Daniele Comboni - Pontificia Università Urbaniana
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“l’Osservatore Romano” 5 febbraio 20041<strong>Daniele</strong> <strong>Comboni</strong>: L’Africa missionariadi Gaspare MuraCurata con rigore storico dal prof. Fidel Gonzalez Fernandez,comboniano e docente di Storia della Chiesa presso le PontificieUniversità <strong>Urbaniana</strong> e Gregoriana di Roma, la ricostruzione della figura edell’opera di <strong>Daniele</strong> <strong>Comboni</strong> può considerarsi unica nel suo genere percompletezza e serietà storiografica ("<strong>Daniele</strong> COMBONI e larigenerazione dell’ 'Africa".Piano, Postulatum, Regole, <strong>Urbaniana</strong>University Press, Città del Vaticano 2003, pp. 390 e 2 ill). Peraltro ilGonzàlez, che annovera un centinaio di pubblicazioni su temi storiciafricani, non era nuovo allo studio del <strong>Comboni</strong>, avendo già pubblicato:Daniel <strong>Comboni</strong> Profeta y Apóstol de Africa, Salamanca 1979; e Daniel<strong>Comboni</strong> en el corazón de la misión africana. El movimiento misioneroy la obra comboniana: 1846-1910, Madrid 1993.Il libro si divide in due parti. La prima delinea la figura delsanto, fondatore e primo vescovo della Nigrizia nell'ambito del movimentomissionario che si sviluppa nel secolo XIX, soffermandosi ad analizzare lanascita dell'istituto missionario l'Opera del Buon Pastore che darà vita allagrande famiglia comboniana e delineando infine il progetto, Postulatum,presentato al Concilio Vaticano I* nel giugno del 1870. La seconda parteanalizza i diversi documenti riguardanti il Piano per la rigenerazionedell'Africa nelle diverse stesure del <strong>Comboni</strong> ed infine il Decreto dierezione canonica dell'istituto delle Missioni per la Nigrizia e le sueRegole.L'Autore presenta e ripercorre le tappe storiche dei tredocumenti fondamentali e significativi di <strong>Daniele</strong> <strong>Comboni</strong>, pietra miliaredelle missioni pro Africa e fondatore di due Istituti missionari, documentiche entrano a far parte della storia missionaria cattolica dell'Ottocento. Daltesto emerge con forza da una parte l'intensità della vocazione missionariadi <strong>Daniele</strong> <strong>Comboni</strong> e dall'altra i condizionamenti, le pressioni umane,nonché lo stile caratteristico del protagonista quale pionieredell'evangelizzazione dell'Africa.<strong>Daniele</strong> <strong>Comboni</strong>, beatificato il 17 marzo 1996, e dichiaratosanto ii 5 ottobre 2003 da Giovanni Paolo II, nasce nel 1831 a Limone sulGarda in provincia di Brescia. E' il quarto di 8 figli, morti tutti in tenera età,da Luigi e Domenica, poveri contadini. Nel corso della sua giovinezza
2scopre la sua vocazione al sacerdozio e completa i suoi studi di filosofia eteologia. Il 31 dicembre 1854 viene ordinato sacerdote dal Vescovo diTrento Giovanni Nepomuceno Tschiderer e dopo tre anni parte perl'Africa con cinque missionari. Siamo nella seconda metà dell'ottocento, esolo dopo ben quattro mesi di viaggio giunge a Khartoum, la capitale delSudan. L'impatto è tale che il <strong>Comboni</strong> si rende subito conto delle difficoltàche la missione incontrerà nel corso della sua azione. Il climainsopportabile rendeva tutto più faticoso, le malattie erano molte e mortalifino a mietere vittime anche fra i più giovani; gli indigeni vivevano nellapovertà più assoluta e nel totale abbandono.Emergono chiaramente dal testo gli ostacoli, sia quelli primariche quelli secondari della missione di <strong>Daniele</strong> <strong>Comboni</strong>, come altrettantochiaro emerge lo spirito di questo pioniere determinato e risoluto quasi peraver scoperto sul campo di battaglia, cioè in queste situazioni aspre eumanamente impossibili , la risposta e lo stimolo a proseguire il suocammino. Assistendo alla morte in Africa di un suo giovane compagnomissionario, invece di scoraggiarsi il <strong>Comboni</strong> si sente interiormenteconfermato nella decisione di continuare la sua missione.Nel 1864, rientrato in Italia, sosta a Roma dove, raccolto inpreghiera sulla tomba di San Pietro, ha un'illuminazione che lo porta adelaborare il suo famoso "Piano" per la rigenerazione dell'Africa,perfezionando con questo progetto l'intrapresa attività missionaria.