La Visita Canonica - Suore Ospedaliere
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<strong>La</strong> Redazione di Informalmente:Serena AianiElena CamiciMariangela ForasaccoDiego InghilleriFrancesca MagistrelliSilvia MolteniMaddalena PintiFerdinando SaccoWilma RattiAngelo TarenziInoltre, hanno collaborato alla realizzazione del n. 23(VII anno) di Informalmente:Madre Superiora Suor Agnese MalgieriDott.ssa Tania QuintanaDott.ssa Barbara PiazzaPadre Alessandro Panigada s.c.j.Professor Giampaolo PernaDott. Mario Sesana<strong>La</strong> Madre Generale Suor Maria Camino ee Suor Rosalia, Segretaria Generale,con la comuità ospedaliera di Albesenel corso della visita canonicaa Villa San Bendetto
EDITORIALEDa comunità a comunità, informalmenteSuor Maria Agnese Malgieri e la Comunità Religiosaa comunità religiosa di Villa San BenedettoMenni si presenta e saluta con affetto laComunità Ospedaliera di Albese e tutti ilettori di InformaLmente.Solo a fine dicembre 2009 la comunità ha iniziato ilsuo cammino insieme, qui a Villa San BenedettoMenni, ciascuna con il proprio bagaglio di speranze,competenze e professionalità, esperienza e spiritualità,ma tutte felici di appartenere alla famiglia ospedalierache nel tempo si è ingrandita e professionalizzata inquesto Centro pluridecorato con certificazioni diqualità che rendono visibile anche all‟esterno la suavera missione, sempre nel segno dell‟ospitalità.Noi siamo in sette:Suor Maria Agnese che in qualità di superiorarappresenta la Congregazione, Suor Giuseppina delCentro Diurno, Suor Bernardina della RSA al secondopiano, Suor Eugenia della RSA al piano terra, SuorGiovanna della RSD, Suor Magnolia della RSP, e SuorMercedes in formazione ma che appena può corre adaiutare le ospiti del piano terra.I primissimi di gennaio abbiamo gradito la visitacanonica della Madre Generale che ci ha incoraggiatoa interpretare al meglio il ruolo di comunità religiosanucleoanimatore del carisma, in particolare con lapastorale della salute, secondo gli obiettivi che laCongregazione ha delineato nel DocumentoCapitolare: Missione Ospedaliera, buona notizia.In uno dei nostri primi incontri come comunitàreligiosa in sintonia con la Comunità ospedalieralocale, abbiamo condiviso la nostra riflessione su ciòche ci accomuna ai collaboratori: la Mission e i suoiValori, dichiarati nella Carta dei servizi e quisintetizzati.valorizzando la competenza e l‟esperienza di tutti icollaboratori...Valori… L‟identità della nostra missione si concretizzaattraverso l‟applicazione dei valori dell‟ospitalità, chemanifestano ed esplicitano il senso e l‟originalità delprogetto ospedaliero. Ospitalità è l‟esercizio umano,terapeutico e spirituale finalizzato al prendersi curadell‟essere umano malato, che soffre o che èbisognoso, perché possa sanarsi e reintegrarsi nellasocietà. Questo si traduce nell‟offrire spazio e tempo,umanità e risorse, cura e attenzione per realizzare lamissione in base ai valori dell‟accoglienza, solidarietà,qualità umana, carità e dignità.Per questo, ai malati, ai familiari e a quanti gravitanointorno a questo Centro, vogliamo dire, insieme suoree collaboratori: contate su di noi perché lo stile dellanostra ospitalità è spirito di famiglia, di collaborazione,rispetto e difesa della vita. Siamo in tanti a provvedereai vostri bisogni, perché la condivisione della diversitàdei doni, servizi e funzioni ci rende capaci disoddisfare le esigenze dell‟ospitalità, nel senso biblicodi misericordia e di accoglienza, che è l‟obiettivoprincipale della Congregazione nel mondo eanche di Villa San Benedetto Menni, così denominatain onore del santo fondatore lombardo, e ispirata alsuo esempio nei principi e nelle azioni.InformaLmente uscirà in aprile, il giorno 24 ricorre lasua festa liturgica, auguriamo a tutti buona festa delsanto fondatore. Ancor prima sarà Pasqua, il giorno 4;ve la auguriamo con le sue parole del 1901:Mission<strong>La</strong> nostra missione nasce e si fonda sull‟esigenza diriconoscere la centralità della persona malata o incondizioni di fragilità, con lo scopo finalizzato alla suapresa in carico in un‟ottica integrale e olistica. Ciimpegniamo a garantire prestazioni e servizi di qualitàsensibilizzando il contesto sociale in cui operiamo,Alleluja, alleluja,Gesù è risorto. Alleluja,Gesù mi ha visitato. Alleluja,Gesù mi ha consolato. Alleluja, alleluja, alleluja,Gesù è risorto. Alleluja•
