Scarica la scheda completa su Adozione internazionale - Unicef
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<strong>Adozione</strong> <strong>internazionale</strong>Dagli anni sessanta è aumentato il numero delle adozioni internazionali. Per questo, vi èstato un contemporaneo impegno da parte del<strong>la</strong> comunità <strong>internazionale</strong> per ottenere che leadozioni vengano realizzate in modo trasparente, senza alcun sfruttamento, legalmente, abeneficio dei minorenni e delle famiglie coinvolte. In alcuni casi le adozioni venivanorealizzate senza rispettare il <strong>su</strong>periore interesse dei bambini e degli adolescenti, ed i requisitie le procedure utilizzate non erano in grado di prevenire pratiche non etiche. Persistonoalcune debolezze sistemiche che favoriscono <strong>la</strong> vendita e il rapimento di bambini, <strong>la</strong>coercizione e <strong>la</strong> manipo<strong>la</strong>zione dei genitori naturali, <strong>la</strong> falsificazione dei documenti e <strong>la</strong>corruzione.La Convenzione <strong>su</strong>i diritti dell’infanzia e dell’adolescenza (CRC), che guida l’azionedell’UNICEF, sancisce chiaramente che ogni bambino ha il diritto di vivere in un ambientefamiliare, di conoscere ed essere accudito dal<strong>la</strong> <strong>su</strong>a famiglia, quando è possibile.Riconoscendo questo, e il valore e l’importanza delle famiglie nel<strong>la</strong> vita dei minorenni, lefamiglie che hanno bisogno di assistenza per occuparsi dei loro figli hanno il diritto diricever<strong>la</strong>. Quando, nonostante tale assistenza, <strong>la</strong> famiglia del minorenne non è disponibile,non è in grado o non può accudirlo, dovrebbero essere ricercate delle appropriate e stabilisoluzioni di tipo familiare, per permettere al minorenne di crescere in un ambiente in cui sisenta amato, accudito e sostenuto.L’adozione <strong>internazionale</strong> è una delle possibili soluzioni di cura stabile. Per i singoli bambiniche non possono essere accuditi in ambiente familiare nel loro Paese d’origine, l’adozione<strong>internazionale</strong> può essere <strong>la</strong> migliore soluzione permanente.L’UNICEF sostiene l’adozione <strong>internazionale</strong>, quando viene realizzata conformemente aglistandard ed ai principi del<strong>la</strong> Convenzione dell’Aja del 1993 <strong>su</strong>l<strong>la</strong> protezione dei minori e<strong>la</strong> cooperazione in materia di adozione <strong>internazionale</strong> – ratificata da più di ottanta Paesi.Tale Convenzione ha rappresentato un notevole passo in avanti per i minorenni, le famiglied’origine e i potenziali genitori adottivi stranieri. Definisce degli obblighi per le autorità deiPaesi dai quali provengono i bambini, e per i Paesi che gli accolgono. La Convenzione èconcepita per assicurare processi etici e trasparenti. La legis<strong>la</strong>zione <strong>internazionale</strong> consideracentrale il <strong>su</strong>periore interesse del minorenne e fornisce il quadro di riferimento perl’attuazione dei principi re<strong>la</strong>tivi all’adozione <strong>internazionale</strong> contenuti nel<strong>la</strong> Convenzione <strong>su</strong>idiritti dell’infanzia e dell’adolescenza. Questo include l’assicurare che le adozioni sianoautorizzate dalle autorità competenti, che siano guidate dal consenso informato di tutte lepersone coinvolte, che per l’adozione <strong>internazionale</strong> vengano previste le stesse tutele e glistessi standard dell’adozione nazionale, che dall’adozione <strong>internazionale</strong> non vengarealizzato in guadagno finanziario improprio