12.07.2015 Views

Il secondo numero del periodico comunale "Scansano terra di collina"

Il secondo numero del periodico comunale "Scansano terra di collina"

Il secondo numero del periodico comunale "Scansano terra di collina"

SHOW MORE
SHOW LESS
  • No tags were found...

Trasformi i suoi PDF in rivista online e aumenti il suo fatturato!

Ottimizzi le sue riviste online per SEO, utilizza backlink potenti e contenuti multimediali per aumentare la sua visibilità e il suo fatturato.

“Sembra che nel praticarel’agricoltura gli abitantid’Italia abbiano avuto presentisoprattutto due elementi: lapossibilità <strong>di</strong> ottenere prodottiin proporzione alla spesa ealla fatica e le con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong>salubrità <strong>del</strong> podere. Se viene a mancarel’uno o l’altro <strong>di</strong> questi elementi,e tuttavia uno insiste a coltivare undato terreno, è matto e va dato in custo<strong>di</strong>aai suoi congiunti. Nessuno infatti,che sia sano <strong>di</strong> mente, si indurràad affrontare grossi sacrifici nell’-agricoltura se vede che non possonoessere compensati.”Varrone, Agricoltura, I, 2, 8, II-I sec. a.C.Se anche Marco Terenzio Varrone (116 - 27 a.C.), consideratoper tutta l’antichità il più grande eru<strong>di</strong>to romano, scrivevaqueste dure parole a proposito <strong>del</strong>l’agricoltura, è perchè lavita <strong>del</strong>l’agricoltore, influenzata da climi e stagioni, come dalmercato e dai bisogni, non è mai stata facile.Eppure, ancora all’inizio <strong>del</strong> nuovo millennio, 2,57 miliar<strong>di</strong> <strong>di</strong>persone devono la propria sussistenza all’agricoltura, allacaccia, alla pesca o alla selvicoltura: ossia il 42% <strong>di</strong> tutta lapopolazione mon<strong>di</strong>ale. L’agricoltura è il fulcro <strong>del</strong>l’economia<strong>del</strong>la maggior parte dei paesi in via <strong>di</strong> sviluppo e, nel 2001,nei paesi industrializzati, le esportazioni <strong>di</strong> prodotti agricolihanno fruttato circa 290 miliar<strong>di</strong> <strong>di</strong> dollari Statunitensi (StatisticheFAO).Inoltre, sappiamo che l’agricoltura è qualcosa <strong>di</strong> più che unmestiere: è patrimonio, identità culturale, antico patto conla natura. Oggi, inoltre, l’agricoltura contribuisce alla tuteladegli habitat e dei paesaggi, alla conservazione <strong>del</strong> suolo, allagestione dei bacini idrici e alla protezione <strong>del</strong>la bio<strong>di</strong>versità.Ecco perchè questo <strong>secondo</strong> <strong>numero</strong> <strong>del</strong> Giornalino <strong>del</strong>l’AmministrazioneComunale <strong>di</strong> <strong>Scansano</strong> è de<strong>di</strong>cato principalmenteall’agricoltura: senza pretendere <strong>di</strong> risolvere, qui, i problemi,ma per riflettere su un aspetto “vitale” <strong>del</strong> nostro paese.Iniziando dalla sua storia, quella recente <strong>del</strong> nostro territorio,e ampliando lo sguardo al presente e al futuro perchè è soloricordando il nostro passato, la nostra storia, - che è fattada noi, per coloro che verranno dopo <strong>di</strong> noi - che possiamocomprendere, definire e proporre un futuro, per tutti.Iniziando dalla storia, per una riflessione che vada al <strong>di</strong> là <strong>del</strong>lesingole azioni storiche, degli attori che le hanno compiutee <strong>del</strong>le ideologie da cui sono stati mossi: oltre la “cronaca”,per la storia. (E.T).AgricolturaDossierFacciamo un salto nel tempo. Percorriamo a ritrosola storia <strong>del</strong> nostro Paese, <strong>del</strong> nostro territorio, che siidentifica, in maniera significativa con la nostra storiapersonale. Un salto che ci riporta ad un passato nonlontano, quando, tra il 1870 e il 1930, i nostri antenatibraccianti agricoli <strong>di</strong>vennero, in gran parte, mezzadri.Spinti dalla sicurezza <strong>del</strong> lavoro e dalla <strong>di</strong>sponibilitàparziale dei terreni concessi in mezzadria, rispetto allapaga giornaliera bracciantile, relegarono in <strong>secondo</strong>piano il grande sforzo in termini <strong>di</strong> quantità oraria <strong>di</strong>lavoro per la conduzione <strong>del</strong> bene in concessione.Dopo la guerra, anche se grazie al maggiore benessereeconomico raggiunto dalle categorie conta<strong>di</strong>nequalcuno poté acquistare la <strong>terra</strong>, la proprietà conta<strong>di</strong>nain Maremma rimaneva <strong>di</strong> <strong>di</strong>mensioni modeste.Occupava circa un sesto <strong>del</strong>la superficie produttiva<strong>del</strong> comprensorio e poco più <strong>di</strong> un quinto <strong>di</strong> quella lavorabilee non sempre era sufficiente ad assorbire lacapacità <strong>di</strong> lavoro ed a fornire i mezzi <strong>di</strong> sussistenzaalla famiglia. Ecco quin<strong>di</strong> che, alla vigilia <strong>del</strong>la riforma,il paesaggio agrario <strong>del</strong>la maremma grossetana,si presentava caratterizzato da desolazione e abbandono.Gli elementi tipici, nel <strong>secondo</strong> dopoguerra eranola scarsa entità degli investimenti fon<strong>di</strong>ari e <strong>del</strong>lapresenza umana nelle zone <strong>di</strong> pianura e nelle primecolline, per lungo tempo soggette alla malaria, e l’or<strong>di</strong>namentoceriealicolo-pastorale <strong>del</strong>le aziende, L’economiaera caratterizzata da assenza o arretratezza<strong>del</strong> processo <strong>di</strong> separazione <strong>del</strong>la gestione <strong>del</strong>l’attivitàproduttiva agricola e dall’affitto <strong>del</strong>la <strong>terra</strong>.Dal 1945 in Maremma si susseguirono quasi senza interruzionele lotte conta<strong>di</strong>ne, con l’occupazione <strong>di</strong> terreincolte e mezzadrili che, imponenti e importanti daun punto <strong>di</strong> vista produttivo e sociale, avvennero senzascontri <strong>di</strong> particolare durezza. <strong>Il</strong> centro <strong>del</strong>lo scontrotra lavoratori ed agrari era l’area produttiva appoderataa mezzadria <strong>del</strong>le gran<strong>di</strong> aziende. Si riven<strong>di</strong>cavala <strong>di</strong>visione <strong>del</strong> prodotto al 60% per il colono, la giustacausa nelle <strong>di</strong>sdette, l’abolizione <strong>del</strong>le regalie e servitù,l’istituzionalizzazione <strong>del</strong>le Commissioni <strong>di</strong> Fattoria:su questa base si svilupparono iniziative <strong>di</strong> lotta unitaria,che sfruttavano al massimo il terreno <strong>del</strong>la legalitàdemocratica assestando duri colpi alle economie <strong>del</strong>legrande aziende.Dossier Agricoltura