«Salvare l'Africa con l'Africa » era il motto del <strong>Comboni</strong>, volendosignificare sia la sua instancabile fiducia nella Provvidenza, pur in mezzoalle difficoltà, ai contrasti ed ai pericoli, sia la sua fiducia nelle capacitàumane e religiose dei popoli africani.Pur tra mille difficoltà <strong>Daniele</strong> <strong>Comboni</strong> è convinto che lesocietà europee e la Chiesa cattolica siano chiamate a prendere inmaggiore considerazione la missione dell'Africa Centrale. Per questomotivo si dedica all'animazione missionaria chiedendo gli aiuti necessari erecandosi a chiedere aiuti in ogni angolo dell'Europa. In questa itineranza afavore delle missioni coglie l'occasione per far conoscere a tutti la realtàdelle popolazioni africane e per illustrare ciò che egli intende fare. Questainiziativa induce il <strong>Comboni</strong> a creare la rivista “Nigrizia” , dove ogni spaziofosse dedicato ai problemi dell'Africa.Nel 1867/72 fonda l'Istituto dei Missionari <strong>Comboni</strong>ani, siamaschile che femminile. Partecipa in qualità di teologo del Vescovo diVerona al Concilio Vaticano I°, riuscendo, previa sottoscrizione di 70Vescovi, a formulare un ulteriore documento pro-Nigris Africae Centralis,meglio noto come il "Postulatum".
3Nel 1877, a conferma della sue idee e delle sue azioni, vienenominato Vicario generale dell'Africa Centrale e nel mese di agosto dellostesso anno viene creato Vescovo.L'attività missionaria in Africa ebbe duri contraccolpi. Nonmancarono infatti prove di ogni sorta , come quelle verificatisi nel 1877 e1878 con la tragedia della siccità e della carestia locale, che giunsero asfinire quanti lavoravano nelle sue missioni. E anche combattimenti :deciso a contrastare la politica dello schiavismo ed a consolidare l'attivitàmissionaria , <strong>Comboni</strong> si trovò di fronte a resistenze talmente forti che losfinirono. Provato per la fatica e sofferente per la morte di alcuni suoicollaboratori, oltre che per le calunnie che gli procurarono le accusesuscitate dal suo operato, <strong>Comboni</strong> si ammalò. E il 10 ottobre del 1881muore a Khartoum, tra la sua gente, cosciente però che la sua operasarebbe sopravvissuta nel corso della storia delle missioni e della Chiesa,come lui stesso affermò: «Io muoio ma la mia opera non morirà».Nella documentata biografia del Gonzàlez, che rinnova iltradizionale stile agiografico con una puntuale ricostruzione dei fatti storici,ma anche con un’attenta introspezione delle dinamiche interiori, che hannoaccompagnato e sostenuto l’ opera missionaria del <strong>Comboni</strong>, emerge intutta la sua forza la figura e il significato attuale di questo grandemissionario. Nè sono taciute le difficoltà, anche di carattere politico, che il<strong>Comboni</strong> dovette affrontare. Tra cui, in particolare, come poi "stabilito"dalla conferenza di Berlino, l'inizio di una propaganda politica a favoredello schiavismo, con il tentativo di una sua giustificazione teologica daparte di alcuni dei rappresentanti delle chiese protestanti prima e di quellacattolica poi.La figura di <strong>Daniele</strong> <strong>Comboni</strong> risulta quella di un pacificocombattente. Sensibile e drastico, intuitivo, dalla mente aperta, proiettatoverso il futuro senza dimenticare i valori del passato. Il <strong>Comboni</strong> fu unidealista che rimase sempre con i piedi per