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Dalle elezioni al Cantiere Navalearriva una buona lezione per i lavoratori<strong>La</strong> <strong>Torre</strong> in questo pezzo del 28 settembre 1954 commenta i risultatidelle elezioni al Cantiere Navale di Palermo svoltesi in un climadi tensione.Di grande importanza e sommamente indicativi appaiono irisultati delle elezioni al Cantiere Navale di Palermo se sitiene presente la atmosfera che ha caratterizzato la vigiliaelettorale nel più grande complesso industriale della città.A soli 5 giorni dalle elezioni venivano infatti licenziati il candidatodella FIOM Simone Abbate e i rappresentanti della lista unitariaPipitone e Clemente, col preciso intento di portare scompiglio nellostabilimento, di scoraggiare i lavoratori della CGIL e, possibilmentedi rinviare le operazioni elettorali. Precedentemente, per motiviprettamente politici, erano stati licenziati gli operai Rosati e Grassoe altri 9 falegnami. A rendere più difficoltoso l’esercizio dei diritti costituzionalidei lavoratori ci si è messa anche la Questura che haproibito i comizi, intorno ai quali gli operai si riunivano per consuetudine,due volte alla settimana nell’ora della colazione. In questiultimi quindici giorni, poi, i rappresentanti della FIOM erano statimessi nella impossibilità di aprir bocca: venivano spostati da un repartoall’altro, veniva loro ordinato il turno di notte o, addirittura,erano mandati ad eseguire lavori fuori dal cantiere.Gli esponenti della CISL e delle ACLI frattanto avevano modo discorazzare a loro piacimento, in lungo e in largo, nello stabilimento,incaricati dalla Direzione di diffondere voci tendenziose,calunnie nei confronti della FIOM e dare il via ad azioni che portavanoil marchio della più sfacciata provocazione. In compenso ladirezione ha messo gli scissionisti in condizione di far pervenirelettere di propaganda a duemila operai, fornendo loro gli indirizziesatti dei lavoratori, raccolti dalla stessa direzione pochi giorniprima delle elezioni con la scusa di effettuare una specie di censimentodelle maestranze.<strong>La</strong> battaglia, o meglio, la gazzarra elettoralistica della CISL nonha conosciuto limiti. Nessun programma ha però propugnato l’organizzazionepadronale: ha vomitato solo ingiurie e volgarità.Risultato? Quello che si è visto. <strong>La</strong> CISL ha perduto oltre il 60per cento dei voti rispetto alle elezioni dello scorso anno. Certoa questa sconfitta non ha solo contribuito la sfacciata presa diposizione a favore del padrone e la sconcia campagna di calunniecontro tutta la politica sindacale condotta dalla CISL in questolasso di tempo. <strong>La</strong> CISL, l’anno scorso, riscuoteva unenorme successo appunto perché si presentava con un programmadi miglioramenti economici e di rispetto delle libertàsindacali: parlò il linguaggio stesso del sindacato autonomo econdusse lotte unitarie insieme alla FIOM. Da allora però moltaacqua è passata sotto i ponti: gli aumenti salariali non sono venutie la CISL ha costretto i suoi esponenti ad organizzare ilcrumiraggio al Cantiere nel corso della lotta, decretando in talmodo l’inglorioso odierno risultato. Il sindacato scissionista haimboccato la strada del tradimento, ha ammainato la bandieradella lotta: hanno avuto la ben meritata risposta. Saranno capacii dirigenti della CISL, di comprendere questa importantelezione? Da parte nostra, non ci lasceremo prendere dalla vertiginedel successo. Oggi la C.d.L. di Palermo riscuote veramentela fiducia delle masse fondamentali dei lavoratoridell’industria (metallurgia, edili, poligrafici, alimentaristi ecc.).Lotte decisive si preparano ad affrontare gli operai del Cantiere;si tratta di conquistare la perequazione salariale, di porre finealla vergogna dell’avventiziato e ai soprusi delle ditte e dellefalse cooperative create all’interno del Cantiere per scoraggiaree dividere le maestranze. Per portare a buon fine queste fondamentalirivendicazioni occorre l’unità operaia. I recenti risultatici dicono che a questa unità si perverrà certamente, che le lotteintraprese saranno portate avanti con vigore e decisione, cheè tempo che si ritorni alla legalità, al rispetto delle libertà costituzionaliall’interno e fuori dello stabilimento, che cessino le intimidazioni,le provocazioni, i ricatti e i tentativi di corruzione.(“L’Unità” del 28 settembre 1954)2agosto2010 asud’europa 15

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