Dossier AgricolturaLa provincia <strong>di</strong> Grosseto costituisce, inoltre, un caso incui le due facce <strong>del</strong>la lotta agraria, quella fon<strong>di</strong>aria e quellecontrattuale, si sono intrecciate. La <strong>di</strong>versità <strong>di</strong> peso<strong>del</strong>le due forme <strong>di</strong> lotta era dovuta alla <strong>di</strong>versa consistenza<strong>del</strong>le due categorie <strong>di</strong> lavoratori agricoli. Nel 1953, inprovincia <strong>di</strong> Grosseto c’erano 5.778 braccianti puri, 5.100braccianti coltivatori e 41.395 conduttori coltivatori puritra mezzadri, coloni, coltivatori autonomi. <strong>Il</strong> lodo de Gasperi<strong>del</strong> settembre 1946 (un tentativo <strong>di</strong> composizione<strong>del</strong>la vertenza mezzadrile) fu uno dei punti per cui la lottasi rivelò più dura: da parte degli agrari se ne voleva fareuna provve<strong>di</strong>mento a carattere temporaneo, da parte deicoloni e <strong>del</strong>la Feder<strong>terra</strong> si voleva istituzionalizzare e migliorare.Vi era nello scontro l’idea, sia pure in embrione,e ben lo avvertivano gli agrari, <strong>di</strong> un <strong>di</strong>verso rapportotra lavoratori e proprietari, per la liberazione <strong>del</strong>le forzeproduttive, altrimenti imprigionate nei vecchi rapportisociali. La riven<strong>di</strong>cazione degli investimenti fon<strong>di</strong>ari daapportare all’azienda col solo contributo <strong>del</strong> capitale padronale,invertiva una tendenza presente dall’ottocento esi presentava come un obiettivo ine<strong>di</strong>to, rispetto alle lottemezzadrili <strong>del</strong> primo dopoguerra. Era la stessa forza <strong>del</strong>lalotta contrattuale dei mezzadri a porre l’esigenza <strong>di</strong> unatrasformazione ra<strong>di</strong>cale <strong>del</strong>l’assetto aziendale dei poderimezzadrili.Presentato al Senato <strong>del</strong>la Repubblica il 5 aprile 1950, ilDisegno <strong>di</strong> legge per la Riforma Fon<strong>di</strong>aria Generale, fu approvatocome legge n.841 il 21 ottobre <strong>del</strong>lo stesso anno.Nella relazione ministeriale che accompagnava il <strong>di</strong>segno<strong>di</strong> legge si leggevano i dati percentuali che raffrontavanol’agricoltura italiana con quella degli altri Paesi Europei dacui emergeva che, nel 1930, la percentuale <strong>del</strong>la superficieagraria occupata da piccole aziende, inferiori a 50 ettari,era in Italia <strong>del</strong> 57% contro il 90,2% <strong>del</strong> Belgio, il 70,8%<strong>del</strong>la Francia, il 70% <strong>del</strong>la Germania. <strong>Il</strong> problema vero era,però, come arrivare ad una regolamentazione dei limiti <strong>del</strong>laproprietà privata. <strong>Il</strong> principio <strong>del</strong>la re<strong>di</strong>stribuzione <strong>del</strong>leterre sostenuto con forza dalla classe conta<strong>di</strong>na,oltre che poggiare sull’art.44 <strong>del</strong>la Costituzione,si fondava sul fatto che la limitazione all’estensione <strong>del</strong>laproprietà terriera privata era collegata inscin<strong>di</strong>bilmenteal concetto <strong>del</strong>la forza economica <strong>del</strong>la proprietà fon<strong>di</strong>aria.Cosicché la limitazione <strong>del</strong>la proprietà, da attuarsime<strong>di</strong>ante esproprio, trasformazione e ri<strong>di</strong>stribuzione <strong>del</strong>leterre, venne associata, nel 1950, ad un <strong>di</strong>segno <strong>di</strong> legge<strong>di</strong> riforma agraria generale, che prevedeva l’imposizione<strong>del</strong>la trasformazione obbligatoria per i terreni non soggettiallo scorporo e l’estensione, anche ai terreni fuori<strong>del</strong> comprensorio <strong>di</strong> bonifica, <strong>del</strong> miglioramento obbligatorio.Si iniziava a parlare <strong>di</strong> una mo<strong>di</strong>ficazione strutturale<strong>del</strong> rapporto tra <strong>terra</strong> e lavoro in modo che l’impresa <strong>del</strong>lavoratore agricolo si identificasse sempre <strong>di</strong> più con la<strong>terra</strong> <strong>di</strong> proprietà. <strong>Il</strong> sacrificio degli interessi dei singolinon aveva alle spalle una logica punitiva un contributo collettivoal bene comune, per un miglioramento sociale cheappariva dovuto alle categorie agrarie lavoratrici.Con il decreto <strong>del</strong> 7 febbraio 1951, il Governo inserì laMaremma tra le zone particolarmente bisognose <strong>di</strong> unprofondo rinnovamento <strong>del</strong>l’agricoltura. Sul manifesto allepopolazioni <strong>del</strong>la maremma <strong>di</strong>ramato in occasione <strong>del</strong>lacostituzione <strong>del</strong>l’Ente Maremma si leggeva: “<strong>Il</strong> compito<strong>del</strong>l’Ente <strong>del</strong>la Maremma per attuare, con l’esproprio <strong>di</strong>gran<strong>di</strong> proprietà, una migliore re<strong>di</strong>stribuzione <strong>del</strong>le terre,sarà adempiuto con la ferma decisione che l’impresa esige,affinché l’attesa dei lavoratori agricoli non vada <strong>del</strong>usa. Le<strong>di</strong>fficoltà sono gran<strong>di</strong> e, appunto perché sono state valutate,saranno pazientemente superate nei termini stabilitidalla legge: termini brevi e perentori affinché rapidamentesi crei un nuovo ambiente <strong>di</strong> fiduciosa certezza nell’avvenire.[...]Pertanto si rivolge a tutte le categorie: agricoltorie conta<strong>di</strong>ni, industriatili e commercianti, professionisti eartigiani affinché il popolo <strong>del</strong>la Maremma, nella sua unitàmolteplice, rechi il suo contributo <strong>di</strong> entusiasmo e <strong>di</strong> esperienza[...]. E’ verso un’opera <strong>di</strong> pace, verso un alto ideale


