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Dietetico? Ora non più - Pinerolo.Indialogo

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Anno 2, Settembre 2011<br />

I N D I A LO G O<br />

Supplemento di <strong>Indialogo</strong>.it, autorizz. N.2 del 16.6.2010 del Tribunale di <strong>Pinerolo</strong><br />

InMoTis<br />

n. 9<br />

1<br />

Vedere<br />

Curiosare<br />

Toccare<br />

Ascoltare<br />

Assaggiare<br />

la città


Buone News<br />

A cura di Gabriella Bruzzone<br />

di ritorno dalle vacanze<br />

<strong>Dietetico</strong>? <strong>Ora</strong> <strong>non</strong> più<br />

Ormai è tempo di ritorni: arrivederci<br />

mare, arrivederci relax ma soprattutto arrivederci<br />

grandi piatti ipercalorici e gelati<br />

a tutte le ore del giorno! Un brutto vizio<br />

che acquistiamo in vacanza è infatti quello<br />

di dimenticarci completamente della dieta,<br />

come se fosse andata in ferie anche lei.<br />

Ma al ritorno purtroppo bisogna fare i conti<br />

con la bilancia che <strong>non</strong> manca di certo di<br />

farci notare quei chiletti di troppo.<br />

A questo punto <strong>non</strong> ci resta altro da fare<br />

che munirci di santa pazienza, andare al<br />

supermercato ed acquistare verdure e prodotti<br />

dietetici... Alt! Niente di più sbagliato.<br />

Recentemente infatti l’Unione Europea<br />

sta riconsiderando la normativa tuttora<br />

vigente su tutti quei prodotti destinati a<br />

chi deve seguire un’alimentazione precisa,<br />

cibi dietetici compresi. Sembrerebbe infatti<br />

che “dietetico, light, a basso contenuto<br />

calorico” traggano in inganno i consumatori.<br />

Non fraintendete: i prodotti con queste<br />

etichette effettivamente contengono una<br />

percentuale leggermente inferiore di grassi<br />

ma <strong>non</strong> possono essere considerati veramente<br />

dietetici, in quanto <strong>non</strong> fanno dimagrire.<br />

A questo proposito l’Unione Europea<br />

ha appunto notato una certa ambiguità di<br />

significato del termine e sta invitando tutte<br />

le industrie alimentari a rivedere le loro<br />

etichette al fine di dare la giusta descrizione<br />

al consumatore.<br />

La normativa entrerà in vigore <strong>non</strong> prima<br />

del 2015 per dare il tempo alle aziende di<br />

mettersi in regola e di far testare scientificamente<br />

i loro prodotti dall’Efsa, l’Agenzia<br />

Europa per la Sicurezza degli Alimenti.<br />

Cari consumatori, abbiamo ancora quattro<br />

anni quindi per convincerci che <strong>non</strong> possiamo<br />

dimagrire mangiando ciò che ritenevamo<br />

dietetico ma solo con un’alimentazione<br />

equilibrata e con un po’ di attività<br />

fisica, se possibile!<br />

22


| Editoriale |<br />

S o m m a r i o<br />

Per <strong>Pinerolo</strong> settembre è il mese di due grossi<br />

eventi: la Fiera dell’Artigianato e i Concorsi ippici,<br />

che in qualche modo celebrano il passato vicino per<br />

quanto riguarda le attività produttive e commerciali,<br />

e quello lontano per i concorsi , con i ricordi della<br />

Belle Époque di <strong>Pinerolo</strong>, città della cavalleria.<br />

In contrasto con queste rievocazioni c’è la ripresa<br />

lavorativa del dopo vacanze che proietta in un futuro<br />

oggi più che mai incerto.<br />

Di questo contrasto tra passato e futuro sembrano<br />

imbevute anche le preoccupazioni e le aspettative<br />

dei pinerolesi. Un passato che è giusto ricordare<br />

e celebrare, ma che sente la pesantezza di vecchie<br />

liturgie e del già visto: c’è bisogno di nuove formule!<br />

Circa il futuro si avverte invece la carenza di una<br />

visione strategica del territorio e della città. Si percepisce<br />

l’assenza di grandi visioni ideali. Si avverte<br />

la difficoltà a leggere il presente locale e globale e a<br />

guardare al futuro.<br />

Lo si percepisce a pelle nelle fugaci battute e<br />

commenti degli incontri interpersonali, nei discorsi<br />

dotti dei convegni e persino in certi mutismi. È un<br />

disagio che si riscontra anche nel dibattito politico,<br />

dove pesa il venir meno di un rapporto fecondo tra<br />

politica e cultura. Tra chi ha la capacità intellettuale<br />

di “leggere i tempi” ed elaborare visioni (la cultura)<br />

e chi sa elaborare e realizzare progetti (la politica).<br />

C’è più che mai bisogno di investire soldi ed<br />

energie per far maturare visioni. A differenza del<br />

passato dove erano necessari i capitali per realizzare<br />

delle imprese, oggi sono le grandi idee ad essere<br />

trainanti.<br />

Antonio Denanni<br />

PINEROLO INDIALOGO<br />

DIRETTORE RESPONSABILE<br />

Antonio Denanni<br />

Hanno collaborato a questo numero: Fiammetta Bertotto, Michele<br />

Barbero, Silvio Ferrero, Emanuele Sacchetto, Valentina<br />

Voglino, Gabriella Bruzzone, Francesca Noardo, Maurizio<br />

Allasia, Andrea Obiso, Mario Rivoiro, Massimiliano Granero,<br />

Nadia Fenoglio, Giulia Antonucci, Francesca Costarelli,<br />

Michele F.Barale, Massimiliano Malvicini, Marianna Bertolino<br />

Con la partecipazione di Elvio Fassone<br />

PhOTO<br />

Giacomo Denanni, Irene Lo Bianco<br />

<strong>Pinerolo</strong> <strong>Indialogo</strong>, supplemento di <strong>Indialogo</strong>.it<br />

Autorizzazione del Tribunale di <strong>Pinerolo</strong><br />

n. 2 del 16/06/2010<br />

REDAzIONE<br />

Tel. 0121397226 - Fax 1782285085<br />

E-mail: redazione@pineroloindialogo.it<br />

2 Buone news<br />

<strong>Dietetico</strong>? ora <strong>non</strong> più<br />

4 Primo piano<br />

veDere, toccare, UDire<br />

cUriosare, assaggiare<br />

la città<br />

8 lettere al giornale<br />

la politica contro le iniqUità<br />

9 Giovani@lavoro<br />

inmotis per creare eventi<br />

10 Politica in città<br />

il consiglio c. ritorna in campo<br />

11 appuntamenti<br />

eventi Di settembre<br />

12 visibili & invisibili<br />

le violenze Della gUerra libica<br />

13 tendenze<br />

siamo alla fine Dei social network?<br />

14 Giovani@Scuola<br />

le sUperiori in Doppia prospettiva<br />

15 Sociale &volontariato<br />

vip (vivere in positivo)<br />

16 appunti di viaggio<br />

l’assaggio Di Un pezzo Di secolo cinese<br />

17 teatro<br />

a torre pellice “giovani in azione”<br />

18 arte&architettura<br />

la straDa reale Dei vini piemontesi<br />

19 Musica emergente<br />

mario rivoiro & blinD reverenDo<br />

20 Sport<br />

anche lo sport ritorna in campo<br />

22 cose di casa e dell’altro mondo<br />

beach volley e sport estivi<br />

24 amici di <strong>Pinerolo</strong> <strong>Indialogo</strong><br />

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3<br />

3


4 Visitare la città<br />

PRIMO PIANO<br />

A cura di Marianna Bertolino<br />

e Francesca Costarelli<br />

il PercorSo dei SenSi/1<br />

Percorri e vivi la città<br />

In occasione dell’Artigianato, la rassegna che ogni anno raduna nelle vie del<br />

centro storico di <strong>Pinerolo</strong> l’eccellenza artigiana locale, vi proponiamo un insolito<br />

