Perché il Manuale - Parco Regionale dei Castelli Romani
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4PresentazioneL. Fegatelli, Direttore Dipartimento Istituzionale e Territorio della Regione Lazio ............................................................6<strong>Perché</strong> <strong>il</strong> <strong>Manuale</strong>E. Blasi e N. Cutolo .......................................................................................................................................................8L’educazione in campagna ........................................................................ 101.1 Il fenomeno delle fattorie didattiche, da quando, dove e perchéA. Somaschini, Dirigente Comunicazione e Educazione P.R. Veio ............................................................................101.2 Educare alla sostenib<strong>il</strong>ità nei Parchi: perché fattorie educative?V. Consoli, Dirigente Regione Lazio .........................................................................................................................141.3 Uno sguardo alle Regioni ItalianeF. Belisario e M. Letizia, Servizio Formazione dell’Agenzia <strong>Regionale</strong> Parchi (Regione Lazio) ...................................17Educare diversamente, per una proposta di qualità ................................. 222.1 Gesti quotidiani, messaggi educativiF. Tonucci, Ricercatore presso l’Istituto di Scienze e Tecnologie della Cognizione del CNR .....................................222.2 Progettare per essere significativiA. Lo Re, Ufficio Educazione Ente <strong>Regionale</strong> RomaNatura ..................................................................................... 28
5Come diventare Fattoria Educativa ...........................................................323.1 Le attività: uniche e durevoliA. Somaschini, Dirigente Comunicazione e Educazione P.R. Veio................................................................................. 323.2 Programmare, gestire e far quadrare i contiE. Blasi, responsab<strong>il</strong>e progettazione e didattica per la Fattoria Educativa Collevalle .............................................. 353.3 La sicurezza nella Fattoria EducativaM. Bernini, Sea Tuscia srl, Spin Off Universitario dell’Università degli Studi della Tuscia ......................................... 423.4 Comunicazione e qualitàA. Del Frate, Green Project .................................................................................................................................... 463.5 La Fattoria incontra la ScuolaE. Sambucini, Educatore Ambientale e Professore di scuola media ....................................................................... 493.6 La formazione degli operatoriF. Belisario e M. Letizia, Servizio Formazione dell’Agenzia <strong>Regionale</strong> Parchi (Regione Lazio) .................................. 54Mettersi in rete, un bene per tutti .........................................................604.1 La prima rete di fattorie didattiche: <strong>il</strong> caso di Forlì CesenaA. Brighi, Società Alimos ....................................................................................................................................... 604.2 Fattorie Educative nei parchi, l’esperienza p<strong>il</strong>ota di RomaNaturaA. Lo Re, Ufficio Educazione di RomaNatura e R. Gr<strong>il</strong>li, Agenzia <strong>Regionale</strong> Parchi (Regione Lazio) ......................... 664.3 Una rete per le fattorie educative nei parchi del LazioN. Cutolo, Dirigente Settore Sv<strong>il</strong>uppo Sostenib<strong>il</strong>e dell’Agenzia <strong>Regionale</strong> Parchi (Regione Lazio) .............................70Le fattorie educative delle Aree Protette del Lazio ..............................741Le fattorie educative Natura in Campoa cura delle fattorie Collevalle, La Sonnina, <strong>Parco</strong> degli Aceri .................................................................................74Le altre fattorie educative delle Aree Protette del Lazioa cura delle fattorie Casolare 311, Gole del Farfa e Le Case Marceglie .................................................................. 842Una storia trentennale di educazione all’agricoltura ...........................96Un racconto dalla Fattoria Scuola “La Buona Terra”M. Di Mauro e C. Casalino, Fattoria Scuola La Buona Terra ................................................................................... 96
6Presentazioneche <strong>il</strong> sistemaagricolo riceve dalla societàL’attenzionerisiede essenzialmente nelruolo che esercita nella produzione <strong>dei</strong>cibi, sempre più richiesti come sani, nutrientie, possib<strong>il</strong>mente di provenienza“locale”. Dunque <strong>il</strong> settore primario è investitooggi di un ruolo diretto nella salvaguardiadell’ambiente rurale e <strong>dei</strong> retaggiculturali a esso collegato. D’altraparte <strong>il</strong> rapporto dell’uomo con <strong>il</strong> ciboe <strong>il</strong> rapporto dell’uomo con l’ambientesono tra essi intrinsecamente uniti e affondanole radici nel nostro più remotopassato. L’attenzione a una sana alimentazionee a st<strong>il</strong>i di vita salutari, la conoscenzae <strong>il</strong> rispetto dell’ambiente sonoessenziali per proteggere la propria salutee prevenire le più comuni malattiesociali. Tuttavia dato che le nostre esistenzesi svolgono in luoghi prettamenteurbanizzati, è complesso far apprezzare,soprattutto ai più giovani, qualcosache non si può osservare direttamente.Per ovviare a ciò, ormai da anni, la RegioneLazio sostiene e promuove -attraversol’Agenzia <strong>Regionale</strong> Parchi- le fattorieeducative “Natura in Campo”, uninsieme di strutture polivalenti, biologichee sostenib<strong>il</strong>i, perfettamente inseritenel tessuto agrario di alcune delle nostreAree Protette.Il presente manuale è stato realizzatoper offrire un’accurata descrizionedel ruolo e degli obiettivi delle fattorieeducative, ma soprattutto per aiutarechi intenda disegnare <strong>il</strong> percorso di riavvicinamentoalla campagna di bambinie ragazzi: un servizio che la multifunzionalitàdell’agricoltura ha reso possib<strong>il</strong>edal momento in cui si sono aperti,non solo metaforicamente, i cancelli delleaziende, trasformate, per esempio, inaule all’aperto a cui accedere per sperimentarela realtà del mondo rurale. Inquesto le aziende, custodi di un patrimoniodi saperi in materia di accoglienza,cultura, identità, ambiente e salute,rappresentano un punto di riferimentoimportante per <strong>il</strong> territorio a disposizionedi tutti.La concezione del progetto fattorieeducative “Natura in Campo” ha trovatonell’attività esperienziale diretta l’elementoper unire scuola, cittadinanzae mondo agricolo, realizzando percorsieducativi atti a offrire alle scuole, alle famigliee ai consumatori la possib<strong>il</strong>ità di
7scoprire l’ambiente rurale, l’origine deglialimenti e le tecniche di lavorazione <strong>dei</strong>prodotti tradizionali, attraverso <strong>il</strong> contattodiretto con la campagna, gli animali ela vita contadina. Come si evince anchedal presente manuale, le fattorie educativeNatura in Campo non sono sololuoghi dove vengono mostrate delle cose,ma veri e propri laboratori attivi ingrado di stimolare i ragazzi all’apprendimentoattraverso attività sperimentatein prima persona. Alla base troviamodunque <strong>il</strong> metodo di Rousseau ripropostoin chiave moderna agli inizi del Novecentodallo statunitense Club 4H che,per promuovere lo sv<strong>il</strong>uppo armonicodell’individuo moderno, fece riemergere<strong>il</strong> principio learn to do by doing, ossiaimparare facendo.Per la Regione Lazio, <strong>il</strong> dialogo trascuola, società, parchi e mondo agricolocreato attraverso le fattorie educative“Natura in Campo”, è un esempio virtuosodi gestione delle risorse del territorioe in particolare di quelle offertedalle nostre realtà rurali, quelle stesseche, costituendo <strong>il</strong> primo anello dellacatena produttiva alimentare, sono leprotagoniste <strong>dei</strong> programmi di educazioneambientale e alimentare sostenutida questo Ente. L’Obiettivo è favorirelo scambio culturale fra realtà spessolontane, tra bambini, ragazzi, famigliema anche singoli cittadini o interescolaresche ut<strong>il</strong>izzando uno strumentopensato per promuovere la conoscenzadel cibo, dell’agricoltura e delle nostrearee protette.Mi auguro, dunque, che <strong>il</strong> presentemanuale risulti ut<strong>il</strong>e a chiunque si vogliacimentare con la bellissima sfida rappresentatadalla duplice attività racchiusanel senso complessivo del significatodel verbo latino “colere”, inteso sia nellasua accezione più comune, di coltivarepiante e allevare animali, sia in quellafigurata ma non meno importante, dipermettere la crescita culturale <strong>dei</strong> piùgiovani, infondendo una maggiore consapevolezzasui temi legati all’ambientenel suo complesso.Luca FegatelliDirettore DipartimentoIstituzionale e Territoriodella Regione Lazio
8<strong>Perché</strong> <strong>il</strong> <strong>Manuale</strong>Con <strong>il</strong> Progetto “Natura in Campo”,l’Agenzia <strong>Regionale</strong> Parchidella Regione Lazio promuove,valorizza e sostiene i prodotti agroalimentaridi qualità <strong>dei</strong> territori protettiregionali con la dichiarata intenzione dicreare opportunità di sv<strong>il</strong>uppo economicosostenib<strong>il</strong>e, ma anche di conoscenza e discambio fra cittadini e mondo rurale dellearee naturali protette. Per questo motivosono state create tre strutture particolari,le Fattorie Educative “Natura in Campo”,immerse nel paesaggio agrario, sostenib<strong>il</strong>ie biologiche, nucleo originario “p<strong>il</strong>ota” diuna costituenda rete “Natura in Campo”.L’Agenzia ha inoltre organizzato duecorsi di formazione per operatori di fattoriedidattico-educative a cui, tramite la selezionedi un bando pubblico, hanno partecipatooltre 40 persone e sta attualmentepromuovendo la nascita della rete dellefattorie educative <strong>dei</strong> Parchi del Lazio.Grazie a queste e ad altre iniziativel’Agenzia è diventata punto di riferimentoper molti agricoltori inseriti nei territoridel sistema delle aree protette regionali,fornendo loro un supporto di tipo tecnicoe un riferimento istituzionale. Nel corsodel tempo è stato fac<strong>il</strong>itato lo sv<strong>il</strong>uppo e<strong>il</strong> consolidamento di alcune iniziative imprenditorialicon lo scopo di incrementarela presenza di attività economiche sostenib<strong>il</strong>ie di promuovere la diffusione di unacoscienza sociale attenta alla salvaguardiadell’ambiente.Il contatto priv<strong>il</strong>egiato con scuole diogni ordine e grado, con i laboratori dieducazione ambientale e le associazioniambientali e culturali, ha permesso all’Agenziadi individuare e catalogare alcuni<strong>dei</strong> bisogni del sistema educativo che megliodi altri si prestavano ad essere soddisfattiattraverso <strong>il</strong> coinvolgimento delleaziende agricole <strong>dei</strong> Parchi regionali.Dopo tale analisi, in un’ottica di innovazionestrategica, sono state individuatele potenzialità di un’azione di avvicinamentotra mondo agricolo e sistemaeducativo, caratterizzando modalitàe percorsi con cui attrarre <strong>il</strong> più maggiornumero possib<strong>il</strong>e di utenti, grandi e piccoli,urbanizzati e no, con differente possib<strong>il</strong>itàdi accesso, alle tematiche inerent<strong>il</strong>o sv<strong>il</strong>uppo sostenib<strong>il</strong>e e la tutela del paesaggioagrario.Questo <strong>Manuale</strong> ha l’intento di raccoglieree diffondere informazioni e buonepratiche, ut<strong>il</strong>i alle diverse figure a vario titolocoinvolte e interessate alla gestione eallo sv<strong>il</strong>uppo di iniziative educative incentratesul contatto tra agricoltura e natura.Le fattorie promosse dall’Agenziahanno preso volontariamente <strong>il</strong> nome diFattorie Educative e non didattiche, perdescrivere una realtà basata su esperienzestimolanti dal punto di vista emotivo,organizzata attraverso l’applicazione delmetodo dell’ “Imparare facendo”. Se infatt<strong>il</strong>a fattoria didattica è strutturata conla finalità principale di veicolare nozioni ecompetenze di tipo tecnico ed agronomico,la fattoria educativa ha invece comeobiettivo quello di stimolare la coscienzadel cambiamento nei modi di essere e difare <strong>dei</strong> suoi visitatori rispetto al rapportoche questi hanno con l’ambiente, <strong>il</strong> cibo,le risorse, i consumi, la cultura, <strong>il</strong> diversoe lo sconosciuto.Probab<strong>il</strong>mente la differenza fra i duetipi di fattorie può apparire più lessicaleche pratica, non essendo infatti possib<strong>il</strong>edefinire una precisa linea di confine tra ledue realtà che sv<strong>il</strong>uppano attività analoghein contesti sim<strong>il</strong>i, ma è <strong>il</strong> motivo dellascelta del nome delle Fattorie della rete“Natura in Campo”, vuole rimarcare unanuova impostazione. La dicitura “Fattorie
9didattico-educative” ut<strong>il</strong>izzata nel <strong>Manuale</strong>vuole però coinvolgere e stimolare alprocesso formativo proposto ogni soggetto,realtà o attività interessato al miglioramentoe all’apertura verso questi temi.I destinatari di questo <strong>Manuale</strong> sono,infatti, tutti coloro che conducono attivitàdidattico-educative in contesti agricoli erurali o che hanno intenzione di cominciarequesta attività, ma lo sono anche le figureistituzionali preposte alla progettazionedi politiche con cui favorire lo sv<strong>il</strong>uppo diazioni dirette al miglioramento delle condizionieconomico-sociali nelle aree rurali.Si cerca insomma di dare risposte alledifferenti richieste pervenute, dal 2005ad oggi, all’Agenzia da parte di operatorididattici, amministratori locali, imprenditoriagricoli e associazioni ambientalistein merito all’apertura, gestione e sv<strong>il</strong>uppodelle fattorie didattico-educative,e per questo motivo sono stati raccolti icontributi di esperti diversi. Si è trattato,per lo più di raccogliere e organizzare inuno strumento di fac<strong>il</strong>e ut<strong>il</strong>izzo i temi affrontatidai corsi di formazione organizzatidall’Agenzia, suddivisi in quattro capitolitematici.Il primo capitolo introduce al temadel <strong>Manuale</strong>, proponendo alcune modalitàcon cui catalogare le tante esperienzelegate all’educazione e alla didattica nelleaziende agricole, identifica <strong>il</strong> ruolo dellefattorie educative nelle aree protette edevidenzia lo stato dell’arte del processodi riconoscimento istituzionale e normativodi questa tipologia di attività nelle regioniitaliane.Il secondo capitolo è dedicato alladescrizione dell’innovatività delle proposteeducative svolte nelle fattorie e sullabase delle conoscenze in ambito pedagogicoindica i presupposti con cui progettareun’attività didattico-educativa capacedi stupire ed accontentare le tacite richiestedi diverse tipologie di visitatori.Nel terzo capitolo sono raccolte tuttele informazioni di carattere tecnico e praticonecessarie per procedere all’apertura,alla corretta gestione e promozione di unafattoria didattico-educativa di qualità.Il quarto capitolo è dedicato alla descrizionedi alcune esperienze territorialinelle quali la nascita di Reti e Associazioniè stata fondamentale per agevolarelo sv<strong>il</strong>uppo e la stab<strong>il</strong>izzazione di numerosefattorie educative e didattiche diqualità.Infine nelle appendici sono riportatele schede di 6 diverse fattorie si presentanodescrivendo le loro storie e le loroattività, testimoniando come sia possib<strong>il</strong>etrasformare le buone idee in una “buonaattività d’impresa”.Ci auguriamo che la lettura del <strong>Manuale</strong>possa essere di stimolo per coloroche già operano nelle fattorie didatticoeducativee di aiuto per coloro che voglionoiniziare o agevolare la nascita ditante altre realtà in cui l’agricoltura sia la“Buona Maestra” del vivere insieme e delrispetto della natura.Emanuele Blasi e Nicoletta Cutolo
10In questo capitolo AlessandraSomaschini, Dirigentedell’Ufficio Comunicazionee Educazione del <strong>Parco</strong><strong>Regionale</strong> di Veio e conL’educazione in campagna1.1 Il fenomeno dellefattorie didattiche, daquando, dove e perchéLavorare ogni giorno in campagnaproteggendo ambiente, patrimonio naturale,tradizioni, storia e cultura di una comunità;mettere al servizio della comunitàle proprie risorse in termini di persone, terreni,edifici; promuovere un modello educativocentrato sull’interdipendenza tra uomoe natura; fac<strong>il</strong>itare <strong>il</strong> contatto con glianimali e con le piante, in quanto rappresentatividi ciò che è diverso dal sé e farcrescere nei visitatori <strong>il</strong> senso di appartenenzaad un sistema naturale caratterizzatoda equ<strong>il</strong>ibri e regole che coinvolgonoanche altri organismi viventi.Sono queste le motivazioni principaliche dovrebbero spingere una fattoria adaprirsi al pubblico, avviando con esso unrapporto diretto.Qualunque sia la localizzazione, ambienteurbano, periurbano o aperta campagna,la fattoria rappresenta sempreun luogo priv<strong>il</strong>egiato per l’educazioneambientale, in quanto permetteun approccio che parte dall’esperienzadiretta, stimola la vista, <strong>il</strong> tatto, l’udito,la creatività, <strong>il</strong> gioco e offre l’opportunitàdi vivere momenti magici nella natura.Con la visita in azienda adulti e bambiniscoprono doveri e piaceri della vita infattoria, <strong>il</strong> percorso <strong>dei</strong> prodotti alimentaridalla terra alla tavola e, conseguentemente,la stretta e sommersa relazione che ancoraoggi lega la città alla campagna. È un’esperienzache da un lato rende <strong>il</strong> visitatorepiù consapevole delle proprie sceltedi consumo in funzione delle variab<strong>il</strong>i economiche,ecologiche, alimentari, gustative,visive e sociali; dall’altro, tramite l’aperturaal pubblico delle aziende agricole, soprattuttonei contesti di aperta campagna, contribuiscea rendere più dinamico e vivace <strong>il</strong>territorio, offrendo opportunità di scambioeconomico e culturale, favorendo, quindi,lo sv<strong>il</strong>uppo locale.Se l’azienda pratica anche la zooterapiae l’ortoterapia offre, inoltre, un’opportunitàdi supporto a chi è in difficoltà (perdisab<strong>il</strong>ità fisica o mentale, oppure per disagiosociale) con l’obiettivo di valorizzarela persona e la sua inclusione sociale.Fattorie didattiche,da quando e doveL’idea di offrire servizi di tipo socialeda parte di chi lavora in campagna è natacirca 50 anni fa, in modo spontaneo e noncoordinato, in Europa e Nord America e perquesto oggi vi è un ampio panorama di definizioniper questo tipo di attività, tra cui:fattoria didattica, educativa, di animazione,fattoria scuola, city farm, fattoria sociale.una lunga esperienza allespalle maturata presso l’EnteRomaNatura nella promozionee diffusione delle fattoriedidattiche, descrive le differentiesperienze educative svolte incontesti rurali e periurbani didiversi paesi del mondo.L’autrice, dopo una breveintroduzione, classifica lediverse iniziative nate neicontesti agricoli evidenziandone<strong>il</strong> valore sociale espressoattraverso i messaggi che ognirealtà educativa in ambienterurale è in grado di lanciare allacollettività.Riprendendo quanto introdottodall’autrice, Vito Consoli,esperto di educazione edivulgazione ambientalee in precedenza direttoredell’Agenzia <strong>Regionale</strong> Parchi,nel secondo paragrafo, esprimela sua opinione in merito ai tanti“valori aggiunti” delle fattorieeducative e sull’assonanza fraqueste e le aree protette.Infine, <strong>il</strong> contributo di F<strong>il</strong>ippoBelisario e Marta Letiziadel servizio formazionedell’Agenzia <strong>Regionale</strong>Parchi, chiuderà <strong>il</strong> capitoloraccogliendo quanto definitonelle diverse Regioni italianein merito a legislazione eregolamenti per l’attivitàdidattica in fattoria al fine diottenere uno sguardo d’insiemecon cui interpretare l’attenzionededicata all’azione educativae imprenditoriale dell’attivitàdelle fattorie educativedidattichein tutto <strong>il</strong> territorionazionale.