<strong>di</strong> giustizia sociale, che si <strong>di</strong>rigono le forze organizzatedallo Stato. Opera <strong>di</strong> pace che deve tradurre nei fattila speranza degli uomini <strong>di</strong> buona volontà: opera <strong>di</strong> pace che devesaper trasformare le spade in vomeri”.L’Ente era amministrato da un Presidente, nominato con Decreto<strong>del</strong> Presidente <strong>del</strong>la Repubblica, e da un consiglio <strong>di</strong> Amministrazionecostituito, oltre che dal presidente da 5 membri in rappresentanzadei Ministeri <strong>del</strong>l’Agricoltura e <strong>del</strong>le Foreste, <strong>del</strong>le Finanze,<strong>del</strong> Tesoro, dei Lavori Pubblici, <strong>del</strong> Lavoro e Previdenza Sociale; 5presidenti <strong>del</strong>le cooperative, eletti dalle cooperative <strong>di</strong> Assegnatari<strong>di</strong> terre; 5 persone esperte <strong>di</strong> problemi <strong>di</strong> riforma fon<strong>di</strong>aria.Dovette assolvere a due <strong>di</strong>versi compiti principali: quello <strong>di</strong> bonificae quello <strong>di</strong> riforma fon<strong>di</strong>aria. Con la bonifica agì su 770.000ettari e nel giro <strong>di</strong> un anno furono pre<strong>di</strong>sposti i piani <strong>di</strong> esproprioper un totale <strong>di</strong> 177.458. Eseguì le immissioni in possesso con l’intervento<strong>di</strong> un notaio, con l’ aggiornamento <strong>del</strong>le mappe catastatalie la lottizzazione dei terreni, in conformità con i progetti <strong>di</strong> appoderamento.<strong>Il</strong> Piano <strong>di</strong> Riforma fu <strong>di</strong>viso in piani <strong>di</strong> colonizzazioneper gli interventi per i singoli assegnatari, piani <strong>di</strong> trasformazionefon<strong>di</strong>aria per gli interventi <strong>di</strong> carattere collettivo, piani <strong>di</strong> appoderamentoper le opere idrauliche e per gli e<strong>di</strong>fici collettivi.<strong>Il</strong> 19 Marzo 1952 a Grosseto, l’onorevole De Gasperi, allora Presidente<strong>del</strong> Consiglio dei Ministri, partecipò alla cerimonia organizzatadal Comitato citta<strong>di</strong>no per l’assegnazione <strong>del</strong>le terre aiconta<strong>di</strong>ni. I requisiti <strong>di</strong> legge per la scelta degli assegnatari eranola qualifica <strong>di</strong> lavoratore manuale <strong>del</strong>la <strong>terra</strong>, da accertarsi dagliispettorati Agrari Provinciali, nonché la mancanza o insufficienzaproprietaria <strong>di</strong> beni rustici rispetto alla capacità lavorativa <strong>del</strong>lafamiglia conta<strong>di</strong>na. Una posizione preferenziale fa data ai conta<strong>di</strong>niche avevano, da tempo, contratti miglioratari a lungo termine,ma anche in relazione alla composizione dei nuclei familiari ed alleparticolari situazioni locali, su un totale <strong>di</strong> 32.432 domande. Le assegnazioniavvennero per sorteggio fra gli aventi <strong>di</strong>ritto, me<strong>di</strong>antecontratto <strong>di</strong> ven<strong>di</strong>ta con pagamento rateale in 30 anni al tasso<strong>del</strong>l’1% e con riservato dominio <strong>del</strong>l’Ente fino all’integrale riscatto.Più tar<strong>di</strong>, nel 1967 fu consentito il riscatto anticipato <strong>del</strong> fondo.L’Ente prescelse l’inse<strong>di</strong>amento sparso facendo sorgere casecolonica sui rispettivi poderi, tranne nel villaggio bracciantile<strong>di</strong> Rispescia, che fu un borgo residenziale. In un primo tempo fuin<strong>di</strong>spensabile insegnare materialmente alla maggior parte degliassegnatari, provenienti dal bracciantato, anche le più elementarioperazioni per la coltivazione dei campi e per la tenuta <strong>del</strong> bestiame;successivamente, una volta posti in grado <strong>di</strong> assolvere questicompiti, l’assistenza in<strong>di</strong>viduale ebbe come obiettivo preminentequello <strong>di</strong> trasformarli da semplici prestatori <strong>di</strong> lavoro in operaicapaci <strong>di</strong> razionali scelte impren<strong>di</strong>toriali nella organizzazione enell’esercizio <strong>del</strong>la loro attività. Gli assegnatari furono portati acompilare in<strong>di</strong>vidualmente il piano annuale <strong>del</strong>le colture e la prenotazionedei servizi da chiedere alla loro Cooperativa.Nel 1952, nel comprensorio, presero il via le feste <strong>del</strong>la trebbiaturapromosse dalle cooperative degli assegnatari. Ecco un aspettosignificativo <strong>del</strong>la Riforma Fon<strong>di</strong>aria: la “funzione sociale”, con lanascita dei primi “Borghi <strong>di</strong> Servizio”, Vennero creati punti <strong>di</strong> ritrovo,centri ricreativi, scuole (vero punto <strong>di</strong> forza <strong>del</strong>l’assistenzasociale), costruite chiese ed altri servizi in<strong>di</strong>spensabili, promossicorsi tecnici per giovani agricoltori e colonie marine per i figli degliassegnatari, organizzate feste rurali come quelle in occasione<strong>del</strong>la trebbiatura, mentre si inauguravano associazioni sportive (inprimis quelle ciclistiche), con la promozione e l’organizzazione <strong>del</strong>sistema cooperrativo.“Quando il mi’ babbo tornava dalla fiera, dovevendeva gli animali, andava dal nostro padrone cheriscuoteva i sol<strong>di</strong> <strong>del</strong>la ven<strong>di</strong>ta. Per la metà che, pervia <strong>del</strong>la mezzadria, dovevano toccare alla nostra famiglia,il padrone ci lasciava “la scrittura”, un fogliocon scritto che i sol<strong>di</strong> erano in banca, sul conto <strong>del</strong> padrone,e che un giorno ce li avrebbe dati tutti insieme.Io non lo so mica se poi quel giorno è arrivato.Oltre a questo dovevamo dare al padrone all ’anno 20polli, 200 coppie d’ova, un tacchino per Natale e unagnello per Pasqua. Per tenere i conti <strong>del</strong>le cose datee da dare, ci s’aveva la taglia. Era uno strano attrezzo,con due piccoli assi <strong>di</strong> legno che venivano infilatil ’uno nell ’altro in modo che stavano uniti .Lì il padrone, a legni uniti, intagliava in <strong>numero</strong>romano la quantità <strong>di</strong> cose portate, cosicché, una voltasfilati e separati, sia a noi che a lui restava il segno,come fosse una ricevuta.<strong>Il</strong> nostro era un bravo padrone, stava attento al podere,avanti <strong>di</strong> entrare nell ’inverno aggiustava le coseper non farle deteriorare. Di altri padroni, si <strong>di</strong>cevapeggio: qualche podere era così malandato che dalpavimento <strong>del</strong>la cucina si vedevano le stalle <strong>di</strong> sotto.S’andò via prima, con la mia famiglia, perché mi sposai..se si rimaneva <strong>del</strong>l ’altro ci toccava quel podere,che espropriarono due o tre anni dopo.”(dal racconto <strong>di</strong> un’anziana scansanese)Quando, nei giorni 30 e 31 ottobre 1954, si svolse a Roma il primoconvegno sulla cooperazione nella zone <strong>del</strong>la riforma, le cooperativepromosse dall’Ente erano 120 con 2.700 soci, nel 1964 erano 149cooperative <strong>di</strong> servizi che poi, ampliandosi, si ridussero a 73.Nel 1953 erano state assegnate tutte le terre maremmane. La produzionedei terreni assegnatari quadruplicò rispetto a quella <strong>del</strong>lapre-riforma: le famiglie conta<strong>di</strong>ne, prima in con<strong>di</strong>zioni quantomaimisere e sotto il continuo assillo <strong>del</strong>la <strong>di</strong>soccupazione, trovaronouna sistemazione valida, anche se suscettibile <strong>di</strong> miglioramento.Ecco un breve e non esaustivo racconto per chi, nato in epoche successive,può non sapere, guardandosi intorno, da dove deriva la sud<strong>di</strong>visioneregolare degli appezzamenti dei nostri terreni, l’uniformità architettonica deipoderi maremmani, e può non comprendere l’importanza che la Riformaha avuto nel territorio scansanese, sia per il passaggio dal latifondo padronalealle piccole proprietà conta<strong>di</strong>ne, sia per l’influenza che ha avuto sullivello occupazionale: sui red<strong>di</strong>ti alternativi generati con l’assegnazione <strong>di</strong>piccole quote <strong>di</strong> terreno, sulla possibilità <strong>di</strong> abitare una casa, sulla tecnologiaagraria e <strong>del</strong>le macchine operatrici in genere, sulla ricerca genetica emiglioramento <strong>del</strong> patrimonio zootecnico in particolare. Infine, e non menoimportante, per il ruolo decisivo che ha avuto l’agricoltore, con il suo durolavoro, nel creare il paesaggio rurale che oggi rende così unica e specialela Terra <strong>di</strong> Maremma.Bibliografia:Simoncelli V., Della Nesta E., Dalla riforma agraria allo sviluppoagricolo, E.T.S.A.F., E.R.S.A.L., 1991Simoncelli V., La riforma fon<strong>di</strong>aria in Maremma, Grosseto, 1989Detti F., La valle <strong>del</strong>l’Albegna. Formazione ed evoluzione deipaesaggi storici, Laurum, Ptitigliano, 1998


“A”… comeAgricoltura<strong>di</strong> Franco Fontani,Assessore all’agricolturaCon il boom economico, l’Italia <strong>del</strong>la ra<strong>di</strong>o e<strong>del</strong>la televisione si occupava <strong>di</strong> agricoltura.“A... come agricoltura”, che ha ispirato iltitolo <strong>di</strong> questi pochi pensieri, era una trasmissionetelevisiva degli anni 70 de<strong>di</strong>cataai problemi <strong>del</strong>l’agricoltura, <strong>del</strong> territorio e<strong>del</strong>l’ambiente e, ancora oggi, ci può insegnarea de<strong>di</strong>care ancora le nostre riflessioni eattenzioni alla vasto mondo <strong>del</strong>l’agricoltura,senza lasciarlo in esclusiva agli addettiai lavori.L’agricoltura è, <strong>di</strong> fatto, un settore primarioche a mio avviso, nel nostro comprensorio,seppur con molte “variabili”, è ancora ingrado <strong>di</strong> produrre red<strong>di</strong>to, <strong>di</strong> valorizzare unterritorio <strong>di</strong>etro a giuste e sostenibili politicheambientali e <strong>di</strong> produrre occupazione.(A questo proposito basta pensare che nelnostro Comune il fenomeno <strong>del</strong>l’immigrazioneha oltrepassato ormai la soglia <strong>del</strong> 10% e che i settori che in prevalenza occupanomanodopera extra comunitaria sonol’e<strong>di</strong>lizia e l’agricoltura).<strong>Il</strong> mio proposito, qui, è quello <strong>di</strong> <strong>del</strong>ineareun quadro generale riguardante questosettore, che non <strong>di</strong>mentichiamoci, è ancoradefinito “primario”: si tratta <strong>di</strong> un’attività,infatti, che va incontro ai bisogni primari<strong>del</strong>l’in<strong>di</strong>viduo e <strong>del</strong>la collettività, e dovremmoessere orgogliosi e quanto basta gelosi<strong>del</strong>le nostre produzioni locali e tra<strong>di</strong>zionali,evitando il più possibile <strong>di</strong> lasciarle sopraffaredalle leggi <strong>del</strong> grande mercato multinazionale.Una <strong>del</strong>le componenti <strong>del</strong>l’economia agricola<strong>del</strong> nostro territorio è l’olivicoltura che danoi è ancora praticata in forma prettamentetra<strong>di</strong>zionale con notevoli costi <strong>di</strong> produzione.E’ quin<strong>di</strong> palese che non riuscirà maiad essere competitiva con partner europeicome ad esempio la Spagna. Eppure seriuscissimo, più <strong>di</strong> adesso, ad identificareil prodotto per le sue eccellenti peculiaritàpuntando, soprattutto, a qualificarlo sottoil profilo <strong>di</strong>etetico/nutrizionale, avremmoin mano una carta vincente, preferibile perl’ottima qualità, piuttosto che per il prezzo.Oggi è ormai appurato, infatti, quanto ilconsumatore sia sensibile a tali aspetti ea volte anche a <strong>di</strong>scapito <strong>del</strong>le caratteristicheorganolettiche, come, ad esempio ilfattore “Omega 3”, che pur aggiunto chimicamenteai prodotti, rappresenta un fattore<strong>di</strong>scriminante in positivo nell’acquisto,dati i <strong>numero</strong>si effetti benefici pubblicizzati.In tal senso un ottimo lavoro potrà esseresvolto dal Consorzio dei ProduttoriOlivicoli scansanesi che si sono impostisevere norme <strong>di</strong> produzione e <strong>di</strong> lavorazionepuntando così ad un extravergine <strong>di</strong> altaqualità.Altra componente <strong>di</strong> notevole importanzaper questo settore è la viti-vinicoltura,che negli ultimi anni ha fatto registrareun considerevole aumento <strong>del</strong>le superficivitate, anche grazie al lavoro incessantee capillare <strong>del</strong>la Cantina Cooperativa Vignaioli<strong>del</strong> Morellino <strong>di</strong> <strong>Scansano</strong>, che,sapendosi adeguare ai tempi, al marketing,alle richieste <strong>del</strong> mercato internazionale, hamantenuto il suo spirito iniziale <strong>di</strong> impegnocooperativo e sociale. Ci auspichiamo, peril bene <strong>di</strong> tutti, che questa struttura possa,nel tempo, accogliere le richieste <strong>di</strong> tutti obuona parte dei produttori, per un effettoeconomico-sociale e perfino culturale ancorapiù importante nel territorio.Se da un lato <strong>Scansano</strong> e il suo nome, ormaifamoso nel mondo, deve ringraziare laCantina, dall’altro deve stringere la manoai gran<strong>di</strong> nomi <strong>del</strong> vino italiano che hannoinvestito, ormai da molti anni sulterritorio, favorendo, in un certoqual modo, l’economia interna.Sappiamo che il nostro paese ha mostrato,da subito, una benemerita accoglienza sulterritorio, ancora prima <strong>di</strong> sapere, e ci faonore, che qualcuno non avrebbe ricambiatola simpatia. A questo proposito però nondobbiamo <strong>di</strong>menticare che la filiera uvavinosi è proposta nei vari <strong>di</strong>sciplinari la vinificazionesul luogo <strong>di</strong> produzione. Si leggeinfatti all’Art.5 <strong>del</strong> DISCIPLINARE DI PRODU-ZIONE DEI VINI A DENOMINAZIONE DI ORIGINECONTROLLATA E GARANTITA «MORELLINO DISCANSANO», approvato con decreto ministeriale<strong>del</strong> 14 novembre 2006 (GU n. 278<strong>del</strong> 29-11-2006) “Le operazioni <strong>di</strong> vinificazionee <strong>di</strong> invecchiamento devono essereeffettuate nell’ambito <strong>del</strong>la zona <strong>di</strong> produzione,<strong>del</strong>imitata al precedente art.3”.Non proprio rosea è, invece, come sappiamo,la situazione relativa alla zootecnia. Daidati riportati nei grafici in queste pagine sievidenzia una situazione <strong>di</strong> vera e propriaflessione per quanto riguarda proprio il settorezootecnico, generata verosimilmenteda una scarsa remunerazione <strong>del</strong>le produzioni.Una particolare attenzione dovràessere posta verso tutte quelle strutture<strong>di</strong> trasformazione che interessano l’interafiliera <strong>del</strong>le produzioni zootecniche.Un argomento che a mio avviso deve essereaffrontato, vuoi per la corretta gestione <strong>del</strong>territorio ed anche per le con<strong>di</strong>zioni pedoclimaticheottimali, riguarda la cerealicolturavista anche in relazione alla decantata“ filiera corta”. Affermare il concetto <strong>di</strong>“filiera corta” significa presentare al consumatoreun prodotto fortemente caratterizzatoterritorialmente, con una ampiagamma <strong>di</strong> alternative organolettiche, chegli arriva <strong>di</strong>rettamente dal produttore, ocomunque circola all’interno <strong>di</strong> un mercato


