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LA FLORA ESOTICA LOMBARDA - Comune di Milano

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gelso<br />

da carta<br />

Famiglia: Moraceae<br />

Nome scientifico: Broussonetia papyrifera (L.) Vent.<br />

Nome volgare: gelso da carta<br />

Basionimo: Morus papyrifera L.<br />

Sinonimi: Papyrius papyrifera (L.) Kuntze<br />

Tipo biologico: Pscap<br />

Descrizione: Albero alto sino a 20 m, ma in genere non superante 10 m, con chioma larga, quasi tabulare. Foglie decidue,<br />

alterne, con picciolo <strong>di</strong> 2-8 cm e lamina da ovata a ellittico-ovata, intera o con 3-5 lobi (soprattutto nei turioni e nei giovani<br />

esemplari), delle <strong>di</strong>mensioni <strong>di</strong> 6-18×5-9 cm, pubescente sulla pagina inferiore e scabra su quella superiore; base cordata<br />

e asimmetrica, apice acuminato, margine grossolanamente seghettato. Fiori unisessuali, maschili e femminili su in<strong>di</strong>vidui<br />

separati (pianta <strong>di</strong>oica); infiorescenze maschili ad amento lungo 3-8 cm, pendulo, con fiori a calice 4-lobato, senza corolla e 4<br />

stami inflessi nel boccio; infiorescenze femminili a capolino globoso, con i singoli fiori ridotti a un perianzio <strong>di</strong> 4 minuti denti,<br />

contornanti l’ovario. Frutto rosso-aranciato, globoso, <strong>di</strong> 1.5-3 cm <strong>di</strong> <strong>di</strong>ametro, pubescente e con sparse setole rigide, costituito<br />

dall’accrescimento dei perianzi fusi, come nel gelso, in un sincarpio carnoso (sorosio).<br />

Periodo <strong>di</strong> fioritura: aprile-maggio.<br />

Area d’origine: Asia orientale (dalla Corea fino alla Malesia, incluse alcune isole del Pacifico).<br />

Habitat: Si rinviene soprattuto in ambienti antropizzati, dove cresce in particolare nei ruderati e presso i margini stradali,<br />

<strong>di</strong> solito su suolo ben drenato. Di rado si inserisce in ambiti più naturali, per esempio in boschi termofili o subtermofili,<br />

attestandosi in prevalenza ai loro margini ed eccezionalmente entra anche in contatto con i prati magri.<br />

Distribuzione nel territorio: In tutta la regione, <strong>di</strong>ffusa in prevalenza nell’area planiziale e collinare (0-500 m s.l.m.), ma con<br />

una <strong>di</strong>stribuzione largamente <strong>di</strong>scontinua. Bergamo (INV), Brescia (INV), Como (NAT), Cremona (INV), Lecco (NAT), Lo<strong>di</strong> (INV),<br />

Monza e Brianza (INV), <strong>Milano</strong> (INV), Mantova (INV), Pavia (INV), Sondrio (NAT), Varese (INV).<br />

Periodo d’introduzione: Neofita, introdotta in Italia nella seconda metà del secolo XVIII; in Lombar<strong>di</strong>a coltivata almeno dal<br />

1793 dal conte Alfonso Castiglioni (Anonimo, 1793; Giacomini, 1950) e naturalizzata almeno dal 1897 (Ugolini, 1897).<br />

Modalità d’introduzione: Deliberata (industria cartiera).<br />

Status: Invasiva.<br />

Dannosa: Sì.<br />

Impatto: Specie a rapido accrescimento, fortemente pollonante, può alterare la bio<strong>di</strong>versità e il paesaggio. È infatti in grado<br />

<strong>di</strong> soffocare la vegetazione soggiacente con le sue fronde esuberanti; inoltre può creare problemi <strong>di</strong> manutenzione stradale.<br />

È specie inserita tra le specie esotiche a carattere infestante e dannose per la conservazione della bio<strong>di</strong>versità riportate nel r.r.<br />

