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pdf italiano - Beato Luigi Monza

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Una proposta di vita


PRESENTAZIONEE’ con grande gioia e con amorosa trepidazione che diamo il «via» alla pubblicazione degli scritti diDon Luigi che abbiamo potuto raccogliere e organizzare con faticoso e paziente lavoro, ma che hagià prodotto in tutti coloro che vi hanno collaborato i benefici effetti di un approfondimento piùluminoso e più vivo della particolare spiritualità che Egli ha voluto trasmettere nel dare vita a questanostra Istituzione delle «Piccole Apostole della Carità».Sono certa che la loro conoscenza produrrà altrettanto benefico effetto in tutte le Sorelle di oggi e didomani, e mi auguro anche in tutti quegli Amici che intendono la loro «amicizia» alla nostra Operacome una partecipazione più profonda all’impegno di vita spirituale e di perfezione cristiana allaquale, in modo speciale, sono state chiamate le «Piccole Apostole della Carità».Con l’allontanarsi nel tempo della scomparsa di Don Luigi in mezzo a noi, si è andato facendosempre più vivo e forte il bisogno delle Sorelle che non l’hanno conosciuto di sapere qualcosa dipiù di Lui, di conoscere il Suo pensiero in modo più genuino, di avere dei punti basilari di verificadella propria vita spirituale improntata all’Ideale da Lui proposto.Forse per il numero cresciuto di Sorelle, in confronto alle poche che sono state testimoni della Suavita e che possono prestare questo servizio alle nuove generazioni con la tradizione orale,maggiormente acquistano valore quei « pochi scritti» che ora vengono pubblicati.Ho detto «pochi scritti»; per la verità, forse, da un Fondatore tutti si sarebbero aspettati chissà qualitrattati spirituali, quale abbondante epistolario, quanti schemi di predicazione o altro. Ci troviamoinvece davanti poche pagine che comprendono tutto quanto di Suo si è reperito. I motivi sonomolteplici:- è noto a tutti come Don Luigi non fosse «uomo di lettere» e per lo più schivo dal mettere periscritto e in modo organizzato tutta la ricchezza delle Sue intuizioni spirituali;- la Sua corrispondenza non è mai stata molto intensa con nessuno e molte lettere personali sonoandate irrimediabilmente perdute perché distrutte;- alla Sua epoca non si usavano i registratori e quindi la Sua voce non ha mai potuto essereregistrata.- Pochi sono anche gli appunti, in quanto i Suoi insegnamenti, le Sue esortazioni, le Sue predichee conferenze (e poco hanno di questo nome i trattenimenti che lui faceva alle Sue figliole),erano quasi sempre fatti in forma estemporanea, utilizzando le occasioni fortuite che sipresentavano nelle varie circostanze quando Egli veniva a trovarsi con il nostro gruppo;- molte delle Sue esortazioni e dei Suoi Insegnamenti inoltre sono avvenuti nell’intimità dellecomunicazioni interpersonali, nella direzione spirituale, il cui contenuto è stato ben custodito nelcuore di ognuna che ne è stata arricchita, ma poco però sono state esplicitate o tradotte inqualche documentazione scritta.Forse possiamo dire che è stato meglio così.I pochi scritti possono però costituire un patrimonio inesauribile per chi vuole approfondirli,possono essere più facilmente oggetto di verifica e punto di riferimento. E certamente Don Luigiaveva intuito che il mondo di oggi attende dalla Chiesa una testimonianza di vita e non solo unmagistero, pur autorevole, consegnato alle parole.Questi pochi scritti hanno anche il ruolo di provocazione per le Sorelle che hanno conosciuto DonLuigi perché possono costituire la base su cui ricostruire nella propria memoria, per passarla inconsegna alle nuove generazioni, la testimonianza di vita che Egli ci ha dato.Non è stato nemmeno facile raccogliere organicamente per argomenti gli scritti a nostradisposizione, pertanto il tentativo fatto, potrà sembrare non del tutto soddisfacente, ma non si èpotuto fare altrimenti. Tuttavia, se si troveranno delle ripetizioni, certamente si potrannoevidenziare le particolari sfumature che gli stessi concetti possono assumere a seconda dellacollocazione che hanno trovato nella presente pubblicazione. Quello che apparirà evidente è la


Presentazione«costante» delle linee fondamentali che si ritrovano in ogni capitolo nel quale la materia è stataraccolta, anzi in ogni pagina ed in ogni riga.I famosi «cinque punti» costituiscono il nucleo fondamentale intorno al quale si dipanano e sisviluppano tutti gli altri argomenti e le proposte di un impegno di vita cristiana, che non solodevono essere sostenuti con costante fedeltà, ma devono anche renderci capaci di eroismo.Non è di poco significato che la pubblicazione avvenga in questo particolare momento:- si sta attuando la revisione delle Costituzioni in previsione dell’Assemblea Generale che ledovrà ratificare per sottoporle alla definitiva approvazione della Chiesa.Gli scritti costituiranno un importante mezzo di verifica e di confronto per accertare che tutto ilpensiero di Don Luigi venga tradotto nelle Costituzioni e nelle normative che verrannoproposte;- la coincidenza della «nascita» nel Gruppo Amici de «La Nostra Famiglia» dei gruppi dispiritualità.Penso che anche queste persone che, come è già stato detto, desiderano avvicinare «La NostraFamiglia» con l’intendimento di conoscere le motivazioni profonde e spirituali che animano tutta lasua attività e l’ideale di perfezione cristiana proposto dal Fondatore a chi più da vicino le avevaaccolte, potranno trovare in questi scritti valide indicazioni e stimolante alimento da tradurre nelloro impegno di vita.La ricorrenza liturgia in cui queste note vengono dettate, il «Corpus Domini», mi porta a richiamareciò che forse negli scritti non appare a sufficienza: lo spirito intenso di fede e il grande amore cheDon Luigi nutriva per l’Eucarestia, per il Sacerdozio, per la presenza reale di Gesù fra noi.Mi piace ricordare con le Sue stesse parole come, con la Sua consueta semplicità non mai disgiuntada profondo intuito, descriveva l’amore di Cristo per gli uomini nel lasciare ad essi il donodell’Eucarestia; diceva: «la mamma quando non sa come esprimere l’amore che ha per il suobambino dice: » «io ti mangio!».Così ha fatto Gesù per esprimere il Suo grande amore per gli uomini: si è davvero lasciatomangiare».Inoltre Don Luigi non disgiungeva mai le riflessioni sull’Eucarestia, che proponeva ai Suoi fedeli,dal pensiero del «bel Paradiso». Infatti mentre invitava in questa vita terrena a cibarsi di Cristo perpossederlo nel mistero dell’Eucarestia, insegnava come veramente ciò costituisce il «pegno dellagioia futura» e sempre invitava a gioire al pensiero del felice incontro con Dio e fra tutti noi nel«bel Paradiso».Vuole essere questo anche il mio auguro per tutti coloro che si propongono di seguire gliinsegnamenti di Don Luigi: che con Lui tutti possiamo ritrovarci un giorno, veri fratelli, nella casadel Padre.La Responsabile GeneraleZaira SpreaficoPonte Lambro, 17 giugno 1976Festa del Corpo e del Sangue del Signore3


CAPITOLO PRIMOFine e fisionomia dell’istitutoDon Luigi ha ricevuto da Dio l’intuizione profonda della necessità di far rivivere nella societàmoderna la carità degli Apostoli e dei primi cristiani.Preso da questo ideale non ha indugiato a realizzarlo in se stesso ed a diffonderlo nel proprioambiente.In particolare pensò ad un gruppo di anime predisposte per chiamata divina a condividere il suocarisma: anime generose disposte alla nobile missione fino al sacrificio della vita, e volle cheformassero una famiglia, segno della carità di Cristo nel mondo.


CAPITOLO PRIMO - Fine e fisionomia dell’istituto«Le Piccole Apostole della Carità sono anime volenterose, le quali, vedendo il mondo attualeallontanarsi da Dio e ritornare al paganesimo, si propongono di penetrare nella società moderna conlo spirito degli Apostoli e con la carità pratica dei primi cristiani, per far assaporare la spiritualitàdel Vangelo e far gustare la gioia di vivere fratelli in Cristo».dalle prime Costituzioni ufficialmente approvate«La nuova Istituzione svolge il compito di ritornare la società alla Carità dei primi cristiani. Perciò isuoi membri devono possedere lo spirito degli Apostoli e agire come gli Apostoli tenendo calcolodei bisogni del proprio tempo».«Il fondamento della nuova Istituzione è precisamente la Carità degli Apostoli e dei primi cristiani».«Soprattutto vi sia affacciato alla mente di ognuno l’ideale attraente della Carità dei primi cristianiche rende facile qualsiasi impresa e fa diventare amabile qualsiasi sacrificio».«L’alto ideale, posseduto per vocazione, è lo spirito degli Apostoli che ognuna deve sentirefortemente in sé: «Andare per tutto il mondo, predicate il mio Vangelo ad ogni creatura» e fateassaporare la gioia di vivere fratelli in Cristo».dagli scrittiL’idealeschema di predicaVederloConoscerloAmarloViverlodinnanziavvoltipenetrati - lasciarsi assorbirecontemplarlodistinguerlo dagli altripenetrarlo nella sua essenzaperché è bello e buonoperché porta vantaggipensarlodesiderarlooperare5


CAPITOLO PRIMO - Fine e fisionomia dell’istitutoI primi cristianiLe citazioni negli scritti di Don Luigi ci dicono che cosa lo aveva colpito di più della vita dei primiCristiani.La comunità dei primi Cristiani diventa il modello della comunità delle Piccole Apostole.- Vivere il mistero di Cristo che manifesta la sua presenza nella comunità primitiva: la Chiesa;- i primi Cristiani portavano la buona novella al mondo pagano;- vivevano nell’attesa del ritorno del Cristo: essenzialità e semplicità della loro vita;- formavano un cuor solo ed un’anima sola;- facevano dire agli altri: se questi e queste perché non io?;- disprezzavano denaro e gloria;- tutto era comune tra loro e non c’era tra essi chi avesse bisogno;- facevano scomparire ogni disuguaglianza tra ricco e povero, tra buono e cattivo;- si amavano come membra del corpo mistico di Cristo;- facevano bene anche a chi faceva loro del male, vincevano il male con il bene;- compivano atti di eroismo, contenti di soffrire per Gesù Cristo;- dicevano al persecutore: e tu mi sarai fratello in Cristo;- avevano la gioia;- conservavano in ogni pena e tribolazione la pace costante.Citazioni riportate dalla Scrittura più frequentemente ricorrenti negli scritti e nei discorsi di Don Luigi.6


CAPITOLO PRIMO - Fine e fisionomia dell’istitutoCome gli apostoli«Per ritornare la società alla carità dei primi cristiani, i membri della Istituzione devono possederelo spirito degli Apostoli e agire come gli Apostoli tenendo calcolo dei bisogni del nostro tempo».* * *« Una delle grazie più grandi che ci ha fatto il Signore è quella, certamente, di averci chiamato afare del bene; la vocazione è un privilegio di amore che non a tutti concede.La vocazione poi, come quella degli Apostoli, con lo spirito degli Apostoli supera tutte le altrechiamate perché è la stessa opera di Cristo sulla terra continuata nei secoli.Noi però vogliamo chiamarci Piccole Apostole per indicare la nostra pochezza in confrontodell’alto compito che Egli ci ha voluto affidare di portare la nuova novella al mondo, divenutopagano, di far assaporare la spiritualità del Vangelo e di far gustare la gioia di vivere fratelli inCristo.Si capisce dunque subito come queste anime a cui il Signore affida questo mandato, debbanoesaminarsi ed essere esaminate se posseggono la vocazione degli Apostoli, cioè missionaria nelsenso più stretto della parola e i requisiti necessari per conseguire questo fine.Di conseguenza lo spirito degli Apostoli deve essere per la Piccola Apostola il primo movente,come fuoco che arde sempre e non si consuma mai, come sete ardente che desidera l’acquazampillante della fonte e come l’esiliato che anela il ritorno nella sua patria.Queste considerazioni devono essere proposte alle novizie perché esse scrutino il loro interno pervedere se il Signore ha veramente posto in esse questo seme che attende lo sviluppo.I superiori poi si rendano sicuri di questa vocazione per conseguire gli scopi che l’Opera si proponeche sono quelli di compiere il comando ricevuto dal Signore di penetrare nella società moderna perfarla ritornare alla carità dei primi Cristiani.Far ritornare la società attuale alla carità dei primi cristiani non sarà mai possibile se i membri dellaconquista non siano essi stessi l’esempio pratico. Si legge nelle prime storie del cristianesimo che ipagani si convertivano non tanto per i miracoli quanto piuttosto per il disprezzo che i primi cristianiavevano della gloria e del denaro.Allora, se i miracoli non sono bastati per convertire il mondo pagano occorrerà trovare un mezzopiù spediente. E il mezzo più spendente, anzi il più efficace, credo sia la santità della nostra vita.Sia dunque la nostra vita santa, ma di quella santità che si presenta come modello da imitare».dagli scrittiLe Piccole Apostole devono formarsi la spiritualità dell’Apostolo ad imitazione degli Apostoli.Il concetto emerge in modo chiaro raccogliendo tutto quello che Don Luigi, con insistenza, haripetuto, nei vari scritti, su questo argomento.Ne scaturisce una «fisionomia» caratteristica della Piccola Apostola.I membri della nuova Istituzione devono possedere lo Spirito degli Apostoli e agire come gliApostoli.E’ necessario che ognuno faccia verificare in sé quello che diceva S. Paolo: «mihi vivere Christusest». Raggiungere il distacco totale: non sono più io che vivo, ma è Cristo che vive in me (S. Paolo)Ci saranno grandi difficoltà, siccome si tratta di andar contro al demonio, al mondo, alle passioni.Vi saranno anche delle persecuzioni, forse anche dei tradimenti ma, ad imitazione degli Apostoliche «ibant gaudentes», noi si farà altrettanto.7


CAPITOLO PRIMO - Fine e fisionomia dell’istitutoLa fede deve essere come quella di Pietro, il quale rispose per tutti gli Apostoli a Gesù Cristo,dicendo: «Tu sei il Cristo, il Figlio di Dio vivo - Tu solo hai parole di vita». E ugualmente deveessere l’amore, quell’amore che Gesù Cristo chiede a Pietro: «Mi ami tu più di costoro?».Alla terza volta rispose così: «O Signore, tu leggi nel cuore, tu lo sai che io ti amo».Un amore quindi che, per paura di non essere sincero, lo si dà a Gesù per constatare se è veramentetale.Qualsiasi sia stata la vita passata ognuno deve imitare S. Paolo nell’azione: tutto per tutti senzatregua.«Abbiate la fermezza di S. Paolo e vogliate affrontare ogni cosa con il coraggio degli Apostoli».Lavorate con tutte le forze a ciò che il Signore ci presenta, senza piani o programmi: charitas Christiurget nos...Essere come gli apostoli vuol dire realizzare il distacco totale da tutto e da tutti e anche da sestessi... per essere totali a Cristo.Lascia quello che hai, vieni e seguimi...Non portare né borsa, né bisaccia, né calzari; nessun altro desiderio devono avere che quello diportare le anime a Cristo e Cristo alle anime.L’umiltà deve essere ancora come quella di S. Paolo che poteva dire di essere.. l’ultimo degliApostoli. Dite: siamo servi inutili...Faranno verificare la sentenza di Gesù Cristo: siate semplici come colombe e prudenti come iserpenti.Essere «come gli Apostoli» è avere la carità degli Apostoli: carità verso Dio e verso il prossimo diuna profondità ed intimità particolari: «vos autem di amicos».«Pietro mi ami tu?» « Mihi vivere Christus est». «Quis nos separabit a charitate Christi?». «Etomnia vestra in charitate fiant».Raggiungere la soavità della carità: «Filioli, diligite invicem» (S. Giovanni).Quella carità che non si ferma a mezza strada, ma sa giungere fino in fondo perché la volontà laguida....Avere la carità pratica degli Apostoli: «noi non abbiamo nulla, ma tutto quello che abbiamo tidiamo».«Siate sempre quindi anime volonterose con il vero spirito degli Apostoli.. Quello spirito che siconsidera completamente nulla all’infuori del bene che dona agli altri.Quella carità che non si arresta a metà strada, ma sa giungere fino in fondo perché la volontà laguida e sa vedere nei nemici gli amici, che sa annullarsi per potersi donare maggiormente agli altri.La gioia degli Apostoli: «ibant gaudentes...».La docilità allo Spirito Santo: per far questo occorre una forza speciale, lo Spirito Santo con tutti isuoi doni.Lo spirito degli Apostoli è universale: «andate per tutto il mondo e predicate il mio Vangelo a tuttele creature... » «farsi tutto a tutti» «ogni compito è buono se fatto dietro l’impulso dello SpiritoSanto» «tutta la terra è vostro posto»...E’ missionario nel vero senso, col distacco totale da tutto e da tutti e anche da se stessi per darsicompletamente a Dio e alla conquista delle anime.La parola d’ordine perciò sarà: «Marcire» come il grano di frumento caduto per terra che darà moltofrutto.dagli scritti8


CAPITOLO PRIMO - Fine e fisionomia dell’istitutoSpirito e fisionomiaNegli scritti di Don Luigi, nonostante che l’ispirazione e l’influsso degli Atti degli Apostoli sianoevidenti, non ci sono nuovi inviti alla «predicazione», alla diffusione della parola.L’accento è sempre posto piuttosto sul «tacere», «non discutere», «marcire» :bisogna invece «farparlare la carità».Le piccole Apostole dovranno «introdursi dovunque e far pensare: con la testimonianza della lorogioia, della carità, della santità della vita....» Il mezzo scelto per l’apostolato, lo stesso cheCristo usò per formare gli Apostoli, lo stesso che usò Don Luigi per formare le sue PiccoleApostole della Carità, non è fare una determinata cosa, seguire un certo piano, dire determinatecose, ma essere in un determinato modo.«Questa è la volontà di Dio: la vostra santificazione».Don Luigi ha meditato lungamente la fisionomia delle Piccole Apostole, ne sono prova i numerosischemi e abbozzi di Costituzioni che sono qui riportati. Ciascuno di essi ha ricchezze e sfumatureproprie che non vogliamo perdere.Lo spirito delle piccole Apostole deve essere apostolico.Perciò distacco completo da tutto e da tutti per essere totali a Cristo.Nessun altro desiderio devono avere che di portare anime a Cristo e Cristo alle anime.Vivendo la fede degli Apostoli, stando alla divina presenza, agendo colla più pura intenzione, simortificheranno colle mortificazioni ordinarie sia del cibo come del sonno e accetteranno con gioiaqualsiasi ufficio che l’ubbidienza loro assegnerà.Per facilitare questo compito sarà necessario:1) il più assoluto segreto e non comparire religiosi 1 per essere più liberi di agire;2) mettere a disposizione la propria esistenza per la salvezza dei prossimi;3) se è necessario rinnovare gli atti di eroismo dei primi cristiani per scuotere l’egoismo imperantedella moderna società;4) conserva in ogni pena e tribolazione la pace costante, il sorriso di chi è contento di soffrire perGesù Cristo e non mai sarà permesso di fare la propria difesa se non nel caso che il silenzioriuscisse di scandalo o un male a terzi, e in ogni caso vinceranno il male col bene;5) non scoraggiarsi mai per qualunque imprese fallita, ma ricorderanno sempre ciò che Diopretende: non la riuscita, ma lo sforzo, il lavoro fatto per Dio sarà premiato;6) se poi Iddio benedice il lavoro attribuiranno a Lui solo la riuscita e si dichiareranno subito«servi inutili».dagli scritti1) Spirito come quello Apostoli universale: «Andate per tutto il modo e predicare il mio Vangelo atutte le creature».2) Raggiungere il distacco totale: «Non son più io che vivo ma è cristo che vive in me» (S. Paolo).1 Don Luigi usava sempre la parola “religiosi” in quanto la formula giuridica degli “istituti secolari” non esistevaancora.9


CAPITOLO PRIMO - Fine e fisionomia dell’istituto3) Raggiungere la soavità della Carità «Filioli diligete invicem «(S. Giov.).«Figliolini, amatevi tanto vicendevolmente».4) Nelle persecuzione - ibant gaudentes - andavano godendo-5) Se gli interessi di Dio e la Carità del prossimo lo richiedono - poter far senza della casa, dellecappella del direttore spirituale, del libro dei superiori.6) Agire come perduti assorbiti in Dio.7) E’ lo spirito che distingue l’opera.dagli scrittiNon sarà l’opera che distingue l’associazione. ma lo spirito apostolico che seguirà le opere.Non tutti i membri però saranno adibiti alle stesse opere, ma ognuno secondo i talenti che avràricevuto dal signore.Sarà grande premura dei membri stessi di non farsi riconoscere come religiosi per poter penetraredovunque e per poter far pensare, come già S Agostino: «Se questi e quelle perché non io?»Conserveranno una costante serenità e una grande gioia che trasparirà dal volto e un bel sorrisocome di chi si sente felice possedendo la stessa felicità che è Dio.Non faranno mai questioni sulle opinioni altrui e neppure combatteranno a viso aperto e con troppaenergia gli errori, ma adopreranno sempre la persuasione condita con molta carità.Non si difenderanno per qualunque offesa venga loro inflitta, ma risponderanno con altrettanto benedicendo come i primi cristiani : «E tu mi sarai fratello in Cristo» e sempre taceranno tranne in casoche il tacere riesca di danno alla comunità e di scandalo agli altri.Si ameranno come parti del Corpo Mistico di Cristo e tra loro avranno uguale altissima stimatemendo di offendersi come di offesa fatta a Dio.dagli scritti* * *Soltanto le giovani che hanno vocazione missionaria possono far parte dell’Istituto. Perciò:1) Oltre alla buona volontà di consumare la vita per la conquista delle anime ed un profondo spiritodi adattamento, le Piccole Apostole devono possedere grande padronanza di sé per non smarrirsidinnanzi alle più dure difficoltà.2) Dovranno conoscere tutti i lati della vita, buoni e cattivi, per saper maneggiare subito le armi didifesa che i casi richiedono.3) Saranno semplici nel dire la verità, pure di una purezza che assomiglia alla purezza degli Angelie tanto prudente da essere sempre caute prima di ogni azione.4) Saranno rispettose ed educate con tutti, ma eviteranno ogni più piccola familiarità anche quandodovranno trattare un grande affare di bene.5) Non si scoraggeranno mai per qualunque impresa fallita, accettando la prova dalle mani delSignore, mentre attribuiranno a Lui solo la buona riuscita dichiarandosi subito «serve inutili».6) Nessuna distinzione sarà tra le Piccole Apostole: la prima sarà come l’ultima con parità di dirittie di doveri, ognuna però nel posto assegnatole dall’ubbidienza.7) Nessuna divisa o segno esteriore le dovrà distinguere dal resto della società. Avranno anzigrande cura di non farsi capire che sono anime consacrate per essere più libere di agire, più agili10


CAPITOLO PRIMO - Fine e fisionomia dell’istitutoed efficaci nell’apostolato, per poter penetrare anche in quegli ambienti dove è impossibileentrare in veste religiosa.8) Dovranno rinunciare alla dignità dell’abito ed essere disposte a vivere in piccole case distaccateo anche temporaneamente isolate, rinunciando al conforto della vita di comunità per entrarenella società come lievito nella massa, per portare la carità di Cristo là dove più urgente è ilbisogno.dalle prime Costituzioni ufficialmente approvate«Piccole Apostole»Ecco come Don Luigi spiega l’ideale di «Piccola Apostola» in una delle sue istruzioni.Per essere «Piccole Apostole» dovete nel vero significato della parola, se non ricopiare l’esempiodegli Apostoli, aspirare almeno con tutte le forze a diventare simili a loro.«Piccole Apostole»Piccole: che significa l’annullamento completo della vostra personalità e della vostra libertà postaormai al servizio di Dio.Piccole perché grandissima deve essere la vostra umiltà nel considerarvi nulla senza l’aiuto di Dio.A Lui solo imparare a riferire ciò che di bello e grande potrete fare.Sì, dite pure: «grandi cose ha fatto a me Colui che è potente», ma soggiungete tosto: «Ecco l’ancelladel Signore».Apostole: è apostolo chi sa donarsi interamente per il bene degli altri, chi sa portare dove ancoranon c’è la buona novella.E perché «Piccole Apostole della carità» possiate veramente essere, è indispensabile donarsi«animo volenti».Dovete essere anime volonterose.Non avete certo né il dono delle lingue né tutte le virtù di cui erano ripieni gli Apostoli, avete peròun qualcosa di grande e vivo in voi, il cui frutto implica la vostra responsabilità. Questo qualcosa èla volontà.Se voi vorrete con tutte le forze potrete ogni cosa, anche la più difficile.Dio vi chiama alla santità: voi la potrete raggiungere solo se lo vorrete.E per volerlo, sapete quale deve essere la vostra parola d’ordine? «Marcire».Marcire non nel senso letterale della parola o superficiale; una cosa marcia vale ben poco, intesa inquesto senso.Marcire invece come il granello di frumento che, nella terra benefica, marcisce, perchéapparentemente annientando se stesso, può dar vita ad una bella e rigogliosa spiga.Marcire nell’annullamento di voi stesse, nell’annullamento totale del vostro povero essere.Marcire nel nascondimento più completo per diventare fari di luce e fuoco che avvampaaccendendo coloro che vi avvicinano di questa luce e di questo calore che solo il marcire ha saputosprigionare.Se vorrete raggiungere la perfezione la raggiungerete.11


CAPITOLO PRIMO - Fine e fisionomia dell’istitutoSe vorrete essere totalmente consacrate al Signore lo sarete.Se vorrete diventare sante, con l’aiuto del Signore lo diventerete. Voler diventare sante: ecco il fineper cui siete state chiamate.La vocazione è una donazione reciproca.Una compra e vendita meravigliosa che vale la pena di fare: Dio che dà a noi e noi che riceviamo.Dobbiamo perciò pagare questo dono con l’offerta di tutto ciò che abbiamo di più caro.A Lui quindi, alla sua domanda: «Mi ami più di costoro» voi generosamente ed arbitrariamenteavete risposto: «si».Dovete dimostrare di saper seguire le sue orme con una santità di vita e con una dedizionecompleta che sa dimenticarsi per tutto donare senza guardare a troppe cose esteriori.Non solo imparate ciò in teoria ma sappiatelo dimostrare al momento pratico con coraggio, capacitàdi azione e soprattutto con volontà ferma anche di fronte ad incertezze, dubbi, pericoli.Abbiate la fermezza di S. Paolo e vogliate affrontare ogni cosa con il coraggio degli Apostoli.Se questi, al comando di Gesù: «Andate nel mondo e portate la buona Novella» avessero pensatoalle difficoltà e ai pericoli cui andavano incontro e a mille altre preoccupazioni, non avrebbero maidiffuso il Cristianesimo. Così anche alle vostre prime sorelle d’ideale fu chiesto un eroismosuperiore al vostro. Lasciarono il certo per l’incerto, non indietreggiarono mai di fronte alla paroladata, non ebbero mai un attimo di dubbio, perché con la loro fede profonda era una profondissimavolontà.Dimostrate sempre più, dunque, con la vostra forza di volontà, con l’annullamento di voi stesse, conl «ama nesciri» che volete uniformarvi completamente ai desideri del Signore, per donarvi tutte albene degli altri.Tanto più voi vorrete, tanto più voi darete.Tanto più darete, tanto più troverete.E riuscirete a ciò solo se saprete comandare alla vostra volontà. Certo ciò non è facile.Ma se riuscirete a sottrarre qualcosa di voi stesse, muovendo la vostra volontà contro la volontàstessa, riporterete la più bella vittoria, che sarà il privilegio di tutte le vostre gioie.Siate quindi sempre anime volonterose con il vero spirito dei primi Apostoli e con la carità deiprimi cristiani.Quello spirito che si considera completamente nulla all’infuori del bene che dona agli altri.Quella carità che non si arresta a metà strada, ma sa giungere fino in fondo perché la volontà laguida e sa annullarsi per potersi donare maggiormente agli altri.Accendendo così il vostro cuore, non sarete mai di peso agli altri e saprete portare là, dove ancoranon c’è, quell’amore squisito, indice di un animo buono, segno di una vera pace e felicità interiore.Come non si può dare agli altri ciò che non si ha, così tanto più non si può portare Cristo se non losi possiede.Andare a Lui per vivere continuamente non «per Lui ma in Lui».Il suo esempio vi sia di sprone e di aiuto.Quale modello più perfetto della vita consacrata se non il divino Maestro?Reputatevi fortunate di vivere la vostra vita con Lui, sul Tabor come sul Calvario.Non pensate la vostra vita cosparsa di rose, non temete la sofferenza e preparatevi ad affrontarequalsiasi prova che al Signore piacerà mandarvi per provare la vostra generosità e fedeltàIl grande amore in Lui, la vostra forza di volontà (toto corde et animo volenti) vi aiuteranno nelletentazioni, difficoltà, abbattimenti.da appunti di prediche12


CAPITOLO SECONDOI «cinque punti»I «Cinque punti», sintesi e conclusione finale delle riflessioni di Don Luigi, diventati la «cartamagna» della Piccola Apostola, sono particolarmente oggetto dei suoi insegnamenti negli scritti enelle prediche.La ricchezza di Don Luigi rende arduo lo sforzo di enucleare i concetti da un contesto che spaziacon estrema libertà nei vari aspetti della vita interiore e nell’ascesi da Lui proposta.Sarebbe inoltre artificioso e impoverirebbe di sfumature e di agganci che ne fanno comprenderepiù profondamente ed integralmente il significato, voler rinchiudere forzatamente nei «cinquepunti» gli insegnamenti di Don Luigi.Egli spesso passa magistralmente dall’uno all’altro, ne dimostra la intima connessione, ha presentesempre il tutto anche quando si sofferma su un aspetto.Pertanto si è preferito mantenere lo stesso criterio rispettando la spontaneità di Don Luigi eriportando i richiami specifici ai vari argomenti solo: o quando erano già tali di per sé oppurequando l’enuclearli da un contesto non toglieva nulla ad essi.È per la stessa ragione che a volte ci si concede qualche ripetizione.


