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la tua azienda un luogo sicuro - Nuovo CESCOT Emilia Romagna

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INDICEPARTE PRIMA:Il nuovo Testo Unico “Salute e sicurezza nei posti di <strong>la</strong>voro”Pag.1 - VALUTAZIONE DEI RISCHI NELL’AMBIENTE DI LAVORO (art. 28 - 29)2 - SERVIZIO DI PREVENZIONE E PROTEZIONE (art. 31)- Compiti del Servizio di Prevenzione e Protezione (art. 33)- Il rappresentante dei <strong>la</strong>voratori per <strong>la</strong> sicurezza – RLS (art. 47)- Il rappresentante dei <strong>la</strong>voratori per <strong>la</strong> sicurezza territoriale – RLST (art. 48)- Formazione dei <strong>la</strong>voratori e dei loro rappresentanti (art. 37)- Organismi paritetici- Ri<strong>un</strong>ione periodica di Prevenzione e Protezione (art. 35)- Medico competente: titoli e requisiti (art. 38)- La sorveglianza sanitaria3 - DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE (DPI)- I principali DPI4 - I PRINCIPALI FATTORI DI RISCHIO- Rischio di cadute e scivo<strong>la</strong>menti- Uso di scale portatili- Prodotti pericolosi- Impianti e attrezzature elettriche- Rischi di schiacciamento, taglio, cesoiamento.- Videoterminali (VDT)- Il rumore- Movimentazione manuale dei carichi (MMC)5 - PRINCIPALI ATTIVITA’ E RISCHI CONNESSI6 - LA GESTIONE DELLE EMERGENZE (art. 43)- Primo soccorso (art. 45)- Prevenzione incendi- Come si produce <strong>un</strong> incendio- Effetti sul<strong>la</strong> salute- I principi del<strong>la</strong> prevenzione- Gli estintori- Manutenzione estintori- Uscite di emergenza- La paura e il panico7 - SEGNALETICA DI SICUREZZA8 - VIGILANZA (art. 13)9 - QUADRO SANZIONATORIO57788910101112131315151515151616171819212121222324252526272829302


PARTE SECONDA:Pag.10 - PRIMO SOCCORSO AZIENDALE- Basi giuridiche- Definizione- Principali cause di infort<strong>un</strong>io- Occhio- Orecchio- Il cuore e <strong>la</strong> circo<strong>la</strong>zione- Misurare <strong>la</strong> pressione atreriosa: lo sfigmomanometro- Polso- Come rilevare il polso- Corpo estraneo in go<strong>la</strong>- Condizioni partico<strong>la</strong>ri- Corpo estraneo in go<strong>la</strong>- Emorragia- Norme da seguire- Ustioni- Folgorazione- Col<strong>la</strong>sso (schock – svenimento)- Colpo di calore – inso<strong>la</strong>zione- Colpo di freddo - conge<strong>la</strong>mento- P<strong>un</strong>ture e morsi da animali- Avvelenamenti- Avvelenamento da ossido di carbonio- Ferite e medicazioni- Fratture- Segni e sintomi di frattura- Estricazione rapida o manovra di Rautek- Etichette di pericolo3434343535363737404041414142434345464748485051525253545511 - CASI DI GRAVI INFORTUNI- Rego<strong>la</strong> del BLS- Incolumità dei soccorritori- Soccorritore solitario- Comportamento sul <strong>luogo</strong> dell’incidente in attesa del 118- Rianimazione cardiorespiratoria- Rianimazione cardiaca esterna e respirazione con ambu- L’esecuzione del massaggio cardiaco565657575757585812 - PRESIDI SANITARI- Contenuto minimo cassetta pronto soccorso- Contenuto minimo del pacchetto di medicazione6060613


IL NUOVO TESTO UNICO IN MATERIA DI TUTELA DELLASALUTE E SICUREZZAEntrato in vigore il 15/05/2008, il Decreto Lgs. n.81 del 9/04/2008 – <strong>Nuovo</strong> TestoUnico in materia di tute<strong>la</strong> del<strong>la</strong> salute e sicurezza nei luoghi di <strong>la</strong>voro – riordinae coordina tutte le disposizioni in materia, dando <strong>un</strong>iformità al<strong>la</strong> tute<strong>la</strong> del <strong>la</strong>vorosu tutto il territorio nazionale.Il presente Decreto Legis<strong>la</strong>tivo potrà essere oggetto di modifiche parziali a seguitodell’emanazione di nuovi Decreti, sarà inoltre integrato da normative specifiche <strong>la</strong>ddovegià previsto all’interno dei singoli articoli del<strong>la</strong> normativa stessa.Norme abrogateD.P.R 27 aprile 1955 n. 547D.P.R 7 gennaio 1956 n. 164D.D.R. 19 marzo 1956 n.303, fatta eccezione per art. 64D.lgs 15 agosto 1991 n. 277D.lgs 19 settembre 1994 n. 626D.lgs 14 agosto 1996 n. 493 e 494D.lgs 19 agosto 2005 n.187Art. 36 bis, commi 1 e 2 del D.L. 4 luglio 2006 n.223Art. 2,3,5,6 e 7 del<strong>la</strong> L. 3 agosto 2007 n.123Campo di applicazione (art. 3)Il decreto legis<strong>la</strong>tivo n. 81 si applica a tutti i settori di attività, privati e pubblici, e a tuttele tipologie di rischio; a tutti i <strong>la</strong>voratori e <strong>la</strong>voratrici, subordinati e autonomi, nonché aisoggetti ad essi equiparati.4


1. VALUTAZIONE DEI RISCHI NELL’AMBIENTE DI LAVORO(art. 28 - 29)La valutazione dei rischi è lo strumento necessario per at<strong>tua</strong>re misure di prevenzioneadeguate.Investire nel<strong>la</strong> prevenzione significa chiedersi in che cosa il f<strong>un</strong>zionamento dell’impresapuò essere migliorato.La conoscenza e il controllo di tutti i rischi migliorano l’efficienza economica e socialedell’impresa:- si valorizza <strong>la</strong> professionalità dell’impresa (miglior controllo dei rischi = migliorecoordinamento tra operatori e migliore qualità del <strong>la</strong>voro);- riducono i costi (mezzi di prevenzione adatti fanno guadagnare tempo e riduconoil tasso di infort<strong>un</strong>i o ma<strong>la</strong>ttie).Scopo del<strong>la</strong> valutazione dei rischi, quindi, è di permettere al datore di <strong>la</strong>voro di conoscerequelle si<strong>tua</strong>zioni, sostanze, attrezzature, ecc… che, in re<strong>la</strong>zione almodo di <strong>la</strong>vorare o alle caratteristiche dell’ambiente di <strong>la</strong>voro, potrebbero provocaredanni ai propri dipendenti.Il documento, redatto a conclusione del<strong>la</strong> valutazione, deve avere data certa e contenere:1) UNA RELAZIONE SULLA VALUTAZIONE DI TUTTI I RISCHI PROFESSIONALIRiporta i risultati del<strong>la</strong> valutazione e i criteri adottati per <strong>la</strong> stessa; da essa, cioè, sideve poter capire quali si<strong>tua</strong>zioni di rischio sono state individuate e in quale modosono state giudicate.2) L’INDICAZIONE DELLE MISURE DI PREVENZIONE E DI PROTEZIONE ATTUATEE DEI DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALI ADOTTATIPer ogni si<strong>tua</strong>zione di pericolo messa in evidenza, occorre riportare che cosa è statofatto per far sì che i dipendenti siano soggetti al minor rischio possibile.3) IL PROGRAMMA DI ATTUAZIONE DEGLI INTERVENTIOltre ai provvedimenti già messi in atto, nel documento occorre precisare se ci sonoaltri interventi che saranno at<strong>tua</strong>ti in futuro e con quali tempi si pensa di at<strong>tua</strong>rli.4) L’INDIVIDUAZIONE DELLE PROCEDURE PER L’ATTUAZIONE DELLE MISUREDA REALIZZARE NONCHE’ DEI RUOLI DELL’ORGANIZZAZIONE AZIENDALECHE VI DEBBONO PROVVEDERE5) L’INDICAZIONE DEL NOMINATIVO DEL RESPONSABILE DEL SERVIZIO DIPREVENZIONE E PROTEZIONE, DEL RAPPRESENTANTE DEI LAVORATORI PERLA SICUREZZA, DEL MEDICO COMPETENTE6) I NOMINATIVI DEGLI ADDETTI ANTINCENDIO E PRIMO SOCCORSO7) L’INDIVIDUAZIONE DELLE MANSIONI CHE EVENTUALMENTE ESPONGO-NO I LAVORATORI A RISCHI SPECIFICI CHE RICHIEDONO UNA RICONOSCIU-5


TA CAPACITA’ PROFESSIONALE, SPECIFICA ESPERIENZA, ADEGUATA FORMA-ZIONE E ADDESTRAMENTOIl documento va conservato presso l’<strong>un</strong>ità produttiva cui si riferisce <strong>la</strong>valutazione dei rischi.I datori di <strong>la</strong>voro che occupano fino a 10 addetti effet<strong>tua</strong>no <strong>la</strong> valutazionedei rischi sul<strong>la</strong> base delle procedure standardizzate (art.6 comma 8) ecom<strong>un</strong>que non oltre il 30 giugno 2012; gli stessi possono autocertificarel’effet<strong>tua</strong>zione del<strong>la</strong> Valutazione dei Rischi.La mancata effet<strong>tua</strong>zione del<strong>la</strong> Valutazione dei Rischi espone a pesanti sanzioni (vedi ilnuovo quadro sanzionatorio a pag 30).6


2. SERVIZIO DI PREVENZIONE E PROTEZIONE(art. 31)Il datore di <strong>la</strong>voro organizza il Servizio di Prevenzione e Protezione all’internodell’<strong>azienda</strong> o del<strong>la</strong> <strong>un</strong>ità produttiva o incarica persone o servizi esterni, costituiti anchepresso le associazioni dei datori di <strong>la</strong>voro, o gli organismi paritetici.Gli addetti e i responsabili dei servizi, interni o esterni, devono possedere le capacitàe i requisiti professionali adeguati al<strong>la</strong> natura dei rischi presenti sul <strong>luogo</strong>di <strong>la</strong>voro e re<strong>la</strong>tivi alle attività stesse, devono essere in numero sufficienterispetto alle caratteristiche dell’<strong>azienda</strong> e disporre di mezzi e di tempi adeguati per losvolgimento dei compiti loro assegnati.I requisiti professionali si acquisiscono con <strong>la</strong> frequenza di specifici corsi di formazioneprevisti dall’accordo sancito in sede di conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato,le Regioni e le Province autonome di Trento e di Bolzano (Gazzetta Ufficiale n. 37 del14/2/2006 e successive modifiche e integrazioni).Sono previsti esoneri dai corsi per chi è in possesso di <strong>la</strong>uree riconosciute corrispondenti,ai sensi del<strong>la</strong> normativa vigente.Nell’ipotesi di utilizzo di <strong>un</strong> servizio interno, il datore di <strong>la</strong>voro può avvalersi di personeesterne all’<strong>azienda</strong> in possesso delle conoscenze professionali necessarie per integrare,ove occorra, l’azione di prevenzione e protezione del servizio.Il ricorso a persone o servizi esterni è obbligatorio in assenza di dipendenti che, all’internodell’<strong>azienda</strong> o <strong>un</strong>ità produttiva, siano in possesso di capacità o requisiti professionali.A differenza del<strong>la</strong> precedente normativa non è più obbligatoria <strong>la</strong> com<strong>un</strong>icazione formaledel Responsabile del Servizio di Prevenzione e Protezione agli organi competenti.Tale nominativo, tuttavia, deve risultare chiaro e presente all’interno del Documento diValutazione dei Rischi.Compiti del Servizio di Prevenzione e Protezione(art. 33)Il Servizio di Prevenzione e Protezione dai rischi professionali provvede:- all’individuazione dei fattori di rischio;- al<strong>la</strong> valutazione dei rischi;- all’individuazione ed e<strong>la</strong>borazione delle misure e delle procedure per <strong>la</strong> sicurezzae l’igiene sul <strong>la</strong>voro;- a proporre i programmi d’informazione e formazione dei <strong>la</strong>voratori;- a partecipare alle consultazioni in materia di tute<strong>la</strong> del<strong>la</strong> salute e sicurezza sul <strong>la</strong>voro,nonché al<strong>la</strong> ri<strong>un</strong>ione periodica.Svolgimento diretto da parte del datore di <strong>la</strong>voro dei compiti di prevenzionee protezione dai rischi (art. 34).Il datore di <strong>la</strong>voro può svolgere direttamente i compiti propri del Serviziodi Prevenzione e Protezione, di primo soccorso, di prevenzione incendi e dievacuazione, dandone preventiva informazione al rappresentante dei <strong>la</strong>voratori per <strong>la</strong> sicurezza(ove sia previsto). In questo caso deve frequentare corsi di formazione, di durata minima7