11Comunque vengano definite, l’aspettointeressante che permette di dare la giustacollocazione alle diverse realtà rendendoletra loro confrontab<strong>il</strong>i è dato dall’analisidell’origine e consistenza della redditivitàaziendale, individuando quanto questa derividalla produzione agricola o dal servizioeducativo offerto.In questo manuale, per chiarezzaespositiva e concettuale, ut<strong>il</strong>izzeremo <strong>il</strong>termine di “fattoria didattico - educativa”per quei contesti in cui è prevalente <strong>il</strong> redditoagricolo e city farm per quelle situazioniurbane dove è prevalente la funzioneeducativa.Le prime esperienze di apertura difattorie didattico - educative risalgono aglianni del dopoguerra, negli Stati Uniti. LaGreen Chimmery Farm fu fondata nel 1947da Samuel Ross alla periferia di New Yorkcome scuola privata con una annessa fattoriadi 75 ettari. Con <strong>il</strong> passare degli ann<strong>il</strong>a struttura si è trasformata in un centro discolarizzazione e cura delle patologie infant<strong>il</strong>i,mettendo a frutto l’opportunità dellasinergia tra la struttura agricola e quellaeducativa. Sulla stregua di questa esperienza,negli Anni ’60 in Nord Europa si èassistito al sorgere di molte strutture la cuifinalità era di proporsi nei contesti urbanicome luogo di terapia per diversi traumi,originati in parte dall’allontanamentodall’ambiente naturale. Così i Club 4H(Heart, Head, Health, Hand) si sono diffusinei Paesi Scandinavi per garantire lo sv<strong>il</strong>uppoarmonico dell’individuo, attraverso<strong>il</strong> principio dell’”imparare facendo” (learningby doing). Analogamente, nei Paesifiamminghi i Gezinsboerderijen sono natiper risolvere l’emarginazione <strong>dei</strong> diversamenteab<strong>il</strong>i. Sempre nel dopoguerra, inGermania, gli Aktivespielplätze (luoghi digioco attivo) favorivano l’incontro tra giovani,animali e piante. In Ingh<strong>il</strong>terra, invece,<strong>il</strong> movimento delle City farms andcommunity gardens ha preso piede nelleperiferie urbane con la finalità di far parteciparela cittadinanza al recupero dellearee pubbliche degradate, rendendolestrumento di connessione sociale, ancheattraverso <strong>il</strong> coinvolgimento degli anzianie <strong>dei</strong> diversamente ab<strong>il</strong>i.Ma l’esperienza più complessa estrutturata, poiché coordinata a livellogovernativo, è quella delle Fermes pedagogiquesfrancesi, di cui la prima sperimentazionerisale al 1974. In seguito laFrancia, ha anche istituito una commissioneinterministeriale (Ministero Educazione,Ambiente, Agricoltura, Sport, Salutee Giustizia) con <strong>il</strong> compito di controllarelo sv<strong>il</strong>uppo delle Fermes pedagogiques,identificate in strutture dove si allevanoanimali domestici o si realizzano coltivazioniagricole e che accolgono regolarmentebambini e giovani, sia in contestiscolastici sia extrascolastici. Le Fermessi dividono in: Fermes d’animation, urbaneo periurbane, dove la produzione agricolaè ridotta al minimo ed è prevalentela funzione educativa, e in Exploitationsagricoles che, pur mantenendo la funzioneprimaria di produzione di beni agricoli,sono aperte al pubblico e rappresentanoun’importante opportunità per far riscoprire<strong>il</strong> legame con la terra e <strong>il</strong> mestieredell’agricoltore.Nel 2003, la Bergerie Nazionale, ovvero<strong>il</strong> centro di coordinamento nazionalefrancese ha censito 1400 Fermes pedagogiques:67% Exploitations agricoles, 27%Fermes d’animation, 6% Fermes mixtes.Da questo censimento è emerso che piùdel 50% del pubblico è rappresentato dabambini delle scuole materne e elementari,per un’accoglienza media per aziendadi oltre 4.000 persone/anno.Le realtà italiane, nate da un approcciospontaneistico, mancano a tutt’oggi diun coordinamento nazionale tanto da farregistrare una situazione molto diversificatada regione a regione (vedi cap. 1.3).Ad un censimento del 2009 fatto dallaSocietà Cooperativa Alimos di Cesenain Italia risultavano presenti 1752 strutturetra fattorie didattiche e fattorie aperte
12al pubblico, delle quali 330 in Em<strong>il</strong>ia Romagna,245 in Campania, 228 in Veneto,227 in Piemonte, 160 in Lombardia e28 nel Lazio.Fa da esempio l’esperienza dell’Em<strong>il</strong>iaRomagna dove, con la legge regionale29/2002, è stato promosso <strong>il</strong> progetto delle“Fattorie in rete”, finalizzato ad un correttoorientamento del cittadino ai consumi eall’educazione alimentare. In questo progettogli Assessorati provinciali all’Ambiente eall’Agricoltura hanno acquisito la funzionedi raccogliere le candidature, selezionare epromuovere le aziende, nonché di monitorarleperiodicamente. Il progetto è oggi regolamentatodalla Legge <strong>Regionale</strong> n. 4 del31 marzo 2009 “Disciplina dell’agriturismoe della multifunzionalità delle aziende agricole”,che definisce la Fattoria Didattica, lasua offerta formativa, i requisiti, i controlli ele sanzioni. L’Osservatorio Agroambientaledi Forlì-Cesena prima e la Società CooperativaAlimos oggi, hanno assunto <strong>il</strong> ruolodi organismo tecnico di supporto nella formazionedegli insegnanti e degli operatori,nella produzione <strong>dei</strong> materiali didattici,nella promozione e innovazione. Le fattoriedidattiche accreditate della Regione Em<strong>il</strong>ia-Romagnasono organizzate in nove retiprovinciali. Ciascuna azienda rappresentaun universo che testimonia la ricchezza e ladiversità dell’agricoltura, <strong>dei</strong> suoi prodotti,<strong>dei</strong> suoi paesaggi; ma anche, e soprattutto,fa conoscere <strong>il</strong> ruolo dell’agricoltore, isaperi della cultura rurale, la passione <strong>dei</strong>contadini per questo lavoro e l’amore perla terra (vedi cap. 4.1).Sempre in Italia, una realtà di pubblicaamministrazione sim<strong>il</strong>e alle Fermesd’animation francesi è quella della CascinaFalchera di Torino, aperta al pubbliconel 1996 grazie alla volontà del Comunedi creare un centro di esperienza sull’agricoltura,aperto alle scuole anche conl’opportunità della residenzialità.L’esperienza del Lazio, Regione ancorasprovvista di una vera e propria regolamentazionedell’attività didattica in azienda(vedi cap. 1.3), parte nelle Aree ProtetteRegionali dove è nata una prima rete diFattorie Educative, quella di RomaNatura(vedi cap. 4.2) e successivamente una Retedi Fattorie Educative nelle aree protetteregionali, denominata “Natura in Campo”(vedi cap. 4.3).Alle diverse esperienze regionali sisono via via sovrapposte le reti di coordinamentopromosse da associazioni privatequali le confederazioni agricole, come <strong>il</strong>progetto Campagna Amica della Coldiretti,o l’AIAB, con la sua rete di Fattorie educativein aziende biologiche.Un coordinamento a livello europeoè stato proposto con la nascita della EuropeanFederation of City Farms (www.cityfarms.org)attiva dal 1990 e che ognianno organizza un meeting di confronto ecoordinamento.In questo panorama ampio e diversificato,ogni fattoria rappresenta un qualcosadi unico per dimensioni, struttura, posizionee contesto sociale ed economico incui si inserisce. Diviene quindi essenziale,per chiunque voglia assumersi <strong>il</strong> compito diaprire una nuova struttura, la necessità dicomprendere in quale contesto, ambientale,amministrativo, economico, si voglia operare,definendo quali siano le opportunità offertee le richieste <strong>dei</strong> potenziali fruitori.Per esempio, aprire una fattoria alpubblico in un contesto metropolitano comeRoma, dove gli abitanti sono semprepiù isolati dalla natura, che sempre più ricercanonei momenti di tempo libero, offredegli indubbi vantaggi, grazie alla disponib<strong>il</strong>itàdi un ampio bacino di utenza e allarelativa fac<strong>il</strong>ità di essere trovati e raggiunti.Nel contesto urbano può inoltre essere ut<strong>il</strong>epresentarsi come tramite per conc<strong>il</strong>iarele difficoltà sociali, ambientali ed economichedella comunità circostante. Si puòfac<strong>il</strong>mente creare uno spazio di interazionesociale dove degustare i prodotti della fattoriafavorendo l’educazione alimentare e,nel contempo, offrire occasioni di lavoro etirocinio, proponendosi come un punto diaggregazione sociale, un’oasi verde e accoglientein un contesto metropolitano diffic<strong>il</strong>ee spesso ost<strong>il</strong>e. Questa proposta aumental’apprezzamento da parte della comunitàlocale che percepisce la fattoria/aziendacome un bene comune.
