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IL CALITR ANOperiodico bimestrale di ambiente, dialetto, storia e tradizioniVIA A. CANOVA, 78 - 50142 FIRENZE - TEL. 055/783936ANNO XVI - NUMERO 1 (nuova serie) Spedizione in abb. postale 50% MARZO-APRILE 1996
IN COPERTINA:14 aprile 1995, la processione delVenerdì Santo, davanti alla cappella delCalvario dedicata alla Santa Croce.Ormai famosa per il profondosentimento devozionale, capace dimomenti di forte aggregazione religiosadel popolo cal<strong>it</strong>rano, che da semprepartecipa commosso e plorante aquesta processione.La mattina del Venerdì Santo, alle primeluci dell’alba, parte dalla chiesadell’Immacolata con un lungo corteodi “ fratiell’“ col bianco saio e unacorona di spine sul capo, e si snodasalmodiando per i vicoli del paese.Molti cal<strong>it</strong>rani che vivono lontano,spesso r<strong>it</strong>ornano proprio in questasolenne occasione.( Foto di Armando Santoro )PASQUA A 1996Sii per me difesa,o Dio,rocca e fortezzache mi salva,perchè tu sei mio baluardoe mio rifugio;guidami e conducimiper amore del tuo nome.AuguriINQUESTONUMEROVogliamo essereportatori di speranzadi Raffaele Salvante 3ASSOCIAZIONICALITRANEDalla Svizzera 4Dal Venezuela 4Dalla Germania 5L’ACRIG proponeuna g<strong>it</strong>a a Cal<strong>it</strong>ri 5La rapina del baronedi Gerardo Cioffari 6MOVIMENTODEMOGRAFICO 9DIALETTO E CULTURAPOPOLARE 10NECROLOGI 12ERBE DI CASA NOSTRA 13CONCORSI E PREMI 14Puglia viva 14Concorso di poesia 14XXVI premiodi poesiaFormica Nera 14IV ConcorsoNazionale di poesia 14SOLIDARIETÀ COLGIORNALE 15LA NOSTRA BIBLIOTECA 16RICETTE 17VITA CALITRANA 18IL CALITRANOANNO XVI - N. 1 n. s.Periodico bimestraledi ambiente - dialettostoria e tradizioniFondato nel 1981DirettoreRaffaella SalvanteDirettore ResponsabileA. Raffaele SalvanteSegreteriaMartina SalvanteDirezione, Redazione, Amministrazione50142 Firenze - Via A. Canova, 78Tel. 055/78.39.36Spedizione in abbonamento postale 50%C. C. P. n. 11384500La collaborazione è aperta a tutti, ma innessun caso instaura un rapporto dilavoro ed è sempre da intendersi a t<strong>it</strong>olodi volontariato.I lavori pubblicati riflettono il pensiero deisingoli autori, i quali se ne assumono leresponsabil<strong>it</strong>à di fronte alla legge.Il giornale viene diffuso gratu<strong>it</strong>amente.Attiv<strong>it</strong>à ed<strong>it</strong>oriale di natura noncommerciale nei sensi previsti dall’art. 4del DPR 16.10.1972 n. 633 e successivemodificazioni.Le spese di stampa e postali sono copertedalla solidarietà dei lettori.Stampa: Polistampa - FirenzeAutorizzazione n. 2012 del 13/2/1981del Tribunale di FirenzeIl Foro competente per ogni controversia èquello di Firenze.Accred<strong>it</strong>i su c/c postale n. 11384500 intestatoa “IL CALITRANO” - Firenze oppurec/c bancario 61943/00 intestato a SalvanteA. Raffaele c/o Sede Centrale dellaCassa di Risparmio di Firenze in Firenze.Chiuso in stampa il 19 Marzo 1996
N. 44 - Gennaio-Febbraio 1996 Il CALITRANOLA FATICA DI UN LUNGO CAMMINOVOGLIAMO ESSEREPORTATORI DI SPERANZARiconferma dell’impegno civile e morale al servizio della ver<strong>it</strong>à e dei c<strong>it</strong>tadiniDopo ben quindici anni di duro lavoro,caratterizzato da grandi soddisfazioni,ma anche da varie difficoltà -soprattutto finanziarie - proseguiamo lanostra fatica con rinnovato vigore e fiduciosoentusiasmo con una “nuova vestegrafica” che vuol essere il segno di unimpegno maggiore a continuare, l’auguriodi un rinnovato dinamismo, capacedi sprigionare energie e potenzial<strong>it</strong>à assaistimolanti e ricche di contenuti per unanuova qual<strong>it</strong>à di v<strong>it</strong>a, una accresciutav<strong>it</strong>al<strong>it</strong>à ed autentic<strong>it</strong>à.Non è stata una decisione facile, perchèormai ci eravamo affezionati al formato“tabloid”, ma tipograficamente èsempre stato un grosso problema e cosìdopo alcuni tentennamenti fra la tentazionedel nuovo, più pratico, e la confortantesicurezza del vecchio, ci siamodecisi al grande passo, per agevolaresempre più il dialogo fecondo e coinvolgentecon i nostri lettori.Infatti, il nostro non è il tempo dellasemplice conservazione dell’esistente,ma della missione che realizza con sempremaggiore fedeltà possibile - maanche con la fatica di un attento e costantediscernimento - il cammino di solidarietàe di amore, senza lacerare quel tessutodi valori, di norme e di comportamentiche tengono insieme il Paese.È anche vero che un semplice avvenimento- come il rinnovamento graficodel nostro giornale - non determina ciòche delinea, senza la pazienza del tempo,la fatica del cammino e più ancora laconversione del cuore e della mente checorrobora e fortifica di fronte alle inev<strong>it</strong>abilistanchezze e disillusioni.Sicuri che può essere efficacementepotenziato l’impegno convinto e responsabile,restiamo disponibili e pronti,come sempre, ad offrire il nostro contributomodesto, ma scontatamente inadeguato,per fare opinione, per creare mental<strong>it</strong>à,per diffondere cultura, per condividerepreoccupazioni e speranze, perrendere testimonianza a quell’ered<strong>it</strong>à divalori umani e cristiani in una societàspesso caratterizzata dall’indifferenza eormai rassegnata a vivere passivamentela brutale agonia di un’epoca e di unsistema.C’è sempre più bisogno di testimoniautentici e preparati, perchè il pessimismoe il qualunquismo non pagano e leproblematiche attuali reclamano una partecipazionee un impegno non emotivi,ma fondati sull’informazione e sullariflessione.Dobbiamo anche convenire che nonmancano oggi i fermenti e la ricerca diautentici valori, pur in presenza di unas<strong>it</strong>uazione di grande frammentazione edi esasperata confl<strong>it</strong>tual<strong>it</strong>à e in particolareil mondo dei giovani, vive e sperimentasulla propria pelle, con intens<strong>it</strong>àtutta particolare le contraddizioni e lepotenzial<strong>it</strong>à del nostro tempo, per rinvigorirela fedeltà e la fecond<strong>it</strong>à della lorotestimonianza di ver<strong>it</strong>à e di v<strong>it</strong>a nell’affrontarecon senso di responsabil<strong>it</strong>à ledifficoltà e le incoerenze.Com’è triste vedere dei giovani,immersi in una comune fragil<strong>it</strong>à, che sifanno più facilmente sedurre da una prospettivadi vantaggio personale cheattrarre dalla virtù della giustizia!Questo nostro tempo non può essereun tempo di indifferenza, di silenzio eneanche di distaccata neutral<strong>it</strong>à o di tranquillaequidistanza, ma deve essere iltempo del discernimento, con occhi cr<strong>it</strong>icie disincantati, saturo della fatica dichi cerca, verifica, organizza le proprieconvinzioni e le confronta in un continuoimpegno, nella collaborazione e lapartecipazione responsabile.La nostra opzione fondamentale èsempre stata per gli ultimi, i poveri, perchè“la povertà è soprattutto la mancanzadi dir<strong>it</strong>ti: dal dir<strong>it</strong>to del lavoro a quellodella salute fisica, della v<strong>it</strong>a. Il problemadi fondo è che il povero non è ingrado di eserc<strong>it</strong>are pienamente il dir<strong>it</strong>todi c<strong>it</strong>tadinanza: non ha peso, non conta,non ha voce e se parla non è ascoltato” ;perciò a loro in particolare vogliamorest<strong>it</strong>uire fiducia e coraggio, a loro offrireun supporto di speranza per vivere,perchè diventino soggetto, parte attivadella società e non solo oggetto di attenzionee di intervento.Tutto questo avrà il suo compimentoa patto che non resti senza la rispostacreativa, paziente e coraggiosa di tuttivoi lettori, perchè non manchi in nessunodi noi amore bastante per fare dellanostra v<strong>it</strong>a un dono; è la fede che ci inv<strong>it</strong>aad essere portatori di speranza, malgradoi nostri numerosi errori.Particolare attenzione abbiamo semprededicato ai numerosi e irrisolti problemidel nostro paese e dell’Irpinia ingenerale : l’economia, lo sviluppo dellepol<strong>it</strong>iche locali, i rapporti fra i c<strong>it</strong>tadini efra questi e le amministrazioni, gli squilibristrutturali, la piaga della disoccupazioneche ha costretto alcune decine difamiglie a lasciare Cal<strong>it</strong>ri per trovareoccupazione altrove, senza risolvere peròil problema. Noi “riproponiamo” all’Amministrazionecomunale la soluzioneadottata in altri paesi d’Italia: trovare unaccordo sul tipo di Aziende e conseguentementedi lavorazione da accettare, scegliereuna zona da poter adattare ad insediamentodelle stesse, esentare le medesimedal pagamento delle tasse per almeno10 anni, con la garanzia di alcune centinaiadi posti di lavoro.Occorre certamente coraggio, unnotevole impegno di chiarezza ed unaimmediata risoluzione, se veramente sivuole rispondere alle sollec<strong>it</strong>azioni deibisogni più urgenti dei nostri c<strong>it</strong>tadini,perchè le riforme emanate e quelle chesaranno emanate non aprono certamenteil cuore alla speranza.Raffaele Salvante3
