONE CON DEMENZAPsicosi• Ignorare le false accuse• Correggere eventuali <strong>di</strong>fetti sen<strong>so</strong>riali• Man<strong>te</strong>nere una regolare attività fisica e programmi <strong>di</strong><strong>so</strong>cializzazione• Distrarre il pazien<strong>te</strong> dall’idea dominan<strong>te</strong> spostando la suaat<strong>te</strong>nzione su altri oggetti, attività o luoghi• Man<strong>te</strong>nere l’ambien<strong>te</strong> stabile, posizionando gli oggetti in postiabituali• Creare un ambien<strong>te</strong> tranquillo, rassicuran<strong>te</strong>• Confortare e riassicurare il pazien<strong>te</strong> con il tono della voce e con ilcontatto fisico• Rimuovere gli stimoli fasti<strong>di</strong>osi <strong>per</strong> il pazien<strong>te</strong>• Fornire supporti <strong>di</strong> tipo affettivo ed emotivo• Utilizzare rinforzi positivi <strong>per</strong> aumentare l’autostima• Evitare situazioni stressanti• Stimolare attività fisica, hobby e occupazioni• Assicurare un ambien<strong>te</strong> tranquillo• Evitare i riposi <strong>di</strong>urni• Evitare l’assunzione serale <strong>di</strong> composti stimolanti(caffè, the, tabacco)Gli psicofarmaci?Solo <strong>so</strong>ttostrettissimocontrollo me<strong>di</strong>cocontrollati. Accanto alle misure <strong>di</strong> tipo ambientale (ve<strong>di</strong> tabella), puòessere necessario ricorrere all’u<strong>so</strong> <strong>di</strong> psicofarmaci.Gli psicofarmaci più utilizzati <strong>per</strong> il trattamento dei <strong>di</strong>sturbi comportamentalinella demenza appar<strong>te</strong>ngono alle seguenti ca<strong>te</strong>gorie: antidepressivi,ansiolitici, neurolettici/antipsicotici e ipnoinducenti (<strong>so</strong>nniferi).È importan<strong>te</strong> <strong>so</strong>ttolineare che l’u<strong>so</strong> <strong>di</strong> questi farmaci richiede una strettaosservazione da par<strong>te</strong> del me<strong>di</strong>co, a causa della frequenza e severità degli56


PARTE 1: L'INSORGERE DELLA MALATTIAeffetti colla<strong>te</strong>rali, <strong>so</strong>prattutto alle dosi più eleva<strong>te</strong> e <strong>per</strong> i trattamenti piùprolungati. Pos<strong>so</strong>no infatti indurre eccessiva sedazione, <strong>di</strong>sturbi delcammino con instabilità e <strong>di</strong>fficoltà a man<strong>te</strong>nere l’equilibrio, rallentamentodella marcia <strong>di</strong> tipo parkin<strong>so</strong>niano, cadu<strong>te</strong>, aritmie, ipo<strong>te</strong>nsione,ischemie cerebrali, comparsa <strong>di</strong> <strong>di</strong>abe<strong>te</strong>.La Regione Emilia-Romagna ha prodotto il dvd “Una giornata particolare”con il quale, attraver<strong>so</strong> semplici esempi pratici della vita quoti<strong>di</strong>ana,è possibile apprendere alcune stra<strong>te</strong>gie <strong>per</strong> affrontare i <strong>di</strong>sturbi del comportamento(consultabile su www.salu<strong>te</strong>r.it).5.4 Le mo<strong>di</strong>ficazioni dell’ambien<strong>te</strong>L’adozione <strong>di</strong> in<strong>te</strong>rventi ambientali assume valenza <strong>te</strong>rapeutica fondamentalein con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> malattia, quali le demenze, carat<strong>te</strong>rizza<strong>te</strong> da <strong>di</strong>sabilitàe han<strong>di</strong>cap progressivamen<strong>te</strong> crescenti. In ogni “fase” della malattial’ambien<strong>te</strong> può compensare o, al contrario, accentuare le conseguenze deldeficit cognitivo e <strong>per</strong>tanto con<strong>di</strong>zionare sia lo stato funzionale sia il comportamentodel pazien<strong>te</strong>. Lo spazio e l’ambien<strong>te</strong> vitale pos<strong>so</strong>no rappresentare<strong>per</strong>ciò, <strong>per</strong> la <strong>per</strong><strong>so</strong>na affetta da demenza, da un lato una ri<strong>so</strong>rsa<strong>te</strong>rapeutica, purtroppo spes<strong>so</strong> <strong>so</strong>tto utilizzata, dall’altra il motivo sca<strong>te</strong>nan<strong>te</strong><strong>di</strong> al<strong>te</strong>razioni comportamentali apparen<strong>te</strong>men<strong>te</strong> ingiustifica<strong>te</strong>. Le scel<strong>te</strong>degli in<strong>te</strong>rventi ambientali <strong>so</strong>no con<strong>di</strong>ziona<strong>te</strong> dalle carat<strong>te</strong>ristiche delpazien<strong>te</strong> e, principalmen<strong>te</strong>, dalla gravità della compromissione cognitivae dalla natura dei <strong>di</strong>sturbi comportamentali. Nella tabella che segue <strong>so</strong>noriporta<strong>te</strong> le in<strong>di</strong>cazioni generali <strong>per</strong> l’adattamento dell’ambien<strong>te</strong>.Gli psicofarmacidevono essereusati con cau<strong>te</strong>la e<strong>so</strong>lo in casistrettamen<strong>te</strong>necessari (quandogli approcci nonfarmacologici<strong>so</strong>no inefficaci e/onon realizzabili)<strong>per</strong>chè pos<strong>so</strong>nocausare effetticolla<strong>te</strong>rali anchegraviSemplificarel’ambien<strong>te</strong>,renderlo sicuro elumino<strong>so</strong> <strong>per</strong>compensare ideficit cognitiviINDICAZIONI PER L’ADATTAMENTO DELL’AMBIENTEAI PROBLEMI DELLA PERSONA CON DEMENZA• Eliminare le fonti <strong>di</strong> <strong>per</strong>icolo• Semplificare al massimo l’ambien<strong>te</strong> e la <strong>di</strong>sposizione degli oggetti(inclusa la tavola in cui si mangia)• Evitare o ridurre al minimo i cambiamenti (cambiare <strong>di</strong>sposizione aimobili oppure ai quadri può comportare problemi; lo spostamentodel letto, ad esempio, può favorire la comparsa <strong>di</strong> incontinenzapoiché il pazien<strong>te</strong> non riesce a trovare la via <strong>per</strong> il bagno)• Fornire in<strong>di</strong>cazioni segnaletiche <strong>per</strong> orientarsi nelle varie stanze• Fare in modo che le stanze siano ben illumina<strong>te</strong> ed evitare lapre<strong>senza</strong> <strong>di</strong> rumori o suoni <strong>di</strong>sturbantiPer in<strong>di</strong>cazioni più dettaglia<strong>te</strong> si rimanda al capitolo “Come mo<strong>di</strong>ficaree adattare l’ambien<strong>te</strong> <strong>di</strong> vita”.57


5.5 Il ruolo della famigliaPer la famiglia èin<strong>di</strong>spensabilecapire bene isintomi checarat<strong>te</strong>rizzano ildecor<strong>so</strong> dellamalattia e sa<strong>per</strong>esempre <strong>cosa</strong> fareDal me<strong>di</strong>co, re<strong>te</strong>dei servizi eas<strong>so</strong>ciazioni deifamiliari un aiutoimprescin<strong>di</strong>bile<strong>per</strong> affrontare lamalattiaNelle famiglie delle <strong>per</strong><strong>so</strong>ne con demenza, si assis<strong>te</strong> ad un proces<strong>so</strong>comples<strong>so</strong> <strong>di</strong> adattamento de<strong>te</strong>rminato dal significativo cambiamentonella struttura e nelle relazioni in<strong>te</strong>rne ed es<strong>te</strong>rne de<strong>te</strong>rmina<strong>te</strong> dauna malattia che <strong>so</strong>ttrae progressivamen<strong>te</strong> un membro alle sue funzionie al suo ruolo e richiede la <strong>di</strong>sponibilità <strong>di</strong> un membro ad forniredelle cure.Il proces<strong>so</strong> <strong>di</strong> cambiamento spes<strong>so</strong> de<strong>te</strong>rmina una crisi, in<strong>te</strong>sa comenecessità <strong>di</strong> riorganizzare una nuova vita <strong>per</strong> affrontare il nuovo compito.Questa riorganizzazione e il suo esito <strong>di</strong>penderanno da molti<strong>fatto</strong>ri, alcuni relativi alla <strong>per</strong><strong>so</strong>na malata e alle modalità <strong>di</strong> espressionedella malattia, all’impatto della malattia sulla situazione familiare e<strong>per</strong><strong>so</strong>nale del familiare che cura, altri dalla <strong>di</strong>sponibilità <strong>di</strong> ri<strong>so</strong>rse<strong>so</strong>ggettive, strumentali, relazionali e con<strong>te</strong>stuali che pos<strong>so</strong>no svolgereun importan<strong>te</strong> ruolo <strong>di</strong> moderazione <strong>di</strong> tale impatto.L’esito della crisi, connessa con l’evento malattia, <strong>di</strong>penderà quin<strong>di</strong> dallemisure che vengono rese <strong>di</strong>sponibili e utilizza<strong>te</strong> da par<strong>te</strong> della famiglia.Il primo strumento utile <strong>per</strong> fare fron<strong>te</strong> agli eventi stressanti, in questoca<strong>so</strong> l’e<strong>so</strong>r<strong>di</strong>o della malattia, è quello <strong>di</strong> ricevere informazioni adegua<strong>te</strong>e avere la possibilità <strong>di</strong> confronto e <strong>di</strong> fare domande in merito allamalattia; la conoscenza è utile in quanto facilita la comprensione delproblema, aiuta quin<strong>di</strong> l’elaborazione e la messa in atto <strong>di</strong> comportamentie azioni utili ad affrontare in maniera adeguata la situazione. Lefonti delle informazioni pos<strong>so</strong>no essere <strong>di</strong>verse e vanno dal me<strong>di</strong>co <strong>di</strong>me<strong>di</strong>cina generale, ai professionisti dei Centri <strong>di</strong> riferimento, ai servizilocali <strong>di</strong> assis<strong>te</strong>nza <strong>so</strong>ciale fino alle as<strong>so</strong>ciazioni dei familiari. Laraccomandazione in questo ca<strong>so</strong> è quella <strong>di</strong> affidarsi agli es<strong>per</strong>ti <strong>di</strong>riferimento che pos<strong>so</strong>no seguire l’evoluzione della situazione e quin<strong>di</strong>offrire una continuità. In questo ambito è importan<strong>te</strong> la relazione chesi instaura con colui che fornisce le informazioni e la continuità delcontatto e quin<strong>di</strong> la fiducia reciproca. Vanno <strong>per</strong>ciò evita<strong>te</strong> le situazionioccasionali e gli approcci spora<strong>di</strong>ci oppure i pellegrinaggi alla ricerca<strong>di</strong> rispos<strong>te</strong> improbabili.Con il progre<strong>di</strong>re della malattia si rende necessario ricevere conoscenzenon <strong>so</strong>lo inerenti alla patologia ma anche alle modalità adegua<strong>te</strong> <strong>per</strong>affrontare alcuni <strong>di</strong>sturbi del comportamento della <strong>per</strong><strong>so</strong>na malata checompromettono la qualità <strong>di</strong> vita <strong>di</strong> tutta la famiglia e <strong>so</strong>no una dellefonti maggiori <strong>di</strong> <strong>di</strong>sagio e <strong>di</strong> <strong>so</strong>fferenza.Molti dati della let<strong>te</strong>ratura evidenziano che i problemi comportamentalipos<strong>so</strong>no essere ridotti <strong>di</strong> in<strong>te</strong>nsità e <strong>di</strong> frequenza se opportunamen-58


PARTE 1: L'INSORGERE DELLA MALATTIA<strong>te</strong> gestiti. Per cui quelli che vengono classificati come <strong>di</strong>sturbi pos<strong>so</strong>noessere anche visti come l’esito delle <strong>di</strong>fficoltà cognitive della <strong>per</strong><strong>so</strong>namalata che riducono le sue capacità <strong>di</strong> comprensione, <strong>di</strong> localizzazione,<strong>di</strong> comunicazione de<strong>te</strong>rminando situazioni <strong>di</strong> frustrazione e <strong>di</strong> <strong>di</strong>sagioche vengono manifestati attraver<strong>so</strong> questi <strong>di</strong>sturbi. La giusta conoscenzae comprensione <strong>di</strong> ciò <strong>per</strong>met<strong>te</strong> la messa in atto <strong>di</strong> una serie <strong>di</strong>adattamenti <strong>so</strong>ggettivi, <strong>di</strong> attività quoti<strong>di</strong>ane e <strong>di</strong> ambien<strong>te</strong> in modo daridurre il <strong>di</strong>sagio e le <strong>di</strong>fficoltà e promuovere la possibilità <strong>per</strong> le <strong>per</strong><strong>so</strong>nemala<strong>te</strong> <strong>di</strong> continuare ad esercitare le abilità residue e con<strong>te</strong>nere ilsen<strong>so</strong> <strong>di</strong> <strong>di</strong><strong>so</strong>rientamento, <strong>di</strong> paura e <strong>di</strong> confusione correla<strong>te</strong> con le<strong>di</strong>fficoltà che esse affrontano.Oltre alle <strong>di</strong>fficoltà e alle problematiche pos<strong>te</strong> dalla <strong>per</strong><strong>so</strong>na con demenzasin dall’e<strong>so</strong>r<strong>di</strong>o della malattia, il familiare deve fare i conti con il suovissuto <strong>so</strong>ggettivo in <strong>te</strong>rmini <strong>di</strong> ansia, <strong>di</strong> tris<strong>te</strong>zza, <strong>di</strong> sentimenti <strong>di</strong> inadegua<strong>te</strong>zza,<strong>di</strong> sensazioni <strong>di</strong> fatica e <strong>di</strong> <strong>di</strong>fficoltà connesse sia alle incombenzedella cura sia alle conseguenze emotive <strong>per</strong><strong>so</strong>nali de<strong>te</strong>rmina<strong>te</strong> dalla<strong>so</strong>fferenza <strong>per</strong> sé e <strong>per</strong> l’altro in conseguenza della malattia <strong>di</strong> una <strong>per</strong><strong>so</strong>nacon la quale vi <strong>so</strong>no vincoli affettivi. Per i familiari l’e<strong>so</strong>r<strong>di</strong>o dellamalattia e la sua progressione <strong>so</strong>no fon<strong>te</strong> <strong>di</strong> <strong>so</strong>fferenza <strong>per</strong> le conseguenzesulla <strong>per</strong><strong>so</strong>na malata e <strong>per</strong> la <strong>per</strong><strong>di</strong>ta che essi vivono in quanto lamalattia ha come conseguenza una <strong>per</strong><strong>di</strong>ta dell’altro in <strong>te</strong>rmini <strong>di</strong> <strong>di</strong>sponibilitàe <strong>di</strong> relazione. La malattia de<strong>te</strong>rmina in effetti la progressiva“as<strong>senza</strong>” <strong>di</strong> una <strong>per</strong><strong>so</strong>na con la quale con<strong>di</strong>videre storie, momenti eattività, e ciò assume particolare rilevanza nel ca<strong>so</strong> <strong>di</strong> una coppia.Da quanto descritto emerge l’importanza <strong>di</strong> essere consapevoli chemolto si può fare <strong>per</strong> promuovere il benessere e con<strong>te</strong>nere il <strong>di</strong>sagiodelle <strong>per</strong><strong>so</strong>ne con demenza e dei loro familiari.Occorrono con<strong>te</strong>sti e in<strong>te</strong>rventi mirati a fornire supporti nelle <strong>di</strong>versefasi della malattia sia alle <strong>per</strong><strong>so</strong>ne mala<strong>te</strong> che ai loro familiari.5.6 La re<strong>te</strong> dei servizie il “Progetto demenze” dellaRegione Emilia-RomagnaDa oltre 10 anni in Emilia-Romagna è attivo il “Progetto regionaledemenze” approvato con deliberazione della Giunta n. 2581 del30/12/1999. Il progetto prevede il coinvolgimento e la par<strong>te</strong>cipazionedelle Aziende sanitarie, dei Comuni, degli Enti gestori <strong>di</strong> servizi <strong>per</strong>anziani, della Coo<strong>per</strong>azione e del privato <strong>so</strong>ciale e delle As<strong>so</strong>ciazionidei familiari.59


Il Progettoregionale <strong>per</strong>l’assis<strong>te</strong>nza aglianziani condemenza e lorofamiliariI Centri <strong>per</strong> ledemenze (Centri<strong>per</strong> i <strong>di</strong>sturbicognitividell’adulto)consentono unavalutazionespecialisticaappropriata <strong>per</strong> le<strong>per</strong><strong>so</strong>ne con segni<strong>di</strong> deca<strong>di</strong>mentocognitivoGLI OBIETTIVI SONO:1. Garantire una <strong>di</strong>agnosi adeguata e <strong>te</strong>mpestiva riducendo il <strong>te</strong>mpotra in<strong>so</strong>rgenza dei primi sintomi e la <strong>di</strong>agnosi <strong>di</strong> demenza, orientataad una at<strong>te</strong>nta quantificazione del bi<strong>so</strong>gno assis<strong>te</strong>nziale complessivoduran<strong>te</strong> l’in<strong>te</strong>ro <strong>per</strong>cor<strong>so</strong> <strong>di</strong> cura;2. Migliorare la qualità delle cure e della vita degli anziani con demenzae dei loro familiari e favorire il man<strong>te</strong>nimento al domicilio il piùa lungo possibile;3. Adeguare, espandere e specializzare la re<strong>te</strong> dei servizi <strong>so</strong>cio-sanitarinella “presa in carico” e “cura” delle <strong>per</strong><strong>so</strong>ne con demenza;4. Qualificare i processi assis<strong>te</strong>nziali in<strong>te</strong>rni agli ospedali nei repartimaggiormen<strong>te</strong> in<strong>te</strong>ressati da ricoveri <strong>di</strong> <strong>so</strong>ggetti affetti da sindromidemenziali.NEL CORSO DEGLI ANNI SONO STATE PROGRESSIVAMENTE REALIZZATEMOLTE DELLE AZIONI PREVISTE DAL PROGETTO REGIONALE:• attività <strong>di</strong> aggiornamento e formazione <strong>per</strong> i me<strong>di</strong>ci <strong>di</strong> me<strong>di</strong>cinagenerale finalizzata alla in<strong>di</strong>viduazione del <strong>so</strong>spetto <strong>di</strong>agnostico ealla gestione della <strong>per</strong><strong>so</strong>na con demenza;• attivazione in ogni Azienda Usl almeno <strong>di</strong> un Centro <strong>per</strong> le demenze(Centro <strong>per</strong> i <strong>di</strong>sturbi cognitivi dell’adulto), un momento qualificato<strong>di</strong> approfon<strong>di</strong>mento <strong>di</strong>agnostico e <strong>di</strong> consulenza/formazione/orientamento dei servizi della re<strong>te</strong> sul <strong>te</strong>ma delle demenze.• <strong>di</strong>ffusione <strong>di</strong> linee <strong>di</strong> in<strong>di</strong>rizzo <strong>di</strong>agnostiche e <strong>te</strong>rapeutiche comuni<strong>per</strong> tutti gli o<strong>per</strong>atori della regione;• attività <strong>di</strong> formazione e aggiornamento dei familiari e <strong>so</strong>s<strong>te</strong>gnodei gruppi <strong>di</strong> auto-aiuto in collaborazione con le As<strong>so</strong>ciazioni deifamiliari;• attivazione su base <strong>di</strong>strettuale a cura dei Comuni, in collaborazionecon le Aziende Usl e le As<strong>so</strong>ciazioni dei familiari, <strong>di</strong> momenti <strong>di</strong>consulenza su problematiche assis<strong>te</strong>nziali, legali, previdenziali epsicologiche;• avvio del proces<strong>so</strong> <strong>di</strong> adeguamento e <strong>di</strong> miglioramento dell’assis<strong>te</strong>nzaai malati in ogni servizio della re<strong>te</strong> <strong>di</strong>sponibile <strong>per</strong> i <strong>so</strong>ggetticolpiti da demenza: assis<strong>te</strong>nza domiciliare, assegno <strong>di</strong> cura (ve<strong>di</strong>capitolo 4 paragrafo 2.3.3) centro <strong>di</strong>urno, strutture residenziali (caseresidenza <strong>per</strong> anziani non autosufficienti, ex RSA /case pro<strong>te</strong>t<strong>te</strong>)];• avvio <strong>di</strong> un programma straor<strong>di</strong>nario <strong>di</strong> formazione e aggiornamentodegli o<strong>per</strong>atori che o<strong>per</strong>ano nei servizi <strong>so</strong>cio-sanitari sul<strong>te</strong>ma delle demenze.60


PARTE 1: L'INSORGERE DELLA MALATTIAQuesto manuale si inserisce all’in<strong>te</strong>rno del progetto regionale qualestrumento concreto <strong>di</strong> aiuto <strong>per</strong> i familiari, insieme ad altri strumenti<strong>di</strong> <strong>so</strong>s<strong>te</strong>gno.Il Servizio Assis<strong>te</strong>nza Anziani, inserito nell’ambito del Distretto dell’AziendaUsl o del Comune, rappresenta il punto <strong>di</strong> riferimento del sis<strong>te</strong>main<strong>te</strong>grato e articola il proprio in<strong>te</strong>rvento attraver<strong>so</strong> l’Unità <strong>di</strong> valutazionemulti<strong>di</strong>mensionale (UVM), composta da un me<strong>di</strong>co geriatra, un infermieree un assis<strong>te</strong>n<strong>te</strong> <strong>so</strong>ciale. L’UVM è chiamata a valutare globalmen<strong>te</strong> ibi<strong>so</strong>gni dell’anziano e del nucleo familiare e a proporre un piano in<strong>di</strong>viduale<strong>di</strong> in<strong>te</strong>rvento. Sulla base della valutazione dell’UVM, in ca<strong>so</strong> <strong>di</strong> bi<strong>so</strong>gno<strong>so</strong>cio-sanitario, è <strong>di</strong>sposto l’acces<strong>so</strong> alla re<strong>te</strong> dei servizi in<strong>te</strong>grati (assegno<strong>di</strong> cura, centro <strong>di</strong>urno, strutture residenziali) previsti dal Fondo regionale<strong>per</strong> la non autosufficienza (delibera <strong>di</strong> Giunta regionale 1206/2007).Questa delibera, tra l’altro, ha previsto la pre<strong>di</strong>sposizione delProgramma in<strong>di</strong>vidualizzato <strong>di</strong> vita e <strong>di</strong> cura con unico responsabiledel ca<strong>so</strong> <strong>per</strong> seguire l’anziano e la sua famiglia nel <strong>per</strong>cor<strong>so</strong> assis<strong>te</strong>nziale,assicurando un punto <strong>di</strong> riferimento costan<strong>te</strong>.L’Unità <strong>di</strong>valutazionemulti<strong>di</strong>mensionaleporta d’acces<strong>so</strong>alla re<strong>te</strong> dei servizidella RegioneEmilia-RomagnaPer chiedere informazioni e accedere ai servizi previstidalla Regione Emilia-Romagna ci si può rivolgere:• al proprio me<strong>di</strong>co <strong>di</strong> me<strong>di</strong>cina generale;• all’assis<strong>te</strong>n<strong>te</strong> <strong>so</strong>ciale del Comune (o del quartiere) <strong>di</strong> residenzache o<strong>per</strong>a in contatto con il Servizio Assis<strong>te</strong>nza Anziani;• al Servizio Assis<strong>te</strong>nza Anziani del proprio Distretto o quartiere;• alle As<strong>so</strong>ciazioni dei familiari (ve<strong>di</strong> paragrafo de<strong>di</strong>cato)• al numero verde gratutito del servizio sanitario regionale800.033.033, tutti i giorni feriali dalle ore 8.30 alle ore 17.30• si può consultare la guida ai servizi http://guidaservizi.salu<strong>te</strong>r.it (scrivendo nel campo cerca “demenza”)• si può consultare il portale del Servizio sanitario regionale www.salu<strong>te</strong>r.it (home servizi ai citta<strong>di</strong>ni, servizi <strong>per</strong> Alzheimer edemenze) e il portale <strong>so</strong>ciale della Regione Emilia-Romagnahttp://<strong>so</strong>ciale.regione.emiliaromagna.it/anziani dove si pos<strong>so</strong>notrovare in<strong>di</strong>rizzi delle coo<strong>per</strong>ative <strong>so</strong>ciali e delle as<strong>so</strong>ciazioni<strong>di</strong> volontariato impegna<strong>te</strong> in questa area <strong>di</strong> assis<strong>te</strong>nza.L’acces<strong>so</strong> ai servizi <strong>so</strong>cio-sanitari <strong>per</strong> anziani è me<strong>di</strong>ato <strong>di</strong> normadall’assis<strong>te</strong>n<strong>te</strong> <strong>so</strong>ciale del Comune, cui è necessario rivolgersi <strong>per</strong> lavalutazione della situazione.61


5.7 Il ruolo delle as<strong>so</strong>ciazioni dei familiariIn Emilia-Romagna<strong>di</strong>verseas<strong>so</strong>ciazioni tra ifamiliari <strong>per</strong>contare <strong>di</strong> più eaiutarsireciprocamen<strong>te</strong>Le as<strong>so</strong>ciazioni dei familiari dei malati <strong>di</strong> demenza si stanno <strong>di</strong>ffondendosempre <strong>di</strong> più anche nel nostro Paese e svolgono un ruolo fondamentale<strong>per</strong> il progres<strong>so</strong> delle conoscenze e dei servizi.Le As<strong>so</strong>ciazioni si propongono in generale <strong>di</strong>:a) porre in atto in<strong>te</strong>rventi finalizzati al <strong>so</strong>s<strong>te</strong>gno delle <strong>per</strong><strong>so</strong>ne affet<strong>te</strong> da malattia<strong>di</strong> Alzheimer e da altre forme <strong>di</strong> demenza, nonché dei loro familiari;b) assis<strong>te</strong>re e <strong>so</strong>s<strong>te</strong>nere i familiari e i malati <strong>di</strong> Alzheimer proponendosicome punto <strong>di</strong> collegamento e coor<strong>di</strong>namento anche nei rapporticon i presi<strong>di</strong> sanitari e gli enti pubblici;c) <strong>di</strong>vulgare la conoscenza della malattia <strong>di</strong> Alzheimer e delle altreforme <strong>di</strong> demenza, della loro rilevanza <strong>so</strong>ciale e <strong>di</strong> tutti i problemiinerenti la malattia, i malati e i loro familiari;d) stimolare o contribuire alla nascita <strong>di</strong> centri <strong>di</strong> assis<strong>te</strong>nza e promuoverela formazione <strong>di</strong> <strong>per</strong><strong>so</strong>nale specializzato;e) contribuire al miglioramento dell’assis<strong>te</strong>nza sanitaria e <strong>so</strong>ciale e dellalegislazione <strong>per</strong> assicurare i <strong>di</strong>ritti del malato e dei suoi familiari;f) favorire il ruolo informativo dei malati e delle famiglie <strong>per</strong> l’acquisizione<strong>di</strong> dati statistici <strong>di</strong> rilevanza me<strong>di</strong>ca e contribuire a po<strong>te</strong>nziare, anche incoor<strong>di</strong>namento con altre organizzazioni italiane e straniere che <strong>per</strong>seguonoanaloghe finalità, la ricerca sui vari aspetti della malattia <strong>di</strong> Alzheimer.In Italia <strong>so</strong>no attive tre as<strong>so</strong>ciazioni <strong>di</strong> livello nazionale:• A.I.M.A. - As<strong>so</strong>ciazione Italiana Malattia <strong>di</strong> AlzheimerVia Varazze 6 - Milano - Tel. 02 89406254 - Fax 02 89404192http://www.alzheimer-aima.it - segre<strong>te</strong>rianazionale@alzheimer-aima.itLinea Verde gratuita in tutta Italia inclu<strong>so</strong> cellulari 800.679.679attiva in orario continuato 9.30/17.30 da lunedì a venerdì• ALZHEIMER ITALIAFederazione delle As<strong>so</strong>ciazioni Alzheimer d’ItaliaVia Marino 7 - Milano - Tel. 02 809767 - Fax 02 875781www.alzheimer.it - email: alzit@tin.itLinea <strong>di</strong> pronto ascolto: 02 809767• ALZHEIMER Uniti ONLUSVia Poerio 100 - Roma - Tel. e Fax 06 58899345www.alzheimeruniti.it - info@alzheimeruniti.itNel <strong>te</strong>rritorio della Regione Emilia-Romagna <strong>so</strong>no attive mol<strong>te</strong> As<strong>so</strong>ciazioni,e un gruppo <strong>di</strong> ques<strong>te</strong> ha dato vita ad un’as<strong>so</strong>ciazione <strong>di</strong> livello regionale:• ASSOCIAZIONE AlzheimER EMILIA-ROMAGNAwww.alzheimeremiliaromagna.org - alzheimer.er@libero.it62


PARTE 1: L'INSORGERE DELLA MALATTIADi seguito l’elenco delle singole as<strong>so</strong>ciazioni presenti in Emilia-Romagna<strong>di</strong> cui si forniscono, oltre ai recapiti, i giorni e gli orari in cui è possibilecontattarle <strong>per</strong> avere informazioni o assis<strong>te</strong>nza:• ASSOCIAZIONE ALZHEIMER PIACENZAVia Mazzini 15 - 29100 Piacenza - Tel. 0523 384420, linea <strong>te</strong>lefonicacon o<strong>per</strong>atore dal lunedì al venerdì dalle 9.30 alle 12. Tel. 0523327212 dal lunedì al venerdì dalle 15 alle 17email:alzheimerpc@libero.it• ASSOCIAZIONE ITALIANA MALATTIA DI ALZHEIMER(AIMA) SEZIONE DI BOLOGNAc/o Ospedale Bellaria, Via Altura 3, Bologna - Tel. 345 3920177Linea <strong>te</strong>lefonica con o<strong>per</strong>atore il lunedì e il venerdì dalle 9 alle 12;nei rimanenti giorni con segre<strong>te</strong>ria <strong>te</strong>lefonicahttp://www.alzheimer-aimabologna.it• ASSOCIAZIONE ITALIANA MALATTIA DI ALZHEIMER(AIMA) SEZIONE DI PARMAc/o Centro Servizi Anziani Sidoli, Via del Campo 12 - 43100Parma Linea <strong>te</strong>lefonica con o<strong>per</strong>atore mar<strong>te</strong>dì dalle 9 alle 12e giovedì dalle 14 alle 16. Tel. 0521 483848www.aimaparma.it <strong>per</strong> scrivere email andare nel sito alla voce “contattaci”• GRUPPO SOSTEGNO ALZHEIMER FIDENZA,Via Es<strong>per</strong>anto 13, 43036 Fidenza (PR) - Tel. 331 1246839. A<strong>per</strong>turamercoledì dalle 16 alle 18, e ogni 3° sabato del mese, dalle 15 alle17. Sezione <strong>di</strong> Sissa, via della Costituzione, <strong>te</strong>l. 345/9024882. A<strong>per</strong>turamar<strong>te</strong>dì e giovedì dalle 16 alle 18Email gsafidenza@libero.it• ASSOCIAZIONE ITALIANA MALATTIA DI ALZHEIMER(AIMA) SEZIONE DI REGGIO EMILIAc/o Azienda Usl Pad. Bertolani, 2° Piano, Stanza 2.15, Via Amendola, 2 -42122 Reggio Emilia (RE) - Tel. 0522 335033 - Fax: 0522 335550, linea cono<strong>per</strong>atore il mar<strong>te</strong>dì dalle 9.30 alle 12.30, il mercoledì, giovedì e venerdìdalle 15.30 alle 18.30, con segre<strong>te</strong>ria <strong>te</strong>lefonica nei rimanenti giorni.Email: aima.re@libero.it• ASSOCIAZIONE PROF. G.P. VECCHI“pro senectu<strong>te</strong> et dementia” <strong>di</strong> Modena, Sede Via Paul Harris 165- 41100 Modena - Tel. 059 283918 - Cell. 335 5323021Centro <strong>di</strong> ascolto dalle ore 8.00 alle ore 19.00 dal lunedì al venerdìwww.gpvecchi.org - email: centro.ascolto@comune.modena.it• ASSOCIAZIONE SOSTEGNO DEMENZE - SASSUOLOPiazza San Paolo 4 - Sassuolo (MO) - Tel. 0536 812984centro d’ascolto dal lunedì al sabato dalle 9 alle 12,30email: info@asssde.com - www.asssde.com63


64• ASDAM ASSOCIAZIONE SOSTEGNO DEMENZAALZHEIMER MIRANDOLAVia Cas<strong>te</strong>lfidardo, 40 - Mirandola (MO) - Tel. 0535 611588, linea <strong>te</strong>lefonicacon o<strong>per</strong>atore il mar<strong>te</strong>dì dalle 15 alle 17, sabato dalle 9 alle 11Email: asdam@libero.it• GRUPPO ASSISTENZA FAMILIARI ALZHEIMER - CARPIVia Ca<strong>te</strong>llani 9 - Carpi (MO) - Tel. 349 5928432, linea <strong>te</strong>lefonica cono<strong>per</strong>atore e <strong>per</strong><strong>so</strong>nale in sede il mar<strong>te</strong>dì dalle 16.00 alle 18.00 consegre<strong>te</strong>ria <strong>te</strong>lefonica nei rimanenti giorniwww.gafal.it - email: info@gafal.it• ASSOCIAZIONE “PER NON SENTIRSI SOLI” - VIGNOLAAs<strong>so</strong>ciazione <strong>di</strong> familiari <strong>di</strong> malati <strong>di</strong> AlzheimerVia Bon<strong>te</strong>mpelli, 375 - 41058 Vignola (MO) - Tel. 059 766727www.<strong>per</strong>nonsentirsi<strong>so</strong>li.org - email: <strong>per</strong>nonsentirsi<strong>so</strong>li@email.it• ASSOCIAZIONE DI RICERCA E ASSISTENZA ALLEDEMENZE (ARAD) - BOLOGNAc/o Istituto Giovanni XXIII Viale Roma 21 - 40100 Bologna - Tel. 051465050 - Fax 051 463000, linea <strong>te</strong>lefonica con o<strong>per</strong>atore e <strong>per</strong><strong>so</strong>nale insede dal lunedì al venerdì dalle 9 alle 12 con segre<strong>te</strong>ria <strong>te</strong>lefonica neirimanenti giorni. Possibilità <strong>di</strong> <strong>per</strong><strong>so</strong>nale in sede previo appuntamentowww.aradbo.org - email: aradbo@in<strong>te</strong>rfree.it• AMA AMARCORD ASSOCIAZIONE S. PIETRO IN CASALE (BO)Piazza Calori 7 - 40018 San Pietro in Casale (Bo) - Cell. 333 2225965Email: ama.amarcord@libero.it• AMA AMARCORD ASSOCIAZIONE CASTELLO D’ARGILE (BO)Via G. Mat<strong>te</strong>otti 158 - 40050 Cas<strong>te</strong>llo d’Argile (BO) - Cell. 346 5884000Email: ama.amarcord@libero.it• ASSOCIAZIONE ALZHEIMER RAVENNAVia Oriani 44 - 48100 Ravenna - Tel. 0544 251960 - Fax 0544 251961A<strong>per</strong>tura uffici mar<strong>te</strong>dì e giovedì ore 15-17, segre<strong>te</strong>ria <strong>te</strong>lefonicanegli orari <strong>di</strong> chiusura degli uffici. Per emergenza 0544 470099email: alzheimer@provincia.ra.it• ASSOCIAZIONE ALZHEIMER FAENZAC/O RSA Sant’Umiltà, Via Cova 23 - Faenza (RA)Tel. 0546 32161 - 27206 Centro <strong>di</strong> Ascolto con o<strong>per</strong>atore il mar<strong>te</strong>dìdalle 10 alle 12 con segre<strong>te</strong>ria <strong>te</strong>lefonica nei rimanenti giorniEmail: alzheimer-faenza@racine.ra.it• ASSOCIAZIONE ALZHEIMER IMOLAc/o Ospedale Vecchio Via Ca<strong>te</strong>rina Sforza 3 - 40026 Imola (BO)Linea <strong>te</strong>lefonica con o<strong>per</strong>atore il sabato dalle 9 alle 11 con segre<strong>te</strong>ria<strong>te</strong>lefonica nei rimanenti giorni Tel. 0542 604253 c/o Casa CassianoTozzoli Via Venturini 16 - 40026 Imola mercoledì dalle 16 alle 18


PARTE 1: L'INSORGERE DELLA MALATTIAwww.alzheimerimola.i<strong>te</strong>mail: info@alzheimerimola.it - alzheimerimola@tiscali.it• ASSOCIAZIONE MALATTIA ALZHEIMEIR (AMA)FERRARAc/o Centro Servizi alla Per<strong>so</strong>na Via Ripagrande 5 - 44100 FerraraTel. 0532 792097 - Fax 0532 799552, linea <strong>te</strong>lefonica con o<strong>per</strong>atorelunedì, mercoledì e venerdì dalle ore 10 alle ore 12www.amaferrara.it - email: amaferrara@viverelamemoria.it• ASSOCIAZIONE ALZHEIMER “F. MAZZUCA” ONLUSVia Reno Vecchio 33, 44042 Cento (FE) - Tel. 051 901664, linea<strong>te</strong>lefonica con o<strong>per</strong>atore il mercoledì dalle 8,30 alle 17email: as<strong>so</strong>ciazionefmazzuca@vodafone.it• LA RETE MAGICA(As<strong>so</strong>ciazione Amici <strong>per</strong> l’Alzheimer e il Parkin<strong>so</strong>n)Via Curiel, 51 pres<strong>so</strong> circoscrizione 2 - 47121 Forlì (FC)Tel. e Fax 0543 033765. Punto d’ascolto il lunedì dalle 9.30 alle 11.30e il mercoledì dalle 15.30 alle 17.30, segre<strong>te</strong>ria <strong>te</strong>lefonica 24 ore su 24www.lare<strong>te</strong>magica.it - email: info@lare<strong>te</strong>magica.it• ASSOCIAZIONE CAIMA(Care-givers As<strong>so</strong>ciazione Italiana Malati <strong>di</strong> Alzheimer)Via Gadda, 120 - 47521 Cesena (FC). Linea <strong>te</strong>lefonica con o<strong>per</strong>atore e<strong>per</strong><strong>so</strong>nale in sede lunedì e venerdì 9,30-11,30. Con segre<strong>te</strong>ria <strong>te</strong>lefonicanei rimanenti giorni: 0547 646583. Per emergenze: cell. 339 4616671email: as<strong>so</strong>ciazione.caima@virgilio.it - www.caima.it• ASSOCIAZIONE “AMICI DI CASA INSIEME”Viale Decio Raggi, 15 - 47025 Mercato Saraceno (FC)Tel. e Fax 0547 691695www.amici<strong>di</strong>casainsieme.it - email: amici<strong>di</strong>casainsieme@gmail.com• ASSOCIAZIONE ALZHEIMER RIMINIVia IV Novembre 21 - 47900 Rimini - Tel. 0541 28142, linea <strong>te</strong>lefonicacon o<strong>per</strong>atore il lunedì e il venerdì dalle 10 alle 12 e dalle 15alle 17 con segre<strong>te</strong>ria <strong>te</strong>lefonica nei rimanenti giorni - cell. 3396247578www.alzheimerrimini.net - email: info@alzheimerrimini.net5.8 Alcune opportunità <strong>per</strong> i familiariCAFÈ ALZHEIMERI Cafè Alzheimer si pos<strong>so</strong>no definire come degli spazi <strong>di</strong> incontroinformali ma strutturati. Sono rivolti agli anziani e a chi si occupa <strong>di</strong>loro (siano essi familiari o assis<strong>te</strong>nti familiari) e costituiscono una delleopportunità <strong>per</strong> con<strong>di</strong>videre con altri la propria es<strong>per</strong>ienza e ricevereCafè Alzheimer,gruppi,consulenzespecialistiche <strong>per</strong>conoscere lamalattia e usciredall’i<strong>so</strong>lamento65


Rivolge<strong>te</strong>viall’as<strong>so</strong>ciazionedei familiari a voipiù vicina <strong>per</strong>conoscere qualiopportunitàesistono nelvostro <strong>te</strong>rritorioconsigli e suggerimenti utili dagli es<strong>per</strong>ti. In Emilia-Romagna negliultimi anni questi punti <strong>di</strong> incontro <strong>so</strong>no andati sempre più <strong>di</strong>ffondendosie nel 2012 ne <strong>so</strong>no attivi circa 60.Gli incontri <strong>di</strong> norma settimanali o quin<strong>di</strong>cinali vengono realizzati inluoghi informali (il bar, la parrocchia, ecc), dove, alla pre<strong>senza</strong> <strong>di</strong> es<strong>per</strong>tie volontari, si al<strong>te</strong>rnano momenti <strong>di</strong> <strong>so</strong>cializzazione a momenti piùprettamen<strong>te</strong> informativi. Così tra una tazza <strong>di</strong> the, un caffè e un dolcettoè possibile scambiare chiacchiere conviviali con altre <strong>per</strong><strong>so</strong>ne e al con<strong>te</strong>mpoessere informati sulla malattia, mentre la <strong>per</strong><strong>so</strong>na con demenzaviene impegnata in attività <strong>di</strong> stimolazione e/o <strong>so</strong>cializzazione.Le attività che vengono svol<strong>te</strong> all’in<strong>te</strong>rno dei Cafè <strong>so</strong>no spes<strong>so</strong> gesti<strong>te</strong>dalle As<strong>so</strong>ciazioni dei familiari, <strong>per</strong>tanto <strong>per</strong> conoscere se nel proprio<strong>te</strong>rritorio vi è un cafè bas<strong>te</strong>rà contattare l’as<strong>so</strong>ciazione più vicina.I GRUPPI DI SOSTEGNO E AUTO-AIUTOIn Emilia-Romagna i primi cafè Alzheimer <strong>so</strong>no nati proprio da familiariinseriti in gruppi <strong>di</strong> <strong>so</strong>s<strong>te</strong>gno o auto-aiuto. Tali forme <strong>di</strong> <strong>so</strong>s<strong>te</strong>gno, più formalirispetto ai cafè Alzheimer, costituiscono un’opportunità <strong>per</strong> conosceremeglio la malattia e con<strong>di</strong>videre con altri, che stanno vivendo la s<strong>te</strong>ssaes<strong>per</strong>ienza, stra<strong>te</strong>gie assis<strong>te</strong>nziali e problemi esis<strong>te</strong>nziali. Anche questatipologia <strong>di</strong> <strong>so</strong>s<strong>te</strong>gno è spes<strong>so</strong> gestita dalle as<strong>so</strong>ciazioni dei familiari.INIZIATIVE FORMATIVE E INFORMATIVESpes<strong>so</strong> prima <strong>di</strong> far par<strong>te</strong> <strong>di</strong> un gruppo <strong>di</strong> <strong>so</strong>s<strong>te</strong>gno e auto-aiuto, la <strong>per</strong><strong>so</strong>napuò avere pre<strong>so</strong> par<strong>te</strong> ad una iniziativa formativa e/o informativa. Diverse<strong>so</strong>no infatti le attività <strong>di</strong> questo tipo organizza<strong>te</strong> dalle Aziende Usl, daiComuni e dalle As<strong>so</strong>ciazioni, iniziative che <strong>per</strong>mettono <strong>di</strong> conoscere lamalattia, le ri<strong>so</strong>rse e le opportunità <strong>di</strong>sponibili sul <strong>te</strong>rritorio. La par<strong>te</strong>cipazionea tali iniziative funge spes<strong>so</strong> da facilitatore <strong>di</strong> contatto con altre<strong>per</strong><strong>so</strong>ne, contribuendo a spezzare la <strong>so</strong>litu<strong>di</strong>ne e l’i<strong>so</strong>lamento.IL SOSTEGNO INDIVIDUALEAccanto alle forme <strong>di</strong> <strong>so</strong>s<strong>te</strong>gno <strong>di</strong> gruppo, spes<strong>so</strong> le As<strong>so</strong>ciazioni, i Comunie le Aziende Usl mettono a <strong>di</strong>sposizione professionisti <strong>per</strong> il <strong>so</strong>s<strong>te</strong>gnoin<strong>di</strong>viduale psicologico, assis<strong>te</strong>nziale, legale e <strong>te</strong>cnico <strong>per</strong> l’adattamentodegli ambienti domestici (vedere paragrafo specifico pag. 57).Le consulenze specialistiche costituiscono una forma <strong>di</strong> <strong>so</strong>s<strong>te</strong>gno che<strong>per</strong>met<strong>te</strong> <strong>di</strong> acquisire maggiori compe<strong>te</strong>nze sia da un punto <strong>di</strong> vistaemotivo che <strong>di</strong> gestione delle problematiche lega<strong>te</strong> alla malattia.66


PARTE 2: LE MANIFESTAZIONI DELLA MALATTIAPARTE 2:LE MANIFESTAZIONIDELLA MALATTIA1 I DISTURBI DELLA SFERACOGNITIVALa demenza colpisce le funzioni della men<strong>te</strong> che <strong>per</strong>mettono a ogni<strong>per</strong><strong>so</strong>na <strong>di</strong> conoscere e riconoscere il mondo circostan<strong>te</strong>, gli stimoli,i segnali che da es<strong>so</strong> provengono e tutto ciò che vi si trova; maanche <strong>di</strong> identificare e riconoscere gli stimoli che provengono dal propriocorpo e <strong>di</strong> dare loro un significato.Ques<strong>te</strong> funzioni, così importanti, <strong>so</strong>no det<strong>te</strong> cognitive e <strong>so</strong>no in<strong>di</strong>spensabili<strong>per</strong>ché una <strong>per</strong><strong>so</strong>na possa acquisire una propria identità e in<strong>te</strong>ragirecon il mondo e con gli altri. Le funzioni cognitive <strong>so</strong>no: l’at<strong>te</strong>nzione,la memoria, il linguaggio, le capacità <strong>di</strong> imparare, <strong>di</strong> pianificare edeseguire gesti complessi, <strong>di</strong> riconoscere gli stimoli, <strong>di</strong> elaborare pensieriastratti, <strong>di</strong> valutare in modo adeguato le situazioni. Per comprenderemeglio che <strong>cosa</strong> accade alle funzioni cognitive quando vengono in<strong>te</strong>ressa<strong>te</strong>dalla demenza le esamineremo una <strong>per</strong> una, descrivendone brevemen<strong>te</strong>le con<strong>di</strong>zioni normali e le <strong>di</strong>sfunzioni in seguito alla malattia.Le funzionicognitive, lanostra porta <strong>per</strong>avere acces<strong>so</strong> almondo ecomprendere <strong>cosa</strong>accade1.1 L’at<strong>te</strong>nzioneCHE COSA ÈÈ un’importan<strong>te</strong> funzione <strong>di</strong> filtro tra le migliaia <strong>di</strong> stimoli che, in ognimomento della nostra vita e con<strong>te</strong>mporaneamen<strong>te</strong>, bombardano i nostriorgani <strong>di</strong> sen<strong>so</strong> (vista, u<strong>di</strong>to, tatto, ol<strong>fatto</strong>, gusto). Ad esempio, mentre me nesto seduto a tavola in famiglia, colgo con lo sguardo mol<strong>te</strong> delle cose che<strong>so</strong>no presenti nell’ambien<strong>te</strong> davanti e vicino a me, sento gli odori, avverto irumori dell’ambien<strong>te</strong>, il gusto <strong>di</strong> ciò che sto mangiando, l’appetito che ho, lospes<strong>so</strong>re della posata che <strong>te</strong>ngo in mano, il contatto degli abiti che portoaddos<strong>so</strong>, la posizione del mio corpo nello spazio (<strong>so</strong>no seduto, con i pie<strong>di</strong>app<strong>oggi</strong>ati <strong>per</strong> <strong>te</strong>rra...) ecc. Tutti questi stimoli, e molti altri, che ricevo con-Invecchiando<strong>di</strong>minuisce laduratadell’at<strong>te</strong>nzione;con la malattia si<strong>per</strong>dono poiprogressivamen<strong>te</strong>le capacità <strong>di</strong>filtrare eselezionare glistimoli67


<strong>te</strong>mporaneamen<strong>te</strong> non mi impe<strong>di</strong>scono <strong>di</strong> seguire la conversazione che si stasvolgendo duran<strong>te</strong> il pasto, <strong>senza</strong> <strong>per</strong>dere il filo del <strong>di</strong>scor<strong>so</strong>, né <strong>di</strong> formulare,nel frat<strong>te</strong>mpo, anche un mio pensiero che comunicherò agli altri nonappena deciderò <strong>di</strong> prendere la parola. Dunque, la funzione che mi consen<strong>te</strong><strong>di</strong> lasciare in secondo piano la maggior par<strong>te</strong> degli stimoli che ricevo <strong>per</strong>concentrarmi <strong>so</strong>ltanto sul <strong>di</strong>alogo è proprio l’at<strong>te</strong>nzione.COME FUNZIONA NORMALMENTESappiamo bene tutti, <strong>per</strong> es<strong>per</strong>ienza <strong>per</strong><strong>so</strong>nale, che non è sempre facileman<strong>te</strong>nere a lungo l’at<strong>te</strong>nzione su qual<strong>cosa</strong>; che ciò <strong>di</strong>venta tanto più<strong>di</strong>fficile quanto più numerosi <strong>so</strong>no gli stimoli, ma anche quando glistimoli <strong>so</strong>no poco attraenti e in<strong>te</strong>ressanti.La concentrazione dell’at<strong>te</strong>nzione su uno stimolo ha comunque sempreuna durata limitata (circa 20 minuti) e, man mano che si invecchia, questo<strong>te</strong>mpo <strong>di</strong> concentrazione si abbrevia fisiologicamen<strong>te</strong> e <strong>di</strong>venta semprepiù <strong>di</strong>fficile filtrare gli stimoli quin<strong>di</strong> si <strong>di</strong>venta più “<strong>di</strong>straibili”Il malato nonriesce a svolgerepiù <strong>di</strong> un’azionealla volta e anchecompitiapparen<strong>te</strong>men<strong>te</strong>semplici pos<strong>so</strong>norisultare proibitiviCHE COSA ACCADE QUANDO CI SI AMMALA DI DEMENZALa demenza mo<strong>di</strong>fica l’efficienza dell’at<strong>te</strong>nzione producendo alcuneimportanti conseguenze. Innanzitutto <strong>di</strong>venta sempre più <strong>di</strong>fficile <strong>per</strong>il malato prestare at<strong>te</strong>nzione particolare a uno stimolo, <strong>per</strong>ché la funzione<strong>di</strong> filtro fra gli stimoli subisce un significativo de<strong>te</strong>rioramento.Infatti, il malato fatica molto a concentrare l’at<strong>te</strong>nzione su un <strong>so</strong>lo stimolo,<strong>per</strong>ché viene continuamen<strong>te</strong> <strong>di</strong>stratto, cioè <strong>di</strong>sturbato dalla pre<strong>senza</strong><strong>di</strong> più stimoli presenti con<strong>te</strong>mporaneamen<strong>te</strong>. Ad esempio, due<strong>per</strong><strong>so</strong>ne che parlano fra loro in un ambien<strong>te</strong> in cui c’è anche un aspirapolverein funzione potrebbero rappresentare già un eccessivo numero<strong>di</strong> stimoli <strong>per</strong> un malato <strong>di</strong> demenza.Inoltre, poiché con<strong>te</strong>mporaneamen<strong>te</strong> anche le altre funzioni cognitive (cheverranno descrit<strong>te</strong> <strong>di</strong> seguito) subiscono un proces<strong>so</strong> <strong>di</strong> de<strong>te</strong>rioramento, ilmalato si trova in <strong>di</strong>fficoltà a svolgere la maggior par<strong>te</strong> dei compiti quoti<strong>di</strong>ani(es. rifare un letto, vestirsi, farsi la barba...): <strong>per</strong> ognuna delle sequenze<strong>di</strong> azioni necessarie a svolgere l’in<strong>te</strong>ro compito serve infatti una concentrazioneeccezionale. Cioè, tutta la quantità <strong>di</strong> at<strong>te</strong>nzione che ha a <strong>di</strong>sposizioneserve al malato <strong>per</strong> gestire un <strong>so</strong>lo compito, e non gli è più possibileprestare at<strong>te</strong>nzione, nello s<strong>te</strong>s<strong>so</strong> <strong>te</strong>mpo, anche ad altri stimoli (parlare oascoltare la ra<strong>di</strong>o mentre sta facendo un lavoro, o seguire il <strong>di</strong>scor<strong>so</strong> <strong>di</strong>qualcuno che gli sta parlando). Può fare <strong>so</strong>lamen<strong>te</strong> o una <strong>cosa</strong> o l’altra.Naturalmen<strong>te</strong> tutto ciò non si verifica improvvisamen<strong>te</strong>, ma si pos<strong>so</strong>noosservare ques<strong>te</strong> <strong>di</strong>fficoltà comparire gradatamen<strong>te</strong> nel malato. È facileattribuire alla stanchezza questi problemi, ma la loro continuità e il loroaccentuarsi devono met<strong>te</strong>re in allarme chi gli vive accanto.68


PARTE 2: LE MANIFESTAZIONI DELLA MALATTIACHE COSA FARESe si vuole aiutare il malato è utile quin<strong>di</strong> evitare <strong>di</strong> creare confusioneintorno a lui, o comunque è importan<strong>te</strong> essere at<strong>te</strong>nti a riconoscerequando un ambien<strong>te</strong> può <strong>di</strong>ventare troppo comples<strong>so</strong> <strong>per</strong> l’at<strong>te</strong>nzionedel malato. Sarà altresì utile evitare <strong>di</strong> chiedergli due prestazioni con<strong>te</strong>mporaneamen<strong>te</strong>;anzi, è facile notare, che se <strong>per</strong> esempio gli doman<strong>di</strong>amoqual<strong>cosa</strong> che ne attira l’at<strong>te</strong>nzione mentre sta svolgendo un compito,anche piuttosto semplice, egli in<strong>te</strong>rrom<strong>per</strong>à quel compito <strong>per</strong> po<strong>te</strong>rcirispondere, anziché svolgere entrambe le funzioni (fare la sua attività eparlare con noi). Anche essere at<strong>te</strong>nti ai compiti che gli si propongono eaffidano, valutandone il livello <strong>di</strong> complessità, può servire a evitare <strong>di</strong>porlo <strong>di</strong> fron<strong>te</strong> a qual<strong>cosa</strong> <strong>di</strong> troppo <strong>di</strong>fficile e quin<strong>di</strong> a una frustrazione,cioè alla delusione derivan<strong>te</strong> dal <strong>fatto</strong> che il malato si rende conto <strong>di</strong> nonriuscire a portare a <strong>te</strong>rmine il compito.Meglio una <strong>cosa</strong>alla volta; icompiti devonoessere alla portatadelle sue capacità;meglio i compitiche fanno par<strong>te</strong>della attivitàquoti<strong>di</strong>ane checompiti nuovi1.2 La memoriaCHE COSA ÈÈ una funzione molto complessa che ci <strong>per</strong>met<strong>te</strong> <strong>di</strong> conservare tracciadegli eventi. In realtà esistono vari tipi <strong>di</strong> memoria grazie ai quali siamoin grado <strong>di</strong> archiviare epi<strong>so</strong><strong>di</strong> della nostra esis<strong>te</strong>nza, così come avvenimentiche riguardano la storia della nostra <strong>so</strong>cietà, del mondo ecc.,significati <strong>di</strong> parole, programmi <strong>per</strong> il futuro e ogni <strong>so</strong>rta <strong>di</strong> stimoli einformazioni recenti e lontani nel <strong>te</strong>mpo.COME FUNZIONA NORMALMENTEPerché una informazione resti nella memoria occorre una serie <strong>di</strong> passaggi:essa deve essere registrata, cioè raccolta, grazie anche al lavoro <strong>di</strong>selezione dell’at<strong>te</strong>nzione; quin<strong>di</strong> deve essere fissata, cioè deve trovareuna sis<strong>te</strong>mazione nel magazzino della memoria. A seconda <strong>di</strong> quantoquesta seconda o<strong>per</strong>azione è stata efficace, la traccia potrà essere conservatapiù o meno a lungo. Per verificare se un dato stimolo o informazioneè effettivamen<strong>te</strong> stato archiviato è necessaria la prova del ricordo,cioè l’azione <strong>di</strong> recu<strong>per</strong>o dal magazzino della memoria: o<strong>per</strong>azione chesi compie ogni volta che cerchiamo <strong>di</strong> rievocare un nome, un volto, unepi<strong>so</strong><strong>di</strong>o, un luogo, una parola e vi riusciamo, impiegando più o meno<strong>te</strong>mpo, esplorando e ricercando fra le tracce che pos<strong>so</strong>no essere as<strong>so</strong>cia<strong>te</strong>a quella che an<strong>di</strong>amo cercando, più o meno a lungo.Anche il <strong>di</strong>menticare fa par<strong>te</strong> del proces<strong>so</strong> <strong>di</strong> memoria, sia <strong>per</strong>ché non èpossibile trat<strong>te</strong>nere <strong>per</strong> sempre nella men<strong>te</strong> tut<strong>te</strong> le informazioni che <strong>so</strong>nosta<strong>te</strong> registra<strong>te</strong>, sia <strong>per</strong>ché, man mano che si acquisiscono informazioni69


Per il malato glieventi recenti<strong>so</strong>no i primi asparire dallamemoria mentrequelli passatiiniziano adaccavallarsi prima<strong>di</strong> sparirenuove, ques<strong>te</strong> ultime vengono a in<strong>te</strong>rferire con quelle precedenti, sbiadendole.Inoltre, sappiamo bene tutti che, quanto più un ricordo si allontananel <strong>te</strong>mpo, tanto meno <strong>di</strong>venta preci<strong>so</strong> e facilmen<strong>te</strong> rievocabile.Man mano che si invecchia si assis<strong>te</strong> a qualche mo<strong>di</strong>ficazione fisiologicaa carico della memoria: <strong>per</strong> esempio, <strong>di</strong>venta più <strong>di</strong>fficile ricordare lecose recenti rispetto alle tracce più lontane. Ciò avviene anche <strong>per</strong> motivi<strong>di</strong> or<strong>di</strong>ne squisitamen<strong>te</strong> psicologico: è più facile infatti che le cose delpresen<strong>te</strong>, <strong>per</strong> una <strong>per</strong><strong>so</strong>na anziana, siano meno in<strong>te</strong>ressanti, significative,importanti, rispetto a cer<strong>te</strong> es<strong>per</strong>ienze del passato, <strong>so</strong>prattutto a quelleche hanno suscitato particolari emozioni. Inoltre, alcune vicende delpassato <strong>so</strong>no sta<strong>te</strong> racconta<strong>te</strong>, rievoca<strong>te</strong>, ripensa<strong>te</strong> mol<strong>te</strong> vol<strong>te</strong> nel cor<strong>so</strong>dell’esis<strong>te</strong>nza e ciò ha <strong>fatto</strong> sì che la traccia corrisponden<strong>te</strong> venisse ripetutamen<strong>te</strong>fissata, cioè si imprimesse maggiormen<strong>te</strong> nella memoria,conservando una maggiore vividezza, e aiuta a comprendere come ripe<strong>te</strong>rele informazioni aiuti a trat<strong>te</strong>nerle mentre il non u<strong>so</strong> ed esercizio rende<strong>di</strong>fficile il recu<strong>per</strong>o delle informazioni e favorisce l’oblio. Anche laminore efficienza dell’at<strong>te</strong>nzione può essere responsabile della aumentata<strong>di</strong>fficoltà a conservare traccia <strong>di</strong> fatti recenti.CHE COSA ACCADE QUANDO CI SI AMMALA DI DEMENZAIl cattivo funzionamento della memoria è uno dei sintomi più importanti<strong>di</strong> questa malattia: ad es<strong>so</strong> si dà il nome <strong>di</strong> amnesia.La <strong>di</strong>fficoltà a ricordare eventi recenti si accentua for<strong>te</strong>men<strong>te</strong>, rispettoa quanto accade normalmen<strong>te</strong> alla <strong>per</strong><strong>so</strong>na anziana; ma a ciò si aggiungela <strong>di</strong>fficoltà a immagazzinare nuove informazioni. Il malato cioè nontrattiene quasi nulla <strong>di</strong> quanto gli viene detto o chiesto <strong>di</strong> ricordare.Inizialmen<strong>te</strong> <strong>so</strong>no meglio conservati i ricor<strong>di</strong> del passato (la cosiddettamemoria remota), ma anche questi pos<strong>so</strong>no subire particolari trasformazioni:infatti il malato spes<strong>so</strong> mescola i ricor<strong>di</strong>, attribuendo al presen<strong>te</strong>informazioni e avvenimenti che risalgono invece a molti anni prima.Naturalmen<strong>te</strong> il malato non si rende conto <strong>di</strong> questa confusione nellasuccessione <strong>te</strong>mporale, oppure, se gliela si fa notare, spes<strong>so</strong> si mostrain <strong>di</strong>fficoltà nel ricollocare nella giusta sequenza il ricordo in questione.Per esempio, può accadere che il malato, in<strong>te</strong>rrogato sulla sua età,risponda <strong>di</strong> avere trenta, quaranta anni <strong>di</strong> meno. Questa risposta in<strong>di</strong>cache, con molta probabilità, i ricor<strong>di</strong> della sua vita successivi a quellaetà <strong>so</strong>no andati in gran par<strong>te</strong> <strong>per</strong>duti; è questo il motivo <strong>per</strong> cui, a vol<strong>te</strong>,il malato esprime preoccupazione <strong>per</strong> i bambini piccoli da accu<strong>di</strong>re o<strong>per</strong> la mamma ammalata o ancora <strong>per</strong> il marito che deve rientrare dallavoro, e nella realtà il <strong>so</strong>ggetto ha 70 anni, è vedovo e i figli <strong>so</strong>noadulti e a loro volta genitori.Man mano che la malattia avanza, tuttavia, non <strong>so</strong>ltanto questo feno-70


