Raccolta delle esperienze in Emilia-Romagna - anno 2011 - Saluter
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Assessorato Politiche per la Salute<strong>Raccolta</strong> <strong>delle</strong> <strong>esperienze</strong> <strong>in</strong> <strong>Emilia</strong>-<strong>Romagna</strong>Le nuove dimensionidella relazione di curanei contestipluriculturaliAnno<strong>2011</strong>Pubblicazione realizzata <strong>in</strong> occasione del Convegno Le nuove dimensioni della relazione di cura nei contesti pluriculturali Bologna, 15 Novembre <strong>2011</strong>
Le nuove dimensionidella relazione di curanei contestipluriculturaliA cura diSERVIZIO ASSISTENZA DISTRETTUALE, MEDICINA GENERALE, PIANIFICAZIONE E SVILUPPO DEI SERVIZI SANITARICLARA CURCETTI, PASQUALE MATACCHIONE, LUISA PARISINI, VITTORIA PASTORELLIANTONIO BRAMBILLA - RESPONSABILE DEL SERVIZIO ASSISTENZA DISTRETTUALE, MEDICINA GENERALE, PIANIFICAZIONE ESVILUPPO DEI SERVIZI SANITARI REGIONE EMILIA-ROMAGNASTAFF RICERCA E INNOVAZIONE - AZIENDA USL DI REGGIO EMILIAANTONIO CHIARENZA, BENEDETTA RIBOLDIPubblicazioneREGIONE EMILIA-ROMAGNA, NOVEMBRE <strong>2011</strong>
Indice Razionale e f<strong>in</strong>alità del Convegno pag. 7 Programma della giornata pag. 8 Relatori pag. 9 Comitato Promotore e Comitato Scientifico pag. 10 Segreteria Organizzativa pag. 10 Indice degli abstract pag. 11 <strong>Raccolta</strong> <strong>delle</strong> <strong>esperienze</strong> regionali pag. 155
Le nuove dimensioni della relazione di cura nei contesti pluriculturali Razionale del ConvegnoLa Regione <strong>Emilia</strong>-<strong>Romagna</strong> mette al centro della programmazione il tema della crescente presenza dimigranti sul territorio secondo il pr<strong>in</strong>cipio di <strong>in</strong>tegrazione tra i diversi livelli di governo e la garanzia <strong>delle</strong>necessarie forme di coord<strong>in</strong>amento quale fondamento dellazione. Diversi sono gli obiettivi prioritari<strong>in</strong>dividuati, che co<strong>in</strong>volgono e impegnano la rete dei servizi sociali e sanitari al f<strong>in</strong>e di migliorare lacapacità del sistema di rispondere ai bisogni <strong>delle</strong> persone straniere, attraverso azioni di ascolto e<strong>in</strong>formazione, accoglienza e orientamento per favorire laccessibilità e la fruibilità dei servizi. La politicaregionale ha <strong>in</strong>oltre evidenziato la necessità di allargare lo sguardo oltre lorizzonte dei servizi per<strong>in</strong>cidere positivamente sugli elementi che <strong>in</strong>tervengono sulla salute della comunità. In tale ottica, unmancato empowerment della persona mette a rischio la sua capacità di utilizzare le <strong>in</strong>formazioni sullapropria salute e di orientarsi nel sistema sociosanitario.Questo Convegno è stato organizzato <strong>in</strong> modo congiunto dai Servizi della Direzione Generale Sanità ePolitiche Sociali e dallAzienda USL di Reggio <strong>Emilia</strong> e si <strong>in</strong>serisce nellambito di un percorso formativo articolato <strong>in</strong> laboratori che si svolger<strong>anno</strong> nel 2012 che affronta il tema <strong>delle</strong> nuove dimensioni dellarelazione di cura per superare le <strong>in</strong>iquità dellaccesso, con un focus sulla popolazione migrante, al f<strong>in</strong>e direndere effettiva l<strong>in</strong>tegrazione tra politiche, servizi, operatori e dare forza ad un sistema di welfareuniversalistico ed equo.F<strong>in</strong>alità del ConvegnoLa f<strong>in</strong>alità del Convegno è di proseguire nel processo di miglioramento dei servizi, aumentare lefficaciadel lavoro di rete, stimolare la progettualità <strong>delle</strong> cure fornite ai migranti, per portare avanti le nuovestrategie di prossimità dei servizi nel sistema di welfare dellaccesso. Ma soprattutto lidea è distimolare ipotesi, nelle quali muoversi per cercare soluzioni <strong>in</strong>novative; su tutto ciò occorre promuoverestudio, confronto, pensiero senza i quali non si può v<strong>in</strong>cere la sfida dell<strong>in</strong>novazione. I temi oggetto delConvegno si collocano pienamente <strong>in</strong> questa discussione con i territori.Obiettivi del Convegno- Approfondire e riflettere sul tema <strong>delle</strong> nuove dimensioni della relazione di cura nei contestipluriculturali.- Confrontarsi sugli <strong>in</strong>terventi da mettere <strong>in</strong> campo al f<strong>in</strong>e di: sviluppare competenze <strong>in</strong>dividuali edorganizzative per sostenere le strategie regionali; aumentare la consapevolezza e la conoscenza deiprofessionisti sanitari sul tema del superamento <strong>delle</strong> barriere nellaccesso ai servizi da parte <strong>delle</strong>persone immigrate; migliorare la comunicazione <strong>in</strong>terculturale e lempowerment del cittad<strong>in</strong>o nellarelazione di cura.- Facilitare lo scambio di nuove prassi.7
Programma del ConvegnoMATTINO09.00-09.30 Registrazione partecipanti09.30-09.45 Saluti <strong>delle</strong> autorità Teresa Marzocchi - Assessore alle Politiche Sociali, Regione <strong>Emilia</strong>-<strong>Romagna</strong>09.30-10.00 Apertura dei lavori e coord<strong>in</strong>amento della sessione Mariella Mart<strong>in</strong>iSessione Migrazione, diversità e salute: una lettura <strong>in</strong>tegrata10.00-10.30 La scarpa da g<strong>in</strong>nastica è americana, verde e sovversiva. Per una (ulteriore) revisionedellapproccio culturalista Sandro Cattac<strong>in</strong>10.30-11.00 Determ<strong>in</strong>anti sociali e disuguaglianze <strong>in</strong> salute Angelo Stefan<strong>in</strong>i11.00-11.30 Coffee breakSessione Le politiche e le strategie di <strong>in</strong>tegrazione nei servizi socio-sanitaricoord<strong>in</strong>ata da: Antonio Brambilla11.30-11.50 La tutela della salute degli immigrati nelle politiche sanitarie regionali Salvatore Geraci11.50-12.10 Le politiche per l<strong>in</strong>tegrazione dei migranti <strong>in</strong> <strong>Emilia</strong>-<strong>Romagna</strong> Andrea Stupp<strong>in</strong>iSessione Le leve del cambiamento: programmazione e <strong>in</strong>terventi efficaci nei servizicoord<strong>in</strong>ata da: Daniela Riccò12.10-12.30 La formazione degli operatori come leva di cambiamento nellassistenza alle personeimmigrate: aspetti metodologici Maurizio Marceca12.30-12.50 Equità di accesso e qualità <strong>delle</strong> cure per la popolazione immigrata: un approccio di sistemaAntonio Chiarenza12.50-13.10 Discussione13.10-14.30 Pausa pranzo Buffet etnicoPOMERIGGIOSessione Le f<strong>in</strong>alità del percorso formativo regionalecoord<strong>in</strong>ata da: Clara Curcetti, Antonio Chiarenza14.30-14.50 Dagli obiettivi di salute agli obiettivi formativi: il processo di programmazione <strong>in</strong> <strong>Emilia</strong>-<strong>Romagna</strong> Corrado Ruozi14.50-15.10 La conoscenza <strong>delle</strong> condizioni di vita e dello stato di salute dei migranti Alba CarolaF<strong>in</strong>arelli15.10-15.30 Le nuove dimensioni nella relazione di cura e nella prevenzione Ardigò Mart<strong>in</strong>o15.30-15.50 Lempowerment del cittad<strong>in</strong>o nella relazione di cura Mauro Palazzi15.50-16.10 La comunicazione <strong>in</strong>terculturale nella relazione tra professionisti e cittad<strong>in</strong>i Claudio Baraldi16.10 Discussione e conclusioni8
RelatoriCLAUDIO BARALDIDocente Facoltà di Lettere e Filosofia dellUniversità degli Studi di Modena e Reggio <strong>Emilia</strong>ANTONIO BRAMBILLAResponsabile del Servizio Assistenza Distrettuale, Medic<strong>in</strong>a Generale, Pianificazione e Sviluppo deiServizi Sanitari Regione <strong>Emilia</strong>-<strong>Romagna</strong>SANDRO CATTACINDocente del Dipartimento di Sociologia dellUniversità di G<strong>in</strong>evraANTONIO CHIARENZAResponsabile Staff Ricerca & Innovazione Azienda USL Reggio <strong>Emilia</strong>CLARA CURCETTIResponsabile Governo e monitoraggio attività distrettuale - Servizio assistenza distrettuale Regione<strong>Emilia</strong>-<strong>Romagna</strong>ALBA CAROLA FINARELLIResponsabile Malattie <strong>in</strong>fettive e Programmi di prevenzione collettiva Servizio Sanità PubblicaRegione <strong>Emilia</strong>-<strong>Romagna</strong>SALVATORE GERACIArea sanitaria Caritas Roma e Società Italiana di Medic<strong>in</strong>a <strong>delle</strong> Migrazioni - SIMMMAURIZIO MARCECADocente Facoltà di Farmacia e Medic<strong>in</strong>a dellUniversità Sapienza di RomaMARIELLA MARTINIDirettore Generale Sanità e Politiche Sociali Regione <strong>Emilia</strong>-<strong>Romagna</strong>ARDIGÒ MARTINOCentro Studi Salute Internazionale e Transculturale Dipartimento di Medic<strong>in</strong>a e Sanità pubblicadellUniversità di BolognaTERESA MARZOCCHIAssessore alle Politiche Sociali Regione <strong>Emilia</strong>-<strong>Romagna</strong>MAURO PALAZZIResponsabile U.O. Epidemiologia e Comunicazione Azienda USL CesenaDANIELA RICCÒDirettore Sanitario Azienda USL Reggio <strong>Emilia</strong>CORRADO RUOZIResponsabile Area sviluppo <strong>delle</strong> professionalità per lassistenza e la salute Agenzia sanitaria e socialeRegione <strong>Emilia</strong>-<strong>Romagna</strong>ANGELO STEFANINICentro Studi Salute Internazionale e Transculturale Dipartimento di Medic<strong>in</strong>a e Sanità pubblicadellUniversità di BolognaANDREA STUPPINIResponsabile del Servizio Politiche per laccoglienza e l<strong>in</strong>tegrazione sociale Regione <strong>Emilia</strong>-<strong>Romagna</strong>9
Comitato PromotoreMARIELLA MARTINIDirettore Generale Sanità e Politiche Sociali - Regione <strong>Emilia</strong>-<strong>Romagna</strong>FAUSTO NICOLINIDirettore Generale - Azienda USL di Reggio <strong>Emilia</strong>ROBERTO GRILLIDirettore Agenzia sanitaria e sociale - Regione <strong>Emilia</strong>-<strong>Romagna</strong>DANIELA RICCÒDirettore Sanitario - Azienda USL di Reggio <strong>Emilia</strong>Responsabili Servizi regionali Direzione Generale Sanità e Politiche socialiANTONIO BRAMBILLAEUGENIO DI RUSCIOMILA FERRIPIERLUIGI MACINIANDREA STUPPINIComitato ScientificoAzienda USL di Reggio <strong>Emilia</strong>ANTONIO CHIARENZABENEDETTA RIBOLDILUCIA MONICICRISTINA MARCHESIRegione <strong>Emilia</strong>-<strong>Romagna</strong>CLARA CURCETTIPASQUALE MATACCHIONELUISA PARISINIVITTORIA PASTORELLIANDREA FACCHINIAgenzia sanitaria e sociale regionaleCORRADO RUOZISegreteria OrganizzativaRegione <strong>Emilia</strong>-<strong>Romagna</strong>LUISA PARISINI Telefono: 051 5277251E-mail: lparis<strong>in</strong>i@regione.emilia-romagna.itPASQUALE MATACCHIONE Telefono: 051 5277250E-mail: pmatacchione@regione.emilia-romagna.itStaff Comunicazione, AUSL Reggio <strong>Emilia</strong>tel. 0522 335438/335296/335290, fax 0522 335380e-mail: <strong>in</strong>focomunicazione@ausl.re.itBENEDETTA RIBOLDI Telefono: 0522 335317E-mail: benedetta.riboldi@ausl.re.it10
Indice degli abstractLa conoscenza <strong>delle</strong> condizioni di vita e dello stato di salute dei migrantiSilvia Candela, Paola Ballotari, Laura Bonvic<strong>in</strong>i, Serena BroccoliSecondo Rapporto sulle condizioni di salute della popolazione immigrata a Reggio <strong>Emilia</strong>Faissal Choroma, Sigismondo Ferrante, Francesco Ciusa, Catia BoniPrevalenza di <strong>in</strong>fezione tubercolare latente <strong>in</strong> cittad<strong>in</strong>i stranieri detenuti negli Istituti penitenziari di Parmae cittad<strong>in</strong>i stranieri <strong>in</strong> libertà osservati presso lo Spazio Salute Immigrati dellAUSL di ParmaMarco Lombardi, Giusepp<strong>in</strong>a Fratt<strong>in</strong>i, Marzia Fornari, Francesca Berghenti, Stefania Banzola, FaissalChoromaPrevalenza di parassitosi <strong>in</strong>test<strong>in</strong>ali e dermatosi parassitaria da Sarcoptes scabiei (scabbia) <strong>in</strong> migranti:confronto tra migranti forzati (rifugiati) e Migranti per lavoro osservata presso lo Spazio salute immigratidellAzienda USL di ParmaFrancesca Berghenti, Giusepp<strong>in</strong>a Fratt<strong>in</strong>i, Marzia Fornari, Faissal Choroma, Germana Calzolari,Gaetano BiscegliaPrevalenza di malattie <strong>in</strong>fettive (HBV, HCV, HIV e sifilide) <strong>in</strong> migranti: confronto tra migranti forzati(rifugiati) e Migranti per lavoroStefania Banzola, Germana Calzolari, Giuliana Clemente, Gaetano Bisceglia, Francesca Berghenti,Faissal ChoromaServizio Spazio Salute Immigrati: la presa <strong>in</strong> carico e lorientamento ai servizi, nellaccoglienza<strong>in</strong>fermieristicaPatrizia Guidetti, CarloAlberto Goldoni, Antonio Zacchia Rond<strong>in</strong><strong>in</strong>i, Virg<strong>in</strong>ia GambardellaIl profilo di salute degli stranieri a Modena: una lettura pluridimensionale <strong>delle</strong> condizioni di salute deicittad<strong>in</strong>i immigratiClede Maria Garav<strong>in</strong>i, Grazia Lesi, Franco Pilati, Barbara Bartoli, Annagiulia Gramenzi, Luca Zucchelli,Alessandra Cava, Antonella Venturelli, Roberta Ricci, Francesco Grossi, Francesco David, GabrieleBaravelliLa salute <strong>delle</strong> donne immigrate che vivono o h<strong>anno</strong> vissuto episodi di maltrattamento o violenza:<strong>in</strong>dag<strong>in</strong>e quali/quantitativa presso il C.I.E. (Centro di Identificazione ed Espulsione) di BolognaSalvatore Giancane, Raffaella CampalastriUNITA' MOBILE: Programma cittad<strong>in</strong>o con Metadone a bassa soglia d'accessoMaria Giovanna Caccialupi, Ilaria SimonelliAttività di ricerca per il miglioramento <strong>delle</strong> condizioni di vita e di salute della popolazione stranieraDomenico Berardi, Ilaria Taricone, Madia FerrettiImplementazione dello strumento Bologna Migration History e Social Integration Interview11
Indice degli abstractLe nuove dimensioni nella relazione di cura e nella prevenzioneSigismondo Ferrante, Giusepp<strong>in</strong>a Ciotti, Marco Lombardi, Faissal Choroma, Francesca Berghenti,Gaetano Bisceglia, Stefania Banzola, Emma P<strong>in</strong>cellaIntegrazione socio sanitaria nellassistenza ai cittad<strong>in</strong>i nomadi nel comune di ParmaAntonio Chiarenza, Benedetta Riboldi, Ilaria DallAstaPercorso formativo distrettuale: La relazione di cura nei contesti pluriculturali: la lettura dei bisogni e<strong>delle</strong> attese, le nuove dimensioni della relazione di curaLucia Monici, Francesca Prati, Mara Manghi, Enrico Barchi, Rossano Fornaciari, Noela Nneameka,Rachel KayHIV e promozione salute: gli operatori <strong>delle</strong> Aziende sanitarie di Reggio <strong>Emilia</strong> <strong>in</strong>contrano le comunitàdellAfrica Sub - SaharianaRossano Fornaciari, Anna Bazzoli, Emanuela Nasi, Mara Manghi, Stefania Mozzanica, Iqbal S<strong>in</strong>gh,Noela NaaemekaTAV-VILLAGE: Percorso di promozione della salute <strong>in</strong> centro per richiedenti asilo e rifugiati a Reggio<strong>Emilia</strong>Alessandro Volta, Alessandra Fabbri, Antonio Chiarenza, Dea P<strong>in</strong>i, Luigi Moscara, Laura Bonvic<strong>in</strong>i, IlariadallAsta, Z<strong>in</strong>eb GuennounaLalimentazione complementare nelle popolazioni immigrate: <strong>in</strong>dag<strong>in</strong>e <strong>in</strong> tre gruppi l<strong>in</strong>guistici dellaprov<strong>in</strong>cia di Reggio <strong>Emilia</strong>Lucia Monici, Francesca Bonvic<strong>in</strong>i, Alessandra Fabbri, Loredana Guidi, Zaynalabed<strong>in</strong> Kahfian, InesMagnani, Stefania Mozzanica, Carla SeveriImmigrazione al femm<strong>in</strong>ile: progetto di salute per le donne dellEst-EuropaLucia Monici, Francesca Bonvic<strong>in</strong>i, Alessandra Fabbri, Loredana Guidi, Zaynalabed<strong>in</strong> Kahfian, InesMagnani, Stefania Mozzanica, Carla SeveriInterventi di prevenzione nella comunità Sikh: promozione di un posto di lavoro sanoMatteo Morandi, Valent<strong>in</strong>a Solfr<strong>in</strong>i, Angelo Vezzosi, Giuliano Venturelli, V<strong>in</strong>cenzo Leonardi, DeannaGozzoli, Patrizia Lori, Salvatore Lucanto, Luca Iaboli, Damiano Ghiaroni, Christian GuizzardiGlocal strategy network per lassistenza socio-sanitaria di base <strong>delle</strong> persone che vivono <strong>in</strong> condizioni di<strong>in</strong>digenza e marg<strong>in</strong>alità: i primi 10 mesi di attività dellambulatorio Porte Aperte nel Distretto di VignolaDomenico Berardi, Ilaria Taricone, Maria Nolet, Madia Ferretti, Elisa MencacciAttività cl<strong>in</strong>ica di cura dei disturbi mentali nei migranti: lesperienza del Centro Devereux di Bologna12
Indice degli abstractLempowerment del cittad<strong>in</strong>o nella relazione di curaAnja Cor<strong>in</strong>ne Baukloh, Antonio Chiarenza, Lucia Monici, Paola Ballotari, Giorgio Campioli, LoredanaGuidi, Carla Severi, Ilaria dallAsta, Laura Prandi, Alice Ferrari, Daria BondavalliEmpowerment <strong>delle</strong> comunità di cittad<strong>in</strong>i stranieri a Reggio <strong>Emilia</strong> e Prov<strong>in</strong>ciaLucia Monici, Francesca Bonvic<strong>in</strong>i, Alessandra Fabbri, Loredana Guidi, Zaynalabed<strong>in</strong> Kahfian, InesMagnani, Stefania Mozzanica, Carla SeveriNuove strategie per vecchie malattieRita Ricci, Alessandra Chiappelli, Giovanna Ruff<strong>in</strong>o, Michela Camatti, Barbara Fogliani, Sonia Fontana,Loretta Cantergiani, Maria Pia Biondi, Andrea SpanòLA ROSA DI PERLA - Interventi di formazione rivolti alle Assistenti familiari straniere residenti neicomuni del Distretto del FrignanoMaria Laura Bastai, Andrea Spano, Elisabetta Po, Battista Guidi, Annalisa Mar<strong>in</strong>i, Alessandra Chiappelli,Daniela Giusti, Maurizia P<strong>in</strong>naMessa <strong>in</strong> rete dello Spazio Donne Straniere del Consultorio: <strong>in</strong>contri di orientamento ai Servizi Sanitariper le donne straniereGrazia Lesi, Clede Maria Garav<strong>in</strong>i, Saverio DiciommoPercorsi di promozione della salute con le donne immigrate nella AUSL di Bologna: contraccezione,prevenzione dell'IVG e oncologicaGrazia Lesi, Chiara Bod<strong>in</strong>iGruppo Immigrazione Salute <strong>Emilia</strong>-<strong>Romagna</strong> (GrIS-ER): esperienza di lavoroMaria Giovanna Caccialupi, Ilaria SimonelliMediazione transculturale ed Empowerment del cittad<strong>in</strong>o stranieroLaura Gaspari, Ines P<strong>in</strong>i, Gaetana Gallo, Paola M<strong>in</strong>utelli, Paola Zanasi, Federica Erchi, Souadkhaldoune, Lorenza Casanova, Hanane KhettabiDiritto alla salute degli immigrati nellambito materno <strong>in</strong>fantile: esperienza dello spazio consultorialedonne e bamb<strong>in</strong>i immigrati dellAzienda USL di Forlì13
Indice degli abstractLa comunicazione <strong>in</strong>terculturale nella relazione tra professionisti e cittad<strong>in</strong>iMaria Grazia Saccotelli, Anna Ancherani, Sabr<strong>in</strong>a MirriPer una nascita senza frontiere - Corso di accompagnamento alla nascita per mamme provenienti daaltri paesiDomenico Berardi, Ilaria Taricone, Madia FerrettiAttività di formazione per il potenziamento della competenza culturale nella comunicazioneMirella Cantaroni, Simone RuggeriLufficio mediazione <strong>in</strong>terculturale dellAzienda Ospedaliero/Universitaria - Policl<strong>in</strong>ico di ModenaFilippo Caniglia, C<strong>in</strong>zia CastellucciServizio Civile Regionale per cittad<strong>in</strong>i stranieri: sviluppo della comunicazione <strong>in</strong>terculturale14
RACCOLTA DELLE ESPERIENZE REGIONALI15
Titolo Categoria AziendaIntegrazione socio sanitaria nellassistenza aicittad<strong>in</strong>i nomadi nel comune di ParmaLe nuove dimension<strong>in</strong>ella relazione di curae nella prevenzioneAzienda USLParmapag. 21Prevalenza di <strong>in</strong>fezione tubercolare latente <strong>in</strong>cittad<strong>in</strong>i stranieri detenuti negli Istitutipenitenziari di Parma e cittad<strong>in</strong>i stranieri <strong>in</strong>libertà osservati presso lo Spazio SaluteImmigrati dellAUSL di ParmaLa conoscenza <strong>delle</strong>condizioni di vita e dellostato di salute dei migrantiAzienda USLParmapag. 23Prevalenza di parassitosi <strong>in</strong>test<strong>in</strong>ali edermatosi parassitaria da Sarcoptes scabiei(scabbia) <strong>in</strong> migranti: confronto tra migrantiforzati (rifugiati) e Migranti per lavoro osservatapresso lo Spazio salute immigrati dellAziendaUSL di ParmaLa conoscenza <strong>delle</strong>condizioni di vita e dellostato di salute dei migrantiAzienda USLParmapag. 25Prevalenza di malattie <strong>in</strong>fettive (HBV, HCV,HIV e sifilide) <strong>in</strong> migranti: confronto tra migrantiforzati (rifugiati) e Migranti per lavoroLa conoscenza <strong>delle</strong>condizioni di vita e dellostato di salute dei migrantiAzienda USLParmapag. 27Servizio Spazio Salute Immigrati: la presa <strong>in</strong>carico e lorientamento ai servizi,nellaccoglienza <strong>in</strong>fermieristicaLa conoscenza <strong>delle</strong>condizioni di vita e dellostato di salute dei migrantiAzienda USLParmapag. 29Percorso formativo distrettuale: La relazionedi cura nei contesti pluriculturali: la lettura deibisogni e <strong>delle</strong> attese, le nuove dimensionidella relazione di curaLe nuove dimension<strong>in</strong>ella relazione di curae nella prevenzioneAzienda USLReggio <strong>Emilia</strong>pag. 31HIV e promozione salute: gli operatori <strong>delle</strong>Aziende sanitarie di Reggio <strong>Emilia</strong> <strong>in</strong>contranole comunità dellAfrica Sub - SaharianaLe nuove dimension<strong>in</strong>ella relazione di curae nella prevenzioneAzienda USLReggio <strong>Emilia</strong>pag. 35TAV-VILLAGE: Percorso di promozione dellasalute <strong>in</strong> centro per richiedenti asilo e rifugiati aReggio <strong>Emilia</strong>Le nuove dimension<strong>in</strong>ella relazione di curae nella prevenzioneAzienda USLReggio <strong>Emilia</strong>pag. 37Empowerment <strong>delle</strong> comunità di cittad<strong>in</strong>istranieri a Reggio <strong>Emilia</strong> e Prov<strong>in</strong>ciaLempowerment delcittad<strong>in</strong>o nellarelazione di curaAzienda USLReggio <strong>Emilia</strong>pag. 39Lalimentazione complementare nellepopolazioni immigrate: <strong>in</strong>dag<strong>in</strong>e <strong>in</strong> tre gruppil<strong>in</strong>guistici della prov<strong>in</strong>cia di Reggio <strong>Emilia</strong>Le nuove dimension<strong>in</strong>ella relazione di curae nella prevenzioneAzienda USLReggio <strong>Emilia</strong>pag. 43Immigrazione al femm<strong>in</strong>ile: progetto di saluteper le donne dellEst-EuropaLe nuove dimension<strong>in</strong>ella relazione di curae nella prevenzioneAzienda USLReggio <strong>Emilia</strong>pag. 4717
