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Lo screening dei tumori del colon-retto un anno dopo

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Screening InteraziendaleLO SCREENING DEI TUMORIDEL COLON-RETTO UNANNO DOPONell’Aprile <strong>del</strong> 2005 è stato avviato su tutto il territorioregionale lo <strong>screening</strong> <strong>dei</strong> <strong>tumori</strong> <strong>del</strong> <strong>colon</strong>-<strong>retto</strong>. A <strong>un</strong><strong>anno</strong> di distanza possiamo dire che <strong>un</strong>a prima sfi da ègià stata vinta. Nella nostra Provincia, infatti, il programmaè stato rapidamente attivato in tutti i Distretti ed i primirisultati, a metà ro<strong>un</strong>d, sono incoraggianti, con <strong>un</strong>’adesioneche già supera il 50% <strong>del</strong>la popolazione invitata(tabella 1).5 • NOTIZIE Giugno 2006


Screening Interaziendale<strong>Lo</strong> <strong>screening</strong> <strong>dei</strong> <strong>tumori</strong> <strong>del</strong> <strong>colon</strong><strong>retto</strong><strong>un</strong> <strong>anno</strong> <strong>dopo</strong>A questo si aggi<strong>un</strong>ga che il ritmo di chiamata è tale cheè prevedibile il completamento <strong>del</strong> primo ro<strong>un</strong>d entro idue anni previsti. Evidentemente, il messaggio <strong>del</strong>l’utilità<strong>del</strong>la prevenzione nei <strong>tumori</strong> intestinali è passato edi cittadini h<strong>anno</strong> aderito in modo adeguato anche seè auspicabile che l’adesione possa ulteriormente incrementare.Per questo è importante che anche tutti gli operatorisanitari (oltre a coloro direttamente coinvolti) sianoconsapevoli di come si svolge lo <strong>screening</strong> stesso.Gli assistiti di età compresa tra i 50 ed i 69 anni vengonoattivamente chiamati con lettera dal Centro Screening(situato presso il Padiglione Bertolani) a presentarsi presso<strong>un</strong> centro di distribuzione (indicato nella lettera stessa)dove ricevono spiegazioni sullo <strong>screening</strong> in genere, sucome eseguire il test, dove riconsegnarlo, ecc. I centridi distribuzione <strong>del</strong> test di I livello (per la ricerca <strong>del</strong>sangue occulto fecale) sono distribuiti in tutti i Distretti. Iltest riconsegnato viene successivamente processato daidue laboratori (ASMN di Reggio Emilia e Guastalla) el’esito <strong>del</strong> test viene inviato al Centro Screening, il quale,in caso di positività, propone l’esecuzione di <strong>un</strong>a <strong>colon</strong>scopia(il test di II livello). La <strong>colon</strong>scopia, in caso di accettazione,viene prenotata dal Centro Screening stessoe il cittadino viene invitato a recarsi presso l’Endoscopiadi riferimento (tutte e sei le Endoscopie Digestive <strong>del</strong>laProvincia sono coinvolte nello Screening) per ricevere ulterioriinformazioni rispetto all’esame e la preparazioneper l’esame stesso. La <strong>colon</strong>scopia verrà poi eseguitanella data prevista, in sedute dedicate allo <strong>screening</strong>.Come è intuibile, è necessaria <strong>un</strong>’organizzazione notevolmentearticolata che è stata attivata anche facendotesoro <strong>del</strong>l’esperienza <strong>dei</strong> due <strong>screening</strong> precedenti. Altempo stesso la predisposizione di <strong>un</strong> percorso così complesso,che prevede <strong>un</strong> test invasivo con caratteristichesia diagnostiche che operative, ha richiesto <strong>un</strong> lavoroconcettuale e di preparazione notevole. Gli operatoriinteressati sono stati tutti coinvolti, nella fase iniziale, in<strong>un</strong>a formazione che ha curato gli aspetti professionali erelazionali. Stando ai