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“Marketing delle destinazioni turistiche” il ... - Lettere e Filosofia

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“Marketing <strong>delle</strong> <strong>destinazioni</strong> turistiche”<strong>il</strong> destination management e le D.M.O.fonti Umberto Martini , Mariangela Franch, Angelo PresenzaStefan Marchioro a.a. 2010-11Economia applicata al turismo


Destinazione turistica e territorio2.1 DESTINATION MANAGEMENT :CONCETTO E DEFINZIONI


Destination Management (1)Il Destination Management nasce dall’esigenza diintegrare - all’interno di un processo strategico – leazioni necessarie per gestire i fattori di attrattiva e iservizi turistici per interessare la domanda dimercato e di posizionare la destinazione in ambiticompetitivi adeguati rispetto alle caratteristiche delterritorio.Della Corte (2000) definisce infatti <strong>il</strong> DestinationManagement come “un tipo di gestione strategica<strong>delle</strong> località turistiche, attraverso un adeguatosistema di pianificazione e controllo <strong>delle</strong> attività dasv<strong>il</strong>uppare per incentivare <strong>il</strong> flusso di turisti presentinell’area”.


Destination Management (2)Un efficace processo di Destination Management deve quindi,da un lato, analizzare, definire e gestire i fattori di attrattiva ele differenti componenti imprenditoriali del sistema locale,dall’altro organizzare tutti questi elementi in proposte diofferta in grado di intercettare la domanda di mercato inmaniera competitiva ed adeguata alla capacità del territorio.Il Destination Management si traduce nel processo di gestionestrategica del territorio, ovvero nell’insieme <strong>delle</strong> attivitànecessarie per creare una visione condivisa attraverso <strong>il</strong>superamento <strong>delle</strong> logiche competitive interne el’incoraggiamento, a partire dal patrimonio di risorse ecompetenze disponib<strong>il</strong>i, di accordi tra attori (pubblici eprivati), anche stimolando la partecipazione di tutti questisoggetti al disegno complessivo del territorio


La r<strong>il</strong>evanza del territorio nel Destination ManagementNelle <strong>destinazioni</strong> di tipo community la prospettiva delDestination Management presuppone che <strong>il</strong> territorio non siasolo un contenitore spaziale dell’offerta, neutro eintercambiab<strong>il</strong>e, bensì l’elemento chela qualifica e ladifferenzia, divenendo esso stesso risorsa in quanto contesto(geografico e fisico) all’interno del quale insistono aziende eattori locali ma anche l’insieme di elementi sedimentati neltempo (istituzioni, identità , cultura, relazioni sociali, capacità)che hanno un ruolo propulsivo sull’attività economicaattraverso <strong>il</strong> capitale umano e sociale in esso disponib<strong>il</strong>i .In generale la gestione strategica di un territorio è un’attivitàche richiede <strong>il</strong> superamento di logiche competitive interne e <strong>il</strong>raggiungimento di accordi tra attori (pubblici e privati) percreare una visione condivisa e stimolare la partecipazione ditutti i soggetti coinvolti nel disegno complessivo del territorio.


Destinazione turistica e territorio2.2 STRATEGIE SISTEMICHE E GOVERNANCEDEL TERRITORIO


Le aggregazioni inter-aziendali……La creazione di aggregazioni inter-aziendalie l’istituzione di enti pivot rappresentanodue tipici interventi organizzativi nell’ambito di una strategia sistemicaterritoriale.Tali opportunitàsi dimostrano particolarmente r<strong>il</strong>evanti quando<strong>il</strong> tessutoproduttivo è composto da imprese di dimensione minore, le quali soffrono didifficoltà strutturali, organizzative e finanziarie se poste di fronte allacompetizione globale.Le aggregazioni inter-aziendali possono assumere una struttura giuridica e formalemolto differenziata, che va dalla stipula di accordi contrattuali limitati sotto <strong>il</strong>prof<strong>il</strong>o degli obiettivi e della durata, fino alla creazione di relazioni stab<strong>il</strong>i, cheportano alla creazione di una sovrastruttura alla quale sono affidati compiti siadi gestione diretta, sia di coordinamento fra gli attori (costituzione diassociazioni, società, , consorzi).Un’aggregazione si propone di raggiungere alcuni obiettivi tipici:1. Aumentare <strong>il</strong> livello di efficienza tecnologica-tecnicatecnica;2. Aumentare <strong>il</strong> livello di efficienza nelle attività commerciali;3. Aumentare <strong>il</strong> livello <strong>delle</strong> competenze interne trasferib<strong>il</strong>i;4. Aumentare la capacità dell’aggregazione di incidere sulle dinamichedell’offertae sul controllo <strong>delle</strong> spinte competitive.