Il CALITRANO N. 44 - Gennaio-Febbraio 1996ASSOCIAZIONI CALITRANEDALLA SVIZZERAALECS ( Associazione LavoratoriL’ Emigrati Cal<strong>it</strong>rani in Svizzera) perfesteggiare degnamente i suoi cinqueanni di v<strong>it</strong>a e il decennale dell’AssociazioneCampana di Flawil/Uzwil ha organizzatouna grande festa insieme - comegià avvenne il 20 ottobre 1990 - adUzwil presso la Gemeindesaal (salacomunale) perSabato 25 Maggio 1996Èsempre motivo di gioia profondaseguire con attenzione il pieno inserimentodei nostri numerosi paesaniall’estero sia nel campo del lavoro dovehanno dismostrato tenacia , capac<strong>it</strong>àtecnica e professionale, mer<strong>it</strong>andoovunque stima e fiducia, sia nel campointellettuale, dove la preparazione culturale, sempre accompagnata da sacrificioe serio impegno, è stata requis<strong>it</strong>oessenziale per la conquista di alcunecattedre di insegnamento anche nelleunivers<strong>it</strong>à carachegne.Perciò, volentieri e con orgoglio,comunichiamo la notizia della laurea diMagister in “ Tecnologia y Desarollode la Instruccion” brillentemente consegu<strong>it</strong>adaDAL VENEZUELASaranno osp<strong>it</strong>i della serata la cantante“FIORDALISO”, un complessosudamericano il “BAHIA BAND” e cisarà una sfilata di ab<strong>it</strong>i eleganti peruomo e donna, vest<strong>it</strong>i da sposa dello studioFABULA di proprietà del nostrocompaesano Leonardo Di Maio insocietà con la famiglia Belardi.Sono stati inv<strong>it</strong>ati alla serata, leAutor<strong>it</strong>à della regione Campania, l’AmministrazioneComunale di Cal<strong>it</strong>ri, leAssociazioni locali, la FederazioneCampana in Svizzera (FACS) le AssociazioniCal<strong>it</strong>rane, la Pro Loco, l’AssociazioneAletrium di Cal<strong>it</strong>ri, il Giornale“il Cal<strong>it</strong>rano”.Per eventuali prenotazioni pressol’Hotel Bahnhof di Uzwil - da effettuarsientro 15 giorni dalla festa - rivolgersial Presidente Onorario dell’ALECS GiuseppeGAUTIERI tel. 071 393.55. 05;prezzi camera singola con doccia, wc ecolazione fr. 65; camera doppia con doccia,wc e colazione fr. 110Saluti e arrivederci ad Uzwil.. mGià nel 1987, Vincenzina aveva consegu<strong>it</strong>o,sempre con ottima votazione,la laurea in “ Matematica e TecnologiaEducativa”; molti, specialmente inVenezuela, conoscono Vincenzina perl’incarico di segretaria dell’Associazionedei Cal<strong>it</strong>rani Residenti in Venezuela,presieduta dal suo fondatore ZazzarinoAntonio, che ogni anno - come riportatonei numeri precedenti del nostro giornale- festeggia la giornata dell’emigranteCal<strong>it</strong>rano.Suo padre, il signor Zabatta Pietro(cient’capill’) era immigrato nel Venezuelanel 1954, tornato in Italia nel1960 aveva sposato V<strong>it</strong>toria Galgano(r’nategghia) con la quale rientrò inVenezuela dove nacque la prima figliaAngela.Per vari motivi tornarono ancora inItalia, e a Cal<strong>it</strong>ri nel 1963 nacque Vincenzina,ma la famiglia Zabatta volòancora in Venezuela quando la nostralaureata non aveva neppure tre anni.Con questa notizia vogliamo anz<strong>it</strong>uttocomplimentarci con la neo-laureatae i suoi familiari, ma nello stessotempo vogliamo incoraggiare quanti,con sacrificio, stanno lottando per unposto nella società.VINCENZINA ZABATTA GALGANOnel dicembre del 1995, che grazieall’alta votazione avuta, ha permesso,alla nostra compaesana, di inserirsicome professoressa presso la “UniversidadPedagogica Experimental Libertador”della c<strong>it</strong>tà di Caracas.Vincenzina Zabatta G. al centro della foto, fra la mamma e la sorella nel giorno del conseguimentodella laurea di Magister.4
N. 1 n. s. - Marzo-Aprile 1996 Il CALITRANOAquesto incontro, dove sono intervenuti87 Cal<strong>it</strong>rani, 12 tedeschi e16 connazionali, erano presenti - fra l’altro- il prof. V<strong>it</strong>o March<strong>it</strong>to, sindaco diCal<strong>it</strong>ri e Presidente Onorario dell’A-CRIG e i consiglieri comunali MicheleCaputo e Franco Fiordellisi;Giuseppe Gautieri, Antonio Zarrilli eLeonardo Di Maio con le rispettive consorti,in rappresentanza dell’ALECS;il dott. Tonino Cicoira, presidentedell’ARC, con la gentile consorte e ilfiglio Gaetano;Teresa Baroncelli, dirigente ACLI emembro del COMITES, del CGIE e delConsiglio Comunale degli Stranieri diDALLA GERMANIASeconda manifestazione dei Cal<strong>it</strong>raniFRIBURGO - 25 NOVEMBRE 1995 - NELLA KOLPINGHAUSFriburgo; Vincenzo Attardi, presidentedel Circolo ACLI e membro del ConsiglioComunale degli Stranieri di Friburgo;i signori Pasquale Gargiulo, FrancoGuerrieri e Carmelo Gallina membri delCom<strong>it</strong>ato Direttivo del Circolo ACLI diFriburgo.Sono pervenute adesioni da parte deldott. Nicoletti, Console di Friburgo - daCal<strong>it</strong>ri: il prof. Michele Cerreta, il prof.V<strong>it</strong>o Alfredo Cerreta, Preside dell’Ist<strong>it</strong>utoStatale d’Arte, il dott. FrancoCicoira, Presidente della Pro-Loco, daCaracas Tonino Zazzarino, Presidentedell’Associazione dei Cal<strong>it</strong>rani nelVenezuela; da Valluf Giovanni Salvantee da Firenze Raffaele Salvante, Direttoredel Cal<strong>it</strong>rano.L’A.C.R.I.G.(Associazione dei Cal<strong>it</strong>rani residenti in Germania)PROPONE UNA GITA A CALITRIC arissima/onell’amb<strong>it</strong>o dei programmi culturaliper l’anno 1996 l’A. C. R. I. G. vuolorganizzare - presumibilmente dal 25maggio al 2 giugno - una g<strong>it</strong>a a Cal<strong>it</strong>ri inautobus, con escursioni ai laghi di Monticchio,San Giovanni Rotondo, perammirare la famosa Basilica e raccoglierciin preghiera davanti alle spogliedel taumaturgo Padre Pio, un viaggioculturale agli scavi di Pompei e vis<strong>it</strong>aalla reggia di Caserta, o in alternativa,Montevergine, o una vis<strong>it</strong>a a qualchemuseo di Napoli.Tra l’altro prevediamo di vis<strong>it</strong>arediverse industrie cal<strong>it</strong>rane, e di intraprenderetutti insieme una passeggiataattraverso le vecchie strade e i vicoli diCal<strong>it</strong>ri, alla riscoperta dei valori antichi,per chiudere con un ricevimento da partedell’Amministrazione Comunale.Il programma dettagliato, che concorderemocon l’Agenzia di viaggi, e ilrelativo costo, verranno resi noti appenasaremo a conoscenza del numero deipartecipanti (più saranno i partecipanti emeno sarà il costo del viaggio).Si prevede : partenza da Friburgo ilSabato mattina, la sera arrivo e pernottamentoad Assisi, la domenica dopoSanta Messa nella Cappella di San Francescoe arrivo a Cal<strong>it</strong>ri in serata.L’ACRIG avrà cura di provvedere alpernottamento per coloro che non hannola possibil<strong>it</strong>à di farlo presso amici oparenti a Cal<strong>it</strong>ri.LA PARTECIPAZIONE È APERTAA TUTTI, non solo ai soci.Per ogni informazione contattarel’ACRIG - bei ACLI - Schwarzwaldstr.6 - D 79102 Freiburg (Germania) - Tel(0761) 1 65 58 oppure (0761) 4 22 99 =FAX (0761) 47 55 25.(dall’Estero : 0049 761. . . )In attesa di una tua telefonata, tisalutiamo cordialmenteACRIGLA PREGHIERADIMADRE TERESAL’uomo è irragionevole,illogico, egocentriconon importa, amalo.Se fai il bene, ti attribuirannosecondi fini egoisticinon importa, fà il bene.Se realizzi i tuoi obiettivi,troverai falsi amici e veri nemicinon importa, realizzali.Il bene che fai verrà domanidimenticatonon importa, fà il bene.L’onestà e la sincer<strong>it</strong>à ti rendonovulnerabilenon importa, sii franco eonesto.Quello che per anni hai costru<strong>it</strong>opuò essere distrutto…in un attimonon importa, costruisci.Se aiuti la gente, se ne risentirànon importa, aiutala.Da’ al mondo il meglio di te, e tiprenderanno a calcinon importa, da’ il meglio di te.(Da una scr<strong>it</strong>ta sul muro a ShishuBhavan, la Casa dei bambini diCalcutta fondata da Madre Teresa)5
