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Focus sui trattamenti di medicina estetica - Ospedale Israelitico

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LA TERAPIA CELLULARECon il processo d’invecchiamento, nell’uomo, si assiste ad una serie <strong>di</strong> mo<strong>di</strong>ficazionia carico delle <strong>di</strong>verse strutture organiche alla base della nostra vita <strong>di</strong> relazione(psiche) e vegetativa (corpo). Tale processo degenerativo può prevedere causelegate al nostro genoma (20-30%) e cause dovute all’ambiente in cui viviamo(70-80%). Le moderne terapie volte a rallentare il processo d’invecchiamentodevono prevedere sostanziali mo<strong>di</strong>fiche allo stile <strong>di</strong> vita, aumento delle <strong>di</strong>feseantiossidanti ed ottimizzazione delle funzioni cellulari eventualmente compromessedal processo in oggetto. Il concetto <strong>di</strong> terapia cellulare nell’invecchiamento generalee nell’invecchiamento cutaneo in particolare, prevede somministrazione per viasottocutanea con tecnica cannulare indolore <strong>di</strong> principi attivi in grado <strong>di</strong> produrreuna stimolazione fibroblastica (biostimolazione), un aumento delle <strong>di</strong>feseantiossidanti cellulari (bio-NAC), un miglioramento della struttura e della funzionedella matrice extracellulare (biorivitalizzazione): il tutto in un unico momentoterapeutico.La biostimolazione cutanea consiste nell’effettuare iniezioni sottocutanee conaghi sottilissimi, assolutamente indolori, in corrispondenza delle <strong>di</strong>verse zoneinteressate dal crono e soprattutto dal foto-aging (viso, collo, decolleté e mani),con una frequenza che è in funzione delle <strong>di</strong>verse situazioni, ma generalmenteogni due settimane. Il principio della biostimolazione si fonda sull’utilizzo <strong>di</strong> <strong>di</strong>versesostanze (PDRN, GAG, Fosfolipi<strong>di</strong>, Aminoaci<strong>di</strong> a catena ramificata, VitaminaB6) che non presentano effetti collaterali ma in grado <strong>di</strong> stimolare le cellule dellapelle, sia in maniera <strong>di</strong>retta (biostimolazione attiva) che in<strong>di</strong>retta (biostimolazionepassiva). Stimolare attivamente le cellule della pelle non vuol <strong>di</strong>re altro che portareloro un messaggio in<strong>di</strong>rizzato al nucleo, dove, lo ricor<strong>di</strong>amo, sono conservate tuttele informazioni relative al loro funzionamento. In tale messaggio, c’è scritto chela cellula deve sforzarsi <strong>di</strong> lavorare <strong>di</strong> più producendo maggiori quantità <strong>di</strong> fibrecollagene, fibre elastiche e così via. Stimolarla in<strong>di</strong>rettamente, invece, vuol <strong>di</strong>recercare <strong>di</strong> arricchirla <strong>di</strong> acqua e metterla così nelle con<strong>di</strong>zioni migliori per lavorare.La biorivitalizzazione, invece, si effettua generalmente con acido jaluronicoa basso peso molecolare e non legato (cioè senza effetti <strong>di</strong> riempimento): sitratta, cioè, <strong>di</strong> una sostanza , già in parte presente nella nostra pelle che halo scopo <strong>di</strong> richiamare acqua, senza produrre alcuna stimolazione cellulare néeffetti <strong>di</strong> riempimento. Un semplice esempio ci chiarirà i meccanismi che abbiamoconsiderato. immaginiamo <strong>di</strong> voler stimolare nostro figlio (che corrisponde alla6


