Il patrimonio culturale - Parco Nazionale Gran Paradiso
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Federica Thomassetin collaborazione con:Sergio BongiovanniUmberto JaninBrunella VallauriDario Sasso<strong>Il</strong> <strong>patrimonio</strong><strong>culturale</strong>• Insediamenti, infrastrutturee servizi• Centri, nuclei storici e alpeggi• Strade e percorsi
STUDIPROPEDEUTICIPER IL PIANODEL PARCOPATRIMONIOCULTURALE4. 1Insediamentiinfrastrutturee serviziPremessaLo studio si inserisce nel programma di ricerchecon gli obiettivi di:— omogeneizzare le conoscenze già esistentisui due versanti del parco;— fornire un archivio informatizzato e georeferenziatosulle componenti insediative (struttureinsediative, centri storici, alpeggi, infrastrutture,servizi del parco), sulla rete dei percorsi, contenenteinformazioni di base, eventualmente incrementabilie di agevole utilizzo;— fornire una prima riflessione attraverso lapredisposizione di carte d’interpretazione sullasituazione e peculiarità del sistema insediativo e sulledinamiche in atto;— predisporre un catalogo delle strutture storicheaggregate su base catastale, contenente le strutture,i caratteri dell’insediamento storico, gli elementidi interesse o di degrado, le modificazioniavvenute nel tempo.118Valle Orco.Fraz. Maison,vallone del Roc.(foto arch. PNGP)La struttura insediativaUn territorio un tempo densamente popolato,in particolare sul versante piemontese, segnatodall’opera dell’uomo fino alle alte quote, secondoil tradizionale modello della transumanza, maanche ricco di importanti centri produttivi e dimercato sui fondovalle. Due regioni tra loro storicamentelegate dai percorsi intervallivi, che nell’arcodi un secolo hanno subito, entrambe, unaprogressiva emarginazione: crisi dell’attivitàmineraria della “Cogne” e delle attività manifatturierein genere, sviluppo e attrazione dei centriindustriali in pianura. <strong>Il</strong> sistema storico si strutturain 222 aggregati (171 in Piemonte, 51 in Valled’Aosta) tra loro collegati da una fitta rete di percorsie a loro volta collegati con il sistema deglialpeggi (oltre 450 strutture) e dell’edificato sparso.La struttura storica, caratterizzata da una molteplicitàdi manufatti di interesse storico, artistico,ambientale e paesaggistico, forma un <strong>patrimonio</strong>d’immenso valore, oggi non sufficientementevalutato dalle politiche sia di tutela sia di valorizzazione.Sebbene negli ultimi decenni vi sia statauna spinta al recupero delle strutture storiche, ilsistema nel suo complesso è sottoposto a forti processidi degrado e di ‘banalizzazione’ che stannoinevitabilmente diminuendo la leggibilità dellerelazioni che legano e hanno legato i singoli benial loro territorio.I processi di forte decremento della popolazione
TABELLA 1 - SUPERFICIE DEL SISTEMA INSEDIATIVO PER CATEGORIE D’USO E PER REGIONIversante valdostano versante piemontese totaleha % ha % ha % % su tot *edificato storico 42,57 22,31 90,48 36,44 133,05 30,30 0,15edificato recente a bassa densità 16,99 8,90 29,29 11,80 46,28 10,54 0,05edificato recente ad alta densità 35,89 18,81 59,95 24,15 95,84 21,82 0,11edificato sparso 21,38 11,20 12,88 5,19 34,26 7,80 0,04aree per servizi 2,11 1,11 1,38 0,56 3,49 0,79 0,00insediamento produttivo 9,58 5,02 27,41 11,04 36,99 8,42 0,04aree verdi e sportive 13,56 7,11 7,75 3,12 21,31 4,85 0,02cave, cantieri, splateamenti 20,61 10,80 8,76 3,53 29,37 6,69 0,03campeggi 12,7 6,65 4,79 1,93 17,49 3,98 0,02parcheggi isolati 15,46 8,10 5,59 2,25 21,05 4,79 0,02Totale 190,85 100,00 248,28 100,00 439,13 100,00 0,48STUDIPROPEDEUTICIPER IL PIANODEL PARCOPATRIMONIOCULTURALE* percentuale sul territorio indagato pari a 91.000 ettariTABELLA 2 - NUMERO DI AGGREGATI STORICIPER NUMERO DI SERVIZIversantevaldostano(38,3% nel trentennio ‘51-’81) e il declino dell’agricolturae della pastorizia hanno indebolito il sistemainsediativo storico, riducendo, in particolare nellevalli canavesane, intere zone non più accessibili, auno stato di totale abbandono e collasso.Due opposte tendenzeversantepiemontesetotalen % n % n %privo di servizi 28 55 146 85 174 78con un servizio 11 22 5 3 16 7tra 2 e 4 servizi 3 6 16 9 19 9più di 5 servizi 9 18 4 2 13 6Totale 51 100 171 100 222 100Come già emerso nella lettura dei dati socioeconomici,le tendenze in atto sui due versanti sono assaidiverse: un forte declino demografico, vaste aree diabbandono in Piemonte; un certo incremento in Valled’Aosta e una maggior tenuta delle aree agricole. L’occupazionedi suolo a fini residenziali, produttivi e perservizi, dal dopoguerra, è più che triplicato sull’interoparco. In termini di superfici, le nuove aree occupaterisultano pressoché eguali sui due versanti, ma in rapportoall’edificato storico, nelle valli valdostane lesuperfici edificate sono incrementate del 270%, mentrein quelle canavesane del 159%, invertendo la situazionedei secoli passati. Si rileva una maggiore presenza diaree a servizi in Valle d’Aosta e una maggior presenza diaree a uso industriale nelle valli canavesane, prevalentementeriferite agli impianti idroelettrici. Se si confrontanoi servizi (commerciali, amministrativi, ricettivi)presenti nei nuclei o nelle aree di espansione limitrofe,si può notare una distribuzione più capillare nell’areavaldostana, con alcuni poli maggiormente serviti.In Piemonte, l’edificato recente sembra esserepiù compatto e a maggior densità, l’occupazione disuolo si è concentrata prevalentemente lungo alcunetratte dei fondovalle (tra Locana e Rosone; a Roncoe Ceresole Reale) attestando uno sviluppo quasi incontinuità lungo la Statale e meno ancorato al sistemadei nuclei storici. Nelle valli valdostane, sebbenecon polarizzazioni più o meno forti, l’edificazionerecente si è sviluppata in modo più distribuito sul territorioe in continuità con il sistema storico. L’incrementoin numero di edifici è più diffuso e capillare inValle d’Aosta, sebbene raggiunga dimensioni superiorial 30% solo nel 20% dei casi; in Piemonte il 62%dei nuclei non hanno avuto quasi incremento, maabbiamo alcuni casi di forti polarizzazioni. Da tenerpresente che la percentuale di incremento è sulnumero di edifici , quindi possiamo trovare situazionidi forte incremento su nuclei di modesta dimensioneche sostanzialmente si riducono a pochi edifici.L’aumento del bosco e il conseguente restringimentodelle aree agricole è diffuso ma con una nettaprevalenza nelle vallate piemontesi. 119
STUDIPROPEDEUTICIPER IL PIANODEL PARCOPATRIMONIOCULTURALETABELLA 3 - NUMERO DI AGGREGATI STORICI PER CLASSI DI INCREMENTO EDILIZIOValle d’Aosta Piemonte totalenuovi edifici rispetto al catasto di impianto n % n % n %< del 10% 14 27 106 62 120 54tra il 10% e il 20% 17 33 17 10 34 15tra il 20%e il 30% 6 12 10 6 16 7tra il 30%e il 40% 8 16 9 5 17 8tra il 40% e il 50% % 2 4 12 7 14 6> del 50% 4 8 17 10 21 9Totale 51 100 171 100 222 100TABELLA 4 - SISTEMA INFRASTRUTTURALEPER TIPOLOGIAkm %strade principali 11 69strade secondarie 83 *7strade bianche 121 **10strade asfaltate di accesso ai nuclei 21 1,5strade sterrate di accesso ai nuclei 7 0,5sistema dei sentieri 857 72* di cui 6 km di accesso alle dighe** di cui 4 km di accesso alle digheValle di Cogne.Cretaz.(foto L. Ramires)120Sicuramente le differenze tra le due regionisono ascrivibili in gran parte al sistema dell’accessibilità:una buona infrastrutturazione e una facileaccessibilità in Valle d’Aosta con il nuovo caselloautostradale nel punto di accesso alle tre valli; unaminor manutenzione ed efficienza della rete viariapiemontese, che penalizza e condiziona le vallicanavesane sia nei processi di sviluppo turistico sianella permanenza della popolazione in loco. In sintesiun territorio in forte rinaturalizzazione in Piemonte,un territorio più sottoposto a interventiurbanizzativi diffusi e soprattutto infrastrutturali, inValle d’Aosta.L’insieme del sistema insediativo, per gran parteesterno al perimetro del <strong>Parco</strong>, ma inscindibilmentele-gato a esso, costituisce un capitale patrimonialesu cui devono essere indirizzate parte dellepolitiche di spesa.<strong>Il</strong> miglioramento dell’accessibilità, del sistemadei trasporti, la realizzazione dei servizi di base perla popolazione, la promozione di servizi al turismo,sono i punti fondamentali per un recupero delsistema insediativo, e per mantenere, nell’ipotesiminima, la stabilità demografica degli ultimidecenni. Ma il problema nodale da affrontare, al dilà dei singoli interventi di riqualificazione e dipotenziamento dei servizi, è la necessità di ricomporrel’unitarietà del <strong>Parco</strong>, riequilibrando ledisfunzioni strutturali dei due sistemi e riducendo iprocessi in atto di divaricazione sui due versanti.Si apre in sostanza un problema di coordinamentodei diversi livelli di governo, che con azioni concreteanche diversificate, possa recuperare la centralitàdel <strong>Gran</strong> <strong>Paradiso</strong> nei sistemi di relazioni,materiali ed immateriali, che storicamente hannolegato le sue valli.Assetto storico e attuale<strong>Il</strong> sistema insediativo strutturato lungo le valli costituisceil supporto fondamentale per l’organizzazione dellafruizione del <strong>Parco</strong> e per il presidio del territorio.Di seguito sono visualizzate le tavole dei 20 ambitiindividuati per il versante Piemontese e dei 17 peril versante Valdostano, che rendono conto della retestorica principale che metteva in comunicazione idiversi centri, del ruolo di centralità di alcuni aggregati,della continuità delle aree storicamente coltivatee delle modificazioni avvenute.