N. 44 - Gennaio-Febbraio 1996 Il CALITRANOGERARDO CIOFFARILA RAPINA DEL BARONETradimento e fuga di Giovan Galeotto (1299)Vescovi di ferro fra Monteverde, Carbonara e MelfiCal<strong>it</strong>ri a Raimondo del Balzo (1299-1304)Nel mio precedente intervento su IlCal<strong>it</strong>rano (Cfr. il n. 42, del luglioagosto 1995: “Cal<strong>it</strong>ri alla fine del Duecento”),mi ero fermato al rifiuto diGiovan Galeotto (1275-1299) ad andarein guerra per la riconquista angioinadella Sicilia, e di conseguenza alla suarinuncia al feudo di Cal<strong>it</strong>ri. In quell’occasione,a partire dalla prima edizionedella Cal<strong>it</strong>ri Medioevale dell’Acocella(corredata di documenti), ho affermatoche la documentazione al riguardo ècarente. La lettura della Storia di Cal<strong>it</strong>ridello stesso, nell’edizione curata dallaPro Loco, mi ha dato lo stimolo perulteriori ricerche e r<strong>it</strong>rovamenti che quivoglio riportare. Anche perché la ricerca,come già quella sull’ultimo anno div<strong>it</strong>a di Galeotto di Fleury (1275), è statacoronata da successo. Giovan Galeottonon scompare così in punta di piedidalla scena della storia ma, degno d<strong>it</strong>anto nome, si rivelò un vero “galeotto”per la nostra c<strong>it</strong>tadina.2) 14 aprile 1995, la processione del Venerdì Santo, nei pressi del ponte S.Antonio che si avvia alla sal<strong>it</strong>adel Calvario; per la prima volta ci sono dieci comparse vest<strong>it</strong>e da soldati romani.1. Giovan Galeotto (1299) tradisceil re e rapina i cal<strong>it</strong>rani.Il giovane feudatario di Cal<strong>it</strong>ri erapart<strong>it</strong>o, dunque, per partecipare alla spedizionein Sicilia, ma giunto in Calabriariuscì ad ottenere un permesso ed a rientrarea Cal<strong>it</strong>ri. Al momento di tornarenell’eserc<strong>it</strong>o, Giovan Galeotto cominciòa trovare scuse per non ripartire. Piùvolte il re gli ordinò di raggiungere glialtri cavalieri, finché non passò alleminacce.Il re stava incontrando serie difficoltànel riprendere la guerra per la riconquistadella Sicilia (una guerra di cui fral’altro era tutt’altro che convinto). Si puòperciò ben immaginare il suo nervosismonel trattare col ventiquattrennesignore di Cal<strong>it</strong>ri, il quale invece diobbedire prontamente e raggiungere l’eserc<strong>it</strong>o,adduceva le più diverse scuseper non partire. Alle sue minacce di spogliarlodei feudi (sub pena destructionisterre sue pheudalis), Giovan Galeottoaveva prefer<strong>it</strong>o, come si è visto, rinunciarespontaneamente al feudo. E così,essendosi recato a Napoli, il 17 ottobredel 1299 ribadì il suo rifiuto di partireper la guerra e formalizzò nelle mani delre la sua rinuncia al feudo di Cal<strong>it</strong>ri eCastiglione.Nonostante il voluntarie et expresseper descrivere le modal<strong>it</strong>à della rinuncia,in tutto il documento il re palesava ilsuo risentimento, soffermandosi sullecause vere, ricordando le dilacionuminducias, come pure le pretensiis variis,nonché le excusationibus frivolis con lequali Giovan Galeotto a più ripreseaveva disobbed<strong>it</strong>o agli ordini regi (mandatisnostris contumac<strong>it</strong>er renuens obedire).E dato che nel segu<strong>it</strong>o del testonon si parla di feudi in cambio, la decisioneregia ha tutta l’aria di una punizionee spoliazione.In extremis, però, Giovan Galeottotentò un colpo destinato a risolvergli infuturo tutti i problemi. Informando il redi aver cambiato idea e di essere prontoa partire per la Sicilia, ottenne il temponecessario per raccogliere a Cal<strong>it</strong>ri tuttigli oggetti preziosi che poté sia dalcastello che dalla popolazione (cuimolto probabilmente promise un risarcimentoal suo r<strong>it</strong>orno). Quindi, partì effettivamenteper la Sicilia, ma non percombattere contro gli Aragonesi, bensìper passare dalla loro parte. In un documentodel 22 giugno 1306 vengono incisivamenteespressi sia il rancore del reCarlo II per lo sfacciato tradimento chele conseguenze sulla popolazione cal<strong>it</strong>rana:Il mil<strong>it</strong>e Galeotto di Fleury, primadi recarsi in Sicilia e passare infedelmenteai nemici, come un ladrone portòvia e fece portar via quasi tutti i benimobili dei c<strong>it</strong>tadini di detto castello e li6
Il CALITRANO N. 44 - Gennaio-Febbraio 1996recò seco in Sicilia. Perciò, gli ab<strong>it</strong>antidel castello rimasero privi dei propriaveri, e le privazioni originarono discordietra gli stessi ab<strong>it</strong>anti o per comuneepidemia furon colp<strong>it</strong>i dalla morte; moltiper detta discordia si sono dispersiall’intorno e moltissimi si sono uccis<strong>it</strong>ra loro, per modo che lo stesso paese,per le predette cause colp<strong>it</strong>o da gravedesolazione, è divenuto povero disostanze ed abbandonato da quasi tuttigli ab<strong>it</strong>anti. I pochi superst<strong>it</strong>i sonocostretti ad andare lontano.Non è difficile immaginare questogiovane cavaliere che, rientrato a Cal<strong>it</strong>ri,con i suoi amministratori imponeva aical<strong>it</strong>rani la terribile “colletta” per laguerra di Sicilia. Quasi certamente,come si faceva in simili occasioni, fecefirmare una ricevuta, di modo che al suor<strong>it</strong>orno avrebbe rimborsato i cal<strong>it</strong>rani del“prest<strong>it</strong>o” tanto generosamente fattogli.Gli ab<strong>it</strong>anti non dovettero dub<strong>it</strong>are dellesue intenzioni, in quanto tutta la fortunadella famiglia di Giovan Galeotto eralegata alla sua fedeltà al re. Era moltodifficile immaginare che quel giovane ebel cavaliere si stesse apprestando al tradimentopiù sfacciato.Quando, poi, i cal<strong>it</strong>rani si accorserodi essere stati ingannati e derubati deiloro beni più preziosi, cominciarono adaccusarsi gli uni gli altri e a l<strong>it</strong>igareaspramente. Gli scontri fra le fazioniinsanguinarono le strade, senza che sipotesse immaginare una soluzione. Fucosì che molti preferirono cercare fortunaaltrove, convinti che fosse più facilecominciare una nuova v<strong>it</strong>a altrovepiuttosto che riprendere serenamente ilproprio lavoro a Cal<strong>it</strong>ri.Dal documento della cancelleriaangioina sembrerebbe che tutti i malidel paese fossero da attribuirsi alla spoliazioneoperata da Giovan Galeotto.Ma, quello del feudatario fu forse l’ultimomicidiale colpo, dopo le tante tasseregie. In ogni caso, il quadro che ne vienfuori è drammatico e rappresenta ladescrizione più incisiva della grave crisieconomica e sociale che colpì il paese acavallo fra il XIII ed il XIV secolo.2. Monteverde e Carbonara:vescovi contro feudatariPer meglio comprendere la vicendacal<strong>it</strong>rana, e il mondo feudale in cui questiepisodi si verificavano, è opportunoriportare alcuni fatti ben documentatirelativi ai rapporti fra i vescovi e i feudatarinelle vicine c<strong>it</strong>tadine di Monteverdee Carbonara.Ci è pervenuto un documento del1285 che contiene le testimonianze dinumerosi c<strong>it</strong>tadini di Monteverde e diCarbonara a favore della facoltà delvescovo di possedere vassalli e dei dir<strong>it</strong>ticonnessi. Esso getta luce anche su alcunipersonaggi di cui si è parlato, per cuianche se non direttamente riguardanteCal<strong>it</strong>ri, è una interessante testimonianzasulla v<strong>it</strong>a sociale dell’epoca nella zona.Dinanzi al delegato della sede apostolicail vescovo di Monteverde in data21 dicembre 1285 elencò i suoi dir<strong>it</strong>tidi possedere dei vassalli a Monteverde enei terr<strong>it</strong>ori della sua diocesi, di esigerneÈ poverononchi possiede poco,ma chi bramaavere di più.(Seneca)l’obbedienza sine alicuius contradictione,di tenere processi civili e criminali(ad eccezione della pena di morte), diesigere l’atto di omaggio e fedeltà, ilplateatico nelle compravend<strong>it</strong>e, e riscuoterele decime. Ovviamente, assolvendoquesti impegni col vescovo, loro feudatario,erano esenti da ogni altro pagamentoal feudatario locale. I suoi vassallierano liberi poi di possedere e riceverelegna, erba, acqua, e godere di tuttigli usi civici che godevano i vassalli delbarone. Se i signori dei luoghi vicini turbavanoil vescovo nel suo pacifico possesso,questi aveva la facoltà di scomunicarli.E, difatti, sino alla morte diCarlo I d’Angiò si erano verificati deicasi di scomunica.Oltre ai chierici di Monteverde,furono convocati vari c<strong>it</strong>tadini di Carbonara(Matteo de Italia, Ruggero deSaxo, Giacomo de Toscania, LorenzoGratiadei, Giovanni Russo, Matteo dimaestro Roberto e Sebastiano Buoninfante).In un primo momento l’interrogatorioavrebbe dovuto aver luogo aMelfi, ma poi su richiesta di molti testimonifu il vescovo di Melfi, Sinibaldo, arecarsi a Monteverde ad ascoltarli.L’arcidiacono del cap<strong>it</strong>olo di Monteverdeaffermò che tali dir<strong>it</strong>ti del vescovorisalivano a tutto il tempo che egli ricordava,e cioè ad oltre cinquanta anniprima. Prima che altri testimoni deponessero,si fecero avanti il notaio Pietrodi Ariano, Oddo gallicus e il giudiceRoberto de Boano, e chiesero di rinviarel’interrogatorio, forse per meglio permettereal signore feudale di organizzarei suoi testimoni. La richiesta fu peròrespinta e le testimonianze ripresero conl’interrogatorio