La formazione e, ove previsto, l’addestramento specifico, devono avvenire in occasione:a) del<strong>la</strong> costituzione del rapporto di <strong>la</strong>voro;b) del trasferimento o cambiamento di mansioni;c) del<strong>la</strong> introduzione di nuove attrezzature di <strong>la</strong>voro o di nuove tecnologie, dinuove sostanze e preparati pericolosi.Il rappresentante dei <strong>la</strong>voratori per <strong>la</strong> sicurezza ha diritto ad <strong>un</strong>a formazionepartico<strong>la</strong>re in materia di salute e sicurezza concernente i rischi specifici esistentinegli ambienti in cui esercita <strong>la</strong> sua rappresentanza, così da assicurargli adeguate competenzesulle principali tecniche di controllo e prevenzione dei rischi stessi.La durata minima dei corsi è di 32 ore iniziali; vi è l’obbligo di <strong>un</strong> aggiornamento periodico,<strong>la</strong> cui durata non può essere inferiore a 4 ore annue per le imprese che occupanoda 15 a 50 dipendenti, 8 ore annue per le imprese con più di 50 dipendenti.ORGANISMI PARITETICILa formazione dei <strong>la</strong>voratori e dei loro rappresentanti deve avvenire in col<strong>la</strong>borazionecon gli Organismi paritetici (organismi costituiti per iniziativa di <strong>un</strong>a o piùassociazioni dei datori di <strong>la</strong>voro e dei rappresentanti dei <strong>la</strong>voratori più rappresentativea livello nazionale), e deve essere periodicamente ripetuta in re<strong>la</strong>zione all’evoluzionedei rischi o all’insorgenza di nuovi rischi.* Nota: <strong>la</strong> mancata formazione/informazione dei <strong>la</strong>voratori può essere causa di sospensionedell’attività.Le competenze acquisite a seguito dello svolgimento delle attività di formazionesono registrate nel libretto formativo del cittadino.Ri<strong>un</strong>ione periodica di Prevenzione e Protezione (art. 35)Nelle aziende e nelle <strong>un</strong>ità produttive che occupano più di 15 <strong>la</strong>voratori, il datore di<strong>la</strong>voro, direttamente o tramite il Servizio di Prevenzione e Protezione dai rischi, indicealmeno <strong>un</strong>a volta all’anno <strong>un</strong>a ri<strong>un</strong>ione cui partecipano:a) il datore di <strong>la</strong>voro o <strong>un</strong> suo rappresentante;b) il responsabile del Servizio di Prevenzione e Protezione rischi;c) il rappresentante dei <strong>la</strong>voratori per <strong>la</strong> sicurezza;d) il medico competente, ove nominato.Si analizza:e) il documento di valutazione dei rischi e di programmazione del<strong>la</strong> prevenzione;f) l’andamento degli infort<strong>un</strong>i e delle ma<strong>la</strong>ttie professionali e del<strong>la</strong> sorveglianzasanitaria;g) i criteri di scelta, le caratteristiche tecniche e l’efficacia dei dispositivi di protezioneindividuale;h) il programma di informazione e formazione.A fine ri<strong>un</strong>ione viene redatto <strong>un</strong> verbale, a disposizione dei partecipanti per <strong>la</strong> suaconsultazione.10


MEDICO COMPETENTE:TITOLI E REQUISITI(art. 38)Le aziende obbligate a sorveglianza sanitaria (per videoterminali,movimentazione manuale dei carichi, utilizzodi sostanze pericolose, ecc…) sono obbligate al<strong>la</strong> nominadel medico competente.Per svolgere le f<strong>un</strong>zioni di medico competente, il soggetto interessatodeve essere in possesso del<strong>la</strong> specializzazione in:a) medicina del <strong>la</strong>vorob) medicina preventivac) tossicologia industrialed) igiene industrialee) fisiologia e igiene del <strong>la</strong>vorof) clinica del <strong>la</strong>voro.Il medico competente svolge <strong>la</strong> propria opera in qualità di:Egli:a) dipendente di <strong>un</strong>a struttura esterna pubblica o privata, convenzionata conl’imprenditore per lo svolgimento dei compiti di cui sopra;b) libero professionista;c) dipendente del datore di <strong>la</strong>voro.- col<strong>la</strong>bora con il datore di <strong>la</strong>voro e con il Servizio di Prevenzione e Protezione,sul<strong>la</strong> base del<strong>la</strong> specifica conoscenza dell’organizzazione <strong>azienda</strong>le e delle si<strong>tua</strong>zionidi rischio, al<strong>la</strong> predisposizione dell’at<strong>tua</strong>zione delle misure per <strong>la</strong> tute<strong>la</strong> del<strong>la</strong>salute e dell’integrità psico-fisica dei <strong>la</strong>voratori;- esprime i giudizi di idoneità al<strong>la</strong> mansione specifica al <strong>la</strong>voro;- effet<strong>tua</strong> accertamenti periodici sulle condizioni di salute;- istituisce ed aggiorna, sotto <strong>la</strong> propria responsabilità, per ogni <strong>la</strong>voratore sottopostoa sorveglianza sanitaria, <strong>un</strong>a cartel<strong>la</strong> sanitaria e di rischio da custodire presso ildatore di <strong>la</strong>voro con salvaguardia del segreto professionale;- informa ogni <strong>la</strong>voratore interessato dei risultati degli accertamenti sanitari e, a richiestadello stesso, gli ri<strong>la</strong>scia copia del<strong>la</strong> documentazione sanitaria;- com<strong>un</strong>ica, in occasione delle ri<strong>un</strong>ioni periodiche ai rappresentanti per <strong>la</strong> sicurezza,i risultati anonimi collettivi degli accertamenti clinici e strumentali effet<strong>tua</strong>ti e fornisceindicazioni sul significato di detti risultati;- visita gli ambienti di <strong>la</strong>voro almeno 2 volte all’anno e partecipa al<strong>la</strong> programmazionedel controllo dell’esposizione dei <strong>la</strong>voratori;- effet<strong>tua</strong> le visite mediche richieste dal <strong>la</strong>voratore qualora tale richiesta siacorre<strong>la</strong>ta ai rischi professionali;- col<strong>la</strong>bora con il datore di <strong>la</strong>voro al<strong>la</strong> predisposizione del servizio di prontosoccorso.Il medico competente può avvalersi, per motivate ragioni, del<strong>la</strong> col<strong>la</strong>borazionedi medici specialisti scelti dal datore di <strong>la</strong>voro che ne sostienei costi.11


SORVEGLIANZA SANITARIA (art. 41)La sorveglianza sanitaria è effet<strong>tua</strong>ta dal medico competente e comprende:a) <strong>la</strong> visita medica preventiva, intesa a constatare l’assenza di controindicazionial <strong>la</strong>voro cui il <strong>la</strong>voratore è destinato, al fine di valutare <strong>la</strong> sua idoneità al<strong>la</strong>mansione specifica;b) <strong>la</strong> visita medica periodica, di norma <strong>un</strong>a volta all’anno, per control<strong>la</strong>re lostato di salute dei <strong>la</strong>voratori ed esprimere il giudizio di idoneità al<strong>la</strong> mansionee specifica;c) <strong>la</strong> visita medica su richiesta del <strong>la</strong>voratore, qualora sia ritenuta dal medicocompetente corre<strong>la</strong>ta ai rischi professionali o alle sue condizioni di salute, suscettibilidi peggioramento a causa dell’attività <strong>la</strong>vorativa svolta;d) <strong>la</strong> visita medica in occasione del cambio del<strong>la</strong> mansione.Le visite mediche sono a cura del datore di <strong>la</strong>voro e a spese dello stesso.Il medico competente, sul<strong>la</strong> base delle risultanze delle visite mediche effet<strong>tua</strong>te, esprime<strong>un</strong>o dei seguenti giudizi re<strong>la</strong>tivi al<strong>la</strong> mansione specifica:- idoneità;- idoneità parziale, temporanea o permanente, con prescrizioni o limitazioni;- inidoneità temporanea (precisando i limiti temporali di validità);- inidoneità permanente.E’ ammesso ricorso, contro il giudizio del medico competente, entro 30 giorni dal<strong>la</strong>data di com<strong>un</strong>icazione del giudizio stesso all’A.S.L (Azienda Sanitaria Locale) territorialecompetente che, dopo ulteriori accertamenti, può disporre <strong>la</strong> conferma, <strong>la</strong> modifica o<strong>la</strong> revoca del giudizio stesso.12


3. DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE (DPI)Per Dispositivi di protezione Individuale(DPI) si intende qualsiasiattrezzatura destinata ad essereindossata dal <strong>la</strong>voratore per proteggerlocontro <strong>un</strong>o o più rischi per<strong>la</strong> sicurezza o <strong>la</strong> salute durante il<strong>la</strong>voro.L’utilizzo dei DPI deve essere adeguatoai rischi da prevenire, allecondizioni sul <strong>luogo</strong> di <strong>la</strong>voro, allecaratteristiche dei dispositivi.Obblighi del datore di <strong>la</strong>voroIl datore di <strong>la</strong>voro ha l’obbligo di fornire DPI conformi ai requisiti previsti e mantenerli instato di efficienza mediante manutenzione e sostituzioni; deve assicurare <strong>un</strong>’adeguataformazione sul loro utilizzo e dar sì che ogni <strong>la</strong>voratore sia dotato di <strong>un</strong> DPI per usopersonale.Obblighi del <strong>la</strong>voratoreIl <strong>la</strong>voratore deve rispettare le procedure <strong>azienda</strong>li e utilizzare i DPI in modo conformeal<strong>la</strong> informazione e al<strong>la</strong> formazione ricevuta; deve prendersi cura di essi e non apportaremodifiche di propria iniziativa, deve segna<strong>la</strong>re tempestivamente qualsiasi difetto omal f<strong>un</strong>zionamento dei DPI.I principali DPIProtezione del<strong>la</strong> testaIl casco o elmetto deve essere utilizzato nelcaso in cui il <strong>la</strong>voratore sia esposto ai rischidi caduta di oggetti dall’alto, urti, colpi, compressioni;deve essere realizzato di materialesufficientemente rigido, ma dotato anche di <strong>un</strong>acerta e<strong>la</strong>sticità per poter assorbire il colpo ol’urto senza spezzarsi.13


Protezione degli occhiGli occhiali protettivi o visiere sono necessari quandoci possono essere proiezioni di particelle o radiazionio schizzi pericolosi per gli occhi tali daprovocare lesioni (es. mo<strong>la</strong>tura, saldatura, taglio,ecc…).Protezione delle maniL’utilizzo di guanti protettivi è previsto quando simanipo<strong>la</strong>no attrezzature o materiali taglienti, abrasivi,corrosivi o caldi. Spesso sono necessari per ilcarico o lo scarico di materiali.Protezione dei piediLe scarpe antinfort<strong>un</strong>istiche proteggono i piedi da oggettipesanti o taglienti o da si<strong>tua</strong>zioni in cui è facile loscivo<strong>la</strong>mento; possono avere il p<strong>un</strong>tale rinforzato, <strong>un</strong>aprotezione maggiore o <strong>la</strong> suo<strong>la</strong> imperforabile. Sono usatenei magazzini, in cantierenelle <strong>la</strong>vorazioni del legno ecc…Protezioni per l’uditoQuando le <strong>la</strong>vorazioni sono rumorose è necessarioproteggersi con tappi (adatti per <strong>un</strong> utilizzo continuativo)o con cuffie (più indicate quando il rumoreè variabile, per evitare di togliere e mettere i tappicon le mani sporche).Protezione delle vie respiratorieQuando si è esposti a polveri o fumi di prodotti pericolosi,si utilizzano maschere antipolvere (facciali filtranti),mentre per esposizioni a vapori e gas si utilizzano maschereantigas (a filtro). In carenza di ossigeno o con inquinantiinodori, si deve ricorrere a respiratori autonomi(autorespiratori).Protezioni anticadutaQuando si deve <strong>la</strong>vorare in altezza può essere necessario,oltre ai parapetti, utilizzare cinture o imbracaturecontro il rischio di caduta.14


