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catalogo mostra - Galleria Monopoli

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DAVIDE CORONARocce,carcassee altre cose1


DAVIDE CORONARocce,carcassee altre cosea cura di Andrea Fiore


Piccolimiracoli diquotidianitA’ANDREA FIORE1)Titolo della <strong>mostra</strong> personale diDavide Corona tenutasi presso BiffiArte a Piacenza dal 21 maggio al 25giugno 2011 (testo di Gabriele Dadati).Questa <strong>mostra</strong> non è altro che un racconto, unastoria divisa in due atti narrata dalla meravigliadi alcune apparizioni che ci riserba la vitaquotidiana. I lavori di Corona rappresentanouna realtà espressa attraverso un dupliceaspetto: quello caratterizzato dalla certezzadella figurazione e l’altro segnato dall’instabilità delle variazionicromatiche.Immagini catturate dalla sensibilità dell’artista, come fossero deipiccoli miracoli di quotidianità; momenti che, grazie alla lorosemplicità, riescono a porre tutto in discussione.Rocce, Carcasse ed altre cose è la testimonianza di un decisivomomento di maturazione nell’attività di Davide Corona. La suaricerca, trovava riscontro in un coerente realismo descrittivo,ora, invece, indaga sull’immagine mutevole della realtà. Bastiricordare le opere esposte ne Il Mondo Raccolto 1 , ma anchela produzione precedete, per comprendere il cambiamentoche l’artista esprime in queste opere. L’artista ha decisodi abbandonare ogni accomodante certezza e mettersi indiscussione; un passaggio scomodo ma inevitabile, guidato dallaconsapevolezza della propria maturazione artistica.Il percorso espositivo èda intendere come unracconto instabile, ricalcatosulla mutevolezza intesacome rappresentazione delnostro tempo. Per questaragione è necessario visitarel’esposizione con la pienaconsapevolezza di questocambiamento, vivendoloin maniera radicale ecogliendone il valore.Ogni dipinto presente recacome titolo una data, questanon esprime il periodo diesecuzione, bensì il momentoche possiamo definire diapparizione, ovvero, quellaparticolare circostanza in cuiavviene l’astrazione artistica.Il titolo rappresenta, in questocaso, un fondamentale tasselloper ricomporre il percorso direalizzazione dell’opera; unmomento di grande intimitàche Davide Corona dona alvisitare. Questo ci ricorda che,in realtà, l’opera non è altroche la testimonianza di unmomento di astrazione intimoe difficilmente condivisibile.La presenza figurativa neidipinti descrive l’aspettodi immobilità presentenei suoi dipinti, come unasolida memoria ancoratanella sua consapevolezzapittorica, nello stesso tempovi è la rappresentazione dellamutevolezza della realtàdescritta attraverso una pitturaversatile che raccoglie diversiapprocci alla figurazione.Raccontare un giovane artistaè una grande responsabilità.Un rischioso atteggiamento di protagonismocritico distoglierebbe l’attenzione dalmessaggio che l’artista intende esprimere;in tal caso la critica non agisce da filtro,ma da barriera tra artista e pubblico.Questo mette in forte crisi i sistemi dirappresentazione contemporanei e la capacitàcritica dello spettatore. Un graverischio, è questo, che si annida nell’edonismoespositivo finalizzato alla realizzazionedi un prodotto “precotto”, comedirebbe Carmelo Bene, destinato soloal mercato. Come uno scrittore mette ariposo i propri versi per poi intervenire,in seguito, con maggiore consapevolezza,così in quest’occasione si riflette indue tempi distinti sullo stesso artista.Il percorso espositivo diviso in due Atti,come in un’opera teatrale, incoraggia ilpubblico a un’analisi più ponderata e menosuperficiale dei dipinti di Davide Corona.NOTA 1 [La divisione in Atti di una <strong>mostra</strong>ha l’intenzione di sostenere un processodi democratizzazione e partecipazioneall’arte che presenta punti di raccordo con ilTeatro, quest’ultimo in qualità di massimaespressione e coinvolgimento dell’opinionepubblica in un’attività culturale totale].NOTA 2 [La distinzione dei due atti, inquesto modo, non racconta la presenza didue eventi distinti, bensì la continuazionedi uno stesso evento che vede lo stesso protagonista.Due atti legati ad un unico filoconduttore, che concedono al visitatore dipartecipare in una maniera più consapevole,sviluppando delle capacità criticheche sono alla base della creazione di unacoscienza culturale e artistica comune].4 5


