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C R I T I C A • C U L T U R A • C I N E M A - Cine Circolo Romano

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2SCHEDE FILMOGRAFICHELA VITA FACILE di Lucio Pellegrini27-28 ottobre 2011Lucio Pellegrini (Asti, 1965) dal 1992 al 1998 lavora come autore in campo televisivo e si segnala come autore di trasmissioni comeTarget e Ciro, il figlio di Target. Il suo esordio in campo cinematografico avviene nel 1999 con il film E allora mambo!. Nel 2000 è lavolta di un’altra commedia, Tandem. Ha curato la realizzazione del cortometraggio Biodegradabile per Legambiente e TELE+, e dinumerosi spot pubblicitari. Del 2003 è il suo terzo film Ora o mai più, nel quale lancia i quasi esordienti Elio Germano e RiccardoScamarcio. Il film è in concorso al Festival di Locarno. Nel 2005, insieme a Gianni Zanasi, dirige La vita è breve ma la giornata è lunghissima.Il film partecipa alla 62ª Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia, sezione Digitale, dove vince la Menzionespeciale della giuria e il Premio Pasinetti per il cast,. Nel 2007 collabora con il regista Marco Ponti allo sviluppo della serie televisivadi Italia 1 La strana coppia, remake dell’omonima serie americana degli anni sessanta. Sempre nel 2007 produce Non pensarci, con laregia di Gianni Zanasi. Nel 2008 dirige la prima stagione de I liceali, serie TV di Canale 5. Nel 2009 dirige la seconda stagione.Nell’autunno 2010 gira il suo quarto lungometraggio, Figli delle Stelle. Sempre nel 2010 gira fra Kenya e Salento il film La vita facile.Interpreti: Pierfrancesco Favino (Luca Manzi), Stefano Accorsi (Mario Tirelli), Vittoria Puccini (Ginevra), Camilla Filippi (Elsa), AngeloOrlando (Salvatore), Eliana Miglio (Nicoletta), Ivano Marescotti (Sergio Manzi), Souleymane Sow (Jerry), Max Tardioli (Ippocrate)Genere: CommediaOrigine: ItaliaSoggetto: Stefano Bises, Andrea SalernoSceneggiatura: Stefano Bises, Laura Paolucci, Andrea SalernoFotografia: Gogò BianchiMusica: Gabriele RobertoMontaggio: Walter FasanoDurata: 102’Produzione: Domenico Procacci per Fandango in collaborazione con MedusaDistribuzione: Medusa FilmSOGGETTO: Mario fa il medico in un ospedale da campo in Kenia. Qui lo raggiunge Luca, medico anche lui, amico di vecchia data e sposatocon Ginevra. Dopo poco tempo, la ragazza arriva al campo, mentre Luca riceve la notizia di essere ricercato in Italia per una fuga dicapitali. Da quel momento le cose si ingarbugliano…ANNOTAZIONI: Di che storia si tratta ? L’ambientazione lasciava intuire una qualche messa a nudo dei sistemi di aiuto umanitario inAfrica, tra carenze e disinteresse, ma la cornice diventa quasi subito un mero pretesto coloristico e non di denuncia. La ricostruzione di untriangolo amoroso, con una finta amicizia tra i due uomini in attesa solo di rovesciarsi addosso accuse di vario tipo? Una sorta di thrillersulla truffa e sulla medicina come nobile mestiere da esercitare in varie parti del mondo? Chi beffa e chi è beffato? Infine, “la vita facile” éil paradosso da cui tutto si muove, per cui, al contrario, niente é facile e tutto è complicato? Le molte risposte possibili fanno correre il copionesul filo di una confusione ora giusta ora eccessiva.FILM TV - M GMario, dottore in carriera, raggiunge l’amico e collega Luca, figlio del suo primario, che ha aperto un ospedale non esattamente all’avanguardiain Africa. Peripezie e disagi, finché a metà film irrompe Ginevra, moglie di uno dei due dottori ed ex amante dell’altro. A Roma èaccaduto qualcosa, indagano i carabinieri. Film di mattatori “La vita facile”, che fin dal titolo ricorda l’eroica epopea cinematografica diDino Risi & Co. Si allude, però, al benessere sfrenato, senza remore, fatto di favori, soldi facili e sotterfugi per averli, conoscenze altolocate,falsi idealismi e ipocrisie.Politica corrente, si direbbe, e invece è cinema. Compatto, scritto bene, recitato meglio. Stefano Accorsi ha lacommedia nelle corde, la versatilità di Pierfrancesco Favino fa perfino paura mentre Vittoria Puccini è una autentica rivelazione. Certo,rispetto agli anni ‘60 dei maestri mancano un pizzico di cattiveria e di coraggio in più, specie in sede di regia. Se prolunghi troppo i primipiani sulle facce commosse o intense dei protagonisti, poi ti commuovi anche tu, e non importa se il soggetto è un fetente. Ma la faccendadell’empatia col maneggione, Sordi e la realtà insegnano, fa un po’ parte di noi, della nostra Storia. Però l’affresco umano è definito senzasbavature, e si ride con il cervello connesso.11

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