PARTE 2: LE MANIFESTAZIONI DELLA MALATTIAmeno può accentuarsi, ma a poco a poco vengono ‘cancellati’ anche iricor<strong>di</strong> più lontani: nella men<strong>te</strong> del malato cioè è come se si facesse ilvuoto. Poiché noi <strong>di</strong> <strong>fatto</strong> siamo la nostra memoria, è molto doloro<strong>so</strong>assis<strong>te</strong>re a questo proces<strong>so</strong> <strong>di</strong> sgretolamento <strong>di</strong> una identità.Oltre alla memoria autobiografica, e cioè alla memoria relativa a tuttigli avvenimenti che riguardano la nostra storia <strong>per</strong><strong>so</strong>nale (se abbiamoavuto dei figli, quando, come si chiamano; se abbiamo dei nipoti e quantie figli <strong>di</strong> quali figli; se ci siamo sposati; dove abbiamo vissuto, in qualecittà, paese, casa; che lavoro abbiamo svolto, dove, <strong>per</strong> quanto <strong>te</strong>mpo...),alla memoria del malato vengono <strong>so</strong>ttratti tutti i ricor<strong>di</strong> che lo collocanoin un’epoca storica (il secolo, gli avvenimenti che lo hanno riguardato,le guerre, gli uomini che hanno contribuito a costruire la storia...) e cheriguardano la memoria degli eventi storici.E, come se ciò non bastasse, l’amnesia colpisce anche il magazzino delsignificato delle parole e delle as<strong>so</strong>ciazioni fra <strong>di</strong> esse (memoria semantica);ciò significa, <strong>per</strong> fare un esempio, che tutto ciò che concerne laparola cane va a poco a poco <strong>per</strong>duto. Eppure, la parola cane può essere unconcetto molto ricco <strong>di</strong> riferimenti, immagini, ricor<strong>di</strong> collegati, appar<strong>te</strong>nenze<strong>di</strong> ca<strong>te</strong>goria: è un animale, ha quattro zampe e una coda, è amicodell’uomo, è fedele, può essere <strong>di</strong> <strong>di</strong>verse taglie, può avere il pelo lungo ocorto, può essere da caccia o da compagnia, può ricordarmi il mio cane <strong>di</strong>pezza <strong>di</strong> quando ero piccolo, può ricordarmi la mia paura dei cani, il suover<strong>so</strong> è l’abbaiare. Più il concetto <strong>di</strong> cane si impoverisce <strong>per</strong>ché la amnesiane cancella i riferimenti, più <strong>di</strong>fficile sarà riuscire a raggiungerlo nellamemoria. D’altro canto può essere utile <strong>so</strong>ttolineare in questa sede che laricchezza dei riferimenti può anche essere utilizzata <strong>per</strong> stimolare la <strong>per</strong><strong>so</strong>nain quanto se non riconosce l’immagine del cane può riconoscerne ilver<strong>so</strong> oppure la forma o altro ancora. Ciò viene utilizzato in modo sis<strong>te</strong>maticoall’in<strong>te</strong>rno <strong>di</strong> in<strong>te</strong>rventi strutturati <strong>di</strong> stimolazione cognitiva.Anche l’orientamento nel <strong>te</strong>mpo (riconoscere l’ora e as<strong>so</strong>ciarla a un preci<strong>so</strong>momento della giornata) e l’orientamento nello spazio (ricordare<strong>per</strong>corsi noti o apprenderne <strong>di</strong> nuovi), essendo aspetti della memoria,subiscono al<strong>te</strong>razioni: il malato si <strong>per</strong>de in ambienti noti o quando esce<strong>di</strong> casa, confonde il giorno con la not<strong>te</strong>, non sa più valutare se è mattinao pomeriggio.Anche la cosiddetta memoria prospettica viene in<strong>te</strong>ressata dalla malattia:al <strong>so</strong>ggetto con demenza cioè <strong>di</strong>ven<strong>te</strong>rà impossibile progettarequal<strong>cosa</strong> <strong>per</strong> il futuro, <strong>per</strong>ché <strong>per</strong> lui la vita <strong>di</strong>viene una <strong>so</strong>rta <strong>di</strong> e<strong>te</strong>rnopresen<strong>te</strong>, in cui anche il passato viene riattualizzato e convive con lasituazione contingen<strong>te</strong>, mentre la prospettiva prossima non ha più sen<strong>so</strong>nella misura in cui non è possibile apprendere nuove informazioni, cioèconservare un ricordo nuovo, da proiettare in avanti nel <strong>te</strong>mpo.Dalla memoriainiziano a sparireanche i significatidelle parole71


Vi è unaprogressione<strong>te</strong>mporale nella<strong>per</strong><strong>di</strong>ta, prima ilrecen<strong>te</strong> e poi ilremoto; vi è una<strong>di</strong>fferenza nella<strong>per</strong><strong>di</strong>ta <strong>di</strong>con<strong>te</strong>nuti prima ilverbale poi il nonverbaleGli eventi ad altocon<strong>te</strong>nutoemotivo siimpregnano <strong>di</strong> piùnella memoriaTraining <strong>per</strong> unman<strong>te</strong>nimento, ilpiù a lungopossibile delleinformazioni giàpossedu<strong>te</strong>piuttosto cheacquisire nuoveinformazioniEsis<strong>te</strong> una forma <strong>di</strong> memoria che si conserva molto più a lungo rispettoa quelle fin qui descrit<strong>te</strong>: si tratta della cosiddetta memoria procedurale,cioè <strong>di</strong> quella nicchia della memoria in cui vengono conserva<strong>te</strong> alcuneprocedure la cui continua ripetizione negli anni le ha rese ‘automatiche’.Ad esempio, quando camminiamo, mettiamo in atto una complessasequenza <strong>di</strong> movimenti; ma, <strong>per</strong> fare ciò, non è necessario che ogni voltache facciamo un pas<strong>so</strong> ricor<strong>di</strong>amo quello che dobbiamo fare <strong>per</strong>ché ilpas<strong>so</strong> si realizzi. Oppure, quando ripetiamo automaticamen<strong>te</strong> il ritornello<strong>di</strong> una canzone mentre stiamo svolgendo un’altra attività, quasi non ciaccorgiamo <strong>di</strong> cantare <strong>per</strong>ché non stiamo facendo alcuno sforzo <strong>per</strong>ricordare quel ritornello, che viene quasi fuori ‘da sé’. O ancora, quandoballiamo, non siamo certo concentrati a ricordare la sequenza dei passi,ma ci lasciamo trasportare dalla musica mentre il nostro corpo quasi vada <strong>so</strong>lo. È questa forma <strong>di</strong> memoria, che richiede la minore at<strong>te</strong>nzione<strong>per</strong> il recu<strong>per</strong>o della traccia, che resta più a lungo conservata dunque nel<strong>so</strong>ggetto affetto da demenza. Ed è anche quella memoria che produce avol<strong>te</strong> <strong>so</strong>rprese no<strong>te</strong>voli rispetto alle capacità del malato, facendoci s<strong>per</strong>are,<strong>di</strong> fron<strong>te</strong> a inaspetta<strong>te</strong> sue <strong>per</strong>formances, che forse non tutto siaancora <strong>per</strong>duto o anche facendoci, a torto, ri<strong>te</strong>nere che il malato faccia‘apposta’ quando sembra non ricordare, non capire, non essere in grado<strong>di</strong> fare mol<strong>te</strong> altre cose. Se riesce ancora a canticchiarci il ritornello <strong>di</strong>una canzone che nemmeno noi ricordavamo più che esis<strong>te</strong>sse, come èpossibile che non ricor<strong>di</strong>, <strong>per</strong> esempio, che è stato sposato?CHE COSA FARETutti i fenomeni descritti compaiono gradualmen<strong>te</strong> nel <strong>te</strong>mpo e nontutti con<strong>te</strong>mporaneamen<strong>te</strong>; tuttavia mettono il malato in grande <strong>di</strong>fficoltànel suo relazionarsi con il mondo circostan<strong>te</strong>, sia con gli oggetti,che con le <strong>per</strong><strong>so</strong>ne. Può essere utile e importan<strong>te</strong> che, nelle fasi iniziali<strong>di</strong> malattia, quando il <strong>so</strong>ggetto ha <strong>per</strong>cezione delle proprie <strong>di</strong>fficoltà emanifesta il desiderio <strong>di</strong> correggersi, chi gli sta a fianco lo aiuti, con delica<strong>te</strong>zza,orientandone, facilitandone, allenandone la memoria. Esistonotraining specifici <strong>di</strong> allenamento della memoria e <strong>di</strong> altre funzioni cognitiveche è molto importan<strong>te</strong> siano applicati in fase precoce <strong>di</strong> malattia,<strong>per</strong> ‘contrastare’ un declino rapido <strong>di</strong> tali funzioni. Sappiamo tutti infattiche la memoria e l’at<strong>te</strong>nzione pos<strong>so</strong>no essere po<strong>te</strong>nzia<strong>te</strong> attraver<strong>so</strong>appositi allenamenti.Oltre ai training specifici, molto pos<strong>so</strong>no fare i familiari stimolandoduran<strong>te</strong> l’in<strong>te</strong>ro arco della giornata il malato a rievocare e ritrovare ricor<strong>di</strong>,rinforzandolo psicologicamen<strong>te</strong> e minimizzando le sue <strong>di</strong>fficoltà. Seil malato si intristisce <strong>per</strong>ché incomincia ad avere <strong>di</strong>fficoltà nel ricordare,è opportuno banalizzare ogni epi<strong>so</strong><strong>di</strong>o, <strong>di</strong>cendo che non è grave, che atutti capita <strong>di</strong> <strong>di</strong>menticarsi, che non vale la pena abbat<strong>te</strong>rsi, ma che è72


PARTE 2: LE MANIFESTAZIONI DELLA MALATTIAmeglio reagire cercando <strong>di</strong> man<strong>te</strong>nere la men<strong>te</strong> in allenamento proponendo,<strong>per</strong> esempio, <strong>di</strong> fare qualche esercizio insieme o ci si può rivolgereal Centro <strong>per</strong> le demenze (Centro <strong>per</strong> i <strong>di</strong>sturbi cognitivi dell’adulto)<strong>di</strong> zona che potrà dare in<strong>di</strong>cazioni specifiche.Anche il <strong>di</strong><strong>so</strong>rientamento nel <strong>te</strong>mpo e nello spazio, nelle fasi iniziali dellamalattia, può e deve essere con<strong>te</strong>nuto: orologi in tut<strong>te</strong> le stanze dellacasa, piccoli suggerimenti <strong>per</strong>ché il malato in<strong>di</strong>vidui da <strong>so</strong>lo la fasciaoraria <strong>di</strong> quel momento, semplici segnalazioni sulla porta della stanza <strong>di</strong>casa che incomincia a faticare a ritrovare, semplificazioni dell’ambien<strong>te</strong>che gli <strong>per</strong>mettano <strong>di</strong> <strong>per</strong>dere il meno possibile i propri oggetti, aiuto eaffiancamento nella ricerca delle cose che il malato ritiene <strong>di</strong> avere <strong>per</strong>duto,promemoria scritti, biglietti con il nome e l’in<strong>di</strong>rizzo sempre in tascadel malato quando esce, accompagnarlo nelle usci<strong>te</strong>, anche semplicemen<strong>te</strong>seguendolo a una certa <strong>di</strong>stanza <strong>per</strong> garantirgli che nel momentodel bi<strong>so</strong>gno ci sia qualcuno che, come <strong>per</strong> ca<strong>so</strong>, è pronto ad aiutarlo.Aiuta<strong>te</strong> il malato a ricordare, con delica<strong>te</strong>zza e utilizzando meto<strong>di</strong> edesercizi specifici. È invece controproducen<strong>te</strong> met<strong>te</strong>re il malato davantialle sue <strong>di</strong>fficoltà, lo si manda in confusione, <strong>per</strong>ché, <strong>per</strong> quanto egli sisforzi, spes<strong>so</strong> quella traccia che lo <strong>so</strong>llecitiamo a ritrovare, è introvabileo ad<strong>di</strong>rittura <strong>per</strong>duta. È un po’ come se pre<strong>te</strong>ndessimo da una <strong>per</strong><strong>so</strong>nazoppa che cammini correttamen<strong>te</strong>.Altrettanto utile è non correggere o rimproverare il malato se trasferisceall’<strong>oggi</strong> epi<strong>so</strong><strong>di</strong> della sua vita accaduti molti anni prima; è preferibile, inquesti casi, evitare <strong>di</strong> contrad<strong>di</strong>rlo e ‘stare al gioco’. Sarà <strong>per</strong> lui moltopiù tranquillizzan<strong>te</strong>, <strong>per</strong>ché evitiamo <strong>di</strong> met<strong>te</strong>rlo in una con<strong>di</strong>zione <strong>di</strong><strong>di</strong>fficoltà chiedendogli, ancora una volta, una prestazione cognitiva chenon è in grado <strong>di</strong> realizzare.Per quanto riguarda poi l’amnesia relativa al significato delle parole, uncomportamento corretto da par<strong>te</strong> <strong>di</strong> chi assis<strong>te</strong> consis<strong>te</strong> nell’utilizzarequella ricchezza <strong>di</strong> as<strong>so</strong>ciazioni che riguarda la memoria delle parole:<strong>per</strong> esempio, se la parola cane non suscita alcuna reazione nel malatoche ci <strong>di</strong>mostri che l’ha ritrovata nella sua memoria, invece <strong>di</strong> insis<strong>te</strong>reripe<strong>te</strong>ndo la s<strong>te</strong>ssa parola, è importan<strong>te</strong> aiutarlo a raggiungerla nella suamen<strong>te</strong> <strong>so</strong>llecitandone il ricordo attraver<strong>so</strong> la proposizione dei concettiche pos<strong>so</strong>no esservi as<strong>so</strong>ciati: il nome del suo cagnolino <strong>di</strong> tanti anni fa,il migliore amico dell’uomo, il ver<strong>so</strong> o una immagine dell’animale, il nome<strong>di</strong> un cane famo<strong>so</strong> della TV che sappiamo gli piaceva molto.Quando il livello <strong>di</strong> de<strong>te</strong>rioramento si accentua, correggere gli errori,evidenziarli, richiamarvi l’at<strong>te</strong>nzione del malato <strong>di</strong>venta inutile e controproducen<strong>te</strong>.Va da sé che non ha alcun sen<strong>so</strong> at<strong>te</strong>ndersi dal malato che ricor<strong>di</strong> impegni<strong>per</strong> il futuro anche prossimo, quando si trova in <strong>di</strong>fficoltà a ricordarela propria età attuale, a recu<strong>per</strong>are il significato delle parole, a riconoscerela collocazione degli ambienti della propria casa, o quando iniziaEsercizi <strong>di</strong>ripetizione, <strong>di</strong>denominazione, <strong>di</strong>as<strong>so</strong>ciazione, <strong>di</strong>richiamare i ricor<strong>di</strong><strong>per</strong><strong>so</strong>nali e storici<strong>so</strong>no utili aman<strong>te</strong>nere leinformazioni manche il benesseredella <strong>per</strong><strong>so</strong>namalataUtilizza<strong>te</strong> leas<strong>so</strong>ciazioni <strong>per</strong>aiutarlo a ritrovareil significato delleparole73


a confondere il giorno con la not<strong>te</strong>. Nelle fasi iniziali della malattia,quando anche la memoria prospettica incomincia a essere in<strong>te</strong>ressatadalla malattia, ma in modo sfumato e marginale, vale <strong>per</strong> il malato quantoè utile <strong>per</strong> tutti noi: biglietti e car<strong>te</strong>lli che ricor<strong>di</strong>no gli impegni daespletare, scritti in forma chiara e <strong>di</strong>stribuiti in più parti della casa, inmodo che, il rileggerli più vol<strong>te</strong> agisca da ‘rinforzo’: più rileggo una <strong>cosa</strong>,più è facile che la impari.1.3 Il linguaggioCHE COSA ÈIl linguaggio è la capacità <strong>di</strong> usare, con lo scopo <strong>di</strong> comunicare verbalmen<strong>te</strong>e/o <strong>per</strong> iscritto, un certo numero <strong>di</strong> segni (le parole <strong>di</strong> una lingua)con<strong>di</strong>visi da più <strong>per</strong><strong>so</strong>ne, e <strong>di</strong> selezionarli e organizzarli in manieraappropriata, in modo da renderli messaggi.Anche l’o<strong>per</strong>azione <strong>di</strong> identificazione dei messaggi altrui che ci <strong>per</strong>met<strong>te</strong>re<strong>di</strong> cogliere i messaggi in essi con<strong>te</strong>nuti fa par<strong>te</strong> del linguaggio.COME FUNZIONA NORMALMENTEIl linguaggio svolge funzioni importanti: ha, <strong>per</strong> esempio, una funzioneespressiva, cioè serve <strong>per</strong> es<strong>te</strong>rnare stati d’animo, sentimenti, emozioni,sia in<strong>te</strong>nzionalmen<strong>te</strong> che involontariamen<strong>te</strong>. Il tono della voce,la velocità con cui parliamo segnalano a chi ascolta le nostre emozioni,<strong>di</strong>cono se siamo timi<strong>di</strong>, in ansia, entusiasti, in<strong>di</strong>fferenti. Allo s<strong>te</strong>s<strong>so</strong>modo il linguaggio del nostro in<strong>te</strong>rlocutore ci trasmet<strong>te</strong>rà ciò che sen<strong>te</strong>,ciò che prova rispetto a quanto ci sta <strong>di</strong>cendo.Sappiamo bene che, quando nasciamo, non sappiamo parlare: il linguaggiosi costruisce a poco a poco nel cor<strong>so</strong> degli anni. Dapprima emettiamo<strong>so</strong>ltanto suoni, poi sillabe, poi qualche parola non sempre pronunciatacorrettamen<strong>te</strong>, quin<strong>di</strong> le prime frasi semplici e brevi. Manmano che il bambino cresce il suo vocabolario si arricchisce, il linguaggiosi sviluppa anche dal punto <strong>di</strong> vista grammaticale, le frasi si fannosempre più lunghe e complesse anche <strong>per</strong>ché iniziano a formarsi connessionistabili fra le parole: la <strong>per</strong>a è un frutto, matura in autunno, simangia, ha la buccia.Il linguaggio presiede quin<strong>di</strong> alla formazione dei concetti e quin<strong>di</strong> deiragionamenti che <strong>per</strong>mettono <strong>di</strong> riflet<strong>te</strong>re sulla realtà, sulle modalità <strong>di</strong>ri<strong>so</strong>luzione dei problemi, sui sentimenti. Il linguaggio <strong>di</strong>viene quin<strong>di</strong>un fondamentale strumento <strong>di</strong> comunicazione con il mondo.74


PARTE 2: LE MANIFESTAZIONI DELLA MALATTIACHE COSA ACCADE QUANDO CI SI AMMALA DI DEMENZALa demenza viene ad al<strong>te</strong>rare anche questa funzione.In seguito al progressivo de<strong>te</strong>riorarsi delle aree cerebrali prepos<strong>te</strong>all’elaborazione del linguaggio, il malato si ritrova sempre più in<strong>di</strong>fficoltà nel tradurre il proprio pensiero in parole e le parole deglialtri nei concetti corrispondenti. Questa al<strong>te</strong>razione del linguaggioprende il nome <strong>di</strong> afasia. In particolare, ciò che viene <strong>per</strong><strong>so</strong>, anche incollegamento con il de<strong>te</strong>rioramento della memoria semantica (quellache raccoglie il significato delle cose), è l’aspetto simbolico dellaparola (la parola come segno convenzionale che sta al posto dellarealtà alla quale si riferisce): io non ho bi<strong>so</strong>gno <strong>di</strong> vedere una bicicletta<strong>per</strong> sa<strong>per</strong>e che <strong>cosa</strong> è, mi basta la parola. La demenza rende dapprimasempre più <strong>di</strong>fficile e poi impossibile questo proces<strong>so</strong>: leparole, come si è già visto nel paragrafo relativo alla amnesia, sisvuotano a poco a poco dei loro significati.Accade così che il malato si trovi a non riuscire a procedere nel <strong>di</strong>scor<strong>so</strong>che ha iniziato <strong>per</strong>ché fatica a trovare la parola che gli serve <strong>per</strong>illustrare il suo pensiero. A tutti noi è capitato più vol<strong>te</strong> nella vita <strong>di</strong>non riuscire a trovare la parola: è la sensazione <strong>di</strong> averla sulla puntadella lingua, <strong>senza</strong> riuscire a raggiungerla; conosciamo dunque tuttil’attimo <strong>di</strong> smarrimento, l’ansia che ci assale e che svanisce non appenaqualcuno ci suggerisce il <strong>te</strong>rmine cercato o riusciamo a recu<strong>per</strong>arloda <strong>so</strong>li.Questa <strong>di</strong>ffusa es<strong>per</strong>ienza può aiutarci a capire la <strong>so</strong>fferenza <strong>di</strong> una<strong>per</strong><strong>so</strong>na affetta da demenza nella quale questo fenomeno si moltiplica;accade <strong>per</strong>ciò, in alcuni malati, e <strong>so</strong>prattutto nelle fasi iniziali dellamalattia, che ciò produca molta ansia e tris<strong>te</strong>zza e a vol<strong>te</strong> anche larinuncia a parlare, <strong>so</strong>prattutto quando il malato è insieme ad altre<strong>per</strong><strong>so</strong>ne. Più frequen<strong>te</strong>men<strong>te</strong> può accadere <strong>di</strong> osservare alcuni malatiche, <strong>per</strong> nulla inibiti dalla propria <strong>di</strong>fficoltà a trovare le parole, siavventurano in lunghe <strong>per</strong>ifrasi, cioè aggirano l’ostacolo della parolamancan<strong>te</strong> ricorrendo a descrizioni del concetto che volevano esprimere:<strong>per</strong> esempio, se il malato non trova la parola bicchiere, potrebbe<strong>di</strong>re <strong>per</strong> bere. Il problema <strong>di</strong> comunicazione si ha quando le parolenon trova<strong>te</strong> <strong>di</strong>ventano mol<strong>te</strong> e mol<strong>te</strong> le <strong>per</strong>ifrasi: può accadereallora <strong>di</strong> assis<strong>te</strong>re a <strong>di</strong>scorsi molto strani del malato.Un altro aspetto del de<strong>te</strong>rioramento del linguaggio del <strong>so</strong>ggetto condemenza, collegato in par<strong>te</strong> a ciò che si è appena detto e in par<strong>te</strong>dovuto all’amnesia, è il fenomeno della <strong>per</strong><strong>di</strong>ta del “filo del <strong>di</strong>scor<strong>so</strong>”.Il malato inizia <strong>per</strong> esempio a rispondere a una nostra domanda, mapoco dopo si <strong>per</strong>de. Sappiamo tutti che, mentre elaboriamo un concetto,proprio <strong>per</strong>ché le parole <strong>so</strong>no riccamen<strong>te</strong> e simbolicamen<strong>te</strong>La demenza rende<strong>di</strong>fficile trovare leparole <strong>per</strong> <strong>di</strong>re lecose cosi come<strong>di</strong>fficile costruirele frasi. Ci <strong>so</strong>nosempre menoparole dautilizzare e i<strong>di</strong>scorsi <strong>so</strong>nosempre piùlimitati. Diventaquin<strong>di</strong> piùproblematicocapire e farsicapireL’ansia derivan<strong>te</strong>dalla <strong>di</strong>fficoltànel trovare la“parola giusta”<strong>per</strong> chiuderela frase puòindurre l’anzianoal silenzio75


Il malato inizia a<strong>per</strong>dere il filo del<strong>di</strong>scor<strong>so</strong>; a metàfrase può nonricordare già piùche <strong>cosa</strong> voleva<strong>di</strong>re“Scomparse” leparole restano leespressioni scurrilideposita<strong>te</strong> nellamemoria verbaleautomatica,l’ultima ad essereintaccata dallamalattiaas<strong>so</strong>cia<strong>te</strong> fra loro, ci vengono alla men<strong>te</strong> altre connessioni, es<strong>te</strong>nsioni,paragoni, esempi. In una brevissima frazione <strong>di</strong> secondo la men<strong>te</strong> <strong>di</strong>una <strong>per</strong><strong>so</strong>na “normale” è in grado <strong>di</strong> selezionare fra tutti i nuoviapporti, <strong>so</strong>ltanto alcuni <strong>di</strong> essi, oppure <strong>di</strong> scartarli tutti, procedendo,nel con<strong>te</strong>mpo, a concludere il ragionamento iniziato. Tutto questo nonè più possibile alla <strong>per</strong><strong>so</strong>na malata, <strong>per</strong> la quale ogni as<strong>so</strong>ciazionecasuale a quanto va affermando <strong>di</strong>viene non più opportunità e ricchezza,ma in<strong>te</strong>rferenza: ecco allora che il malato, che ha iniziato adelaborare un certo concetto, si <strong>per</strong>de <strong>di</strong>etro ad altri che <strong>so</strong>no collegatial primo, ma che sempre più se ne allontanano e non riesce a rintracciareil punto <strong>di</strong> par<strong>te</strong>nza. Questo comportamento del malato èconosciuto anche come “afasia fluen<strong>te</strong>”.Il linguaggio risulta spezzettato dalla <strong>di</strong>fficoltà a re<strong>per</strong>ire i <strong>te</strong>rmini utili,compaiono errori <strong>di</strong> pronuncia delle parole, il <strong>di</strong>scor<strong>so</strong> si presenta conuna produzione no<strong>te</strong>vole <strong>di</strong> parole, ma con scar<strong>so</strong> sen<strong>so</strong> logico, e nonapproda a nulla. In una fase più avanzata <strong>di</strong> malattia questi <strong>di</strong>fetti dellinguaggio si accentuano: aumentano le parole non trova<strong>te</strong>, quelle pronuncia<strong>te</strong>in modo errato; compaiono neologismi (parole nuove) inventatidal malato e/o parole cosiddet<strong>te</strong> passe-partout, quali ad esempio ‘ilco<strong>so</strong>’ in <strong>so</strong>stituzione della parola mancan<strong>te</strong>. Il <strong>di</strong>scor<strong>so</strong> si fa sempre piùincoeren<strong>te</strong> e <strong>di</strong>fficile da comprendere, <strong>di</strong>viene sempre più povero.Parallelamen<strong>te</strong> aumentano le <strong>di</strong>fficoltà del malato a comprendere illinguaggio delle altre <strong>per</strong><strong>so</strong>ne.Paradossalmen<strong>te</strong>, mentre si assis<strong>te</strong> a questa <strong>di</strong>sgregazione <strong>di</strong> unafunzione tanto importan<strong>te</strong> <strong>per</strong> l’essere umano, può rimanere più alungo conservata una capacità <strong>di</strong> espressione linguistica, spes<strong>so</strong> maiusata dal malato, nel cor<strong>so</strong> della sua in<strong>te</strong>ra esis<strong>te</strong>nza: compare cioèun linguaggio scurrile, in cui le parole, che <strong>so</strong>no poi vere e proprieparolacce, vengono pronuncia<strong>te</strong> <strong>per</strong>fettamen<strong>te</strong>, in sequenze anchelunghe, <strong>senza</strong> errori <strong>di</strong> <strong>so</strong>rta! Tutti noi conosciamo le parolacce, anchese non le utilizziamo. Pos<strong>so</strong>no spontaneamen<strong>te</strong> venirci alla men<strong>te</strong>quando ci irritiamo <strong>per</strong> qualche motivo, e in quell’occasione può anchescapparci detto qual<strong>cosa</strong>, <strong>senza</strong> che quasi ce ne accorgiamo; anzi,quando ce ne ren<strong>di</strong>amo conto è già tar<strong>di</strong>, <strong>so</strong>no già usci<strong>te</strong>! Ques<strong>te</strong>parolacce, così come altri con<strong>te</strong>nuti meno compromet<strong>te</strong>nti <strong>so</strong>no con<strong>te</strong>nu<strong>te</strong>in una zona del cervello deputata alla cosiddetta comunicazioneverbale automatica, quella s<strong>te</strong>ssa zona che ci <strong>per</strong>met<strong>te</strong> <strong>di</strong> canticchiareun motivetto <strong>senza</strong> prestare at<strong>te</strong>nzione alcuna ad es<strong>so</strong> (ve<strong>di</strong>paragrafo sulla memoria).Nell’ultimo sta<strong>di</strong>o <strong>di</strong> malattia il linguaggio risulta praticamen<strong>te</strong> scompar<strong>so</strong>,come forma <strong>di</strong> comunicazione in<strong>te</strong>r<strong>per</strong><strong>so</strong>nale consapevole: puòrimanere la ripetizione, come una eco, dell’ultima parola pronunciata76


PARTE 2: LE MANIFESTAZIONI DELLA MALATTIAdall’in<strong>te</strong>rlocutore o ad<strong>di</strong>rittura dell’ultima sillaba; poi la ripetizione <strong>di</strong>qualche sillaba o <strong>di</strong> semplici suoni, fino a giungere, in molti casi, almutismo completo.Man mano che la malattia avanza, anche la capacità <strong>di</strong> scrittura vieneprogressivamen<strong>te</strong> compromessa: una delle ultime capacità ad andare<strong>per</strong>duta, <strong>per</strong> questo aspetto, è la capacità <strong>di</strong> scrivere il proprio nome,anche <strong>per</strong>ché, <strong>di</strong> <strong>so</strong>lito, è una azione che abbiamo ripetuto mol<strong>te</strong> vol<strong>te</strong>nella vita, con effetto <strong>di</strong> fissazione e rinforzo del ricordo corrisponden<strong>te</strong>.CHE COSA FARENella fase iniziale della malattia, suggerire al malato la parola mancan<strong>te</strong>può portare <strong>so</strong>llievo all’ansia <strong>di</strong> trovare la parola cercata. È importan<strong>te</strong>non evidenziare al malato i <strong>di</strong>fetti del suo <strong>di</strong>scor<strong>so</strong> e sforzarci <strong>di</strong> cogliere,nell’insieme <strong>di</strong> es<strong>so</strong>, qualche significato o l’in<strong>te</strong>nzione <strong>di</strong> par<strong>te</strong>nza.Altrettanto importan<strong>te</strong> è ricordarci che oltre alla <strong>di</strong>fficoltà <strong>di</strong> espressioneil malato può avere <strong>di</strong>fficoltà <strong>di</strong> comprensione dei nostri messaggi: nonnecessariamen<strong>te</strong> le due <strong>di</strong>fficoltà procedono <strong>di</strong> pari pas<strong>so</strong>; infatti puòrestare meglio conservata la capacità <strong>di</strong> comprendere rispetto a quella<strong>di</strong> esprimersi, <strong>so</strong>prattutto quanto più chi sta accanto al malato si sforza<strong>di</strong> inviargli messaggi ricchi <strong>di</strong> riferimenti.Anche rispondere sempre alle sue domande, anche se <strong>so</strong>no ripetitive,può essere utile: in effetti <strong>per</strong> il malato è sempre come se fosse la primavolta. Ancora più utile risulta <strong>per</strong>ò comprendere che spes<strong>so</strong> questa ripetitivitàè espressione <strong>di</strong> ansia: quin<strong>di</strong>, in<strong>te</strong>rvenire a tranquillizzare il malato,<strong>per</strong> esempio attirandone l’at<strong>te</strong>nzione su qual<strong>cosa</strong> che gli piace, puòessere <strong>di</strong> gran lunga più efficace che continuare a rispondergli. E questonon <strong>so</strong>lo <strong>per</strong> il malato, ma anche <strong>per</strong> il benessere <strong>di</strong> chi gli sta accanto.Piccoli giochi <strong>di</strong> ripetizione o riproduzione <strong>di</strong> parole <strong>so</strong>no utili se commisuratialle capacità residue del malato, cioè se la proposta non richiedeuno sforzo eccessivo <strong>per</strong> il malato, o peggio non gli <strong>per</strong>met<strong>te</strong> <strong>di</strong> raggiungererisultati positivi. Un esempio <strong>di</strong> ques<strong>te</strong> ‘<strong>so</strong>llecitazioni’: <strong>di</strong>mmi unaparola che incomincia con la let<strong>te</strong>ra B; oppure, la let<strong>te</strong>ra D ti fa venire inmen<strong>te</strong> qual<strong>cosa</strong>? Va da sé che la scelta <strong>di</strong> ques<strong>te</strong> let<strong>te</strong>re dovrà esseremirata e facilitan<strong>te</strong>, tanto più quanto le <strong>di</strong>fficoltà <strong>di</strong> linguaggio <strong>so</strong>nopronuncia<strong>te</strong>.Infine, è in<strong>di</strong>spensabile ignorare il linguaggio scurrile, <strong>per</strong> quanto la <strong>cosa</strong>possa <strong>di</strong>sturbare <strong>per</strong>ché ci pone <strong>di</strong> fron<strong>te</strong> a un comportamento del malatoche non gli è mai appar<strong>te</strong>nuto. È meglio rendersi conto che il malatonon lo fa apposta: è semplicemen<strong>te</strong> una sua reazione automatica a qual<strong>cosa</strong>che lo ha innervosito. Anche in questo ca<strong>so</strong>, funziona meglio unin<strong>te</strong>rvento <strong>di</strong> <strong>di</strong>strazione dell’at<strong>te</strong>nzione su qual<strong>cosa</strong> che gli è gra<strong>di</strong>to, seci è possibile farlo in quel momento; oppure è utile capire che <strong>cosa</strong> lo hairritato <strong>per</strong> eliminare tale elemento (sempre se ci è possibile).77


Per quanto concerne la scrittura, è bene fare scrivere ogni tanto il malato:dapprima, quando le sue capacità linguistiche <strong>so</strong>no ancora parzialmen<strong>te</strong>conserva<strong>te</strong>, qualche frase, qualche pensierino; poi, qual<strong>cosa</strong> <strong>so</strong>tto dettatura;più avanti anche <strong>so</strong>ltanto il proprio nome e cognome o i dati anagraficiche ancora ricorda. Ciò serve non <strong>so</strong>ltanto <strong>per</strong> man<strong>te</strong>nere più alungo la funzione della scrittura, ma anche <strong>per</strong> rallentare il proces<strong>so</strong> <strong>di</strong><strong>per</strong><strong>di</strong>ta della identità (ve<strong>di</strong> compromissione della memoria autobiograficanel paragrafo relativo alla memoria).1.4 La conoscenzaIl malato <strong>per</strong>deprogressivamen<strong>te</strong>la capacità <strong>di</strong>in<strong>te</strong>rpretare glistimoli cheprovengono siadal mondoes<strong>te</strong>rno che da séCOME FUNZIONA NORMALMENTE LA CONOSCENZADEL MONDO E DEL SÉGli stimoli che giungono al cervello dall’es<strong>te</strong>rno attraver<strong>so</strong> i canalisen<strong>so</strong>riali (vista, u<strong>di</strong>to, tatto, gusto, ol<strong>fatto</strong>) e riguardanti lo spazio, glioggetti e le <strong>per</strong><strong>so</strong>ne in es<strong>so</strong> presenti vengono identificati e riconosciuti,in<strong>te</strong>grati tra <strong>di</strong> loro (un frutto è ad esempio riconosciuto dal sapore odall’odore anche a occhi chiusi e <strong>senza</strong> toccarlo <strong>per</strong>ché le aree <strong>di</strong> cervelloche identificano i <strong>di</strong>versi stimoli sen<strong>so</strong>riali comunicano tra <strong>di</strong> loro)e memorizzati. Ogni nuova riproposizione <strong>di</strong> un oggetto, <strong>di</strong> un volto,<strong>di</strong> un ambien<strong>te</strong> viene confrontata con i dati già memorizzati e riconosciutaoppure conosciuta ex novo qualora non appar<strong>te</strong>nga alle ca<strong>te</strong>goriegià conosciu<strong>te</strong>. Lo s<strong>te</strong>s<strong>so</strong> si verifica <strong>per</strong> gli stimoli provenienti dalproprio corpo (le sensazioni relative alla posizione assunta, la localizzazionedel dolore...) che vengono in<strong>te</strong>grati e memorizzati consen<strong>te</strong>ndoci<strong>di</strong> sa<strong>per</strong>e sempre che posizione abbiamo nello spazio, da doveproviene il dolore, dove finisce il nostro corpo. È possibile una rappresentazionementale del nostro corpo.CHE COSA È L’AGNOSIACon questo <strong>te</strong>rmine viene in<strong>di</strong>cata la <strong>per</strong><strong>di</strong>ta della capacità <strong>di</strong> in<strong>te</strong>rpretaree riconoscere gli stimoli che giungono al cervello attraver<strong>so</strong> icanali sen<strong>so</strong>riali (vista, u<strong>di</strong>to, tatto, gusto, ol<strong>fatto</strong>) e che pos<strong>so</strong>no riguardarelo spazio, gli oggetti e le <strong>per</strong><strong>so</strong>ne in es<strong>so</strong> presenti oppure pos<strong>so</strong>noprovenire dall’in<strong>te</strong>rno del corpo (ad es. le sensazioni relative alla posizioneassunta dal corpo, la localizzazione del dolore).Il tutto in as<strong>senza</strong> <strong>di</strong> deficit dei canali sen<strong>so</strong>riali s<strong>te</strong>ssi (il <strong>so</strong>ggetto cioènon è portatore, ad esempio, <strong>di</strong> un deficit della vista o dell’u<strong>di</strong>to tali daprovocare il <strong>di</strong>sturbo).78


PARTE 2: LE MANIFESTAZIONI DELLA MALATTIALa pre<strong>senza</strong> con<strong>te</strong>mporanea <strong>di</strong> malattie organiche che al<strong>te</strong>rano i canalisen<strong>so</strong>riali (ad es. gravi <strong>di</strong>sturbi della vista) risulta ovviamen<strong>te</strong> peggiorativadel deficit agnosico.CHE COSA ACCADE QUANDO CI SI AMMALA DI DEMENZAIl <strong>di</strong>sturbo carat<strong>te</strong>rizza spes<strong>so</strong> le fasi in<strong>te</strong>rme<strong>di</strong>o-avanza<strong>te</strong> della malattiae de<strong>te</strong>rmina nel malato comportamenti patologici quali:• mancato riconoscimento <strong>di</strong> oggetti <strong>di</strong> u<strong>so</strong> comune (pettine, saponetta,posa<strong>te</strong>, capi <strong>di</strong> abbigliamento, ecc) e quin<strong>di</strong> incapacità <strong>di</strong> un lorocorretto utilizzo;• mancata <strong>di</strong>stinzione tra <strong>so</strong>stanze commestibili e non commestibilie quin<strong>di</strong> possibile ingestione <strong>di</strong> <strong>so</strong>stanze non commestibili o tossiche;• <strong>di</strong>fficoltà a <strong>per</strong>cepire e valutare la profon<strong>di</strong>tà che peggiora la capacitàdel malato a orientarsi, causata anche dalla <strong>di</strong>fficoltà a memorizzarepunti <strong>di</strong> riferimento ambientali;• <strong>di</strong>fficoltà a riconoscere la posizione del proprio corpo nello spazioe a riconoscere le porzioni del corpo; questi deficit peggiorano nelmalato alcune abilità quali vestirsi e camminare;• <strong>di</strong>fficoltà a localizzare e in<strong>te</strong>rpretare gli stimoli dolorosi. Questo fasi che il malato esprima il dolore fisico con manifestazioni qualiaumento <strong>di</strong> agitazione, ansia, aumento del livello <strong>di</strong> confusionepiuttosto che attraver<strong>so</strong> la segnalazione <strong>di</strong> dove e che <strong>cosa</strong> fa male;• <strong>di</strong>fficoltà a riconoscere volti noti (compre<strong>so</strong> il proprio) e quin<strong>di</strong>mancati riconoscimenti <strong>di</strong> <strong>per</strong><strong>so</strong>ne familiari, oppure falsi riconoscimenti<strong>di</strong> estranei. Il mancato riconoscimento dei volti sta alla base<strong>di</strong> gran par<strong>te</strong> delle <strong>di</strong>fficoltà relazionali tra il malato e chi lo assis<strong>te</strong>:può infatti generare nel malato paura, reazioni catastrofiche, at<strong>te</strong>ggiamentioppositivi, ostilità/aggressività, aumento dello stato <strong>di</strong> ansiae agitazione mentre nel familiare genera <strong>di</strong>fficoltà a comprendere ilfenomeno e quin<strong>di</strong> sconforto, frustrazione, rabbia.Il malato puònon riconoscerepiù gli oggetti,le <strong>per</strong><strong>so</strong>ne, cibicommestibilio nocivi79


At<strong>te</strong>nzione <strong>per</strong>ò anon impe<strong>di</strong>rgli <strong>di</strong>fare ciò che èancora in grado <strong>di</strong>fare: ricorda<strong>te</strong> cheun’abilità saràman<strong>te</strong>nuta tantopiù a lungoquanto più essaverrà praticataLe <strong>per</strong><strong>so</strong>ne chevivono accantoalla <strong>per</strong><strong>so</strong>namalata hanno ilcompito <strong>di</strong> ridurrei rischiconseguenti aglierrori chevengono compiutiCHE COSA FAREPoiché i comportamenti anomali del malato derivano dalla sua incapacità<strong>di</strong> in<strong>te</strong>rpretare correttamen<strong>te</strong> gli stimoli sen<strong>so</strong>riali e quin<strong>di</strong> da undeficit e non da un at<strong>te</strong>ggiamento volontario o <strong>di</strong> <strong>di</strong>spetto è corretto chechi assis<strong>te</strong> non assuma at<strong>te</strong>ggiamenti punitivi o <strong>di</strong> rimprovero, ma siado<strong>per</strong>i <strong>per</strong> evitare al malato fallimenti continui nell’esecuzione dei normaliatti <strong>di</strong> vita quoti<strong>di</strong>ana.Accorgersi ad esempio che il malato non riconosce più alcune posa<strong>te</strong> (adesempio il col<strong>te</strong>llo) deve indurre a togliere tale strumento consen<strong>te</strong>ndo l’u<strong>so</strong><strong>so</strong>lo <strong>di</strong> ciò che ancora è riconosciuto e quin<strong>di</strong> utilizzabile; il concetto <strong>di</strong> semplificazioneambientale consis<strong>te</strong> appunto nel rimuovere dall’ambien<strong>te</strong> <strong>di</strong> vitadel malato tutti quegli oggetti/stimoli visivi/<strong>so</strong>nori che non essendo piùriconosciuti finiscono <strong>per</strong> avere sul <strong>so</strong>ggetto con demenza un effetto confonden<strong>te</strong>(e quin<strong>di</strong> oltre ad essere inutilizzati dal malato pos<strong>so</strong>no costituire<strong>per</strong> lui <strong>per</strong>icolo o de<strong>te</strong>rminare un aumento del livello <strong>di</strong> agitazione).Rimuovere dall’ambien<strong>te</strong> quegli oggetti che, non essendo più riconosciutidall’anziano, <strong>di</strong>ventano <strong>per</strong> lui fon<strong>te</strong> <strong>di</strong> ansia. Accorgersi che il malato non<strong>di</strong>stingue ciò che è commestibile da ciò che non lo è comporta la necessità<strong>di</strong> rendere inaccessibili tut<strong>te</strong> le <strong>so</strong>stanze po<strong>te</strong>nzialmen<strong>te</strong> <strong>per</strong>icolose <strong>per</strong>l’ammalato s<strong>te</strong>s<strong>so</strong> (farmaci, de<strong>te</strong>rsivi, <strong>di</strong>sinfettanti, pian<strong>te</strong> spinose, piccolioggetti, saponet<strong>te</strong>, ecc.); la lista è purtroppo lunghissima e fa capire quantoil malato sia impreve<strong>di</strong>bile. Anche l’at<strong>te</strong>ggiamento <strong>di</strong> manipolazione <strong>di</strong>ma<strong>te</strong>riale fecale è da ricondursi a questo deficit: il malato non è più incon<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> riconoscere attraver<strong>so</strong> i sensi ciò che sta manipolando. Sel’ammalato non riconosce il proprio volto allo specchio (o in altre su<strong>per</strong>ficiriflet<strong>te</strong>nti) e questo provoca in lui agitazione o paura (il volto non riconosciutopuò essere scambiato <strong>per</strong> la pre<strong>senza</strong> <strong>di</strong> una <strong>per</strong><strong>so</strong>na estranea, unladro o che altro) lo specchio andrà rimos<strong>so</strong> o comunque co<strong>per</strong>to.Se l’ammalato non riconosce un proprio congiunto e assume ver<strong>so</strong> <strong>di</strong> luiun at<strong>te</strong>ggiamento <strong>di</strong> in<strong>di</strong>fferenza o <strong>di</strong> ostilità risulta più utile rinunciarein quel momento alla relazione <strong>te</strong>ntando in maniera pacata <strong>di</strong> riproporlapiù tar<strong>di</strong> che ostinarsi a voler ricondurre l’ammalato “alla ragione” attraver<strong>so</strong><strong>per</strong>corsi logici <strong>per</strong> lui incomprensibili. È eviden<strong>te</strong> che il sen<strong>so</strong> <strong>di</strong>frustrazione, rabbia e impo<strong>te</strong>nza provocato da tale comportamento è <strong>di</strong><strong>di</strong>fficile elaborazione; anche <strong>per</strong> questo, po<strong>te</strong>rlo con<strong>di</strong>videre con altrifamiliari duran<strong>te</strong> gli incontri promossi dalle as<strong>so</strong>ciazioni dei parenti o configure specialistiche (me<strong>di</strong>co, psicologo) è <strong>di</strong> grande aiuto.Un aspetto particolare da considerare in questo ambito è la “consapevolezza”della <strong>per</strong><strong>so</strong>na s<strong>te</strong>ssa <strong>di</strong> essere malata. Nelle fasi iniziali della malattia, una par<strong>te</strong>significativa delle <strong>per</strong><strong>so</strong>ne può essere consapevole <strong>di</strong> trovarsi <strong>di</strong> fron<strong>te</strong> a <strong>di</strong>fficoltànuove, <strong>di</strong> avere delle limitazioni e delle <strong>di</strong>menticanze che gli rendono<strong>di</strong>fficile lo svolgimento <strong>di</strong> alcuni compiti della vita quoti<strong>di</strong>ana. Questa consapevolezzaha un impatto emotivo molto significativo in alcune <strong>per</strong><strong>so</strong>ne chepos<strong>so</strong>no presentare sta<strong>di</strong> <strong>di</strong> <strong>so</strong>fferenza, <strong>di</strong> ansia e <strong>di</strong> depressione significativi.80


mento (ad es. i pantaloni indossati come maniche); non sa in cheor<strong>di</strong>ne li deve indossare; non sa quanti ne deve indossare (indossa ades. due paia <strong>di</strong> mutande o due maglioni, ecc.); trascura alcuni gestinecessari <strong>per</strong> completare la vestizione (ad es. abbottonarsi tutti i bottoni,allacciarsi le stringhe delle scarpe, ecc.); scambia la destra conla sinistra; non sa scegliere il capo <strong>di</strong> abbigliamento in relazione allastagione e alle con<strong>di</strong>zioni climatiche. Dapprima vengono <strong>per</strong>se legestualità più fini che richiedono la coo<strong>per</strong>azione tra le metà destra esinistra del corpo (ad es. farsi il nodo della cravatta, abbottonare unafila <strong>di</strong> bottoni, ecc.); poi, via via, anche tut<strong>te</strong> le altre. Questo particolaretipo <strong>di</strong> aprassia viene definito aprassia dell’abbigliamento.Quando la<strong>per</strong><strong>so</strong>na condemenza nonriesce più aprogrammare lesequenze <strong>di</strong> gesti<strong>per</strong>de la capacità<strong>di</strong> svolgere anchele attivitàquoti<strong>di</strong>aneLa <strong>per</strong><strong>di</strong>ta della capacità <strong>di</strong> programmare in modo corretto ed efficaceuna sequenza <strong>di</strong> gesti <strong>per</strong> finalizzarla al raggiungimento <strong>di</strong> un risultatosi traduce nella impossibilità <strong>di</strong> gestire le normali attività <strong>di</strong> vitaquoti<strong>di</strong>ana, dapprima le più complesse quali fare la spesa, cucinare,fare il bucato, rigovernare la casa, poi le più semplici quali vestirsi omangiare. Si traduce quin<strong>di</strong>, man mano che la malattia progre<strong>di</strong>sce,nella completa <strong>di</strong>pendenza del malato da chi lo accu<strong>di</strong>sce.Va <strong>so</strong>ttolineato che il deficit aprassia non risulta i<strong>so</strong>lato nelle fasi in<strong>te</strong>rme<strong>di</strong>ee avanza<strong>te</strong> della malattia, ma si accompagna agli altri deficitrisultandone ovviamen<strong>te</strong> po<strong>te</strong>nziato. Ad esempio il malato che non sapiù mangiare correttamen<strong>te</strong> può <strong>so</strong>mmare più deficit (non riconosce leposa<strong>te</strong> e le stoviglie: agnosia + non sa come si usano: aprassia + nonricorda che è ora <strong>di</strong> mangiare: amnesia, ecc.).È importan<strong>te</strong> sa<strong>per</strong>e che alcuni gesti ripetuti migliaia <strong>di</strong> vol<strong>te</strong> nel cor<strong>so</strong>della vita, e quin<strong>di</strong> automatici, quali il camminare, portare il cibo allabocca, ballare, eseguire semplici attività <strong>di</strong> tipo domestico come spolverareuna su<strong>per</strong>ficie, pos<strong>so</strong>no essere eseguiti dal malato con un bassissimolivello <strong>di</strong> at<strong>te</strong>nzione e in modo automatico; <strong>per</strong>tanto pos<strong>so</strong>noessere svolti anche nelle fasi avanza<strong>te</strong> della malattia (anche se il malatonon comprende o comprende <strong>so</strong>lo in par<strong>te</strong> che <strong>cosa</strong> sta facendo),<strong>per</strong>lomeno fino a quando la compromissione del movimento non è moltoaccentuata (a quel punto il malato <strong>per</strong>de anche le attività motorie piùelementari quali stare in pie<strong>di</strong> o camminare).Le attività motorie automatiche pos<strong>so</strong>no essere facilita<strong>te</strong> da un con<strong>te</strong>stoambientale specifico; ad esempio il malato balla sen<strong>te</strong>ndo un branomusicale; porta il cibo alla bocca col cucchiaio se viene guidato nellaprima cucchiaiata; completa l’atto dell’indossare una maglia, se la s<strong>te</strong>ssagli viene infilata nelle braccia. Tale situazione può essere sfruttatanell’evoluzione ver<strong>so</strong> le fasi avanza<strong>te</strong> della malattia quando le capacitàdel malato si impoveriscono progressivamen<strong>te</strong>.82


PARTE 2: LE MANIFESTAZIONI DELLA MALATTIAÈ eviden<strong>te</strong> che tutti i farmaci che peggiorano la capacità motoria delmalato (sedativi, farmaci <strong>per</strong> indurre il <strong>so</strong>nno ad es.) peggiorano ildeficit aprassico. Malattie organiche anche banali (come influenza oinfezioni urinarie) peggiorano le abilità motorie del malato che talvolta,anche dopo la guarigione dalla malattia acuta, non recu<strong>per</strong>a più lecapacità funzionali precedenti.L’appren<strong>di</strong>mento <strong>di</strong> nuove sequenze gestuali non esegui<strong>te</strong> prima dalmalato risulta <strong>di</strong>fficile e, nelle fasi avanza<strong>te</strong>, impossibile. È opportunoquin<strong>di</strong> proporre al malato l’appren<strong>di</strong>mento <strong>di</strong> compiti nuovi valutandosempre quale è la capacità <strong>di</strong> comprensione e appren<strong>di</strong>mento degli s<strong>te</strong>ssi.CHE COSA FARE• Fa<strong>te</strong> le cose al suo posto <strong>so</strong>lo quando è davvero inevitabile,corregge<strong>te</strong>lo con tatto, aiuta<strong>te</strong>lo scomponendo gesti complessi insequenze più semplici, sfrutta<strong>te</strong> gli automatismi residui.• Poiché il malato è destinato a <strong>per</strong>dere progressivamen<strong>te</strong> le abilitàfunzionali è bene <strong>so</strong>stituirsi a lui nell’esecuzione degli atti <strong>di</strong> vitaquoti<strong>di</strong>ana il più tar<strong>di</strong> possibile su<strong>per</strong>visionandolo consuggerimenti verbali finché ciò produce qualche risultato.• La correzione degli errori <strong>di</strong> esecuzione deve avvenire con tatto,ricordando che il malato sbaglia a causa <strong>di</strong> un deficit e non <strong>per</strong>volontà o <strong>di</strong>spetto; <strong>per</strong> tale motivo è opportuno incoraggiarlofrequen<strong>te</strong>men<strong>te</strong> duran<strong>te</strong> l’esecuzione e rassicurarlo anche quandoil compito non viene portato a <strong>te</strong>rmine in modo corretto.• Scomporre gesti complessi in gesti semplici; questo significa, adesempio, che della sequenza gestuale necessaria <strong>per</strong>apparecchiare una tavola dovranno essere in<strong>di</strong>cati al malato isingoli passaggi (<strong>per</strong> es. aiutami a met<strong>te</strong>re i bicchieri, ades<strong>so</strong>mettiamo i tovaglioli, ecc.).• Porre il malato in con<strong>di</strong>zioni ambientali facilitanti; evitare quin<strong>di</strong>che nell’ambien<strong>te</strong> siano presenti troppi stimoli in con<strong>te</strong>mporanea(<strong>so</strong>nori, luminosi, ecc.) che, <strong>di</strong>straendolo, ne peggiorano le residuecapacità <strong>di</strong> esecuzione.• Duran<strong>te</strong> la fase dell’abbigliamento, <strong>di</strong>sporre gli abiti nella sequenzain cui andranno indossati; preferire accorgimenti semplici (adesempio chiusure a velcro al posto delle stringhe, cerniere al posto<strong>di</strong> file <strong>di</strong> bottoni, ecc.); avviare il gesto, <strong>per</strong> esempio, infilando unamanica; garantire al malato <strong>di</strong> po<strong>te</strong>r effettuare scel<strong>te</strong> semplici (adesempio tra due <strong>so</strong>li capi <strong>di</strong> abbigliamento <strong>di</strong>versi tra loro).• Al momento del pasto lasciare a <strong>di</strong>sposizione del malato<strong>so</strong>lamen<strong>te</strong> le posa<strong>te</strong> e le stoviglie che è realmen<strong>te</strong> in grado <strong>di</strong>usare, consen<strong>te</strong>ndo anche che, nelle fasi avanza<strong>te</strong>, porti il cibo allabocca con le mani.83


• Sfruttare gli automatismi residui.• Modulare le richies<strong>te</strong> <strong>di</strong> attività al livello cognitivo e funzionaleresiduo non <strong>so</strong>ttoponendo il malato all’esecuzione <strong>di</strong> compiti <strong>per</strong>lui impossibili (ad esempio sequenze gestuali che richiedonoappren<strong>di</strong>mento, compiti nuovi).• Adattare la casa alle capacità funzionali residue (ad esempiodotando il bagno <strong>di</strong> maniglioni <strong>di</strong> app<strong>oggi</strong>o, garan<strong>te</strong>ndo lapre<strong>senza</strong> <strong>di</strong> sis<strong>te</strong>mi <strong>di</strong> sicurezza <strong>per</strong> il gas o <strong>di</strong> piastre elettrichedota<strong>te</strong> <strong>di</strong> <strong>te</strong>mporizzatore se l’ammalato è ancora capace in par<strong>te</strong><strong>di</strong> cucinare).• Chiedere al me<strong>di</strong>co se il malato assume farmaci che necompromettono le abilità motorie.• Prestare particolare at<strong>te</strong>nzione se vi <strong>so</strong>no malattie organicheacu<strong>te</strong> in atto.1.6 Il giu<strong>di</strong>zio criticoCHE COSA ÈSa<strong>per</strong>e identificare le situazioni e valutarne il significato è una importan<strong>te</strong>capacità che, insieme a tut<strong>te</strong> le altre, ci <strong>per</strong>met<strong>te</strong> <strong>di</strong> rapportarcicorrettamen<strong>te</strong> con l’ambien<strong>te</strong> es<strong>te</strong>rno.Il malato <strong>per</strong>de lacapacità <strong>di</strong>adeguare ilpropriocomportamentoal con<strong>te</strong>sto e <strong>di</strong>confrontare traloro due o piùoggettiCHE COSA ACCADE QUANDO CI SI AMMALA DI DEMENZAPurtroppo nel <strong>so</strong>ggetto con demenza anche questa capacità si de<strong>te</strong>riora,anzi è fra le prime ad andare <strong>per</strong>sa. Accade così che il malato <strong>per</strong>da lacapacità <strong>di</strong> giu<strong>di</strong>care il con<strong>te</strong>sto ambientale in cui si trova, l’adegua<strong>te</strong>zzadel proprio comportamento in funzione della situazione contingen<strong>te</strong>e la capacità <strong>di</strong> effettuare stime cognitive.Per esempio, il malato può usare un tono <strong>di</strong> voce elevato quando leconvenzioni <strong>so</strong>ciali richiedono che si parli <strong>so</strong>ttovoce; oppure non savalutare se un oggetto è più grande o più piccolo <strong>di</strong> un altro o se unaquantità è maggiore o minore <strong>di</strong> un’altra; o ancora non riesce a collocareoggetti e cose nelle ca<strong>te</strong>gorie corrispondenti (ad es. non sa <strong>di</strong>re sela banana è un frutto o una verdura).84


PARTE 2: LE MANIFESTAZIONI DELLA MALATTIACHE COSA FARENel momento in cui incominciano a manifestarsi i primi segni <strong>di</strong> questa<strong>di</strong>fficoltà può essere utile correggere con tatto il malato. Nelle fasi successive,quando il malato ha <strong>per</strong><strong>so</strong> mol<strong>te</strong> <strong>di</strong> questa capacità, è in<strong>di</strong>spensabilealzare il livello <strong>di</strong> tolleranza nei confronti dei suoi errori e stareat<strong>te</strong>nti a non porlo in situazioni che richiedono stime cognitive che nonè più in grado <strong>di</strong> fare.1.7 Il pensiero astrattoCHE COSA ÈÈ la capacità <strong>di</strong> usare il pensiero facendo riferimento a ca<strong>te</strong>gorie nonconcre<strong>te</strong>, ma ad ipo<strong>te</strong>si, a congetture, a ragionamenti complessi. Concetticome patria, amicizia, libertà <strong>so</strong>no esempi <strong>di</strong> astrazione, pensiero simbolico.CHE COSA ACCADE QUANDO CI SI AMMALA DI DEMENZAQuesta capacità va <strong>per</strong>dendosi fin dalle prime fasi della malattia. Ilmalato ha sempre più <strong>di</strong>fficoltà a seguire ragionamenti lunghi e astrattie a farne egli s<strong>te</strong>s<strong>so</strong>.CHE COSA FAREOccorre evitare il più possibile <strong>di</strong> argomentare con frasi lunghe e nonbasa<strong>te</strong> su con<strong>te</strong>nuti concreti. Anche un riferimento come la parola cognatao genero può risultare incomprensibile <strong>per</strong> il malato: in questo ca<strong>so</strong>, èmeglio in<strong>di</strong>care <strong>di</strong>rettamen<strong>te</strong> con il nome la <strong>per</strong><strong>so</strong>na su cui si vuolerichiamare l’at<strong>te</strong>nzione del malato. Evitare dunque <strong>di</strong> utilizzare espressionimetaforiche e proverbiali <strong>per</strong> in<strong>di</strong>care qual<strong>cosa</strong> che il malato devecomprendere; è meglio cercare sempre l’espressione più concreta e<strong>di</strong>retta possibile: invece <strong>di</strong> <strong>di</strong>re “è andata liscia come l’olio” preferire un’espressionetipo “è andato tutto bene”.85