…… e gli enti pivotLa seconda linea d’intervento alla base di un’azione di meta-management consistenella creazione di enti territoriali che hanno <strong>il</strong> compito di fac<strong>il</strong>itare <strong>il</strong>raggiungimento di obiettivi collegati alla strategia sistemica del territorio.In alcuni casi infatti la costituzione di aggregazioni fra imprese non è percorrib<strong>il</strong>e onon è sufficiente. In questi casi l’orientamento dell’azione imprenditoriale versoobiettivi coerenti con lo sv<strong>il</strong>uppo locale può avvenire mediante meccanismiorganizzativi più laschi, attraverso la creazione di enti che si facciano carico disostenere l’azione l<strong>delle</strong> imprese limitandosi a fornire risorse e competenzespecifiche (enti pivot).Tali enti, senza determinare modificazioni organizzative o istituzionali <strong>delle</strong> impresecoinvolte, contribuiscono attraverso la propria azione a garantire chel’esercizio strategico che esse adottano sia coerente con un disegno condivisodi offerta, definito a livello di strategia sistemica territoriale.L’azione può essere supportata attraverso un sistema di incentivi pubblici a favoredella realizzazione di attività comuni, e a sostegno di investimenti specifici chele singole imprese effettuano nell’ambito dell’azione collettiva.Esempi di enti pivot: agenzia integrata a livello nazionale; agenzia ombrello a livellonazionale (Es. Sv<strong>il</strong>uppo Italia); agenzia in rete (Alsazia); agenzia autonoma(Scozia, Galles, Catalogna); le aziende speciali <strong>delle</strong> Camere di Commercio(Padova Promex, Vicenza Qualità, etc.)


Destinazione turistica e territorio2.3 IL DESTINATION MANAGEMENT COMESTRATEGIA DI OFFERTA DEL TERRITORIO


La strategia sistemica territoriale applicata al turismoL’applicazione al turismo della nozione di strategia sistemica territorialeritoriale è alla base dell’idea diDestination Management.Le profonde modificazioni che hanno caratterizzato <strong>il</strong> mercato turistico hanno reso inadeguate lemodalità di gestione spontaneistica dell’offerta supportata dagli enti territoriali edall’incentivazione dell’attività imprenditoriale.Oggi <strong>il</strong> mantenimento <strong>delle</strong> posizioni di successo per le <strong>destinazioni</strong> ioni turistiche è legata alla capacità diadattarsi al cambiamento dei principali fattori che determinano l’andamento del settore e inparticolare alle variab<strong>il</strong>i economiche,politiche, sociali, ambientali, tecnologiche e demografichea livello globale.I principali cambiamenti intervenuti nel settore turistico a partire dagli anni ‘90 e che hanno fattoemergere l’esigenza del DM sono i seguenti:1. Globalizzazione della competizione: apertura di nuovi mercati, diffusione di standard disicurezza e servizio, trasporto aereo e voli low cost crescita del turismo internazionale;2. Cambiamenti nelle motivazioni e nei comportamenti di scelta e di fruizione della vacanza: ituristi di oggi sono portatori di bisogni specifici che cercano di soddisfare selezionando leproposte più adatte alle loro caratterstiche sociali, demografici e allo st<strong>il</strong>e di vita; sono orientatia ridurre la vacanza e a moltiplicare <strong>il</strong> numero di vacanze durante l’anno;3. Concentrazione dei settori dell’intermediazione e del trasporto: la crescita del mercatointernazionale ha determinato la comparsa di grandi gruppi multinazionali con grandi volumi diclientela e forti economie di scala e politiche di prezzi sempre più aggressive che anche le<strong>destinazioni</strong> community si trovano a dover fronteggiare;4. Avvento <strong>delle</strong> tecnologie per l’informazione e la comunicazione: internet oltre ad essere uneccellente strumento di ricerca di informazioni per la vacanza, ha sv<strong>il</strong>uppato nuove forme dicontatto tra domanda e offerta favorendo la nascita di nuovi intermediari turistici.