cellula) affinché sappia fare le operazioni necessarie a risolvere il compito <strong>di</strong>matematica. La biostimolazione gli insegnerà come si eseguono le operazioni,mentre la biorivitalizzazione gli fornirà una calcolatrice. Furbescamente, tuttipotremmo pensare che la seconda sia la soluzione migliore. In realtà, se noi non cipreoccupassimo <strong>di</strong> insegnargli a eseguire le operazioni non stimoleremmo a dovereil suo cervello e, quin<strong>di</strong>, potremmo rendere il ragazzo vulnerabile in un compitoin classe dove non è consentito l’uso della calcolatrice. La soluzione migliore èquin<strong>di</strong> quella <strong>di</strong> imparare come si eseguono le operazioni e poi avere anche a<strong>di</strong>sposizione una calcolatrice per rendere il compito più agevole, quando possibile.In altre parole, la biorivitalizzazione cutanea consiste in una meto<strong>di</strong>ca <strong>di</strong> supporto,pertanto, non sovrapponibile alla biostimolazione, soprattutto in presenza <strong>di</strong> pelliparticolarmente bisognose <strong>di</strong> aiuto (molto carenti <strong>di</strong> acqua).Infine, l’impianto dei filler o riempitivi non permanenti (generalmente acidojaluronico cross-linked, collagene umano o porcino, gel <strong>di</strong> agarosio, fosfato tricalcicoe acido polilattico) può essere determinante, nell’ambito del programma <strong>di</strong> curadella pelle , non per rallentare l’invecchiamento della cellula ma per correggeredanni preesistenti, ad esempio riempiendo una ruga. Si preferisce utilizzare fillerriassorbibili in quanto più sicuri e in grado <strong>di</strong> accompagnare più fedelmente ilprocesso <strong>di</strong> per<strong>di</strong>ta <strong>di</strong> consistenza della pelle.LA COSIDDETTA “CELLULITE”Che cos’è la “cellulite”?Ebbene, nonostante il termine “cellulite” sia del tutto improprio da un punto <strong>di</strong>vista istopatologico per definire la con<strong>di</strong>zione in oggetto, è stato definitivamenteaccettato dalla gente ed anche da alcuni me<strong>di</strong>ci vista la sua <strong>di</strong>ffusione universaletanto da comparire anche in testi scientifici in lingua inglese come “cellulitis”.In genere col termine “cellulite” viene identificata una particolare con<strong>di</strong>zionemorfologica, spesso ritenuta anti<strong>estetica</strong> che costituisce il cruccio <strong>di</strong> numerose donnele quali presentano accumuli volumetrici della regione trocanterica e sottotrocanterica(fianchi!) con particolari cosce a “cavallerizza” e pelle con numerosi avvallamenti(cute a “buccia d’arancia”, cute a “trapunta”).7


In realtà dobbiamo <strong>di</strong>stinguere bene quattro <strong>di</strong>fferenti quadri clinici che possonoessere responsabili dell’aspetto suddetto, ma che devono essere debitamente <strong>di</strong>visi:1° Accentuazione del preesistente Habitus Ginoide2° Ipotonia muscolare ed in particolare dei muscoli glutei3° Pannicolopatia Edemato Fibro Sclerotica (P.E.F.S.)4° Eccesso <strong>di</strong> A<strong>di</strong>posità Localizzata (A.L.).Quin<strong>di</strong> nella visita <strong>di</strong> Me<strong>di</strong>cina Estetica, quando alla nostra osservazione arrivanopazienti che lamentano gli antiestetici “cuscinetti”, dobbiamo giungere ad unacorretta <strong>di</strong>agnosi <strong>di</strong>fferenziale che, avendo <strong>di</strong>stinto i suddetti quadri clinici, <strong>di</strong>a poile giuste in<strong>di</strong>cazioni terapeutiche.1° Accentuazione del preesistente Habitus GinoideL’Habitus, ossia la conformazione, la costituzione morfologica umana,può essere classificato in androide, tipico dell’uomo (spalle più larghe rispetto aifianchi) e che vede una <strong>di</strong>stribuzione del tessuto a<strong>di</strong>poso prevalentemente a caricodella metà superiore del corpo, ed in ginoide, tipico della donna (fianchi più larghirispetto alle spalle) e che vede una <strong>di</strong>stribuzione del tessuto a<strong>di</strong>poso prevalentementea carico della metà inferiore del corpo accanto ad una accentuazione della strutturaossea del bacino rispetto alle spalle.È bene ricordare che le <strong>di</strong>verse valutazioni strutturali prendono in esame la<strong>di</strong>stribuzione del tessuto a<strong>di</strong>poso perchè è proprio della morfologia scheletrica <strong>di</strong>tipo ginoide un accumulo <strong>di</strong> grasso nella regione trocanterica anche in donne moltomagre che hanno quin<strong>di</strong> un ridottissimo pannicolo a<strong>di</strong>poso sottocutaneo.Tuttavia non esiste un Habitus migliore <strong>di</strong> un altro. Ogni struttura corporea, infatti,ha <strong>di</strong> per sé caratteristiche potenzialmente favorevoli o sfavorevoli per cui ciascunin<strong>di</strong>viduo dovrebbe cercare <strong>di</strong> mantenere un equilibrio psicofisico che tenda adavvicinarsi a ciò che <strong>di</strong> meglio può ottenere che è poi anche il compito principaledella Me<strong>di</strong>cina Estetica.8


