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Microcarenze, come riconoscerle - L'Informatore Agrario

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L’INFORMATORE AGRARIOSPECIALELa disponibilitàdi micronutrientinel suolo,sebbene sianorichiestiin piccola quantità,può fortementecondizionarela resa produttivadelle colturedi Roberto Pinton<strong>Microcarenze</strong>,<strong>come</strong> <strong>riconoscerle</strong>Sintomi, fattori scatenanti,chiavi indicative e soluzioniLe piante sono organismi foto-litotrofi, capacicioè di convertire l’energia radiante inenergia chimica, e di assimilare sostanzenutritive inorganiche.Acqua e anidride carbonica rappresentanomaterie prime del processo fotosintetico; gliioni inorganici vengono prelevati dal terreno per soddisfareogni altra esigenza nutrizionale.La disponibilità di questi elementi nel sistema suolopianta,unita alle caratteristiche genetiche, determinail tasso di crescita, lo sviluppo e la capacità dei vegetalidi riprodursi.Nel contesto agricolo, obiettivo finale è il raggiungimentodi determinati livelli produttivi, sia quantitativoche qualitativo. Questi livelli tuttavia non sempresono compatibili con la disponibilità degli elementi nutritivinaturalmente presenti nel suolo, per cui si rendenecessario il ricorso alla concimazione per consentirel’espressione della massima potenzialità produttivadelle piante coltivate.22/2007 • L’Informatore <strong>Agrario</strong>27


SSPECIALE<strong>Microcarenze</strong>Foto 1 - Comportamento di piante di mais (a sinistra) e sorgo(a destra) coltivate su terreno calcareo clorosante. Sono evidentiin sorgo i sintomi di ferrocarenzaD’altro canto, valutazioni di tipo economico, che coinvolgonoaspetti energetici, e legate alla qualità dell’ambiente,hanno portato recentemente a riconsiderare la pratica dellafertilizzazione in un’ottica che integri gli obiettivi produttivicon il mantenimento per lungo tempo delle risorse disponibili,senza che si creino da una parte impoverimenti dellapotenzialità nutritiva dei suoli e dall’altra situazioni di inutilesovralimentazione.La possibilità di disporre di test analitici della composizionedei vegetali e dei suoli affidabili e la definizione delle relazionitra disponibilità dei nutrienti e performance produttivein determinate aree geografiche costituiscono la base per lapredisposizione di efficaci piani di concimazione.Contestuale a questi processi deve avvenire lo sviluppo ditecnologie in grado di garantire la produzione di concimiadatti agli scopi sopra delineati.Mentre questi aspetti sono stati ampiamente considerati eadeguatamente affrontati per gli elementi principali della nutrizionedelle piante, quali ad esempio azoto e fosforo, altrielementi hanno ricevuto minore attenzione (ad esempio lozolfo), oppure, <strong>come</strong> nel caso dei micronutrienti, a fronte disviluppi tecnologici notevoli (vedi ad esempio la produzionedi chelati), l’approccio per la somministrazione è rimasto perlo più empirico e non sempre è stato considerato in un sistemaintegrato di interventi di concimazione.Nel presente articolo saranno analizzati criticamente alcuniaspetti legati alla disponibilità dei micronutrienti, conparticolare riguardo alle condizioni che possono determinarel’insorgenza delle carenze, ai test diagnostici e agli interventicolturali, con l’obiettivo di stimolare il lettore a un’attentaconsiderazione delle problematiche inerenti ai micronutrientie fornire qualche suggerimento operativo.Macro e micronutrienti:essenziali e nonIn funzione delle quantità utilizzate dalle piante e in essepresenti si distinguono:• i macroelementi, presenti in quantità più elevate nellasostanza secca dei vegetali, quali: carbonio (C), idrogeno(H) e ossigeno (O) provenienti dall’acqua e dall’anidridecarbonica, azoto (N), potassio (K), calcio (Ca), magnesio(Mg), fosforo (P), zolfo (S), prelevati dal suolo <strong>come</strong> ioni(zolfo, calcio e magnesio sono spesso definiti elementi secondari);• i microelementi, meno rappresentati, quali: ferro (Fe), manganese(Mn), zinco (Zn), rame (Cu), boro (B), molibdeno (Mo),cloro (Cl) e nichel (Ni).Altri elementi possono essere presenti in quantità variabilein specie o ambienti particolari, quali sodio (Na), silicio (Si),alluminio (Al), selenio (Se) e cobalto (Co).Fra questi ultimi elementi quelli ritenuti benefici (ad esempiocobalto) sono generalmente richiesti in dosi molto limitaterispetto a quanto normalmente disponibile nei terreni, epertanto non vengono considerati tra quelli che è necessariofornire alle colture con le concimazioni; altri sono richiesti oaccumulati in quantità apprezzabili solo da particolari piante(ad esempio il silicio in Equisetum).Questo tradizionale criterio di suddivisione è ancora oggiseguito, nonostante soddisfi solo in parte: infatti ciascungruppo riunisce sotto la stessa denominazione elementi presentinei tessuti vegetali in quantità molto diverse.Ad esempio, fra i microelementi, quello meno rappresentatoè il molibdeno: per ogni atomo di questo elemento se netrovano mediamente 100 di rame, 300 di zinco, 1.000 di manganesee 2.000 di ferro.