Il campo di azione del Destination Management (1)Il tentativo di ricondurre in un disegno coordinato l’offerta territoriale, attraverso unaspecifica azione di governance, costituisce la sfida manageriale con cui le<strong>destinazioni</strong> di tipo community cercano di recuperare competitività di fronte allesfide del mercato (Beritelli, 2007).Il campo di azione del DM è riconducib<strong>il</strong>e a quattro a dimensioni:1. La generazione di flussi turistici di incoming: attraverso <strong>il</strong> DM una destinazione miraad incrementare, gestire, stab<strong>il</strong>izzare la propria capacità di attrarre flussi turisticiche garantiscano risultati economici soddisfacenti per gli operatori locali,preservando <strong>il</strong> territorio dai pericoli dello sfruttamento e dell’eccesso di carico;2. La gestione dell’immagine e del valore simbolico della destinazione:<strong>il</strong> DM,attraverso un processo comunicativo promozionale, deve valorizzare i fattoridistintivi del territorio, qualificandolo come adatto a un certo tipo di vacanza;3. Il coordinamento e la gestione <strong>delle</strong> relazioni con gli stakeholder: l’azione di DMdeve riuscire ad integrare l’operato ldegli attori locali creando i presupposti affinchél’offerta assuma i connotati di una configurazione network attraverso relazioniorizzontali tra i vari stakeholder e relazioni verticali fra e essi e l’organismo di metamanagement;4. La valutazione dell’impatto del turismo sul sistema territoriale locale: <strong>il</strong> DM deveconsiderare anche le ricadute sociali del fenomeno turistico sui residenti, lar<strong>il</strong>evanza dei fattori paesaggistici e naturali nella determinazione <strong>delle</strong> capacitàattrattive di un territorio, in riferimento alla loro deperib<strong>il</strong>ità e non riproducib<strong>il</strong>ità.


Il campo di azione del Destination Management (2)Le aree di contenuto dell’ attività di Destination Management possonoessere raggruppate attorno ad alcuni obiettivi di medio/lungotermine, quali:1. La definizione di un piano strategico di sv<strong>il</strong>uppo dell’offerta, checonsenta di individuare opportuni binomi prodotto/mercatomediante i quali rivolgere offerte specifiche a segmenti mirati diclientela;2. L’aumento della scala dimensionale dell’offerta promuovendo lacollaborazione fra gli attori locali e trasferendo ad essicompetenze significative in relazione all’innovazione dell’offertaedell’attività di marketing come elementi indispensab<strong>il</strong>i percompetere sul mercato turistico;3. La promozione di politiche della qualità dell’offertaofferta;4. La considerazione del vincolo di sostenib<strong>il</strong>ità dell’offerta turistica;5. La coerenza e l’integrazione con la politica turistica del territorio.


Strategia di offerta e individuazione dei binomiprodotto/mercato (2)Non tutti i prodotti turistici potenzialmente realizzab<strong>il</strong>i sono compatib<strong>il</strong>i con le caratteristiche delluogo. Tenendo conto di queste considerazioni è possib<strong>il</strong>e definire una tipologia deiprodotti turistici che una destinazione community può esprimere:1. Prodotti attuali: rappresentano l’offerta della destinazione in determinato momento. Essiesprimono la vocazione del luogo, definendone l’immaginario turistico presso le regioni digenerazione. Il DM implica in questi casi una valutazione costante dell’adeguatezza dei prodottiofferti rispetto alle tendenze del mercato e al confronto competitivo con altre <strong>destinazioni</strong>.2. Nuovi prodotti: rappresentano i possib<strong>il</strong>i percorsi innovativi dell’offerta turistica, che sisostanziano nella capacità della destinazione di soddisfare bisogni o motivazioni di viaggiodiverse da quelle che abitualmente determinano i flussi turistici attraverso interventi strutturalie infrastrutturali e l’avvio di nuove imprese. Particolare attenzione deve essere posta allacoerenza fra nuovi prodotti e quelli esistenti. Ci sono inoltre situazioni in cui i nuovi prodottirappresentano un percorso obbligato di riposizionamento turistico per evitare <strong>il</strong> declino delladestinazione.3. Prodotti giacenti: si tratta dell’insieme di risorse naturali, culturali e antropologiche disponib<strong>il</strong>inel territorio ma non ancora valorizzate a fini turistici. L’azione di DM si concentra nellagestione del processo di emersione di nuove attrattive turistiche, mediante la valorizzazione<strong>delle</strong> risorse presenti nel territorio e la loro integrazione con l’offerta già esistente.4. Prodotti indesiderati: ci si riferisce alle offerte che la destinazione ritiene di non dover proporresul mercato, per ragioni di opportunità legate alla valutazione di impatto che esse avrebberosul tessuto sociale o sull’ambiente, all’immagine turistica consolidata della destinazione, alleattitudini e alle competenze degli attori economici locali.