CAPITOLO SECONDO - I «cinque punti»Per poter meglio raggiungere il fine principale, le Piccole Apostole devono:Raggiungere il distacco totale per ripetere infine il detto di S. Paolo: «Non sono piùio che vivo, ma è Cristo che vive in me».Marcire nell’umiltà come il granello evangelico che porta molto frutto.●●Esercitare la carità con eroismo e nel privilegio della persecuzione dire alpersecutore: «E tu mi sarai fratello in Cristo».●Conservare la serenità ed il sorriso come di chi possiede la vera felicità in Dio, per fardire come S. Agostino: «Se questi e queste perché non io?».●Amarsi tra loro come le parti del corpo mistico di Cristo, tacendo ogni sofferenza edogni offesa ricevuta, tranne il caso che il tacere porti scandalo agli altri e dannoall’Istituzione.●Raggiungere il distacco totale per ripetere infine il detto di S.Paolo: «non son più ioche vivo: è Cristo che vive in me».Lo spirito dell’Associazione sarà quello degli Apostoli, cioè missionario nel vero senso, coldistacco totale da tutto e da tutti ed anche da se stessi per darsi completamente a Dio e allaconquista delle anime.I membri perciò devono possedere i requisiti di una vera vocazione missionaria e, imitandoS.Paolo, devono raggiungere l’annientamento di se stessi, per poter ripetere le parole dell’Apostolo«Non sono più io che vivo, ma è Cristo che vive in me» e ancora «Siate imitatori di me come iosono imitatore di Cristo».La parola d’ordine perciò sarà «Marcire» come il grano di frumento caduto per terra che daràmolto frutto.Per la buona riuscita è necessario che ognuno faccia verificare in sé quello che diceva S.Paolo:«Mihi vivere Christus est» cioè che siamo identificati in Gesù Cristo in modo che tutte le nostreazione siano le stesse azioni di Cristo.Per arrivare a questo punto di vivere Cristo in noi è necessario che noi scompariamo a noi stessi,con una profonda umiltà, coll’annientamento del nostro amor proprio e coll’immedesimare talmentela volontà di Cristo in noi da non poter più fare o desiderare cose che non desideri o voglia GesùCristo.dagli scritti14


CAPITOLO SECONDO - I «cinque punti»La nostra santificazione è la cosa che più ci deve importare. Bello il pensiero:«Dio basta ai Santi e i Santi bastano a Dio». Anche a noi deve bastare Dio.Uno solo, infatti è il bene: possedere Dio, tutto il resto è nulla.Sforziamoci di raggiungere il possesso di Dio con quella potenzialità, con quella gioia, alla qualeEgli ci ha chiamato. Si può? Sì.Si tratta solo di rinunciare a noi stesse, di essere soprannaturali, unica condizione per dominare ilnaturale.da appunti di prediche15


CAPITOLO SECONDO - I «cinque punti»Distacco assolutoschema di predicaDel cuore =Della mente =Del corpo =piaceri leciti, affetto a personegenitori, parenti – paeseconfessore – amiche, amicizie spiritualiproprie veduteproprie volontàproprie libertàideale non raggiuntolavoro: qualsiasi, senza treguacomodi: riposo – ornamentisalute: curarsi – rassegnarsi16


CAPITOLO SECONDO - I «cinque punti»Distacco del cuoreIl nostro cuore è fatto per amare: per amar Dio e il nostro prossimo; occorre però che ami conperfezione.Il distacco del cuore implica: il distacco dai piaceri leciti che potevano essere per noi.Il distacco dall’affetto di persone conosciute, dai genitori. Con questo non si deve pensare didover spezzare tutti i legami, è necessario però perfezionarli. I diritti naturali non possonosopprimere quelli dello spirito.A volte quando si devono lasciare i genitori, oppure quando la vocazione è vacillante, sicomincia a pensare che nessuno meglio di noi potrebbe assistere i genitori sofferenti o vecchi.Ma Dio non può fare meglio di tutti? Credi che Dio non abbia la forza di aiutarli? Quindi nonprovarti neppure a pensare così, sarebbe una mancanza di fede.Nei rapporti dunque con i tuoi parenti, ricorda, prega, ma distacco assoluto.... Bello poi se arrivassimo alla conclusione: o Signore tutto per te, dovessi rinascere cento volte,sempre tutto per te. Come è vero che abbiamo tutto! Possediamo l’amore di Gesù, la sua vita. E’vero però che noi possiamo diminuire il valore con la nostra volontà e, se anche c’è tutto, possiamoprendere solo una parte.Ma ricordate: quanto più tu lasci l’oscurità, tanto più prendi la luce; in proporzione che noilasciamo la creatura, aumenta il possesso di Dio.Ma potremmo dire, le creature non ci sono state date da Dio? si.E fanno bene i figli ad amare i genitori, fa bene il marito ad amare la moglie, fate bene ad amarvitra voi.Ma poiché abbiamo consegnato, per vocazione, il nostro cuore a Dio, ne consegue che tutte lecreature, noi le possiamo amare solo per Iddio. Le sorelle, i superiori, i bambini, noi li possiamoamare solo in Dio.Quando una creatura ci svia da Dio, quella è una creatura da scartare, è cattiva.Quindi distacco da tutto ciò che mi impedisce di arrivare a Dio.Ora, in proporzione che noi ci stacchiamo dalla creatura e perfezioniamo questo distacco, ciattacchiamo al Creatore, centro di ogni cosa.Distacco dai genitori:Dio non può fare meglio di tutti? (per le loro necessità).Distacco da colui che è stato per te strumento nelle mani della Provvidenza, per aiutarti: ilconfessore.Distacco dalle amicizie particolari: nessuno può prendersi l’incarico di sostituire i superiori nellaformazione delle anime.La vera religiosa deve essere pronta anche a non avere i superiori, a perdere la regola, a nonavere il confessore.Anche coi bambini, non lasciamoci attirare da quello che può essere una nostra simpatia.Siano per voi tutti indistintamente uguali, dal momento che sono il riflesso, l’immagine delCristo sofferente.da appunti di prediche17


CAPITOLO SECONDO - I «cinque punti»Se gli interessi di Dio e la carità del prossimo lo richiedono, poter far senza della casa, dellacappella, del direttore, del libro, dei superiori....Distaccarsi da tutte queste cose non significa abbandonarle a se stesse, ma sentirsi distaccati ediversi da esse, per poterle santificare e ricondurre a Cristo.dagli scrittiDistacco dalla menteUn ostacolo a questo distacco è l’amor proprio. Potremmo aver vedute particolari, pensare chenoi al posto dei superiori faremmo meglio, ma non sarebbe meglio vedere tutte le cose non dalnostro punto di vista ma da quello dei superiori? Non è forse la tua superbia che ti fa pensare così?Distacco dalla mente che implica:- il distacco dalla nostra libertà, dal voler fare quello che vogliamo noi e renderci invece schiavidi Dio per essere liberi.Ricordiamo che servire Dio è regnare.- il distacco dalla nostra volontà: non faccio qualcosa Perché voglio io, ma Perché vuole Dio.La nostra persona, il nostro «io» è quanto abbiamo di più caro, di più pregiato.La nostra libertà ci viene da Dio, il suo sacrificio è il più nobile, il più grande, il più doloroso.- il distacco dall’ideale: si fanno tanti castelli in aria, ci si sente chissà che cosa, ci si prefiggonochissà quali mete, ma poi ci si accorge che si è nulla e che solo si è tutto nelle mani di Dio.Ci si deve convincere che l’ideale non è quello che ci si mette in testa noi, bensì quello chestabilisce Dio per noi.L’ideale maggiore poi consiste nel rubare ogni giorno Dio per portarlo più vicino a noi e lasciareche Lui ci adoperi come meglio crede. E per il resto stiamo tranquilli che avremo molto lavoro.da appunti di predicheDistacco dal corpoIl nostro corpo non è nostro, Dio ce lo ha dato per adoperarlo.Il distacco dal corpo implica:- il distacco dalla salute: è necessario curare la salute per attendere alle nostre opere diapostolato, però è necessario non esagerare.Trattandosi di vere e proprie indisposizioni, avvertiamo i superiori, ma se avvenisse anche di nonessere credute, capite, tranquillizzatevi: il Signore permette così e il nostro merito è grande.- Il distacco dai propri comodi: tutto ciò che si può fare, è perché torna di vantaggio al nostroapostolato, non per noi. Odiamo il superfluo e facciamo attenzione nel concederci qualsiasi cosa.Voi siete entrate a far parte dell’Istituto non per conservare la nostra vita, ma per darla agli altri.da appunti di prediche18


CAPITOLO SECONDO - I «cinque punti»Distacco dalle opereOgni forma di apostolato per noi è sempre buona perché non è l’opera in se stessa il nostro fine,ma lo spirito che segue ogni opera che ci manda il Signore.Ricordate che non vi è nulla di meno importante nella vigna del Signore: come la Comunione,così la scuola, così la scopa. Lo stesso Dio che comanda di riceverlo, lo stesso Dio che comanda dilavorare con la stessa fede, con lo stesso fervore.Ognuno deve rimanere a quel posto che la Provvidenza gli ha assegnato... deve dare e darsi…senza pretendere approvazioni o ricompense.Lo spirito di apostolato di ognuno non avrà limiti nell’azione; sarà e guidato dalla prudenza edall’esperienza dei Superiori.Non si preoccuperanno mai del proprio avvenire o della famiglia o della propria salute né delposto o luogo.A queste cose ci penserà la Provvidenza, poiché ogni compito è buono se fatto dietro l’impulsodello Spirito Santo, tutta la terra è il nostro posto; il nostro avvenire e la nostra famiglia sono il farela volontà di Dio.dagli scrittiDel resto quando si è completamente di Dio, ogni cosa si può fare perché si è soltanto attaccati aDio il quale non può non aiutarci, darci forza e renderci contenti anche nei momenti della prova.Quanto vale l’adattarsi in ogni evento per amore di Dio!da una letteraMortificazioneLa guida per la mortificazione sarà la voce del Maestro Divino che dice: «Rinuncia a te stesso,prendi la tua Croce e seguimi».Rinunciare pertanto ai propri sensi e passioni, alla propria volontà e giudizio è il compendiodella vera mortificazione.Frenare la gola, la lingua, lo sguardo specie il cuore e accettare con serenità e letizia le croci chevengono da Dio e dagli uomini val più che portare la catenella e il cilicio.Le cose di quaggiù, dal momento che non hanno essenza non ci devono trattenere per farcicambiare rotta.E’ sempre da tenere presente il valore di Dio in noi: siamo corpo e quindi materia, ma siamoanche e soprattutto spirito.Quindi che predomina in voi deve essere Dio. E questa predominanza di Dio in voi non creacerto una schiavitù; nessuno è schiavo nella casa del Signore.Dovete persuadervi che lavoro, stanchezza, amor proprio, tutto è relativo.Ciò che importa è amare il Signore!da appunti di prediche19


CAPITOLO SECONDO - I «cinque punti»...E’ del tutto secondo l’economia della Provvidenza che quando vuol preparare un’anima amaggior perfezione, la fa passare attraverso a molte difficoltà. Poi la vittoria e il premiodell’apostolato.Coraggio. L’oro si prova nel crogiuolo, come la sua vocazione in questi tempi per lei. Non sitroverai mai pentita di aver superato tali prove.Hanno servito al gran distacco da tutto a da tutti. Così è la vita di ogni apostolo. Se vi fossequalche brandello di attacco a destra o a sinistra, non sarebbe vero apostolo.da una letteraIl distacco è amorePraticare il distacco è più che solo pensarlo, ma per praticarlo è necessario togliere prima tuttigli ostacoli.E' Dio che chiede il vostro cuore: è Lui.Vuole il tuo cuore per dargli una gioia che non può contenere, una fortuna che non può avere,per farlo diventare come Lui. "Ma occorre essere stritolati!" Ma tutto viene da una sola parola: Dioè Amore.Sono pesanti le croci di Dio?"tanto è il bene che mi aspetto..." "o patire o morire".Così dicevano i santi, così diciamo e facciamo anche noi; imitiamoli nella virtù, saremocompagni nel premio del Cielo.Amate pure troppo il Signore e non farete ingiuria a nessuno, mentre se amate troppo unacreatura, è facile destare invidia in qualcuno.L'amore perfetto è nel Signore, dal quale derivano tutti gli amori.Dio opera su noi proprio con questo amore, volendo il nostro bene, quasi dimenticandositotalmente. Noi vogliamo imitare il modo con cui Dio ci ama, almeno per riamarlo come merita, eper riamare anche gli altri, perché non ci possiamo staccare da questo amore primo. Avrà forsesentito gelosia Dio verso di noi? Forse un po' di malumore? Avrà goduto dei nostri sbagli? Avràcovato dei risentimenti?E noi, se non stiamo attenti, consumiamo tanto tempo nelle piccinerie!...La fonte dell'errore sta nel nostro amor proprio. Confrontate le piccinerie, le quisquiglie evedrete che in voi, invece di Dio c'era l'io, invece dell'amor di Dio c'era l'amore dell'io.Quante energie adoperate per niente, quanti inutili crepacuore, quante malinconie per il nostroamor proprio!Quando non ne potete più, c'è Lui che aiuta.Dio opera sempre con noi e non si stanca, anche se noi siamo peccatori.Noi sì che ci lasciamo stancare e ci allontaniamo da questo amore e cerchiamo la comprensioneumana.Perché? E' segno che bisogna camminare bisogna scuotersi.da appunti di prediche"Chi perde la propria vita la ritrova"."Santissima Provvidenza di Dio, provvedeteci Voi".20


CAPITOLO SECONDO - I «cinque punti»"Quanto vale l'adattarsi ad ogni evento per amore di Dio! Vale di più che tanti anni dinoviziato!"."Si abbandoni poi totalmente alle disposizioni della Provvidenza attraverso l’ubbidienza aisuperiori. Lei sarà sempre in pace"."Non abbiate preoccupazioni che vi ammazzino! Non possiamo stare noi con noi. Non capite chesenza Dio perdiamo il nostro tempo?"."Facciamoci coraggio anche nelle difficoltà perché sappiamo che Dio è sempre con noi"."Quando mi sento debole, è allora che sono forte poiché pongo tutta la mia fiducia in Dio"."Comunque per tutti gli eventi prosperi e avversi ringraziamo il Signore, confidiamo in Luiperché ci faccia santi in fretta».Coraggio dunque, il Signore è con noi, la ricompensa viene dal cielo; bisogna proprio diventaresante ad ogni costo"."Resterò qui nella mia Parrocchia fino alla morte, così vorrà il Signore: le mie figliuole farannobene anche senza di me, anche perché la mia assenza le renderà più sicure del fatto loro»."Se il Signore mi chiedesse il distacco dalla mia Opera sarei pronto ad accettarlo, ma non socome saprei resistere, forse non saprei sopravvivere..."."Sono disposto a tutto, anche a veder finire tutto nel nulla. Ma l'interessato è Lui, il Signore; èLui che ci deve pensare".A chi gli diceva: "Don Luigi all'Opera non pensa? Rispondeva: Ci pensa il Signore".Le sue ultime parole: "Vedrai, vedrai... vedrai...".da scritti e appunti vari21


CAPITOLO SECONDO - I «cinque punti»Marcire nell'umiltà come il granello evangelico che porta molto frutto.Il grano di senapeappunti per una omeliaCosì Gesù viene dal Cielo senza farsi conoscere.Il granello è messo sotto terra e Gesù è umiliato fino alla croce: così noi..Il granello per svilupparsi ha bisogno di disgregarsi sotto terra. Così Gesù fu ucciso.Noi dobbiamo lasciarci sgretolare nell'amor proprio.Lontani dal mondo, bassi fino a terra, anzi sotto terra.22


CAPITOLO SECONDO - I «cinque punti»Marcire nell’umiltàMarcire nell’umiltà è cosa grave, dura, vale tutto ed equivale alla distruzione.Paragono questa frase a quanti danno la vita per il Signore. E’ certo però che è molto più faciledare la vita ogni tanto, che annientare continuamente, momento per momento, il nostro io, il nostroamor proprio, la nostra superbia.Incontro al primo martirio si va presi dalla forza della grazia, della gloria.In questo martirio invece si tratta di un soffrire più duro e che forse si ripete più volte al giorno.E dal momento che tu devi marcire, lascia che ti proponga: l’»ama nesciri et pro nihiloreputari». Ama essere ignorato e considerato come un nulla.«Ama nesciri»:nella mente: sai tante cose ed ami che sia conosciuto quello che tu sai, perché ciò ti fa piacere.Ma ricorda che se fai così ti sentirai ripetere: «iam accepisti mercedem tuam»;nel genio: vale così poco il genio umano!nell’intelligenza: capisci le cose ma ama che ciò non venga conosciuto;nei beni morali: «ama nesciri». La tua mente è giusta, hai buone facoltà spirituali, hai già decisoper la più grande santità: ebbene fai in modo che non si sappia dagli altri;per il cuore: «ama nesciri». Sei propensa alla carità, alla donazione di te stessa, non misuri,desideri intensamente che il tuo cuore sia tutto una fiamma per il Signore e per le anime: sono tuttiquesti doni del Signore, attenti a non distruggerli;per il corpo: hai talenti del corpo: non è cosa da buttar via.Stai attenta ai talenti che Dio ti ha dato: usa tutto per la gloria di Dio e non per la tuacompiacenza, stando attenta a non sopravvalutare ciò che hai.E quando i talenti appaiono? E quando si è elogiati?Non dire che non è vero quello che ti dicono (umiltà pelosa) ma svia il discorso e lascialo cadere.Nell’ «ama nesciri» si tratta della volontà, della libertà di «ammazzare» noi stesse, purconservando totalmente tutte le facoltà dell’anima e del corpo. Dobbiamo cedere la padronanza dinoi stesse, pur conservando tutto, in una donazione che non è schiavitù.Vogliamo che altri sia padrone di noi:Il Signore attraverso le nostre Regole e i superiori. Padroni di tutto, non siamo più padroni diniente, perché abbiamo voluto che altri sia padrone di noi. In questa rinuncia di sicuro nonsbagliamo più, perché è Dio che comanda pur attraverso dei mezzi.Se nella vita si riesce: bene. Pensare che si doveva riuscire. Avevamo i talenti, non abbiamo fattoaltro che spenderli. E non dire: sono riuscita io, ma pensare che ho adoperato tutti i talenti che Diomi ha dato e non potevo non riuscire. Quando invece non si riesce, le cose si fanno male, i difettisono molti, pensare che si sono spesi tutti i talenti per riuscire a tranquillizzarsi se quello che sipoteva è stato fatto.Resta però che il male va attribuito tutto a noi; è tutto cosa nostra; perché Dio non puòneppure aiutarci a fare il male.Anche negli uffici ricordare il marcire.Preferire dunque gli uffici più umili.E se ci fossero imposti uffici di un certo valore? Allora il vero umile, forte della fortezzadell’ubbidienza, accetta e non ragiona.23


CAPITOLO SECONDO - I «cinque punti»Amare pure di stare coi piccoli ricordando che Nostro Signore dice: «Ogni qualvolta faretequalche cosa ai più piccoli, io lo ritengo fatto a me».Ama nesciri: via le fantasie. Operare ma stare attente alle compiacenze. Solo dire e fare unacosa: Voglio essere ubbidiente.Anche negli uffici ricordare il «marcire». Preferite dunque gli uffici più umili, gli uffici, davantiagli occhi di Dio sono tutti uguali su un medesimo piano; non lasciatevi ingannare dalla vostrapiccolezza, che giudica talvolta l’ufficio dal punto di vista umano .Nella casa del Signore non vi è ufficio che sia basso, no, ma tutto, se è fatto in suo e per suoamore, innalza e nobilita l’animo.Ciò che anzi può apparire basso all’occhio umano è molto grande all’occhio divino e viceversa.Siamo umili, semplici nel rientrare in noi stessi ed allora in noi sarà Dio e rientrando in noi stessi,rientreremo in Lui e lo troveremo.da appunti di predichePraticheranno l’umiltà desiderando l’ultimo posto, sottacendo i propri talenti e godendo diprestar servizi a tutti.Per arrivare a questo punto di vivere Cristo in noi è necessario che noi scompariamo a noi stessicon una profonda umiltà, coll’annientamento del nostro amor proprio e coll’immedesimaretotalmente la volontà di Cristo in noi.Ognuna deve procurare di praticare la carità nel modo più perfetto possibile... secondo gliinsegnamenti del Maestro divino, perciò si studierà di combattere l’amor proprio ricordando che hadichiarato di rinunciare alla propria volontà e al desiderio di essere preferita e onorata.L’umiltà deve essere come quella di S. Paolo che poteva dire di essere l’ultimo degli Apostoli eche sentì dal Signore rispondegli: «Ti è sufficiente la mia grazia» e dopo tanta umiltà potevaripetere senza paura di superbia: «Siate imitatori di me come io sono imitatore di Cristo».Non porranno mai fiducia nelle proprie forze nello svolgimento dell’apostolato, ma nell’aiuto diDio che chiederanno con preghiera insistente e con sacrificio.Non si scoraggeranno mai per qualche impresa fallita, ma ricorderanno ciò che Dio pretende: non lariuscita, ma lo sforzo, il lavoro, perché solo lo sforzo, il lavoro fatto per Dio sarà premiato.da appunti di prediche e scritti variSe poi Iddio benedice il lavoro attribuiranno a Lui solo la riuscita e si dichiareranno subito «serviinutili».Non si difenderanno per qualunque offesa venga a loro inflitta ma risponderanno con altrettantobene e non mai sarà permesso di fare la propria difesa.La Piccola Apostola non si cura dei posti distinti, di onorificenze, di applausi, ma accetta conanimo lieto le umiliazioni, i disprezzi, la noncuranza, attuando nella pratica la sapiente massimadell’Imitazione di Cristo: «ama nesciri et pro nihilo reputari».24


CAPITOLO SECONDO - I «cinque punti»Non vi compiacete mai di parlare di voi senza grave motivo. Quel bene che fate, quelle qualitàche possedete, non pubblicatele ai quattro venti..... Procurate di usare il linguaggio umile dei santi che dopo di avere lavorato molto e affaticatoesclamavano: «siamo servi inutili».Non datevi mai aria di superiorità usando un tono autorevole...Nelle conversazioni, non ostinatevi a difendere con troppo calore la vostra opinione.La preghiera di un’anima umile che si riconosce indegna di essere esaudita, penetra nei cieli.Questo sentimento di umiltà, fate che traspaia anche all’esterno, con la devota compostezza dellapersona, colla modestia degli occhi...Ma ricordatevi che il vostro motto è il marcire. Coraggio adunque.Seguire Gesù Cristo vuol dire conoscerlo col Vangelo e con la dottrina. Amarlo più che lericchezze, gli affetti, i piaceri. Essere poveri come Egli nacque, visse e morì. Essere umili: ha lavatoi piedi a Guida. Essere generosi.Amiamo noi pure la croce: le nostre lagrime sono gemme preziose che brilleranno nella nostracorona: sacrifichiamoci volentieri nel lavoro e nell’umiltà.Bisogna rendersi strumenti meno inadatti presso Iddio che ci adopera per un bene che si imponealla società moderna.... non far questioni, non difendersi, ripetere nelle maggiori offese come i primi Cristiani: «e tusarai mio fratello in Cristo.»L’obbedienza è figlia primogenita dell’umiltà.Per mantenere la vostra vocazione dobbiamo fondarla sull’umanità e mantenerla col sacrificio.Il Signore ha piantato la pianta del nostro Istituto; occorre la radice: l’umiltà.da appunti di prediche e scritti variDon Luigi ripeteva spesso:«Bonum mihi, quia humiliasti me».... Non insuperbirti di possedere bell’ingegno e bella memoria, forze fisiche, morali e spirituali;spiaceresti a Dio da cui provengono questi doni.Non reputarti migliore degli altri perché Iddio, che conosce il cuore degli uomini, ti può trovareda meno degli altri. Non voler metterti dinnanzi anche a uno solo; spiaceresti a Dio e agli uomini.La umiltà è un bel fiore il quale quando tira vento piega, quando tempesta si nasconde: è lavioletta: prendetela, serratela nelle mani, stropicciatela e vi darà profumo fragrantissimo; serrate incuore la umiltà e voi spanderete profumo di paradiso.Oh se foste veramente umili sareste più ubbidienti al Signore, fareste di più la carità, avreste piùcompassione per gli altri....25


CAPITOLO SECONDO - I «cinque punti»Cogliete una viola nascosta, stropicciatela nelle dita e manderà un odore gradevolissimo;stringete in cuore l’umiltà, essa manderà profumo di paradiso.omelia ai parrocchianiLa nostra vocazione è legata strettamente alla nostra Istituzione. Perchè alcune di noidiventeranno sante ed altre no, pur appartenendo tutte allo stesso Istituto? Da chi dipende? Solo danoi.Beata umiltà: la nostra ricchezza, la nostra forza, il nostro Dio, perché Dio si dà agli umili.Tutti siamo superbi. Come si diventa umili?Con le umiliazioni, che sono il cibo dell’anima per poter vivere in Dio. Dipende dalla volontàessere umili.Se siamo venute qui per diventare sante c’è una sola condizione: l’umiltà.Via l’«io» entra Dio.Dice S. Francesco di Sales: un carro di peccati trascinato dall’umiltà entra in Cielo; un carrodelle più belle virtù tirato dalla superbia va all’inferno.Il Signore adopera soprattutto le mortificazioni, le umiliazioni, per rafforzare la vocazione.L’umiltà è la base, è tutto, quindi tutti i nostri sforzi debbono tendere all’acquisto dell’umiltà, ilche equivale a conservare la grazia della vocazione. Per acquistare l’umiltà occorrono leumiliazioni; queste sono vere grazie. La santità si fa con l’umiltà; se volete un’anima unita a Dio loè nell’umiltà; un’anima che converte le altre è nell’umiltà. All’anima umile Dio si manifesta.Ce ne danno esempio tutti i Santi.Il vino dolce viene dal torchio. Il pane ha dovuto essere stritolato. Così è del nostro io.Così mortifichiamo la nostra alterigia, la nostra libertà, il nostro pensiero; cediamo il tutto perprodurre il cento per uno. Giunga il giorno fortunato, il più bello, in cui ci sia dato d’intendere cosasia la totalità della umiltà. Succederà la morte si, ma la morte a quelle cose dentro di noi che eranodegne di morte, che impedivano la vita vera. Ecco i Santi! Le nostre debolezze non ci devono tirareindietro; dobbiamo tendere alla totalità.da appunti di prediche«Imparate da me che sono umile e mansueto di cuore»Dice il Vangelo di questa domenica;«Non vogliate giudicare e non sarete giudicati, non vogliate condannare e non saretecondannati».E fermiamoci a considerare queste due proposizioni che corrispondono a quelle dette da GesùCristo:» Imparate da me che sono umile e mansueto di cuore». Di qui Gesù Cristo ci vuol insegnarele virtù dell’umiltà e della carità.«Imparate da me che sono umile».L’umiltà è quella che domanda e che riceve tutte le altre virtù. Chi la possiede può dire quelloche diceva Salomone: «Venerunt mihi omnia bona pariter cum illa» Abbiamo bisogno dellasapienza? L’umiltà ci insegna a esercitarla. Si vuole il perdono dei peccati? È all’umiltà che Iddio loaccorda; in una parola siate umili e riceverete da Dio tutto ciò che gli domanderete.26


CAPITOLO SECONDO - I «cinque punti»Le piogge della grazia cadono sopra gli umili come le acque scorrono nelle valli; e comel’abbondanza delle acque rende le valli fertili, così l’abbondanza della santa umiltà nei cuori umilifarà fruttificare buone opere e grandi virtù.Non solo l’umiltà ottiene le altre virtù ma le conserva. L’amor proprio è il loro capitale nemico.Quanti solitari nel deserto dopo aver passata una lunga vita nella penitenza, per non aver avuto lasanta umiltà, hanno abbandonato il Signore!Finalmente l’umiltà conduce le altre virtù alla perfezione. Aspirate voi a cose grandi? dice S.Agostino, cominciate dalle più piccole. Volete voi portare assai alto l’edificio della pietà cristiana?Pensate prima ai fondamenti della santa umiltà.Si approfondiscono le fondamenta a proporzione del carico che si vuol dare alla fabbrica equanto più deve essere alto l’edificio più profondo deve essere il fondamento.Quanto più un albero è carico di frutta, tanto più abbassa i suoi rami così quanto più avrete virtùtanto più dovrete essere umili.Quanto dovete amare questa virtù che è la madre, la perfezione di tutte le altre!Procurate di acquistarla chiedendola a Dio dopo fervorosa preghiera.«Imparate da me che sono mansueto».La mansuetudine è sorella della carità. E Gesù Cristo dicendo: Imparate da me che sonomansueto, voleva insegnare la carità....La vita del cristiano si può riassumere in una sola parola: la carità. E che cosa è la carità? E’l’amor di Dio e l’amore del prossimo; ma non si può amare Iddio se non si ama il prossimo.E’ illusione dire che si ha carità e si ama il prossimo se non lo sì aiuta. Così non quelli chegrideranno: Signore, Signore, entreranno nel regno dei cieli, ma coloro che avranno fatto la volontàdi Dio. Così se uno ha beni di fortuna e va compassionando l’indigente senza aprire la sua mano,non potrà dire di aver carità; come potrà sperare misericordia e perdono dei suoi peccati semisericordia e pietà non ha usato verso i suoi simili?Ma quale sarà la carità più squisita? Il procurare al prossimo il bene spirituale. Così se vi sipresenta l’occasione di ricondurre un’anima a Dio, non bisogna aver riguardo ai propri vantaggi, aipropri interessi, né al rispetto umano; quell’anima ha bisogno; voi dovete operare. E se a far questobene troverete ostacoli? Allora la vera carità diventi coraggiosa e diventi zelo e allora Gesù Cristo aognuno di noi cristiani domanderà come a Pietro: «Mi,ami tu?» Oh potessimo rispondere comePietro: «Si, Signore, tu sai che io ti amo».Ma quando possiamo dire di amare il Signore? Quando ameremo il nostro prossimo.27


CAPITOLO SECONDO - I «cinque punti»Umiltàschema di un’omelia- Dio si fa uomo: exinanivit;- fece parte del genere umano: un mondo di schiavi - di ingiustizia;- sceglie due persone povere: Maria e Giuseppe;- sceglie Betlem: «Sei la più piccola delle terre di Guida»;- nasce in una stalla;- nasce in un popolo soggetto all’impero di Roma;- nasce bambino e non uomo fatto;- nessuno si interessa di Lui: solo i pastori avvertiti dagli angeli; e poi ritornerà l’abbandono. Perdire a noi che se siamo nella solitudine abbiamo il Compagno;- fu povero: nacque nello squallore;- visse povero;- fu sepolto in un sepolcro che non era il suo.28