di Donato, sacerdotedella cattedrale, la cui memoria andavaugualmente a cinquanta anni addietro.A vent<strong>it</strong>ré anni addietro risaliva invecel’usanza di raccogliere le decime deivassalli da parte dei procuratori dellachiesa. Evidentemente, intendeva direche quest’uso era invalso a partire dall’avventodegli Angioini. Quanto al 15ºarticolo, quello delle scomuniche,affermò di avere assist<strong>it</strong>o alla scomunicalanciata circa 18 anni prima dal vescovoGiovanni contro Guglielmo Galardo,Pietro de Hugot e la moglie Marina eassistette anche alla loro richiesta di perdono.Il che il vescovo fece solo dopoche essi giurarono sui vangeli di mutareatteggiamento e rispettare i suoi dir<strong>it</strong>ti.L’arciprete Roberto confermò tuttiquesti punti, specificando che ciò valevanon solo per i vecchi, ma anche per inuovi vassalli. Interessante il particolareche a scomunicare i suddetti feudatarifosse il vescovo Pietro, al quale poi prestaronogiuramento. Èprobabile che ilgiuramento precedente fosse stato violato,o che il vescovo avesse abusato deisuoi dir<strong>it</strong>ti.Questo vescovo Pietro doveva esseredavvero terribile se, avendo scomunicatoil baiulo che aveva osato riscuoterele tasse tra i vassalli della chiesa, locostrinse ad una umiliante sottomissione.Nudo, scalzo e con una cintura alcollo dovette recarsi a piedi da un capoall’altro del paese e quindi, prostrato aipiedi del vescovo, prestare giuramentoed essere finalmente assolto alla presenzadi tutta la popolazione di Carbonara(nudus et discalciatus cum comgia incollo de Cap<strong>it</strong>e Terre Carbonarie usquead pedes Episcopi supradicti et superemenda corporal<strong>it</strong>er prest<strong>it</strong>o iuramentofu<strong>it</strong> absolutus ab eo in presencia populiCarbonarie).7
N. 44 - Gennaio-Febbraio 1996 Il CALITRANOIl 6 gennaio (a Melfi questa volta)dinanzi al vescovo di Melfi comparverofinalmente nove testimoni di Monteverdeche erano stati scomunicati per nonessersi presentati alla convocazione. Essispiegarono che non avevano osato mettersiin viaggio a causa delle minaccesubìte dal feudatario, ma che ora sierano decisi ed erano disposti a parlare.Avendo ascoltato i 18 testi, in data23 gennaio 1286 il vescovo di Melfi,incaricato della cosa dal legato apostolico,emise sentenza favorevole al vescovodi Monteverde.Un altro successo il vescovo di Monteverde,Gauberto, l’ottenne alcuni annidopo. Gauberto si era recato dal legatoapostolico che allora si trovava sulMonte Gargano e denunciò il signore diPietra Palomba, Bartolomeo Bellonasodi Napoli, il quale si rifiutava di pagarglile decime della baiulazione che PietraPalomba, come del resto Cairano, erasol<strong>it</strong>a pagare. Il Bellonaso fu costrettonon solo a pagare le suddette decime,ma anche le spese del processo. Di eseguirela sentenza fu incaricato lo stessoSinibaldo vescovo di Melfi.Questi inviò a Pietra Palomba il suonunzio Arnolfo che lesse personalmentela scomunica al Bellonaso, rendendolasub<strong>it</strong>o dopo di pubblico dominio. E,dato che Bartolomeo rimaneva deciso anon pagare, il vescovo di Melfi, pochigiorni prima di natale (1290), spedì unanuova scomunica a Pietra Palomba e aCairano, e la stessa vigilia di nataleinvocava l’intervento del braccio secolare,inviando una lettera al legato apostolicoed a Carlo, il futuro re di Napoli,che è ancora principe di Salerno.3. Il nuovo barone: Raimondo delBalzo (1299-1304)Avendone privato Gian Galeotto, ilre Carlo II concesse i castra di Cal<strong>it</strong>ri eCastiglione al suo fedele Raimondo delBalzo, primogen<strong>it</strong>o di Bertrando, contedi Avellino. Nel relativo diploma di concessione,datato 17 ottobre 1299 i duecastra vengono valutati a 60 once annue(pro annuis unciis auri sexaginta computandis)e quindi per il servizio di tremil<strong>it</strong>i. La suddetta concessione prevedevala possibil<strong>it</strong>à per Raimondo di trasferireil feudo, ricevuto grazie ai suoi servigi(serviciorum suorum intu<strong>it</strong>u), aisuoi eredi.Nel documento, rogato dal notaioregio Nicola di Ravello, si prevedevaanche il giuramento di fedeltà che i cal<strong>it</strong>ranie i castiglionesi avrebbero dovutoprestare nelle mani dello stesso Raimondoo del suo procuratore. In paridata, il re emetteva un secondo decreto afavore di Raimondo del Balzo, rogatoquesta volta dal noto cancelliere Bartolomeodi Capua, alla presenza di personal<strong>it</strong>àreligiose (come l’arcivescovo diNapoli) e civili. C’era ad esempio SergioSiginulfo, ciambellano e marescallo delRegno, Giovanni, conte di Squillace eMontescaglioso, e Giovanni Pipino,colui che meno di un anno dopo metteràLucera a ferro e a fuoco per stanaree massacrare i saraceni ivi portati nel1224 da Federico II.Può sembrare strana la presenza d<strong>it</strong>anti personaggi, ma non va dimenticatoche si erano riun<strong>it</strong>i non solo per Cal<strong>it</strong>ri eCastiglione, bensì per tanti altri problemi,e che il beneficiario era figlio di quelBertrando del Balzo che stava affermandosifra i feudatari più potenti delRegno.In questa seconda concessione il rediceva ancora più espressamente ilmovente che lo aveva portato a “togliere”Cal<strong>it</strong>ri e Castiglione a GiovanGaleotto e a darlo a Raimondo delBalzo. Egli intendeva dare un esempioper frenare i reticenti dalle loro disobbedienzee spingere, sull’esempio di generoseconcessioni, i più fedeli ad impegnarsisempre più al sostegno dellacausa del re.Nonostante la sua lunghezza, questosecondo documento non riporta datiinteressanti sul feudo nobile di Cal<strong>it</strong>ri, inquanto tutti gli altri elementi riportatinon si riferiscono specificamente a questofeudo, ma sono quelli contenuti intutte le sue concessioni dalla cancelleriaregia. Qualche mese dopo, forse per irischi della spedizione siciliana, furichiesto al re che Raimondo potesselasciare il feudo non solo ai suoi figlileg<strong>it</strong>timi, ma anche a suo fratello Ugo oal consanguineo Ughetto.Il 12 luglio del 1300 il re emettevaun altro documento dal quale risultavache Raimondo si stava mer<strong>it</strong>ando lageneros<strong>it</strong>à regia, essendo passato in Siciliaed impegnandosi a fondo nella guerra.Nel frattempo il re gli aveva datoanche Guardia dei Lombardi, che valeva36 once annue.Nel confermare il dir<strong>it</strong>to del fedelecavaliere a trasmettere ai parenti i suoifeudi, il re precisava che la curia mantenevacomunque alcuni dir<strong>it</strong>ti. A meno,poi, che non si tratti di una formula dicircostanza, si parla di figli di lui giànati o da nascere. In realtà Raimondonon donò il suo feudo al fratello Ugo,ma gli concesse delle rend<strong>it</strong>e da Castiglionecome dote per il suo matrimoniocon Cecilia de Sabrano, figlia del contedi Ariano. Ora, a meno che anche Ugonon si trovasse a combattere in Sicilia, sipotrebbe pensare che in assenza del suofeudatario, Cal<strong>it</strong>ri fosse governata propriodal di lui fratello.La decisione di Raimondo del Balzodi disfarsi del feudo di Cal<strong>it</strong>ri sembradoversi connettere con un drammaticoepisodio della sua v<strong>it</strong>a. Trovandosi inSicilia a combattere contro gli Aragonesi,sul finire dell’anno 1300 fu catturatoe per la sua liberazione fu richiesta unaingente somma. Una volta liberato erientrato nelle sue terre, si trovò a cortodi denaro.Contemporaneamente, moriva il fratelloUgo, cui sembra che avesse affidatoil feudo di Cal<strong>it</strong>ri. Così, non incontròdifficoltà a vendere Cal<strong>it</strong>ri e la sua partedel feudo di Castiglione che valeva noveonce (cost<strong>it</strong>uendo gli altri redd<strong>it</strong>i il dotariodella vedova Cecilia, che non venivaincluso nell’atto di vend<strong>it</strong>a).Non è chiaro chi prendesse l’iniziativa,ma si sa che l’operazione ebbeluogo intorno alla metà di ottobre del1304. Nel documento relativo, datato 30ottobre di quell’anno, il re diceva infattiche il feudo era stato comprato nei giorniprecedenti (diebus preter<strong>it</strong>is).L’acquirente, come si vedrà, era unfeudatario della emergente famigliaGesualdo, che per tre secoli con alternevicende governò Cal<strong>it</strong>ri e varie local<strong>it</strong>àdella provincia di Avellino.NON ABBIATE ALCUNDEBITO CON NESSUNO,SE NON QUELLODI UN AMORE VICENDEVOLE;PERCHÉCHI AMA IL SUO SIMILEHA ADEMPIUTOLA LEGGE.(Romani XIII/8)8