La promozione della collaborazione fra gli operatori localiL’azione di DM nelle <strong>destinazioni</strong> community è basata in gran parte sullacapacitàdi coinvolgere gli attori locali in progetti condivisi,sv<strong>il</strong>uppandone anche l’attitudine alla cooperazione. Di conseguenzal’organismo che se ne fa carico deve:1. Acquisire una sufficiente legittimazione da parte degli attori;2. Avere la capacità di gestire le relazioni cooperative/competitive fra gliattori;3. Portare al conseguimento di risultati di mercato significativi edimostrab<strong>il</strong>i;4. Rimanere parte integrante del tessuto sociale della località, nonapparendo come un “corpo estraneo” portatore di finalità proprie(rischio autoreferenzialità) .Scopo del DM è quello di dare un significato all’attivitattività <strong>delle</strong> singole impreseinserendole nel contesto della destinazione, , aumentando la capacità diintercettare segmenti di mercato anche attraverso strumenti e supportitecnologici che le singole imprese non potrebbero gestire efficacemente.cemente.Le aree nella quali tale azione è particolarmente visib<strong>il</strong>e sono <strong>il</strong>marketing e le tecnologie per l’informazione le la comunicazione.


La qualità dell’offerta della destinazione (1)La qualità della vacanza , intesa come capacità di soddisfare le aspettative dei clienti,costituisce un obiettivo primario per qualsiasi organizzazione turisticaturistica. Definirela qualità nel turismo è particolarmente difficoltoso per i seguenti motivi(Brunetti, 1999):1. Il fatto che <strong>il</strong> prodotto turistico sia composito, derivando dall’attività di moltepliciimprese e organizzazioni, che, interagendo in modo diversamente strutturato, offrono ipropri servizi ai turisti. La qualità dei servizi offerti da tali imprese non è necessariamentecoincidente.2. Il fatto che la fruizione turistica si configuri come una prestazione prolungata, che vienevalutata nel suo insieme piuttosto che rispetto al contributo specifico <strong>delle</strong> singole parti.La vacanza è un susseguirsi di “momenti della verità” che producono un effetto disoddisfazione o insoddisfazione altamente variab<strong>il</strong>e e diffic<strong>il</strong>e da ricondurre a unospecifico episodio.3. Il fatto che <strong>il</strong> prodotto turistico sia virtuale, essendo legato al processo di fruizioneoperato dal turista che ne fa un tipico bene esperienza la cui qualità può essere misuratasolo dopo aver fruito dei diversi servizi che danno forma e contenuto alla vacanza.4. Il fatto che <strong>il</strong> turismo in quanto esperienza di vita implica un forte coinvolgimento delturista nella sua interazione con l’ambiente naturale, culturale e sociale del territorio. Lapercezione della qualità dipende perciò anche dal tipo di relazione che <strong>il</strong> turista riescead instaurare con <strong>il</strong> territorio (clima, ambiente, persone, organizzazione sociale, altrituristi) che può avere come esito un’immersione soddisfacente o al contrario un senso diost<strong>il</strong>ità e d’inadeguatezza.


