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LA FLORA ESOTICA LOMBARDA - Comune di Milano

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ambrosia<br />

comune<br />

Famiglia: Asteraceae<br />

Nome scientifico: Ambrosia artemisiifolia L.<br />

Nome volgare: ambrosia comune<br />

Sinonimo: Ambrosia elatior L.<br />

Tipo biologico: Tscap<br />

Descrizione: Pianta erbacea annuale, alta sino a 60 cm, eccezionalmente oltre 1 m. Foglie opposte alla base del fusto, nel resto<br />

alterne; picciolo lungo 25-35 mm; lamina largamente triangolare, lanceolata o ellittica, <strong>di</strong> 2.5-5.5(-10)×2-3 cm, 1-2 volte pennata con<br />

lacinie larghe 1-5 mm, sparsamente pelose; base cuneata. Fiori maschili tubulosi, riuniti in capolini unisessuali, composti da 12-20 o<br />

più fiori, raggruppati in racemi terminali eretti; stami singenesii, a <strong>di</strong>spersione pollinica anemofila; capolini femminili uniflori, all’ascella<br />

delle foglie poste imme<strong>di</strong>atamente al <strong>di</strong> sotto dei capolini maschili. Frutto composto da un involucro monospermo, fusiforme, <strong>di</strong><br />

3(-5)×2 mm, con in genere 4-5 tubercoli inseriti all’apice.<br />

Periodo <strong>di</strong> fioritura: luglio-ottobre.<br />

Area d’origine: Nordamerica.<br />

Habitat: Ambienti <strong>di</strong>sturbati, a copertura del suolo instabile, come margini stradali, binari ferroviari, <strong>di</strong>scariche, cantieri, aree<br />

abbandonate, campi set-aside e campi incolti (stoppie), post-colture ecc.<br />

Distribuzione nel territorio: Diffusa in tutta la regione, soprattutto in pianura e nei fon<strong>di</strong>valle fino a circa 500 m s.l.m.; in Pianura<br />

Padana localmente infestante e abbondantissima, spesso attorno alle metropoli. A quote crescenti si fa via via più rara, rifugiandosi<br />

in posizioni calde e riparate. Bergamo (INV), Brescia (INV), Como (INV), Cremona (INV), Lecco (INV), Lo<strong>di</strong> (INV), Monza e Brianza<br />

(INV), <strong>Milano</strong> (INV), Mantova (INV), Pavia (INV), Sondrio (NAT), Varese (INV). [A. psilostachya: Cremona (NAT), Lo<strong>di</strong> (NAT), Pavia (NAT).]<br />

Periodo d’introduzione: Neofita, osservata per la prima volta in Europa nel 1863 a Pfaffendorf presso Beeskow nel Brandeburgo<br />

(Germania) e poi <strong>di</strong>ffusasi in Gran Bretagna, Belgio, Olanda, Francia ecc.; il primo esemplare raccolto in Italia, ad Alba, è del 1902<br />

(Vignolo-Lutati, 1935). Presente in Lombar<strong>di</strong>a almeno dal 1940 (Stucchi, 1949b).<br />

Modalità d’introduzione: Accidentale, probabilmente con le colture (trifoglio, me<strong>di</strong>ca, patate ecc.).<br />

Status: Invasiva.<br />

Dannosa: Sì.<br />

Impatto: Il principale aspetto negativo <strong>di</strong> questa pianta è <strong>di</strong> natura me<strong>di</strong>co-sanitaria e deriva dall’enorme produzione <strong>di</strong> polline, quale<br />

causa molto seria <strong>di</strong> allergie (Dal Bo, 1980). È infatti una specie anemofila che, affidando il polline al vento, ne deve produrre in quantità<br />

elevatissime e caso vuole che questo polline sia uno tra i più allergenici che si conoscano. Le allergie che essa provoca sono particolarmente<br />

fasti<strong>di</strong>ose e inabilitanti e sicuramente in aumento anche per il continuo peggioramento della qualità dell’aria; il problema sanitario è<br />

rilevante anche dal punto <strong>di</strong> vista del numero delle persone coinvolte (nelle zone infestate circa il 10% della popolazione). Inoltre è un<br />

competitore infestante, in grado <strong>di</strong> deprimere la bio<strong>di</strong>versità delle cenosi erbacee e <strong>di</strong> degradare il paesaggio. Costituisce anche un<br />

gravissimo problema economico: ad esempio, la stima della spesa sanitaria correlata all’allergopatia da ambrosia complessivamente<br />

sostenuta a livello della sola A.S.L. n° 1 della Provincia <strong>di</strong> <strong>Milano</strong> (2006) è risultata per l’anno 2005 pari a € 1˙610˙884.00. Allo stato attuale<br />

