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Guido Morpurgo-Tagliabue e l'estetica del Settecento - SIE - Società ...

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La nozione di famiglia, classe, individuonella riflessione estetica di <strong>Morpurgo</strong>-<strong>Tagliabue</strong>di Giuseppe Di GiacomoSecondo <strong>Morpurgo</strong>-<strong>Tagliabue</strong> l’opera d’arte non è un’immaginementale che si concretizza in un oggetto materiale, ma è un oggettoche, nella sua materialità, “produce” dal suo stesso interno significatisempre nuovi e diversi. Tale molteplicità di significati, che peraltrocostituisce la cosiddetta “universalità” <strong>del</strong>l’opera d’arte, è dovuta alfatto che gli elementi fisici o materiali <strong>del</strong>l’opera – linee e colori per learti figurative, parole per quelle letterarie – non si risolvono in queisignificati prodotti, ma mantengono una loro autonomia. Di qui il rapportodi identità-differenza tra «figura» e «immagine».In un capitolo di un suo volume <strong>del</strong> 1951, Il concetto di stile, capitolointitolato “Figura e immagine”, <strong>Morpurgo</strong>-<strong>Tagliabue</strong> scrive: «Trala figura e l’immagine vi è questa differenza; la figura è una percezioneorganizzata stilisticamente: l’immagine è una intuizione ideale: ossiasecondo la nostra definizione, una sintesi che comporta una integrazionecontinua, oltre la percezione, su piani di cultura che la portanoall’infinito» 1 . Così, se la figura è l’organizzazione di forme stilistichepercepibili – linee, colori, parole, suoni, ecc. -, l’immagine è la sintesi,portata «all’infinito», di significati culturali legati alla figura. Questosignifica che «gli schemi stilistici non sono puramente formali, mapiù o meno contenutistici: le ali degli angeli nella pittura bizantina oduecentesca o rinascimentale richiamano tre diverse nozioni <strong>del</strong>la teologiadegli angeli, che contribuiscono a darci diverse emozioni» 2 . Sonodunque le strutture stilistiche, vale a dire l’organizzazione degli elementiformali o materiali (linee, colori, parole, ecc.) a produrre, dalloro interno, differenti nozioni culturali, o significati; ed è l’integrazionedi elementi formali e nozioni culturali a dare luogo alle diverse immaginio, potremmo dire, alle diverse rappresentazioni che ci facciamo<strong>del</strong>la figura e di conseguenza alle emozioni che proviamo.A volte capita – e questo è di estrema rilevanza per un’epoca che,come la nostra, può essere definita ‘epoca <strong>del</strong>le immagini’ – che l’integrazioneculturale continui a operare al di là <strong>del</strong>la percezione, ovveroindipendentemente da essa; capita cioè che l’immagine si stacchi dallafigura. Il risultato è l’immagine convenzionale, standardizzata, genericaed evasiva. Una tale immagine cessa di essere una «rappresentazio-75

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