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Volume 9. Aggiornamento progetto Spin - Provincia di Siena

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S P I n – E c o IISTUDIO DI SOSTENIBILITA’ DELLA PROVINCIA DI SIENAATTRAVERSO INDICATORI ECODINAMICI<strong>Volume</strong> 9AGGIORNAMENTO PROGETTO SPIN-ECOP R O V I N C I A D I S I E N AS P I n – E c oU N I V E R S I T A’ D I S I E N ADIPARTIMENTO DI SCIENZE E TECNOLOGIE CHIMICHE E DEI BIOSISTEMIA R C A O N L U S


S P I n – E c o IISTUDIO DI SOSTENIBILITA’ DELLA PROVINCIA DI SIENAATTRAVERSO INDICATORI ECODINAMICI<strong>Volume</strong> 9AGGIORNAMENTO PROGETTO SPIN-ECOPROVINCIA DI SIEN AS P I n – E c oUNIVERSITA’ DI SIENADIPARTIMENTO DI SCIENZE E TECNOLOGIE CHIMICHE E DEI BIOSISTEMIA R C A O N L U S


Il presente lavoro è stato <strong>di</strong>retto e coor<strong>di</strong>nato dai Proff. Enzo Tiezzi, Simone Bastianoni, Na<strong>di</strong>aMarchettini, Clau<strong>di</strong>o Rossi e Alessandro Donati.Hanno collaborato alla stesura <strong>di</strong> questo stu<strong>di</strong>o: Borsa S., Bosco S., Bravi M., Ciampalini F., Coppola F., DiDonato M., Facchini A., Galli A., Granai C., Niccolucci V., Patterson T.M., Pizzigallo A.C.I., Pulselli F.M.,Pulselli R.M., Ridolfi R., Rossi F.Si ringraziano per il prezioso lavoro <strong>di</strong> collaborazione: Boni M., Brogi F., Paoletti S., Valacchi D.


SPIn-Eco ed ISEW. Una decisa innovazione per la valutazione della sostenibilità dellosviluppo economico del territorioCiò che la <strong>Provincia</strong> <strong>di</strong> <strong>Siena</strong> ha realizzato attraverso il Progetto SPIn-Eco rappresentaprobabilmente une delle prima esperienze europee nelle quali, su vasta scala (un interoterritorio provinciale che conta circa 260.000 abitanti), si sia dettagliatamentemonitorato, a livello <strong>di</strong> ogni singolo comune, lo stato <strong>di</strong> salute <strong>di</strong> gran parte dellecomponenti ambientali attraverso l’uso <strong>di</strong> in<strong>di</strong>catori ambientali ad elevato contenutoscientifico: energia, exergia, impronta ecologica, flussi <strong>di</strong> CO2, capitale naturale, analisidel ciclo <strong>di</strong> vita ed analisi dati da satellite. E’ stata infatti condotta una sistematicaricerca, durata oltre tre anni, finalizzata a produrre una analisi della sostenibilitàambientale dell’attività umana sul territorio provinciale, che ha permesso <strong>di</strong> attivare econcludere (per la prima volta in Italia) le procedure per la certificazione ambientaleISO14001 e la registrazione EMAS dell’intera Amministrazione <strong>Provincia</strong>le <strong>di</strong> <strong>Siena</strong>; edecco, così, il dettaglio del primo aggiornamento che conferma la vali<strong>di</strong>tà degli in<strong>di</strong>catoriverificando e perfezionando l’affidabilità della metodologia <strong>di</strong> calcolo.All’aggiornamento si aggiungono due novità importanti: il calcolo dell’in<strong>di</strong>ce <strong>di</strong>benessere economico sostenibile (ISEW) e l’integrazione <strong>di</strong> tutti gli in<strong>di</strong>catori attraversol’elaborazione dell’analisi delle componenti principali (PCA).Questa pubblicazione, insieme all’aggiornamento <strong>di</strong> SPIN ECO testimonia il risultato <strong>di</strong>due componenti: la necessità <strong>di</strong> affinare la conoscenza dei dati ambientali del territorioal fine <strong>di</strong> poter valutare correttamente e preventivamente gli effetti delle azioni <strong>di</strong>programmazione e quella <strong>di</strong> approfon<strong>di</strong>re la capacità <strong>di</strong> valutazione del dato ambientaleche rappresenta un elemento imprescin<strong>di</strong>bile dai dati economici, sociali e, in generale,da tutte le varie componenti che influenzano lo sviluppo economico ed il benessere dellapopolazione. Il calcolo dell’ISEW per la provincia <strong>di</strong> <strong>Siena</strong> costituisce un’esperienzapressoché unica in quanto è stato fatto per gli anni 1999 e 2003 in un ambito subnazionale;e poiché l’analisi delle varie componenti ha consentito <strong>di</strong> integrare tra loro ivalori <strong>di</strong> tutti gli in<strong>di</strong>catori che sono stati calcolati durante il <strong>progetto</strong> SPIn-Eco. Lametodologia utilizzata per l’incrocio e la valutazione dei dati ambientali ci consegnainformazioni altamente <strong>di</strong>fferenziate ed utili a comprendere il funzionamento del nostrosistema territoriale nella sua globalità piuttosto che informare su un singolo problema,fornendo dunque una visione olistica del territorio.Il modello realizzato conferma la valenza politico-amministrativa <strong>di</strong> SPIn-Eco e levalutazioni che ne emergono, nel consegnarci un dato assolutamente positivo per qualitàe valore intrinseco del territorio, impongono la necessità <strong>di</strong> confermare atteggiamenti <strong>di</strong>grande attenzione nella definizione delle politiche <strong>di</strong> sviluppo al fine <strong>di</strong> garantire laconservazione degli equilibri fra le componenti dei vari sistemi territoriali.Tutto questo nell’ambito <strong>di</strong> politiche non meramente conservative, ma che sappianotrovare nuovi equilibri a fronte delle necessarie azioni <strong>di</strong> ammodernamentoinfrastrutturale necessarie anche in un territorio tanto unico come quello senese.Fabio CeccheriniPresidente della <strong>Provincia</strong> <strong>di</strong> <strong>Siena</strong>


Dalla conoscenza scientifica alla programmazioneIl Progetto SPIn-Eco (Sostenibilità in <strong>Provincia</strong> <strong>di</strong> <strong>Siena</strong> me<strong>di</strong>ante In<strong>di</strong>catori Eco<strong>di</strong>namici)è stato attivato nel 2001 con il contributo finanziario della Fondazione Monte dei Paschi<strong>di</strong> <strong>Siena</strong> e quello scientifico della Università degli Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> <strong>Siena</strong> che si è avvalsa anchedel supporto <strong>di</strong> prestigiosi collaboratori <strong>di</strong> università nazionali ed internazionali.La ricerca scientifica condotta con il <strong>progetto</strong> ha preso in esame lo stato dellecomponenti ambientali dell’intero territorio senese analizzandole con in<strong>di</strong>catori <strong>di</strong>sostenibilità ambientale. Inizialmente sono state valutate le singole realtà comunali e<strong>di</strong>n seguito, con un aggiornamento, sono stati analizzati anche i sistemi ambientali percircondari provinciali.Si è trattato <strong>di</strong> uno stu<strong>di</strong>o che ha fornito una base conoscitiva importante per intervenirecon una programmazione territoriale oculata per proteggere e valorizzare l’ambientecon l’auspicio <strong>di</strong> ricondurre le attività agricole, industriali, turistiche ad un unicosistema che coniughi sviluppo e sostenibilità.Contestualmente al Progetto SPIn-Eco, la <strong>Provincia</strong> <strong>di</strong> <strong>Siena</strong> ha messo a punto un Sistema<strong>di</strong> Gestione Ambientale per migliorare le proprie prestazioni ambientali per conseguirela Certificazione ambientale – ISO 14001 – e la Registrazione EMAS, due traguar<strong>di</strong> a cui èapprodata rispettivamente nel 2003 e nel 2006. L’esperienza provinciale è stata poicalata nel territorio con l’attivazione della Certificazione ISO 14001 <strong>di</strong> un primoconsistente gruppo <strong>di</strong> Comuni. L’auspicio è quello <strong>di</strong> <strong>di</strong>ffonderla anche presso i soggettioperanti sul territorio affinché migliorando gli impatti sull’ambiente contribuiscano agliobiettivi <strong>di</strong> sostenibilità ambientale.Con il Progetto SPIn-Eco sono state poi intraprese azioni e percorsi <strong>di</strong> confronto conrealtà nazionali ed internazionali. In tale contesto assume un ruolo <strong>di</strong> rilievo il <strong>progetto</strong>per la certificazione del sistema <strong>di</strong> misurazione delle emissioni <strong>di</strong> CO2 a livelloprovinciale con l’obbiettivo al 2015 per un bilancio <strong>di</strong> emissioni in pareggio el’aggiornamento del <strong>progetto</strong> che in questa sede viene proposto costituisce un elemento<strong>di</strong> riferimento fondamentale anche per l’importanza del rigore scientifico dellarappresentazione <strong>di</strong> punti <strong>di</strong> forza e criticità territoriali imprescin<strong>di</strong>bile per ogni scelta<strong>di</strong> pianificazione e con<strong>di</strong>visione con i portatori <strong>di</strong> interesse ed i citta<strong>di</strong>ni sulla stradadella sostenibilità.Clau<strong>di</strong>o GallettiAssessore all’Ambientedella <strong>Provincia</strong> <strong>di</strong> <strong>Siena</strong>


SPIn-Eco: la ricerca scientifica come fondamento per lo sviluppo sostenibileUn modello <strong>di</strong> sviluppo che voglia tenere conto della complessità del territorio devetrovare riferimento e forza nei principi dello sviluppo sostenibile perché possano esserecreate con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> vita e <strong>di</strong> benessere economico e sociale, nel pieno rispetto dellefuture generazioni e della capacità <strong>di</strong> carico dell’ambiente. Uno dei punticaratterizzanti il pensiero epistemologico dello sviluppo sostenibile è condensato nelloslogan emerso dalla Conferenza <strong>di</strong> Rio de Janeiro del 1992: pensare globalmente e agirelocalmente. In sintonia con questo filone <strong>di</strong> pensiero è nato il <strong>progetto</strong> “Una prospettiva<strong>di</strong> Sostenibilità per la <strong>Provincia</strong> <strong>di</strong> <strong>Siena</strong>” denominato con l’acronimo SPIn-Eco.Il Progetto SPIn-Eco (sostenibilità della <strong>Provincia</strong> me<strong>di</strong>ante in<strong>di</strong>catori eco<strong>di</strong>namici) èstato voluto dall’Amministrazione <strong>Provincia</strong>le <strong>di</strong> <strong>Siena</strong> e finanziato dalla FondazioneMonte dei Paschi. Il <strong>progetto</strong> è stato affidato alla <strong>di</strong>rezione del Prof. Enzo Tiezzi e allasua équipe del Dipartimento <strong>di</strong> Scienze e Tecnologie Chimiche e dei Biosistemidell’Università <strong>di</strong> <strong>Siena</strong>, con la collaborazione <strong>di</strong> ARCA Onlus e <strong>di</strong> molti ricercatori <strong>di</strong>Università e Enti <strong>di</strong> ricerca italiani, europei e americani.Il <strong>progetto</strong> si è posto l’obiettivo <strong>di</strong> esaminare il territorio senese (la <strong>Provincia</strong> e i 36Comuni) me<strong>di</strong>ante vari in<strong>di</strong>catori <strong>di</strong> sostenibilità per offrire una valutazione delle risorseambientali e della loro gestione nel territorio senese. Tutto questo è stato sintetizzatoin mappe territoriali <strong>di</strong> sostenibilità, che costituiscono una sorta <strong>di</strong> “TAC” del territorio,in grado <strong>di</strong> mostrare i fattori che possono frenare lo sviluppo futuro dell’economialocale.L’aspetto da sottolineare è che la scelta <strong>di</strong> questo ventaglio <strong>di</strong> in<strong>di</strong>catori ha consentito<strong>di</strong> descrivere un quadro completo delle relazioni tra risorse naturali e attività umanepresenti sul territorio, gettando le basi per definire le migliori alternative nella gestionedell’ambiente per il territorio senese. Gli in<strong>di</strong>catori usati sono riconducibili a <strong>di</strong>versemetodologie, dall’analisi eMergetica a quella eXergetica, dall’impronta ecologica allavalutazione dei flussi <strong>di</strong> anidride carbonica (bilancio dei gas serra), dall’analisi dei cicli<strong>di</strong> vita (Life Cycle Assesment) all’analisi dei dati da satellite (Remote Sensing). Sonostati oggetto del Progetto anche alcuni stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> settore sull’analisi del ciclo <strong>di</strong> vita sia incampo agricolo (produzione <strong>di</strong> vino) sia in campo industriale (produzione del cristallo).La complessità e l’importanza del <strong>progetto</strong> SPIn-Eco hanno portato la <strong>Provincia</strong> <strong>di</strong> <strong>Siena</strong>al centro del <strong>di</strong>battito scientifico sullo sviluppo sostenibile come <strong>di</strong>mostrano i congressiinternazionali “Ecosud” 2003, “Sustainable City”, “Brownfields” e quello nazionale <strong>di</strong>Chimica dell’Ambiente e dei Beni Culturali, tenutisi nel giugno 2004, fra <strong>Siena</strong> e ColleVal d’Elsa, che hanno visto la partecipazione <strong>di</strong> qualche centinaio <strong>di</strong> scienziati <strong>di</strong> varieparti del mondo. Nel Giugno 2006 inoltre si è tenuto nel nostro territorio anche il primoworkshop mon<strong>di</strong>ale sull’Impronta Ecologica (“Accounting for a Small Planet”),organizzato dall’Università <strong>di</strong> <strong>Siena</strong>, dal Global Footprint Network con il sostegnodell’Amministrazione <strong>Provincia</strong>le <strong>di</strong> <strong>Siena</strong>.Enzo TiezziDirettore Scientifico del Progetto SPIn-Eco


L’importanza del monitoraggio ambientale per il Sistema <strong>di</strong> Gestione Ambientaledell’EnteLa ricerca SPIn-Eco è stata significativa in quanto ha permesso <strong>di</strong> attivare importantiprogetti ed ha rappresentato una utile fonte <strong>di</strong> dati per un sistema adottato dalla<strong>Provincia</strong> <strong>di</strong> <strong>Siena</strong> che prevede monitoraggi sul territorio ed una programmazione inottica <strong>di</strong> sostenibilità ambientale. Si tratta dello stesso Sistema <strong>di</strong> Gestione Ambientalemesso a punto per la Certificazione ISO 14001 e negli ultimi anni per la RegistrazioneEMAS dell’Ente.Soprattutto con questa ultima, per il cui conseguimento è stata redatta unaDichiarazione ambientale, la <strong>Provincia</strong> <strong>di</strong> <strong>Siena</strong> si è dotata <strong>di</strong> un affinato sistema <strong>di</strong>monitoraggio sia sui fattori ambientali che sui progetti intrapresi ad essi relativi permostrare al pubblico l’attività <strong>di</strong> miglioramento ambientale.La <strong>di</strong>vulgazione infatti è uno dei principi car<strong>di</strong>ne dell’EMAS affinché, nel caso dell’entelocale, gli amministratori, i portatori <strong>di</strong> interesse ed i citta<strong>di</strong>ni possano esseresensibilizzati sulle tematiche <strong>di</strong> sostenibilità ambientale e coinvolti nelle scelteamministrative.L’EMAS rappresenta il riconoscimento a livello europeo del raggiungimento <strong>di</strong> prestazioni<strong>di</strong> eccellenza ambientale attraverso un programma ambientale sottoposto a verificacostante e reso pubblico.Questo percorso ha implicato anche un maggiore coinvolgimento del personaleprovinciale.Nell’anno 2006 oltre al conseguimento della Registrazione EMAS la <strong>Provincia</strong> <strong>di</strong> <strong>Siena</strong> haprovveduto alla pubblicazione del Primo rapporto <strong>di</strong> sostenibilità ambientale, con lavolontà <strong>di</strong> proseguire negli anni successivi alla sua revisione annuale.L’insieme <strong>di</strong> queste pubblicazioni a cui si aggiunge questo aggiornamento del <strong>progetto</strong>SPIn-Eco fornisce un quadro ad oggi chiaro ed esaustivo sul sistema ambiente delterritorio senese, sulle sue risorse, sui progetti attivati per la sua conservazione e per lasua valorizzazione anche per aprire nuove e qualificanti prospettive <strong>di</strong> sviluppo e <strong>di</strong>azioni finalizzate alla crescita sociale ed economica.Paolo CaspriniDirettore Area Politiche dell’AmbienteDirigente Servizio Ambientedella <strong>Provincia</strong> <strong>di</strong> <strong>Siena</strong>


In<strong>di</strong>ceINDICEPARTE PRIMA – <strong>Aggiornamento</strong> Progetto SPIn-EcoIn<strong>di</strong>catori eco<strong>di</strong>namici come strumenti <strong>di</strong> valutazione e <strong>di</strong> programmazione1 I numeri della <strong>Provincia</strong> <strong>di</strong> <strong>Siena</strong> pag.11.1 Il territorio1.2 Il sistema socio-economico1.3 I settori produttivi1.4 Il sistema energia1.5 Il gas naturale1.6 I combustibili derivati dal petrolio1.7 Il sistema rifiuti1.8 L’attività estrattiva1.9 La risorsa idrica2 L’analisi EMergetica della <strong>Provincia</strong> <strong>di</strong> <strong>Siena</strong> pag.152.1 Analisi EMergetica2.2 L’analisi EMergetica <strong>di</strong> un sistema territoriale2.3 Descrizione del sistema2.4 Le tabelle dell’Analisi Emergetica2.5 Risultati2.6 I flussi <strong>di</strong> EMergia2.7 Gli In<strong>di</strong>catori EMergetici2.7.1 Il Rapporto <strong>di</strong> Impatto Ambientale2.7.2 L’in<strong>di</strong>catore <strong>di</strong> Densità <strong>di</strong> Flusso <strong>di</strong> EMergia2.7.3 L’EMergia per persona2.7.4 Il rapporto <strong>di</strong> Investimento EMergetico2.7.5 EMergia/PIL2.8 Discussione: La <strong>Provincia</strong> <strong>di</strong> <strong>Siena</strong> nel 1999 e nel 20032.8.1 La gestione dell’attività estrattiva nella <strong>Provincia</strong> <strong>di</strong> <strong>Siena</strong>:una prospettiva <strong>di</strong> sostenibilità.2.8.2 Investire nel Capitale Naturale: le risorse rinnovabili2.9 Considerazioni finaliSPIN-ECO


In<strong>di</strong>ce3 L’Impronta Ecologica pag.453.1 L’Impronta Ecologica in breve3.2 Variazioni metodologiche3.3 <strong>Aggiornamento</strong> della prima analisi SPIn-Eco3.4 Impronta Ecologica e Biocapacità della <strong>Provincia</strong> <strong>di</strong> <strong>Siena</strong> (2003)3.4.1 Bilancio ecologico della <strong>Provincia</strong> <strong>di</strong> <strong>Siena</strong>3.4.2 Il Semaforo ecologico del territorio senese3.5 Confronto 1999 – 20033.6 Biocapacità provinciale 1929-20034 In<strong>di</strong>catori Comuni Europei (ICE) pag.784.1 In<strong>di</strong>catore n° 2 – Contributo locale al cambiamento climatico globale4.2 In<strong>di</strong>catore n. 3 – Mobilità locale e trasporto4.3 In<strong>di</strong>catore n. 4 – Accessibilità delle aree ver<strong>di</strong> pubbliche e dei servizi locali4.4 In<strong>di</strong>catore n. 5 - Qualità dell’aria locale4.5 In<strong>di</strong>catore n. 7 - Gestione sostenibile dell’autorità locale e delle imprese locali4.6 In<strong>di</strong>catore n. 8 – Inquinamento acustico4.7 In<strong>di</strong>catore n. 9 – Uso sostenibile del territorio4.8 Considerazioni finali5 Monitoraggio dei progetti <strong>di</strong> sostenibilità pag.1075.1 Analisi Emergetica5.2 Impronta Ecologica5.3 Bilancio Gas serra6 Conclusioni pag.1257 Appen<strong>di</strong>ce pag.1298 Bibliografia <strong>di</strong> riferimento pag.131SPIN-ECO


In<strong>di</strong>cePARTE SECONDA- Approfon<strong>di</strong>menti tematiciAgricoltura specializzata e turismo sostenibile1 Approfon<strong>di</strong>mento sulla sostenibilità in agricoltura tramite LCA edEmergia pag. 1401.1 Introduzione1.2 Gli ecosistemi agricoli1.3 Agricoltura e sostenibilità1.4 L’analisi termo<strong>di</strong>namica degli agroecosistemi1.5 Meto<strong>di</strong>1.5.1 Life Cycle Assessment (LCA)1.5.2 Emergia1.6 Descrizione dei sistemi agricoli1.7 I risultati dell’analisi1.8 Conclusioni1.9 Bibliografia2 Approfon<strong>di</strong>mento sulla sostenibilità del settore turistico attraversola teoria dei sistemi adattativi pag. 1732.1 Introduzione2.2 Background concettuale2.2.1 Il ciclo <strong>di</strong> destinazione2.2.2 La resilienza2.2.3 L’Impronta Ecologica o Ecological Footprint2.3 Meto<strong>di</strong>2.3.1 La Biocapacità nel tempo2.3.2 .L’Impronta Ecologica dei residenti nel tempo2.3.3 L’Impronta Ecologica dei turisti nel tempo2.4 Risultati2.5 Discussione2.6 Conclusioni2.7 BibliografiaSPIN-ECO


I numeri della <strong>Provincia</strong> <strong>di</strong> <strong>Siena</strong>11 I numeri della <strong>Provincia</strong> <strong>di</strong> <strong>Siena</strong>Questo capitolo costituisce una sezione statistica in<strong>di</strong>spensabile, utile araccogliere il complesso insieme <strong>di</strong> informazioni che costituiscono il data-base <strong>di</strong>partenza per l’aggiornamento delle analisi riguardanti l’Impronta Ecologica e l’analisiEMergetica della <strong>Provincia</strong> <strong>di</strong> <strong>Siena</strong>, per l’anno 2003. Per garantire la confrontabilitàtra le analisi riportate in questo stu<strong>di</strong>o e le precedenti analisi (riferite all’anno 1999),si è fatto uso delle medesime fonti informative e bibliografiche utilizzate in passato,riportate accanto ad ogni valore.Nei primi paragrafi verranno presentati i dati relativi alle caratteristiche delterritorio, della popolazione, del sistema economico, del sistema energetico, <strong>di</strong>quello idrico e del settore dei rifiuti della <strong>Provincia</strong> <strong>di</strong> <strong>Siena</strong>.1.1 Il territorioLa <strong>Provincia</strong> <strong>di</strong> <strong>Siena</strong>, è posizionata nellaToscana meri<strong>di</strong>onale e si estende su <strong>di</strong> unasuperficie <strong>di</strong> 3.821 km 2 , <strong>di</strong> carattereprevalentemente collinare (93%), con una zonamontana limitata (7%). È fra le Province piùestese <strong>di</strong> Italia e la seconda per <strong>di</strong>mensione inToscana, preceduta dalla sola Grosseto (Figura1.1).Secondo le rilevazioni ISTAT al 31/12/2003la popolazione residente viene stimata in258.821 unità, per una densità <strong>di</strong> popolazione <strong>di</strong>circa 68 ab/km 2 , che risulta essere una fra lepiù basse per le Province italiane e quasi unterzo <strong>di</strong> quella nazionale (circa 190 ab/km 2 ).MSPOLUPTFIARPILISIGRFigura 1.1: La Regione Toscana e le sueProvince.Rispetto al 14° censimento ISTAT, datato 2001, si rileva che l’aumentodemografico della <strong>Provincia</strong> nell’ultimo biennio (2001-2003) è stato abbastanzacontenuto e pari a circa il 2,5%. Per ciò che concerne le <strong>di</strong>namiche demografiche deisingoli Comuni si possono notare due opposte tendenze. Nelle aree collinari piùdecentrate si registra una lenta ma progressiva <strong>di</strong>minuzione demografica,SPIN-ECO


I numeri della <strong>Provincia</strong> <strong>di</strong> <strong>Siena</strong>2contrapposta ad un aumento nei Comuni più industrializzati, come Sinalunga,Poggibonsi e Colle. Questo trasferimento è sicuramente riconducibile sia a miglioriprospettive lavorative che a scelte <strong>di</strong> vita più convenienti. Nella Tabella 1.1 si riportala serie storica della popolazione della <strong>Provincia</strong> dal 1999 al 2003.Tabella 1.1: Serie storica della popolazione della <strong>Provincia</strong> <strong>di</strong> <strong>Siena</strong>. Fonte: ISTAT.<strong>Provincia</strong> <strong>di</strong> <strong>Siena</strong> 252.9721999 2000 2001 2002 2003254.078252.288254.270258.8211.2 Il sistema socio-economicoIl tessuto produttivo della <strong>Provincia</strong> <strong>di</strong> <strong>Siena</strong> non è tra<strong>di</strong>zionalmente fondato sulleattività industriali, sebbene esistano sul territorio alcuni importanti poli produttivi. Idati dello “Osservatorio Economico Locale”, riferiti all’anno 2003 per la <strong>Provincia</strong> <strong>di</strong><strong>Siena</strong>, attribuiscono al settore industriale (manifatturiero, estrattivo e costruzioni)un peso percentuale pari al 15,6% del Valore Aggiunto a prezzi base delle brancheproduttive, mentre il 78,1% è attribuito al settore dei servizi (commercio, turismo,agriturismo, trasporti e comunicazioni, cre<strong>di</strong>to e assicurazioni, servizi non destinabilialla ven<strong>di</strong>ta e altri servizi). L’agricoltura incide sul valore aggiunto per il 6,3%.Di seguito viene riportata la tabella relativa alla ripartizione percentuale delleattività economiche per gli anni 2003 e 2004, sud<strong>di</strong>visa per branca produttiva.Tabella 1.2: Valore aggiunto per branche produttive; composizionepercentuale per gli anni 2003 e 2004. Fonte: nostra elaborazione sudati dell’Osservatorio Economico <strong>Provincia</strong>le.Anno 2003Anno2004Agroalimentare 6,3 % 6,5 %Minerali non metalliferi 3,4 % 2,5 %Moda 1,4 % 1,3 %Meccanica 4,4 % 5,1 %Altra industria 6,4 % 5,5 %Costruzioni 6,8 % 6,7 %Commercio, alberghi e pubblici esercizi 19,8 % 19,5 %Altri servizi 51,5 % 53,0 %Totale 100 % 100 %SPIN-ECO


I numeri della <strong>Provincia</strong> <strong>di</strong> <strong>Siena</strong>3Nel 2004, in <strong>Provincia</strong> <strong>di</strong> <strong>Siena</strong> è stato registrato un prodotto interno lordo (P.I.L.)pro capite <strong>di</strong> 36.600 euro; tale valore la colloca al 7° posto nella graduatoria delleProvince.Nella classifica della Qualità della Vita elaborata dal Sole 24 Ore per le Provinceitaliane, nell’anno 2004 (dati 2003) la <strong>Provincia</strong> <strong>di</strong> <strong>Siena</strong> si colloca al 16° posto, 7posti in meno rispetto al 1999, ed è la terza tra le Province toscane dopo Livorno ePisa.1.3 I settori produttiviIl settore agricolo, incentrato principalmente su produzioni tipiche quali vino eolio, ha permesso la creazione <strong>di</strong> attività connesse, quali industrie <strong>di</strong> primatrasformazione e agro-alimentari. Il settore vitivinicolo con le sue produzioni <strong>di</strong>qualità (come ad esempio Brunello <strong>di</strong> Montalcino, Chianti, Nobile <strong>di</strong> Montepulciano eVernaccia <strong>di</strong> S. Gimignano) è rinomato in tutto il mondo e rappresenta circa il 40%dell’intera produzione Toscana.In questo settore, il numero <strong>di</strong> aziende in<strong>di</strong>viduate sul territorio provinciale dal5°Censimento generale dell’Agricoltura 2000 è pari a 15.044 per una superficieagricola totale <strong>di</strong> 332.281,3 ha. La Superficie Agricola Utilizzata (S.A.U.) è <strong>di</strong>184.384,4 ha (circa il 48% dell’intera superficie provinciale) con una <strong>di</strong>minuzione <strong>di</strong>circa il 6% rispetto al Censimento del 1990.La ripartizione provinciale tra le principali utilizzazioni dei terreni agricoli(Tabella 1.3) vede una netta prevalenza dei terreni investiti a seminativi e a boschiche rappresentano rispettivamente il 39,6% e il 35,7% della Superficie Agricola Totale(S.A.T.).SPIN-ECO


I numeri della <strong>Provincia</strong> <strong>di</strong> <strong>Siena</strong>4Tabella 1.3: Superficie in ettari investita secondo leprincipali forme <strong>di</strong> utilizzazione dei terreni. Fonte: 5°Censimento Generale dell’Agricoltura.<strong>Provincia</strong>Superficie(ha)Superficie Agricola Utilizzata (S.A.U.): 184.384,40seminativi 131.614,2orti familiari 460,7viti 18.058,2coltivazioni legnose agrarie 33.561,7prati 5.340,5pascoli 13.407,40Boschi 118.617,50Arboricoltura da legno 3.540,1Superficie agricola non utilizzata 15.533,8Altra superficie 10.205,5Superficie Agricola Totale (SAT) 332.281,3Nel settore zootecnico, lo stesso Censimento 2000 in<strong>di</strong>vidua in totale 4.959aziende con allevamenti. La maggioranza degli animali censiti sono ovini mentrebovini e suini sono presenti in numero più esiguo (Tabella 1.4)Tabella 1.4: Numero e tipologia delle principalispecie <strong>di</strong> bestiame. Fonte: ISTAT, 5° CensimentoGenerale dell’Agricoltura, anno 2000.Principali specie <strong>di</strong> bestiame Numero <strong>di</strong> capiBovini e bufalini 14.143Ovini e caprini 125.601Equini 2.274Suini 23.699Il settore manifatturiero (4.581 unità locali e 18.286 addetti) della <strong>Provincia</strong> <strong>di</strong><strong>Siena</strong> ruota prevalentemente attorno alle attività della fabbricazione, produzione elavorazione dei minerali metalliferi con il 18,3% degli addetti; la fabbricazione <strong>di</strong>mobili e l’industria meccanica raccolgono invece rispettivamente il 12,7% e il 27,9%SPIN-ECO


I numeri della <strong>Provincia</strong> <strong>di</strong> <strong>Siena</strong>5del totale degli addetti <strong>di</strong> tutto il settore manifatturiero. Il settore delle costruzioniimpiega 6.512 addetti (pari al 9,5% del totale provinciale) in 3.948 unità locali. Learee industriali <strong>di</strong> maggior rilevanza sono in<strong>di</strong>viduabili nel Comune <strong>di</strong> Poggibonsi conil 23% <strong>di</strong> industrie meccaniche e <strong>di</strong> lavorazione <strong>di</strong> metalli ed il 16,3% <strong>di</strong> alimentari etessili e a Colle <strong>di</strong> Val d’Elsa per la lavorazione <strong>di</strong> minerali non metalliferi rivolta allaproduzione <strong>di</strong> cristallo, per la quale la zona è un centro <strong>di</strong> produzione internazionale.Nel settore dei servizi primeggiano le attività commerciali e alberghiere conrispettivamente 15.146 addetti in <strong>9.</strong>613 unità locali e 4.773 addetti in 2.622 unitàlocali. In particolare, le strutture ricettive sono rappresentative <strong>di</strong> un’attivitàturistica <strong>di</strong>ffusa più o meno omogeneamente su tutto il territorio provinciale.L’industria turistica nel suo complesso rappresenta una delle voci più importantidell’economia senese e richiama ogni anno più <strong>di</strong> tre milioni <strong>di</strong> presenze, collocandola <strong>Provincia</strong> al 23° posto fra le Province italiane più visitate.Il numero <strong>di</strong> arrivi nel 2004 (Tabella 1.5) ha raggiunto la quota <strong>di</strong> 1.254.952 unità(solo un 9% in più rispetto all’anno precedente). Dei visitatori, il 27,2% (341.449) èstato ospitato in esercizi extra-alberghieri.Nella <strong>Provincia</strong> si trovano 1.769 strutture extra-alberghiere e 508 strutturealberghiere. In questi ultimi anni sta prendendo sempre più campo un nuovo tipo <strong>di</strong>turismo che privilegia l’aspetto naturalistico (agriturismo). Per quanto riguardainvece le presenze (numero <strong>di</strong> arrivi moltiplicato per i giorni <strong>di</strong> permanenza me<strong>di</strong>a),nella <strong>Provincia</strong> <strong>di</strong> <strong>Siena</strong>, per l’anno 2004, si arriva ad un totale <strong>di</strong> 3.543.495, con unapercentuale del 35% circa (1.260.833) <strong>di</strong>stribuita nel Circondario della Val <strong>di</strong> Chiana.Tale cifra trova spiegazione nel fatto che uno dei Comuni che compongono ilCircondario della Val <strong>di</strong> Chiana, Chianciano Terme, vede ogni anno l’arrivo, per unapermanenza me<strong>di</strong>a <strong>di</strong> 3-4 giorni, <strong>di</strong> turisti per cure e soggiorni termali.Tabella 1.5: Arrivi turistici in <strong>Provincia</strong> <strong>di</strong> <strong>Siena</strong> nel periodo 1999-2004. Fonte: Osservatorio Economicodella <strong>Provincia</strong> <strong>di</strong> <strong>Siena</strong>.<strong>Provincia</strong> <strong>di</strong> <strong>Siena</strong> 1999 2000 2001 2002 2003 2004Arrivi1.145.4481.197.3571.276.7961.320.8171.23<strong>9.</strong>7431.254.952Presenze3.897.1144.356.2874.26<strong>9.</strong>5204.664.9404.285.9623.543.495SPIN-ECO


I numeri della <strong>Provincia</strong> <strong>di</strong> <strong>Siena</strong>61.4 Il sistema energiaLa serie storica che riassume la domanda provinciale <strong>di</strong> energia elettrica (Tabella1.6) mostra, come era lecito attendersi, un trend in crescita. Tra gli anni 1999 e 2003si assiste ad un aumento complessivo <strong>di</strong> quasi il 20% della domanda. Tuttavia <strong>Siena</strong> sipresenta come una delle Province toscane meno “energivore”. I consumi attuali,infatti si assestano intorno a 1.227 GWh/anno.Tabella 1.6: Domanda provinciale <strong>di</strong> energia elettrica: serie storica anni 2000-2003.Fonte: ENEL-GRTN.GWh 1999 2000 2001 2002 2003Consumi 1.027,83 1.050,05 1.090,10 1.156,40 1.226,70Variazione % - +2,2% +4,0% +6,6% +7,0%In Tabella 1.7 è evidenziata l’incidenza dei vari settori rispetto all’interoconsumo provinciale, per il periodo 1999-2003; nel 2003, il comparto più energivoro èquello industriale, che rappresenta più del 38% del totale. Tale valore ad ogni modonon si <strong>di</strong>scosta molto dai consumi del terziario a conferma del fatto che quest’ultimoè il settore più sviluppato della <strong>Provincia</strong>. Nell’ultima colonna è riportato l’in<strong>di</strong>ce <strong>di</strong>pressione, che fornisce un valore della domanda energetica per abitante per l’anno2003 che è <strong>di</strong> 4.739,5 kWh.Tabella 1.7: Domanda provinciale <strong>di</strong> energia elettrica (espressa in GWh) scorporata per settoriproduttivi, nel periodo 1999-2003. Fonte: GRTN.GWhAgricoltura esilvicolturaIndustria Terziario Domestico TotaleIn<strong>di</strong>catore <strong>di</strong>pressione(kWh/ab)Anno 1999 44,0 411,2 305,6 284,3 1.045,1 4.131,3Anno 2000 45,2 413,3 320,7 287,7 1.066,9 4.199,1Anno 2001 43,7 437,1 326,4 282,7 1.090,1 4.320,9Anno 2002 44,2 456,2 364,7 291,3 1.156,4 4.547,9Anno 2003 49,6 472,5 402,0 302,7 1.226,8 4.739,5SPIN-ECO


I numeri della <strong>Provincia</strong> <strong>di</strong> <strong>Siena</strong>7Da notare il fatto che, nel periodo considerato, il trend dei consumi provincialiper settore produttivo sono tutti in aumento. Inoltre, la domanda complessiva <strong>di</strong>energia elettrica è quasi completamente coperta dalla produzione locale. Nel 2003sono stati prodotti 1.226,80 GWh <strong>di</strong> energia elettrica (<strong>di</strong> cui 1.150 GWh da fontegeotermica e 1,36 GWh da termovalorizzazione dei rifiuti) che complessivamenterappresentano più del 90% della domanda energetica provinciale. Questo valore ha unsignificato interessante considerato che poche Province in Italia riescono a sod<strong>di</strong>sfareil proprio fabbisogno elettrico sfruttando fonti energetiche locali alternative aicombustibili fossili.1.5 Il gas naturaleLa <strong>di</strong>stribuzione del gas metano in <strong>Provincia</strong> <strong>di</strong> <strong>Siena</strong>, nell’anno 2003, è statagestita da tre Enti: Intesa, Gestione Val<strong>di</strong>chiana e Fiorentinagas. Attualmente iComuni serviti da rete <strong>di</strong>stribuzione del gas metano sono 29 su 36, con una coperturadel 98,9% della popolazione residente nella <strong>Provincia</strong>. Non hanno <strong>di</strong>stribuzione delgas metano i Comuni <strong>di</strong> Abba<strong>di</strong>a San Salvatore, Chius<strong>di</strong>no, Monticiano, Murlo,Piancastagnaio, Ra<strong>di</strong>cofani e Ra<strong>di</strong>condoli. L’uso principale del gas naturale èsenz’altro da attribuirsi al riscaldamento in<strong>di</strong>viduale, anche se l’aumento della rete<strong>di</strong> <strong>di</strong>stribuzione rende la risorsa <strong>di</strong>sponibile anche agli altri comparti produttivi.In Tabella 1.8 sono riportati i dati relativi al consumo sud<strong>di</strong>visi nelle tredestinazioni d’uso: produttivo, terziario e civile.Tabella 1.8: Ripartizione dei consumi <strong>di</strong> gas naturale in <strong>Provincia</strong> <strong>di</strong> <strong>Siena</strong>nell’anno 2003. Fonte: nostra elaborazione da dati forniti dagli enti gestori.Anno 2003(m 3 )SETTORETerziario Industria CivileTotale<strong>Provincia</strong> 53.911.006 26.703.583 87.332.471 167.947.060Peso dei settori 32,1% 15,9% 52,0%Il settore con i maggiori consumi <strong>di</strong> gas naturale è il civile che, consumando oltre87 milioni <strong>di</strong> metri cubi, rappresenta il 52% del gas <strong>di</strong>stribuito nella <strong>Provincia</strong> (Tabella1.8). Il settore industriale consuma solo il 15,9% del gas <strong>di</strong>stribuito, mentre ilSPIN-ECO


I numeri della <strong>Provincia</strong> <strong>di</strong> <strong>Siena</strong>8terziario si assesta sul 32,1%. Queste percentuali sono coerenti con lo sviluppoproduttivo locale, incentrato principalmente sul terziario.1.6 I combustibili derivati dal petrolioCombustibili ad uso civile e produttivoI dati riguardanti gli usi in <strong>Provincia</strong> dei combustibili derivati dal petrolio derivanodalle stime sulle ven<strong>di</strong>te redatte dalla Direzione Generale dell’Energia e delle RisorseMinerarie (DGERM). In Tabella 1.9 è riportata la serie storica dei derivati dal Petrolioad uso civile, commerciale ed industriale (esclusi quin<strong>di</strong> quelli per trasporto) neglianni 1993-2003.Tabella 1.9: Ven<strong>di</strong>te <strong>di</strong> combustibili derivati dal petrolio ad uso civile e produttivo in <strong>Provincia</strong> <strong>di</strong><strong>Siena</strong>. Serie Storica anni 1993-2003. Fonte: DGERM.Combustibili(tonnellate)1993 1994 1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003olio comb. 7.659 5.563 4.500 4.039 3.203 1.861 480 2.737 1.663 2.795 2.363G.P.L.riscald.6.829 6.804 6.412 4.642 4.396 11.262 <strong>9.</strong>756 7.556 10.333 13.686 14.285Lubrificanti 1.899 1.529 1.504 1.542 1.560 1.712 1.641 1.549 1.533 1.547 1.495Gasolioriscald.21.321 11.337 10.939 13.884 12.226 11.615 14.091 11.962 14.318 14.339 11.235Gasolio agr. 17.279 16.353 16.937 18.511 7.986 11.167 10.397 10.646 6.338 12.892 12.629Dalla rappresentazione grafica dei dati (Figura 1.2) si evince che il trend generaleè in <strong>di</strong>minuzione in quanto legato all’aumento della metanizzazione e quin<strong>di</strong> al trend<strong>di</strong> crescita dei consumi <strong>di</strong> gas metano.SPIN-ECO


I numeri della <strong>Provincia</strong> <strong>di</strong> <strong>Siena</strong>9250002000015000100005000Olio Comb.G.P.L.LubrificantiGasolioriscald.Gasolio agr.01993 1994 1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003Figura 1.2: Ven<strong>di</strong>te <strong>di</strong> Combustibili ad uso civile e produttivo in <strong>Provincia</strong> <strong>di</strong> <strong>Siena</strong>. Serie Storica anni1993-2003, in tonnellate.Definendo il fabbisogno energetico complessivo della <strong>Provincia</strong> come la sommadei contributi dati dal settore industriale, terziario, civile ed agricolo, si ottiene ilconsumo complessivo <strong>di</strong> metano, gasolio, GPL, olio combustibile e lubrificanti. Talevalore, pari a 7,73 x 10 15 J all’anno <strong>di</strong>viso per il numero <strong>di</strong> abitanti, fornisce unin<strong>di</strong>catore <strong>di</strong> pressione delle attività economiche sul territorio. L’in<strong>di</strong>catore cosìcalcolato per la <strong>Provincia</strong> <strong>di</strong> <strong>Siena</strong> fornisce per il 2003 un valore <strong>di</strong> 59,4 GJ/ab (v.Tabella 1.10).SPIN-ECO


I numeri della <strong>Provincia</strong> <strong>di</strong> <strong>Siena</strong>10Tabella 1.10: Domanda energetica dei principali settori nella<strong>Provincia</strong> <strong>di</strong> <strong>Siena</strong> per l’anno 2003. Fonte: nostra elaborazionesu dati DGERM.Consumi<strong>Provincia</strong>liCombustibile(J)Fabbisogno energetico dacombustibili (J)MetanoGasolioGPLOlio combustibiliLubrificantiTotale5,83E+154,65E+159,76E+149,69E+136,51E+131,54E+16In<strong>di</strong>catore <strong>di</strong> Pressione(GJ/ab.)59,4Nota: I valori numerici sono espressi in formato scientifico con ilnumero seguito dalla potenza in base <strong>di</strong>eci (ad esempio 1,50E+2sta per 1,50x10 2 equivalente a 150).Combustibili per il trasportoAnalogamente a quanto detto per i derivati del petrolio ad uso civile eproduttivo, i dati riguardanti i combustibili per autotrazione consumati in <strong>Provincia</strong>derivano da stime sulle ven<strong>di</strong>te redatte dalla Direzione Generale dell’Energia e delleRisorse Minerarie. In Tabella 1.11 è riportata la serie storica delle ven<strong>di</strong>te <strong>di</strong> benzina,GPL e gasolio per trasporto negli anni 1993-2003. Dalla rappresentazione grafica deidati (Figura 1.3) si evince che i consumi <strong>di</strong> benzina a partire dal 1998-1999 sono<strong>di</strong>minuiti passando da una me<strong>di</strong>a <strong>di</strong> poco più <strong>di</strong> 102.000 tonnellate ad un consumo <strong>di</strong>circa 85.000 tonnellate nel 2003, con la conseguenza <strong>di</strong> un aumento del consumo <strong>di</strong>gasolio che, nel 2003, è <strong>di</strong> quasi 110.000 tonnellate. Abbiamo considerato le ven<strong>di</strong>te<strong>di</strong> benzina per uso promiscuo (trasporto in<strong>di</strong>viduale), e le ven<strong>di</strong>te <strong>di</strong> gasolioprincipalmente per uso produttivo (trasporto merci). Delle ven<strong>di</strong>te complessive <strong>di</strong>gasolio per autotrazione avvenute in <strong>Provincia</strong> nell’anno 1999 abbiamo ipotizzato, inlinea con le informazioni presentate sul Piano Energetico <strong>Provincia</strong>le (P.E.P.), che il22% circa sia per il trasporto privato ed il restante 78% per trasporto merci. Ancheuna parte delle ven<strong>di</strong>te <strong>di</strong> GPL sono attribuite all’utilizzo nei trasporti.SPIN-ECO


I numeri della <strong>Provincia</strong> <strong>di</strong> <strong>Siena</strong>11Tabella 1.11: Ven<strong>di</strong>te <strong>di</strong> Combustibili da trasporto in <strong>Provincia</strong> <strong>di</strong> <strong>Siena</strong>. Serie Storica anni 1993-2003.Fonte: GDERM.Combustibili(tonnellate)1993 1994 1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003benzina 95.446 9<strong>9.</strong>335 102.399 102.896 102.397 102.680 102.173 97.923 95.982 8<strong>9.</strong>738 85.380GPL 3.187 3.639 3.851 4.166 4.404 6.917 5.397 <strong>9.</strong>914 6.470 5.643 6.920gasolio 71.980 75.167 77.936 73.474 6<strong>9.</strong>208 74.668 81.704 8<strong>9.</strong>895 10<strong>9.</strong>071 11<strong>9.</strong>999 10<strong>9.</strong>632120000100000800006000040000BenzinaGasoliomotoriGPL2000001993 1994 1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003Figura 1.3: Ven<strong>di</strong>te <strong>di</strong> Combustibili da trasporto in <strong>Provincia</strong> <strong>di</strong> <strong>Siena</strong>. Serie Storica anni 1993-2003, intonnellate.1.7 Il sistema rifiutiNel periodo marzo 2003 febbraio 2004 la produzione <strong>di</strong> rifiuti nella <strong>Provincia</strong> <strong>di</strong><strong>Siena</strong> ammonta a 15<strong>9.</strong>658,90 tonnellate, che corrispondono ad una produzioneannuale pro capite <strong>di</strong> 616,81 kg/ab. Questa enorme mole <strong>di</strong> spazzatura vieneraccolta in maniera <strong>di</strong>fferenziata per circa il 35%. Il trend <strong>di</strong> produzione dei rifiutinella <strong>Provincia</strong> ha registrato un calo abbastanza significativo nell’ultimo anno nellaproduzione <strong>di</strong> rifiuti soli<strong>di</strong> urbani in<strong>di</strong>fferenziati, contrapposto ad un notevoleaumento della frazione <strong>di</strong>fferenziata (RD). La produzione pro capite, dopo un calonegli ultimi anni, è nuovamente aumentata (Tabella 1.12). Da notare comunque chela produzione totale <strong>di</strong> rifiuti (RSU+RD) è in costante aumento, quasi il 25% dal 1999al 2003.SPIN-ECO


I numeri della <strong>Provincia</strong> <strong>di</strong> <strong>Siena</strong>12Tabella 1.12: Serie storica (1999-2004) della produzione dei Rifiuti Soli<strong>di</strong> Urbani (RSU) e della RaccoltaDifferenziata (RD) nella <strong>Provincia</strong> <strong>di</strong> <strong>Siena</strong>. Fonte: Agenzia Regionale Recupero Risorse (ARRR).1999 2000 2001 200203/2002-02/200303/2003-02/2004RSU (t/anno) 108.652,01 107.336,93 108.011,64 10<strong>9.</strong>430,98 10<strong>9.</strong>228,63 106.853,08RD (t/anno) 21.321,02 30.429,05 38.472,56 38.523,02 36.620,82 52.805,82RSU+RD (t/anno) 12<strong>9.</strong>973,03 137.765,98 146.484,20 147.954,01 145.849,45 15<strong>9.</strong>658,90RSU+RD (kg/ab*anno) 514,19 544,08 582,97 577,06 568,85 616,81Cresc. Prod. pro-capite 0,07 0,06 0,07 -0,01 -0,02 5,81% RD su RSU+RD 17,09% 23,01% 27,36% 27,12% 26,15% 35,36%Sempre analizzando il problema della raccolta <strong>di</strong>fferenziata, la <strong>Provincia</strong>, nelcomplesso, aveva raggiunto nel 1999 il traguardo del 17,09%, superando i limitiminimi del 15% definiti dal decreto Ronchi, per poi arrivare, nell’anno 2003-2004, asuperare nuovamente i limiti minimi previsti per il 2003 (35%).Tabella 1.13: Serie storica della raccolta <strong>di</strong>fferenziata per frazione merceologica nella <strong>Provincia</strong> <strong>di</strong><strong>Siena</strong> 1998-2003. Fonte: Agenzia Regionale Recupero Risorse (ARRR)FRAZ.MERCEOLOGICA(TONNELLATE)<strong>Provincia</strong> <strong>di</strong> <strong>Siena</strong>1999 2000 2001 2002 2003Carta, cartone 8.087,84 10.948,19 11.384,20 11.136,05 17.204,80Vetro 3.757,82 4.494,96 4.811,60 5.027,18 5.482,74Lattine 115,56 215,50 325,03 367,33 619,90Plastica 702,78 864,16 1.149,03 1.348,64 2.190,54Sovvalli multimateriale 285,50 347,79 349,25 460,18 271,28Vetro, lattine multimateriale 533,65 233,36 148,08 129,28 146,22Metalli 1.652,43 2.246,12 2.845,75 3.039,11 6.183,36Organico 2.022,56 4.831,22 7.084,14 7.876,46 8.805,23Sfalci e potature 1.256,17 2.647,84 6.413,46 5.344,36 3.835,14Ingombranti 2.529,40 3.183,10 3.413,48 3.224,68 5.841,49Oli min. e vegetali 5,64 6,37 8,13 7,01 8,96Farmaci 13,28 10,12 11,69 15,93 19,22Pile e batterie 94,02 111,72 137,42 182,64 169,41Altro 264,39 288,60 391,31 364,20 386,47Per quanto riguarda la raccolta <strong>di</strong>fferenziata nel 2003, la frazione <strong>di</strong> carta ecartone, con un valore <strong>di</strong> 17.204,80 tonnellate, è la maggiore in peso, seguita con8.805,23 tonnellate dall’organico. La frazione caratterizzata dal più alto incrementoSPIN-ECO


I numeri della <strong>Provincia</strong> <strong>di</strong> <strong>Siena</strong>13nel passaggio dal 2002 al 2003 è invece quella dei metalli che ha più che raddoppiatola raccolta.1.8 L’attività estrattivaSecondo quanto rilevato dal Piano Regionale delle Attività Estrattive (P.R.A.E) nelcorso dell’anno 2000, i Comuni della <strong>Provincia</strong> <strong>di</strong> <strong>Siena</strong> interessati dall’attivitàestrattiva risultano 24.Nella Tabella 1.14 è riportato il numero delle cave attive e le quantità estratte<strong>di</strong>saggregate per le tre suddette tipologie <strong>di</strong> materiali.Tabella 1.14: Quantità totale <strong>di</strong> materiale estratto e ripartizione percentuale in peso suiCircondari. Fonte: PRAE, 2000.N. caveattiveindustriali,argille e legantiinerti per l'industriadelle costruzioniOrnamentali<strong>Provincia</strong> 40+4 715.194 m 3 965.455 m 3 182.112m 3Purtroppo, a causa della mancanza <strong>di</strong> una rilevazione statistica puntuale (ocomunque della mancanza <strong>di</strong> <strong>di</strong>sponibilità dei dati) da parte dell’Ente <strong>di</strong>competenza, non siamo in grado <strong>di</strong> proporre una serie storica.Queste risorse, essendo non rinnovabili, ai fini <strong>di</strong> politiche <strong>di</strong> sostenibilità,dovrebbero essere attentamente monitorate, sia per quanto riguarda la <strong>di</strong>sponibilitàche per quanto riguarda le quantità estratte.1.9 La risorsa idricaIl quantitativo <strong>di</strong> acqua a fini potabili immessa in rete per 26 Comuni sui 36 totalinell’anno 2003 è stato <strong>di</strong> 13.074.961 m 3 . Per i restanti 10 Comuni il quantitativoerogato è stato stimato a partire dal valore del 2002 è risulta essere pari a 7.993.606m 3 . Pertanto, il quantitativo totale <strong>di</strong> acqua erogata a livello provinciale è <strong>di</strong>21.068.567 m 3 per una popolazione totale provinciale servita <strong>di</strong> 258.821 abitanti,<strong>di</strong>slocati su un area <strong>di</strong> 3.821 km 2 . Nel 2003 il consumo pro capite è risultato pari a223 l/(ab giorno), valore <strong>di</strong> poco inferiore alla me<strong>di</strong>a Italiana 240 l/(ab giorno).SPIN-ECO


I numeri della <strong>Provincia</strong> <strong>di</strong> <strong>Siena</strong>14Per quel che riguarda il valore delle per<strong>di</strong>te, cioè <strong>di</strong> quella quantità d’acquaprelevata dall’ambiente che non raggiunge l’utilizzatore, ma viene “<strong>di</strong>spersa” nellafase <strong>di</strong> captazione, potabilizzazione e <strong>di</strong>stribuzione, è risultata pari al 24%.Vista la particolare criticità che le risorse idriche avranno nel prossimo futuro èfondamentale un attento monitoraggio della loro <strong>di</strong>sponibilità, della velocità <strong>di</strong>prelievo e <strong>di</strong> ricarica delle “falde” e delle altre sorgenti.SPIN-ECO


Analisi Emergetica152 L’analisi EMergetica della <strong>Provincia</strong> <strong>di</strong> <strong>Siena</strong>Questo stu<strong>di</strong>o propone l’aggiornamento dell’Analisi della <strong>Provincia</strong> <strong>di</strong> <strong>Siena</strong>attraverso la metodologia EMergetica. In questo capitolo verrà introdotta lametodologia utilizzata con i suoi in<strong>di</strong>catori. Verrà fatta una descrizione sinteticadel sistema oggetto <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o con un’attenta analisi dei risultati ottenuti. Sarannoproposte le mappe <strong>di</strong> sostenibilità per la <strong>Provincia</strong> <strong>di</strong> <strong>Siena</strong> al fine <strong>di</strong> capire comesono <strong>di</strong>stribuiti sul territorio i consumi <strong>di</strong> risorse e <strong>di</strong> <strong>di</strong>segnare la geografiaEMergetica del territorio senese. Infine seguiranno dei commenti sullacomparazione dell’analisi EMergetica effettuata nel 1999 e quella attuale.2.1 Analisi EMergeticaLa vita sulla Terra è sostenuta da flussi energetici. Possiamo immaginare allabase <strong>di</strong> una generica piramide l’energia solare (Figura 2.1). L’energia che il solefornisce ha un duplice compito: sostiene la fotosintesi che è la base della vita sullaTerra e produce calore, dando origine alla spostamento <strong>di</strong> masse atmosfericheche, a sua volta, alimentano i cicli biogeochimici.Da questi <strong>di</strong>pende la presenza <strong>di</strong> minerali che, oltre ad essere essenziali per laconservazione degli ecosistemi naturali, insieme con le fonti energetiche fossilisono alla base <strong>di</strong> tutte le attività umane comprese la nostra industria e la nostraagricoltura.Salendo <strong>di</strong> livello all’interno <strong>di</strong> questa immaginaria piramide energeticaaumenta il numero delle trasformazioni che l’energia solare ha subito; in altreparole, aumenta il costo ambientale sostenuto dalla Natura per fornire beni eservizi ambientali. L’EMergia consente <strong>di</strong> assegnare un valore all’insieme dellerisorse, dei beni, dei servizi o delle infrastrutture <strong>di</strong> cui l’uomo si serve per vivere,su <strong>di</strong> un’unica e coerente base termo<strong>di</strong>namica.SPIN-ECO


Analisi Emergetica16UOMOIndustriaAgricolturaIndustria estrattivaAnimali e vegetaliMinerali ed energia fossileSuolo fertileCircolazione atmosfericaSoleFigura 2.1 - Rappresentazione gerarchica dell’energiaPer comprendere e gestire un sistema territoriale è necessario effettuare unaccurato monitoraggio dei flussi energetici e <strong>di</strong> beni e servizi che lo alimentano. Ilproblema principale che emerge dalle metodologie <strong>di</strong> contabilità tra<strong>di</strong>zionali èl’incapacità <strong>di</strong> riuscire a tradurre i flussi del sistema con la stessa unità <strong>di</strong> misura.Questo <strong>di</strong>pende dalla forte eterogeneità dei flussi oggetto <strong>di</strong> analisi: ambientali edeconomici. L’analisi EMergetica (EMergy evaluation) è una metodologiatermo<strong>di</strong>namica introdotta negli anni ‘80 da H.T. Odum (Facoltà <strong>di</strong> IngegneriaAmbientale dell’Università della Florida, USA), capace <strong>di</strong> considerare sia gli aspettieconomici che ambientali <strong>di</strong> un certo sistema, uniformando tutti gli input, i flussi egli output, al comune denominatore dell’energia solare. L’idea <strong>di</strong> Odum èinnovativa perché fornisce uno strumento capace <strong>di</strong> assegnare un valore“ambientale” a ogni risorsa, coerentemente con i processi reali, sia antropici chenaturali. L’analisi EMergetica parte dal presupposto che tutto ha un contenutoenergetico e che tutto richiede dei flussi <strong>di</strong> energia e <strong>di</strong> materia per essereprodotto. Tale analisi si rivela interessante e in<strong>di</strong>spensabile perché ci aiuta avalutare il valore “reale” <strong>di</strong> ogni risorsa naturale.SPIN-ECO