Valle d’AostaCOGNEStrutture aggregatee viabilità storica▲NSistema insediativo attuale
Valle d’AostaVALSAVARENCHEStrutture aggregatee viabilità storica▲NSistema insediativoattuale
Valle d’AostaINTROD - RHÊMES-SAINT-GEORGES▲NStrutture aggregatee viabilità storicaSistema insediativoattuale
Valle d’AostaIMBOCCO E MEDIA VALLE DI COGNEStrutture aggregatee viabilità storica▲NSistema insediativoattuale
Valle d’AostaRHÊMES-NOTRE-DAMESTUDIPROPEDEUTICIPER IL PIANODEL PARCO▲NStrutture aggregatee viabilità storicaPATRIMONIOCULTURALESistema insediativoattuale125
PiemonteVALLE ORCO - NOASCA, CERESOLE REALEStrutture aggregatee viabilità storica▲NSistema insediativoattuale
PiemonteVALLE ORCO - LOCANA▲NStrutture aggregatee viabilità storicaSistema insediativoattuale
PiemonteVALLE SOANA - RONCO CANAVESEStrutture aggregatee viabilità storica▲N
PiemonteVALLE SOANA - VALPRATO SOANAStrutture aggregatee viabilità storica▲NSistema insediativo attuale
STUDIPROPEDEUTICIPER IL PIANODEL PARCOPATRIMONIOCULTURALE1304 . 2Centri,nuclei storicie alpeggiValsavarenche.Rovenaud.(foto arch. PNGP)PremessaLa ricerca ha preso in esame, sulla base di indaginicatastali e sul campo, 222 nuclei, distribuitiper il 23% in Valle d’Aosta e per il 77% inPiemonte. Tutti gli aggregati sono originariamenteabitati stabilmente, tranne alcune strutture di alpeggioche per tipologia o particolarità degli edifici si èritenuto fossero abitate quasi stabilmente nei secoli dimaggior espansione. Per ogni aggregato, su supportoinformatico e nel catalogo, sono state disposte leinformazioni, sintetiche e analitiche, oltre che cartograficherelative:— alla loro localizzazione e identificazione;— ai caratteri del contesto: sistema dei percorsi, areeagricole, modificazioni avvenute nel tempo e peculiaritàpaesaggistiche, che qualificano l’aggregato;— alla struttura urbanistica con riferimento aglielementi che ne strutturano l’impianto: il sistemaviario, il rapporto con i beni storici, con la morfologiadel territorio e il modello aggregativo degliedifici;— alle strutture edilizie: organizzazione funzionale,tipologie, materiali ricorrenti, monumenti storicoarchitettonicispecifici che qualificano l’aggregato;Si sono elaborate, inoltre, per ogni nucleo dellevalutazioni finalizzate a evidenziare le situazioni critichee di valore, in particolare:— sulla qualità del contesto: alterazioni, panoramicità,presenza di elementi culturali o beni naturali rilevantinella struttura del paesaggio;— sullo stato di conservazione dell’impianto, e all’interesseche riveste in termini di significatività, peculiaritàdei sistemi aggregativi e localizzativi;— sullo stato delle strutture edilizie (processi di degrado,e leggibilità delle strutture), oltre che del loro valore(elementi di pregio, coerenza architettonica e stilistica,modelli abitativi, stratificazioni).Per quanto riguarda le strutture d’alpeggio, sonostati schedati, con rilievi sul campo da parte dei guardiaparco,453 edifici, di cui 297 (66%) in Piemonte e156 (34%) in Valle d’Aosta. Le informazioni catalogateoltre alla localizzazione e all’assetto proprietarioriguardano:— le strutture edilizie: numero di fabbricati, composizionecorpi di fabbrica, materiali, stato di conservazione,dotazione dei servizi, tipo di accessibilità,datazione;— gli usi e le funzioni degli edifici originari (se desumibili)e attuali;— la gestione dell’alpeggio: periodo di utilizzo, numeroe tipo di capi, tipo di produzione, stato di manutenzionedel pascolo.
TABELLA 5 - CONSISTENZA DEL PATRIMONIO EDILIZIO STORICOPER NUMERO DI AGGREGATI, DI EDIFICI E DI TRAMUTIstrutture aggregate tramuti edifici al catastodi impiantonel parco n totale % n % n %Valle d’Aosta 16 51 23 156 34 1171 32Piemonte 50 171 77 297 66 2.435 68Totale 66 222 100 453 100 3.606 100STUDIPROPEDEUTICIPER IL PIANODEL PARCOTABELLA 6 - DISTRIBUZIONEDEGLI ALPEGGI PER IMPORTANZAValle d’Aosta Piemonte totalen % n % n %elevata 26 17 12 4 38 8discreto 37 24 102 34 139 31bassa 82 52 183 62 265 59non censiti 11 7 11 2Totale 156 100 297 100 453 100TABELLA 7 - DISTRIBUZIONE DEGLI AGGREGATI STORICIPER QUOTA ALTIMETRICAValle d’Aosta Piemonte totalequota mslm n % n % n %< 799 0 39 23 39 17800 - 999 1 2 35 20 36 161000 - 1199 10 19 45 26 55 251200 - 1499 9 18 35 20 44 20>1500 31 61 17 9 48 22Totale 51 100 100 100 222 100TABELLA 8 - DISTRIBUZIONE DEGLI AGGREGATISTORICI PER CLASSI DIMENSIONALIValle d’Aosta Piemonte totalen. edifici n % n % n %al catastodi impianto< 5 2 4 27 16 29 1316 - 13 18 35 69 40 87 3914 - 40 24 47 70 41 94 4241 - 80 6 12 5 3 11 5> 80 1 2 1 0Totale 51 100 100 100 222 100Anche per gli alpeggi sono evidenziate le strutturedi maggior valore in funzione di una prospettiva divalorizzazione delle stesse, riferita al carattere storicoarchitettonicodegli edifici, al valore paesistico delsito e alla localizzazione rispetto ai percorsi di fruizioneprincipali, così come il loro livello di degrado.Distribuzione e consistenzadel <strong>patrimonio</strong> storico; un sistemaaperto e un sistema chiusoNelle valli valdostane, storicamente meno insediaterispetto alle valli piemontesi (23% dei nucleicensiti e il 32% degli edifici rappresentati ai catastid’impianto), i nuclei storici si collocano per il 61% aldi sopra dei 1.500 m slm., mentre in Piemonte sidistribuiscono in modo uniforme fino a 1.500 m slm.I due versanti si distinguono per la diversa conformazionedelle valli: con versanti più scoscesi nella partevaldostana, con versanti più aperti nella parte Piemontese,oltre che per situazioni climatiche.L’insediamento, prevalentemente di alta quota,della Valle d’Aosta si accompagna anche a una maggiorepolarizzazione. La distribuzione degli aggregatiper classi dimensionali mostra, infatti, un insediamentopiù capillare di nuclei di modeste dimensioniin Piemonte rispetto alla Valle d’Aosta: in Piemontepiù della metà dei nuclei hanno meno di 13 edifici,rispetto al 39% della Valle d’Aosta.Le tipologie di impianto, che rilevano i modelliaggregativi del tessuto storico anche nel rapportocon il sistema di connessione dei nuclei, mettono inevidenza una maggior compattezza degli aggregati sulversante valdostano e una maggior articolazione sulversante Piemontese (più simile all’insediamentodella valle centrale vadostana): una percentuale elevatadi nuclei frazionali, aggregati compatti di modestedimensioni, spesso con chiesa esterna, collegatiin rete e separati da più o meno vaste aree agricole;situazioni presenti nel 18% dei casi in Piemonte esolo nel 2% in Valle d’Aosta.PATRIMONIOCULTURALE131
STUDIPROPEDEUTICIPER IL PIANODEL PARCOFIGURA 1EDIFICATOedifici rappresentati al catastodi impiantoedifici non rappresentati, maantecedenti al catasto di impiantoedifici di nuova fabbricazionebassi fabbricati (garages, legnaie...)ruderi (tracce dei muri, senza copertura)edifici demolitiLEGENDA AGGREGATI STORICI PLANIMETRIE CATASTALIBENI E MANUFATTI DI INTERESSESTORICO-CULTURALEchiesacappellacimiterolavatoio in pietra di interessefontana/lavatoiodi non particolare pregiopilone votivoELEMENTI NATURALI QUALIFICANTItorrentemargine di boscobosco in crescitaaccumuli divisori derivantida spietramentiparete rocciosaclapeyPATRIMONIOCULTURALEELEMENTI DI VALOREfronti qualificanticortine ediliziedi particolare interesseedifici di particolare interesse1.2.3... (n. identificativo della fotografia)rascardRpassaggi copertiAREE LIBERE DI INTERESSEURBANISTICO E PAESAGGISTICOspazi di relazionearee di pertinenza dell’edificio (corti, )fornomulinoaltroINFRASTRUTTUREviabilit storica non modificatae ancora leggibiletracce della viabilit storicaviabilit storica non pi leggibilepercorsi lastricatipercorsi con murettimuri di recinzione in pietra (verger...)muretti in pietraterrazzamentibordi di terrazzoATTREZZATUREcampeggiaree sportivearee giochiimpianti tecnologicistrutture del parcoELEMENTI DI DETRAZIONEO IN CONTRASTOfacciate profondamente alterateorti (e tracce di orti)prati di interesse paesisticoconnessi al nucleoru (manufatti)nuove strade di accesso asfaltatenuove strade di accesso non asfaltatenuova edificazione a sostituzionedi quella storicanuova edificazione incoerentegiardini e pertinenzepontielementi puntuali di detrazioneelettrodotti, funivie, impianti di risalitaspiazzi ad uso parcheggiocantieri, segni d’alluvionemuri di contenimento recentifraneLegenda di riferimentoper le figure che compaionoda pagina 133 a pagina 142.132