EVENTO DEL MESEGennaio 2010<strong>La</strong> <strong>Visita</strong> <strong>Canonica</strong>Mario Sesanaa visita canonica avviene di norma ogni 6 annied è effettuata dalla Superiora Generale e daalcuni membri del Consiglio Generale.Occorre ricordare che la Superiora e ilConsiglio rimangono in carica per 6 anni rinnovabiliper pari durata. Nel caso attuale la SuperioraGenerale è stata riconfermata per il secondosessennio fino al 2012 mentre alcuni membri delconsiglio sono stati sostituiti in occasione dell'ultimoCapitolo Generale. Quest'anno, pertanto, ha avutoluogo la prevista visita canonica in due momenti: ilprimo nei giorni 2, 3, 4, 5, 6, 7 gennaio e la secondanei giorni 1 e 2 febbraio.Nel primo caso la Superiora Generale Suor MariaCamino e la Segretaria Generale Suor Rosalia hannovisitato la struttura, si sono intrattenute con icollaboratori e i pazienti e hanno avuto modo diconoscere il nostro modo di lavorare ed il nostroapproccio al malato. Si sono altresì trattenute con laComunità Religiosa per approfondire gli aspetti checoinvolgono il loro operato e la ristrutturazione dellaCongregazione. Quest'ultimo è un momento moltodelicato che coinvolge l'intera organizzazione dellaUna bella foto di gruppoIn occasione della <strong>Visita</strong> <strong>Canonica</strong>Congregazione a livello mondiale e a livello dellesingole Province con l'obiettivo di renderla più attualee più rispondente alle richieste emergenti della societàdi oggi.Come già successo in passato esistono fasi storicheche impongono una profonda riflessione sul ruolo esui compiti della Congregazione per far sì che sianonelle condizioni di dare le migliori e più efficacirisposte al mondo d'oggi. Questo progetto troverà ilsuo compimento per la fase progettuale entro il 2012per poter essere approvato dal prossimo CapitoloGenerale ed essere attuato nel sessennio successivo.Nella seconda parte della <strong>Visita</strong> <strong>Canonica</strong> sonointervenute l'Economa Generale Suor Pilar e laResponsabile dei Centri Suor Matilde che invecehanno approfondito gli aspetti più operativi e praticinel merito della gestione del Centro.Hanno valutato i bilanci, i progetti in corso e futuri,l'andamento generale del Centro. Hanno conosciutole persone e con loro abbiamo discusso dello stato disalute di Villa San Benedetto e dei piani che ci vedonocoinvolti e inseriti in un progetto internazionale einterprovinciale come il nuovo Piano diComunicazione che vede alcuni membri appartenentialle varie Province collaborare per definire un nuovoPiano di Comunicazione più attuale e rispondente allenuove esigenze. Cosiccome si è concordato di inserireil Dottor Perna nel Comitato Scientifico che già operaa livello interprovinciale e che al momento non vedevaalcuna rappresentanza italiana.Possiamo concludere affermando che questa visita harappresentato un momento di confronto e dicondivisione dei nostri piani e progetti unitamenteall'analisi della situazione attuale ma soprattutto ci hapermesso di dialogare con il Governo Generale inun'ottica di reciproca conoscenza e confrontosapendo di appartenere a un gruppo internazionalesolido fondato su principi e valori insostituibili chesono garanzia per i malati e per i collaboratori. •
EVENTO DEL MESEMARZO 2010Incontrare, ascoltare, comprendere, supportaree, alla fine, salutarsiMariangela Forasacconcontrare, ascoltare, comprendere,supportare e, alla fine, salutarsi? In altreparole, la relazione d‟aiuto.<strong>La</strong> relazione d'aiuto è quella in cui l'unopromuove la crescita dell'altro è, dunque, la relazioneche si stabilisce tra terapeuta e cliente, tra insegnantee studente, tra medico e paziente, tra genitore e figlio.L'espressione "relazione d'aiuto" è un modo delicatoper indicare un intervento di supporto allo sviluppodel sé, alla comprensione delle proprie motivazioni epredilezioni.