percorso all’insegna dei cinque sensi<br />

Parti da piazza Luigi Facta, dove potrai<br />

rifocillarti con un gelato alla Veneta,<br />

una delle prime gelaterie della città,<br />

che vanta più di 130 anni d’esperienza<br />

e di qualità. Da qui, dopo l’introduzione<br />

dell’illuminazione a gas nel 1856, partivano<br />

i lampionai che avevano il compito<br />

di accendere tutti i lampioni delle<br />

vie cittadine con una lunga asta accesa,<br />

prima che questa si spegnesse. Inoltre,<br />

nei primi anni del secolo scorso, vi erano<br />

bancarelle di scarpe, canovacci, acciughe<br />

mentre nell’adiacente via Savoia si<br />

commercializzavano le uova e la carne.<br />

Passa davanti alla Casa del Gallo, l’edificio<br />

completamente ristrutturato in vetro.<br />

La modernità della struttura, che in un<br />

primo momento ha lasciato perplessi i pinerolesi,<br />

riflette i palazzi circostanti e la<br />

Chiesa di San Rocco del 1744 e attualmente<br />

accoglie negozi di griffe, uffici e<br />

un sushi bar.<br />

Continuando per via Savoia <strong>non</strong> per-<br />

derti una visita alla Galleria d’arte Losano<br />

che periodicamente ospita collezioni<br />

e mostre molto interessanti, tra le ultime<br />

le foto di Lionello Gennero su uno spettacolo<br />

teatrale che coinvolse le città di<br />

<strong>Pinerolo</strong>, Piossasco e Avigliana negli anni<br />

‘70.<br />

Dopodiché, se sei interessato alla vita<br />

notturna, troverai nel cocktail bar Pepe<br />

4


Nero di che divertirti.<br />

Prima di arrivare in piazza San Donato,<br />

dai un’occhiata alla moderna targa commemorativa<br />

in via della Parrocchiale, che<br />

rimanda ad un’epigrafe sullo stesso edificio,<br />

dove si legge ancora “rétabli pour<br />

le tremblement de terre”, in ricordo di un<br />

terremoto che toccò <strong>Pinerolo</strong> e il Pinerolese.<br />

Era il 2 aprile 1808 e le cronache<br />

di allora parlarono di un “grande disastro<br />

pel Piemonte”. Il terremoto interessò l’Alta<br />

Val Pellice e fu sentito fino a Barge e<br />

Paesana. I danni stimati ammontarono a<br />

1000 franchi.<br />

Ben arrivato in piazza San Donato! Qui<br />

si trovano numerose curiosità storiche,<br />

culturali e culinarie.<br />

La Sindone. Uno dei dipinti della Sindone<br />

- se ne ritrovano altri sulle pareti di alcuni<br />

edifici storici della città - è posto nella<br />

lunetta del portale destro del Duomo.<br />

Seppur <strong>non</strong> accertata da fonti scritte, si<br />

tramanda che nel 1478 ebbe luogo la prima<br />

ostensione del sacro lino, per volere<br />

degli allora proprietari, i Savoia.<br />

Lapide di Silvio Pellico. Silvio Pellico, nativo<br />

di Saluzzo, giunse a <strong>Pinerolo</strong> all’età di<br />

quattro anni dove risiedette fino al 1799,<br />

anno in cui si trasferì a Torino. La targa<br />

appare nella facciata di casa Majneri visibile<br />

dalla piazza.<br />

<strong>Pinerolo</strong> e il Chisone sono protagonisti di<br />

una sua cantica giovanile in versi sciolti<br />

intitolata Tancreda, dove si narra, <strong>non</strong><br />

senza qualche rimando autobiografico,<br />

dell’amore cortese del giovane Eudo per<br />

una ragazza del posto di nome Tancreda.<br />

Campanile mozzo. Il campanile della cattedrale<br />

di <strong>Pinerolo</strong> dedicata al Santo patrono<br />

Donato è noto come cioché moch,<br />

ovvero campanile mozzo, data la sua<br />

architettura <strong>non</strong> proprio longilinea. La<br />

costruzione è infatti rimasta incompiuta<br />

probabilmente per <strong>non</strong> competere con<br />

l’altezza del campanile di San Maurizio.<br />

Non vi è traccia del sotterraneo che, a<br />

detta dello storico Quirino Trivero, avrebbe<br />

ospitato il misterioso personaggio della<br />

Maschera di Ferro.<br />

5


6<br />

PRIMO PIANO<br />

A cura di Marianna Bertolino<br />

e Francesca Costarelli<br />

il PercorSo dei SenSi/2<br />

Continua a percorrere...<br />

Zurigo. Verso gli inizi degli anni ’30, il Mastro<br />

Pasticcere Castino inventò la famosa<br />

Torta zurigo, per soddisfare la Principessa<br />

Jolanda di Savoia, assidua frequentatrice<br />

della “Città della Cavalleria”. Il dolce è un<br />

tripudio di crema Chantilly al torrone e<br />

cioccolato adagiati su una cialda frolla al<br />

cacao, guarnita con scaglie di cioccolato<br />

amaro e ciliegie sotto spirito glassate…<br />

che galuperie!<br />

La piazza si anima in estate con musica<br />

e spettacoli teatrali. Gli eventi più importanti<br />

sono la rassegna di musica kleztmer<br />

“Vincoli Sonori” e il Festival Internazionale<br />

di Teatro di Figura “Immagini dell’Interno”.<br />

A questo punto lasciati alle spalle la cattedrale<br />

e addentrati in via Silvio Pellico.<br />

Museo del Mutuo Soccorso. A far da contenitore<br />

al museo è l’antico edificio in via<br />

Silvio Pellico che ospitò la prima Società di<br />

Mutuo Soccorso in Italia, nata nel 1848.<br />

Anticipando i tempi essa proponeva sostegno<br />

in caso di malattia e di accidentale<br />

invalidità e introdusse le prime forme di<br />

cooperazione grazie all’istituzione di un<br />

Visitare la città<br />

forno e di un magazzino<br />

di vendita ai soci.<br />

Per citare alcune cifre:<br />

con 20 centesimi<br />

e dopo quattro mesi<br />

ogni socio aveva diritto<br />

a una lira al giorno<br />

in caso di malattia.<br />

Inoltre con un pegno<br />

di due lire restituite<br />

alla fine del corso previa<br />

buona riuscita di<br />

questo e assiduità di<br />

presenza, si aveva a<br />

disposizione un maestro<br />

per la propria istruzione e per quella<br />

di figli e parenti nel periodo in cui la campagna<br />

richiedeva meno manodopera.<br />

Proseguendo su via San Giuseppe merita<br />

uno sguardo la Chiesetta di San Giuseppe,<br />

ora sala Italo Tajo, che ospita numerosi<br />

concerti di valore e, in fondo alla via,<br />

il Tribunale della città. Spingiti, passando<br />

per via Archibugieri, verso via Assietta<br />

dove, guardandoti intorno, troverai piccoli<br />

laboratori artigianali. Tra gli altri Vestiriciclo,<br />

la Bottega delle Arti Contromano,<br />

il laboratorio di carta pesta. Di fronte a<br />

6


quest’ultimo ti sorprenderà una particolare<br />

raffigurazione astrologica dei segni zodiacali.<br />

Ritornando su via Trento, all’angolo con<br />

via Principi d’Acaja, si incontra il Palazzo<br />

del Vicario, un gioiello architettonico restituito<br />

alla città dopo anni di restauro. Il particolare<br />

angolo smussato in pietra è noto<br />

come peira d’la rasun (pietra della ragione)<br />

forse perché destinato a far ragionare<br />

coloro che infrangevano la giustizia, fungendo<br />

da berlina per debitori o mercanti in<br />

fallimento, forse perché adibito a luogo in<br />

cui coloro che lo desideravano potevano<br />

predicare e tenere comizi.<br />

A questo punto ti proponiamo una breve<br />

digressione sul percorso per una veloce<br />

occhiata alla chiesa di Sant’Agostino. La<br />

chiesa, nota anche con il nome di Santa<br />

Maria Ausiliatrice, fu fatta costruire sul<br />

forno della frazione Rocco come ex voto<br />

alla Madonna nel 1630 per chiedere la fine<br />

della peste. Narra la leggenda che qui la<br />

Vergine apparse in una veste insolita, carnagione<br />

scura e capelli corvini, a coloro<br />

che si erano fermati per pregare durante<br />

una processione.<br />

Per concludere il percorso assapora la<br />

vita notturna dei giovani pinerolesi. Via<br />

Trento, che di sera diventa esclusivamente<br />

pedonale, si anima di un brulicante chiacchiericcio<br />

grazie ai numerosi locali.<br />

Len<strong>non</strong>. In questo locale è d’obbligo ordinare<br />

una birra. Ce n’è per tutti i gusti.<br />

Cantinero. Mix alcoolici e bevande sempre<br />

accompagnate da un dolce offerto dalla<br />

casa.<br />

Kebab e Sushi. Per gli amanti delle nuove<br />

esperienze culinarie provenienti da altri<br />

paesi.<br />

Vicolo Corto. Per tirare fino a mattina il<br />

circolo Arci, quasi in fondo alla via, offre<br />

serate all’insegna della musica reggae e<br />

un’atmosfera tranquilla e amichevole grazie<br />

al calcetto e ai giochi di società messi a<br />

disposizione dei giovani avventori.<br />

7


SOCIETà<br />

Sono un cittadino italiano che, <strong>non</strong>ostante tutti i<br />

limiti di questa Nazione, ne è ancora innamorato. Mi<br />

permetto di chiederLe un’opinione, un messaggio a<br />

quanti, come me, pur amando la nostra Repubblica,<br />

sono disillusi dalla situazione economico – politica<br />

imperante. I giovani hanno sempre minori opportunità<br />

di costruirsi un futuro personale e professionale<br />

senza scendere a compromessi con la propria coscienza<br />

e compiacere il capo oppure il potente di<br />

turno. Quali suggerimenti, quali indicazioni potrebbe<br />

rivolgerci? Silvio F.<br />

E’ bello che un giovane si rivolga ad un <strong>non</strong> giovane,<br />

ed è imbarazzante per quest’ultimo il dare delle<br />

indicazioni sul come superare un presente del quale è<br />

in qualche modo, oggettivamente, corresponsabile.<br />

Ma accantoniamo questi sentimenti e proviamoci.<br />

Il disagio giovanile può essere sintetizzato nel<br />

concetto di “stabile precarietà” e nella conseguente<br />

difficoltà di costruire un futuro “senza scendere a<br />

compromessi”, come lamenta Silvio.<br />

Per contrastare questa situazione credo si possa<br />

agire a livello individuale ed a livello politico. Sul<br />

primo livello, continuo a pensare che lo studio e la<br />

competenza siano attrezzi che <strong>non</strong> andranno mai<br />

in disuso. Se mai, aumenta il livello di competenza<br />

che vale come biglietto di presentazione: ma<br />

il “sapere tutto di una cosa”, fosse pure il giardinaggio<br />

o la storia polacca (parlo per paradossi, è<br />

chiaro) resta un’arma valida in qualsiasi contesto,<br />

perché sarà pur vero che molti vanno avanti per raccomandazioni<br />

o fedeltà, ma è altrettanto vero che<br />

i raccomandati raramente sono aquile, e il mondo<br />

continua ad avere bisogno di eccellenze, e quando<br />

le trova se le coccola, eccòme.<br />

Però questo <strong>non</strong> basta, e ne sono consapevole.<br />

Guardando la situazione dall’alto, si vedono due<br />

fenomeni: il primo è planetario, ed è una corsa<br />

all’indietro dei diritti dei lavoratori, una volta che la<br />

competizione globale ci ha messi a confronto con<br />

aree nelle quali questi<br />

diritti sono inesistenti o<br />

minimi. Il secondo è locale,<br />

e consiste in una<br />

distribuzione iniqua della<br />

quota di flessibilità che si<br />

deve riconoscere al mondo<br />

della produzione per<br />

reggere la competizione:<br />

anziché ripartirla tra i la-<br />

Lettere al giornale<br />

Risponde Elvio Fassone<br />

“Sono ancora innaMorato dell’italia, Ma...”<br />

Solo la politica contro le inique disparità<br />

voratori già inseriti e quelli in attesa di entrare nel<br />

mondo del lavoro, la si è fatta gravare quasi interamente<br />

sui secondi, per cui oggi abbiamo due mondi<br />

lavorativi diversi tra loro, e spesso addirittura ostili.<br />

Le analisi e le denunce di queste situazioni si sprecano:<br />

purtroppo, raramente si va oltre il lamento, e<br />

così la maggior parte dei giovani oscilla tra l’apatia<br />

rinunciataria e la collera ribelle, con qualche accenno<br />

di movimentismo fugace ed in ogni caso antipolitico.<br />

Io penso, invece, che <strong>non</strong> ci sia altro che<br />

la politica capace di affrontare problemi di queste<br />

dimensioni e di questa drammaticità.<br />

Solo la politica può arrivare (in tempi forse <strong>non</strong><br />

brevi, ma bisogna pur partire) a pretendere che i<br />

vari organismi sovra-nazionali istituiscano una sorta<br />

di protezionismo sociale, vietando l’ingresso nei<br />

mercati occidentali di prodotti che <strong>non</strong> incorporino<br />

una quota minima di tutele dei lavoratori nei Paesi<br />

di provenienza, e quindi costringendo i medesimi ad<br />

una più rapida evoluzione, e di riflesso ad una minor<br />

competitività sui costi.<br />

Solo la politica (meglio: certe forze politiche più<br />

di altre) può ridurre le inique disparità tra le due<br />

tipologie di lavoro presenti da noi, se <strong>non</strong> altro rendendo<br />

