03.12.2012 Views

LA FLORA ESOTICA LOMBARDA - Comune di Milano

LA FLORA ESOTICA LOMBARDA - Comune di Milano

LA FLORA ESOTICA LOMBARDA - Comune di Milano

SHOW MORE
SHOW LESS

Create successful ePaper yourself

Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.

stramonio<br />

Tipo biologico: Tscap<br />

Descrizione: Pianta erbacea annuale dall’odore marcato, alta 50-200 cm, con fusto prostrato, suberetto o ascendenteramificato,<br />

pubescente, <strong>di</strong> norma verde (purpureo-violaceo nella var. tatula). Foglie alterne, con picciolo <strong>di</strong> 2-4 cm e lamina<br />

da ampiamente ovata a ellittica, <strong>di</strong> 10-15×6-13 cm, lobato-dentata o sinuato-dentata con grossi denti acuti, a base tronca o<br />

subcordata. Fiori solitari, ascellari, su peduncoli <strong>di</strong> 3-10 mm; calice tubuloso lungo 3-5 cm, spigoloso, con 5 denti <strong>di</strong>suguali<br />

lunghi 5-10 mm; corolla imbutiforme <strong>di</strong> 5-10 cm, a 5 denti subcaudati, can<strong>di</strong>da o soffusa <strong>di</strong> violaceo (var. tatula); stami 5, non<br />

sporgenti, inseriti alla base del tubo corollino; ovario supero, biloculare. Frutto a capsula deiscente in 4 valve, grande poco più<br />

<strong>di</strong> una noce (3-5 cm) e irta <strong>di</strong> aculei lunghi fino a 15 mm; semi neri, appiattiti, <strong>di</strong> 3 mm.<br />

Periodo <strong>di</strong> fioritura: luglio-ottobre.<br />

Area d’origine: Mesoamerica.<br />

Habitat: Ruderi, macerie, campi abbandonati.<br />

Distribuzione nel territorio: Fascia plano-collinare. Bergamo (NAT), Brescia (NAT), Como (NAT), Cremona (NAT), Lecco<br />

(NAT), Lo<strong>di</strong> (NAT), Monza e Brianza (NAT), <strong>Milano</strong> (NAT), Mantova (NAT), Pavia (NAT), Varese (CAS).<br />

Periodo d’introduzione: Neofita, coltivata in Italia dalla seconda metà del secolo XVI. In Lombar<strong>di</strong>a già presente in natura nel<br />

1763 (Provasi, 1924), segnalata la prima volta da Nocca & Balbis (1816).<br />

Modalità d’introduzione: Deliberata (per uso me<strong>di</strong>cinale, successivamente da giar<strong>di</strong>no).<br />

Status: Naturalizzata.<br />

Dannosa: Ecologicamente no, sanitariamente sì (pianta molto velenosa).<br />

Impatto: Esclusivamente estetico.<br />

Azioni <strong>di</strong> contenimento: Estirpazione manuale.<br />

Note: È causa <strong>di</strong> gravi intossicazioni, facilmente letali, dovute ad abusi come il “fai da te” erboristico e nei ragazzi, a volte, persino spinelli che, invece<br />

<strong>di</strong> procurare lo sballo, procurano l’imme<strong>di</strong>ato ricovero ospedaliero.<br />

Arietti & Crescini (1980) e Giordana (1995) segnalano Datura stramonium var. tatula; tuttavia, in base a quanto <strong>di</strong>mostrato da un’analisi genetica<br />

condotta sugli AFLP (Mace et al., 1999), le sud<strong>di</strong>visioni infraspecifiche <strong>di</strong> D. stramonium (var. inermis, var. stramonium e var. tatula) non hanno<br />

significato sistematico.<br />

Bibliografia: Arietti & Crescini, 1980; Giordana, 1995; Mace et al., 1999; Nocca & Balbis, 1816; Provasi, 1924<br />

Famiglia: Solanaceae<br />

Nome scientifico: Datura stramonium L.<br />

Nome volgare: stramonio<br />

Sinonimo: Datura inermis Juss. ex Jacq.<br />

Datura stramonium L. subsp. tatula (L.) Nyman<br />

Datura stramonium L. var. inermis (Juss. ex Jacq.) Fernald<br />

Datura stramonium L. var. tatula (L.) Torr.<br />

Datura tatula L.<br />

morella<br />

della<br />

carolina<br />

Famiglia: Solanaceae<br />

Nome scientifico: Solanum carolinense L.<br />

Nome volgare: morella della Carolina<br />

Tipo biologico: Grhiz<br />

Descrizione: Pianta erbacea perenne provvista <strong>di</strong> rizoma strisciante; fusti eretti, alti fino a 1 m, con rada pubescenza <strong>di</strong><br />

peli stellati e sottili spine gialle. Foglie a lamina ovata, lunga 7-12 cm, con 2-5 lobi o larghi denti per lato, giallo-pubescente<br />

per peli stellati, provvista <strong>di</strong> gracili spine gialle lungo le nervature. Infiorescenza racemosa <strong>di</strong> 2-7 fiori a corolla rotata, con 5<br />

denti (contorno pentagonale), <strong>di</strong> 2-3.5 cm <strong>di</strong> <strong>di</strong>ametro, bianca o appena soffusa <strong>di</strong> violaceo; stami con antere scarsamente<br />

conniventi. Il frutto è una bacca giallo-aranciata <strong>di</strong> 1-1.5 cm, contenente semi appiattiti, biancastri.<br />