Dialogocon DavideCoronaANDREA FIOREIl modo più opportuno per raccontare un artistacontemporaneo è attraverso il dialogo.La forma dialogica è da sempre, sin dai tempi di Platone, ilmodo più efficace e diretto per comunicare. Un dialogo direttoimplica una direzione critica che non può trascurare l’opinionedell’artista e solleva il pubblico da trascurabili pressioniintellettuali.Andrea Fiore: Davide, quando osservo i tuoi dipinti penso adun rigido percorso educativo alla pittura. Credi che la capacitàesecutiva sia un valore necessario per la realizzazione diun’opera d’arte?Davide Corona: Penso sia imprescindibile. La vera pittura deveraccontare e porre domande e per farlo con forza ha bisogno dipoggiare su solide basi. La capacità tecnica è il mezzo con cuiesprimere questi concetti, è la grammatica del pittore.A.F: Dopo un periodo iniziale di pittura geometrica, per cinqueanni hai incentrato la tua ricerca figurativa sul rapporto con ilibri, cos’è cambiato da allora?D.C. Durante la vita di tutti i giorni mi capita di imbattermi perstrada, sui libri, su internet, inimmagini che mi colpiscono.Le lascio sedimentare in testaper qualche tempo fino aquando non trovo il modocorretto per riportarle sullatela. Se mentre ci lavoroaffiorano nuove domande econnessioni i dipinti diventanodue, tre, fino a diventare unciclo pittorico. Lavorare adun ciclo significa dire semprepiù cose in modo sempremigliore utilizzando semprela stessa immagine. Quandoperò le cose nuove da direfiniscono, invece che stare aripetermi all’infinito, preferiscospostare la mia indagine sualtre immagini e altri modidi raccontarle. Per questoson passato dalla pittura6 7