meno conveniente il contratto a termine, che<br />

oggi costa meno in termini di contributi; ovvero<br />

convertendolo per legge in un contratto a tempo<br />

indeterminato dopo un certo numero di reiterazioni;<br />

o ancora offrendo agevolazioni alle imprese che se<br />

ne avvalgono in minor misura. Meglio ancora se poi<br />

si riuscirà a dare attuazione a taluni disegni di legge<br />

giacenti da tempo in Parlamento, che prevedono<br />

un contratto di ingresso unico, a tutele progressive,<br />

ed un coinvolgimento del mondo delle imprese<br />

nel sostegno al lavoratore che ha perso il posto, sì<br />

che quello abbia interesse a riassorbirlo al più presto<br />

per <strong>non</strong> soggiacere al costo parziale dell’assegno di<br />

inoccupazione<br />

Le idee ci sono, è il consenso che ancora scarseggia.<br />

Il mondo della politica,<br />

ed ancor più il mondo dei<br />

partiti, <strong>non</strong> è invitante. Ma<br />

<strong>non</strong> lo è principalmente perché<br />

è abbandonato ai professionisti<br />

della politica. Se<br />

ce ne riappropriamo, almeno<br />

in parte, può cambiare. E di<br />

riflesso può cambiare la sorte<br />

di una generazione in attesa.<br />

8


SOCIETà<br />

Giovani & Lavoro<br />

di GC<br />

FranceSca coStarelli e la Sua rete PineroleSe<br />

InMoTis per creare eventi<br />

Finalmente InMoTiS! Una nuova realtà lavorativa<br />

nel pinerolese. Già la notizia di per<br />

sè porta a rallegrarsi, se ci aggiungiamo poi<br />

che è una scommessa giocata da giovani e si<br />

svolge in ambito creativo oltre ai rallegramenti<br />

dobbiamo aggiungere almeno i nostri auguri<br />

e il nostro compiacimento per<br />

l’inizio di questa impresa.<br />

L’iniziativa di InMoTiS è patrocinata<br />

nello start up dal bando<br />

InventaLAVORO 2011 del<br />

Comune di <strong>Pinerolo</strong>, ma è da<br />

qualche tempo che la struttura<br />

ideata dalla giovane pinerolese<br />

Francesca Costarelli e dai<br />

suoi accoliti, scalda i motori in<br />

zona e <strong>non</strong> solo. L’occasione<br />

del bando ha fatto il resto e con<br />

qualche sicurezza economica in<br />

più, in questo momento, in cui<br />

solo pazzi visionari o attente formichine hanno<br />

il coraggio di uscire allo scoperto con idee<br />

che possono smontare un po’ la crisi in cui<br />

ci sentiamo sprofondati, l’iniziativa è partita.<br />

L’idea su cui si basa InMoTiS è relativamente<br />

semplice: “chiunque può concepire e<br />

pensare un evento, <strong>non</strong> tutti possono realizzarlo”.<br />

Semplice, realistico e per certi versi<br />

giustamente sfrontato come incipit.<br />

«In concreto - sostiene Francesca Costarelli<br />

- InMoTiS vuole essere un gruppo di lavoro,<br />

un’equipe di professionisti della progettazione<br />

e gestione di eventi culturali e sociali negli<br />

ambiti museale, delle performing arts, teatro,<br />

musica e di interventi culturali in genere».<br />

Nasce con lo scopo di accomunare esperienze<br />

e conoscenze differenziate e proporle<br />

all’interno di un progetto unitario, completo.<br />

«L’intento è quello di creare una struttura<br />

snella, un’agenzia di operatori culturali, che<br />

possa servire da supporto nella pianificazione<br />

e allestimento di qualsiasi situazione culturale.<br />

Una rete di professionisti coordinata da<br />

un cultural manager, nucleo centrale costantemente<br />

operativo, che mette in relazione i<br />

clienti con i componenti della rete». La caratteristica<br />

principale, dunque, è che il team <strong>non</strong><br />

è stabile, ma si forma ogni volta in base alle<br />

Francesca Costarelli di InMoTis<br />

esigenze del committente. In questo modo<br />

InMoTiS è una struttura snella ed economicamente<br />

sostenibile.<br />

Inoltre, la rete così costituita, garantisce un<br />

continuo scambio di idee tra le varie competenze<br />

e un costante aggiornamento dei modi<br />

operandi.<br />

Costarelli ci tiene a sottolineare<br />

altri tre punti di particolare<br />

interesse. Il primo è l’attenzione<br />

ai giovani che si affacciano<br />

al “dietro le quinte” della cultura:<br />

«InMoTiS ha l’ambizione<br />

di diventare un incubatore di<br />

sperimentazione e formazione.<br />

Ogni professionista supporta ed<br />

è affiancato da un giovane. In<br />

questo modo, si dà la possibilità<br />

agli studenti, ai giovani disoccupati,<br />

a chi vuole cimentarsi<br />

in questo lavoro, di essere affiancati da un<br />

esperto sul campo. In questo modo la qualità<br />

e la professionalità vengono salvaguardate e<br />

il giovane studente ha la possibilità di lavorare<br />

direttamente sul campo e collaborare a eventi<br />

a cui <strong>non</strong> sarebbe riuscito a partecipare in<br />

quanto ancora inesperto». Il secondo è il saper<br />

essere provocatore di circoli virtuosi: «In-<br />

MoTiS per la maggior parte dei componenti si<br />

configura come collaborazioni estemporanee,<br />

un secondo lavoro. Ecco perché è possibile<br />

far risparmiare ulteriormente i clienti ottenendo<br />

anche una miglior qualità: ogni professionista<br />

ha i suoi contatti privilegiati nel proprio<br />

campo e, dunque, all’occorrenza ogni singolo<br />

componente può innescare circoli virtuosi<br />

creando nuove reti che mettono in comunicazione<br />

il committente con aziende e servizi<br />

specifici presenti sul territorio». L’ultimo, ma<br />

<strong>non</strong> in importanza, è il ruolo di facilitatore culturale:<br />

«il compito di strutture come InMoTiS<br />

è anche quella dell’impresa sociale, cioè di<br />

mettere in relazione enti e realtà che fanno fatica<br />

a “fare rete”. Il facilitatore crea risparmio<br />

di energie, tempo, risorse economiche perchè<br />

sintetizza il meglio da diverse esperienze».<br />

Insomma, il progetto è buono, <strong>non</strong> ci resta<br />

che vedere il gruppo all’opera. GC<br />

9


POLITICA<br />

Dopo la necessaria pausa estiva è tempo<br />

di tornare sui banchi, ognuno al proprio<br />

posto, con compiti e riflessioni maturate<br />

nel periodo vacanziero. E a tener<br />

cattedra nell’agenda della nuova giunta ci<br />

sono temi molto sentiti da <strong>Pinerolo</strong>: dai<br />

parcheggi, al “lodo monte Oliveto”, all’ormai<br />

onnipresente caserma dei Carabinieri.<br />

E così il neo sindaco, Eugenio Buttiero,<br />

messe alle briglie le indiscrezioni sulla sua<br />

nuova giunta e placati gli spiriti infuocati<br />

da post campagna elettorale, ora suderà<br />

su questi temi scottanti. Un’estate molto<br />

calda l’avevano annunciata. Figuriamoci<br />

poi se a stringere la morsa della giunta si<br />

mettono i multiformi membri dell’opposizione.<br />

Dal Sel, al 5 stelle, fino alla lista<br />

Chiabrando sembrano essere tutti molto<br />

uniti ed esigenti nel volere risposte adeguate<br />

per ciascun cittadino dal “sindaco<br />

di tutti”, come egli stesso si è definito. Il<br />

dibattito sui parcheggi sarà certo uno dei<br />

temi più richiesti dai cittadini su cui viene<br />

chiesta un po’ più di chiarezza. L’opposizione<br />

spera in un dialogo a partire dalla<br />

radice del discorso: servono veramente<br />

nuovi parcheggi? Oppure bisogna gestire<br />

meglio quelli già esistenti (vedi piazza<br />

A cura di Emanuele Sacchetto<br />

“riFleSSioni” Politiche younG<br />

I n C i t t à<br />

Il Consiglio C. ritorna in campo<br />

Primo Levi)? E poi ancora: ha senso per<br />

l’economia della città fare un parcheggio<br />

interrato a piazza Vittorio Veneto? Sarebbe<br />

bene forse, per un tema così sentito,<br />

ascoltare cosa ne pensano i cittadini,<br />

che poi si ritrovano a pagare multe davanti<br />

all’ospedale e a lamentarsi perché i<br />

parcheggi sono pochi e tutti a pagamento.<br />

Ma il tema più delicato è sicuramente<br />

quello inerente alla resa edificabile o<br />

meno della così detta zona CP7, antistante<br />

Monte Oliveto, in seguito a una modifica<br />

del piano regolatore. Dopo il netto No<br />

alle nuove costruzioni della giunta Covato<br />

(di cui molti membri dell’attuale giunta<br />

già facevano parte!) oggi si riapre la questione,<br />

dimenticando forse i circa 2000<br />

alloggi già sfitti in città. Ma ad alimentare<br />

il clima di sfida c’è anche un delicato<br />

procedimento giudiziario, portato avanti<br />

dai costruttori che anni addietro erano<br />

già pronti a costruire (con investimenti<br />

fatti) prima ancora che il comune desse<br />

il Si alle costruzioni. Dunque tra richieste<br />

risarcitorie e battaglie ambientaliste il<br />

dibattito politico si accende. C’è solo da<br />

sperare che a spegnerlo <strong>non</strong> siano i soliti<br />

interessi personali di alcuni costruttori.<br />

10


EVENTI<br />

P i n e r o l o<br />

A cura di Silvio Ferrero<br />

M e S e d i S e t t e M B r e 2 0 1 1<br />

Eventi ed appuntamenti<br />

<strong>Pinerolo</strong>, 8, 9, 10, 11 settembre<br />

Rassegna dell’artigianato della Città di<br />

<strong>Pinerolo</strong><br />

Giovedi 8 settembre,<br />

Piazza Facta ore 17.30 inaugurazione con<br />

partecipazione della fanfara comica Pappazzum<br />

(www.pappazzum.it)<br />

Venerdì 9 settembre<br />

Teatro Sociale alle 21.15 concerto di Antonella<br />

Ruggiero.<br />

Sabato 10 settembre<br />

Di fronte al Teatro Sociale, ore 21.30<br />

nell’ambito della Notte Tricolore di Esperienza<br />

Italia “Yavanna in concerto” – Virginia,<br />

Letizia, Anita, le tre finaliste di X<br />

Factor 3.<br />

I musei cittadini sono aperti fino alle ore 23<br />

<strong>Pinerolo</strong> 9, 10, 11 settembre<br />

Piazza d’Armi, Concorso Ippico Internazionale<br />

CSI categoria ***<br />

16, 17, 18 settembre<br />

Piazza d’Armi Concorso Ippico Internazionale<br />

categoria ****<br />

<strong>Pinerolo</strong>, Sabato 17 serale<br />

straMERCATINO<br />

Isola per artigiani, isola dei fiori, isola dei<br />

prodotti tipici, isola del piccolo antiquario<br />

e tanto altro ancora...<br />

<strong>Pinerolo</strong>, 25 settembre<br />

Nel Centro Storico, Mostra Mercato dell’Antiquariato<br />

minore e del collezionismo<br />

<strong>Pinerolo</strong>, 1-2 ottobre<br />

Rievocazione storica de “La maschera di<br />

ferro”. (Info su www.mascheradiferro.it)<br />

torre Pellice, 03 settembre 2011<br />

Ore 21,30, Tempio Valdese, via Beckwith 4<br />

Concerto dell’orchestra da camera della Val<br />

Pellice<br />

torre Pellice, 8 settembre 2011<br />

Ore 15, piazza Muston<br />

Laboratorio teatrale a cura dei “Fuori di<br />

teatro”<br />

Ore 17,30, piazza Muston<br />

Spazio progetti: SKATEPARK e CENTRI<br />

GIOVANILI<br />

Ore 19,30 piazza Muston<br />

CENA DELLA PACE con gofri<br />

Ore 21,30, piazza Muston<br />

Spettacolo teatrale ORIZZONTI RIFIUTA-<br />

TI a cura del gruppo “Giovani in azione”<br />

A seguire serata musicale con RISE OF<br />

VOID e ATHYPIC<br />

torre Pellice, 9 settembre 2011<br />

Ore 15, piazza Muston<br />

VITA DA GIOVANI, chiacchierata confronto<br />

con i ragazzi della Croce Rossa<br />

Italiana<br />

Ore 17,30, piazza Muston<br />

Laboratorio teatrale dei “Fuori di teatro”<br />

Ore 19,30 piazza Muston<br />

Cena con gofri<br />

Ore 21,30, piazza Muston<br />