È poi da notare che la mancanza del microelemento menorappresentato (molibdeno) può impedire l’assimilazione delmacroelemento più rappresentato (azoto).La composizione dei tessuti vegetali è molto variabile daspecie a specie, risente di fattori genetici e ambientali e dipendedalla fase fenologica della pianta.Più significativa è la definizione di elemento nutritivo essenziale,<strong>come</strong> quello che entra a far parte di fondamentalistrutture cellulari o che ne è richiesto per il funzionamento,il cui ruolo è specifico non essendovi elementi capaci di sostituirloe la cui assenza impedisce il completamento del ciclovitale.Tutti i macro e microelementi sopra citati (17) sono consideratiessenziali.Va d’altra parte ricordato che la pianta comunque contienesia elementi essenziali che non essenziali; quest’aspettonon è di secondaria importanza se si considera che i vegetalipossono accumulare elementi tossici, con ripercussioni sul-Foto 2 - Effetto della somministrazione di zinco al suolo in duevarietà di grano duro diversamente sensibili alla carenza delmicronutriente (Aroona: tollerante; Durati: sensibile)AROONA+ Zn – ZnDURATI+ Zn – Zn28 L’Informatore <strong>Agrario</strong> • 22/2007


SPECIALESla qualità degli alimenti, ma che fanno anche intravedere lapossibilità di sviluppare programmi di (fito)depurazione diaree contaminate.Più resa e qualità alle produzionigrazie alla micronutrizioneSebbene siano richiesti in piccola quantità, la disponibilitàdi micronutrienti nel suolo può fortemente condizionare laresa produttiva delle colture: la carenza di uno o più di questielementi può infatti determinare importanti perdite quantitativee qualitative della produzione.L’importanza di un adeguato rifornimento micronutrizionaleè confermata dal fatto che le comuni pratiche agricoletendono generalmente a rimuovere più micronutrienti diquelli apportati, <strong>come</strong> conseguenza dello sfruttamento produttivoa lungo termine dei suoli, dell’uso di fertilizzanti dielevato grado analitico (purezza), di una maggiore richiestanutrizionale accompagnata a una maggiore produzione, dell’abbandonodel ricorso ad ammendanti organici.Ciò è ulteriormente complicato dal fatto che i micronutrientinon sono routinariamente inseriti nei piani di concimazione eche spesso alla concimazione con tali elementi si ricorre soloper colture di elevato pregio o in presenza di sintomi visibilidi alterazione nutrizionale.Oggigiorno la consapevolezza delle possibilità di aumentarela resa dal punto di vista quantitativo e qualitativo dellecolture anche attraverso una equilibrata somministrazione diTABELLA 1 - Sensibilitàdelle colture alle carenzemicronutrizionaliFe Mn Zn Cu B MoCitrus E E E E B MMelo B E E M E BVite E E B M E/M BAvena M E B E B M/BFrumento M/B E B E B M/BMais M M/B E M M/B BOrzo M M M E/M B BRiso E/M M E/M B M/B BSegale B B B B B BSorgo E/M E/M E M B BBarbabietola E/B E/M M M E MColza M M B EErba medica M M B E E MFagiolo E/M E E B B MGirasole M E EPatata E/M M B B BPisello M E B M/B B MPomodoro E M M M E/M MSoia E/M E M B B E/MSpinacio E E M E M EE = elevata, M = media, B = bassa.In quegli ambienti in cui la disponibilitàdi uno o più micronutrienti è limitata,le colture con sensibilità elevatatenderanno a manifestare carenze piùfacilmente; queste colture sarannod’altro canto quelle che risponderannomeglio alla concimazione.micronutrienti, ilsempre più diffusoricorso a strumentidiagnostici perl’individuazione disituazioni carenzali,e l’aver realizzatoche una adeguatanutrizione con microelementipuò favorirela resistenzaad avversità di tipobiotico e abiotico eincrementare il valorenutritivo deglialimenti di originevegetale, portano aconsiderare attentamentegli aspetticonnessi all’acquisizionee utilizzodei micronutrientida parte delle colture.L’acquisizione el’accumulo di micronutrientinei vegetalinon riguardasolo lo sviluppodella pianta e la suacapacità di resisterealle avversità,ma ha anche fortiTABELLA 2 - Esempi della composizione elementaredi tessuti vegetali in condizioni di normalevegetazione (in ppm)Fe Mn Zn Cu B MoMelo 50-400 25-200 20-50 5-20 30-60 0,5-1,5Pero 60-250 30-150 20-70 5-20 20-70 