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IL CALITRANO n° 53 - Ilcalitrano.it

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N. <strong>53</strong> n.s. – Maggio-Agosto 2013 <strong>IL</strong> <strong>CALITRANO</strong>CALITRICANTAdi Marco BozzaIl t<strong>it</strong>olo del presente articolo potrebbe indurrea pensare che vi sia un errore di batt<strong>it</strong>urao grammaticale. Nulla di tutto questo.Bisogna fare un ulteriore sforzo per capireche l’uso del carattere maiuscolo porta lamemoria indietro nel tempo, esattamente aquando nel 1981, ed<strong>it</strong>o da Radio Irpinia, esceil disco CALITRI CANTA. Sono trascorsiben trentadue anni e la storia si ripete con ilgruppo “La Cunv’rsazion” (Donato Frasca,Canio Metallo, Roberto Capossela, V<strong>it</strong>oTateo) che presenta all’attenzione del pubblicocal<strong>it</strong>rano e non solo, il disco dal t<strong>it</strong>olo“Cal<strong>it</strong>RIcanta”. “I magnifici quattro”, nelsolco della tradizione canora tramandata dailoro gen<strong>it</strong>ori, dai loro nonni e attinta a variot<strong>it</strong>olo da chi detiene lo scettro del folklorecanoro domestico, hanno dato v<strong>it</strong>a ad unnuovo progetto musicale che ha preso lemosse diversi anni or sono.Va precisato come il canto popolare, per secoli,ha segnato il passo ai momenti più incisividella v<strong>it</strong>a del paese, tanto in occasioniparticolari (battesimi, matrimoni), quantonei semplici r<strong>it</strong>mi della quotidian<strong>it</strong>à. Nonsolo, ma fino ai primordi dell’alfabetismo,grazie all’uso di parole semplici e ad unamusica piacevole, l’arte canora cal<strong>it</strong>rana harappresentato una forma di evoluzione culturaleforiera di profonda saggezza.Basti pensare come una semplice serenatacantata sotto il balcone della persona amata,abbia saputo omaggiare la beltà del sentimentoumano principe per eccellenza: l’amore. Oggi,invece, l’uso sfrenato della tecnologia, rendealtamente impersonali i rapporti tra simili,dig<strong>it</strong>alizzando anche il respiro.Così, di generazione in generazione, un po’come una staffetta in cui ci si passa il testimone,si rispolvera in musica e in rappresentazion<strong>it</strong>eatrali grandi cavalli di battaglia:“U nobb’l cavalier”, “U uatton”, “Atav’rnara” e così via.La presentazione del disco avverrà il 18Agosto, ove “I quattro tenori” si esibirannodurante una serata di piazza. In tale occasionesarà possibile acquistare il cd, e apartire dai giorni successivi, in diversi puntivend<strong>it</strong>a. Per chi non potesse partecipareall’evento ma vorrà essere ugualmente protagonista,potrà acquistare l’intero album osingoli brani su iTunes, successivamente alladata di presentazione.Questo disco nasce con un’idea ben precisa:tramandare alle future generazioni la v<strong>it</strong>al<strong>it</strong>àemozionale di chi ama il presente, necess<strong>it</strong>adi futuro, ma non può fare a meno delpassato.IN RICORDO DEL MISTERGAETANO VERGAZZOLAdi Raffaele TuozzoloAd un anno dallasua scomparsa,la Polisportiva Cal<strong>it</strong>rivuol rendereomaggio alla figuradi quest’uomo venutodal Nord, tracciandoneil profiloumano ed il percorsosportivo che negliambienti calcistici della Campania e del sudin generale era da tutti conosciuto e ribattezzatocol pseudonimo di Tano Vergazzola.Come comunemente si dice era un uomod’altri tempi, tutto di un pezzo, schivo e tac<strong>it</strong>urnoda rasentare quasi la timidezza, si facevacapire con poche e semplici parole eche esigeva dai suoi calciatori e dai dirigentisocietari il massimo della professional<strong>it</strong>à.Mai una parola fuori luogo o una cr<strong>it</strong>ica versoi colleghi di altre squadre, di calciatori, disocietà sportive ed organi federali; per alcuniaspetti caratteriali e di parlantina associatiad una sottile vena umoristica evocava ilfamoso personaggio di Zeman, ma che nell’allestimentotattico delle squadre da lui allenateera agli opposti del modello Zemanianoin quanto cercava molto l’aspettodifensivo e non poteva essere altrimenti semplicementeperchè nella sua carriera di calciatorericopriva il ruolo di difensore nellamental<strong>it</strong>à calcistica degli anni 50’-60’.Gaetano Vergassola detto Tano, era nato sullacosta Ligure di La Spezia il 2 settembre1936, da calciatore ha debuttato a 22 anninella Sampdoria in una part<strong>it</strong>a contro l’Udinese,vestendo la maglia blucerchiata pertre anni ,ha come compagni di squadra genteche in segu<strong>it</strong>o sarebbe diventata commissar<strong>it</strong>ecnici della nazionale azzurra qualiArzeglio Vicini mondiali 90’ e SergioBrighenti per l’under 21.Frattanto in quel periodo, si stava mettendoin luce nelle giovanili della squadra ligure,un giovane Marcello Lippi.Dopo tre stagioni a Genova, compie un saltodi mille chilometri e scende al sud a Salernoa difendere i colori granata della Salern<strong>it</strong>ana,altri tre anni e risale la penisola eva a concludere la carriera da calciatore indossandoun’altra casacca granata quella delLivorno per quattro anni.Dopo dieci anni esatti di attiv<strong>it</strong>à di calciatoreprofessionista abbandona il calcio giocato,frequenta il corso allenatori e si stabiliscedefin<strong>it</strong>ivamente a Salerno dove sposala donna della sua v<strong>it</strong>a, la signora Lidia.La sua carriera da allenatore si svolge tuttanel terr<strong>it</strong>orio campano guidando squadre chevanno dalla Cavase, Angri, Sarnese, Solofra,Cal<strong>it</strong>ri, Grottaminarda e infine alla Paganeseottenendo numerose v<strong>it</strong>torie di campionatimemorabili con due successiconsecutivi negli anni 90’-91’ e 91’-92’ conla Polisportiva Cal<strong>it</strong>ri.L’uomo nato e vissuto in c<strong>it</strong>tà di mare cheamava la montagna tanto da costruirsi casasull’altipiano Laceno, dove spesso si rifugiavaper r<strong>it</strong>emprarsi dagli impegni sportivi.Con affetto, stima e grat<strong>it</strong>udineLa Polisportiva Cal<strong>it</strong>ri5


<strong>IL</strong> <strong>CALITRANO</strong> N. <strong>53</strong> n.s. – Maggio-Agosto 2013I PRIMI 7 CALITRANIEMIGRANTI A REMSCHEIDdi Klaus Koschmiederl 20 dicembre dell’anno 1955 entrò in vi-il primo accordo di reclutamento del-Igorela manodopera tra la Germania e l’Italia. Erastato un atto coraggioso e lungimirante quelloche il permanente fumatore di sigaro,padre del miracolo economico tedesco(Ludwig Erhard), aveva negoziato con ilMinistro degli Affari Esteri Italiano GaetanoMartino, ossia la possibil<strong>it</strong>à per centinaiadi migliaia di <strong>it</strong>aliani di lavorare in Germanianella BRD. Prima a Verona e poi a Napolifu insediata una commissione tedesca,dove i cal<strong>it</strong>rani vennero vis<strong>it</strong>ati sulla loroidone<strong>it</strong>à. Tra l’altro essi ricevettero un contrattodi lavoro. E così arrivarono i primi 7cal<strong>it</strong>rani in Germania, nella Regione (LandNRW - Nord-Reno Vestfalia), a Remscheidc<strong>it</strong>tà industriale. Il mese di settembre 1960fu per questi 7 Cal<strong>it</strong>rani un triste ed ancheun bel giorno. Un triste giorno perché essidovettero lasciare mogli, figli, fratelli, sorelle,parenti, amici e la loro bella Cal<strong>it</strong>ri.Un bel giorno perché sapevano che in Germaniac’era lavoro e potevano guadagnarei soldi per mantenere le famiglie, farsi unaproprietà e crearsi un’esistenza. Per questole loro famiglie rimasero dapprima a Cal<strong>it</strong>ri.Un monumento al centro di Cal<strong>it</strong>ri ricordaancora oggi i primi emigranti. Davantia loro c’era un lungo e lontano viaggio: dallastazione di Cal<strong>it</strong>ri fino alla stazione centraledi Colonia e di lì si proseguiva per Solingened infine per Remscheid stazionecentrale. All’arrivo i 7 Cal<strong>it</strong>rani furono cordialmentericevuti dal primo sindaco dellac<strong>it</strong>tà, dalla Car<strong>it</strong>as, dal missionario <strong>it</strong>alianoPadre Manbr<strong>it</strong>o, come pure dalla direzionedella (VBW) Vereinigte-Beckersche Werkzeugfabrikensig. Becker e sig. Ibach. Essifurono accompagnati negli alloggi dellaVBW. Dopo la pausa di pranzo ci fu un incontrocon la d<strong>it</strong>ta e vennero assegnati aisingoli reparti dove avrebbero lavorato ilgiorno dopo. Il lavoro iniziava alle 06.30 eterminava nel pomeriggio verso le ore16.00. In questa fabbrica i cal<strong>it</strong>rani potevanolavorare, a loro scelta, 8-9 oppure 10 ore.Anche il sabato in alcuni reparti si poteva lavoraremezza giornata, fino alle 12.00. Labusta paga veniva consegnata ogni venerdì,mentre il resoconto veniva dato il 10 del mesesuccessivo.Durante il periodo delle ferie, tra luglio edagosto, le Ferrovie Tedesche organizzavanotreni speciali che arrivavano fino alprofondo Sud dell’Italia, in modo che gliemigrati non dovevano più cambiare treno.Remscheid, Germania,settembre 1960. Da sinistra:Maffucci Gaetano(t’mbrin’), Galgano Giuseppe(mbaccator’), V<strong>it</strong>torioCirminiello (vaccar’),Gervasi Giovanni (cap’-zappa), Galgano Donato(mbaccator’), Codella Pasquale(curella) e CerretaAntonio (ricca recca).Il viaggio fino a casa durava fino a 24 ore.Questi cal<strong>it</strong>rani si erano nel frattempo integratimolto bene, come conc<strong>it</strong>tadini, nellasocietà tedesca e così, dopo ca. 3-5 anni,portarono a Remscheid nella Langestrassele mogli, i figli, i parenti. Essi non volevanopiù vivere una v<strong>it</strong>a smembrata. Per talemotivo la d<strong>it</strong>ta (VBW) si preoccupò di metterea disposizione delle famiglie alcune ab<strong>it</strong>azioniaziendali. Queste 3 lettere (VBW)hanno ancora oggi per i cal<strong>it</strong>rani un grossosignificato e talvolta con i pensieri essi sonopresso la (VBW), dove hanno trascorsola loro v<strong>it</strong>a e dove hanno guadagnato i lorosoldi. Nella Langestrasse ab<strong>it</strong>arono più di20 famiglie cal<strong>it</strong>rane, che nel fine settimanasi scambiavano le vis<strong>it</strong>e. Ancora oggi ab<strong>it</strong>anoa Remscheid 3 famiglie cal<strong>it</strong>rane.In caso di difficoltà a farsi capire in tedescoi cal<strong>it</strong>rani venivano assist<strong>it</strong>i nella VBW onei rapporti con le autor<strong>it</strong>à tedesche da uninterprete cal<strong>it</strong>rano Michele Armiento. Comeunico cal<strong>it</strong>rano dei primi 7 del 1960, solamentemio suocero Codella Pasquale hafesteggiato nel 1985 il venticinquesimo giubileodi appartenenza alla d<strong>it</strong>ta (VBW). Tuttii Cal<strong>it</strong>rani, proprio tutti, donne o uomini,erano tenuti in molta stima nella VBW econsiderati molto diligenti. Per questa lorooperos<strong>it</strong>à i cal<strong>it</strong>rani vennero premiati dallaVBW: invece delle 3 settimane di ferie spettanti,i dirigenti della d<strong>it</strong>ta concessero loro4 o 5 settimane. Poiché i cal<strong>it</strong>rani erano dell’ideadi far r<strong>it</strong>orno in Patria, investivano ilrisparmio nell’acquisto di una casa o di unappartamento. I cal<strong>it</strong>rani, madri e padri, chea Remscheid avevano lavorato con impegno,talvolta fino a 10 ore al giorno, sono orasoli nella loro proprietà, in quanto la gioventùnon ha trovato a Cal<strong>it</strong>ri possibil<strong>it</strong>à dicostruirsi un’esistenza ed è emigrata.Signor Sindaco del comune di Cal<strong>it</strong>ri io houna richiesta da farle: “Non dimenticate chela Cal<strong>it</strong>ri di oggi è stata costru<strong>it</strong>a anche dagliemigranti e per questo non dimenticateneanche i loro figli: fate qualcosa per la vostrac<strong>it</strong>tà”.L’odierna s<strong>it</strong>uazione a Cal<strong>it</strong>ri, è che i giovani,i ragazzi, gli amici, i parenti se ne vannoda Cal<strong>it</strong>ri. Fino ad oggi a Cal<strong>it</strong>ri non ècambiato niente, nessuna reazione. A causadei pesanti lavori svolti all’estero, molti cal<strong>it</strong>ranihanno bisogno di assistenza medica,di cure e di disponibil<strong>it</strong>à di medicinali. Il sistemasan<strong>it</strong>ario a Cal<strong>it</strong>ri e dintorni è obsoletoe non è in grado di soddisfare le esigenze.Poiché nella maggior parte dei casii figli e le figlie sono emigrate nel Nord Italiao all’estero, si è riprodotta una nuova generazionedi pendolari. Durante la primaverae l’estate i gen<strong>it</strong>ori r<strong>it</strong>ornano a Cal<strong>it</strong>riper effettuare lavori nella campagna cheavevano acquistato. Durante l’inverno si trasferisconopresso i figli e lì provvedono afarsi anche curare. Gli emigrati cal<strong>it</strong>rani conil loro lavoro all’estero hanno cambiato ancheCal<strong>it</strong>ri, in quanto hanno dato “pane e lavoro”a quelli che erano rimasti: artigiani,muratori, installatori, elettricisti ecc. Pensateagli emigrati cal<strong>it</strong>rani, anche a quelliche sono morti.In base all’Ufficio Statistico tedesco vivonooggi in Germania circa 550.000 <strong>it</strong>alianidella terza e quarta generazione, che hannorealizzato la loro v<strong>it</strong>a in Germania.I lavoratori stranieri, e questo è un dato incontestabile,hanno dato un contributo decisivoal miracolo economico in Europa.6