CAPITOLO SECONDO - I «cinque punti»Annunciazioneschema di un’omelia«Ecco l’ancella del Signore: sia fatto di me secondo la sua volontà».1) Non dice che è impossibile ma: «Come ciò avverrà?» «Nihil impossibile apud Deum».2) Per lo Spirito Santo diventa Madre e conserva la verginità. Così opera miracoli il Signore colleanime a Lui consacrate.Lasciate operare allo Spirito Santo e non al senso, all’amor proprio.3) Dichiara di essere la serva:piacque al Signore per la Sua Verginità; divenne Madre per la sua umiltà (S. Bernardo)- Sii umile - Conosci te stesso. Se vuoi il Signore abbassati, se ti innalzi il Signore si allontana.29


CAPITOLO SECONDO - I «cinque punti»Esercitare la carità con eroismo e, nel privilegio della persecuzione, dire alpersecutore: «E tu mi sarai fratello in Cristo».Il fondamento della nuova Istituzione è precisamente la carità degli Apostoli e dei primi cristiani.Il motto: «et omnia vestra in charitate fiant»Faranno i voti della Castità, Povertà, Ubbidienza e Ca rità. E, benché il voto della Carità èdifficile che sia approvato dalla S. Sede, tuttavia sarà necessario ottenere l’approvazione perché ilfondamento della nuova Istituzione è precisamente la Carità degli Apostoli e dei primi cristiani.dagli scrittiLa Carità si può dire l’essenza dell’Associazione.Si sforzeranno a porre totalmente il loro cuore in Dio, sì da perdere l’affetto a tutte le altre cose edi non trovare più alcuna consolazione vera sulla terra, fuorché nel Signore. Sarà un contrassegnoche esse possederanno l’amore di Dio se possederanno l’amore del prossimo; e questo amorefraterno sarà per esse il segno di predestinazione perché le farà riconoscere per veri discepoli diCristo. Si formeranno un cuore buono e compassionevole per tutti, godendo dei beni e piangendodei mali altrui e faranno del bene a quelli che avranno procurato loro del male.Tra di esse poi, tutto sarà allietato da un affetto familiare e soprannaturale così da formare uncuor solo e un’anima sola, mantenendosi sempre in un sano ottimismo, dandosi la gioia,nascondendosi abilmente le proprie pene onde si possa in tutta verità cantare:«Ecce quam bonum et quam jucundum habitare fratres in unum!».Se per sventura e debolezza umana si verrà meno alla carità, non cada il giorno prima che siriconcilino di gran cuore.La carità poi sarà il principale alimento tra le Piccole Apostole. Tutto deve essere allietato da unaffetto familiare e soprannaturale da formare un cuor solo e un’anima sola. Dicano bene di tutti,preghino per tutti, conservino un sano ottimismo e diano la gioia agli altri serbando per sé ognipreoccupazione.Si guardino bene dalla mormorazione e dalla critica perché lo spirito del demonio entra di solitoin ogni comunità attraverso queste due vie.Soprattutto vi sia affacciato alla mente di ognuna l’ideale attraente della carità dei primi cristianiche rende facile qualsiasi impresa e fa diventare amabile qualsiasi sacrificio. Imbevute di bellezzasoprannaturale, gustando il cielo sulla terra diventeranno generose senza limiti e vedranno neifratelli le membra del Corpo Mistico di Cristo per cui non sarà possibile ammettere indugi davanti aqualsiasi necessità, costasse anche la vita.dagli scrittiVoi avete scelto di far parte dell’Istituto non per conservare la vostra vita, ma per darla agli altri.Consumare la vita nel darla; questo è eroismo che non dura pochi attimi. Dobbiamo imitare nostroSignore.Consumare la vita è darla tutta.Sarebbe però una contraddizione dire a Dio: ti dò tutto e poi conservare anche una minima parte.Avanti, siate generose! Vi piace servire il Signore? Allora andiamo al rischio di imitarlo fino alCalvario.Si, trent’anni di vita nascosta, tre anni di vita pubblica, ma mancava il completamento che è latotalità della vita, se Lui non fosse giunto sul Calvario.30


CAPITOLO SECONDO - I «cinque punti»Consumiamo la vita; altrimenti non abbiamo compiuto quello che dovevamo.da appunti di prediche... mettere a disposizione la propria esistenza per la salvezza dei prossimi......se è necessario rinnovare gli atti di eroismo dei primi cristiani per scuotere l’egoismoimperante nella moderna società....Sovrabbondi dunque la carità e la prova sia quella proposta da Cristo: non c’è migliore provache dare la vita per l’amico....Ognuno deve imitare S. Paolo nell’azione: tutto per tutti senza tregua, corrispondendo così alladivina grazia della vocazione....nulla risparmiare dare la vita per la riuscita...Dobbiamo fare di tutto per esercitare giorno per giorno, ora per ora, minuto per minuto, con lagrazia del Signore, la carità voluta da Dio, la carità che unisce la creatura a Dio, la carità chetrasforma la creatura in Dio.E Cristo dobbiamo sentirlo vivente e gustare la sua amicizia: «Vos dixi amicos», ma amicisinceri, affezionati forti: «Quis nos separabit a caritate Christi?».Come vorrei che la vostra gioia aumentasse! Come vorrei che l’amore tra voi fosse grande!Ma l’amore, perché sia vero, deve essere puro e tale che supera tutto l’umano: amore cherasserena, amore che è più facile capire che definire.La nostra vita è nulla; è malinconica, è oscurità senza questo amore.E’ mai possibile che Dio, anche per un solo istante, non vi abbia fatto sentire l’ombra del suoamore, che quasi vi inceneriva se Egli non lo avesse proibito?...L’amore a Dio è completo solo se abbinato all’amore del prossimo.E’ infatti assurdo amare Dio se si odia chi Lui ama.Dio ama tutti e per amarlo perfettamente bisogna essere spiritualmente completi di tutto.L’amore perfetto è nel Signore, dal quale derivano tutti gli amori.da scritti e appunti vari31


CAPITOLO SECONDO - I «cinque punti»Amoreappunti per una omeliaSe vi dicessero: Io vorrei scrivere la vita del cristianesimo in un bel volume, questo volume inuna pagina, questa pagina in una riga, questa riga in una sola parola, noi gli rispondemmo dicendo:scrivi «Amore». Questa parola si esplica così: ama Iddio con tutte le tue forze e ama il prossimocome te stesso. E il primo è come il secondo e dice il Signore che non si può amare il prossimo seprima non si ama Iddio. Ecco perché S.Paolo diceva: se io parlassi la lingua degli angeli, e nonavessi la carità, io sarei niente. Ecco perché S.Agostino dice: O cristiano, ama Iddio e poi fai purequello che vuoi.E il culto della nostra religione si assomma tutto nell’Eucarestia che si chiama Amore.Ci sono diverse specie di amore del prossimo per diversi motivi: S. Francesco di Sales ce lidichiara con esempi. I genitori amano i propri figlioli come i figlioli amano i propri genitori.E’ un amore lodevole ma non è carità. Quello tra i genitori e i figli è un amore puramentenaturale che nasce anche nel cuore del leone e della tigre.Si ama una persona perché ci fa dei favori, perché ci aiuta nelle più gravi necessità.E’ lodevole questo amore, ma non è carità, questa sarà riconoscenza che avevano anche i pagani.Si può amare una persona per la sua genialità, per il suo modo aggraziato di dire perché ci riescesimpatica. E’ pur anche questo un amore lodevole, ma non si può chiamare carità. Sarà inveceamicizia, sarà simpatia e nulla più.La vera carità è che si debba amare il prossimo nostro per un motivo soprannaturale cioè peramore di Dio. E perché? Perchè il nostro prossimo è l’immagine di Dio. Ora se noi amiamo lapersona cara amiamo anche la sua immagine come ad esempio l’immagine dei nostri genitori chehanno oltrepassato questa vita.Perchè siamo figli di un solo Padre, Iddio, e perché siamo tutti fratelli in Gesù Cristo.Ma la legge di questo amore va più innanzi e dice di dover amare anche i nemici e di far loro delbene.Quindi non bisogna distinguere né chi è in alto ne chi sta in basso nella società, né se è ricco opovero, né se è dotto o ignorante. Si deve amare il prossimo perché è l’immagine di Dio come adesempio noi si venera il crocifisso, sia di legno, di avorio o di oro, lo si venera perché rappresenta lostrumento di nostra salvazione per la morte di Gesù Cristo.Dice di perdonare ai nostri nemici e Iddio ce ne dà l’esempio perché fa sorgere il sole sia sulcampo del buono come sul campo del cattivo, come fa piovere sia sul campo del buono come sulcampo del cattivo.Ma va avanti il Vangelo dandoci la pratica dell’amore del prossimo e dice: «Non giudicate e nonsarete giudicati».Non giudicate. Questa parola suona comando.Chi può giudicare il cuore di una persona mentre la Scrittura dice che solamente Iddio èscrutatore di cuori?Il prossimo ha il suo onore da conservare e guai a colui che tenta di togliere questo onore;sarebbe come rubare, sarebbe come ammazzare. Il prossimo è come l’albero della scienza del benee del male: chi lo tocca muore. Lo stesso è il nostro prossimo; è una pianta che non deve esseretoccata. Eppure con quanta facilità si giudica il nostro prossimo! L’imitazione di Cristo ci dice: Nonvoler riputarti migliore degli altri perché Iddio che conosce il cuore degli uomini, ti può trovare dameno degli altri, e noi che giudichiamo quel nostro prossimo; chissà che non sia migliaia di voltemigliore di noi? E non è sufficiente che ci si debba guardare bene dal giudicare il nostro prossimoma bisogna averne anche molta stima. E questa stima deve essere non solo esteriore ma bensìinterna. Chi sa dire che anche un ragazzo è migliore cento volte di noi?32


CAPITOLO SECONDO - I «cinque punti»Però si vuol giudicare e la causa credo sia che ognuno ha i propri difetti ma ognuno cerca divedere quelli degli altri e non vuol mai vedere i propri.Dovremo essere più giusti. Se giudichiamo gli altri per i difetti, dovremmo giudicare anche noimedesimi perché difetti ne abbiamo ancor noi.Il Vangelo però continua a dire: «Perdonate e sarete perdonati». Il cristiano pertanto deveconformarsi a questa legge. Ora il cristianesimo è nato, cresce nella grandiosa legge del perdono.Gesù Cristo che ha perfezionato la legge ce n’ha dato l’esempio.Sospeso in croce dice: «perdona loro perché non sanno quello che si fanno».O cristiano, qui sta l’essenza del cristianesimo: amare i nemici; qui è la legge divina, laperfezione, la santità, il premio del paradiso.33


CAPITOLO SECONDO - I «cinque punti»La caritàschema di predica1. Un filo tiene legate le perle; è la carità.2. Cade un soffitto costruito con poco cemento; il cemento è la carità.3. Un grembiule stracciato (anche rammendato) non è più come prima, così la caritàLa carità è la Regina delle virtù. Come le perle sono tenute assieme mediante il filo, così la virtùdalla carità, come se si rompe il filo le perle cadono così se si viene meno alla carità si disperdonotutte le virtù.La caritàschema di predicaLa carità è:- Il più grande Comandamento.- Il comando nuovo.- Il segno di "riconoscimento che siete miei discepoli" (Vangelo).- Identificazione con Gesù "Quello che avrete fatto ad uno di questi piccoli...".- Primato dell'amore fraterno. "Se sai che tuo fratello...".- Preferenze dell'amore: "A un pranzo invita i poveri non i parenti perché il contraccambio saràdato alla fine della vita".34


CAPITOLO SECONDO - I «cinque punti»Le opere di carità realizzate e l'esempio della carità vissuta nella comunità fraterna devonopermettere ai membri dell'Associazione di poter ripetere ai primi conquistati quello che diceva SanGiovanni Evangelista ai fedeli di Patmos: "Filii diligite invicem" come membri del Corpo Mistico,facendo scomparire ogni disuguaglianza tra ricco e povero, tra buono o cattivo.La fede può essere contenuta e così pure la speranza: la carità non si può contenere, si sprigionada tutto il nostro essere.E poiché la carità è Dio, da noi si sprigiona Dio stesso......ognuno deve essere utile agli altri col dare e col darsi: col dare Cristo attraverso la parola el'esempio e col darsi nelle opere a beneficio del prossimo senza pretendere approvazioni oricompense....nell'avvicinarsi alle persone saranno sempre educate, rispettose anche delle idee che vorrannosmantellare......e in ogni caso vinceranno il male col bene......non faranno mai questioni sulle opinioni altrui e neppure combatteranno a viso aperto o controppa energia gli errori, ma adopereranno sempre la persuasione, condita con molta carità.La carità è la stessa gioia.Desidero e invoco tutti i giorni per me, per lei, per... e poi per tutte, nessuna esclusa delle nostrecomponenti con la semplice, magica parola: Carità,Siate unitissime nel formare tra voi un blocco solo con lo spirito degli Apostoli e con la carità deiprimi cristiani.da scritti e appunti vari35


CAPITOLO SECONDO - I «cinque punti»Conversare la serenità ed il sorriso come di chi possiede la vera felicità in Dio, per fardire come S. Agostino: "Se questi e queste, perché non io?"Una creatura che si dà al Signore deve darsi a Lui con gioia e con letizia. E' Dio che ci dice dinutrire nei nostri cuori grande letizia.E’ un insegnamento che ci da pure la Chiesa, è un invito fatto subito all'inizio della vita allacreatura che sarà nuova. La tua missione sarà una missione di sacrificio, ma tu lo devi servire contanta gioia.Siate persuase che dopo la luce di Dio non troverete più in nessuna parte del mondo la felicità, lapace che qui avete trovato.da appunti di prediche"Andate in tutto il mondo..." e fate assaporare la gioia di vivere fratelli in Cristo... per fare questooccorre una forza speciale: l'influsso dello Spirito Santo con tutti i suoi doni.Questo avverrà: se praticherete il distacco assoluto; se praticherete una ubbidienza così perfetta;se manifesterete la santa allegrezza in tutto il vostro comportamento esterno, derivata da unaesuberante gioia interna per il possesso del gran tesoro, che è Dio.Procureranno di tenere un contegno dignitosamente allegro, proveniente dal cuore che come arpacanti continuamente le lodi a Dio (apostolato della gioia) tale da far dire: come mai tanta gioia? edesse: Perché "nobis vivere Christus est" (il nostro vivere è Cristo); e come conseguenza: imitatoresmei estote sicut et ego Christi". Siccome non sono più loro che vivono, ma è Cristo che vive in loro....Conserveranno una costante serenità è una grande gioia che apparirà dal volto e un bel sorriso,come di chi si sente felice, possedendo la stessa felicita che è Dio.dagli scritti36


CAPITOLO SECONDO - I «cinque punti»Le manifestazioni della felicitàSchema di predicaOttimismo: tutto è bello - tutto è buono;magnanimità: nel piccolo - nulla è piccolo;nelle colpe: restituiscono più di quello che gli è rubato;nelle cose grandi e umili: "fecit mihi magna qui potens est";gioia: la manifestano col sorriso; questo è pure apostolato.37


CAPITOLO SECONDO - I «cinque punti»Coroni tutto una grande serenità, una santa allegrezza, che non potrà mai mancarvi se veramentetroverete Dio quale compagno, quale particolarissimo amico in tutte le vostre azioni.Se avrete una vera fede e sarete animate da un grande amore, saprete donarvi completamente,senza chiedere il perché e accettando tutto con umile fiducia e abbandono alla volontà di Dio,arrivando così a quella vera gioia, augurabile ad ogni creatura.Come conseguire la felicità?Dando al cuore la certezza di possedere una cosa stabile e per sempre: questo è l’amore di Dio,questo è Dio stesso che è felicità eterna...Stare nella grande gioia., perché possediamo Dio...Che cos’è la vita ?La vera vita è la vita interiore e chi la possiede, possiede la fortuna, la gioia!La vita interiore è la vita di Cristo...Trattare con Lui come si tratta con la mamma, coi superiori.Dirgli: «Tu»Chi lo sente, che vita!Altro che lasciarsi scoraggiare!da appunti di prediche38


CAPITOLO SECONDO - I «cinque punti»Felicitàschema di predicaIl cuore vuole la felicità e la felicità c’è Dio;condizioni: silenzio: parla Dio nella fede;vuoto: distacco da tutto: marcire;Dio in te: «piena di grazia»;unione: comunione – mettere in comune tutto39


CAPITOLO SECONDO - I «cinque punti»Ci saranno grandi difficoltà, ma, ad imitazione degli Apostoli che «ibant gaudentes», noi si faràaltrettanto e crederemo alla benedizione di Dio sulla nostra Opera quando sarà irrorata di dolori e dilacrime che saranno causa di maggior persuasione che Dio la vuole.Tra di esse poi tutto sarà allietato da un affetto familiare e soprannaturale... mantenendosi semprein un sano ottimismo, dandosi la gioia, nascondendosi abilmente le proprie pene.Come si sta bene con quelli che hanno la gioia!Conserveranno in ogni pena e tribolazione la pace costante, il sorriso di chi è contento di soffrireper Gesù Cristo.dagli scrittiSenza Dio la gioia è doloreSenza Dio la gioia è dolore.Con Dio il dolore è gioia. Non temete mai il soffrire quando c’è il Signore.Temete piuttosto la gioia quando non c’è il divino.Preferite piuttosto il dolore alla gioia perché il dolore porta infallibilmente i suoi frutti.Quando avete un dolore più forte di voi, avete il diritto di aspettarvi da Dio qualche cosa digrande, di bello.I premi che vengono dopo il dolore sono il vero bene. Aspettate dopo un dolore forte graziespeciali e personali e constaterete come il Signore vi ha ricompensato a dismisura.Difficilmente poi vi adattate a quei dolori che toccano più da vicino il vostro amor proprio,mentre vi adattate più facilmente al male fisico.Diffidiamo pure di noi ma prepariamoci, con la grazia di Dio a superare momenti difficili.da appunti di prediche.Qual è la moneta per comperare l’amore del Signore?I Santi ci rispondono e ci mostrano chiaramente la proporzione: il sacrificio sta all’amore, comel’amore sta al sacrificio. E’ S. Paolo che afferma «Sovrabbondo di gaudio in ogni miatribolazione.»E S. Francesco: «Tanto è il bene che mi aspetto che ogni pena mi è diletto».Si sente che la gioia non è ancora totale, in parte però la posseggono già.Se vi convincerete che questo argomento è verità, che è realtà, quale esplosione di gioia!Qualche volta la gioia è così grande che ci si sente esplodere man mano che si va avanti ariflettere, ci si accorge che è più giusto sentire il cielo sulla terra in mezzo alle passioni, in mezzo amille ostacoli, che in Cielo dove non potremo far altro che amare.Per questa possibilità che Dio ci ha dato, possiamo ben esclamare: «Felix culpa».E come si sente veramente che «Omnia cooperantur in bonum!».Arrivo quasi a convincermi che Dio ha permesso quel male, il primo male, per permetterci diamarlo liberamente, con una lode quasi impedita, ma che diamo con tutto il cuore per dar gioiaanche agli altri.Perché specie al mattino la nostra gioia è meno spontanea, le nostre preghiere sono dette con untono di voce diverso da quelle della sera?40


CAPITOLO SECONDO - I «cinque punti»Alzarci ci costa? Meglio così: è necessario e solo così si ha una moneta per acquistare l’amore, lagioia.Sentire la ribellione nella preghiera, sentirci restii, va bene anche quello: anche quello è monetasonante. Occorre però non fermarsi alla pigrizia. Le preghiere devono essere dette bene, pensando aquello che si dice. Se capita di non potere pregare bene, cercare di superarsi e se non si riesce, tenerduro, ancora. Tutto è moneta per l’amore da acquistare.E allora, Dio sarà contento di noi, della sua Opera, e poi si accontenta.E’ contento perché è Lui che ci dà la forza per agir bene, è contento della Sua Opera, perchéquello che fa Lui è ben fatto, però si accontenta anche di quello che facciamo noi. Forse il Signorevorrebbe di più, ma si accontenta. Voi dovete desiderare il massimo, che però non raggiungerete eallora Dio sarà contento pur dovendosi accontentare. Dio è contento di quello che ha voluto e siaccontenta di quello che possiamo o facciamo noi, come io mi accontento di quello che fate voi, permettere in pratica almeno una parte delle sante Regole.Voi però aspirate al massimo e se anche troverete sempre mancanze, non scoraggiatevi, saràanche quella moneta che vi farà trovare l’amore, la gioia che è Dio in noi.Siate persuase che dopo la luce di Dio non troverete più in nessuna parte del mondo la felicità, lapace che qui avete trovato..... Voi che avete sentito la voce di Dio, voi che avete fatto certi confronti, pensate che tutto èpasseggero senza l’amore di Dio.Via tutte le tentazioni; a chi ti dice: « non sei degna» rispondi: «Taci non son degna ma tuttoposso in Colui che mi conforta».Che realtà magnifica!da appunti di prediche.... Custodite gelosamente questa gioia... questa verità....Se manca l’amore restiamo schiacciati....Chi ha il diritto di chiamarsi felice? Siamo noi!E’ Dio che chiede il vostro cuore.E’ Lui. Vuole il tuo cuore per dargli una gioia che non può contenere...Dica alle sorelle di rallegrarsi nel Signore, perché anche in questi giorni si è manifestato a noicon particolare bontà.Il nostro amore verso Dio e verso il prossimo deve essere senza misura.La fonte della nostra gioia è nell’amore.E’ bello e gioioso amare.Si prepari a seguire il Maestro della santità dal Tabor al Calvario.Manca poco tempo, e poi il Cielo.Coraggio e allegrezza!Accettare con serenità e letizia le croci che vengono da Dio e dagli uomini val più che portare lacatenella o il cilicio.Ogni cosa buona deve costare.41


CAPITOLO SECONDO - I «cinque punti»Coraggio! Cerchi di stare molto allegra!da scritti e appunti vari* * *.... vi sentirete riempite di Dio che Vi farà allegre e sempre sorridenti..... è sempre in gioia il cuore che vive in Dio, gioia eterna....E Voi siete contente: Dio è dentro di voi; Lui che è la gioia.Lui è sempre in gioia.Bando alle tristezze, alla noia.Lui è dentro di noi.Sappiate evitare la tristezza e la musoneria cercando di essere santamente liete e graziose.Sia serena per mantenere il sereno nelle altre.… è capace di stare allegra e di fare stare allegri. Anche il lavoro lo adempie con precisione, consveltezza e mi pare anche con gioia.Brava!Mi sembra che il suo spirito abbia molto avvantaggiato perché l’ho vista più allegra. Brava!Vi ho viste allegre e animate dalla più grande buona volontà per il bene. Di ciò mi compiaccio.Conservi allora la santa allegrezza e sorrida continuamente a Gesù che le è tanto vicino.... E continui, se può, a far stare allegre le Signorine: anche quello è un apostolato di bene …Il Signore, si vede, l’aiuta proprio, perché tutto riesca bene costì, specialmente per l’armonia e lagioia che vi regna, nonostante il molto sacrificio.Combatta e sia sicura della vittoria.Le suggerisco un metodo: non dia peso e sia sempre allegra nonostante tutto.dalle lettere42


CAPITOLO SECONDO - I «cinque punti»Amarsi tra loro come le parti del corpo mistico di Cristo, tacendo ogni sofferenza edogni offesa ricevuta, tranne il caso che il tacere porti scandalo agli altri e danno allaIstituzione.La Carità degli Apostoli e dei primi cristiani deve essere l’unico ideale di tutta l’Associazione.Perciò orientate la vostra vita nell’acquisto della carità degli Apostoli e dei primi cristiani, seguendole parole che il Maestro disse agli Apostoli: «Amatevi come io vi ho amato. Da questoriconosceranno che siete miei discepoli: se vi amate uni gli altri».Svolgete questo programma imitando ciò che si legge negli atti: «e la moltitudine di quelli cheavevano creduto formavano un cuor solo e una anima sola né c’era chi dicesse essere sua alcunadelle cose che possedeva, ma tutto era in comune tra loro e non c’era chi avesse bisogno tra essi».dagli scrittiSovrabbondi dunque la carità e la prova sia quella proposta da Cristo Gesù: non c’è miglioreprova che dare la vita per l’amico.Che vi allora che non si possa sacrificare addolorare, affaticare, pazientare e spendere a pro dellaCarità? (sic).Tutto soffrire e niente far soffrire; questa deve essere la vostra divisa.Il compatimento vicendevole escluda ogni critica, ogni atto che possa offendere. State attentesoprattutto alla mormorazione che è l’alito velenoso del demonio che consuma l’olio della carità.Voi vi troverete come le vergini stolte e alla venuta dello Sposo sarete escluse dal partecipare alsuo banchetto.Tra le sorelle deve esservi quell’amore che deve far verificare la frase della scrittura: «Eccequam bonum et quam iucundum habitare fratres in unum»; quindi un sol cuore, un’anima sola, unsolo ideale, un sol fine da raggiungere: la conquista della società con la carità degli Apostoli e deiprimi cristiani....tra di esse tutto sarà allietato da un affetto familiare e soprannaturale da formare un cuor solo eun’anima sola mantenendosi sempre in un sano ottimismo, dandosi la gioia, nascondendosiabilmente le proprie pene.Se per sventura e debolezza umana si verrà meno alla carità, non cada il giorno prima che non siriconcilino di gran cuore.Come membri di una stessa famiglia si ameranno in Dio e per Dio aiutandosi scambievolmente,evitando con grande attenzione parole o atti che possono offendere.Si chiama «Nostra Famiglia» perché i suoi membri devono amarsi come fratelli e sorelle (e cosìsi chiameranno) e i superiori saranno come un papà e una mamma che tendono unicamente al benedei propri figli.L’Associazione prende il nome di «Nostra Famiglia» per dimostrare che, come figli dello stessoPadre, tutti gli uomini formano un’unica famiglia, che tutti i membri dell’Associazione sarannocome padre, madre, fratelli e sorelle per quanti li avvicineranno, così pure tutte le casedell’Associazione dovranno essere famiglia per tutti quelli che vi dovranno soggiornare.43


CAPITOLO SECONDO - I «cinque punti»Quanto un ospite verrà in casa, sarà trattato come un membro di essa ed egli dovrà sentirsi comein famiglia.Le componenti devono sentirsi di diritto e di dovere parti fuse di una stessa famiglia chestimeranno, ameranno e preferiranno più di ogni altra cosa al mondo.......Si ameranno come parti del Corpo Mistico di Cristo e, tra di loro, avranno uguale, altissimastima, temendo di offendersi come di offesa fatta a Dio.Amarsi a vicenda come le membra del Corpo Mistico nella comunione dei beni che fascomparire ogni disuguaglianza tra ricco e povero, tra buono e cattivo....Se è necessità e un bisogno del cuore vivere i figli coi genitori, così gli inferiori con i superiori:comprensibilità, affabilità, aiuto reciproco.- i genitori non comandano da padroni e i figli non ubbidiscono da servi, così i superiori con gliinferiore.Prevenire i desideri reciproci:- i genitori incutono ai figli timore reverenziale (fortezza e soavità) e i figli ubbidiscono peramore e riconoscenza, così i superiori con gli inferiori;- i superiori discendono verso gli inferiore ed essi ascendono;- così i superiori saranno fratelli maggiori;« primi inter pares »« eccequam bonum et quam jucundum ».dagli scritti44


CAPITOLO SECONDO - I «cinque punti»La comunità è come una piantaschema di predicaRadici - ideale: umiltà – nascondimento.Tronco - sta alle radici come i rami, le foglie, i fiori, i frutti stanno al tronco: Regole - superiori.Foglie - una non copre l’altra: non gelosia.Fiori - profumo di virtù: sorriso.Frutti - servono per nutrire: così le opereTutta la pianta per i frutti da nutrire.Il padrone è Dio.La comunità serve il prossimo.* * *...Il Signore ha piantato la pianta del nostro Istituto; occorre la radice: l’umiltà; occore il troncorobusto della fede; occorrono dei rami per espandersi; anche i fiori per piacere, per attirare; maoccorrono soprattutto i frutti.45


CAPITOLO SECONDO - I «cinque punti»Questi frutti li troviamo nella regola e nei suoi fini.Fine principale: la santificazione dei suoi membri. E’ una contraddizione voler santificare glialtri senza santificare se stessi. Saremmo dei mestieranti. La nostra santificazione non ha limiti:«Siate perfetti come è perfetto il Padre Vostro». Chi è Santo, si faccia più santo».Potremmo, noi che amiamo il Signore, stare in pace quando vediamo che altri lo offendono?Ed ecco il secondo fine della nostra Regola: entrare nella società, che si fa sempre più pagana,perché essa ritorni al Cristo, come ai primi tempi del Cristianesimo, con lo spirito degli apostoli econ la carità dei primi cristiani. Un cristiano di quei tempi con gli scarponi, la vanga, la zappa, inuna casa rustica, rozzo, sarebbe stato in grado di essere Papa - Dodici Apostoli hanno convertito ilmondo; dodicimila «Apostoli « attuali lo saprebbero pervertire!Quanto hanno sofferto i primi martiri! E noi?...che si ha paura a dirci una piccola parola perché il nostro orgoglio si offende!Eppure deve essere Cristo che vive in noi, il nostro io dovrebbe essere schiacciato. Sentiamo ildesiderio, sì, di essere così, ma se... ma come... Via tutti i se, i come, i quando e...: «faccio».da appunti di predicheLa Comunità. Quando la vedo essere unita nonostante le difficoltà e le asprezze dei caratteridifficili, malgrado le antipatie e le sofferenze, io la paragono a una quercia che affonda le sue radicinella terra oscura attraverso le rocce.Essa resisterà a tutte le tempeste.dalle lettereL’unione della vita di comunità deve essere unione nel vero senso della parola perché sia la veraforza.In questa unione spirituale la via da non perdere mai d’occhio è quella della Croce. Via dellasofferenza, della prova, in una parola della croce: ecco le strade che ci conducono a lui e chedobbiamo veramente non solo seguire, ma abbracciare con tutto il cuore.Ciascuna di voi abbia come scopo di dar lode al Signore. L’unione dello spirito porta all’unionedelle singole lodi e questa lode comune è tanto più accetta e gradita a Gesù.da appunti di predicheIl mondo moderno richiede la nostra santità: santità costruita sull’amore.Al mondo moderno, moralmente sconvolto dobbiamo poter dire con la nostra vita: «Osservatecom’è stupendo vivere nell’amore (testimonianza dell’essere)....Ma far ritornare la società attuale alla carità dei primi cristiani non sarà mai possibile se imembri della conquista non siano essi stessi l’esempio pratico.Fate assaporare la gioia di vivere fratelli in Cristo.Non perdete poi il tempo troppo prezioso e già tanto scarso a riferirvi cose che riguardano ilvostro respiro, come dubbi, scoraggiamenti, tentazioni. Questa sarà materia o del confessore o deisuperiori secondo la loro competenza.Ma non vedete che chi vi ascolta non ha l’autorità né da Dio né dai superiori e perciò siete inerrore?46


