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Sesto colloquio su"Derivati, rapporto rischio-rendimento e sub-prime"Lucca, Complesso Monumentale San Micheletto19 settembre 2008Secondo la stampa f<strong>in</strong>anziaria e le pubblicazioni accademiche, nei soli Stati Uniti d’America le perditecausate nel settore bancario dall’esposizione a cartolarizzazioni collegate a mutui potrebbero ammontare aoltre 250 miliardi di dollari. Ciò ha generato una tensione senza precedenti sui mercati del credito, deimutui e dei derivati, nonché una drastica riduzione della disponibilità creditizia che ha rallentato lacrescita economica e costituisce una m<strong>in</strong>accia per la stabilità f<strong>in</strong>anziaria mondiale. Partendo da questeconsiderazioni e dal massiccio crollo del mercato dei sub-prime, il colloquio di quest’anno esam<strong>in</strong>erà ilruolo svolto dagli istituti di credito (vulnerabilità bancaria), dalle banche centrali e da altri enti nonbancari nell’orig<strong>in</strong>are tale crisi. Il colloquio si pone <strong>in</strong>oltre il f<strong>in</strong>e di esam<strong>in</strong>are i regolamenti e le politicheistituibili al f<strong>in</strong>e di m<strong>in</strong>imizzare il rischio che altre crisi simili possano verificarsi <strong>in</strong> futuro. Al Colloquio,che rientra fra le <strong>in</strong>iziative annuali a carattere scientifico e di ricerca <strong>in</strong>traprese dall’Associazione Luiss-Guido Carli e dalla Fondazione Cesif<strong>in</strong> “Alberto Predieri” <strong>in</strong> collaborazione con la redazione del Journalof F<strong>in</strong>ancial Stability su importanti temi di attualità, con particolare riferimento a mercati f<strong>in</strong>anziari,derivati e <strong>in</strong>termediazione f<strong>in</strong>anziaria, prenderanno parte studiosi di fama <strong>in</strong>ternazionale, normatori eoperatori dei mercati f<strong>in</strong>anziari di tutto il mondo, con presentazioni, discussioni e scambi di idee sullacrisi <strong>in</strong> atto.I PAPERIL RUOLO DELLE BANCHE CENTRALI NEL 21° SECOLO: C’É QUALCOSA DI NUOVOSOTTO IL SOLE?Paul WachtelABSTRACTAlla f<strong>in</strong>e del XX secolo il ruolo delle banche centrali sembrava essere ben def<strong>in</strong>ito e universalmenteaccettato. A livello micro-economico, la banca centrale era vista come parte di un quadro normativobancario chiaro e trasparente, mentre a livello macro-economico doveva servirsi di una serie di strumentistandard per proteggere la stabilità dei prezzi. Questa visione unanime ha subito un duro colpo <strong>in</strong> seguitoalla crisi f<strong>in</strong>anziaria esplosa nell’estate del 2007. Nella presente relazione si sostiene che alcuni elementidi tale crisi cambieranno o hanno già profondamente cambiato il ruolo delle banche centrali nel XXIsecolo.Dalla crisi stessa e dalle risposte a cui abbiamo già assistito emergono quattro elementi di questo tipo. Inprimo luogo, la funzione di “prestatore di ultima istanza” (Lender of Last Resort, LLR) svolta dallebanche centrali è divenuta necessaria per sostenere la liquidità dei mercati e non solo i problemi diliquidità dei s<strong>in</strong>goli istituti. In secondo luogo, la presenza di rischi sistemici nelle istituzioni f<strong>in</strong>anziarie ditipo non bancario ha sollevato per le banche centrali preoccupazioni che vanno ben oltre gli istitutibancari. In terzo luogo, <strong>in</strong> un ambiente complesso il rischio si accumula anche <strong>in</strong> presenza di norme divigilanza, il che potrebbe portare ad un nuovo consenso a favore di una vigilanza più stretta. Inf<strong>in</strong>e, lemacro-politiche monetarie hanno marcate conseguenze sulla stabilità f<strong>in</strong>anziaria e richiedono qu<strong>in</strong>dimaggiore attenzione.