13I valori dalle fattorieLa scelta di aprirsi al pubblico è perl’azienda agricola un’opportunità per diversificarele proprie attività e incrementare<strong>il</strong> reddito. In un contesto di generaledifficoltà per l’agricoltura europea, diventaimportante cogliere nuove opportunitàdi sv<strong>il</strong>uppo, nell’ottica della multifunzionalitàdell’azienda, dove la produzione diqualità e <strong>il</strong> mantenimento del paesaggioagrario sono alla base del servizio da offrireal pubblico.Oltre a queste motivazioni, <strong>il</strong> valoredell’esperienza di partecipazione in fattoriaè legato alla molteplice dimensione insitanella proposta educativa: tecnica, culturale,sociale, economica, politica, dovequesta deve riuscire a collegare i visitatorial territorio. Una buona educazione al territorioinfatti deve partire dalla realtà locale,dal luogo in cui la scuola o <strong>il</strong> cittadinorisiedono.La fattoria educativa/didatticaè un luogo di pedagogia attiva,per far comprendere <strong>il</strong> legame fral’origine <strong>dei</strong> prodotti agricoli e lanostra nutrizione. Un luogo di incontro,di conoscenza reciproca, discambi di esperienze tra agricoltori,ragazzi, insegnanti, adulti.In Italia, l’apertura <strong>dei</strong> servizio alpubblico ha visto in prevalenza <strong>il</strong> coinvolgimentodell’orizzonte femmin<strong>il</strong>e dell’aziendache si è dimostrato più propensoa svolgere una funzione educativa e di accoglienzanei confronti delle scuole e delpubblico in generale. Quali sono i valori ele pratiche che possono essere insegnatein una fattoria? Oggi è indispensab<strong>il</strong>e,soprattutto in un area protetta, educarealla sostenib<strong>il</strong>ità, ossia rendere capaci lepersone di sv<strong>il</strong>uppare conoscenza, valori ecompetenze per partecipare alle decisioni,contribuendo ad un progetto collettivoche va dalla scala locale a quella globalee che, nel migliorare le nostre condizionidi vita, garantisce anche la conservazionedelle risorse in futuro.In questa visione la fattoria può essereassunta a modello di riferimento perinvogliare i visitatori al cambiamento, attraversoun’opportuna riflessione su tantie importanti aspetti tra cui: le persone, l’ambiente e l’economiasono indissolub<strong>il</strong>mente connessi atutti i livelli, dal locale al globale; namente<strong>il</strong> futuro di tutti con le propriescelte; soddisfare un nostro bisogno condizionale disponib<strong>il</strong>ità delle futuregenerazioni; culturale, sociale ed economica edella biodiversità, in quanto risorsada cui attingere per <strong>il</strong> nostro futuro; globale sono aspetti essenziali dellasostenib<strong>il</strong>ità; <strong>il</strong> nostro è un mondo in continuocambiamento dove è necessaria unagrande flessib<strong>il</strong>ità, per continuare adapprendere per tutta la vita.L’insieme di questi principi teoricipuò essere messo in pratica nella progettazionee nella successiva gestione dellafattoria, trasformando la sostenib<strong>il</strong>ità daconcetto a pratica. Il percorso di progettazionee realizzazione diventa quindi un’opportunitàper combinare gli aspetti sociali,economici e ambientali.Scegliere tecnologie appropriate oun appropriato investimento <strong>dei</strong> capitali,adottare l’agricoltura biologica per rispettarela biodiversità e la salute <strong>dei</strong> lavoratori,allevare nel rispetto del benessere animale,lavorare nel rispetto <strong>dei</strong> diritti umanie della democrazia, adottare pratichedi trasformazione e conservazione <strong>dei</strong> cibiche rispettino <strong>il</strong> benessere <strong>dei</strong> consumatori,collaborare anche a livello internazionaleper promuovere un commercio equoe sostenib<strong>il</strong>e, ridurre gli sprechi di energiae favorire le energie rinnovab<strong>il</strong>i, conservarela risorsa acqua riducendo al massimogli sprechi, recuperare dalle tradizio-
Troppo spesso si ha l’impressioneche le fattorie vengano considerate opportunitàeducative di serie B, adatte, sì,a suscitare emozioni, a fare un po’ di pratica,a “sporcarsi un po’ le mani”, a divertirsiin una gita fuori scuola, ma non certoa educare “seriamente” alla sostenib<strong>il</strong>ità.Chi la pensa in questo modo dimentica,però, che proprio con le emozioni, con lapratica, con <strong>il</strong> divertimento e soprattuttosporcandosi le mani, si impara di più esi va oltre l’apprendimento, arrivando, invece,a fare educazione, cioè a interagirecon la sfera <strong>dei</strong> comportamenti e degli atteggiamenti,a promuovere atteggiamentie comportamenti positivi (nel nostro casoriguardo all’ambiente, alla sostenib<strong>il</strong>ità).E c’è dell’altro: le fattorie educativesono degli eccezionali laboratori di sostenib<strong>il</strong>itàa portata di tutti.Vicino, comprensib<strong>il</strong>e,controllab<strong>il</strong>e...Qualcuno ha detto e scritto che sipuò conoscere solo ciò che si conoscegià. È un’enunciazione che può apparireprovocatoria se non addirittura assurda,ma che in realtà è del tutto in linea con lepiù moderne teorie cognitiviste basate sulcostruttivismo.Traslato sull’educazione questo concettosi può tradurre più o meno così: perinteragire positivamente sulla sfera <strong>dei</strong>comportamenti e degli atteggiamenti dellepersone (quindi per educare), occorrelavorare sul “vicino”, su ciò che la genteè in grado di capire, di controllare, su ciòcon cui la gente è in grado di stab<strong>il</strong>ire relazioniemotive, rapporti di appartenenzareciproca.Troppo diffic<strong>il</strong>e? Certamente no. Gliargomenti, i temi, i problemi, gli ambitiche non ci appartengono, che non comprendiamo,che non ci toccano, che non ciemozionano, che sentiamo distanti o chesono, oggettivamente, distanti da noi, probab<strong>il</strong>mentenon riusciranno a interessarci,non ci appassioneranno; quindi sarebbediffic<strong>il</strong>e veicolare <strong>il</strong> messaggio volutoe questo, eventualmente, resterebbe superficiale,non ci convincerebbe “dentro”,probab<strong>il</strong>mente lo dimenticheremmo prestoe comunque non farebbe cambiare inostri comportamenti e i nostri atteggiamential riguardo, cioè non sarebbe davveroeducativo.Laboratori disostenib<strong>il</strong>itàCosa c’entrano le fattorie educativecon questi concetti un po’ astrusi? Èpresto detto. Torniamo alla sostenib<strong>il</strong>ità.Comportarsi in modo sostenib<strong>il</strong>e significaadottare st<strong>il</strong>i di vita che non impediscano,in futuro, di continuare a fare le stesse co-15se. Se coltivo un appezzamento di terrenoimpoverendo <strong>il</strong> suolo anno dopo anno,non agisco in maniera sostenib<strong>il</strong>e perchéa un certo punto quel terreno non sarà piùcoltivab<strong>il</strong>e.Ebbene, in un’epoca come la nostra,in cui le tecnologie complesse, i rapportiglobali, i macroprocessi “governano” semprepiù la vita di tutti noi, la sostenib<strong>il</strong>itàè controllab<strong>il</strong>e solo dagli addetti ai lavori:se io voglio favorire <strong>il</strong> riciclaggio <strong>dei</strong> rifiut<strong>il</strong>i getto negli appositi cassonetti per la raccoltadifferenziata, ma non so cosa succederàdopo; accendo la luce a casa, ma disolito non so da dove arriva l’energia chesto adoperando; compro un prodotto alsupermercato e non so nulla della storiadella sua produzione, della strada che hafatto per arrivare fino al banco da cui l’hopreso. Come si fa in un contesto sim<strong>il</strong>e aeducare veramente alla sostenib<strong>il</strong>ità? Certonon è un’impresa fac<strong>il</strong>e.In una azienda agricola educativa, invece,è diverso. Le fattorie educative sonounità piccole (spesso in quanto partidi aziende grandi), non sono mai o quasimai monoculturali; assomigliano al piccolopezzo di terra che una volta circondava tuttele case di campagna, in cui si coltivavaun minuscolo orto, qualche albero da frutto,si allevavano gli animali da cort<strong>il</strong>e e viera la capra o la vacca o l’asino, tutto ciòcontribuendo in modo sostanziale al be-
16nessere della famiglia. Vi era infatti l’apportodi cibo, che teneva attive le personefino a tarda età facendole sentire ut<strong>il</strong>i,consentendo loro di occupare <strong>il</strong> tempo, distare all’aria aperta, di partecipare. È in uncontesto sim<strong>il</strong>e che la sostenib<strong>il</strong>ità si puòsperimentare, praticare ogni giorno.Quante volte abbiamo sentito direche in campagna non si getta mai nulla.È vero o per lo meno lo era. Si cucina, simangia e gli avanzi possono essere riut<strong>il</strong>izzatiper la nostra alimentazione (quantericette tradizionali, oggi valorizzate anchedai migliori chef, sono nate proprio per valorizzareavanzi di cucina!); possono esseredati ai cani, alle galline, al maiale.Conquelli non mangiab<strong>il</strong>i si fa del compost, daut<strong>il</strong>izzare, insieme al letame, per concimare.I barattoli e le bottiglie di vetro possonoessere riut<strong>il</strong>izzati per conservare marmellate,pomodori pelati, ortaggi sott’olio ela passata di pomodoro o i succhi di frutta.Con l’olio usato per friggere si può faredell’ottimo sapone. Ci si può scaldarebruciando legna nel camino o magari guscidi nocciole o sansa di olive in una caldaiaapposita.Inoltre gli alimenti passano direttamentedalla terra alla cucina e l’interopercorso è visib<strong>il</strong>e, comprensib<strong>il</strong>e, controllab<strong>il</strong>e,anche prima della raccolta. Non èper caso che gli utenti della fattoria educativadevono svolgere le cure colturalidel momento in cui svolgono la loro visita(preparazione del terreno, semina, potatura,ecc.).Sono, questi, alcuni fra i tanti possib<strong>il</strong>iesempi. Esempi di pratiche sostenib<strong>il</strong>ialla portata di chiunque, attuab<strong>il</strong>i dachiunque o quasi, completamente o ingran parte comprensib<strong>il</strong>i immediatamentecon i nostri sensi, perché si traduconoin cibi gustosi, in terra fert<strong>il</strong>e, in risparmioe dunque, in educazione.In fattoria la sostenib<strong>il</strong>ità si pratica,si vive e si apprende “per immersione”(vedi, a questo proposito, <strong>il</strong> paragrafo2.1). In fattoria la sostenib<strong>il</strong>ità è un bisogno,ma anche un piacere; se ne comprendel’ut<strong>il</strong>ità e se ne apprezzano gli effetti;si impara ad amarla. Cosa c’è di piùeducativo?Dalla cultura dellasostenib<strong>il</strong>ità allasostenib<strong>il</strong>ità dellaculturaSi affronta ora un aspetto particolare:la sostenib<strong>il</strong>ità <strong>dei</strong> cambiamenti culturali,del costume; quindi, in un certo senso, lasostenib<strong>il</strong>ità della storia.Viviamo in un epoca in cui i cambiamentiavvengono troppo in fretta; dimentichiamotradizioni, modi di fare e di dire,lasciamo scomparire antiche ab<strong>il</strong>ità, antichimestieri; perdiamo, a volte per sempre,pezzi di cultura. È un fenomeno grave, checuriosamente si affianca, accompagnandola,alla perdita di biodiversità.Chiediamoci, ancora una volta: cosac’entrano le fattorie educative?C’entrano perché la nostra cultura,le nostre tradizioni (dall’alimentazione allefeste, dai riti religiosi ai giochi, ecc.),sono legate alla terra e ad agricoltura epastorizia. Così le fattorie educative sono<strong>dei</strong> luoghi dove è possib<strong>il</strong>e ritrovare,praticare, conoscere e quindi perpetuareanche culture e tradizioni. In tutti i sensi:dalle f<strong>il</strong>astrocche, nenie o canzoni che siusavano anche per non sentire la faticadel lavoro, ai vecchi utens<strong>il</strong>i; dai piccoli egrandi riti che accompagnano l’attività escandiscono <strong>il</strong> passare del tempo, alle cultivardi frutta e verdura dimenticate e chenelle fattorie educative devono trovare lospazio e la valorizzazione adeguate.Ecco dunque l’assonanza tra fattorieeducative e aree protette. Per parchie riserve naturali, infatti è ormai unanimementericonosciuto che la tutela e la valorizzazionedella cultura, delle tradizioni, <strong>dei</strong>paesaggi agrari, <strong>dei</strong> saperi sono pratichequotidiane che accompagnano le azioni ditutela e conservazione della biodiversità edelle altre risorse naturali.
171.3 Uno sguardo alleRegioni italianeSono sempre di più le aziende agricoleo agrituristiche italiane che si stannoorientando verso l’accoglienza “formativa” ela didattica, aziende presentate come nuoveforme di eccellenza, per la multifunzionalità,per la capacità di attrazione sociale,di promozione e valorizzazione della praticaagricola, nonché per la capacità di ottenereun importante integrazione di reddito. Lachiave di partenza dovrebbe essere<strong>il</strong> riconoscimento formale (educativo,sociale, ambientale) da partedelle amministrazioni pubbliche,essendo questi i luoghi in cui <strong>il</strong> binomio trasmettere-imparare,dalla terra, dal ciclo dellestagioni, dagli animali, ecc., dovrebbe avvenireentro definiti criteri di qualità che garantiscanogestori e utenti.In Italia le competenze in questocampo sono delle singole Amministrazioniregionali le quali, sulla base di specificheleggi e di regolamenti attuativi, possonostab<strong>il</strong>ire i requisiti per poter diventare“fattorie didattiche o educative”, ad esempioattraverso la definizione di alcuni parametrispecifici elencati in una “Carta dellaqualità”. La Regione promotrice di questopercorso, che ha definito per prima i criteristandard per la selezione delle aziende,la verifica della validità didattica delleproposte e la creazione di una rete trafattorie accreditate, è l’Em<strong>il</strong>ia Romagna.Nel tempo altre Regioni hanno elaboratoproprie Carte e Reti, ispirandosi a questoprimo documento.La tabella 1, riportata di seguito, halo scopo di fornire un quadro di sintesi rispettoalla situazione nelle diverse Regioniitaliane, facendo riferimento per ciascunaalla normativa regionale, all’esistenzao meno di una carta di qualità, al gradodi formazione richiesto agli addetti dellafattoria ed al numero di aziende iscrittea un albo ufficiale o aderenti ad una retestrutturata.La situazione è variegata e vi sonoRegioni che ancora attendono una legislazioneche disciplini le fattorie didattiche ele riunisca in un albo, nonostante emerga,proprio dalla nostra indagine per la realizzazionedi questo manuale effettuata asettembre 2010, una forte richiesta in talsenso da parte delle aziende agricole cherivolgono una attenzione speciale al settore,chiedendo formazione e accompagnamentoper poter avviare e garantire unaservizio di qualità.Il Lazio, rappresenta un caso particolare.Di fatto, alla presenza di molte realtàdi eccellenza non è ancora seguita una indicazionenormativa ad hoc, né la presenzadi un albo o di un censimento ufficiale.La stessa legge regionale sull’agriturismo,nella definizione delle attività agrituristicheelenca la possib<strong>il</strong>ità per queste strutture diorganizzare “attività ricreative, culturali, didattiche”,senza specificare cosa si debbaintendere per ciascuna locuzione. L’intenzioneè di provvedere in modo sinergico trale varie istituzioni regionali a definire meglioquesto aspetto legislativo, anche con<strong>il</strong> desiderio di sostenere la nascita di unarete che metta in adeguata luce le tanterealtà in attesa di riconoscimento.Al di là di norme e regolamenti specificiemessi a livello regionale <strong>il</strong> contestoitaliano nel suo complesso è ancora piùvariegato ed ampio: la costituzione di retidi fattorie educative e didattiche è ancheprerogativa di diverse associazioni di categoria,di enti specificatamente dedicatiallo sv<strong>il</strong>uppo agricolo e rurale, anche divolontariato.Dall’ultimo censimento realizzato daAlimos nei mesi di luglio e agosto 2009,risulta che in Italia sono attive oltre 1.750Fattorie Didattiche. Sulla base della citataanalisi, e della successiva indagine, condottanel settembre 2010 per la realizzazionedi questo manuale, risultano essere divenuteoperanti quasi 2.000 realtà. La maggiorparte è concentrata soprattutto in Em<strong>il</strong>ia-Romagna,Campania, Veneto, Piemonte,Lombardia, Sardegna, Marche. Così, sucirca un m<strong>il</strong>ione di aziende agricole ritenuteattive in Italia, 2.000 sono state identificatecome didattiche perché iscritte ad un alboo ad un elenco o aderenti ad una rete o comunquein attesa di diventarlo.Nel complesso, <strong>il</strong> fenomeno a cui siè assistito negli ultimi dieci anni è che,in tutta la penisola, si sono moltiplicati iprogetti di sv<strong>il</strong>uppo della didattica agroambientalecon coinvolgimento crescentee consapevole da parte delle diverseistituzioni.
