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Ferite di difficile guarigione - EWMA

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DOCUMENTO DIPOSIZIONAMENTOAnche altri fattori relativi al paziente, come il prodotto usato in precedenza per curare laferita o un’eventuale sensibilità/allergia ad un me<strong>di</strong>cinale, possono influenzare lacomplessità della ferita e il risultato del trattamento, restringendo la gamma dei trattamentiapplicabili (ve<strong>di</strong> Figura 1, pag. 3).Fattori psicosocialirelativi al pazienteMeccanismi <strong>di</strong> copingÈ stato rilevato che anche fattori psicosociali, come l’isolamento sociale, il sesso, lecon<strong>di</strong>zioni economiche 11-13 e l’esperienza del dolore possono influenzare la <strong>guarigione</strong> (ve<strong>di</strong>Moffatt e coll., pagg. 10–14). La considerazione <strong>di</strong> questi fattori è particolarmenteimportante quando si ha a che fare con ulcere venose refrattarie in una popolazioneanziana 14 . Pertanto, è essenziale in<strong>di</strong>rizzare i pazienti alle figure professionali appropriate(es. assistenti sociali), in modo che i problemi possano essere affrontati in modo efficace.Stress e depressione sono stati messi in relazione ad alterazioni della funzioneimmunitaria, e possono perciò influenzare negativamente una vasta gamma <strong>di</strong> processifisiologici, compresa la <strong>guarigione</strong> delle ferite. In un modello sperimentale umano, èemerso che stress e depressione potevano influire sulla modulazione delle metalloproteinasi<strong>di</strong> matrice (MMP) e sull’espressione degli inibitori tissutali delle metalloproteinasi(TIMP) 15 . In contesti coniugali conflittuali si è riscontrato un aumento delle citochineproinfiammatorie ed un ritardo nella <strong>guarigione</strong> delle ferite 16 .I pazienti con ferite croniche, refrattarie alla <strong>guarigione</strong>, cercheranno <strong>di</strong> svilupparestrategie <strong>di</strong> ‘coping’ (complessi meccanismi adottati da un in<strong>di</strong>viduo per fare fronte ad unostress) 17 . La risposta del singolo sarà determinata da una serie <strong>di</strong> fattori psicologici, fra cuiil tipo <strong>di</strong> personalità (ad esempio, pessimista o ottimista), le precedenti esperienze edeventuali turbe psicologiche come depressione, fobie e <strong>di</strong>sturbi ossessivo-compulsivi.Convinzioni del pazienteSalaman e Har<strong>di</strong>ng 18 hanno stu<strong>di</strong>ato un gruppo <strong>di</strong> 45 pazienti ospedalieri con ulcerevenose, 16 (36%) dei quali non mostravano progressi sod<strong>di</strong>sfacenti. Solo la metà <strong>di</strong> questi16 pazienti ha <strong>di</strong>chiarato <strong>di</strong> aver ricevuto qualche spiegazione circa la causa dell’ulcera e ilmetodo <strong>di</strong> trattamento usato. Il 75% <strong>di</strong> tutto il gruppo sembrava essere consapevoledell’importanza della compressione per la <strong>guarigione</strong> dell’ulcera, ma il 62% pensava che nelproprio caso tale tecnica non si stava <strong>di</strong>mostrando efficace. Sette dei 16 pazienti con feriterefrattarie alla <strong>guarigione</strong> (44%) erano convinti che la propria ferita sarebbe guarita.Questo stu<strong>di</strong>o, sebbene numericamente molto limitato e condotto su un gruppo <strong>di</strong>pazienti misto, il 36% dei quali altamente refrattario, solleva questioni importanti circal’effetto esercitato sulla <strong>guarigione</strong> delle ferite dai convincimenti del paziente e dalla suafiducia nel trattamento. Saranno necessarie ulteriori ricerche per comprendere quale sia lareale capacità dei pazienti <strong>di</strong> tollerare e sostenere modalità <strong>di</strong> trattamento nelle quali nonnutrono fiducia.CollaborazioneNonostante la sensazione <strong>di</strong> impotenza provata da alcuni pazienti, molti <strong>di</strong> essi compionoogni sforzo per fare in modo che la cura che ricevono risponda alle proprie necessità(Riquadro 1, pag. 5). Alcuni pazienti <strong>di</strong>ventano esperti della propria patologia, spessoservendosi <strong>di</strong> Internet per raccogliere informazioni su <strong>di</strong> essa, e frequentemente adottanodei comportamenti che mirano a far corrispondere il piano terapeutico alle proprieesigenze ed aspettative 19 . Inoltre, prendono costantemente nota del modo in cui vengonocurati. In questo caso, si parla <strong>di</strong> una forma <strong>di</strong> coping denominata ‘monitoring’(monitoraggio).Un’altra strategia <strong>di</strong> coping è detta ‘blunting’; è il caso dei pazienti che sembranoin<strong>di</strong>fferenti al trattamento e non molto interessati ai progressi della ferita verso la<strong>guarigione</strong> 20 . Sebbene il ‘blunting’ si sia mostrato un’utile strategia <strong>di</strong> coping nell’acuto, neipazienti con patologie <strong>di</strong> lungo termine può portare ad una scarsa partecipazione attiva delpaziente e al rifiuto <strong>di</strong> impegnarsi nel trattamento 21 . Saranno necessarie ulteriori ricercheper confermare gli effetti a lungo termine del ‘blunting' nei pazienti con ferite croniche.FATTORI RELATIVIALLA FERITAIn uno stu<strong>di</strong>o condotto da Margolis e coll. su un gruppo <strong>di</strong> pazienti con ulcere venose, èemersa una correlazione tra alcune caratteristiche specifiche della ferita e il processo <strong>di</strong><strong>guarigione</strong> 22 . I pazienti con una lesione molto estesa o <strong>di</strong> lunga durata, una riduzionedell’in<strong>di</strong>ce pressorio caviglia/braccio o presenza <strong>di</strong> uno strato <strong>di</strong> fibrina visibilmenteapprezzabile su oltre il 50% della superficie della ferita, hanno mostrato un ritardo delprocesso <strong>di</strong> <strong>guarigione</strong> a 24 settimane 22 . Anche altre caratteristiche della lesione, come lecon<strong>di</strong>zioni del letto della ferita e la posizione anatomica, possono influenzare lacomplessità della ferita e la sua <strong>guarigione</strong>.4

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