costituito da scambi circoscritti in un territorio, in unareciproca valorizzazione territorio-prodotto. Non a casoquesta Amministrazione ha dato il via al progetto <strong>di</strong> inserimento<strong>del</strong> <strong>di</strong>sciplinare <strong>del</strong>le DE.CO., a cui stiamo giàlavorando, e contiamo <strong>di</strong> poter utilizzare tale ulteriorerisorsa, almeno per chi la riterrà opportuna, fin dallaprossima primaveraLa filiera corta non rappresenta sicuramente la panacea<strong>del</strong>l’intero sistema produttivo, ma potrebbe significareun valore aggiunto, anche se in piccola percentuale,per quelle aziende che si inserirebbero nel circuito.L’esperienza ci insegna che laddove esistono impianti <strong>di</strong>trasformazione efficienti che siano in grado <strong>di</strong> garantireuna giusta remunerazione e il ritiro, si può ancora fareagricoltura. Ciò non vuol <strong>di</strong>re costruire <strong>del</strong>le cattedralinel deserto ma almeno mantenere e migliorare l’esistentee, laddove manca la struttura <strong>di</strong> trasformazione, comead esempio nel settore cerealicolo, creare quelle sinergiebasilari che possano garantire il produttore (ad es. icontratti <strong>di</strong> filiera). E’ certo che piacerebbe anche a noi,e non solo ad un ipotetico e astratto consumatore, poter<strong>di</strong>re, magari tra qualche anno, che la pasta o il pane cheè servita/o sui tavoli <strong>del</strong>la maremma è stato fatto con ilgrano prodotto a Pomonte, o a Marsiliana, o ad Albinia, onella zona <strong>del</strong> Deposito!Alti e bassi quin<strong>di</strong>, amarezze e speranze, per un settoreche ha determinato la vita e la morte, la prosperità e lapaura <strong>del</strong>l’uomo fin da che si ricor<strong>di</strong>. Prendendo però inesame le aziende che operano nel nostro territorio, ciaccorgiamo <strong>di</strong> come alcune abbiano scelto <strong>di</strong> de<strong>di</strong>carsiad attività collaterali all’agricoltura, come ad esempio altaglio e commercializzazione <strong>del</strong>la legna o, in altri casi,a forme <strong>di</strong> “contoterzismo” singole o associate, oppuread attività legate al vivaismo e manutenzione <strong>del</strong> verde ingenere. O anche il benemerito boom <strong>del</strong>le strutture agrituristicheche, da semplice ipotesi per produrre red<strong>di</strong>toalternativo, sono <strong>di</strong>ventati, per fortuna o purtroppo, veree proprie strutture ricettive alberghiere. Tale aspettodenota, però, come l’agricoltura e l’agricoltore si stianoorganizzando, a fronte <strong>di</strong> un settore che cambia.Un ultimo aspetto, ma non per questo meno importante,è la gestione <strong>del</strong> cre<strong>di</strong>to in agricoltura. <strong>Il</strong> cre<strong>di</strong>to èuno strumento in<strong>di</strong>spensabile per qualsiasi attività masoprattutto per quella agricola in cui gli investimenti inizialidanno i propri frutti (quando li danno) solo dopo untempo piuttosto lungo. Occorre quin<strong>di</strong> trovare le giustesinergie con gli Istituti Bancari e in questo, dobbiamo <strong>di</strong>re,anche la Regione Toscana ha investito molto con iniziativemirate a sostegno <strong>del</strong> settore. A volte però ci sfugge unparticolare fondamentale: il cre<strong>di</strong>to è tanto più efficaceper quanto più capillare è la conoscenza da parte <strong>del</strong>l’Enteerogatore <strong>del</strong>l’azienda richiedente. Per far questooccorre conoscere il territorio, occorre conoscere lavita e le storia <strong>di</strong> ogni singola azienda. Occorre soprattuttoconoscere il grado <strong>di</strong> impren<strong>di</strong>torialità che ha quell’aziendarichiedente. E’ per questo che sono fermamenteconvinto che un ruolo fondamentale per la gestione <strong>del</strong>cre<strong>di</strong>to in agricoltura possa essere rappresentato dallepiccole banche cooperative locali. In passato abbiamoavuto testimonianza <strong>di</strong> questo. Ad oggi non basta, occorreveramente una simbiosi tra Banca e azienda agricola e,quest’ultima dovrà pretendere <strong>di</strong> essere parte integrante<strong>del</strong>la prima facendone parte negli organi collegiali.Ritengo quin<strong>di</strong>, anche a nome <strong>del</strong>l’Amministrazione Comunalee forse in contrad<strong>di</strong>ttorio con molti altri opinionisti,che l’agricoltura possa essere, potenzialmente, un settoreancora in crescita, pur avendo bisogno <strong>di</strong> alcuni strumentinecessari. In primo luogo un elevato livello <strong>di</strong> impren<strong>di</strong>torialità.In <strong>secondo</strong> luogo ci dovranno essere tutte quelleattenzioni <strong>del</strong> mondo politico mirate, così come avvienein altri settori, a produrre sgravi fiscali significativi perquelle aziende che assumono manodopera e premialitànon più basata su fasce <strong>di</strong> età (ve<strong>di</strong> ad esempio il premiogiovani) bensì su programmi e piani <strong>di</strong> sviluppo e su obiettiviraggiunti. Le attenzioni politico-istituzionali dovrannoessere rivolte anche ai piani zootecnici. cercando <strong>di</strong> puntareal miglioramento genetico <strong>di</strong> razze autoctone sia sulsettore latte che nel settore carne. Nel nostro territorio,pensare ad una agricoltura senza zootecnia rappresenterebbeun han<strong>di</strong>cap procedurale, una “cosa monca”.Concludo queste poche righe asserendo con forza chequesta Amministrazione sarà, e dovrà esserlo, vicina atutte le problematiche, supportando con impegno l’interacategoria. Non a caso è stata istituita una consulta <strong>del</strong>l’agricolturache ci permetterà <strong>di</strong> conoscere non solo lenecessità ma soprattutto il territorio nel suo più ampiosignificato. q