2 I DISTURBI DELCOMPORTAMENTOAl de<strong>te</strong>rioramento delle funzioni cognitive si aggiungono altri problemiche rendono ancora più complessa e <strong>di</strong>fficile la gestione delle<strong>per</strong><strong>so</strong>ne con demenza da par<strong>te</strong> <strong>di</strong> chi si prende cura <strong>di</strong> loro. Questiproblemi vengono definiti <strong>di</strong>sturbi del comportamento o sintomi noncognitivi della demenza.<strong>Non</strong> tutti i <strong>di</strong>sturbi <strong>so</strong>no con<strong>te</strong>mporaneamen<strong>te</strong> presenti in uno s<strong>te</strong>s<strong>so</strong>malato e in ognuno questi sintomi assumono espressioni <strong>di</strong>verse, sia<strong>per</strong> quanto riguarda la forma sia <strong>per</strong> la gravità/in<strong>te</strong>nsità.2.1 Aggressività/irritabilitàCOME SI MANIFESTA?Questo comportamento può manifestarsi sia <strong>so</strong>tto forma <strong>di</strong> aggressivitàverbale (insulti, parolacce, bes<strong>te</strong>mmie, male<strong>di</strong>zioni, linguaggio scurrile)che, più raramen<strong>te</strong>, <strong>so</strong>tto forma <strong>di</strong> aggressività fisica: il malato picchia,graffia, cerca <strong>di</strong> mordere, scalcia, sputa, oppone resis<strong>te</strong>nza, respinge.L’aggressività èquasi sempre lareazione <strong>di</strong>fensivaver<strong>so</strong> qual<strong>cosa</strong> dacui il malato èsentito minacciatoPERCHÉ E QUANDO SI MANIFESTA?Tali manifestazioni, anche se appaiono improvvisamen<strong>te</strong> e apparen<strong>te</strong>men<strong>te</strong>non sembrano de<strong>te</strong>rmina<strong>te</strong> da qual<strong>cosa</strong> <strong>di</strong> specifico, costituisconomolto spes<strong>so</strong> una vera e propria reazione <strong>di</strong>fensiva del malato daqual<strong>cosa</strong> da cui si è sentito minacciato: non va <strong>di</strong>menticato mai infattiche chi è affetto da demenza non è in grado <strong>di</strong> leggere, deco<strong>di</strong>ficare,in<strong>te</strong>rpretare, comprendere pienamen<strong>te</strong> ciò che accade intorno a lui,anche quando l’approcciarsi del familiare è volto a prendersi cura (adesempio duran<strong>te</strong> le pratiche assis<strong>te</strong>nziali).Può dunque accadere che un semplice nostro avvicinarci <strong>senza</strong> preavvi<strong>so</strong>sia in<strong>te</strong>rpretato dalla <strong>per</strong><strong>so</strong>na con demenza come una minaccia; ad esempio,la <strong>per</strong><strong>so</strong>na che è in <strong>di</strong>fficoltà a localizzare la provenienza dei suoni, puònon riconoscere il pas<strong>so</strong> tranquillo <strong>di</strong> qualcuno che si avvicina e reagirecon improvvisa aggressività quando la <strong>per</strong><strong>so</strong>na compare davanti a lui: <strong>per</strong>il malato è come se quella <strong>per</strong><strong>so</strong>na si fosse ma<strong>te</strong>rializzata all’improvvi<strong>so</strong>spaventandolo e quin<strong>di</strong> inducendo una impulsiva reazione <strong>di</strong> attacco a scopo<strong>di</strong>fensivo. Viene cioè sempre a mancare la me<strong>di</strong>azione delle funzionicognitive che, consen<strong>te</strong>ndo <strong>di</strong> deco<strong>di</strong>ficare <strong>per</strong> <strong>te</strong>mpo i messaggi dell’am-86


PARTE 2: LE MANIFESTAZIONI DELLA MALATTIAbien<strong>te</strong>, <strong>per</strong>mettono <strong>di</strong> organizzare anche rispos<strong>te</strong> comportamentali congruenti,cioè logicamen<strong>te</strong> conseguenti agli stimoli. Anche un tono <strong>di</strong> voceun po’ aspro o irritato può essere vissuto dal malato come un attaccorivolto a lui: il malato potrebbe cioè non comprendere il significato dellenostre parole. Frequen<strong>te</strong>men<strong>te</strong> i comportamenti aggressivi del malatocompaiono in concomitanza con la richiesta <strong>di</strong> compiere alcune manovreassis<strong>te</strong>nziali: l’igiene della <strong>per</strong><strong>so</strong>na, il bagno, il vestirsi, lo svestirsi.Tut<strong>te</strong> ques<strong>te</strong> o<strong>per</strong>azioni implicano un contatto con il corpo della <strong>per</strong><strong>so</strong>nacon demenza che può essere vissuto come un’invadenza e una violazione:se infatti nel malato è andato smarrito il concetto <strong>di</strong> lavarsi(cioè ciò che rappresenta questo atto <strong>per</strong> la nostra convivenza con glialtri e <strong>per</strong> il rapporto con noi s<strong>te</strong>ssi) e se l’acqua non è più riconosciuta,ma viene avvertita come qual<strong>cosa</strong> <strong>di</strong> estraneo e incomprensibile, e cosìtutti i gesti che accompagnano il lavarsi, si può capire quanto <strong>di</strong>fficilesia <strong>per</strong> il malato lasciarsi fare una serie <strong>di</strong> cose, prive <strong>di</strong> sen<strong>so</strong> <strong>per</strong> lui,sul proprio corpo. Analogamen<strong>te</strong>, il vestirsi prima e lo spogliarsi piùavanti, <strong>di</strong>vengono manovre prive <strong>di</strong> significato <strong>per</strong> la <strong>per</strong><strong>so</strong>na condemenza che ne coglie <strong>so</strong>ltanto gli aspetti <strong>di</strong> invadenza e violazione neiconfronti del proprio corpo quando vengono eseguiti da altri.Anche il <strong>te</strong>ntativo <strong>di</strong> obbligare il malato a svolgere qualsiasi altra azione chein quel momento egli non comprende può indurre una sua risposta comportamentaleaggressiva, così come l’in<strong>te</strong>rferenza, anche involontaria, in qualcheazione che egli sta svolgendo. In<strong>te</strong>rrom<strong>per</strong>e una qualsiasi attività del malato<strong>per</strong> indurlo ad altra occupazione può costituire, <strong>per</strong> le sue residue capacità <strong>di</strong>comprensione dei messaggi, <strong>so</strong>ltanto una fasti<strong>di</strong>osa irruzione <strong>di</strong> qual<strong>cosa</strong> <strong>di</strong>incomprensibile nella sua concentrazione a s<strong>te</strong>nto man<strong>te</strong>nuta su qual<strong>cosa</strong> chelo in<strong>te</strong>ressa o lo tiene occupato <strong>senza</strong> eccessiva fatica.Comportamenti aggressivi e manifestazioni <strong>di</strong> irritabilità pos<strong>so</strong>no altresìessere indotti da un malessere fisico presen<strong>te</strong> nel malato: la <strong>per</strong><strong>so</strong>nacon demenza può avere qualche dolore (male <strong>di</strong> stomaco, dolori artrosici,dolori addominali <strong>per</strong> stitichezza) o essere influenzato, avere un’infezione.La sua irritazione potrebbe dunque venire da una <strong>so</strong>fferenza fisicache il malato non sa manifestare in altro modo. Come chiunque <strong>di</strong> noi siinnervosisce quando sta poco bene, lo s<strong>te</strong>s<strong>so</strong> accade nel <strong>so</strong>ggetto condemenza che <strong>per</strong>ò non è in grado <strong>di</strong> padroneggiare la situazione (<strong>di</strong>re cheha male, dove ha male, che tipo <strong>di</strong> male prova) e manifesta il suo <strong>di</strong>sagioesclusivamen<strong>te</strong> attraver<strong>so</strong> comportamenti aggressivi.È anche importan<strong>te</strong> ricordare che, in alcune situazioni e poi negli sta<strong>di</strong> piùavanzati della malattia, il comportamento aggressivo può essere <strong>di</strong>rettamen<strong>te</strong>causato dal danno cerebrale, cioè dalla compromissione <strong>di</strong> specifiche areedel cervello. Può altresì essere conseguen<strong>te</strong> all’u<strong>so</strong> improprio <strong>di</strong> farmaci.Se riusciamo a comprendere che nell’aggressività del malato nei nostriLa richiesta <strong>di</strong>lavarsi o vestirsipuò essere fon<strong>te</strong><strong>di</strong> aggressivitàRidurre al minimole situazioni arischio e sviarel’at<strong>te</strong>nzione senonostan<strong>te</strong> tuttola crisi <strong>di</strong>aggressivitàin<strong>so</strong>rge87


CHE COSA FARE• Innanzitutto, ricordarsi quanto appena descritto aiuta, se non adevitare, almeno a ridurre al minimo situazioni che pos<strong>so</strong>no esserevissu<strong>te</strong> come minacciose dal malato.• Dal momento <strong>per</strong>ò che l’igiene, il vestirsi, lo spogliarsi <strong>so</strong>noin<strong>di</strong>spensabili, si può ricorrere alla <strong>di</strong>strazione del malato <strong>per</strong>compiere le manovre necessarie a tali o<strong>per</strong>azioni ammortizzando,se non eliminando in buona par<strong>te</strong>, le sue reazioni aggressive.• Occorre cioè fare leva sul deficit dell’at<strong>te</strong>nzione proprio dellademenza: spostando, attirando l’at<strong>te</strong>nzione del malato su unostimolo <strong>per</strong> lui piacevole, che gli produce benessere, che loin<strong>te</strong>ressa, <strong>di</strong>minuiamo la quantità <strong>di</strong> at<strong>te</strong>nzione a <strong>di</strong>sposizione <strong>per</strong>seguire le manovre assis<strong>te</strong>nziali che noi dobbiamo compiere.• Va da sé che <strong>per</strong> ogni <strong>per</strong><strong>so</strong>na con demenza esis<strong>te</strong> qual<strong>cosa</strong> <strong>di</strong>in<strong>te</strong>ressan<strong>te</strong> e attraen<strong>te</strong>: si tratta <strong>di</strong> in<strong>di</strong>viduare uno o più <strong>di</strong> questistimoli, farne <strong>te</strong><strong>so</strong>ro e impiegarli al momento opportuno: puòtrattarsi <strong>di</strong> una canzone dei vecchi <strong>te</strong>mpi, <strong>di</strong> una filastrocca, <strong>di</strong> unricordo che il malato recu<strong>per</strong>a <strong>senza</strong> eccessiva fatica dallamemoria e la cui ripetizione lo mantiene concentrato <strong>per</strong> un po’ <strong>di</strong><strong>te</strong>mpo, privandolo delle ri<strong>so</strong>rse necessarie <strong>per</strong> badare a quei gestio manovre che stiamo compiendo su <strong>di</strong> lui. Oppure potremmoprovare a dargli da <strong>te</strong>nere in mano qual<strong>cosa</strong> che lo in<strong>te</strong>ressa, ooffrirgli qualche cibo gra<strong>di</strong>to.• Anche non insis<strong>te</strong>re, rinviando a un secondo momento laproposta che ha provocato una prima risposta irritata, può essereuna buona <strong>so</strong>luzione. Tornando da lui dopo poco, la suacon<strong>di</strong>zione può essere abbastanza mutata da accogliere lamedesima proposta con maggiore <strong>di</strong>sponibilità; può cioèaccadere che, in momenti <strong>di</strong>versi, il messaggio verbale e/o nonverbale che gli porgiamo sia più o meno facilmen<strong>te</strong> comprensibile.• Allo s<strong>te</strong>s<strong>so</strong> modo può essere utile, po<strong>te</strong>ndolo fare, cambiare la<strong>per</strong><strong>so</strong>na che propone una certa attività: se cioè, <strong>per</strong> esempio, larichiesta del coniuge <strong>di</strong> andare a tavola non ha <strong>so</strong>rtito altro effettoche una rispostaccia, la s<strong>te</strong>ssa proposta rinnovata <strong>di</strong> lì a poco daun figlio, potrebbe indurre una imme<strong>di</strong>ata risposta positiva. Ciònon significa che uno dei due è più bravo, ma semplicemen<strong>te</strong> che,una serie <strong>di</strong> elementi presenti nelle due situazioni <strong>so</strong>no statirecepiti in maniera <strong>di</strong>versa o che, in occasione della secondaproposta, il messaggio ha trovato una via <strong>di</strong> acces<strong>so</strong> al cervelloche prima era preclusa.• Anche l’autorevolezza, la sicurezza, la calma che <strong>di</strong>mostriamoattraver<strong>so</strong> gli at<strong>te</strong>ggiamenti del volto, del corpo, dei gesti, dellavoce e che costituiscono elementi <strong>di</strong> comunicazione non verbaleben <strong>per</strong>cepiti dal malato anche in sta<strong>di</strong> avanzati della malattia,88


PARTE 2: LE MANIFESTAZIONI DELLA MALATTIAgiocano un ruolo importan<strong>te</strong> nell’efficacia del passaggio delleinformazioni.• Può altresì accadere che la <strong>per</strong><strong>so</strong>na con demenza si <strong>di</strong>mostriinspiegabilmen<strong>te</strong> docile con qualcuno forse in virtù <strong>di</strong> qualchetratto <strong>so</strong>matico che la attrae positivamen<strong>te</strong> o, viceversa, che simostri oppositivo e aggressivo nei confronti <strong>di</strong> qualcun altro cheha magari il <strong>so</strong>lo <strong>di</strong>fetto <strong>di</strong> richiamare alla men<strong>te</strong> il ricordo <strong>di</strong> unvolto de<strong>te</strong>stato in gioventù. In<strong>so</strong>mma, così come a noi una<strong>per</strong><strong>so</strong>na può risultare istintivamen<strong>te</strong> simpatica o antipatica, los<strong>te</strong>s<strong>so</strong> fenomeno può presentarsi nel malato che <strong>per</strong>ò, a<strong>di</strong>fferenza <strong>di</strong> chi è “sano”, non è in grado <strong>di</strong> controllare le propriereazioni né <strong>di</strong> dare un significato a ciò che vede e prova.confronti non vi è alcuna in<strong>te</strong>nzionalità, che la sua rabbia verbale ofisica non è consapevolmen<strong>te</strong> rivolta ver<strong>so</strong> <strong>di</strong> noi, ma costituisce unicamen<strong>te</strong>l’espressione <strong>di</strong> un <strong>di</strong>sagio, ne consegue che non ha alcun sen<strong>so</strong>sgridare il malato <strong>per</strong> i suoi comportamenti aggressivi, fargli la pre<strong>di</strong>casui comportamenti che deve <strong>te</strong>nere, domandargli <strong>per</strong>ché si comportacosì, at<strong>te</strong>ndersi una giustificazione da par<strong>te</strong> sua, chiedergli che nonlo faccia più, aspettarsi che non lo faccia più. Ricor<strong>di</strong>amoci che ha anchedeficit importanti <strong>di</strong> memoria e <strong>so</strong>prattutto è sempre in <strong>di</strong>fficoltà neicompiti <strong>di</strong> deco<strong>di</strong>fica degli stimoli, dei messaggi, delle situazioni.Bi<strong>so</strong>gna sempre domandarsi se la causa del comportamento aggressivoproviene dai problemi “ fisici” o “psicologici” della <strong>per</strong><strong>so</strong>na condemenza oppure dall’ambien<strong>te</strong> es<strong>te</strong>rno, al fine <strong>di</strong> in<strong>di</strong>viduare le possibilicause e quin<strong>di</strong> rimuoverle.<strong>Non</strong> sgrida<strong>te</strong> ilmalato: la suarabbia non èrivolta contro <strong>di</strong>voi, è <strong>so</strong>lo lamanifestazione <strong>di</strong>un <strong>di</strong>sagioSERVONO I FARMACI?Per con<strong>te</strong>nere questo <strong>di</strong>sturbo è <strong>so</strong>prattutto importan<strong>te</strong> comportarsicorrettamen<strong>te</strong> nei confronti del malato, eliminando i possibili elementi<strong>di</strong> <strong>di</strong>sturbo ambientale e prestando at<strong>te</strong>nzione alle malattie fisichepresenti. L’aggressività verbale non è migliorabile con l’u<strong>so</strong> <strong>di</strong> farmaci.Per talune forme <strong>di</strong> aggressività fisica, invece, esistono farmaci cheriducono il livello <strong>di</strong> aggressività del malato. È quin<strong>di</strong> sempre opportunofare riferimento al proprio me<strong>di</strong>co <strong>di</strong> me<strong>di</strong>cina generale e/o, neicasi <strong>di</strong> più <strong>di</strong>fficile gestione, agli specialisti del Centro <strong>per</strong> le demenze(Centro <strong>per</strong> i <strong>di</strong>sturbi cognitivi dell’adulto) <strong>di</strong> riferimento.89


2.2 Vagabondaggio/affaccendamentoPer scaricarel’ansia il malatopuò abbandonarsial vagabondaggioo alla ripetizione<strong>di</strong> gesti, frasi,numeri o canzoniCOME SI MANIFESTA?Si pos<strong>so</strong>no identificare due aree <strong>di</strong> espressione <strong>di</strong> questo <strong>di</strong>sturbo delcomportamento: il vagabondaggio e l’affaccendamento. Il vagabondaggioconsis<strong>te</strong> <strong>so</strong>stanzialmen<strong>te</strong> nel camminare <strong>senza</strong> una meta e unoscopo precisi, rispondendo a un impul<strong>so</strong>/bi<strong>so</strong>gno in<strong>te</strong>riore incontrollabile.L’affaccendamento in<strong>di</strong>ca invece tutti quei gesti e comportamentiripetitivi svolti <strong>senza</strong> una finalità apparen<strong>te</strong>. Il malato appare indaffaratoin attività prive <strong>di</strong> un fine logico, <strong>di</strong> cui non sempre è facile comprendereil sen<strong>so</strong>, ma che lo vedono ‘impegnato’ in una continua ripetizione,quasi automatica.Ne forniamo un elenco prima <strong>di</strong> procedere alla descrizione: il malatoapre e rovista dentro cassetti, arma<strong>di</strong>, borsetta, con<strong>te</strong>nitori varicome se s<strong>te</strong>sse cercando qual<strong>cosa</strong> o met<strong>te</strong>ndo a posto; ripe<strong>te</strong> gestis<strong>te</strong>reotipati come strofinare lenzuola o abiti, lisciare su<strong>per</strong>fici, manipolarebottoni, orli, maniche; si toglie i vestiti, le calze, le scarpe,si spoglia; si arrotola i pantaloni al ginocchio; si tira su la gonna;svita, smonta, lacera, <strong>di</strong>strugge oggetti; <strong>so</strong>ttrae o nasconde ancheaddos<strong>so</strong> a sé oggetti vari; sposta oggetti da una par<strong>te</strong> all’altra dell’ambien<strong>te</strong>.Altre espressioni dell’affaccendamento pos<strong>so</strong>no essere considera<strong>te</strong>la ripetizione continua e monotona <strong>di</strong> numeri, filastrocche,parole, brani <strong>di</strong> canzoni, ma anche il portare alla bocca ma<strong>te</strong>rialicommestibili e non commestibili.PERCHÉ E QUANDO SI MANIFESTACertamen<strong>te</strong> una delle cause <strong>di</strong> questi comportamenti è l’ansia, presen<strong>te</strong>in molti malati. È del tutto comprensibile che la demenza, privandoil malato a poco a poco <strong>di</strong> quasi tutti i suoi punti <strong>di</strong> riferimento (non sapiù chi è, che <strong>cosa</strong> è stato, dove e come trovare le parole gius<strong>te</strong>, comearrivare alla fine <strong>di</strong> una sequenza <strong>di</strong> movimenti, dove deve andare, dovesi collocano le cose attorno a lui, che <strong>cosa</strong> aveva in<strong>te</strong>nzione <strong>di</strong> fare pochiistanti prima) produca ansia. L’ansia è uno stato emotivo che tutti benconosciamo <strong>per</strong> averlo provato ogni volta che ci siamo trovati <strong>di</strong> fron<strong>te</strong>alla prospettiva <strong>di</strong> qual<strong>cosa</strong> <strong>di</strong> incerto, <strong>di</strong> non definito, <strong>di</strong> nuovo, <strong>di</strong>ignoto; qual<strong>cosa</strong> che non <strong>di</strong>pende da noi, ma da altri; qual<strong>cosa</strong> cheinduce mille congetture e ipo<strong>te</strong>si, ma che al momento non è controllabile<strong>di</strong>rettamen<strong>te</strong> da par<strong>te</strong> nostra. Sappiamo bene tutti, <strong>per</strong> es<strong>per</strong>ienza<strong>per</strong><strong>so</strong>nale, che in ques<strong>te</strong> circostanze è molto <strong>di</strong>fficile restare fermi adat<strong>te</strong>ndere l’evolversi della <strong>cosa</strong>: l’ansia trova infatti una valvola <strong>di</strong> scaricopreferenziale nell’attività motoria. Così qualcuno passeggia avantie in<strong>di</strong>etro, altri tirano fuori una sigaretta, altri ancora iniziano e90


PARTE 2: LE MANIFESTAZIONI DELLA MALATTIA<strong>so</strong>spendono mille piccole attività <strong>senza</strong> concluderne nessuna; qualcunotamburella le <strong>di</strong>ta sul tavolo incessan<strong>te</strong>men<strong>te</strong>, qualcun altro contorce lemani.È probabile dunque che il vagabondaggio e l’affaccendamento della<strong>per</strong><strong>so</strong>na con demenza corrisponda pienamen<strong>te</strong> ai nostri comportamenti<strong>di</strong> <strong>so</strong>ggetti cognitivamen<strong>te</strong> sani, con la <strong>di</strong>fferenza appunto che i gestidel malato <strong>di</strong>vengono ancora più inconcludenti fino a <strong>di</strong>ventare a vol<strong>te</strong>incomprensibili. Il <strong>fatto</strong> poi che alcuni dei gesti e comportamenti ripetutidal malato richiamino par<strong>te</strong> della gestualità legata ad attività svol<strong>te</strong>nel <strong>per</strong>iodo <strong>di</strong> vita preceden<strong>te</strong> la malattia è spiegabile come modalità<strong>di</strong> riempimento <strong>di</strong> un <strong>te</strong>mpo che molto spes<strong>so</strong> <strong>di</strong>viene vuoto <strong>per</strong> ilmalato: sia <strong>per</strong>ché il malato è spes<strong>so</strong> anziano e quin<strong>di</strong> non ha piùun’attività lavorativa che lo occupa <strong>per</strong> buona par<strong>te</strong> della giornata, sia<strong>per</strong>ché chi lo assis<strong>te</strong> spes<strong>so</strong> si <strong>so</strong>stituisce a lui che non è più in grado <strong>di</strong>svolgere correttamen<strong>te</strong> mol<strong>te</strong> attività o comunque le lascia in <strong>so</strong>spe<strong>so</strong>.Se poi si tiene conto del <strong>fatto</strong> che il proces<strong>so</strong> <strong>di</strong> de<strong>te</strong>rioramento dellamemoria sgretola i ricor<strong>di</strong> recenti rendendo attuali le tracce del passato,pur <strong>senza</strong> conservarle <strong>per</strong>fettamen<strong>te</strong> in<strong>te</strong>gre, si comprende che laripetizione parziale <strong>di</strong> vecchi gesti è il rifles<strong>so</strong> dello sta<strong>di</strong>o <strong>di</strong> regressionedella memoria autobiografica del malato. Questa spiegazione aiutaa capire la ripetizione <strong>di</strong> gesti che ricordano il filare piuttosto che lasis<strong>te</strong>mazione dei tralci della vi<strong>te</strong> o la raccolta <strong>di</strong> erba o la misurazionedelle pezze <strong>di</strong> stoffa. Ognuno <strong>di</strong> questi gesti rimanda a un compito o aun mestiere svolto <strong>per</strong> esempio in età giovanile dal malato.Questi comportamenti, che compaiono in genere in una fase in<strong>te</strong>rme<strong>di</strong>adella malattia, pos<strong>so</strong>no essere innescati anche dalla pre<strong>senza</strong> <strong>di</strong> stimoliambientali che causano <strong>di</strong>sagio nel malato: ad es. momenti <strong>di</strong> confusione,ambienti vasti, noia.Il vagabondaggio può iniziare anche in seguito all’impul<strong>so</strong> <strong>di</strong> alzarsi<strong>per</strong> andare a fare qual<strong>cosa</strong>: andare in bagno, bere, mangiare. Pochiistanti dopo l’avvio del cammino, <strong>per</strong>ò, il malato non ricorda più ilmotivo <strong>per</strong> cui si è mos<strong>so</strong> e, forse con l’in<strong>te</strong>nzione <strong>di</strong> cercare qual<strong>cosa</strong>che gli ricor<strong>di</strong> l’in<strong>te</strong>nzione iniziale, continua a camminare <strong>senza</strong>riuscire più a fermarsi. Sembra anzi che il malato non si stanchi, chenon senta più gli stimoli della fame, della se<strong>te</strong>, del bi<strong>so</strong>gno <strong>di</strong> urinare,che non avverta dolore, che riesca a su<strong>per</strong>are anche ostacoli ambientali(fossati, tracciati accidentati, sali<strong>te</strong>), che non si accorga della<strong>te</strong>m<strong>per</strong>atura e delle con<strong>di</strong>zioni atmosferiche. In realtà la <strong>per</strong><strong>so</strong>na condemenza avver<strong>te</strong> ques<strong>te</strong> cose ma, da una par<strong>te</strong>, non può fermarsi,dall’altra, il <strong>di</strong>sagio che gli procurano le <strong>di</strong>fficoltà <strong>so</strong>pra descrit<strong>te</strong>,acuendo la sua ansia e il suo malessere, lo spinge a continuare a camminareancora <strong>di</strong> più. Si innesta cioè un circolo vizio<strong>so</strong> <strong>di</strong>fficile daI gesti ripetuti<strong>so</strong>no spes<strong>so</strong> legatial passato <strong>per</strong>chéla malattia hacancellatoinnanzitutto lamemoria piùrecen<strong>te</strong>91


PARTE 2: LE MANIFESTAZIONI DELLA MALATTIA• È quin<strong>di</strong> opportuno pesare il malato almeno una volta al mese eproporgli a più riprese, nel cor<strong>so</strong> della giornata, bevande e cibi.b) in ca<strong>so</strong> <strong>di</strong> affaccendamento• È utile lasciarlo fare, assicurandosi che utilizzi, eventualmen<strong>te</strong>fornendoglieli, ma<strong>te</strong>riali che possa manipolare <strong>senza</strong> <strong>per</strong>icoli <strong>per</strong>sé e <strong>per</strong> gli altri.• Altrettanto utile può essere pre<strong>di</strong>sporre mobili e spazi totalmen<strong>te</strong>a sua <strong>di</strong>sposizione nei quali possa rovistare, riporre, or<strong>di</strong>nare a suomodo oggetti, ma<strong>te</strong>riali, suppellettili che abbiano lecarat<strong>te</strong>ristiche <strong>so</strong>pra descrit<strong>te</strong>.• Anche <strong>te</strong>nerlo occupato in attività gradevoli alla sua portata (ades. parti <strong>di</strong> attività domestiche, parti <strong>di</strong> attività conosciu<strong>te</strong>lavorative e/o hobbistiche) può servire a orientare l’impul<strong>so</strong> a fare,e a produrre <strong>so</strong>d<strong>di</strong>sfazione <strong>per</strong> il risultato ot<strong>te</strong>nuto e quin<strong>di</strong>benessere complessivo.SERVONO I FARMACI?<strong>Non</strong> esistono attualmen<strong>te</strong> farmaci specifici in grado <strong>di</strong> ridurre l’impul<strong>so</strong>a camminare in maniera incessan<strong>te</strong> o a svolgere attività <strong>senza</strong> unoscopo apparen<strong>te</strong>. Anzi, i normali farmaci ad azione sedativa spes<strong>so</strong>peggiorano la <strong>per</strong>formance motoria: l’ammalato continua ad avere lostimolo a muoversi, ma lo fa in maniera meno sicura e con più altorischio <strong>di</strong> caduta.LIMITI E CONDIZIONI PER RICORRERE ALLA CONTENZIONE FISICAIl vagabondaggio e l’affaccendamento non devono costituire motivi <strong>per</strong>l’u<strong>so</strong> della con<strong>te</strong>nzione fisica se non in casi estremamen<strong>te</strong> limitatiquando ques<strong>te</strong> attività risultano essere oggettivamen<strong>te</strong> <strong>per</strong>icolose <strong>per</strong>il <strong>so</strong>ggetto. Va considerato che l’applicazione del mezzo <strong>di</strong> con<strong>te</strong>nzioneaumenta i rischi <strong>di</strong> cadu<strong>te</strong>, il livello <strong>di</strong> ansia, agitazione, aggressivitàdel malato.<strong>Non</strong> esistonofarmaci specifici<strong>per</strong> questi sintomi.La con<strong>te</strong>nzionefisica deve essereevitata, se non incasi <strong>di</strong> estremo eoggettivo <strong>per</strong>icolo<strong>per</strong> il malato93


2.3 Agitazione psicomotoriaCOME SI MANIFESTA?Quando è presen<strong>te</strong> questo <strong>di</strong>sturbo del comportamento il malato esprimeansia, <strong>te</strong>nsione, inquietu<strong>di</strong>ne, timore. Il malato non riesce a starefermo, oppure continua a chiedere <strong>di</strong> qualcuno che deve arrivare, oppuremanifesta paura <strong>per</strong> qual<strong>cosa</strong> <strong>di</strong> indefinito. Spes<strong>so</strong> si <strong>di</strong><strong>so</strong>rienta sianel <strong>te</strong>mpo che nello spazio. A vol<strong>te</strong> può anche reagire in maniera eccessivaad una situazione: questa modalità <strong>di</strong> comportamento è anchedenominata reazione catastrofica, dal momento che il malato rispondead uno stimolo, <strong>di</strong> <strong>per</strong> sé innocuo, come se si trattasse <strong>di</strong> una <strong>cosa</strong> grave,<strong>per</strong>icolosa, molto allarman<strong>te</strong>.Avendo <strong>di</strong>fficoltàa rapportarsi conl’ambien<strong>te</strong>, ilmalato puòreagire in modocatastrofico adeventi <strong>di</strong> <strong>per</strong> séquasi irrilevantiPERCHÉ E QUANDO SI MANIFESTA?La comparsa <strong>di</strong> questo <strong>di</strong>sturbo del comportamento è un chiaro segnaledelle <strong>di</strong>fficoltà che il malato incontra nell’in<strong>te</strong>razione con l’ambien<strong>te</strong>che lo circonda o <strong>di</strong> qualche <strong>di</strong>sagio fisico. La pre<strong>senza</strong> <strong>di</strong> un numeroelevato <strong>di</strong> stimoli rispetto alle sue capacità <strong>di</strong> controllo, l’in<strong>so</strong>rgenza <strong>di</strong>malesseri fisici o <strong>di</strong> problemi fisiologici (il malato ha dolori, ha un’infezionein atto, ha una malattia in cor<strong>so</strong>, oppure ha appetito, stanchezza,se<strong>te</strong>) pos<strong>so</strong>no essere causa <strong>di</strong> agitazione psicomotoria. Ancherichiedere al malato <strong>di</strong> eseguire compiti che risultino troppo <strong>di</strong>fficili<strong>per</strong> le capacità residue rimas<strong>te</strong>gli può causare <strong>te</strong>nsione e agitazione.L’agitazione psicomotoria può manifestarsi altresì in concomitanza conmomenti in cui il tono dell’umore del malato è depres<strong>so</strong>. Ogni momentodel giorno e della not<strong>te</strong> può vedere l’in<strong>so</strong>rgenza del <strong>di</strong>sturbo, anche se vi<strong>so</strong>no alcuni momenti nei quali il <strong>di</strong>sturbo si manifesta con maggiorefrequenza: <strong>so</strong>no <strong>so</strong>prattutto le prime ore dopo il pranzo, il tardo pomeriggio,le prime ore della serata. Anche l’utilizzo <strong>di</strong> farmaci che pos<strong>so</strong>noridurre le capacità <strong>di</strong> vigilanza e <strong>di</strong> at<strong>te</strong>nzione del <strong>so</strong>ggetto può de<strong>te</strong>rminareun aumento dello stato confusionale e la comparsa <strong>di</strong> agitazione.94


PARTE 2: LE MANIFESTAZIONI DELLA MALATTIACHE COSA FARE• È sempre opportuno domandarsi anche in questo ca<strong>so</strong> se la causadel comportamento del malato è in<strong>te</strong>rna o se proviene dall’ambien<strong>te</strong>es<strong>te</strong>rno, al fine <strong>di</strong> in<strong>di</strong>viduare le possibili cause e quin<strong>di</strong> rimuoverle.Questo può non essere un compito semplicissimo anche <strong>per</strong>chéspes<strong>so</strong> <strong>so</strong>no presenti con<strong>te</strong>mporaneamen<strong>te</strong> più cause, tuttavia, laconoscenza del malato e la assidua osservazione dei suoicomportamenti da par<strong>te</strong> <strong>di</strong> chi gli vive accanto, costituiscono unvalido ausilio nella ricerca delle possibili cause.• È sempre opportuno chiedere al me<strong>di</strong>co curan<strong>te</strong> se qualcuno deifarmaci assunti può essere fon<strong>te</strong> del <strong>di</strong>sturbo.• Per quanto riguarda l’approccio ver<strong>so</strong> il malato è opportuno utilizzaretoni <strong>di</strong> voce calmi e rassicuranti, non rimproverarlo, orientarlo contatto nello spazio e nel <strong>te</strong>mpo, avvicinarsi con at<strong>te</strong>ggiamentoaffettuo<strong>so</strong> e rassicuran<strong>te</strong> lodandolo <strong>per</strong> qual<strong>cosa</strong>. È utile ancheattirare l’at<strong>te</strong>nzione del malato su cose che lo in<strong>te</strong>ressano.• Se è presen<strong>te</strong> una malattia organica, <strong>so</strong>prattutto se questacomporta dolore, i <strong>te</strong>mpi <strong>di</strong> ri<strong>so</strong>luzione della crisi <strong>di</strong> agitazionepos<strong>so</strong>no essere anche lunghi e <strong>so</strong>no <strong>di</strong>rettamen<strong>te</strong> collegati allariduzione/scomparsa dello stimolo organico <strong>di</strong>sturban<strong>te</strong>.• È inopportuno affrontare il malato in più <strong>per</strong><strong>so</strong>necon<strong>te</strong>mporaneamen<strong>te</strong>, in quanto ciò, in genere, aumental’agitazione e induce rispos<strong>te</strong> <strong>di</strong> tipo <strong>di</strong>fensivo e quin<strong>di</strong> aggressive.Cerca<strong>te</strong> <strong>di</strong>comprendere lacausa e reagi<strong>te</strong>parlandogli concalma, <strong>per</strong>rassicurarloIn sin<strong>te</strong>si, le stra<strong>te</strong>gie ambientali <strong>per</strong> con<strong>te</strong>nere l’agitazione della <strong>per</strong><strong>so</strong>nacon demenza <strong>so</strong>no:• evitare gli eventi che pos<strong>so</strong>no sca<strong>te</strong>nare nel pazien<strong>te</strong> ansia, stress edepressione;• rimuovere gli stimoli precipitanti;• fornire supporti <strong>di</strong> tipo emotivo e affettivo;• creare un ambien<strong>te</strong> tranquillo e rassicuran<strong>te</strong>.CI SONO FARMACI EFFICACI?I farmaci pos<strong>so</strong>no essere <strong>di</strong> aiuto nel con<strong>te</strong>nere i livelli <strong>di</strong> agitazione eaggressività, in particolar modo fisica, ma al prezzo <strong>di</strong> sedare e compromet<strong>te</strong>rele <strong>per</strong>formance cognitive e motorie residue del pazien<strong>te</strong>. Lapossibilità <strong>di</strong> utilizzo <strong>di</strong> farmaci va valutata con il me<strong>di</strong>co curan<strong>te</strong>.SERVE LA CONTENZIONE FISICA?<strong>Non</strong> è in<strong>di</strong>cata <strong>per</strong> la <strong>so</strong>luzione dei problemi connessi a tale <strong>di</strong>sturbodel comportamento. Nell’eventualità <strong>di</strong> comportamenti gravemen<strong>te</strong>autolesivi del malato o for<strong>te</strong>men<strong>te</strong> lesivi nei confronti degli altri, rivolgersial me<strong>di</strong>co.95


2.4 DeliriIl malato puòessere convintosiano fatti realisituazioni <strong>so</strong>lo<strong>te</strong>mu<strong>te</strong> o reputareirreali cose chestanno accadendoCOME SI MANIFESTANO?Il malato appare convinto <strong>di</strong> qual<strong>cosa</strong> che non c’è e crede che cose nonvere stiano realmen<strong>te</strong> accadendo: <strong>per</strong> esempio crede che lo stiano derubando,che qualcuno voglia fargli del male, che qualcuno lo tra<strong>di</strong>sca,che i familiari vogliano abbandonarlo, che il coniuge o qualcuno dellafamiglia non siano chi <strong>di</strong>cono <strong>di</strong> essere, che un <strong>per</strong><strong>so</strong>naggio della TVsia reale e <strong>di</strong>aloga con es<strong>so</strong> o si agita <strong>per</strong> la sua pre<strong>senza</strong>.PERCHÉ E QUANDO POSSONO MANIFESTARSIQuesto <strong>di</strong>sturbo può manifestarsi in ogni fase della malattia, <strong>per</strong> esempioin seguito a fenomeni <strong>di</strong> illusione, cioè <strong>di</strong> errata <strong>per</strong>cezione delle immaginiriflesse (immagini <strong>te</strong>levisive). I deliri pos<strong>so</strong>no as<strong>so</strong>ciarsi anche afenomeni allucinatori: l’ammalato crede <strong>di</strong> sentire voci o <strong>di</strong> vedere <strong>per</strong><strong>so</strong>neinesis<strong>te</strong>nti e, sulla base <strong>di</strong> tali erra<strong>te</strong> <strong>per</strong>cezioni, costruisce storie,elabora pensieri, formula frasi e <strong>di</strong>scorsi non attinenti con la realtà.La fase acuta <strong>di</strong> alcune malattie può, nella <strong>per</strong><strong>so</strong>na con demenza, produrrela comparsa <strong>di</strong> deliri, <strong>so</strong>prattutto se ci <strong>so</strong>no febbre e <strong>di</strong>sidratazione.Questo <strong>di</strong>sturbo del comportamento può verificarsi anche in seguitoall’assunzione <strong>di</strong> alcuni farmaci. <strong>Non</strong> va <strong>di</strong>menticato infine che, aseguito <strong>di</strong> bruschi cambiamenti <strong>di</strong> ambien<strong>te</strong>, quali ad esempio unricovero in ospedale, un cambiamento <strong>di</strong> domicilio, lo spostamento <strong>di</strong>ambien<strong>te</strong> in occasione delle vacanze, il ricovero in una casa- residenzapos<strong>so</strong>no rappresentare la cause sca<strong>te</strong>nanti fenomeni <strong>di</strong> tipo deliran<strong>te</strong>nella <strong>per</strong><strong>so</strong>na con demenza.Pertranquillizzarlonon deride<strong>te</strong>lo,elimina<strong>te</strong> leeventuali fontiambientali <strong>di</strong><strong>di</strong>sturbo eparla<strong>te</strong>gli concalmaCHE COSA FAREÈ molto importan<strong>te</strong> la reazione <strong>di</strong> chi si prende cura del malato <strong>per</strong> lagestione <strong>di</strong> tale <strong>di</strong>sturbo comportamentale• Si suggerisce dunque, <strong>per</strong> esempio, <strong>di</strong> non smentire il malato e <strong>di</strong><strong>di</strong>mostrargli che si comprende il suo stato d’animo.• È as<strong>so</strong>lutamen<strong>te</strong> inopportuno deriderlo, ma è meglio assecondare isuoi <strong>di</strong>scorsi, cercando nel con<strong>te</strong>mpo <strong>di</strong> tranquillizzarlo e <strong>di</strong> riportarlo,con tatto, alla realtà assumendo un ruolo pro<strong>te</strong>ttivo e rassicuran<strong>te</strong>.• È sempre utile in<strong>di</strong>viduare, al fine <strong>di</strong> ridurle o eliminarle, quandopossibile, le fonti ambientali del <strong>di</strong>sturbo (ad es. coprire gli specchi e/o il<strong>te</strong>levi<strong>so</strong>re; ridurre i rumori <strong>di</strong> fondo) e cercare <strong>di</strong> <strong>di</strong>strarlo attirandonel’at<strong>te</strong>nzione su qual<strong>cosa</strong> che normalmen<strong>te</strong> gli risulta piacevole.• Va da sé che se bruschi cambiamenti <strong>di</strong> ambien<strong>te</strong> pos<strong>so</strong>no sca<strong>te</strong>nareil <strong>di</strong>sturbo, occorre accuratamen<strong>te</strong> evitarli o comunque prestare lamassima at<strong>te</strong>nzione ogni volta che il malato cambia ambien<strong>te</strong>.96


PARTE 2: LE MANIFESTAZIONI DELLA MALATTIA• Infine, è in<strong>di</strong>spensabile chiedere al me<strong>di</strong>co curan<strong>te</strong> <strong>di</strong> verificarel’adegua<strong>te</strong>zza dei farmaci in u<strong>so</strong> o la pre<strong>senza</strong> <strong>di</strong> malattie/<strong>di</strong>sturbiorganici eventualmen<strong>te</strong> causa dei deliri s<strong>te</strong>ssi.CI SONO FARMACI EFFICACI?I deliri pos<strong>so</strong>no essere trattati efficacemen<strong>te</strong> con l’impiego <strong>di</strong> alcunifarmaci che <strong>so</strong>no rappresentati dai neurolettici. È opportuno chiederesempre consiglio al me<strong>di</strong>co.SERVE LA CONTENZIONE FISICA?<strong>Non</strong> ha alcuna in<strong>di</strong>cazione <strong>di</strong> efficacia l’impiego <strong>di</strong> strumenti <strong>di</strong> con<strong>te</strong>nzionefisica <strong>per</strong> la ri<strong>so</strong>luzione del <strong>di</strong>sturbo.2.5 AllucinazioniCOME SI MANIFESTANO?Il malato vede o sen<strong>te</strong> cose che non esistono (<strong>per</strong> esempio <strong>per</strong><strong>so</strong>ne,animali, fuoco, voci, odori o sapori strani) ed è pienamen<strong>te</strong> convintodella reale esis<strong>te</strong>nza <strong>di</strong> ciò che vede o sen<strong>te</strong>.QUANDO POSSONO MANIFESTARSIQuesto <strong>di</strong>sturbo del comportamento che, insieme ai deliri, fa par<strong>te</strong> deicosiddetti “sintomi psicotici” può comparire in ogni fase della malattia(analogamen<strong>te</strong> ai deliri).In particolare può verificarsi duran<strong>te</strong> la fase acuta <strong>di</strong> alcune malattie,in modo particolare quando <strong>so</strong>no presenti febbre e <strong>di</strong>sidratazione. Anchein questo ca<strong>so</strong>, la pre<strong>senza</strong> <strong>di</strong> stimoli ambientali, <strong>so</strong>prattutto visivi,erroneamen<strong>te</strong> <strong>per</strong>cepiti, può essere causa sca<strong>te</strong>nan<strong>te</strong> del <strong>di</strong>sturbo.Sia<strong>te</strong> comprensiviquando, magari inseguito anche aduno stato febbrile,il malato vede osen<strong>te</strong> cose chenon esistonoCHE COSA FARE• È importan<strong>te</strong> non smentire il malato, ma <strong>di</strong>mostrargli checompren<strong>di</strong>amo il suo stato d’animo.• È opportuno non deriderlo mai, ma piuttosto occorre cercare <strong>di</strong>riportarlo a contatto con la realtà, assumendo, se necessario, unruolo pro<strong>te</strong>ttivo e rassicuran<strong>te</strong>.• È sempre utile in<strong>di</strong>viduare ed eliminare eventuali stimoliambientali causa <strong>di</strong> erronea <strong>per</strong>cezione nonché chiedere alme<strong>di</strong>co <strong>di</strong> verificare l’adegua<strong>te</strong>zza dei farmaci in u<strong>so</strong> o la pre<strong>senza</strong><strong>di</strong> malattie/<strong>di</strong>sturbi organici.97


CI SONO FARMACI EFFICACI?Le allucinazioni pos<strong>so</strong>no essere trattare efficacemen<strong>te</strong> con l’impiego <strong>di</strong>alcuni farmaci. È opportuno chiedere sempre consiglio al me<strong>di</strong>co.SERVE LA CONTENZIONE FISICA?<strong>Non</strong> ha alcuna in<strong>di</strong>cazione <strong>di</strong> efficacia l’impiego <strong>di</strong> strumenti <strong>di</strong> con<strong>te</strong>nzionefisica <strong>per</strong> la ri<strong>so</strong>luzione del <strong>di</strong>sturbo.2.6 Comportamenti alimentariparticolariIl malato puòrifiutare il cibo orubarlo, e spes<strong>so</strong>gioca con glialimenti presentisul proprio piattoCOME SI MANIFESTANO?Sotto questa voce <strong>so</strong>no annoverati numerosi comportamenti particolariche pos<strong>so</strong>no verificarsi nel malato, singolarmen<strong>te</strong> o in as<strong>so</strong>ciazionefra <strong>di</strong> loro, e in sta<strong>di</strong> <strong>di</strong>versi della malattia.Di seguito si descrivono i comportamenti più comuni.Il malato chiede continuamen<strong>te</strong> cibo e/o si lamenta, anche con insis<strong>te</strong>nza,che non gli si dà da mangiare, anche se ha appena <strong>te</strong>rminato <strong>di</strong>mangiare. È possibile anche che il malato ‘rubi’ il cibo approfittando<strong>di</strong> momenti <strong>di</strong> <strong>di</strong>strazione dei familiari, <strong>senza</strong> naturalmen<strong>te</strong> rendersiconto <strong>di</strong> ciò che fa.Sono possibili anche comportamenti in anti<strong>te</strong>si fra <strong>di</strong> loro quali mangiarecon voracità oppure serrare la bocca e rifiutare <strong>di</strong> alimentarsi e <strong>di</strong> bere.Altre vol<strong>te</strong> il malato gioca con il cibo (es.: mescola i cibi, travasa, manipola...)dentro e fuori dal proprio piatto, as<strong>so</strong>lutamen<strong>te</strong> ignaro <strong>di</strong> ognietichetta.Può anche accadere che il malato sputi i pezzi <strong>di</strong> cibo più <strong>so</strong>lido ri<strong>te</strong>nendolicorpi estranei.Soprattutto nelle fasi più avanza<strong>te</strong> della malattia, il <strong>so</strong>ggetto può ruminareil cibo <strong>senza</strong> deglutire, anche <strong>per</strong> <strong>per</strong>io<strong>di</strong> brevi, prima <strong>di</strong> ritornarea <strong>per</strong>io<strong>di</strong> in cui torna a masticare normalmen<strong>te</strong>.QUANDO POSSONO MANIFESTARSITali comportamenti <strong>so</strong>no in genere carat<strong>te</strong>ristici della fase in<strong>te</strong>rme<strong>di</strong>ae/o avanzata della malattia. Talvolta la loro comparsa è del tutto impreve<strong>di</strong>bilee improvvisa: in tali casi potrebbe collegarsi alla pre<strong>senza</strong> <strong>di</strong>malattie organiche o all’assunzione <strong>di</strong> alcuni farmaci, <strong>per</strong>tanto è sempreopportuno consultare il me<strong>di</strong>co.Ambienti in cui si ha la pre<strong>senza</strong> <strong>di</strong> un numero eccessivo <strong>di</strong> stimolirispetto alle capacità <strong>di</strong> at<strong>te</strong>nzione del malato pos<strong>so</strong>no essere fon<strong>te</strong> <strong>di</strong>un peggioramento dei comportamenti alimentari.98


PARTE 2: LE MANIFESTAZIONI DELLA MALATTIACHE COSA FARESi descrivono <strong>di</strong> seguito alcuni accorgimenti utili in tre particolari situazioni.a) quando il malato continua a chiedere cibo:• È utile frazionare i pasti principali in tanti spuntini. È importan<strong>te</strong>infatti che la <strong>per</strong><strong>so</strong>na mangi a sufficienza, quin<strong>di</strong> ha scarsarilevanza che lo faccia ai pasti principali.• Come sempre, con questi ammalati, è importan<strong>te</strong> che siamo noiad adeguarci alle loro necessità ed esigenze, piuttosto cheinsis<strong>te</strong>re a chiedere loro <strong>di</strong> rispettare convenzioni e abitu<strong>di</strong>ni.• È dunque utile non negare loro sempre il cibo ogni volta che lochiedono; occorre <strong>te</strong>nere a <strong>di</strong>sposizione qualche alimento anche<strong>di</strong> facile <strong>so</strong>mministrazione (frutta, yogurt, biscotti in<strong>te</strong>grali,caramelle).• Altrettanto utile può essere <strong>di</strong>strarlo <strong>te</strong>nendolo occupato in altreattività che risultino <strong>per</strong> lui piacevoli.• È sempre importan<strong>te</strong> rendere inaccessibile ogni <strong>so</strong>stanza noncommestibile quando il malato <strong>te</strong>nde ad ingerire qualsiasi <strong>cosa</strong>.• È altrettanto buona regola non spazientirsi in pre<strong>senza</strong> <strong>di</strong> questicomportamenti del malato ricordando anche che talvolta il <strong>te</strong>mpoa lui necessario <strong>per</strong> mangiare <strong>di</strong>venta molto più lungo rispetto alleabitu<strong>di</strong>ni precedenti la malattia.b) quando il malato non mangia e non beve:• Si può provare a ricercare alimenti e bevande che sianoparticolarmen<strong>te</strong> gra<strong>di</strong>ti al malato (<strong>per</strong> es. cibi dolci oppure cibi chesi sapevano molto gra<strong>di</strong>ti dal malato prima della malattia oquando era più giovane).• È importan<strong>te</strong> anche non insis<strong>te</strong>re ad alimentare il malato negliorari tra<strong>di</strong>zionali, ma sfruttare tutti i momenti della giornata edella not<strong>te</strong> <strong>per</strong> provare a farlo bere e mangiare.• È utile ricordare anche che le infezioni della bocca o problemi legati aun cattivo utilizzo della pro<strong>te</strong>si dentaria <strong>so</strong>no frequenti in questiammalati e provocano spes<strong>so</strong> <strong>di</strong>fficoltà ad alimentarsi o rifiuto del cibo.• Se il rifiuto del cibo <strong>per</strong>dura <strong>per</strong> qualche giorno è necessarioconsultare il me<strong>di</strong>co curan<strong>te</strong> <strong>per</strong>ché valuti l’opportunità <strong>di</strong> impiego<strong>di</strong> in<strong>te</strong>gratori alimentari o modalità <strong>di</strong> nutrizione artificiale.• Nelle fasi avanza<strong>te</strong> <strong>di</strong> malattia può rendersi necessario utilizzareaccorgimenti particolari: ad es. l’alimentazione con il biberon sfruttail man<strong>te</strong>nimento <strong>di</strong> un meccanismo automatico <strong>di</strong> suzione/deglutizione. <strong>Non</strong> si deve avere in alcun ca<strong>so</strong> il timore <strong>di</strong> trattare ilmalato come un bambino, ma occorre ricordare che l’obiettivoprincipale è <strong>per</strong>met<strong>te</strong>rgli <strong>di</strong> nutrirsi adeguatamen<strong>te</strong> posticipando ilpiù possibile l’impiego <strong>di</strong> <strong>te</strong>cniche <strong>di</strong> alimentazione artificiale,sicuramen<strong>te</strong> più invasive.Se non mangia,cerca<strong>te</strong> cibiparticolarmen<strong>te</strong>gra<strong>di</strong>ti al malatoma dopo qualchegiorno porta<strong>te</strong>lodal me<strong>di</strong>co99


c) quando il malato gioca con il cibo:• Innanzitutto è importan<strong>te</strong> verificare che nell’ambien<strong>te</strong> non visiano con<strong>di</strong>zioni che creano confusione nel malato; in secondoluogo, si può provare a dargli un cibo alla volta, a fornire unaposata alla volta e <strong>so</strong>lo quella funzionale al cibo che devemangiare e che è in grado <strong>di</strong> usare; a farlo mangiare a tavola da<strong>so</strong>lo, in modo che non riceva <strong>di</strong>sturbo dalla pre<strong>senza</strong> <strong>di</strong> altricommensali, la cui pre<strong>senza</strong> e i cui movimenti potrebbero<strong>di</strong>strarlo e rendergli quin<strong>di</strong> più <strong>di</strong>fficile organizzare i gesti e leazioni necessarie <strong>per</strong> mangiare. Il <strong>fatto</strong> <strong>di</strong> i<strong>so</strong>larlo, separarlo daglialtri non deve essere visto come una azione contro il malato, ma asuo favore. Tale scelta deve infatti essere mo<strong>di</strong>ficata non appenaci si renda conto che non è efficace <strong>per</strong> il malato.• In ogni ca<strong>so</strong>, il malato non va mai né rimproverato né deri<strong>so</strong> ed èfuoriluogo pre<strong>te</strong>ndere che il malato rispetti le regole formali(etichetta/bon-ton).CI SONO FARMACI EFFICACI?<strong>Non</strong> esistono farmaci utili a correggere questo <strong>di</strong>sturbo del comportamento.2.7 Labilità del tono dell’umoreSe il malato passa<strong>senza</strong> causesufficienti e moltofacilmen<strong>te</strong>dall’allegria alpianto, sia<strong>te</strong>rassicuranti e<strong>di</strong>strae<strong>te</strong>loCOME E QUANDO SI MANIFESTAQuando compare questo <strong>di</strong>sturbo del comportamento, il malato passarapidamen<strong>te</strong> e improvvisamen<strong>te</strong> dal <strong>so</strong>rri<strong>so</strong> al pianto o alla rabbia, eviceversa, in as<strong>senza</strong> <strong>di</strong> cause evidenti; oppure, il malato reagisce emotivamen<strong>te</strong>in modo non coeren<strong>te</strong> rispetto alla situazione, al con<strong>te</strong>sto,allo stimolo: ad es. piange <strong>per</strong> cose che non hanno con<strong>te</strong>nuto tris<strong>te</strong>oppure trova ri<strong>di</strong>cole cose che non <strong>so</strong>no spiritose o ancora, ride in circostanzeinopportune. Compare prevalen<strong>te</strong>men<strong>te</strong> nelle fasi in<strong>te</strong>rme<strong>di</strong>ae avanzata della malattia.CHE COSA FARE• Occorre assumere un at<strong>te</strong>ggiamento rassicuran<strong>te</strong> se il malatopiange o mostra tris<strong>te</strong>zza, cercare <strong>di</strong> comprendere se è riaffioratoun ricordo del passato con con<strong>te</strong>nuti tristi ed evitare <strong>di</strong>contrad<strong>di</strong>rlo se ride <strong>per</strong> qual<strong>cosa</strong> che non è spirito<strong>so</strong>. Può essereanche utile unirsi al suo ri<strong>so</strong>.• Si può altresì <strong>te</strong>ntare <strong>di</strong> assumere un at<strong>te</strong>ggiamento ma<strong>te</strong>rno:100


PARTE 2: LE MANIFESTAZIONI DELLA MALATTIAaccarezzare, abbracciare, cullare il malato come se fosse unbambino piccolo può essere efficace.• Anche <strong>di</strong>strarlo, introducendo nell’ambien<strong>te</strong> nuove <strong>per</strong><strong>so</strong>ne,oppure farlo parlare al <strong>te</strong>lefono con qualcuno che lo rassicuri puòessere altrettanto efficace.• <strong>Non</strong> sempre gli in<strong>te</strong>rventi <strong>di</strong> chi si prende cura del malato, anchese corretti, producono un risultato. Occorre allora lasciare che il<strong>di</strong>sturbo si esaurisca da <strong>so</strong>lo.CI SONO FARMACI EFFICACI?<strong>Non</strong> esistono farmaci utili <strong>per</strong> la <strong>so</strong>luzione <strong>di</strong> questo <strong>di</strong>sturbo del comportamento.Il ricor<strong>so</strong> a farmaci ad azione antidepressiva dovrà sempreessere valutato dal me<strong>di</strong>co curan<strong>te</strong>.2.8 DepressioneCOME SI MANIFESTAQuando è presen<strong>te</strong> questo sintomo la <strong>per</strong><strong>so</strong>na con demenza appare malinconica,il suo volto è tris<strong>te</strong>, spes<strong>so</strong> piange. Oltre a questi sintomi, il malato puòlamentare dolori vaghi e <strong>di</strong>ffusi, dormire meno e male, agitarsi facilmen<strong>te</strong>.Spes<strong>so</strong> appare stanco e affaticato, a vol<strong>te</strong> <strong>per</strong>de l’appetito e cala <strong>di</strong> pe<strong>so</strong>.Può apparire nervo<strong>so</strong> e irritabile.QUANDO PUÒ MANIFESTARSITale <strong>di</strong>sturbo compare <strong>di</strong> <strong>so</strong>lito nella fase iniziale della malattia e talvoltaanche nella fase in<strong>te</strong>rme<strong>di</strong>a.CI SONO FARMACI EFFICACI?La depressione è uno dei <strong>di</strong>sturbi del comportamento che trae vantaggiodall’impiego <strong>di</strong> farmaci specifici che andranno prescritti dal me<strong>di</strong>co curan<strong>te</strong>.CHE COSA FAREÈ opportuno stimolare il malato a svolgere qualche attività che lo in<strong>te</strong>ressae che è ancora in grado <strong>di</strong> svolgere al fine <strong>di</strong> produrre in lui la <strong>so</strong>d<strong>di</strong>sfazione<strong>per</strong> la riuscita.Tra le stra<strong>te</strong>gie non farmacologiche <strong>per</strong> ridurre la depressione possiamosin<strong>te</strong>tizzare:• l’utilizzo <strong>di</strong> rinforzi positivi (ad esempio complimentarsi con ilmalato quando svolge un’attività, può contribuire ad aumentare lasua autostima);101


• evitare situazioni stressanti;• assicurare un ambien<strong>te</strong> tranquillo;• stimolare l’attività fisica, hobby e occupazioni.<strong>Non</strong> sempre gli in<strong>te</strong>rventi del familiare, anche se corretti, producono unrisultato. Occorre allora lasciare che il <strong>di</strong>sturbo si esaurisca da <strong>so</strong>lo, oppure,se i sintomi depressivi <strong>per</strong>sistono e si cronicizzano, è necessario ricorrerea farmaci antidepressivi. È opportuno consultare il me<strong>di</strong>co chevalu<strong>te</strong>rà l’utilità o meno <strong>di</strong> questi farmaci.2.9 Apatia<strong>Non</strong> lascia<strong>te</strong> che ilmalato siabbandoniall’apatia; cerca<strong>te</strong>stimoli in grado <strong>di</strong>smuovere la suaeventualein<strong>di</strong>fferenzaCOME SI MANIFESTASi tratta <strong>di</strong> un <strong>di</strong>sturbo che viene spes<strong>so</strong> <strong>so</strong>ttovalutato dal momento chenon crea particolari <strong>di</strong>fficoltà <strong>di</strong> gestione a chi si prende cura del malato.Inoltre, viene frequen<strong>te</strong>men<strong>te</strong> confu<strong>so</strong> come “sintomo naturale dellademenza”: il malato non mostra in<strong>te</strong>resse ver<strong>so</strong> il mondo che lo circonda,è poco attivo, <strong>te</strong>nde a non avviare la conversazione <strong>per</strong> primo, a nonavere più iniziativa <strong>per</strong> le consue<strong>te</strong> attività, che siano gli hobby, la curadella casa e la propria <strong>per</strong><strong>so</strong>na. A vol<strong>te</strong> sembra in<strong>di</strong>fferen<strong>te</strong> a tutti glistimoli e agli avvenimenti che accadono intorno a lui: entusiasmo,simpatia, gra<strong>di</strong>mento, in<strong>so</strong>fferenza sembrano non appar<strong>te</strong>nere più albagaglio emotivo del malato.Egli non par<strong>te</strong>cipa ad alcuna attività o, se invitato a farlo, smet<strong>te</strong> subito;non <strong>di</strong>mostra in<strong>te</strong>resse ver<strong>so</strong> le attività degli altri e <strong>di</strong>mostra scar<strong>so</strong>o nullo in<strong>te</strong>resse ver<strong>so</strong> le <strong>per</strong><strong>so</strong>ne o ver<strong>so</strong> cose nuove. Appare quieto,buono, non <strong>di</strong>sturba, non dà preoccupazioni.QUANDO PUÒ MANIFESTARSI:Compare in genere nella fase in<strong>te</strong>rme<strong>di</strong>a della malattia; in alcune formeparticolari <strong>di</strong> demenza può tuttavia costituire uno dei primi sintomi.CHE COSA FARE• È opportuno sforzarsi <strong>di</strong> stimolare il malato in ogni occasione, nonrinunciando a cercare <strong>di</strong> attirarne l’at<strong>te</strong>nzione su qual<strong>cosa</strong>.• Talvolta le nostre <strong>so</strong>llecitazioni pos<strong>so</strong>no provocare come unicarisposta un moto <strong>di</strong> in<strong>so</strong>fferenza: tale reazione è comunque unrisultato importan<strong>te</strong>, <strong>per</strong>ché costituisce <strong>di</strong> <strong>fatto</strong> una rispostaall’ambien<strong>te</strong>.• Talvolta lo sfruttamento <strong>di</strong> alcuni automatismi motori quali ilcanto, il ballo, la ripetizione <strong>di</strong> filastrocche, può smuovere il malato102