Analisi Emergetica17L’EMergia viene definita come l'energia solare necessaria, <strong>di</strong>rettamente oin<strong>di</strong>rettamente, per ottenere un certo bene o servizio. La sua unità <strong>di</strong> misura è ilSolar EMergy Joule (sej).Formalmente possiamo scrivere che l’EMergia B del flusso o del prodotto k-esimo valeB k Tr i iE idove E i è il contenuto energetico dell’i-esimo input e Tr i è la sua Transformity.Ogni risorsa energetica (E i ) utilizzata in un dato processo ha un suo costoambientale che può essere espresso in termini <strong>di</strong> energia solare necessaria perottenerla. La Transformity o EMergia specifica 1 , rappresenta il costo ambientaleunitario della risorsa. L’EMergia è una sorta <strong>di</strong> memoria dell’energia solare che èservita per ottenere un dato prodotto o flusso da un ciclo <strong>di</strong> trasformazioni. Talememoria viene associata allo sforzo che la Natura ha fatto per rendere <strong>di</strong>sponibileuna data risorsa, per cui a maggiori quantità <strong>di</strong> risorse consumate corrispondonomaggiori quantità <strong>di</strong> EMergia e quin<strong>di</strong> un maggiore lavoro svolto dall’ambiente intermini <strong>di</strong> trasformazioni.2.2 L’analisi EMergetica <strong>di</strong> un sistema territorialeLo stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> un territorio implica l’analisi dei flussi energetici che sostengono ilsistema nelle principali funzioni ad attività entro determinati confini.L’identificazione <strong>di</strong> un confine può avere un fondamento fisico oppure,semplicemente, coincidere con le convenzioni amministrative (<strong>Provincia</strong>).Il sistema territoriale è, da un punto <strong>di</strong> vista termo<strong>di</strong>namico, un sistemaaperto, che scambia con l’esterno energia, materia ed informazione. Il territorioriceve l’energia per alimentare i processi che avvengono al suo interno dal sole,dalla pioggia e dal vento nonché da risorse, quali materie prime, semilavorati efonti energetiche <strong>di</strong> elevata qualità che servono a sostenere e alimentare iprocessi naturali, agricoli e industriali (input). Allo stesso modo ciascun sistematerritoriale restituisce all’esterno i suoi prodotti attraverso il commercio e rilasciaforme <strong>di</strong> energia degradata attraverso i rifiuti (output). Questi continui scambi1 Per migliorare la comparazione dell’analisi del 2003 con quella del 1999 sono stati considerati gli stessi valoridelle Transformity e delle Emergie specifiche.SPIN-ECO


Analisi Emergetica18energetici con l’esterno sostengono e rendono possibile le principali attività efunzioni <strong>di</strong> un sistema.Le risorse che alimentano un territorio vengono convenzionalmente classificatein macroaggregati a seconda della loro provenienza e rinnovabilità. Pertanto, lerisorse locali (L), quelle che derivano fisicamente dal territorio in esame, si<strong>di</strong>stinguono da quelle importate (F), quelle, cioè, che provengono da altriecosistemi attraverso i canali commerciali; queste ultime, in particolare, si<strong>di</strong>stinguono in beni e servizi (F1) e fonti energetiche (F2). Tra le risorse locali, siin<strong>di</strong>viduano due sottoclassi: le risorse rinnovabili (R) e quelle non rinnovabili (N).L’uso delle prime è imposto dalle con<strong>di</strong>zioni ambientali, nel senso che è la Naturastessa a <strong>di</strong>sporne gran parte della quantità <strong>di</strong>sponibile; le seconde sono i materialiche vengono estratti localmente come i materiali <strong>di</strong> cava, il gas, l’acqua che,verosimilmente, hanno cicli <strong>di</strong> rigenerazione più lenti rispetto all’uso che ne fal’uomo. Sommando i tre <strong>di</strong>versi flussi, R, N e F l’analisi EMergetica quantifical’energia solare equivalente che il sistema territoriale sfrutta per mantenere il suolivello <strong>di</strong> sviluppo sintetizzando le relazioni tra le <strong>di</strong>verse componenti dellacomunità. La somma dei tre flussi viene identificata con la lettera U.U = ( N + R ) + F = L + FOperativamente, è necessario in<strong>di</strong>viduare e misurare i fabbisogni ed i consumi<strong>di</strong> un sistema territoriale. Nel nostro stu<strong>di</strong>o vengono analizzati tutti i flussi <strong>di</strong>energia e materia che servono ad alimentarlo. A livello statistico viene fatta unaraccolta dati che implica delle stime sulle forze in gioco. A livello logico siclassificano le risorse che alimentano il sistema, <strong>di</strong>stinguendo tra risorse locali enon locali, evidenziando ciò che il sistema produce autonomamente e ciò che ilsistema richiede dall’esterno (Import-Export). Esempi <strong>di</strong> risorse locali sonol’energia solare <strong>di</strong>retta, la pioggia, il vento, il calore geotermico e i materialid’estrazione, mentre l’elettricità e i combustibili, così come tutti i beni chevengono importati dal commercio, rappresentano le risorse non locali.La caratteristica principale <strong>di</strong> questa indagine è la capacità <strong>di</strong> tenere conto <strong>di</strong>tutti i flussi <strong>di</strong> energia e materia che alimentano il territorio, in<strong>di</strong>pendentementedal fatto che essi siano o meno incorporati nei tra<strong>di</strong>zionali sistemi <strong>di</strong> contabilitàeconomica, ovvero dal fatto che essi abbiano o meno un prezzo <strong>di</strong> mercato. Inparticolare, le risorse ambientali, in<strong>di</strong>spensabili per il funzionamento <strong>di</strong> ogniSPIN-ECO


Analisi Emergetica19sistema, sono prive <strong>di</strong> un corrispettivo economico, e per questo motivo spessotrascurate.Per poter fare questo bisogna creare un prospetto che tenga conto dellesingole voci che rappresentano i flussi che alimentano il sistema. Questo schemaconterrà: 1. il flusso delle risorse rinnovabili che il sistema riceve; 2. il consumodelle risorse non rinnovabili; 3. gli import e gli export da e per il sistema.2.3 Descrizione del sistemaIn questa sezione viene riportata l’Analisi EMergetica della <strong>Provincia</strong> <strong>di</strong> <strong>Siena</strong>aggiornata al 2003. Inoltre, verrà fornita una rapida spiegazione <strong>di</strong> come sono statielaborati i dati per la <strong>Provincia</strong> <strong>di</strong> <strong>Siena</strong>. Spesso infatti non è stato possibileottenere una misura <strong>di</strong>retta del flusso EMergetico totale e si è pertanto dovutoricorrere all’utilizzo <strong>di</strong> stime e approssimazioni partendo dal valore me<strong>di</strong>oprovinciale espresso in quantità (g) o in contenuto energetico (J). I dati fannogeneralmente riferimento al 2003 tranne alcuni per i quali è specificato l’anno <strong>di</strong>riferimento. Sono state necessarie alcune operazioni <strong>di</strong> stima e/o rielaborazionedei dati, che saranno dettagliatamente spiegate nelle sezioni successive. Graziealla collaborazione <strong>di</strong> tutti gli enti interpellati, tutti i dati raccolti sono statiriportati in un ricco database che sintetizza una grande mole <strong>di</strong> dati.L'applicazione dell'analisi emergetica a sistemi territoriali risulta assai utile,per non <strong>di</strong>re in<strong>di</strong>spensabile, perché non esiste ad oggi un monitoraggio dell'usodelle risorse e, in questa <strong>di</strong>rezione, gli in<strong>di</strong>catori forniti dall’analisi emergeticapossono svolgere un ruolo basilare. Un obiettivo primario dello stu<strong>di</strong>o è infattivalutare se l’uso e lo sfruttamento delle risorse avviene in modo corretto secondo iprincipi <strong>di</strong> uno sviluppo sostenibile nel lungo periodo. Allo stesso tempo esso siprefigge <strong>di</strong> in<strong>di</strong>viduare se esistano dei fattori che in futuro possano rivelarsilimitanti per lo sviluppo, in modo da poter intervenire in tempo prevenendo futureconseguenze irreversibili.Il benessere della popolazione locale derivante dalla florida economia della<strong>Provincia</strong> <strong>di</strong> <strong>Siena</strong> <strong>di</strong>pende fortemente anche dalla salute delle sue risorse naturalied ambientali presenti sul territorio. L’insieme <strong>di</strong> queste risorse rappresentano laricchezza della comunità senese: tutto ciò viene spesso identificato come CapitaleNaturale. Il contributo del Capitale Naturale all’attività economica non ècontabilizzato dagli strumenti economici tra<strong>di</strong>zionali. Questi ultimi basano lavalutazione delle risorse (in<strong>di</strong>pendentemente dalla loro natura) sulla inversaSPIN-ECO


Analisi Emergetica20proporzionalità fra quantità e prezzo. Gli stu<strong>di</strong> economici valutano il loro valore inbase alla <strong>di</strong>sponibilità a pagare da parte del consumatore in relazione alla loroscarsità, ma dal momento che la moneta pagata non considera lo sforzo che hacompiuto l’ambiente per fornire le risorse primarie per la produzione del bene,allora si può affermare che le leggi <strong>di</strong> mercato non percepiscono il contributoambientale all’economia della comunità oggetto <strong>di</strong> analisi (Odum, 1996). Lacontabilità EMergetica include stime comparabili dei costi e benefici ambientali,economici e sociali. Pertanto, l’analisi EMergetica mette a <strong>di</strong>sposizione dei policymakersdelle informazioni necessarie ed in<strong>di</strong>spensabili per prendere delle decisioniche sappiano aumentare il benessere dell’intera popolazione della <strong>Provincia</strong> <strong>di</strong><strong>Siena</strong>.L’attuale fase <strong>di</strong> sviluppo del pianeta, caratterizzata da un prelievo degli stock<strong>di</strong> risorse superiore alla velocità <strong>di</strong> riproduzione richiede con urgenza uno sforzoper valutare nel loro reale valore le risorse naturali, al <strong>di</strong> là del loro valore <strong>di</strong>mercato. Dal momento che la produzione, l’uso ed il riciclo <strong>di</strong> ogni risorsa sonoper buona parte <strong>di</strong>pendenti dalla <strong>di</strong>sponibilità e dalla concentrazione dell’energiaall’interno <strong>di</strong> un processo, l’attenzione va rivolta proprio ai <strong>di</strong>versi mo<strong>di</strong> <strong>di</strong>valutare la concentrazione, la “qualità” dell’energia, troppo spesso trascurata neltempo passato. Quando si svolge un processo reale, esso è irreversibile e comporta<strong>di</strong>ssipazione dell’energia <strong>di</strong>sponibile sotto forma <strong>di</strong> rifiuti rilasciati nell’ambiente(calore e materiali <strong>di</strong> scarto). Solo una piccola parte dell’energia <strong>di</strong>sponibile cheoriginariamente attraversa il volume <strong>di</strong> controllo è incorporata nel prodotto finale.Esiste una crescente consapevolezza nell’opinione pubblica riguardo l’effettivobisogno <strong>di</strong> stabilire relazioni sostenibili fra la società, l’uso delle risorse el’ambiente. Alla luce dei recenti problemi energetici che abbracciano tutto ilpianeta Terra e che stanno mettendo a repentaglio i suoi equilibri geopolitici, ènecessario che vengano presi in considerazione dei sentieri alternativi persostenere la prosperità economica <strong>di</strong> un territorio. In questo modo sarà possibilefavorire, da un lato, ulteriori sviluppi nella politica energetica che faccia entrarein gioco tutte le risorse naturali, mentre dall’altro, evitare i danni per la salutedegli esseri viventi e l’ambiente circostante derivante da politiche estemporanee epoco oculate. L’interfaccia tra ambiente e società umana è molto spesso ilmercato, dove le risorse vengono sfruttate e vendute. In questo processo,l’ambiente deve sostenere alcune trasformazioni che possono turbare la stabilitàdella biosfera nel suo insieme. È sempre più importante che gli uomini considerinole conseguenze ambientali delle proprie decisioni economiche, in una scalaSPIN-ECO


Analisi Emergetica21temporale molto più lunga <strong>di</strong> quanto fatto finora. Ciò è in<strong>di</strong>spensabile se vogliamoaffrontare adeguatamente i problemi <strong>di</strong> sostenibilità dei processi decisionali inmateria <strong>di</strong> politica economica. Troppo spesso l’economia con il suo ristrettointervallo temporale e il suo limitato e chiuso sistema <strong>di</strong> valori, è il criterio guidache sta alla base delle decisioni <strong>di</strong> politica economica. Il sistema <strong>di</strong> valoridell’economia è limitato dal fatto <strong>di</strong> considerare l’utilità imme<strong>di</strong>ata per l’uomocome il mezzo per determinare il valore ed è chiuso perché non si estende maioltre il mercato. Così, decisioni <strong>di</strong> politica economica prese sotto l’assunzione <strong>di</strong>massimizzare qualche valore monetario (accrescere le ven<strong>di</strong>te, i profitti, il ritornodell’investimento effettuato, ecc.) in realtà fondano queste decisioni sull'utilitàumana in<strong>di</strong>viduale: i bisogni della società o le preoccupazioni ambientali vengonospesso trascurati. E' invece necessario che le decisioni <strong>di</strong> politica economica sianoprese sulla base <strong>di</strong> un sistema <strong>di</strong> valori compatibile con la <strong>di</strong>namica e gli equilibridel pianeta. Il nuovo sistema <strong>di</strong> in<strong>di</strong>catori per la politica economico-ambientale(detto analisi emergetica) è in grado <strong>di</strong> riconoscere le <strong>di</strong>fferenze tra preferenzeumane in<strong>di</strong>viduali <strong>di</strong> breve periodo e benessere collettivo <strong>di</strong> lungo periodo ed èutile per determinare quantitativamente il valore <strong>di</strong> una risorsa sulla scalamacroscopica della società e dell’ambiente. Con questa metodologia <strong>di</strong> analisi èpossibile confrontare il valore dei sistemi naturali ed umani e dei loro prodotti,così da determinarne l’importanza relativa e il contributo al benesserecomplessivo e alla sostenibilità della biosfera.L’efficacia dell’analisi EMergetica nasce dalla sua capacità <strong>di</strong> rispondere inmaniera alternativa a questo tipo <strong>di</strong> problemi. L’analisi EMergetica qui <strong>di</strong> seguitoriportata fornisce informazioni ed in<strong>di</strong>catori che aiutano la comprensione delsistema territoriale in cui viviamo.2.4 Le tabelle dell’Analisi EmergeticaIn questo paragrafo vengono riportate le tabelle dell’analisi EMergetica. LaTabella A riporta la valutazione dell’EMergia delle risorse locali e delle fontienergetiche che servono ad alimentare la <strong>Provincia</strong> <strong>di</strong> <strong>Siena</strong>. Il monitoraggio dellerisorse naturali locali è utile al fine <strong>di</strong> evitare un uso in<strong>di</strong>scriminato delle stesse,soprattutto per quelle voci, come le risorse idriche e i materiali da cava,classificate come non rinnovabili in considerazione del loro tempo <strong>di</strong>rigenerazione. In questa tabella vengono inoltre contabilizzate tutte le risorseSPIN-ECO


Analisi Emergetica22energetiche necessarie a far fronte alle esigenze del sistema e consumi <strong>di</strong> prodottipetroliferi e gas naturale. La Tabella A contabilizza le risorse rinnovabili e nonrinnovabili che alimentano il sistema. Le risorse ambientali valutate sono state:l’energia solare, la pioggia, il vento, il calore geotermico, l’erosione del suolo,l’acqua e i materiali da attività estrattive. La tabella B riguarda invece lacontabilizzazione <strong>di</strong> tutti i beni importati tramite il commercio con l’esterno delsistema (cioè con le altre province italiane e con l’estero). Questa tabella èstrutturata in quattro macrosettori (agricoltura, allevamento, attività estrattiva emanifatturiero). Per ognuno dei macrosettori sono state in<strong>di</strong>viduate le vociprincipali, che corrispondono alla somma <strong>di</strong> <strong>di</strong>fferenti gruppi merceologici,secondo la classificazione ISTAT. Queste informazioni sono state elaborateprendendo in considerazione sia l’import dall’estero (ve<strong>di</strong> documento ISTAT 1999per la provincia <strong>di</strong> <strong>Siena</strong> con le 236 voci della classificazione per gruppimerceologici), sia l’import nazionale, attraverso i dati della contabilità regionaleestratti dalla matrice IRPET. I dati forniti dall’IRPET sono relativi alla contabilitàregionale. Esiste quin<strong>di</strong> un margine <strong>di</strong> approssimazione tra il livello regionale dellamatrice ed il livello provinciale preso in considerazione dal nostro stu<strong>di</strong>o. Aciascuna delle 20 voci citate (tabelle B e C) è stato attribuito un valore pari alpeso (in grammi) o al contenuto energetico (in joule) del bene importatoall’interno della <strong>Provincia</strong>. La Tabella C riguarda, invece, le risorse esportate della<strong>Provincia</strong> <strong>di</strong> <strong>Siena</strong> verso l’estero e verso le altre province italiane. La tabella èstrutturata in modo conforme alla Tabella B. I valori riportati per le esportazionisono stati calcolati in modo analogo a quello appena descritto per le importazioni.SPIN-ECO


Analisi Emergetica23Tabella A: Valutazione dell'Emergia delle risorse locali e delle fonti energeticheInput Quantità unità Transformity Rif. Emergia (seJ/anno)1 Energia solare 1,64E+19 J 1,00E+00 [11] 1,64E+192 Pioggia 3,13E+15 g 1,45E+05 [11] 4,54E+203 Vento 8,09E+15 J 2,47E+03 [11] 2,00E+194 Calore Geotermico 1,34E+16 J 1,20E+04 [11] 1,61E+205 Erosione del suolo 9,26E+14 J 7,40E+04 [11] 6,85E+196 Acqua 2,11E+13 g 1,95E+06 [16] 4,11E+197 Materiali da EstrazioneIndustriali, argille e leganti 1,16E+12 g 1,68E+09 [11] 1,95E+21Inerti per industria costruzioni 1,65E+12 g 1,68E+09 [11] 2,77E+21Ornamentali 4,75E+11 g 2,44E+09 [11] 1,16E+218 Elettricità prodotta in <strong>Provincia</strong> 1 4,14E+15 J 8,66E+04 [18] 3,59E+209 Elettricità importata 2,88E+14 J 2,05E+05 [18] 5,90E+1910 Gasolio e benzina 8,40E+15 J 1,11E+05 [18] 9,32E+2011 Olio combustibile, lubrificanti e GPL 1,14E+15 J 9,12E+04 [18] 1,04E+2012 Gas naturale 5,83E+15 J 8,11E+04 [18] 4,72E+20FONTI DI ENERGIA LOCALE RINNOVABILE (a)FONTI DI ENERGIA LOCALE NON RINNOVABILEFONTI DI ENERGIA IMPORTATA - F1 ©8,84E+205,99E+211,52E+21* l’espressione 1,64E+19 è uguale a 1,64 ·10 19SPIN-ECO


Analisi Emergetica24Tabella B: Valutazione dell'Emergia delle importazioniinput quantità unità Transformity Rif. Emergia (seJ/anno)1AGRICOLTURA (somma <strong>di</strong> legumi, frutta,vegetali filamentosi, semi, spezie e tabacco epiante e fiori) 3,13E+14 J 1,59E+05 [6] 4,98E+19ALLEVAMENTO, CACCIA E PESCA2 Allevamenti zootecnici 7,03E+11 J 3,17E+06 [7] 2,23E+183 Silvicoltura 1,29E+10 g 1,00E+08 [3] 1,29E+184 Pesca e caccia 5,01E+07 g 1,35E+08 [12] 6,76E+15INDUSTRIA ESTRATTIVA5 Minerali metalliferi 3,34E+08 g 3,46E+09 [7] 1,16E+186 Minerali non metalliferi 4,13E+09 g 1,68E+09 [11] 6,94E+18INDUSTRIA MANIFATTURIERA7 industria alimentare 6,90E+14 J 3,17E+06 [7] 2,19E+218 industria del tabacco 0,00E+00 J 1,05E+05 [7] 0,00E+009 industraia delle pelli e del cuoio 2,33E+13 J 8,60E+06 [2] 2,01E+2010 industria tessile 5,38E+12 J 3,80E+06 [3] 2,04E+1911 industria vestiario e arredamento 1,66E+13 J 3,80E+06 [3] 6,32E+1912 industria legno e sughero 1,12E+11 g 3,90E+09 [4] 4,37E+2013 industria della carta 1,42E+14 J 2,15E+05 [3] 3,05E+1914 industria grafica 4,88E+11 J 2,15E+05 [3] 1,05E+1715 industria metallurgica 6,00E+10 g 6,70E+09 [3] 4,02E+2016 industria meccanica 2,31E+10 g 1,25E+10 [1] 2,88E+2017 industria dei minerali 1,92E+10 g 1,84E+09 [15] 3,54E+1918 industria chimica 8,58E+10 g 3,80E+08 [10] 3,26E+1919 industria della gomma 3,22E+09 g 4,30E+09 [3] 1,38E+1920 industrie manifatturiere varie 8,99E+08 g 3,46E+09 [7] 3,11E+18TOTALE IMPORTAZIONI (somma delle voci 1-20)3,78E+21* l’espressione 3,13E+14 è uguale a 3,13 ·10 14SPIN-ECO


Analisi Emergetica25Tabella C: Valutazione dell’Emergia delle esportazioniinput quantità unità Transformity Rif. Emergia (seJ/anno)1AGRICOLTURA (somma <strong>di</strong> legumi, frutta,vegetali filamentosi, semi, spezie e tabacco epiante e fiori) 4,97E+13 J 2,00E+05 [3] 9,94E+18ALLEVAMENTO, CACCIA E PESCA2 Allevamenti zootecnici 8,63E+10 J 1,33E+06 [9] 1,15E+173 Silvicoltura 0,00E+00 g 1,00E+08 [3] 0,00E+004 Pesca e caccia 0,00E+00 g 8,42E+10 [12] 0,00E+00INDUSTRIA ESTRATTIVA5 Minerali metalliferi 0,00E+00 g 3,46E+09 [7] 0,00E+006 Minerali non metalliferi 3,75E+11 g 2,44E+09 [5] 9,15E+20INDUSTRIA MANIFATTURIERA7 industria alimentare 5,36E+10 g 1,50E+09 [14] 8,04E+198 industria del tabacco 0,00E+00 J 1,05E+05 [7] 0,00E+009 industraia delle pelli e del cuoio 8,98E+12 J 8,60E+06 [2] 7,72E+1910 industria tessile 3,98E+12 J 3,80E+06 [3] 1,51E+1911 industria vestiario e arredamento 5,36E+13 J 3,80E+06 [3] 2,04E+2012 industria legno e sughero 9,77E+09 g 3,49E+04 [4] 3,41E+1413 industria della carta 2,53E+13 J 2,15E+05 [3] 5,43E+1814 industria grafica 0,00E+00 J 2,15E+05 [3] 0,00E+0015 industria metallurgica 1,18E+10 g 6,70E+09 [3] 7,88E+1916 industria meccanica 1,16E+11 g 1,25E+10 [1] 1,46E+2117 industria dei minerali 1,16E+11 g 1,84E+09 [15] 2,14E+2018 industria chimica 1,54E+11 g 3,80E+08 [10] 5,84E+1919 industria della gomma 1,50E+10 g 4,30E+09 [3] 6,43E+1920 industrie manifatturiere varie 1,09E+10 g 3,46E+09 [7] 3,79E+19TOTALE ESPORTAZIONI (somma delle voci 1-20)3,22E+21* l’espressione 4,97E+13 è uguale a 4,97 ·10 13SPIN-ECO


Analisi Emergetica262.5 RisultatiIn Figura 2.2 sono riportati tutti gli input che concorrono ad alimentare ilsistema territoriale senese contemplati nelle tabelle A e B. Questa visioned’insieme consente <strong>di</strong> apprezzare il peso relativo <strong>di</strong> ogni singola voce, espresso su<strong>di</strong> una base comune.Dal grafico emerge che in <strong>Provincia</strong> <strong>di</strong> <strong>Siena</strong>, il contributo EMergetico <strong>di</strong> granlunga più rilevante, e per questo “fuori scala”, è da attribuire all’attivitàestrattiva. Un secondo tipo <strong>di</strong> contributo assai rilevante, grazie anche al tipo <strong>di</strong>attività che insistono sul territorio, deriva dai beni <strong>di</strong> importazione e mezzi <strong>di</strong>produzione che derivano dal commercio e rappresentano il 31% dell’EMergiacomplessivamente utilizzata nell’ambito provinciale.1500,006000,005879,83777,12Emergia (x10 18 sej/anno)1000,00500,00453,9417,6932,2932,2472,40,00Pioggia160,8Calore Geotermico68,5Erosione del suolo41,1AcquaMateriali daEstrazioneElettricitàGasolio e benzina103,8Olio combustibile,lubrificanti e GPLGas naturaleBeni importatiFigura 2.2 Input della <strong>Provincia</strong> <strong>di</strong> <strong>Siena</strong>Per ciò che concerne il consumo <strong>di</strong> combustibili derivati dal petrolio, la vocepiù significativa è rappresentata dal consumo <strong>di</strong> gasolio e <strong>di</strong> benzina,prevalentemente per autotrazione. Anche il metano assume un peso significativo,essendo la fonte <strong>di</strong> riscaldamento più sfruttata in <strong>Provincia</strong>.SPIN-ECO


Analisi Emergetica272.6 I flussi <strong>di</strong> EMergiaI flussi delle risorse che alimentano il sistema provinciale senese sono staticlassificati in <strong>di</strong>verse categorie in relazione al grado <strong>di</strong> rinnovabilità e alla loroorigine (endogena o esogena):• Risorse locali Rinnovabili (R);• Risorse locali Non Rinnovabili (N);• Risorse Locali (L = N+R);• Risorse Importate (Energetiche) (F1);• Risorse Importate (Beni e Servizi) (F2);• Risorse Importate (F = F1+F2);Il flusso <strong>di</strong> EMergia totale che alimenta il territorio della <strong>Provincia</strong> <strong>di</strong> <strong>Siena</strong>,nell’anno solare <strong>di</strong> riferimento, è risultato essere pari a 1,21x10 22 sej/anno.Attraverso il grafico seguente è possibile evidenziare in che percentuali ilsistema attinge alle risorse <strong>di</strong> tipo R, N, F1 e F2.31,03%49,20%NF43,54%F1F2R12,51%7,26%Rinnovabile (R)Energia Importata (F1)Non Rinnovabile (N)Beni Importati (F2)Figura 2.3 I flussi <strong>di</strong> Emergia della <strong>Provincia</strong> <strong>di</strong> <strong>Siena</strong> (%)SPIN-ECO


Analisi Emergetica28La figura 2.3 sottolinea la <strong>di</strong>sparità <strong>di</strong> utilizzo tra risorse <strong>di</strong> origine endogena (L= N + R) ed esogena (F = F1 + F2): le prime sono più gran<strong>di</strong> delle seconde (57% L e43% F). Questo implica che il sistema si “sostiene” principalmente su risorse locali.Tra queste si evidenzia una netta predominanza delle risorse <strong>di</strong> origine nonrinnovabile (49% del totale) rispetto a quelle rinnovabili (7%). Il volume delcontributo complessivo delle risorse rinnovabili che alimenta la provincia, intermini EMergetici, è sempre inferiore rispetto alle risorse non rinnovabiliutilizzate, anche in relazione al fatto che, essendo <strong>di</strong> <strong>di</strong>retta derivazioneambientale e quin<strong>di</strong> rigenerate con <strong>di</strong>namiche molto veloci, viene loro attribuitoun basso coefficiente <strong>di</strong> trasformazione (Transformity).La realtà senese si <strong>di</strong>stingue nel panorama delle varie realtà provincialianalizzate in precedenza dal nostro gruppo <strong>di</strong> ricerca perché possiede un valoreabbastanza alto (7%) <strong>di</strong> risorse <strong>di</strong>rettamente fornite dall’ambiente. Il maggiorcontributo <strong>di</strong> risorse rinnovabili è fornito dal calore geotermico. Nella <strong>Provincia</strong> <strong>di</strong><strong>Siena</strong> è presente un’importante e consistente tra<strong>di</strong>zione nella produzione <strong>di</strong>energia elettrica da geotermico da poco affiancata ad una limitata produzione datermoutilizzatore, che in termini emergetici è considerata in buona parterinnovabile; in secondo luogo, perché la provincia <strong>di</strong> <strong>Siena</strong>, in generale, è unsistema territoriale a bassa intensità <strong>di</strong> utilizzo <strong>di</strong> risorse. Inoltre, il flusso dellerisorse rinnovabili (R) è legato all’estensione del sistema e alla presenza in seno alterritorio <strong>di</strong> superfici agricole e biologicamente produttive; quella <strong>di</strong> <strong>Siena</strong>, con isuoi 3821 km 2 è una <strong>Provincia</strong> vasta.Il grande utilizzo <strong>di</strong> risorse locali non rinnovabili (N) è dovuto essenzialmentealla presenza <strong>di</strong> un’industria estrattiva che sfrutta giacimenti locali, presentiabbastanza <strong>di</strong>ffusamente nel territorio senese.Nella <strong>Provincia</strong> <strong>di</strong> <strong>Siena</strong> si rileva un’importante attività <strong>di</strong> estrazione <strong>di</strong>materiali inerti per costruzioni (nella fattispecie sabbia, ghiaie e pietrischi), che intermini EMergetici ha un peso <strong>di</strong> circa il 50% sulla voce attività estrattiva, maanche <strong>di</strong> materiali industriali, argille e leganti e materiali lapidei come iltravertino e il marmo. Questo tipo <strong>di</strong> attività riesce sia a sod<strong>di</strong>sfare la richiestalocale che ad imporsi nel mercato, nazionale ed internazionale, per la rarità e labellezza dei materiali ornamentali <strong>di</strong> pregio.L’estrazione <strong>di</strong> materiali che si pratica in queste zone è un’attività <strong>di</strong> minoreimpatto sull’ambiente se paragonata ad altri tipi <strong>di</strong> estrazione, come quella delpetrolio e del gas naturale. L’importanza economica ed ambientale dell’attività <strong>di</strong>estrazione segnatamente per la provincia <strong>di</strong> <strong>Siena</strong> è stata una questione,SPIN-ECO


Analisi Emergetica29ampiamente <strong>di</strong>battuta nell’ambito del <strong>progetto</strong> SPIn-Eco: tutto ciò ha portato allaredazione <strong>di</strong> un report <strong>di</strong> approfon<strong>di</strong>mento per l’Amministrazione provinciale su:“Uso del travertino come materiale per i beni artistici”.La scarsa antropizzazione del territorio senese si riflette nella domanda <strong>di</strong>energia elettrica relativamente bassa. Questa è sod<strong>di</strong>sfatta in massima parte dauna produzione locale (90%) attraverso fonti pressoché rinnovabili (geotermico).Per questo motivo la voce energia elettrica è stata sud<strong>di</strong>visa in energia elettricaprodotta in <strong>Provincia</strong> (Tabella A voce 8) e in energia elettrica importata (Tabella Avoce 9), data dalla <strong>di</strong>fferenza tra la richiesta <strong>di</strong> energia e la produzione locale. Dalpunto <strong>di</strong> vista EMergetico, l’energia elettrica prodotta da fonte rinnovabile(soprattutto geotermico) è stata contabilizzata per il 75% come risorsa rinnovabile,e quin<strong>di</strong> sommata nella categoria delle R, e per un 25% (la parte dovuta agliimpianti e quin<strong>di</strong> considerata non rinnovabile) sommata alle risorse energeticheimportate (F1). Queste percentuali sono frutto <strong>di</strong> uno stu<strong>di</strong>o sul sistema elettricoitaliano realizzato dal nostro gruppo <strong>di</strong> ricerca. L’energia elettrica importata èstata invece considerata completamente nelle risorse energetiche non rinnovabiliimportate (F1), poiché la produzione nazionale è per la quasi totalità <strong>di</strong> tipo nonrinnovabile.2.7 Gli In<strong>di</strong>catori EMergeticiL’analisi degli in<strong>di</strong>catori <strong>di</strong> sostenibilità forniti dall’Emergia dà informazioniaggiuntive sui i flussi <strong>di</strong> materia ed energia che alimentano il sistema territorialeoggetto <strong>di</strong> analisi. Queste informazioni costituiscono un utile integrazione ad altritipi <strong>di</strong> analisi perché gli in<strong>di</strong>catori <strong>di</strong> sostenibilità su base EMergetica nascono dallacombinazione dei flussi sia rispetto ad alcune categorie <strong>di</strong> risorse, sia rispetto adelementi geografici che <strong>di</strong> pressione quali la superficie territoriale e gli abitantiresidenti. Il commento degli in<strong>di</strong>catori <strong>di</strong> sostenibilità ambientale, segue lo schema<strong>di</strong> <strong>di</strong>scussione presentato nel paragrafo precedente.2.7.1 Il Rapporto <strong>di</strong> Impatto AmbientaleIl Rapporto <strong>di</strong> Impatto Ambientale (o Environmental Loa<strong>di</strong>ng Ratio, ELR) puòessere letto come una misura della pressione esercitata dall’attività umanasull’ambiente, in relazione alla quantità <strong>di</strong> risorse non rinnovabili utilizzateSPIN-ECO


Analisi Emergetica30rispetto a quelle rinnovabili. La pressione può essere locale o globale, a secondadell’origine delle risorse utilizzate.L’ELR è il risultato del rapporto tra tutte le risorse non rinnovabili (N e F) chealimentano il sistema e le risorse rinnovabili (R) impiegate. Le risorse nonrinnovabili, siano esse locali (N) o importate (F), esercitano pressionesull’ambiente, dal momento che sollecitano i cicli naturali, poiché per definizionesono usate ad una velocità superiore rispetto alla capacità dell’ambiente <strong>di</strong>ripristinarle e con buona probabilità danno origine a fenomeni <strong>di</strong> inquinamento. Lerisorse importate vengono annoverate tra le risorse non rinnovabili, dal momentoche, per la maggior parte, sono risorse che hanno subito delle trasformazioni inseguito a processi <strong>di</strong> lavorazione, richiedendo impiego <strong>di</strong> energia e materia.Tabella 2.1 Flussi ed In<strong>di</strong>ci EMergeticiFLUSSO O INDICE EMERGETICOEspressioneUnità <strong>di</strong>misura <strong>Provincia</strong> <strong>di</strong> <strong>Siena</strong>fonti energia locale rinnovabile R x10 18 sej/anno 883,54fonti energia locale non rinnovabile N x10 18 sej/anno 5989,41fonti locali L=R+N x10 18 sej/anno 6872,95fonti energia importata F1 x10 18 sej/anno 1523,22Importato Commercio F2 x10 18 sej/anno 3777,12Importato Totale F=F1+F2 x10 18 sej/anno 5300,33Totale usato all'interno del sistema U=R+N+F x10 18 sej/anno 12173,28Esportato E x10 18 sej/anno 3215,63Esportato/Importato E/F 0,61Importato-Esportato F-E x10 18 sej/anno 2084,71Frazione EMergy rinnovabile sul Totale R/U 0,07Frazione EMergy importata sul Totale F/U 0,44ELR (N+F)/R 12,78ED U/m 2 3,19E+12EIR F/(N+R) 0,77EM/persona U/abitanti x10 18 sej/anno 4,70E+16Frazione Elettricità 1 /Totale EMergy El.1/U 0,0343Frazione Elettricità prodotta 2 /Totale Emergy El.2/U 0,029Emergy dei combustibili usati per persona combus./pop. x10 18 sej/anno 0,006EMergy/PIL U/€ sej/€ 2,16E+12Popolazione Totale <strong>Provincia</strong> n° <strong>di</strong> persone 258821Area Totale <strong>Provincia</strong> Km 2 38211 per Elettricità si intende il totale dei consumi provinciali2 l'Elettricità prodotta è quella corrispondente al voce 8 della Tab. AL’in<strong>di</strong>catore ELR calcolato per la <strong>Provincia</strong> <strong>di</strong> <strong>Siena</strong> è pari a 12,78 e in<strong>di</strong>ca cheil consumo <strong>di</strong> risorse <strong>di</strong> tipo non rinnovabile è quasi tre<strong>di</strong>ci volte superiore a quello<strong>di</strong> risorse rinnovabili.Questo valore è in<strong>di</strong>cativo perché riflette una bassa pressione esercitata sulterritorio ed una bassa sollecitazione dei cicli naturali.I fattori che favorisconoquesto scarso sovrasfruttamento del capitale naturale locale sono la bassa densitàSPIN-ECO


Analisi Emergetica31<strong>di</strong> popolazione e il tessuto produttivo fortemente incentrato sull’attività agricola,artigianale o <strong>di</strong> piccola impresa. Non esistono sul territorio attivitàparticolarmente impattanti, basate su impieghi intensivi <strong>di</strong> energia e materia, chepossano intaccare il grande patrimonio naturalistico e <strong>di</strong> bio<strong>di</strong>versità che la<strong>Provincia</strong> vanta.Uno dei temi <strong>di</strong> maggior interesse emerso da questo tipo <strong>di</strong> indagine èl’estrazione <strong>di</strong> cospicue quantità <strong>di</strong> materiali da cava, sia lapidei pregiati (come ilmarmo e il travertino) che materiali inerti da costruzione (sabbie e ghiaie), chemateriali industriali, argille e leganti, praticata in maniera <strong>di</strong>ffusa su tutta la<strong>Provincia</strong>. La grande importanza che queste risorse rivestono nella contabilitàEMergetica deriva dal fatto che hanno una forte rilevanza da un punto <strong>di</strong> vistaambientale perché il loro ciclo <strong>di</strong> rigenerazione equivale a quello se<strong>di</strong>mentario,ovvero implica tempi molto lunghi (tempi geologici).Abbiamo più volte trattato in questo stu<strong>di</strong>o del peso dell’attività estrattiva inseno all’analisi e <strong>di</strong> quanto sia rilevante dal punto <strong>di</strong> vista della sostenibilità unagestione oculata <strong>di</strong> questa risorsa basata su <strong>di</strong> un attento monitoraggio per evitareun impoverimento sistematico del Capitale Naturale della zona.2.7.2 L’in<strong>di</strong>catore <strong>di</strong> Densità <strong>di</strong> Flusso <strong>di</strong> EMergiaL’in<strong>di</strong>catore <strong>di</strong> Densità <strong>di</strong> Flusso <strong>di</strong> EMergia (ED) misura quanto la componenteantropica influisca sul livello <strong>di</strong> sostenibilità <strong>di</strong> un territorio: esso infatti mette inrelazione la domanda complessiva <strong>di</strong> EMergia con l’estensione del territorio e larelativa pressione antropica. Infatti, il maggiore valore <strong>di</strong> densità <strong>di</strong> flusso <strong>di</strong>EMergia si rileva in sostanza là dove è presente una maggiore concentrazione <strong>di</strong>popolazione e/o <strong>di</strong> attività produttive che provocano una “accumulazione” <strong>di</strong>EMergia per unità <strong>di</strong> territorio. Questo in<strong>di</strong>catore fornisce delle in<strong>di</strong>cazioni moltochiare in merito alla carrying capacity del sistema. In generale, la carryingcapacity in<strong>di</strong>ca il massimo “carico” (in termini <strong>di</strong> popolazione e consumi procapite) che può essere esercitato su un certo ambiente senza comprometterneirreversibilmente l’integrità. La carrying capacity è un concetto sito-specifico esuggerisce quale è la soglia massima <strong>di</strong> popolazione con i relativi consumi che nonè conveniente superare, una soglia rispetto alla quale è possibile valutare il regime<strong>di</strong> sostenibilità o <strong>di</strong> insostenibilità <strong>di</strong> un sistema. In altre parole la superficie<strong>di</strong>viene, in questo caso, il fattore limitante.SPIN-ECO


Analisi Emergetica32In <strong>Provincia</strong> <strong>di</strong> <strong>Siena</strong> il valore della densità <strong>di</strong> flusso <strong>di</strong> EMergia 3,19x10 12sej/(m 2 anno) è fra i più bassi fino ad oggi riscontrati nelle analisi che sono stateportate a termine.Mentre l’in<strong>di</strong>catore <strong>di</strong> impatto ambientale misura lo stress esercitato su <strong>di</strong> unterritorio in termini <strong>di</strong> utilizzo e <strong>di</strong> ripartizione delle risorse in R, N e F,l’in<strong>di</strong>catore della densità <strong>di</strong> flusso <strong>di</strong> EMergia tiene conto del tipo <strong>di</strong> modello <strong>di</strong>sviluppo che persegue una realtà territoriale, contabilizzando gli effettivi consumi<strong>di</strong> risorse in<strong>di</strong>pendentemente dalla loro natura.2.7.3 L’EMergia per personaL’EMergia per persona esprime la <strong>di</strong>stribuzione dell’EMergia totale in funzionedegli abitanti dell’area <strong>di</strong> riferimento. Questo in<strong>di</strong>catore, mettendo in relazionel’assetto produttivo e sociale, con l’ammontare della popolazione, attribuisce agliabitanti una “responsabilità” in<strong>di</strong>viduale in termini <strong>di</strong> consumo <strong>di</strong> risorse.In letteratura si trova sovente la tendenza a definire tale valore come lamisura, in senso lato, della <strong>di</strong>sponibilità <strong>di</strong> risorse della quale può godere ogniin<strong>di</strong>viduo che abita un certo sistema. In realtà, la veri<strong>di</strong>cità <strong>di</strong> tale affermazione èrelativa alla categoria e alla quantità <strong>di</strong> risorse che vengono consumate.L’interpretazione del dato si basa appunto nella tipologia delle risorseutilizzate: se un sistema si alimenta per gran parte <strong>di</strong> risorse rinnovabili,utilizzandole in modo oculato e sostenibile, allora è legittimo pensare che la<strong>di</strong>sponibilità <strong>di</strong> esse si protrarrà per un periodo <strong>di</strong> tempo anche lungo. Qualora,invece, come accade quando si stu<strong>di</strong>ano i sistemi territoriali, gli input che sononecessari alla sopravvivenza del sistema sono per lo più <strong>di</strong> natura non rinnovabile,allora non è detto che si potrà fare conto su <strong>di</strong> essi nel futuro. Il secondo caso, purpresentando un’apparente ricchezza pro capite in termini EMergetici, è con buonaprobabilità un caso <strong>di</strong> insostenibilità.La valutazione dell’in<strong>di</strong>catore sia come <strong>di</strong>sponibilità sia come consumo ècomunque strettamente legata alla densità <strong>di</strong> popolazione; infatti, un sistema conuna densità <strong>di</strong> popolazione abbastanza contenuta dovrebbe avere un valoreabbastanza elevato dell’EMergia per persona.È in quest’ottica che deve essere spiegato il valore dell’EMergia per personadella <strong>Provincia</strong> 4,70x10 16 sej/(ab anno) a conforto <strong>di</strong> quanto emerso dall’analisidegli altri in<strong>di</strong>catori. E’ importante descrivere la composizione del flusso <strong>di</strong>emergia che descrive la <strong>di</strong>sponibilità o il consumo <strong>di</strong> risorse pro capite. Infatti, seSPIN-ECO


Analisi Emergetica33le risorse che alimentano il sistema sono principalmente <strong>di</strong> tipo rinnovabile, alloral’in<strong>di</strong>catore EMergia per persona mostrerà la <strong>di</strong>sponibilità <strong>di</strong> risorse per persona.Viceversa rappresenterà il consumo pro capite, se le risorse sarannoprincipalmente <strong>di</strong> tipo non rinnovabile.Questo risultato va dunque letto in congiunzione con i precedenti in<strong>di</strong>catori.Nel caso della <strong>Provincia</strong> <strong>di</strong> <strong>Siena</strong>, il valore del rapporto EMergia su persona in<strong>di</strong>cauna relativa maggiore <strong>di</strong>sponibilità <strong>di</strong> risorse naturali, visto che sia l’ELR sia l’EDpresentano valori bassi.2.7.4 Il rapporto <strong>di</strong> Investimento EMergeticoQuesto in<strong>di</strong>catore rappresenta una misura dell’equilibrio con il quale lecategorie <strong>di</strong> risorse sono utilizzate nel sistema.L’in<strong>di</strong>catore esamina il grado <strong>di</strong> <strong>di</strong>pendenza da altri sistemi e viene esplicitatodall’Investimento EMergetico (EMergy Investment Ratio – EIR), che, in senso lato,può essere considerato un in<strong>di</strong>catore economico. Esso rappresenta il rapporto trale risorse acquisite dall’esterno del sistema e quelle locali provenientidall’ambiente, sia rinnovabili sia non rinnovabili. In questo caso si parla <strong>di</strong>“investimento” perché l’in<strong>di</strong>catore quantifica l’EMergia che deve essere acquistata(dal momento che, per importare risorse, bisogna far ricorso al mercato) per potersfruttare ogni unità <strong>di</strong> EMergia locale. Se il valore dell’in<strong>di</strong>catore è troppo alto,significa che si sta importando molto dal <strong>di</strong> fuori del sistema per poter sfruttarepoche risorse interne. È facile supporre che le Regioni maggiormente de<strong>di</strong>teall’industria abbiano valori rilevanti <strong>di</strong> investimento EMergetico, dato l’elevatoammontare <strong>di</strong> importazioni necessario.Questo non è il caso della <strong>Provincia</strong> <strong>di</strong> <strong>Siena</strong>, dove le importazioni dal sistemaesterno (F1+F2) raggiungono il 43% del totale dell’EMergia. A <strong>Siena</strong>, infatti, ilrapporto <strong>di</strong> investimento EMergetico presenta un valore <strong>di</strong> 0,77 e questo deriva dalfatto che ad un basso valore dell’import viene contrapposto un valore maggiore <strong>di</strong>risorse locali sfruttate. Il tessuto economico produttivo della <strong>Provincia</strong> <strong>di</strong> <strong>Siena</strong> sisostiene principalmente sui servizi, su un’agricoltura e un artigianato <strong>di</strong> qualità esu una fiorente industria del turismo culturale e naturalistico alimentata dallabellezza del territorio e dalle ricchezze storico-artistiche.In generale, dal momento che il problema della sostenibilità è un problemaglobale, acquistare risorse non rinnovabili dall’esterno significa semplicementetrasferire spazialmente i problemi <strong>di</strong> pressione antropica sull’ambiente. Ciò vuolSPIN-ECO


Analisi Emergetica34<strong>di</strong>re che qualora il sistema esportatore avesse dei problemi <strong>di</strong> esaurimento <strong>di</strong>risorse, <strong>di</strong> inquinamento etc., l’importatore <strong>di</strong> quelle risorse vedrebbepregiu<strong>di</strong>cata la propria possibilità <strong>di</strong> sviluppo. Questo è il significato <strong>di</strong> <strong>di</strong>pendenzadall’esterno che il rapporto <strong>di</strong> investimento EMergetico mette in evidenza.2.7.5 EMergia/PILL’in<strong>di</strong>catore EMergia/P.I.L. è il rapporto tra l’EMergia totale utilizzata nelsistema territoriale, in un anno, e il prodotto interno lordo realizzato nello stessoanno. Questo in<strong>di</strong>catore correla il consumo <strong>di</strong> risorse alla produzione <strong>di</strong> ricchezza<strong>di</strong> un territorio; un basso valore può quin<strong>di</strong> essere attribuibile ad un basso consumo<strong>di</strong> risorse rispetto alla ricchezza prodotta.Il valore <strong>di</strong> questo in<strong>di</strong>catore per la <strong>Provincia</strong> <strong>di</strong> <strong>Siena</strong> è pari a 2,16x10 12 sej/€.Con questo in<strong>di</strong>catore si sottolinea quin<strong>di</strong> come l’aspetto ambientale e quelloeconomico risultino complementari nel <strong>di</strong>segno <strong>di</strong> uno sviluppo sostenibile.Uno spunto <strong>di</strong> riflessione interessante è offerto da questo rapporto in quantopermette <strong>di</strong> trasformare un determinato flusso EMergetico in termini economici.Questo aspetto non è affatto da sottovalutare considerato che l’analisi EMergeticanon tiene conto solo dell’energia o del lavoro necessario per estrarre una risorsadall’ambiente ma anche del valore intrinseco della risorsa stessa nei termini delcosto ambientale che la Natura ha sostenuto per renderla <strong>di</strong>sponibile. Quin<strong>di</strong>, setrasformiamo con questo artificio il flusso EMergetico in denaro siamo in grado <strong>di</strong>attribuire un “valore economico” alla risorsa naturale. Cerchiamo cioè <strong>di</strong>rispondere alla domanda: se trattiamo un bene ambientale alla stregua <strong>di</strong> un beneprodotto dall’uomo, questo sarà il suo valore?Ad esempio: se moltiplichiamo il valore EMergetico dei materiali estratti perl’inverso del rapporto EMergia su PIL otteniamo un valore in denaro, cherappresenta il corrispettivo valore dei materiali estratti (tabella 2.2).Poiché tale valore risulta nettamente superiore ai prezzi <strong>di</strong> mercato del settoreestrattivo siamo <strong>di</strong> fronte ad una situazione in cui il sistema si sta privando <strong>di</strong> unarisorsa <strong>di</strong> un certo valore (comprensivo del valore intrinseco) avendo comecorrispettivo da parte del mercato (come contropartita economica) un ammontareinferiore che non potrà mai remunerare il costo ambientale sostenutogratuitamente dalla Natura per renderla <strong>di</strong>sponibile.SPIN-ECO


Analisi Emergetica35Tabella 2.2 Flussi Emergetici e valore monetario EMergetico dell’attività estrattiva della <strong>Provincia</strong><strong>di</strong> <strong>Siena</strong>Input Quantità unità Transformity Rif. Emergia (seJ/anno) €Materiali da EstrazioneIndustriali, argille e leganti 1,16E+12 g 1,68E+09 [11] 1,95E+21 € 903.970.046Inerti per industria costruzioni 1,65E+12 g 1,68E+09 [11] 2,77E+21 € 1.285.81<strong>9.</strong>462Ornamentali 4,75E+11 g 2,44E+09 [11] 1,16E+21 € 537.613.549totale 5,88E+21 € 2.727.403.057Ciò non vuol <strong>di</strong>re che il valore trovato può essere assunto come prezzo dapraticare sul mercato. Si tratta <strong>di</strong> un metodo che, coerentemente con la filosofiadell’analisi EMergetica, mira a determinare il valore, non necessariamenteeconomico, dei beni, in<strong>di</strong>pendentemente dal loro passaggio attraverso il mercato.In questo caso l’eventuale sistema importatore sta beneficiando dei servizigratuiti offerti dalla Natura a scapito del territorio dal quale la risorsa è prelevata.2.8 Discussione: La <strong>Provincia</strong> <strong>di</strong> <strong>Siena</strong> nel 1999 e nel 2003Un modo <strong>di</strong> determinare lo stato <strong>di</strong> salute della <strong>Provincia</strong> <strong>di</strong> <strong>Siena</strong> è quello <strong>di</strong>confrontare i flussi e gli in<strong>di</strong>catori EMergetici del 1999 con quelli del 2003. Gliin<strong>di</strong>catori sono legati alle caratteristiche del sistema. Nell’analisi in questione levariazioni degli in<strong>di</strong>catori sono riportate in maniera riassuntiva nella Tabella 2.3.Le variazioni dei flussi EMergetici principali hanno subito variazioni importanti.Questo paragrafo ci aiuterà a rispondere ad alcune domande in merito alla salutedel sistema territoriale senese. Qual è il livello <strong>di</strong> investimento economico inrelazione alle risorse naturali ed ambientali che il territorio della <strong>Provincia</strong> <strong>di</strong><strong>Siena</strong> mette a <strong>di</strong>sposizione? Qual è la ricchezza reale netta che la <strong>Provincia</strong> èriuscita a creare nell’intervallo <strong>di</strong> tempo considerato? Qual è la causa piùimportante che ha determinato sperequazioni nello sfruttamento <strong>di</strong> beni e servizie <strong>di</strong> risorse naturali? Quali sono le possibili soluzioni? Quanto è autosufficiente ecome è cambiato il livello <strong>di</strong> autosufficienza della <strong>Provincia</strong> in relazione all’uso edallo sfruttamento <strong>di</strong> risorse rinnovabili e non rinnovabili locali?Il bilancio Import-Export dei flussi EMergetici mostra la relazione <strong>di</strong> <strong>di</strong>pendenzadall’esterno del territorio provinciale rispetto a tutte le altre realtà provinciali. Idati oggetto <strong>di</strong> analisi presentano delle approssimazioni. Queste sono dovute adalcuni cambiamenti, apportati dall’ISTAT e da altri organismi, nel modo <strong>di</strong>raccogliere i dati, che provocano vari problemi anche ai database necessari perSPIN-ECO


Analisi Emergetica36l’Analisi EMergetica. I dati relativi alle singole voci dell’Import e dell’Export sonocontabilizzati soltanto in Euro, mentre fino al 1999 erano computati anche inquantità fisiche. Per la nostra analisi siamo stati costretti a convertire i flussidall’unità <strong>di</strong> conto a quantità fisiche utilizzando i prezzi me<strong>di</strong> a livello nazionale.Questo comporta ovviamente una minore precisione nel risultato finale, in quantosi usano stime a loro volta imprecise. Inoltre prezzi me<strong>di</strong> nazionali sono soloparzialmente significativi perché non evidenziano le caratteristiche <strong>di</strong> territorialitàdel singolo mercato, soprattutto per quanto riguarda i mercati delle produzionitipiche (beni alimentari, attività estrattive, attività manifatturiera, etc.).Sottolineiamo a questo proposito l’importanza della raccolta <strong>di</strong> dati perperseguire politiche <strong>di</strong> sostenibilità: il primo e fondamentale passo nella <strong>di</strong>rezionedella sostenibilità è la conoscenza del sistema. Se su <strong>di</strong> esso le informazioni sonoscarse ed imprecise il compito degli amministratori <strong>di</strong>venta ancora più <strong>di</strong>fficile. Lescelte dell’ISTAT (dovute sicuramente a motivi <strong>di</strong> economicità) vanno esattamentenella <strong>di</strong>rezione opposta a quella auspicata.Il flusso totale delle esportazioni è aumentato visibilmente rendendo meno<strong>di</strong>pendente la <strong>Provincia</strong> <strong>di</strong> <strong>Siena</strong> dall’esterno. Questo risultato è <strong>di</strong>peso fortementedall’aumento esponenziale delle esportazioni <strong>di</strong> minerali non metalliferi. Il dannoambientale derivante dalle lavorazioni <strong>di</strong> estrazione <strong>di</strong> materiali <strong>di</strong> cava così comei benefici che travalicano le leggi <strong>di</strong> mercato non sono valutati in questo stu<strong>di</strong>o,ma questo può essere un possibile spunto <strong>di</strong> riflessione per il futuro. L’aumentodell’autosufficienza nello scambio <strong>di</strong> ricchezza reale (EMergy) è <strong>di</strong> particolareinteresse per la società perché determina un aumento del benessere per i sistemiambientali ed economici del territorio.SPIN-ECO


Analisi Emergetica37Tabella 2.3 Variazione dei flussi e degli in<strong>di</strong>catori EMergetici della <strong>Provincia</strong> <strong>di</strong> <strong>Siena</strong> tra il 1999ed il 2003<strong>Provincia</strong> <strong>di</strong> <strong>Siena</strong> <strong>Provincia</strong> <strong>di</strong> <strong>Siena</strong>FLUSSO O INDICE EMERGETICO Espressione Unità <strong>di</strong> misura 19992003fonti energia locale rinnovabile R x10 18 sej/anno 830,44 883,54fonti energia locale non rinnovabile N x10 18 sej/anno 5982,51 5989,41fonti locali L=R+N x10 18 sej/anno 6812,95 6872,95fonti energia importata F1 x10 18 sej/anno 1685,02 1523,22Importato Commercio F2 x10 18 sej/anno 1180,00 3777,12Importato Totale F=F1+F2 x10 18 sej/anno 2865,02 5300,33Totale usato all'interno del sistema U=R+N+F x10 18 sej/anno 9677,97 12173,28Esportato E x10 18 sej/anno 714,68 3215,63Esportato/Importato E/F 0,25 0,61Importato-Esportato F-E x10 18 sej/anno 2150,34 2084,71Frazione EMergy rinnovabile sul Totale R/U 0,09 0,07Frazione EMergy importata sul Totale F/U 0,30 0,44ELR (N+F)/R 10,65 12,78ED U/m 2 sej/anno 2,53E+12 3,19E+12EIR F/(N+R) 0,42 0,77EM/persona U/abitanti sej/anno 3,83E+16 4,70E+16Frazione Elettricità 1 /Totale EMergy El.1/U 0,038 0,034Frazione Elettricità prodotta 2 /Totale Emergy El.2/U 0,030 0,029Emergy dei combustibili usati per persona combus./pop. x10 18 sej/anno 0,006 0,006EMergy/PIL U/€ sej/€ 2,15E+12 2,16E+12Popolazione Totale <strong>Provincia</strong> n° <strong>di</strong> persone 252972 258821Area Totale <strong>Provincia</strong> Km 2 3821 38211 per Elettricità si intende il totale dei consumi provinciali2 l'Elettricità prodotta è quella corrispondente al voce 8 della Tab. ALa <strong>Provincia</strong> presenta un basso rapporto <strong>di</strong> investimento EMergetico ed un altolivello <strong>di</strong> sfruttamento delle risorse ambientali. Questo mostra come ci sia un fortesfruttamento delle risorse non rinnovabili locali. La crescente degradazione <strong>di</strong>queste risorse è legata ad una gestione economica passata e presente non moltooculata da parte degli operatori del settore. Il cambiamento è stato dovutoprincipalmente ad un sostanziale aumento del flusso <strong>di</strong> beni <strong>di</strong> importazione dalcommercio. Il flusso relativo a questa voce è raddoppiato, segno <strong>di</strong> un gradualespostamento del baricentro della provincia verso una più marcata <strong>di</strong>pendenza dallerisorse non rinnovabili importate dall’esterno. Infatti gli in<strong>di</strong>catori segnano unlieve aumento a conferma <strong>di</strong> quanto detto precedentemente.Il rapporto EMergy/PIL per il territorio senese è leggermente aumentato.Questa forte variazione è riconducibile da un lato, alle recenti polemiche sullastagnazione economica <strong>di</strong> tutta “l’area Euro” che ha creato dei fenomeni recessivie che hanno visto come maggiore protagonista la variazione percentuale del PIL;SPIN-ECO