Da Agricoltore a Agri-CultoreA cura <strong>del</strong> Sindaco Marzio Flavio MoriniPer prima cosa voglio augurare a tutti i citta<strong>di</strong>ni un buon natale ed un feliceanno nuovo, che possa realizzare le aspettative che ognuno <strong>di</strong> noi ha, mache soprattutto porti per ciascuno <strong>di</strong> noi serenità. Abbiamo scelto <strong>di</strong> de<strong>di</strong>careun <strong>numero</strong> monotematico all’agricoltura in quanto la consideriamol’attività primaria <strong>del</strong> nostro territorio.Riflettendo a proposito <strong>del</strong>l’agricoltura, si deve prendere atto che, questoterritorio, seppure all’interno <strong>di</strong> un’evoluzione continua <strong>del</strong>la storia degliultimi secoli, ha sempre prodotto cibo. Questo fatto non può e non deveessere considerato secondario, soprattutto <strong>di</strong> fronte a certi atteggiamentipolitici che danno per scontata la morte <strong>del</strong>l’economia agricola fondata sullavoro <strong>del</strong>le aziende agricole tra<strong>di</strong>zionali. Le alternative che vengono prospettate,<strong>di</strong> volta in volta, per superare la crisi si fondano sullo sviluppo turistico<strong>di</strong> queste aree, sul mantenimento <strong>del</strong> presi<strong>di</strong>o territoriale esercitatodagli attuali agricoltori, sovvenzionandoli come “manutentori <strong>del</strong> territorio”e ultimamente, con la prospettiva <strong>del</strong>le coltivazioni “no food” (per l’appunto,non alimentari!). E’ vero che negli ultimi anni si è assistito ad un progressivoimpoverimento <strong>del</strong> red<strong>di</strong>to da agricoltura. Questo fatto deriva da <strong>di</strong>versifattori concomitanti che vanno dagli accor<strong>di</strong> all’interno <strong>del</strong> WTO (World TradeOrganization) sugli scambi commerciali mon<strong>di</strong>ali, alle politiche agricolecomunitarie ve<strong>di</strong> la riforma <strong>del</strong>la PAC che tende a premiare più che chi hapiccole aziende con regime <strong>di</strong> rotazione <strong>del</strong>le coltivazioni, gran<strong>di</strong> aziendecon produzioni monocolturali.Nel nostro territorio, è inscin<strong>di</strong>bile il rapporto tra agricoltura tra<strong>di</strong>zionalee paesaggio. Notiamo infatti che in ogni atto <strong>di</strong> pianificazione e programmazioneeconomica che riguarda questo territorio si sottolinea sia il valore <strong>del</strong>paesaggio, sia la necessità <strong>di</strong> mantenerlo per le future generazioni. Non sitiene conto a sufficienza <strong>del</strong>la stretta relazione che il paesaggio ha con l’usoche la comunità locale ne fa e, in questo caso, non si tiene conto <strong>del</strong> fattoche è stato il modo <strong>di</strong> fare agricoltura nelle zone collinari, un modo che siè protratto nel tempo, che ha prodotto un risultato così tanto apprezzato.L’apprezzamento estetico deve <strong>di</strong>ventare, anche, conoscenza dei motivi chehanno strutturato il paesaggio, per esaminare in modo più approfon<strong>di</strong>toquali possano essere le trasformazioni <strong>di</strong> tipo economico che potrebberoentrare in contrad<strong>di</strong>zione con la volontà <strong>di</strong> mantenimento <strong>del</strong>le bellezzepaesaggistiche legate alla storia, alla cultura e all’economia locale.La <strong>di</strong>fficoltà finora riscontrata nel dare risposte serie e programmatiche aquesti problemi, permette <strong>di</strong> considerare come panacea la prospettiva chein<strong>di</strong>vidua il turismo, il “no food” e le agri-energie come possibili soluzioni,quasi che si potesse sostituire, con il red<strong>di</strong>to così prodotto, il red<strong>di</strong>to agricoloche è al momento in crisi. E’ scontato che il turismo nelle sue forme piùproprie sostenga l’economia locale, come pure che l’agricoltura non debbanecessariamente produrre soltanto per l’alimentazione. Quello che invecenon è affatto scontato è quale tipo <strong>di</strong> turismo è utile ra<strong>di</strong>care in un territorioa vocazione agricola e in che modo possono essere utili <strong>del</strong>le coltivazioninon alimentari all’interno <strong>del</strong>la nostra economia.Ci sono <strong>del</strong>le colture tra<strong>di</strong>zionali che si legano al clima e alle caratteristiche<strong>del</strong> terreno e che per questo possono essere <strong>di</strong> enorme qualità; che questotipo <strong>di</strong> colture e <strong>di</strong> allevamenti determina una cultura <strong>del</strong> cibo che appartienea queste aree (non nel senso <strong>del</strong>l’esclusività, ma <strong>del</strong>la coerenza storica);che le relazioni sociali e l’economia complementare a quella agricola sono <strong>di</strong>un certo tipo. Queste sono le cose che legano il turista ad un dato territorio:sapere che cos’è nella sua storia, nella sua cultura e nelle sue tra<strong>di</strong>zioni. Unterritorio che mostra e offre un certo equilibrio e le caratteristiche <strong>di</strong> sestesso, che trae la sua economia dalle articolazioni <strong>del</strong>le attività che vi sisvolgono, troverà sempre degli estimatori <strong>del</strong>le sue caratteristiche. I turistisono ospiti da accogliere offrendo qualcosa <strong>di</strong> integro, <strong>di</strong> leggibile, che hasenso imparare a conoscere; questo tipo <strong>di</strong> turismo è capace <strong>di</strong> creare unciclo virtuoso e <strong>di</strong> mettere in moto economie locali a cascata. Così, pure il“no food” se viene scelto per integrare il red<strong>di</strong>to agricolo per produzioni<strong>di</strong>verse come la colza e l’olio <strong>di</strong> colza per la creazione <strong>di</strong> carburante agricolo,o come la canapa per la costruzione <strong>di</strong> pannelli isolanti per la bioe<strong>di</strong>liziao per la produzione <strong>di</strong> tessuti, può essere considerato come un’opportunaintegrazione, all’interno <strong>del</strong>l’azienda agricola tra<strong>di</strong>zionale che peraltro hasempre avuto una forte <strong>di</strong>versificazione <strong>del</strong>le proprie produzioni. Molto <strong>di</strong>versoprodurre “no food” con altri obiettivi, per esempio produrre biomassecon essenze non locali da bruciare (vi è già il sole che brucia cerchiamo <strong>di</strong>utilizzare quello).Si deve quin<strong>di</strong> compiere una scelta <strong>di</strong> fondo. Infatti si invoca lo sviluppo <strong>del</strong>leproduzioni locali e contemporaneamente si richiama ad una “maggiore competitivitàsui mercati”. Le due ipotesi <strong>di</strong> lavoro sono antitetiche. La primaporta al consolidamento <strong>del</strong>l’attuale economia agraria, così forzosamenteimpoverita, anche attraverso la costruzione <strong>di</strong> filiere corte e <strong>di</strong> cicli cortiche puntano sulla qualità <strong>del</strong>le produzioni; la seconda ci vede già perdenti,perché non riusciremo mai a produrre il pomodoro o il prezzemolo cinesia quei costi <strong>di</strong> produzione che, nonostante un trasporto lunghissimo, consprechi <strong>di</strong> energia incalcolabili, ha un prezzo sul nostro mercato più basso<strong>del</strong> nostro costo <strong>di</strong> produzione.Se vogliamo competere è solo la qualità l’elemento che può <strong>di</strong>fferenziarela nostra offerta, una qualità totale: dal prodotto al territorio, alla rete <strong>di</strong>relazioni sociali costruite attorno al nostro specifico mo<strong>del</strong>lo agricolo. Edè lecito aspettarsi dalla politica strategie per aiutare nella commercializzazionee nella valorizzazione economica dei prodotti <strong>di</strong> qualità, altrimentichiedere più qualità o produzioni biologiche ai produttori è un non senso.Se dobbiamo parlare <strong>di</strong> agricoltura nei territori collinari dobbiamo quin<strong>di</strong>ban<strong>di</strong>re il concetto <strong>di</strong> competitività a tutti i costi e prospettare soluzioniche, tenendo conto <strong>del</strong>la situazione alimentare e <strong>del</strong>le nuove richieste deiconsumatori sempre più attenti alla genuinità dei prodotti, rimettano in motocolture pregiate e allevamenti <strong>di</strong> grande qualità. Si devono considerare duefatti: il primo che con la creazione <strong>di</strong> filiere corte i prezzi finali potrebberoessere <strong>di</strong> poco superiori ai prezzi <strong>del</strong>le merci prodotte senza le stesse caratteristiche<strong>di</strong> qualità e massima tracciabilità; il <strong>secondo</strong> che la creazione<strong>di</strong> un mercato <strong>di</strong> riferimento per la commercializzazione non è così <strong>di</strong>fficile,se si stimola l’attenzione dei consumatori. Del resto è impensabile che laresponsabilità dei nostri cibi sia affidata soltanto agli agricoltori, senza unapresa <strong>di</strong> coscienza da parte degli utilizzatori <strong>di</strong> questi cibi.L’Assessore Regionale all’Agricoltura Susanna Cenni, ha espresso più voltela volontà <strong>di</strong> valorizzare le produzioni locali, che per noi oltre al vino e all’oliosono rappresentate dal grano duro, dal grano tenero e dai prodotti degliallevamenti (carni, latte, formaggi e insaccati). <strong>Il</strong> fatto che la Provincia <strong>di</strong>Grosseto è stata in<strong>di</strong>viduata dal Consiglio d’Europa come il primo DistrettoRurale, significa che la nostra Provincia esprime questa vocazione agricolae, probabilmente, che l’Europa è <strong>di</strong>sponibile a sostenere questa vocazionecreando le con<strong>di</strong>zioni economiche e <strong>di</strong> sostegno per la sua realizzazione.Appare evidente ed opportuna la necessità <strong>del</strong> supporto costante all’impresaagraria, per creare, tra i giovani, una nuova mentalità <strong>di</strong> consapevolezzae attenzione “culturale” al lavoro agricolo, nel costituirsi <strong>del</strong>la figura, comemi piace chiamare, <strong>del</strong>l’Agri-cultore. L’agri-cultore, oltre ad essere un cultore<strong>del</strong>le tra<strong>di</strong>zioni locali e un appassionato amante <strong>del</strong>le sue terre, curaanche gli aspetti promozionali e commerciali <strong>del</strong>l’azienda, sa come muoversiin ambito economico, pubblicitario e turistico, senza perdere mai <strong>di</strong> vistal’autenticità <strong>del</strong>le tra<strong>di</strong>zioni gastronomiche e vinicole <strong>del</strong> territorio.Se l’agricoltura si legherà inscin<strong>di</strong>bilmente al prodotto <strong>di</strong> qualità, alla localitàgeografica che <strong>di</strong>venta famosa nel mondo, se aprirà la strada ad un turismovario, che va dal turismo <strong>di</strong> alta qualità al turismo più economico, allorail giovane agricoltore potrà, finalmente, trarre sod<strong>di</strong>sfazioni enormi da unlavoro/cultura/scelta <strong>di</strong> vita che lo mette in contatto con altri giovani, conaltre realtà, sia agricole che industriali, promuovendo la qualità che vienedalla tra<strong>di</strong>zione.


