Temi dell'Antigone recepiti nella cultura - Dipartimento di Storia ...
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Qui Antigone esprime una domanda terribilmente d’attualità nel primo dopoguerra: se potesseessere ancora riconosciuta come ‘patria’ la Germania da quei tedeschi che erano andati in esilioperché perseguitati dal regime o in <strong>di</strong>saccordo con esso. Se potevano ancora chiamare patria laGermania gli ebrei tedeschi, che erano stati esclusi dalla società, prima, dalla loro stessa <strong>cultura</strong>, epoi erano stati sistematicamente sterminati. Il nazismo non era stato – vuole <strong>di</strong>re Brecht attraversol’Antigone <strong>di</strong> Sofocle – un fenomeno dovuto alla carisma demoniaco <strong>di</strong> Hitler: era stato unfenomeno storico e politico a costruire il quale avevano contribuito le élites capitaliste ed industrialidella Germania, qui adombrate dal coro dei vecchi.Era possibile superare tutto questo? I vecchi vogliono dare una spiegazione fatalistica <strong>di</strong> quel che èaccaduto, e ad Antigone <strong>di</strong>cono: «terribile è la forza del destino,/non gli sfugge ricchezza, lo spiritodel macello, nessuna torre», ed Antigone risponde: «No, vi prego, non parlate <strong>di</strong> destino./ Lo so.Parlate <strong>di</strong> chi / mi <strong>di</strong>strugge, innocente; a lui /collegate un destino! Non pensate che voi /sieterisparmiati, voi, infelici./ Altri corpi, fatti a pezzi/ vedrete giacere, insepolti, accumulati sugli/insepolti. Voi, che a Creonte la guerra/ su terre straniere trascinaste, per quante/ battaglie gliarridano, l’ultima/ vi ingoierà. Voi, invocate il bottino, ma non vedrete arrivare carri pieni ma/vuoti. Vi compiango, viventi / per quel che vedrete/ quando i miei occhi saranno già pieni <strong>di</strong>polvere! Amata Tebe/ Patria! E foi, fonti <strong>di</strong>rcee/ attorno a Tebe, /dove i carri tirano supebi, o,boschi!Come mi soffoca/ quel che ti deve accadere! Da te sono venuti/ i dusmani/ perciò tu devi<strong>di</strong>venire polvere. Dì/ se qualcuno chiede <strong>di</strong> Antigone, /l’abbiamo vista fuggire <strong>nella</strong> tomba». Inquesto <strong>di</strong>scorso, Antigone si pone come ‘profetessa politica’, perché, come ha scritto Walter Jens,tutte le opposizioni che si trovano nel testo <strong>di</strong> Sofocle, quella fratello/nemico, luce/giorno, deisuperi/inferi, vengono piegate ad una ed una sola opposizione, quella tra dominato e dominatore.La scena con il confronto tra Tiresia e Creonte mostra la ra<strong>di</strong>calità del cambiamento operato daBrecht. Tiresia è in Sofocle una figura integra, un’autorità. Il suo <strong>di</strong>scorso è degno <strong>di</strong> fede eimpressiona anche Creonte, che pure è vittima del suo accecamento. Pur essendo sospettato daCreonte, che sin dall’inizio della trage<strong>di</strong>a vede complotti dappertutto, conserva però tutta la sua<strong>di</strong>gnità sacerdotale ed esprime la sua opinione del tutto incurante delle minacce con le quali Creontereagisce, in un primo momento, alla sua profezia. Tiresia mostra quale sia la follia <strong>di</strong> Creonte e inquale abisso d’errore sia caduto. Se leggiamo così la trage<strong>di</strong>a, Tiresia esprime il punto <strong>di</strong> vistadell’autore, e l’interpretazione hegeliana viene a cadere, perché Creonte non sarebbe messo daSofocle sullo stesso piano <strong>di</strong> Antigone, ma anzi decisamente in<strong>di</strong>cato, attraverso il confronto conTiresia, come un sacrilego.Molto <strong>di</strong>versa è l’interpretazione della figura <strong>di</strong> Tiresia in Brecht. Tiresia è in Brecht un‘<strong>di</strong>pendente’ <strong>di</strong> Creonte, ed è benvenuto sino a che con i suoi oracoli serve gli interessi <strong>di</strong> Creonte.Tiresia – in Brecht – entra in scena mentre sta per cominciare la festa bacchica, e non si rivolge solocontro Creonte, ma contro tutti: «Vittoria/gridano <strong>nella</strong> città/è la città è piena <strong>di</strong> pazzi!» (questoelemento ricorda l’ambientazione dell’ Antigone <strong>di</strong> Hasenclever) «e il cieco segue colui che vede/ma uno più cieco segue il cieco.»Tiresia non è, come in Sofocle, un’istanza superiore, ma fa partedei dominatori, partecipa ai guadagni e alle per<strong>di</strong>te, ed è coinvolto <strong>nella</strong> rovina imminente. Perciòintende la festa indetta da Creonte prima che la guerra sia finita come nebbia ideologica, manovra <strong>di</strong><strong>di</strong>strazione dalla catastrofe (come la propaganza nazista negli ultimi mesi della guerra), e d’altrocanto Creonte irride il suo resoconto del rito sacrificale come una manipolazione: «I tuoi uccelli,vecchio/volano per te appositamente. Lo so. Volavano/anche per me!». Sin dall’inizio, dunque, ilCreonte <strong>di</strong> Brecht non ha fiducia in Tiresia, lo prende in giro, si comporta – è stato scritto – come‘clown’, cerca <strong>di</strong> minarne completamente l’autorità davanti al coro dei vecchi: ma Tiresia riesce asventare i tentativi <strong>di</strong> Creonte <strong>di</strong> scre<strong>di</strong>tarlo, denunciandolo nel punto centrale. La guerra non èaffatto finita vittoriosamente, come Creonte vorrebbe far intendere al popolo, tutt’altro. Interrogatodai vecchi, Creonte deve ammettere: «la guerra/non è ancor alla fine e non va/troppo bene. Quandoor<strong>di</strong>nai la pace/ mancava ancora poco e questo/ a causa del tra<strong>di</strong>mento <strong>di</strong> Polinice.» Tiresia,insomma, tiene in pugno Creonte, e poiché quello gli contesta l’arte <strong>di</strong> pre<strong>di</strong>re il futuro, allora silimita ad osservare il presente: «poiché – come <strong>di</strong>ci - non so/ devo allora chiedere. Poiché il