Analisi Emergetica38dall’altro lato, si è verificata una graduale ascesa del flusso emergetico totale chealimenta il territorio provinciale.Le motivazioni <strong>di</strong> questo risultato possono essere ricondotte ai seguenti fattori:• il settore primario è caratterizzato da un’attività agricola e agro-alimentarenon intensiva (a bassa EMergia), ma che deve incoraggiare la produzione me<strong>di</strong>antel’uso <strong>di</strong> risorse rinnovabili, salvaguardando il territorio rurale ed il paesaggio;• l’industria e la manifattura non costituiscono la base fondamentale sullaquale poggia il sistema socio-economico provinciale, ma è necessario promuoverecostantemente il miglioramento della qualità dei prodotti e dei processi produttivi;• entrambi questi settori fanno leva sulla produzione <strong>di</strong> beni <strong>di</strong> estrema qualità(riconosciuti a livello nazionale ed internazionale) e portatori <strong>di</strong> un alto valoreaggiunto (si pensi alla produzione del cristallo e del vino);• l’economia senese è connotata da un <strong>di</strong>namico settore terziario econtemporaneamente da un sistema ricettivo che consente <strong>di</strong> ospitare flussituristici in costante aumento negli ultimi anni cercando <strong>di</strong> orientare la politica inquesto settore verso la prevenzione nei confronti <strong>di</strong> fenomeni che potrebberoavere effetti devastanti per il territorio senese e per il suo Capitale Naturale.2.8.1 La gestione dell’attività estrattiva nella <strong>Provincia</strong> <strong>di</strong> <strong>Siena</strong>:una prospettiva <strong>di</strong> sostenibilità.Nella nostra provincia, il tema delle attività <strong>di</strong> cava ha costituito in questiultimi anni un terreno conteso. Al fondo <strong>di</strong> un così aspro confronto vi sono dueesigenze – entrambe legittime, pur se non sullo stesso piano <strong>di</strong> rilevanza- chehanno profonde ra<strong>di</strong>ci nella società o<strong>di</strong>erna: la prima esigenza è quella <strong>di</strong> avere aprezzi non elevati i materiali <strong>di</strong> base per costruire abitazioni, capannoni, strade,e<strong>di</strong>fici commerciali e <strong>di</strong> servizio; la seconda esigenza, che si fa strada molto piùlentamente, è relativa alla salvaguar<strong>di</strong>a del territorio e del paesaggio. Queste dueesigenze sicuramente in contrasto hanno visto il prevalere della prima per ovvimotivi economici dovuti ad una crescente avi<strong>di</strong>tà delle casse statali nei confrontidelle amministrazioni locali che hanno dovuto orientare e <strong>di</strong>fferenziare parte deiloro interessi economici verso quelle attività ad alto valore aggiunto, come quellaestrattiva.L’analisi EMergetica della <strong>Provincia</strong> <strong>di</strong> <strong>Siena</strong> e l’interpretazione dei valoriottenuti, in particolare gli in<strong>di</strong>ci <strong>di</strong> impatto ambientale (ELR = 12,78) e delladensità <strong>di</strong> flusso <strong>di</strong> Emergia - ED = 3,19x10 12 sej/(m 2 anno), mettono in evidenza ilSPIN-ECO


Analisi Emergetica39ruolo che giocano le risorse locali non rinnovabili e in particolare la voce“materiali da estrazione”, considerato che essa rappresenta circa il 98% dellacategoria N.È evidente lo squilibrio (in termini EMergetici) fra l’utilizzo <strong>di</strong> materiali <strong>di</strong> cavae le altre categorie <strong>di</strong> risorse. Se, da un lato, il fatto che si tratti <strong>di</strong> risorse localiimplica un minore grado <strong>di</strong> <strong>di</strong>pendenza dall’esterno, dall’altro, trattandosi <strong>di</strong>risorse non rinnovabili, si rende necessario un attento monitoraggio e un’oculatagestione dell’attività <strong>di</strong> estrazione, affinché questo settore non provochi unimpoverimento sistematico del Capitale Naturale della zona.Dal 1999 ad oggi i dati relativi all’attività estrattiva non hanno subito nessunaggiornamento. La competenza nella ren<strong>di</strong>contazione dei consumi <strong>di</strong> risorseminerarie spetta ai singoli Comuni in virtù degli Accor<strong>di</strong> <strong>di</strong> Programma presi con laRegione. L’interesse che riveste quest’attività da un punto <strong>di</strong> vista politico èscarsa. Per questo non esiste, a tutt’oggi, un dato aggiornato e significativo delprelievo <strong>di</strong> materiale <strong>di</strong> cava. Visto la particolare importanza che rivestequest’attività sia da un punto <strong>di</strong> vista economico, ma soprattutto da un punto <strong>di</strong>vista ambientale, bisognerebbe monitorare il prelievo <strong>di</strong> questi materiali. Èassolutamente necessario per la <strong>Provincia</strong> <strong>di</strong> <strong>Siena</strong>, che persegue un sentiero <strong>di</strong>sostenibilità intrapreso da <strong>di</strong>versi anni, tenere una contabilità accuratadell’attività estrattiva. Se si vogliono privilegiare i principi che stanno alla basedello Sviluppo Sostenibile è necessario rendere conto del prelievo <strong>di</strong> materiali <strong>di</strong>origine minerarie in contrapposizione alla capacità della Natura <strong>di</strong> rigenerarli.L’attenzione richiesta dal settore estrattivo è legata a un doppio aspetto,implicito nella sua non rinnovabilità: innanzitutto la <strong>di</strong>screpanza fra i ritmi delprelievo e i ritmi <strong>di</strong> rigenerazione dei cicli naturali; in secondo luogo, le mo<strong>di</strong>ficheapportate dall’attività estrattiva al sistema sono spesso irreversibili e possonoprodurre delle conseguenze, anche nel lungo periodo, <strong>di</strong>fficili da prevedere e dacontrollare. Le attività minerarie possono anche compromettere l’esistenza <strong>di</strong>interi ecosistemi o la permanenza in loco <strong>di</strong> alcune specie viventi a causa dellaproduzione <strong>di</strong> rifiuti o scarti tossici.Se, da un lato, è impossibile non rilevare tale situazione, dall’altro è anchenecessario <strong>di</strong>re che il materiale estratto rappresenta una ricchezza propria delterritorio, oltre che fonte <strong>di</strong> red<strong>di</strong>to e occupazione. Inoltre alcuni materialiestratti sono risorse <strong>di</strong> particolare pregio o <strong>di</strong> grande qualità, risorse specifiche edesclusive <strong>di</strong> una zona, che permettono <strong>di</strong> identificarla fra tante (ad esempio,marmo giallo e travertino).SPIN-ECO


Analisi Emergetica40Per una gestione sostenibile dell’attività estrattiva occorre innanzitutto ridurregradualmente le quantità estratte nell’unità <strong>di</strong> tempo, cercando <strong>di</strong> riconvertire leattività verso prodotti in cui gli elementi caratterizzanti siano qualità più chequantità e valore aggiunto da lavorazioni artigianali e specialistiche. Nello stessotempo, per la sostenibilità del sistema, è opportuno attivare processi per<strong>di</strong>fferenziare l’economia locale e in<strong>di</strong>rizzare gradualmente le nuove generazioniverso occupazioni alternative all’attività <strong>di</strong> estrazione.Fa al caso la regola <strong>di</strong> “quasi sostenibilità” <strong>di</strong> Herman Daly <strong>di</strong> cui si èampiamente trattato nei vari Report. È ovvio che sfruttare il non rinnovabile vuol<strong>di</strong>re utilizzare input a una velocità superiore alla capacità della Natura <strong>di</strong>rigenerarli, tuttavia è necessario trovare una modalità che permetta <strong>di</strong> ridurre losfruttamento della risorsa non rinnovabile attraverso la creazione <strong>di</strong> sostitutirinnovabili. Nel caso specifico, potrebbero essere incentivati, ad esempio, processi<strong>di</strong> sviluppo basati su tecnologie del recupero e riutilizzo dei materiali <strong>di</strong> scarto,sulla riconversione paesaggistica delle cave e delle miniere <strong>di</strong>smesse, nonché sulripristino delle funzioni naturali intaccate dalle attività per prevenire il territorioda rischi idrogeologici.Hans Christoph Binswanger (1998) sostiene che il fatto <strong>di</strong> ridurre l’input <strong>di</strong>risorse che alimentano un sistema potrebbe essere in fondo più economico edecologicamente più efficace rispetto a dover riparare i danni ambientali dovuti alsovrasfruttamento o alle conseguenze <strong>di</strong> esso. Allo stesso modo, potrebbe esserepiù utile risparmiare le risorse scarse e l’energia piuttosto che cercarne deisostituti.Avendo a <strong>di</strong>sposizione un deposito (giacimento) <strong>di</strong> una risorsa non rinnovabile edato un certo livello <strong>di</strong> consumo attuale, esiste, secondo Binswanger, il modo <strong>di</strong>sfruttare quella risorsa per un tempo indefinito proprio riducendo <strong>di</strong> periodo inperiodo l’estrazione.SPIN-ECO


Analisi Emergetica41Figura 2.4 - Sentieri <strong>di</strong> esaurimento delle risorse per <strong>di</strong>fferenti tassi <strong>di</strong> consumo annuale.La Figura 2.4 mostra che, date le con<strong>di</strong>zioni iniziali (<strong>di</strong>sponibilità <strong>di</strong> risorse1000 volte maggiore rispetto al prelievo annuo), una riduzione dei consumi pariallo 0,1% all’anno permetterebbe una <strong>di</strong>sponibilità della risorsa per un tempoindefinito. Nel caso in cui anche una piccola ma stabile riduzione percentuale delconsumo della risorsa possa essere sufficiente per far sì che il tempo <strong>di</strong> vita delgiacimento si ampli notevolmente, è pur sempre necessario un ingente sforzo alivello politico affinché si consoli<strong>di</strong> un nuovo modello produttivo che preveda unuso meno intensivo <strong>di</strong> materia ed energia. In questo senso gli strumenti principalida utilizzare sono la tecnologia, atta a migliorare l’efficienza e le performance infase <strong>di</strong> trasformazione della materia grezza e <strong>di</strong> produzione <strong>di</strong> rifiuti, e la politicafiscale, atta a <strong>di</strong>rezionare gli investimenti in questo senso.2.8.2 Investire nel Capitale Naturale: le risorse rinnovabiliLe <strong>di</strong>fficoltà <strong>di</strong> rispondere ai problemi sociali e geopolitici, al degradoambientale, locale e globale, alla limitatezza delle scorte e all’aumento del costodei combustibili fossili rilanciano la questione energetica che è un problemacruciale dell’umanità. La forza <strong>di</strong> chi insiste per un cambiamento <strong>di</strong> strategiaenergetica è nella debolezza e nei limiti del modello attuale. Una delle più gran<strong>di</strong>sfide oggi consiste nel dar vita ad un modello energetico sostenibile da un punto <strong>di</strong>vista sociale, economico e ambientale. Occorre passare da quello attuale, basatoSPIN-ECO


Analisi Emergetica42su fonti d’energia inquinanti, esauribili e incerte per natura, perché legate arisorse limitate e geopoliticamente mal <strong>di</strong>stribuite, a uno nel quale l’energia,svincolata da questo contratto a termine con la natura, viene ricavata da processie risorse che la leghino a fonti rinnovabili e pulite, non inquinanti e abbondantiche non si esauriscano o possano essere ripristinate grazie a processi naturali.Inoltre è ormai opinione <strong>di</strong>ffusa e consolidata nel mondo scientificocontemporaneo che il pianeta non è in grado <strong>di</strong> sostenere gli usi energeticidell’uomo. Sia perché le risorse energetiche (principalmente fonti fossili) sono invia <strong>di</strong> esaurimento in un orizzonte temporale breve ed inoltre perché l'effettoserra generato dallo loro combustione influisce negativamente sui cicli biogeochimicidel pianeta. I sistemi antropici consumano sempre più energia eimportano sempre più prodotti energetici. La produzione è insufficiente a coprireil fabbisogno energetico e la <strong>di</strong>pendenza energetica dall’esterno è in continuacrescita.L’aumento brutale dei prezzi petroliferi che potrebbe intralciare la ripresadell’economia a livello macroeconomico a seguito della triplicazione del prezzodel greggio, registrata dal marzo 1999, rivela una volta <strong>di</strong> più le debolezzestrutturali dell’approvvigionamento energetico, ossia il crescente tasso <strong>di</strong><strong>di</strong>pendenza energetica, il ruolo determinante del petrolio per i prezzi dell’energiae i risultati deludenti delle politiche <strong>di</strong> controllo del consumo. La <strong>di</strong>pendenza siriflette in tutti i settori dell’economia. I trasporti, il settore domestico el’elettricità <strong>di</strong>pendono fortemente dagli idrocarburi e sono alla mercé dellevariazioni erratiche dei prezzi internazionali. Le conseguenze della <strong>di</strong>pendenzasono importanti in termini economici.La strategia a lungo termine <strong>di</strong> sicurezza dell’approvvigionamento energeticodeve mirare a garantire, per il benessere dei citta<strong>di</strong>ni e il buon funzionamentodell’economia, la <strong>di</strong>sponibilità fisica e continua dei prodotti energetici sul mercatoad un prezzo accessibile a tutti i consumatori (privati e industriali) nel rispettodell’ambiente e nella prospettiva dello sviluppo sostenibile. La sicurezzadell’approvvigionamento non mira a massimizzare l’autonomia energetica o aminimizzare la <strong>di</strong>pendenza bensì a ridurre i rischi legati a quest’ultima. Fra gliobiettivi da perseguire figurano l’equilibrio e la <strong>di</strong>versificazione delle <strong>di</strong>verse fonti<strong>di</strong> approvvigionamento (per prodotti e per regioni geografiche). E’ quin<strong>di</strong>necessario sviluppare l’utilizzo <strong>di</strong> risorse alternative <strong>di</strong> tipo rinnovabile. Una dellepossibili opzioni è rappresentata dalla risorsa geotermica.SPIN-ECO


Analisi Emergetica43Parlando <strong>di</strong> geotermia è relativamente semplice rispettare il primo principiodella sostenibilità, in virtù del fatto che gli impianti attualmente operativisfruttano il vapore geotermico rispettando i cicli della Natura; pur restando ilproblema dell’esaurimento delle acque. Mentre risulta più complicato rispettare ilsecondo. Infatti la produzione <strong>di</strong> energia elettrica da geotermico, in assenza <strong>di</strong>procedure <strong>di</strong> gestione e controllo opportune, può provocare emissioni <strong>di</strong> inquinantio <strong>di</strong>ssesti geologici <strong>di</strong> natura spesso irreversibile e, in alcuni casi, reazioni <strong>di</strong>rigetto da parte delle comunità locali interessate.Si evince che l’energia rinnovabile prodotta dal geotermico non deve esserel’unica promossa per far fronte al fabbisogno energetico. E’ importante cercare <strong>di</strong>trovare quante più alternative <strong>di</strong> origine rinnovabili possibili per rendereoperativamente più efficiente il sistema energetico <strong>di</strong> un territorio.Oggi bisogna far fronte a nuove sfide caratteristiche <strong>di</strong> un periodo <strong>di</strong> profondatransizione dell’economia mon<strong>di</strong>ale. Nel prossimo decennio gli investimentienergetici <strong>di</strong> sostituzione e in risposta al crescente fabbisogno energeticoimporranno alle economie europee <strong>di</strong> operare arbitrati tra i prodotti energetici checon<strong>di</strong>zioneranno, a causa dell’inerzia dei sistemi energetici, i prossimi 30 anni.Le scelte energetiche sono con<strong>di</strong>zionate dal contesto mon<strong>di</strong>ale, e dal nuovoquadro <strong>di</strong> riferimento del mercato dell’energia: la liberalizzazione del settore e lepreoccupazioni ambientali.Questo obiettivo comporta un impegno colossale. Il successo sarà possibile se siinterverrà ra<strong>di</strong>calmente sul modello <strong>di</strong> sviluppo, sulle abitu<strong>di</strong>ni e suicomportamenti con la massima razionalizzazione della domanda e dell’offerta(esigenze e abitu<strong>di</strong>ni dei consumatori, risparmio energetico, maggiore efficienza eintegrazione dei sistemi) e dell’intero ciclo energetico (produzione,trasformazione, <strong>di</strong>stribuzione e utilizzo), con <strong>di</strong>versificazioni delle fonti e deivettori (massimo uso <strong>di</strong> rinnovabili e vettori ecocompatibili) e una fortedecentralizzazione della produzione. Per il conseguimento <strong>di</strong> questi obiettivi sononecessari una nuova cultura dell’uso razionale, del risparmio e del non-spreco conuna razionalizzazione dei comportamenti e delle infrastrutture. Ma le soluzioniimpiantistiche e tecnologiche innovative sono altrettanto in<strong>di</strong>spensabili. Nelricercare ogni volta la soluzione più appropriata s’impone il ricorso alle risorsesolari.SPIN-ECO


Analisi Emergetica442.9 Considerazioni finaliL’elaborazione della contabilità EMergetica per la <strong>Provincia</strong> <strong>di</strong> <strong>Siena</strong> ci dàinformazioni quantitative comparabili per giu<strong>di</strong>care le con<strong>di</strong>zioni economiche edambientali del territorio e ci aiuta a rispondere alle domande più frequentirelative alla gestione sostenibile <strong>di</strong> un sistema territoriale. Come abbiamo vistol’analisi e la <strong>di</strong>scussione degli in<strong>di</strong>ci EMergetici ci aiuta a capire la con<strong>di</strong>zioneattuale del territorio e come i policy makers devono orientarsi per migliorare laqualità della vita ed il benessere della comunità locale. Se il metodo <strong>di</strong> contabilitàEMergetico continuerà a svilupparsi e <strong>di</strong>venterà generalmente accettato all’internodelle Amministrazioni pubbliche, potrà ritagliarsi una parte importante fra glistrumenti generalmente utilizzati per i governi del territorio locale. Questametodologia è relativamente nuova, ma possiede un grande potenziale comestrumento per soccorrere le politiche <strong>di</strong> protezione e salvaguar<strong>di</strong>a ambientale. Èin<strong>di</strong>spensabile però che i dati necessari per lo svolgimento dell’analisi sianoaccuratamente raccolti. Il peggioramento della qualità dei dati, fra il 1999 e il2003, ad esempio, rende i risultati dell’ultima analisi meno affidabili e precisi.SPIN-ECO


Impronta Ecologica453 L’Impronta EcologicaLo scopo della ricerca presentata in questa sezione è monitorare la situazioneambientale della <strong>Provincia</strong> <strong>di</strong> <strong>Siena</strong>, attraverso l’aggiornamento dell’analisidell’Impronta Ecologica (Ecological Footprint Analysis, EFA) all’anno 2003 ed ilconfronto con il precedente stu<strong>di</strong>o, incluso nella prima parte del <strong>progetto</strong> SPIn-Eco, relativo all’anno 199<strong>9.</strong>Il calcolo della serie storica dei parametri dell’Ecological Footprint Analysispermette <strong>di</strong> analizzare e monitorare la pressione che la popolazione locale esercitasul proprio territorio nel tempo, attraverso degli in<strong>di</strong>catori sintetici. Questiin<strong>di</strong>catori si sono rivelati importanti strumenti <strong>di</strong> supporto ai decision makers, infase <strong>di</strong> programmazione e pianificazione <strong>di</strong> politiche territoriali che rispondano inpieno ai principi della sostenibilità.Nella prima parte <strong>di</strong> questo lavoro vengono richiamate le principali definizioni ele caratteristiche essenziali della metodologia, con particolare attenzione aglisviluppi che la stessa ha avuto negli ultimi anni, grazie alla costante opera <strong>di</strong>ricerca e perfezionamento perseguita dai vari ricercatori, ed in particolare dalGlobal Footprint Network (paragrafi 3.1 e 3.2).La seconda sezione è de<strong>di</strong>cata alla descrizione dell’approccio adottato ed allevariazioni metodologiche rispetto al precedente stu<strong>di</strong>o, datato 199<strong>9.</strong> Come avremomodo <strong>di</strong> verificare nelle pagine successive (paragrafo 3.3), per poter operare unconfronto omogeneo tra i valori 1999 e 2003, è stato necessario ricalcolare i valoridel 1999 sulla base <strong>di</strong> tali variazioni.Nel paragrafo 3.4 viene proposta e commentata in dettaglio l’EFA della<strong>Provincia</strong> <strong>di</strong> <strong>Siena</strong> relativa all’anno 2003; per arricchire il bagaglio <strong>di</strong> informazioni a<strong>di</strong>sposizione, è stato inoltre proposto un confronto con altre realtà provincialiitaliane.Infine viene introdotta, per la prima volta, l’analisi nel tempo della Biocapacitàprovinciale (ossia l’offerta locale <strong>di</strong> risorse e servizi ecologici), eseguita in maniera<strong>di</strong>saggregata, considerando il contributo delle varie categorie <strong>di</strong> territorio (ve<strong>di</strong>paragrafo 3.6). Tale analisi evidenzia la natura e le conseguenze delle attività chehanno avuto luogo sul territorio senese, negli ultimi settanta anni circa, fornendoun quadro della gestione locale del Capitale Naturale che va ad integrare leinformazioni fornite dalla tra<strong>di</strong>zionale analisi dell’Impronta Ecologica.SPIN-ECO


Impronta Ecologica463.1 L’Impronta Ecologica in breveL’Ecological Footprint Analysis (EFA) è una metodologia <strong>di</strong> analisi ambientale,in grado <strong>di</strong> valutare il peso dell’uomo sui sistemi naturali, attraverso il calcolo <strong>di</strong>due specifici in<strong>di</strong>catori: l’Impronta Ecologica e la Biocapacità. L’Impronta Ecologica(dall’inglese Ecological Footprint, EF), <strong>di</strong> una data popolazione viene definita comel’area totale <strong>di</strong> ecosistemi biologicamente produttivi, terrestri ed acquatici, che èrichiesta per produrre, in maniera sostenibile, tutte le risorse che quellapopolazione umana (un in<strong>di</strong>viduo, una famiglia, una nazione od il mondo intero)consuma e per assimilare, sempre in modo sostenibile, i rifiuti e gli scarti che lapopolazione stessa produce, considerando l’attuale livello tecnologico e le praticheagricole e forestali dominanti. L’unità <strong>di</strong> misura <strong>di</strong> questo in<strong>di</strong>catore è l’ettaroglobale (dall’inglese global hectar, gha) il quale in<strong>di</strong>ca un ettaro <strong>di</strong> terreno con unaproduttività pari alla produttività me<strong>di</strong>a mon<strong>di</strong>ale (Rees, 1992 e Wackernagel,1996).L’Impronta Ecologica è un valido in<strong>di</strong>catore <strong>di</strong> sostenibilità capace <strong>di</strong> valutare ilcarico antropico generato dal citta<strong>di</strong>no me<strong>di</strong>o, sulla base del proprio stile <strong>di</strong> vita,prendendo in considerazione il consumo <strong>di</strong> generi alimentari, <strong>di</strong> energia elettrica ecombustibili, lo smaltimento dei rifiuti, degli scarti e delle emissioni, prodotte daivari consumi e l’occupazione <strong>di</strong> territorio per l’allocazione <strong>di</strong> infrastrutture,impianti, abitazioni, etc. In questo senso l’EFA è uno strumento in grado <strong>di</strong>assegnare un “valore ambientale” ad ogni risorsa consumata o ad ogni rifiutoprodotto, quantificando il territorio ecologicamente produttivo che è necessarioper rendere fruibile quel bene o per assorbire lo scarto prodotto dall’uomo. Comesi percepisce, il punto <strong>di</strong> vista è fortemente antropocentrico: ciò che viene preso inconsiderazione è la produttività che l’uomo può sfruttare per le proprie attività equin<strong>di</strong>, per i propri consumi, ossia, la produttività “utile”.Una parte integrante dell’applicazione <strong>di</strong> questa metodologia e delle analisi <strong>di</strong>sostenibilità <strong>di</strong> un sistema territoriale, è rappresentata dal calcolo dellaBiocapacità. “La Biocapacità misura l’offerta <strong>di</strong> bioproduttività, ovvero laproduzione biologica <strong>di</strong> una data area. Essa è data dalla produzione aggregata dei<strong>di</strong>versi ecosistemi appartenenti all’area designata, che vanno dalle terre arabili aipascoli alle foreste ed alle aree marine produttive e comprende, in parte, areee<strong>di</strong>ficate o in degrado. La Biocapacità non <strong>di</strong>pende dalle sole con<strong>di</strong>zioni naturali,ma anche dalle pratiche agricole e forestali dominanti” (Lewan, 2001).SPIN-ECO


Impronta Ecologica47L’in<strong>di</strong>catore Impronta Ecologica acquista un particolare significato qualora lo siadoperi come strumento <strong>di</strong> confronto nelle analisi comparative, in special modo seconfrontato con la <strong>di</strong>sponibilità <strong>di</strong> risorse e servizi forniti dalla Natura, ovvero, conla Biocapacità. Ogni famiglia, impresa o governo, economicamente responsabile,compie ogni anno un bilancio delle spese e delle entrate; allo stesso modo, perproteggere il Capitale Naturale, un’Amministrazione ecologicamente responsabile,è chiamata ogni anno a stilare un bilancio ecologico tra la domanda, da partedell’uomo, <strong>di</strong> risorse e servizi naturali e, la loro offerta da parte della Natura.La metodologia dell’Impronta Ecologica stima i consumi dell’uomo (la domandaumana <strong>di</strong> risorse) e può aiutarci a ridurre tali consumi ed evitare la “bancarottaecologica”, attraverso il confronto con la Biocapacità. La metodologia classicadell’Impronta Ecologica propone un vero e proprio bilancio ecologico, stilato a varilivelli <strong>di</strong> indagine, dal globale al locale, sottraendo all’offerta <strong>di</strong> superficieecologica (la Biocapacità), la domanda <strong>di</strong> tale superficie (l’Impronta Ecologica), daparte dalla popolazione in esame.Questa metodologia è quin<strong>di</strong> capace <strong>di</strong> valutare la <strong>di</strong>fferenza che intercorre trai tempi storici del consumo umano <strong>di</strong> risorse e della produzione <strong>di</strong> rifiuti ed i tempibiologici della Natura, ovvero, della capacità della biosfera <strong>di</strong> produrre risorse e <strong>di</strong>assorbire scarti e rifiuti (Tiezzi, 1984).3.2 Variazioni metodologicheIn questo paragrafo viene presentato l’aggiornamento della metodologiadell’Ecological Footprint Analysis, utilizzato sia per ricalcolare i valori della<strong>Provincia</strong> <strong>di</strong> <strong>Siena</strong> nell’anno 1999, sia per il nuovo calcolo, relativo all’anno 2003.Occorre prima <strong>di</strong> tutto ricordare che per calcolare il valore dell’ImprontaEcologica <strong>di</strong> una determinata popolazione si esegue una procedura a step,caratterizzata dall’utilizzo <strong>di</strong>:fattori <strong>di</strong> conversione, necessari per convertire il bene (o servizio) consumato,o il rifiuto prodotto, nel territorio necessario, <strong>di</strong>rettamente o in<strong>di</strong>rettamente,per produrre quel bene (o servizio) o per assorbire il rifiuto;fattori <strong>di</strong> equivalenza, necessari per mettere in relazione la produttività dellabiomassa primaria me<strong>di</strong>a dei <strong>di</strong>versi tipi <strong>di</strong> terreno, con la produttività primariame<strong>di</strong>a globale, in un determinato anno;SPIN-ECO


Impronta Ecologica48fattori <strong>di</strong> ren<strong>di</strong>mento, capaci <strong>di</strong> mettere in relazione la produttività <strong>di</strong> unadeterminata categoria <strong>di</strong> territorio (ad esempio il terreno agricolo) all’interno<strong>di</strong> una data nazione, con la produttività della stessa categoria <strong>di</strong> territorio alivello globale.Questi fattori permettono <strong>di</strong> omogeneizzare tra loro tutti gli input considerati,consentendo così <strong>di</strong> sommare tra loro tali contributi e <strong>di</strong> arrivare ad un valoresintetico finale (la superficie equivalente) in<strong>di</strong>cativo del livello <strong>di</strong>“sostenibilità/insostenibilità” della regione considerata. Occorre inoltresottolineare che il valore che si ricava da tale procedura rappresenta una stima per<strong>di</strong>fetto della reale appropriazione <strong>di</strong> terreno bioproduttivo, a causa del numerolimitato <strong>di</strong> categorie <strong>di</strong> consumo considerate e, dei parametri presi inconsiderazione.Ecco quin<strong>di</strong> che la scelta dei fattori da utilizzare ricopre un ruolo fondamentalenell’applicazione dell’Ecological Footprint Analysis ad un qualsiasi sistematerritoriale.Il precedente stu<strong>di</strong>o dell’Impronta Ecologica della <strong>Provincia</strong> <strong>di</strong> <strong>Siena</strong>, facevariferimento alla situazione ambientale della <strong>Provincia</strong> nell’anno 199<strong>9.</strong> Per ilsuddetto stu<strong>di</strong>o erano stati utilizzati tutti i fattori all’epoca più aggiornati, nellospecifico, i fattori <strong>di</strong> equivalenza e quelli <strong>di</strong> ren<strong>di</strong>mento pubblicati nel LivingPlanet Report 2000 (UNEP-WCMC, WWF, 2000) ed i fattori <strong>di</strong> conversione presentinella matrice <strong>di</strong> calcolo “Assess your Household’s Ecological Footprint” v. 2.0realizzata da M. Wackernagel assieme ai suoi collaboratori e <strong>di</strong>sponibile on-line(Wackernagel, 2000).A causa della sua recente formulazione, l’Ecological Footprint Analysis è peròuna metodologia estremamente <strong>di</strong>namica ed in costante evoluzione. Ciò si riflettenel costante aggiornamento dei suddetti fattori, resi <strong>di</strong>sponibili attraverso lapubblicazione <strong>di</strong> un recente report e<strong>di</strong>to a cura del WWF, il Living Planet Report2002 (UNEP-WCMC, WWF, 2002) e la creazione, da parte dello stesso gruppo <strong>di</strong>ricerca <strong>di</strong> M. Wackernagel, <strong>di</strong> una nuova e più aggiornata matrice <strong>di</strong> calcolodenominata “Household Ecological Footprint Calculator” v. 3.2 (Wackernagel,2003).I fattori <strong>di</strong> equivalenza <strong>di</strong> cui fa uso la metodologia dell’EFA, sono uguali ecostanti per tutte le nazioni ma variano <strong>di</strong> anno in anno, mentre, i fattori <strong>di</strong>ren<strong>di</strong>mento sono specifici per ogni nazione e per ogni anno; questo è dovuto alfatto che la produttività biologica dei terreni varia in base al tempo ed allaSPIN-ECO


Impronta Ecologica49collocazione geografica del terreno in esame. I progressi tecnologici possono infattialterare, in maniera più o meno significativa, la produttività dei terreni ol’efficienza con la quale le risorse vengono utilizzate per produrre beni e servizi,rendendo necessario un aggiornamento annuale dei fattori. Inoltre, nel corso deglianni, la metodologia dell’Impronta Ecologica è stata notevolmente perfezionata,ne sono un esempio le superfici marine e gli ecosistemi acquatici in generale. Nellasua formulazione iniziale (Wackernagel, 1996) la metodologia <strong>di</strong> calcolodell’Impronta Ecologica non considerava affatto tali superfici; un successivo lavorofirmato da Nicky Chambers e collaboratori (Chambers et al., 2000) calcolava ilconsumo <strong>di</strong> pesce in termini <strong>di</strong> area equivalente, necessaria alla produzione <strong>di</strong>un’uguale quantità <strong>di</strong> carni bianche, portando a definire questo prodotto come“pollo <strong>di</strong> mare”. Infine, nel 2002 la metodologia è stata ulteriormente aggiornata(Wackernagel et al., 2002a e 2002b), includendo nel calcolo il livello trofico delpescato; in questo modo l’Impronta Ecologica, prima proporzionale al solo peso delpescato (aspetto quantitativo), <strong>di</strong>pende adesso anche dal livello trofico (aspettoqualitativo), con conseguente variazione dei fattori <strong>di</strong> equivalenza e ren<strong>di</strong>mentorelativi a questa categoria <strong>di</strong> territorio (Tabella 3.1).Tabella 3.1: Fattori <strong>di</strong> equivalenza e <strong>di</strong> ren<strong>di</strong>mento, Fonte Living Planet Report, 2000 e 2002.2000 2002Fattore <strong>di</strong>Equivalenza(gha/ha)Fattore <strong>di</strong>Ren<strong>di</strong>mento-Fattore <strong>di</strong>Equivalenza(gha/ha)Fattore <strong>di</strong>Ren<strong>di</strong>mento-Terreno agricolo 3,16 1,89 2,17 1,50Pascoli 0,39 10,47 0,47 1,23Foreste 1,78 1,40 1,35 1,26Superficie degradata 3,16 1,89 2,17 1,50Superficie acquaticaMareLaguneAcque interne0,061,450,061,0014,921,000,350,990,350,7514,920,34Terreno per l’energia 1,78 1,40 1,35 1,26Per aggiornare il calcolo dell’Impronta Ecologica della <strong>Provincia</strong> <strong>di</strong> <strong>Siena</strong> emantenerlo confrontabile con gli altri stu<strong>di</strong>, si è deciso <strong>di</strong> utilizzare sia i dati piùrecenti relativi ai consumi della popolazione provinciale, sia i fattori e le tecnichemetodologiche più aggiornate. Nella Tabella 3.1 vengono quin<strong>di</strong> presentati i fattori<strong>di</strong> equivalenza e <strong>di</strong> ren<strong>di</strong>mento pubblicati nel LPR 2002 ed il loro confronto con ifattori pubblicati nel LPR 2000 ed utilizzati nel precedente stu<strong>di</strong>o. Per quel cheSPIN-ECO


Impronta Ecologica50concerne i fattori <strong>di</strong> conversione, la loro scelta <strong>di</strong>pende molto dalle unità <strong>di</strong> misuradei dati <strong>di</strong> partenza, oltre che dalla volontà <strong>di</strong> ridurre le approssimazioni e <strong>di</strong>minimizzare gli errori, dovuti ad operazioni <strong>di</strong> ridefinizione o <strong>di</strong> aggregazione dellecategorie <strong>di</strong> consumo. Di seguito viene riportata una panoramica sui fattori <strong>di</strong>conversione utilizzati in questo stu<strong>di</strong>o, con particolare attenzione alla loroprovenienza e all’eventuale elaborazione necessaria per poterli utilizzare:W1. Con questa sigla si in<strong>di</strong>ca i fattori <strong>di</strong> conversione relativi al testo “How big isyour Ecological Footprint?” (Wackernagel, 1993). Questi sono gli unici fattoriad oggi <strong>di</strong>sponibili, relativi alla spesa per i beni <strong>di</strong> uso quoti<strong>di</strong>ano ed allaspesa per l’acquisto, la gestione e la manutenzione dei veicoli. Tali fattorisono stati attualizzati al 2003 attraverso coefficienti <strong>di</strong> rivalutazioneeconomica, per essere utilizzati in questo stu<strong>di</strong>o. Unità <strong>di</strong> misura: ha/€.W2. Fattori <strong>di</strong> conversione ricavati dallo stu<strong>di</strong>o dell’Impronta Ecologica <strong>di</strong> 52nazioni del mondo (Wackernagel et al., 1997). Questi fattori vengonoutilizzati per convertire i consumi energetici provinciali (energia elettrica ecombustibili) nel relativo territorio bioproduttivo, richiesto per assorbirel’anidride carbonica prodotta dal consumo e dalla produzione <strong>di</strong> energiaelettrica e combustibili. Sono incluse nel calcolo le per<strong>di</strong>te subite durante laproduzione, la trasformazione ed il trasporto delle varie fonti energetiche,riportate nel Bilancio Energetico Nazionale del 2003 (consultabile on-line sulsito del Ministero delle Attività Produttivehttps://dgerm.attivitaproduttive.gov.it/dgerm/). Questo volume fornisceinfatti la ripartizione dei consumi <strong>di</strong> energia al lordo ed al netto delleper<strong>di</strong>te, secondo la fonte energetica primaria: soli<strong>di</strong>, gas naturale, petrolio,energie rinnovabili ed energia elettrica. Nel caso del consumo <strong>di</strong> energiaelettrica, dal momento che l’impatto ambientale che deriva dall’utilizzo <strong>di</strong>quest’ultima <strong>di</strong>pende dalle modalità con cui essa viene prodotta, è stataconsiderata la composizione percentuale delle fonti energetiche utilizzate inItalia per la sua produzione: 85,24% da termoelettrico, 12,81% daidroelettrico, 1,87% da geotermoelettrico, e 0,08% da eolico e fotovoltaico(BEN, 2003).In base a questi dati ed alla percentuale me<strong>di</strong>a delle per<strong>di</strong>te <strong>di</strong> energiaelettrica, dovute alle <strong>di</strong>fferenti tipologie <strong>di</strong> produzione ed al trasporto, èstato calcolato il fattore <strong>di</strong> conversione <strong>di</strong> 1 GJ <strong>di</strong> energia elettrica prodotta apartire dal mix italiano.SPIN-ECO


Impronta Ecologica51È giusto sottolineare che il calcolo dell’Impronta Ecologica me<strong>di</strong>a perchilowattora (o giga-Joule), è stato eseguito su base nazionale e non per ilsistema territoriale della <strong>Provincia</strong> <strong>di</strong> <strong>Siena</strong>, dove, si può riscontrare unapercentuale <strong>di</strong> produzione <strong>di</strong> energia elettrica da fonti rinnovabili (e inparticolare dalla geotermia) decisamente superiore alla me<strong>di</strong>a italiana.Questa scelta deriva dal fatto che l’energia elettrica all’atto della produzioneviene immessa <strong>di</strong>rettamente nella rete nazionale: qualsiasi utenza che prelevielettricità dalla rete utilizza quin<strong>di</strong> energia elettrica prodotta con il mixnazionale. Unità <strong>di</strong> misura: ha/GJ.W3. Fattori <strong>di</strong> conversione ricavati dalla matrice <strong>di</strong> calcolo “Household EcologicalFootprint Calculator”, (Wackernagel, 2003) riferiti ai consumi alimentari,all’uso del suolo ed alla produzione <strong>di</strong> rifiuti. Il fattore <strong>di</strong> conversione perl’uso del suolo e per le abitazioni è stato calcolato analizzando il ciclo <strong>di</strong> vita<strong>di</strong> un e<strong>di</strong>ficio canadese me<strong>di</strong>o. Secondo le stime <strong>di</strong> Wackernagel l’energiaincorporata nel ciclo <strong>di</strong> vita (stimato <strong>di</strong> 70 anni) <strong>di</strong> un e<strong>di</strong>ficio canadesestandard (in gran parte costruito con legname) <strong>di</strong> 350 m 2 <strong>di</strong> spazio vivente, èpari a 1.310 GJ. Si tratta senza dubbio <strong>di</strong> un’approssimazione, in quanto noncoglie a pieno la struttura me<strong>di</strong>a delle abitazioni della <strong>Provincia</strong> <strong>di</strong> <strong>Siena</strong>;tuttavia va sottolineato che, calcolando l’energia incorporata in un e<strong>di</strong>ficiodelle stesse <strong>di</strong>mensioni, costituito prevalentemente da mattoni, i risultatisono molto simili. Pertanto, in mancanza <strong>di</strong> calcoli e stu<strong>di</strong> migliori, è statodeciso <strong>di</strong> utilizzare questo fattore <strong>di</strong> conversione. Unità <strong>di</strong> misura: ha/l oha/kg, a seconda del bene o del rifiuto considerato.W4. Fattori <strong>di</strong> conversione ricavati dalla matrice <strong>di</strong> calcolo “Household EcologicalFootprint Calculator”, riferiti alla spesa in dollari relativa a beni, servizi eattrezzature turistiche. Nel nostro stu<strong>di</strong>o è stata effettuata un’elaborazioneche tenesse conto della conversione dollaro/euro. Unità <strong>di</strong> misura: ha/€.W5. In<strong>di</strong>ca i fattori <strong>di</strong> conversione ricavati dal volume “Manuale delle ImpronteEcologiche” (Chambers et al., 2000). Da questo manuale è stato ricavato ilfattore <strong>di</strong> conversione relativo al trasporto ed al consumo <strong>di</strong> acqua. Unità <strong>di</strong>misura: ha/m 3 .La Tabella 3.2 sintetizza le informazioni sui fattori <strong>di</strong> conversione utilizzati inquesto stu<strong>di</strong>o.SPIN-ECO


Impronta Ecologica52Tabella 3.2: Fattori <strong>di</strong> conversione utilizzati nel calcolo, per ogni categoria <strong>di</strong> consumo.Categoria <strong>di</strong> consumoFattori <strong>di</strong>conversioneUnità <strong>di</strong> misuraConsumi alimentari W3 ha/l o ha/kgAltri beniTabacchi W3 ha/kgAcquisto apparecchi per telefoniaLibri scolasticiW4ha/€AbbigliamentoCalzatureElettrodomestici W1ha/€Mobili ed articoli <strong>di</strong> arredamentoBiancheria per la casa, detersivi, pentole, posate, etcServiziSanità, assicurazione vita e malattieTelefono W4ha/€Tasse ScolasticheRiparazione <strong>di</strong> mobili ed abbigliamentoLavanderia e tintoria W1ha/€Servizi domesticiEnergia elettrica per Amm. pubblicaEnergia elettrica per commercio ed altri serviziGasolio per Amm. pubblica, altri servizi e commercio W2ha/GjGas per usi commercialiGPL per terziarioTrasportiBenzina per trasporto privatoGasolio per trasporto privato W2ha/GjGpl per trasporto privatoAcquisto <strong>di</strong> autoAcquisto <strong>di</strong> moto e scooterAssicurazioni mezzi <strong>di</strong> trasportoPezzi <strong>di</strong> ricambio, olio e lubrificantiManutenzione e riparazioneW1ha/€Tram, autobus e taxiAltri trasportiALTROAbitazioniUso del suolo W3 ha/haEnergia elettrica per uso domesticoGasolio per riscaldamento domesticoGas per uso domesticoW2ha/GjGpl per uso domesticoConsumo acqua W5 ha/ m 3Alberghi, pensioni e viaggi organizzati W4 ha/€Rifiuti W3 ha/kgIn questo lavoro abbiamo inoltre evidenziato l’ulteriore pressione ambientalegenerata dal grande flusso turistico che si riversa annualmente in <strong>Provincia</strong> <strong>di</strong><strong>Siena</strong>. I turisti rappresentano, a tutti gli effetti, una popolazione aggiuntiva, chepur non essendo effettivamente residente, ha dei consumi propri <strong>di</strong> acqua,alimenti, combustibili, etc., e contribuisce alla produzione <strong>di</strong> rifiuti. In tal sensoviene spesso definita come “popolazione fantasma”.SPIN-ECO


Impronta Ecologica53In realtà come quella senese, il fenomeno del turismo si rivela infattiestremamente importante e costituisce un elemento strategico, <strong>di</strong> cui si deve tenerconto nella futura pianificazione del territorio provinciale senese.In questo stu<strong>di</strong>o si fa riferimento solo ai turisti ufficiali, tralasciando tuttaquella frazione denominata “mor<strong>di</strong> e fuggi”, che rappresenta una fetta importante,se non quella principale, dei turisti presenti sul territorio senese ma che è, per suanatura, estremamente <strong>di</strong>fficile da censire.3.3 <strong>Aggiornamento</strong> della prima analisi SPIn-EcoIl costante aggiornamento degli stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> sostenibilità ambientale costituisce unanecessità primaria per tutti quei sistemi territoriali che, come la <strong>Provincia</strong> <strong>di</strong> <strong>Siena</strong>,vogliano monitorare e tenere costantemente sotto controllo la propria situazioneambientale. Grazie al precedente <strong>progetto</strong> SPIn-Eco, a partire dal <strong>di</strong>cembre 2003,<strong>Siena</strong> è la prima <strong>Provincia</strong> italiana ad aver ottenuto la certificazione ambientaleISO 14001, per il monitoraggio ambientale e per le attività <strong>di</strong> programmazione egestione del territorio, delle infrastrutture e dei servizi.Per monitorare la sostenibilità ai fini della certificazione ambientale è perònecessario un costante aggiornamento del data-base provinciale ed una suaformulazione in linea con le necessità degli enti certificatori ed analizzatori.Sebbene la scelta <strong>di</strong> utilizzare ed applicare in<strong>di</strong>catori <strong>di</strong> sostenibilità,costituisca <strong>di</strong> per sé un buon metodo <strong>di</strong> contabilità ambientale, è senza dubbiofondamentale l’applicazione <strong>di</strong> questi in<strong>di</strong>catori nel lungo periodo (ovvero neitempi della sostenibilità), il loro costante aggiornamento ed il loro confronto, pervalutare le <strong>di</strong>namiche antropiche in atto sul sistema, la loro variazione e laconseguente variazione della pressione che esse esercitano sul territorio, oltre che,il contributo che apportano all’impatto ambientale complessivo.Si pone in questa ottica l’analisi dell’Impronta Ecologica, considerata dasempre come una metodologia capace <strong>di</strong> fornire una ra<strong>di</strong>ografia istantanea dellacon<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> sostenibilità e/o insostenibilità del sistema analizzato, nell’annoconsiderato. L’obbiettivo <strong>di</strong> questa ricerca è quin<strong>di</strong> quello <strong>di</strong> aggiornare il calcolodell’Impronta Ecologica della <strong>Provincia</strong> <strong>di</strong> <strong>Siena</strong>, cominciando dal calcolo <strong>di</strong> unanuova “ra<strong>di</strong>ografia”, relativa all’anno 2003.Tale aggiornamento non può prescindere dalla massima omogeneità possibiletra le varie analisi, ed è per questo motivo che prima <strong>di</strong> prendere in considerazioneSPIN-ECO


Impronta Ecologica54l’aggiornamento del calcolo dell’Impronta Ecologica provinciale, occorresoffermarsi un attimo sul precedente stu<strong>di</strong>o.Per poter paragonare i risultati del nuovo calcolo con quelli precedenti è statonecessario omogeneizzare le due metodologie <strong>di</strong> calcolo attraverso unarielaborazione dei vecchi risultati. Si è pertanto deciso <strong>di</strong> ricalcolare l’ImprontaEcologica della <strong>Provincia</strong> <strong>di</strong> <strong>Siena</strong> relativa all’anno 1999, mantenendo inalteratitutti i dati <strong>di</strong> partenza usati a suo tempo, ma aggiornando, allo stesso tempo, tuttii fattori <strong>di</strong> equivalenza, ren<strong>di</strong>mento e conversione, necessari per convertire iconsumi della popolazione senese, nella superficie bioproduttiva richiesta persostenere tali consumi. È stato inoltre necessario ricalcolare, seguendo sempre glistessi criteri, anche la Biocapacità provinciale. Nella stima dell’Impronta Ecologicae della Biocapacità pro-capite sono state considerate le presenze turisticheannuali, per contabilizzare anche il contributo dei turisti, all’appropriazione deiterreni ecologicamente produttivi <strong>di</strong>sponibili a livello locale. Il settore turisticocostituisce infatti uno dei settori più sviluppati dell’economia provinciale; oltre afavorire vantaggi dal punto <strong>di</strong> vista economico, esso determina un aumento deiconsumi <strong>di</strong> risorse e servizi e della produzioni <strong>di</strong> rifiuti, <strong>di</strong> cui si deve tener contonell’applicazione dell’Ecological Footprint Analysis. Negli ultimi <strong>di</strong>eci anni è infattiaumentato l’interesse nei confronti del turismo e del contributo dei turisti allapressione esercitata sui vari sistemi territoriali; non bisogna <strong>di</strong>menticare chedurante il loro soggiorno, essi competono con la popolazione residente per la<strong>di</strong>sponibilità <strong>di</strong> risorse, spazio, energia, e servizi ecologici. Di seguito (Tabella 3.3)vengono riportati i valori originali dell’EF e della Biocapacità della <strong>Provincia</strong> <strong>di</strong><strong>Siena</strong> (in corsivo) e quelli ricalcolati in base ai nuovi coefficienti.Tabella 3.3: I valori relativi all’EFA della <strong>Provincia</strong> <strong>di</strong> <strong>Siena</strong> delprecedente report <strong>Spin</strong>-Eco ed il loro aggiornamento.1999 1999*Popolazione (ab.) 252.972 252.972Popolazione equivalente (ab.) 263.649 263.649Impronta Ecologica (gha) 1.466.153 1.326.412Biocapacità (gha) 1.451.782 806.750Deficit ecologico (gha) -14.371 -551.479Impronta Ecologica pro-capite (gha/ab.) 5,80 5,24Biocapacità pro-capite (gha/ab.) 5,74 3,06Deficit ecologico pro-capite (gha/ab.) -0,06 -2,18* valori ricalcolati in base ai fattori <strong>di</strong> equivalenza e ren<strong>di</strong>mento fornitidal LPR 2002 ed ai più aggiornati fattori <strong>di</strong> conversione (Tabella 3.2).SPIN-ECO


Impronta Ecologica55Dalla Tabella 3.3 risulta evidente la <strong>di</strong>fferenza tra il valore della Biocapacitàcalcolato nel precedente stu<strong>di</strong>o e nella sua versione attuale; nonostante una lieve<strong>di</strong>minuzione del valore dell’Impronta Ecologica, ciò si traduce in un aumento deldeficit ecologico provinciale. La <strong>di</strong>fferenza tra i valori della Biocapacità provincialeè dovuta alla <strong>di</strong>suguaglianza esistente tra i fattori utilizzati nel vecchio calcolo ed inuovi fattori (Tabella 3.1), in particolare, quelli relativi al terreno agricolo ed aipascoli, due categorie <strong>di</strong> territorio estremamente importanti per il territorioprovinciale (55% dell’estensione totale). In particolare il nuovo fattore <strong>di</strong>equivalenza del terreno agricolo in<strong>di</strong>ca una <strong>di</strong>minuita produttività <strong>di</strong> questacategoria <strong>di</strong> terreno: i precedenti coefficienti consideravano la produttività <strong>di</strong>questa categoria pari a 3,16 volte la produttività me<strong>di</strong>a mon<strong>di</strong>ale mentre i nuovi,in<strong>di</strong>cano una produttività pari a 2,17 volte la produttività me<strong>di</strong>a mon<strong>di</strong>ale. Ciò è inparte dovuto ad un’effettiva variazione della produttività agricola me<strong>di</strong>a mon<strong>di</strong>aleed in parte, ad una variazione della metodologia e della modalità <strong>di</strong> calcolo deifattori stessi. Medesimo <strong>di</strong>scorso può essere fatto per il terreno a pascolo per ilquale, la <strong>di</strong>fferenza, almeno nel fattore <strong>di</strong> ren<strong>di</strong>mento, risulta essere ancora piùmarcata. Bisogna infine ricordare che questi fattori si riferiscono alla produttivitànazionale italiana, dato che non esistono fattori provinciali.3.4 Impronta Ecologica e Biocapacità della <strong>Provincia</strong> <strong>di</strong> <strong>Siena</strong> (2003)Dai dati dell’EFA della <strong>Provincia</strong> <strong>di</strong> <strong>Siena</strong>, per l’anno 2003, risulta che ogniabitante della <strong>Provincia</strong>, per mantenere il proprio stile <strong>di</strong> vita, si “appropria”annualmente <strong>di</strong> 5,37 gha <strong>di</strong> territorio bioproduttivo, pur avendo a <strong>di</strong>sposizione solo2,98 gha (Figura 3.1) <strong>di</strong> territorio.gha/ab.6,005,004,003,002,001,00--1,00-2,00-3,005,372,98EF Biocapacità Deficit ecologico-2,39Figura 3.1: Impronta Ecologica, Biocapacità e deficit ecologico della <strong>Provincia</strong> <strong>di</strong> <strong>Siena</strong>,per l’anno 2003.SPIN-ECO


Impronta Ecologica56Per fornire i dati in forma più dettagliata, i risultati <strong>di</strong> questo stu<strong>di</strong>o verrannointegrati con i valori relativi al citta<strong>di</strong>no me<strong>di</strong>o mon<strong>di</strong>ale e al citta<strong>di</strong>no me<strong>di</strong>oitaliano. A questo proposito è fondamentale sottolineare le <strong>di</strong>fferenze cheintercorrono tra il calcolo dell’Impronta Ecologica <strong>di</strong> una nazione ed il calcolo alivello sub-nazionale. Ci sono infatti <strong>di</strong>fferenze significative nella natura dei datiutilizzati, in particolar modo per l’analisi dei consumi alimentari, dovute al modoin cui tali dati vengono forniti. Nel primo caso (approccio LPR stile top-down) si fainfatti uso <strong>di</strong> dati relativi alla produzione, all’importazione ed all’esportazione deiprodotti alimentari, <strong>di</strong>sponibili solo a livello nazionale, stimando il consumo in basealla seguente equazione:Consumo = Produzione + Import - ExportNel secondo caso (nostro approccio, stile bottom-up), ovvero a livello subnazionale(ed es. provinciale), si fa invece riferimento ai dati relativi alla spesame<strong>di</strong>a mensile sostenuta sul territorio, <strong>di</strong>sponibile sia a livello nazionale che subnazionale,stimando il consumo in base alla seguente equazione:Consumo = Spesa/prezzoPer poter paragonare il valore dell’EF dell’abitante me<strong>di</strong>o senese con quelloitaliano, è stato quin<strong>di</strong> necessario calcolare l’Impronta Ecologica del citta<strong>di</strong>noitaliano utilizzando i dati relativi alla spesa me<strong>di</strong>a mensile delle famiglie italiane.Di seguito vengono riportati i risultati dell’Impronta Ecologica dell’abitante me<strong>di</strong>oitaliano e <strong>di</strong> quello senese, per entrambe le metodologie <strong>di</strong> calcolo (Tabella 3.4).L’approccio top-down calcola i flussi <strong>di</strong> materia ed energia a livello nazionale e,può essere poi applicato a livello sub-nazionale, attraverso un’elaborazione deidati; l’approccio bottom-up calcola l’Impronta Ecologica personale utilizzando datirelativi alla regione in esame, per risalire poi all’impronta regionale o nazionale.SPIN-ECO


Impronta Ecologica57Tabella 3.4: Impronta Ecologica per categorie <strong>di</strong> territorio dell’abitante me<strong>di</strong>o italianocalcolata: 1) in base all’approccio LPR; 2) in base al nostro approccio.Italia 2003 1 Italia 2003 2 <strong>Siena</strong> 2003 1 <strong>Siena</strong> 2003 2Terreno agricolo 0,81 1,84 0,65 1,51Pascoli 0,18 0,09 0,13 0,07Foreste 0,30 0,42 0,27 0,42Superficie degradata 0,07 0,15 0,10 0,15Superficie acquatica 0,27 0,07 0,22 0,06Terreno per l’energia 2,21 3,37 2,10 3,16Impronta Ecologica totale 3,84* 5,94 3,47 5,37*Fonte: LPR 2002.Dalla Tabella 3.4 è possibile osservare una notevole <strong>di</strong>fferenza tra i due valoridell’EF italiana, dovuta principalmente ad una maggiore domanda <strong>di</strong> terrenoagricolo per la produzione <strong>di</strong> generi alimentari e <strong>di</strong> terreno per l’energia, richiestoper la produzione ed il trasporto <strong>di</strong> suddetti beni, oltre che per la mobilità dellepersone. Tale <strong>di</strong>fferenza è dovuta unicamente all’approccio adottato e possiamoquin<strong>di</strong> affermare che il valore ecologico <strong>di</strong> riferimento, da utilizzare per ilconfronto tra i valori dell’Impronta Ecologica dei sistemi geografici sub-nazionalied il valore italiano è 5,94 gha/ab. (Tabella 3.5).Dalla Tabella 3.5 si evince come la domanda del citta<strong>di</strong>no senese, relativa alterreno a pascolo, al terreno forestale, alla superficie acquatica ed alle superficidegradate (e<strong>di</strong>ficate e non), sia perfettamente in linea con la richiesta me<strong>di</strong>anazionale, mentre, risulta minore la richiesta <strong>di</strong> terreno agricolo e <strong>di</strong> terreno perl’energia. Nonostante ciò, il terreno per l’energia costituisce il 59% circa dellarichiesta totale <strong>di</strong> risorse e servizi naturali, una situazione tipica <strong>di</strong> tutti i paesiindustrializzati, caratterizzati da uno stile <strong>di</strong> vita me<strong>di</strong>o decisamente sostenuto,<strong>di</strong>pendente dal consumo <strong>di</strong> energia e da un elevato utilizzo <strong>di</strong> risorse naturali. Inquesti paesi il consumo <strong>di</strong> terreno per l’energia costituisce il 60-70% circa delvalore totale dell’Impronta Ecologica, in netta contrapposizione con i paesi in via<strong>di</strong> sviluppo, nei quali costituisce il 30% circa.SPIN-ECO


Impronta Ecologica58Tabella 3.5: Matrice consumo-uso del suolo per l’abitante me<strong>di</strong>o della <strong>Provincia</strong> <strong>di</strong> <strong>Siena</strong>. Sonoinoltre riportati i dati relativi al citta<strong>di</strong>no me<strong>di</strong>o italiano e al citta<strong>di</strong>no me<strong>di</strong>o mon<strong>di</strong>ale.TerrenoTerrenoSuperficie SuperficiePascoli Foresteper TOTALEagricolodegradata acquatical’energiagha/ab. gha/ab. gha/ab. gha/ab. gha/ab. gha/ab. gha/ab.ConsumiAlimentari1,49 0,04 0,06 0,52 2,10Altri beni 0,03 0,03 0,14 0,01 0,36 0,57Servizi 0,01 0,36 0,43Trasporti 0,05 0,99 1,05Abitazioni 0,02 0,05 0,71 0,78Rifiuti 0,26 0,04 0,21 0,51TOTALE 1,51 0,07 0,42 0,15 0,06 3,16 5,37ITALIA* 1,84 0,09 0,42 0,15 0,07 3,37 5,94* Fonte: nostra elaborazione.La Tabella 3.6 riporta invece i valori relativi al calcolo della Biocapacità locale,sud<strong>di</strong>visa in base alle categorie <strong>di</strong> territorio ecologicamente produttivo che lacompongono ed espressa in gha/ab.; sono inoltre riportati i valori relativi all’Italiaed al Pianeta Terra.Tabella 3.6: Biocapacità pro-capite in <strong>Provincia</strong> <strong>di</strong> <strong>Siena</strong>, in Italia e nel Mondo, sud<strong>di</strong>visa percategorie <strong>di</strong> territorio.Foreste eTerrenoterreno Superficie SuperficiePascoliagricoloper degradata acquaticaTOTALEl’energiagha/ab. gha/ab. gha/ab. gha/ab. gha/ab. gha/ab.<strong>Provincia</strong> <strong>di</strong> <strong>Siena</strong> 1,97 0,04 0,90 0,07 0,0004 2,98ITALIA* 0,59 0,16 0,29 0,09 0,05 1,18MONDO* 0,53 0,27 0,86 0,10 0,14 1,90* Fonte: LPR, 2002.Pur riconoscendo la <strong>di</strong>fferenza <strong>di</strong> scala geografica che intercorre tra i sistemiterritoriali analizzati, è possibile affermare che, rispetto all’Italia e alla situazioneme<strong>di</strong>a mon<strong>di</strong>ale, la Biocapacità della <strong>Provincia</strong> <strong>di</strong> <strong>Siena</strong> risulta decisamente piùelevata; questo è determinato essenzialmente da tre fattori: da una vasta<strong>di</strong>sponibilità pro-capite <strong>di</strong> territorio; da un uso equilibrato del territorio locale, checontrappone aree fortemente antropizzate ad aree caratterizzate da una bassadensità <strong>di</strong> popolazione e da una vasta estensione dei territori naturali e semi-SPIN-ECO