Periodo <strong>di</strong> fioritura: giugno-settembre.<br />

Area d’origine: Nordamerica sudorientale.<br />

Habitat: Campi, incolti.<br />

Distribuzione nel territorio: Pianura, dal pavese al bresciano. Brescia (NAT), Cremona (NAT), Lecco (NAT), Lo<strong>di</strong> (NAT), <strong>Milano</strong><br />

(NAT), Pavia (NAT).<br />

Periodo d’introduzione: Neofita, conosciuta in Europa per l’Orto botanico <strong>di</strong> Montpellier nel 1855 (Thellung, 1911-1912).<br />

In Italia, osservata la prima volta negli anni ’70 del secolo scorso in Toscana a Montignoso (MS) lungo la via Aurelia (Banfi, oss.<br />

pers.) e segnalata per la Lombar<strong>di</strong>a da Zanotti (1993a), che la raccolse dal 1987.<br />

Modalità d’introduzione: Accidentale, con gli scambi intercontinentali in ambito <strong>di</strong> pratiche agrarie.<br />

Status: Naturalizzata.<br />

Dannosa: Sì.<br />

Impatto: Esclusivamente agricolo, nelle colture sarchiate.<br />

Azioni <strong>di</strong> contenimento: Eventuale <strong>di</strong>serbo delle colture agrarie.<br />

Note: In Lombar<strong>di</strong>a si incontra <strong>di</strong> frequente il pomodoro, Solanum lycopersicum L. (= Lycopersicon esculentum Mill., nom. cons.;<br />

= Lycopersicon lycopersicum (L.) H.Karst., nom. rej.), che fu domesticato dagli In<strong>di</strong>os messicani a partire da un selvatico riferibile,<br />

presumibilmente, alla specie S. pimpinellifolium L. I primi pomodori coltivati dovevano avere i caratteri <strong>di</strong> quella che oggi è nota come<br />

var. cerasiforme (Alef.) Fosberg (pomodoro ciliegino), variazione a frutto edule forse già spontanea e prelevata <strong>di</strong>rettamente in<br />

natura all’epoca delle prime selezioni colturali; nel DNA del ciliegino, infatti, oltre a una quota <strong>di</strong> ascendenza <strong>di</strong>retta per tutte<br />

le forme coltivate a frutto rosso, si trova la testimonianza <strong>di</strong> iniziali, ripetuti incroci tra domestico e selvatico (Ranc et al., 2008).<br />

Coltivato almeno dal 1531 a Cremona (Bonali, 2009), è in<strong>di</strong>cato come avventizio nella prima metà dell’Ottocento da Cesati (1844).<br />

Gli avventiziati del pomodoro nel nostro territorio sono del tutto occasionali, anche se localmente abbondanti al punto da far<br />

credere a una sorta <strong>di</strong> naturalizzazione della specie lungo i fiumi dovuti all’abbandono accidentale <strong>di</strong> semi fuori coltura (o allo<br />

scarico delle fognature) e concludentisi nel singolo ciclo in<strong>di</strong>viduale o, al massimo, in un ciclo <strong>di</strong> seconda generazione. L’incapacità<br />

del pomodoro <strong>di</strong> sfuggire stabilmente alla coltivazione è intuibile: a) si tratta <strong>di</strong> un domestico che ha perso tutte le prerogative<br />

biologiche <strong>di</strong> “autogestione” presenti nel selvatico, quin<strong>di</strong> incapace <strong>di</strong> inse<strong>di</strong>arsi nell’ambiente e fondarvi popolazioni; b) derivando<br />

da un progenitore tropicale perenne, è stato forzato a <strong>di</strong>ventare annuale perché solo così sarebbe stato compatibile con la<br />

coltivazione in clima temperato; l’accorciamento del ciclo, però, non ha avuto un riscontro selettivo naturale delle sue capacità<br />

competitive (come avviene in natura quando una specie perenne si trasforma in annuale), per cui la pianta non è in grado <strong>di</strong> eludere<br />

né <strong>di</strong> sostenere la convivenza con la nostra vegetazione spontanea.<br />

Bibliografia: Bonali, 2009; Bonali et al., 2006a; Cesati, 1844; Picco, 2001; Ranc et al., 2008; Thellung, 1911-1912; Zanotti, 1993a<br />

212 213

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!