geometrica degli interni a quella fotografica dei libri fino a questanuova produzione pittorica.A.F. I lavori che esponi in quest’occasione paiono descrivereun momento di passaggio, in cui metti in discussione la tuaprecedente produzione. Perché senti la necessità di cambiare everso quale direzione?D.C. Dopo la grande <strong>mostra</strong> da Biffi Arte sui libri ho pensatoche questo ciclo non aveva più nulla di nuovo da dire. Così inestate ho lavorato a una serie di progetti su carta fino a che nonho individuato un paio di strade su cui lavorare. A quel puntoho provato a vedere che effetto facevano sulla tela e ho scelto.Ho ripreso più volte i primi dipinti e ancora non so bene dovemi porterà questa nuova ricerca. Mi piace che sia ancora tutto indivenire. L’unica cosa che mi sembra certa è che mi sto sempre dipiù allontanando dalla pittura fotografica.A. F. Le date che rappresentano i titoli dei tuoi lavori alludonoalla loro data di realizzazione?D. C. No, sono le date in cui ho scoperto queste immagini, incui mi si sono rivelate. Non seguono un ordine cronologico direalizzazione. Ad esempio ho lavorato prima a 29settembre che a22agosto.A.F. Mi raccontavi, tempo fa, che i tuoi punti di riferimentosono: Hopper, Casorati e Piero della Francesca; mi spiegheresticos’hanno a che fare con la tua pittura tre pittori così distanti,anche dal punto di vista cronologico?D.C. Sono tre pittori che ho scoperto (o riscoperto) negli anniin cui studiavo a Brera e che istintivamente ho amato da subito.Per uno studente di pittura ènormale osservare e rifarsi,più o meno inconsciamente, aimaestri che si sentono vicini.Tutti e tre creano immagini chefermano l’attimo e lo rendonoassoluto. Pensa al Battesimo diCristo di Piero della Francesca.Si racconta un precisomomento della vita di Gesù,quello in cui il Battista gli staper bagnare il capo con l’acquadel Giordano. In quell’istanteil cielo si apre e sopra la testadel Cristo scende lo spiritosanto sotto forma di colombabianca. Sullo sfondo possiamovedere una persona che si statogliendo la veste prima divenir a sua volta battezzata.A leggerla sembra una scenamolto movimentata, ma Pierodella Francesca la pietrifica,immobilizza un istante. Tutto èordinato e silenzioso così comein Chop Suey di Hopper o neLo straniero (Conversazionealla finestra) di Casorati doveazioni e movimenti vengonocristallizzati. Penso che nellamia pittura ci sia sempre stato,più o meno inconsciamente, ildesiderio di appropriarmi diquesta atmosfera di eternità.Naturalmente avendo studiatoe amato questi pittori nelperiodo della mia formazionepuoi spesso trovare, oltreall’atmosfera, anche la stessagamma cromatica o la stessaimpostazione compositiva.Alle volte ho anche inseritodelle vere e proprie citazioni.A tal proposito ti segnalo ilmio L’attesa del 2006 che neltitolo cita Casorati e nel tagliodell’immagine, nei colorie nel paesaggio sul fondorimanda a Western Motel diHopper oppure il Piero dellaFrancesca del 2011 dove, oltrealla riproduzione della Sacraconversazione (o pala diBrera) e del ritratto del duca diMontefeltro di Piero, puoi riconoscere l’impostazione di Uova sulcassettone di Casorati.A.F. Mi parlasti anche di David Hokney, cosa pensi di lui e qualisono i punti di tangenza tra il suo lavoro ed i tuoi dipinti?D.C. Hockney in certi suoi dipinti, come nel ritratto dei coniugiWeisman o in quello dei Clark, sembra continuare la tradizionedei pittori che immobilizzano l’attimo. Hockney però non è soloquesto. Riesce a passare da uno stile fortemente naturalistico aduno grafico, dall’illusione prospettica alla pittura quasi astratta,dalla fotografia tradizionale ad una cubista. La sua versatilitàartistica lo porta a indagare e rinverdire ogni volta la percezioneche abbiamo delle immagini. Esplora un linguaggio pittorico, lo fa8 9


suo e vi aggiunge un pezzettonuovo. Credo sia questo suogiocare con gli stili e con lapercezione visiva che me lo fasentire molto vicino in questomomento.A.F. I lavori esposti in questa<strong>mostra</strong> sono molto diversil’uno dall’altro, qual è il filoconduttore che li lega?D.C. Non li vedo come singoliquadri, ma come tappe di unamia nuova indagine pittorica.Se fossero tutti uguali la ricercasarebbe già finita.A.F. Ritornando a Hokney,mi viene in mente unasua intervista realizzatain occasione di unarecente <strong>mostra</strong>, per laquale ha realizzato deilavori direttamente su diun iPad. Hokney parlavadell’inevitabilità dell’utilizzodelle nuove tecnologienell’arte contemporanea.Cosa ne pensi dell’utilizzo diqueste nuove tecnologie?D.C. Gli artisti hanno semprefatto proprie le scopertescientifiche e tecnologiche delproprio tempo alla ricerca dilinguaggi nuovi, trovo quindinormale che un artista comeHockney si diverta a esplorarele possibilità offerte da questinuovi mezzi. Dal Commodore64 in poi a casa mia c’è semprestato un computer. Si puòdire che con il computer cisono cresciuto. Dall’ultimoanno di liceo in poi il pc haavuto un ruolo sempre piùimportante nella mia vita e, diconseguenza, nel mio mododi fare arte. Per ora lo uso soloper il lavoro “sommerso” cheprecede l’esecuzione di undipinto, però non escludo infuturo di fare immagini solocon e per questi strumenti.A.F. Questo tuo momentod’indagine mi parestrettamente connesso ancheall’idea di provvisorietà cheoggi si riscontra nell’arte;quali sono, secondo te, imaggiori disagi che oggiriscontra un giovane artista?D.C. Credo che siamo inun momento di transizionedove tutto è stato messo indiscussione. È in atto ungrande cambiamento sociale,economico e politico. Anche ilmondo dell’arte sta cambiando.Alcune grandi gallerie sonoin crisi, altre stanno mutandoil loro modo di lavorare. C’èuna grande confusione chedi certo non aiuta un giovanea capire come muoversi inquesto mondo. Un giovaneartista avrebbe bisogno di unapersona che lo consigli passoa passo e gli faccia capire qualisono le cose da fare e quelleda non fare, le persone di cuifidarsi. Una guida insomma.Purtroppo questo è un mondomolto autoreferenziale ecompetitivo in cui è moltodifficile trovare qualcuno cheti aiuti.10 11