per le persone coinvolte. Queste disposizionisono concepite principalmente per proteggere i bambini e gli adolescenti, ma anche perottenere un effetto positivo <strong>su</strong>l<strong>la</strong> tute<strong>la</strong> dei diritti dei genitori d’origine e di fornire ai potenzialigenitori adottivi l’assicurazione che il minorenne non sia stato sottoposto a pratiche illegali.Menzione partico<strong>la</strong>re merita il caso di minorenni separati dalle loro famiglie e comunitàdurante conflitti armati o disastri naturali. Rintracciare le famiglie dovrebbe rappresentare <strong>la</strong>priorità e l’adozione <strong>internazionale</strong> dovrebbe essere prevista soltanto quando tali sforzi per ilricongiungimento si siano dimostrati inutili e delle soluzioni stabili nel Paese d’origine nonsiano disponibili.1
La Convenzione <strong>su</strong>i diritti dell’infanzia e dell’adolescenza (CRC)La CRC sancisce il diritto del bambino a vivere e crescere nell’ambito del<strong>la</strong> propria famigliad’origine, prevedendo il ricorso a soluzioni alternative solo in via <strong>su</strong>ssidiaria. Questo principiosi ricava da una lettura combinata degli articoli 7, 8, 9, 20, 21.L’art. 7 del<strong>la</strong> CRC riconosce al bambino il diritto a un nome, ad acquisire una cittadinanza e,nel<strong>la</strong> mi<strong>su</strong>ra possibile, a conoscere i <strong>su</strong>oi genitori e ad essere allevato da loro. Così comericonosce il diritto a preservare le <strong>su</strong>e re<strong>la</strong>zioni familiari (art.8) e a non essere separato dai<strong>su</strong>oi genitori contro <strong>la</strong> loro volontà a meno che una decisione in tal senso non sia ritenutanecessaria per il benessere del bambino stesso ( art. 9).L’art. 20, infatti riconosce in questi casi il diritto a una protezione <strong>su</strong>ssidiaria e ad aiutispeciali da parte dello Stato in cui il bambino si trova. Questa protezione <strong>su</strong>ssidiaria puòconcretizzarsi nell’affidamento familiare, nel<strong>la</strong> kafa<strong>la</strong>h di diritto is<strong>la</strong>mico, nell’adozione o, incaso di necessità, nel collocamento in adeguati istituti.In partico<strong>la</strong>re, re<strong>la</strong>tivamente all’adozione all’estero, <strong>la</strong> CRC chiarisce che gli Stati possonoricorrere a questa soluzione in via <strong>su</strong>ssidiaria, cioè quando non sia possibile ricorrere aforme di affidamento o adozione da realizzarsi nello stesso Paese di origine; richiede agliStati di vigi<strong>la</strong>re affinché il bambino abbia il beneficio di garanzie e norme equivalenti a quelleesistenti per le adozioni nazionali e affinché il collocamento del bambino non diventi fonte diprofitto materiale indebito per le persone che ne sono responsabili (art. 21 , lett. b, c, d).Gli Uffici dell’UNICEF nel mondo sostengono il rafforzamento dei sistemi di protezione deiminorenni. Opera con governi, partner delle Nazioni Unite e società civile per <strong>la</strong> protezionedelle famiglie vulnerabili, per assicurare che vengano definite delle cornici giuridiche epolitiche robuste e per costruire <strong>la</strong> capacità del sistema sociale, giuridico e legis<strong>la</strong>tivo.Per quanto concerne le situazioni di emergenza, in occasione del terremoto ad Haiti del2010 l'UNICEF ha ribadito con determinazione <strong>la</strong> priorità di sottrarli al rischio dimalnutrizione, ma<strong>la</strong>ttie, danni psicologici permanenti, sfruttamento ses<strong>su</strong>ale o traffico. Perquesto insieme alle altre Organizzazioni attive <strong>su</strong>l territorio, è stata data