Titolo Categoria AziendaNuove strategie per vecchie malattieLempowerment delcittad<strong>in</strong>o nellarelazione di curaAzienda USLReggio <strong>Emilia</strong>pag. 49Interventi di prevenzione nella comunità Sikh:promozione di un posto di lavoro sanoLe nuove dimension<strong>in</strong>ella relazione di curae nella prevenzioneAzienda USLReggio <strong>Emilia</strong>pag. 51Glocal strategy network per lassistenza sociosanitariadi base <strong>delle</strong> persone che vivono <strong>in</strong>condizioni di <strong>in</strong>digenza e marg<strong>in</strong>alità: i primi 10mesi di attività dellambulatorio Porte Apertenel Distretto di VignolaLe nuove dimension<strong>in</strong>ella relazione di curae nella prevenzioneAzienda USLModenapag. 53La Rosa di Perla - Interventi di formazionerivolti alle Assistenti familiari straniere resident<strong>in</strong>ei comuni del Distretto del FrignanoLempowerment delcittad<strong>in</strong>o nellarelazione di curaAzienda USLModenapag. 55Messa <strong>in</strong> rete dello Spazio Donne Straniere delConsultorio: <strong>in</strong>contri di orientamento ai ServiziSanitari per le donne straniereLempowerment delcittad<strong>in</strong>o nellarelazione di curaAzienda USLModenapag. 57Il profilo di salute degli stranieri a Modena: unalettura pluridimensionale <strong>delle</strong> condizioni disalute dei cittad<strong>in</strong>i immigratiLa conoscenza <strong>delle</strong>condizioni di vita e dellostato di salute dei migrantiAzienda USLModenapag. 59La salute <strong>delle</strong> donne immigrate che vivono oh<strong>anno</strong> vissuto episodi di maltrattamento oviolenza: <strong>in</strong>dag<strong>in</strong>e quali/quantitativa presso ilC.I.E. (Centro di Identificazione ed Espulsione)di BolognaLa conoscenza <strong>delle</strong>condizioni di vita e dellostato di salute dei migrantiAzienda USLBolognapag. 61Percorsi di promozione della salute con ledonne immigrate nella AUSL di Bologna:contraccezione, prevenzione dell'IVG eoncologicaLempowerment delcittad<strong>in</strong>o nellarelazione di curaAzienda USLBolognapag. 63Gruppo Immigrazione Salute <strong>Emilia</strong>-<strong>Romagna</strong>(GrIS-ER): esperienza di lavoroLempowerment delcittad<strong>in</strong>o nellarelazione di curaAzienda USLBolognapag. 65UNITA' MOBILE: Programma cittad<strong>in</strong>o conMetadone a bassa soglia d'accessoLa conoscenza <strong>delle</strong>condizioni di vita e dellostato di salute dei migrantiAzienda USLBolognapag. 67Mediazione transculturale ed Empowermentdel cittad<strong>in</strong>o stranieroLempowerment delcittad<strong>in</strong>o nellarelazione di curaAzienda USLBolognapag. 6918
Titolo Categoria AziendaAttività di ricerca per il miglioramento <strong>delle</strong>condizioni di vita e di salute della popolazionestranieraLa conoscenza <strong>delle</strong>condizioni di vita e dellostato di salute dei migrantiAzienda USLBolognapag. 71Attività di formazione per il potenziamentodella competenza culturale nellacomunicazioneLa comunicazione<strong>in</strong>terculturale nellarelazione traprofessionisti e cittad<strong>in</strong>iAzienda USL/UniversitàBolognapag. 73Implementazione dello strumento BolognaMigration History e Social IntegrationInterviewLa conoscenza <strong>delle</strong>condizioni di vita e dellostato di salute dei migrantiAzienda USL/UniversitàBolognapag. 75Attività cl<strong>in</strong>ica di cura dei disturbi mentali neimigranti: lesperienza del Centro Devereux diBolognaLe nuove dimension<strong>in</strong>ella relazione di curae nella prevenzioneAzienda USL/UniversitàBolognapag. 77Per una nascita senza frontiere - Corso diaccompagnamento alla nascita per mammeprovenienti da altri paesiLa comunicazione<strong>in</strong>terculturale nellarelazione traprofessionisti e cittad<strong>in</strong>iAzienda USLImolapag. 79Diritto alla salute degli immigrati nellambitomaterno <strong>in</strong>fantile: esperienza dello spazioconsultoriale donne e bamb<strong>in</strong>i immigratidellAzienda USL di ForlìLempowerment delcittad<strong>in</strong>o nellarelazione di curaAzienda USLForlìpag. 81Lufficio mediazione <strong>in</strong>terculturale dellAziendaOspedaliero/Universitaria - Policl<strong>in</strong>ico diModenaLa comunicazione<strong>in</strong>terculturale nellarelazione traprofessionisti e cittad<strong>in</strong>iAziendaOspedaliero/UniversitariaModenapag. 83Servizio Civile Regionale per cittad<strong>in</strong>i stranieri:sviluppo della comunicazione <strong>in</strong>terculturaleLa comunicazione<strong>in</strong>terculturale nellarelazione traprofessionisti e cittad<strong>in</strong>iAziendaOspedaliero/UniversitariaBolognapag. 85Secondo rapporto sulle condizioni di salutedella popolazione immigrata a Reggio <strong>Emilia</strong>Una sperimentazioneconcretaAzienda USLReggio <strong>Emilia</strong>pag. 8719
Azienda USL di ParmaTITOLO DELLESPERIENZAIntegrazione socio sanitaria nellassistenza ai cittad<strong>in</strong>i nomadi nel comune di ParmaAutore pr<strong>in</strong>cipale <strong>delle</strong>sperienzaNome e CognomeRuolo istituzionaleSigismondo FerranteDirettore Dipartimento Cure PrimarieDipartimento e Servizio di appartenenza Dipartimento Cure Primarie - Distretto di ParmaIndirizzoViale Basetti, 8 - ParmaRecapito telefonico 0521/393802E-mailsferrante@ausl.pr.itAltri autori che h<strong>anno</strong> contribuito alla realizzazione <strong>delle</strong>sperienzaGiusepp<strong>in</strong>a Ciotti, Marco Lombardi, Faissal Choroma, Francesca Berghenti, Gaetano Bisceglia, StefaniaBanzola, Emma P<strong>in</strong>cellaTema pr<strong>in</strong>cipale <strong>delle</strong>sperienzaLe nuove dimensioni nella relazione di cura e nella prevenzione21
TESTO DELLESPERIENZAIntroduzioneStudi svolti sia a livello nazionale che <strong>in</strong>ternazionale riportano che le condizioni di salute nelle comunitàRom sono di gran lunga peggiori rispetto a quelle <strong>delle</strong> comunità maggioritarie.I motivi, oltre che nella precarietà sociale e di estrema povertà <strong>in</strong> cui la popolazione Rom generalmentevive, sono da ricercare anche <strong>in</strong> una serie di fattori tra cui la difficoltà l<strong>in</strong>guistico culturale, la nonconoscenza <strong>delle</strong> offerte dei vari servizi e la diversa concezione di salute, prevenzione e malattia.Il risultato è una scarsa accessibilità e fruibilità con utilizzo <strong>in</strong>appropriato dei servizi con la conseguenteridotta aderenza ai percorsi diagnostici e terapeutici. I servizi, pertanto, vengono utilizzati, spesso <strong>in</strong>urgenza e con molti problemi relazionali che sfociano <strong>in</strong> conflittualità ed <strong>in</strong>comprensione tra utenti edoperatori.Scopi e metodologiaPer migliorare laccessibilità e la fruibilità dei servizi sanitari da parte di questa popolazione e rendereappropriato l'utilizzo dei vari servizi, lo Spazio Salute immigrati dellAzienda USL di Parma e il Comune diParma - Settore Welfare - Servizio <strong>in</strong>clusione ed immigrazione, sono partners <strong>in</strong> un protocollo che mira amettere <strong>in</strong> atto percorsi di educazione sanitaria per la popolazione nomade presente sul territoriocomunale (sia <strong>in</strong> domicili che al campo di sosta).Sono previste sedute di educazione sanitaria, a cadenza settimanale, per nuclei familiari, presso ilcampo e/o lo Spazio salute immigrati di Parma e tenute da operatori sanitari assieme agli operatorisociali del comune e con l'ausilio di mediatori culturali.RisultatiDal 2008 al 30/06/<strong>2011</strong>, 192 soggetti di etnia ROM o Nomadi (53 m<strong>in</strong>ori, 54 adulti maschi e 85 adultidonne) si sono rivolti allo Spazio salute Immigrati, la metà di questi ha un MMG/PLS regolare ma chenon ha mai conosciuto.Con questi percorsi di educazione sanitaria attraverso <strong>in</strong>terventi <strong>in</strong>formativi e formativi, si prevede di:- favorire la corretta accessibilità dei servizi sanitari attraverso la buona conoscenza <strong>delle</strong> loro offertenelle loro varie articolazioni e promuovere il contatto con il MMG/PLS;- favorire la promozione della salute attraverso una corretta alimentazione, adeguata igiene (corporeaed ambientale) e una prevenzione degli <strong>in</strong>cidenti domestici;- migliorare la compliance dei cittad<strong>in</strong>i Rom nei percorsi diagnostici e terapeutici (cicli vacc<strong>in</strong>ali, visitemediche programmate e la gestione <strong>delle</strong> cronicità).ConclusioniCon questo <strong>in</strong>tervento, pensiamo di agire su alcune aree di criticità che caratterizza lassistenza sanitariadella popolazione Rom presente sul territorio al f<strong>in</strong>e di migliorare l'accesso e favorire la fruibilità deiservizi per una riduzione del gap che caratterizza il profilo di rischio di questi pazienti. Inf<strong>in</strong>e promuoverel<strong>in</strong>contro con il MMG ed il PLS, riducendo gli accessi impropri al Pronto soccorso.22
Azienda USL di ParmaTITOLO DELLESPERIENZAPrevalenza di <strong>in</strong>fezione tubercolare latente <strong>in</strong> cittad<strong>in</strong>i stranieri detenuti negli Istituti penitenziari di Parmae cittad<strong>in</strong>i stranieri <strong>in</strong> libertà osservati presso lo Spazio Salute Immigrati dellAUSL di ParmaAutore pr<strong>in</strong>cipale <strong>delle</strong>sperienzaNome e CognomeRuolo istituzionaleFaissal ChoromaDirigente medico Specialista <strong>in</strong>fettivologoDipartimento e Servizio di appartenenza Dipartimento Cure primarie - Distretto di ParmaIndirizzoVia XXII Luglio, 27 - ParmaRecapito telefonico 0521/393431E-mailfchoroma@ausl.pr.itAltri autori che h<strong>anno</strong> contribuito alla realizzazione <strong>delle</strong>sperienzaSigismondo Ferrante, Francesco Ciusa, Catia BoniDipartimento Cure primarie - Distretto di ParmaTema pr<strong>in</strong>cipale <strong>delle</strong>sperienzaLa conoscenza <strong>delle</strong> condizioni di vita e dello stato di salute dei migranti23
TESTO DELLESPERIENZAIntroduzioneDai dati a disposizione, vi è evidenza di un tasso elevato di <strong>in</strong>fezione tubercolare nei carceri italiani dovesono largamente rappresentate popolazioni che per provenienza geografica, o perché socialmenteemarg<strong>in</strong>ate, sono esposte all<strong>in</strong>fezione tubercolare già <strong>in</strong> libertà. La presenza, qu<strong>in</strong>di, sempre crescentedella popolazione immigrata da zone endemiche, nei vari istituti italiani ha aggiunto un ulteriore fattore dirischio per l<strong>in</strong>fezione tubercolare oltre a quelli già presenti negli istituti penitenziari (sovraffollamento,ventilazione <strong>in</strong>adeguata, ). Inoltre, cont<strong>in</strong>ua ad essere presente una difficoltà nella presa <strong>in</strong> carico delpaziente detenuto, legata pr<strong>in</strong>cipalmente a trasferimenti, scarcerazione ed arresti domiciliari. A questi,per i migranti si aggiunge la alta mobilità che caratterizza questa popolazione.Scopi e metodologiaCon questo studio, abbiamo messo a confronto gli esiti di Mantoux effettuati, nel corso dell<strong>anno</strong> 2009,su un gruppo di cittad<strong>in</strong>i stranieri detenuti (gruppo I) con test Mantoux effettuato all<strong>in</strong>gresso negli Istitutipenitenziari di Parma con quelli di un altro gruppo di cittad<strong>in</strong>i stranieri <strong>in</strong> libertà (gruppo II), osservatipresso lo Spazio salute immigrati dellAUSL di Parma, Fornovo e Fidenza, al f<strong>in</strong>e di valutare eventualedifferenze ed outcome nei percorsi successivi.RisultatiNel corso dell<strong>anno</strong> 2009, presso gli istituti penitenziari di Parma, h<strong>anno</strong> fatto il loro <strong>in</strong>gresso 292 soggettidi nazionalità straniera, di questi, 221 sono stati scarcerati nel corso dell<strong>anno</strong> (ed il 61,70 % entro 30giorni dalla carcerazione).Nel gruppo I, 93 soggetti di orig<strong>in</strong>e straniera sono stati sottoposti a test di Mantoux. 36 erano risultatipositivi (38,7%); di questi, 23 sono stati persi nei 3 mesi successivi (scarcerazione, trasferimento,domiciliare).Nel gruppo II, 87 persone sono state sottoposte a Intradermoreazione secondo Mantoux con 35 risultatepositive (40,2%); di queste 4 sono state perse nei 3 mesi successivi.ConclusioniNei due gruppi confrontati della nostra casistica, la prevalenza di Mantoux positiva era risultata elevatanei soggetti stranieri <strong>in</strong> libertà, questo sembra sia legato alla selezione effettuata <strong>in</strong> regime di libertà dovela Mantoux è stata effettuata dopo anamnesi positiva per contatto, mentre, <strong>in</strong> carcere la Mantoux è stataeffettuata come screen<strong>in</strong>g di <strong>in</strong>gresso. Lalto tasso di persi nel gruppo di detenuto, legatopr<strong>in</strong>cipalmente a trasferimento, arresto domiciliare e scarcerazione merita un miglioramentodell<strong>in</strong>tegrazione e collaborazione tra i servizi sanitari territoriali e quelli penitenziari con orientamento,accompagnamento e dimissione protette (anche con eventuale lettera di dimissione).24
Azienda USL di ParmaTITOLO DELLESPERIENZAPrevalenza di parassitosi <strong>in</strong>test<strong>in</strong>ali e dermatosi parassitaria da Sarcoptes scabiei (scabbia) <strong>in</strong> migranti:confronto tra migranti forzati (rifugiati) e Migranti per lavoro osservata presso lo Spazio salute immigratidellAzienda USL di ParmaAutore pr<strong>in</strong>cipale <strong>delle</strong>sperienzaNome e CognomeRuolo istituzionaleMarco LombardiDirettore U.O. Governo cl<strong>in</strong>icoDipartimento e Servizio di appartenenza U.O. Governo cl<strong>in</strong>ico AUSL ParmaIndirizzoStr. del quartiere, 2/A - ParmaRecapito telefonicoE-mailmlombardi@ausl.pr.itAltri autori che h<strong>anno</strong> contribuito alla realizzazione <strong>delle</strong>sperienzaGiusepp<strong>in</strong>a Fratt<strong>in</strong>i, Marzia Fornari, Francesca Berghenti, Stefania Banzola, Faissal ChoromaTema pr<strong>in</strong>cipale <strong>delle</strong>sperienzaLa conoscenza <strong>delle</strong> condizioni di vita e dello stato di salute dei migranti25
TESTO DELLESPERIENZAIntroduzioneNegli ultimi anni, giungono sempre di più persone da altri paesi che chiedono lasilo politico <strong>in</strong> Italia; moltidi questi utilizzano sempre meno le vie legali di <strong>in</strong>gresso; la gran parte deve affrontare estenuanti viaggicon soste a volte anche lunghe <strong>in</strong> campi profughi o altri stati prima di approdare <strong>in</strong> Italia. Questo nuovoprocesso di migrazione mette a dura prova la scorta di salute di partenza; non sono <strong>in</strong>consueti riscontridi esiti di traumi (fisici e psichici) e le diagnosi di patologie che non sono presenti nella geografiaepidemiologica del paese di orig<strong>in</strong>e.Anche il contesto socio-economico e giuridico che <strong>in</strong>contrano <strong>in</strong> Italia sono fattori determ<strong>in</strong>anti nelcondizionarne lo stato di salute; vari studi, ci segnalano <strong>in</strong>oltre che nei rifugiati è presente una altapercentuale di parassitosi <strong>in</strong>test<strong>in</strong>ale e di ectoparassitosi rispetto ad altri migranti.Scopi e metodologiaCon questo studio prospettico abbiamo voluto valutare la prevalenza di parassitosi <strong>in</strong>test<strong>in</strong>ale <strong>in</strong> cittad<strong>in</strong>istranieri con Eos<strong>in</strong>ofilia osservati dal 01/01/2010 al 30/06/<strong>2011</strong> presso il servizio di Medic<strong>in</strong>a diMigrazione dellAUSL di Parma. Il primo gruppo è costituito da migranti che giungono <strong>in</strong> Italia per motividi Lavoro e laltro gruppo è costituito da migranti forzati (rifugiati).A tutti i pazienti con eos<strong>in</strong>ofilia, è stato richiesto ricerca parassiti su feci <strong>in</strong> 3 campioni.La ricerca di dermatosi parassitaria (scabbia), è stata effettuata attraverso visita ed esame obiettivo atutti i cittad<strong>in</strong>i stranieri osservati.RisultatiDi tutti i pazienti osservati e sottoposti ad esami, 218 presentavano una eos<strong>in</strong>ofilia (133 soggetti migrantiper lavoro e 85 migranti forzati). A tutti, quelli con eos<strong>in</strong>ofilia, è stato prescritto ricerca parassiti su feci (3campioni).Tra il gruppo dei migranti per lavoro il 25,5% presenta una parassitosi <strong>in</strong>test<strong>in</strong>ale e tra i migranti forzati(rifugiati) il 57,6% ha una parassitosi <strong>in</strong>test<strong>in</strong>ale.La ricerca della scabbia è stata effettuata su 1539 immigrati per lavoro e 528 migranti forzati (rifugiati) haevidenziato riscontro di ectoparassitosi rispettivamente nel 0,3% (5 casi) e nel 4,1% (22 casi).ConclusioniNei due gruppi confrontati della nostra casistica, la prevalenza di parassitosi <strong>in</strong>test<strong>in</strong>ali e di scabbia neimigranti forzati era risultata superiore a quella osservata nei migranti per lavoro, confermandoosservazioni fatte da altri autori; i motivi ci sembra siano legati alla precocità di accesso alla visita ed agliesami; per quanto riguarda specificamente la scabbia, essa è da ricondurre alla precarietà abitativa edIgiene <strong>in</strong> cui versa la gran parte di richiedenti asilo prima del riconoscimento e/o dellaccesso nella retedei servizi SPRAR.26
Azienda USL di ParmaTITOLO DELLESPERIENZAPrevalenza di malattie <strong>in</strong>fettive (HBV, HCV, HIV e sifilide) <strong>in</strong> migranti: confronto tra migranti forzati(rifugiati) e Migranti per lavoroAutore pr<strong>in</strong>cipale <strong>delle</strong>sperienzaNome e CognomeRuolo istituzionaleFrancesca BerghentiDirigente medicoDipartimento e Servizio di appartenenza Dipartimento cure primarie AUSL ParmaIndirizzoRecapito telefonico 0521/393431E-mailfchoroma@ausl.pr.itAltri autori che h<strong>anno</strong> contribuito alla realizzazione <strong>delle</strong>sperienzaGiusepp<strong>in</strong>a Fratt<strong>in</strong>i, Marzia Fornari, Faissal Choroma, Germana Calzolari, Gaetano BiscegliaTema pr<strong>in</strong>cipale <strong>delle</strong>sperienzaLa conoscenza <strong>delle</strong> condizioni di vita e dello stato di salute dei migranti27
TESTO DELLESPERIENZAIntroduzioneI dati sulla popolazione straniera residente <strong>in</strong> Italia riportano la presenza sempre crescente di persone dialtri paesi che scelgono lItalia per vari motivi; tra questi sempre più cittad<strong>in</strong>i stranieri, devono fuggire dalproprio paese; il numero di questi cittad<strong>in</strong>i rifugiati, negli ultimi anni, è notevolmente cresciuto. Numerosesegnalazioni, ci <strong>in</strong>dicano un profilo sanitario scadente rispetto ai migranti per lavoro, specialmente sotto ilprofilo psichico e per i quali la risposta ai bisogni di cura è complessa.Scopi e metodologiaLo scopo di questo studio è valutare retrospettivamente la prevalenza di <strong>in</strong>fezioni da HBV, HCV, HIV eLue <strong>in</strong> migranti forzati (rifugiati) confrontandoli con soggetti immigrati per lavoro, che si sono rivolti alservizio di Medic<strong>in</strong>a di Migrazione dellAUSL di Parma dal 01/01/2009 al 30/06/<strong>2011</strong>.A tutti i pazienti osservati (rifugiati e non rifugiati) è stato proposto di aderire, previo consenso <strong>in</strong>formatoe scritto, ad un protocollo di screen<strong>in</strong>g di maggiori patologie <strong>in</strong>fettive (<strong>in</strong>fezione da HBV, HCV, HIV eLue).RisultatiNel periodo preso <strong>in</strong> considerazione sono stati osservati 1539 immigrati per lavoro e 528 immigratirifugiati dai quali h<strong>anno</strong> aderito al protocollo rispettivamente il 49,8% (767 immigrati) ed il 59,9% (316migranti rifugiati).Nel gruppo dei migranti per lavoro il 75% di quelli che h<strong>anno</strong> effettuato gli esami (207/275) sono ritornaticon la risposta. In questi la prevalenza <strong>delle</strong> <strong>in</strong>fezioni da HBV (positività di HbSAg), HCV, HIV e Lue erarisultata rispettivamente di 8,8%, 5,8%, 1,2% e 4,6%.Per quanto riguarda <strong>in</strong>vece i migranti forzati, dai 316 che h<strong>anno</strong> accettato lo screen<strong>in</strong>g, il 79,4% eraritornato con gli esiti; la prevalenza <strong>delle</strong> <strong>in</strong>fezioni da HBV (positività di HbSAg), HCV, HIV e Lue erarisultata rispettivamente di 5,1%, 6,7%, 4,3% e 2,7%.ConclusioniI due gruppi confrontati nella nostra casistica h<strong>anno</strong> mostrato un profilo sanitario dal punto di vista<strong>in</strong>fettivologico sovrapponibile se si esclude il tasso superiore di HIV nei migranti forzati, che risenteprobabilmente dallepidemiologia dei paesi di provenienza (prevalentemente dallAfrica) e della Lue<strong>in</strong>vece alta nei migranti per lavoro, dovuto probabilmente alla presenza di sex workers nella casistica;<strong>in</strong>teressante la buona adesione al percorso diagnostico da parte dei migranti forzati rispetto a quelli perlavoro (79,4% vs 75%) legata prevalentemente alla rete territoriale parmense di accoglienza dei rifugiati.28
Azienda USL di ParmaTITOLO DELLESPERIENZAServizio Spazio Salute Immigrati: la presa <strong>in</strong> carico e lorientamento ai servizi, nellaccoglienza<strong>in</strong>fermieristicaAutore pr<strong>in</strong>cipale <strong>delle</strong>sperienzaNome e CognomeRuolo istituzionaleStefania BanzolaInfermieraDipartimento e Servizio di appartenenza Dipartimento Cure primarie - Servizio Spazio Salute Immigrati- AUSL ParmaIndirizzoRecapito telefonico 0521/393431E-mailspaziosaluteimmigrati@ausl.pr.itAltri autori che h<strong>anno</strong> contribuito alla realizzazione <strong>delle</strong>sperienzaGermana Calzolari, Giuliana Clemente, Gaetano Bisceglia, Francesca Berghenti, Faissal ChoromaDipartimento Cure primarie - Servizio Spazio Salute ImmigratiTema pr<strong>in</strong>cipale <strong>delle</strong>sperienzaLa conoscenza <strong>delle</strong> condizioni di vita e dello stato di salute dei migranti29