PARTE 2: LE MANIFESTAZIONI DELLA MALATTIAdallo stato <strong>di</strong> inerzia nel quale si trova e costituire <strong>fatto</strong>re <strong>di</strong>comunicazione.• È importan<strong>te</strong> non <strong>di</strong>menticare che si tratta <strong>di</strong> un <strong>di</strong>sturbo delcomportamento, anche se non provoca <strong>di</strong>sturbo in chi si occupa<strong>di</strong> lui.CI SONO FARMACI EFFICACI?È utile rivolgersi al me<strong>di</strong>co curan<strong>te</strong> dal momento che tale <strong>di</strong>sturbo puòessere alleviato da alcuni farmaci; gli antidepressivi pos<strong>so</strong>no essereutili <strong>per</strong> stimolare la <strong>per</strong><strong>so</strong>na con demenza nel recu<strong>per</strong>are una certainiziativa, sebbene alcune forme <strong>di</strong> apatia risultino essere particolarmen<strong>te</strong>resis<strong>te</strong>nti al trattamento. L’apatia è inoltre uno dei sintomi comportamentaliche <strong>per</strong> la sua particolare “connessione” con i deficitcognitivi può rispondere al trattamento con gli inibitori delle colines<strong>te</strong>rasi(AChE-I) e con la memantina; anche <strong>per</strong> questi occorre rivolgersial me<strong>di</strong>co curan<strong>te</strong>.2.10 Al<strong>te</strong>razione del ritmo <strong>so</strong>nno-vegliaCOME SI MANIFESTA?Si tratta <strong>di</strong> un <strong>di</strong>sturbo del comportamento che met<strong>te</strong> particolarmen<strong>te</strong>in crisi i conviventi. Infatti, il malato <strong>te</strong>nde a stare sveglio <strong>di</strong> not<strong>te</strong> e adormire <strong>di</strong> giorno, ma <strong>so</strong>prattutto duran<strong>te</strong> la not<strong>te</strong> è molto attivo: unavolta alzatosi autonomamen<strong>te</strong>, incomincia a lavarsi, a vestirsi e puòchiedere <strong>di</strong> uscire o <strong>di</strong> iniziare una attività, anche se è not<strong>te</strong> fonda.Talvolta invece rimane a letto, parlando a voce alta, chiamando, trafficandocon la biancheria del letto.In altri casi, la <strong>per</strong><strong>so</strong>na non dorme <strong>di</strong> not<strong>te</strong>, ma dorme poco ancheduran<strong>te</strong> il giorno. Ciò affatica molto chi l’assis<strong>te</strong>, anche <strong>per</strong>ché duran<strong>te</strong>il giorno incombono tut<strong>te</strong> le attività normali della vita quoti<strong>di</strong>ana,mentre la <strong>per</strong><strong>so</strong>na malata può recu<strong>per</strong>are ore <strong>di</strong> <strong>so</strong>nno o comunque non<strong>di</strong>mostrare particolare stanchezza.Il malato ha il<strong>so</strong>nno leggero.Può svegliarsi piùvol<strong>te</strong> in una <strong>so</strong>lanot<strong>te</strong>, fino adarrivare ascambiare ilgiorno con lanot<strong>te</strong>PERCHÉ E QUANDO SI MANIFESTA?Questo <strong>di</strong>sturbo può comparire precocemen<strong>te</strong>, ma in genere carat<strong>te</strong>rizzale fasi in<strong>te</strong>rme<strong>di</strong>e e avanza<strong>te</strong> della malattia. Il <strong>so</strong>nno della <strong>per</strong><strong>so</strong>nacon demenza risulta al<strong>te</strong>rato dal momento che <strong>di</strong>viene più leggero eframmentato: il malato cioè può svegliarsi più vol<strong>te</strong> nel cor<strong>so</strong> della not<strong>te</strong>.Uno sconvolgimento, più o meno grave, del ritmo <strong>so</strong>nno-veglia puòessere de<strong>te</strong>rminato anche dalle al<strong>te</strong>razioni organiche dei centri nervosi103


che ne regolano la normalità.Va anche ricordato che tut<strong>te</strong> le malattie organiche e gli eventuali <strong>di</strong>sturbiprovenienti dall’ambien<strong>te</strong> (rumori, suoni, luci, freddo) in<strong>te</strong>rferisconocon il <strong>so</strong>nno del malato, così come avviene <strong>per</strong> tutti.Consideraresempre i suoibioritmi naturali espontaneiCHE COSA FARE• In pre<strong>senza</strong> <strong>di</strong> al<strong>te</strong>razione del ritmo <strong>so</strong>nno-veglia può essere utileinnanzitutto verificare che il malato non abbia freddo, fame, se<strong>te</strong>,o bi<strong>so</strong>gno <strong>di</strong> andare in bagno, oppure che non ci sia qual<strong>cosa</strong> chelo infasti<strong>di</strong>sce impedendogli il <strong>so</strong>nno (luci, buio, dolore fisico).• È anche opportuno non costringere la <strong>per</strong><strong>so</strong>na a stare o aritornare a letto, se non lo vuole fare, né insis<strong>te</strong>re a spiegargli cheè not<strong>te</strong> se si verifica che tale informazione risulta priva <strong>di</strong> sen<strong>so</strong>,visto che non la induce a mo<strong>di</strong>ficare richies<strong>te</strong> e comportamento;piuttosto, anche se ciò affatica, è meglio proporre attività che la<strong>te</strong>ngano occupata in qual<strong>cosa</strong> <strong>di</strong> piacevole come se fosse giorno.• Altrettanto consigliabile è <strong>te</strong>nere la <strong>per</strong><strong>so</strong>na ammalatamaggiormen<strong>te</strong> occupata duran<strong>te</strong> il giorno proponendopasseggia<strong>te</strong> e attività che la in<strong>te</strong>ressino e la stanchino.• Nel ca<strong>so</strong> in cui il <strong>di</strong>sturbo <strong>per</strong>sista, è sempre in<strong>di</strong>spensabileinformare il me<strong>di</strong>co curan<strong>te</strong> che valu<strong>te</strong>rà la situazione. Evitare,comunque sempre, <strong>di</strong> <strong>so</strong>mministrare qualsiasi farmaco <strong>per</strong> indurreil <strong>so</strong>nno <strong>senza</strong> consultare il me<strong>di</strong>co o aumentare arbitrariamen<strong>te</strong>le dosi prescrit<strong>te</strong>: il risultato potrebbe essere peggiore delproblema.In sin<strong>te</strong>si le stra<strong>te</strong>gie ambientali <strong>per</strong> trattare l’in<strong>so</strong>nnia nella <strong>per</strong><strong>so</strong>na condemenza comprendono:• assicurare un ambien<strong>te</strong> tranquillo• evitare i riposi <strong>di</strong>urni• evitare <strong>di</strong> lasciare a ripo<strong>so</strong> la <strong>per</strong><strong>so</strong>na con demenza troppo a lungoal mattino o <strong>di</strong> met<strong>te</strong>rla a letto molto presto alla sera• stimolare l’attività fisica• evitare l’assunzione serale <strong>di</strong> <strong>so</strong>stanze stimolanti (caffè, the,tabacco)SERVONO I FARMACI?Questo <strong>di</strong>sturbo può essere efficacemen<strong>te</strong> trattato con farmaci; è quin<strong>di</strong>importan<strong>te</strong> rivolgersi al me<strong>di</strong>co curan<strong>te</strong>. <strong>Non</strong> sempre si riesce a trovarela risposta farmacologica utile a correggere il <strong>di</strong>sturbo al primo <strong>te</strong>ntativo.È quin<strong>di</strong> opportuno avere la pazienza <strong>di</strong> at<strong>te</strong>ndere l’effetto del farmacoe man<strong>te</strong>nere una costan<strong>te</strong> osservazione del comportamento del malato inmodo da riferire sempre al me<strong>di</strong>co curan<strong>te</strong> corret<strong>te</strong> informazioni.104


PARTE 2: LE MANIFESTAZIONI DELLA MALATTIANella <strong>per</strong><strong>so</strong>na anziana, è sempre opportuno evitare l’utilizzo <strong>di</strong> sedativie/o <strong>so</strong>nniferi (come ad esempio le benzo<strong>di</strong>azepine che pos<strong>so</strong>no dare<strong>di</strong>pendenza ed esporre la <strong>per</strong><strong>so</strong>na ad una serie <strong>di</strong> eventi avversi comele cadu<strong>te</strong>), e preferire <strong>so</strong>stanze più naturali come la melatonina.Naturalmen<strong>te</strong> sarà il me<strong>di</strong>co a valutare e in<strong>di</strong>viduare la <strong>so</strong>luzione piùadatta alla specifica <strong>per</strong><strong>so</strong>na.SERVE LA CONTENZIONE FISICA?<strong>Non</strong> è efficace, <strong>per</strong> ri<strong>so</strong>lvere questo <strong>di</strong>sturbo, alcuna forma <strong>di</strong> con<strong>te</strong>nzionefisica. Può essere utile, nel ca<strong>so</strong> in cui il malato <strong>te</strong>nda ad alzarsiduran<strong>te</strong> la not<strong>te</strong> e sia con<strong>te</strong>mporaneamen<strong>te</strong> insicuro nella deambulazionee quin<strong>di</strong> a rischio <strong>di</strong> cadere, dotarsi <strong>di</strong> letti attrezzati e trovare accorgimenti:ad esempio, <strong>di</strong>sporre un paio <strong>di</strong> ma<strong>te</strong>rassi accanto al letto inmodo che, se anche il malato dovesse cadere dal letto, eviti <strong>di</strong> farsi male.Questo accorgimento consen<strong>te</strong> anche <strong>di</strong> evitare <strong>di</strong> aumentarne l’agitazionenel ca<strong>so</strong> in cui il malato <strong>di</strong>mostri in<strong>so</strong>fferenza nei confronti dellespon<strong>di</strong>ne. È sempre importan<strong>te</strong> comunque parlare <strong>di</strong> ques<strong>te</strong> cose con ilme<strong>di</strong>co curan<strong>te</strong>.105


106


PARTE 2: LE MANIFESTAZIONI DELLA MALATTIA3 LE COMPLICANZELa fase avanzata <strong>di</strong> malattia è quella in cui più frequenti <strong>so</strong>no complicanzee malattie che pos<strong>so</strong>no rivelarsi molto gravi. A vol<strong>te</strong>, <strong>per</strong>ò,le complicanze si presentano anche nella fase in<strong>te</strong>rme<strong>di</strong>a.In molti casi con una assis<strong>te</strong>nza adeguata è possibile prevenire o comunqueritardarne il più possibile la comparsa. Purtroppo nei casi più gravialcune complicanze risultano quasi inevitabili.3.1 Cadu<strong>te</strong> e frattureParticolare importanza rives<strong>te</strong> la prevenzione delle cadu<strong>te</strong> a causa delleloro po<strong>te</strong>nziali gravi conseguenze. Le cadu<strong>te</strong>, infatti, che rappresentanouna delle gran<strong>di</strong> “sindromi geriatriche” <strong>per</strong> la loro frequenza e <strong>per</strong>la comparsa <strong>di</strong> complicazioni secondarie, pos<strong>so</strong>no de<strong>te</strong>rminare la frattura<strong>di</strong> segmenti ossei (più frequen<strong>te</strong>men<strong>te</strong> il femore, il bacino, il pol<strong>so</strong>e le cos<strong>te</strong>) anche <strong>per</strong> traumi piuttosto lievi, poiché nell’anziano è spes<strong>so</strong>presen<strong>te</strong> una fragilità delle ossa legata all’os<strong>te</strong>oporosi. Si stima cheannualmen<strong>te</strong> un <strong>te</strong>rzo degli anziani che vivono a casa e la metà <strong>di</strong>quelli in struttura residenziale cadano almeno una volta; <strong>di</strong> questi il50% cadono ripetutamen<strong>te</strong>.La prevenzione delle cadu<strong>te</strong> è <strong>di</strong> enorme importanza, in quanto lepo<strong>te</strong>nziali conseguenze comprendono un 5% <strong>di</strong> fratture <strong>di</strong> femore e5-10% <strong>di</strong> traumi severi (cranici, <strong>di</strong>storsioni e lussazioni articolari, feri<strong>te</strong>cutanee).Un quinto degli anziani che cadono muore a causa delle complicanzeentro 6 mesi, un altro 20% resta <strong>di</strong>penden<strong>te</strong> dal punto <strong>di</strong> vista funzionalee oltre il 60% <strong>per</strong>de autonomia motoria.La <strong>per</strong><strong>so</strong>na con demenza, specialmen<strong>te</strong> se anziana, presenta un elevatorischio <strong>di</strong> caduta, a causa <strong>di</strong>:1) deficit cronici della marcia: nella <strong>per</strong><strong>so</strong>na con demenza vi pos<strong>so</strong>noessere specifiche al<strong>te</strong>razioni della marcia oppure <strong>di</strong>sturbi legati acomplicanze ischemiche cerebrali o parkin<strong>so</strong>nismi, o al<strong>te</strong>razioni <strong>di</strong>tipo os<strong>te</strong>oarticolare o <strong>di</strong>sturbi visivi;2) instabilità acuta del cammino <strong>per</strong> stato confusionale acuto (delirium)in cor<strong>so</strong> <strong>di</strong> febbre e <strong>di</strong>sidratazione, abbassamento della pressionedovuto ai farmaci, aritmie, variazioni della glicemia nel <strong>di</strong>abetico.Il malato cade piùfrequen<strong>te</strong>men<strong>te</strong> epuò nonaccorgersi <strong>di</strong>eventuali frattureanche <strong>per</strong> qualchegiorno107


In aggiunta a questi <strong>fatto</strong>ri la <strong>per</strong><strong>so</strong>na con de<strong>te</strong>rioramento cognitivo puònon rendersi conto dei rischi o non riuscire ad organizzare stra<strong>te</strong>gie <strong>di</strong>fron<strong>te</strong> ad ostacoli imprevisti. Nelle fasi più avanza<strong>te</strong> <strong>di</strong> malattia il <strong>so</strong>ggettocon demenza va anche incontro a una <strong>per</strong><strong>di</strong>ta della capacità <strong>di</strong>controllare la posizione del corpo nello spazio, nel man<strong>te</strong>nere la posizioneeretta e gli automatismi del cammino, fino ad un esaurimentodella funzione motoria (come si vedrà più avanti nel capitolo della faseavanzata <strong>di</strong> malattia).In ca<strong>so</strong> <strong>di</strong> caduta, va ricordato che il <strong>so</strong>ggetto con demenza può, talvolta,continuare a camminare anche se fratturato avendo scarsa capacità<strong>di</strong> in<strong>te</strong>rpretare lo stimolo doloro<strong>so</strong>; alcuni tipi <strong>di</strong> frattura del femoreinfatti, pur accompagnandosi a dolore vivace, consentono al <strong>so</strong>ggetto<strong>di</strong> man<strong>te</strong>nere la stazione eretta almeno <strong>per</strong> qualche giorno.Pertanto ogniqualvolta che il <strong>so</strong>ggetto è caduto, <strong>so</strong>prattutto se lamentadolore o se il suo livello <strong>di</strong> agitazione/aggressività aumenta (ilmalato potrebbe manifestare in questo modo il dolore) è bene consultareil me<strong>di</strong>co.COSA DETERMINA L’ALTO RISCHIO DI CADUTE NEL DEMENTE?La genesi delle cadu<strong>te</strong> è quasi sempre la conseguenza <strong>di</strong> più <strong>fatto</strong>ri incon<strong>te</strong>mporanea. Tra essi è bene ricordare:1. pre<strong>senza</strong> <strong>di</strong> ostacoli ambientali (<strong>di</strong>slivelli, gra<strong>di</strong>ni, illuminazioneinadeguata, ghiaia nel giar<strong>di</strong>no, ostacoli lungo i <strong>per</strong>corsi <strong>di</strong> deambulazione,ecc.) tanto al domicilio che nelle strutture (case residenza<strong>per</strong> anziani non autosufficienti e centri <strong>di</strong>urni);2. utilizzo <strong>di</strong> abbigliamenti inidonei (ad es. ciabat<strong>te</strong> che non danno stabilitàal piede, scarpe con suola scivolosa o <strong>di</strong> misura inidonea, ecc.);3. as<strong>senza</strong> <strong>di</strong> ausili nei punti critici della casa o del servizio (ad es. maniglioni<strong>di</strong> app<strong>oggi</strong>o nei bagni, corrimano, letti dotati <strong>di</strong> spon<strong>di</strong>ne, ecc.);4. utilizzo <strong>di</strong> farmaci che pos<strong>so</strong>no peggiorare le abilità motorie delmalato o ridurne l’at<strong>te</strong>nzione e la vigilanza duran<strong>te</strong> il cammino oprovocare bruschi cali pres<strong>so</strong>ri; molti farmaci che, nella <strong>per</strong><strong>so</strong>na condemenza, servono a controllare alcuni <strong>di</strong>sturbi del comportamento(farmaci ad azione sedativa o <strong>per</strong> indurre il <strong>so</strong>nno ad esempio) pos<strong>so</strong>noavere tra i loro effetti colla<strong>te</strong>rali un peggioramento della <strong>per</strong>formancemotoria e un aumento delle cadu<strong>te</strong>;5. con<strong>te</strong>mporanea pre<strong>senza</strong> <strong>di</strong> altre malattie che riducono/peggioranole abilità motorie del malato (ad es. morbo <strong>di</strong> Parkin<strong>so</strong>n, esiti <strong>di</strong> ictus,grave poliartrosi, aritmie car<strong>di</strong>ache, i<strong>per</strong><strong>te</strong>nsione ar<strong>te</strong>riosa, al<strong>te</strong>razionedei valori glicemici, ecc.)6. momenti particolari quali ad es. la fase successiva ad un proces<strong>so</strong>febbrile o l’alzarsi dopo un <strong>per</strong>iodo <strong>di</strong> immobilità.108


PARTE 2: LE MANIFESTAZIONI DELLA MALATTIAFino ad un certo punto della malattia, la caduta è la conseguenza <strong>di</strong> unaridotta capacità del malato <strong>di</strong> riconoscere gli ostacoli ambientali e <strong>di</strong>met<strong>te</strong>re in atto stra<strong>te</strong>gie <strong>per</strong> il loro su<strong>per</strong>amento, as<strong>so</strong>ciata alla pre<strong>senza</strong>con<strong>te</strong>mporanea <strong>di</strong> trattamenti farmacologici, malattie organiche eostacoli ambientali.Con il progre<strong>di</strong>re della malattia <strong>per</strong>ò la caduta è in larga par<strong>te</strong> la conseguenza<strong>di</strong> una riduzione della capacità <strong>di</strong> controllare la posizione delcorpo nello spazio e <strong>di</strong> man<strong>te</strong>nere la stazione eretta e gli automatismidel cammino (ve<strong>di</strong> in proposito il capitolo relativo all’esaurimento dellafunzione motoria).Ci <strong>so</strong>no momenti e luoghi nei quali statisticamen<strong>te</strong> la caduta è più frequen<strong>te</strong>.Essi <strong>so</strong>no:• la fase <strong>di</strong> alzata e <strong>di</strong> seduta (dal letto, da una se<strong>di</strong>a) <strong>so</strong>prattutto dopoun proces<strong>so</strong> febbrile, dopo un <strong>per</strong>iodo <strong>di</strong> immobilità, duran<strong>te</strong> la not<strong>te</strong>• le attività in bagno (sedersi e alzarsi dal wc, utilizzare la vasca dabagno)• i <strong>per</strong>corsi <strong>di</strong> salita e <strong>di</strong>scesa da una scala.Tutti i momenti e le attività pos<strong>so</strong>no <strong>per</strong>ò essere a rischio. L’importan<strong>te</strong>è ridurre al minimo gli ostacoli ambientali e man<strong>te</strong>nere <strong>per</strong> quantopossibile una deambulazione vigilata e assistita del malato finché ciò èpossibile.Rimuove<strong>te</strong> gliostacoli nel suoambien<strong>te</strong> e at<strong>te</strong>nti<strong>so</strong>prattuttoall’alzarsi e alsedersi e al salire escendere da unascalaCHE COSA FARE• Man<strong>te</strong>nere il malato in attività fisica (passeggia<strong>te</strong> in ambienti a luinoti e con pochi ostacoli).• Fare camminare il malato vigilandolo e, se necessario, conassis<strong>te</strong>nza <strong>di</strong>retta finché ciò è possibile.• Rimuovere il più possibile gli ostacoli ambientali (tappetini, <strong>di</strong>slivelli,vasi, arma<strong>di</strong> o ostacoli ingombranti, calzature inidonee, ecc.).• La regolarità dei pavimenti e dei gra<strong>di</strong>ni delle scale è moltoimportan<strong>te</strong> e deve essere controllata <strong>per</strong>io<strong>di</strong>camen<strong>te</strong>; i tappeti ole passatoie vanno fissati a <strong>te</strong>rra. Per evitare che il pavimento siascivolo<strong>so</strong>, nella cucina e nel bagno è consigliabile l’adozione <strong>di</strong>tappetini antiscivolo e in tutti gli ambienti le comuni cere <strong>per</strong>pavimenti andrebbero <strong>so</strong>stitui<strong>te</strong> con preparati antiscivolo chegarantiscono la s<strong>te</strong>ssa luci<strong>di</strong>tà e igiene.• I corrimano devono essere collocati lungo le scale, da ambo i lati,e <strong>per</strong> tutta la lunghezza delle scale; in bagno <strong>so</strong>no in<strong>di</strong>spensabilile maniglie <strong>di</strong> app<strong>oggi</strong>o orizzontali o verticali, e, quando possibile,l’adeguamento dell’al<strong>te</strong>zza dei sanitari agli standard suggeritidalla legge.• In camera, <strong>per</strong> prevenire le cadu<strong>te</strong> duran<strong>te</strong> le fasi <strong>di</strong> entrata e <strong>di</strong>At<strong>te</strong>nti a tappeti epavimentiscivolosi, usa<strong>te</strong>luci notturne,elimina<strong>te</strong> poltronetroppo basse,monta<strong>te</strong>corrimano emaniglie lungo lescale e in bagno109


uscita dal letto, è possibile adeguare l’al<strong>te</strong>zza del letto s<strong>te</strong>s<strong>so</strong>, chedeve essere leggermen<strong>te</strong> più alto (60 cm da <strong>te</strong>rra) <strong>per</strong> i <strong>so</strong>ggetticon <strong>di</strong>fficoltà a camminare.• Eliminare poltrone o se<strong>di</strong>e troppo basse: <strong>so</strong>no consiglia<strong>te</strong> se<strong>di</strong>e conschienale rigido e i braccioli.• L’ambien<strong>te</strong> deve essere illuminato con luce <strong>di</strong>ffusa e non <strong>di</strong>retta, <strong>senza</strong>zone d’ombra; gli in<strong>te</strong>rruttori vanno posizionati in base alla staturame<strong>di</strong>a dei <strong>so</strong>ggetti, all’ingres<strong>so</strong> <strong>di</strong> ogni stanza. Utili <strong>so</strong>no le luci notturnemesse in passaggi <strong>per</strong>icolosi (come tra la camera da letto e ilbagno), oltre che nelle s<strong>te</strong>sse stanze.• Chiedere consiglio al me<strong>di</strong>co <strong>per</strong> i farmaci ad azione sedativa e nonmo<strong>di</strong>ficare la po<strong>so</strong>logia prescritta sulla base <strong>di</strong> valutazioni <strong>per</strong><strong>so</strong>nali.• Controllare con particolare at<strong>te</strong>nzione il malato dopo un <strong>per</strong>iodo <strong>di</strong>febbre o <strong>di</strong> allettamento e tut<strong>te</strong> le vol<strong>te</strong> che le sue con<strong>di</strong>zioni fisiche<strong>so</strong>no in peggioramento.• Chiedere consiglio al <strong>te</strong>rapista delle cure domiciliari <strong>per</strong> lo svolgimento<strong>di</strong> attività motorie mira<strong>te</strong>.3.2 Crisi epiletticheSi tratta <strong>di</strong> <strong>so</strong>lito <strong>di</strong> crisi convulsive generalizza<strong>te</strong> con <strong>per</strong><strong>di</strong>ta <strong>di</strong> coscienzae spasmi muscolari; <strong>so</strong>no in genere carat<strong>te</strong>ristiche della fase avanzatadella malattia e in<strong>di</strong>cano che la degenerazione del <strong>te</strong>ssuto nervo<strong>so</strong>ha creato aree patologiche in grado <strong>di</strong> al<strong>te</strong>rare l’attività elettrica delcervello provocando la crisi. Vanno controlla<strong>te</strong> attraver<strong>so</strong> l’utilizzo <strong>di</strong>farmaci idonei; richiedono quin<strong>di</strong> sempre la valutazione da par<strong>te</strong> delme<strong>di</strong>co <strong>di</strong> me<strong>di</strong>cina generale o dello specialista, neurologo o geriatra.3.3 Ulcere da decubitoSe la cu<strong>te</strong> nellezone <strong>di</strong> app<strong>oggi</strong>osi arrossa muove<strong>te</strong>il malato oconsulta<strong>te</strong> ilme<strong>di</strong>co prima checompaianopiaghe dadecubitoConsistono in arrossamenti, abrasioni e vescicole che se non cura<strong>te</strong> pos<strong>so</strong>noevolvere in ulcere da decubito che pos<strong>so</strong>no in<strong>te</strong>ressare cu<strong>te</strong>, muscolie <strong>te</strong>ssuto a<strong>di</strong>po<strong>so</strong>. Nei casi più gravi pos<strong>so</strong>no raggiungere anche l’os<strong>so</strong>.La causa principale è la compressione delle zone con cui il corpo della<strong>per</strong><strong>so</strong>na app<strong>oggi</strong>a su una de<strong>te</strong>rminata su<strong>per</strong>ficie (letto, se<strong>di</strong>a, poltrona).Le se<strong>di</strong> più frequenti <strong>so</strong>no quin<strong>di</strong> quelle in cui la <strong>per</strong><strong>so</strong>na app<strong>oggi</strong>a suuna su<strong>per</strong>ficie (ma<strong>te</strong>ras<strong>so</strong>, piano della se<strong>di</strong>a, ecc): glu<strong>te</strong>i e regionesacrale, calcagni, fianchi, malleoli.L’immobilità ne favorisce la comparsa, così come la macerazione dellacu<strong>te</strong> dovuta alla <strong>per</strong><strong>di</strong>ta <strong>di</strong> feci e urine (<strong>so</strong>no più a rischio i malati che110


PARTE 2: LE MANIFESTAZIONI DELLA MALATTIApresentano incontinenza <strong>per</strong> feci e urine e che rimangono <strong>per</strong> <strong>te</strong>mpilunghi immobili nella s<strong>te</strong>ssa posizione).L’immobilità prolungata può essere dovuta a gravi malattie organiche,ai postumi <strong>di</strong> una frattura <strong>di</strong> femore, ma anche all’ecces<strong>so</strong> <strong>di</strong> sedazionefarmacologica. Le <strong>per</strong><strong>so</strong>ne in grado <strong>di</strong> spostarsi non <strong>so</strong>no a rischio <strong>di</strong>ulcere da decubito anche se stanno a letto o sedu<strong>te</strong> <strong>per</strong> lungo <strong>te</strong>mpo,<strong>per</strong>ché le zone compresse <strong>so</strong>no dolenti e inducono al movimento con ilquale si ripristina il flus<strong>so</strong> sanguigno.CHE COSA FARE• Muovere <strong>di</strong> frequen<strong>te</strong> la <strong>per</strong><strong>so</strong>na sia nel letto che nella se<strong>di</strong>a; se la<strong>per</strong><strong>so</strong>na presenta arrossamenti o abrasioni della cu<strong>te</strong> informare ilme<strong>di</strong>co e gli o<strong>per</strong>atori dei servizi, e seguire le in<strong>di</strong>cazioni relativealla mobilizzazione.• Curare bene l’igiene delle parti intime del malato evitando che lacu<strong>te</strong> si maceri.• È importan<strong>te</strong>, <strong>per</strong> prevenire le ulcere da decubito, utilizzare gliausili adeguati, quali il ma<strong>te</strong>rassino e/o i cuscini antidecubito, illetto articolato. La prescrizione degli ausili viene effettuata dalme<strong>di</strong>co <strong>di</strong> me<strong>di</strong>cina generale.• Osservare sempre la cu<strong>te</strong> <strong>so</strong>prattutto nelle zone che p<strong>oggi</strong>ano suun piano, glu<strong>te</strong>i e schiena se seduto, talloni, glu<strong>te</strong>i, schiena, nucase la <strong>per</strong><strong>so</strong>na trascorre molto <strong>te</strong>mpo a letto. Se si presentanoarrossamenti, vesciche o abrasioni informare subito il me<strong>di</strong>co.• Quando si forma una piaga è necessario che essa venga curata, ènecessario evitare ogni tipo <strong>di</strong> pressione sulla lesione. Confrontarsicon il me<strong>di</strong>co sull’eventualità <strong>di</strong> attivare attivare l’assis<strong>te</strong>nzadomiciliare che prevede la pre<strong>senza</strong> del servizio infermieristicodomiciliare.• Assicurare la corretta alimentazione (anche con in<strong>te</strong>gratorialimentari se necessari e prescritti dal me<strong>di</strong>co curan<strong>te</strong>) el’idratazione: una buona cura locale del decubito <strong>senza</strong> unacorretta alimentazione e idratazione è una battaglia <strong>per</strong>sa.3.4 Processi infettiviSono frequenti nella fase avanzata della malattia <strong>per</strong> una progressiva<strong>di</strong>minuzione <strong>di</strong> efficienza del sis<strong>te</strong>ma immunitario dovuta in par<strong>te</strong> ancheall’eventuale malnutrizione. Le zone del corpo nelle quali con più facilitàsi pos<strong>so</strong>no sviluppare processi infettivi <strong>so</strong>no costitui<strong>te</strong> dalle vieaeree, dalle vie urinarie e dal cavo orale.Con il progre<strong>di</strong>redella malattia<strong>di</strong>minuisce laforza del sis<strong>te</strong>maimmunitario eaumentano leinfezioni111


Alcuni comportamenti del malato (usci<strong>te</strong> al freddo con abbigliamentoinidoneo, rifiuto/opposizione al lavarsi i denti, <strong>di</strong>fficoltà a mangiare ea bere, ingestione vorace <strong>di</strong> cibo con passaggio nelle vie aeree <strong>di</strong> qualcheporzione dello s<strong>te</strong>s<strong>so</strong>, ecc.) favoriscono la comparsa dei processiinfettivi.CHE COSA FARE• Contattare il me<strong>di</strong>co curan<strong>te</strong> <strong>per</strong> valutare la necessità <strong>di</strong> iniziare la<strong>te</strong>rapia antibiotica e se può essere utile fare assumere alla <strong>per</strong><strong>so</strong>nadegli in<strong>te</strong>gratori alimentari (duran<strong>te</strong> la fase febbrile il fabbi<strong>so</strong>gnocalorico dell’organismo aumenta e gli antibiotici hanno spes<strong>so</strong>come effetto la riduzione dell’appetito).• Ricordare che la febbre provoca spes<strong>so</strong> stati confusionali acuti conaumento dello stato <strong>di</strong> agitazione e aggressività o, al contrario,può provocare stato <strong>di</strong> inerzia del malato.• Ricordare che le capacità funzionali del malato vengono spes<strong>so</strong><strong>per</strong>se duran<strong>te</strong> i processi infettivi (ad esempio se il malato eracapace <strong>di</strong> alimentarsi in modo autonomo potrebbe <strong>per</strong>dere lacapacità <strong>di</strong> farlo, se non era incontinen<strong>te</strong> potrebbe <strong>di</strong>ventarlo) eche i <strong>te</strong>mpi <strong>di</strong> recu<strong>per</strong>o <strong>so</strong>no lunghi.• Ricordare che alcuni antibiotici pos<strong>so</strong>no favorire gli staticonfusionali e le crisi epilettiche.• Cercare nei limiti del possibile <strong>di</strong> correggere i comportamentipatologici del malato.• Chiedere al me<strong>di</strong>co quando è necessario fare effettuare alla<strong>per</strong><strong>so</strong>na la vaccinazione antinfluenzale: la <strong>per</strong><strong>so</strong>na con demenza èun <strong>so</strong>ggetto ad alto rischio.• Una volta ogni 5 anni è consigliabile effettuare anche la vaccinazioneanti-pneumococcica <strong>per</strong> prevenire le infezioni delle vie respiratorie.• Per limitare la frequenza delle infezioni delle vie urinarie, invece,bi<strong>so</strong>gna, oltre ad assicurare una buona idratazione, prestareat<strong>te</strong>nzione ad una adeguata igiene intima e al cambio frequen<strong>te</strong>dei pannoloni, può anche essere utile accompagnare la <strong>per</strong><strong>so</strong>na inbagno ad in<strong>te</strong>rvalli regolari.3.5 Malnutrizione e <strong>di</strong>sidratazioneLa descrizione dei problemi conseguenti alle complicanze dell’alimentazioneè riportata nella par<strong>te</strong> 3 (fase avanzata della malattia) paragrafo2.3 “L’alimentazione”.112


PARTE 2: LE MANIFESTAZIONI DELLA MALATTIA3.6 StipsiÈ frequen<strong>te</strong> duran<strong>te</strong> la fase <strong>di</strong> allettamento del malato. L’immobilitàaccompagnata a una minor introduzione <strong>di</strong> liqui<strong>di</strong> può de<strong>te</strong>rminare unrallentamento del transito in<strong>te</strong>stinale del ma<strong>te</strong>riale fecale e provocarela formazione <strong>di</strong> fecalomi (tappi <strong>di</strong> ma<strong>te</strong>riale fecale indurito che ostruisconoil normale transito delle feci).Anche alcuni farmaci (ad es. i neurolettici utilizzati <strong>per</strong> il controllo <strong>di</strong>alcuni <strong>di</strong>sturbi del comportamento) pos<strong>so</strong>no facilitare la comparsa dellastitichezza.CHE COSA FARE• Assicurare una alimentazione ricca <strong>di</strong> fibre, (ad es. frutta, verdura,crusca) e una buona idratazione della <strong>per</strong><strong>so</strong>na (acqua, succhi, ecc.).• <strong>Non</strong> <strong>so</strong>mministrare lassativi in autonomia ma <strong>so</strong>lo previo consigliodel me<strong>di</strong>co.• Se la stipsi è ostinata o se la <strong>per</strong><strong>so</strong>na non evacua da molti giornivalutare con il me<strong>di</strong>co se è necessario praticare dei clis<strong>te</strong>ri.• La posizione seduta è la posizione più fisiologica <strong>per</strong> evacuare.Cercare quin<strong>di</strong> <strong>di</strong> accompagnare la <strong>per</strong><strong>so</strong>na in bagno <strong>per</strong>evacuare, quando non è più possibile portarlo in bagno, puòessere utile ricorrere all’u<strong>so</strong> <strong>di</strong> una se<strong>di</strong>a comoda da met<strong>te</strong>revicino al letto.3.7 DoloreL’invecchiamento è as<strong>so</strong>ciato ad una alta <strong>per</strong>centuale <strong>di</strong> malattie cronicheche pos<strong>so</strong>no provocare dolore, prime fra tut<strong>te</strong> quelle os<strong>te</strong>oarticolari.Le <strong>per</strong><strong>so</strong>ne con demenza, specialmen<strong>te</strong> se anziane, spes<strong>so</strong> <strong>so</strong>ffrono anche<strong>di</strong> altre patologie croniche; è ipotizzabile <strong>per</strong>tanto che provino dolore.Tra i <strong>so</strong>ggetti con demenza è certamen<strong>te</strong> meno frequen<strong>te</strong> l’u<strong>so</strong> <strong>di</strong> farmacianalgesici; ciò in<strong>di</strong>ca che troppo spes<strong>so</strong> il dolore non viene trattato,causando <strong>di</strong>sturbi del <strong>so</strong>nno, <strong>per</strong><strong>di</strong>ta <strong>di</strong> pe<strong>so</strong>, depressione, agitazione,confusione, aumentando la <strong>di</strong>sabilità e peggiorando la qualitàdella vita.È stato <strong>di</strong>mostrato che le strutture cerebrali deputa<strong>te</strong> al riconoscimentodegli stimoli sensitivi <strong>so</strong>no preserva<strong>te</strong> nella malattia <strong>di</strong> Alzheimeranche in fase avanzata, e dunque il dolore continua ad essere <strong>per</strong>cepitoanche in fase avanzata della malattia.Pertanto, contrariamen<strong>te</strong> a quanto si ri<strong>te</strong>neva nel passato, le <strong>per</strong><strong>so</strong>necon demenza hanno la capacità <strong>di</strong> <strong>per</strong>cepire gli stimoli dolorosi, anche113


se spes<strong>so</strong> non <strong>so</strong>no in grado <strong>di</strong> ricordare l’es<strong>per</strong>ienza del dolore, <strong>di</strong>riferirla correttamen<strong>te</strong> o ad<strong>di</strong>rittura <strong>di</strong> concettualizzarla.Nella <strong>per</strong><strong>so</strong>na con demenza, quin<strong>di</strong>, vi può essere una al<strong>te</strong>razione dellaelaborazione e comunicazione del dolore, che non viene riferito comesensazione <strong>so</strong>ggettiva, ma de<strong>te</strong>rmina comportamenti che pos<strong>so</strong>no esserei più vari: dalla agitazione al <strong>so</strong>pore oppure peggioramento dellefunzioni cognitive o riduzione della funzione cognitiva, in<strong>so</strong>nnia, rifiutodel cibo.Ques<strong>te</strong> al<strong>te</strong>razioni comportano il rischio <strong>di</strong> <strong>so</strong>tto-riconoscimento e<strong>so</strong>tto-trattamento del dolore.Nella <strong>per</strong><strong>so</strong>na con demenza <strong>di</strong> grado lieve-moderato è possibile rilevarela pre<strong>senza</strong> del dolore attraver<strong>so</strong> domande mira<strong>te</strong> alle quali il pazien<strong>te</strong>è in grado il più delle vol<strong>te</strong> <strong>di</strong> rispondere in modo affidabile.È sempre utile chiedere alla <strong>per</strong><strong>so</strong>na anziana se ha dolore.Nel pazien<strong>te</strong> in fase grave è utile ipotizzare un dolore in pre<strong>senza</strong> <strong>di</strong>comportamenti inusuali (ad esempio la <strong>per</strong><strong>so</strong>na si agita più del <strong>so</strong>lito).COMPORTAMENTI INDICATIVI DI DOLORE NELLA PERSONACON DEMENZA• Urla, vocalizzi, gemiti• Agitazione e comportamenti aggressivi• Espressione facciale• Cambiamenti nelle in<strong>te</strong>razioni in<strong>te</strong>r<strong>per</strong><strong>so</strong>nali (aggressività,<strong>te</strong>ndenza all’i<strong>so</strong>lamento e al ritiro in sè)• Cambiamenti nelle attività routinarie• Cambiamenti alimentari• Mo<strong>di</strong>fiche del tono dell’umore• Aumento del vagabondaggio• Difficoltà a camminare, movimenti in<strong>te</strong>rrotti o “rigi<strong>di</strong>”• Cambiamenti nella mobilità e nel cammino• Posizioni rigide e resis<strong>te</strong>nza nell’alzarsi e nel sedersi• Movimenti ripetitivi114


PARTE 2: LE MANIFESTAZIONI DELLA MALATTIAIl riconoscimento del dolore nella <strong>per</strong><strong>so</strong>na con demenza si basa quin<strong>di</strong>su quanto riferisce il malato, ma anche su segni fisici e su at<strong>te</strong>ggiamenticomportamentali.In particolar modo nelle <strong>per</strong><strong>so</strong>ne con demenza severa, la stima dellapre<strong>senza</strong> e delle possibili cause <strong>di</strong> dolore è affidata all’osservazione deifamiliari e degli o<strong>per</strong>atori: spes<strong>so</strong> una agitazione improvvisa o uncomportamento in<strong>so</strong>lito rappresentano la modalità con cui il pazien<strong>te</strong>cerca <strong>di</strong> comunicare la propria <strong>so</strong>fferenza.Una agitazione ouna confusione“improvvisa” nella<strong>per</strong><strong>so</strong>na condemenza <strong>so</strong>nospes<strong>so</strong> dovu<strong>te</strong> allacomparsa <strong>di</strong>dolore115


116


PARTE 3: LA FASE AVANZATA DELLA MALATTIAPARTE 3:LA FASE AVANZATA DELLA MALATTIALa fase più avanzata della demenza si carat<strong>te</strong>rizza <strong>per</strong> una grave<strong>per</strong><strong>di</strong>ta dell’autonomia funzionale e <strong>per</strong> l’incapacità <strong>di</strong> man<strong>te</strong>nere lastazione eretta e <strong>di</strong> camminare. Ciò rende il malato totalmen<strong>te</strong><strong>di</strong>penden<strong>te</strong> dai familiari. Inoltre, la limita<strong>te</strong>zza delle capacità cognitiverichiedono, da par<strong>te</strong> <strong>di</strong> familiari e o<strong>per</strong>atori, un ul<strong>te</strong>riore sforzo <strong>per</strong>creare una comunicazione con il pazien<strong>te</strong>.Il malato presenta una quasi totale scomparsa dei <strong>di</strong>sturbi del comportamentopiù significativi (<strong>per</strong>mangono, abitualmen<strong>te</strong>, movimenti s<strong>te</strong>reotipatidelle mani, tipo sfregamento delle lenzuola o degli abiti, o altrigesti <strong>senza</strong> finalità o <strong>di</strong>struttivi come la frammentazione del pannoloneo la manipolazione del ma<strong>te</strong>riale fecale).Il linguaggio si riduce a lamenti, pianto, ripetizione continuativa <strong>di</strong> sillabeo, in qualche ca<strong>so</strong>, <strong>di</strong> numeri o <strong>di</strong> filastrocche, urla, parolacce. Anchein questa fase <strong>di</strong> malattia, comunque, i malati <strong>per</strong>cepiscono la realtà cheli circonda, anche se ad un livello più semplice e meno elaborato rispettoalla con<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> normalità. I suoni, il tono della voce, le variazionidella luce e dei colori, il movimento <strong>di</strong> corpi e oggetti, il caldo e il freddo,gli stimoli tattili applicati sul corpo, il dolore rappresentano unaresidua, ma ugualmen<strong>te</strong> importan<strong>te</strong>, modalità <strong>di</strong> relazione con l’ambien<strong>te</strong>.In questa fase, l’onere assis<strong>te</strong>nziale <strong>per</strong> la famiglia è alto, <strong>so</strong>prattutto<strong>per</strong> la necessità <strong>di</strong> ricorrere a o<strong>per</strong>atori specializzati (infermiere, fisio<strong>te</strong>rapista,me<strong>di</strong>ci specialisti – <strong>so</strong>prattutto geriatri) e ad ausili <strong>te</strong>cnici taloracostosi (letto articolato, ma<strong>te</strong>rassino antidecubito, ecc.).I Centri <strong>per</strong> le demenze (Centri <strong>per</strong> i <strong>di</strong>sturbi cognitivi dell’adulto) e iServizi Socio-assis<strong>te</strong>nziali <strong>so</strong>no comunque <strong>di</strong> supporto anche in questafase estremamen<strong>te</strong> delicata <strong>per</strong> migliorare la qualità <strong>di</strong> vita dei pazienti,alleviare il carico delle famiglie e <strong>per</strong>met<strong>te</strong>re il man<strong>te</strong>nimento più a lungopossibile al domicilio della <strong>per</strong><strong>so</strong>na con demenza.Nella faseavanzata dellamalattial’assis<strong>te</strong>nza deifamiliari nonbasta: servel’ausilio <strong>di</strong>specialisti e deiservizi <strong>te</strong>rritoriali117


1 QUANDO INIZIALA FASE AVANZATAGeneralmen<strong>te</strong> la fase più avanzata della demenza <strong>so</strong>praggiunge dopomolti anni (6-10 me<strong>di</strong>amen<strong>te</strong>), anche se esis<strong>te</strong> una ampia variabilitàin relazione al tipo <strong>di</strong> demenza, all’età del pazien<strong>te</strong>, alla pre<strong>senza</strong><strong>di</strong> altre patologie. Anche la durata è variabile, in me<strong>di</strong>a 1-2 anni.Richiede una assis<strong>te</strong>nza continuativa anche <strong>di</strong> tipo infermieristico: ilmalato va girato nel letto <strong>per</strong> prevenire le piaghe da decubito, va sedutoin carrozzina, va mobilizzato agli arti (si devono muovere braccia e gambe)<strong>per</strong> evitare che essi si at<strong>te</strong>ggino in posizioni anomale (il che li renderebbedel tutto inutilizzabili e provocherebbe dolore), va lavato, può esserenecessario alimentarlo con particolari sis<strong>te</strong>mi (si va dal semplice biberonfino a meto<strong>di</strong> complessi <strong>di</strong> nutrizione artificiale come il <strong>so</strong>n<strong>di</strong>no na<strong>so</strong>gastrico e/o la gastrostomia endoscopica <strong>per</strong>cutanea, detta anche PEG,che attraver<strong>so</strong> delle <strong>so</strong>nde <strong>per</strong>mettono <strong>di</strong> far giungere i nutrimenti <strong>di</strong>rettamen<strong>te</strong>nello stomaco); pos<strong>so</strong>no rendersi necessari frequenti in<strong>te</strong>rventi<strong>per</strong> favorire lo svuotamento dell’in<strong>te</strong>stino (ad es. clis<strong>te</strong>ri).Pos<strong>so</strong>no essere necessari alcuni ausili e presi<strong>di</strong>, tra i quali i più frequenti:• una carrozzina, meglio se dotata <strong>di</strong> un <strong>di</strong>spositivo che consentaall’ammalato <strong>di</strong> evacuare seduto• un letto dotato <strong>di</strong> spon<strong>di</strong>ne e se possibile attrezzato/articolato• un ma<strong>te</strong>rassino antidecubito e/o cuscini al silicone• un archetto alzaco<strong>per</strong><strong>te</strong> <strong>per</strong> evitare che il pe<strong>so</strong> delle medesime de<strong>te</strong>rminiuna postura anomala del piede (piede in equinismo)• un <strong>so</strong>llevatore.È opportuno che il me<strong>di</strong>co <strong>di</strong> me<strong>di</strong>cina generale e gli o<strong>per</strong>atori deiservizi <strong>te</strong>rritoriali (infermieri e o<strong>per</strong>atori <strong>so</strong>cio-assis<strong>te</strong>nziali) sianopresenti <strong>per</strong> <strong>so</strong>s<strong>te</strong>nere la famiglia nella gestione <strong>di</strong> questa <strong>di</strong>fficile fasepossibilmen<strong>te</strong> attivando i servizi <strong>di</strong> assis<strong>te</strong>nza domiciliare in<strong>te</strong>grata.È molto utile che la famiglia possa riferirsi all’assis<strong>te</strong>n<strong>te</strong> <strong>so</strong>ciale responsabiledel ca<strong>so</strong> <strong>per</strong> essere guidata nella scelta <strong>di</strong> ricorrere a servizi semiresidenziali(Centri <strong>di</strong>urni) e/o residenziali (Case residenza <strong>per</strong> anziani).118


PARTE 3: LA FASE AVANZATA DELLA MALATTIA2 L’ESAURIMENTODI ALCUNE FUNZIONI2.1 La funzione motoriaNella fase avanzata della malattia si verifica una <strong>per</strong><strong>di</strong>ta progressivadella funzione motoria, fino al suo esaurimento.Ciò avviene sia coinvolgendo le abilità motorie utili <strong>per</strong> l’esecuzionedelle attività <strong>di</strong> base della vita (mangiare, vestirsi, lavarsi...) e ricade nelpiù ampio capitolo delle aprassie (la sequenza del gesto non è correttae non viene finalizzata), sia coinvolgendo la funzione motoria piùimportan<strong>te</strong> <strong>per</strong> l’autonomia, cioè la capacità <strong>di</strong> camminare e <strong>di</strong> man<strong>te</strong>nerela stazione eretta.Le s<strong>te</strong>reotipie motorie (gesti ripetitivi e privi <strong>di</strong> finalità che mimanotalvolta gesti dell’attività lavorativa domestica e non) carat<strong>te</strong>rizzanospes<strong>so</strong> il comportamento della <strong>per</strong><strong>so</strong>na con demenza; pos<strong>so</strong>no essereman<strong>te</strong>nu<strong>te</strong> anche nella fase avanzata della malattia <strong>so</strong>prattutto i gesti<strong>di</strong> sfregamento, lisciamento, manipolazione <strong>di</strong> parti del corpo, <strong>di</strong> su<strong>per</strong>ficio <strong>te</strong>ssuti o oggetti.Compaiono in questa fase i cosiddetti riflessi patologici da liberazionefrontale che in<strong>di</strong>cano la degenerazione, dovuta alla malattia, anche delleporzioni della cor<strong>te</strong>ccia cerebrale che controllano i movimenti volontari:tra i più frequenti ricor<strong>di</strong>amo il grasping, cioè l’at<strong>te</strong>ggiamento <strong>di</strong>chiusura forzata della mano attorno a un oggetto ogni qualvolta vengastimolato il palmo della mano (il malato può in questo ca<strong>so</strong> serrare le<strong>di</strong>ta attorno a un oggetto – ad es. la spon<strong>di</strong>na del letto – o al braccio <strong>di</strong>chi lo assis<strong>te</strong> e non riuscire più ad aprire spontaneamen<strong>te</strong> la mano); lasuzione, cioè l’at<strong>te</strong>ggiamento in suzione delle labbra ogni qualvolta les<strong>te</strong>sse vengono stimola<strong>te</strong> con un oggetto (questo rifles<strong>so</strong> può esseresfruttato positivamen<strong>te</strong> <strong>per</strong> l’alimentazione del malato con biberon).Il camminare del malato si fa sempre più <strong>di</strong>fficile e impacciato e,accompagnandosi alla <strong>per</strong><strong>di</strong>ta della <strong>per</strong>cezione degli ostacoli ambientalie delle stra<strong>te</strong>gie <strong>per</strong> il su<strong>per</strong>amento degli ostacoli, conduce inevitabilmen<strong>te</strong>ad un aumento delle cadu<strong>te</strong>. Duran<strong>te</strong> il cammino <strong>so</strong>no possibiliposture anomale del tronco che si inclina ver<strong>so</strong> l’avanti oppure <strong>di</strong>lato. Il malato <strong>te</strong>nta <strong>di</strong> alzarsi e <strong>di</strong> met<strong>te</strong>rsi in cammino <strong>senza</strong> comprenderela propria instabilità posturale. In questa fase ogni <strong>te</strong>ntativo <strong>di</strong>alzarsi dal letto o dalla se<strong>di</strong>a è po<strong>te</strong>nzialmen<strong>te</strong> a rischio <strong>per</strong> le cadu<strong>te</strong>.L’instabilità posturale e la facilità alle cadu<strong>te</strong> <strong>so</strong>no po<strong>te</strong>nziati da alcuniMentre <strong>per</strong>deprogressivamen<strong>te</strong>le funzionimotorie, il malatocontinua aripe<strong>te</strong>reautomaticamen<strong>te</strong>alcuni gestiNel malatocompare unagestualitàinvolontaria einconsapevole119


120farmaci che il malato assume <strong>per</strong> curare altri <strong>di</strong>sturbi connessi con lamalattia. Ad es. i neurolettici utilizzati <strong>per</strong> contrastare i deliri, le allucinazioni,i gravi stati <strong>di</strong> agitazione e <strong>di</strong> aggressività danno con frequenzaun parkin<strong>so</strong>nismo secondario e quin<strong>di</strong> una rigi<strong>di</strong>tà muscolareche peggiora le abilità motorie. Taluni <strong>di</strong> questi farmaci pos<strong>so</strong>no indurreipo<strong>te</strong>nsione ortostatica (cioè un calo della pressione ar<strong>te</strong>riosa quandoil malato è in pie<strong>di</strong>) che facilita le cadu<strong>te</strong>. Infine le benzo<strong>di</strong>azepine,utili <strong>per</strong> indurre il <strong>so</strong>nno e ridurre l’ansia, hanno spes<strong>so</strong> un effetto <strong>di</strong>riduzione del tono muscolare, che si traduce in una minore capacità delmalato <strong>di</strong> essere stabile sulle gambe.Per questi motivi è opportuno chiedere al me<strong>di</strong>co curan<strong>te</strong> <strong>di</strong> valutarela <strong>te</strong>rapia quando il malato assume i farmaci <strong>so</strong>pramenzionati e <strong>di</strong>ventainstabile nella postura e nel cammino. Talvolta i farmaci utilizzati<strong>per</strong> la sedazione del malato de<strong>te</strong>rminano la comparsa <strong>di</strong> gesti involontaria carico della bocca e della lingua. Il malato sembra succhiare, silecca le labbra, sporge la lingua; questi <strong>di</strong>sturbi vengono definiti <strong>di</strong>scinesiebucco linguali e rappresentano una gestualità involontaria dellaquale l’ammalato non è consapevole. Bi<strong>so</strong>gna <strong>per</strong>tanto evitare <strong>di</strong> rimproverarel’ammalato, o chiedergli <strong>di</strong> non farlo, ma piuttosto consultareil me<strong>di</strong>co che valu<strong>te</strong>rà gli idonei trattamenti.Se non in<strong>te</strong>rvengono fatti acuti (tipo frattura <strong>di</strong> femore, gravi malattieorganiche, ad esempio <strong>di</strong> tipo infettivo) che precipitano e acceleranol’evoluzione della malattia, la funzione motoria automatica che consen<strong>te</strong>la deambulazione finisce <strong>per</strong> esaurirsi (<strong>per</strong> compromissione dellacor<strong>te</strong>ccia motoria) e l’ammalato rimane capace <strong>so</strong>ltanto <strong>di</strong> stare inposizione seduta o <strong>di</strong>s<strong>te</strong>sa.Tuttavia, quando viene seduto in carrozzina o in poltrona, può progressivamen<strong>te</strong><strong>per</strong>dere anche il corretto allineamento capo/tronco e la stazioneeretta del tronco: <strong>te</strong>nde allora a scivolare <strong>di</strong> lato o ver<strong>so</strong> l’in<strong>di</strong>etro;oppure il capo <strong>te</strong>nde a <strong>per</strong>dere la posizione corretta sul tronco.Quando l’ammalato è in questa fase i muscoli degli arti <strong>te</strong>ndono adatrofizzarsi e ad accorciarsi e gli arti assumono posizioni vizia<strong>te</strong>, con<strong>te</strong>ndenza alla flessione dei gomiti e delle ginocchia; il tronco <strong>te</strong>nde aripiegarsi ver<strong>so</strong> l’avanti e l’ammalato assume una postura fetale. Inquesta fase la rigi<strong>di</strong>tà è massima e duran<strong>te</strong> le fasi <strong>di</strong> mobilizzazione ilmalato viene girato e mos<strong>so</strong> come se fosse un blocco unico. La mobilitazionedel malato suscita spes<strong>so</strong> dolore.