Impronta Ecologica59naturali; e da una bassa densità <strong>di</strong> popolazione (circa 68 ab./km 2 contro la me<strong>di</strong>aitaliana <strong>di</strong> circa 190 ab./km 2 ).3.4.1 Bilancio ecologico della <strong>Provincia</strong> <strong>di</strong> <strong>Siena</strong>In questa sezione vengono riportati i risultati relativi al bilancio ecologico delcitta<strong>di</strong>no me<strong>di</strong>o della <strong>Provincia</strong> <strong>di</strong> <strong>Siena</strong>, espresso a due <strong>di</strong>versi livelli, globale elocale:bilancio ecologico <strong>di</strong> 1° livello: esprime il confronto tra l’Impronta Ecologicadel citta<strong>di</strong>no senese (5,37 gha/ab.) e la Biocapacità me<strong>di</strong>a mon<strong>di</strong>ale (1,90gha/ab.) riportata nel LPR 2002. Questo tipo <strong>di</strong> bilancio consente <strong>di</strong> paragonareil livello dei consumi <strong>di</strong> risorse e servizi naturali, e quin<strong>di</strong> lo stile <strong>di</strong> vita, checaratterizza gli abitanti della <strong>Provincia</strong> <strong>di</strong> <strong>Siena</strong>, con il livello dei consumiconsiderati globalmente sostenibili, rappresentato dalla “quota legittima <strong>di</strong>territorio” <strong>di</strong>sponibile a livello mon<strong>di</strong>ale.bilancio ecologico <strong>di</strong> 2° livello: esprime il confronto tra l’Impronta Ecologica(5,37 gha/ab.) e la Biocapacità locale (2,98 gha/ab.). Tale bilancio descrive lasituazione locale ed evidenzia la presenza <strong>di</strong> un eventuale deficit (mancanza <strong>di</strong>territori) o surplus (esubero <strong>di</strong> territori) ecologico. Questa informazione offreuna stima della quantità <strong>di</strong> beni e servizi ecologici attinta a partire dagliecosistemi locali, dell’eventuale frazione importata da territori esterni aiconfini locali e/o dal sovrasfruttamento del Capitale Naturale locale.Il bilancio ecologico <strong>di</strong> 1° livello permette <strong>di</strong> monitorare la <strong>di</strong>stanza dallasostenibilità globale del citta<strong>di</strong>no me<strong>di</strong>o senese. Questo confronto riporta unasituazione <strong>di</strong> deficit pari a -3,47 gha/ab. evidenziando un consumo <strong>di</strong> beni e servizi,da parte della popolazione locale, decisamente superiore alla Biocapacità me<strong>di</strong>amon<strong>di</strong>ale che, per il principio <strong>di</strong> equità, è a <strong>di</strong>sposizione <strong>di</strong> ogni abitante delmondo. Uno stile <strong>di</strong> vita basato su alti consumi <strong>di</strong> risorse naturali e particolarmente<strong>di</strong>pendente dal consumo <strong>di</strong> energia determina un’Impronta Ecologica quasi tre voltemaggiore della Biocapacità me<strong>di</strong>a mon<strong>di</strong>ale attualmente <strong>di</strong>sponibile. In altre paroleil citta<strong>di</strong>no me<strong>di</strong>o senese, per mantenere il proprio livello <strong>di</strong> vita, utilizza unasuperficie più grande del 183% circa rispetto a quella teoricamente a <strong>di</strong>sposizione <strong>di</strong>ogni abitante della Terra.SPIN-ECO


Impronta Ecologica60Agli attuali livelli <strong>di</strong> consumo, se tutti i citta<strong>di</strong>ni del mondo sostenessero lo stile<strong>di</strong> vita del citta<strong>di</strong>no me<strong>di</strong>o senese, servirebbero 2,83 pianeti delle <strong>di</strong>mensioni dellaTerra per rigenerare, in maniera sostenibile, le risorse richieste annualmente dallapopolazione mon<strong>di</strong>ale e per assorbire, sempre in maniera sostenibile, i rifiuti e gliscarti prodotti. A lungo andare, questa situazione potrebbe determinare unsovrasfruttamento del Capitale Naturale, con erosione degli stock naturali <strong>di</strong> base,lasciando alle future generazioni (e alle altre specie) un pianeta ri<strong>di</strong>mensionatonella capacità <strong>di</strong> sostenere la vita.Al tempo stesso, la lettura del bilancio ecologico <strong>di</strong> 2° livello ha un’importanzafondamentale dal punto <strong>di</strong> vista della gestione del territorio locale, ed è unostrumento utile nella programmazione politica tesa al raggiungimento dellasostenibilità futura, dato che gran parte delle scelte politiche vengono effettuate alivello nazionale o sub-nazionale.La Biocapacità locale, pari a 2,98 gha/ab. riesce a coprire solo il 55% circa delladomanda complessiva <strong>di</strong> territorio, pari a 5,37 gha/ab. Il bilancio ecologico riportaquin<strong>di</strong> una situazione <strong>di</strong> deficit, corrispondente al 45% circa della domanda <strong>di</strong>risorse e servizi ecologici. Nel caso dell’Italia, invece, la Biocapacità me<strong>di</strong>a (1,18gha/ab.) è in grado <strong>di</strong> coprire solo il 20% circa della richiesta nazionale <strong>di</strong> beni eservizi naturali (5,94 gha/ab.), lasciando un deficit ecologico pari all’ 80% circa.La presenza <strong>di</strong> una situazione <strong>di</strong> deficit implica necessariamente l’importazione<strong>di</strong> quei territori che la capacità produttiva locale non è in grado <strong>di</strong> erogare inmaniera sostenibile. Questi territori vengono quin<strong>di</strong> in<strong>di</strong>cati con il termine <strong>di</strong>“territori fantasma”, dato che non conosciamo la loro esatta origine, ma soltanto illoro effettivo utilizzo (Figura 3.2).Figura 3.2: Rappresentazione grafica della proporzione tra le aree corrispondenti alla Biocapacità(grigio chiaro – a sinistra), all’Impronta Ecologica (grigio scuro – al centro) ed al deficit ecologico(nero – a destra) della <strong>Provincia</strong> <strong>di</strong> <strong>Siena</strong>. La figura illustra la situazione relativa all’interapopolazione residente ed alla Biocapacità complessiva.SPIN-ECO


Impronta Ecologica61Tali territori possono infatti derivare da zone esterne ai confini amministratividella <strong>Provincia</strong>, attraverso il commercio, ma anche da un uso non sostenibile deiterritori (locali e non) che porta ad un sovrasfruttamento degli stock delle risorse.Un’appropriazione <strong>di</strong> territori superiore alla <strong>di</strong>sponibilità locale va a sottrarrerisorse necessarie ad altri abitanti e alle future generazioni, contravvenendo aiprincipi base della sostenibilità.Nonostante l’elevata pressione esercitata sul territorio, la <strong>Provincia</strong> <strong>di</strong> <strong>Siena</strong> ècaratterizzata da un deficit ecologico inferiore alla me<strong>di</strong>a italiana (-2,39 gha/ab.contro -4,76 gha/ab.) ed ai valori dell’Ecological Footprint Analysis <strong>di</strong> alcuneprovince italiane analizzate negli ultimi anni dal nostro gruppo <strong>di</strong> ricerca (Tabella3.7).Tabella 3.7: Confronto tra i risultati dell’Ecological Footprint Analysis <strong>di</strong> alcune province italiane. Icalcoli fanno riferimento ai fattori <strong>di</strong> equivalenza e <strong>di</strong> ren<strong>di</strong>mento del Living Planet Report 2002.ImprontaEcologicagha/ab.Biocapacitàlocalegha/ab.BilancioEcologico <strong>di</strong> 2°livellogha/ab.Prov. <strong>Siena</strong> 5,37 2,98 -2,39Prov. Venezia 4,68 1,46 -3,22Prov. Forlì-Cesena 6,25 1,40 -4,85Prov. Pescara 4,15 0,92 -3,23L’esame dei valori dell’Impronta Ecologica, abbastanza simili tra loro,conferma la sostanziale omogeneità negli stili <strong>di</strong> vita e nei modelli <strong>di</strong> consumo degliitaliani, tutti caratterizzati da un’elevata richiesta <strong>di</strong> risorse, <strong>di</strong>retta ed in<strong>di</strong>retta,e <strong>di</strong> servizi naturali. Un elevato valore <strong>di</strong> Impronta Ecologica è sinonimo <strong>di</strong>pressione sia a livello locale che globale, in quanto denuncia un uso ingente <strong>di</strong>risorse che spesso non tiene conto dei tempi biologici necessari alla Natura perrigenerare ciò che viene consumato. Questo evidenzia la mancanza <strong>di</strong> equità sia neiconfronti delle generazioni presenti <strong>di</strong> realtà meno “fortunate” (equitàintragenerazionale) che nei confronti delle generazioni future (equitàintergenerazionale). Questa situazione può essere invertita solamente attraversoun consumo etico e sostenibile del Capitale Naturale da parte dell’uomo, ovvero,riducendo gli attuali standard <strong>di</strong> vita ed ottimizzando il consumo delle risorse, perrientrare nel valore ecologico <strong>di</strong> riferimento <strong>di</strong> 1,90 gha/ab.L’esame della Biocapacità evidenzia invece valori più eterogenei, atestimonianza <strong>di</strong> quanto sia variabile la situazione demografica e territoriale tra levarie province. Il valore della Biocapacità è essenzialmente legato a due fattori: laSPIN-ECO


Impronta Ecologica62dotazione <strong>di</strong> territori bioproduttivi e la densità abitativa. La concomitanza <strong>di</strong>questi fattori determina pertanto la variegata situazione riportata in Tabella 3.7:la <strong>Provincia</strong> <strong>di</strong> <strong>Siena</strong> è caratterizzata da una Biocapacità locale che riesce a coprirecirca il 55% della richiesta <strong>di</strong> territori ecologicamente produttivi. Le province <strong>di</strong>Venezia, <strong>di</strong> Forlì-Cesena e Pescara sono caratterizzate invece da una minorebio<strong>di</strong>sponibilità, capace <strong>di</strong> coprire rispettivamente solo il 31,2%, il 22,4% ed il22,1% della richiesta <strong>di</strong> territori ecologicamente produttivi. Va inoltre ricordatoche nel caso dell’Italia, la Biocapacità me<strong>di</strong>a nazionale (1,18 gha/ab.) è in grado <strong>di</strong>coprire solo il 20% circa della richiesta nazionale <strong>di</strong> Capitale Naturale (5,94gha/ab.).Per quanto riguarda la situazione me<strong>di</strong>a pro-capite, la <strong>Provincia</strong> <strong>di</strong> <strong>Siena</strong>presenta un valore maggiore rispetto a tutte le altre Province analizzate, dovutoalla presenza <strong>di</strong> una grande estensione <strong>di</strong> aree ad alta produttività (più del 90% <strong>di</strong>territori biologicamente produttivi sono a<strong>di</strong>biti a terreno agricolo, pascoli eforeste) e ad una bassa densità <strong>di</strong> popolazione (circa 68 ab./km 2 ). Viceversa, realtàcome Venezia e Pescara, “soffrono <strong>di</strong> claustofobia” ovvero, della presenza <strong>di</strong> ungran numero <strong>di</strong> persone (rispettivamente 330 e 240 ab./km 2 ). Una situazioneinterme<strong>di</strong>a caratterizza invece la <strong>Provincia</strong> <strong>di</strong> Forlì-Cesena, contrad<strong>di</strong>stinta da unadensità abitativa, 150 ab./km 2 , superiore alla me<strong>di</strong>a senese ma ancora inferiore alvalore me<strong>di</strong>o italiano.Questa situazione è la conseguenza <strong>di</strong> un’attitu<strong>di</strong>ne economica estremamente<strong>di</strong>versa tra le aree esaminate: l’economia provinciale senese è infatti basata sulsettore terziario ed agricolo, quella <strong>di</strong> Forlì-Cesena sullo sviluppo del settoreagricolo e <strong>di</strong> quello manifatturiero, mentre le Province <strong>di</strong> Venezia e <strong>di</strong> Pescara,fanno affidamento sull’elevato sviluppo del commercio e delle attività industriali.Un in<strong>di</strong>ce <strong>di</strong> Biocapacità molto basso potrebbe rivelarsi nel lungo periodo(ovvero nei tempi della sostenibilità), un elemento <strong>di</strong> fragilità per l’economiacomplessiva <strong>di</strong> un qualunque sistema territoriale. La <strong>di</strong>sponibilità <strong>di</strong> spazio puòcostituire un elemento limitante per lo sviluppo futuro del sistema.Infine è interessante notare come tutti i bilanci ambientali siano in negativo, adevidenziare la presenza, più o meno importante, <strong>di</strong> deficit ambientali. Questoimplica che nessuno dei territori analizzati è in grado <strong>di</strong> far fronte alle richieste <strong>di</strong>servizi naturali dei propri abitanti a partire dalla propria dotazione <strong>di</strong> ecosistemi equin<strong>di</strong>, che la popolazione è costretta ad “importare” territori esterni al sistema.L’Italia, e molte delle sue province, <strong>di</strong>pendono largamente dalla superficiebioproduttiva degli altri paesi: l’Italia non è solo forte importatrice <strong>di</strong> merciSPIN-ECO


Impronta Ecologica63(soprattutto <strong>di</strong> alimenti ed energie) ma anche <strong>di</strong> carrying capacity, che sottrae aqualche altra popolazione, ai suoi <strong>di</strong>scendenti, o entrambe le cose. Fino ad oral’unica eccezione a questo tipo <strong>di</strong> andamento è rappresentata dal “basso” deficitdalla <strong>Provincia</strong> <strong>di</strong> <strong>Siena</strong>. L’immenso patrimonio <strong>di</strong> Capitale Naturale e <strong>di</strong>bio<strong>di</strong>versità <strong>di</strong> cui può godere la <strong>Provincia</strong> riesce infatti a tamponare, almenolocalmente, il grande impatto prodotto dalla cospicua richiesta <strong>di</strong> risorse.Quest’ultima considerazione ha in sé due aspetti impliciti:a) Un’Amministrazione, chiamata a gestire un territorio, dovrebbe lavorare nella<strong>di</strong>rezione <strong>di</strong> far <strong>di</strong>minuire il valore dell’Impronta Ecologica dei suoi citta<strong>di</strong>ni, siaattraverso una politica <strong>di</strong> sensibilizzazione del citta<strong>di</strong>no, sia <strong>di</strong> una politica fatta“<strong>di</strong> piccoli accorgimenti”. Nei paragrafi successivi sono riportate alcune azioni chepossono essere intraprese dal citta<strong>di</strong>no e dalla Pubblica Amministrazione per<strong>di</strong>minuire l’Impronta Ecologica.b) La “fortuna” <strong>di</strong> poter <strong>di</strong>sporre <strong>di</strong> un’area così ricca dal punto <strong>di</strong> vistanaturalistico deve spingere gli Amministratori a gestire in maniera sostenibile ilproprio territorio, sviluppando politiche <strong>di</strong> tutela e <strong>di</strong> salvaguar<strong>di</strong>a che mirinoanche a conservare l’equilibrio fra le zone a maggiore e minor impatto. Iprecedenti stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> sostenibilità ambientale hanno infatti messo in evidenza la coesistenza,sul territorio provinciale senese, <strong>di</strong> nicchie ecologiche estremamenteeterogenee tra loro, alcune delle quali risultano responsabili dello sviluppoeconomico provinciale (ad esempio la Val d’Elsa, la Val <strong>di</strong> Chiana e l’area senese)ed altre, della salvaguar<strong>di</strong>a del Capitale Naturale e della sua bioproduttività (nesono un esempio i Circondari della Val <strong>di</strong> Merse, del Chianti senese, delle Crete edella Val d’Orcia).3.4.2 Il Semaforo ecologico del territorio seneseIl semaforo ecologico, introdotto per la prima volta in questo stu<strong>di</strong>o, è unostrumento in grado <strong>di</strong> fornire informazioni riguardanti i territori maggiormenterichiesti dalla popolazione locale e la loro effettiva <strong>di</strong>sponibilità. Per ognuna dellecategorie <strong>di</strong> territorio considerate, il semaforo ecologico fornisce informazioni sulgrado <strong>di</strong> pressione esercitato dalle varie attività antropiche, <strong>di</strong>stinguendo trepossibili con<strong>di</strong>zioni:semaforo rosso: il valore dell’Impronta Ecologica (rosso) supera il valore dellaBiocapacità (verde) localmente <strong>di</strong>sponibile. Il semaforo rosso in<strong>di</strong>ca che laSPIN-ECO


Impronta Ecologica64richiesta <strong>di</strong> una particolare categoria <strong>di</strong> territorio è superiore alla sua<strong>di</strong>sponibilità locale, andando a determinare una situazione <strong>di</strong> deficit ecologico;questo implica la necessità <strong>di</strong> importare quella parte del territoriobioproduttivo che la capacità produttiva locale non è in grado <strong>di</strong> erogare inmaniera sostenibile o, la necessità <strong>di</strong> sovrasfruttare il Capitale Naturaleglobale. Il semaforo rosso in<strong>di</strong>ca quin<strong>di</strong> l’insostenibilità dell’uso <strong>di</strong> una certacategoria <strong>di</strong> territorio, informandoci del fatto che non è più possibilecontinuare sulla strada intrapresa. Maggiore è il deficit ecologico, maggiore è lapressione ambientale esercitata sul territorio considerato e quin<strong>di</strong>, la necessità<strong>di</strong> mo<strong>di</strong>ficare le modalità del suo utilizzo, intervenendo sulle attivitàantropiche che gravano sul territorio.semaforo giallo: il valore dell’Impronta Ecologica (rosso) equivale al valoredella Biocapacità (verde) localmente <strong>di</strong>sponibile. Questa con<strong>di</strong>zione èfondamentale per alleggerire il carico imposto sul territorio locale. La presenza<strong>di</strong> un livello <strong>di</strong> consumo uguale al livello <strong>di</strong> rigenerazione delle risorse e deiservizi ambientali, in<strong>di</strong>ca la presenza <strong>di</strong> buone pratiche ambientali in atto sulterritorio, finalizzate al raggiungimento della sostenibilità ambientale, chedevono pertanto essere proseguite ed implementate.semaforo verde: il valore della Biocapacità localmente <strong>di</strong>sponibile (verde) èmaggiore del valore dell’Impronta Ecologica (rosso). Il semaforo verde in<strong>di</strong>capertanto una situazione <strong>di</strong> benessere ecologico per la categoria considerata. Iterritori caratterizzati da questa con<strong>di</strong>zione rappresentano quin<strong>di</strong> i punti <strong>di</strong>forza sui quali è possibile investire per il futuro sviluppo territoriale, a pattoche il loro uso avvenga in linea con i principi e con i tempi della sostenibilità. Iterritori contrad<strong>di</strong>stinti da questa con<strong>di</strong>zione costituiscono il patrimonioecologico/naturalistico dell’area considerata.SPIN-ECO


Impronta Ecologica65Figura 3.3: Rappresentazione grafica del semaforo ecologico della <strong>Provincia</strong> <strong>di</strong> <strong>Siena</strong>. Solamentenelle colonne in cui la Biocapacità supera l’Impronta Ecologica, possiamo parlare <strong>di</strong> “semaforoverde”.Se applicato al sistema territoriale senese (Figura 3.3), questo strumento èquin<strong>di</strong> in grado <strong>di</strong> in<strong>di</strong>viduare le categorie <strong>di</strong> territorio maggiormente soggette aduna pressione ambientale: solo il territorio agricolo presenta una biocapacitàsuperiore all’ impronta; in tutte le altre categorie <strong>di</strong> territorio il semaforo è rosso;Tale informazione deve inoltre essere integrata con l’analisi delle attivitàantropiche responsabili <strong>di</strong> tale pressione, riportate nella Figura 3.4.Figura 3.4: Ripartizione dell’Impronta Ecologica della <strong>Provincia</strong> <strong>di</strong> <strong>Siena</strong> nelle categorie <strong>di</strong>terreno ecologicamente produttivo e nelle categorie <strong>di</strong> consumo.SPIN-ECO


Impronta Ecologica66Dalla Figura 3.4 si può facilmente vedere come, all’interno della categoriaterreno per l’energia, le attività antropiche che contribuiscono maggiormente alvalore dell’Impronta Ecologica, sono i trasporti e le abitazioni, due settori ad altoconsumo energetico. L’elevato contributo <strong>di</strong> queste categorie è dovuto, nel primocaso, alla carenza del settore dei trasporti pubblici, alla scelta <strong>di</strong> carburanti adelevato impatto ambientale ed alla mancanza <strong>di</strong> adeguati spazi per camminare oandare in bicicletta e, nel secondo caso, agli elevati consumi domestici perl’illuminazione, il riscaldamento, etc. Per quanto riguarda le abitazioni, sceltedomestiche quali il riscaldamento autonomo, l’uso <strong>di</strong> lampa<strong>di</strong>ne fluorescenti e <strong>di</strong>frigoriferi e lavatrici più efficienti, potrebbero portare ad un minor sfruttamentodel terreno per l’energia. Senza dubbio un cambiamento ra<strong>di</strong>cale nelle abitu<strong>di</strong>nidomestiche quoti<strong>di</strong>ane caratterizzato, per esempio, da un utilizzo ridotto deglielettrodomestici, permetterebbe <strong>di</strong> <strong>di</strong>minuire in maniera molto più significativaquesto tipo <strong>di</strong> impatto sull’ambiente (ve<strong>di</strong> Box 1).Il semaforo ecologico della <strong>Provincia</strong> <strong>di</strong> <strong>Siena</strong> in<strong>di</strong>ca quin<strong>di</strong> un fenomenoabbastanza tipico dei paesi industrializzati, un modello <strong>di</strong> vita fortemente<strong>di</strong>pendente dal consumo <strong>di</strong> energia e carburanti: non a caso, uno dei principaliproblemi ambientali è rappresentato dalla quantità <strong>di</strong> CO 2emessa dal consumo <strong>di</strong>energia e combustibili, richiesti dalla popolazione provinciale. La richiesta <strong>di</strong>terreno per l’energia e per le foreste, costituisce infatti il 67% circa dell’ImprontaEcologica complessiva (Figura 3.5); questa categoria <strong>di</strong> territorio è caratterizzatada un sovrasfruttamento del 270% circa e si trova pertanto nella con<strong>di</strong>zione <strong>di</strong>semaforo rosso.Anche il terreno a pascolo, la superficie degradata e la superficie acquatica sitrovano in una situazione <strong>di</strong> semaforo rosso, in quanto rispettivamentecaratterizzate da un sovrasfruttamento del 40%, del 100% e del 149%. Bisognacomunque sottolineare che queste categorie contribuiscono solo in minima parteall’EF totale, 1,3%, 2,6% e 1,1% rispettivamente.SPIN-ECO


Impronta Ecologica67Sup. degradata3%Pascoli1%Sup. acquatica1%Terrenoagricolo28%Foreste8%67%Terreno perl'energia59%Figura 3.5: Ripartizione percentuale dell’Impronta Ecologica della<strong>Provincia</strong> <strong>di</strong> <strong>Siena</strong> nelle <strong>di</strong>fferenti categorie <strong>di</strong> terreno ecologicamenteproduttivo.Box 1: Le principali categorie <strong>di</strong> consumo che generano impatto e determinano quin<strong>di</strong> il valoredell’Impronta Ecologica.Alimenti Il consumo <strong>di</strong> 1 kg <strong>di</strong> pane all’anno, comporta un’impronta ecologica <strong>di</strong>circa 29,7 m 2 . La stessa quantità <strong>di</strong> carne bovina comporta inveceun’Impronta <strong>di</strong> più <strong>di</strong> 300 m 2 . I vegetali, il cui ciclo <strong>di</strong> produzione è piùbreve e meno energivoro, comportano un’impronta <strong>di</strong> circa 7 m 2 . Ilconsumo <strong>di</strong> un’uovo comporta invece un’Impronta <strong>di</strong> 2,53 m 2 mentre bereun bicchiere <strong>di</strong> latte all’anno corrisponde a circa 4 m 2 .Trasporti L’Impronta Ecologica <strong>di</strong> una persona che percorre 5 km due volte algiorno, per ogni giorno lavorativo, può essere pari a circa 122 m 2 se usa labicicletta, circa 303 m 2 se usa l’autobus e circa 1.530 m 2 se usaun’automobile a benzina. Un’ulteriore <strong>di</strong>stinzione può essere fatta inbase al combustibile utilizzato: l’utilizzo <strong>di</strong> veicoli a gasolio determinauna riduzione dell’impronta del 2% circa mentre l’utilizzo <strong>di</strong> veicoli a gplcomporta una notevole riduzione dell’impronta, pari al 25% (1153 m 2 ).Tale valore si abbassa ulteriormente nel caso <strong>di</strong> veicoli a metano o a<strong>di</strong>drogeno.Questo significa che a parità <strong>di</strong> percorso, l’Impronta Ecologica legataall’uso <strong>di</strong> auto a benzina è circa 10 volte maggiore <strong>di</strong> quella della bici, 5volte più grande <strong>di</strong> quella <strong>di</strong> un mezzo pubblico a gasolio e maggiore del25% circa <strong>di</strong> quella delle auto a gpl.Abitazioni Si stima che una casa tipica dello standard americano, <strong>di</strong> 150 m 2 creiun’impronta <strong>di</strong> 1,5 ha. Ovviamente maggiore è il numero delle personeche abitano quella casa e minore sarà l’impronta pro-capite. Anchel’utilizzo <strong>di</strong> fonti energetiche rinnovabili per il riscaldamento, come adesempio il geotermico ed il solare (pannelli solari e fotovoltaici),Beni <strong>di</strong>consumoServizicontribuisce ad una notevole <strong>di</strong>minuzione dell’impronta.Il consumo <strong>di</strong> un paio <strong>di</strong> scarpe <strong>di</strong> cuoio all’anno, crea un’impronta <strong>di</strong>circa 300 m 2 mentre quello <strong>di</strong> una lavatrice, crea un’impronta <strong>di</strong> 2.500 m 2circa.Fare una telefonata, stipulare un’assicurazione ed altre utilizzazioni <strong>di</strong>servizi pubblici e privati, sono tutte attività che comportano consumi <strong>di</strong>energia e materiali e, <strong>di</strong> conseguenza, la partecipazione all’ImprontaEcologica complessiva. Ad esempio, si stima che la spesa <strong>di</strong> 50 euro inservizi telefonici comporti un’impronta <strong>di</strong> circa 200 m 2 .SPIN-ECO


Impronta Ecologica68L’unica categoria <strong>di</strong> territorio per la quale si può parlare <strong>di</strong> semaforo verde è ilterreno agricolo, richiesto principalmente per la produzione dei generi alimentari(figure 3.4 e 3.5) e caratterizzato da un surplus ecologico del 30% circa. Questaparticolare con<strong>di</strong>zione è dovuta essenzialmente all’elevata <strong>di</strong>sponibilità locale <strong>di</strong>terreno agricolo ed all’oculato uso che ne è stato fatto durante gli ultimi ottantaanni. Questa con<strong>di</strong>zione sarà descritta più a fondo nella sezione de<strong>di</strong>cata all’analisistorica della Biocapacità locale; comunque sia, possiamo già da ora affermare che ilterreno agricolo rappresenta il terreno sul quale sarà possibile investire nellosviluppo futuro del sistema territoriale senese tentando, al tempo stesso, <strong>di</strong>alleggerire la pressione su quei territori caratterizzati dalla con<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> semafororosso.Nonostante la positiva situazione ambientale del terreno agricolo, l’analisidell’Impronta Ecologica dei consumi alimentari (Figura 3.6), è in grado <strong>di</strong> fornireinformazioni utili ad un’ulteriore miglioramento <strong>di</strong> tale situazione.Appare evidente un picco dovuto al consumo <strong>di</strong> carne bovina da allevamento,come è evidenziato dall’elevato valore del terreno agricolo utilizzato per fornire imangimi ai bovini. Inoltre possiamo notare il basso valore <strong>di</strong> Impronta Ecologicadovuto alla categoria “Patate, frutta e ortaggi”, nonostante il consumo in kg <strong>di</strong>questi prodotti sia circa 6 volte maggiore del consumo <strong>di</strong> carne bovina (ISTAT,2003). Questo è dovuto alla limitata estensione <strong>di</strong> terreno che è necessarioutilizzare per far crescere vegetali, rispetto all’area che si dovrebbe utilizzare perricavare lo stesso quantitativo in peso allevando animali. Pertanto, una <strong>di</strong>etaequilibrata che comprenda carne da pascolo, verdure e frutta, risultacaratterizzata da un minor uso <strong>di</strong> Capitale Naturale e quin<strong>di</strong>, da una minoreImpronta Ecologica (senza contare i benefici per la salute umana), rispetto ad unregime alimentare basato sul forte consumo <strong>di</strong> carne da allevamento (polli, conigli,maiali e bovini da allevamento) ed altri prodotti <strong>di</strong> origine animale (es. uova). Inquesto senso, è quin<strong>di</strong> fondamentale sensibilizzare i citta<strong>di</strong>ni attraversoun’adeguata educazione alimentare ed ambientale.SPIN-ECO


Impronta Ecologica69ALTROAcqua mineraleBirraVinoALTROGelatiCaffè,tè e cacaoZuccheroALTROFruttaALTRO (burro, etc…)Olio <strong>di</strong> olivaALTROUovaFormaggiLattePesceALTROSalumiPollame,conigli e selvagginaCarne suinaCarne bovinaALTROpasticceria e dolciumipasta e risobiscottipane grissini e crackers0.00 0.05 0.10 0.15 0.20 0.25 0.30gha/ab.Terreno per l'energia Terreno agricolo Pascoli Foreste Sup. degradata Sup. acquaticaFigura 3.6: Impronta Ecologica dei consumi alimentari, sud<strong>di</strong>visa per categoria <strong>di</strong> territorioecologicamente produttivo.3.5 Confronto 1999 – 2003I risultati dell’Impronta Ecologica e della Biocapacità della <strong>Provincia</strong> <strong>di</strong> <strong>Siena</strong>,calcolati in questo stu<strong>di</strong>o e relativi all’anno 2003, vengono qui messi a confrontocon i risultati relativi al calcolo del 1999 (Tabella 3.8). Si ricorda che per poterconfrontare i suddetti risultati tra loro si è resa necessaria una rielaborazione deiprecedenti valori, riportata nei paragrafi precedenti.SPIN-ECO


Impronta Ecologica70Tabella 3.8: I valori relativi alla situazione demografica ed all’EFAdella <strong>Provincia</strong> <strong>di</strong> <strong>Siena</strong> per gli anni 1999 e 2003.1999* 2003Popolazione (ab.) 252.972 258.821Presenze turistiche 3.897.114 4.288.102Abitanti turisti (ab.) 10.677 11.748Popolazione equivalente (ab.) 263.649 270.569Impronta Ecologica (gha) 1.326.412 1.38<strong>9.</strong>868Biocapacità (gha) 806.750 806.750Deficit ecologico (gha) -51<strong>9.</strong>663 -583.118Impronta Ecologica pro-capite (gha/ab.) 5,24 5,37Biocapacità pro-capite (gha/ab.) 3,06 2,98Deficit ecologico pro-capite (gha/ab.) -2,18 -2,39* valori calcolati in base ai fattori <strong>di</strong> equivalenza e ren<strong>di</strong>mento fornitidal LPR 2002 ed ai più aggiornati fattori <strong>di</strong> conversione (Tabella 3.2).Dalla tabella possiamo notare come, nel periodo considerato, l’ImprontaEcologica del citta<strong>di</strong>no me<strong>di</strong>o senese sia aumentata del 2% circa, passando da 5,24gha/ab. a 5,37 gha/ab., mentre resta pressoché invariato il contributo <strong>di</strong> ciascunacategoria <strong>di</strong> territorio al valore totale dell’Impronta Ecologica, come illustrato inTabella 3.<strong>9.</strong>Tabella 3.9: Impronta Ecologica per categorie <strong>di</strong> territoriodell’abitante me<strong>di</strong>o senese, valori assoluti e composizionepercentuale per gli anni 1999 e 2003.1999 2003gha/ab. % gha/ab. %Terreno agricolo 1,49 28,44 1,51 28,13Pascoli 0,08 1,43 0,07 1,30Foreste 0,39 7,52 0,42 7,82Superficie degradata 0,15 2,94 0,15 2,79Superficie acquatica 0,06 1,21 0,06 1,12Terreno per l’energia 3,07 58,46 3,16 58,84Impronta Ecologica totale 5,24 100 5,37 100Dai dati sopra riportati, possiamo inoltre vedere come l’aumento, se pur lieve,dell’Impronta Ecologica me<strong>di</strong>a provinciale sia in parte dovuto all’aumento dellarichiesta <strong>di</strong> terreno per l’energia; questo testimonia un trend tipico <strong>di</strong> tutte lenazioni industrializzate, contrad<strong>di</strong>stinto da una tendenza all’aumento del consumo<strong>di</strong> energia e combustibili.SPIN-ECO


Impronta Ecologica71Passando ai valori assoluti, si riscontra un aumento del 5% circa del valoretotale, dovuto al lieve aumento dell’Impronta Ecologica pro-capite me<strong>di</strong>a e ad unaumento della popolazione provinciale pari al 2% circa. A livello provinciale giocainoltre un ruolo importante la presenza dei turisti; in Figura 3.7 viene pertantoriportato il confronto tra l’Impronta Ecologica, la Biocapacità ed il bilancioecologico della <strong>Provincia</strong> <strong>di</strong> <strong>Siena</strong>, con e senza il contributo dei turisti, negli anni1999 e 2003. Un obiettivo <strong>di</strong> questo lavoro è stato quello <strong>di</strong> valutare, attraverso lametodologia dell’Impronta Ecologica, l’impatto esercitato sul sistema locale cosida evidenziare lo stress ulteriore a cui viene sottoposto il territorio in virtù dellapresenza <strong>di</strong> “popolazione fantasma” rappresentata dai turisti.Per contabilizzare la popolazione <strong>di</strong> turisti che ogni anno gravita nel territoriosenese sono stati <strong>di</strong>vise le presenze complessive per 365 (giorni in 1 anno). Perquesto calcolo sono stati considerati solo i turisti più propriamente detti, ovveroquei turisti che, trascorrendo 24 ore o almeno una notte nella zona, risultano dallestatistiche ufficiali. La frazione dei cosiddetti escursionisti, ovvero <strong>di</strong> coloro chevisitano le località solo per alcune ore, e <strong>di</strong> coloro che soggiornano in strutture nonrilevate ufficialmente, non è stata considerata nel calcolo. Purtroppo, pur essendoconsistente nella realtà senese, ad oggi tale informazione non è facilmentedesumibile attraverso le statistiche ufficiali.Stu<strong>di</strong> precedenti realizzati da questo gruppo <strong>di</strong> ricerca (si veda il report <strong>di</strong> <strong>Spin</strong>-Eco sul Turismo sostenibile in Val <strong>di</strong> Merse) hanno mostrato che il turismo che sipratica nelle zone del senese, e della Val <strong>di</strong> Merse in particolare, è particolarmentesoft. Infatti, al contrario <strong>di</strong> quanto riportato fino ad oggi in letteratura, i turistiche frequentano queste zone non consumano risorse in quantità maggiore rispettoa quando sono a casa, anzi riducono (in molti casi) la propria Impronta Ecologica,assestandosi me<strong>di</strong>amente sul valore locale. Questo risultato è frutto <strong>di</strong> un’attentastrategia <strong>di</strong> gestione della “risorsa turismo” che viene sempre più ad esserein<strong>di</strong>rizzata verso la sostenibilità.Nei risultati qui presentati non è stata inserita la componente <strong>di</strong> ImprontaEcologica relativa al “viaggio”, ovvero il consumo <strong>di</strong>retto e in<strong>di</strong>retto <strong>di</strong> risorse chesono necessarie per far arrivare il turista dal luogo <strong>di</strong> origine al luogo <strong>di</strong>destinazione e viceversa. Questa scelta è dovuta al fatto che l’impatto del viaggioha delle ripercussioni più globali che locali.Il risultato ottenuto costituisce pertanto una sottostima del reale impatto delturismo in termini <strong>di</strong> appropriazione <strong>di</strong> territori produttivi, ma comunque unaSPIN-ECO


Impronta Ecologica72prima in<strong>di</strong>cazione <strong>di</strong> quella che è la pressione esercitata da un fenomeno socioeconomicocosì importante (Figura 3.7).1.500.00019991.500.00020031.000.0001.000.000500.000500.000gha-EF Bio DEgha-EF Bio DE-500.000-500.000-1.000.000AbitantiTuristi-1.000.000AbitantiTuristiFigura 3.7: Impronta Ecologica (EF), Biocapacità (Bio) e Deficit Ecologico (DE) della <strong>Provincia</strong><strong>di</strong> <strong>Siena</strong>, con e senza il contributo dei turisti, per gli anni 1999 e 2003.Dalla figura si può vedere come l’Impronta Ecologica totale della popolazioneequivalente della <strong>Provincia</strong> <strong>di</strong> <strong>Siena</strong>, sia passata da 1.382.396 ettari globali (gha) a1.453.190 ettari globali. Questo aumento, corrispondente al 5% circa del totale,deriva sostanzialmente da tre fattori: 1) aumento del “peso specifico” <strong>di</strong> ciascunabitante (e/o turista) della <strong>Provincia</strong> <strong>di</strong> <strong>Siena</strong>, dovuto all’aumento dei consumi; 2)aumento della popolazione residente; 3) aumento delle presenze turistiche annualie <strong>di</strong> conseguenza, della popolazione equivalente.Dal 1999 ad oggi l’Impronta Ecologica dei turisti è aumentata del 13% circa,contribuendo così, in maniera sempre maggiore, alla pressione in atto sul territorioprovinciale. Questi numeri testimoniano quin<strong>di</strong> quale sia l’entità del peso delturismo in <strong>Provincia</strong> <strong>di</strong> <strong>Siena</strong>, e quanto questo fenomeno possa generare stress sulsistema locale, richiedendo un surplus <strong>di</strong> “erogazione <strong>di</strong> servizi naturali”.In definitiva, tenendo conto che le piccole variazioni riscontrate tra il calcolorelativo al 1999 e quello al 2003 possono rientrare nell’intervallo <strong>di</strong> errore,possiamo affermare che la situazione ecologica del citta<strong>di</strong>no me<strong>di</strong>o della <strong>Provincia</strong><strong>di</strong> <strong>Siena</strong> è rimasta pressoché invariata. Non è affatto cambiato lo stile <strong>di</strong> vita degliabitanti senesi, sempre caratterizzato da un cospicuo utilizzo <strong>di</strong> energia e <strong>di</strong> risorsenaturali. Tuttavia, nonostante il caro-vita, per altro comune al resto dei paesiSPIN-ECO


Impronta Ecologica73industrializzati, l’Impronta Ecologica pro-capite (5,37 gha/ab.) è rimasta stabile suivalori già espressi nei precedenti report provinciali, ed ancora inferiore al valoreme<strong>di</strong>o italiano (5,94 gha/ab.). Va comunque sottolineato il lieve ma nontrascurabile aumento della richiesta <strong>di</strong> terreno per l’energia, ovvero, del terrenonecessario ad assorbire le emissioni <strong>di</strong> CO 2 derivanti dal consumo <strong>di</strong> energiaelettrica e combustibili fossili. Le in<strong>di</strong>cazioni fornite nei precedenti report ed attead in<strong>di</strong>rizzare lo sviluppo del territorio senese verso una maggiore sostenibilitàambientale, sono state seguite solo parzialmente, lasciando pressoché invariato e<strong>di</strong>rrisolto il problema energetico relativo al settore domestico e dei trasporti.Pertanto, nell’imme<strong>di</strong>ato futuro, la gestione <strong>di</strong> questi due settori da parte dellaPubblica Amministrazione, dovrà essere rivista ed in<strong>di</strong>rizzata verso l’utilizzo <strong>di</strong>risorse energetiche rinnovabili, la <strong>di</strong>minuzione dei consumi ed una forteincentivazione dei trasporti pubblici.Il dato sicuramente più rassicurante è quello relativo alla variazione, nelperiodo considerato, della Biocapacità provinciale, rimasta costante e superiore alvalore me<strong>di</strong>o italiano ed a quello <strong>di</strong> tutte le altre realtà provinciali esaminate. La<strong>di</strong>sponibilità <strong>di</strong> terreni biologicamente produttivi è senza dubbio una dei fattori piùimportanti per il mantenimento e per lo sviluppo dei sistemi territoriali; è proprioper questo motivo che si è deciso <strong>di</strong> de<strong>di</strong>care un intero paragrafo <strong>di</strong> questarelazione, all’analisi della Biocapacità provinciale negli ultimi settanta anni circa.3.6 Biocapacità provinciale 1929-2003Lo stu<strong>di</strong>o della Biocapacità è uno degli aspetti più importanti dell’EcologicalFootprint Analysis, capace <strong>di</strong> valutare la <strong>di</strong>sponibilità locale <strong>di</strong> risorse. Un’analisinel tempo della Biocapacità può fornire valide informazioni sul cambiamentodell’uso del suolo causato dalle attività antropiche, fornendo quin<strong>di</strong> informazionicirca il livello <strong>di</strong> sostenibilità/insostenibilità delle attività presenti sul territoriolocale.Nel calcolare la Biocapacità della <strong>Provincia</strong> <strong>di</strong> <strong>Siena</strong> per il periodo 1929-2003sono stati utilizzati i fattori <strong>di</strong> equivalenza e <strong>di</strong> ren<strong>di</strong>mento proposti dal LPR 2002.La scelta <strong>di</strong> questi fattori, considerati costanti per l’intero intervallo temporaleanalizzato, è stata in parte dovuta alla mancanza <strong>di</strong> dati storici relativi allaproduttività ed al ren<strong>di</strong>mento nel tempo.SPIN-ECO


Impronta Ecologica74Mantenendo questi fattori costanti per l’intero periodo considerato si è potutoperò mettere in evidenza la variazione della Biocapacità dovuta ai cambiamentinell’uso del suolo ed alla variazione della popolazione provinciale, evitando<strong>di</strong>storsioni dei risultati dovute ai cambiamenti tecnologici nel calcolo dellaproduttività annuale, in relazione alla produttività me<strong>di</strong>a globale.La maggior parte dei dati storici relativi all’uso del suolo derivano da catastiagrari, annuali forestali e carte dell’uso del suolo (Istituto Centrale <strong>di</strong> Statistica delRegno d’Italia, 1936; Camera <strong>di</strong> Commercio Industria e Agricoltura <strong>di</strong> <strong>Siena</strong>, 1958;Giorgi, 1966; Tornar, 1976), sebbene i dati relativi alla superficie degradataderivino da una nostra elaborazione. Data l’assenza <strong>di</strong> dati relativi alla superficiedegradata per alcuni anni del periodo considerato, seguendo l’esempio <strong>di</strong>Wackernagel (Wackernagel et al., 2004a e 2004b), è stato tenuto costante il valorepro-capite, utilizzando quin<strong>di</strong> i fattori <strong>di</strong> crescita della popolazione locale, in mododa ottenere una stima dei cambiamenti nella superficie degradata. Bisognacomunque ricordare che questa stima può essere ritenuta accettabile data lapiccola percentuale che questa categoria <strong>di</strong> territorio occupa nella Biocapacitàcomplessiva del territorio analizzato. Inoltre, tale elaborazione non mira a stabilirevalori assoluti anno per anno, ma soltanto ad identificare un trend <strong>di</strong> massima che,a nostro avviso, rispecchia abbastanza fedelmente l’andamento verificatosi sulsistema territoriale considerato. In Figura 3.8, viene illustrata la variazione dellaBiocapacità nell’intervallo temporale considerato, espressa in ettari globali (gha).900.000800.000700.000600.000gha500.000400.000300.000200.000100.000-1929 1950 1962 1972 1985 2003Terreno agricolo Pascoli Foreste Sup. degradata Sup. acquaticaFigura 3.8: Biocapacità totale della <strong>Provincia</strong> <strong>di</strong> <strong>Siena</strong>, espressa in gha, per il periodo 19292002.SPIN-ECO


Impronta Ecologica75Risulta evidente la corrispondenza tra la variazione della Biocapacitàprovinciale e la variazione della <strong>di</strong>sponibilità <strong>di</strong> territorio agricolo, a testimonianzadella vocazione agricola del territorio locale e dell’elevata produttività del terrenoagricolo.In particolar modo tra il 1929 ed il 1962 viene evidenziato un aumento del 7%circa della Biocapacità locale, dovuto principalmente all’aumento della<strong>di</strong>sponibilità <strong>di</strong> terreni agricoli e, solo in piccola parte, all’aumento della superficiedegradata. Questa variazione della Biocapacità del terreno agricolo deriva da unabrusca riduzione dei territori a pascolo (-40%), che raggiungono negli anni sessantail loro minimo storico e da una situazione pressoché invariata per le foreste (-2,2%). Questa tendenza trova conferma nella <strong>di</strong>namica demografica della <strong>Provincia</strong><strong>di</strong> <strong>Siena</strong> (Guida-annuario senese “Il Mangia”; Brugi et al., 1994, ISTAT). Nel periodocompreso tra il 1929 ed il 1962, il miglioramento delle tecniche agricole el’aumento delle risorse a <strong>di</strong>sposizione, determinano infatti l’aumento dellapopolazione provinciale e la variazione della con<strong>di</strong>zione sociale. In questo periodosi raggiunge il valore massimo della popolazione residente, 277.437 unità (1951),composta principalmente da mezzadri.A partire dal 1962, si osserva invece un’inversione <strong>di</strong> tendenza che porta ad unariduzione del 5,8% circa, della Biocapacità provinciale. Questo è dovutoprincipalmente alla sostituzione del territorio agricolo (-17%) con il pascolo (+63%)e con il territorio forestale (+26%).La <strong>di</strong>minuzione del terreno agricolo e quin<strong>di</strong> della Biocapacità totale, è dovutaal lento ma progressivo declino del settore agricolo. Durante la seconda guerramon<strong>di</strong>ale inoltre, l’elevato utilizzo <strong>di</strong> legname aveva determinato un notevole<strong>di</strong>sboscamento, responsabile dell’erosione dei versanti e, in secondo luogo, <strong>di</strong>problemi fluviali e costieri. In quel periodo si innesca quin<strong>di</strong> una manovra <strong>di</strong>rimboschimento da parte dell’uomo, atta a contrastare i problemi fluviali ecostieri, che porta il territorio forestale al suo massimo sviluppo nel 2003. Inquesto periodo si osserva infine una brusca riduzione della superficie acquatica,composta principalmente da aree paludose e lacustri sulle quali vengono promossenumerose opere <strong>di</strong> bonifica, volte al recupero e al riutilizzo dei territori, per farfronte alla crescente richiesta <strong>di</strong> territorio da parte <strong>di</strong> una popolazione in costanteaumento. Come conseguenza, la superficie degradata subisce un costante aumentofino ad arrivare alla situazione o<strong>di</strong>erna. Va comunque ricordato che il contributoalla Biocapacità locale <strong>di</strong> queste due categorie <strong>di</strong> territorio, assieme a quello deipascoli, è estremamente secondario se confrontato con quello delle foreste e delSPIN-ECO


Impronta Ecologica76terreno agricolo; ciò è dovuto alla bassa bioproduttività dei pascoli e dellasuperficie acquatica ed alla bassa estensione della superficie degradata. Perfornire i risultati in maggior dettaglio, in Figura 3.9 vengono riportati i valori procapite.3,503,002,50gha/ab.2,001,501,000,50-1929 1950 1962 1972 1985 2003Terreno agricolo Pascoli Foreste Sup. degradata Sup. acquaticaFigura 3.9: Biocapacità pro-capite 1929-2003 della <strong>Provincia</strong> <strong>di</strong> <strong>Siena</strong>, espressa in gha/ab.Tra il 1929 ed il 2003 si osserva un andamento pressoché costante dellaBiocapacità pro-capite (-2,4%), come conseguenza <strong>di</strong> un trend parallelo nei valoridella Biocapacità totale e della popolazione provinciale. Nel periodo compreso trail 1929 ed il 1962, si ha infatti un aumento della popolazione (+2,8%) bilanciatodall’aumento della Biocapacità provinciale (+6,8%) mentre, tra il 1962 ed il 2003, siriscontra invece una <strong>di</strong>minuzione dei territori <strong>di</strong>sponibili (-5,8%) bilanciata a suavolta da una <strong>di</strong>minuzione della popolazione provinciale (-4,2%).Questi valori assumono una maggior rilevanza se confrontati con la variazionedella Biocapacità me<strong>di</strong>a mon<strong>di</strong>ale, per la quale si passa da poco più <strong>di</strong> 3,5 gha/ab.<strong>di</strong>sponibili nel 1960, a circa 1,90 gha/ab. (LPR 2002), con una variazione pari a -45,7%.In conclusione, l’analisi temporale consente <strong>di</strong> trarre alcune importantiinformazioni sulla gestione del suolo a livello provinciale e su come tale gestioneinfluenzi la Biocapacità, ovvero, la capacità della Natura <strong>di</strong> offrire beni e serviziutili all’uomo.Dal 1929 ad oggi, l’uso oculato del territorio provinciale ed uno sviluppobilanciato del settore socio-economico, hanno permesso <strong>di</strong> mantenere significativoSPIN-ECO


Impronta Ecologica77l’apporto del settore agricolo pur favorendo lo sviluppo del settore terziario, inparticolar modo commercio e turismo.Nel 2003 i territori naturali e semi-naturali (agricolo, foreste e pascolo)costituiscono <strong>di</strong> fatto quasi il 98% della Biocapacità locale mentre, la superficiedegradata costituisce poco più del 2%. Questa situazione non si <strong>di</strong>scosta molto daquella del 1929 quando, i territori naturali contribuivano alla Biocapacità totaleper circa il 99,3% e la superficie degradata per lo 0,4% circa.Data la sua capacità <strong>di</strong> integrare ed approfon<strong>di</strong>re i risultati forniti dall’analisisnapshoot, riteniamo che l’approccio time series alla Biocapacità proposto inquesto stu<strong>di</strong>o, costituisca un buon punto <strong>di</strong> partenza nell’analisi della gestione delCapitale Naturale e, della conservazione della capacità <strong>di</strong> fornire risorse e servizi<strong>di</strong> un qualsiasi sistema territoriale. Tale strumento risulta inoltre fondamentale permonitorare l’uso del suolo del sistema territoriale senese, confermando ancora unavolta l’importanza del territorio agricolo e la necessità <strong>di</strong> puntare proprio su questacategoria <strong>di</strong> territorio, per uno sviluppo futuro che sia mirato all’alleggerimentodella pressione in atto su tutte le altre categorie <strong>di</strong> territorio (figure 3.3 e 3.4) edal raggiungimento della sostenibilità ambientale.SPIN-ECO


In<strong>di</strong>catori Comuni Europei784 In<strong>di</strong>catori Comuni Europei (ICE)Il <strong>progetto</strong> <strong>di</strong> definizione <strong>di</strong> In<strong>di</strong>catori Comuni Europei <strong>di</strong> sviluppo sostenibile (ICE)è un'iniziativa in<strong>di</strong>rizzata al monitoraggio della sostenibilità a livello locale, portatoavanti da un gruppo <strong>di</strong> esperti e <strong>di</strong> rappresentanti <strong>di</strong> comunità locali europei.L'idea progettuale, realizzata grazie ad un partenariato <strong>di</strong> <strong>di</strong>verse organizzazionied autorità locali, è un'iniziativa congiunta della Commissione europea (DGAmbiente), dell'Agenzia Europea dell'Ambiente (EEA) e del gruppo <strong>di</strong> espertisull'ambiente urbano creato nel 1991 dalla stessa Commissione Europea.Tali soggetti hanno intrapreso un lavoro finalizzato ad una migliore comprensionedella sostenibilità nelle comunità locali ed alla produzione <strong>di</strong> dati confrontabili traloro. Obiettivo <strong>di</strong> tale lavoro è stato quello <strong>di</strong> stimolare gli enti locali europei adutilizzare, come base <strong>di</strong> riferimento complementare agli in<strong>di</strong>catori nazionali o locali,i 10 ICE (In<strong>di</strong>catori Comuni Europei): strumenti <strong>di</strong> misurazione dei progressinell'ambito dello sviluppo sostenibile locale.Utilizzati in combinazione con altri in<strong>di</strong>catori ed altri meto<strong>di</strong> <strong>di</strong> valutazione, gliin<strong>di</strong>catori comuni europei, possono contribuire a una strategia <strong>di</strong> monitoraggio siaunitaria che a livello locale o regionale.La <strong>Provincia</strong> <strong>di</strong> <strong>Siena</strong> ha aderito a questo <strong>progetto</strong> solo per alcuni <strong>di</strong> essi, come:1. In<strong>di</strong>catore n° 2 – Contributo locale al cambiamento climatico globale2. In<strong>di</strong>catore n° 3 – Mobilità locale e trasporto passeggeri3. In<strong>di</strong>catore n° 4 – Accessibilità delle aree <strong>di</strong> verde pubblico e dei servizi locali4. In<strong>di</strong>catore n° 5 – Qualità dell’aria locale5. In<strong>di</strong>catore n° 7 – Gestione sostenibile dell’autorità locale e delle impreselocali6. In<strong>di</strong>catore n° 8 – Inquinamento acustico7. In<strong>di</strong>catore n° 9 – Uso sostenibile del territorioNon è stato semplicissimo arrivare a capo <strong>di</strong> tutti gli in<strong>di</strong>catori anzi, per motivilogistici e <strong>di</strong> carenza <strong>di</strong> dati statistici a livello provinciale, per il momento ci siamolimitati al calcolo <strong>di</strong> solo 3 <strong>di</strong> questi: il numero 2, 5 e il 7, rimandando il calcolo deglialtri ad una fase successiva che prevede prima <strong>di</strong> tutto il raccoglimento e recuperodati attraverso un questionario da sottoporre ad un rilevante campione <strong>di</strong> famiglie.SPIN-ECO


In<strong>di</strong>catori Comuni Europei794.1 In<strong>di</strong>catore n° 2 – Contributo locale al cambiamento climaticoglobaleLa lotta contro il cambiamento climatico ha condotto all’adozione <strong>di</strong> obiettiviapprovati al vertice della Terra a Rio nel 1992 sotto l’egida delle Nazioni Unite.Questa convenzione è stata seguita da un protocollo firmato a Kyoto nel 1997 checomporta - una volta ratificato - impegni più precisi e vincolanti per i paesiindustrializzati.L’Unione Europea si è impegnata inizialmente a stabilizzare nel 2000 le sueemissioni <strong>di</strong> CO 2 a livello <strong>di</strong> quelle del 1990 e successivamente a ridurre globalmentele sue emissioni <strong>di</strong> gas serra nel periodo 2008-2012 dell’8% rispetto ai livelli del 1990,ossia una riduzione <strong>di</strong> 346 milioni <strong>di</strong> tonnellate <strong>di</strong> CO 2 .Punto <strong>di</strong> partenza per il calcolo delle emissioni <strong>di</strong> CO 2 per vettore, o fonte, èl’analisi del consumo dei combustibili fossili (cioè i vettori energetici) per i <strong>di</strong>fferentisettori <strong>di</strong> impiego; oltre a questi, vanno considerate le emissioni non energetiche, equin<strong>di</strong> l’emissione dal settore zootecnico (CH 4 ) ed agricolo (CO 2 , N 2 O), dallaproduzione <strong>di</strong> rifiuti (CH 4 , N 2 O) e dalla <strong>di</strong>stribuzione <strong>di</strong> gas metano (CH 4 ).Come procedura <strong>di</strong> calcolo abbiamo deciso <strong>di</strong> calcolare questo in<strong>di</strong>catore solosecondo il criterio geografico andando ad analizzare il periodo 1990-2003; il 1990 inquanto è l’anno rispetto al quale bisogna calcolare la variazione <strong>di</strong> emissione <strong>di</strong> CO 2mentre il 2003, per rimanere coerenti e attinenti con l’aggiornamento del <strong>progetto</strong>SPIn-Eco.Il Bilancio per vettori secondo il criterio geograficoVettore energetico – i combustibili fossiliIl Bilancio che deriva da questo tipo <strong>di</strong> vettore ha trovato serie <strong>di</strong>fficoltà soloquando si è trattato <strong>di</strong> analizzare il consumo <strong>di</strong> gas metano relativo all’anno 1990, inquanto la <strong>di</strong>stribuzione <strong>di</strong> questo combustibile, nella <strong>Provincia</strong>, è gestita da ben tresocietà <strong>di</strong>verse e solamente una, la Val<strong>di</strong>chiana S.p.A., è stata in grado <strong>di</strong> fornirci idati statistici relativi a tale anno, e in base a questi, per non lasciare incompiutoquesto vettore, abbiamo approssimato il valore fornitoci a tutta la <strong>Provincia</strong>.Nella tabella 4.1, in maniera molto sintetica, sono stati riportati i valori all’anno1990 e quelli al 2003, anno per il quale è stato anche aggiornato il Progetto SPIn-Eco,dei vari consumi <strong>di</strong> combustibili fossili all’interno della <strong>Provincia</strong>.SPIN-ECO


In<strong>di</strong>catori Comuni Europei80Tabella 4.1 - Consumi annuali in t/anno dei principali combustibili fossili liqui<strong>di</strong> e gassosi in<strong>Provincia</strong> <strong>di</strong> <strong>Siena</strong> (Fonte: Bollettino Petrolifero Nazionale – Ven<strong>di</strong>te provinciali)Benzina GasolioGasolioRiscaldamentoGasolioAgricoloOlioCombustibile GPL Metano (m 3 )1990 81.385 75.794 24.513 14.833 15.414 10.404 46.978.2052003 85.380 108.806 11.235 12.629 2.363 21.205 167.947.060I dati mostrano come per alcune voci, in particolare per il gasolio dariscaldamento (-54,2%) e per l’olio combustibile (-84,7%), vi sia stata nel corso <strong>di</strong>questi 13 anni una notevole riduzione a fronte però <strong>di</strong> un aumento considerevolenelle ven<strong>di</strong>te del metano (più 257,5% rispetto al 1990), ciò è sicuramente daaddebitarsi ad una progressiva metanizzazione del territorio provinciale sia a livellocivile che industriale.Per quanto riguarda i valori e le variazioni, relative al periodo considerato, deglialtri combustibili fossili, queste non sono rilevanti. Comunque si può affermare chec’è stato un aumento <strong>di</strong> circa il 44% per il Gasolio da auto-trazione che insieme allavariazione positiva riscontrata nella voce “benzina”, fa pensare come non vi sia statoné un calo nell’uso delle auto né ad<strong>di</strong>rittura un calo nelle ven<strong>di</strong>te <strong>di</strong> automobili, maun avvicinamento delle scelte del consumatore verso canoni <strong>di</strong> autovetture dalmotore più efficiente e che emettono dal 10 al 15% <strong>di</strong> biossido <strong>di</strong> carbonio (CO 2 ) inmeno rispetto ai motori dello stesso tipo alimentati a benzina.Come annunciato all’inizio, le vere <strong>di</strong>fficoltà si sono riscontrate nella valutazionedella domanda <strong>di</strong> gas metano (CH 4 ) relativa al 1990; qui <strong>di</strong> seguito (tabella 4.2), inbreve, verranno riportati i passaggi da noi eseguiti, per ottenere il valore delconsumo finale provinciale:SPIN-ECO