FIGURA 2LOCANACapoluogo collegatoalle antiche borgate sulfondovalle dell’Orco; amonte presenta un sistemadi verger murati, con accessia pettine dalla stradaprincipale; a valle un sistemadi canali e lavatoi,probabilmente orti e cortirurali oggi non più leggibili.Impianto lineare sulla viaMaestra, con botteghe efunzioni commerciali.133
STUDIPROPEDEUTICIPER IL PIANODEL PARCOPATRIMONIOCULTURALEFIGURA 3COGNECapoluogo di estremointeresse storico e paesistico,a 1.560 m di quota,localizzato su area diconfluenza ai bordi del pratodi S. Orso, con panoramasul gruppo del <strong>Gran</strong><strong>Paradiso</strong>. L’impiantoè formato da una partemedioevale organizzata sudue assi viari perpendicolari,da una parte ottocentesca,da un polo di edifici pubblicidi impianto medioevalerimaneggiati nell’Ottocentoe da un aggregato perifericocon casa-forte.134
FIGURA 4Nucleo a 1205 m di quota,dominato dalla parrocchialedi Rhêmes-Saint-Georgesdel XIII secolo in forteemergenza su uno sperone.Conserva edificisei-settecenteschi di notevolidimensioni, strutture apilastri tondi fino al tetto,tamponamenti in tavoledi legno.RHÊMES-SAINT-GEORGE – COVEYRANDSTUDIPROPEDEUTICIPER IL PIANODEL PARCOPATRIMONIOCULTURALE135
STUDIPROPEDEUTICIPER IL PIANODEL PARCOFIGURA 5NOASCA - SASSANucleo a 1300 m di quotasu forte pendio, interessatodalla Strada Reale di Cacciaancora ben conservata.Permangono nell’intornoi segni dei terrazzamentie delle aree utilizzatein passato a seminativo.PATRIMONIOCULTURALE136
FIGURA 6Importante nucleo di anticaorigine, a quota 1.335 m,già sede di parrocchia intornoal 1000, storicamenteconnesso con Cogne,posto su di un’ampia concanella piana di fondovalle.L’insediamento medioevaleè articolato lungo la stradadi accesso verso il complessoparrocchiale, mentre èseparata la parte residenzialeottocentesca.VALPRATO SOANA – CAMPIGLIASTUDIPROPEDEUTICIPER IL PIANODEL PARCOPATRIMONIOCULTURALE137
STUDIPROPEDEUTICIPER IL PIANODEL PARCOFIGURA 7VALSAVARENCHE – DEGIOZCapoluogo dellaValsavarenche a quota1525 m, con chiesa e casaparrocchiale situato su unpiccolo terrazzo, sottomonte.Alle spalle dell’abitato sonopresenti i segni degli antichiterrazzamenti; a valle unabuona parte della pianaè stata edificata.PATRIMONIOCULTURALE138
FIGURA 8VALSAVARENCHE – TIGNETSTUDIPROPEDEUTICIPER IL PIANODEL PARCOPATRIMONIOCULTURALENucleo a 1.665 m di quotaai bordi di un terrazzo inposizione dominante sullavalle, con fascia diterrazzamenti; aggregato conpercorso interno ed edificidisposti con fronte verso vallee cappella sul punto diaccesso con spaziodi relazione antistante.139
STUDIPROPEDEUTICIPER IL PIANODEL PARCOFIGURA 9RHÊMES-NOTRE-DAMENucleo a 1.720 m su ampiaarea prativa, lungo il bordodel torrente, con fondalidi notevole valore.Gli edifici sono in pietrae intonaco, con sviluppoorizzontale, tetti a grandifalde e tendenti a coprirel’intera costruzione finoa terra, con alcunielementi lignei.PATRIMONIOCULTURALE08 = b140
FIGURA 10Nucleo caratterizzatodal Santuario, edificatonel 1.620 con interventisuccessivi nel XVIIIe XIX secolo; postoa 1.300 m sui percorsiintervallivi di collegamentocon la valle di Forzo,si trova al centro di unaconca tra versanti boscatiscoscesi (Prato nascosto).RIBORDONE – PRASCONDÙSTUDIPROPEDEUTICIPER IL PIANODEL PARCOPATRIMONIOCULTURALE141
STUDIPROPEDEUTICIPER IL PIANODEL PARCOFIGURA 11CERESOLE REALE – CHIAPILI DI SOPRA10 = bPATRIMONIOCULTURALECase sparse nella piana difondovalle, a quota 1.773 m,in aree a prato-pascolosegnate da spietramentie in buono stato dimanutenzione. I piccoliaggregati sono tra lorocollegati dall’antica stradacomunale ancor oggilastricata, modificata duranteil periodo delle Cacce Reali.142
Quasi il 50% dei nuclei Piemontesi presenta unimpianto non riconoscibile, in quanto non strutturatospesso per la modesta dimensione del nucleo, indice diuna dispersione abitativa elevata; situazione che si riscontranelle valli valdostane solo in un quarto dei nuclei.Interessante notare che il numero delle strutture dialpeggio, nelle due regioni, mantiene quasi lo stesso rapportopercentuale delle strutture aggregate di utilizzopermanente (34% in Valle d’Aosta e il 66% in Piemonte).E’ probabile una diversità strutturale fra i due insediamenti,un confronto tra <strong>patrimonio</strong> edilizio storico eil censimento delle aree agricole ai primi del novecentopotrebbe essere di aiuto in tal senso. Quello Piemontese,storicamente più legato da relazioni economiche eculturali alla pianura, i cui modelli abitativi e architettonicisi riscontrano in gran parte dei nuclei, ma soprattuttocaratterizzato da attività minerarie e manifatturieredi antichissima data; quello valdostano di origine prevalentementerurale con una economia per secoli rimastalegata all’autosussistenza, i cui rapporti con la pianurasono relativamente recenti.I forti flussi migratori stagionali, sul versante piemontese,sottoposto a numerose e diverse influenzeesterne, hanno prodotto una profonda stratificazionenel tempo nelle strutture insediative. Si riscontranotipologie abitative quasi di tipo urbano, con modelliabitativi plurifamiliari, edifici pluripiano, con organizzazionifunzionali orizzontali a ballatoio (sebbene solonell’8% dei nuclei), pressoché assenti sul versante valdostano.In quasi ogni nucleo del Piemonte, escludendoquelli alle più alte quote (oggi in totale abbandonoe in stato di tracollo), sono leggibili numerose modificazioniavvenute nel tempo: le tipologie originarie,legate alle tipologie alpine di uso prevalentementemono familiare, spesso organizzate su tre livelli (stalla,abitazione e fienile), sono evolute, attraverso accorpamentio ampliamenti orizzontali e/o in altezza, verso usiplurifamiliari, in molti casi con sostanziali diminuzionio netta separazione dei corpi a rustico; numerosi interventisette-ottocenteschi con elementi architettonici emodelli d’uso tipici della pianura (colonne in pietra earcate); uso degli spazi esterni, spesso a corte, con ampispazi di relazione; numerosi eventi architettonici, nonsempre facilmente leggibili, che indicano un’economianon solo rurale, ma anche legata a numerosi scambicommerciali. <strong>Il</strong> sistema infrastrutturale, più articolatodi quello valdostano, testimonia, con la permanenza,ancora oggi, di numerose vie lastricate, muretti, cappellevotive, edifici religiosi, un territorio a elevatamobilità, sia interna sia verso l’esterno, situazione nonriscontrabile nel territorio valdostano. Non di meno hainciso lo sviluppo turistico otto-novecentesco, riscontrabilenon solo nelle strutture alberghiere, ma anchenel proliferare di usi commerciali lungo i fondovalleprincipali, sviluppo che nella parte valdostana è piùrecente, polarizzato su Cogne, legato prevalentementealle strade di caccia e meno diffuso.STUDIPROPEDEUTICIPER IL PIANODEL PARCOPATRIMONIOCULTURALETABELLA 9 - DISTRIBUZIONE DEGLI AGGREGATI STORICI PER TIPOLOGIA DELL’IMPIANTOValle d’Aosta Piemonte totalen % n % n %addensato, a fasce parallele 19 37 41 24 60 27linerari o polarizzati 18 35 18 11 36 16a nuclei frazionali 1 2 30 18 31 14non riconoscibile 13 25 82 48 95 43Totale 51 100 100 100 222 100Bassa Valle Orco.Locana.(foto P. Vaschetto)143