La qualità dell’offerta della destinazione (2)La qualità dell’offerta turistica di una destinazione community può essere intesa comela risultante del confronto fra le aspettative del turista prima della vacanza el’esperienza vissuta nel territorio attraverso la fruizione dei servizi ma anchederivante dal sistema di relazioni che <strong>il</strong> turista attiva nel territorio nel suoinsieme.La qualità della vacanza deriva perciò dalla sintesi fra la qualità tecnica dei singolielementi di cui si compone la vacanza (<strong>il</strong> trasporto, la ricettività, laristorazione, intrattenimento, infrastrutture), e la qualità relazionale che <strong>il</strong>turista è riuscito a instaurare con la destinazione in termini di accoglienza orifiuto del proprio sistema di bisogni e di preferenze.L’attività di DM può assumere una r<strong>il</strong>evanza particolare rispetto all’obiettivo dellaqualità svolgendo le seguenti funzioni:1. Proponendo politiche di offerta aventi carattere di destinazione e non di singolaimpresa e proponendo una visione d’insieme che determina la valutazionedella qualità della vacanza da parte del turista;2. Diffondendo pratiche condivise di definizione e controllo della qualità fra lediverse categorie operanti nella destinazione;3. Agendo direttamente sull’erogazione di servizi di supporto al turismo checonsentano di migliorare la fruizione dei luoghi e <strong>delle</strong> attrazionioni, quindi diinfluenzare positivamente <strong>il</strong> tipo di esperienza che <strong>il</strong> turista compie nelladestinazione.


Capacità di carico e sostenib<strong>il</strong>ità dell’offerta (1)Nelle <strong>destinazioni</strong> community la durevolezza del fenomeno turistico è legataalla capacità di rispettare la soglia di carico di sostenib<strong>il</strong>e dell’ambienteambiente,in modo da garantire <strong>il</strong> soddisfacimento <strong>delle</strong> richieste di accesso, visitae fruizione dei turisti alle risorse naturali. Queste ultime infatti possonoessere considerate esaurib<strong>il</strong>i.Un eccesso di antropizzazione e d’infrastrutturazione dovuto a uno sv<strong>il</strong>uppoturistico svincolato dalla valutazione della capacità del caricoambientale genera, nel lungo periodo, un danno economico perchésottrae valore all’insieme di risorse disponib<strong>il</strong>i nella destinazione,trasferendo, nel breve periodo, agli attori che realizzano attivitàturistiche mediante <strong>il</strong> suo sfruttamento.Le politiche volte alla conservazione dell’ambiente (e <strong>delle</strong> risorse nel lorocomplesso, quindi anche quelle architettoniche, artistiche,antropologico-culturali) devono essere interpretate non come un limiteallo sv<strong>il</strong>uppo turistico, ma come un percorso strategico attraverso <strong>il</strong>quale incrementare e mantenere nel tempo la competitività di unadestinazione (Mihalic, 2000).


Capacità di carico e sostenib<strong>il</strong>ità dell’offerta (2)Attraverso una proficua sinergia fra l’azione ldi DM e la politica governativalegata all’ambiente e al territorio è possib<strong>il</strong>e promuovere azionifinalizzate a:• Al risparmio energetico (impiego di fonti energetiche alternative,riduzione dei consumi energetici);• Alla gestione dei rifiuti e di altre forme d’inquinamento connesse alfenomeno turistico;• Alla tutela del patrimonio naturale, architettonico, artistico eantropologico - culturale;• Alla gestione dell’accesso alla destinazione e, più in generale, allapolitica della mob<strong>il</strong>ità e dei trasporti al suo interno;• Alla gestione dei piani urbanistici e dei piani regolatori in chiave dicontrollo dell’espansione ed<strong>il</strong>izia e dell’antropizzazione <strong>delle</strong> zone ditutela paesaggistica.Alla politica governativa spetta agire sul contesto normativo e regolamentare,al DM spetta <strong>il</strong> compito di costruire prodotti turistici in grado di tutelaree valorizzare le risorse naturali e culturali, oltre che di individuare targetdi mercato coerenti con la capacità di carico del territorio.