<strong>La</strong> parola "aiuto" inclusa nell'espressione "relazioned'aiuto" assume un significato pedagogico, indical'impegno profuso da colui che reca aiuto persviluppare nell'altro la consapevolezza di sé edemanciparlo dai condizionamenti che lo rendevanoprigioniero delle aspettative degli altri. L'aiuto siorienta in direzione della crescita e dell'autonomiadell'altro. Nella scelta di quest'espressione è implicitauna contestazione dei metodi eterodiretti ebidirezionali che procedono unilateralmente dalterapeuta al paziente (o dall'insegnante allo studente)e rischiano di risolversi in manipolazioni del soggettoo imposizioni di diagnosi e di dogmi che il soggetto ècostretto ad accettare dall'esterno.Un insegnante può essere colto, un terapeutapreparato, ma la riuscita della terapia,dell'insegnamento, ecc, dipende dalla qualità delrapporto instaurato con gli interlocutori più che dalbagaglio tecnico-conoscitivo.<strong>La</strong> definizione di relazione d’aiuto che dà Carl Rogers,uno dei maggiori studiosi di riferimento per glioperatori sociali, è “una relazione in cui almeno unodei due protagonisti cerca di favorire nell‟altro lacrescita, lo sviluppo, la maturità, un migliorfunzionamento e una maggior capacità di affrontare lavita”. In tal senso, la relazione di aiuto è l‟oggettodell‟intervento di diverse professioni sociali (detteanche di aiuto alla persona): assistente sociale,psicologo, medico, educatore, insegnante, infermiere,e l‟elenco potrebbe essere ancora lungo.Alla luce di ciò è comprensibile perché il CentroPastorale Provinciale Fatebenefratelli abbiaorganizzato un corso, all'interno del nostro istitutointitolato “Gli elementi di una relazione d‟aiuto insanità”.Per un operatore della Sanità è di notevoleimportanza essere in possesso delle capacitàcomunicative e relazionali che si esplicano nel darevoce e nel rispettare la dimensione esistenziale e disignificato sia propria che delle persone che siassistono.Al primo incontro ci siamo trovati in circa ventipartecipanti, rappresentativi delle diverseprofessionalità all'interno di Villa San Benedetto,elemento che ha reso ancora più ricca la possibilità diaumentare le nostre risorse, attingendo al confrontointerdisciplinare.Il corso si compone di altri 4 incontri con tematicheprofonde e interessanti quali “<strong>La</strong> cura globale dellapersona” o “Le motivazioni del proprio agire”. <strong>La</strong>metodologia è varia composta da dibattiti,esercitazioni individuali, giochi di ruolo, esercizi digruppo; il clima è “caldo”, il confronto è acceso e lapossibilità di approfondimento reale. Il corso, oltreall'aspetto relativo all'apprendimento e allaconoscenza di tecniche relazionali, ha reso possibilecementare i rapporti fra operatori che svolgono illoro lavoro in reparti diversi la cui conoscenzarimaneva relegata alla casualità dell'incontro inascensore.E' tutto il contesto che fa si che l'aspettativa per ilprossimo incontro aumenti con il passare dei giorni,nel frattempo si cerca di mettere in pratica ciò di cuiabbiamo discusso nel primo appuntamento. •
SCACCIAPENSIERI, PERIODICO DEL RSDIl personaggio del mese:Suor Giovannaa cura di Wilma RattiSuor Giovanna è carina e simpatica egenerosa, è sposata con Dio, buona edolce.Antonella Viapiana
SCACCIAPENSIERIUna serata diversaa cura di Wilma Ratti
SCACCIAPENSIERI
SCACCIAPENSIERI(Per consentire a tutti – anche a coloro che avesserodifficoltà a comprendere la calligrafia corsiva della nostracronista – di apprezzare la cronaca di Una seratadiversa riproponiamo qui il testo)Mercoledì 10 febbraio siamo andati a cenafuori alla sera perché siamo stati invitati daun‟Associazione di volotariato diPortichetto di cui fanno parte anche Silvanae Celso nostri volontari di reparto.Questo gruppo da più di un anno ci invita alleiniziative che organizza come il presepe a Natale e lefeste paesane in estate e dimostra attenzione versonoi ragazzi. Siamo partiti alcuni di noi dalla Comunitàe alcuni ospiti dal Centro Diurno con i loro parenti ealcune suore.<strong>La</strong> cena è stata preparata in un grande salone dovec‟erano due tavolate una per noi e l‟altra per l‟altrogruppo.Ci hanno servito un‟ottima cena a base di antipasto,ravioli di salsiccia con burro e salvia, arrosto conpatatine, sorbetto di mele, frutta secca e chiacchiere.Era tutto buono e si capiva che era cucinato almomento da bravi cuochi volontari.Durante la cena si sentiva la musica suonata dalgruppo che mangiava vicino a noi che ci ha allietatocon il suono delle trombe.Sapete chi ha diretto la musica?