N. 44 - Gennaio-Febbraio 1996 Il CALITRANOLa tua bellezza,la tua gentilezza,è ricchezza dellatua saggezza.Hai un nome nobilecom’è il tuo cuoresei più belladell’aurora.VITTORIARispetti l’amiciziacon tutto l’impegnodel tuo lavorone sei degna.I tuoi occhi sonopieni di splendorenel tuo cuore vivel’amore.Non è per farti uncomplimento sei lapiù bella stelladel firmamentoAlla gentilezzadi una donna di Cal<strong>it</strong>ri(Non si deve rmpiangere maiil tempo impiegato a fare del bene)(Pietro Lattarulo)da BisacciaDA BRESCIAA causa della data delle elezioni pol<strong>it</strong>icheche è stata in forse fra il 21 e il 28 el’impegno da assumere per la prenotazionedei locali, l’annuale raduno deiCal<strong>it</strong>rani a Brescia è stato fissato per il25 Aprile 1996nei sol<strong>it</strong>i ed osp<strong>it</strong>ali locali di RodengoSaiano. Per eventuali prenotazioni oinformazioni rivolgersi aCestone Mario 030/ 30.39. 43Codella Gerardo 030/ 27.72.938MOVIMENTO DEMOGRAFICORubrica a cura di Anna RosaniaI dati, relativi al periodo dal 29. 07. 1995 al 13. 02. 1996, sono statirilevati presso l’Ufficio Anagrafe del Comune di Cal<strong>it</strong>ri.NATIFasano Amedeo di Giuseppe Domenico e di Maffucci M. Concetta 14. 10. 1995Martiniello Antonio di V<strong>it</strong>o e di Galgano Antonietta 18. 10. 1995Galgano Giovanna di Canio e di Rabasca Annaflavia Rosaria 14. 11. 1995Zazzarino Federica di Vincenzo e di De Nicola Giuseppina 25. 11. 1995Cianci Vincenzo di Mario Angelo e di Russoniello M. Grazia 06. 12. 1995Dello Russo Gaetano di Ciriaco e di Graziano Amelia 14. 12. 1995MATRIMONIPastore Antonio Gerardo e Scioscia Felic<strong>it</strong>a 29. 07. 1995Russo Canio e Di Milia Maria Vincenza 28. 10. 1995Lotrecchiano Gerardo e Margotta Rosa 28. 10. 1995MORTIZabatta Nicolina 11. 05. 1920 - 19. 09. 1995Zarrilli Erminio 21. 12. 1929 - 24. 10. 1995Maffucci Teresa 07. 01. 1909 - 30. 10. 1995Di Cecca Francesco 10. 02. 1902 - 30. 10. 1995Codella Rosa 04. 11. 1914 - 03. 11. 1995Lampariello Giuseppe Antonio 18. 12. 1915 - 09. 11. 1995Del Re Giovanni 24. 06. 1930 - 22. 11. 1995DI Maio Antonio 10. 04. 1911 - 23. 11. 1995Luongo Angelo 31. 08. 1909 - 23. 11. 1995Cioffari Luigi 22. 02. 1910 - 26. 11. 1995Di Cecca Filomena 15. 01. 1910 - 28. 11. 1995Zarrilli Antonietta 19. 08. 1917 - 30. 11. 1995Vallario Giuseppe 12. 09. 1905 - 01. 12. 1995Toglia Canio 10. 01. 1909 - 23. 12. 1995Zarrilli Angelomaria 24. 09. 1946 - 27. 12. 1995Fastiggi Michele 08. 09. 1932 - 27. 12. 1995Zabatta Vincenzo 01. 11. 1930 - 05. 01. 1996Di Cairano Maria 02. 09. 1913 - 07. 01. 1996Codella Lucia Gaetana 29. 09. 1904 - 12. 01. 1996Quaranta Maria Michela 22. 02. 1911 - 13. 01. 1996Leone Gennaro 21. 04-1923 - 13. 01. 1996Forgione Lucia 24. 02. 1905 - 18. 01. 1996Cianci Giovanni 21. 02. 1940 - 20. 01. 1996Galgano Andrea 09. 10. 1924 - 23. 01. 1996Cicoira Alfreda 04. 03. 1918 - 28. 01. 1996Metallo Giuseppe 05. 09. 1931 - 29. 01. 1996Sacino Gerardo 10. 11. 1932 - 31. 01. 1996Raho Alfonso 22. 04. 1911 - 07. 02. 1996Leone Maria Teresa 19. 02. 1914 - 09. 01. 1996Beltrami Romolo 02. 05. 1906 - 11. 02. 1996Scoca Domenico 24. 03. 1912 - 13. 02. 19969
N. 44 - Gennaio-Febbraio 1996 Il CALITRANODIALETTO E CULTURA POPOLAREA CURA DI RAFFAELE SALVANTEMODI DI DIREEia calata la chiena = il colmo per un avvenimentoA mmi m’ sap’ a ffort’ = per me è una sofferenzaA rotta r’ cuogghj’ = a tutta veloc<strong>it</strong>àAgg’ fatt’ na p’nzata = ho avuto un’ideaArr’siria la casa = rassetta la casaArr’cetta n’ picca = rassetta un po’ la casaAvess’ r’ Ddij ! = volesse Dio !Tien’m’ a lu cund’ = ricordati di meSo’ quatt’ facc’cuott’ = sono quattro contadiniS’eia fatt’ lu carus’ = si è rapato a zeroSt’ann’ eia bb’stiest’quest’anno è bisestileAssai fum’, poch’ arrust’molto fumo, poco arrostoPROVERBISi eia curt’, m’ttim’ la sciontase è corto, mettiamo l’aggiunta (detto di vest<strong>it</strong>o)Cchiù t’ vasc’, e cchiù lu cul’ s’ ver’più ti abbassi, e più si vede il sedere1940 La Spezia - Di Napoli Pio Mil<strong>it</strong>are di marina, palombaroChi r’ngrazzia, ess’ ra l’obbl’gh’chi ringrazia, non ha più obblighiNun sap’ t’nè tre cic’r’ mmocquanon sa tenere un segretoChi sciurr’ca, vol’ accattàchi disprezza vuol comprare‘N tiemb’ r’ uerra, li fessa spassan’ e li bbuon’ abbusckan’in tempo di guerra, i disonesti se la spassano, e i buoniprendono botteCchiù picca sim’ , e megl’ sciam’più pochi siamo, e meglio andiamoLi stigl’ so’ miezz’ mastr’gli arnesi da lavoro, sono mezzo mestiereOI PASTURELLAOi pasturella, chiamat’ li can’oi nè, Nenna. . .m’ l’hann’ strazzata la vestae pur’ la s’ttanaoi nè, Nenna. . .curr<strong>it</strong>’ v’cin’,sciat’ a chiamà la mamma,La mamma n’g’eiaeia sciuta a la massaria;quann’ eia t’rnatala mamma tutta affannata:oi tu figlia miacum’ sì arruunata!c<strong>it</strong>t’ mamma miam’hann’ pahat’ li rann’!.OI PASTORELLAOi pastorella, richiama i canioi nè Nenna. . .mi hanno strappata la vesteed anche la sottanaoi nè Nenna. . .accorrete vicini,andate a chiamare la madre.La mamma non c’èè andata alla masseria;quando è r<strong>it</strong>ornatala mamma tutta affannata:oi tu figlia miacome sei rovinata!Z<strong>it</strong>ta mamma miache mi hanno pagato i danni!.10
Il CALITRANO N. 44 - Gennaio-Febbraio 1996SCIAM’A L’OFAT’A LAVA’Femm’n’, giuv’n’ e f’gliol’ z<strong>it</strong>’vietta la matinacu lu vacil’ ngap’chin’ r’ pann’ lurd’.N’ m’ttiemm’ ncammin’sciemm’ a l’Ofat’ a lavà.Na bona preta facìa ra struculatur’roj vot’ s’avienna nsap’nà,prima li pann’ janch’v’gghiemm’ l’acqua p’ lu c’nn’ratur’ammient’ chi schiarienn’lavavam’ li pann’ r’ culur’.E sciacqua, sciacqua. . .ngimma a l’er’var m’ttiemm’ p’ assuquàPassavam’ na sc’rnata r’ fatìa,ma cuntent’ r’ t’rnàcu li pann’ p’l<strong>it</strong>’assuquat’ e chjcat’.Cantann’, cantann’. . .“ramm’ lu macquatriegghj’lu port’ a l’Ofat’ a lavà:Acqua e sapon’sol’ lion’vient’ r’amor’fammigghj’ assuquà.ANDIAMO ALL’OFANTOA LAVAREDonne, giovani e ragazze da mar<strong>it</strong>opresto la mattinacon in testa il bacilepieno di panni sporchi.Ci mettevamo in camminoandavamo all’Ofanto a lavare.Una buona pietra serviva per strofinaredue volte bisognava passare il saponeprima i panni bianchibollivamo l’acqua per candeggiareMentre che schiarivanosi lavavano i panni di colore.E sciacqua, e sciacquasull’erba li stendavamoper asciugarli.Era una giornata di faticama contente di r<strong>it</strong>ornarecon i panni pul<strong>it</strong>iasciugati e ripiegaticantando, cantando“dammi i fazzolettili porto all’=fanto a lavare:Acuqa e saponesole, sol leonevento d’amorefammeli asciugare.Angelina PAVESE (dagli USA)CALITRIDeposto dal torrente c’è unmacignoAncora morso dalla furiaDella sua nasc<strong>it</strong>a di fuoco.Non pecca in bilico sulbaratroSe non con l’emigrare dellaluceMuovendo ombre alle caseSopra la frana ferme.Attinto il vivere segretoCol sonno della valle non sisperde;Da cicatrici ottenebrateIsola lo spavento,ingigantisce.Giuseppe UngarettiAppunti per la poesia d’un viaggioda Foggia a Venosa(22-8-1934)26 novembre 1940 - Cava dei Tirreni, da sinistra: Zabatta Andrea (mark) - Avella Antonio (m’calosc’) - Zarrilli Luigi (zozorr’) - Di Maio Salvatore (ang’tella)- Armiento Michelantonio (caram’zzett’).11
Il CALITRANO N. 44 - Gennaio-Febbraio 1996N E C R O L O G IMichelangelo Cianci5 - 2 - 1909 † 9 - 6 - 1994Nel secondo anniversario dellasua morte i parenti lo ricordanocon l’amore di sempre.Rosa Nigro V<strong>it</strong>o Di Maio† 30 - 3 - 1993 † 8 - 9 - 1993I figli Michele e Giovanni li ricordanocon l’amore e l’affetto disempre.Daniela Di Guglielmo9 - 8 - 1990 † 28 - 4 - 1995Un angelo mi ha messo le ali, hoattraversato strade stellate e sonogiunta, in dono a Dio, fino alParadiso.Con tanto amore la ricordano igen<strong>it</strong>ori e il fratello.Filomena IanneceAntonio Catano4 - 8 - 1902 † 13 - 9 - 1982Canosa 3 - 4 - 1904 † 15 - 1974I figli Vincenzo, Raffaele e Mariacon i rispettivi coniugi, insiemeai nipoti e ai parenti tutti li ricordanosempre con tanto affetto.Michele Calà11- 1 - 1949 † 30 - 6 - 1995Nel primo anniversario della suaprematura scomparsa, lo piangonola moglie Maria e i figli Rosa,Vincenzo, Angelo e Sara.Giuseppe Scoca22. 4. 1908 † 1. 3. 1976La moglie e i figli lo ricordanocon immenso affettoÈ mancata all’affetto dei suoiVincenza Zarrilli1928 † 9 - 11 - 1995Ne danno il triste annuncio ilmar<strong>it</strong>o Michele i figli Angela, Giovanni,Maria Antonietta e Teresacon le rispettive famiglie i fratelli,i cognati, i nipoti, i cugini e tutti iparenti, addolorati e affranti dauna perd<strong>it</strong>a così grande.Angela Zampaglione21 - 8 - 1916 † 23 - 6 - 1989Nel settimo anniversario della suadipart<strong>it</strong>a il mar<strong>it</strong>o V<strong>it</strong>o e i figliAntonia, Canio, Vincenzo, Gerardinae Maria la ricordano conimmutato affetto a quanti laconobbero.12