4. I PRINCIPALI FATTORI DI RISCHIORischio di cadute e scivo<strong>la</strong>mentiIl rischio di cadere per pavimentazione irrego<strong>la</strong>re o scivolosa deve essere ridotto alminimo. Alc<strong>un</strong>i accorgimenti possono essere:- usare scarpe adeguate al <strong>la</strong>voro da svolgere;- accertarsi del<strong>la</strong> buona illuminazione naturale ed artificiale;- fare attenzione se i pavimenti sono bagnati;- scendere e salire le scale tenendosi a parapetti e corrimani;- prima di utilizzare scale portatili accertarsi che abbiano i tappi antisdruccioloapplicati sotto i montanti e che i gradini siano robusti e non scivolosi.Uso di scale portatiliPer evitare il rischio derivante dall’uso di scale portatili occorre:- non usare scale improvvisate (es. sedie con rotelle);- usare correttamente le scale portatili, verificandone <strong>la</strong> sicurezza (appoggio<strong>sicuro</strong>, stabilità, robustezza, inclinazione);- salire e scendere tenendo le mani sui pioli;- avere le mani libere;- posizionare <strong>la</strong> sca<strong>la</strong> non troppo inclinata né troppo verticale.Prodotti pericolosiI rischi per <strong>la</strong> salute possono provenire dal contatto (pelle, mucose), dal<strong>la</strong> ina<strong>la</strong>zione(attraverso <strong>la</strong> respirazione) o dall’ingestione (es. portando al<strong>la</strong> bocca le manisporche o mangiando o bevendo sul <strong>luogo</strong> di <strong>la</strong>voro).Occorre, quindi:- seguire le informazioni di sicurezza riportate sulle etichette dei prodotti;- usare i DPI prescritti;- mantenere chiusi e in luoghi sicuri i recipienti che contengono prodottipericolosi;- non travasare o tenere prodotti chimici in contenitori senza etichetta;- non mangiare, bere o fumare durante il loro utilizzo;- pulire prontamente even<strong>tua</strong>li versamenti;- segna<strong>la</strong>re ai superiori e al Medico Competente even<strong>tua</strong>li problemi o disturbiche si pensa possano essere legati a prodotti pericolosi;- consultare i superiori in caso di dubbio, di prodotti sconosciuti, di contenitoriin cattive condizioni o privi di etichetta.Impianti e attrezzature elettricheMolte attività comportano l’uso di attrezzi o impianti elettrici e varie sono le cause chepossono portare ad infort<strong>un</strong>i durante il loro utilizzo.Occorre, quindi:15


Lo stress: lo stress <strong>la</strong>vorativo si determina quando le capacità di <strong>un</strong>a persona non sonoadeguate rispetto al tipo ed al livello del<strong>la</strong> complessità delle richieste <strong>la</strong>vorative.Il tipo di reazione ad <strong>un</strong>a data si<strong>tua</strong>zione <strong>la</strong>vorativa dipende anche dal<strong>la</strong> personalità delsoggetto: lo stesso tipo di <strong>la</strong>voro può risultare soddisfacente, monotono o complesso.IL RUMOREL’esposizione a rumori intensi, specialmente se prol<strong>un</strong>gata nel tempo, può determinaredanni all’udito prima temporanei, poi permanenti. Il rumore si misura in decibel ed idecibel A (dBA) indicano il rischio per le persone. I rischi per l’udito iniziano quando ilLivello di esposizione Personale (Lep) giornaliero supera 80 dBA.Occorre, quindi:- non esporsi al rumore senza protezioni;- utilizzare correttamente i DPI.17


MOVIMENTAZIONE MANUALE DEI CARICHI (MMC)La movimentazione manuale dei carichi è <strong>un</strong>’operazione di trasporto o di sostegno di<strong>un</strong> carico ad opera di <strong>un</strong>o o più <strong>la</strong>voratori.Le operazioni comprendono, oltre al sollevamento, anche le azioni di deporre, spingere,tirare, spostare <strong>un</strong> carico che, per le loro caratteristiche, possono comportare, tral’altro, lesioni dorso lombari.Dovendo sollevare e spostare carichi, ecco alc<strong>un</strong>e regole generali per evitaredanni al<strong>la</strong> schiena- i carichi devono essere sollevati con <strong>la</strong> schiena in posizione diritta, il tronco erettoed il peso sollevato deve essere tenuto accostato il più possibile al corpo;- lo spostamento a spal<strong>la</strong> deve essere effet<strong>tua</strong>to tenendo il corpo in posizioneeretta;- nel sollevare, spostare o deporre carichi non compiere torsioni accen<strong>tua</strong>te con<strong>la</strong> colonna vertebrale;- il peso sollevato manualmente va distribuito in modo simmetrico ed equilibrato;- nel trasporto di <strong>un</strong> carico le braccia devono essere tese a sostenere il peso, evitandodi far assumere al corpo <strong>un</strong>a posizione ipertesa del<strong>la</strong> regione lombare.Se si <strong>la</strong>vora a l<strong>un</strong>go in piedi:- non stare con <strong>la</strong> schiena curva;- alzare il piano di <strong>la</strong>voro con gomiti ad angolo retto;- appoggiare alternativamente <strong>un</strong> piede su <strong>un</strong> rialzo;- sedersi, se possibile.18


GLI ESTINTORIL’estintore è <strong>un</strong> apparecchio contenente <strong>un</strong> agente estinguente, che può essere proiettatoo diretto su <strong>un</strong> fuoco mediante l’azione di <strong>un</strong>a pressione interna. Un estintore portatile èconcepito per essere trasportato ed utilizzato a mano.La capacità di spegnimento degli estintori deve essere riportata sull’etichetta ed è indicatada <strong>un</strong> numero che si riferisce alle dimensioni di <strong>un</strong> “foco<strong>la</strong>re tipo” per <strong>la</strong> c<strong>la</strong>sse Ae per <strong>la</strong> c<strong>la</strong>sse B.L’estintore deve essere instal<strong>la</strong>to in posizione facilmente visibile ed accessibile, a murocon staffa di sostegno e con l’impugnatura ad <strong>un</strong>’altezza massima di m.1,50 dal suolo,a terra, verticalmente o con porta estintore.In entrambi i casi deve essere predisposto idoneo cartello segnaletico.Manutenzione estintoriL’articolo n. 4 del Decreto Ministeriale 10 marzo 1998 “Controllo e manutenzione degliimpianti e delle attrezzature antincendio” prescrive, oltre al controllo semestrale, <strong>la</strong> revisionetriennale delle attrezzature di protezione antincendio (NORMA UNI 9994).Il controllo semestrale comprende:- controllo dello stato di conservazione e delle condizioni generali;- controllo dell’ integrità del sigillo di sicurezza;- controllo del<strong>la</strong> pesatura delle cariche estinguenti e propellenti;- controllo del corretto f<strong>un</strong>zionamento ed even<strong>tua</strong>le ripristino del manometro per gli estintoria pressione permanente;25


- controllo delle scadenze delle revisioni e dei col<strong>la</strong>udi ai sensi del<strong>la</strong> Norma Uni 9994;- applicazione del cartellino segnaletico comprovante l’avvenuto controllo indicandogli estremi delle scadenze delle revisioni e dei col<strong>la</strong>udi, convalidato con <strong>la</strong> firmadel tecnico operatore;- compi<strong>la</strong>zione del registro controllo.In caso di ritiro dell’estintore per ripristino sarà garantita <strong>la</strong> sostituzione con mezziaventi identiche caratteristiche.USCITE E PERCORSI DI EMERGENZALe uscite di emergenza sono porte, passaggi, corridoiche immettono in <strong>un</strong> <strong>luogo</strong> protetto dalle si<strong>tua</strong>zionidi emergenza (<strong>luogo</strong> <strong>sicuro</strong>). Sono instal<strong>la</strong>te innumero e dimensioni tali da consentire l’evacuazionerapida ed ordinata delle persone presenti, minimizzandoil rischio di panico.Devono presentare, di massima, le seguenti caratteristiche:a) sgombere e prive di ostacoli;b) evidenziate dal<strong>la</strong> apposita segnaletica;c) in numero sufficiente e facilmente raggi<strong>un</strong>gibili da tutti;d) con altezza minima di m.2;e) apribili in direzione dell’esodo, verso l’esterno, tramite maniglioni antipanico;f) non possono essere scorrevoli, a rullo e saracinesca, girevoli.Occore pertanto rispettare alc<strong>un</strong>e regole:- al segnale avviarsi all’uscita più vicina e raggi<strong>un</strong>gere il <strong>luogo</strong> di rad<strong>un</strong>o;- se è possibile aiutare l’evacuzione delle altre persone presenti;- non tornare indietro;- non perdere tempo per recuperare oggetti personali, non ingombrare passaggi (scale,uscite, estintori);- non allontanarsi dal <strong>luogo</strong> di rad<strong>un</strong>o senza autorizzazione del responsabile dell’Emergenza.26


LA PAURA E IL PANICOIn si<strong>tua</strong>zioni di pericolo si possono generare nelle persone <strong>la</strong> paura o, in alc<strong>un</strong>i casi, ilpanico.Nel primo caso le manifestazioni possono essere:- modificazioni somatiche (simili al rizzarsi del pelo negli animali)- catalessi, caso molto raro in cui il soggetto è incapace di fare alc<strong>un</strong>ché- l’iperattività, caso più frequente.Considerando che nei momenti di pericolo ciasc<strong>un</strong>o tende ad adeguarsi al comportamentodegli altri, è molto importante il tipo di intervento, per non generare ulterioriaggravamenti.Il responsabile del<strong>la</strong> sicurezza deve manifestare <strong>la</strong> sua “leadership” non tanto con frasitipo “state calmi” che gli farebbero perdere di credibilità ma dando indicazioni precisesu come comportarsi del tipo “Spalle al muro”… “Sotto il banco” …cioè incana<strong>la</strong>ndol’iperattività verso obiettivi utili a risolvere l’emergenza.Mentre <strong>la</strong> paura è <strong>un</strong> comportamento individuale, il panico è <strong>un</strong> comportamento collettivoirrazionale che si verifica quando ogni persona si convince che il suo comportamentoimmediato può garantirgli <strong>la</strong> sopravvivenza a scapito di quel<strong>la</strong> degli altri.E’ il caso, ad esempio dell’affol<strong>la</strong>rsi verso le uscite di sicurezza in caso d’incendio.Le conseguenze del panico sono schiacciamenti, soffocamenti, blocchi delle usciteche si traducono in numerosi morti e feriti indipendenti dall’evento che ha provocatoil panico.In questi casi il comportamento del Responsabile del<strong>la</strong> Sicurezza è di iso<strong>la</strong>re le persone edimpartire loro informazioni chiare al fine di “diliure” ne l tempo il fattore di precipitazione.27


7. SEGNALETICA DI SICUREZZANei luoghi di <strong>la</strong>voro è importante attenersi al<strong>la</strong> segnaletica di sicurezza rispettandogli avvertimenti, i divieti e gli obblighi contenuti nei diversi simboli dei segnali; essiconsistono in <strong>un</strong>a combinazione di forme e colori il cui scopo è attirare l’attenzione dei<strong>la</strong>voratori in modo immediato e facilmente comprensibile re<strong>la</strong>tivamente ad oggetti esi<strong>tua</strong>zioni che costituiscono condizioni di rischio.Segnali di divietoSegnali di avvertimentoSegnali di prescrizione28


Segnali di salvataggioSegnali di antincendio8. VIGILANZA(art. 13)La vigi<strong>la</strong>nza sull’applicazione del<strong>la</strong> legis<strong>la</strong>zione in materia di salute e sicurezza neiluoghi di <strong>la</strong>voro è svolta dall’ASL competente per territorio e, per quanto di specificacompetenza, dal Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco.29