<strong>La</strong> nostra simpatica Marina.Il suono della musica ha aperto le danze. OltreMarina, Teresa, Daniele e Anna ha ballato anche suorGiovanna dimostrando di essere una brava ballerina.<strong>La</strong> sorpresa della serata è stata bellissima perchéanche a distanza di mesi avevano lasciato allestito ilpresepe che ci hanno mostrato quella sera tuttoilluminato.Per me in quel momento si è creata un‟atmosferamagica perché il presepe era accompagnato da luci emusica che rendevano più emozionante la visione.Alla fine di tutto c‟è stata la lotteria; le nostre suorehanno vinto, e anche la nostra educatrice Antonella.Ma pensate che il nostro divertimento sia finito così?Siamo saliti sul pulmino per tornare a casa e ci siamoaccorti che ci siamo impantanati; alla fine ci hannospinto e siamo usciti dal fango, con un applauso ditutti. Mai fidarsi della vista di Wilma quando è buio!Siamo ritornate a casa alle 23.30 tutte contentesperando di poter ripetere ancora queste esperienze.Attilia•
NEWS E AGGIORNAMENTIIl Dipartimento di Neuroscienze Cliniche: dalle solidefondamenta di Villa San Benedetto verso l’eccellenzaGiampaolo Pernana soleggiata giornata di Maggio haaccompagnato il mio viaggio in Scooter versoVilla San Benedetto, verso un nuovo progettoed è stata “una stretta di mano” tra me e ilDr. Sesana per un futuro di eccellenza per la NostraVilla San Benedetto, per le Nostre <strong>Suore</strong> Ospitaliere,per chi soffre….Siamo arrivati in molti, ben 14 persone che venivanodall‟eccellente esperienza della psichiatria/psicologiadel San Raffaele e abbiamo trovato persone oneste ecapaci che ci hanno accolto con coraggio e affettopronti ad accettare la sfida. Ecco come è nato ilDipartimento di Neuroscienze Cliniche, nello spiritodi collaborazione e rispetto, rispetto di un passatoimportante ed eccellente e di un futuro che porteràcon se grandi sfide.Il cocktail che conduce all‟eccellenza clinica nasce dallasapiente integrazione del desiderio di aiutare “abraccia aperte” chi soffre e dal pensiero critico, chescaturisce dall‟esperienza della ricerca scientifica. Si,perché la serietà e il rispetto verso chi soffre imponedi partire da ciò che è dimostrato, dai fatti che solo lascienza garantisce.Ecco con che spirito mi auguro cresca il nostroDipartimento. Ecco perché praticare la ricerca ècentrale per diventare dei clinici validi, capaci diaiutare chi soffre. Non comprendere questo principionon è etico.Nel dipartimento l‟assistenza clinica sarà integratadalla ricerca scientifica, per permettere a ogni pazientedi ricevere interventi all‟avanguardia e a ogni clinico diessere continuamente stimolato sulla viadell‟aggiornamento continuo. Con questi propositi nelcuore è nato il CEDANS - Centro Europeo per iDisturbi d‟Ansia e da Stress, che ha già superato iltraguardo dei 1000 pazienti seguiti e che mette adisposizione di chi soffre di un disturbo emotivoun‟equipe di eccellenza che ha al suo attivo oltre 100pubblicazioni su riviste scientifiche internazionali e cheapplica le più recenti tecniche diagnostiche eterapeutiche che la scienza offre.Ad Albese Il Dipartimento è nato seguendo il modellodei paesi anglosassoni puntando sullo sviluppo di“Disease Units” specializzate nella diagnosi e cura didisturbi specifici con personale dedicato. Sono natecosì il Centro per i Disturbi dello Spettro Ansioso-Fobico-Ossessivo, il Centro per i Disturbi delloSpettro dell‟Umore e il Centro per i Disturbi delloSpettro Psicotici. Ogni Centro coniuga l‟attivitàriabilitativa di ricovero e l‟attività ambulatoriale.Accanto a questi centri è attivo il Centro Diurno esaranno presto disponibili alcuni servizi nuovi quali ilservizio di consulenza domiciliare psichiatrica per laprovincia di Como/Lecco e il servizio di consulenzapsichiatrico-forense.L‟obiettivo del Dipartimento è quello di diventare uncentro di riferimento nazionale nel campo dellapsichiatria e della ricerca neuro scientifica nei prossimi3-5 anni, con il forte supporto della FondazioneInternazionale per il Sostegno della Ricerca inPsichiatria che