TESTO DELLESPERIENZAIntroduzioneLa popolazione straniera che accede al servizio Spazio Salute Immigrati riflette una realtà migratoriacomplessa e d<strong>in</strong>amica dove variano i percorsi e le motivazioni che <strong>in</strong>cidono, <strong>in</strong>sieme ad altri fattori, suibisogni di salute percepiti e/o espressi. In questo cont<strong>in</strong>uum di cambiamenti, un aggiornamento cont<strong>in</strong>uosulla legislazione <strong>in</strong> materia di assistenza sanitaria e la conoscenza dello status giuridico del pazientepermettono allaccoglienza <strong>in</strong>fermieristica di favorire un adeguato orientamento al paziente tra cui ancheliscrizione al SSN. Nella nostra prov<strong>in</strong>cia al 31/12/2010, risiedono 55.069 cittad<strong>in</strong>i stranieri dei quali51912 risultano iscritti al SSN.Scopi e metodologiaLo scopo dello studio è osservare se i dati raccolti, dal Gennaio 2010, quando è stato strutturato unmonitoraggio dei dati, h<strong>anno</strong> favorito la def<strong>in</strong>izione della posizione del soggetto <strong>in</strong> merito alla possibilità emodalità di iscrizione al SSN: tessera sanitaria, codice STP, TEAM, altro, al f<strong>in</strong>e di una presa <strong>in</strong> carico eorientamento ai servizi appropriati. Nello studio retrospettivo sono stati utilizzati i dati registrati dalpersonale <strong>in</strong>fermieristico relativi alla popolazione straniera con almeno un accesso al servizio SpazioSalute Immigrati durante il 2010.RisultatiIl numero <strong>delle</strong> persone con almeno un accesso al servizio è di 715; di questi, 150 persone (20,9%)possedevano i requisiti per liscrizione al SSN e qu<strong>in</strong>di orientate ai centri unici di prenotazione per ilrilascio della tessera sanitaria (75 presentavano ricevuta di domanda di emersione e 75 erano richiedentiprotezione <strong>in</strong>ternazionale). 31 comunitari sono stati orientati alle istituzioni preposte al rilascio dellatessera TEAM.Non sono state osservate resistenze alla raccolta dei dati sensibili.ConclusioniLa conoscenza della condizione giuridica della persona è determ<strong>in</strong>ante ai f<strong>in</strong>i di un orientamento aiservizi e presa <strong>in</strong> carico appropriati. Le competenze relazionali, culturali e la conoscenza del quadronormativo che regola laccesso al SSN sono importanti per un approccio olistico che tenga <strong>in</strong>considerazione la d<strong>in</strong>amicità e complessità dei percorsi migratori scelti e/o obbligati. E qu<strong>in</strong>difondamentale la formazione e laggiornamento cont<strong>in</strong>uo degli operatori sanitari impiegati presso i servizidi Medic<strong>in</strong>a <strong>delle</strong> Migrazioni.30
Azienda USL di Reggio <strong>Emilia</strong>TITOLO DELLESPERIENZAPercorso formativo distrettuale: La relazione di cura nei contesti pluriculturali: la lettura dei bisogni e<strong>delle</strong> attese, le nuove dimensioni della relazione di curaAutore pr<strong>in</strong>cipale <strong>delle</strong>sperienzaNome e CognomeRuolo istituzionaleAntonio ChiarenzaDirettore Struttura Semplice AUSL Reggio <strong>Emilia</strong>Dipartimento e Servizio di appartenenza Staff Ricerca e Innovazione Direzione SanitariaIndirizzoVia Amendola, 2 - Reggio <strong>Emilia</strong>Recapito telefonico 0522/335317E-mailanton<strong>in</strong>o.chiarenza@ausl.re.itAltri autori che h<strong>anno</strong> contribuito alla realizzazione <strong>delle</strong>sperienzaBenedetta Riboldi - Collaboratore Amm<strong>in</strong>istrativo - Staff Ricerca e Innovazione Direzione SanitariaAUSL Reggio <strong>Emilia</strong>; Ilaria DallAsta - Assistente Amm<strong>in</strong>istrativo - Staff Ricerca e Innovazione Direzione Sanitaria AUSL Reggio <strong>Emilia</strong>Tema pr<strong>in</strong>cipale <strong>delle</strong>sperienzaLe nuove dimensioni nella relazione di cura e nella prevenzione31
TESTO DELLESPERIENZAIntroduzioneIl fenomeno migratorio nel nostro territorio è <strong>in</strong> cont<strong>in</strong>ua crescita ma è ormai diventato parte stabile dellastruttura della nostra popolazione. Inoltre si tratta di un fenomeno molto complesso che è <strong>in</strong>fluenzato dadiversi fattori <strong>in</strong> cont<strong>in</strong>ua evoluzione.Le condizioni di vita e lesposizione ai fattori di rischio per i migranti sono peggiori rispetto al resto dellapopolazione. La natura socio-economica dei fattori determ<strong>in</strong>anti la salute dei migranti sottol<strong>in</strong>ea lanecessità di sviluppare politiche di <strong>in</strong>tervento <strong>in</strong>tersettoriali. All<strong>in</strong>terno di questo scenario il ruolo chepossono avere i servizi sanitari è quello di:- MIGLIORARE LA CONOSCENZA SULLA SALUTE attraverso la raccolta di dati sulle condizioni divita dei migranti che h<strong>anno</strong> un impatto sulla salute, attraverso il monitoraggio dello stato di salute deimigranti (Profili di salute) o attraverso ricerche qualitative su bisogni a livello locale.- MIGLIORARE LACCESSO E LA QUALITÀ DELLASSISTENZA garantendo il diritto alla salute,promuovendo lo sviluppo organizzativo del modello Migrant-Friendly Hospitals e cercando dipromuovere un approccio di sistema non solo di cura, ma anche prevenzione e promozione dellasalute.- FAVORIRE IL COINVOLGIMENTO E LA PARTECIPAZIONE <strong>delle</strong> comunità immigrate peraumentare il loro empowerment e la loro capacità di collaborazione.Data lurgenza di questo fenomeno e la necessità di garantire uguaglianza di accesso e di utilizzo de<strong>in</strong>ostri servizi sanitari, nellAzienda Usl di Reggio <strong>Emilia</strong> è stata realizzata nel 2009-2010 una ricerca <strong>in</strong>tutti i distretti durante la quale sono state raccolte <strong>in</strong>formazioni sui pr<strong>in</strong>cipali bisogni degli operatori edellutenza immigrata per poter superare le difficoltà comunicative e le barriere esistenti.Dallanalisi dei dati di questi questionari è emersa come necessità comune quella di realizzare <strong>in</strong>iziativeformative su queste nuove dimensioni di cura.Per questo è stato realizzato questo percorso formativo che è stato sviluppato nel corso del <strong>2011</strong>organizzato dallo Staff Ricerca e Innovazione dellAzienda Usl di Reggio <strong>Emilia</strong> <strong>in</strong> collaborazione con iConsorzi Oscar Romero e Quarantac<strong>in</strong>que che si occupano di mediazione l<strong>in</strong>guistico culturale e che datempo collaborano con lazienda. Questo percorso è stato realizzato <strong>in</strong> ciascun distretto sanitario dellanostra azienda e si è articolato <strong>in</strong> 4 moduli che h<strong>anno</strong> approfondito le seguenti tematiche:I MODULO - Inquadramento del fenomeno migratorio nel distretto: la presenza della popolazioneimmigrata, il profilo di salute del migrante e limpatto sullorganizzazione dei servizi socio-sanitari concontestualizzazione sul territorio.II MODULO - La competenza culturale: le culture e le persone nei percorsi di umanizzazione dei servizi(concezione di salute, malattia, nascita, culto della morte, usi e costumi, abitud<strong>in</strong>i alimentari, stili di vita,ecc..).III MODULO - La comunicazione <strong>in</strong>terculturale nella relazione professionista e cittad<strong>in</strong>o: le d<strong>in</strong>amichecomunicative nella mediazione <strong>in</strong>terculturale e la gestione del conflitto.IV MODULO - La health literacy e l<strong>in</strong>formazione: la conoscenza e lempowerment del paziente/cittad<strong>in</strong>onella relazione di cura.32
TESTO DELLESPERIENZAScopi e metodologiaQuesto percorso formativo è stato pensato con lobiettivo di fornire agli operatori sanitari conoscenze estrumenti utili per gestire le difficoltà quotidiane nel campo della comunicazione <strong>in</strong>terculturale, siaattraverso un percorso di analisi di teorie e materiali empirici, sia con discussioni e casi riguardo ai temidella comunicazione, <strong>delle</strong> relazioni <strong>in</strong>terculturali e dei problemi della mediazione <strong>in</strong>terl<strong>in</strong>guistica e<strong>in</strong>terculturale.Inoltre lobiettivo era anche quello di migliorare la capacità degli operatori di affrontare <strong>in</strong> team lesituazioni problematiche e di sfruttare le diverse competenze <strong>in</strong> modo produttivo.I professionisti che h<strong>anno</strong> partecipato al percorso formativo <strong>in</strong> ogni distretto sono stati circa 80: ciòsignifica che, avendo realizzato il percorso <strong>in</strong> 5 distretti (compresi gli ospedali territoriali), è statoco<strong>in</strong>volto un totale di 400 operatori, più del 10% del totale <strong>delle</strong> persone che lavorano <strong>in</strong> tutta lAziendaUsl di Reggio <strong>Emilia</strong>.Inoltre i professionisti che h<strong>anno</strong> partecipato ai moduli formativi avevano diverse professionalità per cuierano presenti medici, <strong>in</strong>fermieri, ostetriche, assistenti sanitari, amm<strong>in</strong>istrativi, ecc Inf<strong>in</strong>e h<strong>anno</strong>partecipato anche alcune assistenti sociali e alcuni operatori dei servizi sociali e <strong>delle</strong> scuole del territorioche h<strong>anno</strong> arricchito la discussione e dato occasione di creare <strong>delle</strong> relazioni con il territorio, aspetto chespesso manca nelle nostre realtà.Ogni modulo è stato suddiviso <strong>in</strong> una prima parte frontale tenuta da professionisti esperti appartenentialle realtà locali, ed una seconda parte di lavori di gruppo dove è stata utilizzata la modalità partecipativadella discussione di casi a seconda <strong>delle</strong> tematiche.In particolare i casi oggetto di discussione sono stati <strong>in</strong>dividuati dagli stessi partecipanti che h<strong>anno</strong>proposto situazioni reale e problematiche davanti alle quali si sono trovati, <strong>in</strong> modo da rendere il lavoromaggiormente concreto e realistico.RisultatiLa partecipazione al corso di formazione è stata abbastanza elevata <strong>in</strong> tutti i Distretti e si è riscontrato<strong>in</strong>teresse nei temi trattati. Buona parte dei partecipanti si è fatta co<strong>in</strong>volgere dai contenuti presentati e hadimostrato notevole apertura durante il confronto rispetto alle tematiche proposte. Alcuni operatori h<strong>anno</strong>sollevato <strong>in</strong> particolare la necessità di approfondire alcuni temi critici e rilevanti: questa <strong>in</strong>dicazione èstata un importante risultato per la progettazione futura di <strong>in</strong>terventi e di attività di approfondimento.Inoltre la composizione volutamente multiprofessionale dei partecipanti ha permesso di vedere leproblematiche da diverse prospettive e ha dato modo di confrontarsi su diverse modalità di risoluzione<strong>delle</strong> situazioni critiche che gli operatori riscontrano, talvolta, nella relazione con lutenza immigrata.Inf<strong>in</strong>e, questa esperienza ha dato occasione di riflettere su alcuni pregiudizi che a volte gli operatorimettono <strong>in</strong> campo, anche senza accorgersene, nei confronti dellutenza immigrata, e di capire più afondo quali sono le situazioni davanti alle quali gli operatori si trovano, poiché solo <strong>in</strong> questo modo èpossibile cambiare il proprio comportamento.33
TESTO DELLESPERIENZAConclusioniLa metodologia proposta e gli obiettivi fissati del progetto formativo determ<strong>in</strong>ano notevoli punti di forza eper lo stesso motivo qualche punto di criticità, nello specifico:Punti di forza- La multidiscipl<strong>in</strong>arietà dei partecipanti ha permesso un confronto arricchente;- Lappartenenza dei partecipanti allo stesso distretto sanitario (sia territorio che ospedale) hapermesso di concretizzare maggiormente i contenuti esposti, soprattutto poiché alcuni docenti vivononel territorio;- Il modello formativo teorico-pratico ha permesso ai partecipanti di applicare nel concreto le<strong>in</strong>formazioni e le <strong>in</strong>dicazioni apprese nella parte frontale provando cosi a trasferirle nella pratica delproprio lavoro quotidiano;- Lutilizzo di casi realmente accaduti <strong>in</strong> ambito lavorativo (sono stati i partecipanti al corso a fornire aidocenti i casi di discussione) ha permesso lavori di gruppo molto concreti riguardanti problematicheche gli operatori riscontrano nella quotidianità;- Il corso non ha avuto costi poiché per le sedi di svolgimento sono state utilizzare strutturedellazienda e i docenti erano rappresentati da professionisti qualificati della nostra azienda o damembri degli enti locali che si sono resi disponibili a collaborare con noi a titolo gratuito;- La progettazione e lorganizzazione pratica del corso h<strong>anno</strong> co<strong>in</strong>volto, attraverso i tavoli del serviziodi Mediazione L<strong>in</strong>guistico Culturale che si tengono trimestralmente nei distretti, le direzioni diospedali e distretti e i referenti dei servizi e <strong>delle</strong> U.O. a maggiore accesso di utenza straniera.Questo co<strong>in</strong>volgimento sia nella progettazione che nellorganizzazione ha contribuito ad <strong>in</strong>centivare espronare una maggiore partecipazione degli operatori grazie alla presenza di un mandato chiaro.Punti critici- Il percorso è stato sviluppato <strong>in</strong> un tempo troppo ridotto rispetto alla complessità dei temi trattati e allanecessità di confronto dei partecipanti;- I casi trattati nei gruppi di lavoro non sempre co<strong>in</strong>volgevano direttamente tutti i partecipanti poiché lefigure professionali presenti erano molto eterogenee.Alcuni partecipanti h<strong>anno</strong> sollevato lesigenza di poter riproporre un corso simile come metodologiadidattica (parte frontale + lavori di gruppo su casi realmente accaduti) all<strong>in</strong>terno della propria equipe dilavoro, affrontando argomenti specifici <strong>delle</strong> varie discipl<strong>in</strong>e mediche (salute donna, ostetricia eg<strong>in</strong>ecologia, igiene pubblica, salute mentale e servizi per le tossicodipendenze, etc).34
Azienda USL di Reggio <strong>Emilia</strong>TITOLO DELLESPERIENZAHIV e promozione salute: gli operatori <strong>delle</strong> Aziende sanitarie di Reggio <strong>Emilia</strong> <strong>in</strong>contrano le comunitàdellAfrica Sub - SaharianaAutore pr<strong>in</strong>cipale <strong>delle</strong>sperienzaNome e CognomeRuolo istituzionaleLucia MoniciMedico ResponsabileDipartimento e Servizio di appartenenza Dipartimento di Sanità Pubblica - Servizio di Igiene e SanitàPubblica Distretto di Correggio - AUSL Reggio <strong>Emilia</strong>IndirizzoPiazza San Rocco, 4 Correggio (Re)Recapito telefonico 0522/630468E-mailmonicil@ausl.re.itAltri autori che h<strong>anno</strong> contribuito alla realizzazione <strong>delle</strong>sperienzaFrancesca Prati - Medico Malattie <strong>in</strong>fettive - ASMN Reggio <strong>Emilia</strong>; Mara Manghi - Dirigente medico -Centro salute della famiglia straniera - AUSL Reggio <strong>Emilia</strong>; Enrico Barchi - Dirigente medico - ASMNReggio <strong>Emilia</strong>; Rossano Fornaciari - Coord<strong>in</strong>atore Infermieristico - Centro salute della famiglia stranieraAUSL Reggio <strong>Emilia</strong>; Noela Nneameka - Mediatrice l<strong>in</strong>guistico culturale - Cooperativa Dimora dAbramodi Reggio <strong>Emilia</strong>; Rachel Kay - Mediatrice l<strong>in</strong>guistico culturale - Cooperativa Dimora dAbramo di Reggio<strong>Emilia</strong>Tema pr<strong>in</strong>cipale <strong>delle</strong>sperienzaLe nuove dimensioni nella relazione di cura e nella prevenzione35
TESTO DELLESPERIENZAIntroduzioneDa alcuni anni presso il nostro territorio è attivo un gruppo di lavoro per la promozione di attivitàeducative, <strong>in</strong>formative e di prevenzione per lAIDS e HIV. Il gruppo è composto da persone <strong>in</strong>rappresentanza di vari enti e di diversa appartenenza professionale Dai dati dellosservatorio regionale<strong>Emilia</strong> R., negli ultimi due anni le notifiche di sieropositività per HIV sono <strong>in</strong> crescita per le personeprovenienti dallAfrica Sub Sahariana residenti e /o presenti nel territorio ovest della regione (<strong>in</strong>particolare fra Piacenza e Modena).Dopo aver confrontato i dati epidemiologici locali con i dati <strong>in</strong>ternazionali per <strong>in</strong>cidenza e prevalenzadellHIV, si sono approfondite le strategie di <strong>in</strong>tervento che alcune comunità locali utilizzano nelcont<strong>in</strong>ente africano; il gruppo di lavoro ha poi contattato i leader <strong>delle</strong> comunità religiose e proposto<strong>in</strong>contri con la popolazione target.Scopi e metodologiaGli obiettivi pr<strong>in</strong>cipali erano:- Informare le persone <strong>in</strong> merito a stili di vita e comportamenti che possono facilitare o/o limitare ladiffusione del virus per HIV e malattie sessualmente trasmissibili.- Costruire una collaborazione con leader di comunità per attività cont<strong>in</strong>uativa di educazione allasalute.Sono stati realizzati <strong>in</strong>contri nelle comunità religione e/o confessionali attraverso unassemblea cogestitadal pastore religioso e/o leader dellassociazione e gli operatori sanitari; di solito gli <strong>in</strong>contriavvengono <strong>in</strong> orario serale o al sabato pomeriggio. Spesso agli <strong>in</strong>contri è presente anche il mediatorel<strong>in</strong>guistico culturale (o persona proposta dalla comunità per i vari dialetti). Dopo una prima parte dipresentazione di alcune diapositive il leader religioso apre e gestisce il dibattito <strong>in</strong>sieme agli operatorisanitari.RisultatiNegli <strong>in</strong>contri f<strong>in</strong> qui effettuati si è avuto una partecipazione numerica buona (circa 150 personepartecipanti) e un positivo co<strong>in</strong>volgimento dei presenti: sono <strong>in</strong> programma entro f<strong>in</strong>e <strong>anno</strong> altri 3 <strong>in</strong>contri.Con i leader di comunità e/o rappresentati religiosi si st<strong>anno</strong> costruendo collaborazioni per ulteriori<strong>in</strong>terventi di promozione della salute.ConclusioniIn pochi mesi abbiamo avuto la possibilità di promuovere un progetto di prevenzione e <strong>in</strong>formazioneall<strong>in</strong>terno <strong>delle</strong> comunità religiose, facendo leva su una modalità d<strong>in</strong>tervento già noto ed <strong>in</strong> uso sia <strong>in</strong>Nigeria che <strong>in</strong> Ghana.36
Azienda USL di Reggio <strong>Emilia</strong>TITOLO DELLESPERIENZATAV-VILLAGE: Percorso di promozione della salute <strong>in</strong> centro per richiedenti asilo e rifugiati a Reggio<strong>Emilia</strong>Autore pr<strong>in</strong>cipale <strong>delle</strong>sperienzaNome e CognomeRuolo istituzionaleRossano FornaciariCoord<strong>in</strong>atore <strong>in</strong>fermieristico Centro salute famiglia stranieraDipartimento e Servizio di appartenenza Dipartimento Cure Primarie AUSL Reggio <strong>Emilia</strong>IndirizzoVia Amendola, 2 - Reggio <strong>Emilia</strong>Recapito telefonico 0522/335580E-mailfornaciari@ausl.re.itAltri autori che h<strong>anno</strong> contribuito alla realizzazione <strong>delle</strong>sperienzaAnna Bazzoli - Dirigente medico - Coord<strong>in</strong>atore cont<strong>in</strong>uità assistenziale AUSL Reggio <strong>Emilia</strong>; EmanuelaNasi - Medico della pediatria di comunità - Distretto di Scandiano AUSL Reggio <strong>Emilia</strong>; Mara Manghi -Dirigente medico - Centro salute della famiglia straniera - AUSL Reggio <strong>Emilia</strong>; Stefania Mozzanica Infermiera - SPSAL AUSL Reggio <strong>Emilia</strong>; Iqbal S<strong>in</strong>gh - Mediatore l<strong>in</strong>guistico culturale - CooperativaDimora dAbramo di Reggio <strong>Emilia</strong>; Noela Naaemeka - Mediatrice l<strong>in</strong>guistico culturale - CooperativaDimora dAbramo di Reggio <strong>Emilia</strong>Tema pr<strong>in</strong>cipale <strong>delle</strong>sperienzaLe nuove dimensioni nella relazione di cura e nella prevenzione37
TESTO DELLESPERIENZAIntroduzioneAnche nel nostro territorio sono presenti da alcuni mesi, persone straniere che sono fuggite dalla Libia acausa della guerra; da aprile ad oggi sono arrivate ed accolte nei vari comuni oltre 200 persone; la cittàcapoluogo, Reggio <strong>Emilia</strong>, ospita 49 migranti <strong>in</strong> una struttura già esistente e nata alcuni anni fa comealloggi degli operai del cantiere Treno Alta Velocità. Lorganizzazione generale del campo fa capo allalocale sezione della protezione civile, mentre la gestione quotidiana dei profughi è stata assegnata aduna cooperativa di servizi sociale (Dimora DAbramo). LAzienda sanitaria locale, oltre alle attività dicontrollo sanitario nella prima accoglienza e di cont<strong>in</strong>ua sorveglianza s<strong>in</strong>dromica, ha progettato <strong>in</strong>siemeai gestori della Dimora DAbramo <strong>in</strong>contri per promuovere conoscenze e comportamenti idonei amigliorare le condizioni igieniche, personali e di collettività e per <strong>in</strong>formare sui percorsi e il corretto usodei servizi, allo scopo di aumentare il loro benessere e l<strong>in</strong>tegrazione nel territorio.Scopi e metodologiaI pr<strong>in</strong>cipali obiettivi di questa esperienza sono:- Co-progettare e co-gestire momenti educativiformativi per gli ospiti del TAV- Village con lacooperativa Dimora DAbramo.- Facilitare i percorsi sanitari di accesso alle cure e chiarire regole di igiene per convivenza collettività.- Per questo motivo è stata organizzata una presenza settimanale nellambulatorio della struttura di unmedico ed <strong>in</strong>fermiere (2 ore).Inoltre sono stati pianificati e realizzati <strong>in</strong>contri sul concetto di salute, norme di igiene <strong>in</strong> collettività edutilizzo del servizio sanitario nazionale ai 3 gruppi di stranieri presenti: Nigeriani, Maliani, Bangladesh(con mediatore culturale).RisultatiIn ogni giornata di ambulatori sono state realizzate circa 10-15 visite e agli <strong>in</strong>contri di educazionesanitaria erano presenti tutte le persone.ConclusioniFra poche settimane, conclusa la prima istanza <strong>in</strong> questura, le persone potr<strong>anno</strong> scegliere il MMG epoter fruire dei servizi sanitari con discreta autonomia anche grazie al percorso di confronto ed<strong>in</strong>formazione fatto <strong>in</strong>sieme (e r<strong>in</strong>forzato <strong>in</strong> molti altri momenti come il corso di l<strong>in</strong>gua italiana frequentatoal campo). Il nostro <strong>in</strong>tervento sulla collettività cont<strong>in</strong>uerà nel tempo sia per la sorveglianza s<strong>in</strong>dromicache per collaborazione su programmi <strong>in</strong>formativi ed educativi con i gestori della cooperativa DimoraDAbramo.38