Legame con la politica turistica del territorioIl DM non deve però sovrapporsi alle decisioni di politica turistica che sono dicompetenza dell’organo di governo del territorio.La politica turistica può essere definita come un insieme di norme, regole, direttive eobiettivi di sv<strong>il</strong>uppo che definiscono <strong>il</strong> quadro all’interno del quale sono assunte ledecisioni – individuali e collettive – relative all’attività turistica all’interno di un’area(Ritchie e Crouch, 2000).L’azione di DM deve muoversi all’interno di questo quadro, divenendo espressioneoperativa della politica turistica del territorio.A tal fine è necessario che l’azione di DM sia legittimata sul territorio dall’organo digoverno, del quale dev’essere, essere, già negli obiettivi costitutivi, l’espressione loperativa,ossia <strong>il</strong> primo deputato all’attuazione della politica turistica della destinazione. IL DMdeve però avere anche un ruolo propositivo sulla formulazione della politica turistica,contribuendo a definire, attraverso apposite modalità, le decisioni assuntedall’organo di governo.L’azione di DM in una destinazione community è inserita all’interno di uno spaziodecisionale compreso fra la politica turistica del territorio e la strategiaimprenditoriale dei singoli attori economici che vi operano, che devono essere resecoerenti con le tendenze della domanda turistica e con l’andamento dellacompetizione fra territori e fra prodotti. La sua efficacia dipende quindi oltre chedalla qualità <strong>delle</strong> decisioni assunte e dagli strumenti adottati, anche dalla capacitàdi interazione fra i diversi piani che compongono e posizionano sul mercato l’offerta lturistica della destinazione.


Destination Management Organization2.4 LE STRUTTURE ORGANIZZATIVE PERL’AZIONE DI DESTINATION MANAGEMENT


La creazione della Destination Management OrganizationLa possib<strong>il</strong>ità per una destinazione community di attuare l’azione ldi DM èlegata all’esistenza di una struttura organizzativa che si faccia carico digestire i processi organizzativi e decisionali sin qui esposti.La creazione di una struttura (DMO) che compia l’azione di DM rappresentauna precisa scelta del modo in cui organizzare la produzione dei servizituristici nella destinazione.Nelle <strong>destinazioni</strong> community, nelle quali la presenza di numerosi attoriimpedisce d’ipotizzare la nascita di un’unica organizzazione proprietaria<strong>delle</strong> risorse, la DMO si configura come organismo di metamanagementche indirizza l’operato degli attori locali dando esecuzionealla politica turistica decisa a livello di governo del territorio.L’attività della DMO , essendo finalizzata a gestire in maniera integratal’offerta, si qualifica come un bene pubblico, che genera esternalitàpositive per gli attori locali, ma che può innescare anchecomportamenti opportunistici causando un fallimento del mercato.La creazione di una DMO si configura quindi come una <strong>delle</strong> più importantimanifestazioni dell’intervento pubblico nel governo del turismo in unadestinazione community.


DMO: definizione, mission, obiettivi (1)Secondo l’Organizzazione Mondiale del Turismo (UNWTO)la Destination Management Organization (DMO) è l’organizzazioneresponsab<strong>il</strong>e per <strong>il</strong> management ed <strong>il</strong> marketing delladestinazione, <strong>il</strong> cui compito è quello di promuovere e organizzarel’integrazione dell’aggregato di elementi di un territorio checonvergono nel dar corpo ad un’offerta turistica, in modo che essaaumenti le sue performance e la sua capacità di competere.Le DMO devono poter mettere in contatto la domanda con l’offerta,devono comprendere e interpretare le esigenze del visitatore dandorisposte semplici ed immediate, devono coordinare in modocontinuativo l’insieme di attività e di offerte della destinazioneprocurando una distribuzione efficiente dei prodotti nei mercatiche rappresentano un elevato potenziale di sv<strong>il</strong>uppo. Devonoinoltre essere in grado di prendere le decisioni strategiche inrelazione alle leve di marketing: prodotto, branding, prezzo,segmentazione del mercato, promozione e distribuzione.


DMO: definizione, mission, obiettivi (2)La mission <strong>delle</strong> DMO può quindi essere sintetizzata comesegue:– organizzazione/gestione/aggiornamento <strong>delle</strong>informazioni sull’offerta turistica locale;– qualificazione dei servizi e dei prodotti locali;– integrazione dell’offerta in pacchetti e servizi ad altovalore aggiunto;– promozione/marketing/vendita dell’offerta turisticaintegrata attraverso: innovativi canali digitali,monitoraggio della domanda e dell’offerta, creazione di unnetwork relazionale, implementazione di un sistema diqualità totale, sv<strong>il</strong>uppo e promozione di forme di turismosostenib<strong>il</strong>e;– segmentazione del mercato, promozione e distribuzione.