proprio ad Albese ha una sua sedeoperativa.Connaturato a questo obiettivo vi è una forteinternazionalizzazione dell‟attività del Dipartimentocon la creazione di una partnership con istituzioni dieccellenza europee e anglosassoni.Infine, nello spirito di riconoscere che il benesserepsicofisico non è semplicemente assenza di malattia ilDipartimento si orienterà verso lo sviluppo dellaPsicofitness, intesa come ricerca del benesserepsicofisico globale che nasce dalla riduzione dellostress e dallo sviluppo della resilienza, quest‟ultimaoffre il potenziamento delle abilità di gestione dellostress, e si pone l‟obiettivo di promuovere ilbenessere mentale e prevenire le patologiepsichiatriche.Il Dipartimento propone infine di sostenere il ruolocentrale della spiritualità per un benessere mentaledavvero completo dell‟individuo, soprattutto alla lucedelle crescenti evidenze scientifiche a sostegno diquesta osservazione.“Divieni ciò che sei” è il motto che guiderà lo sviluppodel nostro dipartimento come Pindaro, Nietzsche eGiovanni Paolo II ci hanno suggerito:aiutare chi soffre a ritrovare se stesso.•
VOLONTARIATOUn nuovo slancio: news per il 2010Maddalena Pintiopo un periodo dedicato al territorio conl‟obiettivo di incrementare il lavoro con lealtre associazioni collaborando e integrando lerisorse, nel 2010 l‟Associazione ritorna adedicarsi alle iniziative per i propri volontari, alleattività interne all‟Associazione, alla formazione.Questo non significherà dare un taglio al rapporto colterritorio ma proseguire con le attività in meritointraprese, ormai consolidate, e destinare al contemponuove risorse all‟Associazione stessa.E di energia da investire concretamente sembraessercene molta, dal momento che nuove persone sisono aggiunte da poco al gruppo di coordinamento.Un gruppo che si sta ampliando e che può far leva suuna risorsa multidisciplinare (figure religiose, medico,psicologo, assistente sociale, personaleamministrativo, educatori, infermieri, ecc.).L‟ambito della formazione è stato il primo indirizzo dasviluppare. Sono stati organizzati incontri diformazione per i volontari e incontri di supervisioneper il gruppo di Coordinamento.Gli incontri per i volontari sono suddivisi in due cicli:uno su temi riguardanti l‟esperienza concreta divolontariato, tenuto da un professionista qualificatoesterno (psicologo/psicoterapeuta); un altro cicloprevede incontri sul carisma di “San Benedetto Menni“che ha fatto del volontariato una delle sue esperienzeumane più significative.Gli incontri di questo ciclo sono tenuti e coordinatidalla Madre Superiora, Suor Maria Agnese, e sonoaperti anche al gruppo di Coordinamento.Il primo incontro sul Carisma è stato tenutomercoledì 10 marzo.Oltre al racconto della storia di San Benedetto Mennie della casa di cura di Albese, le <strong>Suore</strong> hannoaccompagnato i partecipanti alla visita del museo chesi trova in una parte della clausura e che conservadiversi oggetti, testimonianze religiose dellaCongregazione e della storia della casa di cura, oltreche i quadri del Bramante (discendente del famosopittore) che descrivono le tappe significative della vitadi San Benedetto, quadri commissionati dalle stesse<strong>Suore</strong>. Da quest‟anno è stato attivato anche un “puntod‟incontro” per i volontari.Ogni primo venerdì del mese l‟Ufficio di “Solidarietà eServizio” sarà a disposizione di coloro che desideranoincontrarsi per esprimere idee, opinioni, suggerimenti,ecc. Sarà presente un membro del gruppo diCoordinamento.Dal 2010 gli aspetti burocratico/amministrativiriguardanti l‟Associazione saranno finalmente gestiticol supporto di una professionista volontaria.Anche “Solidarietà e Servizio” sembra quindi risentiredelle novità che hanno caratterizzato la casa di cura diAlbese nell‟ultimo periodo. L‟inizio appare positivo ela motivazione e l‟attivazione sembrano andare nellamedesima direzione. Restiamo in attesa… un‟attesaattiva…di vederne l‟evolversi.•10 marzo 2010. Si è appena conclusoil primo incontro di formazione sul carisma.Nella foto qui a lato i partecipanti posano per una fotoin un momento “conviviale” alla chiusura dei lavori,a ulteriore consolidamento dei già ottimo climadi integrazione e collaborazione.