N. <strong>53</strong> n.s. – Maggio-Agosto 2013 <strong>IL</strong> <strong>CALITRANO</strong>LA RADIO DI CALITRI:RADIO IRPINIAdi Eduardo Ferrienivano defin<strong>it</strong>e “Radio libere” quel-esperienze radiofoniche che anima-Vlerono, sul piano musicale e culturale, glianni ’70. “Libera”, secondo alcuni, era untermine improprio per una radio in quantodava ad intendere che c’erano radio“non libere” ed erano soprattutto gli operatoridelle radio ufficiali ad eccepire intal senso per cui si parlò, più correttamente,di “Radio private”.L’idea di far nascere una Radio a Cal<strong>it</strong>rivenne a un gruppo di giovani nel 1976. Dovemmovincere qualche perpless<strong>it</strong>à e nonpoche diffidenze tra noi con ripetuti incontriche servirono come partenza per definiregli obiettivi e l’organizzazione perquell’impresa che, da sub<strong>it</strong>o, entusiasmòtutti. Eravamo, in realtà, un nutr<strong>it</strong>o gruppodi persone che venivano da una esperienzareligioso-culturale che si era consolidatanell’Azione Cattolica e a cui si erano aggiuntealtre persone, più laiche e di diversaestrazione, con cui, tuttavia, riuscimmo benpresto ad integrarci.Eravamo ben consapevoli che creare a Cal<strong>it</strong>riun’em<strong>it</strong>tente alternativa, chiamataRadio Irpinia, non era un gioco. Era fondamentaleorganizzare una seria programmazioneche unisse la musica allacultura, allo sport, alla pol<strong>it</strong>ica locale, alletradizioni… che si legasse, cioè, profondamentealla realtà della nostra comun<strong>it</strong>à.Rapidamente capimmo che era necessarioavere contatti e coinvolgere anche personedei paesi vicini, soprattutto là dovegiungeva la voce di Radio Irpinia.Il gruppo dei tecnici – cap<strong>it</strong>anato dal compiantoMario Rauso, con Franco Rinaldi,Nardino Cestone e il giovanissimo V<strong>it</strong>oCerreta che non ci stancheremo mai di rimpiangeree di tesserne le lodi per la sua disponibil<strong>it</strong>à,competenza e intelligenza – fupresto al lavoro e così Radio Irpinia cominciò,timidamente, a far sentire, per dueore al giorno, la sua voce. Fu una delle primeem<strong>it</strong>tenti “libere” della Campania. Avevamof<strong>it</strong>tato una casetta, un monolocale,alla punta del Castello dove si dominavano,a 360 gradi, le valli e le alture che circondanoCal<strong>it</strong>ri e da dove svettava l’antennadel ripet<strong>it</strong>ore che faceva giungere lanostra Radio sino in Puglia e in Basilicata.L’iniziativa riscosse sub<strong>it</strong>o un notevolesuccesso: molti giovanissimi, ma ancheFesta popolare di Radio Irpinia, 1979. La corsa con le rane: la rana, trasportata con la carriola, sesalta fuori va rimessa dentro.persone adulte si appassionarono e si reserodisponibili a collaborare. Radio Irpiniaera una radio povera che si facevaforte della ricchezza d’inventiva e genial<strong>it</strong>àdei suoi giovani collaboratori. Nascevanocosì programmi musicali comeCanzoni, richieste e dediche, condottodalla voce suadente di Giovanni Rinaldie della sua combriccola che si occupavaanche di sport, ma anche programmi culturalie di attual<strong>it</strong>à come Sfogliando i giornali,una rassegna stampa dei quotidianilocali e nazionali, e la riflessione sulle letturedella Messa domenicale, in linea conil Concilio, a cura di don Antonio Tenore.Ampio spazio era riservato ai Notiziari,ai Dibatt<strong>it</strong>i su argomenti di attual<strong>it</strong>à esu problematiche locali con osp<strong>it</strong>i in studio,in diretta, a cui potevano partecipare,telefonando, anche gli ascoltatori.Il costo iniziale (trasmett<strong>it</strong>ore, giradischi,microfoni, antenna) non superò le 800 milalire. Eravamo in quindici a dividerci lespese. Nei mesi successivi, tirammo avanticon la pubblic<strong>it</strong>à. Con le nuove entrate,nel 1977, comprammo un nuovo trasmett<strong>it</strong>ore,più potente e installammo ilripet<strong>it</strong>ore a Gran<strong>it</strong>o, la montagna più altadella zona, nel comune di Pescopagano,su un traliccio che è rimasto là, abbandonato,anche dopo che Radio Irpiniacessò le trasmissioni. Spostammo anchela sede: dal Castello andammo in Piazzadella Repubblica, nella casa di GabrieleAcocella, già rinomato negozio di stoffe.Nella nuova sede, Radio Irpinia incrementòle trasmissioni arrivando a otto oreal giorno: a piano terra c’era la redazionee si svolgevano le riunioni, mentre al pianosuperiore c’era la stanza da cui si trasmettevacon le relative apparecchiaturee a cui si accedeva con una vecchia scalaa chiocciola. Il numero dei collaboratoriera progressivamente aumentato e, nelcorso della settimana, si alternavano piùdi trenta giovani ai microfoni e alla partetecnica.I tempi per regolarizzare giuridicamentel’iniziativa della Radio e le iniziative adessa correlate erano, dunque, maturi percui, il 22 settembre 1977, in nove ci recammoad Aquilonia per cost<strong>it</strong>uire, davantial notaio Pasquale Scarano, l’Associazionedenominata “Centro culturalee ricreativo d’impegno sociale di Cal<strong>it</strong>ri”.L’Associazione aveva sede in Cal<strong>it</strong>ri,in Piazza della Repubblica, 14, e, comerec<strong>it</strong>a l’art. 1 dello Statuto, “non ispirala sua azione ad alcuna ideologia part<strong>it</strong>icané persegue final<strong>it</strong>à di lucro”. I socifondatori erano: Rinaldi Franco, TenoreAntonio, Di Maio Vincenzo, CestoneLeonardo, Rauso Mario, Fastiggi V<strong>it</strong>o,Maffucci Giuseppe, Ferri Eduardo, Ma-7


<strong>IL</strong> <strong>CALITRANO</strong> N. <strong>53</strong> n.s. – Maggio-Agosto 2013langa Mario, Del Cogliano Berardino,Martiniello V<strong>it</strong>o, De Nicola Canio, MetalloVincenzo, Ricciardi Michele.Gli scopi e le final<strong>it</strong>à del Centro vengonodefin<strong>it</strong>i nell’art. 2 dello Statuto:• contribuire alla elevazione culturale,morale e sociale di quanti aspirano a migliorarela loro presenza nella società;• favorire l’incontro, il dialogo, il confrontotra coloro che credono in un sano,civile e democratico sviluppo dellerelazioni sociali;• promuovere e stimolare con opportuneiniziative lo studio, la ricerca e la soluzionedei problemi più urgenti dellasocietà in genere e della comun<strong>it</strong>à localein particolare.Per raggiungere questi scopi, il Centroorganizza, promuove e gestisce le attiv<strong>it</strong>àelencate all’art. 3:• dibatt<strong>it</strong>i, conferenze, convegni di studio;• un’em<strong>it</strong>tente libera “RADIO IRPI-NIA”, a diffusione locale, che modulaa 102,8 MHz in FM con sede in Piazzadella Repubblica, 14 - CALITRI e relativaattiv<strong>it</strong>à ed<strong>it</strong>oriale;• un giornale periodico dal t<strong>it</strong>olo “PO-LITICA NUOVA” ed eventuale attiv<strong>it</strong>àed<strong>it</strong>oriale;• attiv<strong>it</strong>à ricreativo-sportive per un razionaleimpiego del tempo libero e percreare occasioni socializzanti.Come da Statuto, venne cost<strong>it</strong>u<strong>it</strong>o il primoConsiglio direttivo del Centro che sarebberimasto in carica fino al 31 dicembre1978: Rauso Mario, Presidente;Tenore Antonio, Vice Presidente per attiv<strong>it</strong>àculturali-sociali; Rinaldi Francesco,Vice Presidente per attiv<strong>it</strong>à ricreativo-organizzativee tecniche; Maffucci Giuseppe,Segretario; Cestone Leonardo Antonio,Cassiere Amministratore; FastiggiV<strong>it</strong>o, Responsabile Sezione ricreativosportiva;Ferri Eduardo, Direttore “RadioIrpinia”; Di Maio Vincenzo, Direttore delperiodico “Pol<strong>it</strong>ica Nuova”; Russo Giuseppe,Addetto stampa e propaganda.Tra le tante attiv<strong>it</strong>à che fiorirono intornoa Radio Irpinia, vorrei menzionarne almenodue che ancora oggi rimangono nelcuore di tanti che, in quel tempo, si sonolasciati coinvolgere: le “Feste popolari diRadio Irpinia” e l’iniziativa del disco LP“Cal<strong>it</strong>ri canta”, oltre alla pubblicazionedel periodico “Pol<strong>it</strong>ica Nuova”.Su vinile, 33 giri, e su cassetta furono incisialcuni canti della tradizione cal<strong>it</strong>ranacol t<strong>it</strong>olo “Cal<strong>it</strong>ri canta”. L’intento eraquello di salvare non la semplice tradizione,ma la cultura nei suoi vari aspetti, di cuii canti cost<strong>it</strong>uiscono una delle massimeespressioni. Sull’argomento ci sarebbe daparlare tanto, ma credo che questo non siail momento. Come pure, voglio solo fareun accenno alle “Feste popolari” che nelMilano, 06.05.1984. Festa di Maurizio Di Milia. Da sinistra ultima fila: Vincenzo Basile, GiuseppeDi Cairano, Carlo Zaza, Daniele Zaza, Graziella Zaza, Umberto Zaza,Teresa Rabasca, Angela DiMaio, V<strong>it</strong>o Di Milia, Domenica Grasso, Lilly Di Cairano. Prima fila da sinistra: Giuseppe Di Milia,Bartolomeo De Nora, Michele Di Cairano, Romeo Di Milia, Concetta Di Milia, Maurizio Di Milia,Teodora Di Milia, Filomena Di Milia, Teresa Di Maio, Angela Rabasca.1978, 1979 e 1980 animarono il paese coinvolgendocentinaia di persone. Fummo antesignanidi una nuova modal<strong>it</strong>à di “festa”che, oggi, rimane ancora viva soprattuttotra le nuove generazioni.Il terremoto del 1980 interruppe inesorabilmentel’esperienza di Radio Irpinia,così come bloccò e cambiò tante altre coseche sarebbe interessante valutare sulpiano psico-sociologico. La sede della Radio,che nel frattempo si era spostata daPiazza della Repubblica a Via de Sanctis(Strada r’ pier), fu gravemente colp<strong>it</strong>a dalterribile sisma. Riuscimmo a recuperarealcune apparecchiature col coraggio di alcunidi noi e l’aiuto dei Vigili del Fuoco,altre vennero distrutte, ma Radio Irpiniariuscì, comunque, a risorgere e riprese afar sentire la sua voce trasmettendo, perqualche mese da un locale in via SottoMacello e poi da un container posizionatonel Parco Berrilli nei pressi del Cim<strong>it</strong>ero.La ripresa durò poco, perché mancòla forza e l’entusiasmo per continuare daparte di tutti noi e così spegnemmo defin<strong>it</strong>ivamentela nostra radio.NOTIZIE DA ROMACal<strong>it</strong>rani che si distinguonoIl giorno 8 dicembre 2012 il Santuario di Pompei era grem<strong>it</strong>o di fedeliper il r<strong>it</strong>orno del quadro che raffigura la Madonna del Santo Rosario.Il quadro era assente da due mesi per subire un minuzioso restauroche potesse rest<strong>it</strong>uire al dipinto la sua originaria bellezza. Ad accoglierel’Immagine della Veneratissima Madonna erano presenti le massimeautor<strong>it</strong>à religiose tra le quali l’arcivescovo emer<strong>it</strong>o di Pompei MonsignorCARLO LIBERATI promotore del restauro della preziosissima tela.Il presule, visibilmente commosso rivolgeva “Vivissima grat<strong>it</strong>udine” alDirettore dei Musei Vaticani Prof. Antonio Paolucci ed alla Direttrice dellaboratorio di restauro sezione dipinti Maria Ludmila Pstka ed alla:“FINE E DELICATA RESTAURATRICE ANGELA CERRETA COSÌ SO-LERTE E RESPONSAB<strong>IL</strong>E DEL RESTAURO”. Per la nostra Angela, presentealla cerimonia nello staff del Vaticano in compagnia della madreRosellina Zampaglione giungeva un lusinghiero apprezzamento, un importantericonoscimento alla sua bravura. Papà Canio (bigliardiere) emamma Rosellina saranno stati sicuramente felici ma anche noi siamoun po’ orgogliosi del successo di Angela e le auguriamo di conseguiretraguardi sempre più importanti e significativi.8