A. artemisiifolia non è sicuramente in fase <strong>di</strong> regressione, sia per l’estrema <strong>di</strong>ffusione della specie, sia per l’inefficacia dei meto<strong>di</strong> <strong>di</strong> lotta<br />

adottati sinora, ma soprattutto per l’inadeguatezza dei controlli <strong>di</strong>retti al rispetto dell’or<strong>di</strong>nanza regionale. È specie inclusa nella lista nera<br />

delle specie alloctone vegetali oggetto <strong>di</strong> monitoraggio, contenimento o era<strong>di</strong>cazione, allegata alla l.r. 10/2008 della Lombar<strong>di</strong>a.<br />

Azioni <strong>di</strong> contenimento: Data l’estrema <strong>di</strong>ffusione della pianta e l’intolleranza al suo polline, la Direzione Generale Sanità della<br />

Regione Lombar<strong>di</strong>a nel 1997 ha istituito un apposito gruppo <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o e nel 1999 ha emanato un’or<strong>di</strong>nanza del Governatore (29<br />

marzo 1999, n. 25˙522) contro la <strong>di</strong>ffusione <strong>di</strong> questa specie tramite l’obbligo <strong>di</strong> tre sfalci da effettuarsi nelle terze deca<strong>di</strong> dei mesi<br />

<strong>di</strong> giugno, luglio e agosto. Con un successivo decreto del 2004 (4 maggio 2004, n. 7˙257) ha infine approvato le linee guida per la<br />

prevenzione delle sue allergopatie, che prevedono anche l’adozione <strong>di</strong> Or<strong>di</strong>nanze Sindacali che ne impongano il taglio perio<strong>di</strong>co.<br />

Occorre tuttavia notare come esemplari in fioritura <strong>di</strong> A. artemisiifolia alti soltanto pochi centimetri, sopravissuti allo sfalcio, siano stati<br />

osservati <strong>di</strong> frequente. Ove possibile si rende necessario il mantenimento <strong>di</strong> una copertura vegetale stabile del suolo; in alternativa, si<br />

raccomanda l’uso <strong>di</strong> erbici<strong>di</strong>, ovvero il sovescio estivo delle stoppie nei campi (Alleva, 2008).<br />

Note: Occorre accennare alla presenza sul territorio regionale <strong>di</strong> un altra specie naturalizzata <strong>di</strong> ambrosia, A. psilostachya DC. (= A. coronopifolia<br />

Torr. & A.Gray; ambrosia delle sabbie), che <strong>di</strong>fferentemente da A. artemisifolia, è una pianta erbacea perenne, con foglie semplicemente pennate e<br />

porzione centrale in<strong>di</strong>visa della lamina fogliare larga 5-15 mm (in A. artemisifolia soltanto 1-5 mm). È stata osservata per la prima volta in Lombar<strong>di</strong>a<br />

nel 1979 nel pavese da Soldano (1980a) ed è presente lungo il Po nelle province <strong>di</strong> Pavia, Lo<strong>di</strong> e Cremona. Infine si ricorda che A. trifida L. (ambrosia<br />

trifida) è stata osservata casuale in provincia <strong>di</strong> Pavia (Viola, 1953) e <strong>di</strong> Brescia (Zanotti, 1988a).<br />

assenzio<br />

annuale<br />

Famiglia: Asteraceae<br />

Nome scientifico: Artemisia annua L.<br />

Nome volgare: assenzio annuale<br />

Tipo biologico: Tscap<br />

Descrizione: Pianta erbacea annuale, alta fino a 150 cm, glabra e intensamente profumata <strong>di</strong> vermouth. Fusti eretti e striati,<br />

ramosi, spesso arrossati. Foglie 2-3-pennatosette, tenui, lunghe 3-4 cm, <strong>di</strong>vise in lacinie larghe 0.5-0.8 mm, revolute al margine.<br />

Infiorescenza terminale, formata da numerosissimi piccoli capolini (calati<strong>di</strong>) del <strong>di</strong>ametro <strong>di</strong> 2 mm, subsessili, perlopiù penduli,<br />

con fillari (brattee) paglierini, ver<strong>di</strong> sulla nervatura, provvisti <strong>di</strong> largo margine ialino, <strong>di</strong>sposti in ampia pannocchia fogliosa. Fiori<br />

tutti a corolla tubulosa, con 5 denti regolari, giallognola. I frutti sono minuscoli acheni senza pappo.<br />

