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15.04.2012 - Associazione Nazionale Granatieri di Sardegna

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alamari con le stellettealamari con le stellettecolo scorso è stata l'emancipazione del gentilsesso. Le donne hanno portato avanti una «rivoluzione<strong>di</strong> velluto» al termine della quale,senza alcuno spargimento <strong>di</strong> sangue ma solograzie alla loro caparbietà ed alle loro capacità,sono riuscite ad imporsi nella modernasocietà civile.Un percorso tutt'altro che semplice. Bastipensare che dal suffragio universale italianodel 1946 sono dovuti trascorrere benvent'anni prima <strong>di</strong> vedere una «signora» alvertice <strong>di</strong> un Dicastero (1976 - Terzo GovernoAndreotti, Tina Anselmi Ministro delLavoro).Le «femmine» non hanno mai preteso <strong>di</strong> sostituirsiai «maschi» ma solo <strong>di</strong> essere equiparateal «sesso forte». Un cammino <strong>di</strong> uguaglianzache parte da un riconoscimento formaleed oggettivo fino ad arrivare a quellosostanziale e soggettivo.Il Parlamento italiano, facendo fede all'articolo3 della Carta Costituzionale, il 20 ottobredel 1999 con la legge n° 380 ha aperto le portedelle Forze Armate alle donne. Sono trascorsi13 anni dalla proclamazione della norma cherappresenta una pietra miliare nel campo dell'autodeterminazionefemminile.In un paese tendenzialmente conservatorecome l'Italia ci siamo ormai abituati a vederedonne in tuta da combattimento che girano ilmondo partecipando a missioni <strong>di</strong> pace nellequali, oltre all'in<strong>di</strong>scusso impegno professionale,mettono in campo sesto senso, umanitàe altruismo.Abbiamo deciso <strong>di</strong> farci raccontare cosa vuol<strong>di</strong>re essere una donna-soldato dal CaporalMaggiore Scelto Barbara A<strong>di</strong>nolfi compiendoinsieme a lei un viaggio che parte dall'ambitolavorativo fino ad arrivare a quello strettamenteprivato: dalla <strong>di</strong>visa agli affetti familiari,dal fucile al biberon.Caporal Maggiore Scelto A<strong>di</strong>nolfi, la primadomanda può apparirle retorica ma è inevitabileporgerla. Cosa spinge una donna ad arruolarsi?«Ovviamente penso che ciascuna <strong>di</strong> noi abbiamotivazioni sensibilmente <strong>di</strong>verse anche senon si compie questa scelta <strong>di</strong> vita se allabase non si nutre un certo fascino nei confrontidella vita militare.Nel mio caso, oltre alla passione per la “mimetica”,ha influito molto il contesto familiare.Molti miei parenti fanno o facevanoparte delle Forze Armate.Pensi che io e mia sorella ci siamo arruolatelo stesso giorno, trascorrendo l'intero periodo27

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