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REGIONE MOLISE POR FESR 2007 – 2013 CCI ... - Ufficio Europa

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soprattutto in corrispondenza del Fiume Biferno. Ciò è in accordo con lo stato ecologico “scadente”riscontrato nel tratto finale del fiume ed è attribuibile alla non totale efficienza dei depuratori.A questo proposito occorre rilevare che dalla stima dei carichi degli impianti di depurazione emerge unfabbisogno depurativo a livello regionale pari a circa 730.000 Abitanti Equivalenti (AE), di cui la metàimputabile ad attività industriali e circa un 30% ai Comuni di pianura. Considerato il fabbisognofinanziario necessario per colmare le necessità di cui sopra, appare ragionevole dare priorità alle azioniche si sarebbero dovute intraprendere entro la fine del ’98 per le aree sensibili di Boiano e Campobasso,ed entro il 2000 per le aree normali (Campomarino, Termoli, Isernia).Un’altra situazione di particolare criticità per il Molise è costituita dal rischio idrogeologico.Nel territorio regionale, esteso per 4.437 Kmq, sono stati censiti e localizzati ben 8.800 eventi franosi chesono in diverse fasi del loro stato evolutivo . I movimenti franosi ed erosivi sono responsabili dell’assettomorfologico della regione dal massiccio matesino al Basso Molise. A scala provinciale sono state censiti5.707 eventi in provincia di Campobasso e 3.093 in quella di Isernia, con caratteristiche differenti.In particolare dell’intero territorio regionale, il 30,5% è classificato a pericolo di frana e il 69,5% apericolosità nulla. Il fattore maggiormente responsabile dell’instabilità dei versanti è costituito dallanatura litologica dei terreni: gran parte del Molise è difatti occupato dalle argille. E’ stato calcolato chequeste coprono una superficie di 3.560 Kmq, ossia circa l’80% dell’intero territorio regionale.Tra le ulteriori cause del dissesto vi sono la riduzione della superficie agricola utilizzata (sostituita daterreno incolto o da aree urbanizzate); l'abbandono delle montagne, dove in passato la capillare attività deiresidenti costituiva un presidio difensivo di estremo valore per la tenuta complessiva del suolo; lariduzione delle superfici boscate che risultano oggi inadeguate non soltanto alle esigenze della produzionelegnosa, ma anche alla protezione dei suoli, alla regimazione delle acque ed alle esigenze ambientali,paesaggistiche e ricreative; le attività estrattive e l'aumento di aree "urbanizzate", che rendonoimpermeabili i terreni, impedendo al terreno naturale di regolare i deflussi delle acque piovane.I dati sui fenomeni di erosione, disponibili fino all’anno 2004, misurato attraverso la stima della perdita disuolo annua nella regione, mostrano valori al di sopra della media italiana. Le aree di collina rurale sonoquelle maggiormente interessate da fenomeni di dissesto.L’86% della superficie regionale è individuata come area stabile senza alcun fenomeno franoso, mentre ilrestante 14% della superficie è o è stato interessato da tali fenomeni. L’area in questione rappresentaun’ampia fascia disposta da nord-ovest a sud-est, posizionata al centro del territorio regionale.La regione è anche interessata da fenomeni tellurici:il 57,5% del territorio è classificato a medio grado disismicità. Inoltre tra le regioni già Obiettivo 1 la regione Molise presenta la maggior percentuale dicomuni con livello di attenzione molto elevato per il rischio idrogeologico (51,5%) ed un consistentevalore percentuale (86,1%) dei comuni con livello di attenzione molto elevato ed elevato (R4 e R 3).In genere gli elementi a maggior rischio sono le infrastrutture primarie (per la concentrata presenzaumana che vi insiste), i centri abitati (tessuto urbano continuo) e gli insediamenti industriali ecommerciali. Dei 136 comuni molisani, 57 sono ammessi a consolidamento e/o trasferimento ai sensidella Legge n. 445. Tra gli elementi a rischio compaiono anche le infrastrutture a carattere strategico. Ilsistema delle comunicazioni è fortemente coinvolto con numerosi punti a rischio e casi di rilevanzaregionale quali la fondovalle del Biferno (SS.647) e la sua diramazione B, ed infrastrutture a caratterenazionale quali la A14, la SS16 e la ferrovia adriatica. Inoltre il sistema insediativo strutturato innumerosi piccoli centri rende a rischio numerose altre strade a carattere locale, fondamentali per icollegamenti interni alla regione.20

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