18Tabella 1. FATTORIE EDUCATIVE e DIDATTICHE IN ITALIA: la situazione nelle altre RegioniRegioneRiferimenti normativiCartadellaQualitàFormazionedegli addettiN. di aziendecertificate e/oiscritte ad unAlbo/Elenco oaderenti ad unarete strutturataABRUZZOAi sensi della L.R. 32/94 (Nuove norme in materia diagriturismo in Abruzzo) l’azienda agricola che, tramite lasottoscrizione di apposito Disciplinare/Carta della Qualità,intende aderire alla rete delle fattorie didattiche regionalideve avere una attività effettiva di produzione animale ovegetale ed essere iscritta all’Albo <strong>Regionale</strong> degli ImprenditoriAgrituristici della regione Abruzzo.SIPartecipazione obbligatoria a un corso ab<strong>il</strong>itante organizzatodall’Agenzia <strong>Regionale</strong> per i Servizi di Sv<strong>il</strong>uppoAgricolo della regione Abruzzo.Partecipazione a incontri, seminari, convegni e corsidi aggiornamento, compreso un corso di primo soccorso.50BASILICATAL. R. 17 del 25/02/2005 (Agriturismo e turismo ruralein Bas<strong>il</strong>icata) - Art. 3 (Definizione di attività agrituristiche),comma 3: Rientrano fra tali attività: (...) svolgere attivitàricreative, culturali e didattiche, nell’ambito della diffusionedi prodotti agricoli biologici o di qualità, ivi inclusal’organizzazione di fattorie didattiche.D. G. R. 1052 del 27/06/2008 (Istituzione dell’elencoregionale delle fattorie didattiche)D. G. R. 822 del 05/05/2009 (Modifica e integrazionedella DGR 1052/2008 “Istituzione dell’elenco regionaledelle fattorie didattiche”)SIFormazione didattico - metodologica: corsi ab<strong>il</strong>itantiorganizzati dalla Regione, di almeno 40 ore, e corsiperiodici di aggiornamento di almeno 5 ore.35CALABRIAL. R. 14 del 30/04/2009 (Nuova disciplina per l’eserciziodell’attività agrituristica, didattica e sociale nelleaziende agricole) – Art. 2, comma 3: Costituiscono attivitàconnesse all’azienda agricola e possono essere esercitatedalle aziende agrituristiche le attività didattiche, compresal’organizzazione di “fattorie didattiche” attraversopercorsi formativi all’interno dell’azienda o delle aziendeassociate, che rispondono ai requisiti previsti dalla Cartadella qualità delle fattorie didattiche. Articoli 21, 22, 23,24 e 25 (finalità e oggetto delle fattorie didattiche, attività,requisiti, autorizzazioni, simbologia).È citata nellalegge regionalema non sembraessere ancoraapprovata.........Circa 13.Non esiste però unafonte ufficiale cheriunisca l’offerta.CAMPANIAD. G. R. 797 del 10/06/2004 – Istituisce un Albo <strong>Regionale</strong>delle Fattorie Didattiche suddiviso in tre sezioni:Aziende Agricole e Agrituristiche, Imprese di Trasformazionee/o Confezionamento dell’Agroalimentare, Musei dellaCiv<strong>il</strong>tà Contadina.SISpecifico corso di formazione promosso dalla RegioneCampania, di almeno 32 ore, con esame di valutazionefinale. Aggiornamento mediante specifici corsiannuali.258EMILIAROMAGNALa L. R. 4 del 31/03/2009 (Disciplina dell’agriturismoe della multifunzionalità delle aziende agricole) definiscela fattoria didattica, la sua offerta formativa, i requisiti, icontrolli e le sanzioni.Richiesta iscrizione all’albo su base provinciale.Rete per la provincia di Forlì Cesena.D. G. R. 314/2010 Norme attuative del Titolo II (Fattoriedidattiche) della L. R. n. 4/2009SIPartecipazione ad un corso specifico di base e a successiviaggiornamenti.Finalità della formazione di base:- Comunicare i valori dell’agricoltura e della culturarurale;- Integrazione dell’impresa agricola con <strong>il</strong> territorioDurata: 90 ore, con verifica di apprendimento330
19Tabella 1. FATTORIE EDUCATIVE e DIDATTICHE IN ITALIA: la situazione nelle altre RegioniRegioneRiferimenti normativiCartadellaQualitàFormazionedegli addettiN. di aziendecertificate e/oiscritte ad unAlbo/Elenco oaderenti ad unarete strutturataFRIULI VENEZIA GIULIAL. R. 18 del 04/06/2004 (Riordinamento normativo per<strong>il</strong> settore delle attività economiche e produttive - erogazionecontributi alle scuole per <strong>il</strong> trasporto per le visitein fattoria) Art.23 Fatt. didattiche. Decreto attuativo delPresidente della Regione 12/10/2004 (Criteri e modalitàper la concessione di contributi e requisiti di qualitàalle fattorie didattiche).L. R. 25 del 17/10/2007 (Modifiche alle leggi regionali(...) 18/2004 in materia di fattorie didattiche..) RegolamentoPresidente della Regione n. 7 del 22 gennaio2010 per l’attuazione dell’art. 23 della L. R. 18/2004 -Regolamento disciplinante i requisiti, i criteri e le modalitàper l’ottenimento della qualifica di Fattoria didattica e/osociale.Requisiti diqualità all’internodel Regolamentodel Presidentedella Regione n.7 del 22 gennaio2010.Corsi di formazione organizzati dall’ERSA (Agenzia <strong>Regionale</strong>per lo Sv<strong>il</strong>uppo Rurale), che devono contemplarenel programma didattico la trattazione della prof<strong>il</strong>assidelle malattie infettive degli animali domestici,la valutazione del rischio e le procedure di riduzionedel medesimo da ut<strong>il</strong>izzare nelle fattorie didattiche.L’ERSA tiene inoltre una lista nominativa aggiornatadelle persone formate tra docenti e dipendenti delleaziende agricole.70LIGURIAL. R. 37 del 21/11/2007 (Disciplina dell’attività agrituristica,del pesca turismo e dell’ittiturismo) - Art. 2 comma5: Per fattoria didattica si intende un’azienda agricola chesvolge attività didattiche e divulgative nel settore dell’educazionealimentare - ambientale e della conoscenza delmondo agricolo e rurale, iscritta nell’apposito elenco regionaledi cui al regolamento previsto dall’Articolo 12.Art. 12 comma 1: Il regolamento di attuazione per le attivitàagrituristiche è approvato dalla Giunta regionale entro centottantagiorni dalla data di pubblicazione della presentelegge e contiene: (...) le modalità, la documentazione e leverifiche necessarie per l’iscrizione all’elenco regionale dellefattorie didattiche di cui all’Articolo 2 comma 5.SI - “Carta degliimpegni e dellaqualità dellefattorie didattichedella Liguria”“I titolari delle aziende che svolgono attività di FattoriaDidattica devono essere in possesso dell’attestato diattiva partecipazione ad un corso formativo per operatoredi Fattoria Didattica.” (dalla Carta degli impegni edella qualità delle fattorie didattiche della Liguria)60LOMBARDIAD.G.R 7/10598 del 11/10/2002 (Approvazione delloschema della carta della qualità e del marchio che identificala rete regionale delle fattorie didattiche)D.D.G. 4926 del 24/03/2003 (Procedura di accreditamentodelle Fattorie Didattiche della Lombardia e istituzionedi un elenco delle fattorie didattiche accreditate)SI – (D.G.R. 11ottobre 2002 n.7/10598)“Gli operatori delle Fattorie Didattiche devono poterdimostrare di aver partecipato ad un corso ab<strong>il</strong>itantedi 120 ore. Inoltre si impegnano a seguire successivicorsi periodici di aggiornamento per almeno 30 oreall’anno. Sono esonerati dalla partecipazione ai corsiab<strong>il</strong>itanti coloro che (...) dimostrano di aver esercitatoattività di animazione didattica da almeno 2 anni alladata di entrata in vigore della (...) Carta della qualità,soddisfano i requisiti richiesti dalla (...) Carta dellaqualità e si impegnano comunque a seguire periodicicorsi d’aggiornamento per almeno 30 ore all’anno.”(dalla Carta <strong>dei</strong> requisiti di qualità delle Fattorie Didattichedella Lombardia)167MARCHEL. R. 3 del 03/04/2003 (Norme per l’attività agrituristicae per <strong>il</strong> turismo rurale) - Art. 2 comma 2: In particolare,sono attività agrituristiche: (...) attività ricreative legatealle tradizioni rurali e territoriali, sportive, divulgative eculturali legate alle attività agricole, ivi inclusa l’organizzazionedi fattorie didattiche secondo quanto previsto dallanormativa vigente.D.G.R. 2275 del 02/10/2001 (Definizione <strong>dei</strong> criteri per<strong>il</strong> riconoscimento di “Fattoria Didattica” e approvazionedella scheda di presentazione)I requisiti diqualità sono presentinella D.G.R.2275/2001Si (160 partecipanti nel 2006), ma non come prerequisitocitato nei riferimenti normativi.118MOLISEL. R. 9 del 22/03/2010 (Disciplina delle attività agrituristiche)– Art. 2 comma 3: Sono considerate attivitàagrituristiche: (...) le fattorie didattiche.D.G.R. 525 del 21/05/2008 (Impresa o fattoria didatticao fattoria didattica sociale – istituzione elenco regionale)Il testo non è disponib<strong>il</strong>e su internet ma è possib<strong>il</strong>e richiederlo conprocedura di “accesso agli atti” scaricando l’apposito formulariocome f<strong>il</strong>e.pdfSI, ma solo perla provincia diIsernia che hacostituito unarete nell’ambitodel ProgrammaLeader + RegioneMolise – PSL– Piano di Sv<strong>il</strong>uppoLocalePer la sola provincia di Isernia, <strong>il</strong> titolare dell’aziendache intende sottoscrivere la carta della Qualitàsi impegna a partecipare ad un corso di formazioneprofessionale, o direttamente o attraverso un propriocollaboratore/lavoratore.13(solo per la provinciadi Isernia)
20Tabella 1. FATTORIE EDUCATIVE e DIDATTICHE IN ITALIA: la situazione nelle altre RegioniRegioneRiferimenti normativiCartadellaQualitàFormazionedegli addettiN. di aziendecertificate e/oiscritte ad unAlbo/Elenco oaderenti ad unarete strutturataPIEMONTED.G.R. 1-11456 del 25/05/2009 (Fattorie Didattiche.Modalità di iscrizione all’elenco regionale delle fattorie didattichedella Regione Piemonte, controlli sul mantenimento<strong>dei</strong> requisiti e modalità di formazione per gli operatori)D.G.R. 63-7291 del 27/07/2007 (Fattorie didattiche.Approvazione della Carta degli Impegni e della Qualità eapprovazione delle modalità di iscrizione per un elenco regionaledelle fattorie didattiche della Regione Piemonte)SIL’iscrizione dell’azienda all’Elenco delle fattorie didattichedella Regione Piemonte è subordinata allafrequenza di un corso formativo la cui durata complessiva<strong>dei</strong> moduli e i contenuti saranno stab<strong>il</strong>iti dalregolamento attuativo (nel 2009 è stato svolto uncorso di 60 ore). Tutte le aziende dovranno comunquefrequentare un corso di aggiornamento di almeno 15ore con cadenza biennale.227PUGLIAL. R. 2 del 26/02/2008 (Riconoscimento delle masseriedidattiche) - Art. 1: La Regione Puglia istituisce <strong>il</strong> circuito“Masserie didattiche della Regione Puglia” destinato alleaziende agroalimentari e agrituristiche che svolgono attivitàproduttiva tradizionale e che si impegnano nell’attivitàdell’accoglienza didattico - formativa.SI(Art. 4 della L.R.2/2008)L.R. 2/2008 – Art. 3: L’operatore deve conseguire unaformazione didattico - metodologica partecipando acorsi ab<strong>il</strong>itanti, organizzati o riconosciuti dall’Assessoratoregionale alle risorse agro-alimentari, di almeno90 ore.53SARDEGNAD.G.R 33/10 del 05/09/2007 (“Carta della Qualità”e istituzione dell’albo regionale delle fattorie didattiche.Programma interregionale “Comunicazione ed EducazioneAlimentare”)SILa Carta della Qualità prevede che: (...) <strong>il</strong> conduttore oun suo fam<strong>il</strong>iare coadiuvante, un socio se trattasi di cooperativa,o anche, in alternativa, un dipendente devono:- aver partecipato con esito positivo al corso ab<strong>il</strong>itanteper operatore di fattoria didattica di 90 ore (...);- frequentare con cadenza biennale corsi di aggiornamentoper operatore di fattoria didattica della duratadi 30 ore (...).128SICILIADecreto Assessorato dell’Agricoltura e delle Foreste01/04/ 2009 (Aggiornamento delle disposizioni per l’accreditamentodelle aziende o fattorie didattiche).Decreto Assessorato dell’Agricoltura e delle Foreste09/02/2005 (Disposizioni per l’accreditamento e verifichedelle aziende o fattorie didattiche)Decreto Assessorato delle Risorse Agricole e Alimentari18/05/2010 (Elenchi regionali degli operatori agrituristiciautorizzati e delle aziende e fattorie didattiche accreditateal 31 dicembre 2009).SI - DecretoAssessoratodell’Agricolturae delle Foreste01/04/ 2009– Art. 2: (...)Ai titolari delleaziende accreditateè consentitol’ut<strong>il</strong>izzo deltermine “Aziendao fattoria didatticaaccreditata dallaRegione sic<strong>il</strong>iana”.Le modalità dell’accreditamentosono quelle contenutenell’allegato“Disposizioni perl’accreditamentodelle aziendeo fattoriedidattiche”, checostituisce parteintegrante delpresente decreto.Decreto Assessorato dell’Agricoltura e delle Foreste01/04/ 2009 – Disposizioni per l’accreditamento:(...) Per <strong>il</strong> r<strong>il</strong>ascio dell’accreditamento, l’imprenditoreinteressato o un suo delegato, (...) è tenuto a frequentareuno specifico corso di ab<strong>il</strong>itazione, realizzato acura di questo Assessorato.I corsi (...) avranno una durata minima di 40 ore (...).Successivamente ai corsi suddetti, potranno essereeffettuate iniziative finalizzate al periodico aggiornamento<strong>dei</strong> soggetti operanti nelle aziende e fattoriedidattiche già accreditate.27TOSCANAL. R. 30 del 23/06/2003 e s.m.i. (Disciplina delle attivitàagrituristiche in Toscana) – Art. 2 comma 2: Sonoattività agrituristiche, nel rispetto delle modalità e de<strong>il</strong>imiti definiti dalla presente legge: (...) organizzare attivitàdidattiche, divulgative, culturali, sociali, tradizionali(...) e di servizio per le comunità locali, riferite al mondorurale (...). Per fattorie didattiche si intendono le attivitàdidattiche rivolte agli studenti delle scuole di ogni ordine egrado. Tali attività possono essere svolte anche al di fuoridell’ambito agrituristico.Regolamento regionale 35/2010Legge eregolamentorimandano ad unsuccessivo attola disciplina <strong>dei</strong>requisiti minimiper lo svolgimentodelle attività dellefattorie didattichee l’istituzione eaggiornamento diun apposito Albo<strong>Regionale</strong>.Le Province di Siena e, recentemente, di Arezzo sisono attivate in modo autonomo, sostenendo le fattorienella promozione. La Provincia di Siena nel 2003ha realizzato due corsi di formazione/informazione,nell’ambito del progetto “Fattorie e Poderi Didattici”;un primo per operatori agricoli (66 ore totali + lavoroa domic<strong>il</strong>io), un secondo per insegnanti (38 ore inclasse + 15 di workshop a gruppi)Non esiste una fonteufficiale che riuniscel’offerta.L’ultimo censimentoIrpet ha censito 66aziende agricole chesi sono propostecome fattorie didattiche.
