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Relazione di Ida Martinelli et al

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levonorgestrel [22]. Lo stu<strong>di</strong>o ha mostrato una incidenza <strong>di</strong> TE venoso <strong>di</strong> 9,1casi per 10.000 pazienti-anno nelle donne che utilizzano EP con drospirenone e8,0 casi per 10.000 pazienti-anno nelle donne che utilizzano EP conlevonorgestrel. Come confronto, l’incidenza <strong>di</strong> casi <strong>di</strong> TE venoso non legato <strong>al</strong>lagravidanza è stato <strong>di</strong> 1,9 casi per 10.000 pazienti-anno in un gruppo <strong>di</strong> donneche avevano interrotto la terapia con EP (controllo). Questi dati mostrerebberopertanto un rischio <strong>di</strong> TE simile nelle donne che assumono EP conlevonorgestrel o con drospirenone, e un rischio <strong>di</strong> TE nelle donne che nonassumono EP simile a quanto precedentemente riportato. In questo singolostu<strong>di</strong>o è però presente un aumento assoluto molto elevato del rischio legato<strong>al</strong>l’uso <strong>di</strong> EP (7,2 casi per 10.000 pazienti-anno). La causa della maggioreincidenza <strong>di</strong> eventi trombotici nella serie <strong>di</strong> Dinger risp<strong>et</strong>to <strong>al</strong>le precedenticasistiche è verosimilmente attribuibile ai <strong>di</strong>versi criteri utilizzati perl’identificazione dei casi <strong>di</strong> TE nei <strong>di</strong>versi stu<strong>di</strong> e ad un possibile bias <strong>di</strong>selezione (il gruppo <strong>di</strong> controllo era formato da donne già precedentementeesposte a EP, ma senza eventi in corso <strong>di</strong> terapia, con possibilità quin<strong>di</strong> <strong>di</strong> un“he<strong>al</strong>thy user effect”).La concomitante presenza <strong>di</strong> anom<strong>al</strong>ie coagulatorie trombofiliche aumenta ilrischio relativo <strong>di</strong> TE venoso durante assunzione <strong>di</strong> EP, che è pari a circa 4. Nelcaso dei due <strong>di</strong>f<strong>et</strong>ti congeniti più frequenti (fattore V Leiden e mutazioneG20210A della protrombina, associati ad un rischio relativo <strong>di</strong> TE venoso <strong>di</strong>circa 7 e 4 risp<strong>et</strong>tivamente), t<strong>al</strong>e rischio relativo aumenta fino a 20 o 30 volte,lasciando presagire un’interazione <strong>di</strong> tipo sinergico (Tabelle 1 e 2) [23-36].In termini assoluti, però, il rischio <strong>di</strong> TE venoso resta comunque basso:considerando un’incidenza <strong>di</strong> base <strong>di</strong> TE venoso <strong>di</strong> 1 su 10.000 donne-annonella fascia <strong>di</strong> <strong>et</strong>à fertile, si passa a un’incidenza <strong>di</strong> 4 su 10.000 donne-annodovuta agli EP, 7 su 10.000 donne-anno dovuta <strong>al</strong> fattore V Leiden e 30 su10.000 donne-anno dovuta <strong>al</strong>la combinazione dei due fattori <strong>di</strong> rischio.Alcuni stu<strong>di</strong> hanno preso in considerazione se<strong>di</strong> molto rare <strong>di</strong> TE venoso, comead esempio la trombosi venosa cerebr<strong>al</strong>e, documentando anche in questo casoun’interazione <strong>di</strong> tipo sinergico tra l’utilizzo <strong>di</strong> EP e la presenza <strong>di</strong> <strong>al</strong>terazioniere<strong>di</strong>tarie della coagulazione a carattere trombofilico, particolarmente lamutazione G20210A della protrombina [37-39]. Anche in questo caso, però, irischi relativi vanno tradotti in termini assoluti tenendo conto della bassissimaincidenza annua della trombosi venosa cerebr<strong>al</strong>e (circa 1 caso su 100.000).Incidenza del TE arterioso nella popolazione gener<strong>al</strong>e e durante l’uso<strong>di</strong> EPI dati provenienti d<strong>al</strong> Prog<strong>et</strong>to Monica in It<strong>al</strong>ia mostrano un tasso annuo <strong>di</strong>attacco per le donne <strong>di</strong> <strong>et</strong>à compresa tra i 35 e i 44 anni <strong>di</strong> 2,0 per 10.000 e <strong>di</strong>0,9 per 10.000 per gli eventi cerebrovascolari e car<strong>di</strong>ovascolari,risp<strong>et</strong>tivamente (fonte http://www.cuore.iss.it/, ultimo accesso 27-05-2008).Queste stime sono in buon accordo con i dati provenienti da <strong>al</strong>tre casistiche (siveda, ad esempio, P<strong>et</strong>itti <strong>et</strong> <strong>al</strong>. [40]).

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