Azienda USL di Reggio <strong>Emilia</strong>TITOLO DELLESPERIENZAEmpowerment <strong>delle</strong> comunità di cittad<strong>in</strong>i stranieri a Reggio <strong>Emilia</strong> e Prov<strong>in</strong>ciaAutore pr<strong>in</strong>cipale <strong>delle</strong>sperienzaNome e CognomeRuolo istituzionaleAnja Cor<strong>in</strong>ne BauklohDocente universitarioDipartimento e Servizio di appartenenza Università degli Studi di Firenze, Dipartimento di Scienza dellaPoliticaIndirizzoVia <strong>delle</strong> Pandette, 21 - FirenzeRecapito telefonico 055/704850E-mailanjacor<strong>in</strong>ne.baukloh@unifi.itAltri autori che h<strong>anno</strong> contribuito alla realizzazione <strong>delle</strong>sperienzaAntonio Chiarenza - Dirigente sociologo - Staff Ricerca e Innovazione Direzione sanitaria AUSL Reggio<strong>Emilia</strong>; Lucia Monici - Medico Responsabile - Servizio Igiene e Sanità Pubblica Area Nord, sedeCorreggio AUSL Reggio <strong>Emilia</strong> - Paola Ballotari - Coord<strong>in</strong>atore statistico - Dipartimento Sanità Pubblica,S. Epidemiologia, AUSL Reggio <strong>Emilia</strong>; Giorgio Campioli - Tecnico della prevenzione - DipartimentoSanità Pubblica Servizio Impiantistica ant<strong>in</strong>fortunistica AUSL Reggio <strong>Emilia</strong>; Loredana Guidi - Dirigentemedico - Medic<strong>in</strong>a del Lavoro Distretto di Montecchio AUSL Reggio <strong>Emilia</strong>; Carla Severi - Coord<strong>in</strong>atrice<strong>in</strong>fermieristica - Servizio Igiene e Sanità Pubblica AUSL Reggio <strong>Emilia</strong>; Ilaria dallAsta - Assistenteamm<strong>in</strong>istrativo - Staff Ricerca e Innovazione Direzione sanitaria AUSL Reggio <strong>Emilia</strong>; Laura Prandi -Coord<strong>in</strong>atrice servizio di mediazione l<strong>in</strong>guistico culturale - Coop. Dimora dAbramo; Alice Ferrari -Referente operativo servizio di mediazione l<strong>in</strong>guistico culturale per Area Sud e Reggio <strong>Emilia</strong> - Coop.Dimora dAbramo; Daria Bondavalli - Referente operativo servizio di mediazione l<strong>in</strong>guistico culturale perArea Nord - Consorzio Quarantac<strong>in</strong>queTema pr<strong>in</strong>cipale <strong>delle</strong>sperienzaLempowerment del cittad<strong>in</strong>o nella relazione di cura39
TESTO DELLESPERIENZAIntroduzioneLa città di Reggio <strong>Emilia</strong> e il territorio prov<strong>in</strong>ciale presentano una notevole presenza di migranti.Il progetto è nato dalla constatazione che laccesso dei migranti ai servizi socio-sanitari cont<strong>in</strong>ua aessere più difficile rispetto ai cittad<strong>in</strong>i italiani. Il progetto <strong>in</strong>tende rispondere a questo problema mettendo<strong>in</strong> campo una serie di strumenti di analisi e di ascolto, all<strong>in</strong>terno di un processo complessivo di sviluppoorganizzativo. A partire dalle esigenze emerse nellanalisi dei bisogni dei migranti e dalla ricognizione di<strong>esperienze</strong> analoghe <strong>in</strong> altri paesi europei vengono elaborate proposte di miglioramento dei servizi edella loro fruibilità.Scopi e metodologiaOBIETTIVI- Rafforzare il ruolo dei servizi sanitari nella promozione della salute degli immigrati e <strong>delle</strong> m<strong>in</strong>oranzeetniche, aumentare la conoscenza e la competenza (health literacy) mediante misure efficaci diempowerment, di <strong>in</strong>formazione e di educazione f<strong>in</strong>alizzata a migliorare laccesso e lutilizzoappropriato dei servizi.- Accrescere la collaborazione efficace fra pazienti e personale sanitario.- Informare le comunità di cittad<strong>in</strong>i stranieri rispetto al funzionamento e alle modalità daccesso aiservizi socio-sanitari presenti sul territorio (diritti e doveri dellutente).- Raccogliere i bisogni di salute e le difficoltà nellaccesso ai servizi.- Favorire la partecipazione attiva dei cittad<strong>in</strong>i stranieri per la riorganizzazione dei servizi.- Progettare azioni di miglioramento e cambiamento di alcuni percorsi/ attività all<strong>in</strong>terno dei servizisanitari per divenire sempre di più unazienda sanitaria migrant friendly.METODOLOGIAIl progetto è articolato <strong>in</strong> quattro fasi:FASE 1Ascolto dei bisogni di salute, dei bisogni <strong>in</strong>formativi e <strong>delle</strong> difficoltà nellaccesso ai servizi da parte deicittad<strong>in</strong>i stranieri attraverso lorganizzazione di focus groups durante il 2008 e il 2009 <strong>in</strong> cooperazionecon il Centro Interculturale Mond<strong>in</strong>sieme.FASE 2Dallascolto allazioneIndividuazione <strong>delle</strong> aree di <strong>in</strong>teresse emerse nella prima fase del progetto (temi e proposte pr<strong>in</strong>cipali)Creazione di un gruppo di lavoro aziendale con gli operatori dei servizi <strong>in</strong>teressati e con le mediatricil<strong>in</strong>guistico culturali.FASE 3Aumentare la conoscenza rispetto alla tematica LAVORO- <strong>Raccolta</strong> di buone pratiche (aziendali, regionali, nazionali)- Revisione della letteratura <strong>in</strong> merito- <strong>Raccolta</strong> e analisi dati rispetto al tema lavoro, sicurezza, immigrazioneDiscussione del gruppo di lavoro creato sulla base <strong>delle</strong> conoscenze acquisiteFASE 4Documentazione completa e a disposizione di tutti sul tema lavoro, sicurezza, immigrazioneProposta di strategie, <strong>in</strong>terventi mirati di formazione e <strong>in</strong>formazione alle comunitàFornire un contributo pratico per la promozione della salute degli immigrati, e migliorare la conoscenza ecompetenza rispetto al tema della sicurezza sul lavoro.40
TESTO DELLESPERIENZARisultatiIl progetto è alla conclusione della sua terza fase, con un feedback soddisfacente <strong>in</strong> merito alle azioni<strong>in</strong>traprese f<strong>in</strong>ora. E stato creato un gruppo di lavoro aziendale con gli operatori dei servizi <strong>in</strong>teressati e lapartecipazione <strong>delle</strong> mediatrici l<strong>in</strong>guistico-culturali.In particolare, lanalisi dei bisogni dei migranti ha orientato lattenzione verso le tematiche <strong>in</strong>erenti allasicurezza del lavoro, con la creazione di un gruppo di lavoro <strong>in</strong>ter-professionale al <strong>in</strong>terno del AUSL diReggio <strong>Emilia</strong>, coord<strong>in</strong>ato dallo Staff Ricerca e Innovazione. E quasi term<strong>in</strong>ata la raccolta elelaborazione di buone pratiche sul tema e lanalisi dati rispetto al tema lavoro, sicurezza,immigrazione nel territorio prov<strong>in</strong>ciale.Sulla base dei dati emersi è <strong>in</strong> fase di elaborazione una proposta di strategia e di <strong>in</strong>terventi concreti diformazione e <strong>in</strong>formazione alle comunità di migranti, e di miglioramento organizzativo <strong>in</strong> unottica migrantfriendly.ConclusioniIn conclusione verrà preparata una documentazione del lavoro svolto e verr<strong>anno</strong> svolti degli <strong>in</strong>contripresso le varie comunità separatamente con tutto il gruppo dei promotori della salute e con gli operatorisanitari <strong>delle</strong> aree tematiche <strong>in</strong>teressate ed aggiustati i prodotti ed i moduli formativi per i promotori dellasalute. Domande, critiche, punti di forza e proposte emerse dagli <strong>in</strong>contri con le comunità verr<strong>anno</strong><strong>in</strong>clusi nel report f<strong>in</strong>ale del progetto.Verr<strong>anno</strong> realizzati degli <strong>in</strong>contri all'<strong>in</strong>terno del sistema socio sanitario sia con le s<strong>in</strong>gole persone e leunità operative co<strong>in</strong>volte nel progetto, sia con il livello direzionale per <strong>in</strong>tegrare i punti di vista, sondare lafattibilità <strong>delle</strong> proposte emerse e concordare le prospettive.Tutto ciò verrà presentato <strong>in</strong> un convegno conclusivo rivolto a tutti i cittad<strong>in</strong>i e rappresentanti di istituzioni,co<strong>in</strong>volgendo attivamente nella presentazione del processo, dei risultati e <strong>delle</strong> proposte tutti coloro cheh<strong>anno</strong> partecipato al progetto e presentando sia i nuovi prodotti sia la nuova figura del promotore allasalute alla cittad<strong>in</strong>anza.CommentiAl term<strong>in</strong>e dei lavori vorremmo organizzare degli <strong>in</strong>contri di restituzione e progettazione con le autorità<strong>in</strong>teressate (ad es. direzione sanitaria, assessorati, comune, regione ecc.) e presso le comunità ed iluoghi di aggregazione, le scuole e tutti gli altri attori co<strong>in</strong>volti nel progetto consegnando ladocumentazione del progetto ed una copia dei prodotti (copia DVD <strong>in</strong> l<strong>in</strong>gua, libro ecc). Inf<strong>in</strong>e, sipotrebbe pensare a meccanismi di <strong>in</strong>formazione rispetto al proseguimento del lavoro, ai promotori dellasalute e alla nom<strong>in</strong>a di una persona come punto di riferimento per domande e contatti.41
Azienda USL di Reggio <strong>Emilia</strong>TITOLO DELLESPERIENZALalimentazione complementare nelle popolazioni immigrate: <strong>in</strong>dag<strong>in</strong>e <strong>in</strong> tre gruppi l<strong>in</strong>guistici dellaprov<strong>in</strong>cia di Reggio <strong>Emilia</strong>Autore pr<strong>in</strong>cipale <strong>delle</strong>sperienzaNome e CognomeRuolo istituzionaleAlessandro VoltaResponsabile Salute Donna e InfanziaDipartimento e Servizio di appartenenza UO Salute Donna e Infanzia - Ospedale di Montecchio - AUSLReggio <strong>Emilia</strong>IndirizzoVia Barilla, 16 Montecchio (Re)Recapito telefonico 0522/33860423E-mailalessandro.volta@ausl.re.itAltri autori che h<strong>anno</strong> contribuito alla realizzazione <strong>delle</strong>sperienzaAlessandra Fabbri - Dirigente Medico - SIAN Dipartimento di Igiene Pubblica AUSL Reggio <strong>Emilia</strong>;Antonio Chiarenza - Dirigente sociologo - Staff Ricerca e Innovazione, Direzione sanitaria AUSL Reggio<strong>Emilia</strong>; Dea P<strong>in</strong>i - Medico Pediatra - AUSL Reggio <strong>Emilia</strong>; Luigi Moscara - Medico Pediatra - AUSLReggio <strong>Emilia</strong>; Laura Bonvic<strong>in</strong>i - Collaboratore amm<strong>in</strong>istrativo - Servizio di epidemiologia AUSL Reggio<strong>Emilia</strong>; Ilaria dallAsta - Assistente amm<strong>in</strong>istrativo - Staff Ricerca e Innovazione Direzione sanitaria AUSLReggio <strong>Emilia</strong>; Z<strong>in</strong>eb Guennouna - Studentessa tiroc<strong>in</strong>ante - Staff Ricerca e Innovazione Direzionesanitaria AUSL Reggio <strong>Emilia</strong>Tema pr<strong>in</strong>cipale <strong>delle</strong>sperienzaLe nuove dimensioni nella relazione di cura e nella prevenzione43
TESTO DELLESPERIENZAIntroduzionePer le popolazioni immigrate, nel faticoso adattamento al nuovo contesto di vita, lalimentazionerappresenta uno dei pr<strong>in</strong>cipali fattori <strong>in</strong> grado di favorire o di ostacolare un processo difficile e delicato.Il cibo contiene <strong>in</strong>fatti importanti valenze culturali e identitarie; permette il legame (anche affettivo) con letradizioni del paese di orig<strong>in</strong>e e mantiene il gruppo nel nuovo contesto di vita unito e solidale.In prov<strong>in</strong>cia di Reggio <strong>Emilia</strong> è presente un alto tasso di immigrazione. Nel 2006 i nati da genitoriimmigrati h<strong>anno</strong> raggiunto il 23%, con punte del 34% nel capoluogo (escludendo un 4% di donnestraniere sposate con un italiano). I gruppi più rappresentati provengono dal Nord Africa, dalla C<strong>in</strong>a edallIndia.Per questa situazione i centri nascita, i consultori e la pediatria di base della nostra prov<strong>in</strong>cia si trovanoquotidianamente a confrontarsi con i bisogni e la cultura di queste popolazioni. Quando nel 2004 i nostriservizi pediatrici h<strong>anno</strong> <strong>in</strong>iziato ad approfondire la problematica dellalimentazione complementare delprimo <strong>anno</strong> di vita, è emersa chiaramente la difficoltà nel gestire, con competenza ed efficacia, ilrapporto con le popolazioni straniere. L<strong>in</strong>dag<strong>in</strong>e sviluppata <strong>in</strong> quel periodo mostrava la volontà el<strong>in</strong>teresse della maggior parte dei pediatri a personalizzare il consiglio alimentare tenendo conto dellacultura e dei cibi tradizionali di queste famiglie, ma nel contempo si evidenziava la scarsa conoscenza diquesti cibi e della loro preparazione. Ci siamo accorti di sapere poco sia <strong>delle</strong> diversità tra la nostra e laloro cuc<strong>in</strong>a sia <strong>delle</strong> aff<strong>in</strong>ità e <strong>delle</strong> somiglianze che sono <strong>in</strong>vece presenti (<strong>in</strong> forma elevata con la cuc<strong>in</strong>amagreb<strong>in</strong>a).Scopi e metodologiaSCOPOLo scopo del presente studio è conoscere come avviene l<strong>in</strong>troduzione dei cibi complementari nellefamiglie immigrate: quali difficoltà e quali eventuali modifiche la famiglia apporta ai suggerimenti delpediatra, quali cibi sarebbero stati utilizzati se la famiglia fosse rimasta nel paese di orig<strong>in</strong>e, qualipossibili errori alimentari collegati a cibi <strong>in</strong>adatti alla prima <strong>in</strong>fanzia. Ci è sembrato importante <strong>in</strong>dividuareeventuali significativi o grossolani errori alimentari collegati a cibi <strong>in</strong>adatti alla prima <strong>in</strong>fanzia o a cotturepoco salubri; anche lutilizzo di alimenti provenienti da filiere non controllate potrebbe rappresentare unfattore di rischio.Se consideriamo che nellarco di pochi mesi i bamb<strong>in</strong>i immigrati arrivano ad uniformarsi allalimentazionedella famiglia, diventa evidente l<strong>in</strong>utilità, o la non opportunità, di prescrivere schemi di svezzamentotroppo lontani dalla loro cultura alimentare, con il rischio di modificare o di orientare negativamenteleducazione al gusto di questi lattanti (che ricordiamo, conoscono già attraverso il liquido amniotico e illatte materno buona parte dei sapori dei cibi famigliari).METODOLOGIAL<strong>in</strong>dag<strong>in</strong>e è stata attivata nel 2008 e rivolta a madri magreb<strong>in</strong>e, c<strong>in</strong>esi e <strong>in</strong>diane. Le madri sono statecontattate <strong>in</strong> occasione della terza vacc<strong>in</strong>azione esavalente o della trivalente (10 e 14 mesi), utilizzandoil tempo di attesa successivo alla prestazione. La somm<strong>in</strong>istrazione del questionario semi-strutturato èstata effettuata da tre <strong>in</strong>tervistatrici appartenenti al gruppo l<strong>in</strong>guistico da <strong>in</strong>dagare, competenti per l<strong>in</strong>guae cultura; ad un gruppo di controllo italiano è stato proposto un questionario modificato da autocompilare.Nellelaborazione dei questionari le variabili cont<strong>in</strong>ue sono state s<strong>in</strong>tetizzate attraverso medie, mediane,m<strong>in</strong>imi e massimi, mentre per le variabili categoriche sono state calcolate frequenza assolute e relative.Sono <strong>in</strong>oltre state confrontate le età di somm<strong>in</strong>istrazione dei nuovi alimenti <strong>in</strong> Italia con le età disomm<strong>in</strong>istrazione nei paesi di orig<strong>in</strong>e.44
TESTO DELLESPERIENZARisultatiSono stati <strong>in</strong>tervistati 50 genitori c<strong>in</strong>esi, 45 <strong>in</strong>diani, 45 magreb<strong>in</strong>i (Marocco, Tunisia, Egitto); unquestionario modificato è stato somm<strong>in</strong>istrato a 78 genitori italiani che h<strong>anno</strong> rappresentato il gruppo dicontrollo. Le mamme sono state i nostri <strong>in</strong>terlocutori pr<strong>in</strong>cipali, ad eccezione del gruppo dei magreb<strong>in</strong>idove la presenza maschile è stata spesso determ<strong>in</strong>ante nel rispondere al questionario.Di seguito una breve analisi dei risultati presentata mantenendo i dati separati per gruppi etnici.ITALIANI- Allattamento al seno esclusivo (ASE) nei primi 5 mesi: 43%.- Periodo medio di <strong>in</strong>troduzione di alimenti complementari: 5.9 mesi (range 4-10).- Chi ha fornito consigli per lalimentazione del bamb<strong>in</strong>o: 80 % medico 20% altro.- Ha seguito le <strong>in</strong>dicazioni del pediatra il 68% e parzialmente il 29%.CINESI- Allattamento al seno esclusivo (ASE) nei primi 5 mesi: 10%.- Periodo medio di <strong>in</strong>troduzione di alimenti complementari: 4.2 mesi (2-6).- Chi ha fornito consigli per lalimentazione del bamb<strong>in</strong>o: 40 % medico 60% altro.- Chi avrebbe fornito consigli nel paese di orig<strong>in</strong>e: 68% non so.- Ha seguito le <strong>in</strong>dicazioni del pediatra il 24% e parzialmente il 48%.Nel gruppo c<strong>in</strong>ese le <strong>in</strong>dicazioni per la corretta alimentazione del bamb<strong>in</strong>o giungono prevalentemente daiconsigli dei parenti, solo una m<strong>in</strong>ima parte segue le <strong>in</strong>dicazioni del pediatra. E comunque m<strong>in</strong>ima laquota di c<strong>in</strong>esi che svezzano il figlio secondo le tradizioni del proprio paese (4%). Dai dati sembra <strong>in</strong> attouna deriva culturale caratterizzata da una rapida perdita dei pr<strong>in</strong>cipi tradizionali c<strong>in</strong>esi che pongonolalimentazione come perfetta fusione tra filosofia (scelta degli <strong>in</strong>gredienti <strong>in</strong> base alla loro natura,secondo il pr<strong>in</strong>cipio degli opposti Y<strong>in</strong> e Yang), scienza (tecniche di cottura) e arte. I c<strong>in</strong>esi immigratisembrano aver perso il concetto di armonia del pasto tipico <strong>delle</strong> filosofie orientali.INDIANI- Allattamento al seno esclusivo (ASE) nei primi 5 mesi: 68%.- Periodo medio di <strong>in</strong>troduzione di alimenti complementari: 5.3 mesi (2-11).- Chi ha fornito consigli per lalimentazione del bamb<strong>in</strong>o: 60 % medico 40% altro.- Chi avrebbe fornito consigli nel paese di orig<strong>in</strong>e: 22% non so.- Ha seguito le <strong>in</strong>dicazioni del pediatra il 51% e parzialmente il 49%.Per quanto riguarda gli <strong>in</strong>diani, <strong>in</strong>vece, le <strong>in</strong>dicazioni per la corretta alimentazione del bamb<strong>in</strong>o giungonoprevalentemente dal medico, a differenza di quanto avviene nel paese di orig<strong>in</strong>e. Gli <strong>in</strong>diani da noi<strong>in</strong>tervistati sono risultati molto sensibili alle <strong>in</strong>dicazioni del pediatra, ma per mantenere un legame con letradizioni del proprio paese attuano unattenta mediazione tra le <strong>in</strong>dicazioni pediatriche e le proprieabitud<strong>in</strong>i.MAGREBINI- Allattamento al seno esclusivo (ASE) nei primi 5 mesi: 53%.- Periodo medio di <strong>in</strong>troduzione di alimenti complementari: 5.2 mesi (3-12).- Chi ha fornito consigli per lalimentazione del bamb<strong>in</strong>o: 70 % medico 30% altro.- Chi avrebbe fornito consigli nel paese di orig<strong>in</strong>e: 21% non so.- Ha seguito le <strong>in</strong>dicazioni del pediatra il 33% e parzialmente il 53%.Tra i magreb<strong>in</strong>i le <strong>in</strong>dicazioni per la corretta alimentazione del bamb<strong>in</strong>o giungono alle mamme magreb<strong>in</strong>eprevalentemente dal pediatra, a differenza di quanto avviene nel paese di orig<strong>in</strong>e; tuttavia solo 1/3 di lorosegue completamente le <strong>in</strong>dicazioni del medico. Abbiamo rilevato <strong>in</strong>troduzioni di alimenti complementareprecoci (al secondo mese <strong>in</strong> 2 casi) e tardive (dopo i dieci mesi <strong>in</strong> altri 2 casi) con il rischio di favorireallergie o <strong>in</strong>tolleranze nel primo caso e carenze nutrizionali nel secondo caso potenzialmente <strong>in</strong> grado diprovocare rachitismo e/o anemia da deficit di ferro.45
TESTO DELLESPERIENZAConclusioniIl processo migratorio tra i cambiamenti più evidenti vede quello alimentare: la cuc<strong>in</strong>a tradizionalecostituisce una eredità culturale che da una parte accresce il ricordo e attutisce l<strong>in</strong>esorabilecambiamento <strong>in</strong> atto, dallaltro si scontra con le consuetud<strong>in</strong>i e le disponibilità presenti nel paeseospitante. Il cibo diventa spesso un parametro importante per calcolare la distanza dalla terra dorig<strong>in</strong>e epuò rappresentare un ponte verso i propri affetti e i luoghi dellidentità. Con la trasformazione delmercato globale (improntata ad una economia nazionale di import/export diffusa e crescente), conlavvento della grande distribuzione e la diffusione di negozi etnici, il reperimento di alimenti dellapropria terra di orig<strong>in</strong>e è diventato sempre più semplice. Il cibo è divenuto così mezzo di scambioculturale, rappresentando la prima forma di contatto tra gruppi sociali.Il confronto e il dialogo transculturale attraverso il cibo può creare stimoli e contam<strong>in</strong>azioni <strong>in</strong> grado dimodificare le abitud<strong>in</strong>i alimentari sia del gruppo ospitato che di quello ospitante: la trasformazione deigusti di chi emigra procede di pari passo ai cambiamenti della cultura di chi li accoglie, li <strong>in</strong>fluenza e neviene <strong>in</strong>fluenzata (Filippa 2003).CommentiRiprendendo Massimo Montanari: i modelli e le pratiche alimentari sono il punto di <strong>in</strong>contro fra culturediverse, frutto della circolazione di uom<strong>in</strong>i, merci, tecniche, gusti da una parte allaltra del mondo.Diciamo di più: le culture alimentari (ma le culture <strong>in</strong> genere) sono tanto più ricche e <strong>in</strong>teressanti quantopiù gli <strong>in</strong>contri e gli scambi sono stati vivaci e frequenti.Con questo lavoro ci auguriamo di aver contribuito a <strong>in</strong>crementare, almeno un po, questa visione delmondo e dei popoli.46
Azienda USL di Reggio <strong>Emilia</strong>TITOLO DELLESPERIENZAImmigrazione al femm<strong>in</strong>ile: progetto di salute per le donne dellEst-EuropaAutore pr<strong>in</strong>cipale <strong>delle</strong>sperienzaNome e CognomeRuolo istituzionaleLucia MoniciMedico ResponsabileDipartimento e Servizio di appartenenza Dipartimento di Sanità Pubblica - Servizio di Igiene e SanitàPubblica Distretto di Correggio - AUSL Reggio <strong>Emilia</strong>IndirizzoPiazza San Rocco, 4 Correggio (Re)Recapito telefonico 0522/630468E-mailmonicil@ausl.re.itAltri autori che h<strong>anno</strong> contribuito alla realizzazione <strong>delle</strong>sperienza*Francesca Bonvic<strong>in</strong>i, **Alessandra Fabbri, ^Loredana Guidi, *Zaynalabed<strong>in</strong> Kahfian, ^Ines Magnani,^Stefania Mozzanica, *Carla SeveriDipartimento di Sanità Pubblica AUSL Reggio <strong>Emilia</strong>: *Servizio Igiene e Sanità Pubblica, **ServizioIgiene Alimenti e Nutrizione, ^Servizio Prevenzione Sicurezza Ambienti di LavoroTema pr<strong>in</strong>cipale <strong>delle</strong>sperienzaLe nuove dimensioni nella relazione di cura e nella prevenzione47