21Tabella 1. FATTORIE EDUCATIVE e DIDATTICHE IN ITALIA: la situazione nelle altre RegioniRegioneRiferimenti normativiCartadellaQualitàFormazionedegli addettiN. di aziendecertificate e/oiscritte ad unAlbo/Elenco oaderenti ad unarete strutturataTRENTINO ALTO ADIGEPROVINCIA di TRENTO – Legge provinciale 10 del19/12/2001 (Disciplina dell’agriturismo, delle stradedel vino e delle strade <strong>dei</strong> sapori)PROVINCIA di BOLZANO – Legge provinciale 7 del10/09/2008 (Disciplina dell’agriturismo)--Per la sola provincia di Bolzano, i proprietari <strong>dei</strong> masiche aderiscono alle Fattorie Didattiche dell’Alto Adigedevono frequentare un corso di 88 lezioni e si impegnanoall’aggiornamento annuale.47per la provincia diTrento (rete dell’AssociazioneAgriturismoTrentino).12per la provincia diBolzanoUMBRIAL. R. 13 del 22/02/2005 (Norme per la disciplina dellefattorie didattiche)D.G.R. 562 del 20/04/2009 (Istituzione dell’Elenco regionaledelle fattorie didattiche. Approvazione <strong>dei</strong> criteri edelle modalità per l’iscrizione e la cancellazione dall’elencoe approvazione della relativa modulistica)Regolamento <strong>Regionale</strong> 7/2008 (Norme di attuazionedella L.R. n. 13/05 in materia di fattorie didattiche)I requisiti di qualitàsono presentiall’interno dell’insiemedelle normeregionaliL. R. 13/2005 – Art. 4: La Regione (...) istituisce corsodi formazione di operatore di fattoria didattica edi aggiornamento per imprenditori agricoli e operatoriagrituristici che intendono attivare nelle loro aziendeuna fattoria didattica. La frequenza ai corsi è obbligatoriae al termine del corso viene r<strong>il</strong>asciato ai partecipantiun attestato di idoneità di operatore di fattoriadidattica.Il R. R. 7/2008 individua degli standard minimi dicompetenza su base europea (EQF), suddivisi a lorovolta in “unità di competenza”, un prof<strong>il</strong>o professionale(attività e relativi contenuti), le linee di procedimentoper la certificazione degli apprendimentieventualmente già maturati dai richiedenti l’idoneitàed uno standard minimo di percorso formativo delladurata di 90 ore.Circa 9.Non esiste però unafonte ufficiale cheriunisca l’offerta.VALLE D’AOSTAL. R. 29 del 04/12/2006 (Nuova disciplina dell’agriturismo)– Art. 2 comma 1: Ai fini della presente legge,per attività agrituristica si intende l’espletamento, anchecontestuale, <strong>dei</strong> seguenti servizi (...).. fattorie didattiche,aventi ad oggetto lo svolgimento di attività didattica epedagogica in azienda con l’intento di fornire all’ospiteun supporto divulgativo, formativo ed operativo (...) e direndere visib<strong>il</strong>e <strong>il</strong> processo produttivo, realizzato in armoniacon l’ambiente. Le fattorie didattiche sono aperte abambini e ragazzi di tutte le età e sono dedicate particolarmentealle scuole, potendo altresì costituire stimolo edoccasione di conoscenza per gli adulti;D.G.R. 3546 del 05/12/2008 (Disposizioni applicative)I requisiti di qualitàsono presentinelle disposizioniapplicativedella D.G.R.3546/2008D.G.R. 3546/2008: (...) L’azienda deve disporre dipersonale adeguatamente formato per gestire l’accoglienza,l’assistenza e l’accompagnamento degliutenti. Le competenze necessarie per l’esercizio dellefattorie didattiche sono stab<strong>il</strong>ite dalla deliberazionedella Giunta regionale n. 3182 del 16 novembre2007.7VENETOD.G.R. 70 del 24/01/2003 (Progetto regionale fattoriedidattiche. Approvazione della “Carta della qualità” e istituzionedell’elenco regionale delle fattorie didattiche.)SI - approvatacon la D.G.R. 70del 24/01/2003che istituiscel’Elenco regionaledelle FattorieDidattiche chepresentano irequisiti e hannosottoscritto gliimpegni previstidalla Cartastessa. Il rinnovoè annuale.Fra i requisiti necessari per l’iscrizione all’Elenco regionaledelle Fattorie didattiche, la Carta della Qualitàprevede la frequenza a Corsi di formazione base riconosciutidalla Regione, la cui durata (minimo 40 ore)e i cui obiettivi e contenuti sono stati approvati con laDGR n. 70/2003.Per l’aggiornamento, gli iscritti all’Elenco regionaledelle fattorie didattiche che hanno già frequentato <strong>il</strong>corso base si impegnano a frequentare annualmenteuna giornata di aggiornamento (8 ore) organizzatadalla Regione.229
22In questo secondo capitolo<strong>il</strong> pedagogista FrancescoTonucci, ricercatore pressoEducare diversamente,per una proposta diqualità2.1 Gesti quotidiani,messaggi educativiI genitori e gli insegnanti mi diconospesso: “I bambini di oggi non raccontanopiù niente!”. È vero, ma non perché rifiutanola comunicazione o non rispettanogenitori e insegnanti o sono meno intelligenti,ma semplicemente perché nonhanno nulla da dire. Tornare a casa trafelatoe cominciare ad urlare fin dalla porta:“Mamma, mamma, non sai cosa ho scoperto!”è certamente una esperienza eccitantee gratificante tanto per <strong>il</strong> bambinoquanto per la madre. Ma per essere possib<strong>il</strong>eha bisogno di alcune condizioni fondamentali:che <strong>il</strong> bambino possa vivere uncerto tempo lontano dalla madre; che inquel tempo, in genere con la complicità diamici e amiche, possa avvenire qualcosadi straordinario, ad esempio scoprire qualcosadi nuovo, provare nuove emozioni,riuscire in una prova fino a quel momentoimpossib<strong>il</strong>e, trovare qualcosa di strano,dare una risposta ad un mistero.Il fatto è che oggi i bambini vivonosempre alla presenza e sotto la vig<strong>il</strong>anzadi adulti e quindi pensano che tutto quelloche gli succede sia noto e che non valgala pena raccontarlo.Lo stesso succede per la scuola.Un buona scuola, come dicono non soloi pedagogisti progressisti, ma gli stes-si programmi ministeriali, dovrebbe sempreiniziare dalle conoscenze degli allievie quindi <strong>il</strong> primo atto educativo di unagiornata scolastica dovrebbe essere quellodell’ascolto <strong>dei</strong> bambini piuttosto che unaproposta dell’insegnante.Ma se un bravo insegnante chiedesseai suoi alunni di raccontare o di scriverequalcosa di importante che hanno vissutonel pomeriggio precedente, cosa potrebberoscrivere? Delle trasmissioni televisiveviste? Dei giochi con la play station?Dei corsi di sport, di lingua o di musicadel pomeriggio? Queste cose sono più omeno quelle che fanno tutti e che quindisanno tutti. I suoi alunni non saprebberocosa scrivere.Per crescere bene i bambinihanno bisogno di vivere alcuneesperienze fondamentali comequella di esplorare, di scoprire, disperimentare, di rischiare, di superareostacoli, di manipolare, di costruire,di aggiustare, per potersimeravigliare e sorprendere.Queste esperienze non sono possib<strong>il</strong>ise sono presenti adulti perché questiultimi non potranno evitare di anticiparele risposte né consentire che si incontrinoostacoli o pericoli.Di queste esperienze i bambini hannobisogno tutti i giorni e per questo si stal’Istituto di scienze etecnologie della Cognizionedel CNR, e Antonella Lo Re,responsab<strong>il</strong>e del SettoreEducazione dell’EnteRomaNatura, descrivono i duep<strong>il</strong>astri della qualità educativadella fattoria.Il contributo di Tonucciracconta come l’esperienzavissuta in una fattoria vera,dove ci si sporca, si fatica,si curano le piante e glianimali e si vive a contattocon gli altri, sia capace digenerare fortissime emozionie meraviglia in tantissimibambini e ragazzi.Secondo l’autore questacondizione di stupore è lavia principale che permetteagli ospiti di assorbire e farsi“segnare” dai tanti stimoli chesolo una fattoria è capace didare.Nella seconda parte delcapitolo, Antonella Lo Re<strong>il</strong>lustra come per creare lecondizioni alla base dellostupore sia obbligatorioprogettare con scrupolola fattoria, individuandoalcuni criteri con cui renderele nostre attività efficacistrumenti educativi.lavorando per fare in modo che le cittàsappiano di nuovo accogliere i bambini(e gli anziani, i portatori di handicap, i poveri),perché i bambini possano uscire dasoli di casa per giocare con i propri amicie possano andare a scuola senza essereaccompagnati.
23Mentre si lavora per questo obiettivoè giusto che la città cerchi di restituire aisuoi bambini alcune delle principali competenzedelle quali li ha privati.Un bambino che vive in città probab<strong>il</strong>mentesa tutto sul leone e sul coccodr<strong>il</strong>lo,perché li ha conosciuti negli spettacolaridocumentari televisivi, ma non sa nulladella rana, non ha mai provato l’emozionedi prenderla in mano e di sentire le zampetteche puntano sul palmo per saltarelontano. Possiede decine di giocattoli,ma non ne sa costruire alcuno o non saaggiustarli, ricomporli, reinventarli. Non sacome funziona la televisione o la play stationo l’orologio elettronico che ha al polso.Non sa da dove vengono i piselli dellascatola, la fettina del macellaio, l’uovodel supermercato. Conosce le mosse dellearti marziali o le tecniche dello stop odel dribbling, ma non sa arrampicarsi suun albero o divertirsi con un pallone (anchesgonfio). È circondato di scuole, didocumentari, di informazioni, di pubblicità;sembra che sappia tante cose rispettoa quello che sapeva un suo compagno ditrenta, quaranta anni fa, ma forse non ècosì. Sa tutto, ma non sa fare quasi nulla.Le mani, le orecchie e <strong>il</strong> naso non gli servonoperché tutto si compra e principalmentesi vede.Per questo le città stanno proponendoai bambini, alle famiglie e specialmentealle scuole nuove risorse perché, almenoin parte, queste lacune si possano colmare.Con questo spirito nascono i Museiper i bambini, luoghi di manipolazione escoperta più che luoghi di esposizione einsegnamento; i Laboratori; le Bibliotecheper ragazzi; le Scuole di natura; le Fattorieeducative.La Fattoria educativa:una esperienza specialeLa Fattoria educativa è un luogo dovevivere per alcuni giorni una esperienzaspeciale che potrà valere per tanto tempoe forse per sempre. “Mi eccita come unregalo enorme dormire in una fattoria coni rumori della campagna” dice un bambinodopo aver vissuto per una settimanain una Fattoria educativa. In un tempo diemozioni deboli, di esperienze e di regaliripetitivi e prevedib<strong>il</strong>i dovremmo assicurareai nostri figli e ai nostri alunni regali edesperienza “enormi”.Una esperienza speciale.Per permettere una esperienza specialela Fattoria scuola dovrà faredi tutto per non assomigliare innulla alla scuola: deve essere vera,una vera fattoria, che funziona,che produce. Dove l’orto è unorto e la stalla una stalla e nonlaboratori o simulazioni. Per i nostribambini è speciale (tanto che meriterebbesubito correre dalla mamma a raccontarlo)toccare <strong>il</strong> maiale, sradicare una carota,raccogliere le uova nel nido, mungerela capra, vedere <strong>il</strong> latte rapprendersi e diventareformaggio, scoprire da dove vengonoi fagioli della scatola o la fettina delmacellaio. Non sarebbe per nulla specialeascoltare lunghe spiegazioni o leggere<strong>dei</strong> cartelli di spiegazioni. Per i bambini èspeciale alzarsi presto, non usare <strong>il</strong> telefonocellulare, non vedere la televisione, vederele stelle, andare a letto stanchi per <strong>il</strong>lavoro fatto. Per i bambini è speciale sperimentareche si può giocare anche senzaplay station e senza giocattoli, ut<strong>il</strong>izzando<strong>il</strong> corpo, gli amici, la natura.Per alcuni giorni.Per i bambini spesso è la prima voltache lasciano la famiglia e vivono con altribambini giorno e notte. Anche questoaspetto, a volte poco riflettuto e curato, diventauna esperienza speciale. Passare lanotte con i compagni, rifarsi <strong>il</strong> letto, collaborareal pranzo ecc. spesso rimangono iricordi più forti nella memoria <strong>dei</strong> bambini.
24Ma è importante che l’esperienza sia peralcuni giorni, possib<strong>il</strong>mente per una settimana.Solo così si può sperare che siavera e non solamente simbolica.Sono frequenti le visite di un giorno.Certamente sono più fac<strong>il</strong>i sia per la scuolache per la organizzazione in Fattoria, manon possono che essere un percorso <strong>il</strong>lustrativocon un adulto che spiega e i bambiniche guardano, forse toccano ma infretta. Certamente non riesce ad essereuna esperienza di vita, di azioni ed emozioniforti e nuove. Quello che i bambiniporteranno a scuola e a casa sarà benpoca cosa, buona per un componimentoo un breve racconto. Poco per quello chepuò dare la Fattoria educativa.Che vale per tanto tempo.Le forti emozioni vissute dai bambiniin un soggiorno in Fattoria diffic<strong>il</strong>mentevengono dimenticate. Importante sarebbeche non le dimenticasse la scuola e cheinvece ci lavorasse per tanto tempo, finchénon diventerà necessario tornare allaFattoria per conoscerla in un’altra stagione,da un altro punto di vista, più dentro,più a fondo.Non scolasticaLa scuola è molto importante, ma occupagià molta parte della vita di un bam-bino e di un ragazzo. Fuori della scuoladebbono cambiare le regole, i parametri,le modalità. Spesso la scuola spinge perscolarizzare le esperienze extrascolastichee sbaglia, le impoverisce fino a renderleinut<strong>il</strong>i. Bisogna rifiutare, difendere la specificitàdella Fattoria. Nella Fattoria educativanon ci debbono essere le ore e lediscipline, i tempi debbono seguire le necessitàdelle operazioni. Una proposta chemi sembra particolarmente importante èquella di non far fare a tutti tutte le attività.Spesso, se le attività principali (quelleche si fanno di solito la mattina) sonoper esempio tre (l’orto, la vigna e la stalla)si organizzano tre gruppi e ogni giornosi fanno ruotare nelle tre attività. Questaè una organizzazione di tipo scolastico. Infatticambiando ogni giorno attività sarannonecessarie molte spiegazioni e i bambinifiniranno per ascoltare molto e per faremolto poco. Sarebbe ut<strong>il</strong>e che invece ognigruppo, per i giorni che rimane in Fattoria,si dedicasse ad una sola attività. Dopo leistruzioni del primo giorno potrà dedicarsiall’orto o alla stalla con sufficiente autonomia,proseguendo nelle operazioni e sperimentare<strong>il</strong> piacere della “competenza” ela fatica della ripetizione e del lavoro. Seogni gruppo avrà fatto una sola attività,tornati a scuola avrà senso raccontarla aicompagni che non l’hanno vissuta.Sarà anche importante non impegnare<strong>il</strong> tempo, che sarà sempre poco, in attivitàsolo apparentemente importanti oin attività non pertinenti. Spesso sembraimportante avere un laboratorio dove faredelle analisi chimiche o osservare allostereomicroscopio piccoli animali. Pur nonpotendo considerare queste attività improprieo inut<strong>il</strong>i continuo a pensare che sarebbeopportuno dedicare tutto <strong>il</strong> tempo alleesperienze, alle cose vere, quelle che sifanno con le mani. Mi sembra invece chesi debbano certamente evitare le solite attivitàdi tutti i campi scuola come la fotografia,<strong>il</strong> teatro, le maschere e via dicendo.Non sono pertinenti, si possono fare anchein altri luoghi, fanno perdere tempo. Tuttequeste attività di rielaborazione, di analisie di approfondimento potrà ut<strong>il</strong>mente ut<strong>il</strong>izzarlela scuola e fare in modo così chel’esperienza in Fattoria non si chiuda con<strong>il</strong> rientro, ma diventi stimolo e occasioneper nuove attività.