CAPITOLO SECONDO - I «cinque punti»Nascerà quindi simpatia, amicizia particolare, allontanamento dai superiori, separazione incomunità, uguale a maledizione del Signore.dagli scritti«Vogliatevi bene tanto, come io ve ne voglio in Cristo. Mi pare di vedervi sorridere con grandegioia».«Ecce quam bonum...». Evviva il nostro ideale!Le ho proprio cercato la grazia, (alla Madonna) per la nostra santificazione prima, e per tutto ilresto poi; ma specialmente per la vostra vera unione che ormai, sento, per me è questione di vita odi morte, poiché, come sento fortemente ad oltranza un contento che non so esprimere e mi pareproprio dal Cielo, per vedere e sentire di voi un cuor solo ed un’anima sola; così vedo che nonposso resistere al dolore di constatare qualsiasi disunione....E’ poi del tutto evidente che la nostra casa ha tanto bisogno di intesa, di unione, di vera carità,senza della quale è impossibile avere la benedizione di Dio siccome il nostro ideale è di raggiungerela carità, quella dei primi cristiani....Veda di sforzarsi di formare un blocco fra tutte, con tutte le regole e quasi minuziosità perriuscire a formare in tutte unità di pensiero, di ideale e di azione......Sarei più contento però che vi regnasse costì la santa armonia e la vera carità, prescindendodalle persone; allora mi glorierei che finalmente la carità vera dei primi cristiani è stata per noi unaconquista e non un sogno....Ringrazi tutte, tutte quante di ogni più bel sacrificio e specialmente per gli sforzi a raggiungerel’unione del nostro ideale colla carità.Vi ringrazio proprio di gran cuore, perché, nella sofferenza, in comune, si sente di essere piùuniti per formare una sol cosa nel medesimo ideale e si è più spronati, anche con sacrificio, araggiungere il medesimo fine.dalle lettere47


CAPITOLO SECONDO - I «cinque punti»La Piccola Apostola che Don Luigi riteneva adatta per la realizzazione della Sua Opera era lapersona semplice perché «distaccata», la persona che guarda solo all’essenziale, che si ritiene evuole essere solo uno strumento per realizzare la carità; una persona disposta ad assumere lafisionomia richiesta dalle «esigenze di servizio».Le sue Piccole Apostole le desiderava pronte a gettarsi con tutte le forze in un’impresa che laparola dei superiori presenta come voluta da Dio «senza fare questioni circa l’importanza epersino l’utilità del loro compito».Non si dovrebbe mai avere paura di chiedere troppo ad una Piccola Apostola; non dovrebberoessere necessari troppi riguardi per trattare con lei.Come era felice Don Luigi quando una Piccola Apostola si dimostrava pronta e lieta se venivarichiesta di cambiare casa e ufficio in un breve spazio di tempo!Con quale tranquillità, con quale completo abbandono lasciò la sua Opera che pure amava inmodo così intenso!Come era caratteristico della sua vita, il suo ritirarsi quando considerava terminato il suo compito!Così pensava si dovesse fare per avere la garanzia che l’Opera fosse tutta di Dio.Entrano in questa linea le raccomandazioni di Don Luigi sull’amore per il silenzio ed ilnascondimento.La Piccola Apostola è una persona che tace molto: tace di se, delle sue preoccupazioni, dei suoiscoraggiamenti, tace dei suoi talenti, tace quando è accusata; preferisce dir meno che troppo.Persino nella preghiera non usa «molte parole, ma ama il silenzio nel quale può ascoltare Dio».L’amore per il distacco colora di un particolare accento sobrio e quasi austero le manifestazionidella carità, pure delicatissime di Don Luigi, e di riflesso, delle sue Piccole Apostole.L’amore a Dio è completo solo se abbinato all’amore del prossimo. E’ infatti assurdo amare Dio sesi odia chi Lui ama. Dio ama tutti e per amarlo perfettamente bisogna essere spiritualmentecompleti in tutto.L’amore perfetto è nel Signore, dal quale derivano tutti gli amori.Don Luigi chiese alle Piccole Apostole di cercare un amore vero ed essenziale, che non fosse solosentimento, tenerezza, simpatia e perciò di essere molto parche nelle manifestazioni esteriori didiffidare sempre di sé, di privarsi anche della gioia di dare una carezza, di evitare le più piccolefamiliarità, per evitare che in una cosa così grande come l’amore si infiltrasse il velenodell’egoismo; ma chiese di avere «un cuore buono e compassionevole» di essere liete, di rendereservigi e di non esitare davanti alla prova più grande: quella di dare la vita.Un amore austero, quindi, che però conosce tutte le delicatezze di una carità rivolta a far crescerela persona e non a legarla a chi l’ama. Tutti quelli che hanno conosciuto Don Luigi hanno detto diessere stati amati così da Lui.La Piccola Apostola ama la sua comunità: considera la vita fraterna un valore immenso, dadifendere ad ogni costo.Nella comunità ci sono i superiori con i quali è bello vivere; ci sono le sorelle, da amare più di ognicosa al mondo per creare una nuova famiglia dove è bello e giocondo vivere insieme.Serenità e sorriso sono espressione concreta della carità, modo sempre e comunque recepito daglialtri, testimonianza vera e concreta per gli altri, apporto positivo alle sorelle nella comunità.Eppure con un ardire che poteva venire solo da Dio (considerato il tempo nel quale viveva) DonLuigi chiese alle Piccole Apostole di essere pronte a rinunciare anche a questo: «casa, cappella,libro, superiori, vita di comunità...».Questo «distacco» permette alla Piccola Apostola di vivere quell’esigenza di totalitarismo checaratterizza la sua spiritualità: solo chi ha lasciato tutto può arrivare all’eroismo della carità.48


CAPITOLO SECONDO - I «cinque punti»Così vi arrivò Don Luigi, che fu un estremista nel suo apparente, silenzioso e conformismo e chenel modo poco appariscente e forse un po’ sconcertante che gli era così congeniale, diederealmente la vita per l’Opera.Considerazioni delle Piccole Apostole sul «cinque punti».49


CAPITOLO TERZOImpegno apostolicoIl carisma particolare del nostro Istituto è di vivere secondo lo spirito degli Apostoli, attuando lacarità dei primi cristiani.Per Don Luigi è essenziale ed implicito l’impegno apostolico di diffondere questo ideale e per tantoil suo pensiero, o meglio la sua intuizione che ha completamente assorbito, orientato e animato lasua vita, emerge, con modalità diverse, in ogni suo scritto.Per questo abbiamo già riportato nel primo capitolo molte pagine riferite all’impegno apostolico.Questo capitolo vuol essere una integrazione, una sottolineatura, a volte una ripetizione.


CAPITOLO TERZO - Impegno apostolico«Gli scopi che l’opera si propone sono quelli di compiere il comando ricevuto dal Signore dipenetrare nella società moderna per farla ritornare alla carità dei primi cristiani».Egli ci ha voluto affidare l’alto compito di portare la buona novella al mondo diventato pagano, difare assaporare la spiritualità del Vangelo e di far gustare la gioia di vivere fratelli in Cristo.Di conseguenza lo spirito degli Apostoli deve essere per la Piccola Apostola il primo movente, laprima causa di tutto il suo operare, come fuoco che arde sempre e non si consuma mai, come seteardente che desidera l’acqua zampillante della fonte e come l’esiliato che anela il ritorno nella suapatria.Si capisce dunque subito come queste anime a cui il Signore affida questo mandato, debbanoesaminarsi ed essere esaminate se posseggono la vocazione degli Apostoli, cioè missionaria nelsenso più stretto della parola e i requisiti necessari per conseguire questo fine.I superiori poi si rendano sicuri di questa vocazione per conseguire gli scopi che l’Opera si propone,che sono quelli di compiere il comando ricevuto dal Signore di penetrare nella società moderna perfarla ritornare alla carità dei primi Cristiani....Prima però di accettare i membri nella congregazione2 sarà necessario studiare bene se questiposseggono tutti i caratteri della vocazione apostolica, cioè missionaria nel vero senso della parola,e se sono disposti anche a dare la propria vita per la nobile causa di far ritornare la società alla caritàdei primi cristiani.Questi membri debbono essere di virtù superiore, cioè già perfetti, per conquistare più coll’esempioche colla parola....dagli scritti2 Il termine è usato in quanto ancora non erano stati riconosciuti gli istituti secolari.51


CAPITOLO TERZO - Impegno apostolicoIl fine1) Gloria di Dio:donarsi totalmente a Luidisposti a tutto per Lui.2) conquista della famiglia:di tutte una sola famiglia, il cui capo è Cristo; un solo ovile sotto un solo pastore.a) nulla risparmiare;b) dare la vita per la riuscita.3) ritornare la società moderna alla vita dei primi cristiani col:a) non farsi riconoscere religiosi (abito) e far pensare: «se questi e quelli perché non io?» (S.Agostino).b) mostrare gioia, serenità, sorriso;c) non far questioni, non difendersi, ripetere nelle maggiori offese come i primi cristiani: «E tumi sarai fratello in Cristo».schema di prime bozze di Costituzioni... secondo questo spirito (degli Apostoli) e questa carità (dei primi cristiani) si deve intraprendereogni opera possibile e quanto di più urgente presenta la società per essere aiutata.L’istituto Secolare delle Piccole Apostole della Carità ha ottenuto l’approvazione ecclesiastica conerezione di diritto diocesano il 18 Gennaio1950 e il Decreto di Lode il 29 Settembre 1973.SecolaritàL’istituzione «La Nostra Famiglia « fa parte degli Istituti Secolari secondo la CostituzioneApostolica «Provida Mater Ecclesia « promulgata il 2 febbraio 1947 da Papa Pio XII, corredata daun documento (Motu proprio) dello stesso Pontefice emanato il 12 marzo 1948 e da una istruzionedella S. Sede per mezzo della S. Congregazione dei Religiosi pubblicata il 19 marzo 1948 alloscopo di impedire interpretazioni erronee dei documenti pontifici.La nostra Istituzione è nata come il granello evangelico che, caduto per terra, porta molto frutto. Faparte degli Istituti Secolari, secondo la «Provida Mater Ecclesia», voluta dal Pontefice Pio XII,senza le insegne dei religiosi, ma nella sostanza e nello spirito in tutto uguali ad essi e con modi piùadatti ai tempi moderni.Che cosa facciamo? Ogni opera che la Provvidenza ci manda, poiché non è l’opera che ci distingue,ma è lo spirito e il modo che fanno distinguere la nostra Opera dalle altre opere simili alla nostra.52


CAPITOLO TERZO - Impegno apostolicoL’Istituto Secolare non deve confondersi con «istituto dei secolari» (mondano) mentre ha lo scopodi penetrare nel mondo senza subire l’influsso del mondo, portare la luce senza accettare le tenebre,spazzare il fango senza imbrattarsi....Sarà grande premura dei membri stessi di non farsi riconoscere come religiosi per poter penetraredovunque e per poter far pensare come già S. Agostino «Se questi e queste, perché non io»?Per facilitare il compito è necessario il più assoluto segreto e non comparire religiosi per essere piùliberi di agire....le vocazioni potranno essere secolari o sacerdoti in cura d’anime o adibiti a qualsiasi ufficio,purché ognuno al proprio posto assegnatogli dalla Provvidenza possa ripetere: un Apostolo farebbecome faccio io?Di modo che ognuno o nella propria famiglia o nella propria parrocchia o nella scuola o nell’ufficioo nel laboratorio o nel campo o in qualsiasi altro luogo debba dire: questi che mi stanno d’attornosono anime che Dio mi ha affidato per ritornarle alla carità dei primi cristiani.Ognuno deve rimanere a quel posto che la Provvidenza ha assegnato, senza voler essere di peso anessuno anche per il proprio sostentamento, invece deve essere utile agli altri, col dare e col darsi.Col dare Cristo attraverso la parola e l’esempio e col darsi nelle opere a beneficio del prossimo,senza pretendere approvazioni o ricompense.Non si preoccuperanno mai del proprio avvenire o della famiglia o della propria salute, nè delcompito da svolgere, del posto o del lungo: a queste cose ci penserà la Provvidenza, ricordando chenon è il fare questo piuttosto che quello il fine dell’Opera, ma piuttosto deve essere lo spiritoapostolico che accompagna ogni opera, e lo Spirito Santo, che è il primo interessato nell’Opera, nonmancherà di mandarci i suoi lumi e il suo fuoco santificatore.Si ricordino che non è il fare il fine dell’Opera ma è lo spirito che deve accompagnare ogni opera:lo spirito della carità dei primi cristiani. Ciò non potrà avvenire se in qualsiasi modo si bada aipropri interessi e ai propri comodi e non ci si abbandona totalmente in Dio sperando unicamente daLui la ricompensa vera.dagli scrittiSi potranno realizzare attività apostoliche nelle case dell’Opera o «fuori».Non tutti i membri saranno adibiti alle stesse opere, ma ognuno secondo i talenti che avrà ricevutodal Signore.Il mio vivere è Cristo. Di qui viene una conseguenza tanto naturale, cioè che in ogni cosa chefaranno, avranno di mira soltanto la gloria di Dio e il bene delle anime, come appunto era lo scopodi Gesù Cristo sulla terra.Perciò al termine di ogni giornata si chiederanno quale gloria si è data a Dio e quale bene si è fattoalle anime.Considereranno, come talento da adoperare, ogni facoltà che possiedono e ogni mezzo esterno,escludendo ogni proprio interesse.53


CAPITOLO TERZO - Impegno apostolico…non vi sia la smania di fare tanto, ma di fare bene quello che si può fare e il primo bene sia lapreparazione e la formazione di quelle che devono fare il bene.Contemplazione e azione occorrono unite in ogni tempo.Trovato Dio, nella solitudine e nel distacco, armato di esperienza e di grazia, l’apostolo può gettarsinel mare della vita per salvare.L’apostolo, se non possiede queste due cose, è disertore; la sua fatica sarà apparente.La nostra Istituzione andrà avanti anche dopo la nostra morte.Se tutto su questa terra costa, deve costare più di tutte le cose della terra, ciò che è al di sopra dellaterra.Così la nostra Opera: quanto più costa, tanto più e buona.da scritti vari54


CAPITOLO TERZO - Impegno apostolicoPer la sua opera Don Luigi non ha mai voluto stabilire un fine specifico; gli bastava affermare esostenere che «i membri devono agire come gli Apostoli tenendo calcolo dei bisogni del propriotempo».Pertanto la presa di coscienza della società di allora (1946) di dover impegnare «scienza e carità»perché tanti fanciulli in difficoltà evolutiva potessero districarsi dai loro handicaps per divenire«persone» ha trovato immediata rispondenza in Don Luigi che insegnava: «di fronte a un bene dacompiere non bisogna frapporre indugi».Sono qui riportati alcuni riferimenti particolari di Don Luigi all’attività di riabilitazione deibambini irregolari.Altri se ne trovano nelle lettere.Istruzioni particolareggiate sono raccolte in uno dei suoi scritti.Il movente della nostra OperaE’ dovunque c’è un bene da compiere penetrando nella società con lo spirito degli Apostoli e con lacarità dei primi cristiani.A volte ci sentiamo tanto deboli di fronte a tanto bene da fare. Ma la Provvidenza non manca diaiutarci, come in questa felice circostanza e noi, come Apostoli, salendo al tempio del Signore perringraziarlo dei suoi benefici vediamo, come S. Pietro, il bisognoso che ci stende la mano in cercadi soccorso.E noi che vediamo nel bisognoso il nostro bimbo, con cuore di mamma ardente ci inchiniamo versodi lui e gli diciamo: vedi, noi non abbiamo nè oro nè argento, ma tutto quello che abbiamo ti diamo:prendi la nostra vita, ma tu alzati e cammina.Superate ora una difficoltà tutta vostra: cioè che dobbiate credere che questo lavoro sia pococonfacente al grande ideale del vostro apostolato. Ricordate una sola cosa: ogni forma di apostolatoper noi è sempre buona perché non è l’opera in se stessa il nostro fine, ma è lo spirito che segueogni opera che ci manda il Signore. Anzi quello che state facendo ora consideratelo il migliore ditutti come se dopo di questo voi doveste terminare la vostra vita e riceverne il premio.Il buon Dio ha già pensato Lui a rendervelo un po’ gradito.dagli scrittiSo quanto vi sono debitore del vostro buon esempio di abnegazione coi cari bimbi, che ormaistrappano il cuore di tutti, e sono la causa che la nostra Opera acquista presso molti il titolo digrande opera della carità.Quindi vedete quanta importanza ha mai la buona riuscita.Siamo dunque tutti impegnati in questo intento e mi pare di andare contro Dio se ognuno di noi nonci mette bene tutti i suoi talenti a questo scopo.dalle lettere...Voi vi ha fatte un po’ tutte mamme per poter capire, compassionare ed amare questi bimbi e nonper nulla le loro mamme vi stimano, pongono in voi grande fiducia e vi sono riconoscenti perchésanno che voi le sostituite egregiamente. Tuttavia ricordatevi di trattarli tutti ugualmente senzabadare a chi è bello o a chi è brutto; senza distinzione se sono di famiglia povera oppurearistocratica...Ognuno senta viva la responsabilità di questi bimbi davanti a Dio e il compito che si assume lo portial termine, con amore e con sacrificio...dagli scritti55


CAPITOLO TERZO - Impegno apostolicoEsortazione all’apostolatoNostro Signore prima di incominciare la Sua vita pubblica, andò da Giovanni Battista per farsibattezzare. E Giovanni, appena vide Gesù Cristo, infiammato di santo zelo, l’additò alle turbe e aisuoi discepoli dicendo: «Ecco l’Agnello di Dio, ecco Colui che toglie i peccati del mondo».Consideriamo questa semplice espressione di S. Giovanni Battista «Ecco l’Agnello di Dio, eccoColui che toglie i peccati del mondo». Parlando così S. Giovanni Battista dichiarava che egli eraprofeta perché diceva di Gesù Cristo che Egli era il Messia, era il Figlio di Dio, senza averloconosciuto, senza avergli mai parlato; parlando così S. Giovanni diceva ancora che egli era unApostolo facendo conoscere Gesù Cristo, che era Dio, alle turbe.Eccone l’insegnamento: noi non possiamo essere profeti come S. Giovanni se Iddio non lo vuole,ma come Giovanni possiamo tutti essere Apostoli.Gesù è tra una immensa folla avida di ascoltare la Sua divina Parola. Attorno a lui stanno dodiciuomini, i più affezionati a Lui. Il divino Maestro mostra ad essi l’universo che si vede dinanzi ailoro occhi e con gesto maestoso dice loro: «Andate e insegnate a tutte le genti».Chi parlava? Parlava Dio! A chi parlava? A dodici poveri uomini che non avevano né oro, né fama,né eloquenza; avevano però qualche cosa di più potente, di più grande: avevano Gesù sulle labbra,Gesù nell’anima, Gesù nel cuore.Tutti voi potete essere Apostoli perché avete Gesù sulle labbra, nell’anima e nel cuore la potenza el’amore di Gesù.I vostri fratelli si perdono...Non ci sorride alcuna speranza di rimediare al male che dilaga enormemente? Le masse sonorovinate, il mondo corre allo sfacelo.Ecco l’inganno. Sono le moltitudini che debbono salvare il mondo? No, vedete: il mondo paganoera perduto. Da chi fu salvato? Da dodici poveri pescatori. I pochi conquistano i molti purchè ipochi valgano più di tutti i molti. Lanciatevi dunque in mezzo alla società, uscite di casa e datemano all’opera. I popoli si perdono, ma gli individui si devono salvare.L’apostolato non è compito soltanto di noi preti, ma è di tutti quelli che sono veramente cristiani.Nessuno può esimersene.Vedete Gesù Cristo che pende dalla croce?Perché è venuto sulla terra? Perché è morto?«Sono venuto sulla terra per salvare le anime».«Sono venuto non per i sani ma per gli ammalati».Oggi piange sulla disgraziata Gerusalemme, domani dice il suo cocente desiderio di bere il calicedella sua Passione e dall’alto della croce grida: «Sitio». Ho sete. Quale sete? Sete di anime. Questogrido viene raccolto dagli Apostoli e diranno: «Dateci anime».Lo raccoglieranno tutti i Santi e tutti i buoni cristiani e diranno «Dateci anime».Lo raccoglierà il missionario che lascerà la mamma, la casa, la patria, andrà in lontane regioni e diràcon tutto l’entusiasmo del suo cuore giovanile: «Salvare un’anima e poi morire».Come la pensate voi?Quanti cristiani vedono il mondo che va tutto sottosopra, i mali che si commettono, gli scandali chesi propagano e si accontentano col dire: «Oh, ma io non ci posso far nulla lo stesso!» e stanno collemani in mano ad osservare e a criticare.S. Giovanni Crisostomo dice: «che importa che abbiate sofferto la fame e che la cenere sia stata ilvostro cibo? Digiunate e pregate? Queste opere sono poca cosa, se voi non lavorate alla salvezza delprossimo».S. Bernardo soggiunge: «No, voi non amate Dio, se vedendo l’uomo, che è la Sua immagine,coperta di fango e di lordure, non vi adoperate a toglierlo dal male».C’è una parola che rintrona tutti i giorni le nostre orecchie; questa parola è «la solidarietà».Solidarietà umana; dico umana perché umano è il campo nel quale si attua, ma nella sua radice ècomando divino.56


CAPITOLO TERZO - Impegno apostolicoIl vicino risponderà della salvezza del vicino, l’amico pagherà per l’amico, i genitori per i figlioli.Ai grandi Iddio chiederà: «Come avete provveduto alla educazione dei piccoli?». Ai ricchi «Checosa avete fatto per soccorrere i poveri?». Agli uomini di ingegno: «Quale uso avete fatto del vostroingegno per glorificarmi e istruire gli ignoranti?». Ai re: «come avete governato i sudditi?». Ailegislatori: «Quali leggi avete dato ai popoli a voi soggetti?».Quanti si perdono perché nessuno si interessa di loro, perché non hanno trovato sul loro camminodelle anime veramente apostoliche!Il paralitico da trentott’anni attendeva che qualcuno lo buttasse per primo nella piscina per ottenerela guarigione.L’apostolato non vuole indugi. Che abbiamo fatto per la salvezza dei nostri fratelli?Su adunque al lavoro; non stiamo ad osservare le rovine che compie Satana; destatevi dal lungoletargo e unitevi ai valorosi che già sono entrati nel campo del combattimento per trattenere tanteanime dal cadere nella via della perdizione.Chi ama Iddio cura gli interessi divini e zela per la salvezza delle anime che costano il sangue diGesù Cristo.E come non è concepibile un cristiano senza amore, così non è concepibile un cristiano senzal’espansione della sua carità che deve abbracciare tutto il mondo.Non dite pertanto: «Io voglio salvarmi» ma dite invece «Io voglio salvare il mondo». Questo è ilsolo orizzonte degno di un cristiano perché è l’orizzonte della carità.Come esercitare l’apostolato?1) Con la preghiera.S. Teresa del Bambino Gesù ha convertito più anime con la preghiera che non S. Francesco Saveriocon le predicazioni, coi miracoli.2) Con la parola ma specie col buon esempio.Quello che fate, fatelo bene. Siete ricchi: fate la carità. Siete poveri: non imprecate alla Provvidenzadel Signore. Siete padri o madri di famiglia: attendete alla buona educazione della prole. Sietecristiani cattolici: siate veramente praticanti.3) Col sacrificio.Gesù Cristo ha riscattato il mondo sacrificando tutto se stesso; gli Apostoli sono volati allaconquista del mondo offrendosi come vittime alle anime.Cristiani, ognuno di noi deve diventare un artista di anime. E dobbiamo dipingere la bellezza diGesù non sulla tela ma nelle anime. E il pennello dell’apostolato non caschi di mano neppuredinanzi a Giuda che ha tradito.Individui e società si possono redimere purché ci siano Apostoli che lottino coll’opera, coll’esempioe col sacrificio.omelia dei parrocchiani57


CAPITOLO TERZO - Impegno apostolicoPentecoste... La Pentecoste ebraica avveniva quaranta giorni dopo la Pasqua e faceva ricordare al popoloEbreo la promulgazione della legge data da Dio a Mosè sul monte Sinai.... E la nostra Pentecoste cristiana che significa? Significa la promulgazione della nuova legge, lalegge del nuovo Testamento, la legge di amore. E Iddio buono fece coincidere la nuova Pentecostecristiana con la Pentecoste ebraica a denotare che l’antica era solamente una figura, mentre la nuovaera la realtà e poi perché, anche col grande concorso di popolo che vi era in quella festa, era piùfacile per gli Apostoli l’iniziare la promulgazione della legge nuova e l’inizio della Chiesa cattolicasparsasi poi in tutto il mondo.Nella festa della Pentecoste riscontriamo pertanto due fatti: la discesa dello Spirito Santo sopra gliApostoli e l’inizio della Chiesa universale.Perché la discesa dello Spirito Santo è accompagnata da uno strepito fragoroso e dal fuoco?... Lo strepito dal cielo voleva significare il grande sommovimento e la grande trasformazione che laChiesa nascente stava per compiere in mezzo al mondo. E il fuoco che apparve sensibile significavaun altro fuoco spirituale che penetrava le menti e le illuminava, penetrava i cuori e li infiammava.Gli Apostoli escono dal Cenacolo con nella mente il grandioso problema di rovesciare ilpaganesimo e di sostituirvi il regno di Cristo.Si parano dinanzi ad essi gravissime difficoltà, ma gli Apostoli hanno già tutto previsto, hannodeciso, Gesù Cristo ha loro detto: essi debbono conquistare il mondo.La prima grande difficoltà è la legge stessa ebraica.... Ma la difficoltà più grave era il paganesimo il quale imperniava tutto; individuo, famiglia,società.... Vedete i pregiudizi e le pratiche pagane; essi vi sostituiscono i dogmi, la morale e il cultocristiano. Vedete le menti aberrate, vedete i cuori corrosi dal vizio, vedete l’impero romano chedomina, che protegge ogni religione tranne quella di Cristo e misurate le immense difficoltà a cuigli Apostoli vanno incontro.Ma e quali sono i mezzi per conquistare il mondo? I mezzi che si credono necessari alla conquistadei popoli sono l’oro, la forza, la scienza. Ma gli Apostoli non posseggono né oro né argento;vivevano di elemosina.Avevano forse degli eserciti o speravano di averne? No; anzi, protestano altamente, che le loro armisono la preghiera, la parola e il crocefisso. Hanno la scienza? No, sono zotici e la loro parola èrozza. Essi posseggono il comando di Cristo: Andate, predicate, ammaestrate tutte le genti,battezzandole nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo.A chi debbono predicare? A tutti. Dove? Dovunque.Chi li sosterrà nell’ardua impresa? Gesù Cristo quando ha detto: io sarò con voi sino allaconsumazione dei secoli.E gli Apostoli vanno per il mondo, e l’uno dopo l’altro cadono gloriosi; dopo di essi, cadono a millea mille, e poi a milioni i martiri, ma il sangue dei martiri è seme per nuovi cristiani. In capo a tresecoli il mondo pagano si sfascia; Cristo ha vinto, la croce brilla vittoriosa.E ciò per opera di chi? Dello Spirito Santo.Ma, o cristiani, lo Spirito Santo discende anche sopra di noi. Quando? E che viene a fare in noi loSpirito Santo?Gesù Cristo prima di andare in Cielo ha detto: Vi manderò lo Spirito Santo e ciò non soltanto per gliApostoli ma per tutti.E quando discese in noi lo Spirito Santo? Quando abbiamo ricevuto il Battesimo e abbiamoincominciato a far parte della grande famiglia cristiana. Quando abbiamo ricevuto la S. Cresima,diventando così strenui difensori della fede di Gesù Cristo.Ma che viene a fare in noi lo Spirito Santo?Lo Spirito Santo discese sopra gli Apostoli in forma di fuoco. Ora che fa il fuoco?Il fuoco distrugge, il fuoco trasforma.58


CAPITOLO TERZO - Impegno apostolico... Il fuoco dello Spirito Santo che entra nella nostra anima che fa? Distrugge il peccato.Ancora: Lo Spirito Santo irrobustisce l’animo.Sansone coi suoi genitori va al villaggio di Timna; giunto alle vigne di quel piccolo paese, incontraun leone che mandava ruggiti spaventosi. I genitori si spaventarono; Sansone no.Va incontro a quel leone, lo prende per le mascelle e lo uccide.Anche noi abbiamo un leone ben più feroce che è il demonio; ci viene incontro e tenta di divorarcimentre ci incamminiamo alla nostra patria che è il Cielo. Ma se possediamo lo Spirito Santo nontentenneremo e riusciremo sempre vincitori.Ancora: il fuoco trasforma: osservate una massa di ferro; non serve a nulla; ma il fuoco la rendemolle, lucente, malleabile e diventa utile per tanti attrezzi di lavoro.Guardate moltissimi prodotti animali e vegetali che non potrebbero giammai saziare la famedell’uomo. Ma il fuoco che fa? li cuoce e diventano alimento efficace per gli uomini.Così lo Spirito Santo di Dio trasformi la nostra mente, il nostro cuore, l’anima nostra e li rendacapaci del Paradiso.omelia ai parrocchianiVogliate affrontare ogni cosa con il coraggio degli Apostoli.Se questi, al comando di Gesù: andate nel mondo e portate la buona novella, avessero pensato alledifficoltà e ai pericoli cui andavano incontro e a mille altre preoccupazioni, non avrebbero maidiffuso il Cristianesimo.Così anche alle vostre prime sorelle d’ideale fu chiesto un eroismo superiore al vostro.Lasciarono il certo per l’incerto, non indietreggiarono mai di fronte alla parola data, non ebbero maiun attimo di dubbio, perché con la loro fede profonda era una profondissima volontà.Dimostrate sempre più, dunque, con la vostra forza di volontà, con l’annullamento di voi stesse, con«l’ama nesciri» che volete uniformarvi completamente ai desideri del Signore, per donarvi tutte albene degli altri.Tanto più voi vorrete, tanto più voi darete.Tanto più darete, tanto più troverete.Siate sempre, quindi, anime volonterose con il vero Spirito degli Apostoli e con la carità dei primicristiani.da appunti di predicheO Signore infinitamente buono che ti degnasti di accendere nei nostri cuori lo spirito degli Apostolie il fuoco della carità dei primi cristiani e di accettare gli slanci di completa, totale dedizione diqueste tue Piccole Apostole, concedi che esse si dissetino come cervi alla fonte del tuo amoreperché, ripieno il loro spirito di celesti consolazioni, portino con forza il tuo nome fino agli ultimiconfini della terra così, consumata in breve la loro vita, consolidino sempre più l’avvento del tuoRegno.... Si deve affrontare il dolore per paternità.... Se ci sono i mezzi bene, altrimenti Dio fa a meno. Purché ci sia il divino. Purché ci sia umiltà.... Gli Apostoli non indietreggiavano mai davanti a qualsiasi ostacolo e dovunque erano presenti, colcuore riboccante di gioia, dove erano anime da salvare.... Coraggio adunque, e avanti col nostro programma dello spirito degli Apostoli e della carità deiprimi cristiani.59