risultati si può affermare che c’èsicuramente <strong>un</strong>a forte motivazione di tutti a sentirsi partedi <strong>un</strong>’iniziativa di salute rilevante (basti pensare che nellanostra provincia sar<strong>anno</strong> oltre 113.000 le personechiamate a partecipare a questo <strong>screening</strong>, e che per laprima volta sar<strong>anno</strong> chiamati ad <strong>un</strong>o <strong>screening</strong> anche icittadini di sesso maschile).Nel corso <strong>del</strong> 2006, infi ne, sarà attivato il cosiddetto“p<strong>un</strong>to b” <strong>del</strong>lo <strong>screening</strong>, fase che prevede la propostadiretta di <strong>colon</strong>scopia ai familiari di I grado di coloroa cui è stato diagnosticato <strong>un</strong> tumore maligno <strong>del</strong> <strong>colon</strong><strong>retto</strong>.Fra poche settimane, proprio nella nostra realtà, siterrà <strong>un</strong> seminario di formazione regionale in merito aquesto importante intervento.Ma le ricadute <strong>del</strong>lo <strong>screening</strong>, per defi nizione <strong>un</strong> programmaattivo di salute che prevede <strong>un</strong> continuo monitoraggio<strong>dei</strong> risultati ed <strong>un</strong>a continua garanzia di qualitàin tutti i suoi diversi momenti, non si limitano a coloroche a vario livello vi partecipano. Infatti, esso svolge<strong>un</strong> ulteriore effetto virtuoso di stimolo nei confronti di tutticoloro che affrontano questa patologia già nel percorsoclinico e spinge tutti noi a rifl ettere su come sia possibilemigliorare ulteriormente i già validi livelli di cura per lepersone che si ammalano di questo tumore.Abbiamo ritenuto, infi ne, di dar voce ad alc<strong>un</strong>i di coloroche, in diversi momenti, sono parte attiva di questoprogramma, che è partito “con il piede giusto” anche esoprattutto grazie alla forte motivazione e professionalitàdi tutte le fi gure coinvolte.Romano Sassatelli(Responsabile interaziendale <strong>del</strong> Programmadi Prevenzione e Diagnosi Precoce <strong>dei</strong> <strong>tumori</strong> <strong>del</strong> <strong>colon</strong>-<strong>retto</strong>)IL RUOLO DEL CENTRO SCREENINGIl Centro Screening è <strong>un</strong>ico per l’intero territorio provinciale.Presso il Centro Screening lavorano operatori concompetenze amministrative, infermieristiche, biostatistichee mediche.Al Centro Screening compete la gestione degli aspettiorganizzativo-gestionali e valutativi fi nalizzati alla verifica <strong>del</strong> cor<strong>retto</strong> e regolare avanzamento <strong>del</strong> programma;nello specifi co: pianifi cazione degli inviti, verifi ca6 • NOTIZIE Giugno 2006


<strong>Lo</strong> <strong>screening</strong> <strong>dei</strong> <strong>tumori</strong> <strong>del</strong> <strong>colon</strong><strong>retto</strong><strong>un</strong> <strong>anno</strong> <strong>dopo</strong>Screening Interaziendale<strong>del</strong>le esclusioni temporanee (<strong>colon</strong>scopia adeguatanegli ultimi 5 anni) e defi nitive (pregressa diagnosi ditumore maligno <strong>del</strong> <strong>colon</strong>-<strong>retto</strong>), spedizione degli inviti e<strong>dei</strong> solleciti,spedizione <strong>dei</strong> risultati <strong>dei</strong> test di 1° livello(FOBT – ricerca <strong>del</strong> sangue occulto nelle feci), richiamo<strong>del</strong>le persone risultate positive al test di 1° livellocon primo colloquio telefonico e prenotazione <strong>del</strong>la<strong>colon</strong>scopia,gestione <strong>dei</strong> rapporti con i 19 p<strong>un</strong>ti di distribuzione<strong>dei</strong> FOBT distribuiti sul territorio provincialee con i 6 servizi di endoscopia deputati