Serata musicale con ALTRE BRUTTE<br />

SORPRESE e ALLIANCE<br />

torre Pellice, 10 settembre 2011<br />

Ore 15, piazza Muston<br />

Laboratorio di danza, capoeira e libera<br />

espressione<br />

A seguire spettacolo a cura di “Liberart”<br />

Ore 17,30, piazza Muston<br />

DIRITTI E DINTORNI, chiacchierata confronto<br />

con i giovani di “Libera” e “Amnesty”<br />

Ore 19,30 piazza Muston<br />

CENA con gofri<br />

Ore 21,30, piazza Muston<br />

Serata musicale con “GHOST OF DE-<br />

STINY” e “AUT IN VERTIGO”<br />

11


DIRITTI UMANI<br />

Di Massimiliano Granero<br />

in liBia SiaMo alla Fine dell’orrore?<br />

Amnestytestimonialeviolenzedientrambi<br />

Ci tocca ancora una volta, e speriamo sia l’ultima,<br />

parlare della guerra che più di tutte ha insanguinato<br />

questo 2011. Una scia di sangue e<br />

odio si è formata nel deserto libico nell’estate di<br />

fuoco che sta volgendo al termine. All’interno<br />

dei paesi della Primavera araba la Libia merita<br />

certo un posto d’onore in quanto a strascichi,<br />

echi, dolore e morti.<br />

Forse perché si è trattata di<br />

una guerra civile, o - per chi è<br />

uso a disprezzare la madre Africa<br />

- tribale. Forse perché Gheddafi<br />

<strong>non</strong> era, e <strong>non</strong> è, un leader<br />

come tanti altri. Forse perché<br />

nello scacchiere internazionale<br />

troppi re e regine ci hanno voluto<br />

guadagnare dallo scacco al<br />

rais. Fatto sta che <strong>non</strong>ostante<br />

tutto, un tutto generico che sa<br />

di soldi, di amicizie scomode,<br />

di voltafaccia e voltagabbana,<br />

la guerra è finita. Forse. I ribelli<br />

hanno vinto, il dittatore è in<br />

fuga, nasce per Tripolitania e<br />

Cirenaica una nuova era di pace<br />

e democrazia. Forse, anche qui.<br />

Rimangono, in modo certo oggettivo<br />

ed obbiettivo, gli stralci<br />

di una lotta che ha visto scontrarsi libici contro<br />

libici. Ad essi si sono aggiunti sì i mercenari del<br />

colonnello e le forze della Nato a dar man forte<br />

nell’aumentare i nomi e i numeri dei morti per le<br />

strade e dei palazzi divelti dalle strade stesse;<br />

ma a far le spese più salate sono stati i civili, i<br />

figli di questa terra tormentata. E le loro madri<br />

e le loro spose, inermi spettatrici e vittime di un<br />

conflitto maschile e maschilista.<br />

Perciò una delegazione di Amnesty International,<br />

giunta in Libia martedì 23 agosto, ha raccolto<br />

testimonianze di detenuti che hanno subito torture<br />

sia da parte dei soldati pro-Gheddafi che da<br />

parte delle forze ribelli nella zona di Az-zawiya.<br />

I rappresentanti delle forze ribelli hanno dichiarato<br />

che le violazioni dei diritti umani commesse<br />

sotto il precedente regime <strong>non</strong> si ripeteranno.<br />

Ma mentre scripta manent, verba volant e intanto<br />

in una cella sovraffollata in cui 125 persone ri-<br />

Visibili & Invisibili<br />

uscivano a malapena a muoversi e a dormire, un<br />

ragazzo ha raccontato come ha risposto all’appello<br />

del governo di Gheddafi a prendere le armi<br />

contro l’opposizione. ha dichiarato di essere stato<br />

trasportato a un campo militare di Az-zawiya<br />

e che gli è stato messo in mano un kalashnikov,<br />

che <strong>non</strong> sapeva minimamente come usare. Cercando<br />

rifugio dai bombardamenti<br />

della Nato,<br />

si è dovuto arrendere ai<br />

thuuwar (i “rivoluzionari”).<br />

Un colpo al ginocchio<br />

ed uno all’orecchio<br />

il saluto dei ribelli al giovane.<br />

Ma <strong>non</strong> finisce<br />

qui perché come dice<br />

egli stesso: “Nel centro<br />

di detenzione, di tanto<br />

in tanto continuavano a<br />

picchiarci, chiamandoci<br />

assassini”. E come lui<br />

tanti altri.<br />

Inoltre ad Az-zawiya<br />

un terzo dei prigionieri è<br />

costituito da “mercenari<br />

stranieri”, tra cui cittadini<br />

del Ciad, del Niger<br />

e del Sudan. Per lo più<br />

lavoratori migranti, arrestati nelle loro case, sul<br />

posto di lavoro o semplicemente a causa del colore<br />

della pelle, minacciati di “essere eliminati o<br />

condannati a morte”. Eppure nessuno indossava<br />

uniformi militari.<br />

Certo, le forze pro-Gheddafi <strong>non</strong> sono da meno,<br />

e la delegazione di Amnesty International ha<br />

così scoperto prove di stupri commessi contro<br />

i detenuti,già picchiati con cavi di metallo, manganelli,<br />

bastoni e sottoposti a scariche elettriche,<br />

nella famigerata prigione di Abu Salim, a Tripoli.<br />

Migliaia di uomini, tra cui civili estranei ai combattimenti,<br />

sono “scomparsi” durante il conflitto<br />

dopo essere stati presi dalle forze di Gheddafi.<br />

Le loro famiglie vivono da mesi nell’angoscia di<br />

<strong>non</strong> conoscere la loro sorte. Un uomo ha raccontato<br />

che i suoi rapitori lo hanno bendato e<br />

lo hanno seviziato inserendo una canna di fucile<br />

nel suo ano... “The horror! The horror!”<br />

12


SOCIETà<br />

Tendenze<br />

A cura di Massimiliano Malvicini<br />

cultura Giovanile e nuove tecnoloGie<br />

Siamo alla fine dei social network?<br />

Social network, la fine dietro l’angolo?<br />

Che abbiano cambiato e stiano tutt’ora cambiando<br />

il rapporto di milioni di persone con il<br />

computer, oltreché lo stesso modo di vivere<br />

parte della quotidianità, è fuori dubbio, ma si<br />

sta veramente vivendo un cambiamento in cui i<br />

blog e soprattutto i social network sono la nuova<br />

agorà elettronica?<br />

Probabilmente sì. Il punto problematico è però<br />

che accanto a fenomeni destinati a durare nel<br />

tempo (i tablet per esempio, quale evoluzione<br />

del classico pc portatile) ce ne sono altri che potrebbero<br />

presto concludere la propria avventura<br />

da protagonisti del firmamento hi-tech.<br />

E’ questo il caso dei social network?<br />

“Piattaforma sociale” per eccellenza prima<br />

dell’esplosione di Facebook, MySpace vive da<br />

tempo un periodo che brillante certo <strong>non</strong> può<br />

definirsi. Anzi. L’ultima mossa della società che<br />

fa capo a Murdoch è stata quella di annunciare<br />

il taglio di una notevole porzione di forza lavoro<br />

globale. Di sicuro MySpace <strong>non</strong> può (e vuole)<br />

pensare a gareggiare con Facebook sul fronte dei<br />

volumi (il rapporto è oggi di 91 milioni a 600) e si<br />

è concentrata su suoi piatti forti, musica e video.<br />

Ma, <strong>non</strong>ostante il numero di utenti mobili di My-<br />

Space sia in crescita forse è già troppo tardi per<br />

salvare un business le cui perdite, parole dei top<br />

manager di News Corp, <strong>non</strong> sono più sostenibili.<br />

Che Facebook, l’altro grande gigante del web<br />

oltre Google, faccia sempre notizia <strong>non</strong> si scopre<br />

certo ora.<br />

Il punto è che fino a un<br />

mese fa se ne parlava<br />

tendenzialmente solo<br />

in bene, per osannare i<br />

risultati raggiunti e celebrare<br />

la figura del fondatore<br />

Mark zuckerberg<br />

(eletto uomo dell’anno<br />

dalla prestigiosa rivista<br />

Time). Negli ultimi giorni,<br />

invece, la società<br />

californiana è balzata<br />

agli onori della cronaca<br />

per ben altri motivi: è da<br />

mesi che si vocifera che i gemelli Tyler e Cameron<br />

Winklevoss (resi “celebri” dal film “The<br />

Social Network”) <strong>non</strong> sarebbero sazi dei loro 65<br />

milioni di dollari con cui il Ceo di Facebook ha<br />

chiuso la vertenza legale da loro aperta.<br />

Rumors a parte, ciò che appare oggi preoccupante<br />

sono le nuove valutazioni su Facebook<br />

degli analisti finanziari, che arrivano a sgonfiare<br />

un fenomeno che solo due settimane fa era<br />

accreditato di un valore di Borsa sul cosiddetto<br />

“mercato grigio” (la società <strong>non</strong> è quotata a Wall<br />

Street) di oltre 50 miliardi di dollari e di profitti<br />

stimati per quest’anno pari a un miliardo di dollari<br />

(rispetto ai presunti 400 milioni del 2010 su un<br />

fatturato di due miliardi).<br />

Invece, come ha scritto il Wall Street Journal,<br />

le stime sul valore del social network sui listini<br />

<strong>non</strong> sarebbero realistiche sul lungo termine per<br />

il semplice motivo che molto del futuro guadagno<br />

potrebbe già essersi volatilizzato. Facebook,<br />

in altre parole, ha già toccato il suo picco e in<br />

futuro altre tecnologie potrebbero stravolgere il<br />

ruolo dei social network, relegandoli a qualcosa<br />

di vecchio e superato.<br />

Alla società, osservano gli analisti, servirebbero<br />

ingenti capitali per finanziare l’evoluzione del<br />

suo business e <strong>non</strong> è detto che le banche d’affari<br />

siano sempre così brave a raccogliere denari<br />

privati. C’è quindi il serio rischio che Facebook<br />

abbia imboccato prima del previsto la sua parabola<br />

discendente?<br />

13


SOCIETà<br />

Francesca, come valuti oggi la scelta di cinque<br />

anni fa?<br />

Adesso posso dire che il classico è stata la scelta<br />

migliore e che, quindi, la rifarei. Nei primi anni, invece,<br />

ero molto indecisa, ma l’appoggio dei miei genitori<br />

e di mio fratello ha rafforzato la mia decisione.<br />

<strong>Ora</strong> mi trovo ad una nuova svolta: penso però che<br />

la scelta per<br />

l’università<br />

sia ancora<br />

più mirata,<br />

e dunque<br />

più impegnativa.<br />

Cinque anni<br />

fa: immaginavi<br />

come<br />

sei oggi?<br />

All’inizio<br />

p e n s a v o<br />

che il liceo<br />

fosse impossibile,<br />

che il salto tra medie e superiori fosse più faticoso<br />

di come è stato. Invece ho sperimentato come<br />

le difficoltà siano aumentate gradualmente anno<br />

per anno, così come le capacità di noi studenti di<br />

affrontarle. Mi immaginavo, quindi, di incontrare<br />

ostacoli più grandi e temevo di <strong>non</strong> ricompensare<br />

le aspettative dei miei genitori e degli insegnanti.<br />

Cosa ti preoccupa e cosa ti piace di più dell’anno<br />

che sta per cominciare?<br />

L’esame, va da sé, è la preoccupazione maggiore.<br />

Anche l’elaborazione della “tesina” mi lascia in<br />

pensiero, perché è mia intenzione esaminare un<br />

argomento interessante e che <strong>non</strong> risulti banale.<br />

Mentre la cosa più bella dell’ultimo anno… è che<br />

sei alla fine! In quinta si raccolgono i frutti seminati<br />

negli anni precedenti, le soddisfazioni che restano.<br />

Finalmente vedi il tuo lavoro concretizzarsi e diventare<br />

bagaglio per il domani.<br />

G i o v a n i @ S c u o l a<br />

A cura di Nadia Fenoglio<br />

le voci di un neoiscritto e di una maturanda a confronto<br />

Le superiori in doppia prospettiva<br />

Inizio e fine di uno stesso percorso, le superiori, osservati attraverso lo sguardo di<br />

due ragazzi ai poli opposti dell’esperienza liceale. Ne parliamo con Tommaso Boccardo,<br />

neo-iscritto al Liceo scientifico Curie di <strong>Pinerolo</strong>, e Francesca Lantaré, maturanda dell’indirizzo<br />

classico del Liceo Valdese di Torre Pellice.<br />

Tommaso, come si è articolata la tua scelta?<br />

Per me <strong>non</strong> è stato molto difficile: ho chiesto informazioni<br />