25Le attivitàLe attività della Fattoria educativa saranno,come si diceva, attività tipiche dellavita contadina. Si svolgono attività nell’orto,nel campo, nella stalla, nella vigna,nell’uliveto. Attività che saranno diversenelle diverse strutture a seconda delle lorocaratteristiche e che i bambini seguononei diversi giorni, che impareranno a conoscere,nelle quali si muoveranno con sufficienteautonomia e nelle quali sperimenteranno<strong>il</strong> senso del lavoro che osc<strong>il</strong>leràsempre fra la soddisfazione e la fatica. Naturalmentele attività saranno diverse nellediverse stagioni e per questo varrebbe lapena che una classe vivesse l’esperienzadella Fattoria più volte durante <strong>il</strong> ciclo e indiversi periodo dell’anno.Si svolgeranno inoltre le attività delcort<strong>il</strong>e, delle raccolte, delle conserve, dellaproduzione, della costruzione. Si nutrirannogli animali rendendosi conto comequasi tutti i rifiuti del pranzo sono ut<strong>il</strong>i perqualche ospite della Fattoria; si raccoglierannole uova; si mungeranno le mucchee le capre, si produrrà <strong>il</strong> latte; si raccoglieràla frutta e si produrranno le marmellate;si raccoglieranno le erbe officinali e siprodurranno le essenze; si farà <strong>il</strong> pane; sipotranno anche imparare le tecniche perintrecciare i cesti. Naturalmente si farannoalcune di queste attività, quelle chela stagione suggerisce e permette. Averequeste possib<strong>il</strong>ità permetterà di affrontaresenza preoccupazione anche <strong>il</strong> cattivotempo, senza mai avere la sensazione diaver perso tempo o occasioni.La scoperta del ciboOggi i problemi alimentari stannocreando grande allarme intorno all’infanziae all’adolescenza. Da un lato i gravi problemidell’anoressia e della bulimia, dall’altro<strong>il</strong> drammatico espandersi dell’obesità infant<strong>il</strong>eche tocca ormai percentuali preoccupantie prefigura un futuro preoccupanteper i nostri bambini. Gran parte di questiproblemi ha origini educative che si possonoriassumere grossolanamente come uncattivo rapporto con <strong>il</strong> cibo. Il cibo è spessooggetto di costrizione da parte <strong>dei</strong> genitorie diventa di conseguenza uno strumentodi ricatto per i figli. Spesso l’esperienza dicibo a scuola, con i precotti o i preconfezionatinon migliora questa relazione. LaFattoria educativa restituisce ai bambini unrapporto semplice, diretto e senza secondifini con i prodotti naturali che dal pollaio,dalla stalla, dal campo e dall’orto entranoin cucina e nei piatti. Il bambino che dopoaver lavorato nell’orto raccoglierà l’insalataquasi certamente la mangerà e gli piacerà.Lo stesso avverrà con le uova, con <strong>il</strong>latte e con le diverse verdure. I bambini inFattoria imparano a mangiare la verdure.L’importante è che non ci siano spie, delatori.Tutto deve avvenire semplicementee poi starà al bambino scegliere se anchequesta potrà diventare una grande notiziada portare a casa e a scuola.Maestri a piedi scalziI migliori animatori della Fattoriaeducativa sono i contadini.Avere fra gli animatori anche degli anzianicontadini sarà un valore aggiunto. Comesi diceva sopra, gli adulti della Fattorianon dovranno spiegare e insegnare,ma mostrare e dare fiducia. Dovrebberoeducare perché sanno fare, perché hannoesperienza e non perché sanno e sannospiegare.In Fattoria educativa si deve imparareper immersione e non per trasmissione.L’animatore zappa e i bambiniguardano, prendono le loro zappee zappano. I bambini non hannopaura di accarezzare la muccaperché l’animatore la accarezza,non hanno paura di arrampicarsisull’albero. L’animatore munge, i bambiniguardano, si siedono e comincianoa tirare con emozione le mammelle indirizzandolo schizzo nel secchio. Il bravoanimatore è quello che riesce a parlare <strong>il</strong>meno possib<strong>il</strong>e. Il bravo animatore ha <strong>il</strong>
26Cosa pensano e diconoi bambiniPer concludere queste brevi riflessionivalga come riassunto e conferma <strong>il</strong> pensiero<strong>dei</strong> bambini. Nelle parole <strong>dei</strong> bambini idiversi concetti sv<strong>il</strong>uppati sopra ritornanoarricchiti dalla meraviglia, dalla sorpresa,dalla scoperta. Le parole <strong>dei</strong> bambini dicoraggiodi non insegnare perché è sicurodella forza e del fascino della realtà.Per tutte le etàÈ ancora un tipico atteggiamento scolasticoquello che ci fa definire e selezionarele varie nozioni, competenze e attivitàcome adatte per una specifica età e spessoanche per uno <strong>dei</strong> due generi. Questadeformazione l’ha fatta propria la produzionecommerciale producendo per esempiogiocattoli e libri per maschi e per femminee per le diverse età. Ma se ci domandiamo:la quercia per chi è o di chi è? È<strong>dei</strong> bambini o degli adulti, delle femmine o<strong>dei</strong> maschi, <strong>dei</strong> botanici o degli artisti? Cisentiamo ridicoli. La quercia è la quercia enon è di nessuno. Ognuno può vederla dalsuo punto di vista e sentirla sua.Lo stesso vale per la Fattoria educativa.Possono fare una bella esperienza,magari fermandosi a dormire una o duenotti i bambini del nido di infanzia. Puòessere una bella esperienza per la scuoladell’infanzia, per la scuola primaria. Mapuò rappresentare una esperienza assolutamentevalida e importante per i ragazzidella scuola media inferiore e anche superiore.Le attività saranno le stesse. Diversisaranno i modi di viverle, le curiosità e ledomande che suscitano.La Fattoria è certamente un luogo priv<strong>il</strong>egiatoper esperienze di integrazione conla presenza di persone disab<strong>il</strong>i perché nellasua varietà di proposte incontrerà certamentel’interesse di persone che spessorimangono invece al margine della attivitàscolastica. È esperienza più volteconfermata quella di insegnantiche non riescono a credere comegli allievi meno interessati allascuola, in Fattoria emergano comei migliori, i più interessati e spessocompetenti.La Fattoria educativa è infine una sedeadeguata per la formazione professionaledegli insegnanti. Di nuovo la propostadeve rimanere la stessa, le stesse attività,lo stesso lavoro, la stessa fatica. Sipotranno aggiungere semplicemente momentidi riflessione sul valore educativodelle esperienze vissute e sul loro riflessopossib<strong>il</strong>e sulle attività curricolari dellascuola.cono molto meglio delle mie quanto questaesperienza è importante per loro e perla loro educazione.A seguire si riportano alcune frasiscritte dai bambini, al termine di una settimanapassata in una Fattoria educativa,a cui è stato chiesto di scrivere in un fogliettinoquello che hanno gradito di più.Le frasi sono di bambine e bambini dellescuole primarie:“La natura mi entra nel cuore”“Mi eccita andare via da casa, staresenza genitori come fossi più grande esoprattutto vivere con i miei amici sotto lostesso tetto”“Mi eccita come un regalo enormedormire in una fattoria con i rumori dellacampagna”“Andiamo in camera e ci ammazziamodalle risate, parliamo in segreto di donne, edi chi ci piace e di altre cianfrusaglie”“Fare <strong>il</strong> letto per me è una cosa noiosissimama qui in fattoria è molto divertente”“Per la prima volta abbiamo visto com’èla natura d’inverno. L’albero di pereora ha le foglie arancione, gialle e rosse”
27“Quando siamo andati a dare da mangiarealle galline ci siamo divertiti molto perchéle galline impazzivano per <strong>il</strong> cibo. Avevamopaura che ci becchettassero i piedi”“Alla fine scendiamo dal fien<strong>il</strong>e tuttisporchi e impolverati ma con <strong>il</strong> nostro cestopieno zeppo di uova! Insomma, due uova altegamino ce le siamo proprio meritate!”“Eva è la scrofa della Fattoria. Quandoci avvicinavamo alla sua casa lei si accorgevae iniziava a grugnire e si alzavasulle zampe posteriori, poggiando quellesuperiori sul muro della porc<strong>il</strong>aia”“Dovevamo portare le pecore al pascolo.Si era formato un vero e propriobranco di pecore e noi bambini dietro d<strong>il</strong>oro le guidavamo. Mi sentivo entusiastanel guidare quella massa di animali”“Abbiamo conosciuto <strong>dei</strong> caprettini.Quando siamo entrati e gli abbiamo accarezzatola testa si sentivano le puntinedelle corna, nascoste tra la lana”“I bambini stavano in f<strong>il</strong>a e a uno auno andavamo a mungerla. Bisognavastringere e tirare verso <strong>il</strong> basso <strong>il</strong> capezzolodella mucca, e così usciva <strong>il</strong> latte eandava nel secchio che avevamo messosotto. A colazione abbiamo bevuto <strong>il</strong> latteappena munto”“Abbiamo visitato un orto di erbeofficinali. Abbiamo assaggiato molti fioricome: calendula, rosmarino ed altri dicui non ricordo <strong>il</strong> nome, poi dopo avermangiato ci siamo puliti i denti con lasalvia”“Per tutti noi era faticoso zappare,prendere <strong>il</strong> concime dalla carriola e ancheprenderlo con la pala e portarla direttamentenell’orto, però ci siamo divertiti”“Alla sera eravamo molto stanchi ecascavamo sul letto da quanto eravamosfiancati”“Ci hanno affidato <strong>il</strong> compito di potaregli alberi. Dopo abbiamo legato bastonirigidi agli alberi da frutto con cordicelle disalice perché crescessero dritti”“Quando siamo andati al bosco sentivoche gli alberi tra loro parlavano”
282.2 Progettare per esseresignificativiLa visita ad un’azienda agricola è generalmentedi per sé un’esperienza interessanteper un cittadino costantementeimmerso in un contesto urbanizzato.La “fattoria” ricorda automaticamente adognuno di noi qualcosa legato ad un vissutopiù profondo: i cartoni animati e lefavole, <strong>il</strong> buon sapore di un cibo genuinoo l’odore <strong>dei</strong> campi. Sembrerebbe quindimolto semplice progettare una fattoriaeducativa: “Basta mettere un cartello sulcancello!”Viviamo in situazioni così drammaticamentelontane dalle nostre radici storicheed alimentari che qualsiasi esperienza“diversa” offre l’opportunità di conoscere erapportarsi con l’ambiente in modo nuovoe formativo, fac<strong>il</strong>itando lo sv<strong>il</strong>uppo di st<strong>il</strong>idi vita alternativi, più sostenib<strong>il</strong>i.La progettazione di un’azione educativaè però qualcosa di diverso, presupponeprima di tutto l’aver chiarodestinatari ed obiettivi, quindi <strong>il</strong> predisporreuno schema d’azione, seppureflessib<strong>il</strong>e e dinamico che guidi <strong>il</strong> nostrooperato affinché esso sia “ordinato”nella complessità che ogniazione educativa merita.Innanzitutto un progetto deve esseresostenib<strong>il</strong>e (anche economicamen-bini possono essere fac<strong>il</strong>mentecoinvolti in quasi tutti i laboratoriessendo questi, per definizione,attività pratiche, sensoriali, realizzatein clima ludico e di ricerca.Naturalmente, con <strong>il</strong> crescere dell’età<strong>dei</strong> ragazzi coinvolti, le tematiche dal “vicino”e naturale potranno essere affrontatein maniera complessa per mostrarele relazioni fra eventi locali e globali, traagricoltura, produzione e sostenib<strong>il</strong>ità, finoad affrontare temi di scala più ampia,l’impresa e i futuri sbocchi occupazionali,fino all’economia mondiale con le scuolesuperiori.Le attività delle fattorie educative sonorivolte in maniera preponderante allescuole perché sono gruppi organizzati cheassicurano quindi un’affluenza regolare eprogrammab<strong>il</strong>e (generalmente 2 classi pervolta per motivi di capienza del pullman).La domenica è possib<strong>il</strong>e organizzare attivitàper le famiglie offrendo ad esempiouna visita guidata ed un “laboratorio”ma anche tavoli per pic-nic e la possib<strong>il</strong>itàdi acquistare prodotti aziendali, possib<strong>il</strong>mentebiologici, e alimenti per <strong>il</strong> pranzo(panini, bibite o un primo piatto da consumarecaldo) oppure, a seconda dellestrutture ricettive dell’azienda, è possib<strong>il</strong>eorganizzare un pranzo completo per genitorimentre i bambini giocano e si diverte,vedi cap.3.1 e 3.2) e realizzab<strong>il</strong>ema ipotizziamo che queste verifiche sianogià state eseguite e la decisione di aprireal pubblico l’azienda agricola sia ormaipresa.Si dovrà passare ora alla progettazionedi uno o più percorsi ed attività. Perovvie necessità di sintesi schematizziamole fasi della progettazione, anche se <strong>il</strong> procedimentonon è assolutamente lineare, lefasi non sono ordinate e bisognerà seguirelo schema pronti a mettere in discussionequanto già appuntato, perché la riconsiderazionedi un punto fa inevitab<strong>il</strong>mentemodificare anche i precedenti. Innanzitutto,stab<strong>il</strong>iti gli obiettivi, determiniamo idestinatari.I DestinatariÈ importante individuare bene a chi èrivolto <strong>il</strong> progetto. In seguito <strong>il</strong> target puòessere esteso, ma occorre analizzare le caratteristiche,le necessità e gli interessi <strong>dei</strong>destinatari per programmare l’intervento,<strong>il</strong> tipo e gli strumenti di comunicazione daut<strong>il</strong>izzare, i gruppi o istituzioni da coinvolgere.Per un progetto in fattoria i destinataripossono essere vari.Il mondo della scuola può esserecoinvolto sin dalle prime classi, proprio perla vicinanza emotiva <strong>dei</strong> bambini con glianimali e le piante. In fattoria i bam-
