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LA FLORA ESOTICA LOMBARDA - Comune di Milano

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crescione<br />

austriaco<br />

Famiglia: Brassicaceae<br />

Nome scientifico: Rorippa austriaca (Crantz) Besser<br />

Nome volgare: crescione austriaco<br />

Basionimo: Nasturtium austriacum Crantz<br />

Sinonimi: Brachiolobos austriacus (Crantz) Schur<br />

Camelina austriaca (Crantz) Pers.<br />

Cochlearia austriaca (Crantz) Ledeb.<br />

Myagrum austriacum (Crantz) Jacq.<br />

Ra<strong>di</strong>cula austriaca (Crantz) Small<br />

Rorippa austriaca (Crantz) Spach, comb. superfl.<br />

Tipo biologico: Hscap<br />

Descrizione: Pianta erbacea perenne, robusta, alta 30-100 cm, con rizoma stolonifero e fusto eretto, ramoso, a volte lignificato<br />

alla base. Foglie intere, ellittiche o lanceolate, irregolarmente dentate o seghettate ai margini, le cauline amplessicauli con<br />

evidenti orecchiette. Infiorescenze terminali a racemo corimbiforme; peduncoli fiorali lunghi 7-15 mm, ascendenti, talvolta<br />

ricurvi all’estremità. Fiori con calice <strong>di</strong> 4 sepali e corolla <strong>di</strong> 4 petali lunghi 2-4 mm, gialli, circa una volta e mezza più lunghi dei<br />

sepali; stami 6, tetra<strong>di</strong>nami (4 lunghi e 2 corti). I frutti sono silique subglobose, 2.5-3.5×1.5-2.5 mm, meno <strong>di</strong> una volta e mezza<br />

più lunghe che larghe, sormontate dallo stilo persistente, lungo 1-2 mm.<br />

Periodo <strong>di</strong> fioritura: maggio-luglio.<br />

Area d’origine: Europa centrale e orientale (esclusa l’Italia).<br />

Habitat: Ambienti ± umi<strong>di</strong>, anche temporaneamente inondati, quali stagni, fossi, rive e solchi nei campi. Si rinviene anche<br />

in ambiente ruderale e semiruderale (sentieri, lungo le strade, macerie, aree abbandonate, base dei muri ed e<strong>di</strong>fici, ferrovie e<br />

scarpate), oltre che in talune aiuole urbane.<br />

Distribuzione nel territorio: Presenza spora<strong>di</strong>ca su tutto il territorio regionale, soprattutto dalla fascia planiziale a quella<br />

bassomontana, tra 0 e 700 m s.l.m. Bergamo (NAT), Brescia (NAT), Cremona (NAT), Lo<strong>di</strong> (NAT), <strong>Milano</strong> (NAT), Mantova (NAT),<br />

Sondrio (NAT), Varese (NAT). [R. armoracioides Lecco (CAS), <strong>Milano</strong> (NAT), Pavia (NAT).]<br />

Periodo d’introduzione: Neofita, introdotta al principio del XIX secolo; segnalata per la prima volta in Italia presso Parma da<br />

Bertoloni (1854), ma raccolta per la prima volta da Giorgio Jan sempre a Parma, nel 1818 e 1832 (Ugolini, 1922b). In Lombar<strong>di</strong>a<br />

raccolta per la prima volta a Brescia nel 1969 (Arietti & Crescini, 1975).<br />

Modalità d’introduzione: Accidentale, probabilmente con le truppe austriache (Béguinot & Mazza, 1916a).<br />

Status: Naturalizzata.<br />

Dannosa: No.<br />

Impatto: Attualmente irrilevante.<br />

Azioni <strong>di</strong> contenimento: Monitoraggio perio<strong>di</strong>co per valutare l’evoluzione demografica delle popolazioni sul territorio. Dove<br />

necessario si può procedere all’estirpazione manuale o alla sarchiatura.<br />

Note: Nel territorio si rinviene un’altra aliena neofita naturalizzata del genere Rorippa, R. armoracioides (Tausch) Fuss (= Nasturtium armoracioides<br />

