LA FLORA ESOTICA LOMBARDA - Comune di Milano
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alsamina<br />
himalayana<br />
Tipo biologico: Tscap<br />
Descrizione: Pianta erbacea annuale, alta 40-120 cm, con fusto ascendente, un po’ traslucido, ra<strong>di</strong>cante ai no<strong>di</strong> inferiori e<br />
spesso arrossato alla base, ramosissimo, ingrossato ai no<strong>di</strong>. Foglie alterne, con picciolo alato, lungo 1-2 cm e lamina ovatolanceolata<br />
<strong>di</strong> 3-7×2-5 cm, lungamente acuminata all’apice, con base cuneata e brevemente decorrente sul picciolo, provvista<br />
<strong>di</strong> 20-40 dentelli per lato terminanti in una ghiandola arrossata. Fiori a 3-8 su racemi ascellari corimbiformi, zigomorfi (3 sepali<br />
<strong>di</strong> cui l’inferiore petaloide, saccato-speronato, 5 petali <strong>di</strong> cui gli inferiori saldati a 2 a 2), roseo-porporini con fauce bianca,<br />
lunghi (sperone compreso) 30-40 mm; sperone leggermente ricurvo o <strong>di</strong>ritto, lungo 12-18 mm. Capsule glabre, <strong>di</strong> 20-25×2<br />
mm, ad apertura esplosiva.<br />
Periodo <strong>di</strong> fioritura: luglio-ottobre.<br />
Area d’origine: Himalaya.<br />
Habitat: Incolti, greti, bor<strong>di</strong> strade.<br />
Distribuzione nel territorio: In tutto il territorio soprattutto nella zona insubrica. Bergamo (INV), Brescia (INV), Como (INV),<br />
Cremona (NAT), Lecco (INV), Lo<strong>di</strong> (NAT), Monza e Brianza (INV), <strong>Milano</strong> (INV), Sondrio (INV), Varese (INV).<br />
Periodo d’introduzione: Neofita, coltivata nei giar<strong>di</strong>ni dell’Italia settentrionale sin dal 1814 (Chiovenda, 1928) e raccolta<br />
per la prima volta in natura nel 1916 in Piemonte (Mattirolo, 1919). In Lombar<strong>di</strong>a è stata raccolta in natura nel 1932 a <strong>Milano</strong><br />
(Giacomini, 1950).<br />
Modalità d’introduzione: Volontaria (pianta ornamentale da giar<strong>di</strong>no).<br />
Status: Invasiva.<br />
Dannosa: Sì.<br />
Impatto: Ha un impatto negativo sulla bio<strong>di</strong>versità che viene compromessa qualitativamente.<br />
Note: Si può confondere con I. glandulifera che, tuttavia, ha foglie opposte o verticillate a 3 (I. balfouri ha foglie alterne).<br />
Bibliografia: Chiovenda, 1928; Giacomini, 1950; Mattirolo, 1919<br />
Famiglia: Balsaminaceae<br />
Nome scientifico: Impatiens balfourii Hook.f.<br />
Nome volgare: balsamina himalayana,<br />
balsamina <strong>di</strong> Balfour<br />
Sinonimo: Impatiens insignis auct., non DC.<br />
Impatiens insubrica Beauverd<br />
Impatiens mathildae Chiov.<br />
balsamina<br />
ghiandolosa<br />
Famiglia: Balsaminaceae<br />
Nome scientifico: Impatiens glandulifera Royle<br />
Nome volgare: balsamina ghiandolosa<br />
Sinonimo: Impatiens roylei Walp., nom. illeg.<br />
Tipo biologico: Tscap<br />
Descrizione: Pianta erbacea annuale, alta 1-2 m, con fusto robusto, fistoloso, un po’ traslucido, semplice o con scarsi rami,<br />
ingrossato ai no<strong>di</strong>. Foglie opposte o in verticilli <strong>di</strong> 3, lanceolate o ellittiche, lunghe fino a 18 cm, con apice acuminato, base<br />
cuneata brevemente decorrente sul picciolo e margine dentato per (18-)25-50 denti mucronati su ogni lato. Fiori zigomorfi (3<br />
sepali <strong>di</strong> cui l’inferiore petaloide, saccato-speronato, 5 petali <strong>di</strong> cui gli inferiori saldati a 2 a 2), roseo-porporini, lunghi 2.5-4 cm,<br />
con sperone <strong>di</strong> 2-7 mm, <strong>di</strong>sposti in racemi ascellari (3-)5-12-flori. Frutto a capsula allungata <strong>di</strong> 1.5-3 cm; apertura esplosiva.<br />
Periodo <strong>di</strong> fioritura: giugno-agosto.<br />
Area d’origine: Himalaya.<br />
Habitat: Incolti, margini boschivi, greti, ripe.<br />
Distribuzione nel territorio: In tutta la Lombar<strong>di</strong>a, in area collinare. Bergamo (NAT), Brescia (INV), Como (NAT), Lecco (NAT),<br />
Monza e Brianza (NAT), Pavia (INV), Sondrio (INV), Varese (INV).<br />
Periodo d’introduzione: Neofita, raccolta per la prima volta in Italia nel 1909 in Piemonte (Chiovenda, 1917, 1928); in<br />
Lombar<strong>di</strong>a segnalata per la prima volta da Giacomini (1950), in seguito da Soldano (1980a).<br />
Modalità d’introduzione: Deliberata, per uso floricolo.<br />
Status: Invasiva.<br />
Dannosa: Sì.<br />
Impatto: Deprime la bio<strong>di</strong>versità delle cenosi in cui si inse<strong>di</strong>a.<br />
Azioni <strong>di</strong> contenimento: Non <strong>di</strong>ffondere né semi né piante; rinunciare all’uso mellifero del fiore. È relativamente facile<br />
da sra<strong>di</strong>care, dato che le ra<strong>di</strong>ci sono poco sviluppate: l’ideale è eseguire il lavoro poco prima della fioritura, per evitare<br />
la <strong>di</strong>sseminazione. Bruciare il materiale tagliato o estirpato contenente infiorescenze oppure consegnarlo ai sevizi <strong>di</strong><br />
incenerimento rifiuti; non depositare in giar<strong>di</strong>no, non gettare nel compost e non mescolare con i rifiuti ver<strong>di</strong>. Se le superfici<br />
da trattare sono estese si possono tagliare le piante raso terra. Seminare specie in<strong>di</strong>gene nei terreni aperti in continuità con<br />
le superfici occupate dall’aliena.<br />
Note: Le foglie opposte e verticillate <strong>di</strong>stinguono agevolmente questa specie dalle altre presenti in Italia, tutte a foglie alterne.<br />
Bibliografia: Chiovenda, 1917, 1928; Da Trieste, 1991; Giacomini, 1950; Pyšek & Hejda, 2006; Pyšek & Prach, 1995; Soldano, 1980a<br />
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