TESTO DELLESPERIENZAIntroduzioneIn prov<strong>in</strong>cia di Reggio <strong>Emilia</strong> si è avuto un aumento della presenza di donne dellEst Europa chesvolgono attività di assistenza/cura <strong>delle</strong> persone anziane. E qu<strong>in</strong>di emersa lesigenza di predisporre<strong>in</strong>terventi mirati alla prevenzione <strong>delle</strong> malattie <strong>in</strong>fettive, degli <strong>in</strong>fortuni domestici, <strong>delle</strong> patologie damovimentazione dei carichi ed alla promozione di stili di vita sani (alimentazione, alcool, benesserepsicologico). Si è <strong>in</strong>oltre resa <strong>in</strong>oltre <strong>in</strong>dispensabile la creazione di percorsi specifici per favorirelaccesso ai servizi sanitari ed alle cure essenziali anche per le donne senza permesso di soggiorno.Scopi e metodologiaSono stati organizzati momenti formativi presso il Centro Madreperla (centro di aggregazione per ledonne dellEst Europa patroc<strong>in</strong>ato dal Comune di Reggio <strong>Emilia</strong>), <strong>in</strong> presenza del mediatore culturale, <strong>in</strong>orari compatibili con lattività lavorativa <strong>delle</strong> partecipanti. Durante gli <strong>in</strong>contri sono stati affrontati temirelativi a prevenzione malattie <strong>in</strong>fettive, nutrizione, movimentazione anziani, benessere psicologico. Alterm<strong>in</strong>e del corso è stato rilasciato attestato di partecipazione.Presso il Centro Famiglia Straniera (CFS), servizio dellAUSL per la prevenzione e cura degli stranierisenza permesso di soggiorno o che necessitano di mediazione culturale, è stato creato un ambulatoriomedico/<strong>in</strong>fermieristico specifico dedicato alle donne dellEst Europa, <strong>in</strong> presenza del mediatore culturale.RisultatiDal 2009 ad oggi sono stati organizzati 9 <strong>in</strong>contri formativi con 299 presenze.Nel 2009 e 2010 sono state seguite presso il CFS <strong>in</strong> media 500 donne dellEst Europa/<strong>anno</strong> ed effettuate3094 visite <strong>in</strong> totale. Le nazionalità più rappresentate sono state Georgia 35%, Moldavia 23%, Ucra<strong>in</strong>a21%, Romania 17%.Le diagnosi di accesso agli ambulatori ha riguardato: patologie ostetrico-g<strong>in</strong>ecologiche (33%),dellapparato cardio-circolatorio (16%) e dellarea psichica (9%).ConclusioniLa creazione di progetti e percorsi <strong>in</strong>tegrati su diversi livelli, che prevedano sia aspetti diformazione/educazione che di diagnosi precoce/cura, si è rivelata fondamentale per diffondere la culturadella prevenzione ed aumentare laccessibilità ai servizi sanitari.La creazione dellambulatorio dedicato presso il CFS ha permesso di garantire una cont<strong>in</strong>uità di cura chesi è rivelata fondamentale, trattandosi per la maggior parte di patologie croniche e con unimportantecomponente psicologica, legata sia al percorso migratorio sia alla tipologia di attività lavorativa.48
Azienda USL di Reggio <strong>Emilia</strong>Nuove strategie per vecchie malattieAutore pr<strong>in</strong>cipale <strong>delle</strong>sperienzaTITOLO DELLESPERIENZANome e CognomeRuolo istituzionaleLucia MoniciMedico ResponsabileDipartimento e Servizio di appartenenza Dipartimento di Sanità Pubblica - Servizio di Igiene e SanitàPubblica Distretto di Correggio - AUSL Reggio <strong>Emilia</strong>IndirizzoPiazza San Rocco, 4 Correggio (Re)Recapito telefonico 0522/630468E-mailmonicil@ausl.re.itAltri autori che h<strong>anno</strong> contribuito alla realizzazione <strong>delle</strong>sperienza*Francesca Bonvic<strong>in</strong>i, **Alessandra Fabbri, ^Loredana Guidi, *Zaynalabed<strong>in</strong> Kahfian, ^Ines Magnani,^Stefania Mozzanica, *Carla SeveriDipartimento di Sanità Pubblica AUSL Reggio <strong>Emilia</strong>: *Servizio Igiene e Sanità Pubblica, **ServizioIgiene Alimenti e Nutrizione, ^Servizio Prevenzione Sicurezza Ambienti di LavoroTema pr<strong>in</strong>cipale <strong>delle</strong>sperienzaLempowerment del cittad<strong>in</strong>o nella relazione di cura49
TESTO DELLESPERIENZAIntroduzioneLa prov<strong>in</strong>cia di Reggio <strong>Emilia</strong> è caratterizzata da una elevata presenza di popolazione immigrata e sitrova a dover affrontare problematiche di disagio sociale ed economico, che <strong>in</strong>cidono <strong>in</strong> modosignificativo sulla diffusione <strong>delle</strong> malattie della povertà.La multiculturalità della domanda sanitaria ha <strong>in</strong>dotto la necessità di adattare <strong>in</strong>terventi ed attività allecaratteristiche dellutenza, creando percorsi facilitati per la prevenzione, la diagnosi precoce e la cura<strong>delle</strong> malattie <strong>in</strong>fettive maggiormente presenti nel nostro territorio.Scopi e metodologiaDal 2004 è nato il progetto Tutela della fasce deboli del Dipartimento di Sanità Pubblica dellAUSL diReggio <strong>Emilia</strong>, i cui <strong>in</strong>terventi si sono sviluppati <strong>in</strong> due direzioni:- Cultura e formazione: <strong>in</strong>contri specifici sul tema <strong>delle</strong> malattie <strong>in</strong>fettive rivolte alle etnie maggiormentepresenti (<strong>in</strong>diapakistan-c<strong>in</strong>a-est europa), nei luoghi di aggregazione e corsi di alfabetizzazione con lamediazione culturale.- Prevenzione e cura: rete di collaborazione con strutture ospedaliere e territoriali per la creazione dipercorsi dedicati a prevenzione, diagnosi precoce e trattamento <strong>delle</strong> malattie <strong>in</strong>fettive maggiormentepresenti quali scabbia e tubercolosi.RisultatiIncontri di formazione/<strong>in</strong>formazione: dal 2004 ad oggi sono stati effettuati 28 <strong>in</strong>contri specifici con etnievarie <strong>in</strong> luoghi di aggregazione, con la partecipazione di 755 persone.Prevenzione e cura <strong>delle</strong> malattie <strong>in</strong>fettive:- Tubercolosi: presso gli ambulatori dei Servizi Igiene Pubblica, Pediatria di Comunità e CentroStranieri (servizio dellAUSL per la prevenzione e cura degli stranieri senza permesso di soggiorno oche necessitano di mediazione culturale) sono previsti percorsi dedicati e gratuiti per lo screen<strong>in</strong>g,RX torace e visita pneumologica. E stata creata una rete di specialisti per follow-up di casi e contatti,secondo il modello del dispensario funzionale come da <strong>in</strong>dicazioni <strong>delle</strong> l<strong>in</strong>ee-guida nazionali. Dal2004 ad oggi sono stati seguiti <strong>in</strong> totale 376 casi di TB ed esam<strong>in</strong>ati 12536 soggetti tra screen<strong>in</strong>g econtatti, con compliance ai percorsi > 85%.- Scabbia: <strong>in</strong> ogni SIP è presente un ambulatorio dedicato, ad accesso diretto, con consegna gratuitadel trattamento, specialista dermatologo di riferimento e comunicazione costante con i medici curanti.Dal 2004 ad oggi sono stati seguiti 2079 casi totali, 415 focolai e 1306 contatti, con compliance aipercorsi > 85%.ConclusioniLa nostra esperienza permette di concludere che, mettendo a punto strategie per aumentarelaccessibilità e la fruibilità dei servizi sanitari, è possibile ridurre la disequità di salute negli immigrati,tutelare la collettività e favorire l<strong>in</strong>tegrazione.50
Azienda USL di Reggio <strong>Emilia</strong>TITOLO DELLESPERIENZAInterventi di prevenzione nella comunità Sikh: promozione di un posto di lavoro sanoAutore pr<strong>in</strong>cipale <strong>delle</strong>sperienzaNome e CognomeRuolo istituzionaleLucia MoniciMedico ResponsabileDipartimento e Servizio di appartenenza Dipartimento di Sanità Pubblica - Servizio di Igiene e SanitàPubblica Distretto di Correggio - AUSL Reggio <strong>Emilia</strong>IndirizzoPiazza San Rocco, 4 Correggio (Re)Recapito telefonico 0522/630468E-mailmonicil@ausl.re.itAltri autori che h<strong>anno</strong> contribuito alla realizzazione <strong>delle</strong>sperienza*Francesca Bonvic<strong>in</strong>i, **Alessandra Fabbri, ^Loredana Guidi, *Zaynalabed<strong>in</strong> Kahfian, ^Ines Magnani,^Stefania Mozzanica, *Carla SeveriDipartimento di Sanità Pubblica AUSL Reggio <strong>Emilia</strong>: *Servizio Igiene e Sanità Pubblica, **ServizioIgiene Alimenti e Nutrizione, ^Servizio Prevenzione Sicurezza Ambienti di LavoroTema pr<strong>in</strong>cipale <strong>delle</strong>sperienzaLe nuove dimensioni nella relazione di cura e nella prevenzione51
TESTO DELLESPERIENZAIntroduzioneLa Prov<strong>in</strong>cia di Reggio <strong>Emilia</strong> si caratterizza per un elevato numero di allevamenti di bov<strong>in</strong>i, dedicati allaproduzione del latte per la lavorazione del Parmigiano-Reggiano, dove sono impiegati <strong>in</strong> prevalenzalavoratori <strong>in</strong>diani che, per difficoltà l<strong>in</strong>guistiche, sono stati scarsamente formati su temi <strong>in</strong>erenti:prevenzione degli <strong>in</strong>fortuni sul lavoro, la sicurezza alimentare, igiene e buone pratiche della mungitura.Nel 2004 è nato il progetto tutela della fasce deboli del Dipartimento Sanità Pubblica con lobiettivo, tragli altri, di promuovere posti di lavoro sani, aumentando le conoscenze igienico sanitarie, la percezionedel rischio e la sicurezza dei lavoratori stranieri.Scopi e metodologiaSono stati programmati sopralluoghi congiunti tra SPSAL e SSPV presso allevamenti di bov<strong>in</strong>iutilizzando una specifica check-list, dai quali sono emerse carenze relative a: formazione ai lavoratori,utilizzo dei DPI e conoscenza <strong>delle</strong> norme igieniche. Sono stati realizzati <strong>in</strong>contri <strong>in</strong> presenza delmediatore culturale durante lorario di lavoro, a cui h<strong>anno</strong> partecipato anche alcuni datori di lavoro. I temiaffrontati: ligiene della mungitura, la profilassi <strong>delle</strong> malattie <strong>in</strong>fettive, la sicurezza negli ambienti dilavoro e lutilizzo dei DPI. E stato distribuito materiale <strong>in</strong>formativo <strong>in</strong> l<strong>in</strong>gua ed è stato effettuato il TestMantoux. E stato <strong>in</strong>oltre verificato lo stato vacc<strong>in</strong>ale e offerta la vacc<strong>in</strong>azione antitetanica. Nello stessoperiodo, per co<strong>in</strong>volgere <strong>in</strong> modo capillare la comunità <strong>in</strong>diana nei percorsi di prevenzione e promozionedella salute, sono stati realizzati <strong>in</strong>contri all<strong>in</strong>terno del tempio sikh di Novellara (secondo tempio sikh <strong>in</strong>Europa).RisultatiDal 2005 al 2010 sono stati eseguiti 21 sopralluoghi e realizzati 5 <strong>in</strong>contri <strong>in</strong>formativi/formativi presso lesedi AUSL con la partecipazione di 161 lavoratori e 4 <strong>in</strong>contri presso il tempio sikh. Il 56% deipartecipanti ha eseguito il test Mantoux e il 51% la vacc<strong>in</strong>azione antitetanica.ConclusioniI sopralluoghi presso gli allevamenti e lo scambio formativo tra lavoratori e operatori AUSL ha permessodi far emergere problematiche quali la carenza di DPI e la mancanza del Medico Competente. Il controllodello stato vacc<strong>in</strong>ale ha mostrato una scarsa copertura per la vacc<strong>in</strong>azione antitetanica <strong>in</strong> questapopolazione ed è stato qu<strong>in</strong>di occasione di implementazione della stessa. La creazione di progetti che,<strong>in</strong>dividuando target puntiformi, spaziano dallattività di controllo a quella formativa a quella prettamentesanitaria si è rivelata v<strong>in</strong>cente per promuovere la cultura della sicurezza sul lavoro e per creare nuovedimensioni e strategie di prevenzione.52
Azienda USL di ModenaTITOLO DELLESPERIENZAGlocal strategy network per lassistenza socio-sanitaria di base <strong>delle</strong> persone che vivono <strong>in</strong> condizioni di<strong>in</strong>digenza e marg<strong>in</strong>alità: i primi 10 mesi di attività dellambulatorio Porte Aperte nel Distretto di VignolaAutore pr<strong>in</strong>cipale <strong>delle</strong>sperienzaNome e CognomeMatteo MorandiRuolo istituzionale Specializzando <strong>in</strong> igiene e medic<strong>in</strong>a preventiva Coord<strong>in</strong>amento ambulatorio Porte AperteDipartimento e Servizio di appartenenza U.O. Cure Primarie - Distretto di Vignola - AUSL ModenaIndirizzoVia Libertà, 799 Vignola (Mo)Recapito telefonico 348/0322741E-mailmat.morandi@ausl.mo.itAltri autori che h<strong>anno</strong> contribuito alla realizzazione <strong>delle</strong>sperienzaValent<strong>in</strong>a Solfr<strong>in</strong>i - Responsabile UO Cure Primarie Distretto di Vignola; Angelo Vezzosi - Direttore delDistretto di Vignola; Giuliano Venturelli - MMG del Distretto di Vignola - Responsabile Ambulatorio PortaAperta di Modena; V<strong>in</strong>cenzo Leonardi - Medico volontario Ambulatori Porta Aperta di Modena e PorteAperte di Vignola; Deanna Gozzoli - MMG del Distretto di Vignola Referente ONG OVERSEAS -Medico volontario Ambulatorio Porte Aperte; Patrizia Lori - MMG del Distretto di Vignola - Medicovolontario Ambulatorio Porte Aperte; Salvatore Lucanto - MMG Distretto di Vignola - Medico volontarioAmbulatorio Porte Aperte; Luca Iaboli - Medico del PS di Pavullo - Distretto di Vignola Medicovolontario Ambulatorio Porte Aperte; Damiano Ghiaroni - MCA - Medico volontario Ambulatorio PorteAperte - Distretto di Vignola; Christian Guizzardi - Referente Croce Rossa Italiana Comitato Locale diModena, distaccamento di Savignano - Distretto di VignolaTema pr<strong>in</strong>cipale <strong>delle</strong>sperienzaLe nuove dimensioni nella relazione di cura e nella prevenzione53
TESTO DELLESPERIENZAIntroduzioneNegli ultimi 2 anni la crisi economica ha determ<strong>in</strong>ato un aumento <strong>delle</strong> condizioni di disagio socioeconomicoe la guerra <strong>in</strong> Libia ha <strong>in</strong>centivato larrivo di migranti economici e profughi richiedenti asiloprovenienti dal Nord Africa.Scopi e metodologiaDa novembre 2010 il Distretto di Vignola dellAUSL di Modena, lAssociazione Porta Aperta, il ComitatoLocale della Croce Rossa Italiana e lOrganizzazione OVERSEAS h<strong>anno</strong> firmato una convenzione perlavvio dellambulatorio Porte Aperte, gestito da volontari e dedicato allassistenza socio-sanitaria di basedegli immigrati irregolari e degli <strong>in</strong>digenti. Gli obiettivi sono: la creazione di un network solidale per ilmonitoraggio e lassistenza socio-sanitaria di base dei migranti e degli <strong>in</strong>digenti nel Distretto di Vignola,la promozione di una cultura di comunità a favore dei più bisognosi.RisultatiIn 10 mesi lambulatorio Porte Aperte ha svolto oltre 120 visite gratuite ed ha partecipato allaccoglienzadi 29 profughi dal Nord Africa. Sono stati sensibilizzati e co<strong>in</strong>volti oltre 250 operatori socio-sanitari, sonostati formati oltre 100 medici e <strong>in</strong>fermieri su problematiche legate alla multiculturalità. Sono statisviluppati contatti e create collaborazioni con il privato convenzionato per <strong>in</strong>terventi a f<strong>in</strong>i umanitari, glienti locali ed il privato sociale religioso per laccoglienza e il sostentamento compassionevole, centri diformazione e lUniversità per la formazione e lo studio degli stili di vita. Dallattività ambulatoriale sonoemerse situazioni emblematiche che, condivise con altre realtà prov<strong>in</strong>ciali, h<strong>anno</strong> <strong>in</strong>centivato lacostituzione di gruppi di lavoro specifici all<strong>in</strong>terno del Gruppo Immigrazione e Salute - <strong>Emilia</strong> <strong>Romagna</strong>della Società Italiana di Medic<strong>in</strong>a <strong>delle</strong> Migrazioni e una discussione a livello regionale sulla disequitànella fruibilità dei servizi.ConclusioniNel primo <strong>anno</strong> di attività, nonostante il carattere territoriale dell<strong>in</strong>tervento, lavvio dellambulatorio PorteAperte ha permesso di sensibilizzare numerosi operatori socio-sanitari su tematiche della migrazione, dicreare collaborazioni e contatti su più livelli (dal Distretto alla Prov<strong>in</strong>cia alla Regione) <strong>in</strong> coerenza conuna modalità di approccio a movenza locale, d<strong>in</strong>amica e <strong>in</strong>ter-relazionale, attenta al contesto globale e alsuo impatto sul locale, volta a sviluppare gradualmente una cultura solidaristica di comunità.Eventuali commentiL'apertura dell'ambulatorio Porte Aperte, nonostante il limitato numero di accessi settimanali (<strong>in</strong> media 4-5 accessi/settimana), ha agevolato la comprensione <strong>delle</strong> condizioni di vita della popolazione immigratae/o disagiata ed il monitoraggio di alcune situazioni, prevenendo pertanto eventuali accessi impropri <strong>in</strong>PS e/o riducendo i ricoveri dovuti all'aggravamento di situazioni gestibili ambulatorialmente.Il ridotto numero di persone assistite (68 persone <strong>in</strong> 10 mesi) ha d'altro canto permesso unaccompagnamento attento e costante dei casi più critici, giungendo <strong>in</strong> molte situazioni ad affrontare erisolvere efficacemente le problematiche multiformi <strong>in</strong> un'ottica socio-sanitaria <strong>in</strong>tegrata.54
Azienda USL di ModenaTITOLO DELLESPERIENZALA ROSA DI PERLAInterventi di formazione rivolti alle Assistenti familiari straniere residenti nei comuni del Distretto delFrignanoAutore pr<strong>in</strong>cipale <strong>delle</strong>sperienzaNome e CognomeRuolo istituzionaleRita RicciResponsabile Ufficio Infermieristico e Tecnico DistrettualeDipartimento e Servizio di appartenenza DITRA AUSL ModenaIndirizzoVia Caselgrandi, 2 - Pavullo nel Frignano (Mo)Recapito telefonico 0536/29414E-mailr.ricci@ausl.mo.itAltri autori che h<strong>anno</strong> contribuito alla realizzazione <strong>delle</strong>sperienzaAlessandra Chiappelli - Referente area immigrazione/giovani/dipendenze Ufficio di Piano dei comuni delFrignano - Comune di Pavullo nel Frignano; Annalisa Mar<strong>in</strong>i - Insegnante - CTP della scuola media diPavullo nel Frignano; Giovanna Ruff<strong>in</strong>o - Infermiera - Ufficio <strong>in</strong>fermieristico e tecnico distretto di Pavullo;Michela Camatti - Infermiera coord<strong>in</strong>atrice - Servizio ass. dom. <strong>in</strong>fermieristica - U.O. cure primariedistretto di Pavullo; Barbara Fogliani Infermiera - Servizio ass. dom. <strong>in</strong>fermieristica - U.O. cure primariedistretto di Pavullo; Sonia Fontana - Infermiera - Ufficio <strong>in</strong>fermieristico e tecnico distretto di Pavullo;Loretta Cantergiani - Infermiera - Salute anziani - U.O. Cure primarie Distretto di Pavullo; Maria PiaBiondi - Direttore distretto - Ufficio <strong>in</strong>fermieristico e tecnico Distretto di Pavullo; Andrea Spanò - Medicoresponsabile U.O. - U.O. Cure primarie Distretto di PavulloTema pr<strong>in</strong>cipale <strong>delle</strong>sperienzaLempowerment del cittad<strong>in</strong>o nella relazione di cura55
TESTO DELLESPERIENZAIntroduzioneLesperienza rientra nel Progetto più ampio, <strong>in</strong>serito nei piani di Zona, e relativo alla qualificazione edemersione del lavoro di cura <strong>delle</strong> assistenti familiari che, anche nel Distretto del Frignano, territoriocompletamente montano della Prov<strong>in</strong>cia di Modena, sono prevalentemente donne straniere provenientidallarea <strong>delle</strong>st Europa. Nello specifico ci si riferisce ai corsi di formazione loro rivolti realizzati, graziealla collaborazione dei diversi soggetti istituzionali del territorio: CTP, Centro per limpiego, ModenaFormazione, Servizi Sociali dei Comuni, AUSL formazione.Scopi e metodologiaScopi:- Instaurare relazione tra professionisti dei servizi socio-sanitari e le assistenti familiari straniere.- Facilitare il superamento <strong>delle</strong> barriere nellaccesso ai servizi da parte <strong>delle</strong> assistenti familiari, siaper loro bisogni personali, che per quelli <strong>delle</strong> persone non auto sufficienti da loro assistite.- Aumentare le conoscenze sulle pr<strong>in</strong>cipali criticità sanitarie legate alla cura <strong>delle</strong> persone nonautosufficienti.- Migliorare la comunicazione e lempowerment di questo particolare target di donne straniere.- Promuovere la conoscenza dei Servizi Sanitari rivolti alle donne.Metodologia:- lavoro di rete.- lezioni frontali <strong>in</strong>terattive.- prove pratiche.- <strong>in</strong>contri di orientamento ai servizi sanitari (Incontri con gli operatori del consultorio familiare).RisultatiNel corso dell'<strong>anno</strong> <strong>2011</strong> sono stati attivati 2 corsi di 1° livello che h<strong>anno</strong> co<strong>in</strong>volto 30 persone. Di queste,la metà risulta svolgere il lavoro di assistente famigliare, l'altra metà, nella quale rientrano anche 6persone di nazionalità italiana, sono persone <strong>in</strong> cerca di occupazione o che desiderano apprenderecome curare a domicilio famigliari bisognosi di assistenza. In tutto sono stati effettuati 14 <strong>in</strong>contri per untotale di 42 ore, impegnando come docenti 7 <strong>in</strong>fermieri AUSL.ConclusioniL'esperienza si è dimostrata positiva, sia per l'alto gradimento dei discenti, che per la soddisfazione deidocenti, che h<strong>anno</strong> trovato un'aula sempre attenta e altamente <strong>in</strong>terattiva sugli argomenti trattati.La relazione di fiducia tra le assistenti private e gli operatori dei servizi, già sedimentata grazie alle<strong>esperienze</strong> pregresse relative ai percorsi di alfabetizzazione, ha consentito un confronto positivo ecostruttivo, per entrambe le parti, <strong>in</strong> merito alle reciproche e diverse prospettive con cui entrambe le parti<strong>in</strong>tendevano il lavoro di cura con le persone non autosufficienti.Eventuali commentiVisto il successo <strong>delle</strong> due edizioni passate, si sta organizzando un ulteriore edizione del corso di 1°livello, da effettuarsi nel 2012, e già ad ottobre <strong>2011</strong> <strong>in</strong>izierà un corso di 2° livello, che verrà ripetuto neglianni successivi.56