a mio fratello, che frequentava la stessa scuola,<br />

e ai miei amici riguardo alle materie caratterizzanti.<br />

Scienze e matematica sono le mie preferite, quindi so<br />

di andare sul sicuro. E anche i miei genitori mi hanno<br />

sostenuto in questa decisione.<br />

Tra cinque anni: come ti immagini?<br />

Con una preparazione scolastica maggiore, questo è<br />

l’obiettivo. Infatti è mia intenzione continuare gli studi<br />

scientifici all’università: penso, infatti, che la mia<br />

scelta possa fornirmi la base adeguata di conoscenze<br />

a questo proposito. So che i sacrifici e l’impegno da<br />

dedicare allo studio aumenteranno con gli anni. Penso<br />

però che, cammin facendo, le soddisfazioni bilanceranno<br />

i miei sforzi.<br />

Cosa ti preoccupa e cosa ti piace di più dell’anno che<br />

sta per cominciare?<br />

La novità stessa che mi incuriosisce, insieme al fatto<br />

di entrare in una scuola più grande, conoscere nuove<br />

e più persone. Per questo motivo direi che inizio<br />

scuola con maggior entusiasmo. La mia incognita<br />

riguarda l’ambiente che troverò al liceo e il rapporto<br />

con gli insegnanti, i quali ovviamente richiederanno di<br />

più. Ma mi rassicura il fatto di avere alcuni amici che<br />

inizieranno questa stessa avventura con me.<br />

14


SOCIETà<br />

S o c i a l e & V o l o n t a r i a t o<br />

A cura di Valentina Voglino<br />

“viP <strong>Pinerolo</strong> onlus”<br />

Vivere in positivo con la clownterapia<br />

“Ridere <strong>non</strong> è solo contagioso, ma è anche<br />

la migliore medicina” (Patch Adams).<br />

Chi ha visto il film sulla vita di Patch<br />

Adams, magistralmente interpretato da Robin<br />

Williams, <strong>non</strong> avrà certo bisogno di molte<br />

spiegazioni per convincersi della veridicità<br />

di queste parole.<br />

La scheda personale di questo talentuoso<br />

medico riporta che fu bocciato alla scuola<br />

di specializzazione per “eccessiva gaiezza”.<br />

Un suo tutor universitario una volta gli disse<br />

che “se voleva fare il<br />

clown doveva andare a<br />

lavorare in un circo”.<br />

Di fatto, Patch voleva<br />

fare il clown, ma voleva<br />

terribilmente diventare<br />

un medico. Riuscì a svolgere<br />

entrambe le professioni<br />

combinando alcuni<br />

aspetti molto diversi della<br />

sua personalità. L’incredibile<br />

storia di Patch<br />

Adams, paziente e medico<br />

di un istituto per malattie<br />

mentali, celebra il<br />

trionfo di un individuo e del suo inarrestabile<br />

tentativo di perseguire un sogno idealistico.<br />

Nato negli Stati Uniti, attivista sociale e<br />

scrittore, è un uomo eccentrico, ma anche<br />

un medico che esercita la professione con<br />

passione e dedizione. Non ha mai voluto entrare<br />

a far parte del sistema, piuttosto voleva<br />

crearne uno nuovo.<br />

È generalmente riconosciuto come l’ideatore<br />

di una terapia olistica molto particolare:<br />

quella del sorriso, anche nota come clownterapia:<br />

è una sorta di guaritore che cerca<br />

di scoprire come funzionano i pazienti. Che<br />

cosa gli piace? Cosa li stimola? Quali sono<br />

le loro passioni? Realizzare le fantasie dei<br />

pazienti può aumentare i valori delle loro endorfine<br />

e il loro desiderio di rimettersi.<br />

A <strong>Pinerolo</strong>, nel 2007, un gruppo di volontari<br />

aderisce all’Associazione VIP (Vivere In<br />

Positivo) di Torino e tale associazione che<br />

già prestava servizio presso gli ospedali tori-<br />

Patch Adams, fondatore della clownterapia<br />

nesi delle Molinette, Regina Margherita, Maria<br />

Vittoria, Martini e della provincia come<br />

l’ospedale di Chivasso e l’RSA Mezzaluna<br />

di San Mauro T.se stipula una convenzione<br />

con l’ospedale pinerolese E. Agnelli.<br />

Nel 2009 si costituisce l’Associazione VIP<br />

PINEROLO ONLUS.<br />

Attualmente i suoi volontari prestano servizio<br />

presso l’ospedale Agnelli nei reparti<br />

di oculistica, ortopedia, medicina generale,<br />

chirurgia, cardiologia, nefrologia, ostetricia -<br />

ginecologia un sabato pomeriggio<br />

al mese dalle 15,00 alle 18,00.<br />

VIP PINEROLO è un’associazione<br />

federata di VIP ITALIA ON-<br />

LUS, dalla quale eredita i Valori e<br />

i Progetti.<br />

Del Progetto OSPEDALI abbiamo<br />

già parlato; il secondo progetto<br />

CIRCOSTANzA (portare il<br />

Circo in una Stanza per cambiare<br />

le CIRCOSTANzE della Vita) è un<br />

laboratorio permanente di Clownterapia<br />

e Arti Circensi rivolto a<br />

minori a rischio.<br />

Chiunque può decidere di diventare<br />

un volontario VIP, diventando così<br />

missionario della gioia, e svolgendo la propria<br />

attività a favore di persone in difficoltà<br />

e di soggetti svantaggiati, offrendo sostegno,<br />

ascolto, solidarietà negli ospedali, nelle<br />

case di riposo, nelle comunità, in missione<br />

e ovunque regni uno stato di disagio e di<br />

sofferenza.<br />

L’impegno richiesto è di frequentare un<br />

corso di formazione e un tirocinio comprendenti<br />

gli allenamenti formativi e i servizi in<br />

ospedale, fatti insieme a clown VIP esperti.<br />

Il Corso di Formazione per Clown di Corsia<br />

è gestito da formatori specializzati e professionisti<br />

nel campo con esperienza pluriennale.<br />

Per informazioni: vippinerolo@yahoo.it o telefonare<br />

a PINzETTA al numero 3492579175,<br />

FREDDOLINA al numero 3292190918 o PI-<br />

VISh al numero 3479586930<br />

15


INCONTRI<br />

aPPunti di viaGGio in cina<br />

T e s t i m o n i a n z e<br />

di Maurizio Allasia<br />

L’assaggio di un pezzo di“secolo cinese”<br />

Prima certezza dell’occidentale in giro per<br />

il mondo: “Sorry, can you help me?”. Seconda<br />

certezza: le capitali degli Stati sono<br />

a misura e a servizio del turista straniero.<br />

Pechino può iniziare così per un italiano<br />

mai stato in Cina: una nulla (o quasi)<br />

conoscenza dell’Inglese, lingua passepartout del<br />

secolo scorso, da parte del Cinese medio e una<br />

città di 15 milioni di abitanti dove quasi tutto è<br />

complicato e indecifrabile a un primo approccio<br />

turistico.<br />

A dire il vero <strong>non</strong> sono andato a Beijing per<br />

turismo, ma per partecipare a una conferenza,<br />

l’International Conference on Personalized Education.<br />

L’ambiente della conferenza, organizzata all’interno<br />

di un grande complesso governativo vecchio<br />

stile utilizzato dai quadri del Partito, si è rivelato<br />

un inaspettato connubio di attenzioni di facciata<br />

(monumentale foto di gruppo, fiori da appuntare<br />

ai partecipanti occidentali, superflui cerimoniali)<br />

e la <strong>non</strong> abitudine ad organizzare un evento di<br />

queste dimensioni (scarsa attenzione nell’accoglienza<br />

degli ospiti stranieri, nessuna visita organizzata<br />

della città e nemmeno dell’università,<br />

uso <strong>non</strong> all’altezza dell’Inglese anche nei materiali<br />

della conferenza).<br />

Varcata la soglia della Chinese Academy of<br />

Governance (e salutato il giovane soldato di guardia)<br />

si entrava così nella capitale della Repubblica<br />

Popolare Cinese. Raggiunto il centro di Pechino<br />

con i <strong>non</strong> sempre sicuri e molto spesso scortesi<br />

tassisti cinesi, la città presenta diverse aree.<br />

La leggendaria (solo per noi occidentali?)<br />

Piazza Tiananmen risulta quasi angosciante<br />

nel suo piatto grigiore e deludente per chi<br />

ha negli occhi i carri armati e il simbolo di<br />

una primavera soffocata nel sangue e nei<br />

misteri. Sul lato nord della piazza, la Porta<br />

d’ingresso alla Città Proibita, sovrastata dal pacifico<br />

ritratto di Mao zedong, il Grande Timoniere<br />

di una nave che ormai è su altre rotte, è la perfetta<br />

unione tra la magnificenza della Cina del grande<br />

Impero e il realismo della Pechino comunista.<br />

Pochi quartieri più avanti, una fila infinita di lanterne<br />

rosse segnala le bancarelle ordinate di prodotti<br />

tipici, dove venditori vestiti tutti uguali gridano e<br />

vendono aromi e sapori indescrivibili di una città<br />

ancorata al passato dei suoi hutong (i vicoli tipici)<br />

e legata ai destini dell’inevitabile capitalismo dei<br />

mega-store occidentali. Luci, marchi del lusso,<br />

prezzi allineati all’occidente, la Wangfujing street<br />

è una delle vie più commerciali e affollate di Pechino,<br />

e ti rassicuri anche se nessuno sa l’Inglese,<br />

perché Rolex e Nike fanno sentire aria di casa più<br />

di uno “yes, of course”.<br />

In quasi ogni luogo della città però (conferenza<br />

compresa), gli abitanti di Pechino sorprendentemente<br />

<strong>non</strong> si mostrano per niente abituati alla<br />

presenza di turisti stranieri e chiedono continuamente<br />

una foto ricordo insieme, a testimoniare<br />

forse un isolamento durato troppo a lungo. Sorridi,<br />

sentendoti a metà fra il lusingato e la bestia<br />

rara, mentre in altre zone della megalopoli si alternano<br />