Il CALITRANO N. 44 - Gennaio-Febbraio 1996 Erbe di Casa Nostra LA CARLINACarlina acaulis. È una pianta perenneappartenente alla famiglia delle Ateracee- compos<strong>it</strong>e, cresce nei pascolioltre i 400 m. di alt<strong>it</strong>udine. Secondo latradizione popolare pare che, questonome derivi dal fatto che, la sua radicesarebbe stata utilizzata per combattere lapeste che aveva colp<strong>it</strong>o e decimato learmate di Carlo V.Può essere defin<strong>it</strong>a un piccolo cardo,perché è cost<strong>it</strong>u<strong>it</strong>a da un grosso capolinodirettamente radicato per terra; le fogliesono di natura coriacee e spinose, dispostea raggiera attorno al fiore bianco -argentato che sboccia tra il mese diluglio e il mese di ottobre ; la radice èabbastanza resistente ed il frutto è formatoda un achenio piumoso.La carlina, anche quando è appenasbocciata, è provvista di foglie talmentecoriacee e da fiore ben protetto da sembrare,anche se fresco, un fiore essiccato.LA MORTE DI BRIGANTEAddio Briganteamico mio,alle lezioni fosti pronto,eri la vedetta in ogni occasione,mi mettevi le tuegambe sul mio braccio,mi leccavi,era il tuo affetto.Chiedevi la carezza.Il tuo sguardo penetrantemi segue.I tuoi ossi affioranonascosti.Nella terra del Castroche fu tua,ora riposi.Addio amico mio.21 marzo 1995Saverio Bardi(da Certaldo)Per le persone che amano camminare incollina e in montagna, sarà molto facileosservare lo spettacolo della natura cheviene offerto quando s’incontrano questistupendi fiori che sembrano sorridere illuminatidai raggi del sole e che talvolta,per ripararsi da un calore eccessivo, sinascondono tra le grosse foglie disposte arosetta basale, mun<strong>it</strong>e di spine pungenti.Nei secoli passati, i montanari piantavanoquesto vegetale presso le loro ab<strong>it</strong>azioniper utilizzarlo come stazionemeteorologica domestica. Infatti, la piantain presenza di bel tempo e di scarsaumid<strong>it</strong>à, presenta le foglie che sostengonoil capolino completamente aperte; incaso di temporali e quando l’atmosferapresenta una umid<strong>it</strong>à eccessiva, il fiore sirichiude per ev<strong>it</strong>are un pericolo imminente.I principi attivi presenti nella radice,rendono utile la Carlina per curare l’influenza,il raffreddore e la febbre: Talvoltail suo decotto viene impiegatocome depurativo per il fegato e l’acnedella pelle.Alba Algeri(da Retorbido)L’AVENAAvena sativa, famiglia Graminacee.Il cal<strong>it</strong>rano conosce le varietà coltivatecol nome “avena o biama”; le varietàspontanee o selvatiche col nome “hralat’”.Pianta annua, erbacea, alta oltre unmetro, con foglie alterne, strette, lunghe,appunt<strong>it</strong>e, amplessicali.Il Frutto è una cariosside aristata, consolco, il culmo è vuoto, lucido, con nodi.Si conoscono numerose varietà d’avena,la cui provenienza è dubbia: sembrache i Romani l’abbiano introdotta daipaesi nordici, dove è largamente coltivataa scopi alimentari.È un vegetale ricco di principii attivi,fra cui: ferro, fosforo, calcio, magnesio,sostanze azotate, amido, cellulosa, v<strong>it</strong>amineA - B - B2 - PP- D ecc.A scopi medicinali si usa: la cariossideintera o mondata e la paglia.L’uso come pianta medicinale èremoto e, da sempre, è stata usata comepotente energetico; da noi si consiglia diconsumare avena nei mesi freddi.I vecchi medici, ai bambini irrequieti,insonni, magri, anemici, prescrivevanobagni caldi con decotti di paglia d’avenae di dormire su pagliericci pieni di pula epaglia di avena.Gli stessi medici attribuivano allacariosside virtù stimolanti, afrodisiache ene prescrivevano l’uso contro la frigid<strong>it</strong>à,l’impotenza e la steril<strong>it</strong>à.Si è constatato che il consumo diavena preserva dalla carie dentaria edalla decalcificazione ossea (osteoporosi).L’avena viene largamente usata perla fabbricazione della birra e del whisky;i frutti mondati, venduti nelle farmaciecol nome “fiocchi d’avena”, che sonoipernutr<strong>it</strong>ivi, remineralizzanti, diuretici eblandamente lassativi, tonificano il corpoe la mente, conciliano il sonno e svolgonoazione antiasteniche; l’avena ècompatibile ai diabetici, agli azotemicie agli ipotiroidei.La farina d’avena cotta nell’aceto ovino bianco, cura egregiamente la lombaggine,il torcicollo, applicata in cataplasmicaldi.Le cariossidi torrefatte ci fornisconoun ottimo lassativo; i decotti del fruttosono indicati per curare catarro, tosse,affezioni bronchiali anche se accompagnatida emottisi; l’idropisia più ribellecede se curata con decotti concentrati dicariosside o paglia d’avena.Alcuni usi particolari:ulcere e piaghe torpide, ascessi: cataplasmicon farina d’avena boll<strong>it</strong>a nell’acqua,ridotta a polentina con l’aggiuntadi poco liev<strong>it</strong>o di birra di panificazione,polverizzato;calcolosi, renella, blocco d’orina:bagni caldi con decotti di paglia d’avenae bere, bicchieri al giorno, paglia d’avenauna grossa manciata, boll<strong>it</strong>a per 30 minutiin un l<strong>it</strong>ro d’acqua, a fuoco dolce.esaurimento nervoso, astenia fisica epsichica: 20 gocce, 3 volte al giorno, 30minuti prima dei pasti, in tè di tiglio opoca acqua, di tintura madre di avenasativa, per 15 giorni al mese e per 3mesi, non d’estate.Giovanni Nicolais(da Cal<strong>it</strong>ri)13
Il CALITRANO N. 1 n. s. - Marzo-Aprile 1996CONCORSI E PREMIPUGLIA VIVALa rivista di cultura IL RICHIAMOindice la 16° edizione del Premio Internazionale“PUGLIA VIVA” - aperto agliscr<strong>it</strong>tori in lingua <strong>it</strong>aliana.Il Concorso, dotato di ricchi premi, èarticolato nelle seguenti sezioni:a) Poesia ined<strong>it</strong>a su aspetti di Puglia;b) Poesia ined<strong>it</strong>a a tema libero;c) Aneddotica: brevi episodi e fattidi v<strong>it</strong>a;d) Handicap e società: brani in versio prosa sull’argomento assegnato.Scadenza 30. 06.1996Richiesta bando, con affrancatura perla risposta, al prof. Giovanni Jorio - ViaMaria De Prospero, 105 - 71100 FOG-GIACONCORSODI POESIAL’ALFA bandisce la XXII edizionedel premio di poesia riservato agli autoridi lingua <strong>it</strong>aliana.Tutte le poesie pervenute regolarmenteal premio verranno pubblicate in unvolume dal t<strong>it</strong>olo “Panorama della poesia<strong>it</strong>aliana all’estero” ed. 1995. Il libroverrà inviato gratu<strong>it</strong>amente a tutti, gliautori inclusi. Scadenza: 30 aprile 1996.Richiedere il bando al seguente indirizzo:ALFA, Hofstrasse, 10 - D-77787Nordrach (Germania).XXVI PREMIODI POESIAFORMICA NERAC<strong>it</strong>tà di PadovaSegreteria: Via Dignano, 11 - 35135 PadovaREGOLAMENTO1 - Il Gruppo letterario Formica Nerapromuove la ventiseiesima edizionedel concorso di poesia aperto a tuttigli autori di lingua <strong>it</strong>aliana.2 - Si partecipa con una poesia ined<strong>it</strong>a atema libero.3 - Le poesie devono pervenire entro il15 aprile 1996 in cinque copie - dicui una sola con nome cognome indirizzoe firma dell’autore - a :Luciano Nanni - Casella Postale 108435100 Padova.4 - Per spese organizzative si richiede uncontributo libero da inviare nel modoche il comm<strong>it</strong>tente preferisce.5 - Premi : al primo classificato un bassorilievoin oro puro opera del maestrod’arte B. Castellani e ai segnalatimedaglie d’oro personalizzate.6 - La giuria - il cui operato é insindacabile- sarà resa nota dopo l’assegnazionedei premi.7 - L’es<strong>it</strong>o del concorso verrà diffuso daiconsueti mezzi di comunicazione. Ifinalisti riceveranno lettera personale.8 - Gli elaborati non si rest<strong>it</strong>uiscono. Lasegreteria si riserva la facoltà di pubblicarele poesie finaliste.9 - La partecipazione al concorso implicala piena accettazione del presenteregolamento.Per informazioni urgenti:Tel. 049/61. 77. 37La XXV edizione è stata vinta daArmando Giorgi di Genova.Segnalati:Giancarlo Audenino - Loriana Capecchi- Lucia Tacchini - Alvaro Zonda.IV° CONCORSONAZIONALE DI POESIAC<strong>it</strong>tà di Montelepre1996Il Centro Italiano Femminile diMontelepre indice ed organizza la 4’edizione del Concorso Nazionale di Poesia“ CITTÀ DI MONTELEPRE”, articolatoin due sezioni A) poesie ined<strong>it</strong>e atema libero in lingua <strong>it</strong>aliana; B) poesieined<strong>it</strong>e a tema libero in dialetto siciliano.Le poesie devono essere sped<strong>it</strong>eentro e non oltre il 31 Maggio, per altreinformazioni, rivolgersi al Centro ItalianoFemminile - Via Plano, 7 - 90040Montelepre (PA).Roma 3 gennaio 1996, Ruglione Rocco, r’ lucegna, e Sena Maria, figlia r’Resar’Arminij, nella loro casa di Roma il giorno delle nozze d’oro.Roma 3 gennaio 1996, Buglione Rocco e Sena Maria festeggiano le nozzed’oro, circondati dai figli e nipoti.14