N. <strong>53</strong> n.s. – Maggio-Agosto 2013 <strong>IL</strong> <strong>CALITRANO</strong><strong>IL</strong> 29 SETTEMBRE 1943di Michelangelo De RosaPubblicabenemerenzaCal<strong>it</strong>ri da sempre veniva festeggiatoA l’Arcangelo SAN MICHELE in duevolte all’anno con una Processione di credentiche dopo la celebrazione della SantaMessa attraversava le vie principali dell’ab<strong>it</strong>atocon la statua del Santo portata inProcessione con il Clero disponibile in testae le donne ed i bambini che seguivano,oranti, lungo tutto il percorso.Tali cerimonie si effettuavano l’otto maggioed il ventinove settembre, ma nel periododella Seconda Guerra Mondiale tuttele Processioni vennero sospese perev<strong>it</strong>are assembramenti pericolosi in caso diincursioni da parte dell’aviazione nemica.La giornata del 29 settembre 1943 quindiiniziò sotto altri auspici con l’arrivo inpaese di alcune camionette americanegiacché i Tedeschi da qualche giorno sierano r<strong>it</strong>irati, avendo nel contempo fattosaltare alcuni ponti e manufatti con lo scopodi rendere più ardua la via al nemico,avanzante, per cui in quel giorno San Michelefu forse dimenticato dalla popolazioneche si apprestò a rendere omaggioagli Americani liberatori.Non intendo ora tediare i lettori con il raccontodettagliato degli avvenimenti diquei giorni terribili, avendone ampiamenteio stesso già scr<strong>it</strong>to nella Storia dei“De Rosa”, stampata il 14 febbraio 1967,mentre tutti i fatti sono stati riportati concertosina fedeltà nella voluminosa “Cronacadi un evento”, scr<strong>it</strong>ta da AntonioMAFFUCCI (edizioni “DELTA” in Grottaminardanell’aprile 2009), in cui sonostati successivamente raccontati i fatti edi comportamenti riguardanti gli assal<strong>it</strong>orie gli aggred<strong>it</strong>i secondo le testimonianzeche portarono ai relativi provvedimentiadottati dal Tribunale di Napoli.Tutti i giornali e periodici di quegli anniche riportavano le notizie inerenti sono aloro volta elencati nel suddetto volume,come anche articoli redatti da semplici c<strong>it</strong>tadini,che vollero far conoscere i loro puntidi vista in propos<strong>it</strong>o. Pertanto ometto volutamentedi enumerare fatti e persone,ampiamente raccontati dal Maffucci cheha documentato con pedante esattezza imisfatti, le minacce, le aggressioni, i ferimenti,gli assassinii, le malversazioni, leappropriazioni di beni, nonché la pretesadi distribuzione gratu<strong>it</strong>a di merce varia daparte di molti negozianti che avrebberospeculato in precedenza sull’accaparramentoe la borsa nera.Con l’arrivo di uno sparuto drappello dimil<strong>it</strong>ari Italiani, inviati dagli Americaniper restaurare l’ordine e la legge, furonoeffettuati molti arresti che sfociaronoa vari Processi, fino alla sentenza del23/4/1952 e relativi vari appelli, con cuisi arrivò al pronunciamento defin<strong>it</strong>ivo dellaSuprema Corte di Cassazione nell’anno1954, quando parecchi protagonisti diambo le parti erano ormai deceduti.Quest’anno si compie il settantesimo anniversariodei luttuosi avvenimenti di cuiho voluto ricordare e mi è d’uopo constatareche oggi io sono il solo superst<strong>it</strong>eancora in v<strong>it</strong>a dei tanti che furono v<strong>it</strong>timedi quegli efferati del<strong>it</strong>ti.Auspico che in futuro la data del 29 settembrepossa restare sempre e soltanto laFesta di San Michele, mentre il ricordo diquanto accaduto in quell’anno di guerrapossa servire come mon<strong>it</strong>o per le generazionifuture affinché esse riescano a viverein maniera pacifica e secondo i dettamidella nostra Santa Chiesa.L’8 giugno si è tenutaa Cal<strong>it</strong>ri, nei localidell’ECA con unalarga partecipazionedi c<strong>it</strong>tadini, lapresentazione dellibro “Senza fiato” diGiovanni Acocella.Sono intervenutiMichele Cicoira,Pietro Cerreta,Raffaele Salvante,Vincenzo Galgano,Giuseppe DiGuglielmo.Il 19 dicembre 2012 presso la salaconvegni della prestigiosa casa vinicola“I Feudi di San Gregorio”,in Sorbo Serpico (AV), organizzatadall’Ordine degli Ingegneri dellaprovincia di Avellino, si è svolta lacerimonia di consegna delle benemerenzeconcesse ad ingegneri dallaPresidenza del Consiglio dei Ministri- Dipartimento della ProtezioneCivile, a testimonianza dell’operae dell’impegno prestati in attiv<strong>it</strong>àconnesse ad eventi della ProtezioneCivile.Al Dott. Ing. Vincenzo Luongo diCal<strong>it</strong>ri è stato concesso l’Attestatodi Pubblica Benemerenza con medagliadi bronzo ed insegne per averguidato in assoluto la prima squadradi ingegneri, volontari e non retribu<strong>it</strong>i,part<strong>it</strong>a dalla provincia di Avellinoverso la c<strong>it</strong>tà de L’Aquila in occasionedel sisma dell’aprile 2009.La squadra, formata da tre ingegneri,ha ag<strong>it</strong>o sotto l’egida del ConsiglioNazionale Ingegneri per l’accertamentodel danno e la messa insicurezza degli edifici, nel mese dimaggio 2009 esattamente ad un mesedal sisma.Essa ha operato nella c<strong>it</strong>tà de L’Aquilaper un brevissimo periodo, assegnatapoi al centro di comandodella Protezione Civile di Sulmonaha svolto la campagna di accertamentie messa in sicurezza nel comunedi Castelvecchio Subequo,mer<strong>it</strong>ando testimonianze di affetto egrat<strong>it</strong>udine da parte della popolazionee dell’Amministrazione Comunale.9


<strong>IL</strong> <strong>CALITRANO</strong> N. <strong>53</strong> n.s. – Maggio-Agosto 2013ORGOGLIO E DIGNITÀdi Antonio Rubinoascemmo Cal<strong>it</strong>rani, fummo emigranti, di-meridionali. Italiani? Forse nonNventammolo siamo mai stati. Eppure, siamo cresciuti nelm<strong>it</strong>o del risorgimento. Nell’esaltazione dell’un<strong>it</strong>àd’Italia come inizio di una nuova eraportatrice di progresso ed emancipazione perle masse contadine e analfabete. Principio difratellanza e solidarietà tra i numerosi popoliche ab<strong>it</strong>avano la penisola. Per la nuova Patria,abbiamo combattuto, abbiamo sofferto fame efreddo, siamo stati fer<strong>it</strong>i, mutilati ed infine siamomorti. Ci siamo illusi che ciò bastasse perrendere la nostra stirpe, C<strong>it</strong>tadini “CIVlS” Italiani,con i doveri ma anche con i dir<strong>it</strong>ti che talet<strong>it</strong>olo implica. No, purtroppo non è bastato.Non è bastato aver taciuto, occultato, dissimulatoper oltre 150 anni la vera storia dellaconquista ed occupazione del Sud da parte deisoldati Piemontesi. Non è bastato averci massacrati,derubati, deportati e rinchiusi. Eravamobriganti, siamo diventati parass<strong>it</strong>i senzaesser stati mai c<strong>it</strong>tadini. Ci hanno consideratouna genia di rozzi e miserabili selvaggi che vivevanosottomessi a nobili e feudatari. Ci hannoimposto il m<strong>it</strong>o del Nord civile ed evolutoche ci ha liberato dal giogo millenario dei massar<strong>it</strong>irapiedi di baroni e signorotti locali.Ogni popolo, ogni uomo vale per quello che èstato e per quello che ha fatto. Nei secoli noimeridionali, come del resto tutta l’Italia, abbiamosub<strong>it</strong>o invasioni e sottomissioni da innumerevolieserc<strong>it</strong>i stranieri. Abbiamo sempreversato l’obolo ai padroni che si sono succedutinei secoli, ma siamo sempre stati capaci disostentarci con le nostre forze, con i prodottidella nostra terra e dei nostri artigiani. Non eravamoe non siamo, per genia, inferiori a nessuno.Anche se molti continuano a sostenerlo indicandoil Sud parass<strong>it</strong>a come unico colpevoledella crisi economica e dell’endemica subaltern<strong>it</strong>àdell’Italia alle altre nazioni europee.Eppure siamo stati noi. Siamo noi, ad aver rimossoradicalmente e completamente gli avvenimentidell’occupazione del Sud. Siamonoi, ad aver dimenticato la nostra storia. Siamonoi, ad aver scelto a chi affidare il nostrofuturo e le nostre speranze. Siamo noi, ad averaccettato con pacata rassegnazione il degradodelle nostre terre. Siamo noi, a credere che bastassecostruire tre capannoni e una strada chesi arrampica sul costone della collina per crearesviluppo. Siamo noi, che abbiamo accettatosupinamente minimi contributi e personalissimisussidi. Siamo noi a sentirci subalternial grande, evoluto e industrializzato Nord. Siamonoi, che dopo aver studiato, viaggiato e lavoratoin tutto il mondo, non siamo stati capacidi cambiare le consuetudini radicate nella serenarassegnazione. Siamo noi ad esserci sedutiaspettando che qualcuno ci indicasse lastrada. Si, di colpe ne abbiamo. Ne abbiamocome meridionali e come Italiani. Ci facciamoguidare da pol<strong>it</strong>ici inadeguati, contaminatida principi che salvaguardano unicamente igrandi gruppi industriali e bancari. Alla Germania,per risolvere la questione dell’unificazione,sono bastati quindici anni. Per noi, dopo150 anni, continuiamo a sentire pol<strong>it</strong>ici che“pongono la questione meridionale sul tavolodelle trattative”. Ci parlano di globalizzazione,di mercati inquinati da finanzieri senzascrupoli, dalla libera circolazione delle mercie della libera concorrenza del lavoro. Poi però,siglano accordi commerciali con gli altri statiprivilegiando unicamente le grandi industrie,quasi sempre, del Nord.Poi ci accorgiamo che importiamo grano dall’Australia,frutta dal sud America, concentratodi pomodoro dalla Cina e perfino noci dallaCalifornia. Ci dicono che il mercato globalee le multinazionali vanno a comprare i prodottidove costano meno. Ev<strong>it</strong>ano accuratamente dispiegarci come un quintale di grano, di noci odi pere prodotte dall’altra parte del mondo e trasportatiin Italia, possa costare meno che l’equivalenteprodotto in Italia. Nel frattempo assistiamorassegnati al degrado delle nostreterre, al costante abbandono di terreni e coltureche da sempre sono state le nostre unichefonti di redd<strong>it</strong>o. Fertili appezzamenti abbandonatinell’indifferenza e regalati a branchi dicinghiali che completano l’opera di distruzionedelle ultime tipiche colture che qualche anzianoancora si ostina a conservare.È da poco trascorso l’anniversario del terremoto1980. Sono passati trentadue anni. Per noiCal<strong>it</strong>rani non più residenti, r<strong>it</strong>rovare il “nostro”paese cui ci lega un intimo e profondo affetto,immobile anno dopo anno ancora con le piaghee le fer<strong>it</strong>e non curate è una sofferenza costante.Per anni, in particolar modo dopo il terremoto,quale rimedio per lo sviluppo dell’alta Irpinia,si è teorizzato, progettato e finanziato una f<strong>it</strong>tiziaindustrializzazione. Sono stati erogati finanziamentia imprend<strong>it</strong>ori spregiudicati e faccendieriammanicati, senza verificare se iprogetti fossero effettivamente realizzati. Si continuaad accusare la malav<strong>it</strong>a organizzata chesoffoca la libera imprend<strong>it</strong>oria meridionale. Intutto questo, i nostri pol<strong>it</strong>ici, sono stati completamenteassenti, non chiarendo mai fino in fondole scelte fatte sulla pelle dei c<strong>it</strong>tadini. Eppure,sono loro i professionisti della pol<strong>it</strong>ica.Sempre gli stessi, insost<strong>it</strong>uibili e immutabili comele stagioni. Intanto assistiamo ad un impoverimentodemografico, economico e culturalesenza precedenti delle nostre terre.Stiamo vivendo un periodo di profonda crisisia economica sia culturale. Professori, ricercatorie tuttologi indicano cause e soluzionicomprensibili e spesso inconciliabili. Mercatiglobali, consumi stagnanti, fondi comuni di investimento,deb<strong>it</strong>i primari ecc. ecc. parole inutili.Termini creati da finanzieri spregiudicatisolo per coprire saccheggi legalizzati. Se, equando ne usciremo, probabilmente torneremoa dare la giusta importanza alle cose concrete.Non più prof<strong>it</strong>ti virtuali, ma guadagniconcreti prodotti dal lavoro. È tempo di pretendereattenzione e rispetto da parte dei nostrirappresentanti locali e nazionali. È tempo diesigere provvedimenti legislativi che garantiscanoattenzione e tutela alle specifiche realtàeconomiche esistenti sul nostro terr<strong>it</strong>orio. È diventatoimperativo salvaguardare, valorizzaree favorire le eccellenze, ancora presenti sul terr<strong>it</strong>oriodell’alta Irpinia. Terr<strong>it</strong>orio che sappiamo,non adatto a produzioni a carattere industriale,ma certamente, con adeguate tutele emirati investimenti, si può e si deve puntaresulla qual<strong>it</strong>à e tipic<strong>it</strong>à dei prodotti. Se non si ripartevalorizzando secoli di conoscenza e diesperienza, allora assisteremo al costante degradoe abbandono di tutti quei terr<strong>it</strong>ori chenon sono in grado di assicurare grandi utili allemultinazionali. Abbandono, degrado e desolazioneportano al costante deperimento de<strong>it</strong>err<strong>it</strong>ori, alla riduzione demografica e al crollocostante ed inarrestabile del valore complessivodel terr<strong>it</strong>orio, che diventerà terra di facileconquista per speculatori e faccendieri.Cal<strong>it</strong>ri, 05.05.2013 Prima Giornata dell’Agricoltura. Mario Capossela (nzaccand’), Valeria Capossela,Canio Codella. Davanti Giuseppe Codella (curella dif’sette) e la piccola Marianna Strazza.10