LA VOCE DELL’OSPITEL’espressione artistica di Adele MonesiAdele Monesi e le sue figlieAdele e Vittorio,il primo bisnipotinodele Monesi, la nostra mamma, nasce a Salara(Rovigo) il 13.6.1920. Ha avuto una vita lungae piena e fino a due anni fa circa vivevaancora sola e autonoma.Una malattia l‟ha poi costretta su una sedia a rotelle eora è ospite del RSA, piano terra.Proprio quest‟anno, in giugno, compirà 90 anni, untraguardo importante che tutti avremmo volutoraggiungesse in modo diverso.Ringraziamo le animatrici per volerla festeggiarepubblicando due delle poesie da lei composte. <strong>La</strong>mamma da autodidatta è stata poetessa e anchepittrice. Le sue poesie, benché e soprattutto forseperché, composte da una persona semplice, cisembrano vere, toccantio e piene di sentimento.A noi piace la foto che alleghiamo, in cui tiene tra lebraccia il suo “primo” bisnipotino Vittorio.Ormai è arrivata a quota 5 e ne è molto orgogliosa.Le figlie Francesca e SilvanaGli anni che ti fan pensareGli ottanta, se ben vissutiAncora speri di dareI tuoi aiuti.Aiuti piccoli e grandia chi sta peggio di te,e ti senti un re.Ma poi gradualmente non sei più tale,un filo di stanchezza si fa sentire,comincia a pensare…Se poi invece la natura ti aiutace la metti tutta,con orgoglio e amoreancora ce la faia non essere di peso alla società.E’ un cammino per tutti taledirei, più o meno uguale.Arrivare agli ottantaè gioia indescrivibile e tantaCosa vuole il mondoVorrebbe la pace onde cancellareL‟ansia e la pauraChe inq uesti giorni c‟èE perché?Causa cattiveriaIncomprensioneOra solo comprensione serveCioè un pensiero a chi soffreUna preghieraNon lo so direMa tutto questo ci fa soffrireGli occhi e la coscienza di ognunoGuardi lontanoA chi piangeA chi muoreE pace non haE‟ questo che vorremmoVerrà?Tavernerio, 2004Ottobre 2001
APPROFONDIMENTOFEBBRAIO 2010“Va’, e anche tu fa’ lo stesso”(Lc. 10,37)Padre Alessandro Paniga s.c.j11 febbraio scorso abbiamo celebrato la 18°Giornata Mondiale del Malato.Il Santo Padre Benedetto XVI ha inviato perquesta occasione un Messaggio intitolato“<strong>La</strong> Chiesa a servizio dell‟amore per i sofferenti”.In preparazione a questa Giornata ho tenuto qui nellanostra struttura due incontri: l‟uno il 2 febbraio el‟altro l‟8 febbraio. <strong>La</strong> partecipazione a questi incontriè stata buona.Nella mia relazione ho cercato di insistere su due temiche nel suo messaggio il Papa proponeva:Il buon Samaritano(Niccolò Malinconico, 1673-1721)1) Gesù, buon samaritano; noi, buonisamaritani.2) <strong>La</strong> sofferenza può diventare scuola disperanza.“Seguendo l‟esempio di Cristo – scrive il Papa nel suomessaggio – ogni cristiano è chiamato a rivivere, incontesti diversi e sempre nuovi, la parabola del buonSamaritano, il quale passando accanto a un uomolasciato mezzo morto dai briganti sul ciglio dellastrada, vide e ne ebbe compassione. Gli si fece vicino, glifasciò le ferite, versandovi olio e vino; poi lo caricò sulla suacavalcatura, lo portò in un albergo e si prese cura di lui. Aconclusione della parabola, Gesù dice: „Va’ e anche tufa’ lo stesso’ (Lc. 10,33-37)”.Papa Giovanni Paolo II riconosceva il samaritano comel‟icona degli operatori sanitari, poiché “la parabola delbuon samaritano indica quale debba essere il rapportoverso il prossimo infermo”.Sono molti gli atteggiamenti, i gesti del buonsamaritano verso il ferito espressi con altrettantiverbi:Lo vide e ne ebbe compassione.