L’Unione fa la forza..per ripartirea cura <strong>del</strong> Gruppo <strong>di</strong> Minoranza<strong>Scansano</strong> racchiude in sè tesori agro alimentari <strong>di</strong> alto pregio, punti <strong>di</strong> forza che devonoessere tutelati e rafforzati, esibiti, sponsorizzati ed esportati in ogni dove, così dapromuovere il nostro bellissimo territorio e renderlo economicamente e culturalmentesempre più ricco.Nella zona scansanese sono presenti <strong>di</strong>verse associazioni volte a tutto questo. Cometutti sappiamo il settore vino sta raggiungendo risultati eccezionali, assolutamentesod<strong>di</strong>sfacenti: certo è che dovremo mirare ad accrescere sempre più le modalità <strong>di</strong>commercializzazione.Cre<strong>di</strong>amo nella forza <strong>di</strong> collaborazione fra produttori, che, dando vita a <strong>del</strong>le ATI (ovvero<strong>del</strong>le Associazioni temporanee <strong>di</strong> impresa), potrebbero proporre e commercializzareun prodotto, con l’obiettivo <strong>di</strong> raggiungere un certo tipo <strong>di</strong> mercato.Nel nostro territorio sono tuttora esistenti <strong>del</strong>le associazioni, che a nostro avviso dovrebberocreare <strong>del</strong>le ATI, ovviamente per il loro bene, e, per riuscire appunto a dareuna maggiore e concreta risposta a ciò che il mercato richiede. Ci vorremmo riferireper l’appunto al POS, ovvero Produttori olivicoltori scansanesi, che potrebbero averesicuramente opportunità <strong>di</strong>verse, superando, qualora ce ne fossero, contrasti personali,avendo <strong>di</strong> base la medesima unità <strong>di</strong> intenti, volta a produrre un ottimo prodottoe con l’obiettivo <strong>di</strong> riuscire a commercializzarlo con costi <strong>di</strong> produzione molto minori.Come <strong>di</strong>ce un noto proverbio “ L’unione fa la forza!”, anche in questo caso la collettivitàvince e riduce i costi.Ci vorremmo ricondurre poi ad un <strong>di</strong>scorso affrontato già da tempo: quello <strong>del</strong>la filieracorta, che come nell’altro punto car<strong>di</strong>ne <strong>del</strong>l’economia rurale <strong>del</strong> nostro territorioriguarda oltretutto le zone più svantaggiate. La aziende che puntano sulla pastoriziae sull’allevamento, come le altre già citate che si riconducono a questo tipo <strong>di</strong> produzione,da ora in poi potranno usufruire <strong>del</strong> nuovo PSR (Piano <strong>di</strong> Sviluppo Rurale), inquanto saranno maggiormente favorite nell’ adottare la metodologia <strong>del</strong>la fliera corta,producendo una materia prima <strong>di</strong> più semplice lavorazione e riuscendo a posizionareil prodotto finito in un segmento <strong>di</strong> mercato <strong>di</strong> nicchia, bypassando così inutili passaggicommerciali che, in questo momento, contribuiscono a svalutare la materia primastessa. Ciò vale anche per gli altri punti già citati per lo sviluppo <strong>del</strong>l’economia rurale<strong>del</strong> nostro territorio.Sicuramente quello a cui tutti gli impren<strong>di</strong>tori agricoli dovrebbero mirare per il buonfunzionamento <strong>del</strong>la propria azienda, dovrebbe essere un sistema <strong>di</strong> produzioni <strong>di</strong>versificate,basate su quelli che sono i punti car<strong>di</strong>ne <strong>del</strong>la nostraeconomia, in maniera che qualora l’andamento <strong>del</strong> mercatoda cui <strong>di</strong>pen<strong>di</strong>amo presentasse in un settore <strong>di</strong>fficoltà <strong>di</strong>espansione ed inserimento nel mercato, altri possano assicurarecomunque un sicuro guadagno, abbattendo cosìl’eventuale paura <strong>di</strong> insuccesso e l’ inattività <strong>del</strong>l’azienda.A questo punto potremmo terminare con una domanda sullaquale vorremmo farvi riflettere, in maniere concreta:Alla luce <strong>del</strong>le affermazioni sopra descritte, non credeteche manchi qualche cosa nell’andamento <strong>del</strong>la produzionee conseguente commercializzazione dei prodotti che questabellissima <strong>terra</strong> scansanese ci offre? Non credete siaarrivato il momento <strong>di</strong> far cambiare qualche cosa? L’unionefa la forza, facciamolo <strong>di</strong>ventare un principio in<strong>di</strong>spensabileper un nuovo punto <strong>di</strong> partenza, concreto e con obiettivi comuni.(Annalisa Paoli)<strong>Il</strong> Consorzio <strong>di</strong> Tutela <strong>del</strong> Morellino <strong>di</strong> <strong>Scansano</strong> DOCGa cura <strong>del</strong> Consorzio <strong>di</strong> Tutela<strong>Il</strong> Consorzio Tutela <strong>del</strong> Vino Morellino<strong>di</strong> <strong>Scansano</strong> nasce nel 1992per volontà <strong>di</strong> un piccolo gruppo<strong>di</strong> produttori, decisi a supportaree valorizzare il proprio prodotto aDenominazione <strong>di</strong> Origine Controllata,attraverso azioni <strong>di</strong> promozionee tutela. Nel corso degli anni ilConsorzio è andato man mano ampliandoil comparto associativo,fino ad accogliere più <strong>di</strong> 250 soci,oltre 50 dei quali con almeno unapropria etichetta <strong>di</strong> Morellino <strong>di</strong><strong>Scansano</strong> sul mercato. Ed è proprioin virtù <strong>di</strong> questa forte rappresentativitàterritoriale e produttiva (oltreil 66% <strong>del</strong>l’intera produzione vitivinicola<strong>del</strong>la Denominazione) che èstato riconosciuto al Consorzio ilcompito <strong>di</strong> applicare controlli ergaomnes, ossia su tutti i produttori<strong>di</strong> uva e vino Morellino, soci e nonsoci <strong>del</strong> Consorzio, atti a garantireal consumatore la qualità e l’originarietà<strong>del</strong> nostro vino, per specificoincarico <strong>del</strong> Ministero <strong>del</strong>le PoliticheAgricole e Forestali (Decreto<strong>del</strong> Ministero <strong>del</strong>le Politiche Agricole eForestali <strong>del</strong> 16.04.04 pubblicato sullaG.U. n. 103 <strong>del</strong> 04.05.04).<strong>Il</strong> Consorzio, conscio <strong>del</strong>l’alto livelloraggiunto dalla Denominazione intermini <strong>di</strong> qualità e <strong>di</strong> quantità peril lavoro svolto da tutti i produttori,e <strong>del</strong>la rinomanza, anche internazionale,raggiunta dal Morellino <strong>di</strong><strong>Scansano</strong>, ha richiesto ed ottenutoa partire dalla vendemmia 2007, ilriconoscimento massimo su scalanazionale per un vino, ossia la Denominazione<strong>di</strong> origine Controllatae Garantita, entrando <strong>di</strong> <strong>di</strong>ritto nellaelite dei gran<strong>di</strong> vini italiani.Con la DOCG ed il controllo ergaomnes il Consorzio <strong>di</strong> Tutela ritiene<strong>di</strong> offrire al consumatore lemigliori credenziali <strong>di</strong> qualità, rafforzateda continue verifiche sullaproduzione.