aree gremite di locali e divertimento da<br />

movida e il bellissimo 798 Art District, il quartiere<br />

“parigino” pieno di artisti, gallerie, sculture<br />

per le strade e dove si respira l’arte contemporanea<br />

vissuta anche come oasi del<br />

dissenso politico.<br />

Verso l’aeroporto, diretto al nuovissimo e<br />

“olimpico” Terminal 3 a forma di dragone<br />

costruito dall’archistar inglese Norman Foster,<br />

gli ultimi sguardi vanno al sole pallido<br />

cinese velato dall’onnipresente coltre di<br />

inquinamento, tra l’euforia di aver assaggiato<br />

davvero un pezzo di “secolo cinese”<br />

e la riflessione su un Occidente che dovrà<br />

inseguire e fare i conti con il gigante che si<br />

è svegliato e che, come nella celebre profezia<br />

di Napoleone, farà tremare il mondo.<br />

16


ARTE&<br />

SPETTACOLO<br />

T e a t r o<br />

A cura di Maurizio Allasia<br />

un’intereSSante MoBilitazione culturale<br />

A Torre Pellice “Giovani in azione”<br />

A estate inoltrata avevamo lasciato a Roma<br />

il teatro Valle occupato in ottima salute creativa<br />

e, dopo aver ricevuto il Premio Salvo<br />

Randone per il “miglior evento del 2011”, lo<br />

ritroviamo a settembre addirittura alla Mostra<br />

di Venezia: i Davide del teatro nostrano in<br />

lotta, in mezzo ai Golia del cinema mondiale,<br />

il 6 settembre presenteranno al Lido un instant<br />

movie realizzato per<br />

raccontare “a caldo” gli oltre<br />

due mesi di occupazione<br />

e di intenso laboratorio<br />

di menti e di idee per guarire<br />

questo Paese in crisi a<br />

partire dalla sua produzione<br />

culturale.<br />

Lontano dalle luci della<br />

Laguna, in Piemonte il circuito<br />

teatrale comincia a<br />

perdere qualche palco importante.<br />

È infatti notizia<br />

ormai certa che la stagione<br />

del Mulino di Piossasco<br />

<strong>non</strong> si ripeterà nei termini<br />

dell’anno scorso (ma gli<br />

organizzatori hanno già in<br />

programma proposte “alternative”), quando<br />

la città riuscì a offrire al pubblico nomi del<br />

calibro di Elio Germano, Fausto Paravidino e<br />

Paolo Rossi, superando spesso come qualità<br />

le proposte del Teatro Sociale di <strong>Pinerolo</strong>. Da<br />

<strong>Pinerolo</strong> invece ancora nessuna anticipazione,<br />

ma il rischio che il Sociale, seppur con<br />

tutti i suoi difetti di gestione, resti senza programmazione<br />

è praticamente nullo.<br />

A Torre Pellice, dall’8 al 10 settembre,<br />

prenderà vita una mobilitazione culturale,<br />

partita da un numeroso gruppo di ragazzi e<br />

ragazze, “Giovani in azione”, nome significativo<br />

e che contrasta volentieri il presunto<br />

immobilismo delle nuove generazioni, di cui<br />

ci si lamenta troppo spesso.<br />

Una rete nata nel 2008 da un’iniziativa<br />

dell’Assessorato alle Politiche giovanili di<br />

Torre Pellice e che con gli anni è riuscita a<br />

coinvolgere un numero sempre maggiore di<br />

giovani (14-19 anni), anche di <strong>Pinerolo</strong>: la<br />

loro cifra, fin dall’inizio, è stata il creare una<br />

serie di proposte di carattere sociale e ambientale<br />

per la cittadinanza giovanile (e <strong>non</strong><br />

solo) e il porsi in maniera critica e aperta sul<br />

proprio territorio.<br />

Questo ha permesso<br />

all’organizzazione di<br />

creare contatti nazionali<br />

e internazionali,<br />

concretizzatisi<br />

quest’anno con gli<br />

scambi con il paese<br />

sardo di Irgoli (provincia<br />

di Nuoro) e la<br />

città tedesca di Mörfelden-Walldorf<br />

(a 10<br />

km da Francoforte).<br />

Il tema di partenza,<br />

la dispersione giovanile<br />

nella Val Pellice,<br />

ha portato a una sorta<br />

di reazione e alla<br />

volontà di aggregare<br />

tutte le realtà creative giovanili “in azione”<br />

sul territorio: è nato così Untitled-Effetto<br />

sorpresa, un “evento proposto dai giovani ai<br />

giovani, una tre giorni di arte, creatività, musica,<br />

confronto e divertimento”. Uno spazio<br />

aperto, nei giardini di Piazza Muston a Torre<br />

Pellice, dove si alterneranno band musicali,<br />

laboratori e spettacoli teatrali e di espressione<br />

artistica, incontri con i gruppi di volontariato<br />

e di militanza civile, “cene della pace” a<br />

base di gofri.<br />

Untitled è anche un esempio virtuoso di autofinanziamento,<br />

tramite la ricerca di sponsor<br />

locali e grazie alla generosità di molti esercenti<br />

disponibili ad aiutare un’iniziativa che<br />

a Torre Pellice <strong>non</strong> si vedeva da molti anni.<br />

Ci volevano le schegge di questa nuova generazione,<br />

insoddisfatta ma <strong>non</strong> rassegnata.<br />

Senza titolo, ma <strong>non</strong> senza futuro.<br />

17


ARTE<br />

«Dobbiamo innanzitutto riscoprire le bellezze<br />

di questo territorio, conoscerle noi<br />

per primi, per poi poterle promuovere sia<br />

qui sia fuori dall’Italia: questo permette<br />

al turista di scoprire aspetti diversi, lasciandogli<br />

la curiosità di tornare ancora».<br />

E questo attraverso un percorso che si<br />

sviluppa su quasi 600 km all’interno della<br />

Provincia di Torino, articolandosi nelle<br />

quattro aree di produzione di vini DOC, il<br />

Pinerolese, il Canavese, la Collina di Torino<br />

e la Val Susa.<br />

È Francesco Balbiano, presidente de<br />

“La Strada Reale dei Vini Torinesi”, a<br />

chiarire quali siano gli scopi di<br />

quest’associazione privata,<br />

che giunge adesso al termine<br />

del suo primo triennio. Dal<br />

2008, quando fu fondata da<br />

un gruppo di quaranta enti<br />

composti prevalentemente da aziende vitivinicole,<br />

l’associazione ha raccolto via via<br />

altre categorie, quali Comuni, Comunità<br />

Montane, agriturismi, alberghi, ristoranti,<br />

bed&breakfast, arrivando ad un totale di<br />

circa 200 soci.<br />

Lo scopo principale è quello di creare<br />

ulteriori connessioni sul territorio che permettano<br />

di conoscere il patrimonio diffuso:<br />

<strong>non</strong> solo perciò le residenze sabaude,<br />

patrimonio UNESCO, ma anche i castelli,<br />

le ville, i paesi e soprattutto l’immenso<br />

patrimonio enogastronomico. Un traguardo<br />

molto importante è stato raggiunto<br />

A r t e & A r c h i t e t t u r a<br />

A cura di Michele Barale<br />

MatriMonio tra enoGaStronoMia e architettura<br />

La strada reale dei vini torinesi<br />

dall’accordo stipulato tra l’Associazione e<br />

le Pro Loco della Provincia: per favorire<br />

la conoscenza e il consumo dei vini DOC<br />

presenti sul territorio (solo per citarne alcuni,<br />

l’Erbaluce, il Freisa, il Pinerolese),<br />

l’accordo prevede uno sconto per tutte<br />

le Pro Loco che si impegneranno ad acquistare<br />

i vini locali anziché quelli prodotti<br />

nel resto d’Italia. L’accordo ha avuto una<br />

forte conferma della sua validità grazie<br />

alla partnership per l’Adunata Nazionale<br />

degli Alpini svoltasi in maggio a<br />

Torino: i vini consumati nei giorni<br />

di festa del capoluogo sono infatti<br />

stati prodotti da aziende<br />

locali, appartenenti<br />

all’Associazione.<br />

Un altro progetto in<br />

corso di sviluppo è la<br />

realizzazione di una segnaletica<br />

stradale propria della “Strada”:<br />

consentirà infatti di muoversi lungo il percorso,<br />

individuando le aziende associate<br />

dove poter degustare i vini e la cucina<br />

locale. Non solo, per garantire la fruibilità<br />

anche a chi <strong>non</strong> ha la possibilità di<br />

muoversi da solo, l’Associazione organizza<br />

periodicamente giornate di visita nelle<br />

quattro aree di produzione: la conoscenza<br />

si arricchisce così della scoperta della cultura<br />

rurale del luogo, delle tradizioni, della<br />

cucina tipica. Un bene unico che va conservato<br />

e degustato.<br />

Per info http://www.stradarealevinitorinesi.it/srvt.swf<br />

18


MUSICA<br />

A cura di Andrea Denanni<br />

MuSica eMerGente<br />

Mario Rivoiro alias Blind Reverendo<br />

Intervistiamo Mario Rivoiro, curatore<br />

di questa rubrica, che in questo periodo<br />

è in tournee in Spagna. A breve<br />

uscirà un suo cd.<br />

Come definisci la tua musica?<br />

A me <strong>non</strong> sono mai piaciute le<br />

etichette, però la mia musica si può identificare<br />

generalmente nel patchnka, anche<br />

se il termine <strong>non</strong> è molto apprezzato in<br />

Spagna. A me piace molto e i suoi ritmi<br />

derivano principalmente dal reggae e dal<br />

flamenco. Alcuni brani sono più sulla rumba<br />

catalana, altri sul latino americano. Diciamo<br />

che è un incontro di più generi e<br />

ritmi.<br />

Di cosa parli nei tuoi brani?<br />

Uno dei singoli che sta uscendo, Danza<br />

Re, scritto a quattro mani con i Macaco,<br />

è una riflessione sul problema dell’inquinamento<br />

e sull’ambiente. Suenos, altro brano,<br />

parla dei sogni degli immigrati degli anni<br />

‘40 che partivano per il Sud America, dei<br />