Azienda USL di ModenaTITOLO DELLESPERIENZAMessa <strong>in</strong> rete dello Spazio Donne Straniere del Consultorio: <strong>in</strong>contri di orientamento ai Servizi Sanitariper le donne straniereAutore pr<strong>in</strong>cipale <strong>delle</strong>sperienzaNome e CognomeRuolo istituzionaleMaria Laura BastaiAssistente SocialeDipartimento e Servizio di appartenenza Cure Primarie Consultorio familiare e Pediatria di ComunitàIndirizzoViale Martiri, 63 - Pavullo nel Frignano (Mo)Recapito telefonico 0536/29373E-mailm.bastai@ausl.mo.itAltri autori che h<strong>anno</strong> contribuito alla realizzazione <strong>delle</strong>sperienzaAndrea Spano - Responsabile Cure Primarie - Dipartimento Cure Primarie Pavullo; Elisabetta Po -Responsabile Consultorio - Consultorio Familiare Pavullo; Battista Guidi - Responsabile Pediatria diComunità - Dipartimento Cure Primarie Pediatria di Comunità Pavullo; Annalisa Mar<strong>in</strong>i - Insegnantereferente CTP Pavullo (Centro Territoriale Permanente per la formazione <strong>in</strong> età adulta); AlessandraChiappelli - Referente area immigrazione ufficio di piano dei Comuni del Frignano - Comune di Pavullo;Daniela Giusti - Ostetrica Consultorio Familiare Pavullo - Dipartimento Cure Primarie ConsultorioFamiliare Pavullo; Maurizia P<strong>in</strong>na Infermiera - Dipartimento Cure Primarie Pediatria di ComunitàTema pr<strong>in</strong>cipale <strong>delle</strong>sperienzaLempowerment del cittad<strong>in</strong>o nella relazione di cura57
TESTO DELLESPERIENZAIntroduzioneIl territorio del distretto di Pavullo si estende su un'area prevalentemente montana e su 10 Comuni alcunidei quali molto piccoli. Caratterizzato da una bassa densità di popolazione ma da un vasto territorio,presenta, <strong>in</strong> talune situazioni, isolamento ambientale e difficoltà nei collegamenti con i pr<strong>in</strong>cipali Servizi.La popolazione straniera è presente <strong>in</strong> misura consistente (al 01/01/<strong>2011</strong> n. 4.326 stranieri su 41.471abitanti (pari al 10,43%) e rappresenta per più di 1/4 l'utenza dei Consultori. Le sedi sono su tre comunima soltanto nel Comune capoluogo è presente un Servizio fisso di Mediazione.Scopi e metodologiaScopo del progetto è promuovere la conoscenza dei Sevizi Sanitari dedicati alle donne e alle lorofamiglie, attraverso <strong>in</strong>terventi di prossimità <strong>in</strong> spazi già strutturati rivolti al target. All'<strong>in</strong>terno di questi spazivengono organizzati <strong>in</strong>terventi a cura degli Operatori del consultorio. Nello specifico sono stati <strong>in</strong>dividuatii corsi di alfabetizzazione ed altri momenti formativi presenti sul territorio, <strong>in</strong> collaborazione con il CentroTerritoriale Permanente per la formazione <strong>in</strong> età adulta.Gli Operatori forniscono <strong>in</strong>formazioni relative a screen<strong>in</strong>g preventivi, vacc<strong>in</strong>azioni, utilizzo dei Servizi,distribuiscono materiali e rispondono a domande anche preparate precedentemente con l'<strong>in</strong>segnante.RisultatiIl progetto è stato <strong>in</strong>serito nei Pani di Zona e si è così potuti passare da <strong>in</strong>terventi estemporanei(comunque già realizzati negli scorsi anni) ad altri più strutturati, programmati e contestualizzati.E' stato possibile raggiungere l'utenza <strong>in</strong> modo più capillare, promuovere i Servizi, distribuire delmateriale.Nel corso del <strong>2011</strong>, due Operatori (Ostetrica del Consultorio e Infermiera della Pediatria di Comunità)sono state co<strong>in</strong>volte <strong>in</strong> 4 diversi momenti formativi organizzati <strong>in</strong> 3 Comuni.ConclusioniL'esperienza si è dimostrata positiva, ha permesso di conoscere ed <strong>in</strong>contrare le donne anche al di fuoridei contesti abituali di cura e/o legati ad un bisogno specifico.Incontrare le donne <strong>in</strong> uno spazio dedicato agli apprendimenti ha fatto sì che anche le <strong>in</strong>formazionisanitarie diventassero competenze non solo per se stesse ma anche da diffondere all'<strong>in</strong>terno dei contestidi riferimento.Il livello di soddisfazione rilevato è stato buono e si è pensato di mantenere il progetto anche nei prossimianni.58
Azienda USL di ModenaTITOLO DELLESPERIENZAIl profilo di salute degli stranieri a Modena: una lettura pluridimensionale <strong>delle</strong> condizioni di salute deicittad<strong>in</strong>i immigratiAutore pr<strong>in</strong>cipale <strong>delle</strong>sperienzaNome e CognomeRuolo istituzionalePatrizia GuidettiDirettoreDipartimento e Servizio di appartenenza Direzione Socio-Sanitaria - AUSL ModenaIndirizzoVia S. Giovanni del Cantone, 23 - ModenaRecapito telefonico 059/435768E-mailpa.guidetti@ausl.mo.itAltri autori che h<strong>anno</strong> contribuito alla realizzazione <strong>delle</strong>sperienzaCarloAlberto Goldoni - Servizio di epidemiologia AUSL Modena; Antonio Zacchia Rond<strong>in</strong><strong>in</strong>i -Osservatorio sull'immigrazione della Prov<strong>in</strong>cia di Modena, Virg<strong>in</strong>ia Gambardella - AGEFOR (AgenziaFormativa AUSL Modena)Tema pr<strong>in</strong>cipale <strong>delle</strong>sperienzaLa conoscenza <strong>delle</strong> condizioni di vita e dello stato di salute dei migranti59
TESTO DELLESPERIENZAIntroduzioneA partire dal 2009, l'AUSL di Modena <strong>in</strong> collaborazione con l'Osservatorio prov<strong>in</strong>ciale sull'immigrazioneha sentito l'esigenza di approfondire il tema della salute producendo un profilo di salute degli stranieri aModena che non fosse una mera analisi di dati statistici, ma, un approccio non proprio tradizionale ai datidisponibili su alcuni temi della salute ritenuti rilevanti come la gravidanza e il parto, l'emergenza-urgenza,i ricoveri ospedalieri, le cure primarie e le prestazioni specialistiche, le malattie <strong>in</strong>fettive e loro profilassi,la salute mentale, la salute nelle carceri.Scopi e metodologiaUn profilo di salute è un documento che cerca di s<strong>in</strong>tetizzare al meglio le conoscenze sullo stato di salutedi una popolazione, <strong>in</strong> modo da poterne riconoscere gli aspetti caratteristici ed <strong>in</strong>dividuare le criticità sucui agire. Il profilo di salute degli stranieri a Modena proposto nel 2010 è frutto del confronto tra iprofessionisti della salute, che conoscono i problemi esposti dai loro pazienti ed i dati che ne vengonoprodotti, con lo statistico esperto di trattamento dei dati.RisultatiIl risultato è una visione pluridimensionale dei dati riferiti alle tematiche della salute ritenute più rilevantiallo scopo di capire le d<strong>in</strong>amiche che sottendono le diversità di approccio degli immigrati ai servizisanitari ma anche di rilevare la capacità da parte dei servizi sanitari di rispondere adeguatamente a talidiversità. I temi della salute oggetto di approfondimento sono stati scelti dai professionisti della salutecome tra quelli più rilevanti per le criticità connesse alla presenza degli immigrati.ConclusioniUna lettura attenta di questo documento non solo da il quadro complessivo dello stato di salute dellapopolazione immigrata ma offre anche spunti importanti per politiche di <strong>in</strong>tegrazione legate ad unadeguato e corretto utilizzo dei servizi sanitari. In particolare, il profilo di salute, se adeguatamentediffuso, può risultare un valido strumento per spiegare alcuni fenomeni legati alla fruizione immotivata deiservizi sanitari come il P.S., solitamente percepiti come uno spreco di risorse economiche a d<strong>anno</strong> dellapopolazione autoctona.CommentiLa disponibilità e la fruibilità dei servizi sanitari pubblici vengono ritenute un importante veicolo ai f<strong>in</strong>i diuna reale <strong>in</strong>tegrazione della popolazione straniera. La redazione di un profilo di salute della popolazionestraniera ha un valore di riconoscimento di alcune peculiarità che una componente della popolazionemanifesta <strong>in</strong> conseguenza di differenze culturali, condizioni lavorative, abitative, economiche, sociali chepossono generare rischi per il suo stato di salute e sulle modalità di accesso al servizio sanitario.60
Azienda USL di BolognaTITOLO DELLESPERIENZALa salute <strong>delle</strong> donne immigrate che vivono o h<strong>anno</strong> vissuto episodi di maltrattamento o violenza:<strong>in</strong>dag<strong>in</strong>e quali/quantitativa presso il C.I.E. (Centro di Identificazione ed Espulsione) di BolognaAutore pr<strong>in</strong>cipale <strong>delle</strong>sperienzaNome e CognomeRuolo istituzionale*Clede Maria Garav<strong>in</strong>i; **Grazia Lesi; ***Franco Pilati*Direttore UOC Tutela Salute Donna Infanzia e Adolescenza;**G<strong>in</strong>ecologa UOC Consultori, UOC Tutela Salute DonnaInfanzia e Adolescenza, P.I. progetti di ricerca <strong>in</strong> agopuntura;***Responsabile del Progetto Sociale, tutor aziendale per itiroc<strong>in</strong>i UniversitàDipartimento e Servizio di appartenenza *Staff direzione Aziendale AUSL Bologna; **UOC ConsultoriAUSL Bologna; ***Progetto Sociale <strong>in</strong>terno al C.I.E. (Centro diIdentificazione ed Espulsione)Indirizzo*Via S. Isaia, 94/A Bologna; **Via S. Isaia, 94/A Bologna;***Via Mattei, 60, - BolognaRecapito telefonico *051/6597541; **051/2869121 051/2869204; ***051/6027531E-mail*cledemaria.garav<strong>in</strong>i@ausl.bologna.it**grazia.lesi@ausl.bologna.it***francopilati@tiscali.itAltri autori che h<strong>anno</strong> contribuito alla realizzazione <strong>delle</strong>sperienzaBarbara Bartoli - Psicologa Psicoterapeuta - Responsabile Sportello di Ascolto psicologico - tutor per itiroc<strong>in</strong>i <strong>in</strong> psicologia e per gli specializzandi <strong>in</strong> psicoterapia - Progetto Sociale <strong>in</strong>terno al C.I.E. di Bologna;Annagiulia Gramenzi - Ricercatore <strong>in</strong> Medic<strong>in</strong>a Interna - Dipartimento di Medic<strong>in</strong>a Cl<strong>in</strong>ica - Università diBologna; Luca Zucchelli - Tiroc<strong>in</strong>ante Corso di Studio <strong>in</strong> Scienze Politiche a <strong>in</strong>dirizzo Sociologico -Operatore Sociale, Counselor professionale - UOC Programma tutela salute donna <strong>in</strong>fanzia eadolescenza; Alessandra Cava - Psicologa Psicoterapeuta Sportello di Ascolto psicologico - ProgettoSociale <strong>in</strong>terno al C.I.E. di Bologna; Antonella Venturelli - Psicologa Psicoterapeuta Sportello di Ascoltopsicologico - Progetto Sociale <strong>in</strong>terno al C.I.E. di Bologna; Roberta Ricci - Psicologa Tiroc<strong>in</strong>antespecializzanda <strong>in</strong> psicoterapia Sportello di Ascolto psicologico - Progetto Sociale <strong>in</strong>terno al C.I.E. diBologna; Francesco Grossi - Tiroc<strong>in</strong>ante Post Lauream, Corso di Studio <strong>in</strong> Scienze antropologiche,Università degli Studi di Bologna - Progetto Sociale <strong>in</strong>terno al C.I.E. di Bologna; Francesco David -Tiroc<strong>in</strong>ante Corso di Laurea Magistrale <strong>in</strong> Antropologia Culturale ed Etnologia, Università degli Studi diBologna - Progetto Sociale <strong>in</strong>terno al C.I.E. di Bologna; Gabriele Baravelli; Tiroc<strong>in</strong>ante Post Lauream,Corso di Laurea <strong>in</strong> Psicologia, Università degli Studi di Padova - Progetto Sociale <strong>in</strong>terno al C.I.E. diBolognaTema pr<strong>in</strong>cipale <strong>delle</strong>sperienzaLa conoscenza <strong>delle</strong> condizioni di vita e dello stato di salute dei migranti61
TESTO DELLESPERIENZAIntroduzioneLa violenza di genere è un tema che raramente emerge nei colloqui tra operatori socio-sanitari e ledonne che ne sono vittime, <strong>in</strong> particolare da parte <strong>delle</strong> donne immigrate. La sofferenza viene cosìespressa attraverso il s<strong>in</strong>tomo, la letteratura ne <strong>in</strong>dividua alcuni, che sono <strong>in</strong>dicatori di maltrattamento oviolenza. Gli operatori sociali (mediatori <strong>in</strong>terculturali, assistente sociale, psicologi e volontari) chelavorano nel Progetto Sociale <strong>in</strong>terno al Centro di Identificazione ed Espulsione di Bologna, h<strong>anno</strong>sovente rilevato o avuto il sospetto di episodi di maltrattamento/violenza nei racconti di vita <strong>delle</strong> donnetrattenute.Scopi e metodologiaA partire da alcuni casi, presi <strong>in</strong> carico dagli operatori del Progetto Sociale, si è deciso di approfondire lostudio della realtà psicologica e di salute <strong>delle</strong> donne trattenute, nell<strong>in</strong>tento di <strong>in</strong>dividuare una possibilecorrelazione tra s<strong>in</strong>tomi sent<strong>in</strong>ella, ed eventuali trascorsi episodi di violenza, al f<strong>in</strong>e di garantire loro unsostegno ed unassistenza più mirati.Fase 1:Rilevazione dei dati quantitativi, raccolta e approfondimento di storie significative, ai f<strong>in</strong>i della ricerca.Fase 2:Formazione del personale sociale e sanitario.Fase 3:Perfezionamento degli strumenti di ricerca prospettica.RisultatiIl progetto è <strong>in</strong> corso, ed <strong>in</strong>tende <strong>in</strong>dagare nello specifico:- Rappresentazione dello stato di salute sanitaria e psicologica.- Individuazione di <strong>in</strong>dicatori di salute correlabili, <strong>in</strong> base alla letteratura, a maltrattamento o violenza.- Individuazione, attraverso il confronto tra schede sanitarie, relazioni psicologiche e schedaanamnestica sociale, di casi, che siano stati presi <strong>in</strong> carico da tutti e tre i servizi.- Approfondimento della storia personale e cl<strong>in</strong>ica, sia nell<strong>in</strong>tento di fare emergere storie dimaltrattamento e/o violenza (psicologica/fisica), che nell<strong>in</strong>tento di produrre una metodologiaattraverso la quale <strong>in</strong>dividuare i relativi <strong>in</strong>dicatori psicologici e sanitari correlati, allo scopo disostenere le donne <strong>in</strong> condizioni di maggiore vulnerabilità.- Individuazione <strong>delle</strong> storie di vita più significative, ai f<strong>in</strong>i degli obiettivi della ricerca, rilevabili dallarelazione psicologica.ConclusioniIl progetto durerà complessivamente tre anni: due anni per la prima fase e un <strong>anno</strong> per la fase diformazione del personale e per la ricerca prospettica e di monitoraggio.CommentiIl progetto attualmente <strong>in</strong> corso, è svolto da un gruppo di lavoro composto da operatori del ProgettoSociale <strong>in</strong>terno al C.I.E. e della AUSL di Bologna.62
Azienda USL di BolognaTITOLO DELLESPERIENZAPercorsi di promozione della salute con le donne immigrate nella AUSL di Bologna: contraccezione,prevenzione dell'IVG e oncologicaAutore pr<strong>in</strong>cipale <strong>delle</strong>sperienzaNome e CognomeRuolo istituzionale*Grazia Lesi; **Clede Maria Garav<strong>in</strong>i; ***Saverio Diciommo*G<strong>in</strong>ecologa UOC Consultori, UOC Tutela Salute DonnaInfanzia e Adolescenza, P.I. progetti di ricerca <strong>in</strong> agopuntura;**Direttore UOC Tutela Salute Donna Infanzia e Adolescenza;***Direttore UOC Consultori FamiliariDipartimento e Servizio di appartenenza *UOC Consultori AUSL Bologna; **Staff direzione AziendaleAUSL Bologna; ***Dipartimento cure primarie AUSL BolognaIndirizzo*, **, ***Via S. Isaia, 94/A BolognaRecapito telefonico *051/2869121 051/2869204; **051/6597541; ***051/6597608E-mail*cledemaria.garav<strong>in</strong>i@ausl.bologna.it**grazia.lesi@ausl.bologna.it***saverio.diciommo@ausl.bologna.itTema pr<strong>in</strong>cipale <strong>delle</strong>sperienzaLempowerment del cittad<strong>in</strong>o nella relazione di cura63
TESTO DELLESPERIENZAIntroduzioneLe donne immigrate <strong>in</strong> <strong>Emilia</strong> <strong>Romagna</strong> utilizzano i servizi pubblici, <strong>in</strong> particolare i Consultori, per la curadella salute ma soffrono di una generale carenza di <strong>in</strong>formazioni e di una m<strong>in</strong>ore capacità di usufruire<strong>delle</strong> opportunità assistenziali. A questo scopo le UU.OO.CC. Tutela Salute Donna Infanzia eAdolescenza e Consultori Familiari dell'AUSL di Bologna h<strong>anno</strong> messo a punto protocolli assistenzialirelativi a contraccezione, prevenzione dell'IVG e attivato <strong>in</strong>terventi mirati di <strong>in</strong>formazione e promozionedella salute riproduttiva e prevenzione oncologica per la popolazione femm<strong>in</strong>ile immigrata.Scopi e metodologiaQuesta attività, <strong>in</strong> corso dal 2009, si svolge attraverso <strong>in</strong>terventi <strong>in</strong>dividuali e di gruppo f<strong>in</strong>alizzati allaconoscenza dei metodi contraccettivi, alle modalità di prevenzione dell' IVG, dei tumori femm<strong>in</strong>ili e allaconoscenza dei servizi consultoriali e territoriali f<strong>in</strong>alizzati alla salute della donna.Strumento <strong>in</strong>dividuato: l'organizzazione di <strong>in</strong>contri con donne <strong>delle</strong> comunità immigrate o conassociazioni di donne straniere della città al f<strong>in</strong>e di comprendere le motivazioni della mancataprevenzione e di predisporre azioni di <strong>in</strong>formazione/co<strong>in</strong>volgimento <strong>delle</strong> donne sui temi della salute.RisultatiSono state co<strong>in</strong>volte nel periodo tra il gennaio 2009 e il marzo <strong>2011</strong> centouno donne:- C<strong>in</strong>esi (2008-2009-<strong>2011</strong>): collaborazione con la comunità c<strong>in</strong>ese; ad un piccolo gruppo (60 donne)somm<strong>in</strong>istrazione di questionario esplorativo su bisogni e soddisfazione.- Sudamericane (2010): Associazioni.- Russe (2010-<strong>2011</strong>): Associazioni e corsi di Italiano.- Straniere senza fissa dimora e rifugiate politiche: dormitorio femm<strong>in</strong>ile Maria Teresa di Calcutta(2010-<strong>2011</strong>).Gli <strong>in</strong>contri si sono svolti con il supporto dei materiali Regionali (contraccezione) e dellAUSL di Bolognatradotti <strong>in</strong> l<strong>in</strong>gua (Screen<strong>in</strong>g oncologico).Temi: salute riproduttiva, prevenzione oncologica, prevenzione dell' IVG e contraccezione.ConclusioniIn conclusione:- Le donne C<strong>in</strong>esi: forti difficoltà pratiche a curarsi (molte ore di lavoro).- Le donne Russe: difficile accesso ai servizi a causa del lavoro, ma molto <strong>in</strong>teressate.- Le donne Sudamericane: molto <strong>in</strong>teressate, chiedono <strong>in</strong>formazioni su contraccettivi deposito.- Le donne dei dormitori femm<strong>in</strong>ili:particolarmente fragili (alcune rifugiate <strong>in</strong> fuga dalle guerre).- Le donne del Magreb: difficoltà di <strong>in</strong>serimento e di allevamento dei figli.- Molte utenti mantengono legami con le cure della tradizione d'orig<strong>in</strong>e.- Richieste simili alle Italiane, <strong>in</strong> particolare chiedono <strong>in</strong>formazioni sulle modalità di accesso ai servizi.CommentiSi tratta di attività svolte, anche, <strong>in</strong> collaborazione con associazioni di volontariato. A nostro avvisoquesto concorso di forze può facilitare il processo di empowerment della donna immigrata e migliorarel'appropriatezza di accesso ai servizi sanitari. Tale attività dovrebbe essere ampliata.64
Azienda USL di BolognaTITOLO DELLESPERIENZAGruppo Immigrazione Salute <strong>Emilia</strong>-<strong>Romagna</strong> (GrIS-ER): esperienza di lavoroAutore pr<strong>in</strong>cipale <strong>delle</strong>sperienzaNome e CognomeRuolo istituzionale*Grazia Lesi; **Chiara Bod<strong>in</strong>i*G<strong>in</strong>ecologa UOC Consultori, UOC Tutela Salute DonnaInfanzia e Adolescenza, P.I. progetti di ricerca <strong>in</strong> agopuntura,referente per i gruppi di <strong>in</strong>formazione educazione alla pari conle donne <strong>delle</strong> comunità immigrate; **Centro SaluteInternazionale Università di BolognaDipartimento e Servizio di appartenenza *UOC Consultori AUSL Bologna; **Medic<strong>in</strong>a e Sanità pubblicaIndirizzo*Via S. Isaia, 94/A Bologna, **Via S Giacomo, 12 - BolognaRecapito telefonico *051/2869121 051/2869204; **051/2094818E-mail*cledemaria.garav<strong>in</strong>i@ausl.bologna.it;**chiara.bod<strong>in</strong>i@unibo.itTema pr<strong>in</strong>cipale <strong>delle</strong>sperienzaLempowerment del cittad<strong>in</strong>o nella relazione di cura65
TESTO DELLESPERIENZAIntroduzioneL'esperienza si riferisce al lavoro del Gruppo Immigrazione Salute della Regione <strong>Emilia</strong>-<strong>Romagna</strong> (GrIS-ER), che fa parte di una rete di analoghi gruppi regionali nati come scelta strategica della Società Italianadi Medic<strong>in</strong>a <strong>delle</strong> Migrazioni (SIMM), con l'obiettivo di favorire la conoscenza e la collaborazione traquanti si impegnano a vario titolo per assicurare diritto, accesso e fruibilità allassistenza sanitaria degliimmigrati partendo da ciò che unisce e valorizzando lesperienza di ciascuno (vedi anchehttp://www.simmweb.it/<strong>in</strong>dex.php?id=306&no_cache=1http://www.simmweb.it/<strong>in</strong>dex.php?id=306&no_cache=1).Scopi e metodologiaI GrIS, presenti <strong>in</strong> numerose regioni italiane, si ritrovano su obiettivi condivisi che possiamo cosìriassumere:- fare <strong>in</strong>formazione/formazione e attivare discussioni sugli aspetti normativi specifici nazionali e locali,sulle <strong>in</strong>iziative <strong>in</strong>traprese nei servizi pubblici e nei servizi del volontariato e del privato sociale;- mettere <strong>in</strong> rete gruppi, servizi, persone, competenze e risorse sia assistenziali sia formative;- elaborare proposte <strong>in</strong> term<strong>in</strong>i politico-organizzativi;- fare azione di advocacy sulle istituzioni.RisultatiDal marzo del 2009, quando il GrIS-ER è stato creato, sono state realizzate le seguenti attività:- Riunioni plenarie con cadenza trimestrale.- Partecipazione alla campagna Noi non segnaliamo.- Attività relative alla salute della donna e del bamb<strong>in</strong>o, tra cui un evento pubblico (La cura deibamb<strong>in</strong>i <strong>in</strong> un contesto che cambia) e la diffusione dell'opuscolo <strong>in</strong> l<strong>in</strong>gua Bamb<strong>in</strong>i e bamb<strong>in</strong>e delmondo.- Costituzione di un gruppo di lavoro sulla circoncisione maschile e sulle pratiche di modificazione delcorpo rituali (maschili e femm<strong>in</strong>ili).- Costituzione di un gruppo di lavoro su criticità nell'applicazione <strong>delle</strong> norme sull'assistenza sanitariaai migranti.ConclusioniIl GrIS-ER cont<strong>in</strong>uerà le proprie attività, r<strong>in</strong>forzando da un lato la collaborazione a livello nazionale con iGrIS <strong>delle</strong> altre regioni e con la SIMM, dall'altro promuovendo a livello regionale azioni <strong>in</strong> s<strong>in</strong>ergia contutte le realtà istituzionali, della società civile e del privato sociale che operano nell'ambitodell'assistenza e della promozione del benessere socio-sanitario dei cittad<strong>in</strong>i immigrati.66