STUDIPROPEDEUTICIPER IL PIANODEL PARCOFIGURA 12CONSISTENZA DEL PATRIMONIO EDILIZIO STORICOStrutture aggregate per classi dimensionaliDorsale della strada reale di cacciaCase di cacciaBeni storici isolatiAlpeggi e casottiPATRIMONIOCULTURALE144Nelle vallate valdostane, la struttura insediativa èprevalentemente legata all’attività agricola-pastorale,priva di forte influenze esterne (se non quelle derivate dairapporti storici con le valli piemontesi). In generale limitatee comunque concentrate (Cogne), le modificazionidei modelli abitativi, se non quelle di questo secolo.Pochi aggregati collegati con un sistema viariosemplice, prevalentemente disposto lungo l’asse delfondo valle, talvolta, di rado, sui versanti; i nucleisono prevalentemente localizzati nei punti di accessoal sistema degli alpeggi nei valloni laterali e al riparodagli eventi valanghivi e dalle inondazioni.Le strutture edilizie, sebbene con caratteri specificinelle diverse vallate (la casa chiusa di Cogne, gli ampitetti spioventi della Valle di Rhêmes), sembrano nonaver subito profonde modificazioni dalle tipologie originarie;sono fortemente segnate dagli usi rurali, con rariepisodi legati ad attività artigianali e commerciali.L’evoluzione della abitazione è legata al cresceredelle famiglie ma generalmente non modifica sostanzialmentel’organizzazione delle funzioni, con una presenzacostante di rustici. La semplicità delle struttureedilizie, che deriva dalla riconoscibilità di funzionisemplici, da tecnologie e dall’uso di materiali pressochéimmutati nel tempo, si accompagna a modelliinsediativi legati soprattutto alla conformazione deiluoghi e all’organizzazione delle colture legate ai singolipoli insediativi.Si può ipotizzare un paesaggio agrario sostanzialmentediverso tra le due regioni. In Valle d’Aosta è inparte ancora percepibile, in modo diffuso, l’organizzazionedelle aree agricole di stretta pertinenza delnucleo, diviso in settori: i seminativi disposti sullependici dei primi versanti e i prati nelle parti piane difondo valle, con un rapporto costante tra superficiedelle aree agricole e dimensione dell’abitato.In Piemonte, il sistema organizzativo è meno evidente,in parte anche per i forti processi di rinaturalizzazionein atto: molti orti nelle aree libere dei nuclei,aggregati di medie dimensioni posti in siti poco favorevoliall’agricoltura, differenze anche dovute allo sviluppoalle diverse quote dell’insediamento, fanno presumereun paesaggio agrario meno uniforme e più articolatoche sul versante valdostano.
FIGURA 13STATO DI CONSERVAZIONE DEL PATRIMONIO STORICOALPEGGIIn buono statoIn discreto statoIn pessimo statoSTRUTTURE AGGREGATEPER CLASSI DIMENSIONALIIn buono statoIn discreto statoIn pessimo statoSTUDIPROPEDEUTICIPER IL PIANODEL PARCOPATRIMONIOCULTURALEIn sintesi, due sistemi tra loro storicamente legatima profondamente diversi: nelle valli Piemontesi siconfigura un sistema più aperto, a forte mobilità, prodottodi molteplici interscambi culturali e commerciali,con una solida e articolata struttura infrastrutturale,denso di una pluralità di eventi tra loro intrecciati; levalli valdostane, in un sistema più chiuso, autosufficiente,in parte isolato, caratterizzato da lenti processitrasformativi, con strutture semplici, poco mutate neltempo, in cui sono ancora riconoscibili i segni organizzatividell’economia agricola alpina.La dimensione del <strong>patrimonio</strong> storico e le peculiaritàdei due versanti e delle singole vallate configuranoalcune prospettive su cui lavorare:— ipotesi di recupero del <strong>patrimonio</strong> storico nel <strong>Parco</strong>,in cui sono localizzati poco meno di un terzo degliaggregati storici censiti, che dovranno considerare lecompatibilità con la gestione delle risorse naturali, lerelazioni con il sistema di fruizione ma anche una prospettivadi conservazione del paesaggio storico, che,in gran parte, come vedremo, si trova in grave stato didegrado, in particolare in Piemonte;— la definizione delle aree contigue, dove si concentrala maggior parte del <strong>patrimonio</strong>, in modo da identificarele porte e i percorsi di accesso al <strong>Parco</strong> e ai suoiluoghi simbolici, sulla base dei nodi e delle relazioniche hanno strutturato il territorio, tenendo conto dellesituazioni molto diverse sui due versanti;— la definizione di azioni di tutela e di valorizzazioneche permettano di riconoscere l’unitarietà del <strong>Parco</strong>(e i legami storici tra le vallate), ma anche le singolespecificità tra le valli e tra le due regioni.Le trasformazioni in atto:abbandono e modificazioni recenti<strong>Il</strong> sistema insediativo storico è inevitabilmentesottoposto a due fenomeni tra loro contrapposti: dauna parte l’abbandono, con la rinaturalizzazione dellearee agricole, la ruderizzazione degli edifici e la progressivaperdita dei tracciati di collegamento; dall’altra,le alterazione prodotte dai nuovi modelli di sviluppo:i nuovi insediamenti fuori scala, organizzati145
STUDIPROPEDEUTICIPER IL PIANODEL PARCOTABELLA 10 - NUMERO DI EDIFICI CROLLATI E/O DEMOLITIE NUMERO DI EDIFICI ALTERATI IN PARTE O COMPLETAMENTEedifici crollati edifici alterati edifici al catastoo demolitidi impianton % % n % % n %Valle d’Aosta 153 13 25 213 18 29 1171 32Piemonte 467 19 75 515 21 71 2435 68Totale 620 17 100 728 20 100 3606 100PATRIMONIOCULTURALEcon logiche localizzative distanti dai modelli storici;la modificazione e la semplificazione dei tracciati viari;gli interventi di recupero incoerenti con le tipologieantiche (materiali, tecnologie, volumi).In termini quantitativi i due fenomeni incidonoin egual misura: gli edifici crollati o demoliti (17%)sono quasi pari agli edifici rimaneggiati in toto o inparte (20%): quasi il 40% delle strutture edilizie storicheè perduto. I nuclei ormai allo stato di ruderi sonoil 9% del totale dei nuclei indagati, quasi tutti nel <strong>Parco</strong>(17 su 20) e nell’area Piemontese (uno solo è localizzatoin Valle d’Aosta). Più di un terzo dei nuclei sitrova in pessimo stato di conservazione (situazione incui più del 30% degli edifici del nucleo sono crollati eil restante in forte degrado).Anche in relazione alla mancanza di accessibilitàcarraia, la ruderizzazione è sicuramente in progressivoaumento, per lo meno nella parte Piemontese, in cui45 nuclei sono accessibili solo da sentieri, pari al 20%dei nuclei censiti, ma più di un quarto dei nuclei delPiemonte (31 di questi sono all’interno del perimetrodel <strong>Parco</strong>, pari al 47 % sul totale dei nuclei nel <strong>Parco</strong>).In misura consistente si pone il problema dellaconservazione della memoria storica per le situazionipiù critiche, in cui non è, comunque, ipotizzabile ilrecupero e ciò vale in misura consistente per le strutturedi alpeggio; più del 50% delle strutture ediliziesono ruderi o in forte stato di degrado, meno di unterzo in discreto stato e solo il 18% in buono stato (visono stati interventi di ristrutturazione in 27 casi).TABELLA 11 - DISTRIBUZIONE DEGLI ALPEGGIPER STATO DI CONSERVAZIONE DEGLI EDIFICIValle d’Aosta Piemonte totalen % n % n %buono 8 5 14 5 22 5discreto 65 42 123 41 188 41pessimo 39 25 104 35 143 32ruderi 33 21 56 19 89 20non censiti 11 7 11 2Totale 156 100 297 100 453 100Strutture di cui non si può perdere il significato storicoe che, per più di un quarto, hanno un certo interesse. Iprocessi di ruderizzazione, il totale abbandono nellearee di più difficile accesso, o un diffuso stato di degradosono sicuramente più marcati nell’area piemontese.I contesti dei nuclei per oltre il 60% sono in condizionistabili, hanno conservato una certa integrità, conmodificazioni puntuali, di impatto in alcuni casi anchesignificativi, ma che non hanno totalmente modificatola leggibilità del sistema insediativo; il restante 40% èsottoposto a processi degenerativi, che stanno progressivamentemodificando il paesaggio storico, equamenteripartiti tra processi di abbandono del territorio e alterazionidovute a nuovi modelli di sviluppo, con lo stessorapporto prima valutato per le strutture edilizie.146TABELLA 12 - DISTRIBUZIONE DEGLI AGGREGATI STORICI PER STATO DI CONSERVAZIONEValle d’Aosta Piemonte totalenel parco nel parco nel parcon % n % n % n % n % n %buono 14 27 5 31 40 23 7 14 54 24 12 18discreto 25 49 7 44 67 39 11 22 92 41 18 27pessimo 7 14 2 13 19 11 4 8 26 12 6 9in stato di collasso 5 10 2 13 45 26 28 56 50 23 30 45Totale 51 100 16 100 171 100 50 100 222 100 66 100