II PAPERIMPATTO DELLA CARTOLARIZZAZIONE SULLE HOLDING BANCARIE STATUNITENSIWeny<strong>in</strong>g Jiangli e Matt PritskerABSTRACTCon l’ausilio di dati estrapolati dal periodo 2001-2007 viene valutato l’impatto dei mutui e di altre formedi cartolarizzazione degli asset sul rischio di <strong>in</strong>solvenza, la redditività e il grado di leva f<strong>in</strong>anziaria(leverage) delle hold<strong>in</strong>g bancarie statunitensi. L’uso di tre diverse tecniche di stima evidenzia che lebanche utilizzano la cartolarizzazione dei mutui per ridurre il rischio di <strong>in</strong>solvenza e aumentare la levaf<strong>in</strong>anziaria. Viene <strong>in</strong>oltre dimostrato che le tecniche di cartolarizzazione aumentano la redditività bancaria.I risultati ottenuti suggeriscono l’ipotesi che tali tecniche abbiano svolto un ruolo positivo. L’attuale crisidel mercato dei mutui e delle cartolarizzazioni è legata agli eccessi recentemente verificatisi su quelmercato; l’attività di cartolarizzazione riprenderà dopo che tali eccessi saranno stati elim<strong>in</strong>ati.III PAPERCOMPRENDERE LA CRISI DEI MUTUI SUB-PRIMEYuliya Demyanyk, Otto Van HemertABSTRACTUtilizzando dati relativi a s<strong>in</strong>goli prestiti, viene analizzata la qualità dei mutui sub-prime rettificandone laperformance <strong>in</strong> base alle caratteristiche del beneficiario, alle caratteristiche del mutuo eall’apprezzamento di valore delle unità immobiliari successivamente alla data di accensione. L’analisi<strong>in</strong>dica che la qualità dei mutui si è deteriorata per ben sei anni consecutivi prima dello scoppio della crisie che i cartolarizzatori ne erano <strong>in</strong> una certa misura consapevoli. Viene qu<strong>in</strong>di dimostrato che l’ascesa e ilcrollo del mercato dei mutui sub-prime hanno seguito uno scenario classico di formazione e scoppio diuna bolla creditizia, nel corso del quale una crescita <strong>in</strong>sostenibile porta al crollo del mercato. I problemiavrebbero potuto essere <strong>in</strong>dividuati ben prima della crisi, ma sono stati mascherati dal forteapprezzamento del mercato immobiliare <strong>in</strong>tervenuto fra il 2003 e il 2005.IV PAPERCRISI SUB-PRIME, FONDI SOVRANI E STABILITÀ FINANZIARIA MONDIALEFariborz MoshirianABSTRACTQuesta presentazione <strong>in</strong>tende offrire una panoramica dei fondi sovrani di ricchezza (sovereign wealthfunds, SWF) per quanto concerne fonti di f<strong>in</strong>anziamento, modelli di <strong>in</strong>vestimento e crescita dimensionalenegli ultimi anni. Verranno <strong>in</strong>oltre illustrati il ruolo di questi fondi durante la crisi dei mutui sub-prime ele relative implicazioni per i mercati f<strong>in</strong>anziari mondiali.Da una valutazione del rapporto rischi-benefici dei fondi stessi risulta evidente che essi non rappresentanouna significativa m<strong>in</strong>accia per i Paesi beneficiari né per la stabilità f<strong>in</strong>anziaria dei mercati. Inoltre,eventuali preoccupazioni riferite a scarsa trasparenza e motivazioni non commerciali possono essereaffrontate al meglio attraverso il rispetto delle l<strong>in</strong>ee-guida <strong>in</strong>ternazionali messe a punto dall’OCSE e dalFMI sia per i fondi stessi che per i Paesi beneficiari. Allo stesso tempo, un’<strong>in</strong>tegrazione f<strong>in</strong>anziaria a


livello sovranazionale e globale potrebbe ridurre il rischio politico associato a determ<strong>in</strong>ati <strong>in</strong>vestimentistrategici effettuati dai SWF <strong>in</strong> alcune parti del mondo.V PAPERMUTUI SUBPRIME O POLITICHE SUBPRIME? L'ENIGMA DEI DERIVATIPaolo Savona, Chiara Oldani, Ra<strong>in</strong>er Masera, Giancarlo MazzoniABSTRACTIl nostro paper approfondisce la crisi subprime nelle sue orig<strong>in</strong>i: le politiche subprime, adottate dalleautorità americane e accettate dal resto del mondo. Gli economisti devono focalizzare l’attenzione sullesoluzioni che <strong>in</strong>cidano sulle cause, non solo alleviando gli effetti.La prima parte del paper non vuole affrontare il tema da