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Microcarenze, come riconoscerle - L'Informatore Agrario

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SSPECIALE<strong>Microcarenze</strong>ne per correggere questa situazione dovrebbeessere determinata con calibrazioniin campo.Numerosi test sono stati sviluppati, basatisu solidi principi chimici che tengonoconto delle caratteristiche degli elementinutritivi, che tendono a determinare pervia chimica le quote da considerarsi disponibiliper l’assorbimento da parte dellepiante, anche se è doveroso osservareche generalizzazioni dei risultati e dellaloro inerpretazione sono rese difficoltosedall’eterogeneità dei metodi analitici impiegati.L’utilizzo di una procedura di analisi si può considerare efficacese esiste una stretta relazione tra la quantità determinatacon l’analisi nel suolo e quella accumulata nella pianta.L’analisi della risposta delle piante alla disponibilità di nutrientiviene generalmente effettuata in condizioni controllate(serra) valutando resa, assorbimento e accumulo dell’elemento,indici visivi (colore, SPAD); concordemente viene determinatain laboratorio la quantità di elemento estraibile dal suolo conspecifiche reazioni chimiche che tendono a simulare il comportamentodella pianta.I risultati delle analisi dei suoli devono essere corretti tenendoconto di specifici fattori (ad esempio pH, tessitura, sostanzaorganica, capacità di scambio cationico).Su questa base sono stati sviluppati criteri per l’interpretazionedei dati analitici che hanno permesso la predisposizionedi tabelle indicative delle quote ritenute insufficienti, adeguateo elevate (vedi, a titolo puramente indicativo, la tabella 6),sfruttabili ai fini della formulazione di raccomandazioni perla concimazione.Tuttavia, le quote disponibili così definite sono solitamentelimitate ad alcune specie in determinate aree geografiche.È poi da tener presente che la relazione tra quantità assorbitadell’elemento e quella presente nelle frazioni disponibilidel suolo non è lineare, ma spesso curvilinea e fortementeinfluenzata dalle capacità delle piante (che varia da specie aspecie e perfino all’interno della stessa specie) di modificarela dinamica dei micronutrienti attorno alla radice.Ciò porta spesso a una notevole difficoltà di definizione dellecorrelazioni tra disponibilità dell’elemento e risposta dellapianta. L’analisi del tessuto vegetale dà la misura dei micronutrientiche erano disponibili e sono stati assorbiti dalle radicie traslocati alle foglie.Questo processo, al contrario dell’analisi del terreno che segueleggi chimiche, risponde a leggi biochimiche, fisiologiche (esigenzanutrizionale e capacità di acquisizione) e genetiche (variabilitàinter e intraspecifiche), per cui rappresenta in modo più precisola quota del nutriente effettivamente disponibile per le piante eche ha determinato un particolare stato nutrizionale.Da quanto detto è evidente che un quadro completo della situazionenutrizionale può derivare solo dall’integrazione dei risultatidei due metodi di analisi (fogliare e del terreno). Attraversola valutazione della relazione tra questi parametri e le risposteproduttive è possibile pervenire alla definizione dei valori criticidi ciascun elemento nei due compartimenti (suolo e pianta).Va inoltre ricordato che l’analisi del terreno può essere effettuataindipendentemente dalla presenza della coltura, per cuitale procedura è particolarmente indicata quando si voglia predireun potenziale stato di sofferenza e programmare interventipreventivi. A questo proposito può essere di utilità considerareTABELLA 6 - Intervalli di dotazionedi alcuni micronutrienti nei suoli(in ppm)i fattori che possono favorire l’insorgenzadelle microcarenze (tabella 7).È evidente che il verificarsi di una o piùcondizioni che possono determinare limitazionidella disponibilità di uno o piùnutrienti suggerisce di effettuare interventicorrettivi soprattutto se si intendono coltivarespecie sensibili alla carenza. L’entitàdell’intervento dipenderà dalla determinazionedelle quote disponibili nel terreno.È a questo punto che è indispensabile disporredi dati a lungo termine di calibrazionedei dati di analisi del terreno con la risposta della colturache indichino se i livelli di disponibilità del nutriente sonosufficienti o meno per sostenere la crescita della coltura: sullabase di questi indici sarà possibile approntare il piano di fertilizzazione.Questo tipo di calibrazioni può consentire anche diindividuare i livelli di nutriente sopra al quale non si hanno incrementidella produzione; è evidente che ogni intervento oltrequesto limite potrebbe portare a spreco di risorse sia economiche(energetiche) che ambientali.Povero Sufficiente Ben dotatoZinco < 0,8 0,8-1,2 > 1,2Manganese < 1,0 1,0-2,5 > 2,5Rame < 0,2 0,2-1,0 > 1,0Ferro < 2,5 2,5-5,0 > 5,0Boro < 0,3 0,3-1,0 > 1,0Molibdeno < 0,2 0,2-0,4 > 0,4TABELLA 7 - Fattori ambientali che favorisconol’insorgenza di carenze micronutrizionaliNutrienteFattoriFerroZincoManganeseBoroRameMolibdeno...e <strong>come</strong> riconoscerne i sintomiLo stato di carenza di specifici nutrienti nelle piante puòessere rivelato da sintomi esteriori, quali alterate modalità dicrescita e sviluppo, cambiamento di colore delle foglie, deformazionie degenerazione dei tessuti.Tali sintomi traducono a livello macroscopico le conseguenzeprodotte dallo stato di carenza a livello biochimico-metabolico.Non tutte le piante reagiscono allo stesso modo a unauguale condizione di stress nutrizionale essendo alcune specie,dette piante indicatrici, più esigenti e perciò più sensibilidi altre alla carenza di un dato elemento. È il caso della viteper il boro o delle leguminose per il molibdeno.È da sottolineare che numerosi patogeni possono causaresintomi esteriori facilmente confusi con stati di carenza.Anche avversità ambientali quali basse temperature, brinatepH elevato, eccessiva presenza di bicarbonato, scarsa dotazionedi sostanza organica, elevate disponibilità di fosforo o nitrato,eccesso di zinco, rame o manganese o altri metalli pesantipH elevato, eccessiva presenza di bicarbonato, scarsa dotazionedi sostanza organica, elevate disponibilità di calcio, magnesioe fosforo, scarsa disponibilità di azototerreni calcarei o con pH superiore a 6,5, elevate disponibilitàdi ferro, bassa concentrazione di azoto, suoli secchi e compatti,elevate dotazioni di sostanza organicapH del suolo < 5,5 o > 7, suoli sabbiosi, secchi con ridottocontenuto di sostanza organica e scarsa disponibilità di azoto,presenza eccessiva di bicarbonato sia naturale che aggiuntopH del suolo elevato, carenza di azoto, suoli compatti, eccessivadotazione di sostanza organicapH < 5, suoli eccessivamente drenatiIl verificarsi di una o più condizioni che possono determinarelimitazioni della disponibilità di uno o più nutrienti suggeriscedi effettuare interventi correttivi soprattutto se si intendonocoltivare specie sensibili alla carenza.32 L’Informatore <strong>Agrario</strong> • 22/2007

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