In<strong>di</strong>catori Comuni Europei81Tabella 4.2 – m 3 <strong>di</strong> gas metano consumati nel 1990 dai Comunidella <strong>Provincia</strong> <strong>di</strong> <strong>Siena</strong> (Cetona, Chiusi, Chianciano,Montepulciano, Pienza, S. Casciano Bagni, Sarteano e Torrita <strong>di</strong><strong>Siena</strong>) gestiti da Val<strong>di</strong>chiana S.p.A.USO DOMESTICO/CIVILECOTTURA CIBI 108.889COTTURA CIBI +SCAL. 20.039PROMISCUO 5.037.026RISCAL.NTO CENTR.TO 577.297TOTALE 5.743.251USO INDUSTRIALE/TERZIARIORISCAL.NTO COMMERC 465.475ENTI PUBBLICI 447.782TECNOLOGICO 31<strong>9.</strong>094ALBERGHI RISTORANTI 1.427.929TOTALE 2.660.280Per ottenere il valore finale relativo all’anno 1990, sono stati necessari varipassaggi e varie fonti da cui prendere spunti e dati (dati statistici rilasciati dallaSocietà Val<strong>di</strong>chiana S.p.A., dati e percentuali fornite da Snam e dati censuari ISTAT).Per quanto riguarda la domanda <strong>di</strong> gas metano per uso civile, abbiamo stimato ilconsumo pro capite per la Val<strong>di</strong>chiana che è pari a 116,8 m 3 , questo ha portato astimare un consumo <strong>di</strong> gas per uso civile per l’intera <strong>Provincia</strong> pari a 2<strong>9.</strong>276.708,9m 3 . Per quanto riguarda invece la domanda <strong>di</strong> gas metano per uso industriale e perautotrazione abbiamo utilizzato le percentuali fornite da Snam all’interno dellarelazione “La <strong>di</strong>stribuzione <strong>di</strong> gas naturale nelle regioni italiane al 31 Dicembre 1997”per cui risulta che circa il 60% (16.780.354,7 m 3 ) del totale è da attribuire al settoreindustriale/terziario mentre solo un 2% (921.141,3 m 3 ) serve per sod<strong>di</strong>sfare ladomanda provinciale <strong>di</strong> gas per autotrazione, quin<strong>di</strong> abbiamo stimato un consumoprovinciale finale pari a 46.978.204,9 m 3 .I fattori <strong>di</strong> emissione della CO 2 da combustione per i combustibili fossili liqui<strong>di</strong> egassosi sono stati desunti dal database dell’IPCC (IPCC-EFDB) in t (CO 2 )/GJ e sullabase <strong>di</strong> un fattore <strong>di</strong> equivalenza <strong>di</strong> 41,87 GJ/tep e sono riportati in tabella 4.3.Tabella 4.3 – Fattori <strong>di</strong> emissione <strong>di</strong> CO 2 dalla combustione dei principali vettori energeticifossili in Kg/Kg (Fonte: IPCC)SPIN-ECO


In<strong>di</strong>catori Comuni Europei82Moltiplicando i volumi <strong>di</strong> consumo della tabella 4.1 per i relativi fattori <strong>di</strong>emissione della CO 2 della tabella sovrastante (tabella 4.3), si ottengono infine ivolumi <strong>di</strong> CO 2 emessi del periodo considerato per tipologia <strong>di</strong> combustibile, riportatinella tabella 4.4 che segue:Tabella 4.4 – Emissione complessiva <strong>di</strong> CO 2 in t/anno dai combustibili liqui<strong>di</strong> e gassosi in <strong>Provincia</strong> <strong>di</strong><strong>Siena</strong>.Gasolio Gasolio OlioBenzina GasolioGPL Metano TotaleRiscaldamento Agricolo Combustibile1990 258.804 237.993 77.461 46.576 4<strong>9.</strong>325 30.172 90.198.153 90.898.4842003 271.508 341.651 35.503 3<strong>9.</strong>655 7.562 61.495 322.458.355 323.215.728% 90/03 4,9 43,6 -54,2 -14,9 -84,7 103,8 257,5 255,6Come si nota dalla tabella 4.4, la <strong>di</strong>namica delle emissioni dovute al consumo (inparte reale e in parte stimato) <strong>di</strong> combustibili fossili ha subito nel corso <strong>di</strong> questi 13anni un aumento <strong>di</strong> più del 200% a causa essenzialmente dell’elevato ampliamentodella domanda <strong>di</strong> gas naturale da parte della comunità senese. Accanto al metano,tra i combustibili fossili che contribuiscono all’aumento dei gas serra in <strong>Provincia</strong> <strong>di</strong><strong>Siena</strong>, c’è da considerare anche il contributo dato dall’utilizzo del GPL, poco più cheraddoppiato in questi ultimi 13 anni, seguito dal gasolio per autotrazione con unaumento del 43,6% e il lieve contributo dato dalla benzina con una domanda al 2003maggiore solo del 4,6% rispetto a quella del 1990. Un contributo negativo è dato dallanetta riduzione nell’utilizzo degli oli combustibili (-84,7%), del gasolio perriscaldamento (-54,2%) e in piccola parte anche del gasolio usato in agricoltura (-14,9%).Vettore non energetico – agricolo e zootecnicoL’agricoltura e la zootecnia hanno un profondo legame con l’ambiente in cui sisvolgono, e le relazioni che si sono instaurate nel tempo sono tanto complesse daaver mo<strong>di</strong>ficato e connotato il paesaggio in modo determinante.L’agricoltura, oltre ad essere considerata tra le attività maggiormenteresponsabili dell’inquinamento delle acque superficiali e sotterranee, dei fortiimpatti sui suoli coltivati (erosione, inquinamento ed aci<strong>di</strong>ficazione), è ormai datempo classificata tra le attività ad alto contributo per l’aumento dell’effetto serra.SPIN-ECO


In<strong>di</strong>catori Comuni Europei83Accanto all’agricoltura, non può mancare la “sorella” zootecnia che, attraversol’ammoniaca prodotta dai reflui, contribuisce all’aci<strong>di</strong>ficazione delle piogge ed ilmetano prodotto dai reflui contribuisce all’effetto serra.I fattori <strong>di</strong> emissione me<strong>di</strong> unitari <strong>di</strong> metano per il settore zootecnico sono statiricavati dalla IPCC-EFDB, facendo riferimento alle con<strong>di</strong>zioni me<strong>di</strong>e dei Paesisviluppati in clima temperato. L’emissione unitaria (per capo e per anno) <strong>di</strong> metanoper fermentazione enterica va da un minimo <strong>di</strong> 1.5 Kg·capo -1·anno -1 per i suini, ad unmassimo <strong>di</strong> 100 Kg·capo -1·anno -1 per le vacche da latte; per contro l’emissione dovutaalla gestione del letame e dei liquami va da meno <strong>di</strong> 1 Kg·capo -1·anno -1 per ovini epollame, a 44 Kg·capo -1·anno -1 per le vacche da latte. I valori dei fattori <strong>di</strong> emissionesono riportati nella tabella 4.5.Tabella 4.5 – Fattori <strong>di</strong> emissione <strong>di</strong> CH 4 in Kgcapo -1 anno -1 (Fonte: IPCC)Per il dati relativi al numero <strong>di</strong> capi presenti nella <strong>Provincia</strong> <strong>di</strong> <strong>Siena</strong> abbiamoutilizzato dati all’interno del 4° e 5° Censimento Generale dell’Agricoltura redattodall’ISTAT, quin<strong>di</strong> ci siamo riferiti alla decade 1990-2000, invece che 2003 come peril vettore energetico, e li abbiamo riportati nella tabella che segue (tabella 4.6).Tabella 4.6 – Consistenza numerica degli allevamenti in <strong>Provincia</strong> <strong>di</strong> <strong>Siena</strong>.Fonte: dati Istat, 4° e 5° Censimento Generale dell’Agricoltura.Censimento bovini ovini caprini equini suini avicoli1990 22.584 143.005 3.806 2.400 86.030 578.1782000 13.908 128.166 1.474 2.354 24.005 495.779% 90/00 -38,4 -10,4 -61,3 -1,9 -72,1 -14,3Dalla tabella 4.6 si nota come per tutti i tipi <strong>di</strong> allevamenti vi sia stato un forteri<strong>di</strong>mensionamento: i suini sono passati da un numero <strong>di</strong> quasi 90.000 capi nel 1990 anemmeno 25.000 solo <strong>di</strong>eci anni (-72,1%), seguiti dai caprini con un -61,3% e daibovini con circa il 40% in meno rispetto al 1990. Per gli avicoli e gli ovini la<strong>di</strong>minuzione non ha raggiunto il 15% e solo un 2% in meno rispetto al censimentoprecedente per l’allevamento degli equini.SPIN-ECO


In<strong>di</strong>catori Comuni Europei84Per ottenere le quantità totali <strong>di</strong> metano e <strong>di</strong> CO 2 equivalente prodotte da questosettore, nella tabella 4.7 è stato riportato il valore ottenuto dal prodotto dei fattoriunitari <strong>di</strong> emissione <strong>di</strong> tabella 4.3 con i dati censuari, da cui possiamo notare come,proprio grazie a questo drastico ri<strong>di</strong>mensionamento del patrimonio zootecnicoprovinciale, si assiste, da parte <strong>di</strong> questo settore, ad un contributo negativoall’effetto serra, passano dagli oltre 220 milioni <strong>di</strong> tonnellate <strong>di</strong> CO 2 equivalenteprodotta nel 1990 a nemmeno 134 milioni nel 2000, con una <strong>di</strong>minuzione <strong>di</strong> circa il40%.Tabella 4.7 – Emissioni <strong>di</strong> metano (CH 4 ) e <strong>di</strong> CO 2 equivalente in t/anno dagli allevamenti in <strong>Provincia</strong> <strong>di</strong><strong>Siena</strong>.Censimento bovini ovini caprini equini suini avicoli Tot kg CH 4 ton CO 2 eq.1990 2.393.904 1.186.942 31.590 48.240 98<strong>9.</strong>345 6<strong>9.</strong>381 4.71<strong>9.</strong>402 224.690.7132000 1.474.248 1.063.778 12.234 47.315 276.058 5<strong>9.</strong>493 2.933.126 13<strong>9.</strong>646.147% 90/00 -38,4 -10,4 -61,3 -1,9 -72,1 -14,3 -37,8 -37,8Anche per il calcolo del protossido <strong>di</strong> azoto (N 2 O) prodotto dalla lavorazione deiterreni agricoli, ci siamo serviti del fattore <strong>di</strong> emissione, desunto dall’IPCC-EFDB ed èriportato in tabella 4.8, adatto alle pratiche colturali, ai terreni ed al climatemperato dei nostri territori.Tabella 4.8 - Fattore <strong>di</strong>emissione <strong>di</strong> protossido d’azoto(N 2 O) in kgha -1 anno -1 (da IPCC).Come per i dati relativi al numero <strong>di</strong> capi allevati in <strong>Provincia</strong> <strong>di</strong> <strong>Siena</strong>, così ancheper la SAU (ve<strong>di</strong> tabella 4.9) ci siamo serviti dei due censimenti dell’agricoltura; nelcorso del decennio nella <strong>Provincia</strong> <strong>di</strong> <strong>Siena</strong> si è assistito ad una per<strong>di</strong>ta <strong>di</strong> circa 10.000ettari <strong>di</strong> superficie agricola, circa 1000 ettari all’anno, con un contributo all’effettoserra, nel 2000, <strong>di</strong> nemmeno 3.000.000 t/anno <strong>di</strong> CO 2 equivalente rispetto alle oltre3.100.000 t/anno nel 1990, con una <strong>di</strong>minuzione del 5,4%.SPIN-ECO


In<strong>di</strong>catori Comuni Europei85Tabella 4.9 – Superficie agricola utilizzata in ha ed emissioni <strong>di</strong>protossido d’azoto (N 2 O) e <strong>di</strong> CO 2 equivalente in t/anno daiterreni agrari.Censimento SAU (ha) Kg N 2 O ton CO 2 eq.1990 195.445,51 977.227,6 302.940,52000 184.800,25 924.001,3 286.440,4% 90/00 -5,4 -5,4 -5,4Un ulteriore settore che dovrebbe essere analizzato e tenuto ben presentedurante il calcolo <strong>di</strong> questo in<strong>di</strong>catore è quello relativo alla gestione dei rifiuti i qualicomportano emissioni <strong>di</strong> gas serra <strong>di</strong> entità <strong>di</strong>versa in funzione della tipologia <strong>di</strong>rifiuto, dei processi <strong>di</strong> trasformazione del rifiuto e delle tecnologie adottate.Nel nostro caso, non ci è stata possibile un’analisi <strong>di</strong> questo tipo dato che nessunente pubblico né privato che gestisce questo campo ci ha saputo fornire i dati relativiai rifiuti presenti nelle <strong>di</strong>scariche nel 1990.Di conseguenza l’in<strong>di</strong>catore n°2 “Contributo locale al cambiamento climaticoglobale” si conclude a questo punto con il seguente bilancio complessivo.Bilancio complessivoIl bilancio delle emissioni totali <strong>di</strong> CO 2 nella <strong>Provincia</strong> <strong>di</strong> <strong>Siena</strong>, calcolato sullabase del principio geografico, risulta essere la somma <strong>di</strong> tutti i bilanci parziali deivari settori espressi nella tabella 4.10 che segue:Tabella 4.10 – Emissioni complessive <strong>di</strong> CO 2 equivalente (t/anno) pervettori in <strong>Provincia</strong> <strong>di</strong> <strong>Siena</strong>.Vettore/Anno 1990 2003 % 90/03Benzina 258.804 271.508 4,9Gasolio 237.993 341.651 43,6Gasolio Riscaldamento 77.461 35.503 -54,2Gasolio Agricolo 46.576 3<strong>9.</strong>655 -14,9Olio Combustibile 4<strong>9.</strong>325 7.562 -84,7GPL 30.172 61.495 103,8Metano 90.198 322.458 257,5Allevamento 108.546 67.462 -37,8Terreni 302.941 286.440 -5,4EMISSIONI TOTALI 1.202.015 1.433.734 19,3SPIN-ECO


In<strong>di</strong>catori Comuni Europei86Dalla tabella si evince come in questi tre<strong>di</strong>ci anni la <strong>Provincia</strong> <strong>di</strong> <strong>Siena</strong> non abbiadato un grosso contributo alla riduzione del bilancio dei gas serra globale, anzidurante questo periodo, ha prodotto circa il 20% in più <strong>di</strong> tonnellate <strong>di</strong> CO 2 prodottenel 1990, a causa soprattutto dell’aumento nella domanda <strong>di</strong> metano. Moltoprobabilmente la cifra che ne è risultata, non è del tutto reale dato che mancal’apporto del settore dei rifiuti e che forse, come già spiegato all’inizio, i datirelativi alla domanda <strong>di</strong> metano per l’anno 1990 non rispecchia sicuramente larealtà.<strong>Provincia</strong> <strong>di</strong> <strong>Siena</strong>Emissioni totali <strong>di</strong> CO 2 eq. (criterio geografico)400000350000ton/anno CO 2 eq.30000025000020000015000010000019902003500000BenzinaGasolioGasolio RiscGasolio AgricoloOlio CombustGPLMetanoAlle vamentoTerreniFigura 4.1 – Emissioni annuali in t <strong>di</strong> CO 2 equivalente in <strong>Provincia</strong> <strong>di</strong> <strong>Siena</strong>, calcolate secondoil criterio geografico.La figura 4.1 ci mostra quali siano i vettori che in <strong>Provincia</strong> <strong>di</strong> <strong>Siena</strong>contribuiscono maggiormente all’aumento dell’effetto serra. All’interno del vettoreenergetico, le voci che producono un aumento della CO 2 maggiore rispetto alle altresono il gasolio per autotrazione, seguito dal metano e dalla benzina; mentreall’interno del vettore non energetico, la voce che predomina sulle altre è laproduzione <strong>di</strong> <strong>di</strong> tonnellate <strong>di</strong> CO 2 eq. da parte dei terreni agricoli. Invece per quantoriguarda il fattore che, nell’arco <strong>di</strong> tempo considerato, ha contribuito ad unabbassamento del bilancio globale, è stata la <strong>di</strong>minuzione nell’utilizzo dell’olioSPIN-ECO


In<strong>di</strong>catori Comuni Europei87combustibile seguita da quella del gasolio per riscaldamento. La ripartizionepercentuale fra i principali vettori è mostrata nella seguente figura 4.2.<strong>Provincia</strong> <strong>di</strong> <strong>Siena</strong>, 1990 - Emissioni <strong>di</strong> CO 2 eq.(crit. geografico )non energetico33%Benzina22%Metano8%GPL3%Olio Combust Gasolio Risc4% Gasolio Agricolo6%4%Gasolio20%<strong>Provincia</strong> <strong>di</strong> <strong>Siena</strong>, 2003 - Emissioni <strong>di</strong> CO 2 eq.(crit. geografico )non energetico25%Benzina19%Metano22%GPL4%Gasolio Agricolo3% Gasolio RiscOlio Combust2%1%Gasolio24%Figura 4.2 – Ripartizione delle emissioni annuali <strong>di</strong> CO 2 equivalente a <strong>Siena</strong>, calcolate per vettorisecondo il criterio geograficoSPIN-ECO


In<strong>di</strong>catori Comuni Europei88La figura 4.2 ci mostra chiaramente il peso percentuale dei vari vettori nei dueanni presi sotto analisi. L’aspetto più evidente dal confronto dei due grafici è quellorelativo l’acquisto <strong>di</strong> peso delle emissioni derivanti dalla combustione <strong>di</strong> gas metanoche è passato da un 8% nel 1990 ad un 22% nel 2003; variazioni così eclatanti non siassistono per nessun altra sorgente <strong>di</strong> CO 2 ma per tutte si ha una <strong>di</strong>minuzione o unacrescita che varia tra 1 e 4 punti percentuali, ad eccezione del vettore nonenergetico con un -8% dal 1990 al 2003.Emissioni pro capiteIl calcolo delle emissioni pro capite toglie dal bilancio l’influenza dei processi <strong>di</strong>incremento o decremento della popolazione ed inoltre consente <strong>di</strong> operare confrontitra realtà territoriali <strong>di</strong>verse.Tabella 4.11 – <strong>Provincia</strong> <strong>di</strong> <strong>Siena</strong>. Emissioni pro capite <strong>di</strong> CO 2 equivalente(ton/anno) secondo il criterio geograficoPopolazione Emissioni Emissioni pro capiteAnnoresidente totali crit. geografico1990 250.740 1.202.015 52003 258.821 1.433.734 6% 90/03 3,2 19,3 15,6Nell’arco dei tre<strong>di</strong>ci anni presi in considerazione (1990-2003) la popolazione in<strong>Provincia</strong> <strong>di</strong> <strong>Siena</strong> ha subito un leggero incremento (+3,2%), passando dai 250.740abitanti nel 1990 ai 258.821 del 2003. Dato che le emissioni totali, nell’arco <strong>di</strong> tempoconsiderato, avevano subito un aumento del 19,3%, così anche le emissioni pro capitesono andate ad aumentare, ma con la <strong>di</strong>fferenza, in 13 anni, <strong>di</strong> solo 1 t/anno <strong>di</strong> CO 2 econ una variazione più lenta rispetto a quelle totali, pari al 15,6%.Il Bilancio fino a qui proposto va considerato, purtroppo, un bilancio <strong>di</strong> massa inquanto per alcuni vettori, energetici e non, non è stato possibile reperire i datirelativi al 1990 e <strong>di</strong> conseguenza fare confronti con quelli, invece a nostra<strong>di</strong>sposizione, relativi al 2003.All’interno del vettore energetico si può notare come sia assente la voce relativaal consumo <strong>di</strong> energia elettrica. La <strong>Provincia</strong> <strong>di</strong> <strong>Siena</strong> ormai da anni sfrutta lapresenza <strong>di</strong> calore geotermico per sod<strong>di</strong>sfare la domanda provinciale <strong>di</strong> energiaSPIN-ECO


In<strong>di</strong>catori Comuni Europei89elettrica che al 2003 era pari a 1.226,80 GWh, <strong>di</strong> cui 1.150 GWh (c.a il 90% delladomanda complessiva) provenienti appunto da questa fonte rinnovabile, con unapporto <strong>di</strong> emissioni <strong>di</strong> CO 2 molto minore che se fosse tutta <strong>di</strong> origine nonrinnovabile, in quanto il fattore <strong>di</strong> emissione <strong>di</strong> CO 2 relativo alla produzione <strong>di</strong>energia elettrica da termoelettrico è pari a 0,58 t/anno <strong>di</strong> CO 2 contro lo 0,43 t/anno<strong>di</strong> CO 2 da calore geotermico. Accanto alla produzione <strong>di</strong> elettricità da caloregeotermico, nel 2003 in <strong>Provincia</strong> <strong>di</strong> <strong>Siena</strong>, e più precisamente nel Comune <strong>di</strong>Poggibonsi, è stato inaugurato un impianto <strong>di</strong> termovalorizzazione che ha prodotto,attraverso la combustione dei rifiuti, circa 6 MWh già nel 2003.Mentre, per quanto riguarda il vettore non energetico, questo bilancio gas serramanca della stima delle emissioni <strong>di</strong> CO 2 prodotte da rifiuti. Il motivo è lo stessodell’energia elettrica; nessun ufficio o ente provinciale ci ha saputo fornire i datirelativi al numero delle <strong>di</strong>scariche e al volume dei rifiuti presenti nella <strong>Provincia</strong> nel1990, ma solo quelli relativi al 2003 che prevedono la presenza <strong>di</strong> solo 2 <strong>di</strong>scariche,quella <strong>di</strong> Torre a Castello con un volume <strong>di</strong> RSU pari a 3<strong>9.</strong>764,43 tonnellate e LeMacchiaie con 55.647,45 tonnellate <strong>di</strong> RSU.Per concludere possiamo comunque affermare che, a prescindere dai risultatiforniti dai vari in<strong>di</strong>catori, la riduzione delle emissioni climalteranti richiede unimpegno congiunto <strong>di</strong> pubbliche amministrazioni, imprese e citta<strong>di</strong>ni che agiscono alivello locale per cercare <strong>di</strong> ridurre il loro carico <strong>di</strong> CO 2 all’interno del bilancioglobale, coscienti del fatto che perseguire e continuare ad abbracciare la teoria dellacrescita economica condurrà ad un'autentica catastrofe ambientale, con la per<strong>di</strong>ta <strong>di</strong>un milione <strong>di</strong> specie animali e vegetali da qui al 2050, se il cambiamento climatico,generato dall'effetto serra, dovesse proseguire ai ritmi attuali 2 .4.2 In<strong>di</strong>catore n. 3 – Mobilità locale e trasportoQuesto in<strong>di</strong>catore intende valutare il numero <strong>di</strong> spostamenti giornalieri effettuatidai residenti all’interno dell’area <strong>di</strong> pertinenza dell’autorità locale e il tempo2“Extinction risk from climate change” <strong>di</strong> Chris D. Thomas, Alison Cameron, Rhys E. Green, Michel Bakkenes, Linda J.Beaumont, Yvonne C. Collingham, Barend F. N. Erasmus, Marinez Ferreira de Siqueira, Alan Grainger, Lee Hannah,Lesley Hughes, Brian Huntley, Albert S. van Jaarsveld, Guy F. Midgley, Lera Miles, Miguel A. Ortega-Huerta, A.Townsend Peterson, Oliver L. Phillips and Stephen E. Williams, in Nature 427, 145-148SPIN-ECO


In<strong>di</strong>catori Comuni Europei90impiegato pro capite per motivo e per modo <strong>di</strong> trasporto utilizzato; inoltre misura la<strong>di</strong>stanza totale me<strong>di</strong>a pro capite percorsa quoti<strong>di</strong>anamente per tipo <strong>di</strong> spostamento eper modo <strong>di</strong> trasporto.In Europa si riconosce la necessità <strong>di</strong> ridurre la domanda <strong>di</strong> mobilità e inparticolare <strong>di</strong> quella motorizzata in<strong>di</strong>viduale e <strong>di</strong> favorire mo<strong>di</strong> <strong>di</strong> trasporto “leggeri”e alternativi (come il trasporto collettivo, e ove possibile, la bicicletta),specialmente nel contesto urbano, anche con l’obiettivo <strong>di</strong> ridurre la <strong>di</strong>pendenzadall’automobile.Per la rilevazione dei dati, la scheda metodologica, prevede <strong>di</strong> effettuare unsondaggio tramite questionario su un campione rappresentativo della popolazioneresidente <strong>di</strong> età superiore ai 16 anni, gestito con interviste personali (o telefoniche).A tale scopo, è necessario definire in accordo con l’Amministrazione <strong>Provincia</strong>le<strong>di</strong> <strong>Siena</strong> le procedure per l’identificazione <strong>di</strong> un campione rappresentativo <strong>di</strong>famiglie, <strong>di</strong>stribuite proporzionalmente all’interno dei 36 Comuni.Il questionario dovrà quantificare il numero <strong>di</strong> spostamenti giornalieri effettuatida ogni intervistato, in<strong>di</strong>cando il motivo <strong>di</strong> ogni spostamento (stu<strong>di</strong>o, lavoro, svago ericreazione, relazioni sociali, acquisti ed altre ragioni <strong>di</strong> carattere privato, viaggio <strong>di</strong>ritorno), la relativa modalità <strong>di</strong> trasporto (a pie<strong>di</strong>, bicicletta, motociclo ociclomotore, autovettura privata, taxi, mezzo <strong>di</strong> trasporto pubblico collettivo,modalità combinata “park & ride”), il tempo impiegato per ogni spostamento e i kmpercorsi. A coloro che utilizzano "l’autovettura privata”, sarà rivolta una domanda,particolarmente utile per scopi <strong>di</strong> carattere locale, relativa alla tipologia <strong>di</strong>parcheggio utilizzata (parcheggio privato, parcheggio pubblico a pagamento,parcheggio gratuito), al numero <strong>di</strong> passeggeri presenti nell’auto durante lospostamento (il solo conducente, il conducente ed un passeggero, il conducente e più<strong>di</strong> un passeggero) e al motivo per cui è stata scelta l’auto rispetto alle altre modalità<strong>di</strong> spostamento (maggiore velocità, maggiore comfort, costi inferiori, assenza <strong>di</strong>alternative, con<strong>di</strong>zioni climatiche avverse, altro).4.3 In<strong>di</strong>catore n. 4 – Accessibilità delle aree ver<strong>di</strong> pubbliche e deiservizi localiQuesto quarto in<strong>di</strong>catore intende valutare la percentuale dei residenti che vive inprossimità <strong>di</strong> spazi ricreativi accessibili al pubblico e <strong>di</strong> altri servizi <strong>di</strong> base. PerSPIN-ECO


In<strong>di</strong>catori Comuni Europei91definire l’accessibilità, l’Agenzia Ambientale Europea, la DG Politica Regionale edISTAT (Istituto Nazionale <strong>di</strong> Statistica) utilizzano il concetto <strong>di</strong> “ad un quarto d’ora <strong>di</strong>cammino”: si può ragionevolmente assumere che ciò corrisponda a circa 500 metri apie<strong>di</strong> per una persona anziana, che a loro volta equivalgono a 300 metri in linead’aria.La scheda metodologica definisce in dettaglio cosa si intende per aree ver<strong>di</strong> eservizi.Per aree ver<strong>di</strong> si intendono:• parchi pubblici, giar<strong>di</strong>ni o spazi aperti ad esclusivo uso ciclabile e pedonale,eccetto isole ver<strong>di</strong> o <strong>di</strong>visori per il traffico, cimiteri, ...;• attrezzature per sport all’aria aperta, accessibili al pubblico gratuitamente;• aree private (aree agricole, parchi privati) accessibili al pubblicogratuitamente.Per servizi <strong>di</strong> base si intendono:• servizi sanitari pubblici <strong>di</strong> base (me<strong>di</strong>co generico, ospedali, pronto soccorso,consultori familiari o altri centri pubblici erogatori <strong>di</strong> servizi me<strong>di</strong>ci, quali attività<strong>di</strong>agnostica o visite specialistiche);• linee <strong>di</strong> trasporto collettivo che, almeno per parte <strong>di</strong> una normale giornatalavorativa, hanno una frequenza minima (inferiore alla mezz’ora);• scuole pubbliche (scuole con frequenza obbligatoria);• negozi alimentari;• strutture o servizi per il riciclaggio dei rifiuti soli<strong>di</strong> urbani (inclusi i cassonettiper il riciclaggio).Per la rilevazione dei dati, come suggerito dalla scheda metodologica, si dovevadeterminare la <strong>di</strong>stribuzione degli stessi (residenti, aree ricreative, servizi, percategoria) me<strong>di</strong>ante un Sistema Informativo Geografico (GIS). Una volta posizionatele varie aree sul GIS, si in<strong>di</strong>viduano me<strong>di</strong>ante procedura informatica (buffering)quelle situate in un raggio <strong>di</strong> 300 metri dai confini stessi.L’elaborazione <strong>di</strong> questo in<strong>di</strong>catore, è molto complessa per una realtà <strong>di</strong> vaste<strong>di</strong>mensioni come la provincia <strong>di</strong> <strong>Siena</strong> e rende necessario rilevare in accordo con glienti locali e l’amministrazione provinciale l’effettiva <strong>di</strong>sponibilità <strong>di</strong> mappe GIS.SPIN-ECO


In<strong>di</strong>catori Comuni Europei924.4 In<strong>di</strong>catore n. 5 - Qualità dell’aria localeL’In<strong>di</strong>catore Comune Europeo n. 5 intende quantificare il numero <strong>di</strong> superamentidei valori limite <strong>di</strong> determinati inquinanti atmosferici e verificare l’esistenza e illivello <strong>di</strong> attuazione del piano <strong>di</strong> risanamento/gestione della qualità dell’aria.Come in<strong>di</strong>cato nella Direttiva Quadro Europea sulla Qualità dell’Aria Locale(96/62/CE), le “<strong>di</strong>rettive figlie” definiscono dei valori limite da rispettare allo scopo<strong>di</strong> “evitare, prevenire o ridurre ripercussioni negative sulla salute umana esull’ambiente nel suo complesso”. Con la prima <strong>di</strong>rettiva figlia, 1999/30/CE, sonostati definiti i valori limite per la concentrazione in aria <strong>di</strong> biossido <strong>di</strong> zolfo (SO 2 ),ossi<strong>di</strong> <strong>di</strong> azoto (NO X ), biossido <strong>di</strong> azoto (NO 2 ), particolato (PM10) e piombo (Pb). Conla <strong>di</strong>rettiva 2000/69/CE sono stati definiti i valori limite per il benzene ed ilmonossido <strong>di</strong> carbonio e, con la <strong>di</strong>rettiva 2002/3/CE, i valori limite per l’ozonotroposferico.Come richiesto dalla <strong>di</strong>rettiva 96/62/CE, è inoltre necessario fissare dei valorilimite per idrocarburi poliaromatici, cadmio, arsenico, nichel e mercurio. I valorilimite definiti dalle suddette <strong>di</strong>rettive figlie sono requisiti minimi; è consentito agliStati Membri introdurre provve<strong>di</strong>menti <strong>di</strong> tutela ancora più restrittivi ed adottarelimiti più vincolanti.DIRETTIVA EUROPEA 1999/30/CE, 2000/69/CE E 2002/3/CE4Inquinante Periodo <strong>di</strong> Standard <strong>di</strong> Data entro la Dati:riferimento qualitàquale il coperturaambientale ed valore limite minimaobbiettivi deve essere gradoraggiunto incertezzaSO 2 24 ore 125 µg/m 3 da 1°gennaio90%non superare più 200515%<strong>di</strong> 3 volte l’annoconcentrazioneequivalente alvalore guidaOMS)NO 2 1 ora 200 µg/m 3 danon superare più<strong>di</strong> 18 volte in unanno solare(concentrazioneequivalente alvalore guidaOMS)PM10 24 ore 50 µg/m 3 da nonsuperare più <strong>di</strong>35 volte in unanno solare1°gennaio20101°gennaio200590%15%90%25%e<strong>di</strong>Status legale111SPIN-ECO


In<strong>di</strong>catori Comuni Europei93COOzonoMe<strong>di</strong>amassimagiornalieraotto oreMe<strong>di</strong>amassimagiornalieraotto oresusu10 mg/m 3(concentrazioneequivalente alvalore guidaOMS)120 µg/m 3 danon superare più<strong>di</strong> 25 giorni in unanno solare(concentrazioneequivalente alvalore guidaOMS)1°gennaio200590%15%2010 75% (ovvero 18me<strong>di</strong>e su 8valori algiorno)23La “qualità dell’aria locale” è valutata in funzione delle concentrazioni <strong>di</strong>determinate sostanze inquinanti (sotto forma <strong>di</strong> gas o <strong>di</strong> particolato) che sonoconsiderate dannose per la salute umana o per l’equilibrio degli ecosistemi naturalinei casi in cui superano determinati livelli <strong>di</strong> soglia e <strong>di</strong> rischio.L’in<strong>di</strong>catore analizza le principali fonti <strong>di</strong> inquinamento dell’aria nelle areeurbane, connesse soprattutto a processi <strong>di</strong> combustione legati alla mobilità, aisistemi <strong>di</strong> riscaldamento e alle industrie. Le principali sostanze inquinanti chevengono emesse, <strong>di</strong>rettamente o sottoprodotti <strong>di</strong> reazioni chimiche successive, sono:biossido <strong>di</strong> zolfo, biossido <strong>di</strong> azoto, monossido <strong>di</strong> carbonio, composti organici volatili(ad esempio benzene), particolato, ozono e piombo.Inoltre, secondo la <strong>di</strong>rettiva europea 96/62/CE, gestire la qualità dell’ariaimplica partire da una valutazione della qualità dell’aria seguita dalla redazione e<strong>di</strong>mplementazione <strong>di</strong> un piano o programma che in<strong>di</strong>chi i provve<strong>di</strong>menti da adottare ei progetti da implementare per raggiungere concentrazioni minori o uguali ai valorilimite nelle aree in cui sono stati superati.Per la rilevazione dei dati, come suggerito dalla scheda metodologica, si èproceduto al calcolo dei “superamenti netti” per ciascuna sostanza inquinanteconsiderata, cioè del numero <strong>di</strong> volte in cui è stata superata la soglia in un annomeno il numero <strong>di</strong> volte concesse dalle <strong>di</strong>rettive figlie della 96/62/CE in un annosolare. Nel caso in cui il numero <strong>di</strong> superamenti effettivi sia inferiore al numero <strong>di</strong>quelli concessi, l’in<strong>di</strong>catore avrà valore nullo.SPIN-ECO


In<strong>di</strong>catori Comuni Europei94Numero netto dei superamenti dei valori limite perciascuna sostanza inquinante nella città <strong>di</strong> <strong>Siena</strong>Numero deisuperamenti1005002000 2001 2002 2003 2004CO 0 0 0 0NO2 0 0 0 0PM10 0 7 44 86annoFigura 4.3 Fonte: Estratto rapporto annuale 2004 della rete provinciale <strong>di</strong> qualità dell'aria trasmesso indata 4/5/2005 da ARPAT Dipartimento <strong>di</strong> <strong>Siena</strong> riferito alle centraline <strong>di</strong> <strong>Siena</strong> e Poggibonsi (<strong>Siena</strong>22/09/2005). Rilevamenti effettuati con stazione fissa. I dati dell’anno 2002 non risultano pervenuti. Irilevamenti dall’1/1/2003 fino al 31/12/2004 sono effettuati in località Due Ponti dal 1/1/2000 al31/12/2002 in via Fiorentina. Il dato PM10 del 2000 non è pervenuto. Questo tipo <strong>di</strong> centralina nonregistra la concentrazione in aria <strong>di</strong> biossido <strong>di</strong> zolfo e <strong>di</strong> ozono.Per l’anno 2004 si delineano possibili con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> criticità dello stato <strong>di</strong> qualitàdell’aria riguardo all’inquinante PM10. Relativamente all’anno 2003 si ha unsignificativo peggioramento dell’in<strong>di</strong>catore (n. <strong>di</strong> superamenti netti = scalando i 35concessi dalla <strong>di</strong>rettiva in un anno solare) che dai 44 casi <strong>di</strong> concentrazione me<strong>di</strong>agiornaliera maggiore <strong>di</strong> 50 µg/m 3 passa ai 86 dell’attuale anno.Per l’inquinante NO 2 i valori limite <strong>di</strong> riferimento sono al momento rispettatianche se si assiste ad un tendenziale incremento dei superamenti assoluti (senzascalare 18 superamenti in un anno solare) che passa dai 4 casi <strong>di</strong> concentrazioneme<strong>di</strong>a oraria maggiore <strong>di</strong> 200 µg/m 3 rilevati nel 2003 ai 15 riscontrati nel 2004.SPIN-ECO


In<strong>di</strong>catori Comuni Europei95Numero netto <strong>di</strong> superamenti dei valori limite perciascuna sostanza inquinante, città <strong>di</strong> PoggibonsiNumero dei superamenti60402001999 2000 2001 2002 2003 2004CO 0 0 0 0 0 0NO2 0 0 0 0 0 0PM10 22 52 0 0Figura 4.4 Fonte: Estratto rapporto annuale 2004 della rete provinciale <strong>di</strong> qualità dell'ariatrasmesso in data 4/5/2005 da ARPAT Dipartimento <strong>di</strong> <strong>Siena</strong> riferito alle centraline <strong>di</strong> <strong>Siena</strong> ePoggibonsi (<strong>Siena</strong> 22/09/2005). Rilevamenti effettuati con stazione fissa in località LargoCampidoglio. Questo tipo <strong>di</strong> centralina non registra la concentrazione in aria <strong>di</strong> biossido <strong>di</strong> zolfo e<strong>di</strong> ozono.I risultati relativi all’anno 2004 mostrano un sensibile peggioramento degliin<strong>di</strong>catori relativi all’inquinante PM10 rispetto ai corrispondenti valori registratinell’anno 2003 in termini assoluti (senza scalare i 35 superamenti permessi dallanormativa). Infatti nel 2003 è stato registrato un solo superamento mentre nel 2004sono stati 31. E’ da sottolineare che i superamenti della soglia si sono verificati apartire dall’apertura <strong>di</strong> un cantiere in stretta prossimità del punto <strong>di</strong> monitoraggio.Questa con<strong>di</strong>zione ha sicuramente influenzato i dati relativi al PM10 che continuano arimanere sotto la soglia stabilita dalla <strong>di</strong>rettiva.Per quanto riguarda gli altri inquinanti NO 2 e CO non si evidenziano <strong>di</strong>fferenzesignificative del quadro complessivo degli in<strong>di</strong>catori rispetto all’anno 2003 .SPIN-ECO


In<strong>di</strong>catori Comuni Europei96Stazione <strong>di</strong> monitoraggio mobile città: <strong>di</strong> Poggibonsi (loc. Ornato), San Gimignano,Colle <strong>di</strong> Val d'Elsa (via XXV aprile presso Az. USL), Colle <strong>di</strong> Val d'Elsa (via XXV aprilepresso e<strong>di</strong>cola), Sinalunga, Acquaviva <strong>di</strong> Montepulciano, Montepulciano.Stazione Mobile anno 200411111100000PoggibonsiSan GiminianoColle <strong>di</strong> Vald'ElsaColle <strong>di</strong> Vald'ElsaSinalungaAcquaviva <strong>di</strong>MontepulcianoMontepulcianoNumero dei superamentiCONO2PM10SO2ozonoFigura 4.5 Fonte: ARPAT. Rilevamenti effettuati con stazione mobile: Poggibonsi loc. Ornato dal11/12/2003 al 13/01/2004 e dal 09/11/2004 al 24/11/2004, San Gimignano loc. Casa della terra dal10/03/2004 al 30/03/2004, Colle <strong>di</strong> Val d'Elsa via XXV aprile, presso Az. USL dal 30/06/2004 al08/07/2004, Colle <strong>di</strong> Val d'Elsa via XXV aprile presso e<strong>di</strong>cola dal 08/07/2004 al 15/07/2004 e dal15/09/2004 al 19/10/2004, Sinalunga presso piazza della stazione ferroviaria dal 16/07/2004 al02/08/2004, Acquaviva <strong>di</strong> Montepulciano presso il teatro comunale dal 02/08/2004 al 24/08/2004 eMontepulciano capoluogo presso la rotatoria dal 25/08/2004 al 08/09/2004Nell’anno 2004, ed in particolare nel 2 semestre, la strumentazione <strong>di</strong>monitoraggio ha avuto alcune <strong>di</strong>sfunzioni che hanno determinato la per<strong>di</strong>ta <strong>di</strong> dati(principalmente nella postazione <strong>di</strong> Montepulciano) per il Biossido <strong>di</strong> Azoto, ilmonossido <strong>di</strong> carbonio, il biossido <strong>di</strong> zolfo, sono rispettati i corrispondenti valorilimite in tutte le postazioni controllate.In conclusione è da sottolineare che le stazioni <strong>di</strong> monitoraggio fisse <strong>di</strong> Poggibonsie <strong>Siena</strong> non registrano i dati relativi all’ozono e al biossido <strong>di</strong> zolfo. I valori più criticiche si verificano nelle città Italiane riguardano proprio questo primo gas O 3 .SPIN-ECO


In<strong>di</strong>catori Comuni Europei974.5 In<strong>di</strong>catore n. 7 - Gestione sostenibile dell’autorità locale e delleimprese localiL’in<strong>di</strong>catore Comune europeo n. 7 intende quantificare la percentuale <strong>di</strong>organizzazioni pubbliche e private (PMI ed gran<strong>di</strong> imprese), presenti sul territoriocomunale, che adottano e utilizzano una forma <strong>di</strong> gestione sociale e ambientale.Le procedure <strong>di</strong> gestione ambientale e sociale si riferiscono a: EMAS e ISO14000/14001 (sistemi <strong>di</strong> gestione e standard ambientali riconosciuti da EC ed ISO);SA8000 (standard internazionale relativo alle con<strong>di</strong>zioni sul luogo <strong>di</strong> lavoro nelle“supply chains” ispirato all’ILO, International Labour Organization).La scelta <strong>di</strong> tale in<strong>di</strong>catore deriva dalla considerazione che, pur non esistendoobbiettivi riconosciuti, si sta cominciando, sia a livello europeo che nazionale, ariconoscere l’importanza, ai fini della sostenibilità locale, <strong>di</strong> incoraggiare esviluppare sistemi <strong>di</strong> gestione ambientale e sociale, nonché forme <strong>di</strong> reporting eau<strong>di</strong>ting certificate, allo scopo <strong>di</strong> promuovere il continuo miglioramento delle attivitàda un punto <strong>di</strong> vista ambientale e sociale. Le aziende hanno cominciato ad adottaredei sistemi <strong>di</strong> gestione che considerano la variabile ambiente come parte integrantedella propria attività, dall’acquisto dei materiali alla <strong>di</strong>stribuzione dei prodotti finitiattraverso la valutazione degli impatti ambientali, la definizione <strong>di</strong> una politicaambientale e <strong>di</strong> obiettivi <strong>di</strong> miglioramento, il reperimento <strong>di</strong> risorse sufficienti per larealizzazione ed il controllo dei programmi d’intervento.La progettazione e l’attuazione <strong>di</strong> un Sistema <strong>di</strong> Gestione Ambientalerappresentano, quin<strong>di</strong>, un passaggio fondamentale per tutte le organizzazioni(gran<strong>di</strong>, me<strong>di</strong>e e piccole), sia per assicurare il rispetto delle leggi, norme eregolamenti, sia per ricercare le opportunità <strong>di</strong> miglioramento che spesso significanoanche risparmi economici e nuovo posizionamento nei confronti <strong>di</strong> fornitori e clienti.Sempre più, la <strong>di</strong>fesa dell’ambiente sarà vissuta dagli operatori economici e non solo,non più come un vincolo, ma anche come un’opportunità <strong>di</strong> crescita. Certamentequesto processo richiede tempo e risorse perché comporta un graduale e sostanzialecambiamento <strong>di</strong> mentalità a livello <strong>di</strong> tutti gli stakeholders coinvolti.Un controllo del numero <strong>di</strong> attori che adottano questi strumenti mostra in chemodo le imprese e le organizzazioni pubbliche si assumono la responsabilità neiconfronti <strong>di</strong> ambiente e comunità locale.SPIN-ECO


In<strong>di</strong>catori Comuni Europei98Come suggerito nella scheda metodologica, si è proceduto alla rilevazione delnumero <strong>di</strong> organizzazioni nell’area provinciale, considerando separatamente leprocedure <strong>di</strong> gestione ambientale e sociale, e <strong>di</strong>videndo le organizzazioni per tipo e<strong>di</strong>mensione.Il numero dei <strong>di</strong>pendenti delle varie aziende è stato ottenuto telefonando<strong>di</strong>rettamente all’ufficio personale <strong>di</strong> ogni azienda. Non tutte le aziende sono stateconsenzienti a comunicarci questa informazione.SPIN-ECO


In<strong>di</strong>catori Comuni Europei 99Aziende certificateEMAS 2003METALZINCO S.p.A.BAGNO SANTO SPAIn<strong>di</strong>rizzo Scopo NACE DipendentiSede - Località LeBiffe 53044 Chiusi Scalo (SI) -Toscanavia del Bagno Santo n.29SarteanoZincatura a caldome<strong>di</strong>ante le fasi <strong>di</strong>:sgrassaggio,decapaggio, flussaggio,asciugatura, zincatura epassivazioneOSPEDALE NOTTOLA Nottola OspedaleAZIENDA AGRICOLACASABIANCA S.R.L.USL 7 DI SIENA -PRESIDIOOSPEDALIERO"MONOBLOCCOOSPEDALIERO ALTAVALDENSA"Sede - LocalitàCasabianca 53041 Asciano (SI)– ToscanaLocalità Campostaggia,PoggibonsiDJ (produzione <strong>di</strong> metalloe fabbricazione <strong>di</strong> prodottiin metallo)30-40Hotel H (Alberghi e ristoranti) 12Ricezione alberghiera,turistico-alberghiera eristorazione. Ricezioneagrituristica ecoltivazioni ad in<strong>di</strong>rizzobiologico relative aisettori olivicolo ecerealicoloOspedaleFonte: www.europa.eu.int/comm/environment/emas/index.htmN (Sanità e altri servizilocali)DA (Industria alimentare,delle bevande e deltabacco)N (Sanità e altri servizilocali)52220SPIN-ECO


In<strong>di</strong>catori Comuni Europei 100ISO 14001 anno 2003 In<strong>di</strong>rizzo Scopo NACE DipendentiCOMITATO TECNICOAMBIENTALEvia Dante Alighieri, 33 53027 SanQuirico d'Orcia (SI) italia -Consulenza progettuale e tecnica incampo ambientale a supporto delleattività <strong>di</strong> pianificazione,regolamentazione, sviluppo egestione del territorio per i Comuni <strong>di</strong>Pienza, San Quirico d'Orcia eCastiglione d'Orcia.K (Attività immobiliari,noleggio, informatica,ricerca, altre attivitàprofessionali e<strong>di</strong>mpren<strong>di</strong>toriali)ALLUMETAL S.n.c. <strong>di</strong>Lamoretti A., Vanni A. eVissani R.Sede - Località Pian dei Mori,s.n.c. 53018 Sovicille (SI) - ToscanaProduzione <strong>di</strong> infissi in ferro ealluminio, produzione <strong>di</strong> manufatti inferro per l'e<strong>di</strong>lizia, produzione <strong>di</strong>serbatoi in acciaio inossidabileDJ (produzione <strong>di</strong> metalloe fabbricazione <strong>di</strong>prodotti in metallo)6AMMINISTRAZIONECOMUNALE DIMONTALCINOSede - Piazza Cavour,13 53024 Montalcino (SI) - ToscanaGestione <strong>di</strong>retta delle attività <strong>di</strong>raccolta dei rifiuti nel centro storico,dello spazzamento strade nei centriabitati, della gestione dei cimiteri,della manutenzione del verdepubblico, dei servizi <strong>di</strong> scuolabus.L (pubblicaamministrazione e <strong>di</strong>fesa;Assicurazione socialeobbligatoria)38AMMINISTRAZIONEPROVINCIALE DI SIENAvia del Capitano, 1453100 <strong>Siena</strong> (SI)via massetana,10653100 <strong>Siena</strong> (SI)Programmazione, gestione delterritorio, monitoraggio ambientale,gestione delle infrastrutture e servizidella provincia <strong>di</strong> <strong>Siena</strong>L (pubblicaamministrazione e <strong>di</strong>fesa;Assicurazione socialeobbligatoria)AZIENDA AGRICOLACASABIANCA S.r.l.Sede - LocalitàCasabianca 53041 Asciano (SI) -ToscanaRicezione alberghiera, turisticoalberghierae ristorazione. Ricezioneagrituristica e coltivazioni a<strong>di</strong>n<strong>di</strong>rizzo biologico relative ai settoriolivicolo e cerealicoloDA (Industria alimentare,delle bevande e deltabacco)20BANCA MONTE DEIPASCHI DI SIENA SPApiazza Salimbeni, 3 53100 <strong>Siena</strong>(SI) Italia, sede della <strong>di</strong>rezionegenerale piazza SalimbeniServizi <strong>di</strong> gestione operativa dellabancaJ (Interme<strong>di</strong>azionemonetaria e finanziaria)SPIN-ECO


In<strong>di</strong>catori Comuni Europei 101BANFI S.r.l.Sede Principale - VialeMaremma 53020 S. Angelo ScaloMontalcino (SI) - ToscanaLavorazione, imbottigliamento even<strong>di</strong>ta <strong>di</strong> vinoDA (Industria alimentare,delle bevande e deltabacco)115BAYER BIOLOGICALSS.R.L.Sede Operativa - Loc. Bellaria35 53010 Sovicille (SI) - ToscanaTesting in Europa econfezionamento secondario <strong>di</strong>prodotti biologici e relative attivitàausiliarie.DG (Fabbricazione <strong>di</strong>prodotti chimici e <strong>di</strong> fibresintetiche e artificiali)105CASA VINICOLA LUIGICECCHI & FIGLI S.r.lSede - Località Casina dei Ponti,56 53011 Castellina in Chianti (SI) -ToscanaAffinamento e imbottigliamento <strong>di</strong>vini me<strong>di</strong>ante le fasi <strong>di</strong> ricevimentovino sfuso, chiarifica, filtrazione,refrigerazione, invecchiamento inlegno, imbottigliamento, affinamentoin bottiglia e confezionamentoprodotto finitoDA (Industria alimentare,delle bevande e deltabacco)40CASSIOLI SRLLocalità Guardavalle,63 53049 Torrita <strong>di</strong> <strong>Siena</strong> (SI) -ToscanaFabbricazione <strong>di</strong> sistemi <strong>di</strong>movimentazione interna, magazziniautomatici, linee <strong>di</strong> montaggiome<strong>di</strong>ante lavorazioni meccaniche edelettriche, verniciatura a spruzzo eassemblaggio, ad esclusione delleattività <strong>di</strong> installazione ed assistenzapost-ven<strong>di</strong>ta.DK (fabbricazione <strong>di</strong>macchine ed apparecchimeccanici, compresil'istallazione, ilmontaggio, la riparazionee la manutenzione)100ECOBOX <strong>di</strong> BecheriniIgino & C. S.n.c.Sede - Via deiManufatti 50040 RapolanoTerme (SI) - ToscanaProgettazione e produzione <strong>di</strong>imballi in cartone ondulato attraversole fasi <strong>di</strong>: taglio del cartone in fogli,cordonatura o fustellatura, stampa,incollaggio, confezionamentoDE (Fabbricazione dellapasta-carta, carta eprodotti <strong>di</strong> carta; stampaed e<strong>di</strong>toria)F.M.V. TrasmissioniMeccaniche S.n.c.Sede - Via Ombrone,5/11 53036 Poggibonsi (SI) -ToscanaProduzione <strong>di</strong> pulegge in lega <strong>di</strong>alluminio me<strong>di</strong>ante fusione inconchiglia, lavorazione meccanica eimballo prodotti finitiDJ (produzione <strong>di</strong> metalloe fabbricazione <strong>di</strong>prodotti in metallo)10SPIN-ECO


In<strong>di</strong>catori Comuni Europei 102GESTIONI PICCINI S.r.l.Sede - LocalitàPiazzole 53011 Castellina inChianti (SI) - ToscanaImbottigliamento <strong>di</strong> vini me<strong>di</strong>ante lefasi <strong>di</strong> ricevimento vino sfuso,chiarifica, filtrazione, refrigerazione,imbottigliamento e pallettizzazioneprodotto finitoJ (Interme<strong>di</strong>azionemonetaria e finanziaria)25-30METALZINCO S.p.A.Sede - Località LeBiffe 53044 Chiusi Scalo (SI) -ToscanaZincatura a caldo me<strong>di</strong>ante le fasi<strong>di</strong>: sgrassaggio, decapaggio,flussaggio, asciugatura, zincatura epassivazioneDJ (produzione <strong>di</strong> metalloe fabbricazione <strong>di</strong>prodotti in metallo)30-40SIENA AMBIENTE S.p.A.Sede - ViaTrieste,22 53040 RapolanoTerme (SI) - ToscanaProgettazione e gestione <strong>di</strong> impiantie servizi <strong>di</strong> raccolta, trattamento,valorizzazione e smaltimento deirifiuti.O (Altri servizi pubblici,sociali e personali)199TERME ANTICAQUERCIOLAIA S.p.A.Sede - ViaTrieste,22 53040 RapolanoTerme (SI) - ToscanaGestione concessione termale daacqua bicarbonato-calcica estrattada pozzi: piscine termali, servizi <strong>di</strong>fangoterapia, cure inalatorie,idrofisiokinesi terapia, trattamentibenessere, balnoterapia e servizisanitari connessi.O (Altri servizi pubblici,sociali e personali)20TOSCO ESPANSI S.r.l.Sede - Località Cusona 53037 SanGimignano (SI) - ToscanaProduzione <strong>di</strong> manufatti in polistiroloattraverso le fasi <strong>di</strong> pre-espansione,stagionatura e stampaggio.Produzione <strong>di</strong> cablaggi perapparecchiature elettriche attraversole fasi <strong>di</strong> taglio, sguainatura eaggraffaggio.DH (Fabbricazione <strong>di</strong>articoli in gomma ematerie plastiche)26TRA.IN S.p.A.Sede <strong>Siena</strong> - ss 73 levante 23 –Loc Due Ponti 53100 <strong>Siena</strong> (SI) -ToscanaErogazione dei servizi <strong>di</strong>: trasportopubblico urbano ed extraurbano sugomma, noleggio da rimessa conconducente, manutenzione erimessaggio <strong>di</strong> autobus e mini busI (Trasporti,magazzinaggio ecomunicazione)420SPIN-ECO


In<strong>di</strong>catori Comuni Europei 103TRENITALIA S.p.A.Impianto Manutenzione Rotabili -Via Grondaie, 16 53100 <strong>Siena</strong> (SI)- ToscanaManutenzione e pulizia <strong>di</strong> materialerotabile.Direzione GeneraleOperativa Passeggeri Business UnitPasseggeri Locale DirezioneRegionale ToscanaL (pubblicaamministrazione e <strong>di</strong>fesa;Assicurazione socialeobbligatoria)Trigano S.p.ASede - Località Cusona,1 53037 San Gimignano (SI) -ToscanaProgettazione, produzione e ven<strong>di</strong>ta<strong>di</strong> autocaravan, costituiti da chassise cellule abitative complete;assistenza post-ven<strong>di</strong>ta e ven<strong>di</strong>ta <strong>di</strong>ricambiDM (Fabbricazione mezzi<strong>di</strong> trasporto)Fonte: www.sincert.itSA 8000 In<strong>di</strong>rizzo Scopo NACE DipendentiTRAIN S.p.A.Fonte: www.sa8000.infoSEDE SIENA - SS 73LEVANTE 23- Loc DuePonti 53100 SIENA (SI) -ToscanaErogazione dei servizi <strong>di</strong>:trasporto pubblico urbano edextraurbano su gomma, noleggioda rimessa con conducente,manutenzione e rimessaggio <strong>di</strong>autobus e mini busI (Trasporti,magazzinaggio ecomunicazione)420SPIN-ECO


In<strong>di</strong>catori Comuni Europei104Le aziende certificate, rapportate alle circa 25.520 presenti nel 2002 sulterritorio provinciale (Dato Istat 2002), rappresentano: per EMAS lo 0,02% del totale; per ISO1400 lo 0,08% del totale; per SA8000 la rilevanza è pari allo 0% vista solo la certificazione <strong>di</strong> TRAINS.p.ALe 33 Aziende certificate EMAS in Toscana (al 30/06/2005) rapportate alle 375certificate in Italia rappresentano l’ 8,8% del totale. Le aziende della <strong>Provincia</strong> <strong>di</strong><strong>Siena</strong> contribuiscono per il 15,15% sul totale della regione (Fonte: APAT).Le 329 aziende certificate ISO 14001 (Somma ISO14001:1996-14001:2004) inToscana se rapportate alle 4626 certificate in Italia rappresentano il 7,11% deltotale. Le aziende della provincia <strong>di</strong> <strong>Siena</strong> contribuiscono per il 6,08% sul totaledella regione (Fonte: Sincert).4.6 In<strong>di</strong>catore n. 8 – Inquinamento acusticoObiettivi dell’in<strong>di</strong>catore: Determinare e quantificare la popolazione esposta a livelli <strong>di</strong> rumoresuperiore a Lnight 55 dB (A)Unità e definizioni: Leq <strong>di</strong>urno dB (A), Leq notturno dB (A).La classificazione in base al livello acustico dei 36 comuni della provincia <strong>di</strong><strong>Siena</strong> può essere rilevata consultando i vari piani <strong>di</strong> zonizzazione acustica. Questipiani (PCCA) non sono ancora stati effettuati da tutti i comuni, e l’ARPAT che hacurato la maggior parte dei suddetti non ha ancora pubblicato i dati. Ovviamenterisulta impossibile implementare tale in<strong>di</strong>catore senza avere i dati contenuti neiPiani <strong>di</strong> Classificazione Acustica Comunali.4.7 In<strong>di</strong>catore n. 9 – Uso sostenibile del territorioObiettivi dell’in<strong>di</strong>catore: Determinare e quantificare la pressione dovuta all’urbanizzazione deiterritori. Conservare la bio<strong>di</strong>versità sul territorio provinciale (potenziamento e tutelaaree ver<strong>di</strong> "naturali" ).SPIN-ECO