DMO: definizione, mission, obiettivi (3)Gli obiettivi che le DMO devono perseguire sono:– accoglienza e soddisfazione del turista;– qualità progettuale e profittab<strong>il</strong>ità per l’operatoreturistico;– coinvolgimento a vantaggio <strong>delle</strong> comunitàospitanti;– rispetto e protezione dell’ambiente;– brand di territorio (awareness);Questi obiettivi saranno raggiunti grazie alladisponib<strong>il</strong>itàdi competenze che devono essereeccellenti nell’ambito della progettazione, di regiaossia la governance, di comunicazione enegoziazione interna ed esterna al sistema.


DMO: struttura organizzativa, risorse, funzioni (1)La Destination Management Organization può nascere da un Progetto di MarketingTerritoriale o di Destination Management, che definisce un sistema di servizi e dirisorse coinvolte nello sv<strong>il</strong>uppo e nel governo dell’offerta turistica integrata, in uncontesto territoriale specifico, esaltandone le caratteristiche identitarie e didifferenza competitiva.A seconda del livello di destinazione le DMO possono essere suddivise in:– autorità/organizzazioni nazionali per <strong>il</strong> turismo, responsab<strong>il</strong>i per la gestione ela promozione del turismo a livello nazionale;– DMO di livello regionale o provinciale;– DMO locale, responsab<strong>il</strong>e per la gestione e <strong>il</strong> marketing del turismo concompetenze su un’area geografica o una città predefinita.La struttura organizzativa <strong>delle</strong> DMO può quindi includere la forma di dipartimentoistituzionale o una sua divisione (per esempio l’Assessorato al turismo), un entepubblico territoriale, aziende speciali, consorzi privati, aziende a capitale mistopubblico-privato, organizzazioni private o non profit.La DMO è, , in molti casi, una società pubblico-privataprivata, che si occupa di promuovere,commercializzare e gestire i flussi turistici di una destinazione coinvolgendo gliattori operanti sul territorio (aziende anche non turistiche, istituzioni, associazioni,persone). La tipologia di DMO e la possib<strong>il</strong>ità stessa di istituirla sono condizionatidal contesto culturale, politico, economico e soprattutto normativo.


DMO: struttura organizzativa, risorse, funzioni (2)Per quanto riguarda le fonti di finanziamento <strong>delle</strong>DMO, è possib<strong>il</strong>e individuare modalità digestione <strong>delle</strong> risorse finanziarie differenti inbase alla struttura organizzativa o al contesto incui opera la DMO.Si può andare dall’allocazione governativa di fondipubblici a tasse di scopo o all’imposta disoggiorno, dalle sponsorizzazioni e pubblicità dispecifiche attività promozionali ai contributirichiesti ai promotori ed ai soci, allecommissioni per servizi o attività dirette diprenotazione, etc.


DMO: struttura organizzativa, risorse, funzioni (3)Alcuni autori (Morrison 1998, Presenza 2005) hanno provato a riassumerealcune <strong>delle</strong> possib<strong>il</strong>i funzioni <strong>delle</strong> DMO come segue:– un economic driver che genera nuove entrate e nuova occupazione,contribuendo allo sv<strong>il</strong>uppo di un economia locale più diversificata;– un comunity marketer in grado di comunicare un’immagine unitaria ele attrazioni della destinazione più significative verso un mercatoselezionato di potenziali visitatori;– un industry coordinator capace di indirizzare lo sv<strong>il</strong>uppo turisticolocale verso strategie focalizzate, incoraggiando le relazioni sistemichetra le imprese turistiche locali e agendo sulla ridistribuzione ediffusione dei benefici derivanti dal fenomeno turistico;– un quasi – public rappresentative poiché intermediario tra gli interessidell’industria turistica, le esigenze dei residenti, le scelte politiche e lerichieste della domanda turistica;– un bu<strong>il</strong>der of community pride attraverso azioni di supporto almiglioramento della qualità di vita per i visitatori e per le popolazioniospitanti.

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