Gli eventi.. 10L’estatatura dei saporiNell’estate scansanese, tante le iniziative legate al territorio e a ciò che <strong>di</strong> buono e <strong>di</strong> bello la nostra Maremma ispira.Se <strong>Scansano</strong> e il suo pregiato Morellino Docg sono <strong>di</strong>ventati protagonisti <strong>del</strong>la scenaenogastronomica internazionale, è forse perché dai primi <strong>del</strong>l’800 il capoluogo collinareha de<strong>di</strong>cato particolare cura all’agricoltura e alla viticoltura, anche grazie allafigura <strong>di</strong> Vannuccio Vannuccini, esperto <strong>di</strong> Scienze Agrarie e stu<strong>di</strong>oso <strong>di</strong> viticoltura,che trascorse a <strong>Scansano</strong> lunghi perio<strong>di</strong> de<strong>di</strong>candosi a ricerche sulla vitivinicoltura econtribuì, insieme alla sua famiglia, alla fortunata stagione <strong>del</strong>l’Estatatura. Per renderei giusti meriti al Vannuccini, l’Amministrazione Comunale <strong>di</strong> <strong>Scansano</strong> in collaborazionecon la Cantina dei Vignaioli ha promosso un importante convegno sulla figura<strong>di</strong> Vannuccio Vannuccini, Sabato 4 agosto, al Teatro Castagnoli dal titolo “VannuccioVannuccini: le ra<strong>di</strong>ci <strong>del</strong>la Cooperazione”. La figura <strong>di</strong> Vannuccio Vannuccini è particolarmenteimportante per il territorio scansanese per i valori che stanno alla base<strong>del</strong>la nascita <strong>del</strong> Morellino <strong>di</strong> <strong>Scansano</strong>. Vannuccini comprese, per primo, che la veraforza dei produttori agricoli risiedeva nella cooperazione, cioè nel lavoro <strong>di</strong> squadraper il raggiungimento <strong>di</strong> comuni obiettivi: una convinzione che contribuì alla fondazione<strong>del</strong> Consorzio Agrario <strong>del</strong> paese e che, già nel 1884, apriva la strada alla fondazione<strong>del</strong>le Cantine Sociali e vedeva perciò nella Cooperazione lo sbocco più efficace per unamigliore <strong>di</strong>vulgazione dei prodotti <strong>del</strong>la <strong>terra</strong> e <strong>del</strong>la fatica <strong>del</strong>l’uomo.” Nell’occasionela Cantina dei Vignaioli <strong>del</strong> Morellino <strong>di</strong> <strong>Scansano</strong> ha presentato il “Vannuccio”, unrosso <strong>di</strong> grande qualità; è stato, inoltre, mostrato al pubblico il libro “Istituto Vegni.Dalle origini ai giorni nostri”, una pubblicazione <strong>del</strong>l’Istituto Agrario Angelo Vegni leCapezzine, fondato nel 1883 a Cortona (Arezzo), <strong>di</strong> cui il Vannuccini fu professore e<strong>di</strong>rettore. E’ stato presentato inoltre il progetto “Archeo Vino a <strong>Scansano</strong>: dalla vitesilvestre alla ricostruzione <strong>del</strong> vigneto etrusco” in collaborazione con l’Università <strong>di</strong>Siena che prevede la realizzazione <strong>di</strong> un Parco tecnologico <strong>del</strong>la viticultura antica nell’areaarcheologica <strong>di</strong> Ghiaccioforte.La settimana successiva, dal 9 al 10 Agosto, si è tenuta un’iniziativa speciale per <strong>di</strong>vulgarela conoscenza <strong>del</strong> vino e degli altri prodotti tipici agroalimentari organizzatadall’Amministrazione Comunale in collaborazione con l’associazione Strada <strong>del</strong> Vinoe dei Sapori Colli <strong>di</strong> Maremma: “Non solo Morellino nella Ma<strong>di</strong>a dei sapori”. Giornalistied esperti <strong>di</strong> enogastronomia, invitati a <strong>Scansano</strong> per l’occasione, riuniti in duecommissioni, hanno assaggiato, nei <strong>numero</strong>si ristoranti <strong>del</strong>la zona che hanno aderitoall’iniziativa, cibi realizzati dai ristoranti preparati, da regolamento, con almeno dueprodotti agroalimentari territoriali scelti tra prodotti DOP e IGP, o comunque in<strong>di</strong>caticome prodotti tipici e tra<strong>di</strong>zionali, che sono stati proposti in abbinamento a vini locali.Un’iniziativa immersa nella tra<strong>di</strong>zione enogastronomica, nella riscoperta dei valorilegati al territorio <strong>di</strong> <strong>Scansano</strong> e dei tratti peculiari <strong>del</strong>la Maremma, con nomi notinell’ambiente <strong>del</strong>la cultura enogastronomica: da Carlo Ravanello, autore <strong>del</strong>la guidaall’enoturismo “Dimore <strong>di</strong> Bacco” in collaborazione con l’Associazione Nazionale <strong>del</strong>leCittà <strong>del</strong> Vino <strong>di</strong> Siena, Riccardo Lagorio, giornalista esperto <strong>di</strong> prodotti agroalimentaritra<strong>di</strong>zionali, Alessandro Maurilli giornalista <strong>di</strong> comunicazione enoica, e l’ingleseKhaterine Anne Singleton. Un viaggio nei Sapori <strong>di</strong> buono, <strong>di</strong> tra<strong>di</strong>zione, <strong>di</strong> genuino,tra Morellino e piatti tipici maremmani, conclusosi il pomeriggio <strong>del</strong>l’11 Agosto alleore 18,00, nella sala conferenze <strong>del</strong> palazzo pretorio, dove Ristoratori, chef e produttori<strong>del</strong>la Strada <strong>del</strong> Vino e dei Sapori Colli <strong>di</strong> Maremma, che hanno lavorato in pienasintonia, hanno ottenuto il plauso <strong>del</strong>la commissione.E per i turisti attratti dall’enogastronomia scansanese, si sono svolte tante iniziativeconviviali ed artistiche. Tra queste “Orizzonte a Colori” La mostra <strong>del</strong>l’artista romanoMauro Stampatori a <strong>Scansano</strong> che è stata allestita da maggio ed agosto nei locali <strong>del</strong>Museo Archeologico e Museo <strong>del</strong>la vite e <strong>del</strong> vino, al Palazzo Pretorio. Architetto e pittore(due anime <strong>del</strong>l’arte in un solo cuore), è partito da “Via Margutta” più <strong>di</strong> trent’annifa, soffermandosi su gli angoli <strong>di</strong> vita quoti<strong>di</strong>ana e un po’ magica <strong>del</strong>la Capitale, arrivandosette anni fa, in Maremma, dove tra la tranquillità e la bellezza <strong>del</strong> paesaggiotrova l’ispirazione per altre tele, colorando vicoli e campagne, ritraendo gente <strong>di</strong> paesee momenti <strong>di</strong> vita con virtuosismi cromatici ed entusiasmi. E ancora “Ragnatele <strong>di</strong>Maremma”, una mostra d’arte varia e originale, un’ensemble <strong>di</strong> quattro artisti: : ZitaMagnani pittrice e scultrice scansanese, Annalisa Paoli, giovane decoratrice <strong>di</strong> vetrie cristalli, Jenny Barraco, creatrice <strong>di</strong> gioielli in fili <strong>di</strong> seta, perline e cristalli e GianPaolo Filippeschi, pittore macchiaiolo proveniente dalla prestigiosa scuola Sabatelli <strong>di</strong>Follonica. I“Frammenti” <strong>di</strong> Piero Sabatini sono stati esposti a settembre al Museo Ar-


