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48SAGGI E OPINIONIsivamente normativo, fondata essenzialmente sulle nozioni di politica diimpresa e di colpa di organizzazione( 71 ), come insegnano le esperienzedi molti dei paesi che già accolgono la responsabilità <strong>penale</strong> degli enti.La bontà di questa soluzione è confermata dal fatto che in un paese incui il principio di colpevolezza è costituzionalizzato (Spagna), il TribunaleCostituzionale – nella sentenza n. 246/1991 – ha affermato la compatibilitàdella responsabilità <strong>penale</strong>-amministrativa degli enti con il principio di colpevolezza,dovendo la colpevolezza per le persone giuridiche essere intesadiversamente che per le persone fisiche: per gli uomini essa consiste nellacapacità di infrazione e quindi nella rimproverabilità diretta, mentre per glienti essa va individuata nel fatto di non stimolare il rigoroso adempimentodelle misure di sicurezza da parte dei dipendenti( 72 ). Quanto alla rieducazione,l’esperienza di altri ordinamenti – in particolare quello statunitense equello francese – ha già dimostrato che nei confronti dell’ente è possibilericorrere, oltre alla pena pecuniaria, a sanzioni (quali il probation,ilcommunityservice oiremedial orders) che possono produrre effetti risocializzantinettamente superiori rispetto a quelli prodotti dalla pena detentiva nei confrontidelle persone fisiche( 73 ), in quanto «non essendoci un corpo da straziaree un animo da umiliare, la sanzione diretta all’impresa può permettersiquell’invadenza, quella pervasività e anche quella violenza che un diritto<strong>penale</strong> moderno e rispettoso della dignità umana respinge con forzaqualora il destinatario sia una persona fisica. Nei confronti di un’impresail diritto <strong>penale</strong> può dar sfogo a tutte le pretese di rimodellamento e di ri-( 71 ) In tal senso cfr. J. De Faria Costa, op. cit., 1253 ss.; H.J. Hirsch, La criminalisationdu comportement collectif – Allemagne, inH. De Doelder-K. Tiedemann (a curadi), op. cit., 59 s.; G. De Simone, Societas, op. cit., 117 ss., spec. 127 ss.; S. Bacigalupo, Laresponsabilidad penal de las personas jurídicas, Barcelona, 1998, 359; A. Manna, op. ult. cit.,505; G. Marinucci, op. cit., 1208 ss.; C. Piergallini, Societas delinquere et puniri nonpotest : la fine tardiva di un dogma, op. cit., 582; D. Pulitanó, La responsabilità ‘‘da reato’’degli enti: i criteri di imputazione, op. cit., 423, secondo cui «La ‘‘capacità di colpevolezza’’della persona giuridica, ideologicamente negata da un filone della dottrina, è implicita nellaconfigurazione fattuale e giuridica di un soggetto capace di agire», per cui «la tesi che negain radice la ‘‘capacità di colpevolezza’’ delle persone giuridiche è supporto ideologico di pretesedi ingiustificato privilegio»; C. De Maglie, op. ult. cit., 355 ss.; Id., Verso un codice <strong>penale</strong>europeo: la responsabilità <strong>penale</strong> delle persone giuridiche, in AA.VV., Verso un codice <strong>penale</strong>modello per l’Europa. Offensività e colpevolezza, a cura di A. Cadoppi, Padova, 2002, 65 ss.;L. Zúñiga Rodríguez, La cuestión, op. cit., 8.( 72 ) Sul punto cfr. L. Arroyo Zapatero, Persone giuridiche e responsabilità <strong>penale</strong> inSpagna, in AA.VV., Societas puniri potest, op. cit., 182 s. In Spagna a carico dell’ente esiste unsistema di Consecuencias Accesorias (art. 129 c.p. del 1995) derivanti dalla commissione dideterminati reati, la cui natura giuridica è molto controversa in dottrina (in argomento v.A. Menghini, Consecuencias accesorias e responsabilità delle persone giuridiche, in AA.VV.,Le strategie di contrasto alla criminalità organizzata nella prospettiva di diritto comparato, acura di G. Fornasari, Padova, 2002, 147 ss.).( 73 ) Cfr. E. Dolcini, op. cit., 23s.

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