Il CALITRANO N. 44 - Gennaio-Febbraio 1996RICORDATI CHE IL GIORNALE PER VIVERE,HA BISOGNO DELLA TUA A GENEROSITÀS O L I D A R I E T À C O L G I O R N A L EDA CALITRI10.000 : Panelli Peppino15.000 : Speduto Angelo Maria - Tornillo GiuseppeNicola - Delli Liuni Maria Carmela - Polleria Zabatta/Scoca20.000 : Metallo Antonio - Del Moro Vincenzo -Lampariello Serafina - Russo Angelo -Suore di GesùRedentore - Maffucci Di Maio Benedetta30.000 : Cialeo Canio - Bozza Canio/MaffucciMaria - Miranda Pasquale Antonio - Di Milia Giuseppe,Sage 29 - Maffucci MariaDA VARIE LOCALITÀ ITALIANE10.000 : Zabatta Salvatore (Milano) - ZabattaFrancesco (Desio) - Don Pasquale Di Fronzo (MirabellaEclano)15.000 : Colav<strong>it</strong>a Matteo (Firenze) - Cecere Marco(Firenze) - Del Cogliano Concettina (Leccio) - CerretaMichele (Carrara) - De Felice Michele (Avellino)- Codella Filomena (Avellino) -20.000: Di Napoli Fortunato (Garbagnate) - DiNapoli Giuseppe (Brescia) - Cerreta Orazio (Caselle)- Di Maio Franca Maria (Milano) - Di CarloMaria (Cambiano) - Corcione Achille (Caserta) -Sansone Giacinta (Torino) - Buldo Cesare Giovanni(Varese) - Codella Vincenzo (Pescara) - LeoneMichele (Caltignaga) - Miele Pietrangelo (Bollate) -Abate Giuseppe Nicola (Avellino) - Di Napoli Vincenzo(Bologna) - don Valentino Di Napoli (Castelfranci)- Cerreta Clorinda (Roma) - Metallo Vincenzo(Roma) - Capossela Giuseppe (Genova) -Sagliocco Francesco (Nichelino) - Farina Antonietta(Monza) - Di Carlo Attilio (Cordenons) - MalangaCanio (Lentate sul Seveso) - Cerreta Luigi (Bari) -Nappi Gaetana (Bergamasco).25.000 : Armiento Giuseppe (Castellabate) - RussoGiuseppe (Trento) - Cestone Canio (Roma)30. 000 : Santeusanio Giuseppe (Livorno) - Di MiliaRocco (Avellino) - Nicolais Giovanni (Firenze) -Scarano An<strong>it</strong>a e Consolato (Lucrezia) - don MicheleDi Milia (Senerchia) - Zarrilli V<strong>it</strong>o (Roma) - CapolongoDomenico (Roccarainola) - Pastore Umberto(Verona) - Lattarulo Pietro (Bisaccia) - Zarrilli Maria(Poggio a Caiano) - Toglia Vincenzo (Ivrea) - CubelliTonino (Bologna) - Maffucci Giuseppe (Milano) -P. Francesco Cubelli O. P. (Pistoia) - Cerreta Donato(Teramo) - Leone Giuseppe (Lentate S/S). - MaffucciCanio Giovanni (Bresso) - Palermo Antonio(Arosio) - Nappi Emilio (S. Gennaro Vesuviano)35.000 : Di Cairano Anna (Milano)50.000 : Famiglie Nicolais e Margotta (S. DonatoM. se) - Cianci Michele (Firenze) - Della Badia V<strong>it</strong>torio(Gallarate) - Di Maio Giuseppe (Como) -Buono Marcello (Avellino) - Sansone Di Maio Rosa(Como) - Rinaldi Canio (Ponte Tresa) - Chirico Ettoree Di Milia Angela (Teora) - Zabatta Michele (S.Giorgio A Cremano) - Zazzarino Vincenzo (Mercogliano)- Lampariello Vincenzo (Nova Milanese)- Stifano Giuseppe (Pellare).60.000 : Fabbri Fabrizio (Agliana)DALL’ESTEROU. S. A. : Simone Gallo Lucia $ 10 - Toglia Canio $10 - Simone Giuseppe $ 10 - Pavese Angelina $20 - Di Napoli Antonietta $ 25SVIZZERA : Acocella Filippo 50. 000 - Pet<strong>it</strong>o Mario50. 000GERMANIA : Galgano Rosa e Umberto 50. 000 -Fierravanti Giovanni DM 50 - Margotta VincenzoDM 50.BELGIO : Simone Miche 25. 000 - Palermo/DiMaio 51. 000 - Tartaglia Giuseppe 20. 000.15
Il CALITRANO N. 44 - Gennaio-Febbraio 1996CONTURSI ENEOLITICA diDamiano Pipino - Contursi Terme -1994.L’Autore è un cultore di studiarcheologici e, attraverso un correttometodo di lavoro non comune, intraprendequesto difficile campo di indaginedove, assieme a validi collaboratori,riesce a individuare, in questo comprensorio,tracce e reperti che attestanoun’indubbia frequentazione umana cheva dal Neol<strong>it</strong>ico allo Stadio dei Metalli,nonché a testimonianze di età storicache si sovrappongono ad un contestopreesistente. Ne sono prova le buchesultuali di Sperlonga, tra Palomonte eSicignano degli Alburni, la sculturarupestre ed i reperti ceramici e l<strong>it</strong>ici diIsca Perrigno e Monticella sul TufaroLA NOSTRABIBLIOTECAdi Contursi a cui seguono la civiltà Hallstattianapresente a Oliveto C<strong>it</strong>ra equella Villanoviana o protoetrusca diPontecagnano. Elementi tutti studiaticon rigore storico e scientifico che ilPipino propone all’attenzione di studiosie cultori di archeologia del presente edel futuro per un maggiore approfondimento.R<strong>it</strong>engo si possa affermare chequest’opera elevi l’Alta Valle del Selead una importanza storica pari a quelladi altre valli <strong>it</strong>aliane, molto rinomatequali: Valcamonica, Val di Susa, Valtellina,Valchiavenna, Vallais e moltre altredove l’attenzione di eminenti studiosi<strong>it</strong>aliani e stranieri si è soffermata datempo.Sono convinto che l’opera del Pipinopotrà far nascere particolarmente neigiovani di questa Val Sele un vivo interesseper il notevole patrimonio storico-archeologicodi cui siamo depos<strong>it</strong>ariche, un<strong>it</strong>amente alle bellezze paesaggistichee le sorgenti termominerali, potràfare di questa Valle la meta prefer<strong>it</strong>a diun turismo qualificato.Il Presidente del Com<strong>it</strong>ato MontanoAlto e Medio SelePROF. GERARDINO DI POPOLOI CAMPANILI DEGLI ALBUR-NI a cura di Generoso Fonforti - Fotografiedi Tonino Antoniello - 1995.La completezza della ricerca che èstata effettuata sui campanili degliAlburni, ha richiesto necessariamenteun’attenta attiv<strong>it</strong>à di catologazione, indispensabileper ricostruire l’evoluzionedei modelli storico-artistici ed i diversistili che si presentano nel tempo.In tal modo è possibile superare unasemplice e generica indicazione di caratteregenerale, per evidenziare concreti eparticolari esempi, che permettono dirilevare sia l’emergere di caratteristicisimilari, sia le eccezioni espresse dal-1940/41 - da sinistra: Quaranta Vincenzo (sciarp’) - Nicolais Giovanni - Quaranta Angela - Galgano Vincenzo - De Nicola Vincenzo - Cianci Maria - QuarantaGiovanna - una signora di Telese - Quaranta Angela col figlio in braccio Zoccolillo Michele e Simone Antonietta. I tre ragazzi davanti sono Galgano Vincenzo -Simone Vincenza e Zoccolillo Vincenzo.16
N. 44 - Gennaio-Febbraio 1996 Il CALITRANOGerusalemme 1995, davanti alla moschea diOmar la nostra compaesana Fierravanti Eleonoracon la sua amica Diamante Giuliana.l’adattamento o dalla creativ<strong>it</strong>à presentiin singoli casi.La rassegna di torri campanarie presentinel terr<strong>it</strong>orio della Comun<strong>it</strong>à Montanadegli Alburni si caratterizza per unaeterogen<strong>it</strong>à di stili. Si riscontra spessol’uso della pietra locale, che marca glispigoli, le cornici e le monofore.Molti sono quelli restaurati o ricostru<strong>it</strong>irecentemente. Gli originali presentanoquasi sempre una struttura rigidamentegeometrica, arricch<strong>it</strong>a da elementipoligonali e da cupolette semisferiche.UOMINI E FATTI DI CONTRO-NE di Raffaele Mare - 1995.Dopo i volumi dedicati ai paesialburnini ( “Paesi degli Alburni - storia eleggende”, Salerno 1990 - “Storia, leggendee antiche usanze di Roscigno epaesi del Fasanella”, Agropoli 1991), ilprof. Mare ora rivolge la sua attenzioneagli uomini e alle cose più importanti diControne, non dimenticando larghicenni di storia civile e religiosa, specialmenteil tentativo dei lontani progen<strong>it</strong>oridi liberarsi dall’esoso governo baronaledel tempo.E il libro, sia per gli argomenti, siaper una più felice disposizione dell’Autore,ha qualcosa di accattivante, perchèegli ha frugato nelle pieghe minori dellastoria paesana, nella storia delle tradizioni,del folklore, nel patrimonio etnografico,per cui ha arricch<strong>it</strong>o le pagine diun calore, di una simpatia umana che,però, non è mai retorica.E si ha così un felice campionario disacerdoti santi, martiri, di galantuomininel senso lato della parola, di magistrati,di benefiche ist<strong>it</strong>uzioni; notizie di primamano che possono essere preziose perchi nel futuro voglia scrivere di storialocale.STORIA DELLA CONCIADELLA PELLE IN SOLOFRA vol.II di Vincenzo D’Alessio - introduzionedi Luciano Buongiorno - EdizioniGruppo Culturale “F. Guarini” -Solofra 1991.Grazie ad una attenta e laboriosaricerca, Vincenzo D’Alessio, offre aisuoi lettori un’interessante cronaca dell’Artedella Concia della Pelle dal ‘500ai nostri giorni. È una cronaca industrialee commerciale che si sposa brillantementecon la storia di Solofra del tempo:i risultati che ne conseguono sono deir<strong>it</strong>ratti del paese e dei suoi ab<strong>it</strong>anti veramenteinteressanti.Quest’ultimo lavoro di VincenzoD’Alessio testimonia l’ennesimo contributoalla sua Solofra, alla sua storia ealla società civile. Personalmente, condividoin pieno, la sua idea di destinarel’antica conceria Buonanno a Museopermanente dell’Arte della Concia dellepelli a Solofra.