N. <strong>53</strong> n.s. – Maggio-Agosto 2013 <strong>IL</strong> <strong>CALITRANO</strong>“UN PAESE CI VUOLE …”Associazione Il Chicco di Granoi è tenuto il giorno 27 aprile 2013 alle oreS10,30, presso l’aud<strong>it</strong>orium del LiceoScientifico “A.M. Maffucci” di Cal<strong>it</strong>ri, perl’occasione affollato di c<strong>it</strong>tadini, docenti estudenti, il Convegno in memoria di AngeloDi Milia, agronomo deceduto a Cal<strong>it</strong>ri il 9ottobre 2012, dal t<strong>it</strong>olo: “La passione per ilterr<strong>it</strong>orio e il coraggio per l’innovazione”, organizzatodalla Associazione Il Chicco diGrano d’intesa con l’Ist<strong>it</strong>uto Maffucci, nell’amb<strong>it</strong>odella presentazione delle borse distudio rivolte agli studenti dei tre indirizzi discuola che per quest’anno dovranno cimentarsisul tema: “Un paese ci vuole, non fosseper il gusto di andarsene via. Un paese vuoldire non essere soli, sapere che nella gente,nelle piante, nella terra c’è qualcosa di tuo,che anche quando non ci sei resta ad aspettarti.”(Cesare Pavese - La luna e i falò).Il dirigente scolastico Prof. Gerardo Vespucciha fatto gli onori di casa introducendoil convegno e presentando i relatori, hasottolineato l’importanza della conoscenzacome arma del successo.Sono intervenuti:• il Dott. VITANTONIO RUBINO (Presidentedell’Ass. Il Chicco di grano in memoriadi Angelo Di Milia) che si è soffermatobrevemente sulla presentazione dell’Associazionee delle sue final<strong>it</strong>à;• il Prof. LUIGI RAMUNNO - Ordinario dell’Univers<strong>it</strong>àdegli Studi di Napoli FedericoII, che ha introdotto la figura del compiantoAngelo Di Milia sotto il punto divista umano;• il Prof. ANTONIO DI FRANCIA - Associatodell’Univers<strong>it</strong>à degli Studi di Napoli FedericoII, che invece ne ha illustrato il profilotecnico-professionale e la voglia continuadi innovazione di Angelo sin da<strong>it</strong>empi dell’Univers<strong>it</strong>à;• il Dott. DOMENICO CECERE - FunzionarioSOGEI Società di Information & CommunicationTechnology del Ministero dell’Economiae delle Finanze;• il Dott. ANGELO CIARDIELLO - Ministeroper le Pol<strong>it</strong>iche Agricole Alimentari e Forestali,Dipartimento delle Pol<strong>it</strong>iche Europeeed Internazionali e dello SviluppoRurale.• L’Ing. GIUSEPPE DEL RE, compagno dibanco ai tempi del liceo, ha illustrato ilvalore della scelta di Angelo Di Milia d<strong>it</strong>ornare nella nostra terra abbandonandoun lavoro e una carriera che lo vedevaproiettato in un’altra Regione d’Italia.Sottolineando che Lilino al liceo era statouno studente pieno di curios<strong>it</strong>à scientifichecon la voglia di approfondire ogniargomento;• Importante è stata anche la testimonianzadi un agricoltore di Cal<strong>it</strong>ri, PeppinoGalgano che ha messo in evidenza la genuin<strong>it</strong>àdel pensiero e dei rapporti umanie la lungimiranza delle azioni professionaliche lo rendevano capace di comunicarecon tutti, dagli agricoltori ai docentiunivers<strong>it</strong>ari ai vertici Ist<strong>it</strong>uzionali.Il convegno si è svolto tra la massima attenzionedegli studenti ed alla presenza dellamoglie Rosa Ricciardi e del fratello dott.Giuseppe Di Milia oltre che altri familiaried amici.Non sono mancati momenti di intensa commozionequando gli intervenuti hanno ripercorsole tappe formative di Angelo DiMilia ai tempi dell’Univers<strong>it</strong>à illustrandonela dedizione e l’amore per lo studio, masoprattutto quando ognuno ha messo in risaltoil profilo umano dell’amico “Lilino”con il quale erano legati ormai da una frequentazionetrentennale.Tutti hanno sottolineato l’amore di Angeloper la propria terra che aveva lasciato pergli studi univers<strong>it</strong>ari e per i cinque anni dilavoro presso la Regione Lazio. Però, per lasua grande voglia di cambiare, innovare,promuovere il proprio terr<strong>it</strong>orio aveva fattodi tutto per tornare a Cal<strong>it</strong>ri lavorando primaalla Comun<strong>it</strong>à Montana “Alta Irpinia” epoi presso la Regione Campania, IspettoratoAgrario di Cal<strong>it</strong>ri.Il suo lavoro era costantemente rivolto almondo dell’agricoltura con l’obbiettivo fissodi coniugare tradizione ed innovazioneconsapevole che solo un’agricoltura modernapuò contribuire a risollevare quest<strong>it</strong>err<strong>it</strong>ori. Era convinto che la trasformazionediretta e la commercializzazione dei prodottiagricoli svolte con professional<strong>it</strong>à possonocost<strong>it</strong>uire un’importante occasione dilavoro per tanti giovani che altrimenti sonocostretti a cercare altrove un’occupazione.Metteva in pratica questi concetti lavorandofianco a fianco con gli operatori del settore,con le Ist<strong>it</strong>uzioni e il mondo della ricerca.Aveva messo in pratica quello che proponevarealizzando un laboratorio di pasta alimentarericca di alimenti funzionali perchévoleva concretamente dimostrare che il cibonon serve solo a nutrirsi ma anche a curarsi.Ed è proprio questo il messaggio chesi è voluto lanciare ai giovani: “Credete invoi stessi, apprezzate le vostre capac<strong>it</strong>à, siateconsapevoli che da soli potete costruire ilvostro futuro”.Il ricordo di Angelo è prosegu<strong>it</strong>o nell’amb<strong>it</strong>oGiornata dell’Agricoltura, organizzatail 05 maggio u.s., dagli agricoltori delluogo.Particolarmente toccante è stato il videodal t<strong>it</strong>olo “Il suono della Domenica” cheha ripercorso l’impegno di L<strong>IL</strong>INO perun’agricoltura moderna fatta di prodottigenuini perché come lui soleva dire: “nutrirsiè meglio che curarsi”, attesa lastretta correlazione tra alimentazione e benessere.Ha introdotto i lavori il Sindaco AntonioRubinetti segu<strong>it</strong>o dal prof. Coppola Raffaele,commissario della Provincia di Avellino,dott. Marco De Matteis della “De MatteisAgroalimentare”, dott. Alfonso Tartagliadirettore STAPA-CEPICA Avellino e dott.V<strong>it</strong>antonio Rubino Presidente della fondazioneOnlus in memoria di Angelo Di Milia“il chicco di grano”Erano presenti i familiari e tantissimi amiciche guardando il video hanno rivissutocommossi l’impegno di una persona che conla sua giovial<strong>it</strong>à e la sua professional<strong>it</strong>à avevaconquistato tutti, colleghi o semplici conoscenti.Le parole dei relatori hanno ricordatoquello che è stato il lavoro di Angeloche nel rispetto dei ruoli e delle Ist<strong>it</strong>uzionisi era fortemente impegnato per promuoverei prodotti dell’agricoltura di questo terr<strong>it</strong>orio.Il lavoro svolto, come unanimementericonosciuto, va al di là di questa provinciae sicuramente cost<strong>it</strong>uirà la base di nuove ricercheche arricchiranno la conoscenza dellacorrelazione tra cibo e salute.Lunedì 10 giugno i bambini dell’ultimoanno della Scuola dell’Infanziae della 1 della ScuolaPrimaria insieme ai nonni e agliinsegnanti hanno realizzato unarappresentazione teatrale nelpiazzale dell’Ist<strong>it</strong>uto comprensivo.11