9. IL NUOVO QUADRO SANZIONATORIOLe principali sanzioni per il datore di <strong>la</strong>voro sono:Omessa valutazione dei rischiIllecitoOmessa redazione del documento divalutazione dei rischi (DVR)Incompleta redazione del DVR: omessa indicazione di quantoprevisto dall’Art. 28 lettere:a) re<strong>la</strong>zione con i criteri di valutazione,b) misure di prevenzione e protezione e DPI,d) procedure sulle misure da adottare e distribuzione deicompiti e delle responsabilitàf) indicazione delle mansioni esposte a rischi specifici e cherichiedono <strong>un</strong>a partico<strong>la</strong>re competenza: riconosciuta capacitàprofessionale, specifica esperienza, adeguata formazioneed addestramento.Mancato aggiornamento delle misure di prevenzionein re<strong>la</strong>zione ai mutamenti organizzativi e produttivi chehanno rive<strong>la</strong>nza ai fini del<strong>la</strong> sicurezza e del<strong>la</strong> salute sul<strong>la</strong>voroMancata nomina del Responsabile del Servizio di Prevenzionee ProtezioneMancata redazione/aggiornamento delle DVR in col<strong>la</strong>borazionecon il RSPP e del medico competente, senzaconsultazione del RLS, in occasione di modifiche delprocesso produttivo/organizzativo, infort<strong>un</strong>i significativi,o su rischiesta del medico competente.SanzioneArresto da 4 a 8 mesi oammenda da 5.000 a15.000 sArresto da 4 a 8 mesi oammenda da 5.000 a15.000 sArresto da 4 a 8 mesi oammenda da 5.000 a15.000 sArresto da 4 a 8 mesi oammenda da 5.000 a15.000 sArresto da 4 a 8 mesi oammenda da 5.000 a15.000 sAmmenda da 3.000 a9.000 sRedazione del DVR senza indicare: il programma dellemisure ritenute opport<strong>un</strong>e per garantire il miglioramentonel tempo del livoello di sicurezza, il nominativo del RSPP,del RLS interno o di quello territoriale e del medico competenteche ha partecipato al<strong>la</strong> valutazione dei rischi.Ammenda da 3.000 a9.000 sVIo<strong>la</strong>zione dei seguenti adempimenti previsti dall’Articolo 18:• mancata fornitura dei DPI, sentito il RSPP e il medicocompetente,• omessa adozione delle misure di sicurezza• mancata convocazione del<strong>la</strong> ri<strong>un</strong>ione periodica nelle <strong>un</strong>itàproduttive che occupano più di 15 <strong>la</strong>voratori.Arresto da 2 a 4 mesi oammenda da 2.000 a5.000 s30


IllecitoSanzione• <strong>la</strong> verifica dell’idoneità tecnico-professionale delleimprese appaltatrici o dei <strong>la</strong>voratori autonomi inre<strong>la</strong>zione ai <strong>la</strong>vori da afiidare in appalto o mediantecontratto d’opera o di somministrazione,• <strong>la</strong> fornitura di dettagliate informzioni sui rischi specificiesistenti nell’ambiente in cui sono destinati ad operare esulle misure di prevenzione e di emergenza adottate inre<strong>la</strong>zione al<strong>la</strong> propria attività,• <strong>la</strong> cooperazione all’at<strong>tua</strong>zione delle misure di prevenzionee protezione dai rischi sul <strong>la</strong>voro incidentisull’attività <strong>la</strong>vorativa oggeto dell’appalto,• Il coordinamento degli interventi di protezione eprevenzione dai rischi cui sono esposti i <strong>la</strong>voratori informandosireciprocamente anche al fine di elimanarerischi dovuti alle intrferenze tra i <strong>la</strong>voratori delle diversecoinvolte nell’esecuzione dell’opera complessiva.Omessa nomina di svolgimento diretto dei compitidi RSPP da parte del datore di <strong>la</strong>voro e mancata frequenzaal corso di formazione in materia di sicurezzasul <strong>la</strong>voro.Arresto da 4 a 8 mesi o ammendada 1.500 a 6.000 sLe principali sanzioni per le imprese familiari sono:IllecitoMancata redazione del Piano di Sicurezza pressocantieriMancato utilizzo attrezzature in conformi ed utilizzo diidonei DPIOmesso utilizzo ed esposizione dell’apposita tessera di riconoscimentonei luoghi di <strong>la</strong>voro nel quale si svolgano attivitàin regime di appalto o subappaltosanzioneArresto da 2 a 4 mesi oammenda da 3.000 a12.000 sSanzione amministrativa pec<strong>un</strong>iariada 300 a 2.000 sSanzione amministrativapec<strong>un</strong>iaria da 50 a 300 sLe principali sanzioni per i <strong>la</strong>voratori autonomi sono:IllecitoMancato utilizzo attrezzature in conformi ed utilizzo diidonei DPIOmesso utilizzo ed esposizione dell’apposita tessera diriconoscimento nei luoghi di <strong>la</strong>voro nel quale si svolganoattività in regime di appalto o subappaltoSanzioneSanzione amministrativa pec<strong>un</strong>iariada 300 a 2.000 sSanzione amministrativapec<strong>un</strong>iaria da 50 a 300 s32


10. PRIMO SOCCORSO AZIENDALEBASI GIURIDICHEL’aiuto attivo a chi<strong>un</strong>que, in caso di infort<strong>un</strong>io, costituisce <strong>un</strong> obbligo morale e giuridico.Dal Codice Civile si rileva: “…chi, in caso di infort<strong>un</strong>io o di pericolo com<strong>un</strong>eo di necessità, non presta aiuto per quanto sia necessario… in base allecircostanze…viene p<strong>un</strong>ito...”.E’, quindi, <strong>un</strong> obbligo soccorrere <strong>un</strong> infort<strong>un</strong>ato nell’attesa di servizi specifici ed aiutarein seguito questi.La legge stessa, nelle si<strong>tua</strong>zioni di emergenza, obbliga il cittadino a compiere <strong>un</strong>’attivitàche in condizioni normali sarebbe vietata. Il soccorritore non risponde di <strong>un</strong> even<strong>tua</strong>leaggravamento di lesione perché l’obbligo giuridico di prestare il primo soccorsoprevale sull’obbligo giuridico di adottare tutte le cautele delle necessitàtecniche.SOLO LA NEGLIGENZA E L’ESECUZIONE DI MANOVRE SCONSIDERATEPORTANO ALL’INCRIMINAZIONE DEL SOCCORRITORE.DEFINIZIONEIl primo soccorso rappresenta <strong>la</strong> prima modalità di assistenza al<strong>la</strong> vittima di <strong>un</strong> maloree/o di <strong>un</strong> trauma in attesa dell’intervento di personale qualificato.E’ portato da chi<strong>un</strong>que è presente all’evento, preferibilmente addetto ed istruito al “primosoccorso”.Cosa prevede il D.M. 25/07/2003 n°388Questo decreto c<strong>la</strong>ssifica le aziende in 3 gruppi, in re<strong>la</strong>zione al<strong>la</strong> natura delle attivitàsvolte, all’indice infort<strong>un</strong>istico di inabilità permanente assegnato dall’INAIL e al numerodi <strong>la</strong>voratori: gruppo A, B e C.Le aziende del GRUPPO A (oltre ad attività a rischio di incidente rilevante o con partico<strong>la</strong>ricaratteristiche di rischio elevato e indice di inabilità permanente superiore a 4) devono:- com<strong>un</strong>icare <strong>la</strong> loro appartenenza al Gruppo A all’ASL competente;- m<strong>un</strong>irsi di cassetta di pronto soccorso comprendente <strong>la</strong> dotazione minima indicatanell’allegato 1 al DM388/03 e di <strong>un</strong> idoneo mezzo di com<strong>un</strong>icazione perattivare il sistema di emergenza del Sistema Sanitario Nazionale;- effet<strong>tua</strong>re <strong>la</strong> formazione del proprio personale addetto al pronto soccorso (16ore) con cadenza triennale.Le aziende del GRUPPO B (aziende con 3 o più <strong>la</strong>voratori che non rientrano nel gruppoA) devono:- m<strong>un</strong>irsi di cassetta di pronto soccorso comprendente <strong>la</strong> dotazione minima indicatanell’allegato 1 al DM388/03 e di <strong>un</strong> idoneo mezzo di com<strong>un</strong>icazione perattivare il sistema di emergenza del Sistema Sanitario Nazionale;34


- effet<strong>tua</strong>re <strong>la</strong> formazione del proprio personale addetto al pronto soccorso (12ore) con cadenza triennale.Le aziende del GRUPPO C (aziende con meno di 3 <strong>la</strong>voratori che non rientrano nelgruppo A) devono:- m<strong>un</strong>irsi di pacchetto di medicazione comprendente <strong>la</strong> dotazione minima indicatanell’allegato 2 al DM388/03 e di <strong>un</strong> idoneo mezzo di com<strong>un</strong>icazione perattivare il sistema di emergenza del Sistema Sanitario Nazionale;- effet<strong>tua</strong>re <strong>la</strong> formazione del proprio personale addetto al pronto soccorso (12ore) con cadenza triennale.PRINCIPALI CAUSE D’INFORTUNIO E INTERVENTI DI SOCCORSO.OCCHIOL’occhio è inserito nel<strong>la</strong> scato<strong>la</strong> cranica, nelle orbite, è’innervato dal nervo ottico emosso dai muscoli ocu<strong>la</strong>ri.La patologia che spesso interessa il soccorritore è il CORPO ESTRANEO nell’occhio.I segni di corpo estraneo nell’occhio sono: dolore da p<strong>un</strong>tura o bruciature, arrossamento,<strong>la</strong>crimazione, ipersensibilità al<strong>la</strong> luce.Non fare strofinare o premere l’occhio dall’infort<strong>un</strong>ato.Non tentare di rimuovere lenti a contatto se difficoltoso.Lavatevi le mani ed esaminate con luce l’occhio: se <strong>un</strong>a ciglia, <strong>un</strong> granello di polvere oaltro sembrano attaccati al<strong>la</strong> superficie del globo o del<strong>la</strong> palpebra interna <strong>la</strong>vate delicatamentel’occhio con acqua spruzzata da <strong>un</strong> contagocce o con <strong>un</strong> bicchiere, quindicoprite entrambi gli occhi con <strong>un</strong>a compressa di tessuto pulito.Se il corpo estraneo, invece, è penetrato nell’occhio, NON TENTATE DI RIMUO-VERLO; com<strong>un</strong>icate al<strong>la</strong> persona di chiudere gli occhi, copriteli con panno pulito efissate con cerotto e portate il ferito da <strong>un</strong> medico.35


ORECCHIOL’orecchio è <strong>la</strong> sede dell’udito e dell’equilibrio.Si divide in orecchio:- esterno (padiglione e condotto uditivo esterno);- medio (timpano, tromba di Eustachio, ossicini detti martello, incudine, staffa);- interno (vestibolo, chioccio<strong>la</strong>).L’orecchio esterno, costituito dal padiglione aurico<strong>la</strong>re e dal condotto uditivo, ricevee incana<strong>la</strong> i suoni dell’ambiente in direzione del<strong>la</strong> membrana timpanica. I suoni, chedefiniremo onde sonore, gi<strong>un</strong>gono al timpano, membrana simile al<strong>la</strong> pelle di <strong>un</strong> tamburo,e lo fanno vibrare.Tali vibrazioni vengono trasmesse dapprima al<strong>la</strong> catena degli ossicini (denominati martello,incudine, staffa) si<strong>tua</strong>ti nel<strong>la</strong> cavità dell’orecchio medio, poi all’orecchio interno.Nell’orecchio interno c’è <strong>un</strong> organo importantissimo a forma di chioccio<strong>la</strong>: <strong>la</strong> coclea.E’ qui che le vibrazioni sonore sono trasformate in impulsi elettrici che vengono inviatial cervello tramite il nervo acustico. Solo quando il segnale elettrico arriva al cervellonoi sentiamo e siamo in grado di apprezzare i caratteri dei suoni: <strong>la</strong> frequenza grave oacuta, l’intensità debole o forte, il timbro piacevole o sgradevole.L’orecchio interno è anche <strong>la</strong> sede dell’organo dell’equilibrio. Tenere presente questapartico<strong>la</strong>rità allorquando qualc<strong>un</strong>o avverte le vertigini e <strong>la</strong> mancanza di equilibrio(sbandamento).L’orecchio può dare violento dolore per fatti infiammatori (otiti), di competenza medica,o per presenza di corpi estranei: è il caso per cui si può intervenire.In caso di corpo estraneo nell’orecchio:- non usare liquidi per fare uscire l’oggetto;- non introdurre strumenti nel condotto;- non permettere che <strong>la</strong> persona si percuota <strong>la</strong> testa per fare uscire l’oggetto.Comportamenti1) se <strong>un</strong> insetto vivo è intrappo<strong>la</strong>to nel canale uditivo si può ucciderlo con pochegocce di olio, <strong>la</strong>sciate al medico il compito di estrarlo;36