0,5-1,5Pesco 60-400 20-200 15-50 5-20 20-100Frumento 25-100 25-100 20-70 5-25 3-20Mais 50-250 20-300 20-60 5-20 5-25 0,1-10,0Pomodoro 50-250 50-250 30-200 5-25 30-70Soia 50-300 15-200 20-70 5-30 20-60 0,1-5,0ripercussioni per la salute umana, dato che i cibi di originevegetale rappresentano per molti Paesi, e non solo quelli invia di sviluppo, la principale fonte di microelementi essenzialiper gli animali e l’uomo.Traguardo futuro non sarà quindi solo l’ottimizzazione delleproduzioni, raggiungibile attraverso una corretta gestionedella concimazione, ma anche l’aumento delle proprietà nutrizionalidi tali cibi (fortificazione).A livello mondiale l’incidenza delle carenze micronutrizionaliè elevata; per quanto riguarda il territorio italiano intermini generali è da considerarsi probabile, principalmenteper la presenza di terreni alcalini/calcarei, il verificarsi di limitatadisponibilità di ferro, manganese e zinco.Tali condizioni (pH del suolo elevato e/o presenza di elevateconcentrazioni di bicarbonato) non costituiscono invece generalmentelimitazione per il molibdeno. Per il rame e il boro, lapresenza di adeguate concentrazioni di sostanza organica dovrebbegarantire livelli di disponibilità non limitanti; tuttavia,soprattutto per il boro non sono infrequenti i casi di carenza,riscontrabili a valori di pH del suolo elevati (> 8).Cause principali delle microcarenzeSuscettibilità delle coltureLa sensibilità alla carenza micronutrizionale è fortementevariabile tra specie e specie (tabella 1, foto 1) e perfino all’internodella stessa specie (foto 2).In linea generale la tabella 1 suggerisce che in quegli ambientiin cui la disponibilitàdi uno o più micronutrientiè limitatale colture consensibilità elevatatenderanno a manifestarecarenzapiù facilmente; questecolture sarannod’altro canto quelleche risponderannoalla concimazionein maniera piùmarcata.Un’indicazionedelle esigenze dellecolture può essererappresentata dallacomposizione elementaredei tessuti.TABELLA 3 - Concentrazionimedie di micronutrienti (inppm) in tessuti di foglie maturegeneralizzate per varie specievegetaliMicronutrienteCarenteSufficiente(normale)Eccessivoo tossicoB 5-30 10-200 50-200Cl < 100 100-500 500-1.000Cu 2-5 5-30 20-100Fe < 50 100-500 > 500Mn 15-25 20-300 300-500Mo 0,03-0,15 0,1-2,0 > 100Zn 10-20 27-150 100-400I valori sono la base per definirei limiti critici di ciascun micronutrienteassociabile a una possibile situazionedi carenza o di tossicità.<strong>Microcarenze</strong>22/2007 • L’Informatore <strong>Agrario</strong>29


SSPECIALE<strong>Microcarenze</strong>La tabella 2 riporta alcuni esempi di intervalli di concentrazionefogliare in micronutrienti di piante coltivate, in condizionidi normale vegetazione. Come sarà successivamenteapprofondito, tali valori possono costituire la base per la definizionedi limiti critici di ciascun micronutriente associabilecon una possibile situazione di carenza o di tossicità e perl’individuazione di intervalli in cui la crescita e la produttivitànon risultino limitate (tabella 3).È comunque da ricordare che per taluni micronutrienti, quali ilboro, l’intervallo tra limite di carenza e tossicità è molto stretto,cosa che rende più difficoltoso il ricorso alla concimazione.L’esigenza delle piante per questo elemento è molto diversain funzione della specie, <strong>come</strong> indicato dal contenuto neitessuti fogliari di alcune piante coltivate (tabella 4), ed è generalmentepiù elevata per le dicotiledoni che per le graminacee;ne risulta che livelli che per alcune piante sono adeguatirisultano tossici per altre.Ciò rende difficile la definizione di limiti di sufficienza e/otossicità e può compromettere l’efficacia di trattamenti preventivio curativi.Sostanza organica,biomassa microbica,chelatiFattori pedoclimaticiA fronte delle quantità richieste dalle piante sta la dotazionedel terreno, dove ciascun elemento è presente in forme diverse,fra loro connesse da trasformazioni di natura chimico-fisicae/o biologica; ciascuna forma è presente in quantità variabilein funzione dell’incidenza dei diversi fattori che regolano lavelocità delle trasformazioni.Delle differenti forme presenti solo alcune possono essereutilizzate dalle piante e nel loro insieme compongono la quotaassimilabile (o disponibile).Sono le forme solubili e quelle scambiabili e insieme a queste,per alcuni elementi, altre forme legate che le radici riescono aprelevare per le azioni (di acidificazione, chelazione, riduzione,ecc.) che esercitano nei confronti del terreno.Per quanto riguarda i microelementi, le disponibilità relativesono controllate dagli equilibri che esistono tra la soluzionedel