<strong>IL</strong> <strong>CALITRANO</strong> N. <strong>53</strong> n.s. – Maggio-Agosto 2013CONCLUSA LA TR<strong>IL</strong>OGIAECONOMICO-GIURIDICA DEL I.T.C.“A.M. MAFFUCCI” DI CALITRIdi Franco Acquavivaol progetto “Riforma del lavoro e mer-occupazionale” e con la confe-Ccatorenza, tenutasi nell’ultima decade del mesedi maggio, nell’aud<strong>it</strong>orium dell’Ist<strong>it</strong>utoTecnico Commerciale “ A.M. Maffucci”,alla presenza del Segretario Regionaledella FIOM Campania, Andrea Amendola,è giunta al punto d’arrivo la trilogiaeconomico-giuridica, fortemente auspicatae caldeggiata a suo tempo dal DirigenteScolastico, Gerardo Vespucci, econcep<strong>it</strong>a e curata dai docenti, FrancoAcquaviva e Virginia Di Trolio.Nell’anno scolastico ormai terminato, glialunni delle classi terza e quarta, sezioneA e sezione B, dell’Ist<strong>it</strong>uto Tecnico Economico,segu<strong>it</strong>i e coadiuvati, oltre che daisucc<strong>it</strong>ati insegnanti, dalla professoressaFilomena Di Leo, hanno illustrato in sintesila vigente normativa, che regola l’accessoal mondo del lavoro, ai più conosciutacome “legge Fornero”.L’allievo V<strong>it</strong>o Guerra e le sue compagnedi corso, Carla Fede, Valentina Miele,Fabiana Mastrogiacomo, Rossella Guglielmo,Ilenia Ragionato, Tonia De V<strong>it</strong>o,Rosanna Iannella, Francesca Rinaldi,Antonella Gallucci e SamanthaIannece, si sono alternati, in qual<strong>it</strong>à di relatori,nella presentazione della materia,individuando anche i modelli che hannoispirato la riforma, primo fra tutti il principiointegrato della “flessicurezza”.L’argomento, nel suo insieme complessoe controverso, poiché sono stati annunciatimodifiche e cambiamenti, è statomesso in relazione con la precedente“Legge Biagi”, ed è stato integrato e completatocon l’analisi del mercato del lavoroe con un borsino delle professionimaggiormente richieste, a livello di fasciagiovanile, nel quadro più generale dellaprofonda recessione che l’economia nazionalesta vivendo.Le conclusioni di Amendola hanno riguardatol’impatto della riforma sui licenziamentie la scarsa tutela del mercatodel lavoro, senza rinunciare a darespazio alla controversia che vede contrappostila FIOM e la Fiat, specie nellostabilimento di Pomigliano.La trilogia prese corpo e v<strong>it</strong>a nell’annoscolastico 2010/2011, quando alla presenzadel prof. Franco Scoca, dell’Univers<strong>it</strong>à“La Sapienza”di Roma, gli alunnidelle allora classi terze presentarono,sotto forma di Power Point, il loro lavorodi ricerca, “Tra solidarietà e uguaglianza:l’Italia della giustizia tributarianell’art. <strong>53</strong> della Cost<strong>it</strong>uzione”, con l’obiettivoqualificante di far comprendereche il dovere di solidarietà, espresso dallaCost<strong>it</strong>uzione, si concretizza soprattuttomediante i due principi della capac<strong>it</strong>àcontributiva e della progressiv<strong>it</strong>à, enunciatinell’art. <strong>53</strong>, alla cui felice formula-Cal<strong>it</strong>ri, 13.07.2013. 90 anni di Francesca Del Toro. Da sinistra: Franca Codella (figlia), RobertoCodella (nipote), Mario Codella (genero), Carla Codella (nipote), Canio Codella (figlio), Davide Codella(nipote), Donato Codella (figlio), Paola Rusin (nuora), Chiara Codella (nipote) e Federica Codella(nipote). A terra, da sinistra: la festeggiata, Alessandra Danelli (bisnipote), Maria Danelli (bisnipote),Clelia Codella (nipote) e Luigina Galgano (nipote). “Auguri dalla Redazione”.12


N. <strong>53</strong> n.s. – Maggio-Agosto 2013 <strong>IL</strong> <strong>CALITRANO</strong>Cal<strong>it</strong>ri, anno scolastico 1966/67 dell’Ist<strong>it</strong>utoStatale d’Arte. Ultima fila in piedi da sinistra:col pennello Francesca Maffucci, MicheleSicuranza, Luigi Di Maio, il prof. MaurizioRondinini col camice bianco, Castelluccio daBisaccia e Rosa Turri di Conza della Campania.Dal centro, seduti da sinistra: col ciuffosulla fronte De Matteo da Bisaccia, Silvana Caputodi Conza della Campania, seduta MariaTurri di Conza della Campania con gli occhiali,si intravede appena con la fascia tra i capelliGraziella Sonnessa di Melfi, Lucia Andreottoladi Bisaccia e Cirino di Avellino. Penultimafila da sinistra sedute: R<strong>it</strong>a Martiniello conocchiali, dietro Giulia Maffucci di Pescopaganosi intravede appena, davanti con i capellilunghi Concettina De Nicola, col camice biancoCiccone di Sant’Andrea di Conza, MichelinaCianci (ngappauciegghij’), con la fascia tra icapelli Enza Rubino, e con il camice bianco ilprof. Liverani in piedi. Davanti, in prima filada sinistra: seduta col camice bianco LuciaCalabrese ved.Minichino, Graziella Di Cecca(nghiana) seduta, con la fascia nei capelliGiovanna Codella, Maria Ramundo e MariaArace di Andretta.zione aveva dato un apporto prezioso efecondo l’illustre conterraneo e deputatocost<strong>it</strong>uente, Salvatore Scoca.Una sintesi di questo stesso lavoro ha partecipatoal concorso sul Centocinquantenariodell’Un<strong>it</strong>à d’Italia, band<strong>it</strong>o, col patrociniodella Presidenza della Repubblica,dall’Ist<strong>it</strong>uto dell’Enciclopedia Treccani edall’Aspen Inst<strong>it</strong>ute Italia, classificandos<strong>it</strong>ra i primi venti tra circa cento elaborati pervenutidalle scuole partecipanti e ricevendoun attestato di encomio per l’original<strong>it</strong>àdel contributo che tratteggiava la “secondanasc<strong>it</strong>a” dell’Italia democratica, dopo la parentesidel Regime Fascista e le devastazionidella Seconda guerra mondiale.Nell’anno scolastico 2011/2012, con il t<strong>it</strong>olo“Il deb<strong>it</strong>o pubblico spiegato ai giovanissimi”,fu affrontato, dagli allievi delleallora classi terze e quarte, alla presenzadel prof. Giuseppe Moricola, docente diStoria economica dell’Univers<strong>it</strong>à “Orientale”di Napoli, lo spinoso tema del deb<strong>it</strong>opubblico, proposto in maniera tale chepotesse assolvere ad un duplice obiettivo:strumento di nuova conoscenza per igiovanissimi ed opportun<strong>it</strong>à di approfondimentoper quanti già conoscessero glielementi basilari della macro-economia.Le specifiche motivazioni di carattere tecnico,culturale ed informativo, che hannoscand<strong>it</strong>o ciascun percorso annuale della trilogiapersegu<strong>it</strong>a, hanno avuto come filo conduttoreuna final<strong>it</strong>à educativa di ampio respiro,che è la stessa prefissata dall’interacomun<strong>it</strong>à scolastica dell’Ist<strong>it</strong>uto Superiore“A.M. Maffucci”, quella d’identificare ilgruppo come associazione democratica dilavoro, volta alla condivisione di regole e alconfronto costruttivo di idee e proposte, nelpieno rispetto della personal<strong>it</strong>à di ciascuno.LAUreAIl 14 febbraio 2013,Daniele ZArr<strong>IL</strong>LIfiglio di Antonella Mugnainie Antonio Zarrilli a sua voltanipote di Ru’ ciamban,si è laureato pressol’Univers<strong>it</strong>à degli Studi di Firenzealla Facoltà di Arch<strong>it</strong>etturacon 110 e lode.Al neolaureato gli auguridi tutta la famigliae della RedazioneLAUreAIl 28 marzo 2013presso l’Univers<strong>it</strong>àdegli Studi di PotenzaSi è laureata in“Economia Aziendale”Angela DI M<strong>IL</strong>IAAlla neolaureatai più sinceri auguri dei parenti,amici e dalla Redazione13


<strong>IL</strong> <strong>CALITRANO</strong> N. <strong>53</strong> n.s. – Maggio-Agosto 2013LA SCIENZA NEL PIATTOChi ben comincia è a metà dell’opera: l’importanza della prima colazioneDott.ssa Rosa Fastiggi - Biologa Nutrizionistaimidium facti, qui coep<strong>it</strong>, habet”. Co-scriveva Orazio in una delle sue“DsìEpistolae ovvero “chi ben comincia è ametà dell’opera” perché iniziare al meglioogni attiv<strong>it</strong>à è un ottimo punto di partenza!E cosa c’è di più importante che iniziarela giornata?!? Una sana colazione rappresental’incip<strong>it</strong> giusto per affrontare gliimpegni quotidiani con energia. La colazioneè infatti il pasto più importante dellagiornata: al mattino il nostro corpo sirimette in moto e necess<strong>it</strong>a di “carburante”per ripartire. Numerosi studi hannoavallato tale ipotesi: una colazione adeguata,infatti, si associa a un miglioramentodel quoziente intellettivo in bambinie adulti, sia nell’immediato periodopostprandiale (ovvero quello successivoall’introduzione di cibo), sia nelle ore seguenti;al contrario, saltare il primo pastocomporta il peggioramento delle funzionicogn<strong>it</strong>ive nelle prime ore della giornata(nei bambini, ad esempio, si manifestaun defic<strong>it</strong> di concentrazione). Tuttavia, indaginistatistiche condotte su campionistatun<strong>it</strong>ensi ed europei rivelano che circail 10-30% dei bambini e degli adolescenticampionati saltano regolarmente la colazione:questo “vizio” tende a peggiorarepassando dall’infanzia all’età adulta.Buone notizie arrivano però proprio dalnostro Paese: l’indagine ISTAT sulle famigliedel 2012 ha dimostrato che circal’82% degli <strong>it</strong>aliani fa un’adeguata colazione,aumento percentuale registrato soprattuttonegli ultimi anni. È un’ab<strong>it</strong>udineper lo più di donne e bambini, mentregli uomini continuano a preferire il “caffèal volo”. I più diligenti sono i c<strong>it</strong>tadini delCentro (83,3%) e del Nord Italia (81,9%),al Sud la percentuale scende al 75,9%.Cosa rende la colazione tanto importante?La risposta non può certamente prescinderedal coinvolgere il cortisolo, un ormoneprodotto dalla zona fascicolata del surrene.Noto ai più come “ormone dello stress”, èsecreto ad alte concentrazioni quando l’organismosi trova in condizioni sfavorevoli,come il lungo digiuno delle ore notturne.La sua secrezione ha infatti un r<strong>it</strong>mocircadiano (influenzato dall’alternarsi delgiorno e della notte): il picco di concentrazionesi registra al mattino (5-25 µg/dl) perpoi calare progressivamente, fino a diventareminimo durante la notte. In condizionifisiologiche il cortisolo stimola la mobilizzazionedei substrati: banalmente si puòdire il suo principale scopo è rifornire il cervellodella sua fonte indispensabile di energia,ovvero il glucosio. A tal propos<strong>it</strong>o, sebbeneagisca principalmente sui depos<strong>it</strong>i diglucosio a livello del fegato, il suddetto ormonemobil<strong>it</strong>a le proteine per gluconeogenesi(sintesi di glucosio a partire da fontinon glucidiche), accelerando purtroppo ladegradazione proteica e inibendone la sintesia livello dei tessuti muscolare, osseo,connettivo, ecc. In aggiunta il cortisolo,benché stimoli la degradazione degli acidigrassi (lipolisi) per produrre glucosio, in alcunidistretti corporei (principalmente addome,tronco e viso) ne stimola la sintesi (l<strong>it</strong>ogenesi),promuovendo l’aumento deltessuto adiposo. Dunque un incremento delcortisolo in circolo, per un periodo prolungato,può provocare aumento della massagrassa, riduzione della massa magra e numerosidanni all’organismo (osteoporosi,fragil<strong>it</strong>à parete dei vasi sanguigni, ecc). Pertantoè opportuno non saltare la colazione:stimolerebbe la secrezione di cortisolo, giàmassima al mattino! Fare regolarmente colazione,inoltre, ha effetti metabolici favorevolia livello del profilo lipidico e dellatolleranza al glucosio: ne conseguono unariduzione dei livelli plasmatici del colesteroloLDL (il c.d. “colesterolo cattivo”) e deiprocessi ossidativi a suo carico e un miglioramentodella risposta insulinica durantei pasti successivi.Cosa è opportuno mangiare?Le linee guida <strong>it</strong>aliane per una corretta alimentazionedell’Ist<strong>it</strong>uto Nazionale di Ricercaper gli Alimenti e la Nutrizione (IN-RAN) suggeriscono di assumere con laprima colazione circa il 20% delle caloriegiornaliere. Una colazione equilibrataprevede una fonte di fibre (frutta fresca,spremute, ecc.) e di carboidrati complessi(pane, fette biscottate, ecc.) a basso indiceglicemico: il loro lento assorbimentoev<strong>it</strong>a picchi glicemici e modula larisposta insulinica, garantendo altresì unariserva energetica a più lungo termine. Essistimolano anche il rilascio e l’attiv<strong>it</strong>àdegli ormoni della sazietà (gastric inhib<strong>it</strong>orypeptide - GIP, glucagon-like peptide-1- GLP-1, colecistochinina - CCK)comportando l’assunzione di una minorequant<strong>it</strong>à di cibo durante la giornata. È previstainoltre una significativa quota proteicae lipidica (latte e derivati) in gradodi inibire il rilascio della grelina (proteinaprodotta dalla mucosa dello stomacoche stimola i centri della fame a livelloipotalamico) e quindi l’appet<strong>it</strong>o.Ulteriori studi evidenziano come siano menopredisposti al sovrappeso e all’obes<strong>it</strong>à iconsumatori regolari di prima colazione; inparticolare gli adolescenti normopeso inclinia questa sana ab<strong>it</strong>udine mantengonoin linea di massima un body mass index(BMI) ottimale anche in età adulta.In defin<strong>it</strong>iva, contrariamente a quantospesso si r<strong>it</strong>iene, fare colazione non implicaun eccesso dell’apporto caloricogiornaliero, al contrario è un toccasanaper la linea e per la salute!14


