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LA FLORA ESOTICA LOMBARDA - Comune di Milano

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iperico<br />

americano<br />

Tipo biologico: Tscap (Hscap)<br />

Descrizione: Pianta erbace annuale (raramente pluriennale), glabra, alta 20-50 cm, con fusto eretto, <strong>di</strong>varicatamente ramoso<br />

nella metà superiore. Foglie opposte, sessili, da ovate a oblunghe o lanceolate, <strong>di</strong> 7-20×3-8 mm, glaucescenti, alla base da<br />

arrotondato-subamplessicauli a largamente cuneate, percorse da 3-5 nervature. Fiori in cima terminale fogliosa, provvisti <strong>di</strong><br />

calice a 5 sepali lanceolato-lineari, acuti e corolla (a volte ridotta o mancante) <strong>di</strong> 5 petali stretti, lunghi fino a 2 mm, gialli con<br />

punteggiature scure; stami 5 o più numerosi, in 5 gruppi irregolari; ovario supero con 3-5 stili liberi e numerosi ovuli. Il frutto<br />

è una capsula setticida.<br />

Periodo <strong>di</strong> fioritura: giugno-settembre.<br />

Area d’origine: Nordamerica orientale.<br />

Habitat: Siti umi<strong>di</strong> <strong>di</strong> brughiera, su suolo povero, argilloso; sponde <strong>di</strong> canali in risaia.<br />

Distribuzione nel territorio: Groane e zona delle risaie. <strong>Milano</strong> (NAT), Pavia (NAT).<br />

Periodo d’introduzione: Neofita, segnalata per la prima volta in Italia nel 1834 in Toscana da Pietro Savi, che la descrisse<br />

come una specie nuova; in Italia settentrionale segnalata da Tosco (1953) nel torinese, in Lombar<strong>di</strong>a da Banfi (1977).<br />

Modalità d’introduzione: Accidentale.<br />

Status: Naturalizzata.<br />

Dannosa: No.<br />

Impatto: Irrilevante.<br />

Azioni <strong>di</strong> contenimento: Non necessarie.<br />

Note: È l’unica specie aliena naturalizzata <strong>di</strong> Hypericum, nonostante in coltivazione siano largamente <strong>di</strong>ffuse cultivar e notocultivar <strong>di</strong> specie<br />

esotiche da giar<strong>di</strong>no, utilizzate in bordure e tappeti ver<strong>di</strong> (la più nota è H. calycinum L. del SE-Europa e della Turchia, iperico calicino, osservata<br />

casuale nelle province <strong>di</strong> Bergamo, Brescia e Varese). Queste, tuttavia e fortunatamente, non sembrano pre<strong>di</strong>sposte ad affermarsi in ambiente<br />

naturale; d’altra parte H. mutilum, che non ha rilievo alcuno in campo floricolturale, si è naturalizzata per cause del tutto accidentali.<br />

Bibliografia: Banfi, 1977; Tosco, 1953<br />

Famiglia: Hypericaceae<br />

Nome scientifico: Hypericum mutilum L.<br />

Nome volgare: iperico americano<br />

Sinonimi: Sarothra blentinensis Pi.Savi<br />

Sarothra mutila (L.) Y.Kimura<br />

ammannia<br />

arrossata<br />

Famiglia: Lythraceae<br />

Nome scientifico: Ammannia coccinea Rottb.<br />

Nome volgare: ammannia arrossata<br />

Sinonimi: Ammannia auriculata auct., non Willd.<br />

Tipo biologico: Tscap<br />

Descrizione: Pianta erbacea annuale glabra, alta 10-50 cm, con fusti eretti, tetragoni. Foglie decussate, sessili; lamina<br />

oblungo-lineare, acuta o acuminata, cordato-auricolata alla base (semiamplessicaule), <strong>di</strong> norma più lunga del corrispondente<br />

internodo. Fiori tetrameri in glomeruli ascellari compatti, da sessili (1-)3-flori a lungamente peduncolati 3-5(-14)-flori,<br />

riconducibili a <strong>di</strong>casi raccorciati; pe<strong>di</strong>cello lungo 0-4(-9) mm, robusto; ipanzio subgloboso, largo fino a 5 mm nel frutto e<br />

leggermente eccedente quest’ultimo; epicalice <strong>di</strong> 4 segmenti pressoché uguaglianti i 4 sepali del calice, tutti superanti <strong>di</strong><br />

poco 2 mm; corolla <strong>di</strong> 4 minuti petali rosa-porpora scuro, molto fugaci e spesso assenti; stami 4; ovario semiinfero; stilo<br />

lungo 2-3 mm. Il frutto è un pissi<strong>di</strong>o a deiscenza irregolare o un carcerulo (pissi<strong>di</strong>o indeiscente), <strong>di</strong> 3.5-5 mm; semi numerosi,<br />

minutissimi.<br />

Periodo <strong>di</strong> fioritura: agosto-settembre.<br />

Area d’origine: Neotropica.<br />

Habitat: Risaie, fanghi, golene.<br />

Distribuzione nel territorio: Planiziale, nella zona delle risaie e lungo il Po. Cremona (NAT), Lo<strong>di</strong> (INV), <strong>Milano</strong> (INV), Mantova<br />

(CAS), Pavia (INV). [A. verticillata: Brescia (EST), Mantova (EST), Pavia (EST).]<br />