In<strong>di</strong>catori Comuni Europei105Unità e definizioni: m 2 , %, abitanti/Km 2Fonte dei dati: Superfici urbanizzate, territorio agricolo, superficie delledotazioni ecologiche (m 2 , % su superficie provinciale), intensità d'uso del territorio(n. abitanti/Km 2 ), aree protette (m 2 e % su superficie provinciale).Come l’in<strong>di</strong>catore n. 4, l’elaborazione <strong>di</strong> questo in<strong>di</strong>catore, è molto complessaper una realtà <strong>di</strong> vaste <strong>di</strong>mensioni come la <strong>Provincia</strong> <strong>di</strong> <strong>Siena</strong> e rende necessariorilevare in accoro con gli enti locali e l’amministrazione provinciale l’effettiva<strong>di</strong>sponibilità <strong>di</strong> mappe GIS, da cui prelevare i dati descritti sopra.4.8 Considerazioni finaliLa ricerca e l’elaborazione <strong>di</strong> questi 10 In<strong>di</strong>catori Comuni Europei, nati ormainel 1999 all’interno del <strong>progetto</strong> “Verso un profilo <strong>di</strong> sostenibilità locale” èscaturita dalla sentita necessità <strong>di</strong> in<strong>di</strong>viduare alcuni in<strong>di</strong>catori che risultino piùchiari per i citta<strong>di</strong>ni e per gli amministratori locali nel momento della con<strong>di</strong>visionedelle decisioni.Numerose Agende 21 locali italiane hanno aderito a questo <strong>progetto</strong>, anche perpoter con<strong>di</strong>videre tra loro i risultati e migliorare reciprocamente le loroperformance, e la <strong>Provincia</strong> <strong>di</strong> <strong>Siena</strong>, così sensibile alle tematiche dello svilupposostenibile, non poteva essere da meno in quanto sono tutti ispirati ai principi <strong>di</strong>sostenibilità locale quali:- uguaglianza ed inclusione sociale cioè accesso a servizi <strong>di</strong> base adeguati edeconomici per tutti;- partecipazione/democrazia, quin<strong>di</strong> partecipazione <strong>di</strong> tutti i settori dellacomunità locale ai processi decisionali;- relazione fra la <strong>di</strong>mensione locale e quella globale intesa come sod<strong>di</strong>sfazionedei bisogni locali in maniera più sostenibile;- economia locale cioè promozione dell’occupazione e dell’impresa secondomodalità che minaccino in misura minimale le risorse naturali e l’ambiente;- protezione ambientale, intesa come: minimizzazione dell’uso delle risorsenaturali e del territorio, della generazione <strong>di</strong> rifiuti e emissioni <strong>di</strong> sostanzeinquinanti e dell’accrescimento della bio<strong>di</strong>versità;- patrimonio culturale/qualità dell’ambiente e<strong>di</strong>ficato, quin<strong>di</strong> protezione,conservazione e recupero <strong>di</strong> valori storici, culturali ed architettonici;- accrescimento e salvaguar<strong>di</strong>a della bellezza e della funzionalità <strong>di</strong> spazi ede<strong>di</strong>fici.SPIN-ECO


In<strong>di</strong>catori Comuni Europei106Affinché anche l’Amministrazione provinciale <strong>di</strong> <strong>Siena</strong>, come già molte altre,possa <strong>di</strong>sporre del set completo <strong>di</strong> tali in<strong>di</strong>catori, cre<strong>di</strong>amo sia più giusto muoversicome chi ci ha preceduto. Riman<strong>di</strong>amo la compilazione completa del <strong>progetto</strong> chedeve essere preceduto da una raccolta dei dati attraverso un’ indagine campionariafatta me<strong>di</strong>ante questionari che ci permetteranno <strong>di</strong> avere in mano dati statisticiprovinciali annuali altrimenti <strong>di</strong>fficilmente reperibili.SPIN-ECO


Monitoraggio dei progetti <strong>di</strong> sostenibilità1075 Monitoraggio dei progetti <strong>di</strong> sostenibilitàNell’ambito del Progetto SPIn-Eco è stata sviluppata una sezione de<strong>di</strong>cata almonitoraggio dei progetti <strong>di</strong> sostenibilità ambientale applicati a livello nazionaleed a livello europeo. Lo scopo <strong>di</strong> questa sezione è descrivere, sinteticamente, lerealtà territoriali italiane ed europee che hanno utilizzato le stesse metodologiedell’analisi territoriale della <strong>Provincia</strong> <strong>di</strong> <strong>Siena</strong>. L’obiettivo è quello <strong>di</strong> definire unulteriore strumento in grado <strong>di</strong> permettere una valutazione comparativa dellasituazione dell’ambiente del territorio in esame rispetto a quella <strong>di</strong> altre realtàterritoriali esistenti.Uno degli obiettivi <strong>di</strong> questo capitolo è inoltre quello <strong>di</strong> contribuire al <strong>di</strong>battitoed alla <strong>di</strong>ffusione dei principi e dei concetti relativi alla sostenibilità ambientale;in tal senso il presente capitolo vuole dare un contributo significativo alla<strong>di</strong>vulgazione delle principali esperienze ad oggi realizzate.Le metodologie termo<strong>di</strong>namiche utilizzate nei progetti che verrano descritti neiparagrafi successivi evidenziano il cambiamento degli orientamenti e della logica <strong>di</strong>gestione del territorio in funzione delle mutate (ed in continuo mutamento)con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> equilibrio ambientale e socioeconomico. Inoltre permettono <strong>di</strong>rilevare, archiviare, organizzare, produrre, mettere in correlazione dati e<strong>di</strong>nformazioni fisiche (flussi <strong>di</strong> energia e materia) che caratterizzano i vari sistemiterritoriali analizzati.L’applicazione <strong>di</strong> questi strumenti nella gestione del territorio richiede unmonitoraggio nel tempo delle analisi effettuate. In una fase <strong>di</strong> transizionecomplessa come quella attuale in cui non ci sono riferimenti certi e contornidefiniti, confrontarsi col tema della sostenibilità sembra essere <strong>di</strong>ventata unacon<strong>di</strong>zione in<strong>di</strong>spensabile.Le analisi utilizzate forniscono un aiuto supplementare alle valutazionieconomiche tra<strong>di</strong>zionali (tipiche nella gestione del territorio), perché presentanol’enorme vantaggio <strong>di</strong> poter analizzare sistemi anche assai <strong>di</strong>versi tra loro e gliin<strong>di</strong>catori ad esse associate hanno il grosso pregio <strong>di</strong> saper conciliare la facilità <strong>di</strong>lettura e <strong>di</strong> interpretazione, caratteristica quest’ultima, per lo più estranea allamaggior parte dei meto<strong>di</strong> correntemente utilizzati da chi si occupa <strong>di</strong> ambiente esostenibilità.Inoltre forniscono:a) informazioni necessarie per in<strong>di</strong>viduare le criticità ambientali e per sceglierele politiche da attuare;SPIN-ECO


Monitoraggio dei progetti <strong>di</strong> sostenibilità108b) informazioni necessarie a controllare l’efficacia e l’efficienza delle politicheattuate;c) i segnali adeguati per ottimizzare l’allocazione delle risorse a loro<strong>di</strong>sposizione tra attività <strong>di</strong> protezione dell’ambiente ed altre attività, nonché pervalutare l’operato del decisore politico.L’impiego dell’approccio termo<strong>di</strong>namico e degli in<strong>di</strong>catori <strong>di</strong> sostenibilitàconsente <strong>di</strong> effettuare un’analisi articolata ed approfon<strong>di</strong>ta sull’impattoambientale dell’attività esaminata, <strong>di</strong> in<strong>di</strong>viduare le linee <strong>di</strong> intervento permigliorare la “performance ambientale” e <strong>di</strong> monitorare, infine, l’evoluzionetemporale del sistema.In questa sezione saranno elencati tutti i progetti <strong>di</strong> ricerca con una solida basescientifica che sono stati sviluppati in Europa e in Italia attraverso le seguenti tremetodologie:1) Analisi Emergetica;2) Impronta Ecologica;3) Bilancio gas serra.5.1 Analisi EmergeticaObiettivo della metodologia è valutare le modalità e il trend <strong>di</strong> sfruttamentodelle risorse e in<strong>di</strong>viduare e classificare le fonti <strong>di</strong> approvvigionamento del sistemain base alla loro rinnovabilità o non rinnovabilità.I valori ottenuti offrono una chiave <strong>di</strong> lettura molto importante sullo stato <strong>di</strong>salute del territorio e sul suo trend <strong>di</strong> sviluppo; essi costituiscono un quadroconoscitivo <strong>di</strong> riferimento per operazioni <strong>di</strong> valutazione e supporto alle decisioni siaper i sistemi territoriali che per i processi produttivi <strong>di</strong> settore.Qui <strong>di</strong> seguito sono elencati alcuni progetti europei e nazionali sviluppatiattraverso questa metodologia.SPIN-ECO


Monitoraggio dei progetti <strong>di</strong> sostenibilità109Progetto n°1TitoloSUStainability Through Ecological Economics (SUS.T.E.E.)Tipo <strong>di</strong> <strong>progetto</strong>3° Programma QuadroObiettivoIdentificare le esigenze della sostenibilità prendendo in considerazionel’incertezza e l’irreversibilità, espresso nella forma <strong>di</strong> un seti <strong>di</strong> in<strong>di</strong>catori i qualicercano <strong>di</strong> catturare la “qualità” dell’energia all’interno del sistema economico.Informazioni generaliLa ricerca è basata su due filoni principali:i) all’interno dell’analisi si sostenibilità è stata fatta una valutazione dellecriticità economiche ed ecologiche. L’incertezza e la complessità che accompagnal’analisi è una parte importante del lavoro ed è rappresentata me<strong>di</strong>ante lo sviluppo<strong>di</strong> misure come l’analisi emergetica, la quale esprime l’uso irreversibile <strong>di</strong> risorsenel tempo;ii) l’applicazione dell’analisi emergetica ad alcune realtà territoriali comel’Italia, la Toscana e la provincia <strong>di</strong> <strong>Siena</strong> che descriva i flussi che alimentano isistemi, compresi i flussi in import ed export. Le analisi energetiche delle attivitàproduttive <strong>di</strong> base sono svolte sottolineando gli aspetti ed i vincoli ambientaliattraverso l’approccio termo<strong>di</strong>namico.La metodologia emergetica su cui è basato il <strong>progetto</strong> dà precise informazionianche <strong>di</strong> carattere economico alternative all’analisi Costi-Benefici e l’analisiMulticriteriale.SPIN-ECO


Monitoraggio dei progetti <strong>di</strong> sostenibilità110Progetto n°2TitoloDevelopment of In<strong>di</strong>cators of Environmental Performance of the CommonFisheries Policy (INDECO)Tipo <strong>di</strong> <strong>progetto</strong>SIXTH FRAMEWORK PROGRAMME PRIORITY 8.1ObiettivoL’attività <strong>di</strong> pesca influenza <strong>di</strong>rettamente la bio<strong>di</strong>versità degli ecosistemimarini poiché l’impatto della pesca si propaga attraverso tutti i livelli <strong>di</strong>complessità dalla genetica all’ecosistema,comprendendo la fisiologia, le specie, la popolazione, la comunità e i livellidell’ecosistema. Così lo stato e il funzionamento dell’ecosistema potrebberoriunire, su larga scala, tutti i cambiamenti avvenuti a livelli <strong>di</strong> complessità piùbassi. L’alta complessità del sistema e degli effetti dell’attività <strong>di</strong> pesca portanoallo sviluppo del concetto <strong>di</strong> gestione basata sull’ecosistema. In questo lavorosaranno presi in considerazione un in<strong>di</strong>catore dell’impatto dell’attività <strong>di</strong> pescasulla <strong>di</strong>namica degli ecosistemi <strong>di</strong> tipo termo<strong>di</strong>namico: l’emergia.Informazioni generaliIl lavoro sarà organizzato in tre fasi:1. Raccolta delle conoscenze sulle applicazioni degli in<strong>di</strong>catori ecologici2. Applicazione a due casi stu<strong>di</strong>o: la laguna <strong>di</strong> Venezia e la parte settentrionaledel mar Adriatico. Queste aree sono considerate rappresentative <strong>di</strong> lagune obacini semi-chiusi del mar me<strong>di</strong>terraneo caratterizzati da pesca quasiindustriale.3. Discussione dei risultati dei casi stu<strong>di</strong>o.SPIN-ECO


Monitoraggio dei progetti <strong>di</strong> sostenibilità111Risultati attesi1.Completamento della revisione dei possibili in<strong>di</strong>catori utilizzabili nellavalutazione degli impatti sull’ecosistema dell’attività <strong>di</strong> pesca2.Conclusioni generali sull’applicazione degli in<strong>di</strong>catori sulle funzioni e lo statodegli ecosistemi.Progetto n°3TitoloAnalisi <strong>di</strong> sostenibilità ambientale <strong>di</strong> sistemi territoriali provincialiObiettivoUn’indagine come questa ha lo scopo principale <strong>di</strong> tenere conto <strong>di</strong> tutti i flussi<strong>di</strong> energia e materia che alimentano il territorio, in<strong>di</strong>pendentemente dal fatto cheessi siano o meno incorporati nei tra<strong>di</strong>zionali sistemi <strong>di</strong> contabilità economica,ovvero dal fatto che essi abbiano o meno un prezzo <strong>di</strong> mercato. In particolare, lerisorse ambientali, in<strong>di</strong>spensabili per il funzionamento <strong>di</strong> ogni sistema, ma prive <strong>di</strong>un corrispettivo economico, e per questo motivo spesso trascurate.Informazioni generaliE’ necessario in<strong>di</strong>viduare e misurare i flussi <strong>di</strong> energia e materia per i quali ilsistema territoriale manifesta un fabbisogno e, <strong>di</strong> conseguenza, un consumo.Inoltre, si classificano le risorse che alimentano il sistema, <strong>di</strong>stinguendo tra risorselocali e non locali, evidenziando quin<strong>di</strong> ciò che è caratteristico del sistema rispettoa ciò che il sistema è costretto a prelevare dall’esterno.Risultati attesiUna volta che si sono classificate le risorse in gran<strong>di</strong> aggregati, è possibilerelazionare l’uso <strong>di</strong> uno <strong>di</strong> essi rispetto alle altre categorie così da approfon<strong>di</strong>re leindagini sul comportamento dei sistemi. I risultati dell’analisi, espressi in forma <strong>di</strong>in<strong>di</strong>catori sintetici e rappresentati in una serie <strong>di</strong> mappe <strong>di</strong> sostenibilitàSPIN-ECO


Monitoraggio dei progetti <strong>di</strong> sostenibilità112permettono <strong>di</strong> in<strong>di</strong>viduare criticità nell’uso delle risorse e possibili fattori limitantiper lo sviluppo futuro.Qui <strong>di</strong> seguito riportiamo un elenco <strong>di</strong> analisi emergetiche applicate ad alcunerealtà provinciali del territorio nazionale.Analisi <strong>di</strong> sostenibilità ambientale della <strong>Provincia</strong> <strong>di</strong> Modena, 1998.Analisi <strong>di</strong> sostenibilità ambientale della <strong>Provincia</strong> <strong>di</strong> Viterbo e alcuni suoi comuni,199<strong>9.</strong>Analisi <strong>di</strong> sostenibilità ambientale della <strong>Provincia</strong> <strong>di</strong> Pesaro-Urbino 2002.Analisi <strong>di</strong> sostenibilità ambientale della <strong>Provincia</strong> <strong>di</strong> Ancona 2002.Analisi <strong>di</strong> sostenibilità ambientale della <strong>Provincia</strong> <strong>di</strong> Ravenna 2001.Analisi <strong>di</strong> sostenibilità ambientale della <strong>Provincia</strong> <strong>di</strong> Forlì-Cesena 2002.Stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> sostenibilità ambientale della <strong>Provincia</strong> <strong>di</strong> Ascoli Piceno 2003.Analisi <strong>di</strong> sostenibilità ambientale della <strong>Provincia</strong> <strong>di</strong> Bologna 2003.Analisi della sostenibilità della <strong>Provincia</strong> <strong>di</strong> PescaraStu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> sostenibilità territoriale della <strong>Provincia</strong> <strong>di</strong> Cagliari 2003-2004.Analisi <strong>di</strong> sostenibilità ambientale della <strong>Provincia</strong> <strong>di</strong> Grosseto 2004.Stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> sostenibilità ambientale della <strong>Provincia</strong> <strong>di</strong> Venezia 2004.Progetto n°4TitoloAnalisi <strong>di</strong> sostenibilità ambientale <strong>di</strong> sistemi produttivi agricoliObiettivoL’obiettivo principale <strong>di</strong> questo <strong>progetto</strong> è quello <strong>di</strong> utilizzare l’analisiEmergetica per ottenere una analisi quali-quantitativa dei flussi <strong>di</strong> energia utili adalimentare i sistemi agricoli da un punto <strong>di</strong> vista ecocentrico. In altre paroleverranno proposti dei nuovi criteri per descrivere i cambiamenti dell’agricolturache l’hanno caratterizzata per tutto il corso del XX secolo per comprenderel’evoluzione nella gestione dei sistemi agricoli.SPIN-ECO


Monitoraggio dei progetti <strong>di</strong> sostenibilità113Informazioni generaliTra tutte le attività umane, appare evidente il ruolo centrale dell’agricoltura.Le economie agricole rappresentano il punto <strong>di</strong> incontro fra i bisogni essenzialidell’uomo e la produzione primaria della natura. L’approccio ecologico comparatofra i vari agroecosistemi aiuta a valutare i potenziali impatti degli input energeticiper le aziende che adottano <strong>di</strong>versi meto<strong>di</strong> <strong>di</strong> produzione (biologico econvenzionale) per offrire dei giu<strong>di</strong>zi <strong>di</strong> merito e <strong>di</strong> valore sulle <strong>di</strong>verse attivitàproduttive locali.Risultati attesiI risultati attesi sono strettamente legati alle scelte energetiche degli ultimi 30anni in cui l’agricoltura non solo svolge sempre meno il ruolo <strong>di</strong> catturatrice <strong>di</strong>energia, ma anzi contribuisce al processo irreversibile <strong>di</strong> deca<strong>di</strong>mento delle fontienergetiche spostando progressivamente il suo peso dal piatto positivo al piattonegativo della bilancia energetica. Al termine dell’analisi si ricaveranno degliin<strong>di</strong>catori sintetici che daranno informazioni aggiuntive sugli impatti ambientaliche ricorrono sul sistema, sul carattere endemico <strong>di</strong> questi legati allosfruttamento del Capitale Naturale locale. Ulteriori considerazioni saranno fatte inmerito alla possibilità <strong>di</strong> delineare sentieri <strong>di</strong> sostenibilità per le produzioni localisulla base <strong>di</strong> rigorosi proce<strong>di</strong>menti <strong>di</strong> analisi.Qui <strong>di</strong> seguito riportiamo un elenco <strong>di</strong> analisi emergetiche applicate ad alcunerealtà agricole.Analisi <strong>di</strong> sostenibilità del sistema agricolo italiano,1992.Analisi <strong>di</strong> sostenibilità ambientale del Comune <strong>di</strong> Vignola e della produzionecerasicola, 1996.Analisi <strong>di</strong> sostenibilità ambientale <strong>di</strong> tre aziende vitivinicole della <strong>Provincia</strong> <strong>di</strong><strong>Siena</strong>: Chianti, Brunello <strong>di</strong> Montalcino e Nobile <strong>di</strong> Montepulciano, 1997.Analisi <strong>di</strong> sostenibilità della produzione ceramica nel Comune <strong>di</strong> Sassuolo, 199<strong>9.</strong>Analisi <strong>di</strong> sostenibilità ambientale del Comune <strong>di</strong> Montalcino e della produzione <strong>di</strong>vino Brunello, 2000.SPIN-ECO


Monitoraggio dei progetti <strong>di</strong> sostenibilità114Progetto n°5TitoloImplementazione <strong>di</strong> un sistema <strong>di</strong> contabilità ambientale: applicazione delconcetto <strong>di</strong> sostenibilità alla gestione delle risorse idriche.ObiettivoPartendo dall’assunzione che l’acqua è una risorsa finita, lo scopo dell’analisisarà quello <strong>di</strong> valutare tutto ciò che si rende necessario sia per consentire l’usodella risorsa, sia per ricreare quei processi <strong>di</strong> autodepurazione che in assenza <strong>di</strong>gran<strong>di</strong> agglomerati urbani, in<strong>di</strong>striali ed agricoli avrebbero naturalmente. Verrannoquantificati i flussi <strong>di</strong> risorse rinnovabili e non rinnovabili, traducendoli in terminimonetari in modo da ottenere informazioni più fruibili a quanto ammonta il costoambientale che sostiene il ciclo artificiale e quello naturale della risorsa.Informazioni generaliIl <strong>progetto</strong>, <strong>di</strong>viso in due parti principali (una teorica <strong>di</strong> contabilità ambientale,l’altra relativa all’applicazione dell’analisi emergetica). Lil ruolo della contabilitàambientale è quello <strong>di</strong> misurare la consistenza delle risorse naturali, i loro flussi e<strong>di</strong> cambiamenti, gli effetti delle azioni umane sull’ambiente, tutto quello cheprende il nome <strong>di</strong> sostenibilità. E’ importante quin<strong>di</strong> considerare una contabilitàredatta in termini fisici, basata cioè su in<strong>di</strong>catori <strong>di</strong> quantità e qualità, così dadefinire un valore ambientale significativo, benchè <strong>di</strong>fferente dal valoremonetario.Risultati attesiIl prezzo a cui viene venduta l’acqua non tiene conto dello sforzo compiutodagli ecosistemi per renderla <strong>di</strong>sponibile e <strong>di</strong> una data purezza e qualità. Il valoremonetario del bene oggetto <strong>di</strong> analisi sarà valutato men<strong>di</strong>ante analisi emergetica;applicando questa metodologia sarà possibile internalizzare il lavoro dei ciclibiogeochimici che fanno parte dell’area territoriale analizzata e <strong>di</strong> definire unmodello in grado <strong>di</strong> simulare l’andamento nel tempo delle modalità <strong>di</strong> utilizzodelle risorse e delle loro conseguenze sugli ecosistemi e <strong>di</strong> definire infine unSPIN-ECO


Monitoraggio dei progetti <strong>di</strong> sostenibilità115modello <strong>di</strong> ren<strong>di</strong>contazione in grado <strong>di</strong> integrare progressivamente la contabilitàambientale delle risorse, anche nella sua <strong>di</strong>mensione monetaria.5.2 Impronta EcologicaL'impronta ecologica è un in<strong>di</strong>catore che mostra la sostenibilità dei consumi <strong>di</strong>una comunità e il loro impatto sulla <strong>di</strong>sponibilità <strong>di</strong> territorio naturale.L’impronta ecologica rappresenta un ottimo in<strong>di</strong>catore <strong>di</strong> pressione ambientale:risponde infatti alla domanda “Quanto pesiamo sull’ambiente?”.“L’impronta ecologica - così come definita dal suo “inventore” MathisWachernagel - rappresenta la superficie necessaria per produrre un bene, perutilizzarlo e per smaltirlo (se rifiuto), in altre parole misura la quantità <strong>di</strong> natura(espressa in ha·persona -1·anno -1 ) che utilizziamo. Il calcolo dell’impronta ecologicaconsente <strong>di</strong> conoscere la superficie <strong>di</strong> pianeta utilizzata da ciascuno <strong>di</strong> noi ognianno in base alle proprie abitu<strong>di</strong>ni e consumi: in realtà l’impronta non coincide conun territorio definito, essendo territori e risorse usate dalla maggior partedell’umanità <strong>di</strong>stribuiti su tutta la superficie dei pianeta”.Qui <strong>di</strong> seguito sono elencati alcuni progetti europei e nazionali sviluppatiattraverso questa metodologia 3 .Progetto n°1TitoloL’analisi della sostenibilità territoriale con l’impronta ecologicaObiettivoL’utilizzo dell’in<strong>di</strong>catore impronta ecologica nella valutazione <strong>di</strong> sostenibilità <strong>di</strong>un territorio.3 La facile fruibilità unita alla forte comunicativa dell’impronta ecologica hanno segnato l’importanza <strong>di</strong> questoin<strong>di</strong>catore <strong>di</strong> sostenibilità ormai conosciuto in tutto il mondo. Molte sono le fonti telematiche che hanno promossol’implementazione e la conoscenza dell’impronta ecologica; alla fine dell’elenco dei principali progetti sono statiaggiunti dei link dai quali è possibile visionare il materiale principale presente in rete riguardante l’improntaecologica.SPIN-ECO


Monitoraggio dei progetti <strong>di</strong> sostenibilità116Informazioni generaliL’impronta ecologica permette <strong>di</strong> confrontare l’impatto esercitatosull’ambiente con la capacità della biosfera <strong>di</strong> rigenerarsi. Il concetto <strong>di</strong> improntaecologica è quin<strong>di</strong> spesso affiancato a quello già da tempo utilizzato <strong>di</strong> Capacità <strong>di</strong>Carico (Carring Capacity), a cui è strettamente connesso. Quest’ultima grandezzapermette è definita come il carico massimo esercitato dalla popolazione che undeterminato territorio può supportare senza che venga permanetementecompromessa la produttività del territorio stesso. L’impronta ecologicarappresenta così la quota <strong>di</strong> capacità <strong>di</strong> carico <strong>di</strong> cui si è appropriata lapopolazione residente nell’area considerata.Risultati attesi- Stima della biocapacità e dell’impronta ecologica del territorio considerato;- Confronto con i valori nazionali e mon<strong>di</strong>ali <strong>di</strong> biocapacità e impronta ecologica;- Ricerca <strong>di</strong> strumenti per potenziare le opere <strong>di</strong> conservazione della biocapacitàdel territorio e <strong>di</strong>minuire l’impatto esercitato dai residenti nel territorio in esame.Qui <strong>di</strong> seguito riportiamo un elenco <strong>di</strong> analisi dell’ impronta ecologica per iseguenti territori:In “Analisi della sostenibilità della <strong>Provincia</strong> <strong>di</strong> Grosseto”, 2004In “Analisi della sostenibilità della <strong>Provincia</strong> <strong>di</strong> Ancona”, 2002In “Analisi della sostenibilità della <strong>Provincia</strong> Pesaro-Urbino”, 2002In “Analisi della sostenibilità della <strong>Provincia</strong> <strong>di</strong> Cagliari”, 2003- 2004In “Analisi della sostenibilità della <strong>Provincia</strong> Forlì-Cesena”, 2002In “Analisi della sostenibilità della <strong>Provincia</strong> Ascoli-Piceno”, 2003In “Analisi della sostenibilità del Comune <strong>di</strong> Follonica”, 2002In “Analisi della sostenibilità della <strong>Provincia</strong> <strong>di</strong> Pescara-Mappe <strong>di</strong> sostenibilità edImpronta ecologica” 2004,Progetto ecozero -Valutazione dell’impronta ecologica della regione Liguria;Regione Liguria, Datasiel S.p.A., CRAS srl. 2001;L’impronta ecologica della Regione Toscana, WWF Italia-WWF Sezione Toscana conla collaborazione tecnica del CRAS s.r.l., 2002;Calcolo dell’impronta ecologica della <strong>Provincia</strong> <strong>di</strong> Bologna, CRAS s.r.l., 2001;La nostra impronta ecologica-Comune <strong>di</strong> Cosenza, WWF Italia CRAS s.r.l. 2000;SPIN-ECO


Monitoraggio dei progetti <strong>di</strong> sostenibilità117Scotland’s Global Footprint Project, WWF- Stockholm Environment Institute – York,2004;Sonoma County Ecological Footprint Project, EPA 2002.Progetto n°2TitoloIntegrative Approaches Towards SustainabilityObiettivoLa regione baltica è riconosciuta come la leader dell’approccio integrato neltrattamento dei problemi ambientali, sociali ed economici dello svilupposostenibile.Il <strong>progetto</strong> ha lo scopo <strong>di</strong> promuovere l’integrazione nello sviluppo della ricercascientifica e l’innovazione tecnologica. Gli obiettivi del <strong>progetto</strong> saranno:<strong>di</strong>scutere le questioni ambientali globali che interessano le regioni baltiche;sviluppare elementi strategici per lo sviluppo sostenibile, soprattutto legatodell’allargamento ad Est dell’Unione Europea;per trainare i giovani ricercatori;per integrare i giovani ricercatori nella rete europea della ricerca accademicarelativa allo sviluppo sostenibile.Informazioni generaliL’approccio integrato per promuovere lo sviluppo sostenibile è stato fattome<strong>di</strong>ante alcune metodologie qui <strong>di</strong> seguito elencate:Natural Step, Factor X, Zero Emissions, Industrial Ecology, SustainableTechnology Development, Ecological Footprint al solo scopo <strong>di</strong> <strong>di</strong>ffondereall’interno della società una conoscenza delle principali tematiche afferenti alconcetto <strong>di</strong> sviluppo sostenibile. I <strong>di</strong>fferenti approcci sopracitati hanno molti puntiin comune che riguardano la reale situazione economica che caratterizza questaregione del continente europeo.I Paesi baltici hanno molte opzioni <strong>di</strong> successo per implementare delle strategie<strong>di</strong> gestione politica che sappia promuovere lo sviluppo sostenibile; alcune sonoSPIN-ECO


Monitoraggio dei progetti <strong>di</strong> sostenibilità118legate alle <strong>di</strong>namiche economiche, sociali e politiche, altre alla <strong>di</strong>sponibilità <strong>di</strong>Capitale Naturale, alla capacità <strong>di</strong> investire in tecnologie che non sovrasfuttino iservizi naturali forniti gratuitamente dall’ambiente.Risultati attesiI principali risultati sono:1) motivare la ricerca scientifica dei Paesi baltici, i politici e gli economisti <strong>di</strong>in<strong>di</strong>viduare gli obiettivi attraverso i quali sarà possibile giungere a delle azioni chefavoriscano la promozione della sostenibilità;2) costruire un ambiente <strong>di</strong> lavoro che implementi una rete <strong>di</strong> ricercatoriall’interno dei Paesi baltici capace <strong>di</strong> consolidare una cultura vocata allaprotezione dell’ambiente ed alla salvaguar<strong>di</strong>a del paesaggio;3) incoraggiare i giovani ricercatori a cogliere l’opportunità offerta dall’area <strong>di</strong>ricerca scientifica europea per affrontare le sfide offerte dall’approccio integratoper l’analisi <strong>di</strong> problemi complessi.4) promuovere una rete <strong>di</strong> eccellenza che si occupi <strong>di</strong> sviluppo sostenibile;5) <strong>di</strong>ffondere le conoscenze acquisite me<strong>di</strong>ante incontri, <strong>di</strong>battiti e conferenzesullo sviluppo sostenibile.fonti telematichewww.globallivingproject.org/footprint.htmlwww.sustainablehamilton.org/study.htmwww.bestfootforward.com/www.rprogress.orgwww.sustainablesonoma.org/projects/scefootprint.htmlwww.scotlandsfootprint.orgwww.walesfootprint.orgwww.allspecies.org/neigh/nbrfootp.htmwww.ecofoot.org/www.footprintnetwork.orgSPIN-ECO


Monitoraggio dei progetti <strong>di</strong> sostenibilità1195.3 Bilancio Gas serraLa composizione attuale dell'atmosfera è il prodotto della stretta e continuainterazione con la biosfera; l'una e l'altra si sono influenzate a vicenda nel corsodello sviluppo geologico e biologico. Sostanze quali la CO 2 , il metano, il vaporeacqueo ed altri gas minori intrappolano la ra<strong>di</strong>azione solare riflessa dalla superficieterrestre, impedendone la <strong>di</strong>spersione nello spazio esterno. La mancata <strong>di</strong>spersionedel calore permette alla terra <strong>di</strong> mantenere una temperatura me<strong>di</strong>a globale <strong>di</strong>15°C. La temperatura terrestre sarebbe infatti <strong>di</strong> -18°C se questi gas, dettiappunto gas serra, non fossero affatto presenti. L'effetto serra naturale, cheaumenta la temperatura terrestre <strong>di</strong> circa 33°C, <strong>di</strong>pende dalla presenza <strong>di</strong> gas chesi trovano in piccole concentrazioni in atmosfera, come la CO 2 (0,035%) e il CH 4(0,00015%). La concentrazione <strong>di</strong> CO 2 è passata da 300 a 360 ppm nell'ultimosecolo, con un aumento <strong>di</strong> circa il 20%, mentre il metano è arrivato ad<strong>di</strong>rittura adun aumento del 100%.Nel 1997 a Kyoto, la conferenza sul clima si è riunita per l’aggiornamento dellaConvenzione quadro sottoscritta a Rio nel ’92. Visto che gli obbiettivi, per altronon vincolanti, fissati a Rio non erano stati raggiunti si è reso necessario adottareun protocollo più rigoroso per frenare l’aumento delle emissioni serra. Inparticolare il Protocollo <strong>di</strong> Kyoto ha fissato degli obiettivi <strong>di</strong> riduzione specifici perogni Paese cercando <strong>di</strong> non creare vincoli allo sviluppo delle singole Nazioni. Per ipaesi industrializzati il protocollo impone una riduzione me<strong>di</strong>a del 5,2% delleemissioni serra entro il 2008-2012 rispetto ai livelli del 1990.Qui <strong>di</strong> seguito sono elencati alcuni progetti europei e nazionali sviluppatiattraverso questa metodologia.Progetto n°1TitoloRegional assessment and modelling of the carbon balance within europe(RECAB)SPIN-ECO


Monitoraggio dei progetti <strong>di</strong> sostenibilità120ObiettivoIl <strong>progetto</strong> si propone <strong>di</strong> quantificare il contributo dei carburanti fossili e dellesorgenti e pozzi della biosfera <strong>di</strong> CO 2 atmosferica in europa alla concentrazioneatmosferica a scala regionale a partire da un modello accoppiato biosferaatmosferae un approccio sperimentale.Questo richiede lo sviluppo <strong>di</strong> una capacità <strong>di</strong> campionare in europa il trasportosuperficiale e verticale della CO 2 e dei relativi traccianti attraverso dei palloni.Saranno portate avanti due campagne in tutti i siti nell’estate 2001 e nell’inverno2001-2002. In parallelo saranno portati avnti campionamenti del flusso superficialesui tipi <strong>di</strong> vegetazione dominanti nell’area, principalmente foreste e terreniagricoli. L’integrazione del lavoro sperimentale con quello <strong>di</strong> modellistica (RAMS) èla base <strong>di</strong> questo lavoro.Informazioni generaliIl contributo dei carburanti fossili e delle sorgenti e pozzi della biosferaall’aumento della CO 2 atmosferica non è ancora ben conosciuta a livello regionale.E’ comunque soggetto <strong>di</strong> un intenso interesse scientifico e <strong>di</strong>battito politico nelcontesto nella realizzazione del protocollo <strong>di</strong> Kyoto.Attualmente non esistono mezzi <strong>di</strong>sponibili <strong>di</strong> monitoraggio ambientale per lamisura a livello regionale dei flussi <strong>di</strong> CO 2 , necessaria a scopo <strong>di</strong> verifica.Risultati attesiIl <strong>progetto</strong> permetterà <strong>di</strong> stimare i pozzi regionali nella biosfera europearilevanti per i negoziati del Protocollo <strong>di</strong> Kyoto e contribuirà allo sviluppo deglistrumenti <strong>di</strong> verifica, facilitando l’adempimento degli impegni degli stati membridell’Unione Europea.SPIN-ECO


Monitoraggio dei progetti <strong>di</strong> sostenibilità121Progetto n°2TitoloEffects of atmospheric CO 2 -CO increase on carbon fluxesecosystems (COST)in grasslandObiettivoI principali obiettivi <strong>di</strong> questo lavoro sono:- avanzamento nella ricerca degli effetti dell’aumento della concentrazione <strong>di</strong>CO 2 sui flussi <strong>di</strong> carbonio <strong>di</strong> praterie gestite con <strong>di</strong>versi meto<strong>di</strong>;- sviluppare modelli che spieghino questi flussi a <strong>di</strong>verse scale;- comparare e valutare i <strong>di</strong>fferenti approcci alla problematica.Organizzazione:L’attività è stata <strong>di</strong>visa in tre gruppi <strong>di</strong> lavoro1. i processi nelle piante2. i processi nel suolo3. la modellistica e analisi del sistemaInformazioni generaliPer gli organismi vegetali la CO 2 è la fonte <strong>di</strong> carbonio per la produzionefotosintetica <strong>di</strong> carboidrati e la loro successiva conversione in biomasse.Assumendo che non ci sia nessun fattore limitante <strong>di</strong> crescita estraneo, un aumento<strong>di</strong> CO 2 atmosferica causa inizialmente:- un più alto ritmo fotosintetico, soprattutto nelle piante C-3 che costituiscono lamaggior parte nei climi temperati e fred<strong>di</strong>.- un aumento dell’ottimo <strong>di</strong> temperatura nelle piante C-3.- una <strong>di</strong>minuzione nella traspirazione dovuta ad una chiusura degli stomi indottadalla CO 2 . A questo consegue un più alto ritmo <strong>di</strong> crescita in con<strong>di</strong>zioni idrichelimitanti.A questi effetti primari possono in genere seguire risposte <strong>di</strong> adattamentosecondarie a livello fisiologico e morfologico come l’aumento nell’efficienza d’usoSPIN-ECO


Monitoraggio dei progetti <strong>di</strong> sostenibilità122<strong>di</strong> nutrienti e risorse idriche, dell’attività batterica dei rizobi simbionti e degliorganismi nel suolo, quin<strong>di</strong> nalla decomposizione della lettiera.Questi effetti sono stati riscontrati in molte specie, tra cui frumento, orzo, risoe soia. Raddoppiando la concentrazione della CO 2 ne è risultato un aumento dellaresa dal 25 al 100%.L’effetto dell’aumento della CO 2 è specie-specifico, ma <strong>di</strong>pende anche dallatemperatura, dai nutrienti e dall’acqua <strong>di</strong>sponibili. E’ comunque poco èsconosciuto sulle possibili risposte <strong>di</strong> un ecosistema più complesso all’aumentodella CO 2 .Le praterieLe graminacee le leguminose sono componenti importanti nella resa <strong>di</strong> unaprateria; in Europa il trifoglio bianco costituisce il più importante legume nellepraterie temperate e la sua importanza è aumentata per ragioni economiche edecologiche. La proporzione <strong>di</strong> trifoglio bianco nelle praterie influenza lacomposizione floristica grazie anche alla capacità del trifoglio <strong>di</strong> fissare l’azotoatmosferico. L’aumento della fissazione dell’azoto in seguito all’aumento della CO 2atmosferica potrebbe causare sostanziali cambiamenti nell’economia dell’azotonella prateria e quin<strong>di</strong> nella composizione delle specie.Risultati attesi:Il <strong>progetto</strong> mirerà alla determinazione dei flussi <strong>di</strong> carbonio nelle praterie allaconcentrazione <strong>di</strong> CO 2 attuale e ad una aumentata.Verranno esaminati:- la crescita delle piante e specialmente dell’sistema ra<strong>di</strong>cale;- l’abilità competitiva tra le specie e il cambiamento nellacomposizione floristica dell’ecosistema;- il cambiamento del rapporto C/N nella lettiera;- la quantità e qualità degli essudati ra<strong>di</strong>cali;- l’attività dei microrganismi del suolo;- i parametri fisici e chimici del suolo e il suo contenuto idrico.SPIN-ECO


Monitoraggio dei progetti <strong>di</strong> sostenibilità123Progetto n°3TitoloIl bilancio dei gas serra <strong>di</strong> sistemi territorialiObiettivoIl <strong>progetto</strong> si propone <strong>di</strong> indagare l’origine delle emissioni <strong>di</strong> gas serra e iserbatoi capaci <strong>di</strong> assorbirli per fungere da supporto alle decisioni politiche inmateria <strong>di</strong> produzione e consumo <strong>di</strong> energia. A questo scopo sono state seguite lelinee guida denominate “Revised 1996 IPCC Guidelines for National Greenhouse GasInventories” accettate dal Intergovernmental Panel on Climate Change (IPCC).Informazioni generaliPer poter effettuare un bilancio serra che risulti atten<strong>di</strong>bile convieneconcentrare l’attenzione principalmente sulla produzione e l’assorbimento <strong>di</strong> CO 2 .Gli altri gas serra contemplati dall’IPCC, che siano essi ad azione <strong>di</strong>retta oin<strong>di</strong>retta, rappresentano comunque una quota minoritaria nel computocomplessivo. Lo sforzo maggiore del lavoro è concentrato quin<strong>di</strong> sul Modulo“energia” ovvero quel Modulo che contempla le emissioni derivanti dallacombustione <strong>di</strong> risorse fossili e nel Modulo “foreste e cambiamento dell’uso delsuolo” dove viene stimata la potenzialità in termini <strong>di</strong> assorbimento da parte dellabiomassa boschiva.Risultati attesi1. Identificazione dei principali settori con il maggior contributo <strong>di</strong> produzionedei gas serra;2. Stima della capacità <strong>di</strong> assorbimento <strong>di</strong> gas serra da parte delle areeboschive;3. Ricerca delle possibilità <strong>di</strong> intervento per la riduzione della la quantità <strong>di</strong> gasserra emessa nei processi produttivi del territorio interessato.SPIN-ECO


Monitoraggio dei progetti <strong>di</strong> sostenibilità124Il bilancio dei gas serra è stato applicato, all’interno dei progetti <strong>di</strong> analisi dellasostenibilità ambientale, dei seguenti sistemi territoriali:Bilancio gas serra in “Analisi della sostenibilità della <strong>Provincia</strong> <strong>di</strong> Grosseto”, 2004;Bilancio gas serra in “Analisi della sostenibilità della <strong>Provincia</strong> <strong>di</strong> Ancona”, 2002;Bilancio gas serra in “Analisi della sostenibilità della <strong>Provincia</strong> <strong>di</strong> Pesaro-Urbino”,2002;Bilancio dei gas serra in “Analisi della sostenibilità della <strong>Provincia</strong> <strong>di</strong> Ravenna”1999;Inventario dei gas serra in “Analisi della sostenibilità della <strong>Provincia</strong> <strong>di</strong> Forlì-Cesena, 2002;Rapporto sullo stato dell’ambiente - La Comunità Montana delle Colline Metallifere,2004.SPIN-ECO


Conclusioni1256 ConclusioniL’uso <strong>di</strong> in<strong>di</strong>catori <strong>di</strong> sostenibilità per l’analisi territoriale della <strong>Provincia</strong> <strong>di</strong><strong>Siena</strong> ha fornito una valutazione socio-economica ed ambientale integrata delsistema oggetto <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o. L’intenzione <strong>di</strong> quest’analisi è stata quella <strong>di</strong> fornirerisultati che creino un nuovo substrato <strong>di</strong> informazioni e <strong>di</strong> concetti utili per laPubblica Amministrazione e per tutti i portatori <strong>di</strong> interesse della comunitàprovinciale. Il fine ultimo del <strong>progetto</strong> è proprio quello <strong>di</strong> essere un valido aiutoper tutti coloro i quali desiderino lavorare per il raggiungimento <strong>di</strong> uno svilupposostenibile della <strong>Provincia</strong> <strong>di</strong> <strong>Siena</strong> attraverso la presa <strong>di</strong> coscienza el’identificazione <strong>di</strong> quelli che potrebbero essere i fattori “limitanti” per un suocompleto sviluppo che protegga anche gli interessi delle generazioni future.Le metodologie utilizzate in quest’analisi territoriale (Impronta Ecologica eAnalisi Emergetica) sono in grado <strong>di</strong> fornire una lettura integrata dell’area <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>oe delle <strong>di</strong>namiche che la caratterizzano. La complementarità delle duemetodologie evidenzia l’integrazione fra gli aspetti sociali, economici ed ecologicisia da un punto <strong>di</strong> vista antropocentrico che ecocentrico. L’Impronta Ecologicaprende in considerazione la “produttività utile” <strong>di</strong> cui l’uomo può <strong>di</strong>sporre e laproduttività <strong>di</strong> cui si appropria, assegnando in questo modo un valore ambientale aciascuna risorsa considerata; dall’altro, l’analisi eMergetica consente <strong>di</strong> assegnareun valore ecologico al flusso delle risorse rinnovabili e non rinnovabili chealimentano il sistema territoriale e <strong>di</strong> analizzare gli impatti ambientali derivantidall’attività antropica sulle risorse naturali.In base ai risultati ottenuti possiamo riportare quanto segue: Entrambe le metodologie evidenziano l’importanza nell’uso del suolo, delterritorio agricolo, e della gestione che ne è stata fatta, da partedell’Amministrazione <strong>Provincia</strong>le senese. Dal punto <strong>di</strong> vista dell’ImprontaEcologica, il terreno agricolo è caratterizzato da un’elevata produttività inbiomassa vegetale utile, in quanto esso è in grado <strong>di</strong> fornire prodotti primari <strong>di</strong>natura alimentare, essenziali per la <strong>di</strong>eta ed il sostentamento degli abitanti della<strong>Provincia</strong> <strong>di</strong> <strong>Siena</strong>. La sua cospicua estensione è uno dei punti <strong>di</strong> forza del territoriosenese, ed una tra le principali motivazioni dell’elevata biocapacità locale. Essorappresenta uno punti <strong>di</strong> forza sui quali sarà possibile investire per il futurosviluppo territoriale, a patto che il suo utilizzo avvenga in linea con i principi e coni tempi della sostenibilità.SPIN-ECO


Conclusioni126 Sia L’Ecological Footprint che l’analisi emergetica evidenziano come il sistema<strong>Provincia</strong> <strong>di</strong> <strong>Siena</strong> si sostenga principalmente su risorse locali. I dati dell’analisiemergetica riportano infatti L=57% e F=43% per l’utilizzo delle risorse. Allo stessotempo, i dati EF evidenziano come la biocapacità locale si mantenga all’incircasullo stesso valore del 1999 (2,98 contro 3,06 gha/ab.), e sia capace <strong>di</strong> sod<strong>di</strong>sfare il55% circa della richiesta <strong>di</strong> terreno da parte degli abitanti senesi; questapercentuale è in controtendenza con il valore me<strong>di</strong>o nazionale, pari a circa il 20%.Questa situazione è confermata dal lieve ma fondamentale aumento del valoredelle risorse locali rinnovabili in relazione alla quantità <strong>di</strong> risorse non rinnovabiliutilizzate in <strong>Provincia</strong>. Comparando le due metodologie emerge pertanto una certacoerenza nella tendenza dello sviluppo del territorio, messa in evidenza dal valorepressoché costante della biocapacità e dell’eMergia per persona. I recenti problemi legati all’aumento del fabbisogno energetico ci inducono afare delle considerazioni in merito a questo input in<strong>di</strong>spensabile per l’attivitàumana. Le due metodologie utilizzate computano questo input in maniera<strong>di</strong>fferente. L’Impronta Ecologica, con il suo approccio strettamenteantropocentrico, considera il consumo <strong>di</strong> elettricità in termini <strong>di</strong> fabbisogno deicitta<strong>di</strong>ni. L’analisi emergetica considera invece i flussi <strong>di</strong> energia e materiain<strong>di</strong>pendentemente dall’attività umana. L’approccio ecocentrico <strong>di</strong> questametodologia sottolinea la <strong>di</strong>stinzione economica ed ambientale fra le fontienergetiche rinnovabili e non rinnovabili anche rispetto al fabbisogno totaledell’intera <strong>Provincia</strong>. Risulta pertanto evidente l’importanza <strong>di</strong> una letturaintegrata dei risultati dei due in<strong>di</strong>catori, capace <strong>di</strong> fornire informazioni sia sulruolo e le attività della componente biotica del sistema provinciale, ovvero suicitta<strong>di</strong>ni, sia sulla componente abiotica, il territorio, e i flussi che lo alimentano. Per quanto riguarda il bilancio import-export dei flussi emergetici i dati grezzioggetto <strong>di</strong> analisi mostrano delle notevoli approssimazioni dovute ad alcunevariazioni apportate nella loro valutazione. I dati relativi alle varie voci dell’importe dell’export relativi al 2003 messi a <strong>di</strong>sposizione per l’analisi emergetica sonocontabilizzati solo in euro mentre nell’analisi del 1999 erano computati anche inquantità. Per coerenza con l’analisi effettuata nel 1999 è stato necessarioconvertire i flussi <strong>di</strong> moneta dei singoli input nelle rispettive quantità, attraversodei coefficienti calcolati ad hoc ed aggiornati attraverso i coefficienti <strong>di</strong>rivalutazione monetaria.In conclusione, è possibile affermare che il costante aggiornamento degli stu<strong>di</strong><strong>di</strong> sostenibilità ambientale costituisce una valida ed importante pratica <strong>di</strong>SPIN-ECO


Conclusioni127monitoraggio della situazione ambientale, e della salute dell’ecosistemaprovinciale senese. Grazie al precedente <strong>progetto</strong> SPIn-Eco, a partire dal <strong>di</strong>cembre2003, <strong>Siena</strong> è infatti la prima <strong>Provincia</strong> italiana ad aver ottenuto la certificazioneambientale ISO 14001; ma, sebbene la scelta <strong>di</strong> utilizzare ed applicare in<strong>di</strong>catori <strong>di</strong>sostenibilità costituisca <strong>di</strong> per sé un buona pratica per la gestione ambientale, èsenza dubbio fondamentale l’applicazione <strong>di</strong> questi in<strong>di</strong>catori nel lungo periodo,ovvero nei tempi della sostenibilità.Gli in<strong>di</strong>catori utilizzati presentano un lieve peggioramento rispetto allasituazione ambientale messa in evidenza nel precedente Report del <strong>progetto</strong> SPIn-Eco. L’analisi dell’Impronta Ecologica identifica l’aumento dei consumi <strong>di</strong> energiaelettrica e combustibili fossili come principale fautore del trend negativo; al tempostesso l’Analisi Emergetica conferma questa tendenza attraverso l’analisi dei flussi<strong>di</strong> materia ed energia che alimentano il sistema territoriale. Sebbene la <strong>di</strong>fferenzafra il flusso emergetico importato rispetto a quello esportato denoti un lieve calodella <strong>di</strong>pendenza del sistema territoriale rispetto all’esterno, il volume <strong>di</strong> entrambisi è moltiplicato prepotentemente determinando un peggioramento degli in<strong>di</strong>catoriemergetici amplificato dal fatto che la tipologia <strong>di</strong> risorse è <strong>di</strong> natura nonrinnovabile. Questo evidenzia come debbano essere promosse tutte le azioni chevadano nella <strong>di</strong>rezione <strong>di</strong> una maggiore attenzione nelle politiche <strong>di</strong> gestione delterritorio e <strong>di</strong> un più marcato interesse nei confronti del Capitale Naturale. IlCapitale Naturale rappresenta per la <strong>Provincia</strong> un valore economico ed ecologiconaturalisticoestremamente elevato. Non solo fornisce servizi essenziali <strong>di</strong> input perla produzione e il consumo, funge da serbatoio per l’assorbimento dei rifiuti, marappresenta anche un elevato valore <strong>di</strong> consumo per i residenti che gra<strong>di</strong>scono evengono appagati dalla bellezza delle cose che li circondano.In ultima analisi prendendo in considerazione queste caratteristiche tipichedella <strong>Provincia</strong> <strong>di</strong> <strong>Siena</strong>, quali notevole estensione del territorio, bassa densità <strong>di</strong>popolazione e attività produttive basate principalmente su risorse locali, emergeun quadro che paragonato con altre realtà provinciali risulta migliore dal punto <strong>di</strong>vista della sostenibilità. Riteniamo però importante che resti aperto il <strong>di</strong>battito inmerito agli strumenti conoscitivi del territorio e che l’Amministrazione <strong>Provincia</strong>lesenese continui a lavorare nella <strong>di</strong>rezione intrapresa, senza adagiarsi sui risultatiottenuti. In questa sede, così come nei precedenti report del <strong>progetto</strong> SPIn-Eco,sono state fornite delle in<strong>di</strong>cazioni utili per la <strong>di</strong>minuzione dell’impatto ambientaledegli abitanti della <strong>Provincia</strong> <strong>di</strong> <strong>Siena</strong>, auspicando che queste in<strong>di</strong>cazioni possanostimolare e coa<strong>di</strong>uvare gli amministratori locali nel re<strong>di</strong>gere i più appropriatiSPIN-ECO


Conclusioni128strumenti <strong>di</strong> programmazione orientati al pieno raggiungimento della sostenibilitàambientale.SPIN-ECO


Appen<strong>di</strong>ce1297 Appen<strong>di</strong>ceRiferimenti per le Transformity1 Odum H.T. and Odum E.C. , 1983, Energy Analysis Overview of Nations. WP-83-82. International Institute for Applied Systems Analysis, Laxenburg, Austria.2 Odum H.T. and Odum E.C. , 1987, Ecology and Economy. EMergy Analysis andPublic Policy in Texas, Lyndon B. Johnson School of Public Affairs, PolicyResearch Project Report n. 78.3 Brown M.T. and J.E. Ar<strong>di</strong>ng, 1991, Transformity Working Paper, Center forWetlands, University of Florida.4 Odum H.T. and Ar<strong>di</strong>ng J.E. , 1991, EMergy analysis of shrimp mariculture inEcuador. Department of Environmental Engineering Sciences, University ofFlorida, Working paper prepared for Coastal Resources Center, University ofRhode Island, Narragansett, RI.5 Odum H.T. , 1992, EMergy and Public Policy. Part I-II, Environmental EngineeringSciences, University of Florida, Gainsville, FL.6 Ulgiati S., Odum H.T. and Bastianoni S. , 1993, EMergy Analysis of ItalianAgricultural System.The Role of Energy Quality and Environmental Inputs, in:Trends in Ecological Physical Chemestry. Elsevier, Amsterdam, p. 187-215.7 Ulgiati S., Odum H.T. and Bastianoni S. , 1994, EMergy use, environmentalloa<strong>di</strong>ng and sustainability. An eMergy analisysis of Italy, Ecological Modelling,vol. 73, p. 215-268.8 Bastianoni S., Brown M.T., Marchettini N. and Ulgiati S. , 1994, Assessing EnergyQuality, Process Efficiency and Environmental Loa<strong>di</strong>ng in Biofuelfs Productionfrom Biomass, Biomass for Energy Environment, Agriculture and Industry,Chartier, Ph. Beenackers A.A.C. and Grassi G. (Eds.), 2300-2312.9 Panzieri M. , 1995, Analisi e indagine termo<strong>di</strong>namica <strong>di</strong> sistemi complessi, Tesi <strong>di</strong>laurea in chimica, Università <strong>di</strong> <strong>Siena</strong>.10 Odum H.T. , 1996, Environmental accounting, Wiley & Sons, New York, USA.11 Odum H.T. et al. , 2000, Introduction and Global Processes. Center forEnvironmental Policy, University of Florida. Folio #1.12 Tiezzi E. et al. , 2000, Stu<strong>di</strong>o per un <strong>progetto</strong> <strong>di</strong> valutazione <strong>di</strong> scenari per unosviluppo sostenibile della Laguna <strong>di</strong> Venezia, Report non pubblicato, <strong>Siena</strong>.13 Tiezzi E. et al. , 2000, Analisi <strong>di</strong> sostenibilità ambientale del Comune <strong>di</strong> Pescia,Report non pubblicato, <strong>Siena</strong>.SPIN-ECO


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Bibliografia139INTESA (Consorzio Intercomunale Telecomunicazioni Energia Servizi e Acqua)IRPET (Istituto Regionale per la Programmazione Economica della Toscana)ISTAT (Istituto nazionale <strong>di</strong> statistica)Istituto Guglielmo TagliacarneMinistero dei TrasportiMinistero dell’Ambiente<strong>Provincia</strong> <strong>di</strong> <strong>Siena</strong>Regione Toscana, Assessorati vari<strong>Siena</strong>mbienteSNAMUNIONCAMEREAltre fonti consultate:http://demo.istat.ithttp://osservatorioeconomico.provincia.siena.it/http://www.arrr.it/ar3/public/default.shtmlhttp://www.bestfootforward.com/http://www.clc2000.sinanet.apat.it/cartanetclc2000/clc2000/index.asphttp://www.estgas.it/liberalizzazione/liberalizzazione.phphttp://www.fao.org/ag/agl/agll/gaez/index.htmhttp://www.footprintnetwork.org/http://www.grida.no/climate/ipcc_tar/http://www.grtn.it/ita/index.asphttp://www.ias.unu.edu/index.cfmhttp://www.istat.it/http://www.istat.it/index.htmhttp://www.panda.org/http://www.provincia.siena.it/http://www.redefiningprogress.org/http://www.regionalprogress.org/http://www.rivm.nl/image/http://www.snamretegas.it/italiano/http://www.starnet.unioncamere.it/https://dgerm.attivitaproduttive.gov.it/dgerm/SPIN-ECO


Sostenibilità in agricoltura1401 Approfon<strong>di</strong>mento sulla sostenibilità in agricoltura tramite LCA edEmergia1.1 IntroduzioneIl sistema naturale è regolato da imprescin<strong>di</strong>bili leggi fisiche che interpretanol’insieme delle interazioni con la biosfera. Queste relazioni devono essere tali dapermettere alla vita umana <strong>di</strong> continuare a vivere, agli in<strong>di</strong>vidui <strong>di</strong> sod<strong>di</strong>sfare i lorobisogni e alle <strong>di</strong>verse culture umane <strong>di</strong> svilupparsi, in modo tale che le variazioniapportate alla natura dalle attività umane stiano entro certi limiti.Tra tutte le attività umane, appare evidente il ruolo centrale dell’agricoltura. Leeconomie agricole rappresentano il punto <strong>di</strong> incontro fra i bisogni essenzialidell’uomo e la produzione primaria della natura.I sistemi agroalimentari traggono risorse soprattutto dall’ambiente. Le attivitàagricole e forestali sono state per secoli, sinonimo <strong>di</strong> ricchezza, <strong>di</strong> qualità, <strong>di</strong>bellezza del paesaggio, <strong>di</strong> protezione del terreno, occupazione. Il presente lavoro,quin<strong>di</strong>, concentra l’attenzione sullo straor<strong>di</strong>nario valore dei servizi che i sistemiagricoli forniscono alle società umane residenti nella provincia <strong>di</strong> <strong>Siena</strong>.Valore che non viene preso in considerazione dalle politiche economiche attuali,ma che, invece, ha un incre<strong>di</strong>bile importanza per la nostra sicurezza, la nostra salutee per il futuro sviluppo <strong>di</strong> ogni società umana.L’importanza dei sistemi naturali per la specie umana è infatti centrale proprioper garantire il nostro benessere e ciò costituisce il motivo essenziale per cui lanostra azione dovrebbe mantenersi nell’ambito delle capacità <strong>di</strong> carico degliecosistemi che ci sostengono.Ce lo <strong>di</strong>cono chiaramente tutti gli stu<strong>di</strong>osi che da tempo lavorano sulleinterrelazioni tra sistemi naturali e sistemi sociali per in<strong>di</strong>viduare, concretamente,quali sono le strade efficaci da intraprendere per attuare la sostenibilità del nostrosviluppo.Si tratta in buona parte, <strong>di</strong> quello straor<strong>di</strong>nario ed affascinante fronte dellaricerca integrata innovativa che sta conducendo alla confluenza trans<strong>di</strong>sciplinare.SPIN-ECO