loro sogni infranti, della dittatura degli anni<br />

60-80. Horni è una canzone che parla della<br />

sessualità in chiave ironica, prende in giro il<br />

modello sessista degli afro-americani.<br />

Come mai questa scelta di lanciarsi nel<br />

panorama spagnolo-sud americano?<br />

Più che una scelta è stato un caso. ho<br />

fatto un primo giro in Sud America, piano<br />

piano poi la rete di conoscenze<br />

si è allargata<br />

e quest’anno sarò in<br />

tour in Spagna, dove<br />

accompagnerò questo<br />

cantante che si chiama<br />

Tremendamente.<br />

Qual è il tuo ruolo<br />

all’interno dei Blind<br />

Reverendo?<br />

I Blind Reverendo<br />

sono io, il mio ruolo<br />

è essere me stesso.<br />

Più che un gruppo, un<br />

O f f i c i n e d e l s u o n o<br />

progetto, è uno spazio umano, c’è una<br />

situazione umana molto bella, le persone<br />

che collaborano ci credono umanamente,<br />

io gli devo molto.<br />

Quali sono le tue principali influenze?<br />

Dal flamenco al reggae, anche il jazz<br />

mi piace molto.<br />

Com’è nata la Blind Luck Records?<br />

È un’etichetta che abbiamo provato a<br />

tirare su da anni ed è quella che farà uscire<br />

il mio album a novembre. La gestisco<br />

principalmente io, con l’aiuto di Filippo<br />

Martini, un ragazzo di Genova. Adesso è<br />

in un “periodo di pausa”, per capire come<br />

muoversi in un momento come questo, in<br />

cui <strong>non</strong> si capisce se ha molto senso fare<br />

un cd invece che dedicarsi unicamente<br />

alla distribuzione sul web.<br />

Come produci e distribuisci i tuoi brani?<br />

Adesso sto registrando a Torino con<br />

Paolo Battaglino; il mixaggio e il mastering<br />

invece lo faccio ad Imperia. I primi 3<br />

singoli sono già disponibili su Itunes. Ci<br />

sarà un EP di 6 brani che porterò in tour<br />

in Spagna. Il disco intero dal titolo “Voci”<br />

uscirà a novembre. Adesso stiamo valutando<br />

con quale distributore uscire.<br />

ho anche realizzato un brano intitolato<br />

“Danza Rè” assieme ai Macaco, che si<br />

può trovare sul web.<br />

19


SPORT<br />

Finite le vacanze<br />

Beach Volley<br />

A cura di Andrea Obiso<br />

Anche lo sport ritorna in campo<br />

Dopo un’estate avara di sole e caldo,<br />

se <strong>non</strong> nell’ultima parte, ricominciano<br />

le stagioni dove i campionati<br />

di calcio, basket, pallavolo, rugby,<br />

pallamano e di tutti gli altri sport la<br />

fanno da padrone.<br />

Purtroppo però mentre questo articolo<br />

prende corpo, alcuni campionati professionistici<br />

italiani e stranieri rischiano di <strong>non</strong><br />

cominciare a causa del mancato accordo riguardo<br />

i contratti collettivi dei giocatori (ad<br />

esempio “serie a” e “liga spagnola” di calcio<br />

o l’“nba” americana di basket).<br />

Cio<strong>non</strong>ostante le attività sportive nel pinerolese<br />

ricominciano a prendere vita.<br />

Nell’ambito della nostra breve storia abbiamo<br />

affrontato diversi sport con differenti<br />

implicazioni.<br />

All’interno della sfera calcistica, come abbiamo<br />

potuto constatare nei diversi articoli<br />

dedicati a questo sport, il <strong>Pinerolo</strong> Calcio è<br />

la realtà più rilevante ed allo stesso tempo<br />

ingombrante nella nostra zona.<br />

Ma <strong>non</strong>ostante questa attività sportiva sia<br />

piacevolmente diffusa e ben<br />

radicata all’interno del nostro<br />

territorio, allo stesso tempo il<br />

calcio crea numerosi problemi<br />

alle differenti discipline che comunque<br />

sono numerose e ben<br />

presenti.<br />

A dispetto di queste difficoltà, ampliate<br />

dalla cultura tradizionalmente calciofila della<br />

nostra penisola e soprattutto dai mass<br />

media, in <strong>Pinerolo</strong> e dintorni numerosi sport<br />

si fanno valere, dando alla popolazione la<br />

possibilità di variare e scoprire passioni insospettate.<br />

Alcune delle discipline più conosciute anche<br />

se meno praticate rispetto al calcio (casi<br />

lampanti sono quelli della pallavolo, della<br />

pallacanestro e del tennis) possono vantare,<br />

al pari del calcio, oltre che un campionato<br />

agonistico, diversi tornei dilettantistici ben<br />

organizzati e longevi.<br />

Piacevoli sorprese sono state quelle discipline<br />

spesso snobbate dai mezzi d’informazione,<br />

un esempio su tutti è quello del<br />

20


Rugby, disciplina nobile e ben rappresentata<br />

nella nostra regione.<br />

Anche la pallavolo ha diversi adepti nella<br />

nostra zona, con un campionato amatoriale<br />

in piena regola (per altro documentato in<br />

questa rubrica qualche mese fa).<br />

La pallacanestro dal canto suo, ha diverse<br />

squadre sparse per il territorio pinerolese; abbiamo<br />

già affrontato una di queste società,<br />

ma molte altre ve ne sono ed appartenenti a<br />

differenti livelli.<br />

In questi mesi, all’interno di questa rubrica,<br />

abbiamo documentato in generale gli sport<br />

presenti nel pinerolese ma soprattutto abbiamo<br />

cercato, cerchiamo e cercheremo di effettuare<br />

una ricerca di sport meno conosciuti.<br />

Lo strapotere del calcio, infatti, spesso limita<br />

la diffusione di altri sport e spesso il<br />

panorama extra-calcistico passa in secondo<br />

piano.<br />

Quando si parla di discipline sportive l’unico<br />

esempio che viene spontaneo alla maggior<br />

parte delle persone è sempre quello calcistico,<br />

ma a <strong>Pinerolo</strong>, come nel resto del Paese,<br />

numerosi sport con diverse tradizioni e radici<br />

sono seguiti e praticati da migliaia di persone.<br />

Riteniamo importante fornire un quadro<br />

il più possibile completo di questi sport per<br />

conoscerli, magari scoprire nuove passioni o<br />

semplicemente per avere una panoramica più<br />

dettagliata delle discipline sportive praticate<br />

ed amate<br />

nel resto<br />

del mondo.Nonostante<br />

le<br />

n o s t r e<br />

ambizioni<br />

speriamo<br />

di fornire<br />

un servizio<br />

capace<br />

di andare al di là della mera e semplice descrizione<br />

delle attività sportive, la quale risulterebbe<br />

noiosa e ripetitiva nel lungo periodo.<br />

Nelle prossime settimane affronteremo<br />

sport invernali quali lo sci e lo snowboard<br />

per poi tornare alla ricerca di attività meno<br />

comuni ma comunque apprezzate e seguite<br />

da tantissime persone.<br />

Ci auguriamo di passare ancora innumerevoli<br />

mesi insieme a Voi. Alla ricerca di nuovi<br />

sport, passioni o divertimenti.<br />

21


12<br />

Buco nel bilancio 2011<br />

Ripianato con nuove tasse<br />

PINEROLO. Gli effetti della manovra finanziaria<br />

nazionale arrivano anche a <strong>Pinerolo</strong>.<br />

Pare che nel bilancio comunale<br />

ci sia un buco di circa un milione di euro,<br />

dovuto ai minori trasferimenti effettuati<br />

dallo Stato centrale in questi anni.<br />

In vista di un riequilibrio di bilancio per<br />

mantenere i servizi ai cittadini la Giunta<br />

comunale ha già previsto un’addizionale<br />

sull’energia elettrica, che frutterà al comune<br />

circa 250 mila euro con un costo<br />

per i cittadini di 12 euro l’anno.<br />

Questa però è solo l’inizio di una serie<br />

di manovre che, tra ulteriori tasse<br />

e minori spese ed opere realizzate, dovranno<br />

portare a reperire 1 milione e<br />

duecentomila euro entro l’anno.<br />

Rievocazione storica<br />

Cesana-Sestriere<br />

SESTRIERE. Passerella di vetture storiche<br />

domenica 4 a Sestriere per la Rievocazione<br />

storica della Cesana-Sestriere.<br />

Organizzatore dell’evento è stato<br />

il Piemonte club veteran car. Una cinquantina<br />

di auto d’epoca condotte da<br />

altrettanti soci hanno sfilato lungo le<br />

strade di Sestriere. La media oraria da<br />

<strong>non</strong> superare, naturalmente, sono stati<br />

i 40 chilometri orari. È il caso di dire:<br />

come ai vecchi tempi!<br />

cosedicasanostra<br />

“La danza degli eroi e delle eroine”<br />

MANTA. Nello splendido scenario del Castello a Manta<br />

(CN), domenica 25 settembre, dalle ore 14 alle 18, il<br />

FAI - Fondo Ambiente Italiano organizza speciali visite<br />

guidate dal titolo “La danza degli eroi e delle eroine”,<br />

alla scoperta della storia del Castello, delle sue stanze<br />

e dei personaggi che l’hanno abitato nei secoli passati,<br />

accompagnati da danze e melodie rinascimentali.<br />

La visita svelerà gli interni della dimora, famosa per<br />

i suoi ampi saloni cinquecenteschi e per gli straordinari<br />

affreschi, specie del Salone Baronale dell’inizio del Quattrocento<br />

con testimonianze figurative del gotico internazionale.<br />

Il tutto sarà accompagnato da aneddoti, dettagli<br />

di moda, motti ironici e singolari d’epoca.<br />

Piano locale per i giovani<br />

Premiate 5 idee per avviare 5 imprese<br />

PINEROLO. Per incentivare l’imprenditoria giovanile<br />

i comuni del Pinerolese con capofila <strong>Pinerolo</strong> hanno<br />