suolo, la sostanza organica, i siti di scambio (cationico) ei composti insolubili che si formano (figura 1).La sostanza organica influenza la disponibilità dei microelementipoiché agisce <strong>come</strong> riserva, da cui possono essere liberatigli elementi nutritivi a seguito della mineralizzazioneoperata dai microrganismi.FertilizzantiSoluzionedel suoloMinerali, ossidi, silicati, solfuriAssorbimento pianteScambioe adsorbimentoFIGURA 1 - Equilibri delle forme di micronutrienti nel suoloÈ evidente il contributo che i fertilizzanti possono apportarealla dinamica dei micronutrienti nel suolo.pHFe, Mn, Zn, CuN, S, K, Ca, MgP,B4,0 5,0 6,0 7,0 8,0Intervallo di massima disponibilitàFIGURA 2 - Schema della relazione tra pH del suoloe disponibilità di macro e microelementiInoltre, creando legami di natura ionica, di coordinazionee chelazione, la sostanza organica è in grado di mantenerediversi micronutrienti in forma non lisciviabile o in mododa impedirne la precipitazione per formazione di compostiinsolubili. Alcuni microelementi, quali il rame, formano conla sostanza organica legami così forti da divenire meno disponibiliper le piante (ad esempio in terreni particolarmentericchi in sostanza organica).Il pH del suolo influenza la disponibilità dei micronutrientisoprattutto agendo sulla solubilità delle loro forme inorganiche(figura 2).In generale per tutti i micronutrienti cationici (rame, zinco,manganese, nichel, ferro) la solubilità (e quindi la disponibilità)è più elevata in condizioni di bassi valori di pH (maggioreacidità). Il contrario avviene per il molibdeno, la cui forma insoluzione è anionica: per questo elemento si può dire che ilrischio di carenza è elevato a pH neutro o alcalino, mentre lesue concentrazioni in soluzione possono raggiungere livellidi potenziale tossicità a pH molto acido (< 5).Un’altra proprietà del suolo che influenza la disponibilità deimicronutrienti è il potenziale redox (ossidoriduzione).La presenza di un eccessivo ristagno idrico, che crea condizioniasfittiche può, ad esempio, provocare eccessiva solubilitàdi micronutrienti quali il ferro e il manganese. Al contrariocondizioni di terreno secco possono condizionare lasolubilità di elementi che non sono soggetti a reazioni di ossido-riduzionequali il boro e lo zinco, favorendo l’instaurasidi situazioni di carenza.Anche le condizioni climatiche possono influenzare la disponibilitàdei micronutrienti, soprattutto in relazione all’assorbimentoradicale: temperature limitate nei periodi di maggiore richiestadelle colture possono limitare l’attività delle radici.Numerosi studi hanno dimostrato che più che la quantità assolutadi alcuni elementi è la quantità relativa dei vari nutrientiessenziali a essere determinante per la crecita delle piante.Così, ad esempio, è stato osservato che l’assorbimento del rameè influenzato dai livelli di ferro e manganese nel suolo.A sua volta il rame può influenzare l’acquisizione di zincoe ferro; carenze di un micronutriente portano spesso adaccumulo (in alcuni casi fino a livelli tossici) di altri micronutrienti.È inoltre ben noto che eccessive concimazioni a base di fosforopossono essere sfavorevoli all’assorbimento di zinco eMo30 L’Informatore <strong>Agrario</strong> • 22/2007


SPECIALESferro; l’acquisizione di quest’ultimo è ancherallentato dalla presenza di nitrato.Meno frequente, ma in via di diffusione,è l’osservazione che situazioni di carenzadi zolfo possono limitare la capacità dellepiante di rispondere a condizioni discarsa disponibilità di ferro, riducendonel’assorbimento.Come diagnosticarele microcarenze...Analisi fogliareTABELLA 4 - Concentrazione diboro nelle foglie di specie diverseSpecieConcentrazione (ppm)Frumento 6,0Mais 8,7Tabacco 29,4Erba medica 37,0Barbabietola 102,3TABELLA 5 - Intervalli di concentrazionedi micronutrienti in specie coltivateElemento Specie, tessuto Carente Adeguato EccessivoFeMnZnCuNiBMoLa diagnosi fogliare, cioè l’analisi chimica delle foglieo altri organi e tessuti (piccioli, viticci, fiori, ecc.) per lastima delle disponibilità e del fabbisogno di nutrienti sifonda sull’assunto che la concentrazione degli elementiminerali in un tessuto vegetale rispecchi le dotazioni nutrizionalidel terreno e lo stato nutrizionale delle piante,consentendo di definire un «livello critico» ovvero, in alternativa,un «intervallo di concentrazione ottimale» perciascun nutriente.La validità dell’assunto è limitata dalle numerose cause divariazione della composizione chimica della sostanza seccadelle piante: non solo le disponibilità nutrizionali, ma anchele condizioni pedoclimatiche, il tipo e l’età del tessuto e, subase genetica, la specie e la varietà.Inoltre le risposte produttive delle colture e le concentrazionidi elementi nutritivi nei tessuti non sono legate da relazionilineari e, se si considerano contemporaneamente più nutrienti,tendono ad assumere maggiore importanza le interazioni traelementi, con effetti di sinergismo e di antagonismo.