Sostenibilità in agricoltura141Purtroppo oggi i modelli politici ed economici dominanti non riconoscono la realeimportanza dei servizi forniti dagli ecosistemi al nostro sviluppo ed alla nostrasopravvivenza.Questo lavoro stu<strong>di</strong>a le relazioni ed i legami esistenti tra gli ecosistemi ed ilbenessere umano, cercando <strong>di</strong> <strong>di</strong>mostrare le potenzialità degli ecosistemi in ambitoagricolo. Inoltre mira ad integrare le <strong>di</strong>verse aspirazioni economiche, ambientali,sociali e culturali, e arricchisce le conoscenze e le informazioni derivanti dallescienze naturali e dalle scienze sociali, cercando <strong>di</strong> identificare e valutare le opzionirelative alle scelte politiche ed alle modalità <strong>di</strong> gestione per mantenere i serviziofferti dagli ecosistemi ed armonizzarli con i bisogni umani, per promuovere lamassima integrazione fra i sistemi ecologici e i sistemi antropici.Gli avanzamenti dell’ecological economics ci <strong>di</strong>mostrano chiaramente chel’umanità ha sempre dovuto <strong>di</strong>pendere dai servizi prodotti dalla biosfera e dai suoiecosistemi. La biosfera stessa è il prodotto della vita sulla Terra.La composizione dell’atmosfera e dei suoli, i cicli degli elementi attraverso l’ariae l’acqua e moltissime altre funzioni e processi sono tutti risultanti dai processi stessidella vita e sono tutti mantenuti e rigenerati dagli ecosistemi.La specie umana che sembra, a noi esseri umani, possa ritenersi quasi fuori e<strong>di</strong>n<strong>di</strong>pendente dalla natura, grazie a mezzi messi a <strong>di</strong>sposizione dalla nostra cultura etecnologia, <strong>di</strong>pende invece pienamente dai flussi dei servizi degli ecosistemi.Il presente lavoro è sud<strong>di</strong>viso nelle seguenti sezioni.La prima parte espone i principi della sostenibilità con un riferimento particolareall’applicazione <strong>di</strong> questi al settore agricolo; la seconda parte mette in evidenza lemetodologie utili a valutare le caratteristiche dell’attività agricola in provincia <strong>di</strong><strong>Siena</strong>.L’ultima sezione è de<strong>di</strong>cata ad una applicazione <strong>di</strong> due metodologietermo<strong>di</strong>namiche. In questo approfon<strong>di</strong>mento tematico relativo all’agricolturaspecializzata verrà presa in considerazione un lavoro <strong>di</strong> analisi emergetica e <strong>di</strong> LifeCycle Assessment applicato a due aziende agricole della <strong>Provincia</strong> <strong>di</strong> <strong>Siena</strong> . In questeanalisi verranno messe in luce le criticità e le potenzialità <strong>di</strong> uno dei settori piùred<strong>di</strong>tizi del territorio senese, il settore vitivinicolo. Inoltre, verrà focalizzatal’attenzione su alcuni aspetti tecnici relativi al metodo biologico e convenzionale intema <strong>di</strong> sostenibilità.SPIN-ECO


Sostenibilità in agricoltura1421.2 Gli ecosistemi agricoliL’agricoltura o<strong>di</strong>erna può essere definita come una manipolazione mirata degliecosistemi al fine <strong>di</strong> fornire dei vantaggi agli uomini. Questo vuol <strong>di</strong>re che gli uominiimpongono sull’ambiente un sistema che lascia sopravvivere solo ciò che l’uomointende usare, rimpiazzando il sistema <strong>di</strong> sopravvivenza darwiniano del miglioreadattamento. In questo modo ci siamo presi la responsabilità <strong>di</strong> regolare i sistemi inaccordo con i nostri bisogni. Questo mette i sistemi agricoli da una parte <strong>di</strong>versarispetto a quelli naturali, che si autoregolano tramite retroazioni e meccanismi <strong>di</strong>controllo su larga scala. Ogni interferenza con gli eventi naturali, come ad esempiol’aratura, significa che alcune risorse sono state degradate o perdute. Inoltre,abbiamo un flusso <strong>di</strong> materiale in uscita dal sistema agricolo (raccolto) e <strong>di</strong>conseguenza il supporto dal sottostante ecosistema deve essere maggiore. SecondoVitousek et al (1986), l’agricoltura convenzionale spesso produce meno, in biomassatotale, rispetto agli ecosistemi naturali. Questa <strong>di</strong>fferenza può essere delle voltespostata o ribaltata attraverso l’uso <strong>di</strong> colture perenni, colture in rotazione,somministrazione <strong>di</strong> nutrienti oppure irrigazione. Vitousek et al (1986) ha stimato laquantità totale <strong>di</strong> prodotti della fotosintesi <strong>di</strong> cui la specie umana si è appropriata edha concluso che circa il 40% della produzione primaria netta terrestre è usata sia<strong>di</strong>rettamente che in<strong>di</strong>rettamente per le attività umane.Gli ecosistemi naturali sono spesso per la maggior parte sostenibili, dove nonsono presenti i nostri sistemi agricoli. Comunque, in contrasto con i sistemi naturali, isistemi agricoli devono supportare le persone che vivono al <strong>di</strong> fuori del sistema.I sistemi agricoli possono essere visti come ecosistemi addomesticati. Sonoalimentati dall’energia solare, come gli ecosistemi naturali, ma <strong>di</strong>fferiscono da essiper degli aspetti fondamentali (Odum, 1984):- La <strong>di</strong>versità è abbondantemente ridotta dalla gestione umana al fine <strong>di</strong>massimizzare le rese <strong>di</strong> alimenti specifici o <strong>di</strong> altri prodotti;- Le specie vegetali ed animali dominanti sono derivate dalla selezione artificialepiuttosto che da quella naturale;- Il controllo dei sistemi agricoli è per la maggior parte esterno e finalizzato, a<strong>di</strong>fferenza <strong>di</strong> quello degli ecosistemi naturali che sono autoregolati attraversofeedback interni;SPIN-ECO


Sostenibilità in agricoltura143- I sistemi agricoli sono più aperti verso l’ambiente sottostante . Essi hanno grossiflussi in entrata ed in uscita da e verso l’ambiente;- I sistemi agricoli sono <strong>di</strong>sturbati, instabili e giovani, fattori molto importanti peril mantenimento della produttività. Il loro funzionamento <strong>di</strong>pende dalla costanteinterferenza (o cura) da parte dell’agricoltore.1.3 Agricoltura e sostenibilitàE’ interesse comune dell’agricoltura e del mondo naturale che si sviluppi tra essiun rapporto <strong>di</strong> reciproco sostegno. La produzione alimentare non deve <strong>di</strong>struggere gliecosistemi naturali del loro mondo e la ricchezza della loro <strong>di</strong>versità biologica. La<strong>di</strong>fesa degli ecosistemi naturali non rappresenta una minaccia per l’umanità che devenutrirsi. In realtà, è vero il contrario: un uso accorto della natura è essenziale pernutrire il pianeta.L’agricoltura sostenibile si interessa della capacità dei sistemi agricoli <strong>di</strong>rimanere produttivi nel lungo periodo. Molti autori <strong>di</strong>stinguono tra sostenibilitàecologica (o ambientale), economica o sociale. La sostenibilità ecologica è definitacome il mantenimento dell’intero ecosistema o del “capitale naturale” (l’insiemedelle risorse fornite dall’ambiente che garantiscono un flusso <strong>di</strong> servizi o beni utili)sia come “risorsa” <strong>di</strong> inputs , sia come “scarico” <strong>di</strong> rifiuti (Goodland, 1995).La <strong>di</strong>mensione ecologica della sostenibilità è fondamentale per la sostenibilità nelsuo insieme, nella misura in cui è un prerequisito per la <strong>di</strong>mensione economica esociale. Gli agricoltori calibrano le loro pratiche produttive (pratiche agricole,semina, fertilizzazione) al fine <strong>di</strong> combinare in maniera ottimizzata gli inputs basatisul capitale naturale (suolo, energia solare, pioggia, energia da combustibili fossili) einputs basati sul capitale dovuto all’uomo (fertilizzanti, sementi, pestici<strong>di</strong>)producendo degli outputs desiderati (prodotti) e delle emissioni indesideratenell’ambiente. Il livello <strong>di</strong> produzione dei sistemi agricoli <strong>di</strong>pende largamente dagliinputs dovuti al capitale naturale ed a quello fornito dall’uomo. Herdt e Steiner(1995) hanno messo in evidenza il fatto che è <strong>di</strong>fficile sapere se i sistemi agricoliattuali siano sostenibili nel senso del rimanere produttivi nel lungo periodo. Ilcontinuo incremento degli inputs dovuti all’uomo applicati nella maggior parte deisistemi <strong>di</strong> questo tipo ha incrementato le rese ma potrebbe aver <strong>di</strong>minuito la qualitàSPIN-ECO


Sostenibilità in agricoltura144del capitale naturale (es. la degradazione dei terreni) e così la capacità produttivanel suo insieme.Fino al 1970, l’aumento della produzione era il concetto dominante inagricoltura. I ricercatori in ambito agricolo, per la maggior parte, valutavano glieffetti del maggiore uso degli inputs dovuti all’uomo sul funzionamento e sullaproduttività dei sistemi agricoli.Dagli anni settanta in avanti l’intensificazione dei sistemi produttivi ha causatoun aumento dell’inquinamento ambientale. Di conseguenza, limitare gli impattiambientali ad un livello accettabile <strong>di</strong>venne sempre più importante nell’ambitodella ricerca agricola.Questo ha prodotto una grossa quantità <strong>di</strong> stu<strong>di</strong> circa gli impatti dell’agricolturasull’ambiente. (Wauchope, 1978; Ryden et al., 1984). Più recentemente,preoccupazioni circa la per<strong>di</strong>ta <strong>di</strong> qualità del capitale naturale legato all’agricolturaattraverso fenomeni come l’erosione, la scomparsa dei predatori “utili” o la<strong>di</strong>minuzione della materia organica nel suolo hanno ricevuto attenzioni crescenti(Pimentel e Kounang, 1998; Lewis et al., 1997; Katterer and Andrèn, 1999).Questi progressi hanno condotto ad una varietà <strong>di</strong> meto<strong>di</strong> per la valutazione degliimpatti ambientali dell’agricoltura. Lo sviluppo <strong>di</strong> questi strumenti è considerato daalcuni autori come una con<strong>di</strong>zione per l’implementazione dell’agricoltura sostenibile(Hansen, 1996). Questi meto<strong>di</strong> prendono in considerazione un certo numero <strong>di</strong> fattori(obbiettivi) ambientali da valutare (erosione del suolo, emissione <strong>di</strong> gas serra, qualitàdelle acque), ed usano generalmente un set <strong>di</strong> in<strong>di</strong>catori come criterio perquantificare il grado con cui questi obbiettivi sono raggiunti.Gli impatti ambientali legati all’agricoltura <strong>di</strong>pendono in gran parte dallepratiche agricole usate dagli agricoltori. Il nesso è comunque in<strong>di</strong>retto, come leemissioni verso l’ambiente <strong>di</strong>pendono dallo stato dei sistemi agricoli, chealternativamente <strong>di</strong>pendono dalle pratiche agricole messe in atto ma anche dafattori casuali come precipitazioni e temperatura. Di conseguenza, gli in<strong>di</strong>catori <strong>di</strong>impatto ambientale dovrebbero essere basati sia sulle pratiche agricole adottate, siasugli effetti che queste pratiche hanno sullo stato del sistema agricolo o sulleemissioni verso l’ambiente.SPIN-ECO


Sostenibilità in agricoltura1451.4 L’analisi termo<strong>di</strong>namica degli agroecosistemiI servizi degli ecosistemi costituiscono quei benefici che la specie umana ricevedal funzionamento stesso degli ecosistemi.Si tratta <strong>di</strong> servizi che:1. provvedono alla fornitura <strong>di</strong> prodotti utilizzati dalla specie umana quali cibo,acqua, combustibili, fibre;2. regolano i processi degli ecosistemi fornendo importanti benefici quali ilmantenimento della qualità dell’aria, la regolazione del clima, il controllodell’erosione, la regolazione delle malattie umane, la regolazione del ciclodell’acqua, il riciclo dei rifiuti, il controllo biologico e l’impollinazione;3. sono necessari per la produzione <strong>di</strong> altri servizi degli ecosistemi, e quin<strong>di</strong>svolgono un ruolo <strong>di</strong> supporto, quali la formazione del suolo, il ciclo dei nutrienti e laproduzione primaria;4. possono essere definiti culturali, cioè che forniscono dei benefici nonmateriali quali quelli etici ed estetici, ricreativi e turistici, quelli ispirativi, quellieducativi, quelli relativi al senso dei luoghi e quelli del patrimonio culturale.Da anni si sta infatti cercando <strong>di</strong> sottolineare quanto i sistemi naturali mantenutiin salute e non indeboliti dal nostro continuo e pressante intervento, costituiscanouna base essenziale per la salute stessa <strong>di</strong> tutti gli esseri umani sulla Terra.Il vasto argomento delle funzioni e dei servizi degli ecosistemi, nonché dellepossibilità <strong>di</strong> una loro ren<strong>di</strong>contazione economica sono oggetto, da tempo, dellericerche dell’ambito dell’innovativa <strong>di</strong>sciplina dell’Ecological Economics.Robert Costanza, uno dei fondatori <strong>di</strong> tale <strong>di</strong>sciplina, per anni presidentedell’International Society of Ecological Economics (ISEE), è stato tra i primi acimentarsi, con un gruppo <strong>di</strong> altri ecologi ed economisti (tra i quali Rudolf de Groot)in una prima valutazione del valore economico dei servizi degli ecosistemi pubblicatosulla prestigiosa rivista scientifica “Nature” nel 1997.La ricerca ha avuto il merito <strong>di</strong> sottolineare l’importanza <strong>di</strong> quanto l’economiaattuale non tenga in conto la natura ed i sistemi naturali, e <strong>di</strong> quanto siaimportantissimo oggi mo<strong>di</strong>ficare i sistemi <strong>di</strong> contabilità nazionale proprio ai fini,invece, <strong>di</strong> poter tenere in conto il valore dei servizi degli ecosistemi e del capitalenaturale, essenziali per la nostra stessa sopravvivenza.SPIN-ECO


Sostenibilità in agricoltura146Al <strong>di</strong> là delle stime prodotte e della loro vali<strong>di</strong>tà scientifica è <strong>di</strong> tutta evidenzache ricerche <strong>di</strong> questo tipo sottolineano quanto sia ormai inelu<strong>di</strong>bile considerarenelle politiche economiche l’importanza centrale della salute degli ecosistemi.Non esiste alcun stu<strong>di</strong>oso <strong>di</strong> problemi ambientali che non riconosca lo strettolegame esistente tra salute degli ecosistemi e salute umana.L’esistenza <strong>di</strong> questo legame la <strong>di</strong>ce lunga sull’importanza <strong>di</strong> considerareadeguatamente gli ecosistemi, il mantenimento della loro vitalità e delle lorocapacità evolutive come fonte centrale del nostro benessere ed evitare pertantol’attuazione <strong>di</strong> politiche che danneggino gli ecosistemi stessi e li rendano sempre piùvulnerabili.I danni che procuriamo ai sistemi naturali si riverberano, prima o poi, contro <strong>di</strong>noi, indebolendo le nostre capacità <strong>di</strong> sopravvivenza.I gravi problemi che dobbiamo oggi affrontare affondano le ra<strong>di</strong>ci in un usosbagliato dei sistemi naturali, in un loro sovrasfruttamento, per non parlare, in molticasi, <strong>di</strong> una loro <strong>di</strong>retta <strong>di</strong>struzione. La scienza della sostenibilità ci forniscein<strong>di</strong>cazioni estremamente utili per evitare che ciò avvenga.Nel corso <strong>di</strong> questo lavoro tratteremo delle funzioni specifiche dell’agricoltura,la produzione <strong>di</strong> beni e servizi, elaborando un’analisi <strong>di</strong> sostenibilità attraversol’utilizzo congiunto della metodologia termo<strong>di</strong>namica Emergetica (Odum,1996) edella Life Cycle Assessment. Queste due metodologie hanno il pregio <strong>di</strong> identificare equantificare tutti gli impatti ambientali (LCA) e <strong>di</strong> contabilizzare il valore delcapitale naturale legato all’agricoltura e <strong>di</strong> tutti i servizi e beni ambientali ad essaconnessi che oggi ricevono attenzioni crescenti.1.5 Meto<strong>di</strong>“Gli in<strong>di</strong>catori sono il nostro collegamento con il mondo.Condensano la sua enorme complessità in un insieme gestibile <strong>di</strong> informazioniricche <strong>di</strong> significato, sino a un piccolo insieme <strong>di</strong> osservazioni che in<strong>di</strong>rizzano lenostre decisioni e <strong>di</strong>rigono le nostre azioni” (Bossel H., 1999)Un in<strong>di</strong>catore è una misura <strong>di</strong> qualcosa che permette <strong>di</strong> capire, in relazione ad uncerto obbiettivo, “a che punto si è” oppure “quanto si è <strong>di</strong>stanti da”. A partire dalleSPIN-ECO


Sostenibilità in agricoltura147ipotesi sulle quali l'in<strong>di</strong>catore stesso è stato costruito, esso è una misura che funge da"sintomo" o "in<strong>di</strong>ce" dello stato <strong>di</strong> un sistema e che mostra quantitativamente e/oqualitativamente le con<strong>di</strong>zioni del sistema. In una società si eseguonoperio<strong>di</strong>camente misure cosiddette tra<strong>di</strong>zionali, riguardanti il progresso sociale,economico ed ambientale. Il tasso <strong>di</strong> <strong>di</strong>soccupazione, il Prodotto Interno Lordo, laretribuzione me<strong>di</strong>a, il consumo <strong>di</strong> risorse, sono solo alcuni dei molteplici esempi <strong>di</strong>in<strong>di</strong>catori tra<strong>di</strong>zionali. In<strong>di</strong>catori <strong>di</strong> tal genere misurano cambiamenti in un settoredella società come se esso fosse completamente in<strong>di</strong>pendente dagli altri,confermando, così, il prevalere <strong>di</strong> un approccio <strong>di</strong> natura riduzionista all'analisi <strong>di</strong>sistemi che, per la loro complessità, richiederebbero stu<strong>di</strong> ben <strong>di</strong>versi.Contrariamente a questo tipo <strong>di</strong> approccio, è implicito nel concetto <strong>di</strong>sostenibilità una visione integrata dei sistemi che tenga conto <strong>di</strong> tutte le suecomponenti e delle interazioni esistenti tra <strong>di</strong> esse. La sostenibilità richiede pertanto"strumenti <strong>di</strong> misura" che sintetizzino le connessioni tra il progresso economico,ambientale e sociale <strong>di</strong> una comunità. E’ possibile costruire una varietà pressochéinfinita <strong>di</strong> in<strong>di</strong>catori, in relazione a ciò che si vuole misurare, ed ognuno <strong>di</strong> questipossiederà caratteristiche proprie e ben definite. Tuttavia un buon in<strong>di</strong>catoredovrebbe possedere dei requisiti <strong>di</strong> base che lo caratterizzano. Un in<strong>di</strong>ce bencostruito dovrebbe essere una misurazione numerica e quantificabile e dovrebbeesprimere, in maniera quantitativa, la proprietà indagata del sistema che stiamostu<strong>di</strong>ando. Un in<strong>di</strong>catore dovrebbe inoltre essere comprensibile, cioè <strong>di</strong> facileinterpretazione anche per i non esperti, e verificabile, dando la possibilità <strong>di</strong> poterverificare le informazioni che esso fornisce. Un’altra sua caratteristica dovrebbeessere la riproducibilità e quin<strong>di</strong> l’essere basato su dati accessibili, infine deve esseresito-specifico, calibrato sul territorio sul quale si sta svolgendo l’analisi, in modo daconsiderare le varie interazioni tra i settori economico, sociale ed ambientale.Bisogna ricordare che l’uso <strong>di</strong> un singolo in<strong>di</strong>catore è spesso poco significativo, enormalmente ci si avvale <strong>di</strong> set <strong>di</strong> in<strong>di</strong>catori, anch’essi con caratteristiche proprie.Un set <strong>di</strong> in<strong>di</strong>catori scelto per rappresentare un dato sistema dovrebbe essere quin<strong>di</strong>nel contempo comprensivo e compatto, per poter raccogliere sinteticamente tutti gliaspetti rilevanti rappresentativi del nostro sistema. Gli in<strong>di</strong>catori <strong>di</strong> un setdovrebbero inoltre essere chiaramente definiti, riproducibili, non ambigui,comprensibili, pratici, e scelti in modo tale che, dalla loro lettura congiunta, si rendaSPIN-ECO


Sostenibilità in agricoltura148possibile dedurre il funzionamento e la sostenibilità degli attuali sviluppi e il loroconfronto con percorsi <strong>di</strong> sviluppo alternativi.1.5.1 Life Cycle Assessment (LCA)L’obiettivo fondamentale <strong>di</strong> una LCA consiste nell’imputare i consumi e leemissioni ottenuti nella fase <strong>di</strong> raccolta dati (Analisi <strong>di</strong> Inventario) a specifichecategorie <strong>di</strong> impatto riferibili ad effetti ambientali conosciuti, e nel quantificare, conopportuni meto<strong>di</strong> <strong>di</strong> caratterizzazione, l’entità del contributo complessivo che ilprocesso o il prodotto portano agli effetti considerati (Analisi degli Impatti). Laprocedura <strong>di</strong> uno stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> LCA è <strong>di</strong> tipo iterativo poiché ogni fase successiva puòmettere in evidenza criticità o semplici aspetti che necessitano <strong>di</strong> un ulterioreindagine. Via via che si approfon<strong>di</strong>sce l’analisi, nuovi dati potranno poi esseresostituiti aggiornando i vecchi o richiedendo la revisione dei calcoli stessi.Di seguito sono riportate nel dettaglio le <strong>di</strong>verse fasi <strong>di</strong> un’analisi del ciclo <strong>di</strong> vitaprecedentemente citate. Lo schema <strong>di</strong> riferimento <strong>di</strong> questo tipo <strong>di</strong> stu<strong>di</strong> èstandar<strong>di</strong>zzato nella norma ISO 14040.Fase 1: Goal Definition and ScopingDurante questa fase è necessario che vengano definite le finalità dello stu<strong>di</strong>o,l’unità funzionale e i confini del sistema stu<strong>di</strong>ato. In particolare l’unità funzionale èla misura della performance degli output funzionali del sistema <strong>di</strong> prodotto. Scopoprincipale dell’Unità Funzionale è fornire un riferimento a cui gli input e gli output <strong>di</strong>processo possano essere correlati.Fase 2: Life Cycle InventoryConsiste nella raccolta dei dati e nelle procedure <strong>di</strong> calcolo volte a quantificaregli input e gli output rilevanti <strong>di</strong> un sistema <strong>di</strong> prodotto. Si tratta <strong>di</strong> un processoiterativo, che si ripete in base alle ulteriori esigenze informative che si manifestanodurante la sua realizzazione. Il sistema in stu<strong>di</strong>o deve essere modellizzato come unasequenza complessa <strong>di</strong> operazioni unitarie che comunicano tra loro e con l’ambienteattraverso input ed output. È necessario procedere alla costruzione <strong>di</strong> un modellodella realtà, in grado <strong>di</strong> rappresentare nella maniera più fedele possibile tutti gliscambi tra le singole operazioni appartenenti alla catena produttiva effettiva.Fase 3: Life Cycle AssessmentSPIN-ECO


Sostenibilità in agricoltura149Consiste nella valutazione della significatività degli impatti ambientali potenziali,associati ai dati derivanti dalla fase <strong>di</strong> inventario. Il livello <strong>di</strong> dettaglio, la sceltadegli impatti da valutare e le metodologie <strong>di</strong> valutazione <strong>di</strong>pendono dagli obiettivi edalle finalità dello stu<strong>di</strong>o. Gli impatti ambientali vengono prima classificati, vengonocioè assegnate le aggregazioni iniziali <strong>di</strong> dati a categorie <strong>di</strong> impatto relativamenteomogenee; successivamente vengono assegnati dei pesi alle <strong>di</strong>verse categorie.Quest’ultima procedura viene effettuata al fine <strong>di</strong> permettere la comparazione degliimpatti potenziali <strong>di</strong> <strong>di</strong>versi prodotti. Le principali categorie <strong>di</strong> impatto ambientaleda tenere in considerazione riguardano l’utilizzo <strong>di</strong> risorse, la salute dell’uomo e leconseguenze ecologiche. Il primo approccio alla valutazione è <strong>di</strong> tipo generale eporterà semplicemente a collegare quantitativamente un processo produttivo condeterminate categorie <strong>di</strong> impatto; per una valutazione puntuale occorrerà procederesuccessivamente all’identificazione delle parti del sistema che danno maggioricontributi agli impatti in<strong>di</strong>viduati, nonché all’approfon<strong>di</strong>mento dello stu<strong>di</strong>o conl’ausilio <strong>di</strong> tecniche <strong>di</strong> controllo più sofisticate.Fase 4: Life Cycle InterpretationConsiste nell’interpretazione dei risultati delle fasi <strong>di</strong> inventario e <strong>di</strong> valutazionedegli impatti e nell’eventuale redazione <strong>di</strong> conclusioni e <strong>di</strong> raccomandazioni per ilmiglioramento della performance ambientale del sistema stu<strong>di</strong>ato.La LCA costituisce inoltre la base scientifica concreta a cui si appoggiano alcunitipi <strong>di</strong> Certificazione Ambientale tra le quali le più note sono senz’altro quelleregolate dagli standard ISO 14020, ed in particolare quella descritta dagli ISO 14023detta EPD (Environmental Product Declaration). Questo tipo <strong>di</strong> certificazioni nonidentificano in senso assoluto l’eccellenza ambientale dei prodotti, ma garantisconoche le informazioni contenute in una <strong>di</strong>chiarazione ambientale che accompagna ilprodotto, una sorta <strong>di</strong> carta <strong>di</strong> identità ambientale, corrispondano alla realtà (EPD).L’idea che sta alla base <strong>di</strong> questo tipo <strong>di</strong> certificazione è quella <strong>di</strong> avere il controllodell’intero ciclo <strong>di</strong> vita <strong>di</strong> un prodotto o servizio, in<strong>di</strong>viduando gli impatti ambientaliche esso genera in ogni fase.La <strong>di</strong>chiarazione EPD (Dichiarazione Ambientale <strong>di</strong> Prodotto) nasce per risponderealla crescente richiesta del mercato <strong>di</strong> informazioni circa le performance ambientali<strong>di</strong> prodotti e servizi al fine <strong>di</strong> aumentarne la visibilità e l’accettabilità sociale. Essaassicura obiettività, comparabilità e cre<strong>di</strong>bilità nella loro valutazione. Il cuore dellaSPIN-ECO


Sostenibilità in agricoltura150certificazione risiede nella tecnica seguita, la LCA (Analisi del Ciclo <strong>di</strong> Vita), le cuilinee guida sono dettate dalle norme ISO 14040, che consente, data la basescientifica su cui verte, <strong>di</strong> dare cre<strong>di</strong>bilità alle informazioni contenute nella EPD.Tutta la procedura atta a produrre la certificazione è sottoposta all’approvazione<strong>di</strong> un organismo accre<strong>di</strong>tato in<strong>di</strong>pendente ed è applicabile a qualunque prodotto.La <strong>di</strong>chiarazione EPD riporta le performance ambientali relative al prodotto o alservizio sottoposto ad indagine tramite la tecnica LCA, permette <strong>di</strong> chiarire alconsumatore le interazioni prodotto-ambiente, <strong>di</strong> evidenziare le caratteristicheambientali più significative, <strong>di</strong> quantificare i potenziali impatti ambientali associatial ciclo <strong>di</strong> vita del prodotto ed infine <strong>di</strong> proporre obiettivi <strong>di</strong> miglioramento delleperformance ambientali. Gli iter seguiti per la stesura della EPD consentono <strong>di</strong>rendere confrontabili EPD <strong>di</strong>verse e <strong>di</strong> poter comparare prestazioni ambientali <strong>di</strong>prodotti appartenenti allo stesso gruppo.1.5.2 EmergiaL’Emergia viene definita come l'energia solare necessaria, <strong>di</strong>rettamente oin<strong>di</strong>rettamente, per ottenere un certo bene o servizio.L’analisi emergetica (emergy evaluation) è una metodologia termo<strong>di</strong>namicaintrodotta negli anni ‘80 da H.T. Odum (Facoltà <strong>di</strong> Ingegneria Ambientaledell’Università della Florida, USA), capace <strong>di</strong> considerare sia gli aspetti economiciche ambientali <strong>di</strong> un certo sistema, uniformando tutti gli inputs, i flussi e gli outputs,al comune denominatore dell’energia solare, l’energia primaria che alimenta iprocessi che si verificano all’interno della biosfera.Ogni risorsa, il cui contenuto energetico è in<strong>di</strong>cato con la lettera E, utilizzata inun dato processo ha un suo costo ambientale che può essere espresso in termini <strong>di</strong>energia solare che è stata <strong>di</strong>rettamente o in<strong>di</strong>rettamente necessaria nel tempo perottenerla. Questo costo ambientale, <strong>di</strong>verso da risorsa a risorsa, è tecnicamentechiamato Transformity o Emergia specifica, in<strong>di</strong>cata con Tr.Se l’opportuno “costo ambientale” viene associato a ciascuna delle risorsenecessarie al processo considerato, otteniamo l’Emergia, in<strong>di</strong>cata con la lettera U, <strong>di</strong>quel processo. Nella pratica si tratta <strong>di</strong> sommare tra loro i prodotti tra ogni risorsaimpiegata ed il rispettivo costo ambientale:SPIN-ECO


Sostenibilità in agricoltura151U processo = (E 1 x Tr 1 ) + (E 2 x Tr 2 ) + … +(E n x Tr n )L’analisi emergetica, la cui unità <strong>di</strong> misura è il sej (Solar Equivalent Joule), vale a<strong>di</strong>re l’unità <strong>di</strong> energia solare equivalente, è stata introdotta per ottenere unostrumento capace <strong>di</strong> assegnare un valore “ambientale” a ogni risorsa nel modo piùcoerente possibile con i processi reali che stanno alla base dei sistemi antropici enaturali. Tale analisi si rivela interessante e in<strong>di</strong>spensabile in quanto introducefattori qualitativi e quantitativi atti a valutare il valore “reale” <strong>di</strong> ogni risorsanaturale partendo dal presupposto che tutto ha un contenuto energetico e che tuttorichiede dei flussi <strong>di</strong> energia e <strong>di</strong> materia per essere prodotto.Le risorse che alimentano un sistema vengono convenzionalmente classificate inmacroaggregati a seconda della loro provenienza e rinnovabilità. Pertanto, le risorselocali (L), quelle che derivano fisicamente dal sistema in esame, si <strong>di</strong>stinguono daquelle importate (F), quelle, cioè, che provengono da altri ecosistemi attraverso icanali commerciali; queste ultime, in particolare, si <strong>di</strong>stinguono in beni e servizi (F1)e fonti energetiche (F2). Tra le risorse locali, si in<strong>di</strong>viduano due sottoclassi: le risorserinnovabili (R) e quelle non rinnovabili (N).In questo quadro viene proposta una breve carrellata degli in<strong>di</strong>ci <strong>di</strong> cuisolitamente si fa uso in materia <strong>di</strong> analisi emergetica.1. RAPPORTO DI IMPATTO AMBIENTALE [ELR=(N+F)/R]: è dato dal rapporto fra le risorsenon rinnovabili (a prescindere dalla provenienza) e quelle rinnovabili. Un elevato valore<strong>di</strong> questo in<strong>di</strong>ce, spesso attribuibile ad un elevato livello tecnologico nell’utilizzo dellerisorse, suggerisce l’esistenza <strong>di</strong> un notevole stress per l’ambiente poiché i cicliambientali locali sono sovraccarichi.2. DENSITÀ DI FLUSSO DI EMERGIA - Empower Density - (ED=U/AREA): è una misura dellaconcentrazione spaziale <strong>di</strong> emergia all’interno del territorio. Generalmente, un altovalore <strong>di</strong> questo in<strong>di</strong>ce suggerisce che la <strong>di</strong>sponibilità <strong>di</strong> territorio possa essere un fattorelimitante per la crescita economica futura del sistema, anche se non impe<strong>di</strong>sce losviluppo che invece deriva da un miglior uso delle risorse <strong>di</strong>sponibili.3. RAPPORTO DI INVESTIMENTO EMERGETICO [EIR=F/(R+N)]: è dato dal rapporto tra lerisorse provenienti dall’esterno del sistema e la totalità delle risorse locali, siarinnovabili che non rinnovabili. L’in<strong>di</strong>ce quantifica l’investimento dal sistema economicoSPIN-ECO


Sostenibilità in agricoltura152necessario per lo sfruttamento <strong>di</strong> una risorsa locale e rappresenta il grado <strong>di</strong> <strong>di</strong>pendenzadel sistema da altri sistemi o ecosistemi.1.6 Descrizione dei sistemi agricoliI sistemi oggetto <strong>di</strong> analisi sono due aziende agricole vitivinicole: una biologicanella zona del Chianti nel Comune <strong>di</strong> Castelnuovo Berardenga ed un’altra semiindustrialenel Comune <strong>di</strong> Montepulciano. Entrambe producono vino ma applicanodue meto<strong>di</strong> produttivi molto <strong>di</strong>versi.L’Azienda a conduzione Biologica si estende per circa 63 ha <strong>di</strong> cui 10 destinatialla produzione <strong>di</strong> vino biologico, e gli altri sud<strong>di</strong>visi tra colture <strong>di</strong> olivo egraminacee. La varietà <strong>di</strong> vitigno impiantato è il Sangiovese con una densità <strong>di</strong>impianto <strong>di</strong> 4200 piante per ettaro. Ogni vigneto ha una vita me<strong>di</strong>a <strong>di</strong> 30 anni. Laproduttività piena viene raggiunta al 4° anno. La resa me<strong>di</strong>a <strong>di</strong> ogni ettaro è <strong>di</strong> circa50 quintali <strong>di</strong> uva ogni anno. La posa delle barbatelle viene fatta a mano come lamaggior parte delle operazioni che si svolgono in Azienda. I macchinari possedutidall’azienda sono relativi alle operazioni <strong>di</strong> gestione or<strong>di</strong>naria del vigneto (aratura,<strong>di</strong>stribuzione dei fitofarmaci, <strong>di</strong>stribuzione del letame...), la fase <strong>di</strong> impianto èaffidata a <strong>di</strong>tte esterne data la particolarità dei macchinari utilizzati. Lamanutenzione dei macchinari viene svolta nelle officine interne. L’azienda non siavvale della collaborazione <strong>di</strong> operai fissi, solo nelle fasi più onerose dellaproduzione (es.vendemmia) ai proprietari si affiancano alcuni lavoratori avventizi.L’Azienda imposta le proprie pratiche produttive seguendo le regole imposte dal<strong>di</strong>sciplinare delle produzioni biologiche e fa ricorso a fertilizzazioni <strong>di</strong> tipo naturale(letame, interramento delle potature,..) e a sistemi antiparassitari “tra<strong>di</strong>zionali”che integrano l’uso <strong>di</strong> semplici prodotti chimici naturali con pratiche agricolemirate, in linea con la propria impostazione produttiva.L’ Azienda a conduzione semi-industriale ha una superficie <strong>di</strong> circa 200 ha,sud<strong>di</strong>visa tra varie colture: ai 120 ettari destinati alla produzione <strong>di</strong> uva si affiancano50 ettari <strong>di</strong> terreni seminativi e circa 30 ettari <strong>di</strong> boschi e oliveti.I vitigni coltivati sono costituiti per la maggior parte da Sangiovese al quale siaffiancano, ma in misura minore il Prugnolo gentile, il Canaiolo, il Mammolo e ilCabernet. La densità <strong>di</strong> impianto è <strong>di</strong> circa 6000 ceppi ad ettaro sud<strong>di</strong>visi,SPIN-ECO


Sostenibilità in agricoltura153normalmente, in 24 filari da 250 barbatelle l’uno. Ogni anno vengono reimpiantaticirca 4 ettari <strong>di</strong> vigneti ognuno dei quali ha una vita me<strong>di</strong>a <strong>di</strong> 30 anni. Laproduttività piena viene raggiunta soltanto il 4° anno. La resa me<strong>di</strong>a <strong>di</strong> ogni ettaro è<strong>di</strong> circa 62,5 quintali <strong>di</strong> uva ogni anno. È da notare che solo il 50% dell’uva vieneritenuta adatta per la produzione <strong>di</strong> vino; il resto viene raccolta per altri scopi.Quasi tutto il parco macchine necessario alla produzione è <strong>di</strong> proprietàdell’Azienda; il lavoro viene affidato a terze parti solo per quello che concernealcune delle operazioni <strong>di</strong> impianto, quali lo scasso del terreno, la messa in attodelle barbatelle e la stesura dei fili necessari per il sostegno delle viti stesse,operazioni per le quali sono necessarie macchinari tecnologicamente molto avanzatiche, per il loro uso saltuario, il loro alto costo e la manodopera specialistica <strong>di</strong> cuihanno bisogno, sarebbero <strong>di</strong>fficilmente ammortizzabili da un azienda <strong>di</strong> questo tipo;tuttavia l’azienda, data la sua estensione, ha un vasto parco macchine. Lamanutenzione dell’intero parco macchine è affidata ad officine esterne. Il lavoroaziendale viene svolto da 40 operai, 15 fissi ed i restanti a tempo determinato, aiquali si affiancano altri 40 operai avventizi per il periodo della vendemmia.L’azienda usa pratiche <strong>di</strong> <strong>di</strong>fesa dagli agenti patogeni e <strong>di</strong> fertilizzazione or<strong>di</strong>narieper un tipo <strong>di</strong> produzione semi-industriale. E´importante sottolineare comeentrambe le strategie messe in atto dalle aziende siano estremamente <strong>di</strong>pendenti dafattori climatici che spesso possono influenzare in maniera molto evidente sia lepratiche produttive adottate che i risultato ottenuti, in termini <strong>di</strong> rese e risorseimpiegate nella produzione. Particolarmente sensibile a queste variazioni èl´Azienda a conduzione Biologica che segue maggiormente l’evolversi degli eventinaturali e risente quin<strong>di</strong> <strong>di</strong> produzioni piú altalenanti rispetto a quella semiindustrialeper la quale l´utilizzo <strong>di</strong> input a maggiore contenuto tecnologico crea unasorta <strong>di</strong> “effetto tampone”. Gli input che alimentano il sistema sono elencati nelletabelle. L’analisi è stata condotta per una tonnellata <strong>di</strong> prodotto finito relativo adun anno solare (per evitare le oscillazioni stagionali dei parametri considerati). Comeprodotto finito verrà considerato il vino non imbottigliato. Il paragone verrà fatto fradue vini della stessa qualità sia in termini organolettici sia in termini commerciali.SPIN-ECO


Sostenibilità in agricoltura1541.7 I risultati dell’analisiLCAIn figura 1.1 sono schematizzati i cicli produttivi dell’Azienda Biologica e semiindustriale.Per entrambi i processi produttivi è stato realizzato uno schema <strong>di</strong> basecomune che consta <strong>di</strong> 3 fasi: la fase <strong>di</strong> impianto, quella produttiva e quella <strong>di</strong>cantina. La fase <strong>di</strong> impianto è la prima ad essere messa in atto, in questa fase ilterreno incolto viene preparato per la messa in opera del vigneto. Si effettuanolavorazioni che migliorano la struttura e le caratteristiche chimico-fisiche delterreno, si pre<strong>di</strong>spongono i supporti per le viti (pali e fili <strong>di</strong> acciaio) e vengonopiantate le barbatelle. Sempre in questa può essere effettuata un fertilizzazione “<strong>di</strong>fondo”. La seconda fase considerata è quella produttiva. Le lavorazioni effettuatenel vigneto, che è ormai in produzione, segue una routine che si adatta allecon<strong>di</strong>zioni ambientali del momento ma che consta sempre <strong>di</strong> step <strong>di</strong> base fissi.Questa fase comprende tutti gli step necessari per produrre uva partendo da unvigneto in produzione. La terza fase descritta è quella <strong>di</strong> cantina, dove le uveprovenienti dalle vigne vengono fatte fermentare e vengono lavorate fino allatrasformazione in vino pronto per il confezionamento e la ven<strong>di</strong>ta. Per ogni fasevengono riportati gli input necessari e le relative emissioni. La stima delle emissioniè stata effettuata utilizzando database specifici per analisi <strong>di</strong> tipo LCA e tiene contodel possibile riciclaggio <strong>di</strong> alcuni input che non si esauriscono nel processo produttivo(SimaPro 6 software). Per le emissioni relative ai consumi elettrici viene preso inconsiderazione il mix energetico nazionale italiano. L’azienda a conduzione biologicanon effettua alcuna fertilizzazione <strong>di</strong> fondo a <strong>di</strong>fferenza <strong>di</strong> quella a conduzionesemi-industriale, cercando <strong>di</strong> apportare nutrienti al terreno solo con le praticheagronomiche che mette in atto. L’uso <strong>di</strong> questa serie <strong>di</strong> pratiche fa si che si abbia ungrosso risparmio energetico che si ripercuote in maniera positiva sulle emissioni inuscita. La fase <strong>di</strong> impianto mostra come il fabbisogno in materiali sia maggiorenell’azienda che attua una gestione <strong>di</strong> tipo semi-industriale rispetto a quellabiologica.Nonostante in questa fase entrambe le aziende si affi<strong>di</strong>no a <strong>di</strong>tte esterne, inquella semi-industriale si verificano consumi doppi per quello che riguarda icombustibili, e ad<strong>di</strong>rittura sei volte maggiori per quel che riguarda il consumo <strong>di</strong>SPIN-ECO


Sostenibilità in agricoltura155acciaio. L’impiego <strong>di</strong> materiali in questa particolare fase è strettamente <strong>di</strong>pendentedalla forma <strong>di</strong> allevamento della vite che si è scelto e dalle caratteristiche delterreno. L’azienda biologica si estende su una porzione <strong>di</strong> terreno più sciolto (conuna frazione scheletrica e sabbiosa più alta), e questo implica l’uso <strong>di</strong> macchinarimeno intrusivi e <strong>di</strong> potenza inferiore; tuttavia una frazione della maggiore spesaaddebitata all’azienda con conduzione semi-industriale è da ricondurre alla maggioremeticolosità con cui essa mette in atto il vigneto, potendo <strong>di</strong>sporre <strong>di</strong> capitali moltomaggiori. Per quel che riguarda la fase produttiva del vigneto anche in questo casola prima <strong>di</strong>fferenza evidente è l’uso <strong>di</strong> fertilizzanti chimici da parte dell’azienda aconduzione semi-industriale. L’azienda a conduzione biologica utilizza solo concimeorganico proveniente dagli allevamenti limitrofi per cui ha addebitati solo i consumirelativi al trasporto e alla <strong>di</strong>stribuzione dell’ammendante contrariamente a quellasemi-industriale che, oltre a questi ultimi, ha addebitati anche quelli relativi allaproduzione del concime chimico. Il maggiore consumo in acciaio <strong>di</strong>pende dallaquantità <strong>di</strong> lavorazioni che l’azienda semi-industriale attua, molte <strong>di</strong> più rispetto aquella biologica. La quantità <strong>di</strong> lavorazioni è talmente più alta che i consumi <strong>di</strong>carburante risultano, nella produzione <strong>di</strong> tipo biologico, 2.5 volte inferiorinonostante il parco macchine <strong>di</strong> quest’ultima Azienda sia notevolmente più vecchiorispetto alla semi-industriale e quin<strong>di</strong> meno efficiente nell’usare il combustibile.L’azienda biologica utilizza soltanto fitofarmaci tra<strong>di</strong>zionali (solfato <strong>di</strong> rame,zolfo,ecc.) che per la loro azione meno efficace ed invasiva devono essere <strong>di</strong>stribuitiin quantità maggiore nel vigneto. L’azienda semi-industriale utilizza principi attivi <strong>di</strong>sintesi che risultano efficaci a dosi molto ridotte ma che però richiedono quantitativi<strong>di</strong> energia molto più elevati per la loro produzione essendo le molecole che licostituiscono molto più complesse.SPIN-ECO


Sostenibilità in agricoltura 156Figura 1.1 Analisi del Ciclo <strong>di</strong> Vita per l’Azienda Semi-industriale (a) e per l’Azienda Biologica (b)SPIN-ECO


Sostenibilità in agricoltura157I consumi <strong>di</strong> acciaio relativi alla fase <strong>di</strong> cantina sono equiparabili dato cheambedue le aziende utilizzano macchinari simili, in numero più o meno ampiorelativamente alla loro produzione annua. Una grande <strong>di</strong>fferenza si riscontra inveceper quel che riguarda i consumi elettrici. L’Azienda agricola a conduzione semiindustrialesi avvale <strong>di</strong> strutture nuove, con impianti moderni e in perfettaefficienza. Quella a conduzione biologica utilizza strutture ricavate da antichicasolari, che pur essendo state ristrutturate e ammodernate non raggiungono i livelli<strong>di</strong> efficienza delle nuove. Questo pesa in maniera decisa sui consumi elettrici.Per quello che riguarda l’uso <strong>di</strong> prodotti chimici all’interno della cantinal’azienda biologica ne fa un uso minimo coerentemente con il proprio or<strong>di</strong>namento,al semi-industriale ne usa un quantitativo relativamente alto ma che data lasemplicità dei suoi costituenti non provoca <strong>di</strong>fferenze sostanziali nelle emissioni. Leemissioni totali legate all’intero processo produttivo presentano dei valori due o trevolte più elevati per l’azienda semi-industriale rispetto a quella organica a<strong>di</strong>mostrazione del fatto che esiste una <strong>di</strong>fferenza rilevante nel processo produttivodelle due aziende.EMERGIACome si può vedere dalla figura 1.1, i due sistemi <strong>di</strong> produzione presentano<strong>di</strong>versi flussi energetici in entrata con<strong>di</strong>zionati dal metodo <strong>di</strong> produzione scelto dallesingole aziende.Le tabelle 1.1 e 1.2 riassumono i flussi emergetici dell’intero ciclo <strong>di</strong> produzionedelle due aziende. Queste due tabelle descrivono i flussi emergetici che alimentano idue sistemi oggetto <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o. Oltre agli input che sono considerati anche dall’LCA(in corsivo nelle tabelle), vengono contabilizzati altri input. Fra questi ci sono i flussi<strong>di</strong> beni e servizi ambientali rinnovabili e non rinnovabili (tabelle 1.1 e 1.2 note 1-5).L’erosione del suolo emerge come prima <strong>di</strong>fferenza dei flussi <strong>di</strong> energia dallacomparazione <strong>di</strong> queste due produzioni vitivinicole. L’agricoltura biologica prevedeun uso meno intensivo dei suoli. Infatti, la densità delle viti è inferiore nell’aziendabiologica rispetto a quella semi-industriale. Questo comporta un erosione del suoloinferiore (tabelle 1.1 e 1.2, nota 5). Inoltre, attraverso l’applicazione <strong>di</strong> pratiche <strong>di</strong>coltivazioni che escludono del tutto o riducono il ricorso a sostanze chimiche <strong>di</strong>sintesi (sia fertilizzanti sia pestici<strong>di</strong>), è possibile ridurre ulteriormente l’erosione delSPIN-ECO


Sostenibilità in agricoltura158suolo. L’alto valore <strong>di</strong> erosione del suolo per l’azienda gestita con metodo semiindustrialeriflette il contributo ambientale non rinnovabile messo in risalto dallametodologia emergetica. Nell’azienda agricola biologica non vengono utilizzatifertilizzanti <strong>di</strong> origine chimica. (tabella 1.1, note 6-8). Essa valorizza il ruolocentrale del terreno e della sua fertilità nell’attività produttiva. Nel sistema agricolobiologico viene impiegata una maggiore manodopera (tabella 1.1, nota 10); percontro esiste un maggiore <strong>di</strong>spen<strong>di</strong>o <strong>di</strong> macchinari agricoli e carburanti per l’aziendaagricola semi-industriale (tabella 1.2, note 9-11).Il metodo biologico utilizza solo prodotti <strong>di</strong> origine naturale per la lottaantiparassitaria (sostanze minerali) evitando l’impoverimento del terreno (tabella1.1, nota 15). In altre parole, controlla le infestanti e i parassiti me<strong>di</strong>ante l’impiego<strong>di</strong> opportuni meto<strong>di</strong> colturali e <strong>di</strong> sostanze a basso impatto ambientale. Al contrariol’azienda semi-industriale fa uso <strong>di</strong> sostanze chimiche <strong>di</strong> sintesi; la maggior partedelle sostanze chimiche utilizzate come pestici<strong>di</strong> è tossica e i principali argomenti asfavore sono il fattore <strong>di</strong> rischio per la salute e il pericolo <strong>di</strong> inquinamentoambientale (tabella 1.1, nota 15). La <strong>di</strong>versa origine chimica degli input alla vocePestici<strong>di</strong> delle due aziende agricole ci ha portato verso la scelta <strong>di</strong> una <strong>di</strong>versaspecific Emergy: 1,85x10 9 sej/g (Odum, 1996) per l’azienda biologica; 2,49x10 10sej/g (Brandt-Williams, 2002) 4 per l’azienda semi-industriale.In questa azienda si impiegano sostanze che agiscono positivamente sul bilanciodella sostanza organica del suolo. L’azienda biologica utilizza una cospicua quantità<strong>di</strong> concime organico che equivale a 4,26x10 11 sej·t -1·anno -1 .Nell’analisi emergetica il 29% del concime organico investito in una produzioneagricola viene valutato come rinnovabile (Panzieri et al.,2002). Inoltre l’uso <strong>di</strong>concimi <strong>di</strong> natura organica rispetto all’uso <strong>di</strong> fertilizzanti chimici comporta unminore <strong>di</strong>spen<strong>di</strong>o emergetico. Il valore dell emergia specifica del concime organico è<strong>di</strong> gran lunga inferiore rispetto a quelli <strong>di</strong> sintesi.4 La Transformity dei pestici<strong>di</strong> usata in Emergy of Florida Agriculture (Folio #4) è 1,48 x10 10 sej/g(Brown and Ar<strong>di</strong>ng, 1991); noi abbiamo corretto questa Transformity con il fattore 1,68 (Odum et al.,2000).SPIN-ECO


Sostenibilità in agricoltura159Tabella 1.1 Input e analisi emergetica dell’azienda biologicaAzienda biologicavoce unità inputs (t -1 · anno -1 ) Transformity (sej/unità) Emergia (sej · t -1 · anno -1 ) Rif.INPUT RINNOVABILI1 energia solare J 9,18E+12 1,00E+00 9,18E+12 (Odum, 2000)2 pioggia g 1,19E+09 1,51E+05 1,79E+14 (Odum, 2000)3 vento J 1,76E+10 2,52E+03 4,45E+13 (Odum, 2000)4 calore geotermico J 6,30E+09 4,28E+03 2,70E+13 (Odum, 2000)INPUT NON RINNOVABILI5 erosione del suolo J 1,36E+08 1,24E+05 1,69E+13 (Odum, 2000)INPUT IMPORTATI6 fertilizzanti azotati g 0,00E+00 2,41E+10 0,00E+00 (Brandt-Williams, 2002)7 fertilizzanti fosfatici g 0,00E+00 2,02E+10 0,00E+00 (Brandt-Williams, 2002)8 fertilizzanti potassici g 0,00E+00 1,74E+09 0,00E+00 (Brandt-Williams, 2002)9 combustibili J 1,35E+09 6,60E+04 8,89E+13 (Odum, 1996)10 lavoro umano J 3,75E+07 1,24E+07 4,65E+14 (Brandt-Williams, 2002)11 acciaio g 1,27E+04 1,13E+10 1,43E+14 (Brandt-Williams, 2002)12 ferro g 3,20E+03 4,44E+09 1,42E+13 (Brandt-Williams, 2002)13 cemento g 1,02E+04 7,48E+08 7,63E+12 (Brandt-Williams, 2002)14 legno g 1,07E+05 6,79E+08 7,24E+13 (Brandt-Williams, 2002)15 pestici<strong>di</strong> g 1,64E+04 1,85E+09 3,03E+13 (Odum, 1996)16 concime organico g 2,00E+05 2,13E+08 4,26E+13 (Bastianoni et al., 2001)17 acqua g 2,24E+07 1,25E+06 2,80E+13 (Brandt-Williams, 2002)18 elettricitò J 7,62E+07 2,00E+05 1,52E+13 (Brandt-Williams, 2002)19 prodotti chimici g 1,00E+01 3,80E+08 3,80E+09 (Brandt-Williams, 2002)output Transformity (sej · t -1 )20 vino 1,13E+15 1,13E+151SPIN-ECO


Sostenibilità in agricoltura160Azienda semi-industrialevoce unità inputs (t -1 · anno -1 ) Transformity (sej/unità) Emergia (sej · t -1 · anno -1 ) Rif.INPUT RINNOVABILI1 energia solare J 1,10E+13 1,00E+00 1,10E+13 (Odum, 2000)2 pioggia g 1,42E+09 1,51E+05 2,15E+14 (Odum, 2000)3 vento J 2,12E+10 2,52E+03 5,33E+13 (Odum, 2000)4 calore geotermico J 7,56E+09 4,28E+03 3,24E+13 (Odum, 2000)INPUT NON RINNOVABILI5 erosione del suolo J 1,63E+08 1,24E+05 2,03E+13 (Odum, 2000)INPUT IMPORTATI6 fertilizzanti azotati g 1,84E+04 2,41E+10 4,44E+14 (Brandt-Williams, 2002)7 fertilizzanti fosfatici g 1,84E+04 2,02E+10 3,72E+14 (Brandt-Williams, 2002)8 fertilizzanti potassici g 1,84E+04 1,74E+09 3,20E+13 (Brandt-Williams, 2002)9 combustibili J 4,07E+09 6,60E+04 2,68E+14 (Odum, 1996)10 lavoro umano J 3,08E+07 1,24E+07 3,82E+14 (Brandt-Williams, 2002)11 acciaio g 1,75E+04 1,13E+10 1,98E+14 (Brandt-Williams, 2002)12 ferro g 0,00E+00 4,44E+09 0,00E+00 (Brandt-Williams, 2002)13 cemento g 0,00E+00 7,48E+08 0,00E+00 (Brandt-Williams, 2002)14 legno g 2,57E+05 6,79E+08 1,75E+14 (Brandt-Williams, 2002)15 pestici<strong>di</strong> g 4,77E+03 2,49E+10 1,19E+14 (Brandt-Williams, 2002)16 concime organico g 0,00E+00 2,13E+08 0,00E+00 (Bastianoni et al., 2001)17 acqua g 1,20E+05 1,25E+06 1,50E+11 (Brandt-Williams, 2002)18 elettricitò J 3,96E+07 2,00E+05 7,92E+12 (Brandt-Williams, 2002)19 prodotti chimici g 2,61E+02 3,80E+08 9,90E+10 (Brandt-Williams, 2002)output Transformity (sej · t -1 )20 vino 2,27E+15 2,27E+15Transformity (sej · J -1 )8,58E+11*in corsivo gli inputs contabilizzati sia dall'LCA che dall'EmergySPIN-ECO


Sostenibilità in agricoltura161Tabella 1.3 Flussi emergetici delle aziende agricoleRISORSE RINNOVABILIRISORSE NON RINNOVABILIINPUT IMPORTATIEMERGIA TOTALEEMERGIA (sej · t -1· anno -1 )azienda biologica azienda semi-industriale2,65E+14 23,47% 2,85E+14 12,60%1,69E+13 1,49% 2,03E+13 0,89%8,49E+14 75,04% 1,96E+15 86,50%1,13E+152,27E+15La tabella 1.3 riassume i macroflussi emergetici in termini assoluti ed inpercentuale.Azienda biologica %Risorse rinnovabili23%Risorse Non rinnovabili1%Input Importati76%Figura 1.2 Flussi emergetici (%) per l’azienda biologicaAzienda semi-industriale %Risorse rinnovabili12%Risorse Non rinnovabili1%Input Importati87%Figura 1.3 Flussi emergetici (%) per l’azienda semi-industrialeSPIN-ECO


Sostenibilità in agricoltura162Le figure 1.2 e 1.3 riassumono i medesimi flussi in percentuale sul valore totale.Il costo ambientale, ovvero l’emergia, per unità <strong>di</strong> peso <strong>di</strong> vino nell’aziendasemi-industriale è maggiore rispetto a quella biologica: la transformity del vinoproveniente da uva biologica ha un valore che è circa la metà rispetto a quella delvino prodotto con metodo semi-industriale. Quin<strong>di</strong>, siccome siamo <strong>di</strong> fronte aprodotti dello stesso tipo e qualità, si può evidenziare la maggiore efficienza nellaproduzione <strong>di</strong> vino dell’azienda biologica. È da notare che l’azienda semi-industrialerisente del fatto <strong>di</strong> selezionare solo i grappoli migliori per la produzione <strong>di</strong> vino,utilizzando solo il 50% dell’uva <strong>di</strong>sponibile.L’alto valore <strong>di</strong> ELR dell’azienda semi-industriale evidenzia una sproporzione tral’uso <strong>di</strong> risorse non rinnovabili e quello <strong>di</strong> risorse rinnovabili: le prime sono circa 7volte più gran<strong>di</strong> delle seconde, mentre per l’azienda biologica solo 3 volte.Tabella 1.4 In<strong>di</strong>catori emergeticiVINO azienda biologica azienda semi-industrialeTransformity 1,13E+15 2,27E+15Rapporto <strong>di</strong> Investimento emergetico 3,01 6,41Rapporto <strong>di</strong> Impatto ambientale 3,26 6,93Densità emergetica 3,96E+16 9,91E+16Un processo produttivo con il più basso contenuto emergetico (azienda biologica)è in<strong>di</strong>ce <strong>di</strong> maggiore efficienza. Questa affermazione è avvalorata dall’in<strong>di</strong>ce <strong>di</strong>densità emergetica. Questo in<strong>di</strong>ce è maggiore per l’azienda semi-industriale (tabella1.4).Il flusso emergetico che descrive gli input importati dall’economia chealimentano il sistema dall’esterno sono maggiori per l’azienda semi-industriale.Quest’ultima necessita <strong>di</strong> una quantità più che doppia <strong>di</strong> investimento in beni <strong>di</strong>mercato (misurati in emergy) per lo sfruttamento <strong>di</strong> ogni unità <strong>di</strong> risorsa ambientalelocale ed ha quin<strong>di</strong> un maggiore grado <strong>di</strong> <strong>di</strong>pendenza da altri sistemi più o menoremoti (figure 1.4 e 1.5).SPIN-ECO