2) se carta o cotone dentro l’orecchio sono visibili, rimuoverli con delicatezza conpinzette, oppure <strong>la</strong>sciare al medico il compito di estrarlo.In ogni caso, se dopo queste manovre il corpo estraneo non è uscito, portare <strong>la</strong> personadal medico, mentre in caso di EMORRAGIA, se questa avviene dopo <strong>un</strong> traumacranico vi deve essere l’immediata ospedalizzazione del paziente.Se questa, invece, proviene da <strong>un</strong> taglio all’interno dell’orecchio, non introdurre nul<strong>la</strong> e nontentare di fermare <strong>la</strong> fuoriuscita di sangue, coprire l’esterno dell’orecchio con <strong>un</strong> tamponedi tessuto pulito e fissare delicatamente con <strong>un</strong>a benda, girare <strong>la</strong> persona sul fianco conl’orecchio leso verso il basso per favorire l’uscita del sangue.IL CUORE E LA CIRCOLAZIONEIl CUORE è <strong>un</strong> muscolo involontario (miocardio) che f<strong>un</strong>ziona con l’ossigeno portatodalle arterie coronariche; è collocato al centro del<strong>la</strong> cavità toracica e <strong>la</strong> sua dimensioneè pari al<strong>la</strong> dimensione di <strong>un</strong> pugno.E’ composto di tre strati:- ENDOCARDIO (o interno)- MIOCARDIO (o medio)- PERICARDIO (sacco sieroso esterno)e internamente da 4 camere:- atrio destro / ventricolo destro- atrio sinistro / ventricolo sinistroMISURARE LA PRESSIONE ARTERIOSALo sfigmomanometroLa pressione arteriosa può essere misurata con apparecchielettronici accessibili a tutti.Occorre fare attenzione, però, al<strong>la</strong> possibilità di errore dell’apparecchioper <strong>un</strong>a errata taratura, per <strong>un</strong>a eccessiva sensibilità,per <strong>un</strong> alterato posizionamento del bracciale.Il metodo ideale è usare lo sfigmomanometro.37


Se questo viene usato da solo, avremo solo <strong>la</strong> possibilità di sentire <strong>la</strong> massima, datonon sempre utile da solo; per misurare anche <strong>la</strong> minima occorre usare anche lostetoscopio o fonendoscopio.per imparare a misurare <strong>la</strong> pressione è importanteESERCITARE PROVE PRATICHE CON PERSONALE ESPERTOvalutazione dei valori del<strong>la</strong> pressione del sangueVALUTAZIONEMASSIMA(sistolica)MINIMA(diastolica)OttimaleNormaleSuperiore al<strong>la</strong> norma120120 -129130 -1398080 - 8485 - 89Fascia di confine ipertensioneIpertensione lieveIpertensione moderataIpertensione severa140 -160140 -180oltre 180oltre 18090-9590 - 105105 - 115oltre 115valori normali del<strong>la</strong> pressione del sangue ed etàETA’MASSIMA(sistolica)MINIMA(diastolica)Sotto i 18 anniTra i 18-50 anniDopo i 50 anni120140140-14580859038


Se <strong>la</strong> pressione diventa molto alta, il sangue circolerà più velocemente, gli scambi diossigeno con i tessuti saranno più difficoltosi, le arterie diverranno più vulnerabili e sipotrà avere pericolo di rottura di queste (ischemie, infarti).La pressione alta è <strong>un</strong>a ma<strong>la</strong>ttiaA titolo di esempio va trattata <strong>un</strong>a pressione che supera i 100 di minima e i 160/170di massima.In ogni caso è sempre più pericoloso <strong>un</strong> innalzamento del valore minimo.La pressione bassa, tranne pochi casi, non è <strong>un</strong>o stato di ma<strong>la</strong>ttia ma <strong>un</strong> aspetto f<strong>un</strong>zionaledell’organismo; può essere costituzionale (è senza dubbio molto meno pericolosaa meno che non avvenga come espressione di emorragia, soprattutto interna, o diinfarto).In ogni caso non sottovalutare mai anche <strong>un</strong>a pressione bassa.Come riconoscere partico<strong>la</strong>ri casi senza aver avuto <strong>la</strong>possibilità di misurazioneIn linea generale, ma vi sono tantissime variabili, il soggetto che può avere <strong>un</strong>a crisiipertensiva è <strong>un</strong> soggetto dal viso congestionato, rubizzo, agitato; riferisce mal di testa,senso di oppressione toracica.A volte tale crisi sopraggi<strong>un</strong>ge dopo <strong>un</strong>o sforzo, dopo <strong>un</strong>a copiosa mangiata, dopo<strong>un</strong>o stress violento.Se si sospetta <strong>un</strong>a crisi ipertensiva, accompagnare il paziente da <strong>un</strong> medico dopo averlocalmato; non fargli fare sforzi, distenderlo supino o come si sente meglio, non farglibere alcolici, tenerlo in <strong>un</strong> ambiente fresco, s<strong>la</strong>cciare even<strong>tua</strong>li cinture, colletti.Il paziente con pressione bassa è generalmente magro, pallido, riferisce giramenti ditesta, vertigini, senso di nausea, estrema stanchezza, abulia.Va disteso senza cuscino sotto il capo, con le gambe sollevate, tranquillizzato e nontenuto al caldo.Se vi è nuovamente ripresa spontanea, dargli da bere liquidi e sali minerali.39


POLSOPer polso si intendono le pulsazioni o battiti arteriosi rappresentati dall’espansione diarteria periferica (onda arteriosa) che si percepiscono palpando con modesta pressione<strong>la</strong> stessa.La palpazione dell’arteria radiale al<strong>la</strong> regione del polso deve essere effet<strong>tua</strong>ta con tredita: indice, medio, anu<strong>la</strong>re e va registrato per minuto il numero dei battiti.Come rilevare il polso (pulsazione cardiaca)POLSO RADIALEE’ <strong>la</strong> maniera più conosciuta: però scompare quando vi sia <strong>un</strong>o stato grave di col<strong>la</strong>ssoe quindi non è preciso.POLSO ASCELLAREPiù preciso del radiale perché più vicino al cuore ma difficile da reperire.POLSO CAROTIDEOE’ il p<strong>un</strong>to più preciso per valutare l’attività cardiaca.40


CORPO ESTRANEO IN GOLAA volte <strong>un</strong> corpo estraneo in go<strong>la</strong> può portare al soffocamento.E’ <strong>un</strong>a si<strong>tua</strong>zione di estrema urgenza; solo pochi secondi per intervenire efficacemente.Quando <strong>un</strong>a persona si porta le mani al<strong>la</strong> go<strong>la</strong>, tossisce, sibi<strong>la</strong>, diventa cianotica, col<strong>la</strong>ssa,vuol dire che sta soffocando. Allora cosa fare?Quasi sempre ha successo <strong>la</strong> manovra detta di Heimlich:- il soccorritore si posiziona alle spalle del paziente;- pone entrambe le braccia attorno al<strong>la</strong> vita del paziente;- pone <strong>un</strong>a mano stretta a pugno tra l’ombelico e l’estremità dello sterno e conl’altra mano stringe il polso del<strong>la</strong> prima;- comprimendo il pugno nell’addome esercita ripetutamente delle brusche spintedal basso verso l’alto.SE LA VITTIMA E’ A TERRA:- viene messa in posizione supina;- il soccorritore si posiziona in ginocchio a cavalcioni delle cosce del<strong>la</strong> vittima;- appoggia il “calcagno” di <strong>un</strong>a mano tra l’ombelico e l’estremità dello sternodel<strong>la</strong> vittima e l’altra mano sopra <strong>la</strong> prima;- esercita ripetutamente delle brusche spinte verso l’alto (il diaframma viene spintoin direzione del<strong>la</strong> testa).CONDIZIONI PARTICOLARINel caso di <strong>un</strong> paziente gravemente obeso o di gravidanza avanzata, non essendocispazio sufficiente sotto lo sterno per esercitare spinte addominali, vengono effet<strong>tua</strong>tespinte toraciche sullo stesso p<strong>un</strong>to utilizzato per il massaggio cardiaco; se <strong>la</strong> vittima è interra, il soccorritore si posiziona in ginocchio a fianco del torace.A questo p<strong>un</strong>to:41


Il Bambino- se l’oggetto è rimosso il paziente riprende il respiro e cessa il soccorso;- se inizia a tossire e respira meglio, anche se a fatica, basta con il soccorso;- se perde coscienza: iniziare subito <strong>la</strong> rianimazione cardiorespiratoria.Le tecniche necessarie per disostruire <strong>un</strong> bambino sono:- <strong>la</strong> manovra di Heimlich;- le pacche interscapo<strong>la</strong>ri o dorsali ( inginocchiarsi al <strong>la</strong>to del paziente,porre il bambino sulle cosce tenendo <strong>un</strong>a mano sotto <strong>la</strong> sua testa, eseguire 5vigorosi colpi in sede interscapo<strong>la</strong>re con via di fuga <strong>la</strong>terale);- le compressioni toraciche (mettere il paziente supino e su di <strong>un</strong> pianorigido, eseguire 5 compressioni toraciche con <strong>la</strong> stessa tecnica utilizzata per ilmassaggio cardiaco).MAI CERCARE DI ESTRARRE UN CORPO ESTRANEO METTENDO LE DITA INGOLA: AUMENTEREBBE IL SOFFOCAMENTO.EMORRAGIAOgni ferita sanguina, quindi è accompagnata da <strong>un</strong>a perdita di sangue (emorragia).Vi sono ferite che sanguinano poco, altre in maniera preoccupante: occorre allora arrestarel’afflusso di sangue altrimenti si ha <strong>la</strong> morte per dissanguamento; oltre i 2 lt. di sangueperduto vi può essere <strong>la</strong> morte. A volte ferite superficiali e vistose non sono partico<strong>la</strong>rmentepericolose, poiché sul<strong>la</strong> pelle non vi sono grandi vasi sanguigni. I vasi che presentano i maggioripericoli sono: <strong>la</strong> carotide, le arterie che passano sotto le ascelle, quelle che percorronoil braccio, l’inguine, sotto <strong>la</strong> piega del ginocchio, del polso, del<strong>la</strong> caviglia.Le emorragie si possono distinguere in:- ARTERIOSE (sangue che fuoriesce a spruzzi, velocemente, color rosso vivo)- VENOSE (sangue che fuoriesce lentamente, in modo continuo, di color rosso scuro)Diversa è <strong>la</strong> maniera in cui andrebbero arrestate:- FERITA ARTERIOSA: comprimere a monte del<strong>la</strong> ferita- FERITA VENOSA: comprimere a valle del<strong>la</strong> ferita42


NORME DA SEGUIRE- Non rimuovere oggetti conficcati- Usare il <strong>la</strong>ccio solo come ultima risorsa, per emorragia inarrestabile e solo pergli arti (mai per il collo o capo o corpo).Il <strong>la</strong>ccio va usato come ultima risorsa poichè con <strong>la</strong> sua azione di compressione violentadetermina lesioni dei tessuti e dei nervi che possono essere gravissime ed irreversibili.Inoltre, <strong>un</strong>a volta messo, il <strong>la</strong>ccio non va più rimosso.Non coprire il <strong>la</strong>ccio poiché il medico dovrà vederlo immediatamente!!!Il sistema più utile per arrestare <strong>un</strong>’emorragia è mettere sul<strong>la</strong> zona sanguinante UNABENDA o com<strong>un</strong>que <strong>un</strong>a striscia di stoffa, di lenzuolo, <strong>un</strong>a compressa di tessuto, comprimeremolto bene; all’arresto dell’emorragia legare bene il tampone.Even<strong>tua</strong>lmente mettere del ghiaccio sul tampone: In casi estremi, se non si ha a disposizionenul<strong>la</strong> per tamponare, USARE LE MANI.In caso di emorragia inarrestabile usare il LACCIO.USTIONIL’ustione è <strong>la</strong> conseguenza dell’applicazione di <strong>un</strong>a temperatura elevata su <strong>un</strong>a superficiecircoscritta del corpo.Maggiore è il potenziale calorico, cioè l’intensità del calore applicato, più gravi sonoi danni prodotti. La gravità del<strong>la</strong> lesione dipende dal<strong>la</strong> profondità dell’ustione, dal<strong>la</strong>superficie coinvolta e da even<strong>tua</strong>li lesioni associate.Le cause delle ustioni possono essere:- Ustioni termiche: lesioni tessutali dovute direttamente dal calore;- Ustioni chimiche: lesioni cutanee determinate dal contatto con caustici:• acidi forti (cloridrico, solforico, nitrico)• basi forti (soda, potassa caustica)• sali (es. nitrato d’argento)• essenze (sostanze ottenute per distil<strong>la</strong>zione di prodotti naturali, trementina,benzolo, ecc..);- Ustioni elettriche: lesioni tessutali dovute a passaggi di corrente elettrica attraverso<strong>la</strong> cute e altri organi e apparati dell’organismo.Le ustioni si c<strong>la</strong>ssificano in:- ustioni superficiali (che comprendono le ustioni di 1° e 2° superficiali);- ustioni profonde (che comprendono le ustioni di 2° profonde e 3°).43