TABELLA 13 - NUMERO DI AGGREGATI STORICI PER GRADO DI MODIFICAZIONE DEL CONTESTOValle d’Aosta Piemonte totalen % n % n %diminuzione sostanziale delle aree agricole o rinaturalizzato 5 10 35 20 40 18integro o non sostanzialmente modificato 16 32 66 39 82 37modificato da infrastrutture 17 33 41 24 58 26modificato su due o tre lati o inglobato da nuova edificazione 13 25 29 17 42 19Totale 51 100 171 100 222 100STUDIPROPEDEUTICIPER IL PIANODEL PARCOTABELLA 14 - NUMERO DI AGGREGATI STORICI PER GRADO DI ALTERAZIONEValle d’Aosta Piemonte totalenel parco nel parco nel parcon % n % n % n % n % n %basso o nullo 15 29 4 25 57 33 34 68 72 32 38 58lieve 17 33 9 56 54 32 10 20 71 32 19 29nell’intorno 10 20 2 13 8 5 0 0 18 8 2 3sulle strutture edilizie 6 12 1 6 24 14 3 6 30 14 4 6alto 3 6 0 28 16 3 6 31 14 3 5Totale 51 100 16 100 171 100 50 100 222 100 66 100PATRIMONIOCULTURALE<strong>Il</strong> grado di compromissione del sistema insediativo,valutato tenendo conto sia delle alterazioniinterne ai nuclei (recuperi incoerenti, demolizioni,modificazione degli elementi strutturanti) sia diquelle nell’intorno (perdita o alterazione del rapportotra l’organizzazione del territorio agricolo e l’organizzazionedell’edificato), è più o meno omogeneamentedistribuito: poco più di un terzo dei nuclei èesente da alterazioni recenti; un terzo circa presentaalterazioni puntuali (legate alla modificazione degliaccessi o a modeste modificazioni sia nell’intorno siasull’edificato); il restante terzo risulta avere alterazionisostanziali.<strong>Il</strong> comportamento è simile nelle due regioni,anche se le alterazioni sui territori agricoli sembranoavere una incidenza maggiore sul territorio valdostano.In generale gli interventi di recupero nelle vallipiemontesi sono caratterizzati da interventi parziali,«fai da te», con molti interventi negli anni ’60, mentregli interventi in Valle d’Aosta, forse più recenti,sono più globali e meno devastanti. Le due situazionia confronto sembrano delineare la necessità di azioniintegrate, non solo di controllo e di regole, ma soprattuttoin funzione di una crescita della sensibilità neiconfronti della cultura del recupero: attraverso incentivima soprattutto attraverso interventi dimostrativi,in grado anche di indirizzare il recupero minuto, conil coinvolgimento e la formazione delle maestranze.Gli interventi di recupero tendenzialmentemeno incoerenti in Valle d’Aosta sono attribuibiliin parte agli incentivi economici, che hanno contribuitoalla maturazione, nella regione, di una culturagenerale di maggior sensibilità nei confrontidel recupero. Ciò nonostante, se gli incentivi economicisono in qualche misura stati determinanti,sembrano non sufficienti.Gli incentivi debbono essere coordinati sia infunzione dei processi economici in atto o di quelliche si voglio attivare (turismo escursionistico, diritorno, stanziale, specialistico; stanzialità e pendolarismodei residenti), sia in riferimento ai soggetti acui ci si rivolge.La Legge dei fondi di rotazione della RegioneValle d’Aosta è nata per incentivare il recupero dellestrutture storiche nella loro interezza: i finanziamentisono dati solo se l’intervento comprende l’edificiodalle fondamenta al tetto; aumentano, anchein modo consistente, se gli interventi comprendonopiù proprietà o, nel caso estremo, l’intero nucleo. Inrealtà la legge è riuscita solo in parte a ottenere irisultati sperati, gli interventi sono stati diffusi, manon organici. E’ indispensabile che l’attivazione diincentivi economici sia anche legata al recuperoinfrastrutturale complessivo, oltre naturalmente allaformazione e dotazione dei servizi di base che possagarantire un minimo di presidio. Ciò vale a maggior147
STUDIPROPEDEUTICIPER IL PIANODEL PARCOFIGURA 14IMPORTANZA DELLE STRUTTURE STORICHESTRUTTURE STORICHE PERLIVELLO DI IMPORTANZAAltaMediaBassaStrutture aggregate per classi dimensionaliDorsale della strada reale di cacciaCase di cacciaBeni storici isolatiAlpeggi e casottiPATRIMONIOCULTURALE148ragione in Piemonte in virtù della consistenza di un<strong>patrimonio</strong> infrastruttutturale di estremo valore e diuna maggior propensione all’abbandono.In sintesi, i problemi da affrontare per la valorizzazionedelle strutture storiche possono essere individuatinell’esigenza di più azioni tra loro correlate, infunzione anche di un riequilibrio, tra i due versanti,delle risorse finanziare ed economiche disponibiliall’interno del <strong>Parco</strong>:— un ricorso agli incentivi economici che contemplida una parte il rispetto e la tutela dei manufatti, maproduca al contempo un recupero strutturale e diffusodel <strong>patrimonio</strong>, con particolare attenzione ai sistemiinfrastrutturali e ai luoghi pubblici;— la definizione di regole e norme di intervento chesiano appoggiate e/o coordinate con interventi diretti,dimostrativi, sperimentali e coinvolgenti, anchecon attività di formazione, i diversi attori presenti sulterritorio (comuni, proprietari, imprese, maestranze,operatori turistici);— l’attivazione di interventi diretti alla manutenzionedel territorio con particolare riferimento alle areecontigue al <strong>Parco</strong>, su cui si concentrano le maggiorisituazioni di “disagio” paesistico;— la sperimentazione di forme di riuso, in particolareper le aree interne al <strong>Parco</strong> o in quelle più naturali, abasso impatto ambientale, strettamente legate all’innovazionedei modelli fruitivi, alle attività d’interpretazionee di ricerca, che il <strong>Parco</strong> può attivare.Qualità paesistica, diffusione dielementi di valore, scarsa riconoscibilitàLa qualità dell’insediamento intesa nella leggibilitàdegli elementi strutturanti il paesaggio, nell’emergenzadi elementi qualificati sia di origine antropica chenaturale, risulta mediamente alta, anche a fronte deiprocessi di modificazione avvenuti in questo secolo.In Piemonte, vi è una percentuale più bassa dinuclei di elevata qualità, in gran parte assorbitinegli sviluppi insediativi lungo le strade dei fondo
FIGURA 15ALCUNE SITUAZIONI DI MODIFICAZIONE DEL CONTESTOSTUDIPROPEDEUTICIPER IL PIANODEL PARCONusiglieNuclei frazionalicompattati.PATRIMONIOCULTURALEChanaveyNuovi edificifuori scala.ProussazNuova viabilità.149
STUDIPROPEDEUTICIPER IL PIANODEL PARCOFIGURA 16ALCUNI ESEMPI DI RISTRUTTURAZIONIPATRIMONIOCULTURALEPrimaDopoPrimaDopoPrimaDopoPrimaDopo150
TABELLA 15 - NUMERO DI AGGREGATI STORICI PER LIVELLO DI IMPORTANZAValle d’Aosta Piemonte totalenel parco nel parco nel parcon % n % n % n % n % n %alta 12 24 4 25 17 10 8 16 29 13 12 18STUDIPROPEDEUTICIPER IL PIANODEL PARCOmedia 20 39 7 44 65 38 20 40 85 38 27 41bassa 19 37 5 31 89 52 22 44 108 49 27 41Totale 51 100 16 100 171 100 50 100 222 100 66 100valle principali, che impediscono la lettura del paesaggiostorico e complessivamente connotano unpaesaggio altamente disordinato, ridondante disegni incoerenti e a basso contenuto informativo.Se da una parte vi sono molteplici situazioni diestremo interesse paesistico, dall’altra sono numerosii «tesori nascosti»: strutture edilizie di grandeinteresse storico o brani del paesaggio agrario osistemi di percorsi segnati da antichi manufatti (il58% dei nuclei conserva parti di tracciati lastricati).Queste situazioni, di un certo interesse ma difficilmentecoglibili dall’osservatore in transito sonoin forte pericolo di degrado e abbandono e la lorovalorizzazione presuppone, innanzitutto, un riordinodei contesti.Le valutazioni, fatte in ordine al valore dellestrutture, prescindono da una analisi storica sull’importanzae il ruolo dei diversi sistemi aggregativi, senon in quanto coglibili, nei caratteri e nell’emergenzadei manufatti, a una lettura, seppur attenta,ma speditiva.Ciò nonostante, solo in un quarto dei nucleicensiti, non è stato riscontrato neppure un edificiodi interesse storico-architettonico o un esemplareben conservato rappresentativo dei diversi modelliabitativi e delle diverse epoche (il 12% dei nucleiha più del 30% di edifici di un certo interesse).In quasi il 70% dei nuclei si sono riscontratimanufatti e beni storici, legati al culto (chiese, cappelle,piloni votivi) o alla cultura materiale; inmodo diffuso vi sono elementi e materiali che qualificanosignificativamente l’aggregato.Complessivamente emerge l’importanza paesisticasu quella architettonica.In senso stretto: il valore delle giaciture, dell’uniformitàdei materiali piuttosto che la rarità deglielementi architettonici o la complessità degliimpianti; tuttavia, in particolare in Piemonte, vi èuna ricchezza di segni materiali nel sistema urbanistico-infrastrutturale,e, come già precedentementerilevato, una profonda stratificazione dei modelliabitativi che non può essere trascurata.Proposte e suggerimentiTenuto conto delle alterazioni riscontrate, in particolarenegli interventi di recupero, è necessario prevederealcune regole generali (in Valle d’Aosta in partegià operanti) che garantiscano, sull’insieme del territoriodel <strong>Parco</strong>, il mantenimento di quelle componentifondamentali nella configurazione del paesaggio(materiali e modalità costruttive, giaciture, orientamentidei tetti), che, anche nel rispetto delle nuoveesigenze abitative, non alterino completamente isegni delle antiche funzioni (a esempio regole per ilriutilizzo dei rustici, per i rascard in particolare).Ipotizzabile, in sede di formazione del piano, lapredisposizione di un catalogo di soluzioni conformi,di tipo prestazionale, eventualmente da definire nell’ambitodei “regolamenti edilizi”, in accordo con icomuni, con riferimento non solo agli edifici, maanche alle infrastrutture e all’uso degli spazi liberi:recinzioni, muretti, pavimentazioni...