all’esecuzione<strong>del</strong>le <strong>colon</strong>scopie di <strong>screening</strong> per la defi nizione <strong>dei</strong> calendarie <strong>dei</strong> tempi di lavoro, recupero e registrazione<strong>del</strong>le informazioni relative ai diversi momenti <strong>del</strong> percorsodi <strong>screening</strong> e gestione <strong>dei</strong> follow up individuali,monitoraggio periodico <strong>del</strong>l’intervento per la valutazionee la verifi ca, a livello aziendale e regionale, <strong>del</strong>l’avanzamento,<strong>dei</strong> tempi di risposta, <strong>dei</strong> risultati di processo,produzione <strong>del</strong>le elaborazioni utili alla verifi ca di eventualicriticità, garanzia <strong>del</strong>la qualità <strong>dei</strong> dati necessari asoddisfare il debito informativo regionale.Presso il Centro Screening è anche operativo <strong>un</strong>o <strong>dei</strong> trep<strong>un</strong>ti di distribuzione <strong>dei</strong> FOBT siti nel territorio com<strong>un</strong>aledi Reggio Emilia, utilizzati dalla popolazione residentee domiciliata nei com<strong>un</strong>i di Reggio Emilia, Bagnolo eAlbinea.Si allega qualche risultato di sintesi des<strong>un</strong>to dall’ultimarilevazione effettuata a marzo dai singoli programmi eche permette di rapportare alc<strong>un</strong>i <strong>dei</strong> risultati ottenuti dalledue Aziende Sanitarie di questa provincia con il resto<strong>del</strong>le realtà regionali, in termini di estensione (regolareavanzamento <strong>del</strong> programma) e adesione all’invito(quindi partecipazione <strong>del</strong>la popolazione all’iniziativa).Dr.ssa Luisa PaterliniResponsabile Organizzativo<strong>del</strong> Centro Screening7 • NOTIZIE Giugno 2006


Screening Interaziendale<strong>Lo</strong> <strong>screening</strong> <strong>dei</strong> <strong>tumori</strong> <strong>del</strong> <strong>colon</strong><strong>retto</strong><strong>un</strong> <strong>anno</strong> <strong>dopo</strong>IL RUOLO DEL LABORATORIOIl p<strong>un</strong>to di consegnaL’infermiere riceve l’utente con l’invito nell’ambulatorio riservato.L’utente chiede spiegazioni sull’invito ricevuto el’I.P. fornisce le debite spiegazioni. Consegna poi il Kitper la raccolta <strong>del</strong> campione di feci, illustrando la tecnicaper la raccolta stessa (consegnando contestualmenteanche la procedura scritta) e registrando i dati <strong>del</strong> paziente(consenso informato fi rmato e numero di telefonoper i contatti futuri). Si d<strong>anno</strong> inoltre indicazioni per lemodalità di ricezione <strong>del</strong> referto: per posta se negativo,chiamata telefonica se positivo con app<strong>un</strong>tamento per ilcontrollo endoscopico previsto dal programma di <strong>screening</strong>.Gli utenti appaiono molto soddisfatti di questa iniziativa,molti chiedono ulteriori notizie sulle procedureda attuare in caso di positività e se la negatività garantisce<strong>un</strong>a “sicurezza”. Pochi sono stati i casi con problematichecomplesse, tutti risolti con particolare attenzione,favorita dal Corso di addestramento cui il personale hapartecipato.Il laboratorio<strong>Lo</strong> <strong>screening</strong> mediante ricerca <strong>del</strong> sangue occultonelle feci si è dimostrato effi cace nel ridurre lamortalità per Carcinoma Colon Rettale (livello massimodi evidenza di efficacia) attraverso il trattamento di<strong>tumori</strong> invasivi in fase asintomatica e nel ridurre la loroincidenza, attraverso la diagnosi di lesioni pre-invasive.E’ noto che in quasi tutti i casi, <strong>un</strong> tumore <strong>del</strong> CCR èpreceduto dalla comparsa di lesioni benigne (polipi eadenomi) che in alc<strong>un</strong>i