1° GRADOLa lesione è superficiale e <strong>la</strong> cute è arrossata, gonfia, dolente. Il dolore è molto vivo ebruciante a causa dell’irritazione delle fibre nervose superficiali che sono molto numerosenegli strati più esterni del<strong>la</strong> cute.2° GRADO SUPERFICIALEEsistono zone di cute fortemente arrossata, vio<strong>la</strong>cea con bolle e flittene (vescica) di coloritogiallo-marrone, tese, poco dolenti. Le bolle sono dovute allo scol<strong>la</strong>mento delle zonepiù superficiali del<strong>la</strong> cute che si staccano dalle zone più profonde a causa del calore.Gli spazi che ne derivano si riempiono di siero, dando così origine al<strong>la</strong> bol<strong>la</strong>.2° GRADO PROFONDOLe lesioni, di colorito rosso-grigiastro, presentano <strong>un</strong> fondo irrego<strong>la</strong>re, dolente al<strong>la</strong> pressione,secernente abbondante liquido sieroso chiaro.3° GRADOLa cute assume <strong>un</strong> aspetto che ricorda quello di <strong>un</strong>a foglia secca o di <strong>un</strong>a carta pergamenata:colorito marrone, linee scure che corrispondono ai vasi superficiali ripieni disangue coagu<strong>la</strong>to, non dolente al<strong>la</strong> palpazione poiché le terminazioni nervose superficialisono state distrutte dal calore.CARBONIZZAZIONELa cute, nell’area colpita, assume <strong>un</strong> colorito nero, è secca, friabile, non dolente.L’USTIONE E’ DOLOROSISSIMA ED INNESCA UN MECCANISMO DI SHOCKDA TENERE IN CONSIDERAZIONE.Come comportarsi di fronte ad <strong>un</strong> ustionato- non rimuovere gli abiti rimasti attaccati al<strong>la</strong> parte ustionata;- non applicare <strong>un</strong>guenti, pomate, spray e medicazioni sopra l’ustione;- non fare pressione sull’area ustionata;- non toccare con mani sporche le zone ustionate poiché ciò significa esporrea rischio d’infezione <strong>la</strong> vittima (l’Operatore Sanitario Medico deve indossaresempre i guanti monouso);- le flittene e le bolle non devono mai essere p<strong>un</strong>te con <strong>un</strong> ago.Se l’ustione non è grave ed il paziente è cosciente e non sono interessati <strong>la</strong> faccia,le mani o i piedi, raffreddare <strong>la</strong> parte interessata con acqua con getto leggero omettere garze sterili, bagnate con acqua fredda. Se vi sono ustioni gravi, estese afaccia, mani e piedi, togliere gioielli o cinghie che stringono, applicare sempre garzesterili bagnate con acqua fredda, osservare attentamente lo stato del paziente: seperde conoscenza e, in caso di necessità, mettere in atto le manovre di rianimazionee metterlo in posizione di Trendelemburg (antishock).44


FOLGORAZIONEIl corpo umano è molto sensibile al<strong>la</strong> corrente elettrica, infatti quando viene attraversatoda <strong>un</strong>’intensità di corrente di valore anche modesto, di qualche decina di mA(milliampère), avvengono fenomeni molto spesso irreversibili, che alterano le f<strong>un</strong>zionidi alc<strong>un</strong>i organi vitali.Quando ci si avvicina ad <strong>un</strong> infort<strong>un</strong>ato folgorato da <strong>un</strong> filo di luce, da <strong>un</strong> elettrodomesticoo altro, <strong>la</strong> prima cosa ASSOLUTAMENTE da fare è accertarsi che <strong>la</strong> correntenon circoli più, interrompendo <strong>la</strong> tensione agendo esclusivamente sugli interruttori.Le manovre, come quelle di togliere le valvole sotto carico ed azionare i separatori,richiedono l’intervento di personale specializzato (Vigili del Fuoco).Qualora non si riesca ad interrompere il circuito elettrico, occorre liberare al piùpresto l’infort<strong>un</strong>ato, cercando di spostarlo mediante l’impiego di bastoni od assi dilegno o altro materiale iso<strong>la</strong>nte, perché in caso contrario <strong>la</strong> CORRENTE POTREBBEINVESTIRE ANCHE IL SOCCORRITORE, ed agire come segue:- essere sicuri del proprio iso<strong>la</strong>mento, collocando sotto i piedi materialeche non conduce corrente, quale <strong>un</strong> asse di legno, <strong>un</strong>o strumento di gomma,<strong>un</strong> giornale, ecc.;- fasciarsi le mani con stracci o calzare dei guanti iso<strong>la</strong>nti (se non si hannoa portata di mano tali mezzi togliersi <strong>la</strong> giacca ed infi<strong>la</strong>re le mani finoall’altezza del<strong>la</strong> mezza manica in modo che le mani siano protette daltessuto);- afferrare <strong>la</strong> vittima per i vestiti (evitando <strong>la</strong> presa sotto le ascelle) e dare<strong>un</strong> violento strattone.Fare attenzione a non perdere l’equilibrio e cadere sull’infort<strong>un</strong>ato. Se il primo tentativonon riesce, <strong>la</strong>sciare immediatamente <strong>la</strong> presa e ripetere. Non tentare assolutamentein altri modi. Ricordare che è assolutamente pericoloso procedere sesi è male iso<strong>la</strong>ti, poiché possono avvenire elettrocuzioni di massa. Ricordare, infine,che – nonostante l’urgenza – conviene evitare <strong>la</strong> caduta dell’infort<strong>un</strong>ato.Dopo l’avvenuto recupero dell’infort<strong>un</strong>ato, procedere come segue:- controllo frequente dei segni vitali;- in caso di arresto cardiorespiratorio intervenire con le manovre di rianimazione;- se l’infort<strong>un</strong>ato è incosciente ma respiro e circolo appaiono normali, bisognasistemarlo nel<strong>la</strong> posizione di sicurezza;- trattare le ustioni in modo scrupoloso;- mettere in atto tutti i provvedimenti necessari per minimizzare gli effettidello schock;45


- trasportare in ospedale <strong>la</strong> vittima, anche se apparentemente non ha riportatodanni rilevanti.Anche il colpo di <strong>un</strong> fulmine andrà trattato al<strong>la</strong> stessa maniera.COLLASSO (SCHOCK – SVENIMENTO)Per vari motivi (dolore, stanchezza, stati emotivi, alterazioni cardiache o respiratorie)può avvenire che <strong>un</strong>a persona perda i sensi, abbia cioè <strong>un</strong> col<strong>la</strong>sso.Il CUORE, però, batte più o meno rego<strong>la</strong>rmente: NON SI DEVE QUINDIFARE IL MASSAGGIO CARDIACO.Nel col<strong>la</strong>sso arriva meno sangue al cervello: ecco il motivo del<strong>la</strong> perdita dei sensi.In questo caso agire come segue:- assicurare <strong>la</strong> libertà delle vie aeree;- s<strong>la</strong>cciare colletti e cinture e abiti troppo aderenti;- mettere il paziente nel<strong>la</strong> posizione cosiddetta di “Trendelemburg”: sollevare gliarti inferiori di almeno 45° e tenerli in tale posizione con cuscini o altro e togliereogni cuscino da sotto <strong>la</strong> testa. Se l’infort<strong>un</strong>ato è adagiato su <strong>un</strong>a barel<strong>la</strong>o su <strong>un</strong> piano mobile, sollevare questi ultimi dal<strong>la</strong> parte dei piedi e mantenerein tale posizione.LA POSIZIONE DI TRENDELEMBURG PUO’ ESSERE ESEGUITA OGNI VOLTACHE VI SIAUNO SVENIMENTO PER VARIE CAUSEAttenzione! Non eseguire questa manovra se l’infort<strong>un</strong>ato riferisce dolore forte al<strong>la</strong>schiena o al bacino o se dice di non sentire più le gambe; potrebbe avere <strong>un</strong>a fratturavertebrale con rischio di aggravamento.46


COLPO DI CALORE (INSOLAZIONE)Può accadere che <strong>un</strong>a persona, dopo essere stata per molto tempo esposta al sole oin <strong>un</strong> <strong>luogo</strong> caldo, soprattutto caldo-umido, sia colta da <strong>un</strong> colpo di calore o di sole.Inizialmente si rileva:In seguito:- sensazione di malessere generale e di sete intensa;- talvolta cefalea, vertigini, disturbi visivi;- cute calda e secca;- tachicardia;- ipotensione.- cedimento del tono musco<strong>la</strong>re, polso piccolo ed irrego<strong>la</strong>re, alterazione dello stato di coscienzacon letargia (inerzia), confusione mentale, disorientamento e coma; possono manifestarsiconvulsioni, rigidità locale e di<strong>la</strong>tazione fissa del<strong>la</strong> pupil<strong>la</strong>.Per prevenire questa si<strong>tua</strong>zione occorre:- tenere sempre <strong>un</strong> copricapo quando vi è sole, soprattutto se c’è vento;- in ambienti caldi usare abbigliamento leggero e ampio evitando di starescoperti;- bere spesso e fare abbondante uso di sali minerali o bevande adatteall’uso.Per intervenire su <strong>un</strong> soggetto colpito da calore occore:- portarlo in ambiente ombreggiato e possibilmente venti<strong>la</strong>to, distenderlo aterra con le gambe sollevate e senza nul<strong>la</strong> sotto il capo;- tamponarlo con acqua non fredda (specie <strong>la</strong> fronte e gli arti);- quando vi è ripresa, dargli da bere liquidi, MAI CAFFE’, THE, BIBITEGASSATE.Il soggetto che ha avuto il colpo di calore va tenuto a riposo per molto tempo.Se, nonostante le manovre di comportamento indicate il soggetto continua ad avvertireapatia, stanchezza, il mal di testa aumenta, ha vomito, ha stato confusionale, vaIMMEDIATAMENTE PORTATO IN AMBIENTE OSPEDALIERO: vi è pericolo dimeningismo.47


COLPO DI FREDDO - CONGELAMENTOA chi si espone per troppo tempo al freddo può succedere di esserecolpito dal colpo di freddo; generalmente sono colpite le mani edi piedi. L’infort<strong>un</strong>ato perde <strong>la</strong> sensibilità degli arti, ha dolore, nonriesce più a muoverli. Inoltre, può avere sonnolenza, stanchezza,apatia, confusione mentale.In questo caso occorre:- portare <strong>la</strong> persona in ambiente caldo;- togliere gli indumenti bagnati;- fare bere bevande calde NON ALCOLICHE;- non riscaldare con acqua bollente o con forti fonti di calore;- avvolgerlo con coperte ed indumenti asciutti;- non strofinare <strong>la</strong> parte conge<strong>la</strong>ta ma farlo camminare e muovere forte, sostenerlose ha difficoltà;- evitare <strong>un</strong> nuovo conge<strong>la</strong>mento.Per evitare questa patologia, portare abiti comodi ma che proteggono dal freddo; averecura di proteggere il capo; avere con sè <strong>un</strong> ricambio di abiti, almeno calze o maglie dasostituire in caso di bagnato.PUNTURE E MORSI DA ANIMALIMorsi di cani, gatti o altri quadrupedi: medicare con acquaossigenata ed inviare al medico per even<strong>tua</strong>le vaccinazione antitetanicao antirabbica; importante eliminare <strong>la</strong> saliva anchecon acqua e sapone.Morsi di serpente:l’<strong>un</strong>ico serpente velenoso del nostroterritorio è <strong>la</strong> vipera.- Se <strong>la</strong> ferita è ad <strong>un</strong> arto applicare<strong>un</strong>a benda e<strong>la</strong>stica alta almeno 7-10cm il più presto possibile; <strong>la</strong> fasciava applicata da morso al<strong>la</strong> radicedell’arto e deve essere stretta a sufficienzaper bloccare <strong>la</strong> circo<strong>la</strong>zionelinfatica (<strong>la</strong> via attraverso cui il velenoentra in circolo). Per determinare<strong>la</strong> giusta tensione del<strong>la</strong> benda <strong>un</strong> ditodeve passarvi sotto e le pulsazioni avalle devono avvertirsi;- immobilizzare l’arto con <strong>un</strong>a stessa;- evitare qualsiasi movimento dell’artodurante il trasporto;- rimuovere <strong>la</strong> benda solo al ProntoSoccorso, quando è disponibile ilsiero antivipera.48