PARTE 3: LA FASE AVANZATA DELLA MALATTIACHE COSA FARE• Far camminare il malato finché è possibile accompagnandolosempre quando è instabile nel cammino.• Rimuovere il più possibile gli ostacoli ambientali (tappetini,<strong>di</strong>slivelli, calzature inidonee, ecc.) che pos<strong>so</strong>no facilitare le cadu<strong>te</strong>(ve<strong>di</strong> in proposito il capitolo relativo alle cadu<strong>te</strong>).• Utilizzare ausili <strong>per</strong> il cammino (ad es. deambulatore conapp<strong>oggi</strong>o ascellare).• Chiedere consiglio al me<strong>di</strong>co <strong>per</strong> i farmaci ad azione sedativa.QUANDO LA PERSONA CON DEMENZA È ALLETTATA:• cambiargli posizione <strong>per</strong>io<strong>di</strong>camen<strong>te</strong> (ogni due/tre ore) <strong>per</strong> evitarele piaghe da decubito;• contrastare le posture vizia<strong>te</strong> degli arti me<strong>di</strong>an<strong>te</strong> l’esecuzione <strong>di</strong>mobilizzazioni passive degli arti (fare muovere braccia e gambe) econ il man<strong>te</strong>nimento delle posture corret<strong>te</strong> (tali procedure pos<strong>so</strong>noessere esegui<strong>te</strong> dal <strong>te</strong>rapista della riabilitazione dell’assis<strong>te</strong>nza domiciliareo esegui<strong>te</strong> dal familiare previo opportuno training);• utilizzare letti attrezzati e <strong>so</strong>llevatori;• chiedere al me<strong>di</strong>co se <strong>so</strong>no opportuni farmaci che riducono il dolore(antalgici) e/o che riducono le contratture muscolari (miorilassanti);• chiedere al me<strong>di</strong>co se è opportuna la consulenza <strong>di</strong> un fisio<strong>te</strong>rapistae/o <strong>di</strong> un fisiatra/geriatra;• chiedere al me<strong>di</strong>co che venga attivata l’assis<strong>te</strong>nza domiciliare in<strong>te</strong>grata.La stimolazione tattile, i massaggi <strong>di</strong> sfioramento, le carezze,il frizionare delicatamen<strong>te</strong>, <strong>te</strong>nere la mano, se non producono reazioniaggressive o <strong>di</strong> eviden<strong>te</strong> fasti<strong>di</strong>o pos<strong>so</strong>no essere proseguiti finoalle fasi avanza<strong>te</strong> della malattia e talvolta, <strong>so</strong>prattutto <strong>per</strong> <strong>so</strong>ggettimolto de<strong>te</strong>riorati e gravemen<strong>te</strong> compromessi nella vista, rimangonol’unica modalità attraver<strong>so</strong> la quale comunicare un messaggio rassicuran<strong>te</strong>e dare un po’ <strong>di</strong> benessere al malato.2.2 Il controllo sfin<strong>te</strong>ricoFino a un certo punto della malattia più che <strong>di</strong> incontinenza vera epropria (cioè <strong>di</strong> incapacità del malato ad avvertire lo stimolo e a trat<strong>te</strong>nerevolontariamen<strong>te</strong> le feci e le urine) possiamo parlare <strong>di</strong> problemi <strong>di</strong>tipo funzionale.121


L’incontinenzadoppia è unsintomo chesegnala l’ingres<strong>so</strong>nella faseavanzata dellamalattiaIL MALATO AD ESEMPIO AVVERTE LO STIMOLO MA:• non riesce a comunicare verbalmen<strong>te</strong> il suo bi<strong>so</strong>gno• non trova o non riconosce il bagno, oppure una volta raggiunto nonriconosce il wc• non ricorda la sequenza <strong>di</strong> gesti da compiere <strong>per</strong> spogliarsi e <strong>per</strong>pulirsi dopo aver effettuato i suoi bi<strong>so</strong>gni• non riconoscendo il con<strong>te</strong>sto ambientale, compie le proprie funzionifisiologiche in pubblico o in con<strong>te</strong>nitori inidonei (ad es. cestino dellacarta, va<strong>so</strong> <strong>di</strong> fiori, cassetto...)In tutti questi casi deve essere <strong>so</strong>llecita l’at<strong>te</strong>nzione <strong>di</strong> chi assis<strong>te</strong> nelcogliere i segnali che in<strong>di</strong>cano che il malato ha necessità <strong>di</strong> urinare oscaricarsi (in genere un aumento <strong>di</strong> agitazione o <strong>di</strong> aggressività puòcostituire un utile segnale). Si rammenta che tut<strong>te</strong> le malattie organiche(anche una banale forma influenzale) peggiorano la capacità del malato<strong>di</strong> trat<strong>te</strong>nere le feci e le urine.Anche i farmaci ad azione sedativa pos<strong>so</strong>no ridurre la capacità delmalato <strong>di</strong> riconoscere e trat<strong>te</strong>nere lo stimolo.Si rammenta anche che, al domicilio, un cambiamento recen<strong>te</strong> della<strong>di</strong>sposizione dei mobili e della <strong>di</strong>slocazione degli arre<strong>di</strong> può rendere<strong>di</strong>fficile al malato ritrovare il bagno, così come lo rende <strong>di</strong>fficile l’as<strong>senza</strong><strong>di</strong> illuminazione dello s<strong>te</strong>s<strong>so</strong> duran<strong>te</strong> la not<strong>te</strong>.L’incontinenza vera e propria in<strong>so</strong>rge nelle fasi avanza<strong>te</strong> della malattiae riguarda dapprima l’incapacità a controllare le urine, inizialmen<strong>te</strong>saltuaria e <strong>so</strong>prattutto notturna, poi via via più frequen<strong>te</strong>men<strong>te</strong>, fino a<strong>di</strong>ventare incontinenza totale e stabile. L’incontinenza fecale è <strong>di</strong> <strong>so</strong>litopiù tar<strong>di</strong>va rispetto a quella urinaria e quando si instaura in modo definitivoè un in<strong>di</strong>catore del <strong>fatto</strong> che la malattia ha raggiunto la fase piùavanzata.Nelle fasi precedenti è possibile che venga scambiata <strong>per</strong> incontinenzafecale una situazione che viene definita pseudo incontinenza e checonsis<strong>te</strong> nella <strong>per</strong><strong>di</strong>ta irregolare <strong>di</strong> feci liquide dovuta alla pre<strong>senza</strong> <strong>di</strong>un tappo <strong>di</strong> feci <strong>so</strong>lide (fecaloma). Per questo motivo nella <strong>per</strong><strong>so</strong>na condemenza, <strong>so</strong>prattutto se già allettata e <strong>te</strong>nden<strong>te</strong> alla stipsi, è opportunovalutare se <strong>so</strong>no presenti fecalomi e se è necessaria una regolarizzazionedell’in<strong>te</strong>stino attraver<strong>so</strong> <strong>di</strong>eta appropriata as<strong>so</strong>ciata ad una accurataidratazione e/o a lassativi e/o clis<strong>te</strong>ri.In ca<strong>so</strong> <strong>di</strong> dubbio chiedere sempre al me<strong>di</strong>co curan<strong>te</strong> o all’infermieredell’assis<strong>te</strong>nza domiciliare in<strong>te</strong>grata.122


PARTE 3: LA FASE AVANZATA DELLA MALATTIACOSA FARE• Stare at<strong>te</strong>nti a variazioni <strong>di</strong> umore o <strong>di</strong> aggressività/agitazione delmalato: pos<strong>so</strong>no in<strong>di</strong>care che ha bi<strong>so</strong>gno <strong>di</strong> andare in bagno.• Portare il malato in bagno a orari prefissati e prima <strong>di</strong> met<strong>te</strong>rlo a letto.• <strong>Non</strong> dare liqui<strong>di</strong> in ecces<strong>so</strong> al pasto serale.• Assicurarsi che il bagno sia illuminato duran<strong>te</strong> la not<strong>te</strong> e applicare,quando necessario, maniglioni e barre <strong>di</strong> app<strong>oggi</strong>o.• Evidenziare il wc rispetto al bidet (o mascherare quest’ultimo) concolore <strong>di</strong>ver<strong>so</strong>.• Rendere il più possibile riconoscibile al malato il bagno e il<strong>per</strong>cor<strong>so</strong> <strong>per</strong> raggiungerlo.• Utilizzare pannoloni <strong>per</strong><strong>so</strong>nalizzati (chiedere agli o<strong>per</strong>atori deiservizi <strong>te</strong>rritoriali o al me<strong>di</strong>co, o alle as<strong>so</strong>ciazioni <strong>di</strong> familiari).• Controllare che il malato evacui con regolarità.• <strong>Non</strong> <strong>so</strong>mministrare arbitrariamen<strong>te</strong> lassativi o <strong>di</strong>uretici <strong>senza</strong>consultare il me<strong>di</strong>co; l’u<strong>so</strong> continuo e prolungato <strong>di</strong> lassativi puòessere nocivo <strong>per</strong> il malato.• Controllare il comportamento del malato relativamen<strong>te</strong> allacontinenza se assume farmaci ad azione sedativa.• Sospettare una infezione urinaria (o una malattia organica) se il malato<strong>di</strong>venta improvvisamen<strong>te</strong> più confu<strong>so</strong>, più agitato o più as<strong>so</strong>pito del<strong>so</strong>lito e incontinen<strong>te</strong>, e quin<strong>di</strong> chiedere consiglio al me<strong>di</strong>co.2.3 L’alimentazioneNel <strong>so</strong>ggetto con demenza la progressione <strong>di</strong> malattia de<strong>te</strong>rmina conno<strong>te</strong>vole frequenza la comparsa <strong>di</strong> problemi legati a una insufficien<strong>te</strong>alimentazione, che si manifesta <strong>so</strong>prattutto con un calo <strong>di</strong> pe<strong>so</strong> più omeno eviden<strong>te</strong>.In alcuni casi si può giungere ad una vera e propria malnutrizione e alla<strong>di</strong>sidratazione, con le conseguenze che verranno descrit<strong>te</strong>. I motivi chenella <strong>per</strong><strong>so</strong>na con demenza stanno alla base <strong>di</strong> un insufficien<strong>te</strong> apporto<strong>di</strong> liqui<strong>di</strong> e alimenti <strong>so</strong>no mol<strong>te</strong>plici.La minore introduzione può innanzitutto essere dovuta a:• minore sen<strong>so</strong> della se<strong>te</strong>• mancato riconoscimento dello stimolo fame e/o se<strong>te</strong>• mancato ricordo delle fasce orarie nelle quali il <strong>so</strong>ggetto abitualmen<strong>te</strong>si alimentava• incapacità <strong>di</strong> sequenziare e finalizzare i gesti in maniera corretta almomento del pasto• minori capacità <strong>di</strong> <strong>di</strong>scriminare e riconoscere i sapori, gli odori, leforme e i colori dei cibiLe sei causeprincipali chepos<strong>so</strong>no portarealla malnutrizioneo alla<strong>di</strong>sidratazione123


• ridotta o assen<strong>te</strong> capacità <strong>di</strong> <strong>di</strong>re: “Ho fame, ho se<strong>te</strong>, voglio o nonvoglio questo tipo <strong>di</strong> cibo, questo mi piace...”. In gran par<strong>te</strong> quin<strong>di</strong>si tratta <strong>di</strong> problemi legati a deficit delle funzioni cognitive.La minore introduzione <strong>di</strong> cibi o bevande inoltre può essere collegataa problemi tipici della fase avanzata e cioè al mancato funzionamento<strong>di</strong> automatismi motori, quali masticare e poi deglutire (in questo ca<strong>so</strong>il malato continua a “ruminare” il cibo <strong>te</strong>nendolo in bocca come se nonricordasse che alla masticazione segue la deglutizione), oppure deglutiscementre respira, fenomeno conosciuto con il <strong>te</strong>rmine <strong>di</strong> <strong>di</strong>sfagiache sarà approfon<strong>di</strong>to più avanti. In questo secondo ca<strong>so</strong>, <strong>per</strong> un mancatocontrollo della muscolature che controlla la deglutizione, questaavviene scorrettamen<strong>te</strong> e porzioni <strong>di</strong> cibo pos<strong>so</strong>no finire in trachea enelle vie respiratorie (il cibo va <strong>di</strong> traver<strong>so</strong>). Si tratta <strong>di</strong> un evento molto<strong>per</strong>icolo<strong>so</strong> in quanto può provocare crisi <strong>di</strong> <strong>so</strong>ffocamento anche fatalinel malato; comunque, se la fase critica viene su<strong>per</strong>ata con l’espulsionedel cibo scorrettamen<strong>te</strong> ingerito, <strong>so</strong>no possibili a <strong>di</strong>stanza <strong>di</strong> <strong>te</strong>mpofenomeni infettivi a carico dei polmoni (broncopolmoni<strong>te</strong> “ab ingestis”,da ingestione) dovuti al raggiungimento delle parti basse dell’alberorespiratorio da par<strong>te</strong> <strong>di</strong> piccoli frammenti <strong>di</strong> cibo.Questi epi<strong>so</strong><strong>di</strong> drammatici, inoltre, inducono, in chi assis<strong>te</strong>, timore almomento dell’imboccare; tale paura può tradursi in riduzione della quantità<strong>di</strong> cibo o in qualche ca<strong>so</strong> in rinuncia ad alimentare, eventi che peggioranola situazione nutrizionale già scaden<strong>te</strong> del malato.Va inoltre ricordato che quando il malato mangia poco o nulla si instauraun meccanismo in base al quale mangerebbe sempre meno e la proposizione<strong>di</strong> cibo suscita nausea e vomito.Altri <strong>fatto</strong>ri in gioco:• i farmaci ad azione sedativa, de<strong>te</strong>rminando torpore nel malato, pos<strong>so</strong>nocontribuire a ridurre il bi<strong>so</strong>gno <strong>di</strong> mangiare e <strong>di</strong> bere;• alcuni farmaci ad azione sedativa (neurolettici) pos<strong>so</strong>no contribuire,• attraver<strong>so</strong> una riduzione della salivazione, ad al<strong>te</strong>rare il sapore dei cibi;• le fasi febbrili dovu<strong>te</strong> a infezioni e il consumo <strong>di</strong> antibiotici riduconola voglia <strong>di</strong> mangiare e <strong>di</strong> bere.Il maggiore consumo è invece dovuto a elevato consumo energetico e<strong>di</strong> liqui<strong>di</strong> duran<strong>te</strong> il vagabondaggio e comunque nelle fasi <strong>di</strong> agitazionedel malato.COME SI PRESENTA IL MALATOLa cu<strong>te</strong> si presenta asciutta e grinzosa e <strong>per</strong>de <strong>di</strong> elasticità (se <strong>so</strong>llevatamantiene la forma <strong>senza</strong> <strong>di</strong>s<strong>te</strong>ndersi); le mucose del cavo orale si presen-124


PARTE 3: LA FASE AVANZATA DELLA MALATTIAtano asciut<strong>te</strong>, talora rico<strong>per</strong><strong>te</strong> da una patina biancastra, facili a screpolarsi;il malato <strong>per</strong>de pe<strong>so</strong> e appare spes<strong>so</strong> iner<strong>te</strong>, non <strong>di</strong>namico, conscarsi movimenti volontari; alla proposta del cibo o dei liqui<strong>di</strong> serra labocca; all’introduzione forzosa <strong>di</strong> cibo e liqui<strong>di</strong> sputa o rigurgita i medesimi,talvolta tossendo (il rifles<strong>so</strong> della tosse non sempre è man<strong>te</strong>nuto).Il <strong>te</strong>rmine <strong>di</strong> <strong>di</strong>sfagia si riferisce a qualsiasi <strong>di</strong>fficoltà nel deglutire, ossianel convogliare <strong>so</strong>stanze <strong>so</strong>lide o liquide dalla bocca nello stomaco. Lafaringe è il tratto più delicato tra le strutture anatomiche coinvol<strong>te</strong> inquesta funzione, poiché qui si trova la <strong>so</strong>vrapposizione sia della via alimentaresia della via aerea che convoglia l’aria inspirata nei polmoni.La complicanza principale della <strong>di</strong>sfagia, e la più <strong>per</strong>icolosa <strong>per</strong> la <strong>so</strong>pravvivenza,è l’aspirazione, cioè l’ingres<strong>so</strong> <strong>di</strong> cibo o liqui<strong>di</strong> nelle vie aeree,con conseguen<strong>te</strong> tosse, infezioni polmonari e rischio <strong>di</strong> <strong>so</strong>ffocamento.Talvolta, gli alimenti e la saliva penetrano ver<strong>so</strong> la laringe e la trachea, ma<strong>senza</strong> ul<strong>te</strong>riore progressione nelle vie aeree, grazie al rifles<strong>so</strong> della tosse,che quin<strong>di</strong> <strong>di</strong>venta un campanello <strong>di</strong> allarme del deficit <strong>di</strong> deglutizione.In ca<strong>so</strong> <strong>di</strong> <strong>di</strong>sfagia l’aspirazione <strong>di</strong> <strong>so</strong>stanze nelle vie aeree si può verificareanche mentre la <strong>per</strong><strong>so</strong>na non sta mangiando, ma <strong>per</strong> epi<strong>so</strong><strong>di</strong> <strong>di</strong>rigurgito o <strong>di</strong> reflus<strong>so</strong>, cioè il ritorno ver<strong>so</strong> l’alto del cibo e dei succhigastrici che erano già in e<strong>so</strong>fago o nello stomaco.Fra le varie forme <strong>di</strong> demenza, quella che più spes<strong>so</strong> è complicata da<strong>di</strong>sturbo della deglutizione è quella vascolare.La demenza <strong>di</strong> Alzheimer <strong>di</strong> grado avanzato può as<strong>so</strong>ciarsi a <strong>di</strong>sfagia,a causa dei <strong>di</strong>fetti <strong>di</strong> at<strong>te</strong>nzione, concentrazione e comprensione nellagestione del cibo all’in<strong>te</strong>rno della bocca.Inoltre altre malattie neurodegenerative de<strong>te</strong>rminano una progressivaal<strong>te</strong>razione della capacità <strong>di</strong> deglutizione, in particolar modo la malattia<strong>di</strong> Parkin<strong>so</strong>n e/o le altre forme <strong>di</strong> demenza as<strong>so</strong>cia<strong>te</strong> a parkin<strong>so</strong>nismo.COME RICONOSCERE LA DISFAGIA E COSA FAREEsistono alcuni campanelli <strong>di</strong> allarme che devono far <strong>so</strong>spettare lapre<strong>senza</strong> <strong>di</strong> “<strong>di</strong>sfagia”: dolore o “smorfie” duran<strong>te</strong> la deglutizione, unavoce gorgoglian<strong>te</strong> poco dopo l’ingestione del cibo, l’aumento dellesecrezioni e <strong>di</strong>fficoltà nel controllo della saliva, pre<strong>senza</strong> <strong>di</strong> <strong>di</strong>sturbimotori della bocca, ristagno del cibo in bocca, una tosse riflessa einvolontaria anche dopo alcuni atti deglutitori, la sensazione <strong>di</strong> un corpoestraneo in gola dopo i pasti, la fuoriuscita <strong>di</strong> cibo e liqui<strong>di</strong> dalla boccao dal na<strong>so</strong>, <strong>di</strong>fficoltà respiratoria duran<strong>te</strong> l’alimentazione, una durataprolungata dei pasti, al<strong>te</strong>razioni nella capacità <strong>di</strong> chiudere la boccamorsicare-masticare-succhiare.125


126Una volta che la <strong>di</strong>sfagia è stata riconosciuta occorre met<strong>te</strong>re in attoimportanti precauzioni duran<strong>te</strong> l’alimentazione da par<strong>te</strong> <strong>di</strong> chi assis<strong>te</strong>il pazien<strong>te</strong> con demenza.Sono <strong>di</strong> seguito elencati alcuni comportamenti facilitanti <strong>per</strong> evitarel’aspirazione <strong>di</strong> cibo quali:1. verificare che lo stato <strong>di</strong> at<strong>te</strong>nzione sia adeguato e in<strong>te</strong>rrom<strong>per</strong>el’alimentazione ai primi segnali <strong>di</strong> “stanchezza”;2. procedere lentamen<strong>te</strong>, rispettando i <strong>te</strong>mpi e le capacità <strong>di</strong> at<strong>te</strong>nzionedel pazien<strong>te</strong>;3. procedere con piccole quantità e un boccone alla volta;4. la <strong>per</strong><strong>so</strong>na deve mangiare seduta, con comodo app<strong>oggi</strong>o degli avambraccie con il capo <strong>di</strong>ritto;5. mentre la <strong>per</strong><strong>so</strong>na mangia non deve parlare;6. ogni 2-3 deglutizioni far eseguire un colpo <strong>di</strong> tosse, seguito da unadeglutizione a vuoto;7. la ripresa dell’alimentazione può avvenire <strong>so</strong>lo dopo che il malatoha inghiottito tutto il boccone;8. in ca<strong>so</strong> <strong>di</strong> tosse riflessa il pazien<strong>te</strong> deve recu<strong>per</strong>are il controllovolontario e coor<strong>di</strong>nato della respirazione;9. dopo il pasto il pazien<strong>te</strong> deve restare seduto una mezz’oretta <strong>per</strong>evitare eventuale rigurgito;10. la <strong>so</strong>mministrazione <strong>di</strong> acqua, quando consentita, deve avvenire conl’ausilio del cucchiaino.È preferibile <strong>so</strong>mministrare cibi <strong>di</strong> tipo semi<strong>so</strong>lido/semiliquido e <strong>di</strong>consis<strong>te</strong>nza omogenea, in piccole quantità, a <strong>te</strong>m<strong>per</strong>atura calda oppurefredda (es. creme <strong>di</strong> verdura, mousse <strong>di</strong> carne-prosciutto-tonno), omogeneizzati,purè, bu<strong>di</strong>ni, frutta frullata. In farmacia, inoltre, <strong>so</strong>no<strong>di</strong>sponibili dei prodotti specifici (polveri addensanti istantanee e dalgusto neutro), che pos<strong>so</strong>no essere utilizzati <strong>per</strong> dare corpo e aumentarela consis<strong>te</strong>nza degli alimenti liqui<strong>di</strong> e semiliqui<strong>di</strong>, favorendone l’accettazioneda par<strong>te</strong> del malato.Gli alimenti da evitare <strong>so</strong>no: alcolici, minestrine con pastina, minestronecon pezzi <strong>di</strong> verdura, legumi, ri<strong>so</strong>, frutta secca, cibi troppo asciuttio che si sbriciolano (es. biscotti o pasta frolla).Acqua, thè e infusi <strong>di</strong> frutta o <strong>di</strong> erbe non zuccherati <strong>so</strong>no particolarmen<strong>te</strong>idonei a stimolare il rifles<strong>so</strong> <strong>di</strong> deglutizione e a bassissimo /nulloeffetto antinfiammatorio, così da evitare, in ca<strong>so</strong> <strong>di</strong> aspirazione, l’in<strong>so</strong>rgenza<strong>di</strong> focolai <strong>di</strong> polmoni<strong>te</strong>.


PARTE 3: LA FASE AVANZATA DELLA MALATTIACOME RICONOSCERE MALNUTRIZIONE E DISIDRATAZIONEE COSA FARETra i <strong>di</strong>sturbi dell’alimentazione as<strong>so</strong>ciati alla demenza ciò che risulta piùfrequen<strong>te</strong> e compromet<strong>te</strong>n<strong>te</strong> <strong>per</strong> la salu<strong>te</strong> del pazien<strong>te</strong> è l’insufficien<strong>te</strong>apporto calorico che de<strong>te</strong>rmina una <strong>per</strong><strong>di</strong>ta <strong>di</strong> pe<strong>so</strong> più o meno eviden<strong>te</strong>fino ad una vera e propria malnutrizione calorico-pro<strong>te</strong>ica e alla<strong>di</strong>sidratazione. In ca<strong>so</strong> <strong>di</strong> <strong>di</strong>sidratazione la pelle del pazien<strong>te</strong> si presentaasciutta, grinzosa e <strong>per</strong>de <strong>di</strong> elasticità (se <strong>so</strong>llevata mantiene la forma<strong>senza</strong> <strong>di</strong>s<strong>te</strong>ndersi). Le mucose del cavo orale <strong>so</strong>no asciut<strong>te</strong>, talora rico<strong>per</strong><strong>te</strong>da una patina biancastra, facili a screpolarsi; la <strong>per</strong><strong>so</strong>na inoltre <strong>per</strong>depe<strong>so</strong> e appare iner<strong>te</strong> e con scarsi movimenti volontari.Le conseguenze della malnutrizione e della <strong>di</strong>sidratazione comprendono:• aumento delle infezioni <strong>per</strong> ridotta sin<strong>te</strong>si <strong>di</strong> anticorpi da par<strong>te</strong> delsis<strong>te</strong>ma immunitario;• riduzione della capacità <strong>di</strong> riparazione delle feri<strong>te</strong> e delle ulcere dadecubito;• anemia;• aumento della fragilità ossea e, in ca<strong>so</strong> <strong>di</strong> frattura, minor capacità<strong>di</strong> formazione del callo osseo;• rias<strong>so</strong>rbimento progressivo delle masse muscolari con facile affaticamentoe riduzione/<strong>per</strong><strong>di</strong>ta <strong>di</strong> autonomia motoria;• aumento della stipsi e maggiore <strong>te</strong>ndenza a formare fecalomi (massefecali induri<strong>te</strong> che rallentano e ostruiscono il transito delle feci);• aumento delle infezioni urinarie;• aumento degli epi<strong>so</strong><strong>di</strong> <strong>di</strong> stato confusionale acuto;• <strong>per</strong><strong>di</strong>ta più rapida delle residue funzioni cognitive e delle abilitàfunzionali.CHE COSA FARE• Lasciare che il malato si alimenti da <strong>so</strong>lo e con le mani anchesporcandosi.• Dimenticare il rispetto dell’etichetta.• Utilizzare cibi secchi che pos<strong>so</strong>no essergli lasciati in tasca comescorta alla quale accedere in modo automatico (nella fase delvagabondaggio).• Cercare <strong>di</strong> preparare cibi che erano gra<strong>di</strong>ti prima della malattia.• Provare con cibi e liqui<strong>di</strong> dolci (spes<strong>so</strong> <strong>so</strong>no più gra<strong>di</strong>ti).• Provare a <strong>so</strong>mministrare piccole quantità <strong>di</strong> cibo spes<strong>so</strong> e in orari<strong>di</strong>versi da quelli standard.• Utilizzare in<strong>te</strong>gratori alimentari bevibili o in polvere (dopo averconsultato il me<strong>di</strong>co).• Pesare almeno mensilmen<strong>te</strong> il malato in con<strong>di</strong>zioni standard (sempre127


alla s<strong>te</strong>ssa ora e con lo s<strong>te</strong>s<strong>so</strong> abbigliamento). Un calo <strong>di</strong> pe<strong>so</strong>maggiore <strong>di</strong> 3 kg in un mese deve indurre a chiamare il me<strong>di</strong>co.• Consultare sempre il me<strong>di</strong>co se si ravvisano problemi alimentari o<strong>di</strong> deglutizione.• Rispettare i <strong>te</strong>mpi lenti quando lo si imbocca; evitare la “sindromedel cucchiaio vuoto”, cioè l’ansia del familiare che il malato mangicomunque e a tutti i costi.• Ricordarsi, se il malato è allettato, <strong>di</strong> posizionarlo semiseduto almomento del pasto <strong>per</strong> facilitare la deglutizione.• Utilizzare cannucce o il biberon e cibi flui<strong>di</strong>/liqui<strong>di</strong> se la suzione èben conservata.• Utilizzare cibi flui<strong>di</strong> e freschi che vengono meglio deglutiti(yogurt, gelato, frullati).• Se <strong>so</strong>no presenti gravi problemi <strong>di</strong> deglutizione chiedere alme<strong>di</strong>co e farsi insegnare manovre d’urgenza <strong>per</strong> far espellere almalato il cibo inavvertitamen<strong>te</strong> andato nelle vie aeree.Se il malato non si alimenta più, chiedere aiuto al me<strong>di</strong>co <strong>di</strong> me<strong>di</strong>cinagenerale, allo specialista del Centro <strong>per</strong> le demenze (Centro <strong>per</strong> i <strong>di</strong>sturbicognitivi dell’adulto) o agli o<strong>per</strong>atori dei servizi <strong>te</strong>rritoriali. Si poneinfatti il problema dell’impiego <strong>di</strong> forme <strong>di</strong> nutrizione artificiale: <strong>so</strong>n<strong>di</strong>nona<strong>so</strong> gastrico, PEG, fleboclisi.Il <strong>so</strong>n<strong>di</strong>no na<strong>so</strong>-gastrico è un ca<strong>te</strong><strong>te</strong>re inserito attraver<strong>so</strong> la narice finoallo stomaco; rappresenta una “comoda” scorciatoia ma non garantisce deltutto il rischio <strong>di</strong> aspirazione (il cibo può finire nei bronchi ed essere causa<strong>di</strong> una polmoni<strong>te</strong>, detta “ab ingestis” da ingestione), oltre ad essere moltodoloro<strong>so</strong> <strong>per</strong> il pazien<strong>te</strong>; non deve essere lasciato oltre 3-4 settimane.La gastrostomia (o <strong>di</strong>giunostomia) <strong>so</strong>tto forma <strong>di</strong> PEG (gastrostomia <strong>per</strong>via endoscopica) è un <strong>so</strong>n<strong>di</strong>no inserito nello stomaco <strong>di</strong>rettamen<strong>te</strong> attraver<strong>so</strong>la cu<strong>te</strong> e il <strong>te</strong>ssuto <strong>so</strong>ttocutaneo della pare<strong>te</strong> addominale; rappresenta unasemplice <strong>so</strong>luzione, anche <strong>per</strong> u<strong>so</strong> <strong>te</strong>mporaneo, poiché la sua applicazione èassimilabile a poco più <strong>di</strong> una iniezione endovenosa e a una gastroscopia;non garantisce comunque in modo as<strong>so</strong>luto contro l’aspirazione tracheobronchiale,che si può verificare con il meccanismo del reflus<strong>so</strong> e <strong>per</strong> l’aspirazione<strong>di</strong> saliva. Inoltre alcuni stu<strong>di</strong> hanno <strong>di</strong>mostrato che la PEG non migliorala prognosi nelle <strong>per</strong><strong>so</strong>ne con demenza in fase <strong>te</strong>rminale.La nutrizione paren<strong>te</strong>rale (endovenosa me<strong>di</strong>an<strong>te</strong> l’applicazione <strong>di</strong> unca<strong>te</strong><strong>te</strong>re all’in<strong>te</strong>rno <strong>di</strong> un gros<strong>so</strong> va<strong>so</strong> veno<strong>so</strong>) consen<strong>te</strong> <strong>per</strong> brevi <strong>per</strong>io<strong>di</strong><strong>di</strong> <strong>te</strong>mpo l’apporto idrico e alimentare qualora non sia possibile qualunque128


PARTE 3: LA FASE AVANZATA DELLA MALATTIAforma <strong>di</strong> alimentazione naturale o attraver<strong>so</strong> <strong>so</strong>n<strong>di</strong>ni, ma rappresenta una<strong>so</strong>luzione invasiva e non proponibile <strong>per</strong> lunghi <strong>per</strong>io<strong>di</strong>.Di fron<strong>te</strong> ad un malato che presenta <strong>di</strong>sfagia (<strong>di</strong>fficoltà <strong>di</strong> deglutizione)bi<strong>so</strong>gna innanzitutto cercare <strong>di</strong> capire se è la conseguenza <strong>di</strong> una malattiaacuta (es. una infezione o un evento ischemico cerebrale) oppurel’evoluzione della storia naturale della demenza.Nel primo ca<strong>so</strong> è corretto cercare <strong>di</strong> contrastare il rischio <strong>di</strong> malnutrizionecon procedure anche invasive che rappresentano un atto <strong>te</strong>rapeuticoragionevole sul piano clinico; una volta su<strong>per</strong>ata la fase acuta sivalu<strong>te</strong>rà se vi è ripresa della alimentazione <strong>per</strong> via naturale o se sianecessario protrarre le meto<strong>di</strong>che <strong>di</strong> nutrizione artificiale.Quando invece la <strong>di</strong>sfagia (o anche il rifiuto del cibo) rappresentanol’esito <strong>te</strong>rminale della demenza numerose evidenze scientifiche <strong>so</strong>ttolineanoche gli in<strong>te</strong>rventi invasivi su citati non hanno efficacia né nelridurre il rischio <strong>di</strong> complicanze (malnutrizione, polmoniti) né nelprolungare la <strong>so</strong>pravvivenza.L’ansia che si accompagna a tale scelta, non facile neanche <strong>per</strong> i sanitari,è relativa all’evitare, <strong>per</strong> quanto possibile, un accanimento <strong>te</strong>rapeutico.La scelta della modalità <strong>di</strong> alimentazione nella <strong>per</strong><strong>so</strong>na con demenzain fase avanzata e <strong>di</strong>sfagia è comunque complessa e deve essere in<strong>di</strong>viduata<strong>te</strong>nendo conto <strong>di</strong> molti <strong>fatto</strong>ri, quali la prognosi, il decor<strong>so</strong>clinico <strong>di</strong> malattia e il con<strong>te</strong>sto familiare.Le più recenti acquisizioni scientifiche, ma anche etiche, considerano lascelta <strong>di</strong> fornire liqui<strong>di</strong> e <strong>so</strong>stanze nutrienti al malato fino alla fine della vitacome un atto <strong>di</strong> rispetto nei confronti della <strong>per</strong><strong>so</strong>na e non come un accanimento<strong>te</strong>rapeutico. È <strong>per</strong>ò molto importan<strong>te</strong> che i familiari possano esprimeretutti i loro dubbi e ricevere tut<strong>te</strong> le informazioni necessarie alla comprensionedel problema e alla in<strong>di</strong>viduazione della scelta migliore <strong>per</strong> il malato.2.4 La comunicazioneIl malato <strong>per</strong>de progressivamen<strong>te</strong> le capacità <strong>di</strong> comunicazione verbalea seguito del deficit cognitivo relativo alla funzione del linguaggio (ve<strong>di</strong>il capitolo relativo all’afasia), ma conserva la comunicazione non verbale,cioè quella che passa attraver<strong>so</strong> la mimica e la gestualità (<strong>so</strong>rri<strong>so</strong>, espressionidel volto, pianto, toccare, stringere, prendere la mano, ecc.). Questoè valido tanto nella <strong>di</strong>rezione assis<strong>te</strong>n<strong>te</strong>-malato che nella <strong>di</strong>rezione opposta.Va quin<strong>di</strong> rammentato che chi assis<strong>te</strong> trasmet<strong>te</strong> le proprie emozionial malato attraver<strong>so</strong> il canale non verbale. Il malato comunica ancheattraver<strong>so</strong> brusche e repentine mutazioni del comportamento quali rea-129


zioni catastrofiche, at<strong>te</strong>ggiamenti <strong>di</strong> opposizione, <strong>di</strong> aggressività fisica overbale, stati <strong>di</strong> agitazione. Ques<strong>te</strong> variazioni in<strong>di</strong>cano in genere:• che nell’ambien<strong>te</strong> c’è qual<strong>cosa</strong> <strong>di</strong> <strong>di</strong>sturban<strong>te</strong> (troppa luce, tropporumore, troppe <strong>per</strong><strong>so</strong>ne)• che avver<strong>te</strong> un dolore fisico che non sa esprimere verbalmen<strong>te</strong> e chespes<strong>so</strong> non sa localizzare• che ha bi<strong>so</strong>gno <strong>di</strong> mangiare o <strong>di</strong> bere e non riesce ad esprimerloverbalmen<strong>te</strong>• che ha bi<strong>so</strong>gno <strong>di</strong> andare in bagno e non riesce ad esprimerlo verbalmen<strong>te</strong>• che non capisce o lo <strong>di</strong>sturba ciò che gli viene richiesto <strong>di</strong> fare.Un familiare at<strong>te</strong>nto osservatore <strong>di</strong>venta spes<strong>so</strong> un abile in<strong>te</strong>rpre<strong>te</strong> <strong>di</strong>ques<strong>te</strong> modalità <strong>di</strong> comunicazione non verbale.CHE COSA FAREPer la comunicazione con il malato è opportuno:• Assumere una posizione frontale <strong>di</strong> <strong>di</strong>alogo cercando se possibileun contatto oculare (guardarsi negli occhi).• Scan<strong>di</strong>re bene le parole.• Utilizzare più canali <strong>di</strong> comunicazione (parole + mimica egestualità + immagini visive, ad esempio mostrare il piatto con ilcibo intanto che lo si invita a mangiare).• Utilizzare frasi brevi e semplici alle quali il malato possarispondere con si/no o assen<strong>so</strong>/<strong>di</strong>niego del capo.• Utilizzare frasi <strong>di</strong>alettali se il malato comunica trami<strong>te</strong> esse e le capisce.• Rassicurare comunque il malato se non capisce, lodarlo quandocapisce.• Recu<strong>per</strong>are la sua at<strong>te</strong>nzione toccandogli la mano,accarezzandolo, chiamandolo <strong>per</strong> nome.• Se necessario abbracciare o prendere <strong>so</strong>ttobraccio il malato.• Accettare <strong>te</strong>mpi <strong>di</strong> risposta rallentati rispetto al normale.• <strong>Non</strong> spazientirsi <strong>di</strong>nanzi a rispos<strong>te</strong> erra<strong>te</strong> o incongrue.• Ricordare sempre che il malato è lui.• Utilizzare il canto come veicolo <strong>di</strong> comunicazione.La stimolazione tattile, i massaggi <strong>di</strong> sfioramento, l’accarezzare, ilfrizionare delicatamen<strong>te</strong>, il <strong>te</strong>nere la mano, ecc. se non producono reazioniaggressive o <strong>di</strong> eviden<strong>te</strong> fasti<strong>di</strong>o pos<strong>so</strong>no essere proseguiti finoalle fasi avanza<strong>te</strong> della malattia e talvolta, <strong>so</strong>prattutto <strong>per</strong> <strong>so</strong>ggetti moltode<strong>te</strong>riorati e gravemen<strong>te</strong> compromessi nella vista, rimangono l’unicamodalità attraver<strong>so</strong> la quale comunicare un messaggio rassicuran<strong>te</strong> edare un po’ <strong>di</strong> benessere alla <strong>per</strong><strong>so</strong>na con demenza anche in fase moltoavanzata <strong>di</strong> malattia.130


PARTE 4: IL LAVORO DI CURAPARTE 4:IL LAVORO DI CURALa famiglia costituisce a tutt’<strong>oggi</strong> il più <strong>di</strong>ffu<strong>so</strong> ed efficien<strong>te</strong> servizio<strong>di</strong> assis<strong>te</strong>nza domiciliare <strong>per</strong> le <strong>per</strong><strong>so</strong>ne non autosufficienti e quin<strong>di</strong>anche <strong>per</strong> le <strong>per</strong><strong>so</strong>ne con demenza.Assis<strong>te</strong>re una familiare con demenza comporta affrontare alcuni no<strong>di</strong>significativi in considerazione della lunga durata della malattia.Come <strong>so</strong>ttolineato in precedenza, <strong>so</strong>no mol<strong>te</strong>plici i <strong>fatto</strong>ri che contribuisconoalla <strong>so</strong>fferenza e alla fatica assis<strong>te</strong>nziale dei familiari nellosvolgimento del loro lavoro <strong>di</strong> cura. Al fine <strong>di</strong> una maggiore comprensione,possiamo considerare gli aspetti correlati alle fasi della malattia(e<strong>so</strong>r<strong>di</strong>o e <strong>di</strong>agnosi, assis<strong>te</strong>nza e progressione dei sintomi, scel<strong>te</strong><strong>di</strong>fficili); gli aspetti relativi alle carat<strong>te</strong>ristiche <strong>so</strong>ggettive (la <strong>per</strong><strong>so</strong>nalitàe gli stili <strong>di</strong> gestione delle situazioni), relazionali (i rapportiin<strong>te</strong>r<strong>per</strong><strong>so</strong>nali e la storia della coppia e della famiglia), <strong>so</strong>ciali (la<strong>di</strong>sponibilità <strong>di</strong> ri<strong>so</strong>rse sia formali che informali) e ambientali (gliadattamenti necessari).L’esito del <strong>per</strong>cor<strong>so</strong> assis<strong>te</strong>nziale sarà de<strong>te</strong>rminato dalla combinazione dei<strong>fatto</strong>ri <strong>so</strong>pradescritti e può essere quin<strong>di</strong> affrontabile da par<strong>te</strong> del familiare,oppure risultare in<strong>so</strong>pportabile e richiedere un in<strong>te</strong>rvento mirato aridurre il <strong>di</strong>sagio e a <strong>so</strong>s<strong>te</strong>nere le compe<strong>te</strong>nze e le capacità <strong>di</strong> cura.<strong>Non</strong> va trascurato che la funzione <strong>di</strong> cura può avere anche un ruolopositivo; basti pensare all’importanza della cura <strong>per</strong> la <strong>per</strong><strong>so</strong>na condemenza, all’opportunità <strong>di</strong> po<strong>te</strong>re essere utili ad una <strong>per</strong><strong>so</strong>na significativa,<strong>di</strong> po<strong>te</strong>re essere <strong>di</strong> aiuto e <strong>di</strong> <strong>per</strong>cepire le proprie capacità e lapropria compe<strong>te</strong>nza.Prendersi cura èuna fatica nuova eaggiuntiva manon è unproblema datrattare.Servono leconoscenze gius<strong>te</strong><strong>per</strong> po<strong>te</strong>rsi“orientare”131


1 ESORDIO E ACCETTAZIONELa <strong>di</strong>agnosi <strong>di</strong> demenza e la sua comunicazione <strong>so</strong>no, a tutti gli effetti,un evento tragico e drammatico, sia <strong>per</strong> la <strong>per</strong><strong>so</strong>na in<strong>te</strong>ressata sia<strong>per</strong> il familiare. Il proces<strong>so</strong> <strong>di</strong> consapevolezza, “<strong>di</strong> rendersi conto”che una <strong>per</strong><strong>so</strong>na <strong>per</strong> noi significativa e importan<strong>te</strong>, con la quale abbiamovincoli affettivi, <strong>so</strong>ciali e quoti<strong>di</strong>ani è colpita da una malattia carat<strong>te</strong>rizzatada un progressivo de<strong>te</strong>rioramento delle capacità è doloro<strong>so</strong>,richiede <strong>te</strong>mpo, è con<strong>di</strong>zionato dalle ri<strong>so</strong>rse e dalle es<strong>per</strong>ienze <strong>per</strong><strong>so</strong>nali,dalla storia dei legami e dei rapporti familiari e dalla <strong>di</strong>sponibilità<strong>di</strong> supporti utili ad affrontare le <strong>di</strong>fficoltà.Il proces<strong>so</strong> <strong>di</strong>consapevolezza e<strong>di</strong> accettazionedella malattiarichiede il suo<strong>te</strong>mpo; <strong>per</strong> alcuniil dolore è tantoin<strong>te</strong>n<strong>so</strong> daimpe<strong>di</strong>re la presad’atto. Può essereutile un aiuto, unsupporto e/o unaconsulenza1.1 La brutta notiziaRicevere la notizia non è un sinonimo <strong>di</strong> accettazione, in quanto l’accettazioneè un <strong>per</strong>cor<strong>so</strong> comples<strong>so</strong> che richiede <strong>di</strong> “accomodare” lanuova situazione all’in<strong>te</strong>rno <strong>di</strong> una storia che non la prevedeva. Nessunosi aspetta <strong>di</strong> avere una <strong>per</strong><strong>so</strong>na cara con <strong>di</strong>agnosi <strong>di</strong> demenza, e anzi lamaggiore par<strong>te</strong> delle <strong>per</strong><strong>so</strong>ne auspicano che alcune situazioni non leriguar<strong>di</strong>no; <strong>per</strong> cui quando si trovano <strong>di</strong> fron<strong>te</strong> alla notizia <strong>so</strong>no <strong>so</strong>rpresi,traumatizzati e addolorati.Le rispos<strong>te</strong> possibili pos<strong>so</strong>no essere colloca<strong>te</strong> lungo un continuum cheva dal rifiuto della notizia fino all’essere annichiliti da essa e quin<strong>di</strong>stor<strong>di</strong>ti e demoralizzati. In mezzo a questi estremi si collocano reazioniin<strong>te</strong>rme<strong>di</strong>e: le <strong>per</strong><strong>so</strong>ne si fanno domande, cercano spiegazioni, sipos<strong>so</strong>no sentire <strong>di</strong>s<strong>per</strong>a<strong>te</strong>.... Questa gamma <strong>di</strong> rispos<strong>te</strong> è in relazione aldolore provocato dalla notizia <strong>per</strong> cui si al<strong>te</strong>rnano momenti <strong>di</strong> <strong>so</strong>llievo,<strong>di</strong> evitamento, <strong>di</strong> ricerca <strong>di</strong> un sen<strong>so</strong> e <strong>di</strong> una spiegazione e infine <strong>di</strong>momenti <strong>di</strong> espressione e <strong>di</strong> manifestazione della <strong>so</strong>fferenza.<strong>Non</strong> esis<strong>te</strong> quin<strong>di</strong> una risposta adatta o non adatta alla notizia, vanno rispetta<strong>te</strong>tut<strong>te</strong> le rispos<strong>te</strong> in quanto ogni <strong>per</strong><strong>so</strong>na, si potrebbe <strong>di</strong>re, cerca <strong>di</strong> faredel suo meglio <strong>per</strong> fare fron<strong>te</strong> alla novità. Diventa quin<strong>di</strong> importan<strong>te</strong> considerarenon tanto la qualità (tipologia della risposta) ma la durata della risposta.Qualsiasi reazione venga messa in atto nell’imme<strong>di</strong>ato ha una funzioneadattiva in quanto, come <strong>so</strong>ttolineato, offre la possibilità <strong>di</strong> regolare l’in<strong>te</strong>nsitàe la tollerabilità al dolore. Se questa modalità <strong>di</strong>venta una modalità stabile,costan<strong>te</strong> e duratura potrebbe risultare <strong>di</strong>sadattiva in quanto non <strong>per</strong>met<strong>te</strong><strong>di</strong> affrontare i cambiamenti de<strong>te</strong>rminati dalla malattia nella <strong>per</strong><strong>so</strong>namalata, nelle modalità relazionali con lui/lei e nei propri vissuti.132


PARTE 4: IL LAVORO DI CURAIn effetti <strong>di</strong> fron<strong>te</strong> ai cambiamenti negativi la prima fase è spes<strong>so</strong> connotatadal dolore e dalla necessità <strong>di</strong> regolarne in<strong>te</strong>nsità e impatto.Progressivamen<strong>te</strong> siamo sempre più in grado <strong>di</strong> regolare l’in<strong>te</strong>nsità <strong>di</strong>questo sentimento e quin<strong>di</strong> “liberare” spazio mentale <strong>per</strong> affrontare lenecessità della nuova situazione e quin<strong>di</strong> <strong>per</strong> iniziare il <strong>per</strong>cor<strong>so</strong> <strong>di</strong>accettazione e adattamento alle nuove richies<strong>te</strong> e <strong>per</strong> sviluppare nuoveattitu<strong>di</strong>ni e nuove compe<strong>te</strong>nze. Questo <strong>per</strong>cor<strong>so</strong> <strong>di</strong> adattamento risen<strong>te</strong>delle carat<strong>te</strong>ristiche in<strong>di</strong>viduali delle <strong>per</strong><strong>so</strong>ne <strong>per</strong> cui alcune richiedonopiù <strong>te</strong>mpo rispetto ad altre, oppure necessitano <strong>di</strong> maggiore supporto;anche la natura e la tipologia della relazione in<strong>te</strong>r<strong>per</strong><strong>so</strong>nale può costituireun ostacolo o un facilitatore dell’adattamento; essere coniugi ofigli, oppure quando l’età della <strong>per</strong><strong>so</strong>na malata è avanzata oppure giovanepos<strong>so</strong>no essere <strong>fatto</strong>ri che aggiungono complessità al proces<strong>so</strong>.COSA FAREAccogliere, metabolizzare e adattarsi alle brut<strong>te</strong> notizie può esserefacilitato da alcuni accorgimenti:1) chiedere informazioni: nel proces<strong>so</strong> <strong>di</strong> “accettazione” la possibilità <strong>di</strong>avere maggiori informazioni, <strong>di</strong> po<strong>te</strong>re fare domande a <strong>per</strong><strong>so</strong>ne compe<strong>te</strong>nti,<strong>di</strong> po<strong>te</strong>re esprimere i propri dubbi e le proprie <strong>per</strong>plessità èimportan<strong>te</strong> <strong>per</strong> acquisire un sen<strong>so</strong> o almeno una comprensione dellasituazione da affrontare. Inoltre, parlarne con qualcuno fa par<strong>te</strong> <strong>di</strong> unimportan<strong>te</strong> proces<strong>so</strong> <strong>di</strong> elaborazione in quanto la comunicazione delproprio stato ad un altro rappresenta essa s<strong>te</strong>ssa una tappa dell’adattamento.2) Con<strong>di</strong>videre con altri: essere <strong>so</strong>li <strong>di</strong> fron<strong>te</strong> ad un evento drammatico,come può essere la notizia della demenza, aumenta il rischio <strong>di</strong> ricorrerealle rispos<strong>te</strong> estreme: il rifiuto della nuova situazione, oppure la<strong>di</strong>s<strong>per</strong>azione. La con<strong>di</strong>visione con altri, siano essi professionisti oppurealtri familiari, <strong>per</strong>met<strong>te</strong> <strong>di</strong> recu<strong>per</strong>are la “possibilità” <strong>di</strong> affrontare lasituazione, offre la possibilità <strong>di</strong> uscire dall’i<strong>so</strong>lamento e dalla <strong>so</strong>litu<strong>di</strong>nedell’es<strong>per</strong>ienza <strong>per</strong> confrontarsi con l’es<strong>per</strong>ienza degli altri e sviluppare,lentamen<strong>te</strong> e con i <strong>te</strong>mpi dovuti, una consapevolezza e una accettazionedel problema, tappa fondamentale <strong>per</strong> po<strong>te</strong>re svolgere al meglioil compito <strong>di</strong> cura.3) Sa<strong>per</strong>ne <strong>di</strong> più: la conoscenza e l’accomodamento <strong>so</strong>no mezzi essenziali<strong>per</strong> po<strong>te</strong>re rivalutare le situazioni. Il familiare della <strong>per</strong><strong>so</strong>na condemenza si trova a dovere “riconoscere” il malato, nel sen<strong>so</strong> <strong>di</strong> conoscerlonuovamen<strong>te</strong>, nella situazione attuale che è <strong>di</strong>versa da quellapreceden<strong>te</strong>; certi segni, cer<strong>te</strong> <strong>di</strong>menticanze e cer<strong>te</strong> reazioni <strong>so</strong>no nuovee non fanno par<strong>te</strong> del re<strong>per</strong>torio comportamentale abituale; la nonabitualità espone all’ansia in quanto rappresenta la non preve<strong>di</strong>bilità,La conoscenza<strong>per</strong>met<strong>te</strong> <strong>di</strong>ridurrel’impreve<strong>di</strong>bilità, ela <strong>so</strong>rpresa che<strong>so</strong>no <strong>fatto</strong>riimportanti nelde<strong>te</strong>rminarel’impatto deglieventi. “una<strong>per</strong><strong>so</strong>na informataè mezzo salvata”Sa<strong>per</strong>e <strong>cosa</strong> fare ecome fare <strong>di</strong>fron<strong>te</strong> allesituazioni <strong>di</strong>fficiliaiuta a migliorarel’autostima <strong>di</strong> sé ela propriaautoefficacia equin<strong>di</strong> lapossibilità <strong>di</strong> avereun controllo suglieventi.133


<strong>per</strong> cui sa<strong>per</strong>ne <strong>di</strong> più sulla malattia e sulle modalità con cui anche le<strong>per</strong><strong>so</strong>ne mala<strong>te</strong> cercano <strong>di</strong> adattarsi e <strong>di</strong> reagire alle <strong>di</strong>fficoltà rende“possibile” ciò che viene osservato e vissuto. Sa<strong>per</strong>ne <strong>di</strong> più riguardaanche il caregiver, la <strong>per</strong><strong>so</strong>na che assis<strong>te</strong>, in quanto essere consapevolidelle proprie reazioni e dei propri vissuti e avere a <strong>di</strong>sposizione spazie con<strong>te</strong>sti <strong>per</strong> esprimerli e con<strong>di</strong>viderli facilita l’adattamento e lacorretta in<strong>te</strong>rpretazione della situazione.1.2 Lungo la stradaDopo l’e<strong>so</strong>r<strong>di</strong>o, il familiare deve affrontare la progressione della malattia,che comporta un continuo cambiamento della con<strong>di</strong>zione della<strong>per</strong><strong>so</strong>na con demenza e quin<strong>di</strong> un continuo adattamento ad essa.La progressione della malattia presenta, da un lato, una progressiva <strong>per</strong><strong>di</strong>ta<strong>di</strong> abilità e, dall’altro, il <strong>per</strong>manere <strong>di</strong> altre che rappresentano lepossibilità della <strong>per</strong><strong>so</strong>na malata <strong>di</strong> po<strong>te</strong>re in<strong>te</strong>ragire, par<strong>te</strong>cipare e sentirsiutile. Questa progressione rappresenta una sfida <strong>per</strong> il familiare inquanto richiede <strong>di</strong> costruire un equilibrio, da mo<strong>di</strong>ficare continuamen<strong>te</strong>.A rendere <strong>di</strong>fficile il raggiungimento <strong>di</strong> questo equilibrio contribuiscono<strong>di</strong>versi <strong>fatto</strong>ri:1) il primo riguarda, anche in questo ca<strong>so</strong>, le conoscenze che il familiarepossiede in merito alla progressione e alla tipologia <strong>di</strong> sintomi, che non<strong>so</strong>no <strong>so</strong>lo <strong>di</strong> tipo cognitivo ma anche psicologico e comportamentale.In questo ambito, oltre alla conoscenza, è utile acquisire gli strumenti<strong>per</strong> po<strong>te</strong>re affrontare in maniera adeguata i sintomi in quanto molti <strong>di</strong>essi <strong>so</strong>no sensibili al con<strong>te</strong>sto in cui le <strong>per</strong><strong>so</strong>ne con demenza vivono.2) Il secondo è ineren<strong>te</strong> ai sentimenti che i familiari provano <strong>di</strong> fron<strong>te</strong>alla progressione delle <strong>di</strong>fficoltà della <strong>per</strong><strong>so</strong>na malata.a) Alcuni pos<strong>so</strong>no provare “vergogna <strong>per</strong> lui” e quin<strong>di</strong>, <strong>per</strong> pro<strong>te</strong>ggerlodall’essere esposto allo sguardo e al commento degli altri,cercano <strong>di</strong> ridurre le frequentazioni e i contatti con altri con unprogressivo i<strong>so</strong>lamento che non rappresenta la modalità più efficace<strong>per</strong> affrontare la situazione.b) Un altro sentimento che continua ad essere presen<strong>te</strong> è il <strong>di</strong>spiacere<strong>per</strong> la sua con<strong>di</strong>zione; la pre<strong>senza</strong> <strong>di</strong> questo sentimento può indurrealcuni familiare a cercare <strong>di</strong> evitare i momenti che espongono aquesto sentimento e in particolare quelle situazioni in cui la <strong>per</strong><strong>so</strong>namalata palesa le sue <strong>di</strong>fficoltà, come fare male alcune cose,oppure met<strong>te</strong>rci più <strong>te</strong>mpo. Di fron<strong>te</strong> a ques<strong>te</strong> situazioni il <strong>di</strong>sagiopuò <strong>so</strong>llecitare i familiari a fare al posto del malato con una ul<strong>te</strong>riorelimitazione delle sue possibilità <strong>di</strong> svolgere alcuni compiti.134


PARTE 4: IL LAVORO DI CURAc) La rabbia del familiare <strong>per</strong> ciò che sta succedendo, <strong>per</strong> le <strong>di</strong>fficoltàda affrontare può <strong>di</strong>ventare rabbia anche ver<strong>so</strong> la <strong>per</strong><strong>so</strong>na malata,oppure ver<strong>so</strong> gli altri ri<strong>te</strong>nuti non capaci, oppure non <strong>di</strong>sponibili.La rabbia oltre ad essere un sentimento <strong>di</strong>sturban<strong>te</strong> <strong>per</strong> chi loprova può essere alla base <strong>di</strong> alcune reazioni eccessive. Tra le fontidella rabbia si può annoverare la fatica della cura, sempre piùimpegnativa, la stanchezza da essa causata, la frustrazione <strong>per</strong> ilmassimo sforzo che non produce i risultati at<strong>te</strong>si, oppure anche icomportamenti della <strong>per</strong><strong>so</strong>na malata che pos<strong>so</strong>no essere <strong>per</strong>cepiticome espressione <strong>di</strong> non collaborazione o ad<strong>di</strong>rittura <strong>di</strong> contrasto.Tutto ciò può alimentare i sentimenti <strong>di</strong> rabbia, i quali <strong>per</strong>ò nonrappresentano una <strong>so</strong>luzione ma piuttosto una complicazione.d) La rabbia e la reazioni, eccessive, da essa de<strong>te</strong>rmina<strong>te</strong>, spes<strong>so</strong> <strong>so</strong>nocausa <strong>di</strong> sentimenti <strong>di</strong> colpa e <strong>di</strong> rammarico, in quanto su<strong>per</strong>ata lafase <strong>di</strong> <strong>te</strong>nsione, i familiari riconsiderano la situazione e la fragilitàdell’altro e avvertono quin<strong>di</strong> un sen<strong>so</strong> <strong>di</strong> colpa e <strong>di</strong> rammaricode<strong>te</strong>rminato dal <strong>fatto</strong> <strong>di</strong> avere ecceduto, <strong>di</strong> avere “danneggiato” ocomunque arrecato <strong>di</strong>spiacere e <strong>di</strong>sagio all’altro. Il sen<strong>so</strong> <strong>di</strong> colpapuò essere anche in relazione con le aspettative che ogni familiarenutre rispetto al suo ruolo. La prospettiva della <strong>per</strong>fezione esponealla mancanza e quin<strong>di</strong> al sentimento <strong>di</strong> colpa <strong>di</strong> non avere <strong>fatto</strong>abbastanza, <strong>di</strong> non essere stati all’al<strong>te</strong>zza, …; l’ecces<strong>so</strong> del sen<strong>so</strong><strong>di</strong> colpa e quin<strong>di</strong> delle aspettative rispetto al proprio ruolo e alleproprie capacità è una carat<strong>te</strong>ristica <strong>so</strong>ggettiva e in<strong>te</strong>r<strong>per</strong><strong>so</strong>nale inquanto <strong>di</strong>pende dagli stili delle <strong>per</strong><strong>so</strong>ne e dalla natura della relazioneattuale e preceden<strong>te</strong> con la <strong>per</strong><strong>so</strong>na malata e con gli altri.e) Con il progre<strong>di</strong>re della malattia e la constatazione delle <strong>di</strong>fficoltàsignificative da essa de<strong>te</strong>rmina<strong>te</strong>, in alcuni familiari pos<strong>so</strong>no emergeredei sentimenti <strong>di</strong> inefficacia e <strong>di</strong> inutilità con conseguen<strong>te</strong>tris<strong>te</strong>zza e depressione che rendono ancora più onero<strong>so</strong> il lavoro <strong>di</strong>cura. Spes<strong>so</strong> questi sentimenti <strong>so</strong>no accompagnati dall’ansia e da<strong>di</strong>fficoltà nel <strong>so</strong>nno che rendono ancor più fatico<strong>so</strong> il compito.3) La <strong>te</strong>rza componen<strong>te</strong> importan<strong>te</strong>, che spes<strong>so</strong> si deve affrontare, èquella relativa all’i<strong>so</strong>lamento e alla <strong>so</strong>litu<strong>di</strong>ne. Il compito <strong>di</strong> curarichiede la necessità <strong>di</strong> de<strong>di</strong>care <strong>te</strong>mpo e, con la progressiva <strong>per</strong><strong>di</strong>ta<strong>di</strong> abilità del malato, oltre alla cura <strong>so</strong>no necessari compiti <strong>di</strong> vigilanzae <strong>di</strong> pre<strong>senza</strong> che riducono sempre <strong>di</strong> più il <strong>te</strong>mpo <strong>di</strong>sponibile<strong>per</strong> incontri, contatti, relazioni <strong>so</strong>ciali. Il grado <strong>di</strong> i<strong>so</strong>lamento, che<strong>di</strong>pende anche da altri <strong>fatto</strong>ri, compromet<strong>te</strong> il benessere e può compromet<strong>te</strong>rela salu<strong>te</strong>. La mancanza <strong>di</strong> contatti e <strong>di</strong> scambi può accentuareil sen<strong>so</strong> <strong>di</strong> <strong>di</strong>fficoltà e <strong>di</strong> fatica del familiare contribuendo inquesto ad accentuare i sentimenti <strong>di</strong> ansia, depressione e <strong>so</strong>fferenza.Il lavoro <strong>di</strong> cura èun atto <strong>di</strong>generosità ver<strong>so</strong>una <strong>per</strong><strong>so</strong>na conla quale si ha unlegame affettivoed è fragile. Puòessere fon<strong>te</strong> <strong>di</strong>frustrazione, <strong>di</strong>rabbia, <strong>di</strong>irritabilità, <strong>di</strong>tris<strong>te</strong>zza chepos<strong>so</strong>no crearein<strong>so</strong>d<strong>di</strong>sfazione,colpa e malessere.Il <strong>per</strong>durare dellafatica comportaun u<strong>so</strong> eccessivodelle ri<strong>so</strong>rse equin<strong>di</strong> momenti <strong>di</strong>stanchezza,abbattimento eansia cheaggiungono fatica135


La cura as<strong>so</strong>rbeenergie, <strong>te</strong>mpo,può portare aconflitti con glialtri membri dellafamiglia, induce atrascurare se s<strong>te</strong>ssi4) Oltre all’i<strong>so</strong>lamento <strong>so</strong>ciale un ruolo importan<strong>te</strong> lo svolgono le relazioniintra-familiari. L’ammalarsi <strong>di</strong> un membro della famiglia richiamagli altri membri ad una riorganizzazione dei rapporti e dellein<strong>te</strong>razioni al fine <strong>di</strong> recu<strong>per</strong>are un equilibrio globale che <strong>per</strong>mettaanche la cura della <strong>per</strong><strong>so</strong>na malata. D’altro canto le famiglie hannouna storia <strong>di</strong> relazioni e i membri pos<strong>so</strong>no avere anche altri compiti,siano essi <strong>di</strong> cura, <strong>di</strong> lavoro, o altri ancora. Ciò alcune vol<strong>te</strong> può esserefon<strong>te</strong> <strong>di</strong> <strong>te</strong>nsioni e conflitti tra i membri della famiglia con <strong>di</strong>scussioniinerenti alle modalità <strong>di</strong> collaborazione e al po<strong>te</strong>nziale supportoreciproco; i conflitti e le <strong>te</strong>nsioni pos<strong>so</strong>no essere anche il risultato <strong>di</strong>problematiche familiari an<strong>te</strong>cedenti l’in<strong>so</strong>rgere della malattia e che<strong>so</strong>no sta<strong>te</strong> da essa acui<strong>te</strong> o rese esplici<strong>te</strong>.5) Un ul<strong>te</strong>riore elemento da evidenziare è il rischio <strong>di</strong> “rinuncia” dapar<strong>te</strong> del familiare alla “cura <strong>di</strong> sé” in quanto il <strong>so</strong>vraccarico e lafatica pos<strong>so</strong>no ridurre i momenti e gli eventi che pos<strong>so</strong>no rappresentareun <strong>so</strong>llievo e un benessere. La preponderanza <strong>di</strong> sentimentinegativi e la riduzione fino alla cancellazione delle occasioni <strong>per</strong>vivere dei sentimenti positivi rendono sempre più fragile e <strong>di</strong>fficileda <strong>so</strong>s<strong>te</strong>nere l’equilibrio emotivo. <strong>Non</strong> po<strong>te</strong>ndo eliminare del tutto isentimenti <strong>di</strong> <strong>di</strong>sagio e la <strong>so</strong>fferenza connessi con lo stato <strong>di</strong> malattiadel congiunto risulta quin<strong>di</strong> importan<strong>te</strong>, <strong>per</strong> l’economia psichicadel familiare, la possibilità <strong>di</strong> s<strong>per</strong>imentare situazioni in cui ci sipossa sentire capaci, compe<strong>te</strong>nti e rilassati.1.3 Le scel<strong>te</strong> <strong>di</strong>fficiliIl decor<strong>so</strong> della demenza comporta, tra le altre cose, la <strong>per</strong><strong>di</strong>ta <strong>di</strong> capacitàdecisionali della <strong>per</strong><strong>so</strong>na malata. In questa con<strong>di</strong>zione tocca alfamiliare il compito <strong>di</strong> assumere le decisioni necessarie che pos<strong>so</strong>noriguardare la salu<strong>te</strong>, la collocazione in strutture residenziali, il fine vitae i trattamenti necessari e accettabili. Questo compito espone il familiareall’ansia <strong>per</strong> la scelta giusta. Spes<strong>so</strong> egli può chiedersi se ha <strong>fatto</strong>bene a fare una de<strong>te</strong>rminata <strong>cosa</strong>; questa ansia e preoccupazione è<strong>di</strong>fferen<strong>te</strong> in in<strong>te</strong>nsità a seconda della <strong>per</strong><strong>so</strong>nalità del familiare, dellatipologia della scelta, della qualità delle informazioni <strong>di</strong>sponibili e della<strong>di</strong>sponibilità <strong>di</strong> consulenza e supporto. Il sentimento <strong>di</strong> dubbio conpensieri <strong>di</strong> “ruminazione” pos<strong>so</strong>no <strong>di</strong>sturbare il familiare, creare <strong>di</strong>sagioe rendere <strong>di</strong>fficile rilassarsi e riposare.136


PARTE 4: IL LAVORO DI CURA1.4 I possibili <strong>so</strong>s<strong>te</strong>gniPer po<strong>te</strong>re affrontare le <strong>di</strong>fficoltà de<strong>te</strong>rmina<strong>te</strong> dalla malattia ogni familiarepotrebbe richiedere un stra<strong>te</strong>gia specifica con in<strong>te</strong>rventi mirati; in questasede si cercherà <strong>di</strong> proporre una gamma <strong>di</strong> possibili rispos<strong>te</strong> confidandonella possibilità del familiare <strong>di</strong> in<strong>di</strong>viduare quella che può fare meglioal suo ca<strong>so</strong> oppure <strong>di</strong> orientarlo nel chiedere un consiglio in merito.1) Il primo pas<strong>so</strong>, vale la pena riba<strong>di</strong>rlo, è sa<strong>per</strong>ne <strong>di</strong> più su tut<strong>te</strong> le componentirelative alla malattia: i sintomi, il decor<strong>so</strong>, le implicazioni <strong>per</strong>l’autonomia, le implicazioni legali e ambientali, i servizi <strong>di</strong>sponibili.È importan<strong>te</strong> che i familiari par<strong>te</strong>cipino alle offer<strong>te</strong> informative <strong>di</strong>sponibilisul <strong>te</strong>rritorio e inseri<strong>te</strong> all’in<strong>te</strong>rno dei <strong>per</strong>corsi globali <strong>di</strong> supporto.Sa<strong>per</strong>e non è <strong>so</strong>lo apprendere nozioni, ma sa<strong>per</strong>e significa esserepiù capaci, più compe<strong>te</strong>nti e quin<strong>di</strong> meglio attrezzati <strong>per</strong> affrontare le<strong>di</strong>fficoltà: la montagna è sempre <strong>di</strong>fficile da scalare, ma un paio <strong>di</strong>scarpe adat<strong>te</strong> pos<strong>so</strong>no fare la <strong>di</strong>fferenza. Se poi si <strong>so</strong>no seguiti deicorsi <strong>di</strong> informazioni in merito alle possibili <strong>te</strong>cniche utili <strong>per</strong> affrontarela salita ciò non cambia la salita, ma migliora il sen<strong>so</strong> <strong>di</strong> efficaciae <strong>di</strong> controllo sulla situazione. Questa metafora è utile <strong>per</strong> comprenderel’importanza della conoscenza nel <strong>per</strong>met<strong>te</strong>re controllo, efficaciae sen<strong>so</strong> <strong>di</strong> padronanza <strong>di</strong> una situazione.2) Il secondo elemento da considerare è l’aspetto emotivo. Il malesserepsicologico, oltre a rappresentare uno stato spiacevole e <strong>di</strong> <strong>so</strong>fferenza,con<strong>di</strong>ziona anche il pensiero e la prestazione della <strong>per</strong><strong>so</strong>na. Esseretristi non compromet<strong>te</strong> <strong>so</strong>lo l’umore, anche il pensiero <strong>di</strong>venta unpo’ più nero, ci si sen<strong>te</strong> più stanchi, meno motivati e si prova <strong>di</strong>fficoltànello svolgere anche le cose semplici. Per cui avere cura delsentimento è molto importan<strong>te</strong>. Avere cura del sentimento non vuolesempre <strong>di</strong>re una <strong>te</strong>rapia specifica, ma alcuni accorgimenti pos<strong>so</strong>noessere un valido aiuto in tale sen<strong>so</strong>. Il dolore e il <strong>di</strong>sagio descrittipreceden<strong>te</strong>metne richiedono <strong>di</strong> essere considerati e riconosciuti.Soffrire non è una colpa, ma piuttosto una risposta affettiva ad unade<strong>te</strong>rminata situazione. Inoltre il dolore richiede <strong>di</strong> essere espres<strong>so</strong>,manifestato e comunicato; <strong>so</strong>ffrire in silenzio accentua il dolore elo rende <strong>di</strong>fficile da tollerare mentre comunicare il <strong>di</strong>sagio, in particolarea <strong>per</strong><strong>so</strong>ne in grado <strong>di</strong> accoglierlo e <strong>di</strong> validarlo, può offrireun <strong>so</strong>llievo, ed è questa la sensazione che spes<strong>so</strong> si prova quando siriesce a comunicare uno stato d’animo ad una <strong>per</strong><strong>so</strong>na che è in grado<strong>di</strong> accogliere e comprendere la nostra situazione.Di nuovo sa<strong>per</strong>e <strong>di</strong>più da fonti fida<strong>te</strong><strong>per</strong>met<strong>te</strong> <strong>di</strong>migliorare il livello<strong>di</strong> efficacia. Servel’attrezzaturagiustaLo stato d’animodel familiare è unfardello che siaggiunge al resto:alleviarlo allevia lafatica della cura137


