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31 agosto 2008 - Il Centro don Vecchi

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4di Degan se le cose non dovessero finirebene. La sera tardi, mentre comincial’operazione, il ministro va in cappellaa pregare e ringraziare la Provvidenzasenza la quale, confessava, “questecose non si fanno”’. Alle cinque delmattino il prof. Gallucci comunicherà aDegan, primo fra tutti, la perfetta riuscitadell’ operazione.<strong>Il</strong> ricordo dei suoi cariUlisse Moron termina il suo appassionatoracconto: «Ho l’orgoglio personaledi aver lavorato con quest’uomo. Mi haarricchito personalmente sono nato evissuto con lui».Nella sala del <strong>Centro</strong> pastorale PapaLuciani,i fanno capolino il volto e lavoce di Degan attraverso spezzoni diinterviste televisive e il servizio sui funeralitratti dalla cineteca Rai.Altri interventi ne rievocano ancora lafigura e fanno emergere ulteriori caratteristichedell’uomo.Uno dei figli (Andrea) aggiunge un piccoloricordo, intimo e privato: «<strong>Il</strong> giornodel funerale c’era un gran viavai in casa.Ero frastornato ma mia madre, che eramolto attenta, mi disse: “Andrea, nondolertene. <strong>Il</strong> papà è di tutti”».Alessandro Polet - Gente VenetaPRETI COSÌ E PRETI COSÀPENSIERI IN LIBERTÀ DI UNA CRISTIANA “TIEPIDA”Ogni tanto vado a confessarmi,come penso facciano tutti ibravi cristiani quando si accorgono,pur senza aver fatto gravipeccati, di sentir qualcosa traballarenella loro coscienza, qualcosa che dàfastidio, anche se non si sa bene checosa sia: “Sarà perché ho preso un’arrabbiatura?Sarà perché dovevo esserepiù gentile? Sarà perché non ho fattotutto quello che avrei potuto e dovutofare?Sarà semplicemente perché oggi ho lagiornata storta?” Insomma quando sisente il bisogno di mettersi l’anima inpace.Dunque vado a confessarmi. Vado daifrati in via Cappuccina. Vado là perdue motivi: primo perché non sono poitanto una brava cristiana e pur sapendoche il sacerdote, chiunque egli sia,è solo un tramite fra me e il buon Dio,che non mi giudicherà, né parlerà conalcuno dei miei affari, io mi sento a disagioa confessare le mie miserie a unsacerdote che mi conosce, dopo tantianni potrebbe farsi una brutta opinionedi me; 2° perché oberare di superlavorochi ha già tanti impegni e preoccupazioni,quando ci sono i frati chesono ormai depositari di tutti i peccatidi Mestre?Mi si potrà obiettare che manco diumiltà e pecco di ipocrisia. Proprio quista il punto.Non solo per la confessione, ma ancheper la messa e le altre occasionidi incontro con la Chiesa, quella con laC maiuscola - battesimo, comunione,matrimonio… - noi cristiani “tiepidi”abbiamo le nostre preferenze per unoo per l’altro sacerdote. Per cui andiamoalla messa delle 10 perché la predica èpiù stringata, perché il prete è più bonaccionee ti manda a casa con l’animopiù sereno, perché “sa parlare cosìbene che ti tocca il cuore”, mentrequello di mezzogiorno fa una predicacosì barbosa che ti addormenti, ripetesempre le stesse cose, ti inchioda aituoi doveri e ti fa sentire colpevole.Ogni sacerdote porta in sé le qualitàe i difetti di tutti gli esseri umani enon sta a noi giudicarli, però a volte lenostre scelte sono motivate anche dalloro comportamento che noi giudichiamopiù o meno lodevole.C’era un certo pretaccio della BassaPadana che molti detestavano, peròquando fu spedito per punizione in unaparrocchietta abban<strong>don</strong>ata, persa nelgelo della montagna, i suoi vecchi parrocchiani,quelli della DC e quelli delPCI, rifiutarono di nascere e perfinodi morire finché lui non fosse tornato.Questa era stima.Io ho memoria di un certo confessoreche mi costrinse a “pentirmi” di unpeccato che per me non era peccato,altrimenti non mi avrebbe dato l’assoluzione.Naturalmente non mi ha piùvisto. Ho memoria anche di un miovecchio parroco che mi sposò rapidorapido in meno di mezz’ora, perché percomodità frequentavo un’altra chiesae per lui ero una pecorella di un altrogregge.In cambio abbiamo avuto parecchi“<strong>don</strong>” con l’aureola, che si sono spesianima e corpo per i poveri, per i diseredati,per gli orfani e le vedove.Oggi abbiamo diverse categorie di preti.Quelli che prediligono la messa inlatino e si nutrono di preghiere e incontrispirituali. Quelli che parlano di “ariafritta”, come dice qualcuno che conosco.Quelli “in prima linea” che esconodi notte in cerca dei poveracci, deidrogati, degli extracomunitari e delleprostitute. Quelli, anch’essi innamoratidell’uomo, che si impegnano su centofronti, riuscendo a coinvolgere autoritàe centinaia di volontari al servizio deidiseredati, delle creature più sofferentie bisognose.Ci sono, purtroppo, anche dei pretipedofili. E ci sono i preti “accomodanti”,come li chiamo io: compaionosui rotocalchi e in televisione attorniatidal popolo dei VIP, da belle signore indécolleté e trasparenze che mostranotanta grazia di Dio. Te li ritrovi in chiesaa sposare belle ragazze in ricchi abitida sposa, più simili a sottovesti o amises da gran sera. E tu ti domandise dovrebbe vergognarsi di più la bellaragazza, le sue damigelle e le ospiti,altrettanto svestite, o quel parroco chesi è astenuto dal fare una chiacchierataprematrimoniale, forse temendo dirimetterci uno dei già pochi matrimonireligiosi e magari la sostanziosa offerta,la quale offerta alla fine verrà utilizzataper uno scopo nobile. Dal chesi deduce che qualche volta il preteaccetta dei compromessi adeguandosialla “clientela”, così come il celebranteadegua la propria omelia al tipo di fedelie all’orario delle messe.Per finire, ci sono persino dei preti matti,ma spero che non siano cattolici.Li abbiamo visti sposare i due colombisul fondo di una piscina o appesi aduno spuntone di roccia, o lanciati involo col paracadute. Oggi hanno fattodi meglio: lui, il sacerdote, e loro, i duesposi, in alta quota, in piedi, ciascunosul proprio aeroplano da turismo, contanto di cuffie e microfoni per sentire efarsi sentire. Quanto allo scambio dell’anellonon si sa certo sono arrivati piùvicini al cielo, ma non saprei dire checosa ne pensa il buon Dio.Laura Novello

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