11 Gli eventi...La stagione <strong>del</strong> Castagnoli2 0 0 7 - 2 0 0 8Sabato 1° <strong>di</strong>cembreConcerto <strong>del</strong> Corpo Filarmonico<strong>di</strong> Poggio MurellaBrani classici e moderniSabato 29 <strong>di</strong>cembreConcerto <strong>di</strong> fine anno<strong>del</strong>l’Orchestra SinfonicaCittà <strong>di</strong> GrossetoMartedì 15 gennaioGli Ipocriti Coop. S.p.A.L’ALBERGO DEL SILENZIO<strong>di</strong> Eduardo Scarpettacon Simona Marchini, GiovanniEsposito, Mimmo Esposito,Ernesto LamaSabato 26 gennaioTeatri d’ImbarcoL’ARMADIO DI FAMIGLIA(ovvero la nostra ultima guerra)<strong>di</strong> Nicola ZavagliRegia <strong>di</strong> Nicola Zavaglicon Beatrice Visibelli, GiovanniEsposito, Marco Natalucci, AndreaCaffaz, Marco Cappuccini,Anna Gori, Chiara Martignoni,Valentina TestoniMusiche <strong>di</strong> Chiara Rion<strong>di</strong>no, eseguitedal vivo da Chiara Rion<strong>di</strong>noSabato 9 febbraioLa Compagnia <strong>del</strong> PepeANDREA MUZZIMEGLIO LASCIAR PERDERE<strong>di</strong> Andrea Muzzi, GiampieroPizzol, Andrea B.Savelli, AntonioDe Luca con la collaborazione <strong>di</strong>Marco VicariRegia: Andrea Bruno SavelliDomenica 24 febbraioPupi e Fresedde – Teatro <strong>di</strong> Rifre<strong>di</strong>IL DIARIO DI EVAmiracolosamente ritrovato nelgiar<strong>di</strong>no <strong>del</strong>la Signora Darwinda Mark Twaintesto e regia <strong>di</strong> Angelo Savellicon Lucia PoliSabato 8 marzoTeatro FilodrammaticiTUTTI I SANTI GIORNI<strong>di</strong> Michele Serracon Andrea Brambilla“Zuzzurro”cheologico e <strong>del</strong>la Vite e <strong>del</strong> Vino durante tutto il mese <strong>di</strong> Settembre.<strong>Il</strong> titolo <strong>del</strong>la personale, “Frammenti”, è stato volutodall’autore perchè ogni sua pittura, <strong>di</strong> qualunque <strong>di</strong>mensionesia, presenta al <strong>di</strong> là <strong>del</strong> soggetto, <strong>del</strong>iziosi “frammenti” geometricipuramente decorativi, mai inseriti a caso ma stu<strong>di</strong>atinella forma e nel colore in modo da non irrompere nella storia<strong>del</strong> quadro stesso.Durante il mese <strong>di</strong> settembre a <strong>Scansano</strong> anche la mostra neilocali espositivi <strong>del</strong>la Scuola elementare <strong>di</strong> <strong>Scansano</strong> la mostra“GARIBALDI INNAMORATO: le donne, la natura e gli animali”in occasione <strong>del</strong> bicentenario <strong>del</strong>la nascita <strong>di</strong> Garibal<strong>di</strong> datoche il paese, con la sua gente e le sue Istituzioni, ha vissutotutti gli ideali <strong>di</strong> patriottismo e <strong>di</strong> libertà propri de secolo <strong>del</strong>Risorgimento.E per festeggiare Garibal<strong>di</strong> il Comune <strong>di</strong> <strong>Scansano</strong> ha promossoanche un’altra simpatica iniziativa: un evento che ha svelatoai ragazzi <strong>del</strong>le scuole <strong>di</strong> Pomonte e <strong>Scansano</strong> il mondo magico<strong>del</strong> fumetto e i risvolti non convenzionali <strong>del</strong>la storia. Lapresentazione <strong>del</strong> fumetto “Camicie Rosse a <strong>Scansano</strong>”, uscitoine<strong>di</strong>to in questa occasione da un’idea <strong>del</strong>l’AmministrazioneComunale, racconta, <strong>di</strong>vertendo, le avventure <strong>del</strong>la ColonnaZambianchi, i garibal<strong>di</strong>ni <strong>del</strong>la “Spe<strong>di</strong>zione dei Mille” guidatadall’omonimo colonnello che, mentre Garibal<strong>di</strong> era Talamone,cercarono una via <strong>di</strong>versa per arrivare a Roma, sostandoa <strong>Scansano</strong>, accolti dall’entusiasmo patriottico popolare. Perla speciale occasione erano presenti in teatro lo sceneggiatoreRoberto Dal Pra e il <strong>di</strong>segnatore Rodolfo Torti, il docente <strong>del</strong>l’Università<strong>di</strong> Firenze e scansanese Arnaldo Bruni.E non poteva mancare negli ultimi due week end <strong>di</strong> Settembre,ovviamente, la Festa <strong>del</strong>l’Uva, che promuove il Morellinoe lo festeggia ormai da 39 anni. q


15 I l C l i m aPrimavera,non solorose e fioriA cura <strong>del</strong> prof. Giovanni BianchiPoeti e pittori celebrano la Primavera come la piùbella stagione <strong>del</strong>l’anno. La realtà è molto <strong>di</strong>versa. Itre mesi presi questa volta in esame (Marzo, Aprile,Maggio) sono caratterizzati da notevole variabilitàdal punto <strong>di</strong> vista meteorologico. Solo Maggio, ingenerale, si presenta più stabile. <strong>Il</strong> motivo <strong>del</strong>l’incostanzava ricercato nelle trasformazioni che si manifestanonella pressione, nella temperatura e nell’umi<strong>di</strong>tà,tutte causate dal maggior riscaldamento,che mirifica le messe d’aria e quin<strong>di</strong> la circolazionegenerale <strong>del</strong>l’atmosfera.A giornate calde con splen<strong>di</strong>do sole, si succedono, inmaniera improvvisa, giornate fredde, piovose, ventosee non rare cadute <strong>di</strong> neve. Una situazione <strong>del</strong>genere è stata quella <strong>del</strong>la Primavera 2007. Aprile,come vedremo, ha manifestato caratteristiche <strong>di</strong>mese estivo. Dei tre mesi primaverili, rappresentiamole tavole riassuntive che riguardano le piogge ele temperature.MESEDA EVIDENZIARENEI TRE MESI ESAMINATI:MARZO:giorno 4: Temp. Max. assoluta + 20°c“ 20: caduta <strong>di</strong> neve tonda conaccumulo al suolo cm.1giorno 23: Temp. Min. assoluta + 0,3°cAPRILE:giorno 4:Temp. Min. Assoluta +7,7°c“ 21: Temp. Max. Assoluta + 25°cme<strong>di</strong>a piogge mm:1 mm = 1 Lt 1 mgMAGGIO:giorno 23: Temp.Min.Assoluta +8,2°c“ 29: Temp.Max.Assoluta +29,4°c1°DEC 2°DEC 3°DECMarzo 11,2 27 16n°me<strong>di</strong>ogiorni prec.0>1mmPIOGGEn°me<strong>di</strong>o giornicon prec. 0>1mm1 dec= 10 giorniprec. tot.mensiliL’andamento meteo-climaticocome ha influenzato lo sviluppo <strong>del</strong>le colture agricole?me<strong>di</strong>e mensilianni 1990-9910 2 54,2 61,43Aprile 11 5 4 3 1 20 93,81Maggio 30,5 18 25 9 2 73,5 67,45me<strong>di</strong>a temperature maxTEMPERATUREme<strong>di</strong>a temp.max mensilime<strong>di</strong>a temperature min1°DEC 2°DEC 3°DEC 1°DEC 2°DEC 3°DECme<strong>di</strong>a temp.min. mensilime<strong>di</strong>e mensilianni 1990-99Marzo 14,8°C 15°C 10,9°C 13,56°C 7,9°C 7,2°C 3,7°C 6,26°C 8,49°CAprile 16,8°C 21,3°C 22,1°C 20,06°C 9,05°C 11,8°C 13,4°C 11,4°C 10,8°CMaggio 17,9°C 21,6°C 22,9°C 20,8°C 11,5°C 12,7°C 15°C 13°C 16,57°C“...Ma dove sono andate quelle piogge d’aprile,che in mezz’ora lavavano un’anima o una stradae lucidavano in fretta un pensiero o un cortile,bucando la <strong>terra</strong> dura e nuova come una spada.”Francesco GucciniI tre mesi considerati, visto anche l’inverno particolarmente mite, hanno comportanoun anticipo nei processi vegetativi. Va inoltre segnalata una carenzadal punto <strong>di</strong> cista idrico, che si è manifestata in modo notevole nel mese <strong>di</strong>Aprile, dopo un autunno e un inverno piuttosto avari <strong>di</strong> precipitazioni.Le temperature elevate e il persistere <strong>del</strong>le alte pressioni in Aprile, hanno creatosituazioni <strong>di</strong> forte EVAPOTRAPIRAZIONE (termine usato in agro-meteorologiaper determinare la quantità d’acqua che dal terreno passa nell’aria allo stato<strong>di</strong> vapore per causa sia <strong>del</strong>la TRASPIRAZIONE <strong>del</strong>le piante, sia <strong>del</strong>l’EVAPORAZIO-NE <strong>di</strong>rettamente dal terreno). Fioriture anticipate e formazione <strong>di</strong> frutti hannocostituito forte stress per le colture. <strong>Il</strong> mese <strong>di</strong> Maggio ha in parte riparato allecarenze idriche dei mesi precedenti, consentendo in seguito una raccolta accettabiledei cereali. <strong>Il</strong> persistere <strong>del</strong>le temperature sopra le me<strong>di</strong>e nei perio<strong>di</strong>invernale e primaverile comporta un anticipo <strong>del</strong>la maturazioni <strong>del</strong>le uve.


Augusto Rey, Campagna con pagliai. Particolare.Comunico al sindaco: _________________________________________________________________________________________________________________________________________________________Vorrei che questa persona ricevesse il giornale:nomecognomein<strong>di</strong>rizzoPer comunicazioni relative a questo giornale:Comune <strong>di</strong> <strong>Scansano</strong>via XX settembre 34 - 58054 <strong>Scansano</strong> (GR)e-mail: info@comune.scansano.gr.itTel. 0564 509404 - Fax. 0564 509425

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!