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Anno 15 - N. 28 - Dicembre 2011 - Comune di Aldeno

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Societàche a una certa età si cominci inqualche modo concreto a dare lavita, a portare frutto, a <strong>di</strong>ventaredono per i fratelli, a somigliare aGesù Cristo, ed è questa la santitàe il Natale: il segno che abbiamoimboccato la strada giusta è chegli altri cominciano a chiederci dadove pren<strong>di</strong>amo quella forza checi rende in grado <strong>di</strong> reggere pernoi stessi e per qualcun altro checi chiede una mano. Si <strong>di</strong>venta cre<strong>di</strong>bili,se si è persone serie, e siconvincono gli altri, che in qualchemodo cominciano a venirti <strong>di</strong>etroIl Natale è la festa della nostraciviltà nel senso che è la festa <strong>di</strong>un uomo nuovo fondato su una visionedel nostro destino aperto subeni misteriosi ma sicuri, che sonoquelli che prendono forma nel <strong>di</strong>scorsodelle Beatitu<strong>di</strong>ni: «Beativoi, poveri, perché vostro è il regno<strong>di</strong> Dio. Beati voi, che ora avetefame... Beati voi, che ora piangete…Sono ancora impresse nellanostra mente le immagini dell’alluvionein Liguria. Ma accanto aqueste ci sono rimaste impressequelle dei cosiddetti «angeli delfango». La «bomba d’acqua» hafatto esplodere la solidarietà. I giovanisi sono raccolti e hanno messoa <strong>di</strong>sposizione le loro energie.Migliaia <strong>di</strong> volontari si sono affiancatia vigili del fuoco e Protezionecivile. Una testimonianza fra le tantelette sui giornali: «Sono ragazzistraor<strong>di</strong>nari. Sono arrivati qui in più<strong>di</strong> cento. E non è stato necessariochiamarli a raccolta: si sono trovatiin piazza e si sono detti: “c’èbisogno <strong>di</strong> dare una mano, an<strong>di</strong>amo”».Sul profilo Facebook <strong>di</strong> unodei tanti volontari appare una fotoche ritrae un gruppo <strong>di</strong> questi «angelidel fango» che si abbraccianoin una strada devastata del capoluogoligure. A commento, una frasescritta da un’amica: «Tante volteci siamo detti che far bene fa bene,e qui non è uno slogan, ma unaevidenza. Noi, che lo sappiamo ono, siamo fatti per il bene». Allorache cosa, oggi, tiene accese le stelle?Solo le testimonianze efficaciche ci aiutano a vedere nella notte,a non credere che le tenebrehanno vinto la luce: testimonianzeche non solo ci aiutino a sperareche dopo la notte viene il giorno,ma a vedere che nel buio dellanotte brillano le stelle. Testimonianzesignifica persone concrete.Di questo c’è bisogno nel nostroNatale: ancora una volta reagire alpessimismo e aprirsi alla speranza.Più <strong>di</strong> tremila testimonianzeabbiamo nel nostro comune, personeche vivono nello stesso paese,che si stimano a vicenda, chesi correggono (con amore) quandoserve, che sanno dare spazioai giovani, che costruiscono spazi<strong>di</strong> socialità all’interno delle associazioni,della politica, dello sport,della scuola, della parrocchia. Tremilapersone attente a chi soffre, achi è solo, a chi è anziano, povero,malato. Tutto questo tiene accesele stelle e rende più bello ilnostro Natale. La vita è <strong>di</strong>fficile,ma tremila potenziali stelle in unostesso paese non sono poche, nonspegniamole e sarà sempre Natale.Tanti auguri don Daniele.22L’ARIONE

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