N. <strong>53</strong> n.s. – Maggio-Agosto 2013 <strong>IL</strong> <strong>CALITRANO</strong>LA FIACCOLA DELLE OFANTIADI 2013:UN SIMBOLO DI SPORT E RICORDOiovedì 4 luglio 2013, è stato il Palazzo Do-di Melfi ad osp<strong>it</strong>are la conferenzaGnadonistampa per la presentazione ufficiale del simbolodella nuova edizione delle Ofantiadi. Unamanifestazione sportiva multidisciplinare chefa da pendant ai Giochi Olimpici cui parteciperannoalcuni comuni della Puglia, della Campaniae della Basilicata che si affacciano sullavalle dell’Ofanto. Ideato dall’Assessore del comunedi Pescopagano (PZ), Francesco Gonnella,esso rappresenta il più importante eventosportivo e ricreativo per atleti di genere egenerazioni diverse della nostra area. La protagonistaè lei, la fiaccola olimpica, creazionedel maestro orafo Luciano Capossela che conamore e maestria ha disegnato e realizzato ilsimbolo di un sogno. Applaud<strong>it</strong>o da spettatori,giornalisti e sindaci di tutte le local<strong>it</strong>à partecipanti,il Maestro Orafo si è contraddistintoper il suo eclettismo. Diplomato all’Accademiadelle Arti Orafe di Roma nel 2001 e t<strong>it</strong>olare diun laboratorio orafo artistico sul corso principaledi Cal<strong>it</strong>ri dal 2008, Luciano Caposselacrea gioielli unici. Nel 2009, ha realizzato LaMia Aida, un prezioso monile per i quarant’annidi carriera della cantante lirica KatiaRicciarelli. Ha ottenuto successi e riconoscimentia livello nazionale e internazionale: vinc<strong>it</strong>oredel IV Salone Internazionale del Gioiellod’Arte di Cassano d’Adda nel 2010, finalistaagli Uk Jewellery Awards 2011 di Londra perla categoria Italian Jewellery Designer of theyear e vinc<strong>it</strong>ore del Premio Jacopo da Trezzo2011. Il bracciale Alla Madre della Patria,esposto a febbraio 2012 presso l’Urban Centerdella Galleria V<strong>it</strong>torio Emanuele II a Milano,ha ricevuto un particolare apprezzamentoda parte del Presidente della Repubblica GiorgioNapol<strong>it</strong>ano. Lo stesso anno, le sue creazionisono state celebrate dall’ambasciatore cineseDing Wei in vis<strong>it</strong>a ufficiale alla FieraInterregionale di Cal<strong>it</strong>ri. Recentemente, è statoal centro di un’importante pubblicazione nazionaleint<strong>it</strong>olata “Il Gioiello Artistico contemporaneo”,a cui seguirà l’evento-mostra deigioielli durante la Milano Fashion Week.L’idea che anima ed alimenta la creazione dellafiaccola olimpica si esprime attraverso lacostante ricerca di codici espressivi desuntidalle opere del passato, in particolare dai modelligreci ed etruschi, che però riesce ad ispirareun design dalla sensibil<strong>it</strong>à decisamentecontemporanea. Tecnica e cultura orafa contribuisconoalla libera espressiv<strong>it</strong>à dell’artetout court. Un mix di sorprendente efficaciache riempie gli occhi, la mente e il cuore.Grembi di materia viva, plasmati con maestria,nel fine ultimo di racchiudere simboli cheemergono con la forza vivida e sensuale dell’attoartistico che rievoca e unisce.Incontro con il Maestro Orafo Luciano CaposselaGiulia Graziano - Addetto Stampa Ofantiadi 201315Per l’occasione, incontro il Maestro orafo.Come mai la decisione di realizzare la fiaccolaolimpica per le Ofantiadi 2013?Perché mi piace fare sempre qualcosa di diverso,mi piacciono le sfide, di quelle che tispingono a fare altro e di più. Vivo di nuoveidee e progettual<strong>it</strong>à e poi è un lavoro che si differenziada quello che faccio ab<strong>it</strong>ualmente eper questo mi affascina ancor più.In questo modo lei, in un certo qual senso, hascelto di investire sul terr<strong>it</strong>orio, realizzandoqualcosa proprio per premiare la sua terraÈ stato proprio questo che mi ha spinto ad accettaredi realizzare la torcia, perché mi piacelo spir<strong>it</strong>o di aggregazione che caratterizza questigiochi e quindi ho voluto dare un mio supportoa tutta la manifestazione.A cosa si è ispirato nella realizzazione dellafiaccola?Ho esegu<strong>it</strong>o una ricerca di tutti i modelli realizzatiper le Olimpiadi fino ad ora, ispirandomi unpo’ a tutto il percorso che c’è stato per le fiaccoleolimpiche e quindi ho voluto creare un pontetra quelle più antiche, molto lineari e con dei rilievie l’ultima torcia olimpica disegnata, ingegnerizzatae prodotta da Pininfarina per le Olimpiadie le Paralimpiadi invernali di Torino 2006.Ci descrive la fiaccola olimpica?Un unico esemplare, alto <strong>53</strong> centimetri con undiametro massimo di 7 centimetri. La sua formadinamica ed innovativa sposa un designcertamente contemporaneo. La forma aumentaregolarmente dalla base fino alla somm<strong>it</strong>àconferendo all’opera un valore estremamentesignificativo: come gli atomi si legano percreare le molecole e dare forma alla materia,così l’unione dei gruppi tende ad aumentare finoad abbracciare in tanti il fulcro della fiamma.La sua sagoma sinusoidale è sugger<strong>it</strong>a dallefoglie di alloro sul fusto. Il fuoco, da sempresimbolo di forza e di vigore, si arricchisce quidi un ulteriore significato: rinsalda l’amiciziae la fratellanza tra le persone. Una speranza,per questa manifestazione, ad essere sempre dipiù ad unirsi intorno a questa fiamma.Quali materiali ha utilizzato per la realizzazionedel suo lavoro?Ho un<strong>it</strong>o l’acciaio adoperandolo nella basedella struttura, molto lucido e moderno, albronzo lavorato a cera persa e antichizzato allozolfo. Questa scelta riflette proprio l’antich<strong>it</strong>àe le origini, dall’arte greca alle Olimpiadistesse. La lavorazione a cera persa assumeper me un significato fortemente metaforico.In effetti, questa materia fragile fa posto poi albronzo, resistente e tenace.Qual è il vero messaggio che si cela nell’opera?Dal momento che mi è stata commissionata,come per ogni opera, avevo in mente di darleun nome. Volevo, infatti, dedicarla al mio caroamico Gerardo, scomparso prematuramentel’anno scorso, grandissimo appassionato disport e fedele ammiratore delle Olimpiadi, e aNatalie Ciccone, la giovane diciottenne di Conza,v<strong>it</strong>tima di un tragico incidente sull’Ofantina.Il nome sarebbe stato GeNa 2013. Mentrelavoravo alla realizzazione dell’opera, una nuovadisgrazia scuoteva le nostre comun<strong>it</strong>à: sempresulla strada statale Ofantina, perdevano lav<strong>it</strong>a altri due giovani irpini, Umberto Rosamiliae Pasquale Turri. Dopo questi drammaticiavvenimenti, non riuscivo ad attribuire all’operail senso inziale ma mi sembrava doverosoampliare la dedica, onorare e ricordare conquesto lavoro Gerardo e tutte le v<strong>it</strong>time dellastrada che hanno perso la v<strong>it</strong>a sull’Ofantina.Che cosa rappresenta per lei il fuoco che sprigionadalla fiaccola?Sicuramente la fiaccola è simbolo di v<strong>it</strong>a. Conlei, terremo sempre viva la memoria di tanteemblematiche esistenze. Metafora di un viaggio,la fiamma olimpica ed il percorso dei tedoforisimboleggiano anche i valori pos<strong>it</strong>iviassociati allo sport: come gli antichi messaggeriproclamavano la tregua, i tedofori moderniinv<strong>it</strong>ano gli uomini all’unione solidale.Quello è lo spir<strong>it</strong>o sportivo delle Ofantiadi.Il 14 luglio, è stata celebrata una solenne messain ricordo di Gerardo e dei giovani irpiniscomparsi. La suggestiva cerimonia si è conclusacon l’accensione della fiamma in un bracierebenedetto sul sagrato della Chiesa Madredi Cal<strong>it</strong>ri. Sempre dalla balaustra c’è statapoi la benedizione degli atleti da parte dei parrocidi Cal<strong>it</strong>ri e Andretta, Don Pasquale Riccioe Don Giuseppe Cestone, prima della partenzadei tedofori con la fiaccola per i vari paesi.Melfi (PZ), 04.07.2013. Il maestro orafo LucianoCapossela, ha presentato la Fiaccola Olimpicache accompagnerà i tedofori nei vari paesipartecipanti. Qui con Mariella Bozza (asinistra) e Valeria Bozza (a destra).


<strong>IL</strong> <strong>CALITRANO</strong> N. <strong>53</strong> n.s. – Maggio-Agosto 2013Cal<strong>it</strong>ri, 1958. Francesca Di Guglielmo (m’ron’)con i suoi figli. A sinistra Angelina Fatone(15.02.1952), in braccio il piccolo Giuseppe(26.10.1956) e a destra Concetta (16.11.1946).Cal<strong>it</strong>ri, la famiglia Caruso. Da sinistra: Luigi (12.05.1923), Antonietta (20.06.1924-deceduta), Francesco(16.03.1926 morto 1978), Rosa (14.04.1928), Paola (10.01.1933 - †27.03.2012) ed Emilio(16.08.1938).Cal<strong>it</strong>ri, primi anni’50 il Bar in Corso Matteotti di Michele Vallario. Da sinistra:Pietro Vallario, Mario Vallario, il t<strong>it</strong>olare con la moglie Angela Calàe Sisina Margotta moglie di Pietro.Cal<strong>it</strong>ri 08.10.2012, quattro generazioni, da sinistra: Antonietta Stanco,Angelina Russo, Franca Fastiggi con la figlia Claudia Riviello, di cui si festeggiail primo compleanno, Antonella Fastiggi con la figlia Sofia Greco.Salerno, 1972 g<strong>it</strong>a C.G.I.L. da sinistra: Vincenzina Cestone con occhiali,Teresa Acocella, Michelina Di Furia, Angelo Strollo, Angelina Fatone, LuciaZabatta, Michelina Toglia con la fascia.Cal<strong>it</strong>ri, 31.01.1948 matrimonio di Gaetana Panniello (12.11.1926 -†15.06.2010) e Antonio Lucadamo (faizz’/ 23.09.1920 - †27.09.1997). Affiancola sposa ci sono Colomba Cicoira e Francesca Di Roma (col costumecal<strong>it</strong>rano), si intravede per metà padre Fortunato Panniello. Affiancolo sposo sono Vincenzo Lucadamo e Pietro Panniello.16


N. <strong>53</strong> n.s. – Maggio-Agosto 2013 <strong>IL</strong> <strong>CALITRANO</strong>Svizzera, 18.01.2013. 80° compleanno di Lucia Ungherese in Di Maio.Ultima fila da sinistra: Nidia Caro (nuora),Giuseppe Di Maio (figlio),Giuseppe Gautieri, Manuela Di Maio (nuora), Leonardo Di Maio (figlio),Onorina Giussoni, Vincenzo Racaniello, Concettina Di Maio (figlia), Lorenzoe Gabriele Moretto (nipote). Davanti, da sinistra: Gautieri Carmela,Megha Di Maio (nipote), la festeggiata Di Maio Lucia, Day<strong>it</strong>a DiMaio (nipote), Giannetta Maria, Giannetta Salvatore. CARISSIMI AUGU-RI DALLA TUA FAMIGLIA CHE TI AMA, ED A CUI HAI SEMPRE DATOTUTTA TE STESSA, ANCHE OLTRE LE TUE FORZE. GRAZIE DI CUOREMAMMA.Bisaccia 26.08.2012. Battesimo delle gemelline Viola e Sofia Codella, qui con ilpapà V<strong>it</strong>antonio e con la mamma Elisa Cela. Nello stesso giorno hanno festeggiatoanche le nozze d’oro dei loro nonni, Elena Margotta (p’ppun’) e VincenzoCodella (curella). Auguri dalla redazione.Turan, Venezuela 30.05.1966. Matrimonio diLucietta Fastiggi e Antonio Stanco (r’ss’liegghij’).Da sinistra in piedi: Iris in Bellino, losposo Antonio Stanco (06.01.1933 -†11.07.1992), la sposa Lucietta Fastiggi(04.05.1927), Franca Giordano, il testimonedi nozze Salvatore Ramundo (el pelon’), ConcettaD’Angola, Margher<strong>it</strong>a Ramundo, ConcettaBorea, Perez Gonzales, Rina Carlotta,Pasquale Cicoira (u’ pacc’), Francesco Di Guglielmo(ciccill’ r’ marhar<strong>it</strong>a) e Rosa Tuozzolo(la patessa). A terra da sinistra: GiuseppeSantangelo, Michele Di Napoli (scangiarriegghij’),Vincenzo Cicoira, Luigi Di Guglielmo eBiagio Santangelo.Da sinistra: Canio Lucrezia (26.07.1955), V<strong>it</strong>aleDi Cairano (08.08.1941) e Vincenzo LucianoLucrezia (20.04.1960).Germania, 1962/63. Da sinistra: V<strong>it</strong>ale Di Cairano(talin’), Giuseppe Nicola Stanco (r’ss’liegghij’),Vincenzo Gallucci (ard’ casazz’) e MicheleLampariello (zipp’ zipp’).Un forte augurio per il neodiplomato in per<strong>it</strong>oelettrotecnico Lettieri Angelomaria, dal papà Antonio,dalla mamma Nicolina, dal fratello Danielee dalla nonna Michelina. Auguri dalla Redazione.17