<strong>Il</strong> materiale raccolto permette già di individuare eanalizzare una pluralità di situazioni da elaborare intal senso, e lo strumento potrebbe essere concepitoanche in termini progressivi, arricchendosi con ladefinizione di attività di studio e di ricerca, quali quelleavviate dalla Sovrintendenza dall’ufficio Catalogoin Valle d’Aosta. Strumento che, se elaborato con lapartecipazione dei comuni, potrebbe di fatto snelliredi molto le pratiche autorizzative.Particolare attenzione deve essere data alle infrastrutturee ai beni diffusi, oltre agli spazi pubblici e direlazione. In particolare nelle discipline urbanistichedei Comuni e nei progetti infrastrutturali, di competenzadegli enti amministrativi, occorre fare in modo chetali strutture siano individuate e considerate permanenzedel sistema insediativo storico, da tutelare e valorizzarein termini sistemici, e non solo come emergenze.Per quanto riguarda le azioni più dirette nei confrontidelle strategie di tutela e valorizzazione del <strong>patrimonio</strong>,ci pare di individuare alcune situazioni specifiche:a) sistemi insediativi di particolare valore, ancorasostanzialmente inalterati ma in stato di collasso, qua-PATRIMONIOCULTURALE151
STUDIPROPEDEUTICIPER IL PIANODEL PARCOsi tutti interni al <strong>Parco</strong>: potrebbero formare oggetto diprogetti ad hoc di recupero e parziale riuso, con interventidiretti e integrati, da raccordare con le attivitàeducative e interpretative del <strong>Parco</strong>, su cui convogliarepiù forme di finanziamento, attraverso anche ilcoinvolgimento delle proprietà e degli operatori; situazioniche possono concorrere alla formazione di circuitipiù o meno a bassa quota, di breve percorrenza, sucui attivare percorsi tematici di notevole interesse educativoe turistico; citiamo, a esempio, il Vallone delRoc, già in parte valorizzato con il sentiero-natura, male cui strutture sono in forte degrado; o ancora Sassa,Nivolastro, Thumel, Boschietto e Boschettiera nelVallone di Forzo, i nuclei del Vallone di Guaria;b) situazioni di estremo degrado e marginalità,con aggregati ormai ruderizzati, in aree rinaturalizzate,accessibili a piedi con percorrenze superiori all’ora (ilsistema St. Anna-Meinardi; i nuclei della Valle dell’Eugio;alcuni nuclei isolati: quali Sigliera a Piantonetto;Betassa, Betassino nella valle di Forzo, Andorinanella valle di Campiglia, Brenvetto e Vedetto nellavalle di Pianprato oltre ai numerosi alpeggi di uncerto interesse) su cui attivare azioni di documentazionee rilievo al fine di non perderne la testimonianza,sperimentare forme di conservazione dei ruderi,selezionando alcune situazioni di particolare valore darecuperare al servizio del sistema escursionisto;c) centri di particolare interesse storico-architettonico,anche esterni al perimetro del <strong>Parco</strong>, da riqualificaree/o valorizzazione, e su cui poggiare la rete di fruizionedel <strong>Parco</strong>, sia in funzione della individuazione delle“porte del <strong>Parco</strong>”, sia in funzione di centri di servizio.In questi casi gli interventi devono mirare alla conservazionedegli elementi di pregio, ma soprattutto al recuperodei contesti e degli elementi di connessione, contemplandoanche le eventuali demolizioni dei fattori didetrazione presenti (parcheggi, baracche, garage, muriin cemento), incentivando attraverso finanziamentidiretti o indiretti le attività di recupero; sono i poliintermedi come Sylvenoire e Epinel, Rhêmes-St-Georges,Rovenaud, Montepiano, Noasca, Ribordone, Roncoe Scandosio, Valprato, e i poli di testata, Cogne-Lillaz-Valnontey,la Piana di Dégioz, la Piana di Rhêmes-Notre-Dame e Pellaud-Chaudanne,Ceresole, S. Giacomoe Valsoani a Piantonetto, la conca di Talosio e Schiroglio,Forzo e Tressi, Campiglia, Piamprato;PATRIMONIOCULTURALEValle Soana.Boschettiera.(foto arch. PNGP)152d) discorso a parte per la Valle dell’Orco, da Locanaa Noasca, che raccoglie più di un terzo degli aggregaticensiti, esterni al <strong>Parco</strong>, in particolare stato di alterazionee su cui occorre una riqualificazione paesisticacomplessiva lungo la strada di fondo valle, fondamentalenel sistema di accesso al <strong>Parco</strong>; da considerareeventualmente anche un progetto di recupero del sistemadell’envers con elevate situazioni di abbandono inparticolare del tracciato viario e costellato da nuclei ecomponenti di un certo pregio, che potrebbe costituireanche un percorso fruitivo interessante da attrezzare;e) le indagini analitiche hanno messo in rilievodelle forti caratterizzazioni nelle diverse valli. A partiredalla documentazione fornita dal catalogo si possonoindividuare situazioni significative per ogni vallatasu cui condurre analisi di dettaglio, finalizzate all’interpretazionedel paesaggio storico e alla definizionedei diversi modelli insediativi; con la prospettiva diintervenire in modo diretto o agevolato, con interventicampione, cantieri formativi, orientati alla sperimentazionedi modelli di recupero più coerenti conle strutture storiche.
FIGURA 17LE PERMANENZE DEL SISTEMA INSEDIATIVO STORICOSTUDIPROPEDEUTICIPER IL PIANODEL PARCOPiloni votivi lungo lastrada di NivolastroPATRIMONIOCULTURALENivolastroBorno - mulattieraMontepianoFucina di Ronco CanaveseRovenaud - rascardTignet153
STUDIPROPEDEUTICIPER IL PIANODEL PARCOPATRIMONIOCULTURALE4 .3Stradee percorsiPercorsi e attrezzature in quota:una rete di oltre 850 km<strong>Il</strong> <strong>Parco</strong> <strong>Nazionale</strong> del <strong>Gran</strong> <strong>Paradiso</strong> può contaresu un sistema capillare di percorsi di collegamentointervallivo intorno al massiccio del <strong>Gran</strong> <strong>Paradiso</strong> dioltre 850 km. Sistema a sua volta collegato con i grandipercorsi alpini che interessano le due regioni e chetravalicano nelle regioni frontaliere francesi collegandosicon il <strong>Parco</strong> della Vanoise. <strong>Il</strong> <strong>Parco</strong> è attraversatocon un tracciato di oltre 49 Km dall’Alta Via dellaValle d’Aosta e dalla GTA per circa 39 km, sebbenequest’ultima abbia parecchi tratti in pessimo stato.Tra il 1860 e il 1863 Vittorio Emanuele II, il Re“cacciatore”, fece costruire 325 km di mulattiere, inmodo tale da connettere fra loro le cinque “realicasine di caccia” e da queste le tratte necessarie araggiungere i “casotti” dei Guardiacaccia Reali, piccoliricoveri posti a quote tra i 2.000 e i 2.400 m dialtitudine, e le “poste” per le battute di caccia, localizzateanche a 2.900 m.La “dorsale” principale di circa 150 km collegava,da Bard in Valle d’Aosta e da Noasca in Piemonte,le case reali di Dondenaz (2.110 m) nellavalle di Champorcher, Lauzon (2.584 m) a Cogne,Orvieille (2.165) e Nivolet (2.532 m) in Valsavarenche,<strong>Gran</strong> Piano (2.220 m) nella Valle dell’Orco.L’intero sistema, la “dorsale” con le Case di caccia,le diramazioni con i “casotti” e le poste costituiscono un<strong>patrimonio</strong> di indubbio valore storico-<strong>culturale</strong>, nonsolo in termini di testimonianza storica, ma per il ruoloche hanno assunto nella attività di sorveglianza del territorio.Dal momento della sua istituzione, il <strong>Parco</strong> haavuto a disposizione una rete di percorsi e di strutture ingrado di permettere la gestione in modo capillare sull’interoterritorio, contribuendo anche alla formazionedi un corpo di guardiaparco, invidiabile in Europa.154Valle Orco.Casa reale dicaccia del <strong>Gran</strong>Piano di Noasca.(foto V. Gaydou)Strade reali di cacciaNel sistema originario rimangono oggi, nel <strong>Parco</strong>,92 km della “dorsale”. Sono andate perdute letratte riconvertite in strade (in particolare al Nivolete tra Cogne e Valnontey) e 203 km di diramazioniminori, le “costole”, in parte perdute in alta quota.I tracciati sono eseguiti con grande cura ad ampitornanti, pendenze regolari, con alcune tratte anchein rilevato, e hanno sede viaria generalmente larga1,20 m e comunque non minore di 60 cm. I muri disostegno in pietra a secco, i colatoi trasversali e lalastricatura della pavimentazione hanno mantenutoin discreto stato l’intero sistema, anche se si registranotratte su cui occorre intervenire.