casi possono, in <strong>un</strong> tempo moltol<strong>un</strong>go (circa 10 anni), degenerare in tumore, attraversola cosiddetta “sequenza adenoma–carcinoma“. Questoprol<strong>un</strong>gato lasso di tempo permette quindi di poter identificare e asportare i polipi prima <strong>del</strong>la loro possibile trasformazionein cancro. Le neoplasie intestinali tendono asanguinare nel lume intestinale. Questo sanguinamentonon è <strong>un</strong> fenomeno continuo: è correlato per quantità efrequenza alle dimensioni <strong>del</strong>la lesione neoplastica edè più frequente/abbondante nei <strong>tumori</strong> invasivi rispettoalle lesioni pre-invasive. Per la sua limitata intensità,spesso non è notato dal paziente, ma può essere rilevatoattraverso specifi ci test. Il programma di <strong>screening</strong>di popolazione per la diagnosi precoce <strong>dei</strong> <strong>tumori</strong> <strong>del</strong><strong>colon</strong>-<strong>retto</strong> (CCR), attivato nel Marzo 2005, su tutto ilterritorio <strong>del</strong>la Regione Emilia Romagna, prevede cometest di <strong>screening</strong> il test per la ricerca <strong>del</strong> sangueocculto nelle feci (FOBT) su <strong>un</strong>ico prelievo econ cut-off di 100ng/ml. Dalla letteratura risultache su 100 persone che eseguono il test, circa il 95% haesito negativo (assenza di sangue occulto): vale a dire<strong>un</strong>a rassicurazione sul proprio stato di salute. Circa 4-5persone su 100 h<strong>anno</strong> invece <strong>un</strong> risultato positivo, cioèil test registra la presenza di sangue occulto fecale.Occorre però ricordare che la sua presenza, nella maggiorparte <strong>dei</strong> casi, non signifi ca che vi siano polipi olesioni tumorali. Il sanguinamento può infatti dipendereanche da altre cause, come la presenza di ragadi,emorroidi o diverticoli. Occasionalmente può accadereche alc<strong>un</strong>i soggetti sottoposti a particolari trattamenti farmacologici,lesivi per il tratto gastro intestinale (ad esempioFANS), possano manifestare <strong>un</strong>a positività temporanea(Falsi Positivi). Da dati <strong>del</strong>la letteratura risulta che ilvalore predittivo positivo (VPP) per carcinoma è circa il5,7% mentre il VPP per gli adenomi ad alto rischio è <strong>del</strong>20,35%.8 • NOTIZIE Giugno 2006


<strong>Lo</strong> <strong>screening</strong> <strong>dei</strong> <strong>tumori</strong> <strong>del</strong> <strong>colon</strong><strong>retto</strong><strong>un</strong> <strong>anno</strong> <strong>dopo</strong>Screening InteraziendalePrelievo <strong>del</strong> campione fecaleIl kit è composto da <strong>un</strong> fl acone di prelievo, tecnologicamentemolto avanzato, inserito in <strong>un</strong> sacchetto di protezione.Il prelievo è eseguito direttamente dal pazienteche deve seguire le istruzioni descritte nel foglietto allegatoal kit ed attenersi alle raccomandazioni fornitea voce dal personale addetto alla distribuzione <strong>del</strong>lostesso.Il tampone presente nel fl acone di prelievo mantienestabile l’Hb per alc<strong>un</strong>i giorni anche a temperaturaambiente ma si consiglia la consegna <strong>del</strong> campione,negli appositi contenitori refrigerati, nel più breve tempopossibile <strong>dopo</strong> la raccolta.Il fl aconcino di prelievo è preparato in modo da standardizzarela quantità di materiale prelevato: se il prelievoviene eseguito correttamente, le scanalature visibili sullaparte apicale <strong>del</strong>l’asticella trattengono esattamente 10mg di feci, che sono sospese in 2 ml di tampone.In questo modo risulta facile convertire i ngHb/ml di tamponein µg.di Hb/ gr. di feci. Una concentrazione di100 ng/ml corrisponde ad <strong>un</strong>a quantità di Hb pari a20µg/10 mg di feci.