Confrontarsi conaltri familiariconsen<strong>te</strong> <strong>di</strong>guardare da fuorila propriaes<strong>per</strong>ienzaLa cura <strong>di</strong> sésignifica <strong>te</strong>mpo,spazio e impegnode<strong>di</strong>cato non <strong>so</strong>loalla malattiaIn questi casi gli “ascoltatori” pos<strong>so</strong>no essere <strong>di</strong>versi e ciò è in relazionecon il “con<strong>te</strong>nuto” e la “natura” del <strong>di</strong>alogo: gli amici, altrifamiliari che vivono una situazione simile, i professionisti che pos<strong>so</strong>noaiutare a met<strong>te</strong>re a fuoco le <strong>di</strong>fficoltà, a met<strong>te</strong>re or<strong>di</strong>ne neisentimenti e a scegliere le stra<strong>te</strong>gie migliori <strong>per</strong> affrontare le <strong>di</strong>fficoltà.La possibilità <strong>di</strong> esprimere, manifestare e con<strong>di</strong>videre con altriil proprio stato affettivo <strong>per</strong>met<strong>te</strong>, oltre al <strong>so</strong>llievo, <strong>di</strong> migliorare lapropria capacità <strong>di</strong> tollerare e regolare i sentimenti negativi e quin<strong>di</strong><strong>di</strong>venta anche uno strumento e una compe<strong>te</strong>nza che può essere utilizzatain <strong>di</strong>versi momenti duran<strong>te</strong> il decor<strong>so</strong> della malattia.3) Oltre a sa<strong>per</strong>ne <strong>di</strong> più e ricevere aiuto <strong>per</strong> affrontare i propri sentimenti,è utile anche prendersi cura <strong>di</strong> sé. Se consideriamo l’evento malattiae la cura come due <strong>fatto</strong>ri <strong>di</strong> stress, in quanto implicano unosforzo significativo da par<strong>te</strong> del familiare, <strong>di</strong>venta <strong>di</strong> no<strong>te</strong>vole importanzacercare <strong>di</strong> ridurre le conseguenze dello stress e <strong>di</strong> evitare lacronicizzazione. L’evento stressan<strong>te</strong> comporta uno stato <strong>di</strong> <strong>te</strong>nsione,<strong>di</strong> vigilanza, richiede la messa in atto <strong>di</strong> attività che consumano energie,implica sforzi sia fisici che mentali. Se utilizziamo il concetto <strong>di</strong>equilibrio come oscillazione tra stati <strong>di</strong>versi <strong>di</strong>venta comprensibile lanecessità <strong>per</strong> il familiare <strong>di</strong> al<strong>te</strong>rnare stati <strong>di</strong> <strong>te</strong>nsione con stati <strong>di</strong>rilassamento, stati <strong>di</strong> attivazione mirata al compito a stati <strong>di</strong> attivazionemirata al piacere e al benessere. In altre parole, al fine <strong>di</strong> evitare econ<strong>te</strong>nere gli effetti a lungo <strong>te</strong>rmine dello sforzo assis<strong>te</strong>nziale e leconseguenze della continuità <strong>di</strong> cura sarebbe opportuno introdurrenella propria quoti<strong>di</strong>anità momenti <strong>di</strong> rilassamento, <strong>di</strong> attività fisicafine a se s<strong>te</strong>ssa, <strong>di</strong> svago. Spes<strong>so</strong> le <strong>di</strong>fficoltà nascono dal blocco dellesituazioni che <strong>di</strong>ventano univoche, mentre se si riesce a man<strong>te</strong>nereuna <strong>di</strong>namicità <strong>di</strong> comportamenti e una <strong>di</strong>versificazione delle azionisi è in grado <strong>di</strong> <strong>so</strong>s<strong>te</strong>nere lo sforzo <strong>per</strong> un <strong>te</strong>mpo maggiore e in stato<strong>di</strong> maggiore benessere. Spes<strong>so</strong>, dopo una giornata <strong>di</strong>fficile, si preferisceriposare, chiudersi con il <strong>te</strong>ntativo <strong>di</strong> “ripararsi”, pro<strong>te</strong>ggersi dalle<strong>so</strong>llecitazioni; sarebbe invece molto più utile intraprendere attività chepos<strong>so</strong>no essere fon<strong>te</strong> <strong>di</strong> sentimenti e stati piacevoli che pos<strong>so</strong>no bilanciarestati spiacevoli vissuti in precedenza.4) Tutto quanto descritto fino ad ora in merito alla fatica della curaserve a <strong>so</strong>ttolineare sia le <strong>di</strong>fficoltà sia gli strumenti che pos<strong>so</strong>noessere utilizzati non <strong>per</strong> ri<strong>so</strong>lvere il problema, che è la malattia, ma<strong>per</strong> affrontare la situazione nel modo migliore possibile preservandomomenti <strong>di</strong> benessere <strong>per</strong> sé, <strong>per</strong> la <strong>per</strong><strong>so</strong>na malata e <strong>per</strong> la relazionecon essa. A questo punto è opportuno <strong>so</strong>ttolineare che non esistonometo<strong>di</strong> giusti e meto<strong>di</strong> sbagliati ma che esistono modalità “sumisura” della singola situazione. Quin<strong>di</strong> è opportuno che il familia-138


PARTE 4: IL LAVORO DI CURAre prima <strong>di</strong> tutto sia consapevole, e che sia a conoscenza delle possibilità<strong>di</strong>sponibili e efficaci. Ogni familiare è così nella con<strong>di</strong>zione<strong>di</strong> o<strong>per</strong>are la scelta più adeguata rispetto ai suoi bi<strong>so</strong>gni e ai <strong>te</strong>mpida rispettare <strong>per</strong> cercare e ot<strong>te</strong>nere la risposta. Infine va consideratoche lo strumento del <strong>di</strong>alogo e del confronto con altri (familiari,professionisti) può essere utilizzato <strong>per</strong> raccogliere tut<strong>te</strong> le informazioninecessarie ad effettuare la migliore scelta possibile in quelde<strong>te</strong>rminato con<strong>te</strong>sto/situazione.139


2 I PROBLEMI ETICO-GIURIDICI2.1 I problemi eticiComunicare la<strong>di</strong>agnosi alpazien<strong>te</strong> è giusto,ma richiede<strong>te</strong>mpo, cura epreparazioneLa <strong>di</strong>agnosi <strong>di</strong> malattia <strong>di</strong> Alzheimer (o <strong>di</strong> un’altra forma <strong>di</strong> demenza)si accompagna a numerosi e <strong>di</strong>fficili problemi <strong>di</strong> tipo etico checoinvolgono il pazien<strong>te</strong>, i familiari, il <strong>per</strong><strong>so</strong>nale e i ricercatori. Permolti dei problemi è <strong>di</strong>fficile dare rispos<strong>te</strong> definitive, <strong>per</strong>ché <strong>fatto</strong>rilegati ai valori, alla cultura, alla religione pos<strong>so</strong>no influenzare le scel<strong>te</strong>degli in<strong>di</strong>vidui. Il rispetto della libertà e dell’autonomia della <strong>per</strong><strong>so</strong>na,la con<strong>di</strong>visione e il <strong>di</strong>alogo tra pazien<strong>te</strong>, familiari e o<strong>per</strong>atori devesempre essere alla base <strong>di</strong> qualsiasi decisione. Un ruolo particolarmen<strong>te</strong>delicato e importan<strong>te</strong> è rico<strong>per</strong>to dal me<strong>di</strong>co <strong>di</strong> me<strong>di</strong>cina generaleche rappresenta la figura professionale che, <strong>per</strong> la sua conoscenzaapprofon<strong>di</strong>ta del pazien<strong>te</strong> e del suo con<strong>te</strong>sto <strong>di</strong> vita, può meglio aiutareil pazien<strong>te</strong> e i familiari ad assumere, insieme con gli specialisti coinvolti,le decisioni più opportune e più rispettose della <strong>per</strong><strong>so</strong>nalità e delleat<strong>te</strong>se del malato. Alcuni problemi hanno anche risvolti <strong>di</strong> tipo legale,talora complessi, e potrebbero quin<strong>di</strong> richiedere anche la consulenza <strong>di</strong>un es<strong>per</strong>to in questa ma<strong>te</strong>ria.2.1.1 La comunicazione della <strong>di</strong>agnosiLa malattia <strong>di</strong> Alzheimer e le demenze in generale <strong>so</strong>no <strong>di</strong>fficili da<strong>di</strong>agnosticare, <strong>so</strong>prattutto nelle fasi iniziali. Una <strong>di</strong>agnosi tipo puòessere formulata <strong>so</strong>lo dopo una approfon<strong>di</strong>ta e at<strong>te</strong>nta valutazione dapar<strong>te</strong> <strong>di</strong> èquipe <strong>di</strong> es<strong>per</strong>ti e <strong>so</strong>lo quando si è raggiunta una probabilità<strong>di</strong>agnostica molto alta (talora la cer<strong>te</strong>zza non è possibile).Nei casi dubbi è più corretto formulare una <strong>di</strong>agnosi <strong>di</strong> at<strong>te</strong>sa e rimandaread una valutazione successiva la comunicazione definitiva. Inquesti casi l’at<strong>te</strong>ggiamento più comune dei me<strong>di</strong>ci, che corrisponde aldesiderio dei familiari, è quello <strong>di</strong> non comunicare la <strong>di</strong>agnosi al pazien<strong>te</strong>.La scelta è motivata dalla preoccupazione <strong>di</strong> evitare una grave <strong>so</strong>fferenzaal pazien<strong>te</strong>, non sapendo quale reazione questi potrebbe avere.D’altra par<strong>te</strong> il rispetto <strong>per</strong> la libertà e l’autonomia dell’ammalato,<strong>so</strong>prattutto quando questo si trova nelle fasi iniziali della malattia,carat<strong>te</strong>rizza<strong>te</strong> spes<strong>so</strong> dalla consapevolezza e dal man<strong>te</strong>nimento dellacapacità <strong>di</strong> assumere decisioni – legali, economiche o morali – cheverranno poi progressivamen<strong>te</strong> e invariabilmen<strong>te</strong> <strong>per</strong>se, richiama i140


PARTE 4: IL LAVORO DI CURAme<strong>di</strong>ci al dovere deontologico <strong>di</strong> non nascondere la verità al pazien<strong>te</strong>.Sempre più frequen<strong>te</strong>men<strong>te</strong>, <strong>per</strong>tanto, i me<strong>di</strong>ci cercano <strong>di</strong> convinceredapprima i familiari della opportunità <strong>di</strong> non tacere la verità.Comunicare una <strong>di</strong>agnosi <strong>di</strong> demenza richiede <strong>per</strong>ò <strong>te</strong>mpo e cau<strong>te</strong>la, lanecessità <strong>di</strong> fornire il massimo supporto psicologico, rassicurando e<strong>so</strong>s<strong>te</strong>nendo il pazien<strong>te</strong>. È importan<strong>te</strong> considerare l’in<strong>te</strong>ro <strong>per</strong>cor<strong>so</strong> <strong>di</strong>agnosticocome una fase <strong>di</strong> costruzione della comunicazione esplorandole idee, le convinzioni, le ri<strong>so</strong>rse e l’attitu<strong>di</strong>ne della <strong>per</strong><strong>so</strong>na in<strong>te</strong>ressata.Il coinvolgimento attivo dei familiari in questo momento particolarmen<strong>te</strong>delicato è <strong>di</strong> grande importanza.Il modo in cui la comunicazione avviene è importan<strong>te</strong>: il con<strong>te</strong>nuto ele modalità dell’informazione devono essere commisura<strong>te</strong> alle effettivecapacità <strong>di</strong> comprensione, è <strong>per</strong>tanto necessaria una at<strong>te</strong>nta valutazionedella <strong>per</strong><strong>so</strong>nalità dell’in<strong>di</strong>viduo <strong>per</strong> po<strong>te</strong>r prevedere e controllareeventuali reazioni negative; un at<strong>te</strong>ggiamento empatico e non privo <strong>di</strong>s<strong>per</strong>anza ver<strong>so</strong> il futuro è comunque in<strong>di</strong>spensabile <strong>per</strong> as<strong>so</strong>rbire leinevitabili reazioni emotive. Occorre considerare la comunicazionecome un momento <strong>di</strong> avvio <strong>di</strong> un <strong>per</strong>cor<strong>so</strong> <strong>di</strong> cura e prevedere la necessità<strong>di</strong> un eventuale supporto alla <strong>per</strong><strong>so</strong>na malata e ai suoi familiari inquanto ognuno ha il suo <strong>te</strong>mpo e le sue esigenze nell’affrontare le notizieindesidera<strong>te</strong>.2.1.2 Il rispetto delle scel<strong>te</strong> in<strong>di</strong>vidualiLa malattia <strong>di</strong> Alzheimer e le demenze <strong>so</strong>no con<strong>di</strong>zioni progressiveche de<strong>te</strong>rminano, con il <strong>te</strong>mpo, l’incapacità dell’in<strong>di</strong>viduo <strong>di</strong> assumeredecisioni in modo coeren<strong>te</strong> e razionale. D’altra par<strong>te</strong> una <strong>di</strong>agnosi<strong>di</strong> malattia <strong>di</strong> Alzheimer o <strong>di</strong> altra demenza non significa <strong>di</strong><strong>per</strong> sé che la <strong>per</strong><strong>so</strong>na sia imme<strong>di</strong>atamen<strong>te</strong> incapace <strong>di</strong> prenderedecisioni e <strong>di</strong> fare scel<strong>te</strong>. Anche in una fase avanzata <strong>di</strong> malattia la<strong>per</strong><strong>so</strong>na può manifestare preferenze e attitu<strong>di</strong>ni che devono esseresempre valuta<strong>te</strong>, rispetta<strong>te</strong> e, <strong>so</strong>prattutto, riconosciu<strong>te</strong>.La libertà <strong>di</strong> po<strong>te</strong>r decidere degli aspetti della propria vita è uno deglielementi centrali che definisce la qualità <strong>di</strong> vita <strong>di</strong> ogni in<strong>di</strong>viduo equesto vale anche <strong>per</strong> una <strong>per</strong><strong>so</strong>na affetta da demenza. In modo particolaredevono essere rispetta<strong>te</strong> le residue abilità <strong>di</strong> decisione e <strong>so</strong>prattuttola capacità <strong>di</strong> essere ancora in grado <strong>di</strong> svolgere alcune attività,se pur molto semplici, che vanno stimola<strong>te</strong> e non inibi<strong>te</strong> come purtroppo,nella pratica corren<strong>te</strong>, si <strong>te</strong>nde spes<strong>so</strong> a fare.Certamen<strong>te</strong>, man mano che la malattia progre<strong>di</strong>sce, le decisioni dovrannosempre più coinvolgere altre <strong>per</strong><strong>so</strong>ne, familiari o <strong>so</strong>stituti legali.Per tali motivi la comunicazione della <strong>di</strong>agnosi <strong>di</strong> demenza deve sempreessere seguita da una elaborazione <strong>di</strong> un progetto <strong>di</strong> cura in<strong>di</strong>vidualeNellacomunicazionevanno messe inrisalto le ri<strong>so</strong>rse<strong>di</strong>sponibili <strong>per</strong> lacuraLe capacitàdecisionali residuedel malatodovrebbero esserevalorizza<strong>te</strong> erispetta<strong>te</strong>141


142volto non <strong>so</strong>lo alla gestione dei problemi più imme<strong>di</strong>ati che la malattiapone al pazien<strong>te</strong> e alla famiglia ma anche ad una pianificazione dell’assis<strong>te</strong>nzafutura da par<strong>te</strong> del pazien<strong>te</strong> e avere, da par<strong>te</strong> del pazien<strong>te</strong>,eventuali <strong>di</strong>rettive anticipa<strong>te</strong>, o comunque un quadro <strong>di</strong> quelle chepos<strong>so</strong>no essere le sue opinioni in merito ad alcune situazioni (si dovrebbeindagare sulla volontà della <strong>per</strong><strong>so</strong>na <strong>di</strong> essere <strong>so</strong>ttoposta a de<strong>te</strong>rminatitrattamenti quando e se non sarà più in grado <strong>di</strong> comprendere lamotivazione <strong>di</strong> una de<strong>te</strong>rminata scelta, <strong>di</strong> formulare un consen<strong>so</strong> e<strong>so</strong>prattutto <strong>di</strong> decidere; si pensi, a tale proposito, alla complessa problematicadel fine vita).Si ricorda che, <strong>so</strong>prattutto nelle fasi più avanza<strong>te</strong>, la demenza è una“malattia <strong>te</strong>rminale” e quin<strong>di</strong> non esen<strong>te</strong>, <strong>so</strong>prattutto in ques<strong>te</strong> fasi, <strong>di</strong>un approccio <strong>di</strong> cura “globale” e <strong>di</strong> tipo palliativo, in<strong>te</strong><strong>so</strong> come unapproccio che mira ad alleviare i sintomi, promuovere benessere equalità <strong>di</strong> vita. In questa ottica mol<strong>te</strong> decisioni riguardanti la <strong>per</strong><strong>so</strong>namalata devono essere prese da un altro e <strong>di</strong>sporre <strong>di</strong> elementi <strong>di</strong> aiutoe <strong>di</strong> conoscenza può essere molto importan<strong>te</strong>.Nelle fasi iniziali il pazien<strong>te</strong> può avere <strong>per</strong><strong>so</strong> par<strong>te</strong> delle funzioni cognitivee non essere <strong>per</strong>ciò in grado <strong>di</strong> gestire autonomamen<strong>te</strong> alcuni aspettidella propria vita (ad esempio quelli economici o legali); nonostan<strong>te</strong>ciò può possedere ancora una sufficien<strong>te</strong> capacità decisionale in alcunicampi (ad esempio, le decisioni <strong>te</strong>rapeutiche o la par<strong>te</strong>cipazione a s<strong>per</strong>imentazionie ricerche). L’autonomia decisionale nella <strong>per</strong><strong>so</strong>na con demenzava considerata <strong>per</strong>ciò un concetto <strong>di</strong>namico e valutata nelle varie fasidella malattia e in relazione al tipo <strong>di</strong> decisione da assumere.Ciò <strong>so</strong>ttolinea l’importanza <strong>di</strong> <strong>di</strong>stinguere tra le <strong>di</strong>agnosi <strong>di</strong> demenza ela capacità <strong>di</strong> in<strong>te</strong>ndere e <strong>di</strong> volere che non pos<strong>so</strong>no essere consideratisinonimi.È necessario ricordare che la <strong>per</strong><strong>so</strong>na con demenza utilizza varie stra<strong>te</strong>gie<strong>per</strong> comunicare la propria preferenza: talora <strong>so</strong>no il comportamento,l’espressione facciale, la reazione emotiva che fanno capire qualeè la decisione preferita. Per facilitare la <strong>per</strong><strong>so</strong>na è necessario ridurre ilnumero <strong>di</strong> opzioni, aiutando il proces<strong>so</strong> <strong>di</strong> scelta e guidandola pas<strong>so</strong>pas<strong>so</strong>. Il alcuni casi i desideri del pazien<strong>te</strong> e quelli dei familiari <strong>di</strong>fferiscono;talora i familiari <strong>so</strong>no in <strong>di</strong>saccordo fra <strong>di</strong> loro, in questi casiè necessario che i professionisti (e fra questi particolarmen<strong>te</strong> il me<strong>di</strong>co<strong>di</strong> me<strong>di</strong>cina generale) cerchino, attraver<strong>so</strong> una serena e approfon<strong>di</strong>ta<strong>di</strong>scussione sui rischi e sui benefici <strong>per</strong> il pazien<strong>te</strong>, <strong>di</strong> raggiungere unadecisione con<strong>di</strong>visa. Quando questo non è possibile potrà essere necessariol’in<strong>te</strong>rvento <strong>di</strong> un <strong>te</strong>rzo es<strong>te</strong>rno, attraver<strong>so</strong> un proces<strong>so</strong> <strong>di</strong> tu<strong>te</strong>lame<strong>di</strong>an<strong>te</strong> il ricor<strong>so</strong> all’amministratore <strong>di</strong> <strong>so</strong>s<strong>te</strong>gno.


PARTE 4: IL LAVORO DI CURA2.1.3 La guida dell’automobileLa possibilità o meno <strong>di</strong> guidare l’automobile è un aspetto che taloracrea contrasti tra il pazien<strong>te</strong> e i familiari. La guida <strong>di</strong> una automobileè un’attività complessa, che richiede reazioni rapide, capacità <strong>di</strong> giu<strong>di</strong>zio,memoria delle regole, dei segnali, dei <strong>per</strong>corsi, adeguata prassia(capacità, ad esempio, <strong>di</strong> allacciare una stringa delle scarpe), buonavista e u<strong>di</strong>to. Una <strong>di</strong>agnosi <strong>di</strong> malattia <strong>di</strong> Alzheimer o <strong>di</strong> altra forma <strong>di</strong>demenza non significa automaticamen<strong>te</strong> che l’in<strong>di</strong>viduo sia incapace <strong>di</strong>condurre un’automobile e quin<strong>di</strong> non è necessariamen<strong>te</strong> un motivo <strong>per</strong>escludere la <strong>per</strong><strong>so</strong>na dalla guida.Ma occorre sa<strong>per</strong>e che la demenza, anche nelle fasi iniziali, de<strong>te</strong>rminauna riduzione dell’at<strong>te</strong>nzione, delle capacità <strong>di</strong> orientamento (<strong>so</strong>prattuttoin luoghi poco noti), della capacità <strong>di</strong> giu<strong>di</strong>zio (in particolare insituazioni complesse o inusuali) e <strong>di</strong>fficoltà <strong>di</strong> tipo visuo-spaziale cherendono la guida <strong>per</strong>icolosa <strong>per</strong> il pazien<strong>te</strong> e <strong>per</strong> le altre <strong>per</strong><strong>so</strong>ne. Esistonodegli strumenti in let<strong>te</strong>ratura (ve<strong>di</strong> check-list a pag. 144) che <strong>per</strong>mettono<strong>di</strong> valutare, da par<strong>te</strong> <strong>di</strong> un caregiver e/o <strong>di</strong> un familiare, il comportamentodella <strong>per</strong><strong>so</strong>na con demenza duran<strong>te</strong> la guida (es. capacità <strong>di</strong>rispettare il semaforo, orientarsi negli incroci, len<strong>te</strong>zza e/o velocità nellemanovre ecc.) e quin<strong>di</strong> avere una fotografia della situazione <strong>per</strong> po<strong>te</strong>rdecidere sulla eventuale proibizione alla guida.<strong>Non</strong> bi<strong>so</strong>gna mailasciarlo guidareda <strong>so</strong>lo e al<strong>so</strong>spetto chel’attività sia<strong>di</strong>ventata<strong>per</strong>icolosa occorreproibirgliela143


Annotare se la <strong>per</strong><strong>so</strong>na met<strong>te</strong> in attoi seguenti comportamenti <strong>di</strong> guidasì No1 Ridotta confidenza nella guida...................................................................2 Difficoltà nel girarsi in<strong>di</strong>etro nella retromarcia..........................................3 Utilizza troppo il freno...............................................................................4 Facile <strong>di</strong>strazione alla guida........................................................................5 Altri autisti suonano spes<strong>so</strong> il clac<strong>so</strong>n.........................................................6 Utilizza segnalazioni sbaglia<strong>te</strong>....................................................................7 Difficoltà a parcheggiare in uno spazio definito.........................................8 Urta il bordo del marciapiede......................................................................9 Rigira o ammacca l'auto in garage..............................................................10 Aumento dell'agitazione o irritabilità alla guida........................................11 <strong>Non</strong> fa ca<strong>so</strong> ad eventi significativi al lato della strada................................12 <strong>Non</strong> fa ca<strong>so</strong> alla segnaletica stradale...........................................................13 Ha <strong>di</strong>fficoltà a compiere le svol<strong>te</strong>................................................................14 Guida a velocità inappropria<strong>te</strong>....................................................................15 <strong>Non</strong> riesce ad anticipare le situazionipo<strong>te</strong>nzialmen<strong>te</strong> <strong>per</strong>icolose...........................................................................16 Utilizza un'altra <strong>per</strong><strong>so</strong>na come aiuto duran<strong>te</strong> la guida................................17 Si confonde quando gira a sinistra..............................................................18 Si trova in <strong>di</strong>verse situazioni <strong>di</strong> <strong>per</strong>icolo.....................................................19 Risposta ritardata a <strong>di</strong>verse situazioni improvvise......................................20 Si sposta nelle corsie sbaglia<strong>te</strong>.....................................................................21 Difficoltà nel ma<strong>te</strong>nere la corretta posizione nella corsia...........................22 Confusione nelle usci<strong>te</strong> in tangenziali e autostrade....................................23 Ha pre<strong>so</strong> mul<strong>te</strong> o richiami <strong>per</strong> violazionidel co<strong>di</strong>ce duran<strong>te</strong> la guida..........................................................................24 Si <strong>per</strong>de in situazioni conosciu<strong>te</strong>.................................................................25 Incidenti stradali.........................................................................................26 <strong>Non</strong> si ferma allo "stop" o al semaforo ros<strong>so</strong>...............................................27 Scambia il pedale dell'acceleratore e del freno............................................28 Si ferma in mezzo al traffico <strong>senza</strong> motivo apparen<strong>te</strong>................................29 Altre osservazioni.......................................................................................L’osservazione dei “comportamenti <strong>di</strong> allarme” deve <strong>te</strong>ner conto dellafrequenza e della severità degli eventi ed è utile annotare se i cambiamentipresentano un andamento particolare nel <strong>te</strong>mpo. Tanti comportamentisbagliati alla guida o anche uno <strong>so</strong>lo pos<strong>so</strong>no motivare ladecisione <strong>di</strong> parlarne con es<strong>per</strong>ti quali gli specialisti del Consultorio<strong>per</strong> le Demenze (Centro Disturbi Cognitivi) e/o con il proprio me<strong>di</strong>co<strong>di</strong> me<strong>di</strong>cina generale al fine <strong>di</strong> valutare i provve<strong>di</strong>menti da adottare.Condurre l’automobile è <strong>per</strong> molti in<strong>di</strong>vidui importan<strong>te</strong> dal punto <strong>di</strong>vista psicologico e la proibizione può creare frustrazione e contrasticon i familiari. Tuttavia, quando, sulla base dei dati clinici osservatidal me<strong>di</strong>co o sulla base della storia (epi<strong>so</strong><strong>di</strong> osservati dai familiari <strong>di</strong>rallentamento nei riflessi, <strong>di</strong>fficoltà nel riconoscimento dei segnali,nell’orientamento nel traffico o nel parcheggiare, guida <strong>senza</strong> rispetto144


PARTE 4: IL LAVORO DI CURAdelle regole), si ha il fondato <strong>so</strong>spetto che la guida possa essere <strong>per</strong>icolosaquesta va senz’altro proibita.Nelle fasi molto iniziali <strong>di</strong> demenza il comportamento del pazien<strong>te</strong> vaat<strong>te</strong>ntamen<strong>te</strong> monitorato, non lasciandolo guidare da <strong>so</strong>lo ed evitandoche utilizzi l’automobile <strong>per</strong> lunghi <strong>per</strong>corsi, nel traffico in<strong>te</strong>n<strong>so</strong> oveloce, in tragitti a lui poco familiari.La decisione <strong>di</strong> proibire la guida va comunicata con pazienza dal me<strong>di</strong>co,motivandola chiaramen<strong>te</strong>, cercando <strong>di</strong> fornire dei compensi all’ammalato,<strong>so</strong>prattutto nei primi <strong>per</strong>io<strong>di</strong> (ad esempio, invitarlo a passeggia<strong>te</strong>o coinvolgerlo in attività piacevoli e <strong>di</strong>straenti). In molti casi ilpazien<strong>te</strong> si adatta e <strong>di</strong>mentica poi la guida dell’automobile. In altri casisarà necessario ricorrere a stratagemmi, quali nascondere le chiavi, onon far trovare l’auto o mo<strong>di</strong>ficarla in modo che non possa avviarsi.Talora è necessario procedere con gradualità, <strong>per</strong>met<strong>te</strong>ndo ogni tantopiccoli spostamenti con una <strong>per</strong><strong>so</strong>na accanto. Solo in casi estremi ilme<strong>di</strong>co sarà costretto a segnalare il pazien<strong>te</strong> all’autorità <strong>per</strong>ché gli vengaritirata la pa<strong>te</strong>n<strong>te</strong>.2.1.4 I trattamenti nelle fasi <strong>te</strong>rminali della vitaLa demenza in fase avanzata, e in particolare nelle fasi <strong>te</strong>rminali dellavita, pone delle problematiche significative in merito alla natura dellecure appropria<strong>te</strong>.L’at<strong>te</strong>ggiamento prevalen<strong>te</strong> è quello <strong>di</strong> privilegiare la qualità della vitadel pazien<strong>te</strong>, man<strong>te</strong>nendo nella fase avanzata <strong>so</strong>lo un approccio finalizzatonon a guarire, ma a garantire il maggiore benessere possibile<strong>per</strong> la <strong>per</strong><strong>so</strong>na, approccio che trova risposta nelle cure palliative.L’approccio palliativo, <strong>te</strong><strong>so</strong> ad evitare gli in<strong>te</strong>rventi straor<strong>di</strong>nari, deveconsiderare i precedenti desideri espressi dalla <strong>per</strong><strong>so</strong>na in<strong>te</strong>ressata e leinformazioni <strong>di</strong>sponibili in merito.Il problema è la definizione <strong>di</strong> ciò che è “straor<strong>di</strong>nario” e <strong>di</strong> ciò cheinvece va considerato “or<strong>di</strong>nario” nell’assis<strong>te</strong>nza ad un pazien<strong>te</strong> condemenza in fase avanzata. Generalmen<strong>te</strong> si considerano straor<strong>di</strong>narigli in<strong>te</strong>rventi sproporzionati rispetto al rapporto tra <strong>so</strong>fferenze (anchepsicologiche) causa<strong>te</strong> dalle <strong>te</strong>rapie e risultati at<strong>te</strong>si, tra <strong>di</strong>sagi provocatied esigenze <strong>di</strong> autonomia e <strong>di</strong>gnità nei momenti <strong>te</strong>rminali. In meritoa ciò vi è un ampio <strong>di</strong>battito in merito a <strong>cosa</strong> includere tra gli in<strong>te</strong>rventi“or<strong>di</strong>nari”, le posizioni <strong>so</strong>no <strong>di</strong>fferenzia<strong>te</strong> a seconda delle culture edelle normative presenti nei <strong>di</strong>versi Paesi. In ogni ca<strong>so</strong> le decisionivanno prese dopo un’adeguata analisi della situazione, con<strong>di</strong>visa anchecon l’equipe dei curanti.In alcuni paesi (tra gli altri Stati Uniti e Olanda) viene dato valore aidesideri espressi dalla <strong>per</strong><strong>so</strong>na in momenti precedenti rispetto a situazio-145


146ni <strong>di</strong> necessità <strong>di</strong> cure in<strong>te</strong>nsive o alle scel<strong>te</strong> <strong>te</strong>rapeutiche nelle fasi <strong>te</strong>rminali<strong>di</strong> malattia (anche in forma scritta, i cosiddetti living will – <strong>te</strong>stamenti<strong>di</strong> vita – o advanced <strong>di</strong>rectives – <strong>di</strong>rettive anticipa<strong>te</strong>).Anche la <strong>di</strong>sponibilità <strong>per</strong> la s<strong>per</strong>imentazione e <strong>per</strong> la ricerca viene con<strong>di</strong>zionataalla decisione espressa dal pazien<strong>te</strong> quando questi è ancoracompe<strong>te</strong>n<strong>te</strong>.La procedura è ri<strong>te</strong>nuta da alcuni come quella maggiormen<strong>te</strong> rispettosadel principio della autode<strong>te</strong>rminazione dell’in<strong>di</strong>viduo. Da altri viene,invece, <strong>so</strong>ttolineato come il living will nel ca<strong>so</strong> della malattia <strong>di</strong>Alzheimer impe<strong>di</strong>sca <strong>di</strong> <strong>fatto</strong> al <strong>so</strong>ggetto <strong>di</strong> mo<strong>di</strong>ficare la decisione unavolta che la malattia ha su<strong>per</strong>ato le fasi iniziali; questo ridurrebbe inrealtà lo spazio <strong>di</strong> libertà dell’in<strong>di</strong>viduo, rendendo impossibile assumerele decisioni nel momento in cui i trattamenti devono essere effettivamen<strong>te</strong><strong>so</strong>mministrati. Un aspetto che può mo<strong>di</strong>ficare il giu<strong>di</strong>zio eticoè che la decisione assunta è destinata a <strong>di</strong>venire o<strong>per</strong>ativa in un momentosuccessivo alla <strong>per</strong><strong>di</strong>ta della capacità <strong>di</strong> decidere. Qualora si riferiscaalla rinuncia all’u<strong>so</strong> <strong>di</strong> mezzi straor<strong>di</strong>nari o sproporzionati e all’accettazione<strong>di</strong> quelli or<strong>di</strong>nari e proporzionati, sembrerebbe che tale manifestazionedella volontà debba essere accettata come opinione espressaliberamen<strong>te</strong> dal pazien<strong>te</strong>, anche se, almeno secondo l’attuale or<strong>di</strong>namentolegislativo del nostro Paese, non può costituire un vincolo as<strong>so</strong>luto<strong>per</strong> il me<strong>di</strong>co. Anche l’abbandono dei mezzi or<strong>di</strong>nari <strong>di</strong> <strong>te</strong>rapia nonha una base deontologica né legale nel nostro Paese ed è lontano dallasensibilità, dalla cultura e dalla es<strong>per</strong>ienza quoti<strong>di</strong>ana della maggiorpar<strong>te</strong> <strong>di</strong> chi o<strong>per</strong>a con le <strong>per</strong><strong>so</strong>ne con demenza. Ciò non toglie cheintorno agli aspetti etici delle demenze vi sia un crescen<strong>te</strong> bi<strong>so</strong>gno <strong>di</strong>confronto serio e a<strong>per</strong>to e <strong>di</strong> approfon<strong>di</strong>ta riflessione nella quale i problemivengano affrontati anche in <strong>te</strong>rmini <strong>di</strong> valori.


PARTE 4: IL LAVORO DI CURA2.1.5 La ricerca nei pazienti con demenzaLa necessità <strong>di</strong> approfon<strong>di</strong>re le conoscenze sulla demenza e <strong>di</strong> s<strong>per</strong>imentarenuovi farmaci impone <strong>di</strong> condurre ricerche cliniche sui pazienti.La impossibilità <strong>di</strong> ot<strong>te</strong>nere un valido consen<strong>so</strong> nelle fasi avanza<strong>te</strong> dellamalattia rende complessa la decisione circa la possibilità <strong>di</strong> svolgere s<strong>per</strong>imentazioni.In realtà, nella maggior par<strong>te</strong> dei casi, è possibile ot<strong>te</strong>nere glis<strong>te</strong>ssi risultati attraver<strong>so</strong> stu<strong>di</strong> su pazienti in fase lieve o moderata dellademenza, in grado, quin<strong>di</strong>, <strong>di</strong> fornire un consen<strong>so</strong> valido.Per quanto riguarda la s<strong>per</strong>imentazione farmacologica si pone il problema<strong>di</strong> continuare stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> nuove molecole confrontandole con il placebo (cioèmolecole non attive che non curano). In realtà, la sempre maggiore <strong>di</strong>sponibilità<strong>di</strong> farmaci con la specifica in<strong>di</strong>cazione <strong>di</strong> cura della malattia <strong>di</strong>Alzheimer, sebbene <strong>di</strong> limitata utilità clinica, impone l’obbligo <strong>di</strong> considerarela liceità etica <strong>di</strong> privare della <strong>te</strong>rapia il gruppo <strong>di</strong> pazienti eventualmen<strong>te</strong>trattati con il placebo. Questo elemento non ha ancora trovato una<strong>so</strong>luzione con<strong>di</strong>visa, anche se sembra profilarsi la necessità <strong>di</strong> sviluppareprotocolli che prevedono il confronto con farmaci attivi già noti e non confarmaci-placebo cioè farmaci che non hanno molecole attive e quin<strong>di</strong> nonhanno funzioni <strong>te</strong>rapeutiche.Esis<strong>te</strong> poi, tutt’<strong>oggi</strong>, il problema non ri<strong>so</strong>lto che riguarda il trattamentocon farmaci, come i neurolettici, già utilizzati nella gestione dei <strong>di</strong>sturbicomportamentali nella demenza, <strong>per</strong> i quali la legislazione richiedeun consen<strong>so</strong> informato essendo farmaci “off-label” (cioè farmaci utilizzatifuori in<strong>di</strong>cazione in quanto registrati unicamen<strong>te</strong> <strong>per</strong> patologiepsichiatriche). La legge prevede che questo consen<strong>so</strong> sia acquisito, làdove la <strong>per</strong><strong>so</strong>na con demenza non può esprimere un consen<strong>so</strong> legalmen<strong>te</strong>valido, attraver<strong>so</strong> la figura dell’amministratore <strong>di</strong> <strong>so</strong>s<strong>te</strong>gno.Lo stu<strong>di</strong>o AdCare (condotto negli anni 2008-2010) promos<strong>so</strong> dall’IstitutoSu<strong>per</strong>iore <strong>di</strong> Sanità in collaborazione con l’Agenzia Italiana delFarmaco (AIFA) ha <strong>te</strong>ntato <strong>di</strong> rispondere a questo quesito, tutt’orairri<strong>so</strong>lto, ma la s<strong>per</strong>imentazione è stata in<strong>te</strong>rrotta <strong>per</strong> la <strong>di</strong>fficoltà, inbase alla legislazione italiana vigen<strong>te</strong>, <strong>di</strong> attivare in <strong>te</strong>mpi congrui esemplificati, la figura dell’amministratore <strong>di</strong> <strong>so</strong>s<strong>te</strong>gno <strong>per</strong> le <strong>per</strong><strong>so</strong>ne.Anche questo aspetto, che riguarda <strong>te</strong>matiche <strong>di</strong> grande valore etico,andrebbe approfon<strong>di</strong>to nella ricerca sulla malattia <strong>di</strong> Azheimer e ledemenze e pone l’at<strong>te</strong>nzione sul <strong>fatto</strong> che sempre <strong>di</strong> più la ricerca deveorientarsi non <strong>so</strong>lo sulla s<strong>per</strong>imentazione <strong>di</strong> nuovi farmaci ma anche e<strong>so</strong>prattutto su nuove modalità assis<strong>te</strong>nziali, sui modelli vali<strong>di</strong> (cheabbiano cioè un buon rapporto costo/beneficio) <strong>di</strong> trattamenti non farmacologicie <strong>di</strong> in<strong>te</strong>rventi psico<strong>so</strong>ciali. Questa ricerca rappresen<strong>te</strong>ràuna delle sfide principali nella “lotta” alla malattia <strong>di</strong> Alzheimer e allealtre forme <strong>di</strong> demenza.147


2.2 Le misure <strong>di</strong> pro<strong>te</strong>zione giuri<strong>di</strong>ca:l’amministrazione <strong>di</strong> <strong>so</strong>s<strong>te</strong>gno,l’in<strong>te</strong>r<strong>di</strong>zione, l’inabilitazioneL’entrata in vigore della legge 6/2004, aven<strong>te</strong> la “ finalità <strong>di</strong> tu<strong>te</strong>lare,con la minore limitazione possibile della capacità <strong>di</strong> agire, le <strong>per</strong><strong>so</strong>neprive in tutto o in par<strong>te</strong> <strong>di</strong> autonomia nell’espletamento delle funzionidella vita quoti<strong>di</strong>ana, me<strong>di</strong>an<strong>te</strong> in<strong>te</strong>rventi <strong>di</strong> <strong>so</strong>s<strong>te</strong>gno <strong>te</strong>mporaneo o<strong>per</strong>manen<strong>te</strong> 1 ” ha arricchito il nostro or<strong>di</strong>namento <strong>di</strong> una nuova misura<strong>di</strong> pro<strong>te</strong>zione giuri<strong>di</strong>ca “l’amministrazione <strong>di</strong> <strong>so</strong>s<strong>te</strong>gno 2 ”.Ai sensi dell’articolo 404 del Co<strong>di</strong>ce civile “La <strong>per</strong><strong>so</strong>na che, <strong>per</strong> effetto<strong>di</strong> una infermità ovvero <strong>di</strong> una menomazione fisica o psichica, sitrova nella impossibilità, anche parziale o <strong>te</strong>mporanea, <strong>di</strong> provvedereai propri in<strong>te</strong>ressi, può essere assistita da un amministratore <strong>di</strong> <strong>so</strong>s<strong>te</strong>gno,nominato dal giu<strong>di</strong>ce tu<strong>te</strong>lare del luogo in cui questa ha la residenza oil domicilio”.Attualmen<strong>te</strong>, <strong>per</strong>tanto, le misure <strong>di</strong> pro<strong>te</strong>zione giuri<strong>di</strong>ca a <strong>di</strong>sposizionedei <strong>so</strong>ggetti deboli <strong>so</strong>no tre: l’amministrazione <strong>di</strong> <strong>so</strong>s<strong>te</strong>gno, l’in<strong>te</strong>r<strong>di</strong>zionee l’inabilitazione, e <strong>so</strong>no strumenti che acquistano particolarein<strong>te</strong>resse e utilità anche <strong>per</strong> le <strong>per</strong><strong>so</strong>ne affet<strong>te</strong> dalla malattia <strong>di</strong> Alzheimero da altre demenze che, come è noto, causano nel <strong>te</strong>mpo un irreversibileaffievolirsi fino allo spegnersi della capacità <strong>di</strong> at<strong>te</strong>ndere ai propriin<strong>te</strong>ressi.***Per po<strong>te</strong>re comprendere la valenza e il “funzionamento” delle misure<strong>di</strong> pro<strong>te</strong>zione giuri<strong>di</strong>ca, occorre preliminarmen<strong>te</strong> esaminare il concetto<strong>di</strong> “capacità <strong>di</strong> agire”.L’articolo 2 del Co<strong>di</strong>ce civile “Maggiore età. Capacità <strong>di</strong> agire” stabilisceche: “La maggiore età è fissata al compimento del <strong>di</strong>ciot<strong>te</strong>simoanno. Con la maggiore età si acquista la capacità <strong>di</strong> compiere tutti gliatti <strong>per</strong> i quali non sia stabilita un’età <strong>di</strong>versa”.La capacità <strong>di</strong> agire che la <strong>per</strong><strong>so</strong>na acquista <strong>di</strong>ventando maggiorennepuò essere in<strong>te</strong>sa come la capacità <strong>di</strong> “compiere atti giuri<strong>di</strong>ci vali<strong>di</strong> equin<strong>di</strong> produttivi <strong>di</strong> effetti giuri<strong>di</strong>ci” (come ad esempio stipulare contratti)ed è una capacità che la <strong>per</strong><strong>so</strong>na acquista a prescindere dalleproprie effettive capacità cognitive o psico-fisiche, anche quin<strong>di</strong> inpre<strong>senza</strong> <strong>di</strong> una impossibilità ad esercitarla autonomamen<strong>te</strong>.1. Articolo 1 legge 6/20042. Attualmen<strong>te</strong> le misure <strong>di</strong> pro<strong>te</strong>zione giuri<strong>di</strong>ca <strong>so</strong>no tre: l’amministrazione <strong>di</strong><strong>so</strong>s<strong>te</strong>gno, l’in<strong>te</strong>r<strong>di</strong>zione e l’inabilitazione.148


PARTE 4: IL LAVORO DI CURALe misure <strong>di</strong> pro<strong>te</strong>zione giuri<strong>di</strong>ca hanno il compito <strong>di</strong> salvaguardarel’in<strong>te</strong>resse della <strong>per</strong><strong>so</strong>na maggiorenne proprio quando la capacità <strong>di</strong>agire non risulta <strong>so</strong>rretta da un’adeguata capacità <strong>di</strong> in<strong>te</strong>ndere e volereo da un’idoneità psico-fisica che consenta il compimento, in autonomia,degli atti della vita.L’analisi delle misure <strong>di</strong> pro<strong>te</strong>zione giuri<strong>di</strong>ca non può che iniziare conl’amministrazione <strong>di</strong> <strong>so</strong>s<strong>te</strong>gno, riconosciuta dalla s<strong>te</strong>ssa Cassazionecivile già con sen<strong>te</strong>nza n. 25366/2006 come lo strumento principe <strong>di</strong>tu<strong>te</strong>la delle <strong>per</strong><strong>so</strong>ne non autonome da preferirsi agli istituti dell’in<strong>te</strong>r<strong>di</strong>zionee dell’inabilitazione.2.2.1 L’amministratore <strong>di</strong> <strong>so</strong>s<strong>te</strong>gnoL’articolo 404 del Co<strong>di</strong>ce civile in<strong>di</strong>vidua quali po<strong>te</strong>nziali beneficiaridell’amministrazione <strong>di</strong> <strong>so</strong>s<strong>te</strong>gno le <strong>per</strong><strong>so</strong>ne che, a causa <strong>di</strong> una infermitào <strong>di</strong> una menomazione fisica o psichica, si trovino nell’impossibilità,anche parziale o <strong>te</strong>mporanea, <strong>di</strong> provvedere ai propri in<strong>te</strong>ressi. Lanomina dell’amministratore <strong>di</strong> <strong>so</strong>s<strong>te</strong>gno può dunque essere richiestaanche a causa <strong>di</strong> una impossibilità <strong>so</strong>lo <strong>te</strong>mporanea o parziale della<strong>per</strong><strong>so</strong>na <strong>di</strong> gestire i propri in<strong>te</strong>ressi.L’amministratore <strong>di</strong> <strong>so</strong>s<strong>te</strong>gno è nominato con decreto del giu<strong>di</strong>cetu<strong>te</strong>lare su richiesta presentata <strong>di</strong>rettamen<strong>te</strong> al giu<strong>di</strong>ce tu<strong>te</strong>lare (<strong>senza</strong>bi<strong>so</strong>gno dell’assis<strong>te</strong>nza <strong>te</strong>cnica <strong>di</strong> un avvocato) da par<strong>te</strong> del beneficiarios<strong>te</strong>s<strong>so</strong> (anche se minore, in<strong>te</strong>rdetto o inabilitato), dal coniuge, dalla<strong>per</strong><strong>so</strong>na stabilmen<strong>te</strong> conviven<strong>te</strong>, dai parenti entro il 4° grado, dagliaffini entro il 2° grado, dal tutore, dal curatore, dal pubblico minis<strong>te</strong>ro,dai responsabili dei servizi sanitari e <strong>so</strong>ciali <strong>di</strong>rettamen<strong>te</strong> impegnatinella cura e assis<strong>te</strong>nza della <strong>per</strong><strong>so</strong>na (articolo 406 Co<strong>di</strong>ce civile).Il giu<strong>di</strong>ce, entro 60 giorni dalla presentazione della richiesta deve pronunciarsicon un decreto che deve con<strong>te</strong>nere:• le generalità della <strong>per</strong><strong>so</strong>na beneficiaria e dell’amministratore <strong>di</strong><strong>so</strong>s<strong>te</strong>gno;• la durata dell’incarico, che può essere anche a <strong>te</strong>mpo inde<strong>te</strong>rminato;• l’oggetto dell’incarico e gli atti che l’amministratore <strong>di</strong> <strong>so</strong>s<strong>te</strong>gno hail po<strong>te</strong>re <strong>di</strong> compiere in nome e <strong>per</strong> conto del beneficiario;• gli atti che il beneficiario può compiere <strong>so</strong>lo con l’assis<strong>te</strong>nza dell’amministratore<strong>di</strong> <strong>so</strong>s<strong>te</strong>gno;• i limiti, anche <strong>per</strong>io<strong>di</strong>ci, delle spese che l’amministratore <strong>di</strong> <strong>so</strong>s<strong>te</strong>gnopuò <strong>so</strong>s<strong>te</strong>nere con l’utilizzo delle <strong>so</strong>mme <strong>di</strong> cui il beneficiario ha opuò avere la <strong>di</strong>sponibilità;• la <strong>per</strong>io<strong>di</strong>cità con cui l’amministratore <strong>di</strong> <strong>so</strong>s<strong>te</strong>gno deve riferire algiu<strong>di</strong>ce circa l’attività svolta e le con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> vita <strong>per</strong><strong>so</strong>nale e<strong>so</strong>ciale del beneficiario (articolo 405 Co<strong>di</strong>ce civile).149


Nel decreto <strong>di</strong> nomina risultano, <strong>per</strong>tanto, analiticamen<strong>te</strong> in<strong>di</strong>cati ipo<strong>te</strong>ri <strong>di</strong> rappresentanza o <strong>di</strong> assis<strong>te</strong>nza dell’amministratore <strong>di</strong> <strong>so</strong>s<strong>te</strong>gnoche limitano la “capacità <strong>di</strong> agire” (art. 2 del Co<strong>di</strong>ce civile) del beneficiario(ad esempio: se l’amministratore <strong>di</strong> <strong>so</strong>s<strong>te</strong>gno ha il po<strong>te</strong>re <strong>di</strong> agirein rappresentanza e quin<strong>di</strong> in nome e <strong>per</strong> conto del beneficiario <strong>per</strong>gestire il conto corren<strong>te</strong> <strong>di</strong> quest’ultimo, lo s<strong>te</strong>s<strong>so</strong> beneficiario <strong>per</strong>deràla capacità <strong>di</strong> agire e non potrà più validamen<strong>te</strong> gestire il conto corren<strong>te</strong>)con conseguen<strong>te</strong> tu<strong>te</strong>la del beneficiario anche rispetto a eventualiraggiri <strong>di</strong> <strong>te</strong>rzi in mala fede.Secondo l’articolo 409 del Co<strong>di</strong>ce civile, il beneficiario dell’amministratore<strong>di</strong> <strong>so</strong>s<strong>te</strong>gno, cioè la <strong>per</strong><strong>so</strong>na ammalata, conserva la pienacapacità <strong>di</strong> compiere tutti questi atti che <strong>so</strong>no necessari a <strong>so</strong>d<strong>di</strong>sfare leesigenze della propria vita quoti<strong>di</strong>ana (come ad esempio gli acquisti <strong>di</strong>mo<strong>di</strong>co valore), così come continua ad essere titolare del po<strong>te</strong>re <strong>di</strong>compiere autonomamen<strong>te</strong> quegli atti che non richiedono la rappresentanzaesclusiva o l’assis<strong>te</strong>nza dell’amministratore <strong>di</strong> <strong>so</strong>s<strong>te</strong>gno.L’amministratore <strong>di</strong> <strong>so</strong>s<strong>te</strong>gno è <strong>te</strong>nuto, secondo l’articolo 410 delCo<strong>di</strong>ce civile, al rispetto <strong>di</strong> una serie <strong>di</strong> doveri e più precisamen<strong>te</strong>:• deve rispettare le aspirazioni e i bi<strong>so</strong>gni del beneficiario;• deve sempre informare il beneficiario circa gli atti da compiere;• deve sempre informare il giu<strong>di</strong>ce tu<strong>te</strong>lare in ca<strong>so</strong> <strong>di</strong> <strong>di</strong>ssen<strong>so</strong> con ilbeneficiario s<strong>te</strong>s<strong>so</strong>;• è <strong>te</strong>nuto <strong>per</strong>io<strong>di</strong>camen<strong>te</strong> (annualmen<strong>te</strong>, semestralmen<strong>te</strong>, ecc…in basealla cadenza <strong>te</strong>mporale stabilita dal giu<strong>di</strong>ce tu<strong>te</strong>lare) alla presentazioneal giu<strong>di</strong>ce tu<strong>te</strong>lare <strong>di</strong> una relazione relativa all’attività svolta edescrittiva delle con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> vita <strong>per</strong><strong>so</strong>nale e <strong>so</strong>ciale del beneficiario;• deve, al momento dell’assunzione dell’incarico, prestare giuramentoimpegnandosi a svolgere le proprie funzioni con fedeltà e <strong>di</strong>ligenza;• è <strong>te</strong>nuto alla redazione dell’inventario dei beni del beneficiario all’attodell’assunzione dell’incarico se il giu<strong>di</strong>ce tu<strong>te</strong>lare glielo or<strong>di</strong>na.Nella scelta dell’amministratore <strong>di</strong> <strong>so</strong>s<strong>te</strong>gno il giu<strong>di</strong>ce tu<strong>te</strong>lare deve,innanzitutto, avere riguardo alla cura e agli in<strong>te</strong>ressi del beneficiario,e alla scelta eventualmen<strong>te</strong> o<strong>per</strong>ata da quest’ultimo quando neaveva facoltà.Il giu<strong>di</strong>ce tu<strong>te</strong>lare può, infatti, <strong>di</strong>sat<strong>te</strong>ndere l’in<strong>di</strong>cazione data dal beneficiarios<strong>te</strong>s<strong>so</strong> (“l’amministratore <strong>di</strong> <strong>so</strong>s<strong>te</strong>gno può essere designato dallo s<strong>te</strong>s<strong>so</strong>in<strong>te</strong>ressato, in previsione della propria eventuale futura incapacità,me<strong>di</strong>an<strong>te</strong> atto pubblico o scrittura privata au<strong>te</strong>nticata” articolo 408Co<strong>di</strong>ce civile) <strong>so</strong>lo in pre<strong>senza</strong> <strong>di</strong> gravi motivi (articolo 408 Co<strong>di</strong>ce civile).In quest’ultimo ca<strong>so</strong>, se cioè il giu<strong>di</strong>ce non ha nominato l’amministratore<strong>di</strong> <strong>so</strong>s<strong>te</strong>gno in<strong>di</strong>cato dal beneficiario <strong>per</strong> gravi motivi, o nel ca<strong>so</strong>150


PARTE 4: IL LAVORO DI CURA<strong>di</strong> mancata designazione da par<strong>te</strong> del beneficiario, il giu<strong>di</strong>ce tu<strong>te</strong>larenella scelta dovrà preferire, ove possibile, “il coniuge che non sia separatolegalmen<strong>te</strong>, la <strong>per</strong><strong>so</strong>na stabilmen<strong>te</strong> conviven<strong>te</strong>, il padre, la madre,il figlio o il fra<strong>te</strong>llo o la <strong>so</strong>rella, il paren<strong>te</strong> entro il quarto grado ovveroil <strong>so</strong>ggetto designato dal genitore su<strong>per</strong>sti<strong>te</strong> con <strong>te</strong>stamento, attopubblico o scrittura privata au<strong>te</strong>nticata” (articolo 408 Co<strong>di</strong>ce civile).Sono, invece, esclusi dalla possibilità <strong>di</strong> ricoprire le funzioni <strong>di</strong> amministratore<strong>di</strong> <strong>so</strong>s<strong>te</strong>gno “gli o<strong>per</strong>atori dei servizi pubblici o privati chehanno in cura o in carico il beneficiario”.L’amministratore <strong>di</strong> <strong>so</strong>s<strong>te</strong>gno deve o<strong>per</strong>are, come già il tutore e il curatore,con la massima <strong>di</strong>ligenza e qualora gli atti da lui compiuti dovesseroessere in contrasto con le <strong>di</strong>sposizioni <strong>di</strong> legge o in ecces<strong>so</strong> rispettoall’incarico o ai po<strong>te</strong>ri conferitigli dal giu<strong>di</strong>ce, pos<strong>so</strong>no essereannullati su istanza dell’amministratore <strong>di</strong> <strong>so</strong>s<strong>te</strong>gno s<strong>te</strong>s<strong>so</strong>, del pubblicominis<strong>te</strong>ro, del beneficiario o dei suoi ere<strong>di</strong> e aventi causa (ad esempioi cre<strong>di</strong>tori).La legge 6/2004 <strong>so</strong>ttolinea in più passaggi il preci<strong>so</strong> dovere <strong>di</strong> rispetto<strong>per</strong> le aspirazioni, i bi<strong>so</strong>gni e la cura del beneficiario: ci troviamo <strong>di</strong>fron<strong>te</strong> ad un nuovo strumento <strong>di</strong> tu<strong>te</strong>la a 360° del <strong>so</strong>ggetto debole: unatu<strong>te</strong>la “su misura” che deve <strong>te</strong>nere conto della <strong>per</strong><strong>so</strong>na in quanto talevalorizzandone le capacità; una pro<strong>te</strong>zione fondata su un progetto <strong>per</strong><strong>so</strong>nalizzato<strong>di</strong> attività, redatto dal giu<strong>di</strong>ce tu<strong>te</strong>lare e dallo s<strong>te</strong>s<strong>so</strong> mo<strong>di</strong>ficabiletut<strong>te</strong> le vol<strong>te</strong> in cui l’in<strong>te</strong>resse del beneficiario lo richieda.2.2.2 L’in<strong>te</strong>r<strong>di</strong>zione e l’inabilitazioneLa legge 6/2004 ha introdotto importanti mo<strong>di</strong>fiche anche alle normesull’in<strong>te</strong>r<strong>di</strong>zione e inabilitazione.Prima l’articolo 414 del Co<strong>di</strong>ce civile recitava: “il maggiore <strong>di</strong> età e ilminore emancipato, i quali si trovano in con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> abituale infermità<strong>di</strong> men<strong>te</strong> che li rende incapaci <strong>di</strong> provvedere ai propri in<strong>te</strong>ressi,devono essere in<strong>te</strong>rdetti”, dopo la legge 6/2004 l’articolo 414 del Co<strong>di</strong>ceCivile stabilisce che: “il maggiore <strong>di</strong> età e <strong>di</strong> un minore emancipato, iquali si trovano in con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> abituale infermità <strong>di</strong> men<strong>te</strong> che li rendeincapaci <strong>di</strong> provvedere ai propri in<strong>te</strong>ressi, <strong>so</strong>no in<strong>te</strong>rdetti quando ciòè necessario <strong>per</strong> assicurare la loro adeguata pro<strong>te</strong>zione”.La sen<strong>te</strong>nza che pronuncia l’in<strong>te</strong>r<strong>di</strong>zione o l’inabilitazione o i successiviprovve<strong>di</strong>menti adottati dall’autorità giu<strong>di</strong>ziaria, pos<strong>so</strong>no stabilire,inoltre, che “taluni atti <strong>di</strong> or<strong>di</strong>naria amministrazione possano esserecompiuti dall’in<strong>te</strong>rdetto <strong>senza</strong> l’in<strong>te</strong>rvento o con l’assis<strong>te</strong>nza del tutore,o che taluni atti eccedenti l’or<strong>di</strong>naria amministrazione possanoessere compiuti dall’inabilitato <strong>senza</strong> l’assis<strong>te</strong>nza del curatore” (articolo427 Co<strong>di</strong>ce civile).151