<strong>La</strong> compassione del buon samaritano e di Gesù non èpuro sentimentalismo o compatimento, ma unatteggiamento di presenza, di partecipazione attiva allasofferenza altrui. Senza compassione inevitabilmente ilservizio ai malati si trasformerà in un lavoro, in unmestiere come ogni altro. Senza compassione leprestazioni sanitarie saranno eseguite in manieradistaccata, indifferente. Mosso a compassionel‟operatore sanitario è portato alla comprensione cheè la risposta del cuore all‟infermo, come fece Gesù.Gli si fece vicino.Alla compassione segue la disponibilità all‟azione, alservizio. Ci si deve mettere a disposizione del malatoper rispondere ai suoi reali bisogni. L‟atteggiamentofondamentale che il samaritano Gesù offre aisofferenti è la sua attenzione umana, la suaaccoglienza. Gesù nel vangelo ci insegna ad accogliere imalati amabilmente, con il sorriso sulle labbra,
APPROFONDIMENTOsoprattutto nel primo approccio. Un stile diaccoglienza, da parte dell‟operatore sanitario che siaveramente aperto, rispettoso, delicato e rassicurante.Si prese cura di lui.Non si tratta solo di una cura puramente materiale.Gesù nella sua attività taumaturgica ebbe di mira lasalute integrale dell‟uomo: non solo la dimensionefisica, ma anche quella mentale, sociale e spirituale.Sulle orme di Gesù, ogni operatore sanitario non puòlimitarsi alle prestazioni tecniche, funzionali,professionali e solo alla cura del corpo malato. Nonpuò disinteressarsi dei bisogni umani, psicologici,morali e spirituali dei malati.Anche tu fa’ lo stesso.Gesù ci sprona a imitarlo nel servizio ai malati. Nellaprospettiva evangelica la vita vale nella misura in cui lasi dona. Gesù propone a ciascuno di noi di amare,donare, spendersi, perché è nell‟oblatività di sé che siconsegue la maturità dell‟amore, ed è perdersi per ifratelli che si ritrova la piena identità di se stessi.luce. Scopri l‟amore e fallo conoscere al mondo”(Mahatma Gandhi).“<strong>La</strong> speranza apre le porte là dove la disperazione lachiude. <strong>La</strong> speranza scopre ciò che può essere fatto,invece di lamentarsi per ciò che è impossibile. <strong>La</strong>speranza attinge la sua forza dalla profonda fiducia inDio e dalla fondamentale bontà umana. <strong>La</strong> speranzaaccende una candela nella oscurità, invece di imprecarecontro le tenebre” (P. James Kaller).San Benedetto Menni, buon samaritano, dice anche anoi quello che raccomandava alle sue suore:“Non vi è che una cosa che valga e meriti stima: ed èquella di servire e amare Gesù lavorando sempre esoffrendo per amor suo. Questa è la vera felicità allaquale dobbiamo aspirare”.•Le prime <strong>Suore</strong> Ospitaliere del Sacro Cuore di Gesùassistono una malata (dipinto del Bramante)Il Papa nel suo messaggio sottolinea un particolare chemi sembra importante: “L‟esperienza della sofferenzapuò diventare scuola di speranza”.Non si può vivere senza speranza. <strong>La</strong> speranza è ilrespiro dell‟anima. Il malato è istintivamente orientatoalla speranza e chi gli sta accanto, come l‟operatoresanitario, deve seminare la speranza attraverso ladisponibilità, il calore umano, la presenza discreta erassicurante. Il mondo della salute ha bisogno disperanza e deve essere capace di offrirne i segni. <strong>La</strong>speranza non è fatta di certezze, ma di attese e dimistero. Per noi credenti è un fidarsi e affidarsi aQualcuno, più che a