29tono all’aperto con un educatore. In talcaso, non essendo le famiglie gruppi giàcostituiti con un numero minimo, sarà importantela promozione dell’iniziativa e laprenotazione obbligatoria, per evitare domenichecon 4 persone e altre con un sovraffollamento.Gli adulti possono essere contattatitramite i gruppi organizzati: centri anziani,centri culturali, dopolavoroaziendali, proponendo loro attività strutturatecome ad esempio, corsi di cucinabiologica, giardinaggio, allevamento, progettidi orti sociali o adozioni d’animali,ginnastica all’aperto, secondo le capacitàe competenze specifiche degli operatoridell’azienda o delle richieste del territorio.È importante studiare bene <strong>il</strong> territorioper conoscere le realtà presenti, le abitudini,eventuali problemi legati alla raggiungib<strong>il</strong>itàdel posto o agli orari. La giornata delsabato ad esempio è sempre imprevedib<strong>il</strong>e,presuppone una conoscenza approfondita<strong>dei</strong> tempi e st<strong>il</strong>i di vita <strong>dei</strong> possib<strong>il</strong>iutenti. Un’analisi approfondita del tipo diattività che s’intende svolgere permetteràdi verificare se sia possib<strong>il</strong>e coinvolgerepersone con particolari disab<strong>il</strong>ità o se èpossib<strong>il</strong>e arricchire i percorsi per coinvolgerediversamente ab<strong>il</strong>i o progettarne altriad ampia accessib<strong>il</strong>ità. Generalmente lavita in fattoria, al di là <strong>dei</strong> problemi di accessib<strong>il</strong>itàfisica, permette l’inserimento diportatori di deficit cognitivi o sensoriali eper le carrozzine spesso è necessario esserecreativi e ab<strong>il</strong>i costruttori per portareun orto su un lungo tavolo sotto <strong>il</strong> qualepossono entrare le ruote della carrozzina orendere più sicuri attrezzi tanto da suppliread eventuali problemi di manualità.Le attivitàLe attività vanno progettate dopoaver individuato i destinatari. È importantecercare di inserire nel progetto qualcheattività o argomento che si colleghi al vissutospecifico delle persone. Talvolta vengonoproposte attività anche interessanti opiacevoli ma, poiché troppo lontane dalleconoscenze e dagli interessi <strong>dei</strong> soggetti,queste restano completamente scollegatedalle loro esperienze e si rivelano pocoformative in quanto incapaci di modificarele costruzioni teoriche o emotive già strutturatenei partecipanti.In questo caso si dimostra importantela collaborazione con gli insegnanti scolasticiche, in classe, possono continuareed approfondire <strong>il</strong> discorso affrontato infattoria e ordinare con i ragazzi le nuoveconoscenze, integrandole con le altre informazionied esperienze scolastiche. Il saperrapportarsi ad un elemento noto serveanche per attirare l’attenzione nel momentospecifico in cui è presentata l’attività.Se la pecora che abbiamo di fronte è lapecora che produce <strong>il</strong> formaggio che staal punto vendita della fattoria ed <strong>il</strong> bambinopuò riconoscerlo come <strong>il</strong> formaggio chemangia a scuola, l’esperienza di osservare<strong>il</strong> processo di trasformazione assume uninteresse maggiore perché legato alle proprieesperienze. La pecora e <strong>il</strong> formaggioassumeranno nuove valenze emotive.Un altro elemento importantenel progettare le attività è l’analisiattenta delle potenzialità dell’azienda,poiché sarà necessariovalorizzare le strutture e gli elementigià presenti per adeguarli aidestinatari. Se nell’azienda è già presenteun vivaio o un orto, sarà molto semplicerealizzare un laboratorio o un percorso“dal seme alla pianta”, un orto sociale,un laboratorio sul compostaggio, o ancheuno sulla cucina biologica. Si potrà realizzareun percorso d’impronta ecologica e ibambini potranno dare un “prezzo”, secondo<strong>il</strong> loro peso ecologico a ciascun prodotto,ad esempio minimo per la coltivazionediretta con poca acqua ed imballaggio,massima per una confezione di bananearrivata in Italia con 16 ore d’aereo, cartonee cellophane. Bisognerà controllaretutto ciò che è collegato ai prodotti “pianta
30e orto”, (lavori artigianali, trasformazioni,produzioni locali, approfondimenti e dibattiti,proiezioni, ecc..) verificarne la fattib<strong>il</strong>itàed appurare eventuali interessi o valorieducativi di percorsi e laboratori legati alquel prodotto.Tempo e spazio,coordinate dellaprogettazionePer aiutarsi in questo primo momento“creativo” può essere ut<strong>il</strong>e lasciarsi orientaredalle stesse coordinate dell’ambiente:<strong>il</strong> tempo e lo spazio.Lo spazio può suggerire attivitàlegate al paesaggio, alla provenienza<strong>dei</strong> prodotti. Occorre organizzarelo spazio necessario a predisporrei tavoli e le attrezzature da ut<strong>il</strong>izzare nei laboratoridi gruppo, individuare e realizzarepercorsi per visitare l’azienda in manierainteressante ma sicura per i visitatori enon impattante per l’attività dell’azienda. Èessenziale progettare sentieri e cartelli per“organizzare” lo spazio.Il tempo evoca progetti legatialla stagionalità, alle evoluzionidegli attrezzi e <strong>dei</strong> metodi di coltivazione,quindi è possib<strong>il</strong>e realizzare ricostruzionidel passato (ad es. la capannadegli agricoltori della preistoria, le ciotolein arg<strong>il</strong>la, i setacci, i mulini, ecc...) e presentarele nuove tecnologie (ad es. la produzionedi energia dal legno, dagli scarti,dal vento o dal sole).La valutazione in termini di tempodelle attività e lo spazio a disposizione degliutenti vanno considerati nella progettazione:l’accessib<strong>il</strong>ità dell’azienda e <strong>dei</strong>percorsi, i tempi individuali e delle personedisab<strong>il</strong>i, <strong>il</strong> tempo necessario per assim<strong>il</strong>areoltre che per vedere, lo spazio necessarioper mangiare o per r<strong>il</strong>assarsi dopopranzo. Da queste prime considerazioniemerge la necessità di programmare anchepercorsi “alternativi”: per età (bambinidella scuola dell’infanzia, delle superiori,anziani); per “diversità” (handicap motori,sensitivi o cognitivi, multiculturalità); persituazioni climatiche particolari (pioggia,sole forte, afa).Infine, pensando ad una pedagogiadel “fare” e del “sentire”, occorre predisporresituazioni che promuovanoed esaltino la dimensione emotivae multisensoriale dell’esperienza.Bisogna offrire situazioni di stupore e meraviglia(sappiamo che per essere efficaceun’esperienza non può limitarsi al pianorazionale) e quindi prevedere durantela giornata almeno un momento emotivamente“forte”. Un grande impatto lo offronosempre “i piccoli” delle diverse specie,<strong>il</strong> toccare o entrare in relazione conla vita, sia essa animale sia vegetale, ed<strong>il</strong> provvedere al suo sostentamento (dareda mangiare, curare una pianta). Un altroelemento di forte impatto sono i processidi trasformazione, della farina in pane, delbruco in farfalla, dell’oliva in olio. Riguardol’uso <strong>dei</strong> sensi, non dobbiamo scordarciche non si sente solo con l’orecchio, macon <strong>il</strong> naso, con la pelle, con la lingua. Bastafare l’elenco <strong>dei</strong> 5 sensi e subito vengonoalla mente varie attività che possonoessere fatte in riferimento ad un prodottodella fattoria.La stesura del progettoPrese tutte le decisioni, non resta cheprovare a scrivere <strong>il</strong> progetto. Lo schemavarierà, come si è detto, a secondo delloscopo del progetto e della sua destinazione.È importante cioè che ogni attività siadifferenziata sulla base del destinatario.Nel caso in cui <strong>il</strong> contenuto di un progettosia trasferib<strong>il</strong>e ad altri progetti, per altridestinatari, occorre modificare l’ordine<strong>dei</strong> concetti (sempre prima quelli più interessanti,poi si può specificare ed approfondiresolo per chi, ormai interessato, ciseguirà nella nostra presentazione) e controllarele informazioni di base da fornire(come <strong>il</strong> luogo, i riferimenti telefonici, sitoed e-ma<strong>il</strong>, titolo del progetto ed a chiè rivolto...). Un’ultima accortezza in fase
31di scrittura è quella di cercare di ut<strong>il</strong>izzare<strong>il</strong> linguaggio usato dai destinatari. Quinditermini scolastici per le scuole, forme “amministrative”per le istituzioni, poche parolesemplici e chiare per la comunicazionepubblica o su internet. Per ultimo, non vadimenticato che si impara dall’esperienzae quindi che, una volta programmata,l’attività deve essere verificata. Non servonotest oggettivi, perché sarebbe impossib<strong>il</strong>estandardizzare situazioni che inevitab<strong>il</strong>mentesono differenti l’una dall’altra,ma è necessario soffermarsi con regolaritàperiodica a riflettere su quanto si stafacendo.Nel momento in cui decidiamodi aprire la nostra azienda ad altrepersone, ancor più se bambini, diventiamotutti gli effetti educatorie questo è un lavoro complesso,molto più di qualsiasi trattato.
32Per dare qualità e sostenib<strong>il</strong>itàalla realizzazione econduzione di una fattoriaCome diventareFattoria Educativa3.1 Le nostre attività:uniche e durevoliPartire da un’idea è molto fac<strong>il</strong>e, metterlain pratica è ben più diffic<strong>il</strong>e. Per cominciaredobbiamo fare chiarezza sullefinalità provando a rispondere a questesemplici domande:- “<strong>Perché</strong> voglio attivare un servizioeducativo nella mia azienda agricola o, inalternativa, perché voglio creare una cityfarm?”. A questa domanda possiamo risponderein tanti modi ed è importante,quindi, costruire una mappa mentale dellepossib<strong>il</strong>i relazioni tra le risposte. Per esempio,vogliamo far conoscere <strong>il</strong> mestiere dell’agricoltore;oppure diffondere la passioneper agricoltura e allevamento, per <strong>il</strong> mestiereche noi amiamo; o ancora, ridurre l’isolamentodella nostra azienda trovando unmodo per farci conoscere; o in alternativa,ci piacerebbe contribuire alla formazionedegli studenti facendo vivere esperienzeindimenticab<strong>il</strong>i ai bambini o ad un pubblicodiversamente ab<strong>il</strong>e; non ultimo possiamodecidere di voler diversificare le nostreentrate finanziarie. Tutte queste motivazionisono in qualche modo in relazione tra loroed è importante capire quali per noi sonole più importanti, per capire come orientare<strong>il</strong> nostro progetto.- “In quale contesto mi inserisco?”Dobbiamo capire quali opportunità ci vengonoofferte dall’ambiente naturale e storicoche abbiamo in prossimità, per capirecome caratterizzare la nostra propostae renderla in qualche modo unica. Unostrumento ut<strong>il</strong>e può essere quello di posizionarela nostra azienda su una carta:possiamo, per esempio, vedere la nostrazona dall’alto ut<strong>il</strong>izzando Google Earth (http//earth.google.com/intl.it)e riportare suquesta le emergenze presenti. Se la nostrastruttura si trova in prossimità di un’areaurbana dovremmo anche capire le previsionidi sv<strong>il</strong>uppo del piano regolatore percogliere, in fase di progettazione, le minaccee le opportunità. Quando prepariamo<strong>il</strong> progetto dobbiamo tenerconto anche del clima dell’area(pioggia o sole, caldo o freddo), dellaraggiungib<strong>il</strong>ità della struttura (distanza,stato della strada, segnaletica diavvicinamento) e della distanza dallestrutture di prima necessità (pompieri,pronto soccorso etc.). Per quanto riguardale strade, è importante prevedereche le scuole di città arrivano in generecon pullman di grandi dimensioni (da 50posti) in modo da poter pianificare adeguatamentele dimensioni della strada diaccesso e del parcheggio dove fare manovra.Se prevediamo di organizzare visite dimezza giornata o una giornata, dobbiamotenere conto della distanza massima per-educativa è fondamentaleche, già in fase di studiopreliminare, si sia riflettuto sualcuni aspetti gestionali allabase della riuscita dell’attività.In questo capitolo sono statiraccolti i 6 argomenti chepiù di altri rappresentano ipresupposti alla base dellosv<strong>il</strong>uppo di una fattoria diqualità. Nello specifico, nelcapitolo verranno trattati itemi legati alla pianificazioneimprenditoriale, alla gestione,alla sicurezza, al marketing ealla comunicazione, ai rapporticon la scuola e le istituzioni ealla formazione degli operatori.Nel primo paragrafoAlessandra Somaschinipresenta uno schema logicoper superare l’impassecaratteristica della fase discelta imprenditoriale epropone alcuni ut<strong>il</strong>issimiconsigli per rendere menorischiosa la fase di avvio esv<strong>il</strong>uppo della fattoria.Nel secondo paragrafoEmanuele Blasi, responsab<strong>il</strong>edella progettazione didatticadella Fattoria Collevalle,descrive un metodo con cuiriuscire a quantificare i costirelativi ai servizi offerti,individuando inoltre alcuniaspetti chiave per la correttagestione dell’attività di fattoria.Nel terzo paragrafoMassim<strong>il</strong>iano Bernini dellaSEA Tuscia Srl chiarisce cosac’è alla base della sicurezza infattoria, sia dal punto di vistadel lavoratore che dell’ospite,riassumendo in modo sintetico
33ma puntale l’elenco di regoleespresse dalla legislazione inmerito.Il quarto paragrafo acura di Antonella DelFrate, responsab<strong>il</strong>e dellacomunicazione per GreenProject, è incentrato sullemodalità con cui tracciareun piano di comunicazionee su come passare da alcunisemplici accorgimenticomunicativi ad azioni dimarketing.Nel quinto paragrafo Em<strong>il</strong>Sambucini, professore discuola media ed educatoreambientale, comunica <strong>il</strong> modocon cui entrare in contattocon <strong>il</strong> mondo della scuola,indicando le figure chiave, <strong>il</strong>inguaggi appropriati e i tempiin cui presentare le propostedella fattoria al mondoscolastico.Infine l’ultimo paragrafoscritto da F<strong>il</strong>ippo Belisario eMarta Letizia, è dedicato allaformazione degli operatori,altro aspetto imprescindib<strong>il</strong>e inuna fattoria di qualità.corrib<strong>il</strong>e da chi ci visita, che corrispondea circa un’ora di viaggio. Se, invece, pensiamodi offrire anche la residenzialità, ladistanza può aumentare perché possiamocontare su una permanenza minima di almenotre giorni.- “In quale quadro di proposte esistentimi inserisco? Quali sono i potenzialialleati e quali i competitori?” Una voltaverificate quali realtà sim<strong>il</strong>i ci sononel nostro raggio d’azione, èimportante contattarle per verificarecosa propongono e costruireun rapporto di integrazione/diversificazionedell’offerta, in modo danon entrare in competizione, marafforzarsi a vicenda costruendoun partenariato durevole nel tempo.Collegarsi con l’offerta <strong>dei</strong> musei locali,<strong>dei</strong> centri di educazione ambientale, <strong>dei</strong>parchi naturali e delle emergenze storiche,architettoniche e naturali, può essere unoccasione per caratterizzare e contribuirea diffondere la nostra proposta.- “Quale bisogno del territorio sonoin grado di soddisfare?” Una volta chiaritiquesti aspetti di fondo possiamo cominciarea scrivere <strong>il</strong> progetto preliminaremettendo sulla carta quanto detto sopra.A questo punto diventa importante capirese ciò che vogliamo proporre soddisfa unbisogno e da parte di chi. Dobbiamo cioècapire l’età, i bisogni, la disponib<strong>il</strong>ità intermini di tempo e di denaro, la distanzae le necessità <strong>dei</strong> nostri potenziali fruitori.Mettere in relazione i dati del pubblico conla nostra offerta potenziale ci permette dicapire come integrarla e/o adattarla, calibrandoi prezzi del servizio e le modalità dipromozione dell’offerta e evitando, quindi,di fare una proposta sovradimensionata rispettoalla richiesta potenziale.- “In quale modo <strong>il</strong> progetto architettonicorispetta i criteri della sostenib<strong>il</strong>ità?”La nostra progettazione deve essere realizzatacon l’obiettivo di ridurre al minimo <strong>il</strong> dispendioenergetico e l’impatto sull’ambiente.Per questo motivo è importante che nellacostruzione vengano ut<strong>il</strong>izzati <strong>il</strong> più possib<strong>il</strong>emateriali locali che riducono la produzionedi CO 2dovuta al trasporto e permettonodi contenere le spese. È importante,anche in questa fase, attenersi alle R dellasostenib<strong>il</strong>ità (raccogli, riduci, riusa, ricicla)cercando, con decoro, di dare nuova vita avecchi materiali. In questo modo la fattoriapuò diventare una buona pratica che fa daesempio per altri contesti in quanto: li,rinnovab<strong>il</strong>i o riciclati e se possib<strong>il</strong>eprelevati a meno di 50 ch<strong>il</strong>ometridi distanza; torendimento energetico: bassa dispersione,alto isolamento, alta <strong>il</strong>luminazione; prodotti da energie rinnovab<strong>il</strong>i; trasporto sostenib<strong>il</strong>i (mezzi pubblici,bicicletta) a fronte dell’uso dellemacchine; doriuso, riciclo e compostaggio; animali domestici sono realizzatenel rispetto del loro benessere;