Così, qualora il quadro clinico presenti una accentuazione eccessiva dell’HabitusGinoide dove un <strong>di</strong>ametro bitrocanterico (larghezza dei fianchi) risulta moltosuperiore al <strong>di</strong>ametro biomerale (larghezza delle spalle), non è necessaria alcunaterapia ma, accanto ad un corretto inquadramento delle abitu<strong>di</strong>ni <strong>di</strong> vita, saràimportante un’attività fisica specifica per i muscoli della parte superiore delcorpo ed in particolare per quelli delle spalle e delle braccia che favorisca l’aumento<strong>di</strong> volume <strong>di</strong> queste zone, riarmonizzando così una <strong>di</strong>sarmonia manifesta.2°Ipotonia muscolare dei muscoli gluteiIn questo caso possiamo avere un quadro che mette in evidenza i cosiddetti “cuscinetti”senza che vi sia alcuna alterazione a carico dei tessuti della zona trocanterica; saràcausato da una “caduta” per gravità del tessuto a<strong>di</strong>poso dovuta ad una mancanza <strong>di</strong>sostegno da parte dei muscoli glutei.L’intervento terapeutico dovrà essere impostato a ripristinare il mancato “sostegno”,tonificando i muscoli glutei, procedendo dapprima per ottenere un trofismo esuccessivamente una eventuale ipertrofia tale da costituire un’impalcatura <strong>di</strong> sostegno.Questo è possibile mettendo in atto un corretto programma <strong>di</strong> attività fisicamirata, con un’alimentazione adeguata (che apporti un giusto quantitativo <strong>di</strong>proteine), affiancata, se necessario, da specifiche integrazioni.3° P.E.F.S. Pannicolopatia Edemato Fibro ScleroticaÈ questo il quadro caratteristico responsabile della classica pelle a “buccia d’arancia”,quello che molti, impropriamente, definiscono “Cellulite” o “Cellulite vera”. Ladefinizione <strong>di</strong> P.E.F.S. è stata coniata da S.B. Curri dopo un lungo e attento stu<strong>di</strong>oultrastrutturale del tessuto sottocutaneo (mo<strong>di</strong>ficazioni del microcircolo e del tessutoconnettivo). Lo stesso Curri più volte riba<strong>di</strong>va come il termine <strong>di</strong> “Cellulite” fosse proprioda cancellare perché sbagliato e fuorviante nel definire questa isto-angio-patia doveil primum movens è rappresentato da alterazioni del microcircolo che finiscono perprodurre danni a catena anche a livello del tessuto a<strong>di</strong>poso. In realtà recenti stu<strong>di</strong> conrisonanza magnetica, mettono in evidenza come il tessuto a<strong>di</strong>poso interessato da taleaffezione subisca delle profonde mo<strong>di</strong>ficazioni forse ad<strong>di</strong>rittura contemporaneamenteal danno vascolare, il che suggerisce <strong>di</strong> proporre un termine forse ancora più in<strong>di</strong>cato:A<strong>di</strong>pocitòsi.9


P.E.F.S. fattori pre<strong>di</strong>sponenti-Razza occidentale-Ere<strong>di</strong>tarietà-Scarsa componente muscolareP.E.F.S. fattori scatenanti-Difetti posturali e <strong>di</strong>fetti dell’appoggio plantare-Prolungata stazione eretta-Dieta ipoproteica, ipovitaminica, ipercalorica e povera <strong>di</strong> fibre-Impiego <strong>di</strong> vaso<strong>di</strong>latatori periferici, calcioantagonisti, anticoncezionali-Vita sedentaria-GravidanzaCattive abitu<strong>di</strong>ni:-gambe vicino a fonti <strong>di</strong> calore-gambe flesse per <strong>di</strong>verse ore-uso <strong>di</strong> calzature e <strong>di</strong> abbigliamento non idonei-bagni in vasca con acqua a più <strong>di</strong> 30°-prolungate esposizioni al sole a gambe coperte10