Sostenibilità in agricoltura1635,10E+144,60E+144,10E+143,60E+143,10E+142,60E+142,10E+141,60E+14seJ · t -1 ·anno -11,10E+146,00E+131,00E+13fertilizzanti azotatifertilizzantifosfaticifertilizzantipotassicicombustibililavoro umanoacciaioferrocementolegnopestici<strong>di</strong>concime organicoacquaelettricitòprodotti chimiciAzienda biologicaINPUT IMPORTATIFigura 1.4 Flussi emergetici degli input importati per l’azienda biologicaSPIN-ECO


Sostenibilità in agricoltura1645,00E+144,50E+144,00E+143,50E+143,00E+142,50E+142,00E+14-1sej·t-1·anno1,50E+141,00E+14fertilizzanti azotatifertilizzantifosfaticifertilizzantipotassicicombustibililavoro umanoacciaioferrocementolegnopestici<strong>di</strong>concime organicoacquaelettricitòprodotti chimiciAzienda semi-industrialeINPUT IMPORTATIFigura 1.5 Flussi emergetici degli input importati per l’azienda semi-industrialeSPIN-ECO


Sostenibilità in agricoltura165Attraverso l’analisi Emergetica abbiamo visto come, nel sistema agricolo semiindustrialela regolazione o l’alterazione dell’agroecosistema per fini produttiviviene fatta aumentando le entrate energetiche <strong>di</strong> beni e servizi provenientidall’esterno. Gli in<strong>di</strong>ci emergetici suggeriscono la maggiore sostenibilità dell’aziendaagricola biologica. L’analisi emergetica quin<strong>di</strong> mostra la primaria importanza cheriveste l’azienda biologica nel contesto agricolo o<strong>di</strong>erno. L’emergy dovrebbe essereintrodotta con lo scopo <strong>di</strong> migliorare la comprensione della <strong>di</strong>pendenza dalle risorserinnovabili e non rinnovabili da parte dei sistemi agricoli.I meto<strong>di</strong> <strong>di</strong> valutazione che non sono in grado <strong>di</strong> dare queste prezioseinformazioni, sia per quanto riguarda i flussi energetici ambientali sia per quelliafferenti dai mercati esterni, e che non considerano la qualità dell’energia,dovrebbero essere integrati con altri meto<strong>di</strong>. L’azienda agricola con la maggiore<strong>di</strong>pendenza dal flusso <strong>di</strong> risorse non rinnovabili (N+F), genera impatti negativi sia perle attività umane, sia per l’ambiente.L’aumento della produttività in agricoltura è <strong>di</strong>peso dall’aumento degli inputenergetici non rinnovabili (combustibili fossili, fertilizzanti, etc.). L’uso deimacchinari agricoli è una dei fattori principali. Più macchine, fertilizzanti e pestici<strong>di</strong>sono stati usati per aumentare l’output delle aziende agricole. La transizione versoun’agricoltura che sappia ottimizzare l’investimento energetico nel processoproduttivo, computando anche gli impatti che da esso derivano, dovrà svincolarsidalle risorse non rinnovabili. Le colture dovranno essere organizzate in modo dafavorire la loro rotazione in modo da generare output utili, mantenendo nelcontempo la fertilità del suolo. In questo senso, l’analisi emergetica risulta utileperché ha l’abilità <strong>di</strong> mettere in luce la <strong>di</strong>fferente qualità delle risorse chealimentano un sistema, partendo dalla valutazione della loro <strong>di</strong>fferente posizionenella gerarchia energetica. Questa caratteristica fornisce ulteriori spunti per capirela <strong>di</strong>pendenza del sistema dai beni e servizi ambientali forniti gratuitamente dallanatura.SPIN-ECO


Sostenibilità in agricoltura1661.8 ConclusioniL´analisi dei sistemi produttivi agroalimentari è fondamentale (in unaprospettiva <strong>di</strong> sostenibilità ambientale) dato che questi sistemi rappresentano labase del nostro sostentamento e che la popolazione, già elevata, è destinata infuturo a crescere ulteriormente producendo impatti ambientali sempre maggiori. Nelcorso degli anni sono state messe appunto metodologie <strong>di</strong>verse per l´analisi dei varisistemi produttivi, ma tutte per la maggior parte sono state specificatamente ideateper lo stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> sistemi o solo industriali o solo ambientali.Il lavoro svolto evidenzia come la metodologia LCA sia un valido strumento <strong>di</strong>indagine anche per sistemi <strong>di</strong> tipo ambientale. L’impostazione che questo approccioha verso il trattamento dei dati e la loro <strong>di</strong>saggregazione rappresenta una solida base<strong>di</strong> partenza per la comprenzione del sistema produttivo e per la sua valutazioneanche con altri sistemi <strong>di</strong> analisi. La stima delle emissioni correlate ad una specificaunità funzionale consente, inoltre, <strong>di</strong> interpretare facilmente i risultati econfrontarli con quelli relativi a produzioni simili. L’analisi emergetica da’ unapanoramica piu ampia rispetto alla LCA perché inserisce il ciclo produttivo nelcontesto dove questo ha luogo e ne traccia le relazioni con l’ambiente. Tramite lacontabilizzazione dei servizi offerti dagli ecosistemi rende possibile stimare quantoun flusso appartenente al sistema in esame sia o meno rinnovabile, quanto sia<strong>di</strong>pendente da beni locali e quanto da beni importati. Va inoltre ricordato che lafunzione emergy non è funzione <strong>di</strong> stato e che quin<strong>di</strong> consente <strong>di</strong> compararel’efficienza e la rinnovabilità <strong>di</strong> <strong>di</strong>versi ecosistemi nel fornire uno stesso servizio o unprodotto.L’integrazione delle due metodologie nella valutazione dei sistemi agroalimentarisi è <strong>di</strong>mostrata molto utile ed ha fornito un ventaglio <strong>di</strong> informazioni <strong>di</strong>rettamenteutilizzabili molto più ampio rispetto al loro uso separato. Il fine che questo stu<strong>di</strong>o siproponeva, cioè <strong>di</strong> integrare <strong>di</strong>verse metodologie <strong>di</strong> valutazione <strong>di</strong> sistemiagroalimentari per favorirne una visione <strong>di</strong> insieme più ampia è stato raggiunto edevidenzia come l’approccio necessariamente multi<strong>di</strong>sciplinare verso problematichecomplesse <strong>di</strong> tipo ambientale non può che seguire la strada dell’integrazione tra levarie metodologie utili.SPIN-ECO


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Sostenibilità in agricoltura172Verschoor A.H., Reijnders L. 199<strong>9.</strong> Notes from the field: the use of Life Cyclemethods by seven major companies – Journal of Cleaner Production – vol. 7,1999, pp 375-382.Vitousek, P.M., Ehrlich, P.R., Ehrlich and Matson, P.A., 1986. Human appropriationof the products of photosynthesis. BioScience, 36: 368-373Zamagni, S., 1995, in Tiezzi (a cura <strong>di</strong>), Ecologia e…, La terza, BariZeijts van, H. 199<strong>9.</strong> Fitting fertilization in LCA: allocation to crops in a croppingplan. Journal of Clean Production, 7, 69-74.SPIN-ECO


Turismo sostenibile1732 Approfon<strong>di</strong>mento sulla sostenibilità del settore turistico attraversola teoria dei sistemi adattativi2.1 IntroduzioneIl settore turistico è un settore molto importante nella maggior parte dellenazioni del mondo. Esso influenza le vite della maggior parte della popolazionemon<strong>di</strong>ale, dando un impiego a circa l’8% della “forza lavoro” mon<strong>di</strong>ale econtribuendo per circa l’11% al PIL globale.Il turismo è stato a lungo considerato come uno strumento utile per lo sviluppo <strong>di</strong>ciascuna realtà territoriale, un motore della crescita economica, un fautore degliscambi con l’estero, un investimento per i piccoli proprietari terrieri ed un fenomenocapace <strong>di</strong> fornire numerosi posti <strong>di</strong> lavoro, sopratutto a livello locale . In qualchecaso il turismo risulta essere un importate promotore della tutela dell’ambiente edella conservazione della bio<strong>di</strong>versità.Tutte le più importanti organizzazioni intra-governative che si occupano <strong>di</strong>turismo (come ad esempio l’Organizzazione Mon<strong>di</strong>ale per il Turismo, le Nazioni Unite,il WWF, la Banca Mon<strong>di</strong>ale e l’Unione Europea) hanno collaborato per arrivare alladefinizione del termine “turismo sostenibile” anche se, ad oggi, il significato <strong>di</strong>questa espressione continua ad essere al centro <strong>di</strong> un acceso <strong>di</strong>battito.Ciò che è stato stabilito a parole, non ha ancora trovato il giusto riscontro nellapratica quoti<strong>di</strong>ana della gestione del settore turistico, infatti, nonostante il termine“sostenibilità forte” sia insito nella maggior parte della letteratura relativa alturismo sostenibile, un numero sempre maggiore <strong>di</strong> evidenze in<strong>di</strong>ca che la maggiorparte delle attività turistiche contribuisce in maniera non trascurabile alla pressioneantropica in atto sulla biosfera.Spesso infatti, il turismo determina cambiamenti nella copertura del suolo el’aumento dell’utilizzo <strong>di</strong> acqua ed energia contribuendo in maniera significativa aicambiamenti nei comparti biotici del nostro ecosistema, con problemi qualil’estinzione <strong>di</strong> numerose specie naturali ed il cambiamento della percezione umanadell’ambiente e della sua considerazione. A causa <strong>di</strong> tutto ciò, risultano essereSPIN-ECO


Turismo sostenibile174numerosi i dubbi sull’effettiva capacità del turismo <strong>di</strong> rapportarsi agli obbiettivi <strong>di</strong>sviluppo sostenibile che esso si propone.Nella letteratura inerente il turismo sostenibile, molte delle <strong>di</strong>scussioni relativealla giusta scala <strong>di</strong> questo settore economico, sono generalmente basate su <strong>di</strong> alcunevariazioni concettuali della carrying capacity locale, <strong>di</strong> norma definita come“l’ammontare <strong>di</strong> danni generati dal turismo che un determinato sito turistico è ingrado <strong>di</strong> sopportare ed assorbire senza determinare danni a lungo termine al sitostesso, e che può essere misurata attraverso un paragone con il numero massimo <strong>di</strong>turisti che occupano una certa area, al fine <strong>di</strong> determinare se, l’optimum sia statooltrepassato e se il sito venga sovrasfruttato”.In letteratura si ritrovano due strategie principali, utili per rientrare nei limitisopra citati: la strategia della concentrazione dell’impatto turistico in un ristrettonumero <strong>di</strong> siti altamente frequentati, in modo da garantire allo stesso tempo sia leentrate economiche che la salvaguar<strong>di</strong>a <strong>di</strong> numerose aree naturali e, la strategiadella <strong>di</strong>spersione dei turisti nel tempo e nello spazio, in modo che l’impattoambientale conseguente la presenza turistica sia il più “<strong>di</strong>luito” possibile.Le comunità interessate dalla presenza turistica desiderano sicuramenteespandere il più possibile il proprio settore turistico, ma sono prive <strong>di</strong> strumenti ingrado <strong>di</strong> valutare in maniera quantitativa i costi ambientali pubblici richiesti da taleespansione. Spesso lo sviluppo del settore turistico avviene in maniera estremamenterapida ed il conseguente “boom” economico determina l’aumento della popolazionelocale e porta ad un generale “stress” delle infrastrutture.Molte conseguenze secondarie e spesso inattese, sia in campo ambientale chesociale, possono eventualmente penetrare ogni aspetto <strong>di</strong> una qualsiasi comunitàinteressata dalla presenza turistica e questo avviene, in particolar modo, nellecomunità rurali, dove l’ambiente contribuisce spesso alla qualità della vita.È sempre più evidente il riconoscimento del fatto che le cause dei problemi localisiano da rintracciare a livello globale o nelle lente variazioni che si sono accumulatenei secoli.Tra gli strumenti utili per la gestione degli obbiettivi standard è possibile citare, ilimiti del cambiamento accettabile (dall’inglese Limits of Acceptable Change - LAC),la gestione dell’impatto dei turisti (Visitor Impact Management - VIM) e la protezioneSPIN-ECO


Turismo sostenibile175dell’esperienza dei turisti e delle risorse (Visitor Experience and Resource Protection- VERP), sebbene, come già evidenziato da Lawson e collaboratori, la gestioneadattativa del settore turistico (ed in generale <strong>di</strong> un sistema territoriale) tende arispondere agli stimoli della natura, con una scarsa politica <strong>di</strong> previsione futura eduna scarsa abilità <strong>di</strong> percepire gli impatti basilari o sistemici sul capitale naturale chesostiene il settore turistico.Un’attenzione minore è invece posta sulla produttività dell’economia delturismo, o del sistema turistico in sé o, sugli impatti ambientali in<strong>di</strong>retti. Vista lacrescente consapevolezza nei confronti dell’impatto generato dal turismo, glisviluppi in tutti i campi ad esso correlati suggeriscono che l’impatto ambientale delturismo potrebbe essere gestito in maniera olistica attraverso l’uso <strong>di</strong> specificiin<strong>di</strong>catori, capaci <strong>di</strong> identificare il sovraccarico in atto sul sistema, uniti assieme altentativo <strong>di</strong> integrare le <strong>di</strong>namiche dei cambiamenti spaziali, dal locale al regionaleed al globale, con i cambiamenti nelle <strong>di</strong>namiche temporali, dalla scala mensile aquella decennale. In altre parole, è sempre più evidente la necessità <strong>di</strong> esplorare lagestione ambientale del turismo con modelli globali, sistemici ed adattativi.La <strong>Provincia</strong> <strong>di</strong> <strong>Siena</strong>, situata nella parte meri<strong>di</strong>onale della Toscana, ècaratterizzata da un territorio tipicamente rurale; il sistema economico della<strong>Provincia</strong> <strong>di</strong> <strong>Siena</strong> si base principalmente sul settore dei servizi, sulle attivitàmanifatturiere, sull’agricoltura e su <strong>di</strong> un settore turistico <strong>di</strong>namico. Lo straor<strong>di</strong>nariopatrimonio culturale, artistico ed ambientale, rende la <strong>Provincia</strong> <strong>di</strong> <strong>Siena</strong> una metaturistica estremamente popolare sia per i turisti provenienti da ogni regionedell’Italia che per i turisti stranieri. Questa situazione è sottolineata dal numerodegli arrivi turistici annuali: nell’ultimo decennio si è passati infatti dai 924.137arrivi del 1991 ai 1.23<strong>9.</strong>743 del 2003. Le motivazioni principali che ogni annospingono una nutrita schiera <strong>di</strong> turisti a visitare le incantevoli località della <strong>Provincia</strong><strong>di</strong> <strong>Siena</strong> sono essenzialmente l’arte e la cultura (54%) e la presenza <strong>di</strong> importantilocalità termali (29%).Da una prima sommaria analisi dei movimenti turistici sul territorio provincialesenese, possiamo affermare che solo una cerchia limitata <strong>di</strong> località e citta<strong>di</strong>neestremamente popolari soffre, principalmente nei mesi primaverili ed estivi, <strong>di</strong> unaforte congestione e <strong>di</strong> un eccessivo affollamento (ad esempio, <strong>Siena</strong>, San GimignanoSPIN-ECO


Turismo sostenibile176e Chianciano Terme) mentre le altre località soffrono, al contrario, <strong>di</strong> una carenza <strong>di</strong>visitatori.L’Agenda 21 locale ha scelto <strong>di</strong> focalizzare l’attenzione su cinque principalifattori che sono stati in<strong>di</strong>viduati come i responsabili dell’insostenibilità del settoreturistico senese:Gli impatti <strong>di</strong>retti derivanti dalla presenza dei turisti (emissioni <strong>di</strong> gas serra,impatto sul paesaggio, <strong>di</strong>sturbo della privacy, etc) nelle aree particolarmenterinomate a livello internazionale;La mancanza <strong>di</strong> meccanismi <strong>di</strong> <strong>di</strong>versificazione dei prodotti del turismo o <strong>di</strong><strong>di</strong>stribuzione spaziale del fenomeno turistico;La pressione ambientale in atto su quelle aree particolarmente fragili dalpunto <strong>di</strong> vista ecologico;La mancanza <strong>di</strong> promozione e protezione del patrimonio storico-culturalelocale;La carenza <strong>di</strong> opportune certificazioni ambientali per il settore turistico.In definitiva, è possibile affermare che precise raccomandazioni politichedovrebbero essere intraprese a livello provinciale, soprattutto per quel che riguardal’offerta locale, attraverso la realizzazione <strong>di</strong> azioni volontarie e certificazioni, lapromozione dell’identità territoriale e delle ra<strong>di</strong>ci culturali dalle quali essa si origina,la realizzazione <strong>di</strong> un inventario culturale e <strong>di</strong> un piano ambientale strategico per laregolazione degli impatti.Pur riconoscendo la forte aspettativa della <strong>Provincia</strong> <strong>di</strong> <strong>Siena</strong> nei confronti dellacrescita del turismo, i pianificatori provinciali hanno però espresso la loropreoccupazione nei confronti del trend attuale degli arrivi turistici, delleinfrastrutture e dell’uso delle risorse, che presentano impatti ambientali sia visibiliche non.La possibilità <strong>di</strong> <strong>di</strong>sporre <strong>di</strong> informazioni relative alla capacità biofisica dell’areasenese <strong>di</strong> sostenere i crescenti consumi della popolazione residente e l’aumento deivisitatori, potrebbe essere <strong>di</strong> estrema utilità per le strategie <strong>di</strong> gestione del settoreSPIN-ECO


Turismo sostenibile177turistico. Una gestione integrata e a lungo termine degli impatti del settore turisticoè quin<strong>di</strong> in grado <strong>di</strong> stabilire l’uso delle risorse e la produzione <strong>di</strong> scarti e rifiuti neltempo da parte dei turisti e <strong>di</strong> confrontarlo con la capacità che il patrimonionaturale, sociale ed economico <strong>di</strong> una qualsiasi area ha <strong>di</strong> sostenere tali attività nellungo periodo, ovvero, nei tempi della sostenibilità.Ciò che sta <strong>di</strong>ventando sempre più evidente è che la complessità <strong>di</strong> questa nuovaprossima sfida non può più essere compresa solamente nei termini <strong>di</strong> un singoloobbiettivo <strong>di</strong> gestione da raggiungere.È essenziale che i manager ambientali siano supportati da una visione adattativapiuttosto che statica della carrying capacity, così da poter affrontare il sistema intutta la sua complessità e <strong>di</strong>namicità. Esiste una teoria in grado <strong>di</strong> fornire la strutturache potrebbe permettere l’uso <strong>di</strong> un in<strong>di</strong>catore generalmente statico comel’Impronta Ecologica, in una serie storica che prepari il terreno per esperimentifinalizzati alla ricerca delle risposte dell’Impronta Ecologica in relazione aicambiamenti nel comportamento umano.Questo cambiamento <strong>di</strong> prospettiva è estremamente necessario nel campo dellagestione del settore turistico dove la regola è spesso costituita dalla mancanza <strong>di</strong>informazioni, dove si è cominciato solo <strong>di</strong> recente a raccogliere dati in serie storica,dove le statistiche sull’industria del turismo sono <strong>di</strong> norma incluse in più ampi e<strong>di</strong>spersivi database e dove l’impatto ambientale correlato al turismo stenta ad essererintracciato nel breve periodo e ad essere <strong>di</strong>stinto da quello dei residenti.Questo ha lasciato un profondo gap, sia pratico che concettuale, per cui iricercatori lamentano spesso la mancanza <strong>di</strong> una vera e propria teoria sul turismo.Questo stu<strong>di</strong>o si propone <strong>di</strong> estendere i progressi degli stu<strong>di</strong> sui sistemi <strong>di</strong>namici alturismo, con lo scopo principale <strong>di</strong> favorire il framework della gestione del turismodella <strong>Provincia</strong> <strong>di</strong> <strong>Siena</strong> con la specifica proposta della gestione adattativa dellepolitiche inerenti il settore turistico.2.2 Background concettualeBisogna sottolineare che il semplice monitoraggio del numero dei visitatori (arrivituristici) e della durata me<strong>di</strong>a della permanenza dei visitatori (presenze turistiche),SPIN-ECO


Turismo sostenibile178non costituisce un in<strong>di</strong>ce esaustivo della pressione derivante dal turismo. Vengonoinfatti spesso trascurati gli aspetti ambientali (ad esempio lo sfruttamento dellerisorse non rinnovabili e la produzione <strong>di</strong> rifiuti e sostanze inquinanti) e socioculturali(ad esempio le interazioni con la popolazione residente e l’appagamento deituristi) connessi alla presenza dei turisti sul territorio.I concetti <strong>di</strong> base ai quali si fa riferimento in questo report sono quelli <strong>di</strong> ciclo <strong>di</strong>destinazione e <strong>di</strong> resilienza che saranno introdotti <strong>di</strong> seguito, mentre il paragrafosuccessivo sarà de<strong>di</strong>cato alla metodologia dell’Impronta Ecologica, come strumento<strong>di</strong> indagine per esplorare i suddetti concetti.2.2.1 Il ciclo <strong>di</strong> destinazioneUno dei concetti chiave che deve essere tenuto in forte considerazione dai policymaker e dai ricercatori che operano nel settore turistico, è l’evoluzione <strong>di</strong> unqualsiasi sistema basato sul turismo e generalmente descritto attraverso il modellodel ciclo <strong>di</strong> vita <strong>di</strong> Butler (Figura 1).Secondo tale ciclo i siti turistici posseggono una propria “vita” che viene vissuta etransitata per sei sta<strong>di</strong> fondamentali. Nello sta<strong>di</strong>o dell’esplorazione (exploration),ve<strong>di</strong>amo un ridotto flusso <strong>di</strong> visitatori-pionieri che instaurano un rapporto amichevolecon i residenti, e questi a loro volta sviluppano un’ospitalità schietta e del tuttofamiliare. Nello sta<strong>di</strong>o del coinvolgimento (involvement), aumentano i visitatori e inmisura graduale anche i servizi, con nascita delle prime agenzie. Nello sta<strong>di</strong>o dellosviluppo (development), prevale il turismo istituzionalizzato che opera tramitepacchetti e prenotazioni <strong>di</strong> mercato, con crescita progressiva <strong>di</strong> un’area turisticaseparata (“bolla turistica”). Nello sta<strong>di</strong>o del consolidamento (consolidation) si assisteallo stabilizzarsi <strong>di</strong> una me<strong>di</strong>a standard <strong>di</strong> visitatori, con raggiungimento dellamassima capacità attrattiva e <strong>di</strong> operatori esterni. Nello sta<strong>di</strong>o della stagnazione(stagnation), la pressione del turismo organizzato e <strong>di</strong> massa produce unabbassamento dei profitti, inizia il declino dell’area ed emergono i primi problemiambientali. Con lo sta<strong>di</strong>o del declino (decline) o della rinascita si giocano le ultimecarte del sito che può decollare per una nuova vita se le autorità locali riescono arior<strong>di</strong>nare (o riselezionare) le risorse, oppure definitivamente decadere conobsolescenza rapida delle infrastrutture.SPIN-ECO


Turismo sostenibile179Figura 1: modello <strong>di</strong> ButlerIl modello del ciclo <strong>di</strong> destinazione è quin<strong>di</strong> capace <strong>di</strong> descrivere i cambiamentinel numero dei visitatori annui <strong>di</strong> una certa località, sulla base dei vantaggi per ilturismo locale e della popolarità che la località considerata acquista o ha acquisitonel tempo. Dal momento che le conseguenze, ambientali e non, dello sviluppo delturismo stanno <strong>di</strong>ventando sempre più evidenti (compreso l’insorgere <strong>di</strong> effetti <strong>di</strong>sovraffollamento dovuti all’aumento degli arrivi turistici) il fascino <strong>di</strong> certe località,a lungo influenzate dal fenomeno turistico, sta cominciano ad attenuarsi.L’entusiasmo per l’esperienza socio-culturale dei turisti ed il fascino <strong>di</strong> un ambienteecologicamente in salute sono oramai lontani e questo determina una certa stasinell’andamento degli arrivi turistici, e in secondo luogo, una preoccupante stasidell’economia locale, determinando <strong>di</strong> conseguenza un periodo <strong>di</strong> costante declino.Ostacolando la rinascita del sito considerato, si rischia <strong>di</strong> compromettere lo sviluppoturistico <strong>di</strong> una certa località ma, al tempo stesso, una promozione esasperata delturismo rischia <strong>di</strong> essere nociva alla località e al capitale naturale e sociale locale,pregiu<strong>di</strong>cando la possibilità che i turisti possano godere <strong>di</strong> esperienze positive.SPIN-ECO


Turismo sostenibile180Raramente le analisi a posteriori ed il ripristino degli impatti derivanti dal settoreturistico ed in atto sulle comunità e sulle località interessate da questo fenomeno,portano a risultati sod<strong>di</strong>sfacenti, per giunta, i costi per il ripristino delle risorse <strong>di</strong>base, impoverite dal fenomeno turistico, e per il fabbisogno complessivo <strong>di</strong>infrastrutture civili sono piuttosto elevati. Pertanto, perfino nella visione economicaclassica, la stagnazione della località e delle sue <strong>di</strong>namiche è assolutamente daevitare. Esiste, a questo proposito, un interesse significativo ed oramai <strong>di</strong>ffuso, neiconfronti della ricerca <strong>di</strong> mezzi per evitare questa situazione priva <strong>di</strong> prospettivefuture. In molti casi la gestione ambientale richiede una non ben definitaposposizione della seconda metà del ciclo <strong>di</strong> destinazione, ed ancora, mentre talegestione prende in considerazione gli impatti turistici maggiormente visibili,imme<strong>di</strong>ati e nocivi, una scarsa attenzione, se non ad<strong>di</strong>rittura inesistente, viene postasulla lenta ma persistente erosione del capitale naturale che ha luogo nelle areecaratterizzate da una con<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> sovraccarico ecologico. A questo proposito puòrisultare utile l’analisi dell’Impronta Ecologica, una metodologia capace <strong>di</strong> valutarese ed in quale misura, il consumo <strong>di</strong> risorse da parte dell’uomo e la sua produzione <strong>di</strong>scarti e rifiuti, va ad eccedere la capacità della suddetta area <strong>di</strong> produrre,conformemente ai principi della sostenibilità, beni e servizi ecologici.2.2.2 ResilienzaIl concetto ecologico <strong>di</strong> resilienza è stato introdotto da Crawford Holling sin daiprimi anni Settanta. Esso definisce la capacità dei sistemi naturali <strong>di</strong> assorbire glishock mantenendo le proprie funzioni, capacità che viene misurata dal grado <strong>di</strong><strong>di</strong>sturbo che un sistema naturale può assorbire prima che il sistema stesso cambi lasua struttura, mutando variabili e processi che ne controllano il comportamento. Gliecosistemi, ricorda Holling, hanno più <strong>di</strong> uno stato <strong>di</strong> equilibrio e dopo unaperturbazione spesso ripristinano un equilibrio <strong>di</strong>fferente dal precedente.Il sistema ecologico o sociale <strong>di</strong>venta vulnerabile quando esso perde le suecapacità <strong>di</strong> resilienza, cioè supera la soglia <strong>di</strong> mutamenti assorbibili. In un sistemaresiliente, il cambiamento ha la potenzialità <strong>di</strong> creare opportunità <strong>di</strong> sviluppo, novitàed innovazione. In un sistema vulnerabile persino piccoli cambiamenti possonorisultare devastanti. Meno resiliente è il sistema, minore è la capacità delleSPIN-ECO


Turismo sostenibile181istituzioni e delle società <strong>di</strong> adattarsi e <strong>di</strong> affrontare i cambiamenti. È fondamentalemantenere molto bassa la vulnerabilità dei sistemi naturali e mantenere molto alta laloro resilienza.Il concetto <strong>di</strong> resilienza è stato scelto per il framework concettuale <strong>di</strong> questoreport sul turismo sostenibile perchè in grado <strong>di</strong> porre l’attenzione sull’affermazione<strong>di</strong> Gunderson e Holling che “il ciclo adattativo è solamente una metafora e non unatraiettoria predefinita per descrivere le <strong>di</strong>namiche del sistema a vari livelli <strong>di</strong>pre<strong>di</strong>cibilità” e perché, come tale, può <strong>di</strong>mostrare <strong>di</strong> essere un concetto capace <strong>di</strong>allontanarsi dal concetto statico <strong>di</strong> carrying capacity del turismo, per andare versoun concetto che sia maggiormente <strong>di</strong>namico ed appropriato per una gestionerealmente efficace.Per esplorare il contesto teorico della resilienza è necessario porre l’attenzionesui quattro quadranti del modello della resilienza <strong>di</strong> Holling riportato in Figura 2 ecomparare quin<strong>di</strong> il suddetto modello con un più vecchio modello del ciclo <strong>di</strong>destinazione del turismo.Figura 2: il ciclo adattativo proposto da Holling.SPIN-ECO


Turismo sostenibile182Una mappa <strong>di</strong> ritmi ecologici, il ciclo adattativo <strong>di</strong> Holling, può essere visto comeuna progressione rispetto ai suoi predecessori intellettuali, con riferimento allanozione <strong>di</strong> Spengler dei cambiamenti ciclici nelle civiltà e all’idea <strong>di</strong> Khun <strong>di</strong> uncambio <strong>di</strong> para<strong>di</strong>gma nella scienza.Spenhgler ha descritto come il processo <strong>di</strong> civilizzazione passa attraverso fasi <strong>di</strong>sviluppo una con<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> sviluppo iniziale che volge alla crescita eall’organizzazione, poi ad una con<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> climax e infine ad un declino seguito dauna riorganizzazione.Khun allo stesso modo ha descritto questo fenomeno in termini <strong>di</strong> rivoluzionescientifiche per mezzo delle quali le idee <strong>di</strong> scienza passano attraverso un simileprocesso nel tempo.Il ciclo adattativi <strong>di</strong> Holling è una rappresentazione più concisa <strong>di</strong> questofenomeno (ve<strong>di</strong> figura) e permette <strong>di</strong> includere le idee <strong>di</strong> effetti <strong>di</strong> scala (cross-scaleeffects) e resilienza, risultando in un modello più complesso.Rappresentato visivamente, il ciclo adattativo è caratterizzato da cicli progressivie regressivi (in avanti e in<strong>di</strong>etro), una continua forma a 8 dell’eterno nastro <strong>di</strong>Moebius.Il modello contiene quattro fasi <strong>di</strong>stinte: la r o fase <strong>di</strong> sfruttamento per cui un dato sistema rapidamente attiva le suereti sfruttando le risorse a <strong>di</strong>sposizione e si struttura sulla novità prodotta dalcollasso del vecchio sistema; la K o fase <strong>di</strong> conservazione (con<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> climax) in cui un sistema crescedall’organizzazione iniziale e le sue reti proliferano; la o fase <strong>di</strong> ribellione in cui un sistema raggiunge il suo picco <strong>di</strong> maturità –qui le reti possono raggiungere eccessi <strong>di</strong> sovraconnessione e <strong>di</strong>ventare fragili,uno stato nel quale non linearità come una rivoluzione possono verificarsi; l’ o fase <strong>di</strong> riorganizzazione in cui il sistema lentamente riguadagnal’organizzazione che era persa nella rivoluzione e poi procede <strong>di</strong> nuovoattraverso un nuovo ciclo adattandosi ai cambiamenti indotti dalla rivoluzioneprecedente.SPIN-ECO


Turismo sostenibile183Holling sostiene che i cicli adattativi hanno luogo costantemente in un range <strong>di</strong>scale <strong>di</strong>fferenti e che questi cicli interagiscono e possono con<strong>di</strong>zionarsi a vicenda. Peresempio un ciclo adattativo alla piccola scala può avere un effetto su un ciclo allascala vasta; un’idea simile a quella dell’effetto farfalla descritto da Lorentz.Tuttavia è anche il caso che cicli adattativi alla scala vasta possono controllare econ<strong>di</strong>zionare cicli alla piccola scala che, usando la metafora precedente, <strong>di</strong>mostrache con<strong>di</strong>zioni climatiche alla scala vasta possono controllare la farfalla.In un sistema così descritto non c’è una reale gerarchia <strong>di</strong> interazione o controllitop-down ma piuttosto interazioni e influenze sono in entrambe le <strong>di</strong>rezioni, dallapiccola alla vasta scala o viceversa.Uno dei principali aspetti del ciclo adattativo è la sua capacità <strong>di</strong> incorporare oassorbire la novità una volta che il sistema è <strong>di</strong>ventato antiquato. Risulta quin<strong>di</strong>fondamentale per l’evoluzione del sistema, la fase , nella quale i resti e gli scartidel sistema precedente, vengono riorganizzati e <strong>di</strong>ventano nella successiva fase r,risorse primarie per lo sviluppo del nuovo ciclo evolutivo.In questo senso il ciclo adattativo rappresenta non solo comportamenti replicativima anche rigenerativi – una qualità che rende idealmente possibile mappare le tramee le reincarnazioni <strong>di</strong> evento e azione nella storia.In pratica, il modello <strong>di</strong> Holling permette <strong>di</strong> capire cosa potrebbe accadere dopola fase <strong>di</strong> assestamento, rispetto alla fase <strong>di</strong> declino <strong>di</strong> Butler, e ci aiuta a capire ilciclo <strong>di</strong> vita <strong>di</strong> un sito <strong>di</strong> interesse turistico in termini <strong>di</strong> concatenazioni <strong>di</strong> eventi eresilienza piuttosto che <strong>di</strong> numero <strong>di</strong> visitatori.La natura <strong>di</strong>namica, inter<strong>di</strong>sciplinare e a tutto tondo della teoria della resilienza(panarchy) è in grado <strong>di</strong> interpretare su basi razionali l’interazione reciproca cheintercorre tra cambiamento e persistenza, tra ciò che è preve<strong>di</strong>bile e ciò che invecenon lo è. Per questa ragione, numerosi ricercatori nel campo del turismo sostenibilesi sono occupati delle somiglianze tra il ciclo <strong>di</strong> Butler e la metà anteriore del ciclodella resilienza.SPIN-ECO


Turismo sostenibile1842.2.3 Impronta Ecologica o Ecological FootprintL’Impronta Ecologica (IE) è una metodologia <strong>di</strong> valutazione della sostenibilitàambientale che sta riscuotendo ampio successo sia in campo scientifico che politico.Nonostante la mancanza <strong>di</strong> una rigida standar<strong>di</strong>zzazione questo strumento fa dellasua semplicità e del suo grande potere <strong>di</strong> comunicazione due gran<strong>di</strong> punti <strong>di</strong> forza. Ilnumero delle applicazioni sta crescendo velocemente soprattutto a scala locale.La metodologia dell’Impronta Ecologica è in grado <strong>di</strong> fornire due tipi <strong>di</strong>in<strong>di</strong>catore:- l’impronta ecologica vera e propria che stima l’impatto dell’uomo sull’ambienteattraverso la quantificazione <strong>di</strong> tutte le risorse <strong>di</strong> energia e materia che vengonoconsumate e dei rifiuti prodotti in termini <strong>di</strong> superficie ecologicamenteproduttiva. Oppure in altri termini l’IE viene intesa come la quantità <strong>di</strong> beni eservizi naturali che sono richiesti da una popolazione per mantenere il propriostile <strong>di</strong> vita e modello <strong>di</strong> consumo.- La biocapacità esprime la dotazione <strong>di</strong> beni e servizi naturali propria <strong>di</strong> uncerto sistema territoriale. Essa rappresenta la quota <strong>di</strong> capitale naturale cheannualmente viene prodotto in maniera sostenibile e che è possibile utilizzaresenza che per questo venga pregiu<strong>di</strong>cata l’integrità del sistema e la sua resilienza.In un certo senso, la biocapacità può essere interpretata come la carrying capacitybiofisica del sistema.Esperienze pregresse e pubblicazioni presenti in letteratura, hanno inoltrestimolato l’uso della metodologia dell’Impronta Ecologica come un in<strong>di</strong>catore per lagestione del turismo (tourism management). Fino ad oggi però tutti gli stu<strong>di</strong> si sonolimitati a stimare l’impatto del turista, e quin<strong>di</strong> a calcolare la sua ImprontaEcologica, senza però tenere conto della realtà, del sistema territoriale, in cui,<strong>di</strong>rettamente o in<strong>di</strong>rettamente, certi impatti vengono a manifestarsi. In questostu<strong>di</strong>o, viene, per la prima volta, introdotta e commentata l’analisi della serietemporale dell’Impronta Ecologica e della Biocapacità della <strong>Provincia</strong> <strong>di</strong> <strong>Siena</strong>.Gunderson e Holling, due ricercatori molto esperti in materia <strong>di</strong> turismo, invitano arileggere queste informazioni in termini <strong>di</strong> <strong>di</strong>namiche e serie temporali.SPIN-ECO


Turismo sostenibile185La serie temporale dell’Impronta Ecologica si rivela uno strumentoparticolarmente importante in una politica <strong>di</strong> gestione basata sui sistemi adattativi esul riconoscimento del fatto che la carrying capacity è un concetto <strong>di</strong>namico e nonstatico come spesso si usa pensare.Quando consultiamo la letteratura scientifica in materia <strong>di</strong> turismo, notiamo cheil concetto <strong>di</strong> capacità <strong>di</strong> carico turistica si riferisce al livello <strong>di</strong> turismo che puòessere sviluppato e all’uso che ne fanno i visitatori senza per questo compromettereseriamente le componenti ambientali, socioculturali o economiche del sistema e allostesso tempo non <strong>di</strong>minuire la sod<strong>di</strong>sfazione del turista nel visitare la zona.La carrying capacity del turismo è in stretta relazione con le caratteristiche delsito.Un punto car<strong>di</strong>ne della politica <strong>di</strong> gestione del turismo è quello <strong>di</strong> <strong>di</strong>luire nellospazio e nel tempo il fenomeno, cercando comunque <strong>di</strong> minimizzare i costi e <strong>di</strong><strong>di</strong>stribuire i benefici, mantenendosi entro i limiti della capacità <strong>di</strong> carico (fisica,sociale ed economica) del sistema che altrimenti porterebbe alla degradazione delsistema e all’erosione del capitale naturale.2.3 Meto<strong>di</strong>In questo paragrafo verrà in primo luogo spiegato come i concetti <strong>di</strong> biocapacità e<strong>di</strong> Impronta Ecologica possono essere messi in relazione con il concetto <strong>di</strong> carryingcapacity.In seguito andremo a descrivere la metodologia utilizzata in questo stu<strong>di</strong>o peradattare l’analisi dell’Impronta Ecologica alle statistiche sul turismo e allaBiocapacità. Infine, sarà descritto un modello per utilizzare l’Impronta Ecologica neltempo fornendo quin<strong>di</strong> informazioni utili ai decision makers.2.3.1. La Biocapacità nel tempoCome abbiamo visto la biocapacità rappresenta la massima quantità <strong>di</strong> beni eservizi ambientali che può essere prodotta, in maniera sostenibile, dall’areaconsiderata sulla base dell’uso del suolo. Quando si parla <strong>di</strong> produzione e <strong>di</strong>SPIN-ECO


Turismo sostenibile186produttività ci si riferisce a quella utile per l’uomo, considerando secondarie altrefunzioni che comunque l’ecosistema ricopre.Molto spesso questo concetto viene associato alla componente ambientale obiofisica della carrying capacity o capacità portante del sistema, in quanto stima unaquota massima che non è mai conveniente superare affinché si mantenga l’integritàdell’ecosistema stesso.Dal punto <strong>di</strong> vista della gestione ambientale del turismo l’in<strong>di</strong>cazione che si traeda questo tipo <strong>di</strong> in<strong>di</strong>catore è assai utile. In primo luogo un confronto fra la richiesta<strong>di</strong> beni e servizi naturali e l’offerta locale, ci rivela, nel caso che questo confrontosia negativo, la presenza <strong>di</strong> uno stress ovvero <strong>di</strong> un sovraccarico, <strong>di</strong> una sovrarichiesta<strong>di</strong> risorse. Viceversa, nel caso che l’offerta locale superi la richiesta, citroviamo in una con<strong>di</strong>zione denominata surplus in cui le risorse vengono consumatead un ritmo che è inferiore rispetto al tasso <strong>di</strong> ripristino da parte della natura. Lapresenza <strong>di</strong> questo eventuale surplus è un bene che deve essere gestito conparsimonia ed intelligenza: questo significa che si possono prevedere tre tipi <strong>di</strong>utilizzi <strong>di</strong>versi: 1) può essere sfruttato per altre popolazioni, che possono essere indeficit, 2) può essere gestito come un sistema tampone per tenere conto dellefluttuazioni del consumo, 3) può essere la base per un aumento dei consumi. Unavolta che la biocapacità è stata superata, si possono manifestare seri problemi,perchè l’ecosistema non è più in grado <strong>di</strong> far fronte alla richiesta e quin<strong>di</strong> saràintaccato lo stock <strong>di</strong> risorse che invece dovrebbe essere garantito per le generazionia venire.Il livello <strong>di</strong> visitatori e il modello <strong>di</strong> consumo <strong>di</strong> questi sono due aspetti, spessotroppo trascurati, che sono in stretta relazione con l’integrità del sistema nel qualevengono ospitati i turisti.In questo stu<strong>di</strong>o è stato fatto un calcolo della Biocapacità della <strong>Provincia</strong> <strong>di</strong> <strong>Siena</strong>in serie storica dal 1960 al 2000 ad intervalli <strong>di</strong> 10 anni, valutando i cambiamentinella copertura dell’uso del suolo secondo le 6 categorie <strong>di</strong> territorio che sono statein<strong>di</strong>viduate dalla metodologia: terreno agricolo, terreno a pascolo, terreno forestale,superficie acquatica, superficie e<strong>di</strong>ficata. Le fonti utilizzate sono ovviamente<strong>di</strong>verse: CORINE land cover analysis, foto aeree della <strong>Provincia</strong> e dati pubblicati inGiorgi et al., 1966; Tornar F., 1976; Regione Toscana, 1993 e Amministrazione<strong>Provincia</strong>le <strong>di</strong> <strong>Siena</strong>, 1996.SPIN-ECO


Turismo sostenibile1872.3.2. L’Impronta Ecologica dei residenti nel tempoA causa della scarsissima <strong>di</strong>sponibilità, a livello locale, <strong>di</strong> informazioni in seriestorica sui consumi delle famiglie, sui combustibili e sulle altre categorie identificatedalla metodologia, siamo stati costretti a ricorrere a delle stime. La serie storicadell’Impronta Ecologica della <strong>Provincia</strong> <strong>di</strong> <strong>Siena</strong> è stata ricostruito rifacendosi altrend dell’evoluzione dell’Impronta Ecologica per i paesi industrializzati dal 1960 adoggi. Il punto <strong>di</strong> partenza della stima si basa sul calcolo dell’Impronta Ecologica della<strong>Provincia</strong> <strong>di</strong> <strong>Siena</strong>, oggetto <strong>di</strong> precedenti report del Progetto SPIn-Eco.2.3.3. L’Impronta Ecologica dei turisti nel tempoDal punto <strong>di</strong> vista della gestione ambientale, la presenza <strong>di</strong> turisti in una certaarea viene in<strong>di</strong>cata con il termine popolazione fantasma. Tale riferimento èparticolarmente calzante considerato che essa si comporta alla stregua <strong>di</strong> unapopolazione dal punto <strong>di</strong> vista del consumo delle risorse e della produzione <strong>di</strong> rifiutipur non essendo effettivamente residente in loco.Stimare l’impatto del turista nell’area <strong>di</strong> destinazione è cosa assai <strong>di</strong>fficile, nontanto per problemi metodologici, a cui l’Impronta Ecologica, riesce comunque arispondere in maniera interessante e coerente, quanto piuttosto per la limitatissima<strong>di</strong>sponibilità <strong>di</strong> dati a <strong>di</strong>sposizione.La mancanza <strong>di</strong> un ricco data-base in materia <strong>di</strong> turismo, consumi e stile <strong>di</strong> vitadel turista, e <strong>di</strong> un’adeguata bibliografia <strong>di</strong> supporto rappresentano un nodo crucialenell’ambito degli stu<strong>di</strong> sul turismo sostenibile. Qualsiasi ente locale dovrà lavorare eorganizzarsi nella <strong>di</strong>rezione <strong>di</strong> costruire un bagaglio <strong>di</strong> informazioni che non si limitial numero <strong>di</strong> arrivi e presenze, ma includa altre variabili importanti nel bilanciocomplessivo. Solo se gli strumenti messi a <strong>di</strong>sposizione per i decision makers sarannosufficienti a dare una conoscenza specifica e dettagliata della problematica, potremoscattare delle immagini che rappresentino fedelmente la realtà.Il tipo <strong>di</strong> turismo che si pratica in <strong>Provincia</strong> <strong>di</strong> <strong>Siena</strong> è alquanto variegato: si vadal turismo culturale che invade i centri storici e artistici, al turismo termale, alturismo verde negli agriturismi; esiste però anche il “mor<strong>di</strong> e fuggi”, il turismo che sitrattiene solo per poche ore nell’area e poi si muove verso nuove destinazioni. OgniSPIN-ECO


Turismo sostenibile188tipologia <strong>di</strong> turista ha ovviamente un impatto <strong>di</strong>verso sull’ambiente. Nei precedentireport, è stato analizzato in dettaglio l’impatto <strong>di</strong> un turista che sceglie un turismo<strong>di</strong> tipo soft come quello agrituristico, attraverso un approccio <strong>di</strong> tipo life cycle,ovvero monitorando tutti i movimenti e i consumi del turista dalla regione <strong>di</strong>appartenenza a quella <strong>di</strong> destinazione. Spesso la letteratura riporta che il turistatende ad avere lo stesso tipo <strong>di</strong> atteggiamento e quin<strong>di</strong> lo stello livello <strong>di</strong> consumoquando si sposta da casa. Il nostro stu<strong>di</strong>o ha <strong>di</strong>mostrato che questa tendenza non èassolutamente vera: piuttosto il turista che frequenta l’agriturismo tende adassumere le abitu<strong>di</strong>ni e lo stile <strong>di</strong> vita degli abitanti del luogo ospitante. Il risultato èche, me<strong>di</strong>amente, il turista che frequenta queste zone riduce la sua ImprontaEcologica rispetto a quella che ha nel paese <strong>di</strong> origine.Per rendere confrontabili i risultati, l’Impronta Ecologica del turista vienecalcolata considerando il tempo <strong>di</strong> permanenza su base annuale, considerando ilvalore ricavato all’interno dei nostri calcoli (ovvero considerando tale risultato comeil valore me<strong>di</strong>o <strong>di</strong> un turista che arriva nelle Terre Senesi).2.4 RisultatiIn questa sezione viene descritto l’uso dell’Impronta Ecologica (sia dei residentiche dei turisti) e dalla Biocapacità come serie temporali (time series) come strumenti<strong>di</strong>namici per analizzare la situazione della <strong>Provincia</strong> <strong>di</strong> <strong>Siena</strong>.In Figura 3 viene riportato l’andamento nel tempo sia dell’Impronta Ecologica,della popolazione residente e <strong>di</strong> quella dei turisti, che della Biocapacità.Emerge evidente il tasso constante <strong>di</strong> crescita del modello <strong>di</strong> consumo <strong>di</strong>entrambe le popolazioni che contrasta con la lenta ma costante <strong>di</strong>minuzione dellaBiocapacità. Questo grafico pone delle serie riflessioni. Considerando il contributodella sola popolazione effettivamente residente siamo, già dagli anni ’70, oltre illimite della capacità <strong>di</strong> carico del sistema <strong>Provincia</strong> <strong>di</strong> <strong>Siena</strong> e nel futuro imme<strong>di</strong>atoil <strong>di</strong>vario potrebbero ulteriormente aumentare.Il turismo che si pratica in queste zone dovrebbe essere uno modo per valorizzarele risorse locali ma spesso, soprattutto se non è gestito con oculatezza, esso ha unSPIN-ECO


Turismo sostenibile189effetto in<strong>di</strong>retto e indesiderato che va ad influenzare la qualità dell’ambiente(risorsa primaria del turismo senese) ma anche la <strong>di</strong>sponibilità delle risorse, portandocosì alla per<strong>di</strong>ta dell’attrazione primaria.180000016000001400000EF residentiEF residenti + turistibiocapacità1200000gha1000000800000600000400000196019651970197519801985199019952000Figura 3: La serie temporale dell’Impronta Ecologica e della Biocapacità della <strong>Provincia</strong> <strong>di</strong><strong>Siena</strong>.Generalmente più un sito è caratterizzato da una ricchezza biologica,paesaggistica, culturale e più in generale <strong>di</strong> bio<strong>di</strong>versità e maggiore è la probabilitàche la gente sia attratta dalla zona. Questi vantaggi economici comportano al tempostesso numerose e a volte nocive conseguenze ambientali, come ad esempio ladegradazione del capitale naturale e anche l’insod<strong>di</strong>sfazione della qualità dellavisita.Gli ecosistemi cambiano in risposta allo stress imposto dall’uomo e la societàtenta <strong>di</strong> sod<strong>di</strong>sfare i propri bisogni influenzando tali ecosistemi in risposta aicambiamenti che sono avvenuti in questo sistema. Questo perché l’uomo ha iniziatoa capire sempre <strong>di</strong> più che la sua vita <strong>di</strong>pende dai servizi e dalle funzioni che svolgel’ecosistema terrestre, quali la produzioni <strong>di</strong> beni, i processi che supportano la vita(ad esempio la regolazione del clima, la purificazione dell’acqua, l’impollinazione,ecc…), l’assimilazione dei rifiuti, ecc…SPIN-ECO


Turismo sostenibile1902.5 DiscussioneIn questo stu<strong>di</strong>o è stata realizzata un’analisi in serie storica dell’evoluzionedell’Impronta Ecologica delle due popolazioni, quella ospitante e quella ospitata,all’interno <strong>di</strong> una destinazione turistica, che ha una propria biocapacità che varia neltempo.Politiche <strong>di</strong> gestione del turismo suggeriscono <strong>di</strong> <strong>di</strong>luire il numero <strong>di</strong> visitatorinell’intera area a <strong>di</strong>sposizione e nel tempo, attraverso un’attenta politica <strong>di</strong>marketing. Il turismo che si pratica in queste zone <strong>di</strong>pende particolarmente dallaqualità ambientale, più <strong>di</strong> ogni altra forma <strong>di</strong> turismo. Questo pone una seriariflessione. La politica fino ad oggi implementata potrebbe rivelarsi nel futuro unacon<strong>di</strong>zione necessaria ma non sufficiente. Il grafico che è stato riportato in Figura 3mostra che nel futuro <strong>di</strong> breve periodo, la capacità del sistema <strong>di</strong> fornire beni eservizi ambientali sarà messa a dura prova. Così facendo, se non si ricorre a strategie<strong>di</strong> lungo periodo più sostenibili, lo stock <strong>di</strong> capitale naturale avrà una lenta mairreversibile degradazione. La prima in<strong>di</strong>spensabile transizione è verso uno stile <strong>di</strong>vita basato su <strong>di</strong> un consumo meno intensivo <strong>di</strong> risorse ed energia, e quin<strong>di</strong> unariduzione dell’Impronta Ecologica. La percezione che si ha osservando il grafico èche, se non verranno presi provve<strong>di</strong>menti seri prima possibile, verrà effettivamenteminata la resilienza del sistema <strong>Provincia</strong> <strong>di</strong> <strong>Siena</strong>. Il primo passo fondamentale eirrinunciabile dovrebbe essere quello <strong>di</strong> raccogliere molte più informazioni sulturismo <strong>di</strong> quanto effettivamente non sia stato fatto fino ad ora. Una conoscenzasistematica e approfon<strong>di</strong>ta del sistema e delle sue problematiche costituisce unapiattaforma in<strong>di</strong>spensabile su cui costruire politiche <strong>di</strong> gestione.La quantità <strong>di</strong> risorse che possono essere sfruttate è un parametro critico nellapolitica del turismo in quanto questo deve sod<strong>di</strong>sfare contemporaneamente almenodue vincoli:- la qualità ecologica e l’integrità delle risorse dovrebbe essere mantenuta cosìda essere sicuri che l’attrattiva rimanga tale sia per i turisti che per iresidenti.SPIN-ECO


Turismo sostenibile191- La qualità dell’esperienza del turista dovrebbe essere mantenuta e questanon si basa solo sulla qualità dell’ambiente naturale, ma anche sul livello e lanatura dell’interazione fra la comunità ospitata e ospitante.Il tema della incertezza richiede alcuni commenti per quanto profondamenteincide sulla pianificazione territoriale. C’è spesso una grande riluttanza dalla partedei politici a fare sacrifici <strong>di</strong> breve termine in favore <strong>di</strong> benefici a lungo termine conminime garanzie <strong>di</strong> un pieno successo (ritorno). Nonostante l’incertezza c’è un setlimitato <strong>di</strong> traiettorie su cui viaggiano i problemi ambientali generati dai turisti.Queste traiettorie devono essere interpretate in termini <strong>di</strong>namici piuttosto chestatici.La chiave per capire la gestione ambientale del turismo risiede <strong>di</strong>namicamentenella comprensione delle <strong>di</strong>mensioni attorno alle quali vengono identificate estu<strong>di</strong>ate le trame <strong>di</strong> strutture e processi. I dati presentati in questo reportsottolineano che investigare la carrying capacity del turismo solamente a partiredalla scala sito-specifica oscura alcune delle <strong>di</strong>namiche più lente del sistema (comela capacità biofisica del sistema <strong>di</strong> supportare una tale attività umana nel lungoperiodo). Le <strong>di</strong>mensioni del problema qui proposto devono essere riferite ad una viainter<strong>di</strong>sciplinare. Negli ecosistemi le <strong>di</strong>mensioni chiave sono lo spazio ed il tempo.Questo report ha proposto l’uso degli in<strong>di</strong>catori della biocapacità, dell’ImprontaEcologica e della loro analisi nel tempo, per analizzare lo stato del turismo in<strong>Provincia</strong> <strong>di</strong> <strong>Siena</strong> e la possibilità <strong>di</strong> pianificare politiche future <strong>di</strong> sviluppo, e non <strong>di</strong>crescita, del settore turistico. Il miglioramento della qualità e della quantità dei datia <strong>di</strong>sposizione ed una più approfon<strong>di</strong>ta conoscenza del profilo del turista, associataad un’analisi <strong>di</strong>namica basata sul concetto <strong>di</strong> carrying capacity turistica, potrebbeessere la base per una ricerca più approfon<strong>di</strong>ta.È necessario capire come le istituzioni rispondano al feedback che derivadall’ambiente e come essi usino le conoscenze ecologiche per in<strong>di</strong>rizzare lo sviluppofuturo del territorio verso una maggiore resilienza.I possibili obbiettivi per la gestione del turismo, considerati dal punto <strong>di</strong> vista <strong>di</strong>un sistema adattativo, includono un monitoraggio ed una gestione <strong>di</strong> qualità, durantela fase <strong>di</strong> sfruttamento e conservazione del ciclo adattativo, aumentando laSPIN-ECO


Turismo sostenibile192resilienza durante le fasi <strong>di</strong> assestamento e organizzazione e fornendo serie storichedelle variabili osservabili e memoria per la comprensione dei cambiamentiecosistemici da parte delle istituzioni.2.6. ConclusioniPolitiche <strong>di</strong> gestione del turismo dovrebbero essere basate su in<strong>di</strong>catoriambientali che tengano conto della <strong>di</strong>namicità e complessità del sistema analizzato,superando il vecchio para<strong>di</strong>gma <strong>di</strong> staticità e eccessiva semplificazione della realtà.La metodologia dell’Impronta Ecologica è uno <strong>di</strong> quegli strumenti che rispondeappieno a queste caratteristiche perché è in grado <strong>di</strong> mettere in relazione l’impattodella comunità ospitata e ospitante in un denominatore comune e permette inoltre <strong>di</strong>poter seguire l’evoluzione <strong>di</strong> questi impatti nel tempo.Fino ad oggi l’Impronta Ecologica è stata utilizzata come uno strumento statico,alla stregua <strong>di</strong> una macchina fotografica in grado solo <strong>di</strong> scattare dei fotogrammi cherendono conto dell’istante senza tenere conto della storia pregressa e futura, cheinvece sono aspetti in<strong>di</strong>spensabili per un amministratore che è chiamato a gestire unterritorio.Questo stu<strong>di</strong>o rappresenta una delle prime applicazioni in serie storica <strong>di</strong> taliconcetti. Nella fattispecie è stata realizzata l’analisi della serie temporale dellaImpronta Ecologica e della Biocapacità per il sistema <strong>Provincia</strong> <strong>di</strong> <strong>Siena</strong>. Lo scopo èovviamente quello <strong>di</strong> monitorare nel tempo lo stato <strong>di</strong> salute del sistema dal punto <strong>di</strong>vista dell’utilizzo delle risorse e della <strong>di</strong>sponibilità delle stesse, attraverso l’uso <strong>di</strong>strumenti <strong>di</strong>namici.La prima importante considerazione che emerge da questa analisi è che politichecome la <strong>di</strong>luizione spaziale e temporale possono non essere elementi sufficienti peruna gestione del turismo che risponda appieno ai principi <strong>di</strong> sostenibilità. Il fatto chenel breve futuro si superi la biocapacità, ovvero la massima capacità <strong>di</strong> produrre benie servizi ambientali, richiede una strategia più complessa che coinvolga anche altriaspetti sociali economici e ambientali.Qualsiasi strategia deve comunque partire dal riconoscere che l’industria delturismo è fortemente energy intensive e <strong>di</strong> tipo fossile e questo non sempre haSPIN-ECO


Turismo sostenibile193ripercussioni locali, piuttosto sempre più spesso globali (ve<strong>di</strong> ad esempio il contributodei trasporti, in particolare quelli aerei, all’effetto serra). Le ripercussioni sonoevidenti anche dal punto <strong>di</strong> vista temporale, considerato che non sempre simanifestano imme<strong>di</strong>atamente, ma spesso rappresentano una pesante ere<strong>di</strong>tà per legenerazioni future.Si sottolinea comunque il bisogno <strong>di</strong> un lavoro concettuale più forte nel campodel turismo che esamini le variazioni nel tempo e unisca i livelli <strong>di</strong> gestione a <strong>di</strong>versescale gerarchiche.La resilienza è materia piuttosto interessante per i decision makers e invita ainvestire maggiormente nella raccolta dati e nella costruzione <strong>di</strong> modelli persimulare il comportamento <strong>di</strong> sistemi complessi e capire meglio quali siano i limiti ele potenzialità dell’area in stu<strong>di</strong>o.L’applicazione del ciclo adattativo <strong>di</strong> Holling rappresenta un primo passo inquesta <strong>di</strong>rezione perché esso descrive le <strong>di</strong>namiche <strong>di</strong> un sistema umano con varilivelli <strong>di</strong> pre<strong>di</strong>cibilità.SPIN-ECO


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