È anche da sottolineare che il dosaggio della concentrazionetotale di un elemento nella sostanza secca di un tessutonon sempre permette un giudizio corretto sullo stato nutrizionaledella pianta.Non è infrequente, per esempio nella clorosi ferrica che siverifica su terreni calcarei «clorosanti», che sintomi accentuatidi carenza di ferro si accompagnino a concentrazioni ugualio superiori a quelle dei tessuti di piante con vegetazione normale(«paradosso della clorosi»).Ciò si può comprendere considerando che lo sviluppocomplessivo della pianta carente è, in genere, limitato eche pertanto le pur minori quantità assorbite si concentranoin una massa di sostanza secca prodotta molto minorementre, in una condizione metabolica alterata, cambia laripartizione dell’elemento tra le diverse sue forme presentinel tessuto.Questa è la ragione per cui sono meglio correlate con l’intensitàdei sintomi di carenza le frazioni dosabili dopo estrazionecon specifiche soluzioni estraenti (ad esempio nel casodella clorosi ferrica il ferro estraibile con soluzioni acide diluitedal tessuto fogliare essiccato).In conclusione, la dignostica fogliare può essere utile complementodi altre osservazioni per un giudizio circa lo statonutrizionale di una coltura purché siano stati collezionati, peraree omogenee dal punto di vista pedoclimatico e per specievegetali definite, rappresentativi valori di riferimento sullabase dei quali valutare la «normalità» della composizioneelementare dei tessuti analizzati. A titolo indicativo vengonoriportati in tabella 5 i valori di riferimento(carente, sufficiente e tossico) peralcune fra le più diffuse specie coltivatein diversi tipi di terreno. Dall’esame dellatabella risulta evidente <strong>come</strong> parti diversedella pianta possano essere utilizzatiper la misura delle concentrazioni dimicronutrienti, indicando <strong>come</strong> per unageneralizzazione dei risultati delle analisifogliari sia indispensabile potersi riferirea dati ottenuti sullo stesso tipo di tessutoe possibilmente riferiti allo stesso stadiofenologico. È inoltre da ricordare chedifferenze notevoli nella concentrazionedi elementi poco mobili, quali il boro, si possono riscontrareall’interno dello stesso tessuto (ad esempio la foglia).L’esigenza per le piante di boro è moltodiversa in funzione della specieed è generalmente più elevata perle dicotiledoni che per le graminacee.Analisi del terrenoLe analisi del terreno hanno lo scopo di predire la capacitàdel suolo di rifornire adeguatamente le piante con gli elementiessenziali durante la stagione vegetativa.Idealmente, l’analisi non dovrebbe solo identificare una situazionedi carenza, ma anche il grado della carenza in terminidell’effetto sulla produzione.La quantità dell’elemento da apportare con la fertilizzazio-soia, germoglio 28-38 44-60 –pisello, foglia 14-76 100 > 500mais, foglia 24-56 56-178pomodoro, foglia 93-115 107-250soia, foglia 2-5 14-102 > 300patata, foglia 7 40pomodoro, foglia 5-6 70-400frumento, germoglio 4-10 75 > 750barbabietola, foglia 5-30 7-1.700 > 1.200patata, foglia < 30 30-87pomodoro, foglia 9-15 65-200 > 500mais, foglia 9-15 >15avena < 20 >20frumento, germoglio < 14 >20 > 120cetriolo, foglia < 2 7-10 > 10patata, germoglio < 8 11-20 > 20pomodoro, foglia < 5 8-15 > 15mais, foglia < 2 6-20 > 50frumento, germoglio < 2 5-10 > 10soia, pianta intera < 0,004 0,05-0,1 > 50orzo, seme < 0,1 > 0,1-0,25avena < 0,2 > 0,2patata, foglia < 15 21-50 > 50pomodoro, foglia 14-32 34-96 91-415mais, germoglio < 9 15-90 > 100frumento, paglia 4,6-6,0 17 > 34pomodoro, foglia 0,13 0,68 > 1.000orzo, germoglio 0,03-0,07È evidente <strong>come</strong> parti diverse della pianta possano essereutilizzate per la misura delle concentrazioni di micronutrienti.<strong>Microcarenze</strong>22/2007 • L’Informatore <strong>Agrario</strong>31