5/2007 della Lombar<strong>di</strong>a.<br />

Azioni <strong>di</strong> contenimento: Si consiglia il taglio selettivo (ripetuto per alcuni anni e/o coa<strong>di</strong>uvato dall’impiego <strong>di</strong> erbici<strong>di</strong>);<br />

se possibile, provvedere ad un ombreggiamento dell’habitat, tramite la piantagione <strong>di</strong> specie arboree o alto-arbustive<br />

in<strong>di</strong>gene a rapido accrescimento. Pronta rimozione delle giovani piante in aree <strong>di</strong> neo-invasione. Da evitare accuratamente<br />

la fruttificazione, che per altro nel nostro territorio è un evento raro perché in genere sussiste una forte separazione spaziale<br />

tra i cloni dei due sessi.<br />

Note: Questa specie era già fonte <strong>di</strong> cellulosa nella sua area d’origine.<br />

Bibliografia: Anonimo, 1793; Giacomini, 1950; Ugolini, 1897<br />

ramié<br />

Tipo biologico: Hscap<br />

Descrizione: Pianta erbacea perenne robusta, alta sino a 2.5 m, con fusto poco o per nulla ramificato. Foglie alterne, con<br />

picciolo lungo 2.5-10 cm; lamina da orbicolare ad ampiamente ovata, <strong>di</strong> 7-15×4-13 cm, verde e ruvida sulla pagina superiore,<br />

bianco-can<strong>di</strong>da su quella inferiore per la presenza <strong>di</strong> un denso tomento; base cordata, margine crenulato o dentellato, apice<br />

acuminato o cuspidato. Fiori in glomeruli unisessuali, maschili e femminili su in<strong>di</strong>vidui <strong>di</strong>fferenti (pianta <strong>di</strong>oica), larghi circa<br />

2.5 mm, inseriti all’ascella delle foglie; glomeruli maschili pauciflori, con fiori tetrameri, i femminili multiflori, a fiori sempre<br />

tetrameri. Frutto costituito da un achenio ovoide <strong>di</strong> circa 0.6 mm, avvolto dal perianzio, con 2-3 denti.<br />

Periodo <strong>di</strong> fioritura: maggio-agosto.<br />

Area d’origine: Asia orientale e sudorientale (dall’In<strong>di</strong>a al Giappone e all’Indonesia).<br />

Habitat: Ambienti antropizzati, spesso residuo <strong>di</strong> coltivazione.<br />

Distribuzione nel territorio: Presente unicamente in ambito planiziale a ovest <strong>di</strong> <strong>Milano</strong> (Cisliano, MI). <strong>Milano</strong> (NAT).<br />

Periodo d’introduzione: Neofita, segnalata per la prima volta in Italia a Roma da Pignatti (1982) e Anzalone (1984), dove era<br />

presente dal 1964; in Lombar<strong>di</strong>a da Banfi & Galasso (2005).<br />

Modalità d’introduzione: Deliberata (industria tessile).<br />

Status: Naturalizzata.<br />

Dannosa: No.<br />

Impatto: Irrilevante.<br />

Azioni <strong>di</strong> contenimento: Eventuale controllo me<strong>di</strong>ante rimozione <strong>di</strong>retta delle piante (sra<strong>di</strong>camento, sfalcio, erbici<strong>di</strong> ecc.).<br />

Note: Taxon caratterizzato da <strong>di</strong>versità infraspecifica, le cui piante presenti in territorio lombardo sembrano corrispondere al tipo nominale della<br />

specie. Si tratta <strong>di</strong> coltura devoluta alla produzione <strong>di</strong> fibra naturale (ramié), utilizzata soprattutto nel passato e oggi praticamente abbandonata.<br />

Non sembra capace <strong>di</strong> <strong>di</strong>ffondersi attivamente né per via vegetativa né per seme.<br />

Bibliografia: Anzalone, 1984; Banfi & Galasso, 2005; Pignatti, 1982<br />

Famiglia: Urticaceae<br />

Nome scientifico: Boehmeria nivea (L.) Gau<strong>di</strong>ch.<br />

Nome volgare: ramié, ortica argentata<br />

Basionimo: Urtica nivea L.<br />

Sinonimi: Ramium niveum (L.) Small<br />

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