Non succhiare mai <strong>la</strong> ferita.Se insorge shock anafi<strong>la</strong>ttico, avviare BLS.Come si riconosce <strong>un</strong>o stato di shock anafi<strong>la</strong>ttico.- insorgenza improvvisa e a breve distanza (da 1-2 min. a 30 min.) dal contattocon l’allergente;- col<strong>la</strong>sso circo<strong>la</strong>torio con pressione non rilevabile;- cute pallida, sudata e fredda;- respiro rapido e superficiale;- tachicardia;- perdita di coscienza;- possibili convulsioni.P<strong>un</strong>tura d’Ape – VespaDisinfettare e, se possibile, togliere il p<strong>un</strong>giglione con ago sterile.E’ bene applicare ghiaccio o acqua fredda. Alc<strong>un</strong>e persone sono molto allergiche aqueste p<strong>un</strong>ture; in caso di insorgenza di shock avviare BLS.P<strong>un</strong>tura da pesce ragnoSpremere <strong>la</strong> zona del<strong>la</strong> p<strong>un</strong>tura e cercare di estrarre l’aculeo. Disinfettare.MeduseLe meduse possono provocare rilevanti lesioni sul<strong>la</strong> pelle; poiché <strong>la</strong> tossina è termo<strong>la</strong>bile,riscaldare <strong>la</strong> parte con sabbia calda oppure con acqua calda.P<strong>un</strong>tura di zeccaLe zecche sono dei parassiti temporanei di numerosi animali selvatici e domestici edoccasionalmente anche dell’uomo. Sono presenti in molti ambienti del nostro territorio,sono di dimensioni variabili da 2 a 8 mm. Frequentano soprattutto i margini dei boschimisti e le zone umide.49


Nel caso si ritrovasse <strong>un</strong>a zecca attaccata al<strong>la</strong> cute è fondamentale <strong>la</strong> sua corretta rimozione.Uno dei metodi più pratici e rapidi per staccare <strong>la</strong> zecca consiste nell’inumidire <strong>un</strong>agarza con dello spirito e appoggiar<strong>la</strong> sul<strong>la</strong> zecca per far sì che <strong>la</strong> zecca stacchi <strong>la</strong> suatesta dal<strong>la</strong> cute, immediatamente afferrar<strong>la</strong> con <strong>un</strong>a pinza il più vicino possibile al<strong>la</strong>cute e quindi toglier<strong>la</strong> tirando<strong>la</strong> verso l’alto. All’estrazione deve seguire <strong>un</strong>’accurata disinfezione,l’even<strong>tua</strong>le applicazione locale di <strong>un</strong> prodotto antibiotico e <strong>la</strong> vaccinazioneantitetanica. La zecca va bruciata.Sono da evitare metodi impropri di estrazione, quali l’applicazione di calore o sostanzecome benzina, ammoniaca o altro.E’ fondamentale, inoltre, <strong>un</strong> attento controllo per tutti i giorni o almeno per <strong>un</strong> mese, del<strong>la</strong>zona cutanea dal<strong>la</strong> quale era stata rimossa <strong>la</strong> zecca per cogliere l’even<strong>tua</strong>le insorgenzadel<strong>la</strong> Ma<strong>la</strong>ttia di Lyme (infezione batterica che colpisce prevalentemente <strong>la</strong> pelle, leartico<strong>la</strong>zioni, il sistema nervoso e gli organi interni).Anche cani e gatti possono veico<strong>la</strong>re le zecche, per cui vanno control<strong>la</strong>ti spesso.AVVELENAMENTISi ricorda che <strong>un</strong>a sostanza velenosa può entrare nell’organismo per via ORALE,RESPIRATORIA, OCULARE, CUTANEA.In caso di sospetto avvelenamento, cercare di raccogliere più informazioni utili perl’operatore medico:- il tipo di sostanza- <strong>la</strong> quantità- quanto tempo è trascorso dal contatto- il rapporto con i pasti- i farmaci even<strong>tua</strong>lmente ass<strong>un</strong>ti- le ma<strong>la</strong>ttie di cui si è portatori- cosa si è mangiato.Se esiste <strong>un</strong> antidoto, è imperativo il suo uso.Se non è possibile consultare immediatamente <strong>un</strong> esperto, occorre decidere se provocareil vomito.IN OGNI CASO SE NON SI E’ SICURI DI CIO’ CHE E’ STATO INGERITO NON PRO-VOCARE IL VOMITO.Si deve provocare il vomito se sono state ingerite:- medicine- <strong>un</strong>a parte di <strong>un</strong>a pianta- alcool- cosmetici, profumi- detergenti- fiammiferi- <strong>la</strong>cca per <strong>un</strong>ghie e solventi- acqua ossigenata- lozioni abbronzanti- droghe- cibo avariato50


- deodoranti- antigelo- inchiostro- naftalina- veleno per topi.Per provocare il vomito stimo<strong>la</strong>re <strong>la</strong> base del<strong>la</strong> lingua con <strong>un</strong> dito o con <strong>un</strong> cucchiaio etenendo <strong>la</strong> testa più bassa del torace per prevenire il soffocamento, oppure disporre ilpaziente con <strong>la</strong> testa sporgente dal bordo del letto.Se sono state ingerite sostanze diverse da quelle indicate non provocare intenzionalmenteil vomito ma mantenere calmo il paziente; tenerlo sdraiato su di <strong>un</strong> fianco per avere liberoaccesso alle vie respiratorie in caso di vomito; mantenere al caldo <strong>la</strong> persona.In caso di arresto cardiorespiratorio, iniziare <strong>la</strong> manovra di rianimazione.In caso di ina<strong>la</strong>zioni di veleni, trasportare il paziente all’aria aperta.AVVELENAMENTO DA OSSIDO DI CARBONIOMolte volte viene usato per suicidi o avviene, perdistrazione, da <strong>un</strong> motore d’auto <strong>la</strong>sciato accesoanche per poco tempo in <strong>un</strong>a rimessa chiusa, odal<strong>la</strong> combustione del legno e del carbone, daifornelli o graticole a carbone o legna, da bruciatoridi nafta difettosi.Il pericolo è partico<strong>la</strong>rmente grave nei localiscarsamente venti<strong>la</strong>ti perché l’ossido di carbonioè <strong>un</strong> gas incolore ed inodore, che uccide senzache <strong>la</strong> vittima se ne accorga, Può essere ancheinfiammabile ed esplosivo.I sintomi dell’avvelenamento sono: mal di testa, vertigini, debolezza, difficoltà respiratoria,vomito.Segue col<strong>la</strong>sso e perdita di conoscenza; <strong>la</strong> pelle e le <strong>la</strong>bbra possono assumere <strong>un</strong> colorerosso vivo e <strong>la</strong> persona non si accorge di perdere conoscenza e di morire.Comportamento: non respirare l’aria dell’ambiente, indossare maschera e occhiali,respirare aria da bombo<strong>la</strong>, assicurarsi con <strong>un</strong>a f<strong>un</strong>e di sicurezza.Portare il paziente all’aria aperta o aprire porte e finestre; NON ACCENDERE LALUCE.Iniziare <strong>la</strong> respirazione artificiale o se necessario il massaggio cardiaco. Tenere il pazientedisteso, tranquillizzarlo e coprirlo.51


FERITE E MEDICAZIONIIn presenza di <strong>un</strong>a ferita che non abbia bisogno di sutura o nell’attesa di questa, occorreripulir<strong>la</strong>, disinfettar<strong>la</strong>, protegger<strong>la</strong>.In ogni caso occorre sempre consigliare al paziente di recarsi da <strong>un</strong> medico per control<strong>la</strong>re<strong>la</strong> ferita.La ferita va:Ricordare di:- <strong>la</strong>vata con acqua corrente, distil<strong>la</strong>ta o fisiologica;- disinfettata possibilmente con acqua ossigenata;- coperta con garza sterile o pezzuo<strong>la</strong> pulita;- fissata con bende o cerotti.- non coprire <strong>la</strong> ferita con pomate o polveri;- pulire bene dai detriti <strong>la</strong> ferita;- non usare alcool (lesivo sui tessuti non integri);- in mancanza d’acqua ossigenata usare mercurocromo;- non usare cotone ma garze.N.B.: per togliere <strong>un</strong>a medicazione con cerotto o benda adesiva, frizionareprima con <strong>un</strong> batuffolo d’olio attorno al<strong>la</strong> medicazione, <strong>la</strong>sciandoche l’olio <strong>la</strong> imbeva.Se <strong>la</strong> ferita è causata da <strong>un</strong> corpo estraneo conficcato (<strong>un</strong> chiodo, <strong>un</strong> pezzo di vetro,ecc..) non cercare di estrarlo ma stabilizzarlo fissandolo con bende e cerotti, fino all’arrivoin ospedale, poiché <strong>la</strong> rimozione dell’oggetto potrebbe causare ulteriore graveemorragia o altri danni. Naturalmente occorre grandissima attenzione nel trasporto delferito.Una picco<strong>la</strong> ferita lineare, dopo aver<strong>la</strong> accuratamente disinfettata, può essere chiusausando cerotti a farfal<strong>la</strong>.FRATTURELa frattura è <strong>la</strong> rottura di <strong>un</strong> osso. Poiché il corpo è sostenuto da ossa, lefratture si possono avere in ogni parte del corpo. Alc<strong>un</strong>e sono più gravidi altre ed il trattamento è diverso a seconda del<strong>la</strong> frattura.Esistono com<strong>un</strong>que delle regole generali:52


- ogni frattura può diventare pericolosa perché da essa si possono staccare delle celluledi grasso e dar <strong>luogo</strong> ad embolia grassosa, anche mortale;- meglio sospettare <strong>un</strong>a frattura dove non ci sia che ignorar<strong>la</strong> dove ci sia, quindicomportarsi in questa maniera:fare muovere il meno possibile <strong>la</strong> vittima prima di avere immobilizzato<strong>la</strong> parteCome riconoscere <strong>un</strong>a frattura a prima vista- l’arto ha <strong>un</strong>a posizione innaturale;- l’arto o artico<strong>la</strong>zione è gonfia, fa male;- il soggetto non riesce a muovere <strong>la</strong> parte;- il soggetto indica chiaramente <strong>la</strong> parte dove ha dolore.Le fratture si definiscono composte in cui i due o più segmenti ossei derivanti dal<strong>la</strong>rottura rimangono com<strong>un</strong>que in sede, mantenendo <strong>la</strong> continuità dell’osso; scompostequelle in cui i monconi ossei sono distaccati (e più o meno frammentati), perdendocosì il normale allineamento; esposte (aperte) in cui <strong>un</strong>o o più frammenti ossei hanno<strong>la</strong>cerato i tessuti, fino a perforare <strong>la</strong> cute; chiuse le fratture in cui i piani superficialirisultano integri.Considerato che i vasi sanguigni e i nervi degli arti decorrono in prossimità delle ossa,è evidente che <strong>la</strong> possibilità di <strong>un</strong>a rottura traumatica dei vasi e dei fasci nervosi è<strong>un</strong>o dei rischi collegati alle fratture ed alle successive manovre di immobilizzazione emobilizzazione.Com<strong>un</strong>que, che si tratti di frattura aperta o chiusa, è d’obbligo <strong>la</strong> IMMOBILIZZA-ZIONE; è chiaro che <strong>la</strong> o le manovre dovranno essere fatte con calma ed intelligenza,avendo lo scopo di limitare i movimenti dei monconi ossei fratturati durante <strong>la</strong> mobilizzazionee di ridurre <strong>la</strong> possibilità di ledere i vasi sanguigni e i nervi, diminuendo così ildolore e consentire maggiore col<strong>la</strong>borazione da parte del paziente.Mai cercare di rimettere l’osso all’interno o mettere pomate o disinfettantesul<strong>la</strong> frattura apertaSEGNI E SINTOMI DI FRATTURA (su paziente cosciente)Nel caso di frattura degli arti possono essere presenti:- dolore;- deformità, tumefazione, gonfiore, possibili bolle superficiali emorragiche;- even<strong>tua</strong>le anestesia o formicolio delle estremità per lesione nervosa.53