Prima della legge 6/2004 la sen<strong>te</strong>nza <strong>di</strong> in<strong>te</strong>r<strong>di</strong>zione portava alla <strong>per</strong><strong>di</strong>tatotale della capacità <strong>di</strong> agire della <strong>per</strong><strong>so</strong>na; <strong>oggi</strong>, la s<strong>te</strong>ssa pronuncia, puòlasciare in capo al beneficiario una parziale capacità <strong>di</strong> agire rispetto agliatti <strong>di</strong> or<strong>di</strong>naria amministrazione. Rimane ferma, tuttavia, la limitazionetotale della capacità <strong>di</strong> agire della <strong>per</strong><strong>so</strong>na in<strong>te</strong>rdetta rispetto ad atti <strong>di</strong>straor<strong>di</strong>naria amministrazione, e anche rispetto a quelli “<strong>per</strong><strong>so</strong>nalissimi”(es: sposarsi, fare <strong>te</strong>stamento, riconoscere il figlio naturale).La sen<strong>te</strong>nza <strong>di</strong> inabilitazione, invece, alla luce delle mo<strong>di</strong>fiche introdot<strong>te</strong>dalla legge 6/2004 può lasciare in capo all’inabilitato la capacità <strong>di</strong>compiere taluni atti <strong>di</strong> straor<strong>di</strong>naria amministrazione. Rimane ferma lacapacità <strong>di</strong> agire <strong>per</strong> tutti gli altri atti, anche <strong>per</strong><strong>so</strong>nalissimi (come fare<strong>te</strong>stamento, riconoscere un figlio naturale, sposarsi, fare donazioni).Il legislatore, attraver<strong>so</strong> l’introduzione dell’amministratore <strong>di</strong> <strong>so</strong>s<strong>te</strong>gnoe “ritoccando” le norme che <strong>di</strong>sciplinano l’in<strong>te</strong>r<strong>di</strong>zione e l’inabilitazione,ha cercato <strong>di</strong> valorizzare le capacità della <strong>per</strong><strong>so</strong>na in<strong>te</strong>rdetta, inabilitatao beneficiaria dell’amministrazione <strong>di</strong> <strong>so</strong>s<strong>te</strong>gno e ha dato vita adun sis<strong>te</strong>ma flessibile <strong>di</strong> pro<strong>te</strong>zione giuri<strong>di</strong>ca che consen<strong>te</strong> <strong>di</strong> adottare lostrumento che meglio <strong>so</strong>d<strong>di</strong>sfa le esigenze del singolo ca<strong>so</strong> concreto,allentando il rigore dell’obbligatoria pronuncia dell’in<strong>te</strong>r<strong>di</strong>zione.L’idoneità dello strumento giuri<strong>di</strong>co prescelto a pro<strong>te</strong>ggere nel migliore deimo<strong>di</strong> possibile e con la migliore garanzia <strong>di</strong> qualità della vita la <strong>per</strong><strong>so</strong>nain<strong>te</strong>ressata può, <strong>per</strong>tanto, costituire il cri<strong>te</strong>rio che <strong>per</strong>met<strong>te</strong> <strong>di</strong> scegliere fral’amministrazione <strong>di</strong> <strong>so</strong>s<strong>te</strong>gno, l’in<strong>te</strong>r<strong>di</strong>zione e l’inabilitazione.La s<strong>te</strong>ssa Cor<strong>te</strong> Costituzionale con sen<strong>te</strong>nza n. n. 440/2005 ha stabilitoche “la complessiva <strong>di</strong>sciplina inserita dalla legge n. 6 del 2004 sullepreesis<strong>te</strong>nti norme del Co<strong>di</strong>ce civile affida al giu<strong>di</strong>ce il compito <strong>di</strong>in<strong>di</strong>viduare l’istituto che, da un lato, garantisca all’incapace la tu<strong>te</strong>lapiù adeguata e, dall’altro, limiti nella minore misura possibile la suacapacità; e consen<strong>te</strong>, ove la scelta cada sull’amministrazione <strong>di</strong> <strong>so</strong>s<strong>te</strong>gno,che l’ambito dei po<strong>te</strong>ri dell’amministratore sia puntualmen<strong>te</strong>correlato alle carat<strong>te</strong>ristiche del ca<strong>so</strong> concreto”...***L’amministrazione <strong>di</strong> <strong>so</strong>s<strong>te</strong>gno, par<strong>te</strong>ndo dall’ascolto della <strong>per</strong><strong>so</strong>na,costituisce <strong>oggi</strong> lo strumento giuri<strong>di</strong>co <strong>di</strong> pro<strong>te</strong>zione “principe” <strong>per</strong> chida <strong>so</strong>lo “non ce la fa”, coniugando in maniera equilibrata l’esigenza <strong>di</strong>tu<strong>te</strong>la del beneficiario con la necessità <strong>di</strong> assicurare al beneficiarios<strong>te</strong>s<strong>so</strong> il rispetto della sua storia, della sua identità, dei suoi desideri e<strong>so</strong>prattutto delle sue autonomie.152


PARTE 4: IL LAVORO DI CURA2.3 Opportunità previdenziali,assis<strong>te</strong>nziali e fiscali2.3.1 Invali<strong>di</strong>tà civile e indennità <strong>di</strong> accompagnamentoIl riconoscimento <strong>di</strong> invali<strong>di</strong>tà civile dà <strong>di</strong>ritto:• alle pro<strong>te</strong>si e agli ausili inerenti la propria minorazione o menomazione(con i limiti stabiliti nel nomenclatore tariffario) se la minorazioneo la menomazione è uguale o su<strong>per</strong>iore al 34%;• all’esenzione dai ticket sanitari se uguale o su<strong>per</strong>iore al 67%• all’assegno or<strong>di</strong>nario <strong>di</strong> invali<strong>di</strong>tà (se eguale o su<strong>per</strong>iore al 74%) <strong>per</strong>le <strong>per</strong><strong>so</strong>ne da 18 a 65 anni se non vengono su<strong>per</strong>ati i limiti <strong>di</strong> red<strong>di</strong>toprevisti dalla legge;• alla pensione <strong>di</strong> invali<strong>di</strong>tà se eguale al 100% <strong>per</strong> le <strong>per</strong><strong>so</strong>ne dai 18 ai65 anni se non vengono su<strong>per</strong>ati i limiti <strong>di</strong> red<strong>di</strong>to previsti dalla legge;• all’indennità <strong>di</strong> accompagnamento, se ricorrono le con<strong>di</strong>zioni previs<strong>te</strong>.L’indennità <strong>di</strong> accompagnamento è una provvidenza economica riconosciutadallo Stato a favore <strong>di</strong> citta<strong>di</strong>ni invali<strong>di</strong> civili totalmen<strong>te</strong> inabili<strong>per</strong>ché non in grado <strong>di</strong> deambulare <strong>senza</strong> aiuto <strong>per</strong>manen<strong>te</strong> <strong>di</strong> un accompagnatoreo non in grado <strong>di</strong> compiere gli atti quoti<strong>di</strong>ani della vita e che<strong>per</strong> tale ragione necessitino <strong>di</strong> assis<strong>te</strong>nza continua. L’indennità <strong>di</strong> accompagnamentoprescinde dall’età, dal red<strong>di</strong>to o dal patrimonio del beneficiarioo del suo nucleo familiare.Nell’anno 2012 l’indennità <strong>di</strong> accompagnamento è pari a circa 493 euromensili <strong>per</strong> do<strong>di</strong>ci mensilità e viene annualmen<strong>te</strong> aggiornata.Sono esclusi dall’indennità <strong>di</strong> accompagnamento coloro che usufruiscono<strong>di</strong> ricovero totalmen<strong>te</strong> gratuito in Istituto. L’insussis<strong>te</strong>nza <strong>di</strong> tale con<strong>di</strong>zioneva documentata annualmen<strong>te</strong> entro il 31 marzo <strong>di</strong> ogni annome<strong>di</strong>an<strong>te</strong> apposita <strong>di</strong>chiarazione (<strong>di</strong>chiarazione <strong>per</strong>io<strong>di</strong>ca) relativa allasussis<strong>te</strong>nza dei requisiti <strong>di</strong> legge.È esclu<strong>so</strong>dall’indennità <strong>di</strong>accompagnamento<strong>so</strong>lo chi è ricoveratoin modo gratuito inun IstitutoCOME E DOVE PRESENTARE LA DOMANDA DIACCERTAMENTO DI INVALIDITÀIl riconoscimento <strong>di</strong> invali<strong>di</strong>tà viene rilasciato dall’INPS <strong>te</strong>rritorialmen<strong>te</strong>compe<strong>te</strong>n<strong>te</strong>.Di seguito, le informazioni sulle modalità <strong>di</strong> richiesta e <strong>di</strong> accertamentodell’invali<strong>di</strong>tà; <strong>per</strong> approfon<strong>di</strong>menti e <strong>per</strong> eventuali aggiornamenticonsultare il sito www.handylex.org/La presentazione della domanda, da gennaio 2012, è possibile <strong>so</strong>lo online, attraver<strong>so</strong> in<strong>te</strong>rnet, e deve rispettare precisi passaggi. Ecco quali.153


1. Il certificato “introduttivo” del me<strong>di</strong>co <strong>di</strong> famigliaPer prima <strong>cosa</strong> bi<strong>so</strong>gna rivolgersi al proprio me<strong>di</strong>co <strong>di</strong> famiglia (me<strong>di</strong>co<strong>di</strong> me<strong>di</strong>cina generale) <strong>per</strong> avere il rilascio del certificato “introduttivo”.Il me<strong>di</strong>co, sulla base <strong>di</strong> modelli <strong>di</strong> certificazione pre<strong>di</strong>sposti dall’INPS,compila al compu<strong>te</strong>r il certificato dove riporta i dati anagrafici, at<strong>te</strong>stala natura delle infermità invalidanti, in<strong>di</strong>ca le patologie invalidanti (riportandoobbligatoriamen<strong>te</strong> i co<strong>di</strong>ci no<strong>so</strong>logici in<strong>te</strong>rnazionali ICID-9), in<strong>di</strong>ca,se presenti, le patologie che danno titolo alla non rive<strong>di</strong>bilità e chequin<strong>di</strong>, una volta riconosciu<strong>te</strong>, non devono più essere rivaluta<strong>te</strong> (ques<strong>te</strong>patologie <strong>so</strong>no in<strong>di</strong>ca<strong>te</strong> nel decreto minis<strong>te</strong>riale del 2 agosto 2007) e,infine, in<strong>di</strong>ca l’eventuale pre<strong>senza</strong> <strong>di</strong> una malattia oncologica in atto.Una volta compilato e trasmes<strong>so</strong> via in<strong>te</strong>rnet all’INPS, il me<strong>di</strong>co devestampare, firmare e consegnare il certificato alla <strong>per</strong><strong>so</strong>na in<strong>te</strong>ressata,insieme alla ricevuta della avvenuta trasmissione della domanda cheriporta un numero identificativo della domanda s<strong>te</strong>ssa. Il certificatodovrà poi essere esibito dalla <strong>per</strong><strong>so</strong>na in<strong>te</strong>ressata al momento dellavisita <strong>di</strong> accertamento <strong>di</strong> invali<strong>di</strong>tà.Il certificato “introduttivo” ha vali<strong>di</strong>tà 30 giorni: se entro 30 giorni nonsi presenta la domanda <strong>di</strong> accertamento <strong>di</strong> invali<strong>di</strong>tà, il certificato scadee bi<strong>so</strong>gna richiederlo <strong>di</strong> nuovo al proprio me<strong>di</strong>co <strong>di</strong> famiglia.Dal 2010 ledomande <strong>di</strong>accertamento <strong>so</strong>lo<strong>per</strong> via <strong>te</strong>lematicaDopo l’inoltrodella domanda siverrà chiamati avisita entro 30giorni2. La presentazione della domanda all’INPSTutta la procedura è da fare on line, attraver<strong>so</strong> in<strong>te</strong>rnet, è possibile cioè<strong>so</strong>lo <strong>per</strong> via informatica e <strong>te</strong>lematica.Una volta in posses<strong>so</strong> del certificato “introduttivo” e della ricevuta <strong>di</strong>avvenuta trasmissione del certificato all’INPS (che contiene il numeroidentificativo della domanda), il citta<strong>di</strong>no può presentare all’INPS ladomanda <strong>di</strong> accertamento <strong>di</strong> invali<strong>di</strong>tà, accedendo o autonomamen<strong>te</strong> oattraver<strong>so</strong> un En<strong>te</strong> abilitato (as<strong>so</strong>ciazione <strong>di</strong> catgegoria, patronati sindacali,CAAF, altre organizzazioni) al sito dell’INPS www.inps.itsezione “Servizi on line”.Nel ca<strong>so</strong> in cui la procedura sia fatta autonomamen<strong>te</strong> dalla <strong>per</strong><strong>so</strong>nain<strong>te</strong>ressata, il primo pas<strong>so</strong> da compiere è richiedere il co<strong>di</strong>ce PIN (unco<strong>di</strong>ce numerico identificativo <strong>per</strong><strong>so</strong>nale) o <strong>di</strong>rettamen<strong>te</strong> al sito dell’INPS(www.inps.it sezione Servizi on line) o trami<strong>te</strong> il Contact cen<strong>te</strong>r INPSal numero verde 803163.La domanda, compilata su un apposito modulo, va trasmessa al sitodell’INPS www.inps.it in<strong>di</strong>cando il numero del certificato “introduttivo”(già trasmes<strong>so</strong> dal me<strong>di</strong>co <strong>di</strong> famiglia all’INPS) che si trova anchenella ricevuta <strong>di</strong> avvenuta trasmissione.L’INPS provvede a inviare, sempre via in<strong>te</strong>rnet, la domanda <strong>di</strong> visita<strong>di</strong> accertamento <strong>di</strong> invali<strong>di</strong>tà all’Azienda Usl <strong>di</strong> compe<strong>te</strong>nza.154


PARTE 4: IL LAVORO DI CURALo stato <strong>di</strong> avanzamento della pratica può essere consultato anche on linenel sito dell’INPS www.inps.it sezione “Servizi on line”) dalla <strong>per</strong><strong>so</strong>nain<strong>te</strong>ressata (o da un suo delegato) attraver<strong>so</strong> il co<strong>di</strong>ce PIN <strong>per</strong><strong>so</strong>nale.3. La ricevuta <strong>di</strong> presentazione della domanda, la let<strong>te</strong>ra <strong>di</strong> convocazionealla visita <strong>di</strong> accertamento invali<strong>di</strong>tàPer ogni domanda inoltrata, il sis<strong>te</strong>ma informatico INPS genera unaricevuta con il numero <strong>di</strong> protocollo della domanda, propone <strong>di</strong>verseda<strong>te</strong> <strong>di</strong>sponibili <strong>per</strong> la visita <strong>di</strong> accertamento pres<strong>so</strong> la Commissioneme<strong>di</strong>ca dell’Azienda Usl, in un arco <strong>te</strong>mporale <strong>di</strong> 30 giorni dalla data<strong>di</strong> presentazione della domanda.La <strong>per</strong><strong>so</strong>na in<strong>te</strong>ressata può scegliere una data tra quelle propos<strong>te</strong>; se,<strong>per</strong> vari motivi, non può effettuare la visita in una data compresa nei30 giorni successivi alla presentazione della domanda, il sis<strong>te</strong>ma informaticoINPS può segnalare da<strong>te</strong> successive, oppure riservarsi <strong>di</strong> definiresuccessivamen<strong>te</strong> una data e la prenotazione della visita.La data <strong>di</strong> convocazione, quando definita, è visibile nel sito in<strong>te</strong>rnet <strong>di</strong>INPS www.inps.it.La convocazione viene comunque comunicata con let<strong>te</strong>ra raccomandatacon ricevuta <strong>di</strong> ritorno all’in<strong>di</strong>rizzo in<strong>di</strong>cato nella domanda, e anchealla email eventualmen<strong>te</strong> comunicata.Nella let<strong>te</strong>ra <strong>di</strong> convocazione <strong>so</strong>no descritti:• i riferimenti della prenotazione,• la documentazione da portare alla visita,• le modalità da seguire in ca<strong>so</strong> <strong>di</strong> impossibilità a presentarsi alla visita,• le conseguenze che pos<strong>so</strong>no derivare dalla eventuale as<strong>senza</strong> alla visita.Inoltre, nella s<strong>te</strong>ssa let<strong>te</strong>ra, viene ricordato che:• la <strong>per</strong><strong>so</strong>na può farsi assis<strong>te</strong>re, a proprie spese, da un me<strong>di</strong>co <strong>di</strong> fiducia,• in ca<strong>so</strong> <strong>di</strong> impe<strong>di</strong>mento a recarsi alla visita, la <strong>per</strong><strong>so</strong>na può richiedereuna nuova data collegandosi al sito dell’INPS (www.inps.itsezione Servizi on line) con il proprio PIN,• se assen<strong>te</strong> dalla visita (<strong>senza</strong> averlo comunicato) la <strong>per</strong><strong>so</strong>na verràcomunque nuovamen<strong>te</strong> convocata ma, se anche alla seconda convocazionenon si presen<strong>te</strong>rà, l’as<strong>senza</strong> sarà considerata a tutti gli effetticome una rinuncia alla domanda, con <strong>per</strong><strong>di</strong>ta <strong>di</strong> efficacia della s<strong>te</strong>ssa.4. La visita <strong>di</strong> accertamento <strong>di</strong> invali<strong>di</strong>tàLa visita me<strong>di</strong>ca è effettuata pres<strong>so</strong> la Commissione dell’Azienda Uslcompe<strong>te</strong>n<strong>te</strong> che, dal 1° gennaio 2010 (in forza dell’articolo 20 dellaLegge 102/2009) è in<strong>te</strong>grata con un me<strong>di</strong>co dell’INPS.La Commissione accede on line al fascicolo della <strong>per</strong><strong>so</strong>na, con<strong>te</strong>nen<strong>te</strong>la domanda e il certificato “introduttivo”.155


La <strong>per</strong><strong>so</strong>na può farsi assis<strong>te</strong>re, a proprie spese, da un me<strong>di</strong>co <strong>di</strong> fiducia.Al <strong>te</strong>rmine della visita, un me<strong>di</strong>co della Commissione re<strong>di</strong>ge on line ilverbale riportando l’esito della visita, i co<strong>di</strong>ci no<strong>so</strong>logici in<strong>te</strong>rnazionali(ICD-9) delle patologie invalidanti della <strong>per</strong><strong>so</strong>na, e l’eventuale in<strong>di</strong>cazione<strong>di</strong> patologie in<strong>di</strong>ca<strong>te</strong> nel Decreto 2 agosto 2007 che non comportanovisi<strong>te</strong> successive <strong>di</strong> revisione.In ca<strong>so</strong> <strong>di</strong> as<strong>senza</strong> a visita <strong>senza</strong> giustificato motivo anche nella secondaconvocazione, la domanda viene rigettata e il citta<strong>di</strong>no dovrà presentareuna nuova domanda.Visita domiciliareNel ca<strong>so</strong> in cui la <strong>per</strong><strong>so</strong>na sia intrasportabile (cioè nel ca<strong>so</strong> in cui iltrasporto comporti grave rischio <strong>per</strong> l’incolumità e la salu<strong>te</strong> della <strong>per</strong><strong>so</strong>na),è possibile richiedere la visita domiciliare da par<strong>te</strong> dellaCommissione dell’Azienda Usl in<strong>te</strong>grata da un me<strong>di</strong>co dell’INPS. Ilcertificato me<strong>di</strong>co (redatto dal me<strong>di</strong>co <strong>di</strong> famiglia) con la richiesta <strong>di</strong>visita domiciliare va inoltrato, sempre on line, all’INPS (www.inps.itsezione Servizi on line) almeno 5 giorni prima della data <strong>di</strong> convocazionealla visita ambulatoriale.5. La verificaLa Commissione dell’Azienda Usl, come già detto, è in<strong>te</strong>grata con unme<strong>di</strong>co dell’INPS. Questo rappresenta un vantaggio in <strong>te</strong>rmini <strong>di</strong> <strong>te</strong>mpi,oltre che <strong>di</strong> risparmi <strong>di</strong> gestione. Infatti, se al <strong>te</strong>rmine della visita vieneapprovato all’unanimità, il verbale viene considerato definitivo ed èvalidato dal Responsabile del Centro Me<strong>di</strong>co Legale dell’INPS.Se nel verbale viene in<strong>di</strong>cato il <strong>di</strong>ritto a provvidenze economiche (pensioni,indennità, assegni), vengono anche attiva<strong>te</strong> le procedure amministrative<strong>per</strong> la relativa erogazione inviando il verbale all’En<strong>te</strong> chedovrà erogare le provvidenze.Se al <strong>te</strong>rmine della visita <strong>di</strong> accertamento, invece, il parere non è unanime,l’INPS <strong>so</strong>spende l’invio del verbale e acquisisce la documentazioneche verrà poi esaminata dal Responsabile del Centro Me<strong>di</strong>coLegale dell’INPS. Questi può validare il verbale entro 10 giorni, oppurepuò <strong>di</strong>sporre una nuova visita nei successivi 20 giorni. La visita, inquesto ca<strong>so</strong>, viene effettuata da un me<strong>di</strong>co INPS (<strong>di</strong>ver<strong>so</strong> da quellopresen<strong>te</strong> nella Commissione dell’Azienda Usl) e da un me<strong>di</strong>co rappresentan<strong>te</strong>delle as<strong>so</strong>ciazioni <strong>di</strong> ca<strong>te</strong>goria (ad esempio ANMIC[As<strong>so</strong>ciazione nazionale mutilati e invali<strong>di</strong> civili], UIC [Unione ItalianaCiechi], ANFFAS [As<strong>so</strong>ciazione Nazionale Famiglie <strong>di</strong> Per<strong>so</strong>ne conDisabilità In<strong>te</strong>llettiva e /o Relazionale], ecc) e, nel ca<strong>so</strong> <strong>di</strong> valutazionedell’han<strong>di</strong>cap, da un o<strong>per</strong>atore <strong>so</strong>ciale (<strong>per</strong> le certificazioni relative alleleggi 104/1992 e 68/1999). L’INPS può anche avvalersi della consulen-156


PARTE 4: IL LAVORO DI CURAza <strong>di</strong> un me<strong>di</strong>co specialista della patologia oggetto <strong>di</strong> valutazione attingendotra i propri me<strong>di</strong>ci specialisti o da me<strong>di</strong>ci specialisti già convenzionatiINPS.6. L’invio del verbaleIl verbale definitivo viene inviato alla <strong>per</strong><strong>so</strong>na in<strong>te</strong>ressata dall’INPS.Se il giu<strong>di</strong>zio finale con<strong>te</strong>nuto nel verbale prevede l’erogazione <strong>di</strong> provvidenzeeconomiche (pensioni, invali<strong>di</strong>tà, assegni), la <strong>per</strong><strong>so</strong>na in<strong>te</strong>ressataviene invitata a inserire on line, con il proprio co<strong>di</strong>ce PIN, sul sitoINPS (www.inps.it sezione Servizi on line) alcuni dati (ad esempio,red<strong>di</strong>to <strong>per</strong><strong>so</strong>nale, coor<strong>di</strong>na<strong>te</strong> bancarie): ques<strong>te</strong> informazioni vanno adarricchire la banca dati e completano il profilo della <strong>per</strong><strong>so</strong>na ai fini <strong>di</strong>invali<strong>di</strong>tà civile, han<strong>di</strong>cap, <strong>di</strong>sabilità.Anche questa o<strong>per</strong>azione può essere fatta autonomamen<strong>te</strong> o può essererichiesta l’assis<strong>te</strong>nza a un patronato sindacale, un’as<strong>so</strong>ciazione o altro<strong>so</strong>ggetto abilitato. Il proce<strong>di</strong>mento si conclude con l’erogazione delleprovvidenze economiche nei casi in cui ne sia stato riconosciuto il<strong>di</strong>ritto <strong>di</strong> riceverle. I fascicoli dei verbali conclusi vengono archiviatinel Casellario centrale <strong>di</strong> invali<strong>di</strong>tà gestito dall’INPS.7. L’erogazione dei benefici economiciI benefici economici riconosciuti decorrono dal mese successivo alladata <strong>di</strong> presentazione della domanda <strong>di</strong> accertamento <strong>di</strong> invali<strong>di</strong>tà.La Commissione me<strong>di</strong>ca dell’Azienda Usl può in<strong>di</strong>care, in via eccezionalee sulla base della documentazione clinica visionata, una datasuccessiva.I RICORSI PER MANCATA CONVOCAZIONE A VISITA, RICORSICONTRO I VERBALIRicor<strong>so</strong> <strong>per</strong> mancata convocazione a visitaNel ca<strong>so</strong> in cui, entro tre mesi dalla presentazione della domanda, laCommissione me<strong>di</strong>ca dell’Azienda Usl non abbia fissato la data <strong>per</strong> lavisita <strong>di</strong> accertamento <strong>di</strong> invali<strong>di</strong>tà, l’in<strong>te</strong>ressato può presentare una<strong>di</strong>ffida all’Asses<strong>so</strong>rato regionale politiche <strong>per</strong> la salu<strong>te</strong> (Regione Emilia-Romagna, Asses<strong>so</strong>rato politiche <strong>per</strong> la salu<strong>te</strong>, Viale Aldo Moro, 21,40121 Bologna) che provvede a fissare la data della visita entro il <strong>te</strong>rminemassimo <strong>di</strong> 270 giorni dalla data <strong>di</strong> presentazione della domanda.Se l’in<strong>te</strong>ressato non ha avuto alcuna risposta alla <strong>di</strong>ffida presentata(silenzio rigetto) può ricorrere al giu<strong>di</strong>ce or<strong>di</strong>nario.Ricor<strong>so</strong> contro i verbaliContro i verbali emessi dalla Commissione me<strong>di</strong>ca dell’Azienda Usl odella Commissione INPS (che, come abbiamo visto, in<strong>te</strong>rviene quando157


il parere della Commissione me<strong>di</strong>ca dell’Azienda Usl non è unanime)è necessario presentare istanza <strong>di</strong> accertamento <strong>te</strong>cnico preventivo,entro 6 mesi dalla notifica del verbale, pres<strong>so</strong> il giu<strong>di</strong>ce or<strong>di</strong>nario, conl’assis<strong>te</strong>nza obbligatoria <strong>di</strong> un legale, che può essere anche <strong>di</strong> un patronatosindacale o <strong>di</strong> as<strong>so</strong>ciazione <strong>di</strong> tu<strong>te</strong>la delle <strong>per</strong><strong>so</strong>ne invalide.Da gennaio 2012 non è più possibile avviare un ricor<strong>so</strong> se prima non si èconclu<strong>so</strong> l’accertamento <strong>te</strong>cnico preventivo <strong>di</strong>sposto dal giu<strong>di</strong>ce or<strong>di</strong>nario.VISITE DI REVISIONE E VERBALI “A SCADENZA”Ques<strong>te</strong> no<strong>te</strong> riguardano tut<strong>te</strong> le <strong>per</strong><strong>so</strong>ne <strong>per</strong> le quali nei verbali sia giàstata prevista una revisione della situazione clinica.È da ricordare che alla scadenza del verbale decadono tut<strong>te</strong> le provvidenzeeconomiche e i benefici (ad esempio <strong>per</strong>messi e conge<strong>di</strong> lavorativi)<strong>di</strong> cui si usufruisce.È quin<strong>di</strong> necessario muoversi <strong>per</strong> <strong>te</strong>mpo, almeno 3 mesi prima dellascadenza del verbale, e informarsi pres<strong>so</strong> la Commissione me<strong>di</strong>cadell’Azienda Usl o dell’INPS che ha rilasciato il verbale <strong>per</strong> sa<strong>per</strong>e sesi viene convocati automaticamen<strong>te</strong> o se si deve comunque presentarela domanda <strong>di</strong> visita <strong>di</strong> accertamento invali<strong>di</strong>tà.In particolare <strong>per</strong> l’han<strong>di</strong>cap: va ricordato che nel ca<strong>so</strong> in cui una nuovavalutazione accerti che non sussis<strong>te</strong> più la connotazione <strong>di</strong> gravitàdell’han<strong>di</strong>cap, occorre fare imme<strong>di</strong>ata segnalazione della nuova valutazioneal datore <strong>di</strong> lavoro e all’Istituto previdenziale <strong>di</strong> riferimento.RICHIESTA DI AGGRAVAMENTO DEL GRADODI INVALIDITÀ CIVILESe le con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> una <strong>per</strong><strong>so</strong>na (anche se già riconosciuta invalidacivile <strong>per</strong> esempio non al 100% o <strong>senza</strong> indennità <strong>di</strong> accompagnamento)peggiorano, è possibile presentare una domanda <strong>di</strong> riconoscimentodell’aggravamento secondo le s<strong>te</strong>sse modalità <strong>di</strong> presentazione delladomanda <strong>di</strong> accertamento <strong>di</strong> invali<strong>di</strong>tà già descrit<strong>te</strong>.<strong>Non</strong> è possibile presentare richiesta <strong>di</strong> riconoscimento <strong>di</strong> aggravamentose già si è avviato un proce<strong>di</strong>mento <strong>di</strong> ricor<strong>so</strong> né se è in cor<strong>so</strong> l’accertamento<strong>te</strong>cnico preventivo.158


PARTE 4: IL LAVORO DI CURA2.3.2 Permessi lavorativi retribuiti e riconoscimentocon<strong>di</strong>zione han<strong>di</strong>cap graveL’articolo 33 della Legge 104/1992 prevede che i <strong>per</strong>messi <strong>di</strong> tre giornipossano essere concessi anche a familiari <strong>di</strong>versi dai genitori del <strong>di</strong>sabilegrave, accertato tale con specifica certificazione <strong>di</strong> han<strong>di</strong>cap (articolo3, comma 3, della Legge 104/1992) dall’apposita Commissioneo<strong>per</strong>an<strong>te</strong> in ogni Azienda Usl.L’articolo 24 della Legge 4 novembre 2010, n. 183 ha ridefinito la pla<strong>te</strong>adegli aventi <strong>di</strong>ritto, mo<strong>di</strong>ficando l’articolo 33 della Legge 104/1992.Secondo la vigen<strong>te</strong> <strong>di</strong>sposizione, in as<strong>senza</strong> <strong>di</strong> ricovero della <strong>per</strong><strong>so</strong>nacon han<strong>di</strong>cap grave da assis<strong>te</strong>re, pos<strong>so</strong>no godere dei tre giorni <strong>di</strong> <strong>per</strong>mes<strong>so</strong>mensile retribuiti e co<strong>per</strong>ti da contributi:il genitore;il coniuge;il paren<strong>te</strong> o l’affine entro il secondo grado (esempio, nonni, nipoti inquanto figli dei figli, fra<strong>te</strong>lli, <strong>so</strong>relle).I parenti e affini <strong>di</strong> <strong>te</strong>rzo grado (esempio, zii e bisnonni) pos<strong>so</strong>no fruiredei <strong>per</strong>messi lavorativi <strong>so</strong>lo ad una delle seguenti con<strong>di</strong>zioni:• quando i genitori o il coniuge della <strong>per</strong><strong>so</strong>na con han<strong>di</strong>cap sianodeceduti o mancanti;• quando i genitori o il coniuge della <strong>per</strong><strong>so</strong>na con han<strong>di</strong>cap abbianocompiuto i 65 anni oppure siano affetti da patologie invalidanti.Va anche <strong>so</strong>ttolineato che, in forza delle mo<strong>di</strong>ficazioni introdot<strong>te</strong> dallaLegge 183/2010, <strong>so</strong>no scomparsi dalla normativa i requisiti <strong>di</strong> assis<strong>te</strong>nzaesclusiva e continuativa richiesti, in precedenza, nel ca<strong>so</strong> in cui illavoratore non fosse conviven<strong>te</strong> con la <strong>per</strong><strong>so</strong>na con <strong>di</strong>sabilità.I <strong>per</strong>messi <strong>so</strong>no giornalieri, fruibili a scelta in maniera continuativa ofrazionata, anche in ore, non cumulabili da un mese all’altro e <strong>so</strong>noretribuiti <strong>per</strong> in<strong>te</strong>ro a carico dell’INPS o altro en<strong>te</strong> previdenziale compe<strong>te</strong>n<strong>te</strong>;<strong>so</strong>no computati ai fini dell’anzianità <strong>di</strong> servizio, ma non <strong>per</strong> leferie e la tre<strong>di</strong>cesima.159


PERMESSI LAVORATIVI RETRIBUITI PER AMMINISTRATORIDI SOSTEGNO E TUTORIIl tutore o l’amministratore <strong>di</strong> <strong>so</strong>s<strong>te</strong>gno che assista con sis<strong>te</strong>maticità eadegua<strong>te</strong>zza la <strong>per</strong><strong>so</strong>na con han<strong>di</strong>cap grave può, ad <strong>oggi</strong>, ot<strong>te</strong>nere i<strong>per</strong>messi lavorativi <strong>so</strong>lo se è anche il coniuge o un paren<strong>te</strong> o un affinefino al <strong>te</strong>rzo grado della <strong>per</strong><strong>so</strong>na con han<strong>di</strong>cap grave.Senza una <strong>di</strong> ques<strong>te</strong> con<strong>di</strong>zioni, i benefici lavorativi non pos<strong>so</strong>no essereconcessi nemmeno nel ca<strong>so</strong> in cui l’amministratore <strong>di</strong> <strong>so</strong>s<strong>te</strong>gno o iltutore assicurino l’assis<strong>te</strong>nza con continuità ed esclusività o con sis<strong>te</strong>maticitàe adegua<strong>te</strong>zza.COSA OCCORRE FARE PER USUFRUIRE DEI PERMESSILAVORATIVI RETRIBUITI?La con<strong>di</strong>zione prioritaria ed essenziale <strong>per</strong> accedere ai <strong>per</strong>messi lavorativiretribuiti è che il <strong>di</strong>sabile sia in posses<strong>so</strong> della certificazione <strong>di</strong>han<strong>di</strong>cap con connotazione <strong>di</strong> gravità (articolo 3, comma 3, della Legge104/1992). <strong>Non</strong> basta quin<strong>di</strong> la certificazione <strong>di</strong> han<strong>di</strong>cap (articolo 3,comma 1), ma è necessario che la Commissione abbia accertato la gravità(articolo 3, comma 3).Il certificato <strong>di</strong> han<strong>di</strong>cap viene infatti rilasciato da un’apposita Commissioneo<strong>per</strong>an<strong>te</strong> pres<strong>so</strong> ogni Azienda Usl e non va confu<strong>so</strong> con l’at<strong>te</strong>stazione <strong>di</strong>invali<strong>di</strong>tà (sia civile, che <strong>di</strong> servizio, del lavoro o <strong>di</strong> guerra).Il certificato <strong>di</strong> han<strong>di</strong>cap, quin<strong>di</strong>, non può essere <strong>so</strong>stituito da eventualicertificati <strong>di</strong> invali<strong>di</strong>tà, anche se questi at<strong>te</strong>stano l’invali<strong>di</strong>tà totale.CERTIFICATO PROVVISORIO DI HANDICAP CONCONNOTAZIONE DI GRAVITÀSe non si è ancora in posses<strong>so</strong> della certificazione <strong>di</strong> han<strong>di</strong>cap è ammessaun’eccezione: l’articolo 2, comma 2, del Decreto Legge 27 agosto1993, n. 324 (convertito alla Legge 27 ottobre 1993, n. 423) prevede chequalora la Commissione me<strong>di</strong>ca dell’Azienda Usl non si pronunci entro90 giorni dalla presentazione della domanda, l’accertamento può essereeffettuato provvi<strong>so</strong>riamen<strong>te</strong> da un me<strong>di</strong>co specialista nella patologia<strong>di</strong> cui <strong>so</strong>ffre la <strong>per</strong><strong>so</strong>na con <strong>di</strong>sabilità, purchè lavori in <strong>di</strong>pendenza o inconvenzione con il Servizio sanitario nazionale.L’INPS ha impartito nel <strong>te</strong>mpo due <strong>di</strong>verse istruzioni o<strong>per</strong>ative in meritoal certificato provvi<strong>so</strong>rio, specificando quale possa essere il me<strong>di</strong>cospecialista certificatore.Con la circolare 32/2006 INPS ha precisato che può rilasciare certificazioneprovvi<strong>so</strong>ria <strong>di</strong> han<strong>di</strong>cap grave il me<strong>di</strong>co specialista che o<strong>per</strong>a nelleAziende Usl, nelle Aziende Ospedaliere, nelle Aziende Ospedaliero-Universitarie, in istituti sanitari privati qualificati come presi<strong>di</strong> dell’Azien-160


PARTE 4: IL LAVORO DI CURAda Usl, in Enti <strong>di</strong> ricerca. Con la circolare 53/2008 INPS, al punto 5, hariconosciuto la vali<strong>di</strong>tà della certificazione provvi<strong>so</strong>ria fino alla conclusionedel proce<strong>di</strong>mento <strong>di</strong> accertamento della con<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> han<strong>di</strong>cap grave.L’accertamento produce effetti <strong>so</strong>lo ai fini della concessione dei beneficiprevisti dall’articolo 33 della legge 104/1992.2.3.3 Assegno <strong>di</strong> curaTra gli in<strong>te</strong>rventi della re<strong>te</strong> <strong>di</strong> servizi <strong>per</strong> gli anziani non autosufficienti(e tra questi quelli con demenza) la Regione Emilia-Romagna ha previstola possibilità <strong>di</strong> <strong>so</strong>s<strong>te</strong>gni economici (assegni <strong>di</strong> cura) ai familiari cheassicurano, a domicilio, ad anziani non auto-sufficienti par<strong>te</strong> del Pianoin<strong>di</strong>viduale <strong>di</strong> assis<strong>te</strong>nza pre<strong>di</strong>sposto dall’Unità <strong>di</strong> Valutazione Geriatrica.Qualora uno o più familiari si <strong>di</strong>chiarino <strong>di</strong>sponibili ad assicurare par<strong>te</strong>del programma in<strong>di</strong>viduale <strong>di</strong> assis<strong>te</strong>nza, può essere conces<strong>so</strong> l’assegno<strong>di</strong> cura in relazione alla complessità del piano <strong>di</strong> assis<strong>te</strong>nza: 390, 510, 660euro mensili. Il livello più elevato dell’assegno (22 euro al giorno), utilizzato<strong>di</strong> norma nel 21% degli assegni <strong>di</strong> cura, è finalizzato a programmiassis<strong>te</strong>nziali rivolti a <strong>so</strong>ggetti con gravi <strong>di</strong>sturbi comportamentali ecognitivi e/o a <strong>so</strong>ggetti con elevato grado <strong>di</strong> <strong>di</strong>pendenza ed elevato bi<strong>so</strong>gnosanitario che necessitano <strong>di</strong> pre<strong>senza</strong> continua nell’arco della giornatae <strong>di</strong> elevata assis<strong>te</strong>nza <strong>di</strong>retta, in al<strong>te</strong>rnativa al ricovero in strutturaresidenziale. L’assegno <strong>di</strong> cura può essere conces<strong>so</strong> anche se la <strong>per</strong><strong>so</strong>na<strong>per</strong>cepisce l’indennità <strong>di</strong> accompagnamento. In tal ca<strong>so</strong> l’importo dell’assegno<strong>di</strong> cura viene ridotto. Per approfonfimenti o aggiornamenti: http://guidaservizi.salu<strong>te</strong>r.it scrivendo “assegno <strong>di</strong> cura” nel campo cerca.L’assegno <strong>di</strong> curadella Regione,un’opportunitàaggiuntiva <strong>di</strong>in<strong>te</strong>rvento deiservizi, vada 390 euro a 660euro al mese1. Chi può usufruire dell’assegno <strong>di</strong> curaFamiliari <strong>di</strong> anziani non autosufficienti o altri <strong>so</strong>ggetti che intrat<strong>te</strong>ngonocon<strong>so</strong>lidati e verificabili rapporti <strong>di</strong> “cura”, anche se non legati davincoli familiari.2. Limiti <strong>di</strong> red<strong>di</strong>to - Requisiti richiestiLa fruizione <strong>di</strong> nuovi contratti <strong>per</strong> l’assegno <strong>di</strong> cura e il rinnovo <strong>di</strong>contratti in essere è subor<strong>di</strong>nata alla verifica della con<strong>di</strong>zione economicadella <strong>per</strong><strong>so</strong>na beneficiaria delle cure. Per usufruire dell’assegno<strong>di</strong> cura l’In<strong>di</strong>catore della Situazione Economica Equivalen<strong>te</strong> (ISEE)della <strong>per</strong><strong>so</strong>na beneficiaria delle cure non dovrà essere su<strong>per</strong>iore a22.300 euro a decorrere dal 1/1/2011 (De<strong>te</strong>rminazione <strong>di</strong>rezionegenerale sanità e politiche <strong>so</strong>ciali della Regione Emilia-Romagnan. 490 del 21 gennaio 2011).Ai fini della concessione dell’assegno <strong>di</strong> cura, il nucleo familiare <strong>di</strong>riferimento è costituito dal <strong>so</strong>lo beneficiario delle cure; si considera161


<strong>per</strong>tanto la situazione economica e patrimoniale del <strong>so</strong>lo beneficiarioestratta da quella del nucleo familiare <strong>di</strong> riferimento (articolo 3 comma2, DL n.109 del 31 marzo 1998 e successive mo<strong>di</strong>fiche e in<strong>te</strong>grazioni).La con<strong>di</strong>zione economica viene aggiornata annualmen<strong>te</strong> in relazioneall’in<strong>di</strong>ce ISTAT dei prezzi al consumo.Con l’approvazione della delibera <strong>di</strong> Giunta regionale dell’Emilia-Romagna 1206/2007 che attua le in<strong>di</strong>cazioni previs<strong>te</strong> <strong>per</strong> il Fondoregionale <strong>per</strong> la non autosufficienza, viene mo<strong>di</strong>ficata anche la normativaregionale sull’assegno <strong>di</strong> cura, con l’obiettivo <strong>di</strong> con<strong>so</strong>lidare ilproces<strong>so</strong> <strong>di</strong> regolarizzazione delle assis<strong>te</strong>nti familiari (badanti) cherisultino in posses<strong>so</strong> dei necessari requisiti.È previsto, a questo fine, un contributo aggiuntivo <strong>di</strong> 160 euro/mese sullabase <strong>di</strong> una specifica richiesta, con verifica, <strong>di</strong> due requisiti in<strong>di</strong>spensabili:1. documentazione at<strong>te</strong>stan<strong>te</strong> la regolare contrattualizzazione del rapporto<strong>di</strong> lavoro (almeno 20 ore/settimana);2. verifica della con<strong>di</strong>zione economico red<strong>di</strong>tuale ISEE (del <strong>so</strong>lo beneficiario),che non deve su<strong>per</strong>are il limi<strong>te</strong> <strong>di</strong> 15.000 euro.Gli impegni <strong>di</strong> cura assunti dal/i familiare/i vengono evidenziati in unaccordo con il Servizio Assis<strong>te</strong>nza Anziani. L’assis<strong>te</strong>n<strong>te</strong> <strong>so</strong>ciale responsabiledel ca<strong>so</strong> verifica <strong>per</strong>io<strong>di</strong>camen<strong>te</strong> il rispetto del piano in<strong>di</strong>vidualizzato<strong>di</strong> assis<strong>te</strong>nza e le con<strong>di</strong>zioni dell’assistito.3. Come ot<strong>te</strong>nere l’assegno <strong>di</strong> curaL’assegno <strong>di</strong> cura non è una prestazione a domanda, ma una opportunità<strong>di</strong> in<strong>te</strong>rvento della re<strong>te</strong> dei servizi. Pertanto occorre segnalare al ServizioAssis<strong>te</strong>nza Anziani o<strong>per</strong>an<strong>te</strong> o nel Distretto dell’Azienda Usl <strong>di</strong> residenzadell’anziano o nel Comune, la con<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> necessità <strong>di</strong> aiuto da par<strong>te</strong>dell’anziano e del suo nucleo familiare. Il Servizio Assis<strong>te</strong>nza Anziani,trami<strong>te</strong> l’Unità <strong>di</strong> Valutazione geriatrica, valuta le con<strong>di</strong>zioni dell’anzianoed elabora un Piano in<strong>di</strong>vidualizzato <strong>di</strong> assis<strong>te</strong>nza che prevede l’attivazione<strong>di</strong> uno degli in<strong>te</strong>rventi o dei Servizi della re<strong>te</strong>.2.3.4 Esenzione ticket sanitariFARMACIDal 29 agosto 2011 viene applicato un ticket alle prestazioni farmaceuticheeroga<strong>te</strong> a carico del Servizio sanitario regionale (farmaci <strong>di</strong> fasciaA). Tale ticket è calcolato sulla base del red<strong>di</strong>to complessivo lordo delnucleo familiare risultan<strong>te</strong> dall’autocertificazione dell’assistito secondola progressione illustrata nella seguen<strong>te</strong> tabella:162


PARTE 4: IL LAVORO DI CURAFascia Red<strong>di</strong>to del nucleo familiare Ticket1 fino a 36.152 € 0 €2 da 36.153 € a 70.000 € 1 € a pezzo (<strong>te</strong>tto <strong>di</strong> 2 € a ricetta)3 da 70.001 € a 100.000 € 2 € a pezzo (<strong>te</strong>tto <strong>di</strong> 4 € a ricetta)4 oltre 100.000 € 3 € a pezzo (<strong>te</strong>tto <strong>di</strong> 6 € a ricetta)Il ticket si applica anche ai me<strong>di</strong>cinali a brevetto scaduto (generici) e,nel ca<strong>so</strong> sia richiesto all’assistito il pagamento <strong>di</strong> una <strong>di</strong>fferenza <strong>di</strong>prezzo rispetto a quello <strong>di</strong> riferimento, tale compar<strong>te</strong>cipazione si <strong>so</strong>mmaal ticket calcolato in base alla fascia <strong>di</strong> red<strong>di</strong>to. Solamen<strong>te</strong> gli invali<strong>di</strong><strong>di</strong> guerra titolari <strong>di</strong> pensione <strong>di</strong>retta vitalizia (co<strong>di</strong>ci esenzioni G01 eG02) e gli invali<strong>di</strong> vittime del <strong>te</strong>rrorismo e i loro familiari (co<strong>di</strong>ceesenzione V01) <strong>so</strong>no esenti dal pagamento <strong>di</strong> tale ticket.I pazienti affetti da una delle malattia croniche e invalidanti con<strong>te</strong>nu<strong>te</strong>nel Decreto minis<strong>te</strong>riale 28 maggio 1999 n. 329 <strong>so</strong>no esenti dal pagamentodel ticket limitatamen<strong>te</strong> ai farmaci correlati alla patologia, comestabilito dalla delibera <strong>di</strong> Giunta regionale della Regione Emilia-Romagna1894/2011.In base a tali provve<strong>di</strong>menti le <strong>per</strong><strong>so</strong>ne affet<strong>te</strong> da demenza e/o dallamalattia <strong>di</strong> Alzheimer, <strong>so</strong>no esenti dal pagamento del ticket rispettivamen<strong>te</strong><strong>per</strong> i farmaci antipsicotici e anti-demenza.Le restanti esenzioni <strong>so</strong>no sud<strong>di</strong>vise in due elenchi a seconda che garantiscanoun’esenzione totale o parziale dal pagamento del ticket (Circolare<strong>di</strong>rezione generale sanità e politiche <strong>so</strong>ciali della Regione Emilia-Romagna n. 14 bis del 15 set<strong>te</strong>mbre 2011).Le esenzioni totali o<strong>per</strong>ano sulla generalità delle prescrizioni farmaceutiche<strong>per</strong> le quali <strong>per</strong>tanto, non è mai richiesto il pagamento del ticket(Es. invali<strong>di</strong>tà civile uguale o su<strong>per</strong>iore al 67%, invali<strong>di</strong>tà <strong>di</strong> guerraca<strong>te</strong>goria dalla I alla V, invali<strong>di</strong>tà del lavoro con riduzione della capacitàlavorativa uguale o su<strong>per</strong>iore al 67%, invali<strong>di</strong>tà <strong>per</strong> servizio ca<strong>te</strong>goriadalla I alla V).Le esenzioni parziali invece o<strong>per</strong>ano limitatamen<strong>te</strong> alle prescrizionifarmaceutiche finalizza<strong>te</strong> al trattamento della con<strong>di</strong>zione patologica<strong>per</strong> la quale è stata rilasciata l’esenzione (Es. invali<strong>di</strong>tà <strong>di</strong> guerra ca<strong>te</strong>goriadalla VI alla VIII, invali<strong>di</strong> del lavoro con riduzione della capacitàlavorativa inferiore al 67% etc). Informazioni più dettaglia<strong>te</strong> pos<strong>so</strong>noessere richies<strong>te</strong> all’Azienda Usl <strong>di</strong> residenza.Per approfonfimenti o aggiornamenti: http://guidaservizi.salu<strong>te</strong>r.it scrivendo“esenzione ticket” nel campo cerca.Ticket, ecco <strong>cosa</strong> sideve pagare <strong>per</strong>un anziano condemenza, unamalattiariconosciuta traquelle cronicheinvalidanti163


PRESTAZIONI SPECIALISTICHEInvali<strong>di</strong> con invali<strong>di</strong>tà 100%Sono esenti tut<strong>te</strong> le prestazioni <strong>di</strong>agnostiche strumentali e <strong>di</strong> laboratorioe le altre prestazioni specialistiche.Malattia cronica e invalidan<strong>te</strong>Sono esenti le prestazioni specialistiche ambulatoriali. In particolare èprevista, ad esempio, l’esenzione <strong>per</strong> le visi<strong>te</strong> <strong>di</strong> controllo relative allamalattia cronica, alcuni esami <strong>di</strong> laboratorio, la <strong>te</strong>rapia occupazionale,TAC/RM <strong>per</strong> il <strong>so</strong>lo ca<strong>so</strong> <strong>di</strong> <strong>so</strong>spetto <strong>di</strong>agnostico specifico, clinicamen<strong>te</strong>motivato, esplicitamen<strong>te</strong> documentato e limitatamen<strong>te</strong> ad una prestazionel’anno.Per le prestazioni <strong>di</strong>agnostiche e specialistiche non correla<strong>te</strong> alla patologiaè previsto il pagamento del ticket in base alla fascia <strong>di</strong> red<strong>di</strong>to <strong>di</strong>appar<strong>te</strong>nenza del pazien<strong>te</strong> con importo massimo <strong>di</strong> 36,15 euro, piùeventuale quota fissa aggiuntiva in funzione delle classi <strong>di</strong> red<strong>di</strong>toautocertifica<strong>te</strong> (RE1, RE2, RE3); <strong>per</strong> ri<strong>so</strong>nanza magnetica (RM) e TACil pagamento (più levato e compre<strong>so</strong> tra 36,15 euro e 70 euro) è in funzionedelle classi <strong>di</strong> red<strong>di</strong>to autocertifica<strong>te</strong>.Ecco <strong>cosa</strong> occorrepresentare <strong>per</strong>ot<strong>te</strong>nerel’esenzione dallaAzienda UslCOME OTTENERE L’ESENZIONE DEL TICKETIl <strong>di</strong>ritto all’esenzione non è automatico, ma è collegato al rilascio <strong>di</strong>un at<strong>te</strong>stato da par<strong>te</strong> dell’Azienda Usl <strong>di</strong> residenza. L’at<strong>te</strong>stato <strong>di</strong> esenzioneva richiesto all’Azienda Usl <strong>di</strong> residenza allegando<strong>per</strong> l’esenzione <strong>per</strong> malattie croniche e invalidanti:• certificazione rilasciata da specialisti <strong>di</strong> struttura pubblica o dagliIstituti ed Enti <strong>di</strong> cui all’articolo 4 del D.Lgs. 502/92 (II.RR.SS.) o daistituzioni sanitarie pubbliche <strong>di</strong> Paesi appar<strong>te</strong>nenti all’Unione Europea;• car<strong>te</strong>lla clinica o scheda <strong>di</strong> <strong>di</strong>missione ospedaliera rilasciata dallestrutture <strong>di</strong> cui al punto preceden<strong>te</strong>;• car<strong>te</strong>lla clinica rilasciata da presi<strong>di</strong>o ospedaliero privato accre<strong>di</strong>tato,previa valutazione del me<strong>di</strong>co del Distretto dell’Azienda Usl;<strong>per</strong> l’esenzione <strong>per</strong> invali<strong>di</strong>tà:• verbale <strong>di</strong> invali<strong>di</strong>tà con<strong>te</strong>nen<strong>te</strong> la <strong>di</strong>agnosi, rilasciato dallaCommissione <strong>di</strong> invali<strong>di</strong>tà dell’Azienda Usl, corredato da eventualedocumentazione sanitaria.Tut<strong>te</strong> le certificazioni devono riportare la <strong>di</strong>agnosi. Le at<strong>te</strong>stazioni <strong>di</strong>esenzioni <strong>per</strong> invali<strong>di</strong>tà già concesse man<strong>te</strong>ngono la loro vali<strong>di</strong>tà.Per approfonfimenti o aggiornamenti: http://guidaservizi.salu<strong>te</strong>r.it scrivendo“assegno <strong>di</strong> cura” nel campo cerca.164


PARTE 4: IL LAVORO DI CURA2.3.5 Contributi <strong>per</strong> l’abbattimento delle barrierearchi<strong>te</strong>ttonichePer ot<strong>te</strong>nere i contributi previsti dalla Legge 13/1989 e successive mo<strong>di</strong>ficazionioccorre presentare domanda pres<strong>so</strong> il Comune <strong>di</strong> residenzaentro il 1° marzo <strong>di</strong> ogni anno.Sono ammessi a contributo (100% fino a 2.582,28 euro, 25% <strong>per</strong> la par<strong>te</strong><strong>di</strong> o<strong>per</strong>a ecceden<strong>te</strong> i 2.582,28 euro fino a 12.911,42 euro, 5% da 12.911,42 euro a 51.645,69 euro) gli in<strong>te</strong>rventi <strong>per</strong> l’abbattimento delle barrierearchi<strong>te</strong>ttoniche in<strong>te</strong>rne ed es<strong>te</strong>rne alle abitazioni.I contributi vengono concessi <strong>per</strong> in<strong>te</strong>rventi relativi a <strong>per</strong><strong>so</strong>ne invalide,prioritariamen<strong>te</strong> ai <strong>so</strong>ggetti con invali<strong>di</strong>tà civile del 100% e <strong>di</strong>fficoltà<strong>di</strong> deambulazione.Informazioni in merito pos<strong>so</strong>no essere acquisi<strong>te</strong> pres<strong>so</strong> l’UfficioRelazione con il Pubblico (URP) del Comune <strong>di</strong> residenza.Dai contributi <strong>per</strong>abbat<strong>te</strong>reeventuali barrierearchi<strong>te</strong>ttonichealle spesededucibili <strong>per</strong>l’assis<strong>te</strong>nza2.3.6 Deducibilità fiscale delle spese <strong>so</strong>s<strong>te</strong>nu<strong>te</strong> <strong>per</strong>l’assisi<strong>te</strong>nzaLa vigen<strong>te</strong> normativa fiscale prevede la possibilità <strong>di</strong> dedurre le spese<strong>so</strong>s<strong>te</strong>nu<strong>te</strong> dall’u<strong>te</strong>n<strong>te</strong> e/o dalla sua famiglia <strong>per</strong> l’assis<strong>te</strong>nza me<strong>di</strong>cagenerica e l’assis<strong>te</strong>nza specifica <strong>di</strong> <strong>per</strong><strong>so</strong>ne han<strong>di</strong>cappa<strong>te</strong> gravi. I cri<strong>te</strong>riprevisti <strong>per</strong> fruire delle agevolazioni fiscali <strong>so</strong>no esplicitati nelleistruzioni dei modelli 730 e Unico.La Regione Emilia-Romagna, al fine <strong>di</strong> rendere maggiormen<strong>te</strong> fruibilile opportunità già previs<strong>te</strong> dalla normativa fiscale nazionale, con deliberadella Giunta regionale 2110/2009 ha dato in<strong>di</strong>cazioni omogenee<strong>per</strong> l’in<strong>di</strong>viduazione delle spese <strong>per</strong> l’assis<strong>te</strong>nza specifica nei serviziaccre<strong>di</strong>tati semiresidenziali e residenziali <strong>per</strong> anziani.Comunque, tutti gli enti gestori <strong>di</strong> strutture <strong>so</strong>cio-assis<strong>te</strong>nziali (case <strong>di</strong>ripo<strong>so</strong>, comunità all<strong>oggi</strong>o, ecc.) e <strong>di</strong> strutture <strong>so</strong>cio-sanitarie (centri<strong>di</strong>urni, case-residenze <strong>per</strong> anziani non autosufficienti, centri <strong>so</strong>cioriabilitativi<strong>per</strong> <strong>di</strong>sabili, ecc.) <strong>so</strong>no <strong>te</strong>nuti a rilasciare, a richiesta degliin<strong>te</strong>ressati, la certificazione annua delle spese <strong>so</strong>s<strong>te</strong>nu<strong>te</strong> <strong>per</strong> assis<strong>te</strong>nzame<strong>di</strong>ca generica e assis<strong>te</strong>nza specifica, spese deducibili (o detraibili)secondo le modalità in<strong>di</strong>ca<strong>te</strong> annualmen<strong>te</strong> nelle istruzioni <strong>per</strong> la compilazionedei modelli minis<strong>te</strong>riali (730, Unico, ecc.).Pertanto se un proprio familiare frequenta un Centro <strong>di</strong>urno o è ospitatoin una struttura residenziale è opportuno chiedere all’En<strong>te</strong> gestore,in anticipo rispetto ai <strong>te</strong>rmini <strong>per</strong> la presentazione dei modelli minis<strong>te</strong>riali,la certificazione delle spese <strong>per</strong> assis<strong>te</strong>nza me<strong>di</strong>ca generica e <strong>per</strong>assis<strong>te</strong>nza specifica <strong>so</strong>s<strong>te</strong>nu<strong>te</strong> nell’anno preceden<strong>te</strong>.Nei limiti delle in<strong>di</strong>cazioni minis<strong>te</strong>riali <strong>so</strong>no altresì deducibili le spese<strong>so</strong>s<strong>te</strong>nu<strong>te</strong> <strong>per</strong> l’assis<strong>te</strong>nza a domicilio, sia relativamen<strong>te</strong> al servizio <strong>di</strong>165


assis<strong>te</strong>nza domiciliare <strong>so</strong>ciale che relativamen<strong>te</strong> all’assis<strong>te</strong>nza familiareprivata. Per i dettagli sulle detrazioni/deduzioni fiscali, si può consultarela Guida dell’Agenzia delle Entra<strong>te</strong> all’in<strong>di</strong>rizzo in<strong>te</strong>rnethttp://<strong>so</strong>ciale.regione.emilia-romagna.it/<strong>di</strong>sabili/documenti/<strong>di</strong>sabili-laguida-2010-alle-agevolazioniCome ot<strong>te</strong>nerela revoca dellapa<strong>te</strong>n<strong>te</strong> quandoil malato può<strong>di</strong>ventare un<strong>per</strong>icolo <strong>per</strong> sée <strong>per</strong> gli altri2.3.7 Come richiedere la revoca della pa<strong>te</strong>n<strong>te</strong> <strong>di</strong> guidaPer evitare rischi <strong>di</strong> danni a se s<strong>te</strong>s<strong>so</strong> o a <strong>te</strong>rzi conseguenti alla guida <strong>di</strong>un’auto da par<strong>te</strong> <strong>di</strong> una <strong>per</strong><strong>so</strong>na affetta da demenza, può essere opportunochiedere la revoca della pa<strong>te</strong>n<strong>te</strong> <strong>di</strong> guida. Ai sensi dell’articolo 130 delNuovo Co<strong>di</strong>ce della strada, la Motorizzazione Civile può revocare la pa<strong>te</strong>n<strong>te</strong>previo accertamento me<strong>di</strong>co, qualora il titolare non sia più in posses<strong>so</strong>con carat<strong>te</strong>re <strong>per</strong>manen<strong>te</strong> dei requisiti fisici e psichici prescritti.<strong>Non</strong> è prevista la possibilità <strong>di</strong> <strong>so</strong>spensione preventiva, anche in casi <strong>di</strong>eccezionale urgenza e gravità.Un paren<strong>te</strong> (entro il quarto grado), un affine (entro il secondo grado), iltutore o il curatore, il Pubblico Minis<strong>te</strong>ro o un procuratore speciale pos<strong>so</strong>nopresentare un’istanza documentata in<strong>di</strong>rizzata alla MotorizzazioneCivile e depositata pres<strong>so</strong> l’apposito Ufficio. Ricevuta l’istanza, l’Ufficiodella Motorizzazione comunica all’in<strong>te</strong>ressato la necessità <strong>di</strong> <strong>so</strong>ttoporsia visita me<strong>di</strong>ca <strong>di</strong> revisione pres<strong>so</strong> la Commissione me<strong>di</strong>ca dell’AziendaUsl <strong>per</strong> le pa<strong>te</strong>nti <strong>di</strong> guida e può invitare l’in<strong>te</strong>ressato ad as<strong>te</strong>nersidalla guida in at<strong>te</strong>sa <strong>di</strong> accertamento sanitario. Tale invito, <strong>per</strong>ò,non è un <strong>di</strong>vieto e non comporta alcuna sanzione a carico dell’in<strong>te</strong>ressato.L’in<strong>te</strong>ressato si attiva <strong>per</strong> ot<strong>te</strong>nere la visita pres<strong>so</strong> la Commissioneme<strong>di</strong>ca <strong>per</strong> le pa<strong>te</strong>nti <strong>di</strong> guida dell’Azienda Usl compe<strong>te</strong>n<strong>te</strong> <strong>per</strong> <strong>te</strong>rritorio.A seguito dell’accertamento sanitario, la Motorizzazione Civilerespinge o accoglie la richiesta <strong>di</strong> revoca della pa<strong>te</strong>n<strong>te</strong>.La pa<strong>te</strong>n<strong>te</strong> <strong>di</strong> guida può inoltre essere revocata dal compe<strong>te</strong>n<strong>te</strong> ufficioprovinciale della Motorizzazione Civile qualora in sede <strong>di</strong> conferme <strong>di</strong>vali<strong>di</strong>tà del documento (ogni 10 anni sino al cinquan<strong>te</strong>simo anno d’età,ogni 5 anni tra il cinquan<strong>te</strong>simo e il settan<strong>te</strong>simo, ogni 3 anni dopo ilsettan<strong>te</strong>simo anno) l’autorità sanitaria rilevi la mancanza delle con<strong>di</strong>zionipsico-fisiche prescrit<strong>te</strong>.166