Azienda USL di BolognaTITOLO DELLESPERIENZAUNITA' MOBILE: Programma cittad<strong>in</strong>o con Metadone a bassa soglia d'accessoAutore pr<strong>in</strong>cipale <strong>delle</strong>sperienzaNome e CognomeRuolo istituzionaleSalvatore GiancaneDirigente medico, coord<strong>in</strong>atore tecnico Unità MobileDipartimento e Servizio di appartenenza DSM DP - SerT Bologna OvestIndirizzoOspedale Maggiore (Edificio A) - L.go Nigrisoli, 1 - BolognaRecapito telefonico 051/3172839E-mailumobile.sertovest@ausl.bologna.itAltri autori che h<strong>anno</strong> contribuito alla realizzazione <strong>delle</strong>sperienzaRaffaella Campalastri - Dirigente medico - DSM DP SerT Bologna OvestTema pr<strong>in</strong>cipale <strong>delle</strong>sperienzaLa conoscenza <strong>delle</strong> condizioni di vita e dello stato di salute dei migranti67
TESTO DELLESPERIENZAIntroduzioneIl Programma cittad<strong>in</strong>o con Metadone a bassa soglia d'accesso (UNITA' MOBILE) è servizio del SerTBologna Ovest, nato nel 1998 al f<strong>in</strong>e di assicurare <strong>in</strong>terventi di Riduzione del D<strong>anno</strong> a tutti itossicodipendenti da ero<strong>in</strong>a che vivono <strong>in</strong> condizioni di forte rischio socio-sanitaro e che sonoimpossibilitati ad accedere ad un programma <strong>in</strong>tegrato SerT. Si compone di due sedi operative: unasituata presso l'edificio A dell'Ospedale Maggiore di Bologna, dove si effettuano visite, colloqui e piccolemedicazioni; l'altra è costituita da un camper attrezzato ad ambulatorio mobile per la somm<strong>in</strong>istrazionedella terapia metadonica <strong>in</strong> quattro zone diverse della città; 365 giorni l'<strong>anno</strong>, dalle 9,45 alle 14,00.Scopi e metodologia- prevenzione morti per overdose attraverso il trattamento con metadone e la distribuzione d<strong>in</strong>aloxone;- prevenzione <strong>delle</strong> malattie correlate alla TD attraverso il servizio di scambia sir<strong>in</strong>ghe e ladistribuzione di condom;- piccole medicazioni;- controlli periodici dello stato di salute;- esecuzione di esami ematici e altre visite specialistiche di secondo livello;- <strong>in</strong>vio agli ambulatori dedicati agli stranieri di medic<strong>in</strong>a generale (Sokos e Biavati);- counsel<strong>in</strong>g;- <strong>in</strong>vii presso una struttura del CEIS di Bologna <strong>in</strong> programmi di Pronto Soccorso Sociale.RisultatiEsempi misurabili degli <strong>in</strong>terventi effettuati sono i seguenti: da almeno 3 anni la media di stranieri, sultotale della utenza, è del 60%; nel 2010 di questi utenti stranieri l'80% ha effettuato screen<strong>in</strong>gematochimici e visite mediche e il 50% degli <strong>in</strong>serimenti presso la struttura di Pronto Soccorso Sociale èstata effettuata a favore di utenti stranieri.ConclusioniGrazie alla bassa soglia d'accesso nel corso degli anni l'utenza straniera (STP e ENI) presa <strong>in</strong> carico èprogressivamente aumentata f<strong>in</strong>o a raggiungere punte del 70%. Trattasi di un'utenza portatrice di undisagio estremo e multifattoriale che difficilmente riuscirebbe ad accedere ai servizi sanitari; alla quale siè assicurata un'assistenza con conseguenti benefici, oltre che per i s<strong>in</strong>goli, anche <strong>in</strong> term<strong>in</strong>i di salutepubblica.68
Azienda USL di BolognaTITOLO DELLESPERIENZAMediazione transculturale ed Empowerment del cittad<strong>in</strong>o stranieroAutore pr<strong>in</strong>cipale <strong>delle</strong>sperienzaNome e CognomeRuolo istituzionaleMaria Giovanna CaccialupiResponsabile Progetto salute e ImmigrazioneDipartimento e Servizio di appartenenza AUSL BolognaIndirizzoVia A. Zanol<strong>in</strong>i, 2 - BolognaRecapito telefonico 051/4211511E-mailmariagiovanna.caccialupi@ausl.bologna.itAltri autori che h<strong>anno</strong> contribuito alla realizzazione <strong>delle</strong>sperienzaIlaria Simonelli - Sociologa della Salute - AUSL BolognaTema pr<strong>in</strong>cipale <strong>delle</strong>sperienzaLempowerment del cittad<strong>in</strong>o nella relazione di cura69
TESTO DELLESPERIENZAIntroduzioneIl servizio di Mediazione transculturale rappresenta una risorsa di fondamentale importanza per lapromozione della salute e lempowerment della popolazione straniera che accede al SSR. Il Servizio diMediazione transculturale aziendale favorisce <strong>in</strong>fatti la comprensione, da parte dellutenza straniera, delfunzionamento del SSR, lorientamento per laccesso ai servizi, e i trattamenti sanitari che loco<strong>in</strong>volger<strong>anno</strong>. La relazione triadica operatore mediatore - paziente viene arricchita attraverso laconoscenza dei significati culturali attribuiti alle condizioni di salute e malattia consentendo <strong>in</strong>oltre ilmiglioramento della qualità del servizio.Scopi e metodologiaIl Servizio di Mediazione transculturale è presente <strong>in</strong> tutte le articolazioni del Dipartimento di Cureprimarie, Dipartimento di Salute Mentale e nellArea ospedaliera <strong>in</strong> tre modalità: a postazione fissa, achiamata programmata e urgente. Le Mediazioni sono fornite pr<strong>in</strong>cipalmente <strong>in</strong>: urdu, c<strong>in</strong>ese, arabo,rumeno, polacco, tailandese, francese, <strong>in</strong>glese, spagnolo, russo. Dal <strong>2011</strong> la Mediazione è stata erogataanche all<strong>in</strong>terno del Carcere Dozza. Il Servizio di Mediazione transculturale si occupa <strong>in</strong>oltre dellatraduzione di materiale di rilevanza socio-sanitaria nelle l<strong>in</strong>gue di appartenenza dellutenza straniera.RisultatiI risultati forniti dagli operatori <strong>in</strong>dicano unalta soddisfazione dellutenza straniera <strong>in</strong> merito allaaccoglienza e presa <strong>in</strong> carico, <strong>in</strong> merito alle <strong>in</strong>formazioni relative al funzionamento e corretto utilizzo delSSR ed <strong>in</strong> merito alla tipologia di prestazione consigliata. Secondo gli operatori, la Mediazione culturaleha permesso di fondare la relazione di cura sulla partecipazione attiva dellutente (relazione menoasimmetrica), ha permesso di effettuare efficaci <strong>in</strong>terventi di promozione della salute della popolazionestraniera e un netto miglioramento della conoscenza del SSR.ConclusioniLa Mediazione transculturale <strong>in</strong> Azienda ha dimostrato, attraverso la costruzione di relazioni di curacomplesse, di favorire la comprensione dei significati di salute e malattia espressi dallutenza stranieraper poter pianificare <strong>in</strong>terventi più efficaci da parte degli operatori ed ha mostrato come la presenza deiMediatori culturali nei servizi abbia sollecitato il processo di mediazione di tutti gli operatori. La prova diquesto impatto positivo della Mediazione transculturale all<strong>in</strong>terno della AUSL di Bologna è laumentatarichiesta di Corsi di formazione professionale per gli operatori che aiut<strong>in</strong>o a conoscere ed erogare meglioil Servizio di Mediazione e a prendere confidenza con le problematiche dellutenza straniera.70
Azienda USL di BolognaTITOLO DELLESPERIENZAAttività di ricerca per il miglioramento <strong>delle</strong> condizioni di vita e di salute della popolazione stranieraAutore pr<strong>in</strong>cipale <strong>delle</strong>sperienzaNome e CognomeRuolo istituzionaleMaria Giovanna CaccialupiResponsabile Progetto salute e ImmigrazioneDipartimento e Servizio di appartenenza AUSL BolognaIndirizzoVia A. Zanol<strong>in</strong>i, 2 - BolognaRecapito telefonico 051/4211511E-mailmariagiovanna.caccialupi@ausl.bologna.itAltri autori che h<strong>anno</strong> contribuito alla realizzazione <strong>delle</strong>sperienzaIlaria Simonelli - Sociologa della Salute - AUSL BolognaTema pr<strong>in</strong>cipale <strong>delle</strong>sperienzaLa conoscenza <strong>delle</strong> condizioni di vita e dello stato di salute dei migranti71
TESTO DELLESPERIENZAIntroduzioneLAttività di Ricerca portata avanti dal Progetto Salute e Immigrazione ha permesso di approfondire laconoscenza <strong>delle</strong> condizioni di vita e dello stato di salute della popolazione migrante <strong>in</strong> relazione a:disabilità fisiche e psichiche, servizi territoriali messi a disposizione del cittad<strong>in</strong>o straniero per rispondereai bisogni presentati; tematiche specifiche (Studi sulla crescita dei bamb<strong>in</strong>i c<strong>in</strong>esi, Mutilazioni GenitaliFemm<strong>in</strong>ili). Con riferimento a queste due ultime, sono state acquisite nuove conoscenze utili a impostarenuove modalità di diagnosi e prognosi; analogamente h<strong>anno</strong> permesso di <strong>in</strong>dividuare le criticità deiprotocolli aziendali e contribuito alla pianificazione di futuri <strong>in</strong>terventi.Scopi e metodologiaLe Indag<strong>in</strong>i, studi e ricerche attivati h<strong>anno</strong> lo scopo di migliorare la conoscenza dello stato di salute dellapopolazione straniera per poter capire come <strong>in</strong>tervenire concretamente nella pianificazione di nuovi, piùefficaci ed efficienti <strong>in</strong>terventi di promozione della salute. Le Metodologie di Indag<strong>in</strong>e h<strong>anno</strong> utilizzatodiversi strumenti di <strong>in</strong>dag<strong>in</strong>e quantitativi e qualitativi e promosso il co<strong>in</strong>volgimento degli operatori nellefasi di raccolta dati. E stata poi prevista una Reportistica f<strong>in</strong>ale e la pubblicazione dei risultati su rivistescientifiche.RisultatiI risultati dellIndag<strong>in</strong>e sulla popolazione disabile, sui servizi territoriali per stranieri e sui bamb<strong>in</strong>i c<strong>in</strong>esih<strong>anno</strong> messo <strong>in</strong> evidenza le modalità di fruizione dei servizi aziendali da parte della popolazionestraniera, la capacità di risposta degli operatori ai bisogni, un buon livello di fiducia verso il SSR elesigenza di mantenere la condizione di un decentramento cognitivo rispetto agli assunti discipl<strong>in</strong>ari eteorici di ognuno. I risultati <strong>in</strong>termedi della Ricerca sulle Mutilazioni Genitali Femm<strong>in</strong>ili h<strong>anno</strong> evidenziato<strong>in</strong>teressanti prospettive di co<strong>in</strong>volgimento della donna circoncisa, del mediatore culturale e di sviluppodella formazione professionale aziendale per il superamento di questa pratica.ConclusioniLe Attività di ricerca h<strong>anno</strong> sottol<strong>in</strong>eato limportanza di svolgere periodici studi per riuscire a leggerelevoluzione <strong>delle</strong> esigenze, <strong>delle</strong> condizioni di vita e di salute della popolazione straniera. Le Indag<strong>in</strong>ih<strong>anno</strong> <strong>in</strong>oltre messo <strong>in</strong> evidenza come questa conoscenza sia stata particolarmente utile agli operatoriper riflettere sulla propria azione professionale e sulla pianificazione <strong>delle</strong> attività. Inf<strong>in</strong>e, lattività diRicerca e Monitoraggio consente di promuovere il miglioramento della qualità dei servizi socio-sanitarierogati.72
Azienda USL di Bologna - Università degli Studi di BolognaTITOLO DELLESPERIENZAAttività di formazione per il potenziamento della competenza culturale nella comunicazioneAutore pr<strong>in</strong>cipale <strong>delle</strong>sperienzaNome e CognomeRuolo istituzionaleDomenico BerardiProfessore ord<strong>in</strong>ario di Psichiatria, Centro Devereux BoTPTUniversità degli Studi di Bologna - Direttore CSM Ovest DSM,AUSL BolognaDipartimento e Servizio di appartenenza Dipartimento Medic<strong>in</strong>a e Chirurgia, Università di Bologna -CSM Ovest DSM, AUSL BolognaIndirizzoVia Massarenti, 9 - BolognaRecapito telefonico 051/524100E-maildomenico.berardi@unibo.itAltri autori che h<strong>anno</strong> contribuito alla realizzazione <strong>delle</strong>sperienzaIlaria Taricone - Ricercatrice di Psichiatria, Centro Devereux BoTPT, Dipartimento Medic<strong>in</strong>a e Chirurgia,Università di Bologna - Dirigente medico CSM Scalo DSM, AUSL Bologna; Madia Ferretti - RicercatriceCentro Devereux BoTPT, Dipartimento Medic<strong>in</strong>a e Chirurgia, Università di BolognaTema pr<strong>in</strong>cipale <strong>delle</strong>sperienzaLa comunicazione <strong>in</strong>terculturale nella relazione tra professionisti e cittad<strong>in</strong>i73
TESTO DELLESPERIENZAIntroduzioneAttività di formazione per il potenziamento della competenza culturale nella comunicazione con pazienti,cittad<strong>in</strong>i che si rivolgono ai servizi sociali, lavoratori <strong>delle</strong> aziende e <strong>delle</strong> imprese, etc. Lesperienzamaturata nel campo della comunicazione con le persone migranti e di facilitazione della comunicazionetra migranti e territorio (empowerment) ci ha consentito di sviluppare una competenza specifica <strong>in</strong> talesettore trasferita/ibile attraverso moduli formativi teorico-esperienziali agli operatori dei s<strong>in</strong>goli settoriprofessionali.Scopi e metodologiaIl corso LAscolto della richiesta di asilo e la costruzione della relazione di aiuto realizzato dal CentroStudi e Ricerche Devereux BoTPT Unibo, con il Comune di Bologna Dip. Servizi alle Famiglie eFondazione Alma Mater ha co<strong>in</strong>volto operatori sociosanitari di vari enti. Lobiettivo è stato farcomprendere e sviluppare le skills della comunicazione <strong>in</strong>terculturale per favorire l ascolto degli utentistranieri e degli operatori stessi. Alla formazione <strong>in</strong> aula e supervisione di casi è seguita la progettazionedi <strong>in</strong>terventi su casi reali.RisultatiIl corso ha rappresentato uno spazio didattico fondamentale <strong>in</strong> cui poter sperimentare atteggiamenti ecomportamenti legati ad aspetti <strong>delle</strong> varie professionalità. La formazione si è basata sullo scambiocomunicativo fra i docenti e il gruppo dei discenti. Ciò ha reso possibile un apprendimento attivo, che haprevisto la lezione frontale solo come momento di avvio di un processo d<strong>in</strong>amico, <strong>in</strong> cui ha prevalso lacircolarità di <strong>in</strong>formazioni e di op<strong>in</strong>ioni, quale parte <strong>in</strong>tegrante della didattica.ConclusioniLa particolare struttura del corso ha consentito di superare il modello <strong>delle</strong> tecniche standardizzatepromuovendo <strong>in</strong>vece lacquisizione di strategie <strong>in</strong>dividualizzate. Ciò ha permesso ai discenti di acquisireconsapevolezza <strong>delle</strong> proprie modalità di relazione con i migranti e sperimentare luso di mezzi perlosservazione e la valutazione <strong>delle</strong> d<strong>in</strong>amiche relazionali tra operatore e utente e all<strong>in</strong>terno del team dilavoro.74
Azienda USL di Bologna - Università degli Studi di BolognaTITOLO DELLESPERIENZAImplementazione dello strumento Bologna Migration History e Social Integration InterviewAutore pr<strong>in</strong>cipale <strong>delle</strong>sperienzaNome e CognomeRuolo istituzionaleDomenico BerardiProfessore ord<strong>in</strong>ario di Psichiatria, Centro Devereux BoTPTUniversità degli Studi di Bologna - Direttore CSM Ovest DSM,AUSL BolognaDipartimento e Servizio di appartenenza Dipartimento Medic<strong>in</strong>a e Chirurgia, Università di Bologna -CSM Ovest DSM, AUSL BolognaIndirizzoVia Massarenti, 9 - BolognaRecapito telefonico 051/524100E-maildomenico.berardi@unibo.itAltri autori che h<strong>anno</strong> contribuito alla realizzazione <strong>delle</strong>sperienzaIlaria Taricone - Ricercatrice di Psichiatria, Centro Devereux BoTPT, Dipartimento Medic<strong>in</strong>a e Chirurgia,Università di Bologna - Dirigente medico CSM Scalo DSM, AUSL Bologna; Madia Ferretti - RicercatriceCentro Devereux BoTPT, Dipartimento Medic<strong>in</strong>a e Chirurgia, Università di BolognaTema pr<strong>in</strong>cipale <strong>delle</strong>sperienzaLa conoscenza <strong>delle</strong> condizioni di vita e dello stato di salute dei migranti75
TESTO DELLESPERIENZAIntroduzioneLenfasi posta dalla letteratura scientifica sulla necessità di considerare gli aspetti della storia migratorianelle problematiche psichiche, la possibilità di circoscriverli con relativa semplicità, la positiva reazionedei pazienti allattenzione rivolta verso la loro esperienza di migrazione <strong>in</strong>coraggia lo sviluppo didispositivi cl<strong>in</strong>ici per la valutazione della storia migratoria dei pazienti che accedono alle cure di primo edi secondo livello.Scopi e metodologiaIl Gruppo di Studio e Ricerca Devereux- Bologna Transcultural Psychiatric Team ha condotto lo sviluppodi un<strong>in</strong>tervista semi strutturata per la valutazione della storia migratoria: la Bologna Migration Historyand Social Integration. Si tratta di un<strong>in</strong>tervista per i migranti che accedono alle cure di primo e disecondo livello, <strong>in</strong>tesa a comprendere la storia migratoria della persona e le sue implicazioni sullo statodi salute psicofisica del migrante. E stata tradotta <strong>in</strong> 8 l<strong>in</strong>gue e adottata dal progetto europeo EUGEI(European Network of National Schizophrenia Networks study<strong>in</strong>g Gene-Environment Interactions),f<strong>in</strong>anziato dalla CE (FP7).RisultatiL<strong>in</strong>tervista Bologna Migration History è stata applicata a circa 300 pazienti afferenti al Centro di saluteMentale Ovest di Bologna. E risultata di rapido e pratico utilizzo, gradita a pazienti e cl<strong>in</strong>ici, <strong>in</strong> grado di<strong>in</strong>dividuare gli eventuali elementi critici legati al processo migratorio e potenziali fattori di vulnerabilità eresilienza ai disturbi mentali.Lutilizzo dell<strong>in</strong>tervista Migration History ha consentito di sviluppare un dispositivo cl<strong>in</strong>ico <strong>in</strong> grado diconsentire sia una migliore elicitazione della narrazione sui vissuti di sofferenza dei pazienti che unasuccessiva elaborazione <strong>delle</strong> <strong>esperienze</strong> migratorie. In tale dispositivo risulta ottimale l<strong>in</strong>tegrazione<strong>delle</strong> diverse figure professionali del team multi-discipl<strong>in</strong>are (medico-psichiatra, antropologo, assistentesociale, mediatore culturale, <strong>in</strong>fermiere professionale).ConclusioniI nostri risultati <strong>in</strong>coraggiano un regolare utilizzo della Migration History nella valutazione dei migrant<strong>in</strong>elle cure primarie e nei servizi di salute mentale. Stiamo oggi implementando il suo utilizzo retePsichiatria della Migrazione della Società Italiana di Psichiatria e nel consorzio Europeo EUGEI.76
Azienda USL di Bologna - Università degli Studi di BolognaTITOLO DELLESPERIENZAAttività cl<strong>in</strong>ica di cura dei disturbi mentali nei migranti: lesperienza del Centro Devereux di BolognaAutore pr<strong>in</strong>cipale <strong>delle</strong>sperienzaNome e CognomeRuolo istituzionaleDomenico BerardiProfessore ord<strong>in</strong>ario di Psichiatria, Centro Devereux BoTPTUniversità degli Studi di Bologna - Direttore CSM Ovest DSM,AUSL BolognaDipartimento e Servizio di appartenenza Dipartimento Medic<strong>in</strong>a e Chirurgia, Università di Bologna -CSM Ovest DSM, AUSL BolognaIndirizzoVia Massarenti, 9 - BolognaRecapito telefonico 051/524100E-maildomenico.berardi@unibo.itAltri autori che h<strong>anno</strong> contribuito alla realizzazione <strong>delle</strong>sperienzaIlaria Taricone - Ricercatrice di Psichiatria, Centro Devereux BoTPT, Dipartimento Medic<strong>in</strong>a e Chirurgia,Università di Bologna - Dirigente medico CSM Scalo DSM, AUSL Bologna; Maria Nolet - Dirigentemedico CSM Scalo DSM, AUSL Bologna; Madia Ferretti - Ricercatrice Centro Devereux BoTPT,Dipartimento Medic<strong>in</strong>a e Chirurgia, Università di Bologna; Elisa Mencacci - Dottoranda <strong>in</strong> Psicologia,Università degli Studi di TrentoTema pr<strong>in</strong>cipale <strong>delle</strong>sperienzaLe nuove dimensioni nella relazione di cura e nella prevenzione77
TESTO DELLESPERIENZAIntroduzioneE un attività svolta prevalentemente presso il Centro di Salute Mentale Ovest di Bologna, dove si èsviluppata una modalità di <strong>in</strong>tervento culturalmente competente e un dispositivo di cura costituito dafigure sia sanitarie (<strong>in</strong>fermieri, psichiatri), che sociali (antropologi, sociologi, assistenti sociali). F<strong>anno</strong>parte <strong>delle</strong> equipe anche i mediatori culturali e vengono svolte diverse attività di consulenza ecollegamento con le altre istituzioni e associazioni cittad<strong>in</strong>e co<strong>in</strong>volte nellassistenza ai migranti (comunedi Bologna, associazioni di volontariato, etc). I risultati di tali attività sono oggetto di numerosepubblicazioni scientifiche.Scopi e metodologiaParte <strong>in</strong>tegrante dellattività ambulatoriale è rappresentata dalla creazione di reti di collaborazione conaltri settori sanitari, sociali e culturali. La creazione di networks col settore sanitario del Dipartimento diSalute Mentale (Spazio giovani e SERT) e con i medici di medic<strong>in</strong>a generale verte soprattutto amigliorare i percorsi di cura e laccessibilità ai servizi, mentre la creazione di reti con servizi cittad<strong>in</strong>i miraad affrontare i bisogni sociali dei migranti e <strong>delle</strong> m<strong>in</strong>oranze nel modo più appropriato e a favorire la loro<strong>in</strong>tegrazione ed accreditamento presso la comunità locale.RisultatiLa contestuale attenzione agli aspetti sociali e psicologici riscontrabili nel vissuto dei migranti che sirivolgono al nostro servizio, ha permesso di accoglierne e contenerne il disagio nei codici e nelleiconografie culturali <strong>in</strong> cui esso si materializza, consentendo un più genu<strong>in</strong>o ascolto della sofferenzaportata. Tale approccio ha favorito la realizzazione di strategie terapeutiche più efficaci e migliorato lacompliance da parte dei pazienti.ConclusioniLa costituzione di sett<strong>in</strong>gs terapeutici calibrati su ogni s<strong>in</strong>golo caso ha consentito di formulare ipotesieziologiche multiple circa la sofferenza dei migranti <strong>in</strong>contrati presso il nostro servizio e di svilupparediverse tipologie di <strong>in</strong>terventi specifici. Oltre a quelli psicoterapeutici e farmacologici, sono stati <strong>in</strong>fattiattuati anche <strong>in</strong>terventi mirati di <strong>in</strong>quadramento e accompagnamento socio-antropologico. Questaprospettiva ha permesso una migliore elaborazione <strong>delle</strong> <strong>esperienze</strong> dei nostri pazienti e una più efficacegestione della loro situazione.78