CAPITOLO TERZO - Impegno apostolico... La vita di apostolato deve essere sostenuta dalla pietà.... Il movente dell’Opera nostra è dovunque c’è un bene da compiere.Ognuno deve imitare S. Paolo nell’azione: tutto per tutti senza tregua, corrispondendo così alladivina grazia della vocazione.Il bene deve essere fatto bene.Ognuno deve rimanere a quel posto che la Provvidenza gli ha assegnato.Bisogna perciò imparare, addestrarsi e poi slanciarsi.... Non sarà possibile ammettere indugi davanti a qualunque necessità, costasse anche la vita.... E’ impossibile salvare un’anima senza dolore.da scritti e appunti variIn sintesi:Don Luigi non ha proposto per le Piccole Apostole un tipo specifico di apostolato, non ha postolimiti nè di tempo, nè di spazio al campo d’azione, ha sottolineato l’importanza di tener calcolo deibisogni del proprio tempo, ha richiesto una adesione fedele, costante e profonda alla Chiesa.Di conseguenza, secondo il linguaggio attualmente usato dagli Istituti Secolari, la Piccola Apostolaè impegnata:a) in un apostolato di testimonianza: «Sia dunque la vostra vita santa, di una Santità che sipresenta come modello da imitare»;b) in un apostolato di impegno nelle strutture temporali «…nella propria famiglia, nellaparrocchia, nella scuola, nel laboratorio, nel campo...ovunque c’è un bene da compiere»;c) in un apostolato di evangelizzazione. La Piccola Apostola ha «il compito di portare la buonanovella al mondo diventato pagano per fare assaporare la spiritualità del Vangelo».60


CAPITOLO QUARTOLa vocazione«La vocazione è un privilegio di amore che non a tutti è concesso».La vocazione è una donazione reciproca; una compra e vendita meravigliosa che vale la pena difare.Dio che dà a noi e noi che riceviamo.Dobbiamo perciò pagare questo dono con l’offerta di tutto ciò che abbiamo di più caro. A Lui,quindi, alla sua domanda: «Mi ami tu più di costoro?» voi generosamente e liberamente aveterisposto «sì».Dovete dimostrare di saper seguire le sue orme con una santità di vita, con una dedizione completache sa dimenticarsi per tutto donare.da appunti di predicheLa vocazione è simile a un tesoro che uno ha trovato in un campo. Lo nasconde. Vende quello cheha, compera il campo e così è padrone del tesoro.La tua vocazione tu l’hai vista in questo campo (la nostra Opera), tu non la potrai avere se noncomperi questo campo.La condizione essenziale è la compera del campo per diventare padrone del tesoro. Quindi se non locomperi non puoi averlo. Tutti i pensieri quindi, tutta l’importanza è di poter comperare il campo(l’Opera nostra).Allora vendi tutto quello che hai per comperarlo. Vendi la tua casa, il padre e la madre, i fratelli, lesorelle: vendi la tua giovinezza, il tuo corpo, la tua volontà, la tua libertà per avere denarosufficiente per comperare il campo (la nostra Opera).Appena comperato, la prima cosa è di dissotterrare il tesoro per vederne la bellezza, per constatarnela singolare preziosità. E la bellezza è di cielo, e la preziosità è di amore sostanziale, è di amore dipreferenza.Quindi valeva la pena di comperare il campo, vendendo tutto il resto.Ma è un tesoro che sta appena in quel campo esclusivo (la nostra Opera). Se non vi è quel camponeppure il tesoro. Quindi il tesoro non ci può essere se non col campo; se lasci il campo devilasciare anche il tesoro: la tua vocazione.Quelli che lasciano il campo lasciano anche il tesoro. Quindi non vi è tesoro senza il campo comenon vi è campo senza tesoro, come il cibo per la vita, come il corpo per la vita dello spirito.Bisogna collocarlo degnamente come in un tabernacolo che è il tuo cuore - il tabernacolo rivestitoper tre lati di lamine di ottone dorato: povertà - ubbidienza - castità e da una porticina d’oro:comunione - carità.Il tabernacolo è innalzato come sopra un monumento che ha alla base l’umiltà, e sopral’innalzamento delle pietre preziose di tutte le virtù cementate dal cemento della carità; poiall’intorno i fiori che bisogna coltivare e sono i cari figlioli. Poi praticare sentieri con filari di alberi,con arte, con le nostre regole.Poi alla fine viene il padrone di quel tesoro e di quel campo per constatare se tutto è stato fattodegnamente per darne il premio. E il premio è che il tesoro è il Cielo: anche il campo diviene diCielo (paradiso sulla terra).da appunti di predicheLa vita religiosa deve essere una continua elevazione; unico mezzo per giungere a questa elevazioneè l’amore di Dio.


CAPITOLO QUARTO - La vocazioneElevarsi significa perdere la propria pesantezza. Pensate che se siete pesanti per voi, tanto più losarete per gli altri!Come sono contento!Come è reale questa gioia!Entrando a far parte di un Istituto non si entra per servire Dio, questo non basta, ma si entra perstare con Lui.Il servo non può stare insieme al padrone, non può saperne i segreti, il figlio sì.E voi siete figlie, e spose di Cristo. É Dio che chiede il vostro cuore: è Lui...Dal momento che avete deciso la vostra consacrazione a Dio appartenete all’eletta schiera delleanime volonterose che sono chiamate al servizio di Dio...Bello, poi se arrivassimo alla conclusione: O Signore, tutto per Te; dovessi rinascere cento volte,sempre tutto per Te......che predomina in voi deve essere Dio. E questa predominanza di Dio in Voi non crea certo unaschiavitù; nessuno è schiavo nella casa del Signore.La vita di consacrazione deve essere atto continuo di amore al Signore che è iniziato il giorno in cuiabbiamo risposto alla sua chiamata e non terminerà più.Amare Dio significa lottare, sacrificarmi, soffrire. Perché l’amore di Dio non venga strappato dainostri cuori deve essere un amore forte.da appunti di predicheQuesto amore si distingue in amore a Dio, con una totale, completa, esclusiva dedizione econsacrazione e l’amore al prossimo, facendo scomparire ogni disuguaglianza.Il fine dell’Associazione é la gloria di Dio e la santificazione dei suoi membri, seguendo i consiglievangelici ed esercitando la carità spirituale e materiale verso i prossimi, seguendo lo spirito degliApostoli.dagli scritti... Ricordate poi lo scopo della nostra Istituzione, scopo veramente e profondamente missionario .Siate il lievito che fa fermentare e dà vita alla massa. Non accontentatevi di essere la farina masiate il lievito. Guai alle retrograde! Guai ad essere il masso che ostacola ed impedisce il cammino!Pensate al valore della vostra vita religiosa.É una vita che avete seguita per vocazione, non per sistemazione.E così la vocazione deve essere sempre profondamente vissuta. Vivetela nell’ufficio che la santaubbidienza vi impone, vivetela con semplicità, con umiltà, con piena dedizione...Umiltà, semplicità, coronate dall’ubbidienza devota ai superiori; nessuno vi può distogliere da ciòpurché lo vogliate.Importanza massima ha la nostra vocazione, anche se fosse fraintesa e disprezzata.Anche i genitori più buoni non la sanno pienamente comprendere. Amate la vocazione emanifestate tale amore con l’ubbidienza, con l’umiltà, con la semplicità.62


CAPITOLO QUARTO - La vocazioneUniamo le nostre forze perché la nostra Opera sia veramente santa, perché realmente possiatediventare il lievito nella massa.da appunti di prediche* * *Dio ha bisogno di incontrare ciascuno nella propria via. Ora la vostra via é la consacrazione come«Piccola Apostola». Qui cercate Dio e possedete Dio. Allora Dio vi darà l’onore dei martiri.«Noi non abbiamo nulla, ma tutto quello che abbiamo, ti diamo: prendi la nostra vita...»....diventate figlie, diventate spose di questo amore...La vocazione è un tratto d’amore di Dio, di privilegio; a noi tocca corrispondere. Non diciamo maibasta al Signore...La vocazione é un privilegio d’amore che non a tutti concede......Raccomandi perciò il buon esempio da parte di tutte perché non succeda la perdita di qualchevocazione per i difetti esterni...... Importante é che abbiamo a far bene e a pregare molto col lavoro e col sacrificio perché ilSignore ci benedica inviandoci delle buone vocazioni...... Insisto ancora presso di lei perché preghi e faccia pregare per le buone vocazioni. La preghiera èinfallibile quando é fatta con tutte le sue condizioni.dalle lettere...Piuttosto tu cerca di conseguire il fine della tua vocazione e della tua comunità e io ti assicuro chenon ti mancherà giammai la Provvidenza. Ma il giorno in cui tu mancherai alle tue promesse, anchenoi staremo male. Sta allegra…da una lettera alla sorella religiosaAvere il bisogno, il gusto di conoscere la vita che vogliamo condurre.Il cumulo di grazie che ho da Dio mi fa vedere la stragrande mia piccolezza umana.dalle lettere63


CAPITOLO QUARTO - La vocazioneI votiFaranno i voti di castità, povertà, ubbidienza e della carità.Siccome la perfezione e l’apostolato sono più sicuri con la rinuncia ai beni della terra (distaccospirituale – distacco totale) i membri si consacreranno a Dio con i voti di povertà, castità,ubbidienza…dagli scrittiPovertà, castità, ubbidienza, ecco i nostri voti.Quindi annullamento completo della vostra volontà messa definitivamente al servizio di Dio perl’amore del prossimo. Rinnegamento di qualsiasi affetto, anche lecito, per l’amore unico e sommotributato a Dio solo…Sottomissione assoluta al pensiero e al desiderio dei superiori, perché questi rappresentano Dio.Se avete fede e sarete animate da un grande amore, saprete donarvi completamente, senza chiedereil perché e accettando tutto con umile fiducia e abbandono alla volontà di Dio, arrivando così aquella vera gioia, augurabile ad ogni creatura.da appunti di prediche64


CAPITOLO QUARTO - La vocazionePovertàSentire come gli Apostoli: «lascia quello che hai - vieni e seguimi».Fare il distacco dai beni della terra per servire a Dio e alle anime.- con la sola ricompensa: «Centuplum accipietis et vitam aeternam possidebitis»;- lasciare la terra per conquistarla a Dio;- imitare la povertà di Cristo.« Le volpi hanno la loro tana e gli uccelli i loro nidi; il Figlio dell’uomo non ha dove posareil capo».- unica ricchezza sarà possedere Dio, per donare Dio ai prossimi con cocente desiderio.dagli scrittiGesù vuole che gli uomini stimino la sua posizione di povertà nel mondo e vuole che nella nostrapovertà ci gettiamo tra le sue braccia senza temere nè per il cibo nè per il vestito.«Se vuoi diventare perfetto, vendi tutto quello che hai e dallo ai poveri, allora avrai un tesoro incielo».Pure nelle Beatitudini Cristo per primo pronuncia queste parole: «Beati i poveri di spirito».Povertà, base di ogni perfezione.Cristo conduce una vita di completa povertà.Nasce in una stalla, gli si negherà un alloggio. Nasce quasi come un umiliato; povero fugge inEgitto; povero nella sua vita privata; povero nella sua vita pubblica; povero nella sua morte.Sarà messo in Croce col supplizio più disprezzato: si giocherà la sorte sulle sue vesti.La povertà rappresenta nella mente di Dio un ideale veramente grande.Poveri sono stati gli Apostoli. «Voi che avete lasciato ogni cosa per seguirmi, avrete le vostre cosecentuplicate e per di più la vita eterna».Base di ogni istituzione religiosa è il voto di povertà.Povertà che è distacco dalle cose terrene per giungere fino a Dio.I Santi avevano un culto particolare per questa virtù. Considerate il voto di povertà nella lettera masoprattutto nello spirito.Il voto di povertà varrebbe così poco se non fosse unito alla virtù della povertà.La persona che segue Dio, disprezza le ricchezze anche perché vuole essere lontana da queste perservire meglio il Signore.Dobbiamo avere il desiderio di soffrire un po’ per la povertà.Capacità di saper apprezzare quel momento in cui ci manca qualcosa: amare questi disagi; meglio:desiderarli.Se vuoi essere perfetto staccati da tutto ciò che puoi avere.Gli agi della vita allontanano da Dio. Dà tanto a Cristo chi dà tutto quello che ha.da appunti di prediche65


CAPITOLO QUARTO - La vocazioneCastitàLa castità comporta:- la rinuncia alla famiglia per darsi senza confine all’apostolato;- la custodia dei sensi (specie del cuore) perché l’amore a Dio e alle anime non diminuisca lasua intensità;- concilia il rispetto e la venerazione che contribuiscono al successo dell’Apostolato.dagli scritti...Così opera Iddio con quelli che lo amano, con quelli che vogliono conservare integra la propriavirtù.Quando viene forte la tentazione, quando per dovere e necessità ci troviamo in pericolo di peccare,non confondiamoci.Presso di noi vi è l’Angelo Custode, sopra di noi è il braccio di Dio. Se vogliamo, le forze umanenon prevarranno e noi usciremo illesi dal grave pericolo. La custodia dei nostri sensi, il pensierodella morte, del giudizio, dell’inferno, del paradiso, l’invocazione ardente dei nomi di Gesù e diMaria ci faranno trionfare.Cadono solamente i deboli, gli imprudenti, i superbi e coloro che non sanno apprezzare il valorestragrande della virtù, della castità......Ma chi sono costoro che seguono più da vicino l’Agnello immacolato e a loro è datodi cantare un cantico che agli altri non è dato di cantare?E una voce di là rispondeva: Costoro sono quelli che sulla terra conservarono candido il giglioverginale e lavarono la loro stola nel sangue dell’Agnello immacolato.Così si deve amare Gesù Cristo; fino all’effusione del sangue. Questo è l’amore dei santi verso ilSignore. Il loro amore li fa capaci di incontrare il martirio. I tormenti diventano per essi dolci, leagonie soavi; la morte il maggiore dei guadagni.Quando noi la penseremo come i santi?Quando disprezzeremo i piaceri come i santi?quando abbracceremo con gioia o almeno con cristiana rassegnazione le pene della vita allo scopodi guadagnarci il Paradiso?Vi sono però dei tesori da conservare e da custodire gelosamente. Questo tesoro però più grande ditutti, di valore inestimabile, è il tesoro così chiamato della castità, virtù che fa simili agli angeli delParadiso, virtù che ci dà la capacità di vedere Iddio, giusta la beatitudine evangelica: «Beati i mondidi cuore perché vedranno Dio». Virtù finalmente che fa gustare all’anima una pace soave e dà lasicurezza di possedere il Paradiso perché come dice S. Teresa: all’inferno non v’è neppureun’anima che abbia conservata questa bella virtù…Volete essere puri? Siate eucaristici. Volete essere puri? Anche voi amate Gesù, accostatevi a Gesùnella Comunione.da omelie66


CAPITOLO QUARTO - La vocazioneUbbidienzaTutto il bene delle creature consiste nell’adempimento della divina volontà. Nell’ubbidire è la veralibertà.L’ubbidienza è mezzo sicuro di unione a Dio perché ci fa assumere la Sua volontà.L’ubbidienza garantisce la piena immedesimazione a Cristo.Una domanda che dobbiamo farci ogni momento: Che vuole Dio ora? Allora nessuna opera èdappoco. La più piccola può essere la più grande. E’ l’amore che accompagna l’opera.Per l’ubbidienza facciamo il dono più grande: cediamo a Dio la nostra volontà.Rinuncia alla tua ragione, alla tua volontà, ai tuoi punti di vista.Il Signore ha bisogno che si faccia la sua volontà e non la nostra.da appunti di predichePer quanto riguarda l’ubbidienza, essa comporta:- rinuncia della volontà (marcire) come il grano che porta frutto nell’apostolato;- vedere Dio nei superiori (fede). Per la fede otterranno miracoli nell’apostolato;- sacrificio più grande: Dio non si lascia mai vincere dalla nostra generosità ed ecco grazie perl’apostolato;- sicurezza del premio: tanto bene mi aspetto che ogni pena nell’apostolato mi è diletto.Cioè: l’ubbidienza che comporta il sacrificio più grande, il marcire; la fede, ottiene grazie perl’apostolato, frutti e anche miracoli.L’ubbidienza è il fondamento essenziale nella vita di «Nostra Famiglia». Essa è necessaria perl’unità di azione, per la conquista della società moderna al Regno di Cristo mediante la carità deiprimi cristiani e per mantenere intatto l’ideale apostolico.Lo spirito di apostolato di ognuno non avrà limiti nell’azione. Sarà guidato dalla prudenza e dallaesperienza dei superiori.dagli scrittiTroppo lavoro? Voluto da te? opera maledetta. Per ubbidienza? È un premio.Il troppo lavoro ci distoglie da Dio?E’ gran forza che ci unisce a Dio: Infatti si lavora per ubbidienza; ora l’ubbidienza è volontà di Dio;facendo la volontà di Dio il lavoro ci unisce a Dio.da appunti di predicheLe regole e gli ordinamenti che ci vengono dati, li dobbiamo considerare come una lettera che cigiunge direttamente dal cielo al fine di seguire la strada giusta.Nei superiori vediamo per fede Dio che con espressione umana manifesta tutta la sua volontà.Perciò chi disubbidisce ai superiori, disubbidisce a Dio stesso.Mai guarderò alla qualità dei superiori.I superiori non sono nient’altro che Dio stesso, per cui a Lui cediamo la padronanza di noi stesse.Chi, non sottomettendosi ai superiori, tenta di scindere l’unità dell’ideale apostolico e dell’azionecomune, sarà considerato un ribelle.dagli scrittiFigliola, abituiamoci alla volontà di Dio in qualsiasi modo a noi si manifesti.67


CAPITOLO QUARTO - La vocazioneLa santa rassegnazione ai divini voleri è il cammino sicuro della perfezione e della santità.Ricordi che siamo sicuri, che siamo nella volontà di Dio, quando noi dobbiamo fare quello che nonvorremmo!Si abbandoni poi totalmente alle disposizioni della Provvidenza attraverso l’ubbidienza ai Superiori.Lei sarà sempre in pace.dalle lettereLe anime perfette devono amare e volere ubbidire.Una goccia di semplice ubbidienza vale di più di un vaso di contemplazione.Come si sta bene a vivere con i superiori! Mi pare di respirare la presenza di Dio.dagli scritti* * *Ancora una volta, «repetita iuvant» fermate la vostra considerazione sulla profonda verità chel’autorità e la volontà di Dio vi sono espresse nell’autorità e nella volontà dei superiori.Mai guarderò alle qualità dei buoni superiori, perché per me i superiori sono il Signore.Quindi in essi vedete il Signore e non la creatura; così, solo così, l’ubbidienza non solo vi sarà piùfacile ma anche più gioiosa.E’ vero, ciononostante l’ubbidienza vi è tanto costosa.E’ duro far morire il proprio io, ma non perderete di vista che, entrando in Istituto, di ciò eravate giàpienamente convinte, come eravate convinte di scegliere, scegliendo questo stato di vita, la coronadi spine...Deducete dunque come sia indispensabile il sottomettervi sempre alla volontà dei superiori.Tutti, purtroppo, portiamo il retaggio della colpa originale e sentiamo perciò di più il comandareche l’ubbidire, anzi per natura siamo portate a disubbidire. Le anime perfette devono amare e volereubbidire.Non si può chiamare religioso colui che non ha la virtù dell’ubbidienza.Sempre insistere sul concetto della visione di Dio nei superiori che sono la manifestazione umanadella volontà divina.Tutto il bene delle creature consiste nell’adempimento della divina volontà.Nell’ubbidire è la vera libertà.Una goccia di semplice ubbidienza vale di più di un vaso di contemplazione.da appunti di predicheAi superiori è dovuta una ubbidienza integra che si deve tradurre in:un’esecuzione spontanea, allegra, pronta. Ubbidienza fatta di amore e non di coercizione. Allegra:perciò l’ubbidienza non sappia di musi, ma sia improntata ad una serena allegria. Pronta:l’ubbidienza religiosa non conosce ostacoli ed esitazioni;una volontà che vuole ciò che vuole Dio quindi che vuole ciò che vogliono i superiori, le S. Regole,le Costituzioni;un giudizio che sia il medesimo giudizio dei superiori.Come deve essere l’ubbidienza? Retta nella intenzione (per Dio), universale nella estensione (tuttotranne il peccato). La persona del superiore come le specie sacramentali.68


CAPITOLO QUARTO - La vocazioneda appunti di predicheLe superiore saranno come le mamme verso le proprie suddite e procureranno di farsi ben volereper essere più facilmente ubbidite.Esse saranno per le suddite la regola pratica con buon esempio e vigilando perché tutte sianoosservate, pur concedendo qualche dispensa quando lo richieda la carità e l’apostolato.Studino bene l’indole, il carattere, le inclinazioni e il valore dell’ingegno delle Piccole Apostoleprima di affidare loro uffici o incarichi per meglio trafficare i doni che esse hanno ricevuto da Dio.Sceglieranno le più idonee allo studio e le incoraggeranno a frequentare corsi di studio perraggiungere diplomi o lauree per essere più idonee all’apostolato di penetrazione.dalle prime CostituzioniLa realizzazione dell’ideale avverrà:1) se praticherete il distacco assoluto;2) se praticherete una ubbidienza così perfetta e così voluta da distruggere in voi ogni minimapadronanza;3) se manifesterete la santa allegria...Fra queste tre cose permettete che io insista di più sulla ubbidienza perché essa lega infallibilmentee saldamente la unità della nostra Istituzione, facilita il lavoro da svolgersi, che è indicato nelleCostituzioni; fa desiderare i comandi dei superiori e rende persino amabile qualsiasi mutamento diufficio e di autorità compiacendosi di essere considerati servi inutili.dagli scrittiIn ragione della vostra ubbidienza cieca, senza alcun ragionamento, si capirà quanto avanzamentofate per raggiungere il più bello, il più sublime ideale che Dio vi ha ispirato per essere come gliApostoli e agire con la carità dei primi cristiani…...Sempre pronta ad andare dove l’ubbidienza la comanda Brava! Così deve essere una verareligiosa che intende fare progressi di una vera santità.Da lei poi, penso di ricavare col tempo una perfetta religiosa. Ma per ora ho bisogno di vedere inlei completa sudditanza, disposizione di volontà a qualsiasi comando, per rendersi utile nelle manidi Dio e dei superiori....Sono contento che mi ha dato prova di vera religiosità, adattandosi ad ogni ubbidienza e ad ognidisposizione....Il mezzo che porterà lei sempre alla vittoria è la sua scrupolosa ubbidienza con la più alta stimadei superiori.Solo dire e fare una cosa: voglio essere ubbidiente.dalle lettere69


CAPITOLO QUARTO - La vocazioneL'UBBIDIENZASchemi di omeliePer l'ubbidienza facciamo un unico corpo, Corpus Ecclesiae:- il Papa ubbidisce a Gesù Cristo.- I Vescovi al Papa.- I Sacerdoti ai Vescovi- I fedeli ai Sacerdoti.* * *- L'ubbidienza dà pace, santità, fecondità.- Fare quello che Dio vuole arreca pace.- L'ubbidienza ci dà umiltà, questa è il principio della santità. Il progresso è in proporzione diquella.- Per la pace, per l'umiltà entra lo Spirito Santo che dà impulso all'opera nostra.* * *- Gesù Cristo è ubbidiente alle creature (croce);- ubbidendo si è sicuri della volontà di Dio;- è il dono più gradito a Dio: si dà la nostra volontà;- è virtù dei forti: dominare i capricci;- spirito di ubbidienza: intelligente, allegra;- veder Dio nei superiori: Fede.Siamo dunque, cristiani, obbedienti anche quando l'ubbidienza richiede da noi sacrifici emortificazioni.La tranquillità e la pace dell'ubbidienza è di già un dolce premio che si gusta anche in questa terra.Ma sta anche la promessa del Signore: "Vir oboediens loquetur victoriam" l'uomo ubbidientecanterà vittoria.Le benedizioni immancabili del vostro buon Dio vi renderanno felici nella vita presente e nella vitafutura. Amenappunti per una omeliaLa forza dell'anima religiosa, come la santità, la sua sicurezza per raggiungere lo scopo della suavocazione è l'ubbidienza.Una difficoltà potrebbe essere il troppo lavoro: ma il lavoro distoglie dal Signore?L'eresia dell'azione. Da una parte ciò potrebbe essere vero, ma solo se tale lavoro è di nostrainiziativa, di nostra volontà, magari contro l'ubbidienza.Gli eventi invece sono voce di Dio. Il lavoro fatto per ubbidienza unisce a Dio. Il lavoro di tutto ilgiorno, della notte anche, per uno, dieci anni, per tutta la vita, anche senza tempo per meditare, mafatto per ubbidienza, unisce a Dio.E' Dio che pretende da noi la consumazione della nostra vita.Il lavoro fatto per ubbidienza è volontà di Dio quindi unisce a Dio. La distrazione che può veniredal lavoro è quindi apparenza, non realtà.70


CAPITOLO QUARTO - La vocazioneNon sarebbe meglio, mentre custodisco i figlioli leggere un bel libro, ripensare alla meditazioneecc...?Così facendo siamo disuniti da Dio. Così facendo, credendo di trovare Dio, abbiamo trovato noistessi; abbiamo lasciato il massiccio per il tenero. Manchiamo a Dio e alla nostra coscienza.E' nella mente del Signore che l'uomo lavori. L'ha imposto ad Adamo e, dopo il peccato, è diventatocastigo.Nel lavoro sta la volontà del Signore: chi lavora perfettamente diventa perfetto.appunti dall'ultima esortazione di Don Luigi alla Comunità di Ponte Lambro, 19-8-1954.71


CAPITOLO QUINTOVita interiore


CAPITOLO QUINTO - Vita interioreDio è amoreDio scrive una lettera, ma colui che la doveva ricevere non ha capito bene, ha capito poco: eppureera scritta bene.Poi ne scrive una seconda, e dopo una seconda, una terza.La prima lettera la scrive con l’amore: Lui si fa uomo come noi!Iddio manifesta alla creatura tutto il Suo bene ma la creatura non lo capisce, non lo vuol capire,l’offende.Allora Dio, vista non capita la prima lettera, ne scrive una seconda. La scrive col Suo stessoSangue. Ci ha voluto bene ma ora è troppo.«Alla morte, vado alla morte» ed è un Dio che soffre...E dopo la prima lettera non capita, non è capita la seconda: non c’è remissione senza spargimento disangue.Nessuno può agognare alla santità senza questa sofferenza ed è vero che nessuno può agognareall’amore, a essere di Cristo se non sparge il suo sangue.Tutte le croci, tutti i dolori che soffre l’umanità non sono mai tanto impossibili a portarsi, comequelli che ci portano all’inferno.«Vieni e seguimi, centuplum accipies».Quando uno si mette ad amare il Signore, si sente disperato in se stesso e tutto spera in Dio: èquell’agitazione che non lascia neppure dormire: è perché si ama.Come è vero! Possono esserci contrarietà ma l’amore non viene meno.Volete avere la padronanza di voi stesse per non cadere in peccato? Imbevetevi dell’amor di Dio.Attraverso il sacrificio tutto il vostro spirito è imbevuto di questo amore così che tutti gli altri amorinon hanno più posto. Fatene una prova .Ed ecco infine la terza lettera: è scritta con l’oro, con l’amore più puro, conseguenza della secondalettera: è l'Eucaristia!Un amore così grande! E non si comprende cosa ci sta a fare se non perché Egli è Amore e peramore!Diventate figlie, diventate spose di questo Amore.È questa la vostra vita: parlargli così, sentirlo, vederlo.Amore infinito che è amore per sempre!Come siamo nulla se Dio non lo volesse!Un santo proposito: ricordate queste cose e cercate di comprendere perché Dio forse non vi parleràpiù...Basta dire che Dio non si sente, che ci è lontano, che ci ha abbandonato! Dio non ci abbandona maise noi non vogliamo farci più abbandonare.da appunti di predicheSe vuoi…L’ambiente non lo fa la casa, ma l’ambiente è fatto da quanti abitano la casa.Gli abitanti possono essere buoni o meno buoni, l’ambiente allora è come sono gli abitanti.Chi fa il Paradiso è Dio, ma chi va in Paradiso siamo noi e dipende da noi se vogliamo andare inParadiso o all’inferno.Come è bello quello che c’è qui: la Chiesa, i figliuoli, la casa...!«Avrete triboli» è scritto per tutti, questa è la Regola. Eppure anche nei triboli c’è l’impronta divina.Però c’è qualcosa di più speciale per coloro che gli sono più vicini. Vuoi?Se vuoi io ti dò il modo di praticare l’amore ma devi essere più vicino a me ...!Ma se vuoi, a una condizione...!E allora molti sono gli ostacoli. La nostra ragione ci fa capire le cose ma c’è un «se».73