· Test imm<strong>un</strong>ologico quantitativo di agglutinazione allattice,· elevata sensibilità e specifi cità analitica,· rileva specifi camente Hb umana (il lattice è formatoda particelle di polistirene ricoperte di anticorpi anti-Hhpoliclonali umana (A0),· non esiste possibilità di reazione con Hb di origineanimale,· non è necessario modifi care le abitudini alimentari,· sanguinamenti <strong>del</strong>la parte alta <strong>del</strong> tratto digestivonormalmente forniscono risultati negativi, grazie alle modifi che <strong>del</strong>l’Hb apportate da acidi ed enzimi digestivi,· si prestano all’automazione.L’introduzione di <strong>un</strong>a metodica quantitativa è legata· Organizzare le fasi di raccolta e conservazione<strong>dei</strong> campioni, a seconda <strong>del</strong>le priorità stabilite, inmodo che tutti i campioni provenienti da diversi centridi raccolta, abbiano lo stesso trattamento preanalitico,· organizzare la tempistica <strong>del</strong> dosaggio,· ridurre il più possibile la variabilità analitica,· rispettare i tempi di refertazione.Per garantire la qualità <strong>del</strong> dato analitico occorre stabilire<strong>dei</strong> criteri di accettabilità <strong>del</strong>la curva di calibrazioneLe persone che h<strong>anno</strong> aderito allo <strong>screening</strong> e che h<strong>anno</strong>consegnato il fl acone di prelievo al Laboratorio, ricevendo<strong>un</strong> referto valido (negativo, positivo, inadeguato)sono state 21558, il 57,4% rispetto a coloro che h<strong>anno</strong>ricevuto l’invito, pari a 37557. Nel complesso l’adesioneal FOBT è leggermente più elevata nelle femmine(59,5%) rispetto ai maschi (54,6%). I FOBT positivi sonorisultati 1472 pari al 6,8% <strong>del</strong> totale. Coerentementecon la situazione epidemiologica, si osserva <strong>un</strong> incremento<strong>del</strong>la proporzione di test positivi con l’aumentare<strong>del</strong>l’età; inoltre i maschi mostrano valori costantementeCaratteristiche <strong>del</strong> testFasi di attività nel LaboratorioRisultato <strong>del</strong>lo <strong>screening</strong> (al 28 febbraio 2006)possibilità di eseguire il test con <strong>un</strong>o strumento automatico. Si tratta di <strong>un</strong> turbidimetro che misura in cinetica,alla l’agglutinazione <strong>del</strong> lattice in presenza di Hb. Se nelcampione è presente Hb si verifi ca l’agglutinazione <strong>del</strong>leparticelle di lattice che causano torbidità. La misura<strong>del</strong>la variazione di torbidità, misurata fotometricamentea 660nm, come differenza tra luce dispersa e quella assorbita,è direttamente proporzionale alla concentrazionedi Hb. Utilizzando questo principio, viene generata<strong>un</strong>a curva di calibrazione partendo da <strong>un</strong>o standard diconcentrazione nota, per <strong>un</strong>a determinazione quantitativaattraverso la percentuale di antigene presente nelcampione. L’interpretazione <strong>del</strong> dato, presume che vengastabilito <strong>un</strong> cut-off di positività.molto stretti. Per tenere sotto controllo il processo analiticovengono utilizzati quotidianamente <strong>dei</strong> controlli di qualitàinterni, che consentono di valutare la precisione el’accuratezza <strong>del</strong> metodo, attraverso test di ripetibilitàe di riproducibilità.Vista l’esigenza di garantire <strong>un</strong> test di alta qualità, omogeneosu tutto il territorio regionale, il Laboratorio partecipaanche al programma di qualità esterno VEQ propostodall’Assessorato alle Politiche per la Salute <strong>del</strong>la RER.superiori alle femmine in tutte le fasce d’età (8,7% contro5,5%). Il FOBT ha dimostrato di selezionare <strong>un</strong>a popolazionecon <strong>un</strong>’elevata frequenza di lesioni. I carcinomiidentifi cati sono stati 82 (42 maschi, 39 femmine). Lepersone con almeno <strong>un</strong> adenoma identifi cato sono risultate735 di cui 574 con adenoma ad alto rischio(istologia più aggressiva, dimensioni > di 9 mm, numerodi lesioni superiori a 3). Il valore VPP degli adenomi abasso rischio risulta quindi pari al 12,3%, il VPP peradenomi ad alto rischio risulta <strong>del</strong> 43,9% ed il VPP percancro è <strong>del</strong> 6,3%.Dott.ssa Maria BriniDi<strong>retto</strong>re LaboratorioAnalisi Chimico-Cliniche9 • NOTIZIE Giugno 2006


Screening Interaziendale<strong>Lo</strong> <strong>screening</strong> <strong>dei</strong> <strong>tumori</strong> <strong>del</strong> <strong>colon</strong><strong>retto</strong><strong>un</strong> <strong>anno</strong> <strong>dopo</strong>IL RUOLO DELL’ANATOMIA PATOLOGICAI dati <strong>del</strong>lo <strong>screening</strong> <strong>del</strong> carcinoma <strong>del</strong> <strong>colon</strong>-<strong>retto</strong>, riferitialle diagnosi istologiche, sono veramente interessantie, possiamo dire, inaspettati. Quando è iniziato lo <strong>screening</strong>,sapevamo di aumentare la quantità degli esamiistologici sulle lesioni polipose <strong>del</strong> <strong>colon</strong>-<strong>retto</strong>, ma pensavamodi non trovare differenze signifi cative tra le normalibiopsie ottenute da endoscopie eseguite su indicazioneclinica e quelle eseguite in corso di <strong>screening</strong>.La previsione si è dimostrata errata per almeno 3 motivi:1. abbiamo dovuto diagnosticare <strong>un</strong> numero elevato dilesioni neoplastiche in fasi evolutive precoci, che prima erano di riscontro solo occasionale,2. abbiamo dovuto affrontare il problema <strong>del</strong>la diadi nuove entità nosologiche,3. abbiamo dovuto, o meglio stiamo cercando diadattarci a criteri diagnostici più oggettivi inquanto condivisi con tutte le UU.OO. di AnatomiaPatologica operanti nella nostra Regione.Una breve rifl essione su ogn<strong>un</strong>o di questi 3 p<strong>un</strong>ti:1. stiamo affrontando con <strong>un</strong>a frequenza in aumentoil problema <strong>del</strong>la evoluzione <strong>del</strong>le lesioni pre-neoplasticheverso le neoplasie vere e proprie; poiché lase-quenza displasia-neoplasia è <strong>un</strong> continuum, si capisce bene la diffi coltà di certe diagnosi in cui illimite tra le due entità è molto sfumato, ma per lequali l’atteggiamento terapeutico che derivaè totalmente diverso: intervento conservativo versusintervento demolitivo.2. Aumentando la quantità <strong>del</strong>le lesioni biopsiate,troviamo con <strong>un</strong>a certa frequenza entità nosologichepiù rare e di recente acquisizione. Vorrei citare aquesto proposito il c.d. “adenoma serrato sessile”,che è <strong>un</strong> polipo con caratteristiche morfologicheintermedie tra il polipo iperplastico e l’adenomatubulo-villosocon displasia, ma che ha <strong>un</strong>a sua ben precisapotenzialità verso la neoplasia e che pertanto vaben distinto dalle altre lesioni.3. Stiamo cercando di adottare criteri diagnosticioggettivi e condivisi da tutte le UU.OO. di AnatomiaPatologica <strong>del</strong>la Regione.Sicuramente l’esperienza maturata nei due <strong>screening</strong>già attivi, quello <strong>del</strong> carcinoma <strong>del</strong>la cervice uterinae <strong>del</strong>la mammella, ci ha aiutato nell’usare criteri diagnostici oggettivi e condivisi e riusciamo adesprimere sotto forma numerica (Codici SNOMED)tutte le lesioni <strong>del</strong> <strong>colon</strong> <strong>retto</strong> che vengono