SSPECIALE<strong>Microcarenze</strong>ne per correggere questa situazione dovrebbeessere determinata con calibrazioniin campo.Numerosi test sono stati sviluppati, basatisu solidi principi chimici che tengonoconto delle caratteristiche degli elementinutritivi, che tendono a determinare pervia chimica le quote da considerarsi disponibiliper l’assorbimento da parte dellepiante, anche se è doveroso osservareche generalizzazioni dei risultati e dellaloro inerpretazione sono rese difficoltosedall’eterogeneità dei metodi analitici impiegati.L’utilizzo di una procedura di analisi si può considerare efficacese esiste una stretta relazione tra la quantità determinatacon l’analisi nel suolo e quella accumulata nella pianta.L’analisi della risposta delle piante alla disponibilità di nutrientiviene generalmente effettuata in condizioni controllate(serra) valutando resa, assorbimento e accumulo dell’elemento,indici visivi (colore, SPAD); concordemente viene determinatain laboratorio la quantità di elemento estraibile dal suolo conspecifiche reazioni chimiche che tendono a simulare il comportamentodella pianta.I risultati delle analisi dei suoli devono essere corretti tenendoconto di specifici fattori (ad esempio pH, tessitura, sostanzaorganica, capacità di scambio cationico).Su questa base sono stati sviluppati criteri per l’interpretazionedei dati analitici che hanno permesso la predisposizionedi tabelle indicative delle quote ritenute insufficienti, adeguateo elevate (vedi, a titolo puramente indicativo, la tabella 6),sfruttabili ai fini della formulazione di raccomandazioni perla concimazione.Tuttavia, le quote disponibili così definite sono solitamentelimitate ad alcune specie in determinate aree geografiche.È poi da tener presente che la relazione tra quantità assorbitadell’elemento e quella presente nelle frazioni disponibilidel suolo non è lineare, ma spesso curvilinea e fortementeinfluenzata dalle capacità delle piante (che varia da specie aspecie e perfino all’interno della stessa specie) di modificarela dinamica dei micronutrienti attorno alla radice.Ciò porta spesso a una notevole difficoltà di definizione dellecorrelazioni tra disponibilità dell’elemento e risposta dellapianta. L’analisi del tessuto vegetale dà la misura dei micronutrientiche erano disponibili e sono stati assorbiti dalle radicie traslocati alle foglie.Questo processo, al contrario dell’analisi del terreno che segueleggi chimiche, risponde a leggi biochimiche, fisiologiche (esigenzanutrizionale e capacità di acquisizione) e genetiche (variabilitàinter e intraspecifiche), per cui rappresenta in modo più precisola quota del nutriente effettivamente disponibile per le piante eche ha determinato un particolare stato nutrizionale.Da quanto detto è evidente che un quadro completo della situazionenutrizionale può derivare solo dall’integrazione dei risultatidei due metodi di analisi (fogliare e del terreno). Attraversola valutazione della relazione tra questi parametri e le risposteproduttive è possibile pervenire alla definizione dei valori criticidi ciascun elemento nei due compartimenti (suolo e pianta).Va inoltre ricordato che l’analisi del terreno può essere effettuataindipendentemente dalla presenza della coltura, per cuitale procedura è particolarmente indicata quando si voglia predireun potenziale stato di sofferenza e programmare interventipreventivi. A questo proposito può essere di utilità considerareTABELLA 6 - Intervalli di dotazionedi alcuni micronutrienti nei suoli(in ppm)i fattori che possono favorire l’insorgenzadelle microcarenze (tabella 7).È evidente che il verificarsi di una o piùcondizioni che possono determinare limitazionidella disponibilità di uno o piùnutrienti suggerisce di effettuare interventicorrettivi soprattutto se si intendono coltivarespecie sensibili alla carenza. L’entitàdell’intervento dipenderà dalla determinazionedelle quote disponibili nel terreno.È a questo punto che è indispensabile disporredi dati a lungo termine di calibrazionedei dati di analisi del terreno con la risposta della colturache indichino se i livelli di disponibilità del nutriente sonosufficienti o meno per sostenere la crescita della coltura: sullabase di questi indici sarà possibile approntare il piano di fertilizzazione.Questo tipo di calibrazioni può consentire anche diindividuare i livelli di nutriente sopra al quale non si hanno incrementidella produzione; è evidente che ogni intervento oltrequesto limite potrebbe portare a spreco di risorse sia economiche(energetiche) che ambientali.Povero Sufficiente Ben dotatoZinco < 0,8 0,8-1,2 > 1,2Manganese < 1,0 1,0-2,5 > 2,5Rame < 0,2 0,2-1,0 > 1,0Ferro < 2,5 2,5-5,0 > 5,0Boro < 0,3 0,3-1,0 > 1,0Molibdeno < 0,2 0,2-0,4 > 0,4TABELLA 7 - Fattori ambientali che favorisconol’insorgenza di carenze micronutrizionaliNutrienteFattoriFerroZincoManganeseBoroRameMolibdeno...e <strong>come</strong> riconoscerne i sintomiLo stato di carenza di specifici nutrienti nelle piante puòessere rivelato da sintomi esteriori, quali alterate modalità dicrescita e sviluppo, cambiamento di colore delle foglie, deformazionie degenerazione dei tessuti.Tali sintomi traducono a livello macroscopico le conseguenzeprodotte dallo stato di carenza a livello biochimico-metabolico.Non tutte le piante reagiscono allo stesso modo a unauguale condizione di stress nutrizionale essendo alcune specie,dette piante indicatrici, più esigenti e perciò più sensibilidi altre alla carenza di un dato elemento. È il caso della viteper il boro o delle leguminose per il molibdeno.