FIGURA 18STRADE REALI DI CACCIADorsale della strada reale di caccia“Costole” della strada reale di cacciaCase reali di cacciaCasottiSTUDIPROPEDEUTICIPER IL PIANODEL PARCOPATRIMONIOCULTURALEL’insieme dei sentieri e dei percorsi di fruizione, inparte incrementato negli anni ’60 su tracciati di mezzacosta da Videsott primo direttore del <strong>Parco</strong>, si strutturaquindi sulla “dorsale” della Strada Reale di Caccia.Al sistema sono collegate le strutture di serviziodel <strong>Parco</strong>: 42 casotti distribuiti in modo tale da permetterela vigilanza in quota di tutto il <strong>Parco</strong> (più 22locali e abitazioni), 13 rifugi e 8 bivacchi, oltre ainumerosi alpeggi di un certo interesse paesistico earchitettonico.L’intero sistema dei sentieri è stato informatizzatoe oggetto di rilievo con l’aiuto dei Guardia <strong>Parco</strong>, sullabase di una preventiva indagine documentaria. Perle 418 tratte omogenee definite in base ai cambiamentidi ruolo e di tipologia fisica, sono disponibili leseguenti informazioni:— identificazione e ruolo storico (rif. bibliografici ecartografici);— caratteri topologici: lunghezza, quota max e minslm, dislivello, pendenza media, sezione media;— caratteri fisici: carrozzabile, trattorabile, mulattiera,sentiero, sentiero attrezzato (didattico), traccia di sentiero,percorso segnalato da ometti; pavimentazione(terra, ghiaia, pietra); manufatti (canalette, bordi inpietra, muretti); stato di manutenzione (restringimentodella sezione, pessimo, discreto,buono), segnaletica.— ruolo funzionale: GTA-Alta Via, percorsi secondari,di servizio al <strong>Parco</strong>, agli alpeggi;— classificazione CAI: escursionistico (E), alpinistico(EE-EA), turistico (T), naturalistico (T o E);— fruizione: classificazione secondo l’intensità difruizione.I percorsi si sviluppano per circa il 50% su sentieri(430 km), ma in gran parte anche su mulattiere(176 Km) o carrettabili di facile percorribilità. Circaun 20% dei percorsi sono ormai tracce di sentiero(149 km) o sono segnalati solo da ometti. Solo il 5%dei percorsi sono pericolosi o ormai in disuso.<strong>Il</strong> sistema è, per più del 60%, in discreto stato.Presenta però interi settori, in particolare nei vallonidi Campiglia, Piamprato e Ronco, con gravi problemidi manutenzione e progressiva perdita dei tracciati. <strong>Il</strong>mantenimento di una rete di percorsi così capillare, a155
STUDIPROPEDEUTICIPER IL PIANODEL PARCOFIGURA 19SISTEMA DEI PERCORSI E ATTREZZATURE DEL PARCODorsale della strada reale di cacciaSistema dei sentieriStrade principaliCase reali di cacciaCasottiRifugi e bivacchiPATRIMONIOCULTURALE156TABELLA 16 - STATO DI MANUTENZIONE DEI PERCORSIkm %buono stato 180 21discreto stato 379 44pessimo stato 264 31sostanziale riduzione della sezione 34 4Totale 857 100TABELLA 17 - PERCORSO PER CLASSI DI FREQUENZA,PERSONE GIORNO, NEI MOMENTI DI MAGGIOR FLUSSOkm %< di 10 p/g 307 3610 -100 p/g 421 49100- 500 p/g 106 12+ 500 p/g 23 3Totale 857 100fronte sia delle difficoltà di manutenzione (in particolarenel versante Piemontese), sia in ordine ai problemidi compatibilità con la gestione faunistica e dellerisorse naturali, non può che avere carattere selettivo,senza per questo comprometterne la struttura, anchein relazione ai significati storici di tali percorsi, dellastrada di caccia, ma anche dei percorsi intervalliviche legavano le valli tra loro.In prima approssimazione si possono delinearealcuni progetti mirati su cui intervenire:a) il recupero integrale e la valorizzazione delladorsale delle strade reali di caccia (con problemi alcolle della Terra e colle della Porta a Ceresole e allaCôte Manteau per la presenza di frane e di ripristinodi alcune tratte a Dondenaz, al Colle e ai piani delNivolet, e il raccordo con il Pont du Loup in Valsavarenche);il ripristino di alcune “costole” lungo i versantidi particolare pregio paesistico; la predisposizionedi pannelli informativi sull’intero sistema (eventualmentesegnalando i luoghi di posta conosciuti); ilrecupero di alcuni alpeggi di maggior pregio a usodegli escursionisti lungo il percorso;
FIGURA 20STATO DI MANUTENZIONE DEI SENTIERICasotti e case di cacciaRifugi e bivacchiBuono statoDiscreto statoPessimo statoRestringimento sostanziale della sezioneStrade principaliSTUDIPROPEDEUTICIPER IL PIANODEL PARCOPATRIMONIOCULTURALEb) la manutenzione dei percorsi di lungo raggio edi collegamento con l’esterno del <strong>Parco</strong>:— l’Alta Via, prevedendo eventualmente parzialialternative di tracciato nelle situazione di maggiorflusso, monitorando ed eseguendo opere di dissuasionenei tratti in cui gli escursionisti tendono a lasciarei sentieri;— la GTA, che necessita di interventi in alcune zoneproblematiche: la tratta verso Ambrella (sopra Frera),la zona del passo di Praghetta e la zona del lago dell’Eugioche risultano non segnalate, con punti molto espostie pericolosi; oltre all’opportunità di collegarla con inuclei storici più a valle, per i servizi escursionisti;— i collegamenti con il <strong>Parco</strong> della Vanoise attraversoi colli della Losa e del Carro;c) sul sistema complessivo dei percorsi i flussi deivisitatori globalmente non appaiono elevati, ma concentratitalora in misura eccessiva (le stime sono largamenteindicative); in tali situazioni si pone lanecessità di trovare alternative o su tracciati esistentilimitrofi o con la qualificazioni di percorsi in altri settoridel <strong>Parco</strong>, oggi sprovvisti di adeguate strutture;Valsavarenche.Mulattiera realeper Levionaz.(foto arch. PNGP)157
STUDIPROPEDEUTICIPER IL PIANODEL PARCORibordone.Santuariodi Prascondù.(foto arch. PNGP)158d) la formazione di circuiti di breve raggio, conparticolare riferimento alle situazioni di pregio delsistema infrastrutturale antico con la formazione di itinerarididattici di tipo <strong>culturale</strong>, anche in riferimentoalle strutture legate alle miniere, agli opifici e alle fucine(con riferimento alla Valli di Forzo e Soana);e) la riproposizione e qualificazione del percorso«dei Santuari» comprendente i collegamenti tra iSantuari di Prascondù, di S. Besso, di Notre-Dame-Des-Neiges del Miserin, della Madonna delle Nevia Piamprato e di S. Jormea a Valprato (ed eventualmentecon S. Bernardo des Mares nel Canavese),che hanno unito nei secoli la Valle dell’Orco (Noze,Sparone) con le Valli di Soana, Champorcher,Cogne e Clavalité, attraversando le Valli di Forzo eCampiglia (probabili itinerari delle vie del sale);f) infine si deve citare l’ipotesi avanzata dal dott.Cavallo sulla predisposizione di un circuito di mezzacosta sull’intero territorio sopra il limite del bosco, affascinantedal punto di vista paesistico, che presenta peròpunti di estrema pericolosità, con problemi di recuperodegli antichi tracciati; tuttavia, in molti casi, è pensabilela formazione e il mantenimento di alcune tratteper percorsi medio-brevi, da valutare anche in relazioneagli aspetti faunistico-naturali, così come la riattivazionedi alcuni collegamenti a mezza costa