OPERE IN MOSTRA


14 Agosto2011Olio su tela | 60x80cm


29 settembre2011Olio su tela| 60x80 cm


22agosto2011Olio su tela | 20x30 cm


5 dicembre2012Olio su tela |20x30cm


28 ottobre2012Olio su tela | 100x150cm


7 gennaio2012Olio su tela |100x150 cm


5 febbraio2012Olio su tela | 30x40cm


31ottobre2012Olio su tela | 180x200 cm


Tra realismoe divisionismoLe ultime opere del piacentino Davide Corona a Milanodi Gabriele DadatiMILANO:Sarà visitabile fino all’11 aprile la <strong>mostra</strong> Rocce, carcassee altre cose, esposizione personale del pittore piacentinoDavide Corona ospitata dalla <strong>Galleria</strong> <strong>Monopoli</strong>di Milano. Si tratta di poche, selezionate opere che<strong>mostra</strong>no una significativa evoluzione rispetto all’ultimoevento pubblico di questo artista, ospitato l’anno scorsoalla <strong>Galleria</strong> Biffi della nostra città. Là la precisione della pitturae l’estrema pulizia del segno erano una regola adottata senzaderoghe, qui invece le maniere si mescolano e i pezzi trovano unavitalità nuova proprio per questo. Tra pittura intrisa di realismo,memorie divisioniste e qualche accenno al disegno puro, ogni teladi Davide Corona trova un singolare equilibrio tra la compiutezzae la mobilità. Inoltre sono nuovi i soggetti. Non più gli interni acui ci aveva abituati, con le loro parche presenze umane e i pochioggetti - per lo più libri -, ma scorci di paesaggio e un maggiorinvestimento sulla ricerca dei volumi, che adesso disegnano cosesempre diverse. Il dato di partenza non smette di essere la realtà,magari conosciuta (si potrà individuare facilmente il grandescivolo di una piscina dellanostra città o i muri diroccatiche si trovano in un parcodella nostra periferia), ma latrasfigurazione che avviene,affidata in parte a colori quasilisergici, rende tutto nuovo.Il risultato è notevole e lospazio raccolto della <strong>Galleria</strong><strong>Monopoli</strong>, invasa di lucenaturale, bianchissima, regalaun mondo altro rispetto aquello che conoscevamo, unmondo che ci convoca al suointerno e ci accoglie. La <strong>mostra</strong>è a cura di Andrea Fiore, chescrive: “Rocce, carcasse ealtre cose è la testimonianza32 33


Biografiadi un decisivo momento dimaturazione della produzionepittorica di Davide Corona.La sua ricerca, che trovavariscontro in un coerenterealismo descrittivo, oraindaga sull’immagine mutevoledella realtà, inevitabilerappresentazione del nostrotempo. La scelta del titolosintetizza l’attuale momento nelpercorso artistico di Corona.La presenza figurativa, comeuna solida roccia ancorata nellamemoria del pittore, dialogacon l’immagine di mutevolezzadella realtà, descritta attraversouna pittura versatile cheraccoglie diversi approccialla figurazione”. La zona incui la <strong>Galleria</strong> è collocata(via Ventura, non distantedalla stazione Lambrate) stadiventando un polo importanteper l’arte contemporanea,una piccola piazza su cuiaffacciano numerose gallerie.Questo immette gli artisti inun circuito di valorizzazionesignificativo che ci si augurapossa giovare anche a DavideCorona.[g.dadati, Tra realismo edivisionismo, Le ultime operedel piacentino Davide Coronaa Milano, in , 3Aprile 2012, p.30]Davide Corona (Piacenza1981) ha conseguitoil diploma in pitturapresso l’Accademia di Belle Artidi Brera a Milano nel 2005.Ha vinto l’edizione 2008 delPremio Parati. Attualmentevive ed opera a Piacenza.www.davidecorona.itMOSTRE PERSONALI2004Le personali, Laboratorio delle Arti, Piacenza2006Venticinque, Casa dell’Arte al Teatro, Piacenza2007Stanze, Centro culturale San Vitale, Cremona2010Antologia Privata, a cura di Gabriele Dadati, Castello di Belgioioso,Belgioioso (PV)2011Il mondo raccolto, Biffi Arte, Piacenza34 35


