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La regolazione economica dei servizi idrici - Iefe - Università Bocconi

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<strong>Iefe</strong>, Università <strong>Bocconi</strong> – <strong>La</strong> <strong>regolazione</strong> <strong>economica</strong> <strong>dei</strong> <strong>servizi</strong> <strong>idrici</strong>distribuzione, fognatura, depurazione, smaltimento <strong>dei</strong> fanghi) che possono essere – e di fatto il più dellevolte sono – gestite attraverso regimi e soluzioni diverse nel medesimo comune.A questa frammentazione delle unità di gestione, peraltro, corrisponde una fortissima concentrazione sullato dell’offerta, con una fortissima presenza del settore privato, strutturato in forma oligopolistica con tregruppi (Veolia, Suez e Saur) in posizione assolutamente dominante, con oltre 45 milioni di utenti,rispettivamente 26, 14 e 6. <strong>La</strong> chiave per la comprensione del sistema francese sta nella grande flessibilitàdi meccanismi con cui il soggetto pubblico può coinvolgere l’impresa privata, in funzione delle necessità. Sela presenza privata nel settore inizia già nel 1853 – con l’affidamento alla Compagnie Génerale des Eauxdella gestione del <strong>servizi</strong>o a Lione, presto seguita da Nantes, Parigi e Nizza, è nel dopoguerra che lapartecipazione privata conosce il suo massimo sviluppo. Un’interessante curiosità è rappresentata dal fattoche la prima attività che storicamente i soggetti pubblici hanno trovato desiderabile delegare al privato èstata la riscossione delle tariffe e la gestione del rapporto con gli utenti.<strong>La</strong> natura oligopolistica dell’industria e l’integrazione verticale favoriscono un processo di integrazione dalbasso, che le grandi compagnie spesso gestiscono in collaborazione tra loro. Non è infrequente che leimprese costituiscano centri di <strong>servizi</strong>o collocati a scale territoriali più grandi, e che questi forniscano poi<strong>servizi</strong> che vengono acquistati dalle proprie controllate che hanno stipulato i contratti con gli enti locali.Questo accade per molti <strong>servizi</strong> specializzati (es. i laboratori, il telecontrollo) ma anche per funzioni di altrogenere, come la bollettazione, il rapporto con gli utenti, il pronto intervento.Fino al 1992, gli enti locali francesi hanno goduto di grande libertà e autonomia decisionale, e nonesistevano norme che li vincolassero a particolari procedure ad evidenza pubblica. Il meccanismodell’intuitu personae garantiva non solo la totale insindacabilità della decisione, che poteva esseregiustificata sulla base della reputazione del concessionario e il rapporto fiduciario nel tempo costituitosi;ma permetteva anche una grande flessibilità e discrezionalità nella rinegoziazione <strong>dei</strong> contenuti <strong>dei</strong>contratti di affidamento. Un’altra caratteristica appariscente era la grande opacità, testimoniata dal fattoche ben pochi dati sul <strong>servizi</strong>o idrico erano stabilmente noti e monitorati dalle autorità. Si pensi che, inpratica, il gestore privato poteva fissare le tariffe a proprio arbitrio, sottoponendole solo a un blandoscrutinio da parte del comune che in genere le accettava senza discutere; i contratti erano confidenziali enon potevano essere resi pubblici nemmeno su richiesta.Questa situazione ha spesso portato a casi di eccessiva condiscendenza, sfociata in episodi di corruzionediffusa che sono stati causa di gravi scandali che hanno ripetutamente coinvolto amministratori pubblici,politici e manager soprattutto a cavallo tra gli anni 80 e 90. E’ questo aspetto del problema, ulteriormentecorroborato dalle pressioni europee, a spingere per una trasformazione. <strong>La</strong> legge Sapin del 1993 nasce conl’intenzione di combattere la corruzione; essa è una norma trasversale che riguarda tutti i <strong>servizi</strong> pubblicilocali, mentre la sua applicazione particolare al settore idrico viene successivamente specificata conmaggiore dettaglio dalle leggi Barnier e Mazeaud del 1995.Il quadro così delineato prevede in particolare obblighi di trasparenza e di ricorrere a procedure di evidenzapubblica nell’affidamento <strong>dei</strong> <strong>servizi</strong>. <strong>La</strong> legge provvede anche a una più puntuale disciplina <strong>dei</strong> regimicontrattuali.Se il comune ha comunque a disposizione diverse forme di gestione pubblica, esso può ricorrere a diverseforme di partenariato con il privato, schematizzabili nelle categorie di seguito elencate (a parte la prima el’ultima, le altre vengono ricomprese nella definizione più ampia di “gestione delegata” – délegation deservice public):• Public procurement (Marché public): prevedono l’acquisizione dal mercato di specifici beni e <strong>servizi</strong>,nel quadro di una gestione che rimane interamente pubblica19

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