CAPITOLO QUINTO - Vita interiore«Se vuoi...».Rinuncia alla tua ragione, alla tua volontà, ai tuoi punti di vista. Sempre: «se vuoi».Allora io ti farò conoscere il mio amore! La mia ragione è molto giù ma non contrasta (sic).Lo voglio! Ecco la volontà. Voglio, voglio quello che Tu vuoi perché Tu non puoi sbagliare. Io nonposso vedere più in là, l’orizzonte si chiude! Ma la vista di Dio non ha confini e chi vede con lavista di Dio, vede come vede Dio!Nessuno può capire quello che Dio ha preparato per i Suoi eletti. Sempre a una condizione. Sempre:«se vuoi…».Se poi guardiamo dentro di noi diciamo: povera me! Meglio così, così non avremo la presunzione diragionare, di far valere il nostro amor proprio. Però non più in là.Proibito scoraggiarsi, stancarsi per il resto è Lui che fa capire: «Senza di me non puoi far nulla».Mentre ci dice: però «se vuoi».Siate dunque anime volonterose anzitutto nella rinuncia a voi stesse.La risposta è ormai semplice: «se vuoi».Gesù non impone mai nulla; è estremamente delicato. Ma quanta dolcezza che avvince nelle sueparole!E non te le senti sovente ripetere: «se vuoi»?da appunti di predicheCristo la nostra levaCustodite gelosamente Cristo, non permettete che altri ve lo portino via.Cristo sente il nostro amore e si commuove infinitamente per noi e ci comprende. Eppure... Ci sonole contraddizioni?Ma le contraddizioni sono necessarie e ci debbono essere.Custodite gelosamente questa gioia, questa verità.Vedete come il mondo, il nostro mondo, il demonio vi schiacciano e se manca l’amore restiamoschiacciati. Se Lui non ci porta, periamo.Datemi un punto di appoggio e io l’applico a quel punto: Cristo. La difficoltà sta che siamo materia:ma è lo spirito che si deve ascoltare solo nella volontà persuasa mediante la ragione.Non siamo perfetti: ecco la difficoltà. Ma la verità c’è e non si può non ammettere Dio. Dunqueecco la nostra leva d’appoggio: Cristo.Questo è il Tutto, è superiore a tutto, vince tutto.Ecco perché dobbiamo essere gelosi di possedere Dio. Sempre vita interiore, tutto il resto neconsegue.La vita interiore cresce in misura che l’animo nostro è staccato dalle creature: attento, silenzioso,docile, si abbandona alla mozione dello Spirito Santo e da Lui si lascia muovere fino a diventarefiglia adottiva di Dio.E le nostre piccinerie, i nostri ragionamenti, le nostre fantasie, i nostri comodi, le nostre difese, inostri personalismi, il nostro avvenire...Chi ti assicura ancora un anno?Chi ha il diritto di chiamarsi felici siamo noi.Ecco che cos’è la nostra vita!Il mondo farà dei fortunati, ma mai dei felici.da appunti di predichePiacere a DioLa cosa essenziale è Dio. Tutto cade di fronte a Lui. Nulla allora turba, scoraggia, preoccupa.74


CAPITOLO QUINTO - Vita interioreFacciamo piacere a Dio nel chiedergli le grazie grandi.Quante volte teniamo conto di mille sciocchezze e dimentichiamo Dio!Il nostro fine?: Dare la maggior lode possibile a Dio. Lode a Lui. In questa lode tutto si risolve ilnostro spirito. Date valore anche alla casa, ai bambini , alle Regole.Non crediate di essere solo spirito. Non vi può essere un corpo senza la testa.Dio non ci sarebbe in noi se non ci fosse il corpo.Fai tutto quello che fa piacere a Dio e non quello che fa piacere a te. Prima quello che fa piacere aLui e poi quello che fa piacere agli altri.Anzitutto la Sua volontà. Siate delicate, tenere, affettive col Signore, non di un affetto che fa piacerea noi, ma a Lui.Cosa sarà mai Dio? Basta dire infinito... e lo possiamo possedere...!Gesù sa che cosa vale un animo felice sempre...Vale la pena transandare il nostro tempo...Vale la pena di soffrire perché siete senza l’amore.Vale la pena perciò di non fermarvi alle quisquiglie per raggiungere l’amore!Chi sente l’amore darebbe tutto, non conterebbe più.Anche il nostro corpo è grande perché Dio si è degnato di assumere il corpo umano in Gesù.L’anima ha in se l’amore che ha dato Dio per amare: è l’anima umana di Cristo, creata in unionediretta col corpo.Che bello, troppo bello che quasi diremmo non è per noi, non è possibile!Era possibile per la Madonna essere la mamma di Gesù? No - Ma «fecit mihi magna». Adesso, seamo, è perché voglio amare.Questa è la lode più grande di quella che potremo dare in Paradiso.Nessuno ce lo impedisce nè la vita, né la morte; tutto è superato dall’amore.Con tutti gli ostacoli, ma Ti amo anche negli ostacoli!Così l’amore vi purifica fino a formarvi così: Voi per Iddio, per voi Dio e Dio per voi.Tutta la bellezza di questa grandezza è stata data in mano alla nostra stupidità.Felici in mezzo ai marosi come i martiri. Venga presto il tempo!da appunti di predicheDio è dentro di voiLa fede può essere contenuta e così pure la speranza, la carità non si può contenere, si sprigiona datutto il nostro essere. E poiché la carità è Dio, da noi si sprigiona Dio stesso.Come si sta bene con quelle anime che vivono nella carità: come ci si trova tranquilli!Mi sento di dire a voi in questo momento: «Vi do il mio niente, ma vi do il mio tutto: vi do Dio cheio rappresento, anche se essere inutile, io la nullità perfetta».E voi siate contente: Dio è dentro di voi.Lui che è la gioia. Lui è sempre in gioia, sempre ama, sempre dona, anche quando sa che non saràretribuito, riconosciuto. Noi però dobbiamo essere la sua consolazione, la sua gioia e dobbiamofarlo contento.Ho una grande convinzione: la nullità vuol dire niente ma è la parte negativa che fa paura.Il nulla non va in Paradiso ma neppure all’inferno.E voi lasciatevi condurre.Lui può condurvi in un modo individuale, può condurre anche solo me, e se mi ha creato, devopensare che non mi ha creato a caso, ma che mi ha creato per Lui: Lui e me... questa è realtà!Questa è la nostra vita...La vita di grazia che aumenta al punto tale da arrivare fino a Gesù, a Dio.E’ stato Lui che ha voluto così: a noi sta di volere con Lui: essendo liberi di amare o di odiare.75


CAPITOLO QUINTO - Vita interioreDiciamogli dunque: dammi la forza di amarti, di vederti di sentirti! E lo Spirito divino sublimerà,porterà al cielo il nostro spirito. Che realtà! Questa è la nostra vita...da appunti di predicheFatevi santeFatevi sante! E la lode che darete oggi è più grande della lode che darete a Dio in tutta l’eternità,tanto è vero che in proporzione alla lode che diamo ora, ci opprimerà con le sue grazie.Dio ha detto: se darete un bicchiere di acqua a uno di questi piccoli... ma voi date la vita!da appunti di predicheChi sono i Santi?Chi sono dunque i Santi oggi festeggiati?Sono gli amici di Dio, i cittadini della celeste Gerusalemme. Sono i fiori del Cielo, le stelle delfirmamento, i trionfatori da Dio onorati e con Cristo coronati . Sono i figli del Padre da Luipredestinati ad essere conformi all’immagine del suo divin Figliolo, da Lui chiamati, giustificati edora glorificati. Sono i fratelli di Gesù Cristo vissuti per Lui ed ora con Lui. Sono i prediletti delloSpirito Santo, consacrati nella sua grazia ed ora circonfusi della sua gloria.Chi sono i Santi oggi festeggiati?Sono i Giusti dell’antica legge vissuti nella fede delle divine promesse e nel desiderio del Messiaaspettato; sono gli Apostoli che appresero la santità alla scuola di Gesù e la santità predicarono almondo. Sono i Martiri colle loro palme, i Vergini col loro giglio, e la gran turba già vista da S.Giovanni che nessuno poteva numerare, di tutte le tribù, popoli e linguaggi che stavano dinnanziall’Agnello Immacolato cantando un inno perenne di Gloria all’Altissimo Iddio cui spetta onore egloria nei secoli dei secoli.Chi sono i Santi oggi festeggiati?Sono gli Innocenti morti prima che la malizia del peccato ne mutasse l’intelletto. Ogni madre a cuila morte tolse i propri innocenti, oggi deve rallegrarsi perché celebra la festa dei suoi Santi.Sono quelli ancora che passarono la loro vita nel silenzio, nelle pene, nel nascondimento diquotidiano lavoro e di quotidiano sacrificio, offerti a Gesù Crocifisso in un letto di dolori, in unchiostro, in un tugurio. Sono i nostri parenti che vissero nel santo timor di Dio, morti nel bacio diCristo, già liberati dalle pene del Purgatorio per i nostri suffragi.Chi è in lutto e forse piange sconsolato la perdita del padre, della madre, mesto ricorda fratelli esorelle, si rallegri guardando il Cielo perché oggi là è festa della famiglia di Dio e dei membri dellafamiglia nostra.E quali debbono essere i nostri rapporti coi Santi?La fede che ci afferma la vita futura ed il gaudio dei Santi in Cielo, afferma anche che noi abbiamodei rapporti coi fortunati nostri fratelli.Non sono però i semplici rapporti di amorosi ricordi e di devota ammirazione, ma di tale realtà chefa di tutti un’unica grande società, un corpo mistico di cui tutti siamo membri. La morte separa edivide nell’ordine naturale, ma nell’ordine soprannaturale non può infrangere l’unità sublime delCorpo Mistico di Cristo che conta i suoi membri in Cielo, in terra e nel Purgatorio.Perciò tra i gloriosi figli del Paradiso e gli affaticati pellegrini della terra, nonostante la morte,rimangono i vincoli di fratellanza, lo scambio di beni spirituali. E S. Paolo esortava i cristiani aconsiderarsi rispetto ai Santi non come oscuri stranieri, ma come familiari della unica famiglia diDio.76


CAPITOLO QUINTO - Vita interioreEssi sono fratelli in Cristo come ci sono fratelli in Adamo; sono a noi uniti coi vincoli del sangue,coi vincoli dell’affetto che la morte non scioglie ma rende sublime. Di qui l’amore che essi ciportano e la parte che prendono ai nostri dolori, alle nostre necessità.La gloria che li innonda anziché far loro dimenticare l’esilio dove combatterono strenuamente, lirende capaci di vedere in Dio tutti noi coi nostri bisogni e, prima ancora che salgano le nostresuppliche, già pietà li muove ad udirci e ad esaudirci. La loro carità in vita era immensa, ora èonnipotente. Pensiamo ad essi ed invochiamoli frequentemente.Si può essere Santi?La santità cristiana è ideale altissimo, tanto alto che l’onestà naturale più eletta impallidisce al suoconfronto. La vita dei Santi ci dice che la santità non è impossibile. Essa è di tutti i tempi, di tutti iluoghi, di tutti gli stati e condizioni. Gesù ci dice: «Questa è la volontà di Dio, che vi santifichiate».E altrove: «Siate perfetti come è perfetto il Padre mio che sta nei cieli». Dunque non è impossibile,ma non è neppure difficile. Che cosa domanda la santità? Che facciamo miracoli, profezie, che ciritiriamo in un deserto, che maceriamo il nostro corpo? Nulla di tutto ciò. Iddio vuole che siosservino i comandamenti, che si ascolti la sua voce attraverso i suoi Ministri, si ascolti la vocedella propria coscienza, si abbandoni il mondo colle sue false dottrine, non si ascolti il demoniocolle sue lusinghe, si metta freno alle nostre cattive tendenze e alle nostre basse passioni.I Santi erano uomini come noi. Anch’essi avevano connaturati tutti i principi del male, ma sepperomortificarsi, elevarsi dalle cose di questo mondo e pensare: «Che importa se acquistassi tutto ilmondo e dovessi poi perdere l’anima mia? Che valgono tutti i piaceri che durano appena un istantee dovessi poi soffrire un’eternità di pene? E che m’importa di passare la vita negletta, umile efors’anche travagliata e ripiena di angosce se poi queste ci donano la gloria del Paradiso?».Ecco S. Francesco che dice: «Tanto è il bene che mi aspetto che ogni pena mi è diletto», e S.Teresadiceva: «O patire o morire» e S. Maddalena de’ Pazzi: «Non morire ma vivere per patire».Questo è il senso dei Santi.omelia per la festa dei SantiForse non avete ancora la fede dei Santi e tutto il male è dentro di voi.Siate soldati: maneggiate bene la spada «militia est vita hominis super terram».Questo per tutti, e specialmente per i soldati di Cristo.E chi più soldato di Cristo se non l’Apostolo?E poi: se volete venire dietro di me.... Il Signore ha bisogno che si faccia la sua volontà e non la nostra.da appunti di predicheNon solo nel tempo della loro prima formazione, ma per tutta la loro vita le Piccole Apostoledevono ritenere loro essenziale dovere custodire gelosamente in se stesse l’intima unione conNostro Signore, per tenere sempre vivo lo spirito degli Apostoli ed alimentare la fiamma della caritàche sono i mezzi principali di conquista.dagli scrittiNel mondo il demonio sollecitava il vostro amor proprio con apparenze di virtù che, entrandonell’Istituto, cadono lasciando il posto alla realtà.Incominciate a mettere le fondamenta di un nuovo edificio.Anche inconsapevolmente si portano le influenze del mondo che abbiamo lasciato perciò occorreuna continua battaglia: «Vita hominis est militia».Vincere: tendenze, sospetti, collere, gelosie, vanità, doppiezze.77


CAPITOLO QUINTO - Vita interioreDio non vi ha tolto le passioni nemmeno con la consacrazione, anzi non ve ne dovete meravigliarese, da consacrate, le sentite ancor più accentuate.Dovete però saper vincere tutti questi difetti.Dovete riportare vittoria perché solo così, non solo raggiungerete la mèta che vi siete prefissa (laperfezione), ma anche già di qua sarete veramente felici.da appunti di predicheLa tiepidezza è una cosa che sta tra la santificazione e la dannazione. Tiepida è quella che aspettasempre perché è più comodo.Il Signore dice: «siccome non sei né caldo, né freddo, comincio a vomitarti».Il fervore si manifesta nell’opera esterna o interna. La sorella fervente fa ogni opera con tanto e taleentusiasmo che per lei in quel momento non esiste altro di meglio; quello che sta facendo è «l’operaunica» perché passato quel tempo, quell’opera non esisterà più. Fare nel miglior modo possibileogni cosa, impiegandovi tutti i talenti, anche se non si riesce.Questo quanto all’esterno.Quanto all’interno, c’è la rettitudine d’intenzione: agire per Dio, per i superiori che rappresentanoDio, per le sorelle per dare il buon esempio.La riuscita esterna non è quella che ci mette a posto col Signore. E’ la nostra coscienza che ci deveattestare d’aver fatto tutto il possibile.da appunti di predicheRegola di vitaa) Una parola sulla necessità e sui vantaggi di una regola di vita che dovete seguire colla maggioresattezza possibile se desiderate vivere in pace con Dio, con voi stesse, riempiendo i vostrigiorni di opere virtuose e sante.b) Se Iddio fece tutto con ordine è giusto che anche voi facciate con ordine.La regola conduce l’uomo a Dio; dunque è necessario che regoliate tutte le varie occupazioni: lapreghiera, lo studio, il lavoro, il sollievo, i pasti, il riposo.., per mezzo di un prudente metodo divita.c) I beni che si ricavano dall’osservanza della regola sono incalcolabili. I santi dicono che tantofarai profitto, quanto ti sarai saputo far violenza. Ora pensate, o figliole, quanti meritiacquisterete, qual rapido progresso farete nella virtù col mortificare la vostra volontà obbedendoalla regola.d) Colla regola più facilmente combatterete le vostre passioni, eviterete l’ozio, sorgente di tutti ivizi, troverete tempo per tutto, anche per un onesto sollievo, compirete il bene con maggiorordine e più conforme ai voleri di Dio e non ai vostri gusti e inclinazioni, godrete salute piùrobusta e così il giorno vi trascorrerà veloce e sentirete la soavità dell’allegrezza dello spirito edella benedizione di Dio.e) Da principio forse non troverete consolazioni, ma piuttosto aridità e fatica; però a poco a pocoafferrandovi alla regola, vincendo la naturale ripugnanza, il vostro cuore si riempirà di gioiaesuberante.78


CAPITOLO QUINTO - Vita interioref) Certe volte vi accadrà di non poter osservare con precisione tutta la regola. Ebbene quando lanecessità o la santa carità vi obbligasse a ciò, fate pure con libertà di spirito, purché si facciatutto con retto fine cercando Dio in ogni cosa.dagli scrittiLevatevi all’ora prefissa con puntualità e prontezza, con rispetto e modestia…a) all’ora prefissa: ossia dopo sette o otto ore di riposo, se la necessità non richiede altrimenti;b) con puntualità: non cercando vani pretesti perché le primizie della giornata devono essereconsacrate al Signore;c) con prontezza: non frapponendo neppure un minuto di indugio: avrete così distrutta per semprela pigrizia;d) con rispetto: appena svegliate il primo pensiero corra subito a Dio. Fate con devozione il segnodella Croce con l’acqua benedetta e pronunciate il nome di Gesù e di Maria offrendo subito ilvostro cuore con qualche giaculatoria;e) con modestia: nel vestirvi osservate rigorosamente la compostezza, pensando che siete allapresenza di Dio e del vostro Angelo custode. Non vi sia mai in voi l’uso di profumare le mani,gli abiti, i fazzoletti. L’uso di queste cose rende l’anima snervata e la inclina alla sensualità.Lasciate le frivolezze del mondo se volete essere esemplari e sante.appunti di abbozzi delle CostituzioniFare ogni momento quello che piace al Signore.La parola «basta» non esiste nel vocabolario della carità.Il bene deve essere fatto bene.Come seguire Gesù Cristo? coraggiosamente, con sacrificio, con costanza.L’amore consiste nelle piccole cose.Dobbiamo ringraziare Dio in ogni istante perché in ogni istante c’è l’aiuto di Dio, la protezione diDio che ci sostiene.La Provvidenza c’è ma non può intervenire dove la si disprezza.La Provvidenza c’è e non manca mai; sono gli uomini che mancano alla Provvidenza.Nel mondo alcune volte si vedono certe cose che fanno dubitare della Divina Provvidenza...Nessuno abbia la pretesa di intendere i segreti di Dio.I più alti geni certe volte non si raccapezzano ad analizzare una goccia d’acqua.C’é dunque da stupire se non si riesce a conoscere tutte le pieghe della Divina Provvidenza?Presenza di Dio: in Lui viviamo, ci muoviamo, esistiamo.Siamo in Lui: nella sua mente fin dall’eternità, nella realtà per sempre. Egli compenetra tutto ilnostro essere.dagli scrittiIl tempio del SignoreL’uomo nel tempio santo di Dio, trova soddisfatte le più forti esigenze dell’anima sua.79


CAPITOLO QUINTO - Vita interioreFra i sentimenti più profondi che occupano la mente e il cuore dell’uomo, il sentimento religioso é ilpiù sentito. Questo sentimento vuol essere manifestato. Ma dove troverà un luogo più adatto? Neitempli del Signore. I templi sono i luoghi del mistico convegno tra Dio e l’umanità, dove Dio dà el’uomo riceve, dove Iddio discende e l’uomo sale. E questo salire, questo innalzarsi verso il Cielo éper l’uomo una necessità di natura e questa necessità é quella che ha sparso a milioni i templi sututta la terra.La chiesa è anche la casa dell’uguaglianza e della fratellanza. Ecco le parole che scuotono le piùintime fibre dei popoli. Ecco il grave segno dell’umanità che aspira sempre all’eguaglianza e non laraggiunge mai. L’uomo é superiore all’uomo; questi ha mente eletta e vasta cultura, quegli éignorante; uno é ricco, ha milioni, l’altro é povero fino alla miseria; uno siede in alto e comanda,l’altro é in basso e alle volte disprezzato. Ma l’uguaglianza, quella possibile in terra, é predicata eregna davvero nel tempio.I ricchi e i poveri, i sapienti e gli ignoranti, i padroni e i servi, i grandi e i piccoli, l’uomo e la donna,sono d’innanzi a Dio uguali: a tutti é annunziata la stessa Parola del Vangelo, a tutti le stessepromesse, le stesse minacce. Il povero sente la sua dignità; il ricco comprende la sua missione.Reciproco nasce il rispetto; dal rispetto l’amore che li avvicina con reciproco vantaggio.Ma il tempio materiale é figura del nostro tempio che é il nostro corpo. L’apostolo S. Paoloscrivendo ai Corinti diceva: «Non sapete che voi siete il tempio dello Spirito Santo che abita in voi?ogni peccato contro il vostro corpo é sacrilegio come sacrilegio é la profanazione della casa delSignore».omelia per la festa della DedicazioneLa preghieraPer andare in Chiesa noi dobbiamo servirci dei piedi: i piedi sono quindi un mezzo; ma una voltaarrivati in Chiesa non stiamo più a pensare o a badare ai piedi.Il cibo é un mezzo per conservare la vita.Non si può volerne fare a meno, perché Dio ha voluto così, ma deve essere semplicemente unmezzo.Nella vita spirituale, per vivere, dobbiamo servirci di determinati mezzi.E vero che anche servendoci del cibo con l’intenzione retta di compiere un volere di Dio, (S. Paolo:«qualunque cosa facciate, sia che mangiate, sia che beviate, fate tutto nel nome del Signore») diservirci del mezzo che ci ha dato per conservare l’esistenza, noi preghiamo; così ogni cosa puòessere preghiera. Ma vi é la preghiera propriamente detta: un determinato tempo destinato alrapporto diretto nostro con Dio. Questo é il primo mezzo per conservare ed accrescere la vitainteriore.Bisogna dedicare alla preghiera tutto il tempo stabilito dalla Regola, e bisogna evitare ognidistrazione volontaria, ogni pigrizia o divagazione.É sbagliato pensare di concentrarsi gli ultimi pochi minuti e non fare sforzi tutto il resto del tempo.Dall’entrata in Chiesa, bisogna raccogliersi: «ante orationem praepara animam tuam» - dice la S.Scrittura. Le distrazioni involontarie sono inevitabili ma non colpevoli, e non bisogna proprioturbarsi della loro persistenza.Secondo mezzo: la meditazione. È utile farla in comune perché privatamente possiamo essere vintedalla pigrizia: ci si mette un quarto d’ora a mettersi a posto, e così il tempo è passato senza averconcluso niente.Bisogna sforzarsi d’attenersi al «punto», anche se occorre sforzo. Talora siamo preoccupate daqualche cosa (umiliazioni, disturbo fisico, ecc.) che ci rende del tutto impossibile seguire unpensiero; allora conviene fare della causa del nostro disturbo «il nostro punto» (es. sonorammaricata per un’umiliazione: mi metto davanti al Signore e considero il torto che credo d’aver80


CAPITOLO QUINTO - Vita interiorericevuto dai superiori, sorelle, vedo che sono io la superba, Gli chiedo la grazia di vincermi, di saperperdonare).La meditazione, ed anche la contemplazione, é uno scambio di amicizia con Dio, un colloquiofamiliare con Lui. Meditare é convincersi profondamente di una certa verità e farne come carnedella propria carne, per viverne.Terzo mezzo: Eucarestia - Basterebbe una sola Comunione per renderci santi. Chi più ne ha, più nemetta.da appunti di predicheL’EucarestiaDobbiamo cercare di amare sempre più l’Eucarestia, di fare uso anche della comunione spirituale.Dopo l’atto, ciò che vale di più è il desiderio di ricevere Cristo; ricevo Cristo, ed Egli mi rinnova lagrazia che mi dà venendo realmente nel mio cuore.Allora Gesù sarà veramente il compagno della nostra vita, sarà il mendicante d’amore che troverà innoi un’anima generosa sempre pronta a rispondere alla sua chiamata.da appunti di predicheOltre tutte le pratiche giornaliere di pietà vi deve essere nella Casa madre l’adorazione dall’alba altramonto, tutti i giorni, per tenere acceso il fuoco dell’amor di Dio e tenere fede all’unità dell’idealee per pregare per le sorelle che sono in case avanzate o in terra di missione.I superiore della Casa madre faranno il loro turno di adorazione lungo la giornata e verrannoaggiunti ad essi altri soggetti che sono più inclinati a stare dinnanzi al Sacramento e che potrannorimanere in casa anche per un mese continuato.da un primo tentativo di Costituzioni quando l’ispirazione di Don Luigi non riusciva a trovare la sua estrinsecazionePratiche di PietàI membri dell’Associazione faranno tutte le mattine mezz’ora di meditazione, le preghiere incomune e ascolteranno la S. Messa. La S. Comunione è libera.Durante il giorno faranno la lettura spirituale di venti minuti, preferibilmente sulla vita dei Santi.Alla sera reciteranno in comune il S. Rosario, le preghiere e faranno un breve esame di coscienzacon un pensiero di buona notte dettato dalla Superiora o da una sorella da lei delegata.Distingueranno il venerdì sostituendo la lettura spirituale colla pia pratica della Via Crucis e alsabato la lettura spirituale sarà sulla vita della Madonna.Ogni mese faranno un giorno di ritiro spirituale terminandolo col pio esercizio della buona morte;ogni anno faranno un corso di Esercizi di cinque giorni.Distingueranno con devozione specialissima la novena dello Spirito Santo, dell’Immacolata e di S.Giovanni Bosco.Si accosteranno alla Confessione ogni otto giorni e anche più spesso se ne sentiranno il bisogno.dagli scrittiMeditazione seria.S. Comunione.Lettura spirituale.Spirito degli Apostoli.81


CAPITOLO QUINTO - Vita interioreCarità dei primi cristiani.Tra voi un cuor solo e un’anima sola.Santa allegrezza.da una letteraSarà quindi necessario far gustare la pietà con le pratiche, tra le quali sia messa al primo posto lameditazione.Passino pure al lavoro mentale e materiale ma ricordino che non vi é nulla di meno importante nellavigna del Signore.Come la Comunione, così la scuola, così la scopa. Lo stesso Dio che comanda di riceverlo, loStesso Dio che comanda di lavorare, con la stessa fede, con lo stesso fervore.dagli scrittiMeditazione = Preghiera mentale ed oraleschema di predicaElevatio mentis (S. Tommaso).Pius affectus in Deum (S.Agostino).Potenza nostra - debolezza di Dio (S. Agostino). Mosé supplica Dio di vendicarsi su di lui e Diorisparmia il popolo.Con la preghiera mentale é Dio che discende in noi: con la preghiera vocale siamo noi che saliamo aDio.Con la preghiera mentale - meditazione - si mette in opera l’intelletto e la volontà.L’intelletto vede la verità; la volontà la deve abbracciare...Ordinariamente si abbraccia quello che sié capito.MeditazioneLa meditazione è la pace della mente e il conforto dello spirito. S. Teresa garantiva il Paradiso a chiprometteva un quarto d’ora di meditazione al giorno. E S. Alfonso soggiungeva che meditazione epeccato non possono stare assieme.Ma perché la meditazione riesca fruttuosa, cercate di eccitare in cuore santi affetti di amore versoDio, di dolore dei vostri peccati; formate qualche buona risoluzione per l’ammenda di un difetto, diuna cattiva inclinazione o per l’acquisto di una virtù di cui siete prive. Procurate che le vostrerisoluzioni siano particolari, ben determinate ai bisogni dell’anima vostra; studiate di richiamarlenella giornata specialmente nell’esame di coscienza.82


CAPITOLO QUINTO - Vita interioreNon abbracciate molta materia da meditare, ma poca e concettuosa. Bisogna poi ritenere il consigliodei più dotti tra i Padri di spirito, che meditando, ci si deve trattenere di più nell’affetto del cuoreche nella riflessione della mente perché la riflessione è il mezzo mentre l’affetto è il fine.Mentre fate la meditazione abbiate cura, appena vi accorgete di essere distratte, di umiliarvidinnanzi a Dio, invocandone l’aiuto, ma poi ripigliate tranquillamente, senza indispettirvi, il filodella meditazione.La distrazione, quando è involontaria vi dona due meriti: l’uno della penitenza, perché lo spirito nonpotendo raccogliersi in Dio rimane angustiato e perciò S. Teresa diceva: Se non faccio orazione,faccio penitenza. L’altro merito è quello della stessa meditazione perché Dio premia il desideriocome l’opera, quando il compimento dell’opera non è in nostro potere.dagli scrittiCome fare l’esame di coscienza?schema di predicaSguardo alla vocazione.Ringraziamento a Dio.Solo Dio è stato il fine del nostro operare?Le anime sono viste solo come membri del Corpo Mistico di Gesù Cristo?Il cuore è distaccato da tutto?Con tutti si è usata prudenza, fortezza, soavità?Ogni dovere è stato compiuto con esattezza, con gioia?Nessuna sfiducia, nessun scoraggiamento?83


CAPITOLO QUINTO - Vita interioreSono certo che mi saprete ricordare presso il caro Tabernacolo.Viva sempre presso il Tabernacolo che darà alimento di vera vita.Toglietevi dunque dal mondo, ritiratevi presso l’altare, narrate a Gesù la vostra vita, le vostrecadute, le vostre lacrime, e voi godrete perfetta pace.Quanto è potente la preghiera di una Messa!Jesu, Maria, Joseph, estote mihi propitii.La Madonna in modo sensibile e strepitoso ci ha dato un segno evidente per farci capire che l’operanostra è tutta del Cielo.La Madonna poi è la sua vera Mamma e in questo mese la preghi con più devozione e vedrà chequalche grazia speciale le giungerà.dalle lettereLa vita di apostolato deve essere sostenuta dalla pietà.La preghiera riempie di luce la mente, riempie di luce le nostre azioni, riempie di luce il mondo.da scritti e appunti vari.84


CAPITOLO QUINTO - Vita interioreCAPITOLO SESTOLettereForse potrà meravigliare che Don Luigi parli poco della Madonna. Ed effettivamente nei suoiscritti si trova poco o nulla.Ciò però non significa che Don Luigi non tenesse in grandissima considerazione la Madre di Dio.Infatti, soprattutto nel rapporto individuale, ritorna sempre sulla esortazione a rivolgersi a Maria;sembra anzi, che, come appare dalla lettura delle lettere, sia per lui una cosa talmente scontata ilvivere in intimità con Maria, nostra Madre, che gli sembra quasi superfluo parlarne.E’ opportuno leggere attentamente le lettere anche con questa visuale.85


