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<strong>La</strong> lotta dei braccianti del palermitanoPalesi violazioni delle leggi di sindaci e clero<strong>La</strong> <strong>Torre</strong>, in questo articolo pubblicato dall’Unità nel dicembre del1952, scrive sulla lotta dei braccianti palermitani e critica la mancataapplicazione della legge di riforma agraria da parte del Governo.Lo sviluppo del movimento dell’agitazione e della lotta deibraccianti nei comuni della provincia crea le condizioni perchiarire tutti i rapporti di classe nelle campagne. Abbiamovisto chiaro quando abbiamo annunziato che il governo volevabuttare fumo negli occhi mettendo in scena alcune manifestazioniper assegnare qualche migliaio di ettari di terra, vediamo ora infattisvilupparsi un ulteriore tentativo di mettere in soffitta la legge di riformaagraria.Ma la realtà è realtà e a due anni dall’entrata in vigore della leggedi riforma agraria (27 dicembre 1950 – 27 dicembre 1952) la situazionenelle campagne si è aggravata. <strong>La</strong> mancata applicazionedella legge di riforma agraria ha fatto aumentare la miseria e lafame dei nostri braccianti e di tutti i contadini. <strong>La</strong> lotta dei bracciantista scoprendo tutto il putridume che si annida in tutte le amministrazionicomunali democristiane e in certi uffici governativi, la violazionedella legge, l’inganno, il falso in atto pubblico, il ricatto e lacorruzione, il tutto a servizio degli agrari e a danno dei contadini.Incominciamo dall’assistenza. Ancora non si sono pagati gli assegni.Perché? Come funzionano questi uffici? Perché si era dettoche per Natale si sarebbero pagati? Non solo non sono stati pagatima si annuncia che non si pagherà l’aumento maturato in baseall’accordo della scorsa estate. Questo è un incoraggiamento agliagrari a violare la legge e a non pagare il secondo scatto dell’aumentonel luglio 1953. Il mancato pagamento degli assegni famigliariprima delle feste natalizie ha spinto i braccianti a lottare perun sussidio natalizio da parte degli E.C.A. (Enti Comunali di Assistenzandr.). Ma gli E.C.A. – hanno detto i Sindaci democristiani –sono senza fondo. Si è speso tutto durante la campagna elettoralee ora bisogna predisporre tutto per le prossime elezioni; quindi perora niente assistenza. Così il Sindaco democristiano di Valledolmoha fatto scrivere davanti al Municipio: «Sospesa l’assistenza».Ma i braccianti e le loro donne attraverso cinque giorni di manifestazionigli hanno fatto cambiare opinione. A Corleone l’amministrazioneclerico-fascista ha ridotto i libretti di povertà, da 1.200 a266. Un altro settore in cui il malcostume raggiunge le forme piùvergognose è quello dei cantieri della scuola. L’episodio di Collesanoè estremamente indicativo. Ovunque i braccianti lottano perl’immediata apertura dei cantieri (basta con i cantieri elettorali!) eper rispetto dei contratti e delle leggi sul collocamento.Ma la documentazione più impressionante la stiamo raccogliendoa proposito dell’applicazione della legge sull’imponibile di manodopera.Qui Sindaci democristiani e collaboratori governativi agisconoin combutta per impedire l’applicazione della legge. Si cercadi ostacolare il funzionamento della Commissione Comunale ritardandonela convocazione, sostenendo che per costituirla occorreche ci siano 50 iscritti come disoccupati all’ufficio di collocamento.Sino ad oggi oltre 40 comuni non hanno riunito la commissione.Contemporaneamente il collocatore impedisce la registrazione deidisoccupati con i cavilli più svariati. Si cancellano i braccianti daglielenchi anagrafici o se ne declassa la qualifica facendo perdere adessi importanti diritti. Quando poi la lotta dei braccianti costringe ilSindaco a riunire la Commissione per l’imponibile di mano d’operasi cerca di cavillare per includere negli elenchi degli aventi dirittosolo una parte dei disoccupati che in quel giorno sono registratiall’ufficio di collocamento. In questo modo si viola la legge!Lo stesso direttore dell’Ufficio del lavoro in una sua circolareha dovuto precisare: «bisogna iscrivere nell’elenco tutti i bracciantiagricoli che non hanno una stabile occupazione e non isoli disoccupati del momento». Ciò significa che tutti i bracciantiagricoli avventizi, la quasi totalità dei braccianti, debbono essereiscritti nell’elenco per l’imponibile. Invece i Sindaci democristianisostenuti dai collocatori e dalla scienza giuridica di certisegretari comunali, cercano di cavillare per truffare i bracciantidel loro lavoro. Bisogna denunziare questi falsari. E la commissioneprovinciale? <strong>La</strong> commissione provinciale vuole seguirecriteri restrittivi. Non vuole mettersi sul piano di una interpretazioneestensiva della legge sull’imponibile. Noi chiediamo moltegiornate per ettaro per tutti i comuni. Vogliamo che i bracciantipossano lavorare e così fare attuare le norme di buona coltivazionesecondo il titolo II della Legge di riforma agraria. In propositoillustrando la legge di riforma agraria al Parlamentosiciliano nell’ottobre del 1950 l’assessore all’agricoltura, Milazzo,affermava: «a partire dall’anno venturo la massa di lavoratoririchiesta per il lavoro dei campi in Sicilia dovràsensibilmente aumentarsi da attenuare largamente la disoccupazione».Invece la disoccupazione è aumentata. Gli agrari nonhanno rispettato le norme di buona coltivazione. Bisogna chesia loro imposto. I braccianti, però, hanno capito che la leggeelettorale proposta dal governo non è che un più grande tentativodi truffare i braccianti e tutti i lavoratori, privandoli della conquistafondamentale, il suffragio universale, l’uguaglianza delvoto. Per questo essi manifestano anche contro questa leggeelettorale.(“L’Unità” del 28 dicembre 1952)2agosto2010 asud’europa 5

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