PARTE 4: IL LAVORO DI CURA3 COME ADATTARE L’AMBIENTE3.1 L’importanza dell’ambien<strong>te</strong> domesticodomestico può, a seconda delle mo<strong>di</strong>ficazioni apporta<strong>te</strong>e degli ausili <strong>di</strong>sponibili:L’ambien<strong>te</strong>• facilitare il controllo o viceversa favorire i <strong>di</strong>sturbi comportamentalidel malato• consentire al malato il man<strong>te</strong>nimento delle abilità funzionali residue <strong>per</strong>il <strong>te</strong>mpo più lungo possibile o privarlo precocemen<strong>te</strong> <strong>di</strong> tali abilità• favorirne o sfavorirne l’orientamento, il ricordo del sé, il man<strong>te</strong>nimentodell’identità <strong>per</strong><strong>so</strong>nale.L’ambien<strong>te</strong> è in<strong>te</strong><strong>so</strong> nella sua accezione più ampia <strong>di</strong> ambien<strong>te</strong> fisico (gliambienti in<strong>te</strong>rni e gli spazi es<strong>te</strong>rni della casa, le luci, i suoni, i colori) e <strong>di</strong>ambien<strong>te</strong> umano (<strong>per</strong><strong>so</strong>ne che ruotano attorno al malato, attività e scansionedei <strong>te</strong>mpi della giornata); <strong>per</strong>tanto qualunque in<strong>te</strong>rvento che vogliamigliorare l’assis<strong>te</strong>nza alla <strong>per</strong><strong>so</strong>na con demenza in un’ottica <strong>di</strong> stimolazionee man<strong>te</strong>nimento delle sue capacità residue dovrà avere come obiettivouna azione combinata su entrambe le componenti ambientali descrit<strong>te</strong>.Nelle scel<strong>te</strong> o<strong>per</strong>ative vanno attua<strong>te</strong> <strong>so</strong>luzioni il più possibile <strong>per</strong><strong>so</strong>nalizza<strong>te</strong>.La <strong>per</strong><strong>so</strong>na con demenza <strong>di</strong> Alzheimer con grave compromissionecognitiva e con vagabondaggio afinalistico incessan<strong>te</strong> è sicuramen<strong>te</strong>più “al sicuro” se può camminare in una stanza priva <strong>di</strong> suppellettili; ilpazien<strong>te</strong> con lievi o moderati deficit cognitivi vive meglio in un ambien<strong>te</strong>il più possibile simile al suo consueto <strong>di</strong> vita <strong>di</strong>sponendo <strong>di</strong> unospazio <strong>per</strong><strong>so</strong>nale (il como<strong>di</strong>no, la poltrona o il posto a tavola) e <strong>di</strong> unluogo in cui “ritirarsi” se lo ritiene opportuno.Nella tabella che segue si riassumono le principali in<strong>di</strong>cazioni precisandoche la scelta deve ricadere su ciò che è possibile effettivamen<strong>te</strong> attuare,in relazione alla situazione abitativa e alle con<strong>di</strong>zioni familiari.Mo<strong>di</strong>ficare la casa<strong>per</strong> <strong>per</strong>met<strong>te</strong>reall’anziano <strong>di</strong>muoversiin modo sicuro e<strong>senza</strong> <strong>per</strong>derel’orientamentoCOME PREDISPORRE L’AMBIENTE DOMESTICO• La casa deve essere resa più semplice possibile, priva <strong>di</strong> mobiliingombranti e con pochi oggetti esposti.• Gli oggetti <strong>di</strong> u<strong>so</strong> quoti<strong>di</strong>ano devono essere sempre nello s<strong>te</strong>s<strong>so</strong> posto.• È necessario evitare la pre<strong>senza</strong> <strong>di</strong> rumori <strong>di</strong> <strong>so</strong>ttofondo (TV o ra<strong>di</strong>o);la <strong>per</strong><strong>so</strong>na con demenza abitualmen<strong>te</strong> è più tranquilla in un167


ambien<strong>te</strong> calmo. Talvolta può essere utile una musica rilassan<strong>te</strong>.• I tappeti devono essere rimossi oppure fissati a pavimento• Le stanze devono essere ben illumina<strong>te</strong>.• Evitare che i pavimenti presentino <strong>di</strong>segni complessi o cheabbiano lo s<strong>te</strong>s<strong>so</strong> colore delle pareti.• È utile <strong>di</strong>sporre delle luci notturne nei corridoi, nella camera daletto e nel bagno.• Evitare che le scale o i vani scala presentino oggetti ingombranti.• Dotare le scale <strong>di</strong> un cancelletto all’estremità.• Oggetti o strumenti po<strong>te</strong>nzialmen<strong>te</strong> <strong>per</strong>icolosi devono esserefuori dalla portata (ferro da stiro, ra<strong>so</strong>i elettrici...).• De<strong>te</strong>rsivi, coloranti, tutti i prodotti chimici in genere (<strong>so</strong>lventiinsettici<strong>di</strong> e altre <strong>so</strong>stanze), comprese le me<strong>di</strong>cine, devono essereripos<strong>te</strong> in vani non accessibili.• Dotare, se necessario, le por<strong>te</strong> <strong>di</strong> chiusure <strong>di</strong> sicurezza al fine <strong>di</strong>impe<strong>di</strong>re l’uscita.• Mo<strong>di</strong>ficare la chiusura delle por<strong>te</strong> affinché la <strong>per</strong><strong>so</strong>na non possaaccidentalmen<strong>te</strong> rimanere chiusa in una stanza.• Garantire il corretto utilizzo degli occhiali e delle pro<strong>te</strong>si <strong>per</strong> l’u<strong>di</strong>to.IN CUCINA:• utilizzare fornelli a gas con sis<strong>te</strong>mi automatici <strong>di</strong> controllo (o inal<strong>te</strong>rnativa chiavet<strong>te</strong> con lucchetti o allarmi chimici)• chiudere il fornello dopo l’u<strong>so</strong>• riporre i prodotti de<strong>te</strong>rgenti in un posto sicuro• riporre i col<strong>te</strong>lli in luogo sicuro.IN CAMERA DA LETTO:• eliminare gli oggetti che non vengono impiegati quoti<strong>di</strong>anamen<strong>te</strong>;• lasciare <strong>so</strong>lo i vestiti <strong>per</strong> il giorno• <strong>di</strong>sporre <strong>di</strong> una buona lampada centrale e <strong>di</strong> una lampada da not<strong>te</strong>• eliminare i tappeti attorno al letto• fare in modo che ci sia un <strong>per</strong>cor<strong>so</strong> facile <strong>per</strong> accedere al bagno (inal<strong>te</strong>rnativa si può <strong>di</strong>sporre <strong>di</strong> una comoda da collocare accanto al letto).IN BAGNO:• lasciare in vista <strong>so</strong>lo gli oggetti <strong>di</strong> u<strong>so</strong> quoti<strong>di</strong>ano• non lasciare me<strong>di</strong>cinali alla portata <strong>di</strong> mano• fornire la vasca o la doccia <strong>di</strong> maniglioni <strong>di</strong> app<strong>oggi</strong>o• fornire il wc <strong>di</strong> maniglioni <strong>di</strong> app<strong>oggi</strong>o ed eventualmen<strong>te</strong> <strong>di</strong>presi<strong>di</strong> <strong>per</strong> innalzare il piano <strong>di</strong> app<strong>oggi</strong>o.• dotare il bagno <strong>di</strong> una luce notturna.Per consigli più specifici e dettagliati sarà opportuno rivolgersi a <strong>per</strong><strong>so</strong>nespecializza<strong>te</strong>.168


PARTE 4: IL LAVORO DI CURALa Regione ha attivato, in collaborazione con il Comune <strong>di</strong> Reggio Emilia,un Centro regionale <strong>di</strong> informazione e consulenza sulle problematicheconnesse all’accessibilità e al su<strong>per</strong>amento delle barriere archi<strong>te</strong>ttonicherivolto agli o<strong>per</strong>atori: Centro Regionale <strong>di</strong> Informazione <strong>per</strong> il BenessereAmbientale (C.R.I.B.A.) - via Fra<strong>te</strong>lli Cervi, 70 Reggio Emilia Tel. 0522585540 - Fax 0522 435832 email: cirba@criba-er.it www.criba-er.it.Per i citta<strong>di</strong>ni invece la Regione Emilia-Romagna ha attivato in collaborazionecon i Comuni capoluogo <strong>di</strong> provincia un servizio <strong>di</strong> informazione econsulenza sui prodotti e gli ausili presenti sul mercato, sui servizi e leopportunità offer<strong>te</strong> dai <strong>di</strong>versi <strong>so</strong>ggetti presenti sul <strong>te</strong>rritorio <strong>per</strong> riorganizzaregli spazi in<strong>te</strong>rni, rimuovere o su<strong>per</strong>are gli ostacoli ambientali e lebarriere archi<strong>te</strong>ttoniche, stu<strong>di</strong>are accorgimenti e <strong>so</strong>luzioni <strong>per</strong> facilitare leattività <strong>di</strong> ogni giorno, accedere ai contributi e alle agevolazioni fiscali.In tut<strong>te</strong> le province è a <strong>di</strong>sposizione un Centro <strong>di</strong> informazione e consulenza<strong>per</strong> l’adattamento dell’ambien<strong>te</strong> domestico che può aiutare lefamiglie a trovare la <strong>so</strong>luzione più idonea ai propri bi<strong>so</strong>gni.Per avere informazioni più dettaglia<strong>te</strong> sulle attività e sui riferimenti<strong>di</strong> ogni Centro provinciale consultare il sito: www.centricasaamica.emilia-romagna.it3.2 Un ambien<strong>te</strong> <strong>di</strong> vita più sicuroGli obiettivi dell’in<strong>te</strong>rvento <strong>so</strong>no cinque:1. garantire la sicurezza2. favorire l’orientamento topografico3. man<strong>te</strong>nere le abilità funzionali residue4. favorire il man<strong>te</strong>nimento <strong>di</strong> elementi <strong>di</strong> identità <strong>per</strong><strong>so</strong>nale5. favorire il controllo dei <strong>di</strong>sturbi comportamentali.Ecco dunque alcuni suggerimenti <strong>di</strong> massima <strong>per</strong> il raggiungimentodegli obiettivi.I cinque obiettiviin base ai qualiin<strong>te</strong>rveniresull’ambien<strong>te</strong>domestico1) GARANTIRE LA SICUREZZA• Verifica delle con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong>: finestre, por<strong>te</strong>, balconi, giar<strong>di</strong>no, <strong>te</strong>rrazze,pavimenti, scale, elettrodomestici, luci, attrezzi e u<strong>te</strong>nsili vari,farmaci, <strong>di</strong>sinfettanti e de<strong>te</strong>rsivi, pian<strong>te</strong>, vetri e vetra<strong>te</strong>, <strong>per</strong> ridurreal minimo i rischi <strong>di</strong> fuga, caduta, ferimento, ustioni e folgorazioneaccidentali, ingestione <strong>di</strong> ma<strong>te</strong>riali tossici, ecc..• Acquisizione e utilizzo <strong>di</strong> ausili particolari (es. maniglioni in bagno, lettocon spon<strong>di</strong>ne, ecc) <strong>per</strong> facilitare e rendere sicuro il movimento duran<strong>te</strong> leattività <strong>di</strong> vita quoti<strong>di</strong>ana frequen<strong>te</strong>men<strong>te</strong> causa <strong>di</strong> cadu<strong>te</strong> (salire e scenderedal letto, utilizzare il wc, la vasca da bagno o la doccia, ecc.).169


• Rivestimento con ma<strong>te</strong>riali morbi<strong>di</strong> <strong>di</strong> spigoli, bor<strong>di</strong> taglienti, paretiecc., <strong>per</strong> ridurre il rischio derivan<strong>te</strong> da contusioni accidentali con essi.2) FAVORIRE L’ORIENTAMENTO SPAZIALE• Disposizione dei mobili funzionale ai deficit del malato evitandofrequenti sconvolgimenti dell’assetto degli arre<strong>di</strong>.• Utilizzo <strong>di</strong> ausili visivi riconosciuti della <strong>per</strong><strong>so</strong>na <strong>per</strong> favorirne l’orientamento(ad es. <strong>di</strong>segni in<strong>di</strong>canti un wc sulla porta del bagno).• Garanzia <strong>di</strong> una illuminazione adeguata in tutti gli ambienti <strong>di</strong> vitadel malato.• Organizzazione dell’ambien<strong>te</strong> in modo funzionale all’orientamento<strong>di</strong>urno e notturno (ad es. la collocazione del letto vicino al bagno se la<strong>per</strong><strong>so</strong>na è ancora in grado <strong>di</strong> utilizzarlo, ma si <strong>per</strong>de lungo il tragitto).Quattro in<strong>te</strong>rventi<strong>per</strong> facilitare ilman<strong>te</strong>nimentodelle abilitàresidue3) MANTENERE LE CAPACITÀ RESIDUE• Modulazione delle mo<strong>di</strong>ficazioni dell’ambien<strong>te</strong> effettuata in basealle capacità cognitive e funzionali residue (ad es. sis<strong>te</strong>mare il lettovicino al bagno oppure creare <strong>per</strong>corsi con mobili o nastri <strong>per</strong> facilitareil raggiungimento del bagno dalla camera, dotare la cucina <strong>di</strong>fornelli elettrici o <strong>di</strong> rilevatori <strong>di</strong> gas se il malato è ancora capace <strong>di</strong>cucinare, ecc.). I cambiamenti vanno attuati poco <strong>per</strong> volta osservandociò che la <strong>per</strong><strong>so</strong>na è ancora in grado <strong>di</strong> fare al fine <strong>di</strong> nonprivarla in anticipo <strong>di</strong> abilità non ancora <strong>per</strong>se completamen<strong>te</strong>.• Rendere evidenti trami<strong>te</strong> contrasto e la collocazione nel campo visivodel malato, tutti gli oggetti/ausili ancora riconosciuti e utilizzati(esempio mascheramento del bidet ed evidenza del wc, collocazionedegli oggetti ancora utilizzati sempre negli s<strong>te</strong>ssi posti, ecc.).• Garanzia <strong>di</strong> una illuminazione adeguata in tutti gli ambienti <strong>di</strong> vita<strong>per</strong> facilitarne l’utilizzo.• Dotazione <strong>di</strong> ma<strong>te</strong>riali <strong>per</strong> attività manipolative/cognitive (da oggetti<strong>di</strong> u<strong>so</strong> comune quoti<strong>di</strong>ano come il pettine o le posa<strong>te</strong> a plastiline atossichetipo <strong>di</strong>dò e ma<strong>te</strong>riali vari <strong>per</strong> costruzione ecc.; la scelta saràbasata sulle abitu<strong>di</strong>ni <strong>di</strong> vita e sul livello culturale precedenti la malattia,sugli hobbies conservati, sul livello <strong>di</strong> gravità della malattia).4) FAVORIRE IL MANTENIMENTO DI ELEMENTI DI IDENTITÀPERSONALE• Man<strong>te</strong>nimento <strong>di</strong> arre<strong>di</strong> e suppellettili ancora identificati dalla <strong>per</strong><strong>so</strong>na<strong>so</strong>prattutto quando rivestono ancora un valore affettivo.170


PARTE 4: IL LAVORO DI CURA5) FAVORIRE IL CONTROLLO DEI DISTURBI COMPORTAMENTALI• Creazione <strong>di</strong> una nicchia/alcova/spazio privilegiato <strong>per</strong> il ripo<strong>so</strong>oppure dove la <strong>per</strong><strong>so</strong>na possa ritirarsi se lo desidera, oppure dovepossa esercitare attività <strong>di</strong> tipo manipolativo/occupazionale. Talvoltapuò essere utile ricavare un angolo rivestito <strong>di</strong> ma<strong>te</strong>riali morbi<strong>di</strong>(anche semplici cuscini e/o ma<strong>te</strong>rassi) nel quale la <strong>per</strong><strong>so</strong>na si <strong>di</strong>s<strong>te</strong>nde(<strong>so</strong>ft corner).• Eliminazione/occultamento <strong>di</strong> tutti gli oggetti che pos<strong>so</strong>no venire<strong>di</strong>strutti (ad es, vasi, <strong>so</strong>prammobili, pian<strong>te</strong>, ecc.) o raccolti e poi <strong>per</strong>si(ad es. chiavi).• Eliminazione o mascheramento <strong>di</strong> elementi/oggetti po<strong>te</strong>nzialmen<strong>te</strong>fon<strong>te</strong> <strong>di</strong> fenomeni illu<strong>so</strong>ri o <strong>di</strong> allucinazioni (apparecchio TV, specchi,su<strong>per</strong>fici lucide riflet<strong>te</strong>nti, ecc.).Crea<strong>te</strong> unospazio-rifugio,maschera<strong>te</strong>specchi e<strong>te</strong>levi<strong>so</strong>ri fonti <strong>di</strong>illusionie allucinazioni3.3 Suggerimenti specifici <strong>per</strong> alcunearee della casaCUCINALa cucina può essere frequen<strong>te</strong>men<strong>te</strong> sede <strong>di</strong> “incidenti” <strong>so</strong>prattutto sela <strong>per</strong><strong>so</strong>na è ancora in grado <strong>di</strong> cucinare <strong>so</strong>tto su<strong>per</strong>visione <strong>di</strong> un familiareo quando presenti particolari <strong>di</strong>sturbi del comportamento (bulimia,affaccendamento...).Di seguito si elencano alcuni suggerimenti utili <strong>per</strong> rendere più sicurala vita in cucina.• mascherare la manopola <strong>di</strong> sicurezza del gas in modo che non siaidentificabile (oltre ad assicurarsi che sia chiusa quando la <strong>per</strong><strong>so</strong>naammalata si muove <strong>per</strong> la casa)• <strong>so</strong>stituire il fornello a gas con uno elettrico• applicare <strong>di</strong>spositivi <strong>di</strong> sicurezza <strong>per</strong> il rilievo delle fughe <strong>di</strong> gas• <strong>so</strong>stituire i fiammiferi con accen<strong>di</strong>ni elettrici• <strong>di</strong>sattivare i piccoli elettrodomestici• applicare sis<strong>te</strong>mi <strong>di</strong> pre-miscelazione dell’acqua che consentano unaerogazione attorno ai 37° (la <strong>per</strong><strong>so</strong>na può non essere in grado <strong>di</strong>valutare se l’acqua è bollen<strong>te</strong>)• riporre le stoviglie sempre negli s<strong>te</strong>ssi posti• lasciare in u<strong>so</strong> le <strong>so</strong>le stoviglie che l’ammalato riconosce e utilizza• chiudere a chiave de<strong>te</strong>rsivi e altri ma<strong>te</strong>riali po<strong>te</strong>nzialmen<strong>te</strong> tossici• riporre in luogo sicuro e non accessibile col<strong>te</strong>lli e ma<strong>te</strong>riale taglien<strong>te</strong>• in<strong>di</strong>viduare sis<strong>te</strong>mi <strong>di</strong> chiusura <strong>di</strong> spor<strong>te</strong>lli, arma<strong>di</strong>, frigorifero,freezer ecc.Un decalogo <strong>per</strong>ridurre al minimoil rischio<strong>di</strong> incidenti incucina171


Accorgimenti<strong>per</strong> evitarecadu<strong>te</strong> <strong>per</strong>icolosein bagnoBAGNOIl bagno è il luogo dove più facilmen<strong>te</strong> si verificano cadu<strong>te</strong> lega<strong>te</strong> principalmen<strong>te</strong>all’affollamento degli oggetti e alla scarsità degli spazi <strong>di</strong>manovra. Al fine <strong>di</strong> ridurre sia le <strong>di</strong>fficoltà <strong>di</strong> movimento sia il <strong>per</strong>icolo<strong>di</strong> incidenti è sempre consigliabile usare la doccia anziché la vasca.Pos<strong>so</strong>no essere utili uno sgabello con foro <strong>per</strong> lo scorrimento dell’ac- qua,un tappetino antisdrucciolo (sia nella tazza della doccia sia appena fuori).Facile da realizzare inoltre è un portasapone a re<strong>te</strong> dotato <strong>di</strong> una cor<strong>di</strong>cellala cui estremità va fissata alla pare<strong>te</strong> della doccia o della vasca:questo semplice strumento evita che il sapone possa cadere a <strong>te</strong>rra econsen<strong>te</strong> <strong>di</strong> insaponarsi con una <strong>so</strong>la mano.È opportuno che la pare<strong>te</strong> della doccia o della vasca sia dotata <strong>di</strong> sbarreo maniglioni <strong>per</strong> <strong>per</strong>met<strong>te</strong>re all’anziano <strong>di</strong> sedersi e rialzarsi facilmen<strong>te</strong>.Per chi possiede una vasca è opportuno dotarsi <strong>di</strong> alcuni ausili. Il fondodella vasca deve essere rico<strong>per</strong>to con un tappetino antisdrucciolo che<strong>per</strong> aderire in modo <strong>so</strong>lido richiede che la su<strong>per</strong>ficie <strong>di</strong> app<strong>oggi</strong>o siaprima inumi<strong>di</strong>ta. I tappeti da bagno <strong>te</strong>ndono a logorarsi e devono <strong>per</strong>tantoessere cambiati ogni due anni circa. Sempre <strong>per</strong> l’u<strong>so</strong> della vasca<strong>so</strong>no <strong>di</strong>sponibili degli sgabelli da app<strong>oggi</strong>are sul fondo <strong>per</strong> elevare ilpiano d’app<strong>oggi</strong>o oppure tavole <strong>di</strong> legno o <strong>di</strong> plastica da app<strong>oggi</strong>are suibor<strong>di</strong>. È necessario accertarsi <strong>per</strong>io<strong>di</strong>camen<strong>te</strong> che assi e sgabelli nonpossano scivolare sui bor<strong>di</strong> o sul fondo.L’o<strong>per</strong>azione del lavarsi può infine essere facilitata dall’u<strong>so</strong> <strong>di</strong> manici<strong>di</strong> <strong>di</strong>versa f<strong>oggi</strong>a, in rapporto alle varie limitazioni, muniti <strong>di</strong> faciliimpugnature e all’altra estremità <strong>di</strong> spugne, che <strong>per</strong>mettono <strong>di</strong> raggiungerevarie se<strong>di</strong> della su<strong>per</strong>ficie corporea.Tutti i bagni delle <strong>per</strong><strong>so</strong>ne anziane dovrebbero essere dotati <strong>di</strong> sbarre(corrimano) <strong>per</strong> facilitare gli spostamenti <strong>so</strong>prattutto nella doccia, <strong>so</strong>prala vasca e in prossimità del w.c.In commercio esistono vari tipi <strong>di</strong> supporti in grado <strong>di</strong> <strong>so</strong>d<strong>di</strong>sfare levarie <strong>di</strong>sponibilità economiche.L’anziano inoltre presenta spes<strong>so</strong> <strong>di</strong>fficoltà ad alzarsi dalle comuni tazze delwa<strong>te</strong>r. È consigliabile munire il wc <strong>di</strong> un supporto che, app<strong>oggi</strong>ato sul bordo,eleva il piano <strong>di</strong> app<strong>oggi</strong>o facilitando il movimento <strong>di</strong> alzarsi in pie<strong>di</strong>.Di seguito si elencano alcuni suggerimenti utili <strong>per</strong> rendere più sicurala vita in bagno:• togliere sis<strong>te</strong>mi <strong>di</strong> chiusura in<strong>te</strong>rna (chiave, ca<strong>te</strong>naccino) che potrebberoprovocare una chiusura involontaria con incapacità <strong>di</strong> uscire• controllare che i pavimenti non siano scivolosi• eliminare tappetini non fissati al pavimento e applicare tappetiniantiscivolo al fondo della vasca o della doccia (<strong>te</strong>ndono a logorarsie vanno cambiati in me<strong>di</strong>a ogni due anni)172


PARTE 4: IL LAVORO DI CURA• applicare maniglioni <strong>di</strong> app<strong>oggi</strong>o vicino al wc, vicino alla vasca oalla doccia• mascherare il bidet qualora si presentino fenomeni <strong>di</strong> confusionedello s<strong>te</strong>s<strong>so</strong> col wc oppure <strong>di</strong>fferenziare il bidet e il wc con colori<strong>di</strong>versi (ciambella colorata ad es.)• fornire il wc <strong>di</strong> presi<strong>di</strong> <strong>per</strong> alzare il piano <strong>di</strong> app<strong>oggi</strong>o• applicare alla vasca o alla doccia ausili che consentono al malato <strong>di</strong>sedersi duran<strong>te</strong> l’o<strong>per</strong>azione <strong>di</strong> lavaggio (sgabelli con fori <strong>per</strong> loscorrimento dell’acqua, seggiolini o tavole <strong>di</strong> legno e/o plastica daapplicare alla vasca)• chiudere a chiave de<strong>te</strong>rsivi e altri ma<strong>te</strong>riali po<strong>te</strong>nzialmen<strong>te</strong> tossicicompresi i me<strong>di</strong>cinali• controllare la sicurezza <strong>di</strong> spine, prese e cavi dei piccoli elettrodomestici(ad es. phon)• <strong>so</strong>stituire il ra<strong>so</strong>io da barba con un ra<strong>so</strong>io elettrico• lasciare il bagno illuminato la not<strong>te</strong>• mascherare lo specchio con un drappo se la <strong>per</strong><strong>so</strong>na non riconoscela propria immagine riflessa e la scambia <strong>per</strong> intrusi/ladri presentiin casa• applicare sis<strong>te</strong>mi <strong>di</strong> pre-miscelazione dell’acqua che consentano unaerogazione attorno ai 37°• lasciare in vista e sempre negli s<strong>te</strong>ssi posti gli oggetti <strong>di</strong> u<strong>so</strong> comune(spazzolino da denti, dentifricio, pettine) eliminandoli dalla vistaquando la <strong>per</strong><strong>so</strong>na non è più in con<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> riconoscerne la funzionee <strong>di</strong> utilizzarli adeguatamen<strong>te</strong>.CAMERA DA LETTOIn camera da letto è importan<strong>te</strong> <strong>so</strong>prattutto facilitare salita e <strong>di</strong>scesadal letto riducendo i rischi <strong>di</strong> caduta e l’acces<strong>so</strong> notturno al bagno; utileanche semplificare l’ambien<strong>te</strong> lasciando <strong>so</strong>lamen<strong>te</strong> gli oggetti e gli abitirealmen<strong>te</strong> utilizzati.Inoltre:• garantire illuminazione notturna con lampada <strong>di</strong>fficile da rovesciare(se possibile fissa) e buona illuminazione centrale• rimuovere tappetini, scen<strong>di</strong>letto circostanti il letto• contrassegnare, ad es. con un nastro colorato, il <strong>per</strong>cor<strong>so</strong> letto-bagnoe comunque facilitare tale <strong>per</strong>cor<strong>so</strong> eliminando gli ostacoli (in al<strong>te</strong>rnativasi può <strong>di</strong>sporre <strong>di</strong> una se<strong>di</strong>a comoda da porre accanto al letto)• eliminare tutti gli oggetti che non vengono impiegati quoti<strong>di</strong>anamen<strong>te</strong>• lasciare nell’arma<strong>di</strong>o <strong>so</strong>lo i capi <strong>di</strong> abbigliamento utilizzati• pre<strong>di</strong>sporre spazi (es. alcuni cassetti) ai quali la <strong>per</strong><strong>so</strong>na possa acce-Salire e scenderedal letto e alzarsi<strong>di</strong> not<strong>te</strong> <strong>senza</strong>rischi173


Via gli oggettiornamentali e ipossibili ostacolidal corridoioCancelletti,corrimano e altriaccorgimenti <strong>per</strong>rendere meno<strong>per</strong>icolose le scaledere liberamen<strong>te</strong> (<strong>per</strong> es. <strong>per</strong> rovistare, riporre, affaccendarsi sepresenta tale comportamento) con<strong>te</strong>nenti ma<strong>te</strong>riali che possa manipolare<strong>senza</strong> <strong>per</strong>icoli (ad es. indumenti vecchi).CORRIDOIONel corridoio è opportuno evitare il più possibile la pre<strong>senza</strong> <strong>di</strong> oggettiingombranti o ornamentali che possano intralciare il cammino efavorire le cadu<strong>te</strong> (comprese le se<strong>di</strong>e) quando la deambulazione delmalato <strong>di</strong>viene precaria e instabile a causa del progre<strong>di</strong>re della malattiae quando il significato affettivo <strong>di</strong> tali oggetti viene meno.L’illuminazione deve essere omogenea, non devono cioè esservi sbalzi<strong>di</strong> in<strong>te</strong>nsità lungo il corridoio e tra il corridoio e le stanze. La pre<strong>senza</strong><strong>di</strong> colori in contrasto fra loro tra il pavimento e le pareti del corridoiofacilita l’orientamento.Di seguito si elencano alcuni suggerimenti utili <strong>per</strong> rendere più sicurol’utilizzo del corridoio da par<strong>te</strong> della <strong>per</strong><strong>so</strong>na con demenza:• eliminare oggetti ornamentali e/o ingombranti lungo il <strong>per</strong>cor<strong>so</strong>abituale; se la <strong>per</strong><strong>so</strong>na si trova nella fase <strong>di</strong> wandering (vagabondaggio)il corridoio dovrebbe essere il più libero possibile da ostacoli• valutare che l’illuminazione sia adeguata• rimuovere i tappeti che <strong>so</strong>no po<strong>te</strong>nziale fon<strong>te</strong> <strong>di</strong> inciampo• rimuovere, se presenti, cavi <strong>te</strong>lefonici, fili elettrici o altri ostacolipo<strong>te</strong>nzialmen<strong>te</strong> fon<strong>te</strong> <strong>di</strong> inciampo• ridurre la pre<strong>senza</strong> <strong>di</strong> specchi e/o quadri alle pareti se questi costituisconofon<strong>te</strong> <strong>di</strong> agitazione• non utilizzare cere <strong>per</strong> pavimenti o utilizzare cere antiscivolo• se pavimento e pareti <strong>so</strong>no <strong>di</strong> colore molto simile, <strong>di</strong>pingere le pareticon una tinta in contrasto con quella del pavimento oppure usare unazoccolatura <strong>di</strong> colore marcatamen<strong>te</strong> <strong>di</strong>ver<strong>so</strong> da quello del pavimento.SCALELe scale costituiscono frequen<strong>te</strong>men<strong>te</strong> fon<strong>te</strong> <strong>di</strong> cadu<strong>te</strong> <strong>per</strong> la <strong>per</strong><strong>so</strong>nacon demenza.Quando cominciano a presentarsi <strong>di</strong>fficoltà <strong>di</strong> deambulazione, se lacasa è <strong>di</strong>sposta su più piani, sarebbe opportuno ricavare l’ambien<strong>te</strong> <strong>di</strong>vita del malato su un unico piano in modo da evitare l’utilizzo dellescale. Se devono essere utilizza<strong>te</strong> scale si suggerisce <strong>di</strong>:• <strong>di</strong>pingere con colore <strong>di</strong>ver<strong>so</strong> il primo e l’ultimo gra<strong>di</strong>no• evidenziare il bordo <strong>di</strong> ogni gra<strong>di</strong>no con ma<strong>te</strong>riale antisdrucciolo <strong>di</strong>colore <strong>di</strong>ver<strong>so</strong> rispetto a quello dei gra<strong>di</strong>ni• munirsi <strong>di</strong> un corrimano bila<strong>te</strong>rale <strong>di</strong> lunghezza uguale a quella della scala• valutare che l’illuminazione sia adeguata174


PARTE 4: IL LAVORO DI CURA• rimuovere tutti gli oggetti che <strong>so</strong>no po<strong>te</strong>nziale fon<strong>te</strong> <strong>di</strong> inciampo (itappeti e le guide, cavi <strong>te</strong>lefonici, fili elettrici, oggetti ornamentalie/o ingombranti, ecc.)• munire le scale <strong>di</strong> un cancelletto <strong>di</strong> acces<strong>so</strong> chiu<strong>di</strong>bile.SPAZI ESTERNI E GIARDINIIl giar<strong>di</strong>no e gli spazi es<strong>te</strong>rni pos<strong>so</strong>no essere fon<strong>te</strong> <strong>di</strong> <strong>per</strong>icolo in quantopos<strong>so</strong>no consentire l’allontanamento della <strong>per</strong><strong>so</strong>na, il suo accidentaleferimento con attrezzi da giar<strong>di</strong>naggio, favorire le cadu<strong>te</strong> o l’ingestione<strong>di</strong> ma<strong>te</strong>riali non commestibili.Alcuni suggerimenti <strong>per</strong> rendere più sicuri giar<strong>di</strong>no e spazi es<strong>te</strong>rni:• dotare il giar<strong>di</strong>no da recinzione e cancello chiu<strong>di</strong>bile <strong>per</strong> evitare<strong>per</strong>icolosi allontanamenti da casa• non lasciare incusto<strong>di</strong>ti attrezzi da giar<strong>di</strong>naggio, ma<strong>te</strong>riale <strong>per</strong> ilbarbecue, tubi <strong>per</strong> innaffiare, ecc.• verificare se <strong>so</strong>no presenti pian<strong>te</strong> le cui foglie, fiori o bacche pos<strong>so</strong>noessere tossici se ingeriti• eliminare, se possibile, i <strong>di</strong>slivelli• ricordare che la ghiaia è frequen<strong>te</strong>men<strong>te</strong> fon<strong>te</strong> <strong>di</strong> cadu<strong>te</strong>• verificare che non vi siano tombini a<strong>per</strong>ti• attrezzare, se possibile, una zona in ombra <strong>per</strong> il ripo<strong>so</strong>.BALCONI E TERRAZZEIl rischio principale <strong>di</strong> questi spazi è lo scavalcamento del parapetto/ringhiera. Il suggerimento <strong>per</strong> ovviare a tale rischio è quello <strong>di</strong> alzarele ringhiere a circa 160/170 cm. da <strong>te</strong>rra facendole inoltre risultarependenti ver<strong>so</strong> l’in<strong>te</strong>rno nella par<strong>te</strong> su<strong>per</strong>iore. È importan<strong>te</strong> assicurarsianche che non siano presenti arre<strong>di</strong> (tavoli, se<strong>di</strong>e, sgabelli...) che facilitinolo scavalcamento e pian<strong>te</strong> che possano essere ingeri<strong>te</strong>.At<strong>te</strong>nti agliattrezzi dagiar<strong>di</strong>no, maanche ai fiorie alle bacchevelenoseLe precauzioni <strong>per</strong>balconi e finestreSUGGERIMENTI SPECIFICI PER ALCUNI INFISSIFINESTREL’obiettivo principale è <strong>di</strong> evitarne lo scavalcamento consen<strong>te</strong>ndo nelcon<strong>te</strong>mpo la possibilità <strong>di</strong> una adeguata areazione degli ambienti.Si suggerisce <strong>per</strong>tanto <strong>di</strong>:• adottare a<strong>per</strong>ture a vasistas• <strong>so</strong>stituire le normali maniglie con maniglie a inserto estraibili• chiuderle con ca<strong>te</strong>nacci o chiavi e/o munirle <strong>di</strong> inferria<strong>te</strong>• allontanare dai pressi delle finestre tutti gli arre<strong>di</strong> che potrebberocostituire elemento facilitan<strong>te</strong> lo scavalcamento (se<strong>di</strong>e, tavoli, poltrone,men<strong>so</strong>le...).175


Chiude<strong>te</strong> le por<strong>te</strong>che non devonoessereoltrepassa<strong>te</strong> conchiavis<strong>te</strong>lli nonraggiungibilidal malatoPORTELe por<strong>te</strong> pos<strong>so</strong>no <strong>di</strong>ventare un problema quando danno acces<strong>so</strong> a spazies<strong>te</strong>rni (rischio <strong>di</strong> ‘fuga’) o quando danno acces<strong>so</strong> a zone ‘<strong>per</strong>icolose’(ad es. vano scale, ripostigli, laboratori con<strong>te</strong>nenti attrezzi...). Al contrario,alcune por<strong>te</strong> è importan<strong>te</strong> che siano facilmen<strong>te</strong> identificabili <strong>per</strong>consentirne un comodo utilizzo (ad es. porta del bagno, della camerada letto...).Per quanto concerne la porta che dà acces<strong>so</strong> all’es<strong>te</strong>rno o a luoghi <strong>per</strong>icolosi,si suggerisce <strong>di</strong>:• colorare porta e maniglia con lo s<strong>te</strong>s<strong>so</strong> colore della pare<strong>te</strong> <strong>per</strong> renderlameno riconoscibile• applicare chiavis<strong>te</strong>lli/ca<strong>te</strong>naccini in posizione non raggiungibile dalla<strong>per</strong><strong>so</strong>na (es. in alto, dove <strong>te</strong>nde a non guardare)• non sis<strong>te</strong>mare attaccapanni in prossimità della porta <strong>di</strong> uscita inquanto favoriscono il riconoscimento della medesima.Per quanto concerne la porta che deve essere facilmen<strong>te</strong> identificabile,si suggerisce <strong>di</strong>:• evidenziare con colore <strong>di</strong>ver<strong>so</strong> la maniglia rispetto alla porta e laporta rispetto al muro• togliere la chiave <strong>per</strong> evitare che la <strong>per</strong><strong>so</strong>na possa chiudersi dentrola stanza anche accidentalmen<strong>te</strong>• applicare sulla porta elementi che ne favoriscano il riconoscimento(es.segnali che in<strong>di</strong>cano la funzione dell’ambien<strong>te</strong>: il <strong>di</strong>segno <strong>di</strong> unwc, il <strong>di</strong>segno <strong>di</strong> un letto... fintanto che la <strong>per</strong><strong>so</strong>na è in grado <strong>di</strong>riconoscerli).VETRI E VETRATEI problemi pos<strong>so</strong>no essere dati dalla <strong>di</strong>fficoltà <strong>di</strong> identificazione dellasu<strong>per</strong>ficie trasparen<strong>te</strong> da par<strong>te</strong> della <strong>per</strong><strong>so</strong>na ammalata, con conseguen<strong>te</strong>rischio <strong>di</strong> urti, contusioni, tagli. Un altro problema può venire dallacomparsa <strong>di</strong> agitazione e/o fenomeni allucinatori dovuti all’osservazione<strong>di</strong> spazi e <strong>per</strong><strong>so</strong>ne posti oltre i vetri e non raggiungibili, e/o a erratain<strong>te</strong>rpretazione delle immagini eventualmen<strong>te</strong> riflesse.Si suggerisce <strong>di</strong>:• applicare vetrofanie• rendere opaco il vetro• <strong>so</strong>stituirlo con altro ma<strong>te</strong>riale né trasparen<strong>te</strong> né riflet<strong>te</strong>n<strong>te</strong>.153176


APPENDICEELENCO PUBBLICAZIONI UTILILa let<strong>te</strong>ratura sulla malattia <strong>di</strong> Alzheimer e le demenze è piuttosto vastae offre senz’altro la possibilità, ai familiari o a chi si occupa a variotitolo della malattia, <strong>di</strong> approfon<strong>di</strong>rne le <strong>te</strong>matiche. Si elencano <strong>di</strong> seguitoalcune delle pubblicazioni significative in ma<strong>te</strong>ria:• Nancy L. Mace, Pe<strong>te</strong>r V. Rabins Demenza e malattia <strong>di</strong> Alzheimer:come gestire lo stress dell’assis<strong>te</strong>nza E<strong>di</strong>zioni Erick<strong>so</strong>n, 2002• Carla Gandolfi, Piero Angelo Bonati In viaggio con Luigi. Comeaffrontare una metamorfosi E<strong>di</strong>zioni Diabasis, Reggio Emilia, 2008• K.Hepburn, M. Lewis, J. Tornatore, C. W. Sherman, J. Dolloff<strong>Manuale</strong> del caregiver. Programma <strong>di</strong> formazione <strong>per</strong> l’assis<strong>te</strong>nzaalle <strong>per</strong><strong>so</strong>ne affet<strong>te</strong> da demenza. E<strong>di</strong>zione italiana a cura <strong>di</strong> LuisaBartorelli Carocci E<strong>di</strong>tore, 2008• Gabelli C., Gollin D. Stare vicino ad un malato <strong>di</strong> Alzheimer. Dubbi,domande, possibili rispos<strong>te</strong>. E<strong>di</strong>tore Il Poligrafo, Padova, 2008• F. Izzicupo, R. Chattat, S. Gainotti, G. Carbone, T. Di Fiandra, F.Galeotti, F. Menniti-Ippolito, R. Raschetti, N. Vanacore Alzheimer:conoscere la malattia <strong>per</strong> sa<strong>per</strong>la affrontare Il Pensiero ScientificoE<strong>di</strong>tore, maggio 2009• Naomi Feil (autore), V. De Klerk-Rubin (a cura <strong>di</strong>), V. Zaffagnini(Traduttore) Validation. Il metodo Feil <strong>per</strong> comprendere ciò che igran<strong>di</strong> anziani fanno nella men<strong>te</strong> e nel cuore, Minerva e<strong>di</strong>zioni,febbraio 2011• Moira Jones (autore), E<strong>di</strong>zione italiana Luisa Bartorelli (a cura <strong>di</strong>),Gentlecare, un modello positivo <strong>di</strong> assis<strong>te</strong>nza <strong>per</strong> l’Alzheimer, CarocciFaber, ristampa 2005LETTURE CONSIGLIATE• Cary Smith Ander<strong>so</strong>n Visione parziale. Un <strong>di</strong>ario dell’AlzheimerE<strong>di</strong>zione italiana 2002 As<strong>so</strong>ciazione Goffredo de Banfield eFederazione Alzheimer Italia• Tahar Ben Jelloun, Mia madre, la mia bambina Giulio Einau<strong>di</strong> e<strong>di</strong>tore,Torino 2006• Valletti M. Papà mi portava in bicicletta. I quattro anni che hannocambiato la mia vita The Boopen E<strong>di</strong>tore, Pozzuoli 2008• Lisa Genova Perdersi E<strong>di</strong>zioni Piemme 2010177


FILMOGRAFIA• Sul lago dorato <strong>di</strong> Mark Rydell, 1981• S<strong>per</strong>iamo che sia femmina <strong>di</strong> Mario Monicelli, 1985• A spas<strong>so</strong> con Daisy <strong>di</strong> Bruce Beresford, 1989• Pomodori ver<strong>di</strong> fritti <strong>di</strong> John Avnet, 1991• Compagna <strong>di</strong> viaggio <strong>di</strong> Pe<strong>te</strong>r Del Mon<strong>te</strong>, 1996• Tutto su mia madre <strong>di</strong> Pedro Almodovar, 1999• Avvi<strong>so</strong> <strong>di</strong> chiamata <strong>di</strong> Diane Keaton, 2000• Il figlio della sposa <strong>di</strong> Juan José Campanella, 2001• Iris - Un amore vero <strong>di</strong> Richard Eyre, 2001• La finestra <strong>di</strong> fron<strong>te</strong> <strong>di</strong> Ferzan Ozpe<strong>te</strong>k, 2003 malattia• Le pagine della nostra vita regia <strong>di</strong> Nick Cassave<strong>te</strong>s, 2004• La ragazza del lago <strong>di</strong> Andrea Molaioli, 2006• La Famiglia Savage <strong>di</strong> Tamara Jeckins, 2007• Lontano da Lei (Away from Her) <strong>di</strong> Sarah Polley, 2008• Una sconfinata giovinezza <strong>di</strong> Pupi Avati, 2010• Una separazione <strong>di</strong> Asghar Farha<strong>di</strong>, 2011Nell’ambito del Progetto Demenze la Regione Emilia-Romagna haprodotto anche le seguenti Linee Guida, <strong>di</strong>sponibili sui siti:http://www.salu<strong>te</strong>r.ithttp://<strong>so</strong>ciale.regione.emila-romagna.it/• Ottobre 2000 Linee guida <strong>per</strong> la <strong>di</strong>agnosi e la valutazione del pazien<strong>te</strong>affetto da demenza.• Ottobre 2000 Protocolli <strong>per</strong> la <strong>te</strong>rapia e la gestione delle problematicheassis<strong>te</strong>nziali dei pazienti affetti da demenza.• Ottobre 2000 Strumenti <strong>per</strong> la valutazione del pazien<strong>te</strong> affetto dademenza. Novembre 2000 Ruolo e strumenti <strong>per</strong> l’attività del me<strong>di</strong>co<strong>di</strong> me<strong>di</strong>cina generale nell’assis<strong>te</strong>nza ai <strong>so</strong>ggetti affetti da demenza.• Febbraio 2001 L’ambien<strong>te</strong>: strumento <strong>te</strong>rapeutico, cri<strong>te</strong>ri <strong>per</strong> laprogettazione e l’adattamento degli ambienti collettivi e domestici<strong>per</strong> una migliorequalità della vita dei <strong>so</strong>ggetti affetti da demenza.• Marzo 2001 Propos<strong>te</strong> <strong>per</strong> un programma <strong>di</strong> formazione e aggiornamento.• Marzo 2001 Proposta <strong>di</strong> un <strong>per</strong>cor<strong>so</strong> <strong>di</strong> qualificazione dei servizidella re<strong>te</strong> <strong>per</strong> anziani.178


INDIRIZZI INTERNET DISPONIBILISi segnala, <strong>per</strong> chi volesse ampliare la conoscenza della ma<strong>te</strong>ria ovverocorrispondere o confrontarsi con altre es<strong>per</strong>ienze, che <strong>di</strong>verse as<strong>so</strong>ciazioni, sia nazionali che straniere, <strong>di</strong> cui si forniscono le coor<strong>di</strong>na<strong>te</strong>,<strong>so</strong>no presenti in in<strong>te</strong>rnet, anche con in<strong>di</strong>rizzo <strong>di</strong> posta elettronica.• A.I.M.A. As<strong>so</strong>ciazione Italiana Malattie <strong>di</strong> Alzheimer, Milanolinea verde: 800 371332 - email: aimanaz@tin.it - www.italz.it/• ALZHEIMER ITALIA Federazione delle As<strong>so</strong>ciazioniAlzheimer d’Italia, Milano - linea <strong>di</strong> pronto ascolto: 02 809767email: alzit@tin.it - www.alzheimer.it/• ALZHEIMER EUROPEemail: info@alzheimer-europe.org - www.alzheimer-europe.org• DEMENTIA WEB c/o Istituto <strong>di</strong> neurologia e Divisione<strong>di</strong> neuroscienze, Im<strong>per</strong>ial College, Scuola <strong>di</strong> Me<strong>di</strong>cinahttp://dementia.ion.ucl.ac.uk/ (<strong>so</strong>lo in inglese)• ASSOCIAZIONE AlzheimER EMILIA-ROMAGNAwww.alzheimeremiliaromagna.org• ALZHEIMER’S DISEASE INTERNATIONALwww.alz.co.uk/ sito dell’Alzheimer’s Disease In<strong>te</strong>rnational cheraggruppa più <strong>di</strong> 50 As<strong>so</strong>ciazioni nazionaliemail: info@alz.co.uk (<strong>so</strong>lo in inglese)• ALZHEIMER’S ASSOCIATION USAwww.alz.org/ sito dell’Alzheimer’s As<strong>so</strong>ciation o<strong>per</strong>an<strong>te</strong> negliStati Uniti, con una sezione de<strong>di</strong>cata ai familiari e ai caregiver(<strong>so</strong>lo in inglese)• ALZHEIMER’S SOCIETY CANADAhttp://www.alzheimer.ca/ (<strong>so</strong>lo in inglese)• ALZHEIMER’S DISEASE EDUCATION & REFERRALCENTER(ADEAR) USA http://alzheimers.org/ (<strong>so</strong>lo in inglese)sito dell’ADEAR, servizio del National Institu<strong>te</strong> on Aging (NIA)del Dipartimento Salu<strong>te</strong> e Servizi alla <strong>per</strong><strong>so</strong>na del GovernoFederale degli Stati Uniti - email: adear@alzheimers.org• FAMILY CAREGIVER ALLIANCE - USAwww.caregiver.org/ contiene utili in<strong>di</strong>cazioni <strong>per</strong> i familiari e i c.vo, con specificazioni anche <strong>per</strong> le demenze (<strong>so</strong>lo in inglese)email: info@caregiver.org• REGIONE EMILIA-ROMAGNAwww.salu<strong>te</strong>r.it/http://<strong>so</strong>ciale.regione.emilia-romagna.it/179


ELENCO DEI CENTRI PER LE DEMENZE (CENTRI PER IDISTURBI COGNITIVI DELL’ADULTO) IN EMILIA-ROMAGNAI centri <strong>per</strong> le demenze (Centri <strong>per</strong> i <strong>di</strong>sturbi cognitivi dell’adulto) svolgonofunzioni <strong>di</strong> approfon<strong>di</strong>mento <strong>di</strong>agnostico e formulazione <strong>di</strong> un piano in<strong>di</strong>viduale<strong>di</strong> cura, monitoraggio <strong>per</strong>io<strong>di</strong>co dei pazienti seguiti, consulenza eformazione <strong>per</strong> i servizi sanitari e <strong>so</strong>cio-sanitari. I centri svolgono anche lefunzioni <strong>di</strong> unità valutative <strong>per</strong> l’Alzheimer previs<strong>te</strong> dal Decreto Minis<strong>te</strong>rodella sanità del 20/7/2000 <strong>per</strong> quanto riguarda l’ammissione al trattamentofarmacologico dei farmaci a base <strong>di</strong> donezepil cloridrato, rivastigmina, galantaminae memantina. Il primo acces<strong>so</strong> ai centri avviene <strong>di</strong> norma <strong>di</strong>etrorichiesta del me<strong>di</strong>co <strong>di</strong> famiglia.A fine 2012 i centri <strong>per</strong> le demenze (Centri <strong>per</strong> i <strong>di</strong>sturbi cognitivi dell’adulto)presenti in Emilia-Romagna <strong>so</strong>no i seguenti:Azienda Usl <strong>di</strong> PIACENZADISTRETTO URBANOpres<strong>so</strong> Ospedale Civile, via delle Valli 5 - 29100 PiacenzaDISTRETTO LEVANTEpres<strong>so</strong> Ambulatorio, via Libertà, 6 - 29016 Cor<strong>te</strong>maggiore (Pc)pres<strong>so</strong> Istituto P. Verani, viale Vittoria, 8 - 29017 Fiorenzuola D´Arda (Pc)pres<strong>so</strong> Presi<strong>di</strong>o Ospedaliero, via Garibal<strong>di</strong> 1 - Bobbio (Pc)pres<strong>so</strong> Poliambulatori Via De Amicis 1/A, angolo Via Europa, Bettola (Pc)DISTRETTO DI PONENTEpres<strong>so</strong> Poliambulatori, via 2 Giugno - Cas<strong>te</strong>l San Giovanni (Pc)Azienda Usl <strong>di</strong> PARMADISTRETTO DI PARMApres<strong>so</strong> Centro Servizi Anziani Sidoli, via G. Del Campo, 12 - 43123 ParmaDISTRETTO SUD-ESTpres<strong>so</strong> Polo <strong>so</strong>cio-sanitario, via Roma, 42/1 - 43013 Langhirano (Pr)DISTRETTO DI FIDENZApres<strong>so</strong> Centro via Don Tincati, 2 - 43036 Fidenza loc. Vaio (Pr)pres<strong>so</strong> Poliambulatori, piazza Martiri della Libertà, 24 - 43017 S. SecondoParmense (Pr)pres<strong>so</strong> Fondazione Pallavicini, Centro Diurno In<strong>te</strong>rcomunale, via XXVAprile, 6/8 - 43011 Busseto (Pr)DISTRETTO VALLI TARO E CENOpres<strong>so</strong> Poliambulatori, via Bene<strong>fatto</strong>ri, 12 - 43043 Borgotaro (Pr)pres<strong>so</strong> Polo Sanitario, via Solferino, 37 - 43045 Fornovo (Pr)Azienda Usl <strong>di</strong> REGGIO EMILIADISTRETTO DI REGGIO EMILIApres<strong>so</strong> RSA Giovanni XXIII, via Papa Giovanni XXIII, 16 - Albinea (Re)pres<strong>so</strong> RSA Giovanni XXIII Centro es<strong>per</strong>to, via Papa Giovanni XXIII, 16 -Albinea (Re)180


DISTRETTO DI CASTELNUOVO NE´ MONTIpres<strong>so</strong> Ospedale S. Anna, via Roma 2 - 42035 Cas<strong>te</strong>lnuovo né Monti (Re)DISTRETTO DI MONTECCHIOpres<strong>so</strong> Ospedale “E. Franchini”, via Emilia, 16 - 42027 Mon<strong>te</strong>cchio (Re)DISTRETTO DI SCANDIANOpres<strong>so</strong> Ospedale “C. Magati”, via Martiri Libertà, 6 - 42019 Scan<strong>di</strong>ano (Re)DISTRETTO DI GUASTALLApres<strong>so</strong> Ospedale Guastalla, via Donatori <strong>di</strong> Sangue, 1- 42016 Guastalla (Re)DISTRETTO DI CORREGGIOpres<strong>so</strong> Poliambulatori, via Circondaria, 26 - 42015 Correggio (Re)Azienda Ospedaliera <strong>di</strong> REGGIO EMILIApres<strong>so</strong> Arcispedale S. Maria Nuova, Neurologia, viale Ri<strong>so</strong>rgimento, 80 -Reggio EmiliaAzienda Usl <strong>di</strong> MODENADISTRETTO DI MODENApres<strong>so</strong> Ospedale Es<strong>te</strong>nse, V.le V. Veneto, 9 - Modenapres<strong>so</strong> Ospedale Baggiovara, pres<strong>so</strong> NOCSAE, via Giar<strong>di</strong>ni, 1355 - Baggiovara (Mo)pres<strong>so</strong> Ospedale Baggiovara , pres<strong>so</strong> Neurologia, via Giar<strong>di</strong>ni, 1355 –Baggiovara (Mo)DISTRETTO DI CARPIpres<strong>so</strong> Ospedale via G. Molinari, 2 - 41012 Carpi (Mo)pres<strong>so</strong> Distretto Piazzale Donatori <strong>di</strong> sangue, 3 - Carpi (Mo)DISTRETTO DI MIRANDOLApres<strong>so</strong> Distretto via L. Smerieri 1/A (piano <strong>te</strong>rra - ingres<strong>so</strong> 6) - Mirandola (Mo)DISTRETTO DI SASSUOLOpres<strong>so</strong> Distretto via Alessandrini 2, - Sassuolo (Mo)DISTRETTO DI PAVULLO NEL FRIGNANOpres<strong>so</strong> Ospedale <strong>di</strong> Pavullo, via S.G.B. Cottolengo - Pavullo nel Frignano (Mo)DISTRETTO DI VIGNOLApres<strong>so</strong> via Libertà, 799 - Vignola (Mo)DISTRETTO DI CASTELFRANCO EMILIApres<strong>so</strong> Ospedale <strong>di</strong> Cas<strong>te</strong>lfranco E., Piazzale Grazia Deledda- Cas<strong>te</strong>lfranco E. (Mo)Azienda Usl <strong>di</strong> BOLOGNADISTRETTO DI CASALECCHIO DI RENOpres<strong>so</strong> Poliambulatori, via Cimarosa 5/2 - Casalecchio <strong>di</strong> Reno (Bo)DISTRETTO DI SAN LAZZARO DI SAVENApres<strong>so</strong> Poliambulatori, via Repubblica - San Lazzaro <strong>di</strong> Savena (Bo)DISTRETTO DI PORRETTA TERMEpres<strong>so</strong> Ospedale, via O. Zagnoni, 5 - Porretta Terme (Bo)DISTRETTO DI PIANURA ESTpres<strong>so</strong> Polo Sanitario “Anacleto Bonora”, via Asia, 61 - San Pietro in Casale (Bo)pres<strong>so</strong> Poliambulatorio via Marconi, 16 - Cas<strong>te</strong>na<strong>so</strong> (Bo)181


DISTRETTO DI PIANURA OVESTpres<strong>so</strong> Polo Sanitario Via della Libertà, 171 - sede provvi<strong>so</strong>ria pres<strong>so</strong> Casadella salu<strong>te</strong> viale della Pace s.n.c. - Crevalcore (Bo)DISTRETTO DI BOLOGNApres<strong>so</strong> poliambulatorio <strong>di</strong> via G. Byron, 30 - Bolognapres<strong>so</strong> Ospedale Bellaria, Istituto <strong>di</strong> Scienze Neurologiche (Irccs),via Altura, 3 - Bolognapres<strong>so</strong> Ospedale Bellaria, Unità O<strong>per</strong>ativa <strong>di</strong> Neurologia, via Altura, 3 -40139 BolognaAzienda Ospedaliero-Universitaria <strong>di</strong> BOLOGNApres<strong>so</strong> Ospedale Sant’Or<strong>so</strong>la-Malpighi, Day Service Geriatrico,via Albertoni, 15 - BolognaAzienda Usl <strong>di</strong> IMOLApres<strong>so</strong> Poliambulatori, Via Amendola, 8 - Imola (Bo)Azienda Usl <strong>di</strong> FERRARADISTRETTO CENTRO-NORDPres<strong>so</strong> RSA, via Forlanini, 5 - Tresigallo (Fe)DISTRETTO OVESTpres<strong>so</strong> Casa Pro<strong>te</strong>tta G. B. Plattis, via Vicini, 15 - Cento (Fe)pres<strong>so</strong> Ospedale <strong>di</strong> Bondeno, via Dazi, 113 - Bondeno (Fe) - sedeprovvi<strong>so</strong>ria pres<strong>so</strong> Ospedale <strong>di</strong> Cento, via Vicini, 2 - Cento (Fe)DISTRETTO SUD-ESTpres<strong>so</strong> ex Ospedale Carlo Eppi - via De Amicis, 22 - Portomaggiore (Fe)pres<strong>so</strong> Presi<strong>di</strong>o Ospedaliero Est, Ospedale del Delta, via Valle Oppio -Lagosanto (Fe)Azienda Ospedaliero-Universitaria <strong>di</strong> FERRARApres<strong>so</strong> Arcispedale S.Anna, Unità o<strong>per</strong>ative <strong>di</strong> Geriatria, Neurologia,Me<strong>di</strong>cina in<strong>te</strong>rna - via A. Moro 8 - Cona - FerraraAzienda Usl <strong>di</strong> RAVENNADISTRETTO DI FAENZApres<strong>so</strong> Presi<strong>di</strong>o Ospedaliero Faenza, Servizio Geriatrico, viale Stradone,Faenza (Ra)DISTRETTO DI RAVENNApres<strong>so</strong> Presi<strong>di</strong>o Ospedaliero <strong>di</strong> Ravenna, Ambulatorio Geriatrico, via FiumeAbbandonato, 134 - Ravennapres<strong>so</strong> Ambulatorio Disturbi cognitivi, via Ospedale - Cervia (Ra)DISTRETTO DI LUGOpres<strong>so</strong> Presi<strong>di</strong>o Ospedaliero <strong>di</strong> Lugo, Ambulatorio Geriatrico, viale Masi, 4- Lugo (Ra)182


Azienda Usl <strong>di</strong> FORLÌpres<strong>so</strong> Ospedale Pierantoni, Unità o<strong>per</strong>ativa <strong>di</strong> Geriatria e Neurologia, viaForlanini, 34 - ForlìAzienda Usl <strong>di</strong> CESENADISTRETTO DI CESENA VALLE DEL SAVIOpres<strong>so</strong> Ospedale Bufalini - Unità o<strong>per</strong>ativa <strong>di</strong> Neurologia, viale Ghirotti,286 - Cesenapres<strong>so</strong> Ambulatorio via Gadda, 120 - CesenaDISTRETTO DI SAVIGNANO SUL RUBICONEpres<strong>so</strong> Ambulatorio Cor<strong>so</strong> Perticari 119 - Savignano sul Rubicone (Fc)Azienda Usl <strong>di</strong> RIMINIDISTRETTO DI RIMINIpres<strong>so</strong> Ospedale Infermi, Unità O<strong>per</strong>ativa <strong>di</strong> Geriatria, via Set<strong>te</strong>mbrini, 2 - RiminiPer informazioni e aggiornamenti sui centri <strong>per</strong> le demenze (Centri <strong>per</strong> i<strong>di</strong>sturbi cognitivi dell’adulto) e in generale sui servizi <strong>per</strong> le demenze:• <strong>te</strong>lefonare al numero verde gratuito del Servizio sanitario regionaledell’Emilia-Romagna 800 033 033 tutti i giorni feriali dalle ore 8.30 alle ore17.30, sabato e prefestivi dalle ore 8.30 alle ore 13.30;• consultare il portale del Servizio sanitario regionale Salu<strong>te</strong>r, www.salu<strong>te</strong>r.itsezione Servizi ai citta<strong>di</strong>ni o la guida ai servizi http://guidaservizi.salu<strong>te</strong>r.itscrivendo “demenze” nel campo cerca.183


184ELENCO DELLE ASSOCIAZIONI DEI FAMILIARIIN EMILIA-ROMAGNA• As<strong>so</strong>ciazione Alzheimer Emilia-Romagna• As<strong>so</strong>ciazione Alzheimer Piacenza• As<strong>so</strong>ciazione Italiana Malattia <strong>di</strong> Alzheimer (Aima)sezione <strong>di</strong> Bologna• As<strong>so</strong>ciazione Italiana Malattia <strong>di</strong> Alzheimer (Aima)sezione <strong>di</strong> Parma• Gruppo Sos<strong>te</strong>gno Alzheimer Fidenza• As<strong>so</strong>ciazione Italiana Malattia <strong>di</strong> Alzheimer (Aima)sezione <strong>di</strong> Reggio Emilia• As<strong>so</strong>ciazione Prof. G.P. Vecchi• As<strong>so</strong>ciazione Sos<strong>te</strong>gno Demenze - Sassuolo• Asdam As<strong>so</strong>ciazione Sos<strong>te</strong>gno Demenza Alzheimer Mirandola• Gruppo Assis<strong>te</strong>nza Familiari Alzheimer - Carpi• As<strong>so</strong>ciazione “Per non sentirsi <strong>so</strong>li” - Vignola• As<strong>so</strong>ciazione <strong>di</strong> ricerca e assis<strong>te</strong>nza alle demenze (Arad) - Bologna• Ama Amarcord As<strong>so</strong>ciazione S. Pietro in Casale (Bo)• Ama Amarcord As<strong>so</strong>ciazione Cas<strong>te</strong>llo d’Argile (Bo)• As<strong>so</strong>ciazione Alzheimer Ravenna• As<strong>so</strong>ciazione Alzheimer Faenza• As<strong>so</strong>ciazione Alzheimer Imola• As<strong>so</strong>ciazione Malattia Alzheimeir (Ama) Ferrara• As<strong>so</strong>ciazione Alzheimer “F. Mazzuca” Onlus• La Re<strong>te</strong> Magica• As<strong>so</strong>ciazione Caima• As<strong>so</strong>ciazione “Amici <strong>di</strong> casa insieme”• As<strong>so</strong>ciazione Alzheimer Rimini

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!