CAPITOLO QUINTO - Vita interioreAlla Buona...Sempre la ricordo nella mia povera preghiera per la sua bella vocazione. Le difficoltà non le sonomancate e neppure le mancheranno. Ma è del tutto secondo l’economia della divina Provvidenzache quando suol preparare un’anima a maggior perfezione, la fa passare attraverso a moltedifficoltà. Poi la vittoria e il premio dell’apostolo.Coraggio! L’oro si prova nel crogiuolo, come la sua vocazione in questi tempi per lei. Non sitroverà mai pentita di aver superate tali prove. Hanno servito al gran distacco da tutti e da tutto.Così è la vita di ogni apostolo. Se vi fosse qualche brandello di attacco a destra o a sinistra nonsarebbe vero apostolo. Si abbandoni poi totalmente alle disposizioni della Provvidenza attraversol’ubbidienza dei superiori. Lei sarà sempre in pace.Buona..., la santità nell’amore di Dio la deve naturalmente acquistare.Che le pare? Veda Gesù in quei cari bambini anche se alle volte sono di grande fatica.Vedrò i suoi grandi miracoli.Auguri.Don LuigiGennaio 1946Buona Figliola,...nella sua lettera, Lei esprime al Signore gioia e riconoscenza per averla chiamata con particolareattenzione alla Sua sequela e vuole ad ogni costo essere tutta Sua; tuttavia nel periodi di prova hapaura di essere meno generosa e di non saper confidare abbastanza nell’azione e nella protezionedel Signore. Figliola, tutto ciò che lei dice non è altro che la via ordinaria di Dio per le anime chevuole con sé. Prima le conduce al Tabor e fa vedere loro una piccola ombra di luce di cielo che ungiorno, tolte le ombre, sarà gioia immensa e perpetua, ma poi, attraverso alle varie peregrinazione,le fa giungere sino al Calvario che è luogo di vittoria. Lei ha paura di non riuscire in questa secondaparte; sono anch’io d’avviso. Anche i più grandi Santi avevano timore e persino Nostro Signore ciha fatto capire che il dolore non è confacente alla natura umana. Ma in noi, invisibile e in tutta lasua realtà, vi è una forza che ci fa dire come a S. Paolo: «tutto posso», è la grazia speciale di Dioche ci è stata data colla vocazione e quindi colla nostra consacrazione e completa dedizione alSignore. Non abbia paura di nulla. So anche che è di fede che in lei non vi saranno prove superiorialle sue forze e so pure che, se un’anima ha forti tentazioni da sopportare, è segno che Iddio la statemprando e la prepara a compiti e a grazie straordinarie.Rinnovi perciò tutti i suoi santi propositi ed esprima a Dio la sua grande riconoscenza con allegragenerosità.Mi ricordi nelle preghiere.Dev.mo Don LuigiBuona figliola,anch’io ringrazio il Signore per il segnalato favore. Le confermo che non si troverà mai pentita delladecisione di donazione totale al Signore. Chi più di Lui ha diritto alla nostra vita e chi più di Luipotrà farci felici sulla terra e per sempre nella vita eterna? Sono cose che capiremo meglio inseguito quando, avendo già trascorsi molti anni, confrontando la via comune con la via dellacompleta consacrazione diremo: «oh come sono contento, non credevo di possedere tanta fortuna»!Questa grazia di Dio è stata un premio per aver sopportato non pochi dolori nei suoi dubbi e nellesue tante perplessità. Alla fine si vince sempre quando si vuole il vero bene. Ma il bene, perché siameritorio, ha bisogno di essere suggellato dall’amore che ha sempre la sua base nel dolore. Non sispaventi: il dolore è ben poca cosa in confronto dell’amore che vuole il dolore per poter crescere:ecco i Santi che continuamente dicevano: o patire o morire. Sono essi allora dei veri egoisti di Dio86


CAPITOLO QUINTO - Vita interiorecome Dio è vero egoista dei suoi santi. Buona figliola, la prevengo subito su questo fatto colleggerle un passo della Scrittura Sacra: «Appena ti metti al servizio di Dio preparati allatentazione». Inoltre la assicuro che la sua decisione ha sconcertato e fatto arrabbiare fortementequalcuno: il demonio. Ora egli, per permissione del Signore, vorrà fare le sue vendette come ha giàfatto con altri, ma finirà per avere un’altra volta rotte le corna. La sua preghiera e la sua umiltà lometteranno sempre in fuga e lei avanzerà in virtù e accrescerà la sua pace.Vede dunque che persino il demonio può esserle di aiuto perché ogni cosa coopera al bene perquelli che servono al Signore: «omnia cooperantur in bonum». Non si turbi poi della suaimperfezione. Anche i Santi dicevano di averla più grande, man mano che maggiormente siperfezionavano. Solo una cosa bisogna fare: confidare, confidare e confidare sempre e non maiscoraggiarsi.Prego come lei sa. Anche lei preghi un po’ per me. Coraggio adunque. A voce le dirò il resto.Molti auguri di santa allegrezza.Don Luigi13-1-1954Buona figliola,la sua decisione fu per tutti di grande gioia. Ma per me è ancora più grande perché penso che ilSignore darà a lei delle grazie più grandi, dato che in questo frattempo ha dovuto soffrire parecchio.Ricordi che Dio non fa le grazie per metà, ma le fa complete e anzi le perfeziona. Esige peròcorrispondenza e quindi cooperazione ai suoi doni che io vedo moltissimi elargiti in questi giorni inlei. Sfortuna c’è il demonio che, certo, non lascerà sfuggire facilmente la preda, ma è di fede che«Et portae inferi non praevalebunt». Forse anche l’amor proprio, che non lascerà il suo terrenoconquistato subdolamente, pretenderà i suoi falsi diritti. Ma davanti a delle decisioni come le sue ealla volontà ferma, vedrà che si ritirerà in buon ordine e lascerà il passo alla umiltà che le darà granpace e grande gioia. Io da lei non solo mi aspetto che tolga la parte negativa, ma attendo che compiala parte positiva: cioè il suo fare, il suo dire, il suo buon esempio, saranno come la regola inpersona. Quindi la mia fiducia in lei più piena, più sicura.Ricordi quel «sine me» e quel «omnia possum» che in lei voglio si verifichino assolutamente.Grazie dunque e auguri.Don LuigiBuona figliola,la ringrazio molto dei suoi frequenti scritti che mi dicono sempre molte cose. Immagino il suo statodi lotta interno ed esterno, ma anche la imperiosa voce del Signore che le dice: «Lascia tutto quelloche hai, vieni e seguimi». La grazia di Dio non le manca e anzi si rafforza ogni giorno più quantocrescono le difficoltà. E di qui si vede chiaro come la vocazione è posta su libera volontà e dipendeda esclusiva generosità di chi la vuol perseguire. Che se la grazia non manca, non deve pur mancareda parte nostra la corrispondenza. E come noi non possiamo far nulla senza di Dio così Iddio nonpuò far nulla senza di noi, cioè senza l’adesione della nostra volontà. So che alla fine vince semprema so anche quanto il bene lo si deve pagare. Iddio è il più gran bene; ora il possesso totale, conesclusività di ogni attacco, di questo bene, comporta una decisione di volontà precisa e una forzadecisa a tutto per possedere il Tutto, il che non esclude la nostra collaborazione alla grazia con tantosacrificio, ma alla fine colla completa vittoria.Coraggio adunque; la via di Dio è segnata e la vigna di Lui l’attende perché la messe èbiondeggiante.I più fervidi auguri di una più presta realizzazione dei cari ideali.Dev.mo Sac. Luigi Monza87


CAPITOLO QUINTO - Vita interioreBuona figliola,vorrei che la serenità fosse tutta la sua vita, però ci possono stare le difficoltà assieme alla serenità.Al solo pensare al valore della sua vocazione, che proviene dall’amore di privilegio di Dio fin dallaeternità, lei deve manifestargli la sua gioia riconoscente rinnovandogli il proposito di seguirlosempre e dovunque Egli creda opportuno condurla. A me pare (e non posso sbagliare) che unavocazione senza le prove non sia vera vocazione. Difatti una vocazione è chiamata per portare ilRegno di Dio sulla terra. Ma il Regno di Dio è ostacolato da Satana il quale combatte ognivocazione che ha il preciso scopo della conquista delle anime. Ora Satana ce l'ha anche con lei inproporzione del bene che fa e del bene che lei farà. Questa non è una nota di scoraggiamento, ma dimolta gioia sapendo per questo che il Signore la deve adibire a compiti e a grazie superiori.Coraggio adunque. Stia umile, Preghi sempre e stia anche allegra.Don Luigi5-7-1954Buona figliola,sono contento di aver ricevuto la Sua lettera del 19 c.m. e delle espressioni che confermano la suadecisione di potersi donare interamente a Dio praticando la carità nella «Nostra Famiglia».Il Signore le suggerirà quanto prima il momento più opportuno per riferire ai suoi ogni cosa. Sonopiù che convinto che lei incontrerà qualche ostacolo come avviene per tutti. Ma la grazia saràproporzionata al bisogno. Fra tutti gli ostacoli non sarà ultimo quello del cuore che crederà di doverspezzare i legami più naturali comandati da Dio: «Onora il Padre e La Madre»... invece nientespezzare, ma tutto affinare, nobilitare, spiritualizzare. Solo è categorico: «Chi ama il Padre e LaMadre più di me non è degno di me» e poi: «Prima ubbidire a Dio e poi agli uomini».Quindi lei, forte di questa fortezza, incontri pure qualsiasi dolore. La vocazione è un valoreinesprimibile; è ben giusto che lei incominci in qualche modo a ripagarlo. In tutti gli eventi diquesti giorni ricordi, o figliola, che nulla è impossibile presso Dio e che altrettanto non vi è nulla diimpossibile alla sua volontà, congiunta con la volontà di Dio. Lei poi attende da me aiuto nellapreghiera. Le confermo che ho già pregato prima che lei mi conoscesse; adesso mi diventa unbisogno perché le vere difficoltà per lei incominciano proprio ora.Ma la vittoria è di Dio. Dio dunque è con noi, e se Dio è con noi, chi sarà mai contro di noi ?Le faccio auguri di ogni bene.Dev.mo Sac. Luigi MonzaS. Giovanni 3-1-1953Buona figliola,a tutte e a lei in particolare debbo la mia gioia riconoscente. L'«Ecce quam bonum...» l'ho propriogustato con voi in quel santo giorno del Signore. Così sembra a me il piccolo paradiso in terra, e avolte il cocente desiderio del possesso di Dio mi diventa un così dolce martirio che quasi non vorreipiù morire. Capisco la sua felicità per le sue prossime nozze col suo Sposo celeste: incarichiamo laVergine per i preparativi solenni. Ma dica a tutte , proprio a tutte che non c'è nessuno più felice dinoi.Grazie di cuore.Don LuigiS. Giovanni 3-1-195388


CAPITOLO QUINTO - Vita interioreBuona figliola,...so che è stata costì... e vi ha portato il mio pensiero che è ormai sempre quello: tanto vecchio etanto giovane nello stesso tempo. Desidero che siate nella Carità come mi avete assicurato. Vorreitrovarvi un cuor solo e un’anima sola: il resto per me diventa secondario e mutevole. Le operepossono variare come variano i tempi e le menti della gente, ma il nostro spirito rimane semprequello degli apostoli colla carità dei primi cristiani.Don Luigi1947Buona figliola,… importante ora è che lei dia punti d’oro in comunità. Sono arcicontento dei suoi sforzi e dei suoiprogressi, tuttavia mi appello alla sua generosità (a me troppo nota) perché lei, che è anziana, devedare la regola pratica alle nuove che arrivano. Non creda che ciò dica solo a lei mentre l’ho già dettoa tutte le altre. Anzi da lei ho la certezza di grandi vantaggi per la nostra Casa. Veda di sforzarsi diformare un blocco fra tutte, con tutte le regole e quasi minuziosità e scrupolosità per riuscire aformare in tutte unità di pensiero, di ideale e di azione. Pazienza! Le eccezioni verranno in seguito.Credo che anche lei è dello stesso parere ed io mi fido, come sempre, del suo efficace contributo.Vorrei pure raccomandarle la grande allegrezza come richiede il nostro spirito, la sua salute chediventa necessaria e poi la sua completa sudditanza prestando ossequio con fede alla autorità da Diocostituita, chiudendo occhi e orecchi all’amor proprio per la più presta e completa vittoria. Confidoe le ripeto la mia completa fiducia.Coraggio.Don LuigiBuona figliola,... tuttavia agisca con prudenza e nello stesso tempo con fermezza. Da lei poi penso di ricavare coltempo una perfetta religiosa. Ma per ora ho bisogno di vedere in lei completa sudditanza,disposizione di volontà a qualsiasi comando per rendersi utile nelle mani di Dio e dei Superiori.Tuttavia sappia che apprezzo ogni suo lavoro, ogni sacrificio, ogni buon esempio che riesce a darealle più giovani. E’ poi del tutto evidente che la nostra Casa ha tanto bisogno di intesa, di unione, divera carità, senza della quale è impossibile aver la benedizione di Dio siccome il nostro ideale èraggiungere la carità, quella dei primi cristiani. Basta prediche!Ringrazi per me tutte le figliole che fanno miracoli di bene, specialmente le giovani compresa labuona... per il suo spirito di grande adattamento.Spero di poter venire la settimana ventura.Don LuigiBuona figliola,Mi sembra un miracolo di primo ordine, quello di sentire che in Casa «Nostra Famiglia» regna lavera carità. Ho benedetto il Signore della bella grazia e l’ho con cuore ringraziato perchéincomincio a credere che il nostro ideale può verificarsi. Scaccio alle volte dei dubbi che si possarompere questo vincolo di perfezione che è la carità che fa bella ogni cosa, leggero ogni peso, soaveogni giogo. E’ pur vero che ogni anima ha la sua personalità, ma è anche vero che, pur conservandola personalità, si possa e si debba riuscire a formare di tanti cuori un cuor solo, di tanti ideali unideale solo per cantare con gioia: «ecce quam bonum et quam jucundum...».Alle volte Iddio può permettere delle incomprensioni, ma lo fa per un miglior bene e per unamaggiore santità perché altrimenti non si potrebbe divenire Santi. E’ inutile; noi ora abbiamo89


CAPITOLO QUINTO - Vita interiorebisogno di santi e per diventarlo bisogna agire con fede, in perfetta ubbidienza ai superiori,scomparendo a se stessi per far apparire solo Dio e il suo regno divino.E lei in fretta a divenir santa.Auguri.Don LuigiIn Cristo,ho ricevuto le sue due lettere: la ringrazio. La Madonna è già partita, ma ha lasciato in tutti, e anchein me, un senso di pace e di gioia non comune. E’ vero che io non sono troppo tagliato per le coseesterne, ma ho visto che anche le esteriorità possono servire benissimo per ascendere come unmezzo, come è la Vergine, potente sgabello per arrivare a Gesù: ad Jesum per Mariam.Le ho proprio cercato la grazia per la nostra santificazione prima, e per tutto il resto poi; maspecialmente per la nostra vera unione che ormai, sento, per me è questione di vita o di morte;poiché, come sento fortemente ad oltranza un contento che non so esprimere, e mi pare proprio dalCielo, per vedere e sentire di voi un cuor solo ed un’anima sola, così vedo che non posso resistere aldolore di constatare qualsiasi disunione.L’affare poi di... è di una tale pressione sul cuore che mi occorre una grazia speciale per resistere epoter affrontare per dovere un compito che mi dilania le carni e mi fa desiderare quasi di dire albuon Dio il: nunc dimittis... per non voler, vigliaccamente forse, sopportare.... Ed ecco la ragione per la quale ho affidato con tutto il cuore questo affare così intricato allaMadonna. Ieri sera a mezzanotte ero ancora a Rancio e guardavo la Vergine, mentre ripetevo laSalve Regina e desideravo e desideravo e desideravo ardentemente la vostra unione e, senzasaperlo, vi mettevo sotto il suo manto per formare una sola cosa con un solo ideale.La sua lettera di stamattina mi esprime la stessa cosa. Grazie di cuore. Non dubiti però, che mi sentoancora tanto forte di affrontare ogni difficoltà per il bene dell’Opera.La Madonna mi sembrava mi prendesse per mano e mi dicesse: non pensarci, sono io che sto ai tuoifianchi e ti proteggerò...Brava figliola, che continua la cura che, spero, le possa giovare...Arrivederci e auguri.Don LuigiBuona figliola,sono sempre contento quando ricevo notizie da lei. Tuttavia so bene quanto è occupata e quantolavoro deve svolgere per il bene di tutta la casa. La sua riconferma però che tutti stanno bene, sia ibambini come le sorelle e specialmente che costì regni la buona armonia, la santa allegrezza e lavera carità: è questo per me un vero conforto e mi dà sicurezza che l’ideale nostro si raggiunge e pervolontà di Dio e per gli sforzi di ognuna.Una promessa per tutte in particolare presso la Madonna secondo gli speciali vostri bisogni.A tutti grazie e a lei soprattutto.Dev.mo Don LuigiBuona figliola,le sue lettere mi arrecano conforto e mi danno sicurezza che anche nello svolgimento di ogni operasi può conservare e perfezionare il nostro ideale.Le assicuro tutto il mio appoggio e ogni benedizione da parte del Signore. Confido che, come giàaltre volte, le prove passano e si farà un passò in avanti nel raggiungimento dell’ideale di carità cheè il paradiso anticipato.90


CAPITOLO QUINTO - Vita interioreLa grazia del Signore e la sua volontà faranno lei perseverante nel lavoro, nell’osservanza dellaRegola, nella bontà, nel tanto suo buon esempio. La mia fiducia e la mia preghiera.Coraggio e auguri.Don LuigiBuona figliola,La ringrazio tanto delle lettere che mi ha mandato in questi giorni dandomi tutte le notizie dellacomunità.Sono contento che lei sa dare in tutto il buon esempio e sa ricavare da tutte energie per il lavoro,l’ubbidienza, la pietà senza pesare e far pensare l’autorità. Inoltre c’è quella carità spontanea cheproduce santa allegrezza e fa dire: quanto è bello abitare nella Casa di Dio e in un cuor solo e inun’anima sola con le sorelle!Tenga per certo che è con la Carità che si coltivano le vocazioni perché la Carità fa sentire ilSignore siccome Egli stesso si chiama ed è Carità.Come lei mi dice nella lettera, si è ammalato un altro Padre che sarebbe venuto per la celebrazione.Potrebbe pure pazientare qualche tempo purché poi abbia la certezza di averla tutti i giorni. LaProvvidenza non mancherà di inviare il suo aiuto a tempo opportuno.Credevo di venire colla Superiora ma in questi giorni si sono ammalate tre sorelle e il lavoro aPonte Lambro si fa sempre crescente.Dica alle sorelle di pregare un po’ per me, che le ringrazio di tutto, anche degli scritti e cheriscontrerò loro alla mia prima venuta.Molti auguri a leiDon Luigi14-1-1954Buona figliola,la crisi ormai è passata. Ricordi che lo spirito nostro è come quello degli Apostoli e quindi del tuttomissionario. E il missionario deve incontrare non poche difficoltà anche di ordine spirituale, matutte le deve superare colla grazia del Signore. È pur vero che sarebbe stato necessario qualche annodi vera preparazione. Ma per difficoltà che lei sa, deve fare di necessita virtù. Del resto, quando si ècompletamente di Dio, quando si è distaccati da tutto e da tutti, ogni cosa si può fare perché si èsoltanto attaccati a Dio il quale non può non aiutarci, darci forza e renderci contenti anche neimomenti della prova. Quanto vale l’adattarsi in ogni evento per amore di Dio! Vale di più che tantianni di noviziato. È lo spirito del sacrificio coadiuvato dalla preghiera che trionfa in ogni cosa. Lavera umiltà poi, sorretta dalla ubbidienza, fa giungere presto a quell’annientamento di se stessi che èil fondamento della nostra Opera. Si deve poter dire «non sono più io che vivo ma è Cristo che vivein me».Tutto questo io ho intravvisto nel suo spirito mediante la bella vocazione che Dio le ha concesso.Come vede, è Dio che la vuol santa ad ogni costo! Conservi allora la santa allegrezza sorridacontinuamente a Gesù che le è tanto vicino. Dio approva e loda il suo lavoro con quei piccini....Li ricorda il Papa, il Cardinale e tutte le persone caritatevoli.Dunque ....Vogliatevi tanto bene tra di voi. Siate luce e sale e spandete il buon odor di Gesù Cristo – Verràpresto – Coraggio.Don Luigi194691


CAPITOLO QUINTO - Vita interioreBuona figliola,quante lettere e quante belle espressioni piene di fede e di dedizione al sacrificio e ai più grandiideali della nostra opera.In ultimo anche gli auguri per il mio onomastico tanto graditi. Dovevo venire a Varazze coibambini, ma ho pensato di ritirarmi a Galliano a fare i Santi Esercizi per stare più unito al Signore eper pregare tanto per tutti voi, per la buona Superiora che ha troppo da fare e perché sia preservatada tanti pericoli materiali cui va soggetta. Che il Signore ce la preservi da simili disgrazie!In particolare dico una parola al Signore per lei perché continui la sua costanza nell’ideale nelpensiero di Dio attraverso le nostre Sante Regole.Finora la nostra Opera continua la sua prova. Ma è buon segno. Quando il Signore destina unapersona o un’Opera, a fare il vero bene, si prodiga a mandare le sue prove. Ma è nelle prove che sidiventa forti e si chiarifica il vero amore. Coraggio sempre. Umile di preghiera e allegra.Con stima.Dev.mo Don Luigi Monza5-7-1954In Cristo....Lei invece mi ha assicurato, nella sua ultima lettera, che tutte voi sarete a me sempre vicine nelsoffrire fino alla morte. Vi ringrazio proprio di gran cuore perché, nella sofferenza in comune, sisente di essere più uniti per formare una sol cosa nel medesimo ideale e si è più spronati, anche consacrificio, a raggiungere il medesimo fine. Certo è però una nuova prova che si fa sentire forte sullanostra Opera.Io però, senza superbia, non mi sento abbattuto, benché questa sembra una prova più dura dellealtre, tanto più che non si vuol intendere la ragione. Anche questa passerà, glielo assicuro, ci porteràun bel passo in avanti nella santa Carità.E lei, nonostante tutti gli avvenimenti prosperi, o meglio avversi, cerchi di conservare il piùpossibile la stessa calma. Veda lei che il modo sia davvero esemplare e da tutti si possa dire X...diventa santa. Sarebbe poi per me le più grande gioia. Le sono riconoscente di tutto. Ho pregato perlei.ArrivederciDon LuigiBuona figliola,...Avrà ricevuto la raccomandata di ... Non ci pensi per nulla.Gliel’ho già detto: ci penserà la Madonna.Per noi bisognerà spesso ripetere: «Signore, manda molti operai nella tua vigna».Davvero che deve essere stanca!!!Povera mia figliola: gliel’ho già detto: si riposerà in Paradiso. Anch’io sono un po’ stanco e un po’deboluccio, ma felice perché vedo già un grande entusiasmo in tutti i cari parrocchiani per l’amoree la devozione alla Madonna di Varigione, con grande concorso ai Sacramenti anche dei «rossi» chenon vogliono essere secondi.Nonostante il lavoro incalzante la seguo col pensiero e colla preghiera per ottenerle, per mezzo dellaVergine, una grande gioia nei suoi molteplici sacrifici. La ringrazio ancora di tutto....Sempre.Don Luigi28 - 6 - 195192


CAPITOLO QUINTO - Vita interioreBuona figliola,ho pregato abbastanza. Ho avuto da Dio la stessa grazia: sono impossibilitato di fare qualsiasi cosasenza di lei.Le esprimo qui la mia prima riconoscenza: «non posso dimenticare che lei è stata la prima ad averefiducia in me quando gli altri non se ne curavano affatto».Don LuigiIn Cristo,vorrei essere tanto vicino in questo dolore familiare ed essere capace di sostenerla con il conforto diun’anima che le promette tutto il bene possibile presso Iddio e rinnovando con tutta la potenza delmio spirito la completa, la totale fiducia a lei che s’è ben meritata, sia per l’Opera che si rinnova tramezzo a molte difficoltà che lei sa egregiamente superare, sia per il tanto bene che con cuorematerno mi ha sempre procurato, di cui serbo perenne riconoscenza.E’ sorta però qualche piccola nube che tentava oscurare la nostra estrema fiducia a Varese, mainsieme e con molta facilità l’abbiamo subito dissipata. Così non avverrà più, ma il nostro cielo,chiunque lo vorrà oscurare, non ci riuscirà.Le sia poi di grande consolazione il pensiero che Iddio è con noi come i fatti di questi tempi lodimostrano e poi che tutte le figliole, nonostante qualche difficoltà, si orientano verso di lei e versola Regola che a poco a poco verrà esattamente praticata.Coraggio, ordunque, e offra anche questo dolore per il bene di tutta la comunità.Sempre suo Don Luigi MonzaBuona figliola,... tra le alternative di gioia e di dolori approfitto di un solo istante per esternarle un poco la miariconoscenza che mi è un dovere e nello stesso tempo un bisogno del cuore. Risalgo col pensiero atre anni fa. Ricordo benissimo la sua comprensione piena, dopo anni di mio martirio, la suadedizione generosa e totale alla buona causa per la salvezza, l’avviamento, la sistemazione su piantastabile della nostra Opera.Dopo Dio debbo riconoscere in lei il buon Anania, meglio l’angelo confortatore che con sicurezzami portava ed eseguiva i messaggi del Cielo. Ma ancora mi rallegro con lei perché la sua missionecontinua anzi con ritmo sempre più accelerato e fattivo.Mi prende a volte una grande compassione per lei sia per le sue ininterrotte fatiche sia per i suoiinfiniti crucci.Le rispondo: prezioso retaggio dei superiori. Per le sue fatiche le dico che riposerà in Paradiso; per isuoi crucci le rispondo (invitandola alla più profonda umiltà) con frasi che il Signore si è degnato dirivolgere a una santa: «Sei tanto miserabile... ma è per questo che ti ho affidato una grandemissione. Poiché sei niente io posso impossessarmi di te e sostituirmi a te. Con le rovine e sullerovine posso edificare splendidamente e trasformo ogni bruttura in bellezza, ogni povertà inricchezza. Al minimo segno di pentimento il mio cuore brucia di gioia per te». Perciò sicuro dellasicurezza di Dio le posso dire: coraggio, avanti con gioia.Personalmente poi ricordo la mia lunga malattia di un anno fa. Mi prende una forte commozionequando penso che una mamma non avrebbe potuto assistermi come lei mi ha assistito.Quante veglie, di giorno e di notte, quante medicine, quante premure e delicatezze e persinoapprensioni e lacrime per l’incertezza della mia vita!Ma chi l’ha ispirata, chi l’ha spinta a farmi tanto? Il Signore e il suo cuore di mamma.Grazie. Le rinnovo la mia piena fiducia, poggiandomi, dopo Dio e la Vergine, fortemente su di lei.Sempre suo,Don Luigi93


CAPITOLO QUINTO - Vita interioreIn Cristodo’ lode a Dio, ma è vero che non mi merito tanti riguardi che mi commuovono. Non so neppuremanifestarle riconoscenza, mentre ho ancora l’ardire di arrecarle tanto disturbo nel disbrigo dellenostre intricate faccende che le costano molte fatiche con una salute alquanto precaria. Lo so beneche lei nel comune ideale si fa in cento e la sua generosità non trova confini! Lo spirito didonazione è la sua prerogativa; è la vera sua gioia, è la sua vocazione. L’ho esperimentatopraticamente in questi tempi nei quali, come angelo, prodigava sollievo, mitigava dolori e miinfondeva, buon Anania, il ristoro e il balsamo su molte ferite. Grazie dunque di cuore. Desideroardentemente la sua santità e sia l’anima trascinatrice di tutte col suo esempio. Mi duole tanto per lasua salute, ma prego anche per quella. Iddio la ricompensi.Abbia la mia piena fiducia. Arrivederci.Don LuigiBuone figliole,non avrei proprio la voglia di scrivervi: invece vorrei far scrivere Gesù per me. Vorrei che Gesùscrivesse nella vostra mente e nel vostro cuore tutto quello che Lui vuole da voi che è quello che hovoluto e voglio io da voi. Allora i vostri nomi saranno scritti lassù nel cielo presso i nomi stessidegli Apostoli. E ciò perché il nostro ideale e lo scopo sono uguali. Se vi dico poi che la carità deveessere quella dei primi cristiani, è perché la stessa carità l’ha esercitata Nostro Signore cogliApostoli e gli Apostoli coi primi cristiani. Se ognuna di voi fosse assorbita da questo ideale e lovivesse nella pratica, non ci sarebbe bisogno di nessun barbacane: sareste felici di ogni distacco,camminereste colla sola unione di Dio e tra di voi col solo spirito. Sareste pronte alla ubbidienzacome gli angeli col Signore; agognereste di eseguire qualsiasi volere dei superiori al modo con cuientreremmo in cielo. Voglia il buon Dio confermarvi questo mio più grande desiderio. Voi nesareste il mio premio.Don LuigiIn Cristo,la ringrazio della sua lettera che indovina persino i pensieri, e perciò fa piacere per la condivisionedella gioia e delle pene che non mancano mai nella costruzione della nostra Opera. L’unità di tuttenella ubbidienza è stato per me il pensiero più forte di questi giorni. Ha fatto bene a pregare per mee per tutte le componenti. Dalla preghiera io ho molta speranza perché essa è definita «la fortezzanostra e la debolezza di Dio». Certo che la perseveranza è una grazia del Signore ed è legata allacorrispondenza alle sue sante ispirazioni. Si faccia però coraggio; Iddio tien calcolo di ogni sforzo,specie nel rinnegamento della propria volontà per raggiungere l’essenza del nostro spirito: marcire.Ma questo ci sembra impossibile per nostra esperienza; ma S. Paolo ci conforta col dirci che«omnia possum in Eo qui me confortat». Quindi solo in Lui la nostra riuscita, anche in quello che cipare impossibile perché niente vi e di impossibile presso Iddio.L’ho ricordata in special modo in questi giorni nel divino Sacrificio. Anche lei continui a pregareper me.In C. J.Don LuigiBuona figliola,sono stato ben contento del colloquio dell’altro giorno per sapere tante buone cose del suo spirito.L’umiltà certo è un fatto in lei, benché le sembra che vi sia ancora tanto amor proprio. Io vedo chelei combatte virilmente e desidera molto di riuscire in poco tempo. Ciò non possiamo saperlo. Può94