È da sottolineare che numerosi patogeni possono causaresintomi esteriori facilmente confusi con stati di carenza.Anche avversità ambientali quali basse temperature, brinatepH elevato, eccessiva presenza di bicarbonato, scarsa dotazionedi sostanza organica, elevate disponibilità di fosforo o nitrato,eccesso di zinco, rame o manganese o altri metalli pesantipH elevato, eccessiva presenza di bicarbonato, scarsa dotazionedi sostanza organica, elevate disponibilità di calcio, magnesioe fosforo, scarsa disponibilità di azototerreni calcarei o con pH superiore a 6,5, elevate disponibilitàdi ferro, bassa concentrazione di azoto, suoli secchi e compatti,elevate dotazioni di sostanza organicapH del suolo < 5,5 o > 7, suoli sabbiosi, secchi con ridottocontenuto di sostanza organica e scarsa disponibilità di azoto,presenza eccessiva di bicarbonato sia naturale che aggiuntopH del suolo elevato, carenza di azoto, suoli compatti, eccessivadotazione di sostanza organicapH < 5, suoli eccessivamente drenatiIl verificarsi di una o più condizioni che possono determinarelimitazioni della disponibilità di uno o più nutrienti suggeriscedi effettuare interventi correttivi soprattutto se si intendonocoltivare specie sensibili alla carenza.32 L’Informatore <strong>Agrario</strong> • 22/2007


SPECIALESTessuti in accrescimento muoionosìFoglie apicali diventano verde pallidoalla base, si arriccianonoElementi immobilisintomi su foglie giovaniTessuti in accrescimentorimangono vivisìFoglie giovani con clorosì intervervalesìnoChiara distinzione tra vene e aree clorotichesì<strong>Microcarenze</strong>sìnoClorosì internervalenoFoglie verde chiaro diffusoFe carenza, pomodoroPresenza di spotnoB carenza, girasoleFoglie apicali dapprima a uncino, poi marronie quindi muoionosìnosìsìS carenza, cavolo cineseFoglie giovani clorotiche con apicisbiancati che poi muoionoMn carenza, soiaFoglie mediane con clorosi internervale;crescita bloccataCa carenza, barbabietolasìsìCu carenza, frumentoZn carenza, citrusEffetti generallizzati; piante scure o verde pallidosìPiante verde scuro con colorazioni rossastresìElementi mobiliSintomi su foglievecchie o basalinoEffetti localizzati; clorosi anche a spotsìClorosi internervale; foglie a volte rosse; necrosisìnonosìP carenza, maisPiante e foglie verde chiaro; no necrosiMg carenza, viteAree clorotiche; bruciature anche a macchie sui marginisìnonosìN carenza, maisFoglie verde chiaro, concave e arricciate con spot necroticiK carenza, meloLesioni clorotiche e necrotiche con chiara separazione tessuti vivi e mortisìsìMo carenza, pomodoroCl carenza, frumentoFIGURA 3 - Chiave indicativa per l’individuazione dei sintomi visibili delle macro e microcarenze22/2007 • L’Informatore <strong>Agrario</strong>33


S<strong>Microcarenze</strong>Sintomi di carenza da magnesio su viteo squilibri idrici possono causare anomalie di sviluppo o dellepigmentazioni simili ad alcune manifestazioni di carenza;inoltre si possono verificare fenomeni simili anche per effettodi non razionali applicazioni di fitofarmaci o di erbicidi o <strong>come</strong>conseguenza di stati di inquinamento ambientale.Spesso la carenza non riguarda un singolo elemento nutritivo,ma due o più, la qual cosa determina un quadro sintomaticocomplesso e spesso confuso.Il sospetto di stato carenzale da sintomi esteriori deve trovareconferma attraverso l’esclusione di stati patologici da agenti bioticio abiotici, mediante appropriate analisi dei tessuti (diagnosticafogliare) e l’accertamento delle disponibilità nutrizionalidel terreno, per poi pervenire alla somministrazione al terrenoo per via fogliare dell’elemento o degli elementi ritenuti carenti:gli effetti di questa ultima operazione daranno la confermadefinitiva della correttezza della diagnosi.Sebbene a volte sia troppo tardi per azioni correttive nelmomento in cui i sintomi appaiono visibili, la loro identificazionepuò essere estremamente utile per pianificare interventicorrettivi per gli anni futuri e per localizzare aree sensibiliall’interno degli appezzamenti coltivati.I sintomi caratteristici di carenza nutrizionale possono esserecosì sommariamente descritti:Ferro. Crescita rallentata; clorosi fogliare internervale concolore da