Periodo <strong>di</strong> fioritura: agosto-ottobre.<br />

Area d’origine: Asia (Cina continentale steppica).<br />

Habitat: Sentieri, strade rurali, macerie, basi <strong>di</strong> muri ed e<strong>di</strong>fici, ferrovie, scarpate, aree industriali abbandonate, infrastrutture<br />

e<strong>di</strong>lizie, campi, colture, incolti ghiaiosi e sabbiosi.<br />

Distribuzione nel territorio: Ovunque, dalla pianura alla collina (0-500 m s.l.m.), localmente infestante e abbondantissima.<br />

Bergamo (INV), Brescia (INV), Cremona (INV), Lecco (NAT), Lo<strong>di</strong> (NAT), Monza e Brianza (NAT), <strong>Milano</strong> (INV), Mantova (INV),<br />

Pavia (INV). [A. scoparia: Cremona (NAT).]<br />

Periodo d’introduzione: Neofita, introdotta in Italia nel Settecento; in Lombar<strong>di</strong>a coltivata almeno dal 1785 (Hortus regius<br />

botanicus ticinensis, 1785; Scopoli, 1785). Raccolta per la prima volta in natura al Viminale (Roma) nel 1890 (Chiovenda, 1897),<br />

in Lombar<strong>di</strong>a è stata segnalata per la prima volta da Ugolini (1933) nel bresciano dove la raccolse già nel 1925 (Bianchini, 1967).<br />

Modalità d’introduzione: Deliberata (pianta me<strong>di</strong>cinale ad azione antimalarica).<br />

Status: Invasiva.<br />

Dannosa: Sì.<br />

Impatto: Deprime la bio<strong>di</strong>versità delle comunità vegetali invase riducendone la componente autoctona; mo<strong>di</strong>fica la<br />

percezione locale del paesaggio; contribuisce alle pollinosi allergiche del periodo estivo-autunnale.<br />

Azioni <strong>di</strong> contenimento: Falciature <strong>di</strong>stribuite nei mesi <strong>di</strong> agosto, settembre e ottobre, per impe<strong>di</strong>re la fioritura e la<br />

formazione <strong>di</strong> semi; era<strong>di</strong>cazione manuale in caso <strong>di</strong> infestazione circoscritta; erbici<strong>di</strong> mirati per uso locale. Ove possibile<br />

provvedere al più presto a stabilizzare una copertura vegetale del suolo me<strong>di</strong>ante semina o impianto <strong>di</strong> specie autoctone.<br />

Note: L’attuale presenza incontrollata della specie sul territorio nasce da coltivazioni tuttora in esercizio per l’estrazione dell’artemisinina, molecola<br />

<strong>di</strong> interesse me<strong>di</strong>cinale in quanto dotata <strong>di</strong> azione antimalarica. Lungo il Po in provincia <strong>di</strong> Cremona (Isola Pescaroli e Isola Santa Maria) è stata<br />

trovata naturalizzata anche A. scoparia Waldst. & Kit. (assenzio da scope)(Petraglia & Antoniotti, 2004; Bonali et al., 2006a), neofita <strong>di</strong> origine esteuropea,<br />

introdotta in Italia all’inizio dell’Ottocento, simile ad A. annua ma bienne, alta 30-100 cm, con fusti eretti, subglabri e foglie glabre a<br />

segmenti terminali lineari, filiformi o setacei. Le calati<strong>di</strong>, ovoi<strong>di</strong> o subsferiche, non maggiori <strong>di</strong> 2 mm, presentano fillari luci<strong>di</strong> e sono <strong>di</strong>sposte in<br />

racemo o pannocchia piramidale, con fiori profumati, a corolla rossastra.<br />

Bibliografia: Bianchini, 1967; Bonali et al., 2006a; Caramiello et al., 1987; Chiovenda, 1897; Hortus regius botanicus ticinensis, 1785; Petraglia &<br />

Antoniotti, 2004; Scopoli, 1785; Ugolini, 1933<br />

230<br />

Bibliografia: Alleva, 2008; Arietti & Crescini, 1975; A.S.L. della Provincia <strong>di</strong> <strong>Milano</strong> N°1, 2006; Dal Bo, 1980; Soldano, 1980a; Stucchi, 1942, 1949b;<br />

Vignolo-Lutati, 1935; Viola, 1953; Zanotti, 1988a<br />

231

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