CAPITOLO QUINTO - Vita interioredarsi che il Signore ci lasci per tanto tempo alcuni difetti per combattere tutti i giorni e quindi perguadagnar tutti i giorni dei grandi meriti.Se non combatte, come può far verificare, che la vita è una milizia sopra la terra? e se non avesse lacroce come potrebbe imitare il divin Maestro? Sappia che vi è una sola chiave per aprire la porta delCielo: la Croce.Badi però di non trascinare la croce per terra, ma se la ponga sulle spalle e cantando giunga fino sulCalvario per spiccare da là il volo sicuro per il Paradiso. Che le pare? Stimi molto la Regola, lacomunità, le sorelle che sono causa di grandi beni spirituali. E’ necessario sì che vedano i suoidifetti, ma è pur necessario che non si lasci schiacciare da essi con scoraggiamento. Se vedemaggiori difetti è una grazia grande. Coll’aiuto della grazia potrà superarli. Ma è pur vero che visono in lei molti e grandi progressi. L’ubbidienza e l’osservanza delle Regole e un po' di confidenzacoi superiori la faranno sicura di ogni vittoria. Coraggio.Mi ricordi al Signore.Dev.mo Don LuigiBuona figliola,sono difficoltà per tanti motivi che sopraggiungono ma che sono necessarie per la buona suatrasformazione per rendersi strumento abile nelle mani del Signore per far del bene. Può essere unpo' di debolezza fisica, può essere qualche incomprensione o anche qualche difficoltà esterna chenon si è ancora superata che tentano di scoraggiarla, ma tutto ciò non la può far indietreggiare d’unpasso, anzi la renderà così abile a diffidare di sé e a ricorrere alla forza del Signore. Mi compiacciomolto che sa adattarsi al momento e superare con abilità virtuosa, le sue tendenze, il suo carattere.Certo che tante volte dovrà gemere, forse anche piangere col Signore, ma ricordi che ogni sforzosarà largamente benedetto da Dio e ricompensato coll’acquisto dell’umiltà e poi della caritàattraverso all’amore del Cuore che sta nel Tabernacolo.E’ però capace di molte rinunce, è capace di star allegra e di far stare allegri. Anche il lavoro loadempie con precisione, con sveltezza e mi pare anche con gioia. Brava!!! E coraggio.Ho bisogno delle sue preghiere.Dev.mo Don LuigiIn Cristo,da quel poco che ho potuto constatare, mi è sembrano che lei deve essere di molto migliorata. Stiaattenta però che il lupo non cambi solo il pelo. Non le faccio torto a dirle così perché anche i santiebbero anch’essi a combattere una lunga battaglia, e coll’aiuto della grazia, riuscirono a trionfare.Anche la salute è un ottimo coefficiente di sforzo per la riuscita... è un talento datoci da Dio edomani può essere adoperato per il trionfo del bene. Veda di proseguire. Il lavoro non le manca etuttavia veda Iddio nel lavoro e indirizzi ogni sforzo a Lui per non materializzarsi e perdere di vistail perfezionamento del nostro spirito.Sono anche contento di vedere una bella intesa tra di voi. Così si riesce sempre a tutto.Preghi per le buone vocazioni e per l’unione della nostra Casa.Coraggio.Don LuigiBuona figliola,mi dice che non è una giornata giusta. Eppure è sempre bello il nostro giorno quando si è colSignore. Egli dispone ogni cosa bene per noi anche quando crediamo che ogni cosa comincia arovescio. Ora però guardi il cielo che è molto sereno, e sarà per noi.Osservi un altro Cielo sulla terra ed è il Tabernacolo che non può mai oscurarsi.95


CAPITOLO QUINTO - Vita interioreE poi un terzo, che possediamo dentro di noi, che è il nostro animo che lei deve conservare serenoad ogni costo. Questo è l’augurio che contraccambio.Don LuigiBuona figliola,Le espressioni della sua gradita lettera mi arrecano conforto. Continui a far coincidere il pensiero diDio con quello che le manifesto io: è veramente secondo la fede e secondo le nostre Regole.Vincerà ogni cosa come premio della sua ubbidienza. Le aggiungo poi che faccio assegnamento suisuoi buoni talenti e sulla sua buona volontà e così pure le assicuro la mia fiducia.Se poi le dico che prego per lei, non faccio che ripeterle la stessa promessa. E il Signore lo sa.Coraggio adunque e sempre allegra.Don LuigiBuona figliola,la buona Superiora mi incarica di dirle che il libro per le Novizie deve essere riservato solo a lei.Quindi non lo dia a nessuno da leggere. Spero proprio che il soggiorno di costì le faccia molto bene.Si può diventar santi anche a godere delle bellezze di Dio nel creato, purché si faccia in tutto la Suavolontà.Auguri tanti.Dev. Mo Don LuigiBuona figliola,le sue buone notizie mi fanno molto piacere. Innanzi tutto mi dice che è contenta. Si vede che vi hamesso la sua collaborazione alla grazia del Signore e si è sforzata di ubbidirle.Sappia che è detto che l’uomo ubbidiente canterà vittoria.Cerchi di non dare importanza neppure alle sue pene interne perché il riflettere troppo su se stessi èlo stesso che coltivare se stessi e perciò coltivare il suo amor proprio. Se poi mi dice che non èperfetta, che non è degna consacrata ricordi che non è entrata in Istituto perfetta ma per sforzarsi adivenire perfetta. Se un’anima si concentra troppo in se stessa e si dà ragione appoggiandosiunicamente sulle proprie poche facoltà diventa caparbia, egoista e, senza accorgersi, anche superba.Ciò non avverrà mai in lei perché sarà ubbidiente, diffidente di se stessa: chiederà aiuti a chi didovere e pregherà con molta fede con la sicurezza di essere esaudita.Spero nella sua molta carità e in special modo sono e voglio essere sicuro della sua santa allegrezza.Sappia che le malinconie non possono fermarsi in casa nostra.Invece, figliola, sono molto soddisfatto del suo bel carattere, del suo lavoro, della squisita carità esanta sua gioia manifesta a tutti.Coraggio.Don LuigiBuona figliola,…cerchi di manifestarsi maggiormente coi superiori e vedrà che sarà più facile camminare consicurezza, sotto ubbidienza, ogni via anche la più difficile e ripugnante. Coraggio adunque, nonabbia alcun timore, né per lo spirito che deve essere tutto posto nel Signore, né per la salute, né perl’avvenire che tutto quanto affiderà alla Provvidenza. Piuttosto preghi di più, preghi meglio, preghicon umiltà con più fiducia e si sforzi anche lei di ottenere dal Buon Dio la grande grazia dell’unionecon Dio, coi superiori e colle sorelle.96


CAPITOLO QUINTO - Vita interioreQuesta é la perfetta Carità. Quando vi si arriverà? Non importa però che non si veda da noi laperfezione: basta che facciamo egregi sforzi per conseguirla. Stia molto allegra, sia sempreubbidiente, ami le piccole nostre Regole, sia, come sempre, gentile con tutti. Vedrà che sipersuaderà di compiere tutta la volontà di Dio. E che vuole di più? Se il Signore é contento, non équesta la spinta maggiore a far ogni cosa con santa allegrezza e con tutta facilità?Si ricordi di me al Signore.Dev. mo Don LuigiBuona figliola,per mezzo di ...a tutte le figliole un augurio di bene spirituale colla promessa di venire presto avedere quanto fa il Signore per causa dei vostri molti sacrifici.A lei in particolare auguro il rinnovo delle sue prime decisioni che sono e saranno sempre forza econsolazione in tutti gli eventi sia prosperi che avversi e, in unione alla più perfetta ubbidienza, lavera ragione della sua più grande vittoria finale.La penso allegra nella sua offerta totale ed esuberante di gioia nella certezza di rendere a Dio la piùgrande gloria. Continuo la preghiera come sempre. Verrò quanto prima.In Cristo.Dev. mo Don LuigiBuona Figliola,sta scritto: non si turbi il vostro cuore perché il turbamento non è da Dio. Poi: si acquista la virtùquando si combatte il suo contrario. Dunque combatta e sia sicura della vittoria. Le suggerisco unmetodo: non dia peso e sia sempre allegra, nonostante tutto. Senza dubbio, con sicurezza, iol’ammetto alla sua professione perpetua. Le garantisco la mia fiducia per tutto il suo radiosoavvenire fino alla più alta santità.Il mezzo che porterà lei sempre alla vittoria è la sua scrupolosa ubbidienza con la più alta stima aisuperiori. Coraggio adunque e arrivederci presto.Sac. Luigi MonzaBuona figliola,finalmente si fa viva. Stia pure morta al mondo ma viva sempre presso il Tabernacolo che saràalimento di vera vita; presso la Regola che le darà pace e convincimento di aver servito bene ilSignore; presso la ubbidienza che ognora la farà vittoriosa di tutte le sue difficoltà interne edesterne.I suoi propositi mi accontentano e rallegrano il Cuore di Dio.Ho gradito i suoi auguri che io altrettanto contraccambio.Don LuigiBuona figliola,...lasci fare che non mi manca il coraggio di incoraggiare... e neppure di bastonare a dovere chi se lomerita...Certo che faccio molta fatica a compiere questa seconda parte e soffro di più a dare le bastonateche a riceverle.Sarei contento che vi regnasse costì la santa armonia e la vera Carità prescindendo dalle persone;allora mi glorierei che finalmente la carità vera dei primi cristiani fu per noi una conquista e non unsogno.97


CAPITOLO QUINTO - Vita interioreSe vuol leggere il trattato della vera devozione a Maria, come lettura spirituale, io sono moltocontento, purché non si imponga a nessuno di praticarla. Più che leggere le parti mobili della Messadesiderio che tutte rispondano bene, come chierici.Il resto dirò quando sarò a Vedano che sarà o lunedì o martedì.Con molti auguri.Don LuigiBuona figliola,nonostante il male, ha saputo ancora mantenersi in santa allegrezza. Bene: è proprio così che civuole il Signore nella nostra Casa. Anzi, le soggiungo che la bella santa allegrezza è un derivatodella carità che è il nostro vero fondamento. Non voglio credere che in questo siamo già perfetti,piuttosto credo che c’è tanto ancora da lottare e da camminare, ma sono sicuro che alla fine sivincerà. Non fa meraviglia che si manchi ancora contro la carità perché è una virtù che supponel’annientamento di noi stessi.E poi c’è pure il demonio che non vuole assolutamente che così si operi e quindi ne inventa dellebelle per rompere questo bel distintivo tra voi. La vittoria però è del bene. Ora spero stia propriobene; il caro S. Giuseppe l’ha fatta davvero la grazia. Al dir di S. Teresa questo Santo non ha mailasciato nessuno inesaudito. Dunque coraggio per altre ancora. Sia però prudente e cerchi di nonsforzarsi finché tutto sia passato. Ora mi importa che le ripeta di star contentaDev.mo Sac. Luigi MonzaBuona Figliola,è una gran cosa aver conoscenza della nostra debolezza e adoperar coraggio di rialzarci subito ognivolta che cadiamo. Lei ora ha ben capito che sta attraversando un periodo di lotta così dura e cosìcontraddicente col suo carattere che le varrà la sua trasformazione più di due anni di noviziato.Si troverà contenta e non vorrà credere a se stessa di aver fatto simili passi. E’ stato il buon Dio aprocurarle questi mezzi che, per quanto possano da lei essere stimati poco piacevoli, sono tuttaviaindispensabili alla sua perfezione come grazia speciale alla nostra fondazione. Cerchi di capire beneil grande lavoro mirabile che compie il Signore nella sua anima. Gli sia riconoscente e Gli sorrida,soprattutto quando non è riuscita ad accontentare se stessa, dopo tanti sforzi per la conquista diqualche virtù. Creda a me: Gesù si compiace di lei, anche del suo respiro perché lo fa per amor Suo.Assicuro preghiera.Don LuigiBuona Figliola,... ma a dirle di bel nuovo: Coraggio, per aiutarla a raggiungere il più bell’ideale, mi sembra unacarità squisita e per me un gran premio da parte del Signore. So con certezza pratica e per aversentito dire, come per aver letto, che il bene vero deve subire almeno più di uno ostacolo e devesentire il costo di non poter riuscire da soli a raggiungerlo. Ma poi lavora la grazia e senza quasiaccorgersi ci si arriva con sicurezza. Questo a dimostrare che le nostre forze non bastano perché èdetto che: «Sine me nihil potestis facere» e però è scritto ancora: «Omnia possum in Eo qui meconfortat». Basta non dir di no a Lui e fare per Lui tutto quello che si può.Vedrà che la vittoria sarà certa e lei piangerà di consolazione quando avrà raggiunto il «centuplum»anche sulla terra.Vede dunque che la parola coraggio va bene da ripetersi come la parola preghiera che io continueròa fare per lei.Con molti auguri .Sac. Luigi Monza98


CAPITOLO QUINTO - Vita interioreBuona figliola,mi sembra che il suo spirito abbia molto avvantaggiato perché l’ho vista più allegra. Brava! Ciòvuol dire aver imparato a confidare di più nel Signore. Sicuro. Deve essere sempre così, anche sedifficoltà maggiori vogliono sopraggiungersi.La vera fede poi deve essere tale da credere contro ogni speranza. Armata di questa realtà non devetemere più nulla, anche se le sembra di diventar più cattiva ogni giorno. In realtà non è che sidiventa cattivi ogni giorno; invece è che la luce di Dio si fa più viva e ci fa vedere più chiari i nostridifetti. E’ un male vedere i nostri difetti? Non ricorda che l’altro giorno abbiamo letto che è un donodi Dio riconoscere i nostri difetti? Quanta umiltà si è costretti così a fare e perciò quanto aumento digrazie che si acquistano mediante l’umiltà! Dalla umiltà la vera Carità.Coraggio. Non dubiti affatto che il Signore sia stanco di lei. Anzi sono persuaso che il Signore lasegue con tanta premura. Corrisponda il più possibile, ma non si scoraggi mai se vede che non puòriuscire. Riuscirà il Signore per lei.Dev.mo Don LuigiBuona figliola,grazie della sua lettera e delle espressioni chiare e propositi ferrei. Approvo e incoraggioassicurandole vittoria.Il suo voglio, sempre voglio, voglio farmi santa: lo diventerà. L’aiuterò anch’io. Attenta agliestremi: resista al troppo in alto, come al troppo in basso: «in medio stat virtus». Ho sempre avutofiducia in lei, ora la sento più fortemente. Tuttavia sarà ancora più precipuo dovere correggerla,incoraggiarla come la seconda mano di Dio.Se per tre anni l’ho tenuta «sotto il giogo», vuole che non la tenga ancora per trent’anni? Stia sicurache per il suo bene non lascerò nulla di intentato anche per il solo motivo della sua maggiorperfezione. Avanti dunque e allegra.Dev.mo Don LuigiPonte Lambro 22-7-1950Buona figliola,sto rileggendo la sua buona lettera ripiena delle più sante espressioni. E poi è scritta letterariamentebene, con molta chiarezza e densa di pensieri e inoltre con molta semplicità. Mi fa poi molto piaceresentire che lei si adatta molto a star coi bambini e anzi gode di stare con loro.Questa è una bellissima inclinazione che serve ottimamente alla nostra Istituzione con il primoapostolato dei cari bimbi che il Signore ci ha dato e che i genitori ci consegnano con la più grandefiducia. Dunque bisogna diventare come mamme per questi bimbi che trascinano le più bellebenedizioni del Signore. Anche il soggiorno al mare che è il più scabroso, lei l’ha passato moltodiscretamente. Spero che anche la sua salute sia di molto migliorata. Gli effetti li sentirà durantel’anno.Io prego per lei come per le altre sorelle e sento la certezza di rivederla il più presto tra la «NostraFamiglia».Con molti auguriDon LuigiBuona figliola,...e di lei ho sentito che deve frequentare nientemeno che l’Università Cattolica per gli anormali!99


CAPITOLO QUINTO - Vita interioreBene. Se vi sarà qualche tentazione di superbia, sarà bene combatterla pensando che lei è unistrumento e in più un istrumento inutile, per gli anormali. Sono però contento che mi ha dato provadi vera religiosità adattandosi ad ogni ubbidienza ed ad ogni disposizione. Il Signore non mancheràdi benedirla e in più Egli non le lascerà mancare ogni grazia di cui avrà bisogno.La gioia che deve sentire è quella di fare la volontà di Dio e di avere accontentati i suoi superiori. Siapplichi all’umiltà e si consideri come ultima di fronte alle sorelle. Sia poi tanto prudente.Coraggio e auguriDon LuigiIn Cristo,...Vi penso certamente occupatissime e alquanto preoccupate per la necessaria sorveglianza a queibenedetti figlioli.Tuttavia vi conosco bene per il vostro sacrificio e per la vostra completa dedizione al nostro finecon lo spirito degli Apostoli e con la carità dei primi cristiani.Oso perfino credere che, nonostante il granvissimo lavoro, possiate conservarvi tanto serene e cosìallegre da far diventare leggero ogni peso e amabile ogni fatica.Sappiate che il buon Dio misura ogni vostra generosità e ogni abnegazione fatta nella più fittaoscurità, ed è pronto a ricompensarvi così generosamente da desiderare che la situazione non cambiper dar prova a Lui del vero amore.Coraggio adunque - Io vi assicuro il mio ricordo, tutti i giorni e voi pregate un po’ per me e per lenuove vocazioni che verranno .AuguriDon LuigiIn Cristo,rammento la mia vacanza al mare la quale mi ha giovato per la esperienza di quel soggiorno nontroppo conforme al nostro spirito, ma che è riuscito a darmi sollievo per la salute e mi ha fattopassare un po’ di giorni in famiglia colle mie figliole.Ne sia ringraziato il Signore. Però ho visto le vostre fatiche, la vostra pazienza e specialmente lavostra abnegazione in un lavoro sfibrante, con dei figlioli che subiscono l’atmosfera, il sole,l’acqua, l’ambiente... e voi con rinnovata buona voglia a incominciare sempre di bel nuovo...Una persona a Milano, mentre aspettava la sua bambina, parlando di voi mi diceva: queste sonodegli eroi. Coraggio, adunque; il Signore è con noi. La ricompensa viene dal Cielo. Bisogna propriodivenir sante ad ogni costo.Facciamo verificare «l’ecce quam bonum...».Per questo prego continuamente come voi sapete e anche voi pregate per me. Con moltafiducia.Auguri.Don LuigiBuona figliola,... dica allora a... che ... di S. Giovanni verrebbe a Vedano dal giorno 4 al 18 di agosto per aiutare.Certo che a Vedano non ce la fanno cogli Esercizi e con 200 ragazzi della colonia essendosolamente in quattro. La... in questi giorni di molto lavoro potrebbe essere provvidenza.Soltanto così... può rimanere alla Montanina. Mi parrebbe quindi che dopo il 15 agosto, costì non visia più tanto affollamento, e perciò anche due sarebbero sufficienti alla Montanina. Ma si vedrà.Le cose incominciano a camminare meglio. Bisogna pregare, bisogna sacrificarsi, bisogna fare dinoi tutti un cuor solo.100


CAPITOLO QUINTO - Vita interioreDio non potrà mai benedirci se saremo disgiunti della vera Carità. Coraggio adunque e avanti colnostro programma dello spirito degli Apostoli e della carità dei primi cristiani.Saluti a quelli della Montanina, a quelli della Colonia di Don Vittori.Auguri di bene.Don LuigiBuona figliola,so già del suo espresso a Ponte Lambro e del suo faticoso viaggio. So anche della sua partenza chefu commovente per tutti e ha lasciato benefica impressione: esistenza di unione cordiale trasuperiori e figlioleEd io mi sono approfittato per insistere sulla necessità della perfetta ubbidienza e dellacollaborazione più generosa coi superiori. Sono stato anche a Vedano. Anche esse sono un po’stanche. Le ho incoraggiate, sono abbastanza allegre.... fa proprio benino. Ha bisogno di far pratica. Credo potrà esserle di molto sollievo . .... va domanial Neurologico. E’ molto sollevata… conta qualche grado di meno di temperatura... non ha nulla.Tutte cose di ordinaria amministrazione per una comunità ... le darà ragguagli più precisi. E leicome sta? E’ inutile che le dica che le auguro ogni bene. Vorrei essere capace di darle soltantosollievo. Perdoni che le ho dato dispiacere senza volerlo. Le scriverò subito.Sono convinto che la comunità sta facendo un bel passo avanti. Mi saluti tanto la signorina...Don LuigiIn Cristo,... La penso già tanto occupata tra i bimbi, la scuola ed altre faccende ed io vorrei esserle di aiuto oalmeno di molto incoraggiamento. Mi accorgo invece di esserle anch’io di peso.Forse mi approfitto un po’ della sua grande bontà.Mi sovvengo tuttavia di meritare ancora da lei molta indulgenza e tanta comprensione.La buona ... voleva partire con le due sorelle ed io ho voluto che si trattenesse a casa ancora per unamezza giornata. I parenti hanno dimostrato molta riconoscenza per l’assistenza che ha fatto ... a suamamma. Mi ha detto di fare un ringraziamento speciale anche a lei. Anche ... scrivendomi, ricorda ilfavore che le ha fatto facendo visita a suo papà infermo, ... accennandomi il suo decennio direligione, ha ricordato i disagi dei primi tempi e dice che ora le cose son cambiate e camminanomeglio.In genere esprimono tutte un grande attaccamento per l’Opera. C’è da ringraziare il Signore.A lei sempre la medesima riconoscenza e il mio vivo ringraziamento.Don LuigiBuona figliola,...e lei come va? Non è stanca di tutto un lavoro pesante e senza un intervallo?Desidererei un po’ di sosta anche per lei; quando avverrà? Non lo so. So soltanto che vi sarà ilriposo eterno. Del resto quando vi è il Signore nel cuore ciò è più che il riposo perché la pace di Dioè riposo e anche ristoro. Dovevo venire quest’oggi ma mi capita proprio il primo Venerdi del mesee il funerale di un forte comunista che ha fatto una morte santa. Verrò però al più presto. Mi ricorditanto al Signore.Un ricordo alle sorelle e a lei in special modo al Tabernacolo.Dev.mo Sac. Luigi Monza101


CAPITOLO QUINTO - Vita interioreBuona figliola,grazie della sua lettera e proprio sono spiacente della non prenotazione dei posti per Varazze.Desidero molto che si fermi costì un po’ di giorni. Spero le facciamo un po’ bene il cambiamento diaria, di luogo e specialmente la sospensione del lavoro pesante e snervante di Ponte Lambro. Tantopiù che la può tranquillizzare la sicurezza di tenerla al corrente di tutto, mentre quelle cose chepossiamo noi, le facciamo con tutto il cuore mentre vorremmo essere più pratici per darle un veroed efficace sollievo....Capisco che queste difficoltà e quelle di tutti i giorni le appesantiscono lo spirito, la esauriscono.Ne sento tanta comprensione. Un tempo, è vero, queste cose la infastidivano ma alla fine lerisolveva tutte con grande gioia. Ora sarebbe la stessa cosa se diminuissero un po’ e, più che tutto,se avesse un po’ più di salute. Ecco perché è desiderio di tutte che lei si prenda almeno un mese diriposo.Lo farà nevvero? E noi, tutti insieme, cercheremo di sostituirla in qualche modo pur tenendola alcorrente di tutto e dandole magari da lontano qualche fastidio ancora. La prometto preghiera.Don LuigiBuona figliola,vengo domani all’ora solita a Erba sempre con lo stesso entusiasmo per la nostra Casa e per poterdare a lei qualche sollievo.Quanto mi sento umiliato di non poter aiutarla come vorrei! Almeno potessi toglierle tante pene edefficacemente spronarla a raggiungere quella gioia del possesso di Dio sentitamente, io sarei propriofelice.Il suo scoraggiamento è dato dalla troppa considerazione della sua indegnità risentita e più ancoradella sua malferma salute in genere e in specie del troppo lavoro indeciso. Le assicuro presso Dioche sta passando e non ritornerà più. Dolcemente e volutamente riprenda volentieri la sua bellacroce e il suo lavoro che è quello che le ha dato il Signore e, per ora non ve n’è un altro che sia piùsicuro per compiere la sua volontà. Non le ripeto che il suo posto è voluto dal Cielo perchéripetendolo, si perde molto in efficacia, ma quello che è rimane ugualmente. Scacci dunque loscoraggiamento che ha prodotto male a Lei, a me a tutta la comunità. Ubbidisca e stia allegra. Io lerinnovo di dovere la mia imperitura riconoscenza.Sempre.Don LuigiBuona figliola,...faccio a ... i più larghi auguri e le assicuri che da giorni la raccomando al buon Dio perché sidegni di sollevarla dalla sua malattia e a noi dia la bella consolazione di riavere la buona sorellinasana e sorridente e dedita sempre col suo entusiasmo alla nostra Opera. Continuate anche voi apregare e facciamo pressione al Cuore di Dio per ottenere la bella grazia....Mi dia ragguaglio anche della buona ... sulla sua salute. Anche per lei vogliamo rivolgerci alSignore perché, oltre al suo buon esempio, desideriamo grandemente la sua santa ed efficacecollaborazione anche esterna per un miglior incremento e stabilità del nostro programma. Infineringrazi tutte, tutte quante di ogni più bel sacrificio e specialmente per gli sforzi a raggiungerel’unione del nostro ideale con la carità.E lei come ringraziarla?...Auguri e coraggio.Verrò, credo in settimana.Don Luigi102


CAPITOLO QUINTO - Vita interioreBuona figliola,...confermo tutto quanto le dice la buona Superiora e inoltre le aggiungo che quest’oggi ho vistol’inizio di un buon rifiorire di grandi speranze sia per le sante vocazioni interne come le esterne.Certo c’è bisogno che tutto questo movimento spirituale venga confermato dal buon Dio. Perciò lepreghiere nostre e più ancora i vostri sacrifici sono caparra di questo bene che noi già aspettavamoda tanto tempo. Arrivano costì alcuni ragazzi ad aumentare la dose; ma tra noi c’è sempre posto pertutti siccome il nostro bene non ha confini di sorta...Don LuigiBuona figliola,per me e per amore dell’Opera ha dovuto subire freddezza e sostenere una posizione delicatissimaper un punto di Regola troppo importante e altrettanto delicato.Le rinnovo per questo la mia fiducia e la comprensione della sua pronta ubbidienza anchenell’esecuzione di compiti gravosi.Si vede che il Signore la esercita bene nei suoi pesi perché forse ne prepara altri non meno pesanti.Ma si conforti che tutto è proporzionato alle nostre forze e alla sua grazia. Ho anche pregato inquesti giorni in special modo per lei e per il sereno che è necessario per lei, in comunità.Desidererei di aver notizie di queste cose, ma so che siete tanto occupate. Continuo a pregare perlei, rinnovando la mia fiducia e stima.Don Luigi18 –8-1949In Cristo,la sua lettera, così spontanea, mi ha fatto tanto piacere ed anch’io l’avrei incontrata molto volentieri,ma per l’urgenza del lavoro che doveva in breve tempo sbrigare, ha preferito fare il sacrificio etornare subito a Vedano. Lodo la sua molteplice attività e prego sempre il Signore che le doni forzae salute e specialmente le conservi la stessa generosità che in lei non trova mai confine. Cirivedremo dopo il suo breve soggiorno al mare e ci racconteremo tutte le novità che speriamo sianobuone.Ed ora un ringraziamento di cuore per tutto quello che ha fatto e fa e aspetto il luglio per la cura eper la stesura della Regola. Sia certa del mio ricordo a Dio per lei.Sento molto il dovere della riconoscenza per lei. Le rinnovo la mia stima e la mia piena fiducia.Don LuigiBuone figliole,ieri stavo scrivendo con molto ardore quando all’improvviso venne gente che mi costringeva asmettere a mala pena. Ho sempre tempo di rifarmi e scrivervi i miei sentimenti e più ancora i mieicompiacimenti. Certo vi penso da lontano, ma a me sembra che voi siate sempre sotto i miei occhi ea quelli della buona Superiora e assieme facciamo le più belle congetture. Sono perciò sicurissimoche ognuna di voi compia esattamente il proprio dovere e, con santa allegrezza facciate ogni cosaalla presenza del Signore. Voi sapete che vi ricordo ad una ad una secondo i vostri più urgentibisogni. Sono però tranquillo e sento che Dio mi esaudisce. Perciò oltre l’amore che terrete semprein alto anche a San Bartolomeo 3 progredirete velocemente all’acquisto della più grande perfezione.Non confondete però le vostre idee con le idee colle del Signore: magari proprio quello che non3 S. Barolomeo delle Ginestre, frazione di Riva Trigosa (Sestri Levante) dove, ospiti della Parrocchia si accompagnavaqualche bambino a trascorrere il periodo di cura climatica marina.103


CAPITOLO QUINTO - Vita interiorepiace a voi piace a Dio e a larghe mani vi saprà mandare la sua abbondante grazia e la sua infallibilebenedizione con abbondanti premi.Chissà se potrò venirvi a trovare! E’ nelle mie intenzioni fare una capatina, ma…Don LuigiPonte Lambro, 10-8-1950Mie buone figliole,dopo un anno di grande lavoro sentivate il bisogno di una parola che vi incoraggi, che vi certifichila mia riconoscenza e che vi ripeta tutta la stima e la fiducia che ho di voi. So quanto vi sonodebitore del vostro buon esempio di abnegazione con i cari bimbi che oramai strappano il cuore ditutti e sono causa che la nostra Opera acquisti presso di molti il titolo di grande Opera della Carità.Quindi vedete quanta importanza ha mai la buona riuscita.Siamo dunque tutti impegnati in questo istante e mi pare di andar contro a Dio se ognuno di noi nonci mette bene tutti i suoi talenti a questo scopo. Lo so anche che ci può essere qualche deficienza daparte nostra, (debolezza umana) tuttavia ci dobbiamo sforzare di ricadervi il meno possibileringraziando Dio che ci ha fatto la grazia di poter fare del bene, specialmente a quelli cui la societàsi disinteressa e in cui Dio ha posto le sue delizie. Vogliate tuttavia accettare qualche osservazione.1) che le cose ben preparate riescono meglio;2) che bisogna dare l’impressione di molta serietà e dignità presso i parenti nell’assumersi incoscienza l’obbligo di sostituirli coi loro figlioli;3) che i nostri figlioli occupano la parte preponderante della giornata e tutto diventa secondario alcospetto della loro assistenza ed educazione;4) che è meglio sopprimere qualche altra attività durante il soggiorno dei bambini piuttosto cheriuscire male;5) che il bene deve essere fatto bene e che il Signore ci domanderà conto non del tanto cheabbiamo fatto ma del poco bene fatto bene: beato servo fedele....della parabola;6) che ognuna senta viva la responsabilità davanti a Dio e davanti agli uomini di questi bambini eil compito che si assume lo porti a termine con amore e con sacrificio.Conservate, questo scritto.Sappiate che mi costa a parlarvi così perché sono sicuro che non lo meritate e perché io stesso (ve logarantisco) non sarei capace di fare quello che fate voi. Povere figliole, comprendetemi, guai sequalcuna dovesse soffrire per me, avendo io avuto il coraggio di un rilievo che sa di rimprovero.Scrivetemi subito, subito le vostre impressioni ed io vi riscontrerò immediatamente. Con piùattenzione e con più amore vi dirò la Salve Regina e ogni mattina vi metterò nel calice divino, e nondubitate perché io mi sento di essere con voi di lavorare di santificare e di gioire con voi. E voi? Evoi vogliatevi tanto, tanto bene come io ve ne voglio in Cristo.Mi par di vedervi sorridervi con grande gioia: «Ecce quam bonum...». Evviva il nostro ideale!Don Luigi104


INDICEPresentazione ..........................................................................................................................pag. 1CAPITOLO PRIMOFine e filosofia dell’istituto .....................................................................................................pag. 4CAPITOLO SECONDOI «cinque punti» ......................................................................................................................pag. 13CAPITOLO TERZOImpegno apostolico .................................................................................................................pag. 50CAPITOLO QUARTOConsacrazione e voti ...............................................................................................................pag. 61CAPITOLO QUINTOVita interiore ...........................................................................................................................pag. 72CAPITOLO SESTOLettere .....................................................................................................................................pag. 85

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