verde pallido a giallo, fino all’imbianchimento incaso di carenza avanzata; frutti con colore intenso.Manganese. Portamento eretto di foglie e germogli; clorosifogliare internervale con aspetto chiazzato, a macchieanche necrotiche.Zinco. Accorciamento degli internodi; foglie piccole in rosetta;scarsa fruttificazione; clorosi a maculatura fogliare anchenervale, con sfumature bronzee.Rame. Scarso o nullo accrescimento; clorosi con imbianchimentodegli apici fogliari; perdita di turgore di foglie esteli giovani.Boro. Lembo fogliare ispessito e bolloso; clorosi internervale;disseccamento di apici radicali e gemme; raccorciamentodegli internodi e foglie a rosetta; cascola di fiori e frutti; scarsaallegagione; deformazione dei frutti; marciume del cuorenella barbabietola.Molibdeno. Generale ingiallimento, clorosi marginale einternervale, necrosi marginale, arricciamento marginale.Nichel. Crescita ridotta e clorosi nelle foglie vecchie con fenotiposimile alla carenza di azoto.La localizzazione sulla pianta dei sintomi può agevolare ladiagnosi. Infatti si manifestano principalmente sulle foglie piùvecchie i segni di carenza degli elementi mobili, che possonocioè trasferirsi all’interno della pianta dai tessuti già maturia quelli più recenti, in via di formazione, quando il rifornimentoè inadeguato.I nutrienti mobili sono azoto, fosforo, potassio, magnesio e,tra i micronutrienti, cloro e molibdeno. Per questi elementi isintomi saranno visibili dapprima sulle foglie vecchie o sullefoglie basali e gli effetti saranno generalizzati o localizzati.Al contrario, i nutrienti immobili (quali ferro, manganese,rame, zinco, boro e nichel) non sono capaci di muoversi dauna parte all’altra della pianta e i sintomi quindi apparirannoprima sulle foglie giovani o apicali e saranno soprattuttolocalizzati.Lo zinco rappresenta una parziale eccezione dato che è soloin parte immobile nella pianta, cosicché i sintomi appaionoprima nelle foglie intermedie e poi si estendono sia a quellevecchie che a quelle nuove. La figura 3 fornisce una chiave indicativaper l’individuazione dei sintomi carenzali basata suquesti assunti, che può essere usata a integrazione di quantosopra riportato per ciascun microelemento.Correggere i problemilegati alle carenze di micronutrientiUna volta che la carenza o la potenziale situazione di carenzaè stata individuata, l’approccio migliore consiste nella somministrazionedell’elemento specifico per correggerla. Non è infattiraccomandabile ricorrere ad applicazioni a largo spettro, datoche questo approccio può essere dispendioso e pericoloso.Il pericolo nasce proprio dal fatto che non tutti gli elementiaggiunti sono necessari.Come è stato precedentemente ricordato, la presenza diun secondo o terzo elemento può effettivamente peggiorarela situazione di carenza interferendo con l’assorbimento delnutriente di cui la pianta necessita.L’aspetto economico è evidente se analogamente si considerache si applicano anche nutrienti che non sono richiesti.Il momento dell’intervento, nel periodo di maggiore domandao nelle fasi iniziali della coltura o ancora, per le piante arboreeda frutto, nel momento in cui si possano costituire delleriserve all’interno della pianta da utilizzare nei periodi successivi,è poi particolarmente importante. L’esperienza dimostrachiaramente che nel momento in cui la carenza si manifesta,è quasi inevitabile avere delle perdite produttive.I benefici dell’applicazione possono derivare anche dallemodalità con cui il fertilizzante viene applicato; sia che vengadistribuito in bande o diffuso, l’omogeneità della distribuzionedeve essere ottenuta per garantire l’efficacia del trattamento.Distribuzioni localizzate possono essere efficaci, ma in alcunicasi, <strong>come</strong> ad esempio per il boro, rischiano di causare effettinegativi (tossicità).L’applicazione dei prodotti al suolo sarebbe preferibile, soprattuttoper la creazione di riserve utilizzabili dalle piantein fasi successive; la richiesta in particolari fasi fenologichee il costo di taluni interventi, oltre alla necessità nei casi dievidente carenza di intervenire con urgenza, suggeriscono ilricorso alla concimazione fogliare.È da osservare comunque che particolare cautela dovrebbeessere posta alla somministrazione di micronutrienti pocomobili a foglie già carenti, dato che si renderebbero necessariein questo caso ripetute applicazioni e aumenterebbero irischi di indurre necrosi localizzate.•Roberto PintonDipartimento di scienze agrarie e ambientali - Università di Udinepinton@uniud.it34 L’Informatore <strong>Agrario</strong> • 22/2007

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