ESTRICAZIONE RAPIDA O MANOVRA DI RAUTEKSi utilizza solo nei casi in cui è necessario estrarre rapidamente <strong>un</strong> ferito da <strong>un</strong> <strong>luogo</strong>confinato, o per <strong>la</strong> gravità del paziente o per <strong>la</strong> presenza di <strong>un</strong> rischio evolutivo.Questa manovra permette di mantenere <strong>un</strong>a certa stabilità ed allineamento dell’assetesta-collo-tronco.La manovra viene effet<strong>tua</strong>ta da <strong>un</strong>a so<strong>la</strong> persona ma ben addestrata.Presaa) flettere il gomito del paziente posto dal<strong>la</strong> nostra parte e far passare il suo avambracciosotto l’ascel<strong>la</strong> opposta;b) infi<strong>la</strong>re il nostro avambraccio dal basso tra il suo gomito flesso e il suo tronco eafferrare con <strong>la</strong> nostra mano <strong>la</strong> mandibo<strong>la</strong> del paziente.Manovra di estrazione del pazientea) accostare il nostro volto a quello del paziente e flettere <strong>la</strong> nostra spal<strong>la</strong> dietro <strong>la</strong>nuca del paziente. In tal modo <strong>la</strong> sua testa è immobilizzata fra <strong>la</strong> nostra mano,<strong>la</strong> nostra testa e <strong>la</strong> nostra spal<strong>la</strong>;b) mantenendo l’immobilizzazione del<strong>la</strong> testa, estrarre il paziente dall’abitacolo deponendolosul terreno e, in caso di pericolo, allontanarlo con trascinamento.54


ETICHETTE DI PERICOLOIl codice internazionale KEMLER – ONU è posto sul retro e sulle fiancate dei mezziche trasportano merci pericolose; serve per identificare il tipo di pericolo e il tipo di materiatrasportata. In caso di incidenti, com<strong>un</strong>icando ai vigili del fuoco i numeri riportatisul pannello, si fornisce <strong>un</strong> valido aiuto per stabilire le metodologie degli interventi disoccorso.Il numero riportato nel campo superiore del pannello è il numero o codicedi pericolo (Kemler) re<strong>la</strong>tivo al<strong>la</strong> sostanza trasportata. Esso consente infatti diidentificare con immediatezza <strong>la</strong> tipologia dei pericoli che <strong>la</strong> materia trasportatapresenta. Il numero di quattro cifre riportato nel campo inferiore del pannello è inveceil numero che, in base ad <strong>un</strong> codice e<strong>la</strong>borato dal Comitato di esperti operantesotto l’egida del Consiglio Economico e Sociale delle Nazioni Unite (ECOSOC),consente di identificare <strong>la</strong> materia trasportata.55


11. CASI GRAVI DI INFORTUNIOB L SBASIC LIFE SUPPORTSupporto di vita di base delle FUNZIONI VITALI:- Coscienza- Respiro- CircoloPRIORITA’ DELL’EMERGENZA1) Sicurezza – Scena – Si<strong>tua</strong>zione2) Valutazione primaria3) Attivazione del 1184) Valutazione secondariaIn caso di infort<strong>un</strong>io grave, <strong>la</strong> paro<strong>la</strong> d’ordine dell’addetto al Primo Soccorso è:P.A.S.P = Proteggi A = Avverti S = SoccorriSEGUI SEMPRE QUESTO ORDINESe si dispone di aiuto, distribuire gli incarichi seguendo sempre l’ordine indicato.56


INCOLUMITA’ DEI SOCCORRITORILa prima rego<strong>la</strong> che i soccorritori devono conoscere è quel<strong>la</strong> di non incorrere in pericoliche mettano a repentaglio <strong>la</strong> loro vita: gas, fumi, incendi, caduta di materiali, veicolisopraggi<strong>un</strong>genti, crolli, scoppi.Per quanto riguarda <strong>la</strong> trasmissione di even<strong>tua</strong>li ma<strong>la</strong>ttie da parte dell’infort<strong>un</strong>ato, si è calco<strong>la</strong>toche ogni individuo non professionista può in media nel<strong>la</strong> vita avere <strong>la</strong> possibilità di effet<strong>tua</strong>re<strong>un</strong>a rianimazione in 2 – 3 occasioni; dato che <strong>la</strong> possibilità di contrarre <strong>un</strong>a infezionein ciasc<strong>un</strong>a di queste occasioni è minima, non vi dovrebbe essere remora al soccorso.SOCCORRITORE SOLITARIOQuando <strong>un</strong> soccorritore si trova ad essere l’<strong>un</strong>ica persona presente, qual è <strong>la</strong> priorità?Iniziare subito <strong>la</strong> rianimazione cardiorespiratoria o chiamare aiuto?Si raccomanda in ogni caso di chiamare prima il 118 e solo dopo iniziare il soccorso.La centrale del 118, al<strong>la</strong> chiamata, richiede <strong>un</strong>a serie di informazioni già preparatein sequenza, che servono a stabilire l’invio del soccorso adeguato: non fanno perderetempo, perciò occorre rispondere con calma e precisione.COMPORTAMENTO SUL LUOGO DELL’INCIDENTE IN ATTESA DEL 118In caso di infort<strong>un</strong>io, se occorre ospedalizzare l’infort<strong>un</strong>ato, attenersi a queste disposizioni:- non muovere i feriti, a meno che non vi sia pericolo d’ incendio o crolli;- effet<strong>tua</strong>re <strong>un</strong>a prima valutazione dei feriti;- spegnere even<strong>tua</strong>li motori accesi;- CHIAMARE IL 118 – NUMERO UNIVERSALE DELL’EMERGENZA; si può chiamare il118 anche attraverso Polizia (113) Carabinieri (112) Vigili del fuoco (115);- non trasportare mai <strong>un</strong> ferito su mezzi propri;- segna<strong>la</strong>re al traffico in arrivo <strong>la</strong> presenza dell’incidente;- mantenere acceso, inoltre, il collegamento con il 118, poiché vi potrebbe guidarenel<strong>la</strong> even<strong>tua</strong>le esecuzione del trattamento del soccorso.RIANIMAZIONE CARDIORESPIRATORIA57


Rianimazione cardiaca esterna e respirazione con AmbuLa parte fondamentale del soccorso che tutti devono conoscere è <strong>la</strong> seguente:quando si deve effet<strong>tua</strong>re <strong>la</strong> rianimazione cardiorespiratoria?- quando il cuore cessa di battere;- quando si è allo stato di morte, ma ancora vi potrebbe essere <strong>un</strong>a ripresa dell’attivitàcardiaca per permettere l’afflusso d’ossigeno al cervello.Il principio è sempre spremere il cuore affinchè immetta sangue nelle arterie.OCCORRE PERO’ STABILIRE CHE IL CUORE NON BATTA PIU’.Questo può essere effet<strong>tua</strong>to con <strong>la</strong> ricerca del polso: occorre verificare se vi sia ancorapulsazione. Ciò può essere fatto in varie parti del corpo: più frequentemente dal polsoradiale ma più esattamente dal polso carotideo o femorale.Se non vi è più polso, se non vi è attività respiratoria, allora occorre il massaggio cardiaco,ma in fretta.Bisogna operare con criterio. Poche cose ma fatte esattamente.L’ESECUZIONE DEL MASSAGGIO CARDIACO1) Il paziente deve essere adagiato su <strong>un</strong> piano rigido (MAI ESEGUIRE IL MAS-SAGGIO CARDIACO SU UN PIANO MORBIDO, tipo il letto).2) Individuare il p<strong>un</strong>to esatto per il massaggio cardiaco: far scorrere l’indice edil medio l<strong>un</strong>go il margine inferiore del<strong>la</strong> cassa toracica ed individuare il p<strong>un</strong>tod’incontro dell’ultima costo<strong>la</strong> con lo sterno; appoggiare le due dita al di sopradi questo p<strong>un</strong>to, sul<strong>la</strong> parte ossea dello sterno appoggiare il “calcagno”dell’altra mano accanto alle due dita; questo è il p<strong>un</strong>to corretto dove effet<strong>tua</strong>rele compressioni; appoggiare il “calcagno” del<strong>la</strong> prima mano sopra l’altra edintrecciare le dita per assicurarsi che rimangano sollevate e non comprimanole coste;3) posizionarsi in modo che le braccia e le spalle del soccorritore siano sul<strong>la</strong> verticaledell’area del<strong>la</strong> compressione e mantenere le braccia tese sfruttando il pesodel tronco;4) comprimere ritmicamente il torace ad <strong>un</strong>a frequenza di 80 – 100/min., mani sullo58


sterno – spinta verso il basso; il torace si deve abbassare di 4-5 cm.;5) <strong>la</strong> compressione ed il ri<strong>la</strong>sciamento devono avere <strong>la</strong> stessa durata;6) alternate 15 compressioni a 2 insuff<strong>la</strong>zioni (introduzione d’aria) se si è soli; se isoccorritori sono 2 si alternano 10 compressioni toraciche a 2 insuff<strong>la</strong>zioni;7) dopo 3/4 cicli e successivamente ogni pochi minuti, ricontrol<strong>la</strong>re il polso carotideo;se assente, continuare;8) non interrompere mai il BLS (Supporto di base delle f<strong>un</strong>zioni vitali) per più di 5secondi.IMPORTANTE!!PRIMA di iniziare il massaggio cardiaco OCCORREESSERE SICURI CHE LE VIE RESPIRATORIE SIANO LIBERE.La respirazione con “Ambu” (strumentoche serve per effet<strong>tua</strong>re <strong>la</strong> respirazioneartificiale evitando il contatto “boccaa bocca”) ha lo scopo di immetterearia nei polmoni dell’infort<strong>un</strong>ato.IL MASSAGGIO VA CESSATO APPENA IL CUORE RIPRENDE A BATTERE59


12. PRESIDI SANITARIIn re<strong>la</strong>zione all’indice infort<strong>un</strong>istico di inabilità permanente, devono essere presenti in<strong>azienda</strong> dei presidi sanitari:per le Aziende o <strong>un</strong>ità produttive dei gruppi A e B:UNA CASSETTA DI PRONTO SOCCORSOper le Aziende o <strong>un</strong>ità produttive del gruppo C:PACCHETTO DI MEDICAZIONECONTENUTO MINIMO CASSETTA PRONTO SOCCORSOGuanti sterili monouso (5 paia)Visiera paraschizziF<strong>la</strong>cone di soluzione cutanea di iodopovidone al 10% di iodio da 1 litro (1)F<strong>la</strong>coni di soluzione fisiologica (sodio-cloruro 0,9%) da 500 ml (3)Compresse di garza sterile 10x10 in buste singole (10)Compresse di garza sterile 18x40 in buste singole (2)Teli sterili monouso (2)Pinzette di medicazione sterili monouso (2)Confezione di rete e<strong>la</strong>stica di misura media (1)Confezione di cotone idrofilo (1)Confezioni di cerotti di varie misure pronti all’uso (2)Rotoli di cerotto alto cm.2,5 (2)Un paio di forbiciLacci emostaticiGhiaccio pronto uso (2 confezioni)Sacchetti monouso per <strong>la</strong> raccolta di rifiuti sanitari (2)TermometroApparecchio per <strong>la</strong> misurazione del<strong>la</strong> pressione arteriosa.60


CONTENUTO MINIMO DEL PACCHETTO DI MEDICAZIONEGuanti sterili monouso (2 paia)F<strong>la</strong>cone di soluzione cutanea di iodopovidone al 10% di iodio da 125 ml (1)F<strong>la</strong>cone di soluzione fisiologica (sodio-cloruro 0,9%) da 250 ml (1)Compresse di garza sterile 10x10 in buste singole (3)Compresse di garza sterile 18x40 in buste singole (1)Pinzette di medicazione sterili monouso (1)Confezione di cotone idrofilo (1)Confezioni di cerotti di varie misure pronti all’uso (1)Rotolo di cerotto alto cm.2,5 (1)Rotolo di benda or<strong>la</strong>ta alta cm.10 (1)Un paio di forbiciLaccio emostatico (1)Ghiaccio pronto uso (1 confezione)Sacchetti monouso per <strong>la</strong> raccolta di rifiuti sanitari (1)Istruzioni sul modo di usare i presidi suddetti e di prestare i primi soccorsi in attesa delservizio di emergenza.61


Manuale redatto da Emanue<strong>la</strong> Angelini del <strong>CESCOT</strong> RiminiHanno col<strong>la</strong>borato al<strong>la</strong> stesura:- Dr. Andrea Cecchini- Dr. Andrea Baldinini- Dr. Alessandro Badocchi- Dr. Fiorenzo Santarini62


<strong>CESCOT</strong> SCARLCentro Sviluppo Commercio Turismo e ServiziVia Clementini 31 - 47900 RIMINItel. 0541/441911 - fax 0541/22260pagina web: http://www.cescot-rimini.com -email: cescot@cescot-rimini.comGRUPPORIMINI

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