LA FLORA ESOTICA LOMBARDA - Comune di Milano
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Fragola<br />
matta<br />
Famiglia: Rosaceae<br />
Nome scientifico: Potentilla in<strong>di</strong>ca (Andrews) Th.Wolf<br />
Nome volgare: fragola matta, falsa fragola<br />
Basionimo: Fragaria in<strong>di</strong>ca Andrews<br />
Sinonimi: Duchesnea in<strong>di</strong>ca (Andrews) Focke<br />
Tipo biologico: Hrept<br />
Descrizione: Pianta erbacea perenne, alta 10-50 cm, con breve rizoma e lunghi stoloni epigei ra<strong>di</strong>canti all’apice. Foglie con<br />
picciolo relativamente allungato, a 3 segmenti lunghi 2-3 cm, sparsamente pelosi, obovati, cuneati alla base e crenati al<br />
margine; stipole presenti, lanceolate. Fiori solitari, raramente superanti le foglie, con calice <strong>di</strong> 5 sepali lunghi 1 cm ed epicalice<br />
a 5 segmenti più larghi e più lunghi dei sepali; petali gialli, <strong>di</strong> 8 mm; stami numerosi; ovari monocarpici, numerosi, inseriti su un<br />
ricettacolo convesso. Frutto costituito dal ricettacolo ingrossato (come nelle fragole), subsferico, rosso corallo esternamente,<br />
bianco-spugnoso all’interno, insipido, ricoperto <strong>di</strong> piccoli acheni facilmente asportabili.<br />
Periodo <strong>di</strong> fioritura: maggio-luglio.<br />
Area d’origine: Asia meri<strong>di</strong>onale e orientale.<br />
Habitat: Boscaglie umide, siepi, aiuole, giar<strong>di</strong>ni ecc.<br />
Distribuzione nel territorio: Planiziale e collinare. Bergamo (INV), Brescia (INV), Como (INV), Cremona (INV), Lecco (INV),<br />
Lo<strong>di</strong> (INV), Monza e Brianza (INV), <strong>Milano</strong> (INV), Mantova (NAT), Pavia (INV), Sondrio (INV), Varese (INV).<br />
Periodo d’introduzione: Neofita, giunta in Europa nel 1802 e coltivata nell’orto Botanico <strong>di</strong> Torino dal 1815, presto si <strong>di</strong>ffonde<br />
spontaneamente in molte località del Piemonte (sulle colline torinesi nel 1856: Camus, 1905); Caruel (1894) e Rodegher &<br />
Venanzi (1894) la segnalano per la Lombar<strong>di</strong>a nel bergamasco (dove è stata raccolta la prima volta nel 1886), Ugolini (1907)<br />
nel bresciano, Cozzi (1918) nel gallaratese (VA).<br />
Modalità d’introduzione: Deliberata, per sperimentazione orticola.<br />
Status: Invasiva.<br />
Dannosa: Sì.<br />
Impatto: Ha effetti negativi sulla bio<strong>di</strong>versità, <strong>di</strong>ffondendosi ai margini dei boschi, nelle boscaglie degradate, presso le siepi,<br />
sulle bordure erbose e determinando un impoverimento floristico nella base erbacea a scapito delle specie autoctone.<br />
Note: Si confonde superficialmente con le comuni fragole selvatiche (Fragaria vesca L., F. moschata (Duchesne) Weston), dalle quali si <strong>di</strong>stingue per<br />
le foglie crenate anziché dentate, per i petali gialli anziché bianchi e per il frutto vistosamente circondato dal calice alla base, con trama spugnosa<br />
e insipida anziché carnosa e saporita.<br />
Bibliografia: Camus, 1905; Caruel, 1894; Cozzi, 1918; Rodegher & Venanzi, 1894; Ugolini, 1907<br />
cinqueFoglio<br />
<strong>di</strong> norvegia<br />
Famiglia: Rosaceae<br />
Nome scientifico: Potentilla norvegica L.<br />
Nome volgare: cinquefoglio <strong>di</strong> Norvegia<br />
Tipo biologico: Tscap<br />
Descrizione: Pianta erbacea annuale, alta 10-40 cm (fino a 70 cm con l’infiorescenza), con fusto eretto, rossastro, ramosissimo,<br />
talvolta provvisto <strong>di</strong> pochi peli ghiandolari. Foglie <strong>di</strong>vise in 3(-5) segmenti, <strong>di</strong> 10-70×7-40 mm, da obovati a oblungo-ellittici,<br />
con 8-12 denti per lato, acuti, molto incisi, a volte fino a rendere la lamina subpennatifida. Infiorescenza cimosa terminale,<br />
irsuta, con fiori a 5 sepali <strong>di</strong> 5 mm, accrescenti fino a 1 cm nel frutto; epicalice <strong>di</strong> 5 segmenti alternati ai sepali e <strong>di</strong> questi più<br />
lunghi nel frutto; corolla a 5 petali gialli, me<strong>di</strong>amente più brevi dei sepali (4-5 mm); stami numerosi come gli ovari, questi<br />
ultimi unicarpellari, inseriti su un ricettacolo convesso, con stili filiformi a base allargata, caduchi. Infruttescenza, un capolino<br />
<strong>di</strong> acheni.<br />
Periodo <strong>di</strong> fioritura: giugno-settembre.<br />
Area d’origine: Nordeuropa e Nordamerica (W-artica).<br />
Habitat: Prati umi<strong>di</strong>, terreni torbosi.<br />
Distribuzione nel territorio: Dall’alta pianura alla fascia montana. Bergamo (NAT), Brescia (NAT), Sondrio (NAT), Varese (NAT).<br />
Periodo d’introduzione: Neofita, conosciuta in Italia dalla fine del Settecento. Quasi sicuramente l’in<strong>di</strong>cazione <strong>di</strong> Cesati<br />
(1844) per la Lombar<strong>di</strong>a, ripresa dalle flore successive (da Caruel, 1894 a Pignatti, 1982), fa riferimento alle in<strong>di</strong>cazioni <strong>di</strong> Biroli<br />
(1808) per il novarese; dunque le prime segnalazioni per la Lombar<strong>di</strong>a sarebbero quelle <strong>di</strong> Crescini (1987), Macchi & Danini<br />
(1992) e Aeschimann et al. (2004).<br />
Modalità d’introduzione: Presumibilmente accidentale.<br />
Status: Naturalizzata.<br />
Dannosa: No.<br />
Impatto: Nullo.<br />
Azioni <strong>di</strong> contenimento: Non necessarie.<br />
Bibliografia: Aeschimann et al., 2004; Biroli, 1808; Caruel, 1894; Cesati, 1844; Crescini, 1987; Macchi, 2005; Macchi & Danini, 1992; Pignatti, 1982<br />
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