terra, convinto assertore delleproprie idee e dei propri progetti, che sapeva affermare anche ricorrendoalla diplomazia, senza mai essere tuttavia un fanatico esaltato.Nel III° Documento "Regole" emerge un messaggio che creale basi per una vita spirituale consapevole delle realtà in cui ognimissionario deve addentrarsi per essere un buon prosecutore della sua"Opera". Si tratta di un’ immagine autentica della vocazione missionaria:<strong>Comboni</strong> invita ogni missionario a lasciarsi “afferrare da Cristo”, perchéquesta è la condizione previa per inoltrarsi in una "solitudine che ècomunione" con l'opera stessa di Cristo, quali membra vive del suomistico Corpo. Una parte di questo “corpo” era per <strong>Comboni</strong>
4abbandonato in ogni forma di degrado e di povertà in quell'Africa chesembrava essere il Cuore del Cristo stesso ancora crocifisso; e perquesto Il richiamo dell'Africa significava per il <strong>Comboni</strong> il richiamo delDivino Maestro: “ Ho sete!”. Il documento “Regole” rimane per questo atutt'oggi indispensabile sia per la famiglia <strong>Comboni</strong>ana che per l'Africastessa, poiché è un documento partorito, patito, sofferto, amato esviscerato dal suo stesso fondatore. Egli ne fu l'espressione più viva eautentica, poiché lo portò ad essere tutt'uno con gli africani, consideratimembri della sua stessa famiglia e figli dello stesso Padre.Conclude questa importante biografia del <strong>Comboni</strong> curata dalGonzàlez una Postfazione del prof. Pietro Chiocchetta, che è statonotoriamente un maestro negli studi storici sul <strong>Comboni</strong>.Delineare la figura di uno degli apostoli pionieridell'evangelizzazione dell'Africa non era sicuramente un lavoro semplice ,a motivo della complessità dell’orizzonte politico del secolo XIX , eperché il movimento missionario si basava allora su differenti basiteologiche e subiva diversi influssi culturali e molteplici spinte politiche. Lecomplesse dinamiche storiche e geopolitiche, ma anche culturali eteologiche, vengono chiaramente illustrate dal lavoro del Gonzalez, ecostituiscono, unitamente alla fluidità dello stile, uno dei pregi maggioridell’opera. Che mostra in definitiva l’attualità della storia missionaria del<strong>Comboni</strong> e del suo progetto di un Piano Globale per l'evangelizzazionedell'Africa in cui gli africani siano sempre più soggetti attivi di questa storia,e in cui Propaganda Fide sia non solo utile consigliera ma anche guidadiretta dei missionari che vengono inviati nel continente africano.
<strong>Daniele</strong> <strong>Comboni</strong>5- 13 marzo 1831 nasce a Limone sul Garda in provincia di Brescia.- 1849, consacra la sua vita all'Africa, realizzando un progetto che loporta più volte a rischiare la vita fin dal 1857, anno in cui per la prima voltavede l'Africa.- 1864, fiducia negli africani che loro stessi sarebbero stati iprotagonisti della loro evangelizzazione, dà vita a un progetto che ha loscopo di «salvare l'Africa con l'Africa».- 1867, fedele al suo motto «O Nigrizia o morte» dà vita all'Istituto deiMissionari <strong>Comboni</strong>ani.- 1870, data in cui crea il 11° Documento "Postulatum" dopo che inoccasione del Concilio Vaticano IO chiese ai Vescovi che ogni chiesalocale venga coinvolta nella conversione dell'Africa.- 1872, fonda un suo Istituto di suore esclusivamente consacrate allemissioni chiamate Le Suore Missionarie <strong>Comboni</strong>ane. Per gli africanispende tutte le sue energie e si batte per l'abolizione della schiavitù.- Nel 1877 viene ordinato Vescovo e nominato Vicario Generaledell'Africa Centrale.- 10 ottobre 1881, muore a Khartoum (Sudan)- 26 marzo 1994 viene riconosciuta l'eroicità delle sue virtù.- 17 marzo 1996 viene beatificato da Giovanni Paolo 110 in San Pietro.-5 ottobre 2003 viene canonizzato da Giovanni Paolo 110 in San Pietro.