degli insediamentistorici (ad esempio nella valle di Ribordone).BIBLIOGRAFIAF. FÉNOIL, Le Roi Chasseur et les Bouquetins dans la Vallée d’Aoste,ed. Mensio, Aosta, 1878.G. CORONA, <strong>Il</strong> Castello di Sarre, ed. Amasso, Biella, 1881.T. TIBALDI, Lo stambecco, le caccie e la vita dei reali d’Italia nelleAlpi, ed. Streglio, Torino, 1904.C. BOGGIO, Le chiese del Canavese, Viassone, 1910.P. GIACOSA, Cogne, ed. Vianone, Ivrea, 1925.F. FARINA, Valle Soana, (guida storico-descrittiva illustrata),Lattes e C., Torino, 1929.ABBÉ H. JOSEPH, Histoire de la Vallée d’Aoste, ed. Tourneuve,Aosta, 1968.A. ZANOTTO, Histoire de la Vallée d’Aoste, ed. Tourneuve,Aosta, 1968.AAVV (Berlanda, Bochet, Ceriana, Compagnoni, Elter, Framarin,Géroudet, Giacomini, Meolo, Oberto, Paviolo, Peracino, Pomella,Stefanelli, Vercelloni, Videsott Renzo), <strong>Il</strong> <strong>Parco</strong> <strong>Nazionale</strong> del <strong>Gran</strong><strong>Paradiso</strong>, ed. Aeda, Torino, 1972.R. WILLIEN, Valle d’Aosta in bianco (e nero), un secolo di fotografiaraccolta e commentata, Priuli e Verlucca, Ivrea, 1976A. GORRET, Victor Emanuel sur les Alpes», ed. Casanova, 1877.E. BONA, P. CALCAGNO, I castelli della Valle d’Aosta, ed. Gorlich,Roma, 1979.L. DEMATTESI, Case contadine nelle Valli di Lanzo e Canavese,(Quaderni di cultura alpina), Priuli e Verlucca, Ivrea, 1983.G. PRIULI, La vita sui monti e sui laghi nelle stampe del XIX secolo,(Quaderni di cultura alpina), Priuli e Verlucca, Ivrea, 1983.L. DEMATTEI, Case contadine in Valle d’Aosta, (Quaderni di culturaalpina), Priuli e Verlucca, Ivrea, 1984.M. SIMONOTTI, Châteaux de ma Vallée, Aosta, 1985.C. REMACLE, Architecture rurale, analyse de l’évolution en Valléed’Aoste, (Quaderni della Sovrintendenza per i Beni Culturali della Valled’Aosta), Erma di Bretschneider, Roma, 1986.R. PETITTI, Sentieri perduti un sistema celtico degli allineamenti,(Quaderni di cultura alpina), Priuli e Verlucca, Ivrea, 1987.AAVV (Comoli, Davico, Gilibert, Marotta, Montanari, Stanchi,Viglino),Beni culturali ambientali nelle valli del <strong>Gran</strong> <strong>Paradiso</strong>, Politecnicodi Torino, Dipartimento Casa-Città, 1987.STUDIO ASSOCIATO DI F. THOMASSET E P. CASTELNO-VI, Indagini paesistico-ambientali, repertorio delle ricerche finalizzate alPiano Territoriale della Regione Autonoma della Valle d’Aosta, 1988.V. COMOLI MANDRACCI, Piemonte, (L’architettura popolarein Italia), Gius. Laterza e Figli, Toma-Bari, 1988.P. FORETIER, ROSITO GERBORE, GIORGIO VASSONEY,Cogne e la sua miniera, Comune di Cogne, 1990.C. REMACLE, Classement geo-historique des “Nuclei storici”,repertorio delle ricerche finalizzate al Piano Territoriale della RegioneAutonoma della Valle d’Aosta, 1991.
STUDIPROPEDEUTICIPER IL PIANODEL PARCOPATRIMONIOCULTURALEValle Soana.Santuariodi San Besso.(foto L. Ramires)159
STUDIPROPEDEUTICIPER IL PIANODEL PARCOPATRIMONIOCULTURALEd) la formazione di circuiti di breve raggio, conparticolare riferimento alle situazioni di pregio delsistema infrastrutturale antico con la formazione di itinerarididattici di tipo <strong>culturale</strong>, anche in riferimentoalle strutture legate alle miniere, agli opifici e alle fucine(con riferimento alla Valli di Forzo e Soana);e) la riproposizione e qualificazione del percorso«dei Santuari» comprendente i collegamenti tra iSantuari di Prascondù, di S. Besso, di Notre-Dame-Des-Neiges del Miserin, della Madonna delle Nevia Piamprato e di S. Jormea a Valprato (ed eventualmentecon S. Bernardo des Mares nel Canavese),che hanno unito nei secoli la Valle dell’Orco (Noze,Sparone) con le Valli di Soana, Champorcher,Cogne e Clavalité, attraversando le Valli di Forzo eCampiglia (probabili itinerari delle vie del sale);f) infine si deve citare l’ipotesi avanzata dal dott.Cavallo sulla predisposizione di un circuito di mezzacosta sull’intero territorio sopra il limite del bosco, affascinantedal punto di vista paesistico, che presenta peròpunti di estrema pericolosità, con problemi di recuperodegli antichi tracciati; tuttavia, in molti casi, è pensabilela formazione e il mantenimento di alcune tratteper percorsi medio-brevi, da valutare anche in relazioneagli aspetti faunistico-naturali, così come la riattivazionedi alcuni collegamenti a mezza costa degli insediamentistorici (ad esempio nella valle di Ribordone).BIBLIOGRAFIAF. FÉNOIL, Le Roi Chasseur et les Bouquetins dans la Vallée d’Aoste,ed. Mensio, Aosta, 1878.G. CORONA, <strong>Il</strong> Castello di Sarre, ed. Amasso, Biella, 1881.T. TIBALDI, Lo stambecco, le caccie e la vita dei reali d’Italia nelleAlpi, ed. Streglio, Torino, 1904.C. BOGGIO, Le chiese del Canavese, Viassone, 1910.P. GIACOSA, Cogne, ed. Vianone, Ivrea, 1925.F. FARINA, Valle Soana, (guida storico-descrittiva illustrata),Lattes e C., Torino, 1929.ABBÉ H. JOSEPH, Histoire de la Vallée d’Aoste, ed. Tourneuve,Aosta, 1968.A. ZANOTTO, Histoire de la Vallée d’Aoste, ed. Tourneuve,Aosta, 1968.AAVV (Berlanda, Bochet, Ceriana, Compagnoni, Elter, Framarin,Géroudet, Giacomini, Meolo, Oberto, Paviolo, Peracino, Pomella,Stefanelli, Vercelloni, Videsott Renzo), <strong>Il</strong> <strong>Parco</strong> <strong>Nazionale</strong> del <strong>Gran</strong><strong>Paradiso</strong>, ed. Aeda, Torino, 1972.R. WILLIEN, Valle d’Aosta in bianco (e nero), un secolo di fotografiaraccolta e commentata, Priuli e Verlucca, Ivrea, 1976A. GORRET, Victor Emanuel sur les Alpes», ed. Casanova, 1877.E. BONA, P. CALCAGNO, I castelli della Valle d’Aosta, ed. Gorlich,Roma, 1979.L. DEMATTESI, Case contadine nelle Valli di Lanzo e Canavese,(Quaderni di cultura alpina), Priuli e Verlucca, Ivrea, 1983.G. PRIULI, La vita sui monti e sui laghi nelle stampe del XIX secolo,(Quaderni di cultura alpina), Priuli e Verlucca, Ivrea, 1983.L. DEMATTEI, Case contadine in Valle d’Aosta, (Quaderni di culturaalpina), Priuli e Verlucca, Ivrea, 1984.M. SIMONOTTI, Châteaux de ma Vallée, Aosta, 1985.C. REMACLE, Architecture rurale, analyse de l’évolution en Valléed’Aoste, (Quaderni della Sovrintendenza per i Beni Culturali della Valled’Aosta), Erma di Bretschneider, Roma, 1986.R.O PETITTI, Sentieri perduti un sistema celtico degli allineamenti,(Quaderni di cultura alpina), Priuli e Verlucca, Ivrea, 1987.AAVV (Comoli, Davico, Gilibert, Marotta, Montanari, Stanchi,Viglino),Beni culturali ambientali nelle valli del <strong>Gran</strong> <strong>Paradiso</strong>, Politecnicodi Torino, Dipartimento Casa-Città, 1987.STUDIO ASSOCIATO DI F. THOMASSET E P. CASTELNO-VI, Indagini paesistico-ambientali, repertorio delle ricerche finalizzate alPiano Territoriale della Regione Autonoma della Valle d’Aosta, 1988.V. COMOLI MANDRACCI, Piemonte, (L’architettura popolarein Italia), Gius. Laterza e Figli, Toma-Bari, 1988.P. FORETIER, ROSITO GERBORE, GIORGIO VASSONEY,Cogne e la sua miniera, Comune di Cogne, 1990.C. REMACLE, Classement geo-historique des “Nuclei storici”,repertorio delle ricerche finalizzate al Piano Territoriale della RegioneAutonoma della Valle d’Aosta, 1991.160