prioritàall’individuazione di questi bambini, a registrarli e ad assicurare loro beni per <strong>la</strong>sopravvivenza. Successivamente si è tentato di ricongiungere i bambini rimasti soli alleloro famiglie, ogni volta che ciò è stato possibile. Per coloro per cui <strong>la</strong> riunificazionefamiliare non sarà possibile saranno trovate forme alternative di tute<strong>la</strong>. L’adozione è una diqueste opzioni alternative.In ItaliaL'Italia ha ratificato <strong>la</strong> Convenzione dell’Aja con <strong>la</strong> legge 31 dicembre 1998 n.476, le cuinorme hanno modificato anche <strong>la</strong> legge 4 maggio 1983 n.184 e rego<strong>la</strong>no ora <strong>la</strong> procedura diadozione <strong>internazionale</strong>. È fondamentale attenersi alle norme del<strong>la</strong> legis<strong>la</strong>zione nazionale e<strong>internazionale</strong>, altrimenti l'adozione straniera non sarà ritenuta valida e il bambino non potrànemmeno entrare nel nostro paese. Per di più, in certi casi, l'inosservanza delle leggi<strong>su</strong>ll'adozione può costituire un reato. Con alcuni Paesi che non hanno ratificato <strong>la</strong>Convenzione dell’Aja, l’Italia ha firmato degli accordi bi<strong>la</strong>terali oppure ha sig<strong>la</strong>to dei protocollid’Intesa volti ad apprestare standard di tute<strong>la</strong> e garanzie procedurali per i bambini daadottare. In partico<strong>la</strong>re, i Paesi con cui ha firmato accordi bi<strong>la</strong>terali sono: Vietnam, Bolivia,Federazione Russa, Bielorussia, Cina, Perù. In Italia, le competenze in materia di adozioniinternazionali, previste dal<strong>la</strong> Convenzione de L'Aja del 29 maggio 1993, ai sensi del<strong>la</strong> Legge31 dicembre 1998, n. 476, sono del<strong>la</strong> Commissione per le adozioni internazionali.Lo spirito del<strong>la</strong> Convenzione e del<strong>la</strong> legge italiana è basato <strong>su</strong>l principio di <strong>su</strong>ssidiarietàdell'adozione <strong>internazionale</strong>: l'adozione deve cioè essere l'ultima strada da percorrere perrealizzare l’interesse di un bambino, quando non ci sia stata <strong>la</strong> possibilità di aiutarloall'interno del<strong>la</strong> propria famiglia (ove vi sia) e del proprio paese di origine.2
DatiSecondo il Rapporto Statistico del<strong>la</strong> Commissione Adozioni Internazionali re<strong>la</strong>tivo al 2008,l’Italia è uno dei Paesi più attivi <strong>su</strong>llo scenario <strong>internazionale</strong> delle adozioni. Stando ai datiassoluti del 2007 figura al terzo posto per numero di accolti, dopo USA e Spagna. Nel corsodel 2008 a livello <strong>internazionale</strong> c’è stato un decremento nelle adozioni, mentre i Italia c’èstato un aumento del 16%.In base agli ultimi dati resi pubblici dal<strong>la</strong> Commissione Adozioni Internazionali, al 30 giugno2009 i minori stranieri per i quali è stata eseguita una adozione <strong>internazionale</strong> , al<strong>la</strong> data del30 Giugno 2009 sono stati 25.860. Sono stati adottati da 21.051 coppie, pari a una media di1,23 bambini per coppia. Questo numero medio di bambini adottati per coppia negli anni èandato crescendo negli anni.: nel 2008 ogni coppia ha adottato mediamente 1,26 bambini,nel primo semestre del 2009 , 1,27.I dati re<strong>la</strong>tivi al primo semestre 2009 segna<strong>la</strong>no, dunque, che <strong>la</strong> tendenza all’incremento deiminori stranieri adottati in Italia continua, consolidando <strong>la</strong> crescita registrata nel 2008, con unincremento percentuale del 12,8%.Ultimo aggiornamento: 31 agosto 20103