Periodo d’introduzione: Neofita, osservata per la prima volta in Italia nelle risaie <strong>di</strong> Vespolate (NO) nel 1957 (Fenaroli, 1960,<br />

sub A. auriculata); in Lombar<strong>di</strong>a segnalata da Banfi & Galasso (1998) come frequente nelle risaie milanesi.<br />

Modalità d’introduzione: Accidentale (con i risi).<br />

Status: Invasiva.<br />

Dannosa: Sì, solo alla produzione risicola.<br />

Impatto: Infestante delle risaie, con scarso <strong>di</strong>sturbo alla bio<strong>di</strong>versità delle comunità vegetazionali (risaie e fanghi golenali).<br />

Azioni <strong>di</strong> contenimento: Eventuale <strong>di</strong>serbo in risaia.<br />

Note: Specie <strong>di</strong> origine ibridogena (A. auriculata Willd. × A. robusta Heer & Regel: Graham, 1979). Secondo Soldano (1986) tutte le segnalazioni<br />

italiane <strong>di</strong> Ammannia gruppo coccinea, a partire da quella <strong>di</strong> Fenaroli (1960) per A. auriculata, sono da ricondurre, in base ai caratteri messi in luce<br />

dalle revisioni <strong>di</strong> Graham (1979, 1985), ad A. coccinea. È tuttavia opportuno rivedere tutto il materiale d’erbario e compiere accurate osservazioni<br />

<strong>di</strong> campagna poiché non è escluso che si possano ritrovare sia A. auriculata (peduncolo dell’infiorescenza lungo 3-9 mm, filiforme; fiori 3 o più per<br />

glomerulo, con petali rosa-porpora scuro; frutti 2.5 mm o meno) sia A. robusta (infiorescenza sessile; fiori 1-3 per glomerulo, con petali lavanda<br />

chiaro, a volte con venature purpuree; frutti 4-6 mm). A. verticillata (Ard.) Lam. (= Cornelia verticillata Ard.; ammannia a fiori sessili), in<strong>di</strong>cata da<br />

lungo tempo (es. Bertoloni, 1835; Cesati, 1844) anche per le risaie della Lombar<strong>di</strong>a e ancora frequente fin dopo la metà del secolo scorso (Ciferri<br />

et al., 1949; Pirola, 1964b), in realtà sembra estinta dal territorio (Cook, 1973; Banfi & Pirola, 1997); originaria dell’Asia sudoccidentale, si <strong>di</strong>stingue<br />

per lo stilo lungo al massimo 0.5 mm, l’ipanzio e i sepali pubescenti e i segmenti dell’epicalice che superano i sepali. Fenaroli (1960), segnalando<br />

la nuova comparsa in Italia (nel novarese) <strong>di</strong> A. auriculata, riporta anche una vecchia segnalazione <strong>di</strong> Welden per A. baccifera L. (subsp. aegyptiaca<br />

(Willd.) Koehne, entità non <strong>di</strong>stinta dal tipo della specie) per il lago Sant’Orsola presso Pavia, peraltro senza riportare la fonte bibliogarfica del dato.<br />

Si può tuttavia intuire che egli riporti la segnalazione <strong>di</strong> Fiori & Paoletti (1900, 1907), che a sua volta si basa su due lavori dello specialista Koehne<br />

(1884, 1903). In effetti Koehne parla <strong>di</strong> una raccolta <strong>di</strong> Welden <strong>di</strong> detta pianta, non più ritrovata in seguito, nella località <strong>di</strong> cui sopra. Purtroppo<br />

però commette un errore nella trascrizione dei dati dello stesso Welden: il lago Sant’Orsola era già stato in passato località <strong>di</strong> raccolta <strong>di</strong> specie<br />

del genere Ammannia (cfr. Pollini, 1822a, 1824; Bertoloni, 1835), solo che viene sempre citato come una località in “agro patavino” o “Patavia”, cioè<br />

presso Padova, non Pavia! Questa località si trovava alla periferia <strong>di</strong> Padova (Camin) ai tempi del Béguinot e, attualmente, al suo posto sorge il parco<br />

delle Roncajette (Noemi Tornadore, in verbis). Il dato <strong>di</strong> questa specie, quin<strong>di</strong>, non è riferibile alla Lombar<strong>di</strong>a ma al Veneto. Simile ad A. verticillata, si<br />

<strong>di</strong>stingue agevolmente per l’ipanzio e i sepali glabri e per i segmenti dell’epicalice assenti; è stata recentemente trovata in Emilia-Romagna lungo il<br />

Po (Galasso & Morelli, in stampa) ed è da ricercare in Lombar<strong>di</strong>a. Il genere Ammannia L. è morfologicamente affine a Rotala L. (si veda la scheda <strong>di</strong><br />

R. densiflora), dal quale si <strong>di</strong>fferenzia soprattutto per le capsule mature non striate, ma ben separato dal punto <strong>di</strong> vista filogenetico.<br />

Bibliografia: Banfi & Galasso, 1998; Banfi & Pirola, 1997; Bertoloni, 1835; Cesati, 1844; Ciferri et al., 1949; Cook, 1973; Fenaroli, 1960; Fiori & Paoletti,<br />

1900, 1907; Galasso & Morelli, in stampa; Graham, 1979, 1985; Koehne, 1884, 1903; Pirola, 1964b; Pollini, 1822a, 1824; Soldano, 1986; Zanotti, 2010<br />

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