È una iniziativa pos<strong>it</strong>iva che fa onorealla c<strong>it</strong>tà di Solofra. Mi auguro che conl’impegno del Comune, e degli stessiconciatori, il progetto possa diventareuna realtà entro pochi anni.Quale imprend<strong>it</strong>ore conciario, pensoche le concerie di Solofra continuerannoa lavorare pelli ancora per lungo tempo.Dietro l’angolo ci sono grossi mercatida soddisfare: la Cina, la Russia e tutti iPaesi dell’est europeo.L’importante è puntare sempre di piùsulla qual<strong>it</strong>à e sulla quant<strong>it</strong>à. Per quantoriguarda il problema della depurazionedelle acque reflue delle concerie, essosicuramente sarà risolto defin<strong>it</strong>ivamentecon il potenziamento dell’attualeimpianto di depurazione centralizzato.Inoltre, nei prossimi anni le concerielocali, vuoi per esigenze di depurazionee vuoi per lo sviluppo della concia neipaesi produttori di pelli grezze, importerannosempre di più pelli conciate (wetblu)e pelli semifin<strong>it</strong>e (crust).In questa prospettiva, il problemaecologico ambientale sarà superato piùvelocemente e Solofra, con le sue bellepelli fin<strong>it</strong>e, continuerà a vestire il Mondodella pelle e contribuirà alla realizzazionedelle famose scarpe “made in Italy”.LUCIANO BUONGIORNOAmministratoreConceria La NazionaleRicetteCAUL’ E ‘NNOGLIA(Cavoli e cotechini)Ingredienti: cavoli ricci afoglia lunga nostrani, cotenna dimaiale sottile, peperoncino piccantemacinato, semi di finocchiettoselvatico, pepe neromacinato di fresco, prezzemolo,pecorino grattugiato, pezzetti disalsiccia stagionata, aglio q. b.Scegliere i cavoli, lavarli e lessarliin acqua bollente. Nel frattempopreparare le ‘nnoglie conla cotenna salata, avvolgerle condel filo incolore e metterle abollire con pezzetti di aglio.Sgocciolare bene i cavoli eunirli al brodo dei cotechini, farbollire per una decina di minuti elasciarli riposare alcune oreprima di consumarli.Il piatto va serv<strong>it</strong>o caldissimocon fette di pane casareccioraffermo, affettando i cotechini,Valerio Rauso17
Il CALITRANO N. 1 n. s. - Marzo-Aprile 1996V<strong>it</strong>a Cal<strong>it</strong>ranaIl Com<strong>it</strong>ato festa di S. Canio del 1 settembre1995, con il denaro avanzatodalla festa, ha fatto installare, dalla d<strong>it</strong>taF.lli Di Cecca, due fari che illuminanola sera la facciata della Chiesa di S.Canio. Con il patrocinio della Provincia diAvellino e del Comune di Cal<strong>it</strong>ri, si èrinnovato, lo scorso 24 dicembre, il tradizionaleappuntamento col “PresepeVivente” di Cal<strong>it</strong>ri, proposto dal Circolo“Aletrium” . La Sacra Rappresentazionesi è svolta lungo un percorso chesi snodava tra via Berrilli, via Del Re evico Tornillo, alcuni dei vicoli più caratteristicidel Centro Storico, e ai vis<strong>it</strong>atori- notevole è stata anche l’affluenzadai paesi lim<strong>it</strong>rofi - accorsi a migliaia, lalunga passaggiata ha offerto scene dialtri tempi, con quasi 150 comparse che, Il pomeriggio del 26 dicembre 1995 unvento fortissimo ha colp<strong>it</strong>o il terr<strong>it</strong>oriodi Cal<strong>it</strong>ri, scoperchiando molti prefabbricati,alcuni capannoni dell’area industriale“Ofantina”, quelli della FieraInterregionale e di privati.Gli embrici della navata centrale dellachiesa dell’Immacolata Concezione edel transetto sono stati smossi e portativia nel piazzale sottostante, provocandodanni per diversi milioni. Il vento hacausato anche gravi danni alle persone,infatti Canio Martiniello è stato ricoveratoall’ospedale di Potenza dove èdeceduto dopo circa un mese per ematomacelebrale, la signora FierravantiMichelina in Zarrilli, insieme al mar<strong>it</strong>oè stata sbattuta contro il muro nel corsoGaribaldi subendo danni.Cal<strong>it</strong>ri, Carnevale 1996, organizzato dal Circolo “Aletrium”.in ab<strong>it</strong>o tradizionale cal<strong>it</strong>rano o in pannida lavoro, hanno rianimato per una seratai vecchi vicoli, con la febbrile attiv<strong>it</strong>àdi falegnami, arrotini, sarti, calzolai,fabbri, l’ingegnosa maestria deivasai, intagliatori di legno, cestai, ricamatrici.Il Circolo Aletrium ha realizzato un filmatodella durata di circa un’ora, in cuile riprese dei vari ambienti domestici epaesani sono commentate con notizie dicarattere storico-sociale. Chi fosse interessatoad averne una copia, può contattarei soci, o scrivere a Circolo Aletrium,Via S. Canio, 12 - 83045 Cal<strong>it</strong>ri. Cal<strong>it</strong>ri, Natale 1996, la ricostruzione di un’ab<strong>it</strong>azione paesana, realizzata per “il Presepe Vivente” dalCircolo “Aletrium”, con grande partecipazione di popolo.Durante il periodo natalizio, inoltre, ilCircolo”Aletrium” in collaborazionecon l’Associazione “Il Gabbiano” diPescopagano (PZ) ha allest<strong>it</strong>o nei localidel Piccolo Teatro Comunale un “mer-18
N. 1 n. s. - Marzo-Aprile 1996 Il CALITRANOCal<strong>it</strong>ri, 27 maggio 1995, la madre superiora Dolores Capone delle suore di Gesù Redentore alla festadella mamma.catino di beneficenza” il cui ricavato èstato devoluto all’UNICEF. Le solenni “Quarantore” nella chiesadell’Immacolata Concezione verrannocelebrate il 12 - 13 e 14 aprile ‘96, unatradizione tipica dell’Arciconfratern<strong>it</strong>adi Cal<strong>it</strong>ri, che con l’annunzio dellaParola e l’adorazione eucaristica intenderiparare al peccato del mondo e degliuomini. Venerdì pomeriggio il priorepreside V<strong>it</strong>o Alfredo Cerreta terrà unariflessione religiosa, il Sabato e laDomenica predicherà il P.Angelo Falcosuperiore dei Frati Minori del Conventodi Airola, la S.Messa delle ore 10 diDomenica sarà celebrata dall’ArcivescovoMario Milano, nel pomeriggioseguirà la processione. Il Circolo “Aletrium”, ha organizzatoper carnevale, domenica 18 febbraio,una sfilata in maschera, da PiazzaMacello alla Cascina e lungo il corsoaccompagnata dalla banda musicale diRapone.La “Parlata” - da sinistra, dall’alto in basso:AngeloArmiento,Vincenzo Mastrodomenico,V<strong>it</strong>ale DiCairano, Tania Maffucci, Antonia Di Cecca,Michela Zabatta, Mariella Bozza,Antonio Altieri. Una delegazione di 55 confratelli dell’ImmacolataConcezione di Cal<strong>it</strong>ri parteciperàl’11 e il 12 aprile ‘96 a Padovapresso la Basilica del Santo ad un“Cammino di Fratern<strong>it</strong>à” insieme alleConfratern<strong>it</strong>e della Liguria, per le prenotazionirivolgersi al Priore V<strong>it</strong>o AlfredoCerreta, tel. 0827/30.553 casa. Cal<strong>it</strong>ri 1995, Maffucci Gaetano la moglie Albina e Zarrilli V<strong>it</strong>torio.Gaetano e V<strong>it</strong>torio amici d’infanzia e di vicinato al vicolo Casaleni non si incontravano da circa 47 anni,ambedue emigrati, il primo negli USA, il secondo in Argentina e Germania.Sabato 9 marzo 1996, presso il CentroSociale si è tenuto un Convegno di Studiosul tema “ Emergenza Rifiuti :Recupero e riciclo come alternativaalle discariche” organizzato dal Comunedi Cal<strong>it</strong>ri e dai Sindaci dei comunilim<strong>it</strong>rofi. Hanno partecipato professoriunivers<strong>it</strong>ari per le relazioni, i pol<strong>it</strong>ici delterr<strong>it</strong>orio ed alcuni sindacalisti; responsabileper il Comune di Cal<strong>it</strong>ri è stato ilprof; Alfonso Nannariello:Il convegno ha voluto far conoscere agliamministratori locali e alla popolazionela valid<strong>it</strong>à di un sistema integrato digestione RSU basato sulla combinazionedi raccolta secco - umido e impianti diselezione: Questo anche per smentire laineluttabil<strong>it</strong>è delle discariche come unicasoluzione di rapida realizzazione.19
1929 - III elementare, da sinistra: Di Carlo Luigi (mainalira) - Salvante Luigi - Fierravanti Giuseppe (papa) - Cerreta Mario (benfigliuol’) - Galgano V<strong>it</strong>torio (p’l’c’nella) - Marino Donato (carianes’) - AcocellaGiuseppe Nicola (andr’ttes’) - Zarrilli Luigi (zozorra) - Maffucci Giuseppe (patr’nett’) - terza fila: Fino Carmela (pr’utecchia) - Tornillo Taormina - Toglia Guido (pasciut’) - Rabasca Vincenzo (cunging’) - Del VentoVincenzo - Ferrara Vincenzo - Di Napoli Francesco (boia) - Abate Angela - Panniello Antonietta (c’cat’ r’ lalla) - seconda fila: Cubelli Maria - Leone Amalia - Maffucci Antonietta (pizzichiruss’) - Pezzillo Carmela- Cerreta Giuseppe (pirlingò) - Forgione Antonio - Del Franco Giuseppina - Minichino Giuseppina - Cianci Antonia (pisciap’rtegghia) - Margotta Rosina - la maestra ronna Teresina Stanco, mar<strong>it</strong>ata Di Maio -prima fila: Zabatta Pasquale - Di Milia Angelo (spaccac’poggh’) - Di Maio Canio (tenor’) - Fastiggi Giovanni (tobb’t’) - Papa..in America? - Abate Giovanni - Tornillo V<strong>it</strong>o (p’stier’).In caso di mancato recap<strong>it</strong>o si prega rispedire al m<strong>it</strong>tente che si impegna ad accollarsi le spese postali.