<strong>IL</strong> <strong>CALITRANO</strong> N. <strong>53</strong> n.s. – Maggio-Agosto 201313.10.2012 60° anniversario di matrimonio di Vincenza Lettieri (z’mmron’/30.01.1928) e Antonio Di Roma (chiechieppa / 04.05.1929). Alle lorospalle in piedi da sinistra: ANASTASYA la nuora, GIOVANNI il figlio(u barbier r’ gimma cort), Danilo Vigor<strong>it</strong>o, GAETANA la figlia e SollazziDavide.Cranbrook, BC, Canada. Nozze d’Oro di Sacino Giuseppe - nato a RuvodelMonte 6-7-1932 e Cianci Maria Antonietta - nato a Cal<strong>it</strong>ri 12-8-1937, e sposati a Cal<strong>it</strong>ri, Avellino 16-3-1963. Festeggiato con la famiglia,parenti e amici.Garbagnate Milanese, 15.06.2008. I fratelli Nigro, da sinistra: Giovanni,Giuseppe e Gerardino nel giorno del matrimonio della nipote Silvia.Il piccolo Thomas Zazzarino natoil 10.03.2013 da Orazio e da SimonettaP<strong>it</strong>sheider, con gli auguridi ogni bene.Cal<strong>it</strong>ri, 09.02.2013. Nozze d’Orodi Lucia Di Cairano e V<strong>it</strong>torioCirminiello.Cal<strong>it</strong>ri, 23.01.2013. Nozze d’Oro di Avella Antonietta e Cerreta Francesco(ricca recca). Auguri dalle figlie Angela e Michelina e dai parent<strong>it</strong>utti.Lavena Pontetresa, 11.02.2013. Nozze D’Oro di Angela Masucci e PasqualeGermano (u’zemmar’). Auguri dai figli Sergio, Antonella, Katia e famiglia;i nipoti residenti a Briosco (MI), a Cerignola (FG) e Cal<strong>it</strong>ri (AV).18


N. <strong>53</strong> n.s. – Maggio-Agosto 2013 <strong>IL</strong> <strong>CALITRANO</strong>Padre e figlia ciascuno nel giorno del primo compleanno. Giada 04.11.2012a sinistra e Pasquale Zarrilli (Richett’) 22.12.1970.Lomazzo (CO), 24.11.2012. Sara Caruso con la sua madrina Enza Maffucciil giorno della sua cresima.Cal<strong>it</strong>ri, 29.01.2013. 18° Compleanno di Serena Zabatta. Da sinistra: GerardinaBrescia (la mamma), Roberta (sorella), Daria (sorella), la festeggiatae il papà Antonio Zabatta.Enzo Savino con l’On. Giulio Andreotti nella trasmissione “Porta a Porta”nel 2006.Cal<strong>it</strong>ri, anni ’70 inlocal<strong>it</strong>à Savuc’. GiuseppeCerreta, RosaDi Muro e MicheleCerreta.Cal<strong>it</strong>ri, 29.01.2013. 18° Compleannodi Serena Zabatta, qui coni nonni Maria Scoca (sargend’) eVincenzo Zabatta (p’rtosa).Cal<strong>it</strong>ri, luglio/agosto 2012. La piccolaSofia Greco nata da Giuseppee Fastiggi Antonella il28.04.2012 qui con Rosa Pacianella mostra dei Costumi Tradizionali.19


<strong>IL</strong> <strong>CALITRANO</strong> N. <strong>53</strong> n.s. – Maggio-Agosto 2013DIALetto e CULtUrA PoPoLAreC’NQUAND’ ANN’ R’ R’CUORD’Lucia Fierravanti da Olgiate ComascoOsc’, cinch’ r’ magg’ ruimilaettrirr’c’ n’ nn’ ‘eia nu iuorn’qualunq’ o nu iuorn’ cum’ tand’, ma eia p’ mmè nu iuorn’“spec’ial’” (p’ mmod’ r’ ric’, n’ nsenz’ mal’inconich’) nuiuorn’ ra t’né ammend’.M’ so ass’ttata a ttav’lin’ nda la sala, m’ vot’ attuorn’, soacc’rchiata ra r’tratt’ vecch’ e nnuov’, r’ hruoss’ e pp’cc’-ninn’, r’ figl’e r’ n’put’, r’ Papa Giovann’, Papa Francesch’,Padre Pij, la Maronna r’ la Cunc’zz’ion’, la Maronnar’ Loret’, la Maronna r’ Lourdès, la Maronna r’ Fat’ma,la Maronna r’ Medgiugor’, lu Cruc’fiss’, la Sacra Sindon’,r’tratt’ r’ viv’ e r’ muort’, sembra ca m’uardan’ tutt’ quandae ccum’m m’ v’lessn’ cunz’là.So ssola, n’ ndengh’ voglia r’ fa niend’, nu tarl’chi scava,scava nda stu cor’, ess’ for’ totta la mal’ncunia e la nostalgia,s’accanisc’n’ tutt’ li r’cuord’ e li p’nsier’ e probbia p’cchén’ mm’ lassan’ r’ per’ agg’ decis’ r’ piglià carta e pennae scriv’ tutt’ qquegh’ chi m’ passa a pp’ la mend.N’atu piezz’ r’ la famiglia n’ av’ lassat’! Quest’ fac’ la lundananzasi t’ vir’ n’ann’ n’tt’ vir’ l’aut’, anz’ n’tt’ vir’ cchiù;pens’ ca stam’ facenn’ cum’ ric’ lu pr’verbb’j “a un’a un’essenza folla”, e “r’ ppecur’ r’ lu mij amor’ ra trenda r’mas’n’roj”. Si n’ facim’ li cund’ so cchiù a lu camp’sand’ caquiggh’ chi sim’ viv’, ma n’ n’ hamm’ cche ng’ fa, questa eiala legg’ r’ la natura, l’hamma r’sp’ttà e n’hamma sul’rass’gnà.Cal<strong>it</strong>r’ mij, r’ ssaj, ca osc’ cinch’ r’ magg’ ruimilaettrirr’c’ soc’nquand’ ann’ chi so arr’vata a Olgiat’? Anz’ aier’ quatt’ r’magg’ eia miezz’ secul’chi t’agg’ lassat’. Prima, a qquiggh’tiemb’, quann’ s’ partija era cum’ si n’ ns’ avessa t’rnà cchiù,era accussì bbrutta la partenza sia a pp’cchì partija ca p’qquiggh’ chi r’stavan’; scarp’nava lu cor’ a ttutt’ quanda.Cum’ si aier’ foss’ stat’, r’ bbalic’ mmiezz’ a la casa, la cr’iaturar’ sett’ mis’, na casa chiena r’ cr’st’ian’, amic’, z’ian’,pariend’, v’c’nanz’ chi scija e cchi v’nija (cum’ foss’m’ a lulutt’) tutt’ quanda v’nnienn’ a ssalutà, la cr’iatura chi chiangijan’ nn’era a’bb’tuata a bbrè totta quegghia ggend’, s’la passavan’ mbrazza un’cu l’aut’ a pp’ l’accujatà; hij cum’n’ an’ma mpena scija nn’and’ e nn’ret’, v’rija si mancavaquacche ccosa e r’ la scì accattà a l’ut’m’ m’mend’. La cr’iaturamangiava sul’r’ ssavaiard’ cu r’ llatt’, l’ati bb’sc’ott’nn’ r’ bb’lija, ra quacche gghiuorn’ però n’ ns’ n’ p’tienn’avè, eran’ f’rnut’ nda ttott’ r’ pp’tej. Faciett’ u ggir’ r’ tott’r’ pp’tej, sciett’ pur’ a la p’teja ncimma a lu Vuccul’(v’cin’a lu pisc’l’), la patrona r’ la ’p’teja m’ riss’ ca avienna arr’vàlu ruopp’ miezz’ iuorn’, accussì m’ faciett’ l’ut’ma scappatap’ r’ ggì a pp’glià ma la corsa fu a bbacand’, r’ ssavaiard’n’ nn’ eran’ arr’vat’. T’rnaj a lu “Chian’ r’ Sand’ Michel’”(ropp’ lu t’rramot’ eia r’mast’ sul’lu nom’, n’ nn’ esist’ niend’cchiù), scuraggiata, abbaluta, a qquegghia cap’ ammond’,p’ nda li Vich’ r’ corsa (ca era tard’) cu la lenga a ra for’assal’n’ jann’ arr’vaj a casa senza jat’; la ggend’ m’ stijaasp’ttann’, la cr’iatura chiangija, riss’ mamma ca n’ ns’eramica add’rmuta, lu r’logg’ s’gnava r’ qquatt’ a r’ ccinch’aviemma p’glià lu tren’. Cu lu cor’ mpietta, cu lu cor’chi m’ sc’ccuppava, cu r’ llahr’m’ chi scurrienn’ fin’ nterra,riett’ l’ut’ma uardata si aviemm’p’gliat’ tutt’, si n’ nn’iaviemm’scurdat’ niend’, hij cu la cr’iatura mbrazza, l’aut’p’gliarn’ r’ bbalic’ e tutt’ quanda appriess’ scerm’ ngimmacort’ a pp’glià lu postal’chi n’ p’rtà a la stanz’iola. Appenandiemb’ r’ fa li bb’gliett’ e arr’và lu tren’, acchianarm’hindr’, m’ m’ttiett’ a lu f’n’strin’, lu cor’ era strazz’iat’,mamma, li z’ian’, li pariend’ cu li maqquatriegghj n’ salutavan’p’ l’ut’ma vota e n’ auravan’ bbona f’rtuna; lu tren’fr’sc’cava e s’ abb’iava.Cal<strong>it</strong>r’ mij’, t’uardaj fin’ nda lu Saparon’ fin’ a cchi t’v’-riett’ scumparisc’ mm’iezz’ a l’alber’ e r’ ggurr’ a la stanz’iolar’ Rapon’. Quanda tr’stezza, quanda v<strong>it</strong>a eia passata!Ma lu p’nzier’ s’ fac’ semp’ cchiù bbiv’, anz’ cchiù lu tiemb’passa, cchiù accresc’ lu r’s’rer’j r’ t’ v’nì ttr’và, ma eia diffic’l’vist’ca li mal’aumendan’ e r’ fforz’ ammancan’; lamal’ncunija p’glia lu post’ nda lu cor’ mij, t’ pr’mett’ però(si camb’, “fazz’ li cund’ senza la cundessa” e ssi n’ n’fazz’prima “lu pird’ turquin’”) a qqualunq’ cost’ aggia v’nì.Cal<strong>it</strong>r’ mij, r’ ssacc’ ca n’ nso nné la prima e nné l’ut’machi t’lassaj, tanda famigl’partern’ prima r’ nuj, ma cchéppozz’ fa, hij so stata e sso ssensibb’l’e pp’ mme la lundananzaeia stata tropp’ malamend’ a ssaperla acc’ttà; chisàsi l’aut’ hann’ patut’ cum’ me!So ppassat’ c’nquand’ann’, n’ mm’ par’ alluuè, n’ nt’nijamanch’ vindiruj ann’ quann’ partiett’, m’ sembra però ca lav<strong>it</strong>a l’agg’ passata totta lloch’. P’ l’amor’ r’ Ddij, Olgiat’n’ accuglì, n’ rez’ la fatija a ttutt’ quanda, li figl’so ccr’sciut’,so ggiut’ a la scola, chi diplomat’ chi laureat’, chi sp’sat’,li n’put’ so ccr’sciut’ pur’ lor’, lu cchiù pp’cc’ninn’ vaj al’asil’, ruj vann’ a la scola elemendar’, tutt’ l’aut’ diplomat’,una laureata, l’auta manca picca a pp’ s’ laureà.(continua nel prossimo numero)20