Sulla base degli stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Curri è stato possibile <strong>di</strong>stinguere 4 sta<strong>di</strong> evolutividella P.E.F.S. ed in particolare:1° sta<strong>di</strong>o = edema2° sta<strong>di</strong>o = sclerosi3° sta<strong>di</strong>o = fibrosi e fibrosclerosi con micronoduli4° sta<strong>di</strong>o = epatizzazione e sovvertimento strutturale con macronoduli.Oltre ad un attento esame obiettivo è’ possibile <strong>di</strong>stinguere i quattro sta<strong>di</strong>dapprima con un’indagine utile come screening <strong>di</strong> base, ma alquanto imprecisa(termografia da contatto) e poi con ecografia dei tessuti molli attraverso laquale <strong>di</strong>stinguere i <strong>di</strong>versi aspetti del sottocutaneo. Utile e preciso, invece, risultaun’analisi con videocapillaroscopia per mettere in evidenza gli aspetti delmicrocircolo.Potremmo lavorare meglio quando gli sta<strong>di</strong> non saranno troppoavanzati (I e II sta<strong>di</strong>o), utilizzando terapie che tendano a migliorare gli scambimicrocircolatori e a ridurre l’edema come ad esempio Mesoterapia flebotonica,antiedemigena e soprattutto la Carbossiterapia.Diversamente (III e IV sta<strong>di</strong>o) il nostro intervento sarà impostato a migliorare unquadro clinico che è ormai in parte irreversibile.Importantissimo supporto alle terapie me<strong>di</strong>che risulta il Drenaggio LinfaticoManuale (sec. Vodder o Ledùc) nonché presi<strong>di</strong> termali.4° Eccesso <strong>di</strong> A<strong>di</strong>posità LocalizzataAlcune zone del nostro corpo anatomicamente sono più facilmente prede <strong>di</strong>accumuli a<strong>di</strong>posi. Sappiamo che nell’Habitus Ginoide le zone deputate ad ospitaremaggiori quantità <strong>di</strong> grasso sono quella addominale, quella trocanterica ed anchequella del terzo inferiore me<strong>di</strong>ale <strong>di</strong> coscia subito sopra il ginocchio.Anche qui con un’attenta ecografia dei tessuti molli saremo in grado <strong>di</strong> “vedere” sesi tratta realmente <strong>di</strong> un accumulo a<strong>di</strong>poso oppure <strong>di</strong> P.E.F.S. e <strong>di</strong> che entità sarà lospessore del grasso presente. A seconda delle <strong>di</strong>mensioni <strong>di</strong> tale spessore potremodecidere se ricorrere <strong>di</strong>rettamente a terapie chirurgiche (ad esempio Liposuzione)oppure me<strong>di</strong>che.11


La terapia me<strong>di</strong>ca potrà essere impostata a ridurre il tessuto a<strong>di</strong>poso conmeto<strong>di</strong>che <strong>di</strong> tipo lipolitico (riduzione volumetrica dell’a<strong>di</strong>pocita) come ad esempiola Emulsiolipolisi o meto<strong>di</strong>che <strong>di</strong> tipo lipoclasico (rottura dell’a<strong>di</strong>pocita) come adesempio la Cavitazione me<strong>di</strong>ca. Spesso meto<strong>di</strong>che lipolitiche e lipoclasichepossono essere associate (Emu-cav)Va da se che in ogni caso la valutazione iniziale fatta durante la visita comporteràcomunque una corretta in<strong>di</strong>cazione alimentare in<strong>di</strong>pendentemente dal fatto che cisi trovi <strong>di</strong> fronte a soggetti in soprappeso o in normopeso.Chiaramente soggetti in terapia <strong>di</strong>magrante potranno presentare una riduzionedel tessuto a<strong>di</strong>poso localizzato più marcata se sottoposti contemporaneamente adalcune tra le meto<strong>di</strong>che sopramenzionate quali, ad esempio, la carbossiterapiache, aumentando la quota <strong>di</strong> ossigeno <strong>di</strong>sponibile, favorirà un miglioramento dellamicrocircolazione nonché i processi <strong>di</strong> riduzione <strong>di</strong> volume delle cellule a<strong>di</strong>pose(beta-ossidazione).FLEBOLOGIA IN MEDICINA ESTETICALa patologia venosa ricorre frequentemente nella pratica clinica dell’ambulatorio <strong>di</strong>me<strong>di</strong>cina <strong>estetica</strong>.Riconoscere i principali segni clinici, fare un’accurata anamnesi ricercandofamiliarità e concause ( aumento <strong>di</strong> peso, prolungata stazione eretta, stipsi, terapiaestroprogestinica, pregressi interventi chirurgici, esposizioni a fonti <strong>di</strong> calore, ecc.) ed utilizzare il Doppler C.W. per valutare le eventuali incontinenze valvolari delcircolo superficiale e del circolo profondo, sono elementi in<strong>di</strong>spensabili per fare unacorretta <strong>di</strong>agnosi.Gli interventi terapeutici da applicare nella patologia venosa possono esserenumerosi, me<strong>di</strong>ci e/o chirurgici.Nell’ambito della patologia venosa, la M.E. pre<strong>di</strong>lige interventi terapeutici cheripristinino la funzione alterata attraverso tecniche mini invasive .In Flebologia la prevenzione dura tutta la vita e, accanto a norme <strong>di</strong> igiene <strong>di</strong>vita, si avvale <strong>di</strong> farmaci flebotonici, profibrinolitici, <strong>di</strong> fitopreparati, <strong>di</strong> preparatiomotossicologici, per uso interno e per uso topico nonché <strong>di</strong> tutori elastocompressivi.Ci sono tre gran<strong>di</strong> gruppi <strong>di</strong> calze elastiche:12