Tausch; crescione a foglie <strong>di</strong> cren), ibrido fissato tra l’esotica Rorippa austriaca e l’autoctona × R. sylvestris (L.) Besser; sebbene sia stata segnalata per<br />

la prima volta già dal Cesati (1844), non si è sicuri della correttezza della sua determinazione e la sua prima raccolta certa in Lombar<strong>di</strong>a è del 1985<br />

(Soldano, 1986). Si riconosce per le foglie fortemente lobate e i frutti più <strong>di</strong> una volta e mezza più lunghi che larghi (lunghi 3-9 mm).<br />

Bibliografia: Arietti & Crescini, 1975; Béguinot & Mazza, 1916a; Bertoloni, 1854; Cesati, 1844; Soldano, 1986; Ugolini, 1922b<br />

erba<br />

cornacchia<br />

<strong>di</strong> loesel<br />

Tipo biologico: Tscap<br />

Descrizione: Pianta erbacea annuale, alta 20-100(-150) cm, a fusto eretto, con rami alterni, ispida per peli riflessi. Foglie<br />

pennatosette, lirate o sinuate, con lobo terminale triangolare-ovato o triangolare - oblungo. Fiori in racemo terminale<br />

allungantesi alla fruttificazione, con 4 sepali eretto-patenti <strong>di</strong> 2.5 mm e 4 petali liberi, gialli, interi e spatolati, lunghi 4-7 mm;<br />

stami 6, tetra<strong>di</strong>nami (4 interni a lungo filamento e due esterni a filamento raccorciato); ovario lineare, supero, con stilo molto<br />

breve e stimma bilobato. I frutti sono silique lineari <strong>di</strong> 15-45×0.7-1 mm, eretto-patenti, portate da pe<strong>di</strong>celli più sottili <strong>di</strong><br />

esse (0.3-0.6 mm), con setto me<strong>di</strong>ano ialino (replo), su cui poggiano in fila verticale i semi, piccoli e brunastri, placentati<br />

alternatamente ai margini dei carpelli.<br />

Periodo <strong>di</strong> fioritura: maggio-giugno.<br />

Area d’origine: Europa centrale e orientale.<br />

Habitat: Ruderi, macerie, incolti.<br />

Distribuzione nel territorio: Collinare e planiziale, nella porzione centro-orientale del territorio (province <strong>di</strong> Lecco, Bergamo,<br />

Brescia e Mantova). Bergamo (NAT), Brescia (NAT), Lecco (NAT), Mantova (NAT). [S. volgense: Brescia (NAT).]<br />

Periodo d’introduzione: Neofita, introdotta in periodo imprecisato.<br />

Modalità d’introduzione: Deliberata (floricoltura).<br />

Status: Naturalizzata.<br />

Dannosa: No.<br />

Impatto: Irrilevante.<br />

Note: Questo genere nel nostro territorio comprende <strong>di</strong>verse specie autoctone, tutte a comportamento sinantropico (ruderi, incolti, margini ecc.),<br />

la più <strong>di</strong>ffusa delle quali è S. officinale (L.) Scop., riconoscibile per i fiori molto piccoli e le silique a forma <strong>di</strong> cono allungato, lunghe non più <strong>di</strong> 16<br />

mm, pubescenti, strettamente appressate all’asse dell’infiorescenza. Di recente, nella pianura bresciana è comparsa un’altra aliena naturalizzata<br />

appartenente a questo genere (Zanotti, 2010); si tratta dell’erba-cornacchia del Volga o senape russa (S. volgense M.Bieb. ex E.Fourn.), simile a S.<br />

loeselii, ma perenne e rizomatosa. Infine, tra le aliene dubbie vi è l’erba-cornacchia orientale (S. orientale L.), con silique lunghe (2.5-)5-12 cm e<br />

portate da pe<strong>di</strong>celli spessi circa quanto queste (ca. 1 mm).<br />

Bibliografia: Zanotti, 2010<br />

Famiglia: Brassicaceae<br />

Nome scientifico: Sisymbrium loeselii L.<br />

Nome volgare: erba-cornacchia <strong>di</strong> Loesel<br />

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