N. <strong>53</strong> n.s. – Maggio-Agosto 2013 <strong>IL</strong> <strong>CALITRANO</strong>S O L I D A R I E TÀ C O L G I O R N A L EDA CALITRIeuro 5: Enza Rubino, Di Luzio Silvia Maria Rosaria, DanieleLettierieuro 10: Cialeo Rosina, Fastiggi Armando, Aristico Lorenzo,Russo Pietro, Maffucci Vincenzo, Paolantonio Giuseppina, BozzaCanio e Maffucci Maria, Zarrilli Giuseppe, Maffucci Benedetta,Zabatta Concetta, Metallo Rocco, Letterio Franco, CirminielloAngelomaria, Rossi Serafino, Di Cecca Michele, AcocellaMichele (mecca), Polidoro Rosa Panelli, Cirminiello Angelina,Di Maio Giuseppe via Cirminielloeuro 15: Del Cogliano Antonia, Di Cecca Leonardo e Di MaioMaria Teresa, Di Cecca Maria, Fasulo Sergio, Strollo Salvatore,Zabatta Canio, Rubino Maria Celesteeuro 20: Gervasi Lucia, Caruso Luigi, Caputo Antonio, CialeoVincenzo, Cerreta Vincenzo e Scoca Teresa, Panniello Giovanni,Briuolo Rocco, Di Milia Pietro, Di Milia Nicola, Iannella Ben<strong>it</strong>o,Cestone Raffaele, Codella Vincenzo e Margotta Elena, Di CairanoV<strong>it</strong>ale, Maffucci Giacomo Giovanni, Luongo Donata DiLuzio, Macelleria Tornillo, De Rosa Corrado, Tuozzolo Raffaelee Rosa Maria,Galgano Benedetta e V<strong>it</strong>o, Di Carlo Felicetta,Bavosa Antonio, Metallo Canio e Di Milia Rosa, Di Cairano MarioAngelo, Francesca Di Carlo, Fastiggi Giuseppe, Gallo Gerardo,Bar di Cerreta Michele, Cestone Luigi, Di Cosmo Angelina,Cubelli Giuseppe, Rainone Lucia, Beltrami Ben<strong>it</strong>o, CioffariUmbertoeuro 25: Roselli Francesco, Di Milia V<strong>it</strong>antonioeuro 30: Maffucci Mario Angelo, Fierravanti Maria Francesca,Metallo Fiorinaeuro 50: Di Milia Giuseppe, N. N., Gioielleria Grazina di ZarrilliDonato, Cerreta V<strong>it</strong>o, Maffucci Mario, De Nicola Canio(via Macello)euro 80: Fiordellisi Francoeuro 150: Di Maio GiuseppeDA VARIE LOCALITÀ ITALIANEeuro 5: Sepulcri Loretta (Roma)euro 5.60: Piccirillo Angelo (Serre)euro 8: Di Domenico Maria Antonia (Poggibonsi)euro 9: Anonimo (Arese)euro 10: Briuolo Luigi (Alessandria), Scoca Antonio Giovanna(Camnago Lentate), Lattarulo Pietro (Bisaccia), Bavosa Rosa(Poggibonsi), Cecere Marco (Firenze), Cerreta Luigi (Verona),Di Carlo Maria Francesca (Cambiano), De Felice Michele (Avellino),Lamanna Pasquale (S. Andrea di Conza), Maffucci Giovanna(Salerno), Di Cairano Antonio (Guidonia), Ricciardi Fernando(Conegliano), Candela Anna ved. Carula (Milano), BuglioneGerardo (Cantù), D’Onofrio Giuseppe (Castellammaredi Stabia), Zarrilli Michele (Novate M.se), Di Napoli Lucia (Mi)euro 15: Scoca Antonio (Trento), Acocella Ada (Castelfranci),Zarra Donatangelo (Picerno), Scoca Rosa (Mariano C.se), ScocaRosa (San Giovanni Valdarno), Di Carlo Lucia (Santomenna),Galgano Canio (Lentate sul Seveso), Margotta Franchino (OlgiateComasco), Lantella Salvatore (Torino), Della Badia Donato(Gallarate), Frasca Rosetta (Roma), Battaglia Domenico(Firenze), Acocella Ada (Castelfranci), Scoca Francesca (LavenaPonte Tresa), Lot<strong>it</strong>o Vincenzo e Nesta Rosetta Maria (Foggia)euro 20: Cubelli V<strong>it</strong>o (Foggia), Gautieri Enzo (Bollate), GrecoGiuseppe e Fastiggi Antonella (Battipaglia), Capossela Giovanni(Napoli), De V<strong>it</strong>o Antonietta (Roma), Losasso Rocco (Avellino),Rubino Canio (Briosco), Germano Pasquale (Fornaci di Briosco),De Guercio Filomena e Galgano Mario (Arese), UnghereseNicola (Firenze), Metallo Rosetta (Atripalda), Cianci Francesca(Roma), Zabatta Salvatore (Milano), Galgano Vincenzo eGianni (Roma), Della Badia Angelina Lucia (Marano), D’AmelioGraziella (Gallicano nel Lazio), Germano Pasquale (BrioscoMB), Errico Salvatore (Carugo), Capossela Pina (Genova), NicolaisLuigi (Manfredonia), Lantella Giovanna (Mariano C.se),Buldo Vincenza (Gallarate), Anonimo (Milano), Corcione RabascaBarbara (Caserta), Delli Gatti Franco (Cernusco S.N.), DiMilia Iolanda (Pontedera), Ardolino Marianna (Baronissi), BalleriPaola (Livorno), Zabatta Claudio (Paderno Dugnano)euro 25: Armiento Giuseppina (Castellabate), Nicolais Giovanni(Firenze), Pezzi Angelo (Mariano C.se), Margotta Mario(San Donato M.se), Lampariello Maria (Genova Pra), NannarielloRosellina (Genova)euro 26: Vallario Giuseppe Nicola (S. Miniato Basso)euro 27: Codella Michele (Pavona di Albano)euro 30: Armiento Michelangelo (Roma), Di Maio Giuseppe(Bollate), Savino Enzo (Roma), Sacch<strong>it</strong>iello Giuseppina (Nonantola),Lo Buono Maria Rosaria (Rimini), Cestone Mario(Brescia), Pannella Luigi (Novate M.se), Maffucci Mario (Torino),Cianci Mario (Napoli), Galgano Giannino (Livorno), Elio Pastore(Taranto), Cubelli Lorenzo (Bergamo)euro 35: Di Maio Gaetano (Trento)euro 50: Donatiello Giovanni (Scandiano), Cerreta MariaFrancesca (Napoli), Di Cairano Giovanni (Siena), FierravantiLucia (Olgiatr C.sco), Buono Marcello (Avellino), SenerchiaLucia Anna (Latina), Tuozzolo Donato (Roma), Cerreta Donato(Teramo), Russo Maria, Marra Raffaele (Caserta), Messina Giuseppe(Roma), Maffucci Donato (Mariano C.se), Codella Donato(Asnago Cermenate)euro 100: Di Maio Giuseppe (Caserta), Lucrezia VincenzoLuciano (Ivrea), Maffucci Mariantonietta (Reggio Calabria)DALL’ESTEROSVIZZerA: euro30 Maffucci Giovannino, euro 20 GalganoAntonio, Maffucci CanioUSA: euro 20 Russo Vincenzo, Cianci Vincenzo, $25 MastrodomenicoRoccoGerMANIA: euro 20 Gautieri Gaetano, euro 50 LepreGiacinta e RaulBeLGIo: euro 15 Ferrante Pasquale, euro 20 Mignone-Catano,Di Carlo Raffaela-Prata, Simone Luigi, euro 30 Simone V<strong>it</strong>o,Simone Michele, euro 50 Gautieri Dario,Tartaglia Giuseppe,CANADA: 50€, Sacino Giuseppe e AntoniettaVeNeZUeLA: euro 100 Di Napoli V<strong>it</strong>o e signora21


N. 52 n.s. – Gennaio-Aprile 2013 <strong>IL</strong> <strong>CALITRANO</strong>R E Q U I E S C A N T I N P A C EAntonietta Tringaniello02.06.1962 - † 27.05.2013Te ne sei andata in silenzio,lasciando un grande vuotonei cuori di chi ti ha volutobene.Ti ricorderemo sempre perla tua semplic<strong>it</strong>à,spontane<strong>it</strong>à e per la grandeforza che hai avuto.Il mar<strong>it</strong>o e le figlie.Michele CerretaFrancesca Di Cecca17.02.1925 - † 25.11.2001 11.05.1929 - † 01.05.2013Solo in Dio riposa la nostra anima,da lui proviene la nostra salvezza (Salmo 61-2)I figli Anna Maria e V<strong>it</strong>o li ricordano con l’affetto di sempre.Giannino GalganoCal<strong>it</strong>ri 01.12.1938- † Livorno 04.03.2013Padre e mar<strong>it</strong>o amoroso,amico fedele, uomodi grande rett<strong>it</strong>udinee bontà.Il tuo caro ricordorimarrà sempre nel cuoredi chi ti conobbe.Angelo Frucci20.07.1923- † Roma 26.02.2013Il tuo ripososia con i giusti.Rocco Briuolo28.08.1937 - † 24.02.2013Il p<strong>it</strong>tore dipinge su tela,i musicisti dipingono i loroquadri sul silenzio.V<strong>it</strong>o Zabatta24.01.1931 - † 27.12.2012L’amore che hai datonon è morto con te:vive nel nostro cuore,nel nostro ricordo.La fede mantiene un<strong>it</strong>i.Maria Cardone ved. Mollica02.11.1929 - † Novara 09.12.2012Nonna, mamma, sei stata una donna unica!Altruista, ti sei sempre preoccupata per gli altri.Con il tuo sorriso e la gran voglia di vivere,hai sempre trovato il modo di dare forza nei momenti difficili,sperando che un giorno un raggio di luce illuminasse il nostro cammino.Quel raggio di luce sei tu!L’angelo, la mamma, la nonna che tutti avrebbero voluto avere!Ti amiamo e ti ameremo sempre, in ogni momento della nostra v<strong>it</strong>a.I figli e i nipoti Mary, Anto, Debby e Vale.Gerardo Sacino22.03.1981 - † 24.09.2012Sotto il sole cocente, tuttaCal<strong>it</strong>ri ti ha salutato,incredula, affranta, indignata.Hai portato gioia nella v<strong>it</strong>adi chi ti ha conosciuto,ma il dolore è troppo grandee le lacrime non bastano.Grazie per esserci stato, nonti dimenticheremo mai!Giuseppe AntonioCapossela08.08.1925 - † Genova12.07.2012Mia ered<strong>it</strong>à sono i tuoivoleri, per sempre(Salmo 119-111)La moglie Giuseppina e lafiglia DalmaGiuseppe Forgione12.02.1941 - † 06.07.2012È passato un anno… per alcunibello e per altri brutto… Èpassato un anno… e mi sembraieri… quando ti ho abbracciatoper l’ultima volta… Nepasseranno altri, ma il vuoto chehai lasciato è incolmabile… Lav<strong>it</strong>a và avanti… ma non è lastessa. Tua figlia Mariagraziainsieme alla tua famiglia.Paola Caruso10.01.1933 - † 27.03.2012Ad un anno dalla suascomparsa. La ricordanocon affetto il fratelloLuigi e i parenti tutti.V<strong>it</strong>o Melaccio18.09.1931 - † 03.01.2012Lampada per i miei passiè la tua parola(Salmo 119-105)Canio Cubelli27.09.1926 - † 04.11.2009Non piangete la miaassenza sono beato in Dioe prego per Voi.Io vi amerò dal cielo comevi ho amati sulla terra.Angela Senerchia01.11.1936 - † 15.05.2006La grazia della donnarallegra il mar<strong>it</strong>o, il suosenno gli rimpolpa le ossa(Siracide 26 -13)Angela Gaetana Cubelli06.07.1905 - † 30.07.1983Ringrazio il Signoreper la sua misericordia(Salmo V°-15)Nicola Fasulo06.09.1936 - † 09.03.1983A trent’anni dalla suascomparsa,lo ricordano con amore lamoglie Alba,i figli V<strong>it</strong>o, Sergio, V<strong>it</strong>o,Ester e Ciro,le nuore, i nipoti e tutticoloro che lo hannoconosciuto.23


In caso di mancato recap<strong>it</strong>o rinviare all’Ufficio Postale di Firenze CMPper la rest<strong>it</strong>uzione al m<strong>it</strong>tente previo pagamento resiAquilonia 23.08.2009 Festa dei 30 anni pressi Hotel Ristorante Gronki nati nel 1979 si riuniscono in un giorno ricco di ricordi, di sogni e di allegria. Da sinistra:Sara Monaco, Luigi Metallo, Enzo Di Marco, Giorgio Tartaglia si vede solo la testa, Michele Zarrilli, Massimo Toglia, Felice Nivone, Carmine Fierravantisi vede solola testa, Francesco Paolercio si vede solo la testa, Michele Margotta,Antonio Del Cogliano si vede solo la testa,Antonio Avella, Enzo Russo si vede solo la testa,Raffaella Avella, Canio Codella,Vincenzo Gautieri,Vincenzo Caputo, Leone Di Guglielmo, Angelo Di Salvo, Michele Cerreta, Laura Scilimpaglia, Rosalba Di Maio,V<strong>it</strong>o Fiordellisi. Seduti: Alessandro Pasqualicchio, Francesco Cialeo, Marco Di Milia, Davide Cerreta e V<strong>it</strong>o Galgano.

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