Temi dell'Antigone recepiti nella cultura - Dipartimento di Storia ...
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pubblico veniva invitato a cercare dei tratti attuali nel testo antico). Due sorelle escono fuori dalrifugio antiaereo, si chiudono in casa e capiscono che il fratello, in fuga dal fronte, è caduto nellemani delle SS. Cosa devono fare? Uscire e tentare <strong>di</strong> salvare il fratello? L’una (Ismene) ha paura,ma d’altro canto la vicenda resta aperta, perché irrompe un uomo delle SS per chiedere seconoscano il ‘tra<strong>di</strong>tore’, guarda Antigone che ha un coltello in mano, e Ismene si rivolge alpubblico <strong>di</strong>cendo: «Guardai allora mia sorella./Doveva <strong>nella</strong> sua pena mortale/ andare adesso aliberare il fratello?/Poteva non essere ancora morto.» In questo momento <strong>di</strong> sospensione, c’è ilrichiamo <strong>di</strong> Brecht alla responsabilità della scelta in<strong>di</strong>viduale. Non il culto del defunto spingel’azione dell’Antigone berlinese del 1945, ma la possibilità <strong>di</strong> salvarlo ancora, ad ogni costo, anzi, acosto della propria stessa vita. La risposta è lasciata al pubblico, che così è <strong>di</strong>rettamente coinvoltonei fatti.Brecht ritorna, con l’Antigone, dopo l’esilio, alla lingua tedesca; e vi torna attraverso Hölderlin, <strong>di</strong>cui riconosce, come Brecht scrive, alcune espressioni <strong>di</strong>alettali. D’altro canto la <strong>di</strong>fficile,enigmatica talora, traduzione <strong>di</strong> Hölderlin, rappresentava una sfida linguistica che Brecht accolse,supportandola <strong>di</strong> osservazioni critiche sul verso da usare nel dramma, e su un consapevolearcaizzare della lingua. D’altro canto, Brecht stu<strong>di</strong>ava intensamente l’interpretazione marxista della<strong>cultura</strong> tedesca. Poiché la Rivoluzione, alla fine del ‘700, non si era inse<strong>di</strong>ata in Germania; laborghesia, dunque, era degenerata sino alla connivenza con il Nazismo. Queste riflessioniaccompagnano la rielaborazione dell’Antigone, che <strong>di</strong>venta dunque il terreno su cui si esercita iltentativo <strong>di</strong> Brecht <strong>di</strong> ‘capire’ il nazismo. La figura <strong>di</strong> Antigone, che nel Prologo del 1951 è definitada Brecht «l’inflessibilmente giusta», che non ha nulla a che fare con i «confusi» che hanno volutola guerra, viene invece riconosciuta quale ella è, un’esponente della famiglia reale, che ha vissuto,dunque, in una sfera protetta dal potere. Il suo gesto contro il tiranno, la sua ‘resistenza’, è data daun motivo privato, familiare, e per questo non può essere equiparata ai veri resistenti tedeschi, chehanno dovuto agire nell’ombra.La motivazione della trage<strong>di</strong>a <strong>di</strong>venta in Brecht solo economica: Creonte manda al macello legiovani milizie tebane perché vuole annettere al suo regno le miniere d’argento <strong>di</strong> Argo. Eteocle ePolinice non sono nemici, combattono fianco a fianco <strong>nella</strong> stessa truppa a cui è assegnato ilcompito <strong>di</strong> depredare i sud<strong>di</strong>ti <strong>di</strong> Adrasto. Ma se il primo cade, ‘uno fra molti’, Polinice invece si dàalla fuga, è un <strong>di</strong>sertore: perciò è giustiziato una volta catturato da Creonte. Rispetto a Sofoclecambia ra<strong>di</strong>calmente non solo la leggenda, ma il senso stesso dell’azione <strong>di</strong> Polinice, che in Brecht<strong>di</strong>venta consapevole resistenza al potere violento del nazismo. In Sofocle, Polinice è colui che haattaccato la patria, e Creonte ha ragione a considerarlo ‘nemico’. In Brecht <strong>di</strong>venta un eroe (questatrasformazione è anche l’implicita risposta <strong>di</strong> Brecht all’interpretazione <strong>di</strong> Hegel). Creonteprescrive che non venga sepolto, insieme agli altri, anzi che «squartato venga esposto, ad orrore deisuoi uomini», come gli <strong>di</strong>ce Antigone. Anche i figli del tiranno cadono, in una guerra che è unaguerra <strong>di</strong> rapina. Antigone si contrappone senza nessuna sfumatura al despota, il quale,naturalmente, rappresenta Hitler nel momento dello spasmo del suo potere, mentre la Germania èagonizzante, e lui è ancora preso da deliri <strong>di</strong> onnipotenza: «La pièce merita <strong>di</strong> essere vista – scriveBrecht <strong>nella</strong> prefazione alla rielaborazione del 1948 – perché mette in scena il ruolo della violenza acui ricorre il vertice dello stato nel corso della sua caduta». Lo sfondo è dunque la catastrofetedesca, in cui però il <strong>di</strong>ttatore continua ad impazzare, non rispettando i mucchi <strong>di</strong> cadaveri che haintorno, e continuando a fare piazza pulita <strong>di</strong> chi si oppone al suo ‘potere’. I vecchi del coro sono lecontrofigure degli industriali che hanno sostenuto il nazismo, ma che nel 1945 capiscono anche cheormai si è giunti al tracollo: gli attori sono imbellettati esageratamente <strong>di</strong> bianco, per mostrare«l’inari<strong>di</strong>mento dei volti dovuto all’abitu<strong>di</strong>ne del comando», <strong>di</strong>ce ancora Brecht. Antigone, e ancheTiresia, sono membri della casa reale, che negano adesso al tiranno, che pure hanno appoggiato, illoro sostegno. La rileborazione <strong>di</strong> Brecht è dunque una rielaborazione fortemente ideologica: inquesta luce viene molto rivalutata la figura <strong>di</strong> Tiresia, che in Brecht è l’oppositore politico <strong>di</strong>Creonte, e alla fine abbandona ‘inorri<strong>di</strong>to’ Tebe, contrapponendosi totalmente al Reich nazista. Maanche Antigone, come abbiamo accennato, è accusata <strong>di</strong> connivenza con il potere: «Ma anch’essa