un punto di vista altamente filosofico e polemico,ma vuole <strong>in</strong>vece andare dritto alle radici della crisi, che non sono state f<strong>in</strong>ora sviscerate <strong>in</strong> modoappropriato.Nella seconda parte osserviamo che la letteratura non ha f<strong>in</strong>ora prodotto alcuna giustificazione valida,discutiamo il ruolo monetario dei derivati, componente fondamentale per spiegare la d<strong>in</strong>amica della crisi,e discutiamo una serie di cambiamenti da apportare all’architettura <strong>in</strong>ternazionale.Nella prima appendice presentiamo la Fallacy of Composition, che ha contribuito <strong>in</strong> modo sostanziale apeggiorare gli effetti negativi della crisi. Alcune assunzioni di partenza nei modelli di valutazione deiderivati sono errate, specialmente quella relativa all’esistenza di un fattore comune e dell’<strong>in</strong>dipendenzadella probabilità di default dai tassi di recovery.Nella seconda appendice presentiamo un modello analitico per prezzare titoli a reddito fisso il cui payoffdipende dalla cassa o dal derivato sottostante. In particolare, mostriamo come la convessità del prezzo delsottostante <strong>in</strong>fluenzi sia il mecanismo di pric<strong>in</strong>g che il rat<strong>in</strong>g di questi strumenti. Mostriamo dellesoluzioni <strong>in</strong> forma chiusa per il calcolo della probabilità di default (i.e. il rat<strong>in</strong>g) e la loro varianza edevoluzione nel tempo.Nell’ultima appendice (A.3) concludiamo che il rischio di controparte derivante dagli scambi OTC, chegeneralmente viene sottostimato nei modelli più <strong>in</strong> voga, può essere meglio valutata considerandol’esposizione creditizia potenziale come una scelta tra due portafogli di derivati.VI PAPERCARTOLARIZZAZIONE ED EFFETTO RICCHEZZA PER GLI AZIONISTIBill Francis, Iftekhar Hasan, Haizhi Wang e Cristiano ZazzaraABSTRACTLa relazione analizza a livello empirico la reazione dei mercati azionari e obbligazionari all’emissione dititoli asset-backed (ABS) e mortgage-backed (MBS). Verrà dimostrato che la cartolarizzazione ègeneralmente associata a tassi di rendimento <strong>in</strong>solitamente negativi sui mercati azionari. Ciò vale sia per ititoli MBS che per i titoli ABS. Tuttavia, la scomposizione del campione secondo un’ottica temporale<strong>in</strong>dica che nel periodo 1988-1997 la reazione complessiva dei mercati azionari alla cartolarizzazionerisulta pressoché pari a zero, mentre diviene il pr<strong>in</strong>cipale motore della succitata correlazione negativa nelperiodo 1998-2007. Analizzando un campione di cartolarizzazioni emesse da istituti di credito, viene


dimostrato che la capitalizzazione delle banche ha ripercussioni importanti sulla reazione dei mercatiazionari alla cartolarizzazione. L’analisi di regressione <strong>in</strong>dica che le dimensioni dello sponsor svolgonoun ruolo di rilievo a livello di certificazione e beneficiano di una risposta positiva, mentre i più frequentipartecipanti a questo mercato riscontrano reazioni sfavorevoli all’annuncio di una cartolarizzazione.Inoltre, il paper analizza per la prima volta i modi <strong>in</strong> cui le strutture di governance societarie possono<strong>in</strong>fluire sull’effetto ricchezza che la cartolarizzazione produce per gli azionisti del venditore di asset. Irisultati dimostrano che una società che vende asset e ha un CEO potente ma un consiglio diamm<strong>in</strong>istrazione diversificato beneficia di un risultato <strong>in</strong>solitamente positivo all’annuncio di unacartolarizzazione. Sembra <strong>in</strong>oltre che, per gli istituti di credito, la presenza di un CFO sia marg<strong>in</strong>almenteassociata a un rendimento <strong>in</strong>solitamente elevato. I risultati dell’analisi dei mercati obbligazionari <strong>in</strong>dicanoche i proprietari di obbligazioni del venditore di asset beneficiano <strong>in</strong> genere di un rendimentoparticolarmente positivo <strong>in</strong> seguito all’annuncio di una cartolarizzazione.

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