Mostre collettive2000La Terra, Centro incontri della Provincia, Cuneo2003Verifica dei dintorni, Festa dell’Unità, Modena2004Pittori sul Naviglio Grande, Naviglio grande, MilanoSalon I, Palazzo della Permanente, MilanoTaboo & Totem, <strong>Galleria</strong> d’Arte Moderna Ricci Oddi, Piacenza200515x15, <strong>Galleria</strong> d’Arte Moderna Ricci Oddi, PiacenzaUmanità e Natura, Chiesa di San Cristoforo, LodiGaetano Morgese Onlus, a cura di Gregorio Sgarra, Chiostro delleClarisse, Terlizzi (BA)2006Un lavoro fatto ad Arte, a curadi Veronica Pirola, Palazzo Te,Mantova2007Premio Ancora d’Oro, PalazzoTodeschini, Desenzano delGarda (Bs)XI Premio Morlotti, a cura diGiorgio Seveso e DomenicoMontalto, Mediateca Comunale,Imbersago (LC)Aroma del caffé, Fieramilano,Rho (MI)2008Profilo d’Arte 2007, Palazzo dellaPermanente, Milano e sedi BancaProfilo di Brescia, Torino,Ferrara, Reggio Emilia e RomaStanze d’Artista, Casa dell’Arte alTeatro, Piacenza95 anni di indipendenza albanese,Ambasciata albanese, RomaConcorso Cup House 2007, MuseoAttilio Granata, Imbersago (LC)Made in Brera, Chiesa di SanCarpoforo, MilanoPremio Paolo Parati, CooperativaEdificatrice Rinascita, Vittuone(MI)Elba Arte, Centro Arti visiveTelemaco Signorini, Portoferraio(LI)Rinascita per Paolo, a cura diGabriele Francesco Sassone,Palazzo della Permanete, Milano2008 Premio Emilio Rizzi 2008,<strong>Galleria</strong> Aref, BresciaMoVi Arte 2008, Palazzo Spada,Vigonza (PD)Umanità e natura, Chiesa di SanCristoforo, Lodi2009Il libro nel XXI secolo, Museicivici di Villa Mirabello, VareseProfilo Incontemporanea , PalazzoMezzanotte, MilanoXII Premio Morlotti, a curadi Domenico Montalto eGiorgio Seveso, Palazzo dellaPermanente, Milano eVilla Subaglio, Merate (LC)2010Premio Maccagno, a cura diClaudio Rizzi, Civico museoParisi-Valle, Maccagno (VA)2011Premio Artivisive San Fedele, <strong>Galleria</strong> San Fedele, MilanoXIII Premio Morlotti, a cura di Domenico Montalto e Giorgio Seveso,Torre Viscontea, Lecco.2012Vero come la finzione, a cura di Silvia Agliotti, Gli eroici furori artecontemporanea, Milano36 37


DAVIDE CORONARocce,carcassee altre cose<strong>Galleria</strong> <strong>Monopoli</strong>Via Ventura, 6 - MilanoI parte: 21 marzo / 11 aprile 2012II parte: 10 / 21 maggio 2012Aperto dal martedì al sabatodalle 14:00 alle 19:00A cura di Andrea FiorePer informazioni:<strong>Galleria</strong> <strong>Monopoli</strong>Via Ventura, 6 - Milano+39 02 36593646+39 333 5946896www.galleriamonopoli.cominfo@galleriamonopoliProgetto grafico:www.digit81.comTutte le immagini 40 sono di proprietà di Davide Corona

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