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Neoplasie in “Enciclopedia del Novecento” – Treccani - Omero

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<strong>Neoplasie</strong> <strong>in</strong> <strong>“Enciclopedia</strong> <strong>del</strong> <strong>Novecento”</strong> <strong>–</strong> <strong>Treccani</strong>http://www.treccani.it/enciclopedia/neoplasie_(Enciclopedia...dall'accrescimento, e non è escluso che la favorisca; d) una migliore conoscenza <strong>del</strong>livello di progressione raggiunto dal tumore, mediante il perfezionamento di testbiologici e analisi morfologiche, potrebbe utilmente <strong>in</strong>dirizzare le cure; e) ilcontrollo dei tumori dipendenti, quale si può ottenere con vari mezzi, è <strong>in</strong> sé discarsa importanza pratica, perché la dipendenza da un determ<strong>in</strong>ato stimolo èevento transitorio e viene prima o poi perduta per progressione. Il problemacentrale è di mantenere dipendenti per il maggior tempo possibile i tumori che losono, non di sfruttare questo loro carattere per una temporanea cura; f) che laprogressione sia fenomeno irreversibile e <strong>in</strong>evitabile <strong>in</strong> un tumore non devescoraggiare, visto che essa può non raggiungere il suo punto d'arrivo nell'ospiteprimario e che sembra possibile, sperimentalmente, rallentarla prolungando lamalattia anche per lungo tempo; g) sul piano sperimentale, il primo suggerimentoè di dedicare gli sforzi maggiori allo studio <strong>del</strong>le possibilità di <strong>in</strong>terferirecompetitivamente, a livello genico, con i fattori che controllano la progressionetumorale. Da queste impostazioni, <strong>in</strong> mancanza per ora di conoscenze migliori,sembra giustificato attendere sviluppi più razionali per la terapia antiblastica didomani (v. Squart<strong>in</strong>i, 1964).13. Tumori <strong>del</strong>l'<strong>in</strong>fanzia e <strong>del</strong>l'adolescenzaa) Peculiarità e problemiIl panorama dei tumori <strong>del</strong>l'<strong>in</strong>fanzia, <strong>del</strong>l'età puberale e <strong>del</strong>la prima adolescenza enotoriamente molto diverso da quello consueto per gli altri periodi <strong>del</strong>la vita. Neibamb<strong>in</strong>i e negli adolescenti prevalgono i tumori cosiddetti embrionali, i teratomi,gli amartomi, i tumori degli organi emol<strong>in</strong>fopoietici, i sarcomi, mentre sono moltorari i carc<strong>in</strong>omi, che costituiscono il tipo più comune di tumore degli adulti. Leneoplasie dei primi anni di vita sollevano dunque una serie di problemi particolari,di ord<strong>in</strong>e biologico, morfologico, epidemiologico e cl<strong>in</strong>ico, che riguardano i lororapporti con l'embriogenesi, la natura e la provenienza dei fattori causali,l'istogenesi, l'identificazione e la classificazione dei diversi oncotipi, ladistribuzione nelle comunità <strong>in</strong>fantili di alcune forme a sospetta eziologia virale ela ricerca dei veicoli di un possibile contagio, l'eventuale profilassi sulle gestanti, ilcontrollo, la diagnosi e il decorso, le terapie efficaci, ecc. Questi problemiparticolari fanno dei tumori <strong>del</strong>l'<strong>in</strong>fanzia un argomento a sé nel campo <strong>del</strong>lamoderna oncologia, che richiede specializzazione non solamente al cl<strong>in</strong>ico, maanche al patologo e al biologo.b) Epidemiologia e frequenzaIn Italia, come <strong>in</strong> altri paesi a sviluppo analogo, i tumori si avviano a diventare lapr<strong>in</strong>cipale causa di morte nell'<strong>in</strong>fanzia e nell'adolescenza. Con la dim<strong>in</strong>uzione dimolte malattie <strong>in</strong>fettive che oggi si possono curare e col miglioramento <strong>del</strong>lecondizioni di vita e sanitarie generali, la frequenza relativa di decessi per tumor<strong>in</strong>ell'età <strong>in</strong>fantile e nell'adolescenza mostra un progressivo sensibile aumento. Senella prima <strong>in</strong>fanzia, e particolarmente nel primo anno di vita, tale frequenzaappare tuttora molto piccola, ciò si deve all'elevata mortalità per<strong>in</strong>atale per causevarie ancora non sufficientemente controllabili e prevenibili, ma certo dest<strong>in</strong>ate aridimensionarsi nel tempo. In realtà, il numero dei decessi per tumori è maggiorenei primi c<strong>in</strong>que anni di vita che nei quattro qu<strong>in</strong>quenni successivi. Solo fra 26 e 30anni il numero dei tumori che causano la morte torna a un livello comparabile aquello che gli compete nel primo qu<strong>in</strong>quennio. Il rapporto fra i morti per tumoriprima e dopo i 18 anni è di circa 1:50. Se però è riferito al numero totale dei decessiche si verificano per ciascuna età, tale rapporto sale a 1:2, fatta eccezione per iprimi due anni di vita a causa dei motivi detti sopra. Dal sesto anno <strong>in</strong> poi i tumorisono la seconda causa di morte nell'<strong>in</strong>fanzia e nell'adolescenza. L'<strong>in</strong>sieme dei fattiricordati dimostra che i tumori <strong>del</strong>l'<strong>in</strong>fanzia e <strong>del</strong>l'adolescenza non sono come avolte si pensa un'entità trascurabile, e il problema che essi rappresentano non è sulpiano quantitativo molto diverso da quello dei tumori nelle età successive <strong>del</strong>lavita. Di qui la necessità di non trascurarne lo studio, sotto ogni aspetto, anche seciò è difficile e richiede particolare competenza.Considerando gli apparati, gli organi o i sistemi colpiti, i tumori <strong>del</strong>l'<strong>in</strong>fanzia e39 di 121 23/05/13 11:13

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