qualcosa.Gesù nel momento più cruciale della sua vita si fida diDio Padre. Quella croce che stende le sue bracciaattraverso la storia dà senso a tutte le croci appesesulle pareti degli ospedali e delle case; è il simbolodella speranza, è il richiamo più inconfutabile dellavicinanza di Dio.Dobbiamo imparare a vivere la speranza e a donarlaagli altri: “Prendi un sorriso, regalalo a chi non l‟ha maiavuto. Prendi un raggio di sole, fallo volare là doveregna la notte. Prendi il coraggio, mettilo nell‟animo dichi non sa lottare. Prendi la speranza e vivi nella sua
DIRE FARE MANGIARENOVITA’ IN PILLOLEI consigli di Suor Giu’Da gennaio a marzoSuor Giuseppina & CoSilvia Moltenin questa edizione rinnovata e trasformata,abbiamo voluto continuare a diffondere piccolisegreti di cucina ma con un’ importanteinnovazione: la protagonista.<strong>La</strong> rubrica vede infatti come colonna portante propriola nostra Suor Giuseppina, sempre attiva e inmovimento e, soprattutto, fonte di consigli e piccolisegreti di cucina (e non solo).Oggi proponiamo le due ricette che hanno fattoconoscere e apprezzare la cucina di Suor Giù in tutta lastruttura!Peperoncini ripieniPeperoncini rotondi piccoli;Aceto bianco;Capperi;Acciughe;Olive nere;Olio;Origano.<strong>La</strong>vare, asciugare e svuotare dei semi i peperoncini.Metterli sotto aceto per almeno 12 ore, poi scolarli eappoggiarli sulla tovaglia dalla parte tagliata, per fare inmodo che asciughino bene. In una terrina mescolare iltonno, le acciughe, i capperi, le olive nere sminuzzate el’origano. Farcire i peperoncini con il ripieno preparato,metterli ben stretti nei vasi di vetro e ricoprirli di olio.Limoncello/Arancino1 litro di alcool 95°;1 litro di acqua + 2 bicchieri;7/8 limoni o arance;700 gr. Di zucchero.Sbucciare i limoni (o arance). Immergere le buccenell’alcool e lasciarle per 7/10 giorni.Preparare uno sciroppo sciogliendo lo zuccheronell’acqua bollente. Una volta raffreddato unire l’alcoolfiltrato dalle bucce e imbottigliare.Per qualsiasi consiglio o confronto, potete semprecontattare la nostra cuoca!l 29 gennaio scorso siamo stati di nuovo“intervistati” dalla valutatrice dell‟Ente dicertificazione CISE, la sig.ra Agnoletto, chesenza preavviso, come prevede il regolamentodell‟Ente, ha svolto una verifica ispettiva pervalutare il grado di conformità della VSB agli standarddella normativa SA 8000. L‟esito è risultato positivo, inquanto dal confronto avuto con i diversi operatori,non sono state evidenziate particolari criticità.l 19 aprile presso la nostra struttura sisvolgerà la verifica JCI. <strong>La</strong> selezione delle unitàoperative da visitare, sarà concordata tra iconsulenti JCI e la Direzione durante l‟incontrointroduttivo.el mese di febbraio è stato assunto il nuovoAddetto ai Servizi Generali nonché Addettoai Servizi Informatici Garziano Salvatore. A luiil nostro Benvenuto in Villa San Benedetto!al 1 marzo Rita Mantegazza (matricolanumero 77 !!!!) dopo ben 18 anni di onoratoservizio è andata in pensione … a lei i piùsinceri ringraziamenti per la sua lealtà edisponibilità verso VSB e tutti gli operatori!seguito del terremoto che il 12 gennaio 2010ha devastato Haiti grazie alla solidarietà di tuttii dipendenti di VSB sono stati raccolti €2.742,34, la Congregazione, poi, ha deciso diraddoppiare la cifra per un totale di € 5.500 devolutialla Caritas Ambrosiana il 15 febbraio scorso. •Buon appetito e buona bevuta a tutti!!!•