varato il bando Piano locale dei giovani, previsto<br />

dal governo, che ha portato a premiare 5 progetti<br />

di altrettanti giovani, che riceveranno un contributo<br />

dai 4 ai 20.000 euro per realizzare la loro idea manageriale;<br />

saranno inoltre affiancati da un tutor e<br />

avranno un anno di tempo per realizzare il progetto.<br />

I vincitori sono: Luca Monasterolo e Giovanna<br />

Arato che proveranno ad organizzare una campagna<br />

di valorizzazione dei rifiuti e un concerto a fini culturali.<br />

Umberto Barbero, che realizzerà nidi artificiali<br />

per uccelli rapaci e “bat-box” per pipistrelli per contrastare<br />

con la lotta biologica la presenza di piccioni<br />

e zanzare. Francesca Costarelli con il progetto «In-<br />

Motis» costituirà un’agenzia culturale per mettere<br />

in sinergia e coordinare i soggetti che organizzano<br />

eventi in campo culturale e turistico. Marcello Ambrosio,<br />

trasformerà il casale ereditato dalla famiglia,<br />

la Cascina Ronco, in un’azienda autosufficiente dal<br />

punto di vista energetico.<br />

22


“Voglio incontrare Steve Jobs...”<br />

USA. Non tutti sanno che Steve Jobs, il guru fondatore<br />

della Apple, è nato nel 1955 a San Francisco dalla relazione<br />

fra lo studente di origini siriane Abdulfattah Jandali e<br />

la compagna di studi Joanne Schieble, poi fu adottato da<br />

Paul e Clara Jobs e <strong>non</strong> ha mai voluto incontrare il padre<br />

naturale, mentre ha riallacciato i rapporti con la madre.<br />

Di recente il padre biologico Jandali, 80 anni, sapendo<br />

della malattia di Jobs, in un’intervista al tabloid Sun ha dichiarato<br />

«Vorrei <strong>non</strong> essere stato l’uomo egoista che sono<br />

stato per permettere ai miei figli di girarmi le spalle e prego<br />

perchè <strong>non</strong> sia troppo tardi per dire a Steve cosa provo».<br />

Nessuno sa se Jobs, sofferente per una rara forma di<br />

tumore al pancreas, gli abbia risposto.<br />

La “monnezza” di Napoli vale oro<br />

SVEzIA. In Svezia è quasi inverno e gli svedesi<br />

per scaldarsi bruciano i rifiuti provenienti<br />

dalla Campania. Lo fanno al modico costo<br />

di 40 euro a tonnellata (€ 0,04 al kg).<br />

Nella cittadina svedese di holmstad la società<br />

energetica hem che brucia la “monnezza”<br />

italiana ci guadagna circa 3 milioni<br />

di euro all’anno, potendo così ridurre del 20<br />

per cento le bollette a carico degli utenti.<br />

I rifiuti che in Campania sono un problema,<br />

in Svezia generano energia e ricchezza.<br />

È il caso di dire che la “monnezza” diventa<br />

oro.<br />

cosedell’altromondo<br />

Caldo estivo e repressione<br />

per abbigliamento improprio<br />

IRAN. In molti parti del mondo, estate è si<strong>non</strong>imo<br />

di sole, mare e vacanze. In Iran, l’estate<br />

significa anche repressione per le tenute improprie<br />

o “<strong>non</strong>-islamiche”.<br />

Quest’anno la polizia stradale locale è impegnata<br />

nel far rispettare i codici dell’abbigliamento, e<br />

la repressione <strong>non</strong> si limita più ad ammonimenti<br />

e multe. Può succedere che delle donne vengano<br />

arrestate con la forza per il modo in cui sono<br />

vestite.<br />

Le parole lasciano impronte<br />

Il mondo è fatto di parole. Non neutre. Né senza<br />

storia. La storia delle parole fa la storia di molte persone.<br />

A volte le parole segnano. Altre volte salvano,<br />

oppure condannano. Le parole hanno sesso, colore,<br />

nazionalità, cultura, religione e sentimenti. hanno più<br />

o meno potere o sono indifese. hanno diritti. Ci sono<br />

parole che vengono da lontano, ma <strong>non</strong> hanno diritti, e<br />

quindi sono parole senza parole. Ci sono invece quelle<br />

che si impongono. Parole su tutte le altre. Ma le parole<br />

si possono cambiare, inventare, scambiare...<br />

Le parole lasciano impronte. Non dimenticatelo!<br />

Campagna di sensibilizzazione al giusto uso delle parole nell’informazione:<br />

www. leparolelascianoimpronte.org<br />

Sprechi alimentari<br />

Oltre un miliardo di persone soffre la fame mentre<br />

nel resto del mondo vengono gettati quantitativi<br />

insospettabili di cibo prodotto in eccesso.<br />

Un terzo del cibo, circa 1,3 miliardi di tonnellate,<br />

viene sprecato ogni anno. Il problema dello spreco<br />

alimentare fino a ieri <strong>non</strong> è stato indagato a<br />

fondo. Si tratta invece di un’incongruenza del sistema<br />

produttivo che investe a livello mondiale il<br />

bilancio complessivo del pianeta.<br />

Abbiamo convissuto negli ultimi decenni con<br />

una politica indirizzata al sostegno della produzione<br />

senza l’attenzione necessaria al miglioramento<br />

della catena alimentare e con logiche<br />

economiche secondo le quali la distruzione delle<br />

eccedenze serve a proteggere il prezzo: il prezzo,<br />

<strong>non</strong> il valore del cibo.<br />

Ma oggi la portata dello spreco alimentare nel<br />

mondo <strong>non</strong> si può ignorare. Secondo la FAO sia<br />

nei Paesi in via di sviluppo che in quelli sviluppati<br />

si perde il 40% del cibo. Nei primi paesi al<br />

momento della produzione, nei secondi nella<br />

distribuzione. www.benecomune.net<br />

23


SOCIETà<br />

in caMBoGia<br />

Le famose le piantagioni di pepe nero<br />

La Cambogia è una terra che ha sofferto<br />

molto fino, si potrebbe dire, all’altroieri.<br />

Poveri, orfani, mutilati di guerra, distruzioni<br />

e ferite sono ancora ovunque. Il volto che<br />

ci mostra è però sorridente: c’è voglia di<br />

ricominciare.<br />

Lasciati i luoghi più noti al turismo occidentale,<br />

da Kep dove i locali fanno le vacanze<br />

al mare, dirigendoci verso Sihanoukville,<br />

lungo la costa ovest della Cambogia, in<br />

prossimità del Golfo del Siam, incontriamo<br />

i monti Dâmrei denominati “I monti dell’elefante”,<br />

una propaggine dei Monti Cardamomi,<br />

i “Krâvanh” in lingua kmer. La cima più<br />

alta è Phnom Bokor, di 1.081 slm.<br />

Le pendici sono vellutate di verde, una<br />

foresta assai fitta, per la piovosità abbondante<br />

soggetta ai monsoni, sul lato sudovest,<br />

fino a 5.000 mm/anno. In questi<br />

boschi, ci racconta la nostra guida, molte<br />

persone si sono rifugiate per salvarsi dalle<br />

stragi perpetrate dai Khmer rossi, sopravvivendovi<br />

a lungo perché la natura provvede<br />

ad ogni cosa.<br />

Qui vi sono le famose piantagioni di pepe<br />

nero: quello proveniente da questi luoghi<br />

è tra i più pregiati al mondo e <strong>non</strong> c’era<br />

cuoco di Parigi negli Anni ’20 che <strong>non</strong><br />

desiderasse averne nelle proprie cucine.<br />

Negli anni turbolenti della guerra civile e<br />

del successivo regime dittatoriale dei KR<br />

la coltivazione subì un brusco arresto. Dal<br />

finire degli Anni ’90 si assiste ad una lenta<br />

ripresa, generale, delle condizioni di vita<br />

locali.<br />

Sovrasta la cima di Bokor un tempio<br />

buddista con una piccola comunità, dove<br />

A p p u n t i d i v i a g g i o<br />

di Angelica Pons<br />

si può trovare riparo e quiete.<br />

All’interno del parco nazionale sorgeva<br />

una stazione climatica edificata dai francesi<br />

nel 1917, in cui l’elite dei funzionari coloniali<br />

francesi trascorreva le vacanze nei<br />

mesi caldi, ma ormai è tutto abbandonato:<br />

edifici spettrali ci guardano con le orbite<br />

vuote come fantasmi, così pure la chiesa<br />

cattolica, totalmente in decadenza e annerita<br />

dal fumo del focolare, in cui vivono alcuni<br />

bambini che ridono di noi tutti fradici.<br />

<strong>Ora</strong> le autorità si premurano di combattere<br />

il disboscamento illegale e la caccia<br />

di frodo di animali che ancora sopravvivono<br />

nel fitto della boscaglia, in particolare il<br />

pangolino, una sorta di formichiere, ucciso<br />

per essere mangiato nei periodi più duri,<br />

e persino la tigre, cacciata oltre che per il<br />

commercio della pelliccia, anche per ragioni<br />

magiche, per creare pozioni per stimolare<br />

la virilità ai ricchi acquirenti stranieri.<br />

Per quanto assurdo c’è in progetto uno<br />

sfarzoso resort con annesso un nuovo casinò<br />

e campi da golf. Ma la cosa più incredibile<br />

è che noi turisti paghiamo per andare<br />

fin lassù a prendere pioggia a secchiate e a<br />

ridiscendere sbatacchiati sul retro di un camion,<br />

sferzati dal vento freddo. Mi chiedo<br />

quale senso abbia tutto questo!<br />

Si ridiscende nella sonnolenta Kampot,<br />

adagiata sulle sponde del fiume, per un<br />

tramonto infuocato di sole ed una cena<br />

speziata di curry. La gente è accogliente e<br />

semplice. La sera, le rive del fiume si popolano<br />

di allegria, di anziani che prendono<br />

il fresco, di innamorati che passeggiano,<br />

famiglie con bambini, giochi e risate.<br />

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Sono amici di <strong>Pinerolo</strong> InDialogo<br />

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