Azienda USL di ImolaTITOLO DELLESPERIENZAPer una nascita senza frontiere - Corso di accompagnamento alla nascita per mamme provenienti daaltri paesiAutore pr<strong>in</strong>cipale <strong>delle</strong>sperienzaNome e CognomeRuolo istituzionaleMaria Grazia SaccotelliResponsabile del Consultorio FamiliareDipartimento e Servizio di appartenenza U.O. Consultorio Familiare - Dipartimento Cure Primarie -AUSL ImolaIndirizzoViale Amendola, 2/A - ImolaRecapito telefonico 0542/604190E-mailmg.saccotelli@ausl.imola.bo.itAltri autori che h<strong>anno</strong> contribuito alla realizzazione <strong>delle</strong>sperienzaAnna Ancherani - Dirigente Psicologo - Dipartimento Cure Primarie - AUSL Imola; Sabr<strong>in</strong>a Mirri -Ostetrica - Consultorio Familiare - Dipartimento Cure Primarie - AUSL Imola; Mediatrice Culturale -Associazione Trama di TerreTema pr<strong>in</strong>cipale <strong>delle</strong>sperienzaLa comunicazione <strong>in</strong>terculturale nella relazione tra professionisti e cittad<strong>in</strong>i79
TESTO DELLESPERIENZAIntroduzioneNegli ultimi anni i Consultori sono divenuti un punto di riferimento importante per la salute <strong>delle</strong> donnemigranti e dei loro bamb<strong>in</strong>i. Dai primi anni 90, nella realtà consultoriale imolese è progressivamenteaumentato il numero di donne migranti che si rivolgevano ai nostri ambulatori. E nata, pertanto,lesigenza di conoscere più a fondo le varie specificità culturali, di attuare modalità comunicativeadeguate per arrivare ad una lettura dei bisogni presentati, al f<strong>in</strong>e di attivare risposte mirate apredisporre un servizio orientato <strong>in</strong> unottica <strong>in</strong>terculturale. Queste nostre riflessioni, maturate dallavic<strong>in</strong>anza di differenti realtà culturali e dalla collaborazione con lassociazionismo imolese, h<strong>anno</strong> favoritola stesura di alcuni progetti mirati ad orientare progressivamente i servizi offerti dal Consultorio allenuove esigenze di cui sono portatrici le donne provenienti da altre culture.Scopi e metodologiaGli scopi di questattività di preparazione alla nascita dal nome Per una nascita senza frontiere sono:- Favorire la conoscenza e laccesso al servizio.- Facilitare la cont<strong>in</strong>uità assistenziale nel percorso di gravidanza.- Favorire la reciproca comprensione e conoscenza <strong>delle</strong> differenti realtà culturali riguardo alleventonascita.- Promuovere uno spazio di discussione sulla gravidanza, parto e cure neonatali tra donne provenientida altre culture.- Contrastare la solitud<strong>in</strong>e e lisolamento di cui spesso sono portatrici le donne straniere.- Favorire l<strong>in</strong>dividuazione precoce da parte degli operatori di possibili situazioni a rischio psicosociale.RisultatiSono stati realizzati 8 corsi di accompagnamento alla nascita per donne provenienti dal Nord Africa,Pakistan, Medio Oriente e Europa dellEst, per un totale di 48 <strong>in</strong>contri + 6 visite alla sala partodellOspedale Nuovo di Imola. Le donne partecipanti sono state 85.ConclusioniDalle nostre riflessioni sullesperienza compiuta <strong>in</strong> questi anni e tenuto conto del numero <strong>delle</strong> donne cheh<strong>anno</strong> partecipato ai corsi, riteniamo che questa attività di accompagnamento alla nascita sia unsignificativo strumento per una reciproca <strong>in</strong>tegrazione.Dai dati <strong>in</strong> nostro possesso si ev<strong>in</strong>ce come gli <strong>in</strong>terventi siano risultati graditi e apprezzati da parte <strong>delle</strong>donne e come la qualità del sostegno fornito abbia rappresentato un fattore <strong>in</strong> grado di <strong>in</strong>fluenzarepositivamente il vissuto dellattesa e le relazioni neonatali.Laspetto più qualificante è rappresentato dallo sforzo di ridurre lattitud<strong>in</strong>e degli operatori a dare consigli,utilizzando soprattutto la pazienza nellascolto e lattenzione ai molteplici significati della maternitàpresenti nelle varie culture.E nostra <strong>in</strong>tenzione potenziare laccesso al Consultorio <strong>delle</strong> donne straniere e native attraverso loffertadi spazi di condivisione, dove sarà possibile discutere e confrontarsi su tematiche legate alla maternità.80
Azienda USL di ForlìTITOLO DELLESPERIENZADiritto alla salute degli immigrati nellambito materno <strong>in</strong>fantile: esperienza dello spazio consultorialedonne e bamb<strong>in</strong>i immigrati dellAzienda USL di ForlìAutore pr<strong>in</strong>cipale <strong>delle</strong>sperienzaNome e CognomeRuolo istituzionaleLaura GaspariPediatra Spazio consultoriale donne e bamb<strong>in</strong>i immigratiDipartimento e Servizio di appartenenza Cure primarie/Unita Pediatrica di DistrettoIndirizzoVia Colombo, 11 - ForlìRecapito telefonico 0543/733108E-mailbamb<strong>in</strong>i.immigrati@ausl.fo.itAltri autori che h<strong>anno</strong> contribuito alla realizzazione <strong>delle</strong>sperienzaInes P<strong>in</strong>i, Gaetana Gallo, Paola M<strong>in</strong>utelli, Paola Zanasi, Federica Erchi, Souad Khaldoune, LorenzaCasanova, Hanane KhettabiInfermiera, Ostetrica, g<strong>in</strong>ecologa e mediatrici culturaliCure primarie/Unità pediatrica di Distretto Cooperativa DiaLogosTema pr<strong>in</strong>cipale <strong>delle</strong>sperienzaLempowerment del cittad<strong>in</strong>o nella relazione di cura81
TESTO DELLESPERIENZAIntroduzioneLo spazio donne e bamb<strong>in</strong>i immigrati è stato aperto a Forlì presso lAUSL nell<strong>anno</strong> 1998, con lo scopo didim<strong>in</strong>uire le <strong>in</strong>iquità nello stato di salute, nellaccessibilità e qualità dellassistenza sanitaria dei migrant<strong>in</strong>ellambito materno <strong>in</strong>fantile.Da allora si è verificato un costante aumento dellutenza straniera (donne e bamb<strong>in</strong>i) dovuto:- all<strong>in</strong>cremento <strong>delle</strong> famiglie straniere <strong>in</strong> Italia e nel nostro territorio;- alla bassa soglia di accesso al servizio;- alla presenza di operatori con capacità di ascolto, rispetto dellaltro e propensione al cambiamento<strong>delle</strong> prassi;- professionali nella relazione con lutenza migrante;- alla presenza di mediatori <strong>in</strong>terculturali.Scopi e metodologiaAll<strong>in</strong>terno dello spazio, agli operatori si sono affiancati i mediatori l<strong>in</strong>guistico culturali, la cui presenza èprogrammata <strong>in</strong> 4 giornate settimanali per l<strong>in</strong>gua araba e c<strong>in</strong>ese, mentre per le altre l<strong>in</strong>gue il mediatoreviene attivato al bisogno (per un totale di 25 ore settimanali).I mediatori sono impegnati:- al momento dellaccoglienza;- al momento <strong>delle</strong>rogazione della prestazione;- nellelaborazione e traduzione del materiale <strong>in</strong>formativo.RisultatiAll<strong>in</strong>terno del consultorio vengono erogate prestazioni a basso impatto tecnologico, ma ad alta <strong>in</strong>tensitàrelazionale <strong>in</strong> quanto la relazione terapeutica tra curante e curato è resa più complicata dalla differenzaculturale;<strong>in</strong>oltre lefficacia dellassistenza e della cura si basa sulla collaborazione tra chi offre e chiriceve le prestazioni. La collaborazione richiede ascolto, comprensione e fiducia reciproca.Per raggiungere tale condizione è <strong>in</strong>dispensabile la presenza dei mediatori culturali opportunamenteformati nella gestione della relazione a tre: operatore - utente - mediatore l<strong>in</strong>guistico culturale.ConclusioniI mediatori culturali garantiscono equità nellaccesso alle cure ed aumentano la Health Literacy,soprattutto nellarea materno <strong>in</strong>fantile.Attraverso la collaborazione con i mediatori culturali gli stranieri imparano nuove regole che possonorappresentare la chiave daccesso a tutti i nostri servizi.82
Azienda Ospedaliero/Universitaria di ModenaTITOLO DELLESPERIENZALufficio mediazione <strong>in</strong>terculturale dellAzienda Ospedaliero/Universitaria - Policl<strong>in</strong>ico di ModenaAutore pr<strong>in</strong>cipale <strong>delle</strong>sperienzaNome e CognomeRuolo istituzionaleMirella CantaroniResponsabileDipartimento e Servizio di appartenenza URP - "Processi relazione con l'utenza" - Azienda OspedalieroUniversitaria Policl<strong>in</strong>ico di ModenaIndirizzoVia del Pozzo, 71 - ModenaRecapito telefonico 059/4224629E-mailcantaroni.mirella@policl<strong>in</strong>ico.mo.itAltri autori che h<strong>anno</strong> contribuito alla realizzazione <strong>delle</strong>sperienzaSimone Ruggeri - Responsabile darea Gulliver, Integra Cooperativa SocialeTema pr<strong>in</strong>cipale <strong>delle</strong>sperienzaLa comunicazione <strong>in</strong>terculturale nella relazione tra professionisti e cittad<strong>in</strong>i83
TESTO DELLESPERIENZAIntroduzioneIl dato provvisorio allottobre 2010 riporta la popolazione straniera residente nella prov<strong>in</strong>cia di Modenapari a 88.000 unità circa (12,6%).La consistenza e la stabilizzazione del fenomeno migratorio pongono sfide <strong>in</strong>teressanti rispetto a tutti gliambiti di vita, <strong>in</strong> particolare relativamente a quello sanitario.LUfficio Mediazione Interculturale dellAzienda Ospedaliero Universitaria Policl<strong>in</strong>ico di Modena è statoistituito nell<strong>anno</strong> 1997, per facilitare laccesso e lutilizzo dei servizi da parte dei cittad<strong>in</strong>i stranieri e dipromuovere, da parte degli operatori, comportamenti culturalmente competenti.Scopi e metodologiaIl mediatore <strong>in</strong>terculturale contribuisce a sviluppare una comunicazione efficace tra operatore sanitario eutente, non solo dal punto di vista l<strong>in</strong>guistico, ma anche culturalmente.Il servizio può essere erogato attraverso la presenza fisica del mediatore:- alcune l<strong>in</strong>gue come larabo e l<strong>in</strong>glese sono rappresentate da mediatori presenti quotidianamente;- gli <strong>in</strong>terventi di altre l<strong>in</strong>gue sono effettuati programmando un appuntamento o urgentemente.La mediazione può essere effettuata anche telefonicamente e, recentemente, il Policl<strong>in</strong>ico staeffettuando una sperimentazione per realizzare il servizio attraverso videochiamate.RisultatiNell<strong>anno</strong> 2010 sono stati effettuati 11.594 <strong>in</strong>terventi di mediazione <strong>in</strong>terculturale (<strong>in</strong> presenza fissa,programmata, urgente e <strong>in</strong> modalità telefonica), con un aumento di circa il 58% dall<strong>anno</strong> 2004.Di questi <strong>in</strong>terventi, quasi l80% è rivolto a pazienti che parlano arabo o <strong>in</strong>glese. Si tratta <strong>in</strong> prevalenza diutenti di sesso femm<strong>in</strong>ile (circa 66%).La maggior parte degli <strong>in</strong>terventi è stata attivata dal reparto di Ostetricia (31%), dallUfficio Accettazione(16%) e dallarea materno-<strong>in</strong>fantile (Nido 15%, Pediatria 8%, Neonatologia 2%).ConclusioniLUfficio Mediazione Interculturale si configura qu<strong>in</strong>di come unimportante risorsa per garantire pariopportunità a tutti i possibili utenti di un ospedale. Il mediatore è ancora una presenza fondamentale, perfornire da un lato allutente migrante quel patrimonio di <strong>in</strong>formazioni necessario ad utilizzare <strong>in</strong> manierapiù appropriata i servizi e dallaltro per fornire alloperatore conoscenze che permettano di <strong>in</strong>terpretarequesto comportamento di accesso alla cura <strong>in</strong> modo costruttivo, elemento culturale <strong>in</strong>dispensabile persviluppare una comunicazione efficace ed una buona relazione terapeutica.CommentiLesperienza sarà presentata attraverso due video filmati:- uno che presenta lUfficio Mediazione Interculturale <strong>in</strong> generale;- laltro che presenta l<strong>in</strong>tervento di mediazione <strong>in</strong> modalità telefonica e videochiamata.84
Azienda Ospedaliero/Universitaria di BolognaTITOLO DELLESPERIENZAServizio Civile Regionale per cittad<strong>in</strong>i stranieri: sviluppo della comunicazione <strong>in</strong>terculturaleAutore pr<strong>in</strong>cipale <strong>delle</strong>sperienzaNome e CognomeRuolo istituzionaleFilippo CanigliaReferente rapporti con le Associazioni di VolontariatoDipartimento e Servizio di appartenenza AOSP/UNIV Bologna Ufficio Staff Comunicazione,Informazione, Market<strong>in</strong>g e QualitàIndirizzoVia Pietro Albertoni, 15 BolognaRecapito telefonico 051/6362951 051/6362226 320/9084142E-mailfilippo.caniglia@aosp.bo.itAltri autori che h<strong>anno</strong> contribuito alla realizzazione <strong>delle</strong>sperienzaC<strong>in</strong>zia Castellucci - Responsabile Area Comunicazione e Rapporti con i Cittad<strong>in</strong>i AOSP/UNIV Bologna -Ufficio Staff Comunicazione, Informazione, Market<strong>in</strong>g e QualitàTema pr<strong>in</strong>cipale <strong>delle</strong>sperienzaLa comunicazione <strong>in</strong>terculturale nella relazione tra professionisti e cittad<strong>in</strong>i85
TESTO DELLESPERIENZAIntroduzioneIl Progetto ha come obiettivo l<strong>in</strong>contro tra le culture per ridurre le differenze sociali e per abbattere quelleesistenti. Inoltre, la promozione e la tutela della salute, la mediazione e labbattimento <strong>delle</strong> barriere,contribuiscono ad un ispessimento della cultura umana.Ogni <strong>in</strong>dividuo ha <strong>delle</strong> necessità basilari, l<strong>in</strong>contro tra culture è utile perché abbraccia e favorisce ilconfronto fra le molteplici espressioni culturali, il valore del cambiamento culturale è fonte di espressioneumana. La presenza dei volontari del Servizio Civile Regionale favorisce lo sviluppo del processo di<strong>in</strong>tegrazione dei cittad<strong>in</strong>i stranieri nel tessuto sociale locale, li <strong>in</strong>dirizza verso i percorsi di prevenzione,cura e diagnosi. Il processo di <strong>in</strong>tegrazione all<strong>in</strong>terno della comunità si fonda sulla responsabilità, lalegittimità ed il pr<strong>in</strong>cipio di cittad<strong>in</strong>anza. La capacità di gestire i rapporti sociali senza conflittualitàattraverso laccoglienza ed il potenziamento della comunicazione <strong>in</strong>terculturale, consente l<strong>in</strong>clusionesociale che passa prima di tutto attraverso la risoluzione dei problemi culturali di una società.Scopi e metodologiaObiettivo: LAzienda Ospedaliero/Universitaria di Bologna Policl<strong>in</strong>ico S. Orsola-Malpighi erogaprestazioni sanitarie agli utenti che quotidianamente varcano la soglia del Policl<strong>in</strong>ico per accedere aipercorsi di cura di cui necessitano. Tra gli utenti che si rivolgono alla struttura sanitaria, <strong>in</strong> particolarmodo negli ultimi anni cè stato un <strong>in</strong>cremento di cittad<strong>in</strong>i stranieri. Nellagevolare il processo di<strong>in</strong>tegrazione nel tessuto sociale e nel favorire laccesso dei cittad<strong>in</strong>i stranieri ai percorsi di prevenzione,cura e diagnosi si è reso necessario <strong>in</strong>trodurre la presenza dei volontari del Servizio Civile Regionale percittad<strong>in</strong>i stranieri, al f<strong>in</strong>e di favorire il percorso di <strong>in</strong>tegrazione all<strong>in</strong>terno della comunità locale, attraversolaccoglienza e potenziando la comunicazione <strong>in</strong>terculturale.Metodologia: Immersione e partecipazione nella vita quotidiana degli attori; Osservazione diretta sulcampo del partecipante nelle pratiche quotidiane attraverso lanalisi di alcuni fattori come: lascoltare, ilguardare, l<strong>in</strong>terazione, il mediare, labbattimento degli stereotipi, la ricerca sul campo, lo scoprire aspettisconosciuti della propria comunità, analisi del problema ignorato, la corretta <strong>in</strong>terpretazione del bisogno.RisultatiLa presenza e l<strong>in</strong>terazione dei volontari del Servizio Civile per cittad<strong>in</strong>i stranieri con il cittad<strong>in</strong>o / utente /paziente straniero ha permesso di migliorare il processo di <strong>in</strong>tegrazione culturale tra cittad<strong>in</strong>i, comunitàetniche ed istituzioni. I punti di forza dellorganizzazione sanitaria, grazie alla presenza dei volontari sonostati laccoglienza, lascolto e l<strong>in</strong>formazione che h<strong>anno</strong> permesso di pianificare il percorso di promozionedella tutela della salute. Lattività si è svolta approfondendo le conoscenze sulla relazione <strong>in</strong>terpersonalee basandosi sulla cultura del percepire e del capire il bisogno espresso ed <strong>in</strong>espressodellutente/cittad<strong>in</strong>o che proviene da un altro paese. Il bisogno espresso da un cittad<strong>in</strong>o straniero puòassumere una valenza diversa dal concetto di bisogno che abitualmente identifichiamo nel valoresemantico della parola. Il Progetto si è svolto nellottica del valore aggiunto che le varie forme dimulticulturalità apportano alla programmazione <strong>delle</strong> attività lavorative. Questa esperienza lavorativa èstata def<strong>in</strong>ita molto <strong>in</strong>teressante dai volontari del Servizio Civile per cittad<strong>in</strong>i stranieri, <strong>in</strong> quanto hamesso <strong>in</strong> evidenza un mondo sommerso ed <strong>in</strong>visibile presente all<strong>in</strong>terno della nostra società,dom<strong>in</strong>ato dallesclusione sociale, dalla non conoscenza personale e dalla mancanza di <strong>in</strong>formazione.ConclusioniLopportunità di lavorare su un progetto non completamente elaborato a tavol<strong>in</strong>o, ma <strong>in</strong>novativo e nonrigido, ne fa una formula v<strong>in</strong>cente perché d<strong>in</strong>amica e fluida che ha permesso di ottenere dei buonirisultati per lorganizzazione sanitaria, <strong>in</strong> unottica di miglioramento dei servizi, dellaccoglienza,dellascolto e dell<strong>in</strong>formazione verso i cittad<strong>in</strong>i.CommentiUna bellissima esperienza per tutti!86
Azienda USL di Reggio <strong>Emilia</strong>UNA SPERIMENTAZIONE CONCRETASecondo Rapporto sulle condizioni di salute della popolazione immigrata a Reggio <strong>Emilia</strong>Autore pr<strong>in</strong>cipaleNome e CognomeRuolo istituzionaleSilvia CandelaDirettore Struttura ComplessaDipartimento e Servizio di appartenenza Dipartimento Sanità Pubblica, Servizio di Epidemiologia -AUSL Reggio <strong>Emilia</strong>IndirizzoVia Amendola, 2 Reggio <strong>Emilia</strong>Recapito telefonico 0522/335490E-mailsilvia.candela@ausl.re.itAltri autoriPaola Ballotari, Laura Bonvic<strong>in</strong>i, Serena BroccoliCoord<strong>in</strong>atori statistici - Dipartimento Sanità Pubblica - Servizio di Epidemiologia - AUSL Reggio <strong>Emilia</strong>Tema pr<strong>in</strong>cipaleLa conoscenza <strong>delle</strong> condizioni di vita e dello stato di salute dei migranti87
TESTOIntroduzioneIl secondo Rapporto sulla salute degli immigrati a Reggio <strong>Emilia</strong> replica temi e metodologia del primoRapporto, pubblicato nel 2007, nella conv<strong>in</strong>zione che lanalisi <strong>delle</strong> condizioni di salute di tutte lepopolazioni, di quella immigrata <strong>in</strong> particolare, debba essere effettuata a scadenze ravvic<strong>in</strong>ate, percogliere tempestivamente i cambiamenti <strong>in</strong> atto <strong>in</strong> una collettività d<strong>in</strong>amica.Scopi e metodologiaLo scopo generale del lavoro è quello di fornire elementi utili a governare la risposta, organizzativa ostrutturale, <strong>in</strong> uno dei settori di bisogno primario come la Sanità.Allo scopo sono stati esplorati tutti gli strumenti <strong>in</strong>formativi correnti disponibili (SDO, CEDAP, Mortalità,Malattie <strong>in</strong>fettive, accesso al Pronto Soccorso, agli ambulatori dedicati, ai SS.Psichiatrici ecc.). Sonoanche stati calcolati i tassi età-sesso-nazionalità specifici, e ciò ha consentito un confronto accurato conla popolazione italiana e la valutazione <strong>delle</strong> modifiche temporali <strong>in</strong>tercorse dal 2003 al 2008.RisultatiE confermata la persistenza <strong>delle</strong>ffetto migrante sano, ma <strong>in</strong>iziano le prime manifestazioni di unatransizione epidemiologica verso le patologie croniche. I problemi pr<strong>in</strong>cipali sono ancora quelli dellaprima <strong>in</strong>fanzia, <strong>in</strong> cui i neonati presentano condizioni moderatamente peggiori dei nati italiani per peso,prematurità, natimortalità, necessità di rianimazione, Indice di Apgar, mortalità <strong>in</strong>fantile, e quelli deilavoratori per gli <strong>in</strong>fortuni sul lavoro. Gli accessi alle strutture sanitarie vedono <strong>in</strong> generale un m<strong>in</strong>orricorso rispetto alla popolazione italiana di pari età e sesso, con leccezione del Pronto Soccorso, per ilquale sono analizzate le cause, i codici colore, le tempistiche di accesso, nel confronto con gli italiani.ConclusioniIl Rapporto sottol<strong>in</strong>ea la necessità del monitoraggio periodico <strong>delle</strong> condizioni di salute degli immigrati,per f<strong>in</strong>i di programmazione sanitaria e di valutazione <strong>delle</strong> attività <strong>in</strong>traprese. Indica anche la necessitàche si realizzi <strong>in</strong> tempi brevi un sistema <strong>in</strong>formativo di valenza nazionale <strong>in</strong> grado di produrre <strong>in</strong> modosistematico descrizioni <strong>delle</strong> condizioni di salute degli immigrati, utili a fornire elementi di giudizio aidecisori <strong>delle</strong> politiche sanitarie, a livello nazionale e locale. Individua anche le necessità di ricerca suquesto terreno: il disagio psichico, tra cui quello <strong>in</strong>fantile e adolescenziale, le condizioni di salute <strong>delle</strong>seconde generazioni di immigrati, le caratteristiche socio-economiche e il loro rapporto con le condizionidi salute anche nelle popolazioni immigrate: sono aspetti che questo rapporto affronta solosuperficialmente o non affronta affatto. Una ricerca matura su un tema ormai maturo come la presenzadiventata strutturale degli immigrati <strong>in</strong> Italia deve descrivere, <strong>in</strong>terpretare e, possibilmente, cogliereprecocemente i fenomeni rilevanti che si manifestano <strong>in</strong> una società, per fornire <strong>in</strong>formazioni utili aguidarne lo sviluppo e a programmare gli <strong>in</strong>terventi.88