biopsiate.L’importanza <strong>del</strong>l’omogeneità diagnostica èessenziale per <strong>un</strong>o <strong>screening</strong> che ha valenza regiole ed è <strong>un</strong>o stimolo per tutte le UU.OO. di Anatomiana Patologica.La consapevolezza di queste problematiche rappresentaper il nostro gruppo non solo l’incentivo a svilupparemaggiori conoscenze e ad affi nare le procedure tecnicheinterne, ma anche a migliorare l’approccio interdisciplinare,incentivando il dialogo innanzitutto con gliendoscopisti e poi con tutte le fi gure professionali chesvolgono <strong>un</strong> ruolo nello <strong>screening</strong>.Siamo consapevoli che dal confronto nasce il miglioramentoed è questa l’esperienza che stiamo vivendo nellanostra Regione, e che ci porterà ad ottenere quel risultatoambizioso che è lo scopo <strong>del</strong>lo <strong>screening</strong> <strong>del</strong> carcinoma<strong>del</strong> <strong>colon</strong>-<strong>retto</strong>, cioè la diminuzione <strong>del</strong>la mortalità perquesto tipo di neoplasia.Dott. Giorgio GardiniDi<strong>retto</strong>re Anatomia PatologicaDott. Evandro NigrisoliAnatomia Patologica10 • NOTIZIE Giugno 2006IL RUOLO DELL’ENDOSCOPIA DIGESTIVAL’endoscopia ha certamente <strong>un</strong> ruolo fondamentale nelpercorso di <strong>screening</strong> <strong>del</strong> cancro <strong>colon</strong><strong>retto</strong>: è il test di IIlivello e possiede <strong>un</strong>’indubbia capacità diagnostica edoperativa che rappresenta il vero cardine <strong>del</strong>la diagnosiprecoce e prevenzione <strong>del</strong>l’intero percorso. E’ il centro<strong>screening</strong> ad indirizzare al nostro servizio l’utenza selezionata(persone positive al test di I livello) nei giorni edorari predefi niti per la fase di prima accoglienza, <strong>dopo</strong>che l’utente ha già avuto <strong>un</strong> contatto di<strong>retto</strong> con il personale<strong>del</strong> p<strong>un</strong>to di distribuzione e con il centro <strong>screening</strong>stesso. In occasione <strong>del</strong> nostro colloquio il personaleinfermieristico illustra approfonditamente le modalità diesecuzione <strong>del</strong>l’esame e verifi ca eventuali problematicheconnesse allo stesso (terapie farmacologiche in atto,controindicazioni relative, personalizzazione <strong>del</strong>la preparazione,ecc). Vengono inoltre chiariti dubbi e timoririguardo all’evento che si va ad affrontare. Al termine<strong>del</strong>l’incontro viene consegnato <strong>un</strong> foglio informativo sullemodalità <strong>del</strong>l’esame e sulla preparazione necessaria,che comprende anche il modulo per l’espressione <strong>del</strong>consenso all’esecuzione <strong>del</strong>lo stesso. Nella provincia diReggio Emilia sono state eseguite, da aprile 2005 a marzo2006, quasi 1800 <strong>colon</strong>scopie di <strong>screening</strong> di cui oltre700 presso il Servizio di Endoscopia <strong>del</strong>l’ASMN. Perpoter dare <strong>un</strong>a adeguata risposta all’utenza il personale<strong>del</strong>l’endoscopia si fa carico regolarmente di <strong>un</strong>’attivitàsupplementare che comporta <strong>un</strong> notevole impegno mache è tuttavia compensato dai risultati ottenuti da questaeffi cace attività di prevenzione. La quantità e la tipologia(notevole il numero degli adenomi ad alto rischio) <strong>del</strong>lelesioni riscontrate (e rimosse) ci ha ulteriormente convinto”sul campo” <strong>del</strong>la grande utilità di questo programma di<strong>screening</strong> e ci dà <strong>un</strong>a forte motivazione a parteciparvi.Elena FontanaCaposala, Servizio di Endoscopia Digestiva

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