1.CALZE DA RIPOSO, per le quali non è necessaria la prescrizione del Me<strong>di</strong>co e chechiunque può utilizzare liberamente.2.CALZE PREVENTIVE, (con compressioni alla caviglia tra i10 mmHg e i 20 mmHg)che il Me<strong>di</strong>co prescriverà come importante supporto preventivo in assenza <strong>di</strong> danniconclamati.3.CALZE TERAPEUTICHE, (sud<strong>di</strong>vise a loro volta in quattro classi <strong>di</strong> compressioni allacaviglia dai 20 mmHg ai 60 mmHg) che il Me<strong>di</strong>co prescriverà come fondamentalesupporto terapeutico solo in presenza <strong>di</strong> patologie veno-linfatiche ben definite.Accanto alle calze elastiche, oggi molto usate per la loro grande praticità, il Me<strong>di</strong>co<strong>di</strong>spone <strong>di</strong> tutta una serie <strong>di</strong> bende a maggiore o minore elasticità, adesive e non, <strong>di</strong>grande importanza in terapia flebologica in particolare nella cosiddetta “ FlebopatiaIpotonica Costituzionale “ dove troviamo gambe gonfie, pesanti, dolenti e caldespesso anche in assenza <strong>di</strong> danni funzionali (varici, incontinenza valvolare, alterazionicutanee, ecc.).Quando invece compaiono alterazioni funzionali del sistema venoso, dove l’incontinenzavalvolare <strong>di</strong>venta causa <strong>di</strong> reflusso e quin<strong>di</strong> <strong>di</strong> possibili complicanze come varici,flebiti, varicoflebiti, tromboflebiti, flebotrombosi (circolo venoso profondo), ulcerecutanee, etc., allora l’imperativo per il Me<strong>di</strong>co <strong>di</strong>venta quello <strong>di</strong> eliminare il suddettoreflusso.Esistono terapie chirurgiche (come lo stripping, la flebectomia per miniincisioni, il laserendoluminale, la terapia conservativa CHIVA) e terapie me<strong>di</strong>che; tra queste ultimela sclerosi combinata ricopre un ruolo <strong>di</strong> grande importanza nel trattamentoambulatoriale delle varici e la microsclerosi per le teleangectasie.Le teleangectasie (capillari) rappresentano soltanto un danno estetico e possonoessere eliminate con laser vascolari o con delle microiniezioni (microsclerosi) con osenza compressione elastica a seconda dei casi.Le varici, invece, oltre al danno estetico, costituiscono un vero e proprio dannofunzionale, anche in assenza <strong>di</strong> sintomi apprezzabili e possono essere eliminate conuna scleroterapia combinata, associata cioè a bendaggio elastocompressivo fisso siaeccentrico (sulla varice) che concentrico (sulla gamba).Ogni intervento terapeutico in Flebologia non dovrà mai <strong>di</strong>menticare il supporto deiflebotonici (sintetici o <strong>di</strong> derivazione naturale), delle bende o delle calze elastiche e dellecreme arricchite con principi attivi sul microcircolo che garantiscano alla pelle elasticitàed idratazione, assicurando quin<strong>di</strong> la sua naturale funzione <strong>di</strong> barriera.13

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