34 basso costo di gestione e di manutenzionedelle strutture a lungotermine.- “Sono in grado di prevenire i risch<strong>il</strong>egati alla presenza di bambini in un luogodi lavoro dove sono presenti animali?”L’accoglienza delle scuole in fattoria è sicuramenteun’attività stimolante e senzarischi se si mettono in atto una serie di misurepreventive: isolare e segnalare le zonepericolose, conoscere <strong>il</strong> comportamentodegli animali che entrano in contatto coni visitatori, isolare gli esemplari stressati omalati, effettuare i regolari controlli sanitari,far osservare ai bambini le regole diigiene di base come, ad esempio, lavars<strong>il</strong>e mani dopo <strong>il</strong> contatto con gli animali eprima di entrare in laboratorio.Una volta chiarite le nostre motivazionied <strong>il</strong> contesto ambientale e sociale incui ci inseriamo, diventa importante fareun b<strong>il</strong>ancio delle risorse disponib<strong>il</strong>i sia dalpunto di vista economico che umano.Quando <strong>il</strong> progetto viene proposto daun’azienda agricola già in funzione, convienefare un elenco delle risorseumane presenti, considerando la disponib<strong>il</strong>itàdi tempo relativa e cercandodi capire chi ha maggiore motivazione,attitudine e dialettica per unlavoro a contatto con <strong>il</strong> pubblico.Se si vuole realizzare una struttura residenziale,dobbiamo prevedere un impegno atempo pieno per più giorni di seguito, chepuò comportare <strong>il</strong> coinvolgimento di ulterioriunità lavorative. Se, invece, l’iniziativaè supportata da un’associazione o cooperativaorientata a realizzare una city farmdiventa importante censire le risorse internedi personale e le competenze <strong>dei</strong> promotori,cercando di evidenziare le diversitàe le connessioni/relazioni con la città.Qualora la nostra realtà fosse piùorientata ad una fattoria sociale che miraa favorire l’integrazione <strong>dei</strong> soggetti svantaggiatiattraverso <strong>dei</strong> percorsi terapeuticie riab<strong>il</strong>itativi, diventa importante prevederedel personale specializzato in psicologia eassistenza infermieristica.Par quanto riguarda, invece, l’investimentofinanziario, nel caso di aziendeagricole funzionanti dobbiamo valutare lacapacità di accoglienza, in termini di spazial chiuso e all’aperto prevedendo anchel’area parcheggio, la dotazione in serviziigienici e la disponib<strong>il</strong>ità di un laboratoriodi cucina. Nel caso di una strutturaresidenziale, dobbiamo prevedere gli spazidedicati al pernottamento, con relativiservizi, e alla ristorazione. Nella quantificazionedelle spese dobbiamo ancheconsiderare i costi degli arredi e delle attrezzature.Mentre in un’azienda agricola l’accoglienzaal pubblico può rappresentareuno <strong>dei</strong> tanti settori di intervento, nel casodi una city farm spesso rappresenta l’attivitàprincipale. Pertanto, la realizzazionedelle infrastrutture relative all’accoglienzarappresenta l’aspetto più importante dellaprogettazione e della quantificazione<strong>dei</strong> costi.Una quantificazione economica dellepossib<strong>il</strong>i entrate e uscite, fatta nella fasedi progettazione, evita di dover abbandonarea metà <strong>il</strong> progetto. Se l’azienda agricolaè già in funzione, dovendo prevederei servizi di base elencati in precedenza,l’investimento iniziale può essere modesto(10.000 Euro ca.) ma può aumentare sesi considerano diverse tipologie di pubblico:scuole, famiglie, disab<strong>il</strong>i (15.000-30.000 Euro).Diversa è la situazione quando è necessariofar nascere una fattoria dal nulla,in quanto bisogna prevedere investimentipiù consistenti (anche superiori a150.000 Euro) cosa che rende necessariola ricerca di finanziamenti ad hoc.In entrambi i casi, i finanziamentipossono essere pubblici (ad esempiobandi previsti dai Piani di Sv<strong>il</strong>uppo Rurale
35delle Regioni), mutui o prestiti e autofinanziamentoe possono essere ut<strong>il</strong>izzati nonsolo per la progettazione e realizzazione,ma rappresentare anche un supporto nellafase di gestione della struttura.A questo proposito, nel contesto laziale,alcune misure del Piano diSv<strong>il</strong>uppo Rurale (PSR 2007-2013)pubblicato dalla Regione Lazio,prevedono la concessione di finanziamentia fondo perduto da destinareagli imprenditori agricoli perla realizzazione delle infrastrutture.L’Azione 1 della Misura 311, prevedendocontributi per coloro che sv<strong>il</strong>uppano attivitàplurifunzionali all’interno dell’aziendaagricola, può essere ut<strong>il</strong>izzata per la realizzazionedi fattorie didattiche volte a promuoverele tematiche agricole e ambientali.In questa misura sono ammissib<strong>il</strong>i icontributi per le spese relative a: conversione,ristrutturazione e completamento diimmob<strong>il</strong>i aziendali da destinare all’attivitàprevista; interventi di ripristino o realizzazionedi aree, strutture e percorsi destinatiall’ospitalità, alla didattica e alla ricettività;acquisto di macchine, attrezzatureed arredi funzionali all’attività in oggetto.È previsto un finanziamento in conto capitaleo in conto abbattimento interessi,variab<strong>il</strong>e tra <strong>il</strong> 35% e <strong>il</strong> 55% a secondadella tipologia del beneficiario e dell’ubicazionedell’azienda, previo accertamentofinale della realizzazione delle opere erendicontazione della spesa effettivamentesostenuta.Per quanto riguarda la gestione, inoltre,anche le Province pubblicano talvolta<strong>dei</strong> bandi volti a finanziare delle attivitàper l’intrattenimento del pubblico, scolasticoe non. Inoltre i singoli Comuni possonocontribuire garantendo <strong>il</strong> trasportogratuito o a prezzi convenienti, mettendoa disposizione gli scuolabus o stipulandoapposite convenzioni con ditte di trasportospecializzate. Per quanto riguarda, invece,l’attività di promozione della struttura,diventa importante attivare collaborazionicon altri soggetti del territorio per avviareuna promozione coordinata e contenere,in questo modo, le spese. Alcuni Comunicome Roma, ad esempio, hanno realizzatoun servizio di coordinamento dell’offertaeducativa alle scuole (“Città come scuola”)nell’ambito del quale è possib<strong>il</strong>e inserirsiprevia selezione da bando pubblico.3.2 Programmare, gestiree far quadrare i contiLa valenza di un’idea progettuale rischiadi perdersi se non è seguita da unaaccurata programmazione e declinazionedelle intuizioni educative nella reale organizzazionedelle attività. Per fare ciò è indispensab<strong>il</strong>eche siano chiariti alcuni aspettidi ordine gestionale (ad esempio l’organizzazionedel lavoro, la previsione <strong>dei</strong> costie <strong>dei</strong> ricavi, ecc.) e tecnico-pratico (lagestione del gruppo in visita, l’ideazionee l’organizzazione delle attività) alla basedella buona riuscita di una fattoria didattico-educativa(FDE).Come più volte ribadito, la grande varietàdi potenziali visitatori e l’altrettantovariegato insieme di realtà che rientranonella categoria delle FDE, non permettedi poter individuare una soluzione unicaper tutti.Tuttavia, essendo la visita aziendale<strong>il</strong> principale servizio offerto in una FDE, siè deciso di sv<strong>il</strong>uppare l’analisi attraversola descrizione di un ipotetico programmadi visita in fattoria, individuando per ognifase della visita gli elementi chiave su cuiporre maggiore cura ed attenzione, sia dalpunto di vista gestionale che economico.Indipendentemente dalla tipologia divisitatore, una visita in fattoria si componesempre di queste quattro fasi: prenotazione,accoglienza, attività, conclusione.La prenotazione,chiarezza e modulisticaIl primo contatto con <strong>il</strong> visitatore avvienedurante la richiesta di informazioni
36a cui spesso segue la prenotazione. Generalmentela persona con cui si entra incontatto, per telefono o tramite e-ma<strong>il</strong>, è<strong>il</strong> responsab<strong>il</strong>e del gruppo, di norma moltosensib<strong>il</strong>e alla cura degli aspetti logisticie di pagamento/fatturazione nonché alcontenuto delle attività.Questo primo momento è molto delicato,di fatto attraverso una comunicazioneveloce ed impersonale si devono farcapire l’unicità e la professionalità dellafattoria. Tra i rischi più gravi ci sono quellodi generare false aspettative in meritoalle attività della giornata e di non chiarirele regole da seguire per la procedura diprenotazione e per la visita.Può capitare ad esempio che le condizioniatmosferiche non riflettano la stagionee non consentano di fare quanto accordatoo che i visitatori arrivino in ritardoo debbano andare via prima del previsto.In questi casi nonostante ci si sia espressiin modo chiarissimo in merito ai tempinecessari per la riuscita dell’attività e sianostate previste delle attività alternativein caso di maltempo, qualche visitatoreparticolarmente esigente potrebbe rimaneredeluso.Per rendere meno probab<strong>il</strong>e <strong>il</strong> verificarsidi tutto ciò, e di altri problemi legatiad un’erronea comunicazione, è ut<strong>il</strong>ecreare un modulo standard di prenotazionedove, oltre ad alcuni dati indispensab<strong>il</strong>i(dati anagrafici e fiscali del responsab<strong>il</strong>edel gruppo o della struttura a cui dovreteinviare la fattura, recapito telefonico, indirizzodi posta elettronica, numero di partecipanti,attività prescelte, orario di arrivo edi partenza, ecc.), vengano riportate, brevementema in modo chiaro, alcune regoleprincipali della fattoria.Per questo è ut<strong>il</strong>e inserire nel moduloda farsi restituire firmato dal responsab<strong>il</strong>edel gruppo alcune frasi chiave comeI tempi per le attività sono indicativi epotranno subire lievi variazioni a secondadelle condizioni atmosferiche o per via diritardi o di partenze anticipate non comunicatein fase di prenotazione, oppure siconsiglia un abbigliamento consono alleattività all’aperto ed alla stagione ed ancorai visitatori rimangono sotto la direttaresponsab<strong>il</strong>ità <strong>dei</strong> docenti/accompagnatori.Quest’accortezza è sicuramente unbuon modo per evitare incomprensioni emostrare professionalità.Infine, aspetto non poco trascurab<strong>il</strong>e,deve essere scelta la modalità concui far confermare la prenotazione dellavisita e saperla esporre in modo chiaroed inequivocab<strong>il</strong>e, specialmente nel casoin cui sia prevista la corresponsionedi una parte del pagamento prima delladata della visita.La gestione delle prenotazioni diventaquindi un ruolo importante all’interno dell’organizzazionedi una FDE, richiede tempo,organizzazione e una piena conoscenzadelle attività offerte. A questo ruolo s<strong>il</strong>egano i costi dovuti a tutto ciò che caratterizzaun buon servizio di segreteria, generalmente<strong>il</strong> lavoro di una persona e lespese da sostenere per <strong>il</strong> telefono, la carta,<strong>il</strong> fax, ecc.Visto che risulta molto complicato stimarecon esattezza <strong>il</strong> costo derivato dallespese <strong>dei</strong> materiali di consumo, specialmentequando dallo stesso ufficio vengonogestite anche altre attività, si può prevederedi corrispondere alla persona che svolgequesta mansione un certo ammontare omnicomprensivodi euro per prenotazione,ragionevolmente tra i 5 e i 10 Euro.Il consiglio per rendere questa fase <strong>il</strong>più efficiente possib<strong>il</strong>e è prevedere che lasegreteria, oltre ad occuparsi delle prenotazioni,si preoccupi anche di altre cose trale quali: seguire <strong>il</strong> pagamento e la fatturazionedel servizio; curare gli aspetti relativialla comunicazione e promozione; raccoglieretutti i dati <strong>dei</strong> clienti in un registro;avvertire per tempo gli operatori delle nuovevisite. In questo caso è corretto prevedereche dal 5 al 10% del fatturato di fineanno sia destinato a coprire le spese dellavoro di segreteria ed organizzazione.
37L’accoglienza, sorrisie ospitalitàIl momento principale in cui gli operatoridevono conquistare la fiducia e l’attenzione<strong>dei</strong> visitatori stimolando in loro moltacuriosità è quello dell’accoglienza. Si devonoprevedere non più di dieci minuti in cuisi presenta <strong>il</strong> luogo, si descrive l’organizzazionedella giornata, si comunicano le “regoledella fattoria” e si danno informazionidi tipo logistico (ad esempio la posizione<strong>dei</strong> bagni, l’acqua potab<strong>il</strong>e o meno, ecc.).A seconda della tipologia del grupposi dovrà scegliere <strong>il</strong> tipo di linguaggio daut<strong>il</strong>izzare. Per descrivere l’azienda ad ungruppo di bambini della scuola dell’infanziapuò essere inventata una storia, dandoun nome proprio e simpatico a piante edanimali, mentre le stesse informazioni peruna classe di liceo classico possono esserepassate parafrasando qualche passodelle Bucoliche di Virg<strong>il</strong>io.In questa fase, così come durante losvolgimento della visita, la cosa più importanteè comunque quella di dimostrarsifelici di lavorare in fattoria, entusiasti diquello che si sta facendo. In questo modoquello che diremo verrà percepito comeimportante ed interessante da coloroche ci ascoltano.Per questo gli operatori devono presentarsicon <strong>il</strong> loro nome e comunicare <strong>il</strong>loro ruolo in azienda. Specialmente per ibambini sentire un operatore dire accudiscole pecore, le mungo, con <strong>il</strong> latte ci faccio<strong>il</strong> formaggio, una volta l’anno le toso e lalana la uso per fare i materassi, lo trasformain una persona esperta, che incuriosiscee che quindi è interessante ascoltare.A seconda delle tipologie di serviziche si intendono attivare è possib<strong>il</strong>eincludere nel momento dell’accoglienzauna colazione a base di prodotti semplicie possib<strong>il</strong>mente di origine aziendale. Nelcaso in cui si decida di non offrire questoservizio, è comunque opportuno che, primadell’inizio delle attività, specialmentecon le scolaresche, ci sia un momentodedicato alla merenda e ai bisogni.Per quanto riguarda una stima <strong>dei</strong> costigenerati dall’attivazione del servizio colazione,si può quantificare una quota dispesa di circa 1 euro a partecipante, a secondache le cibarie si acquistino all’esternoo si producano internamente. Ciò vuoldire che nel nostro prezzo finale a partecipanteun euro servirà a coprire <strong>il</strong> costo delsolo servizio colazione.Da questa parte di giornata derivanoin ogni caso i costi legati alla manutenzionedegli spazi comuni, per esempio la pulizia<strong>dei</strong> servizi igienici e le piccole manutenzioni.A tal fine bisogna prevedere chegli operatori dedichino del tempo alla finedi ogni visita, o prima dell’arrivo <strong>dei</strong> visitatori,per rendere accoglienti gli spazi comuni.Generalmente questo tipo di operazionirientrano nei compiti degli stessi operatoriai quali verranno riconosciute una o più oredi lavoro supplementari.Mentre i visitatori consumano la lorocolazione, gli operatori e la persona cheha seguito la fase della prenotazione individuanoi responsab<strong>il</strong>i del gruppo, si presentanonuovamente, comunicano le modalitàcon cui verranno svolte le diverseattività durante la giornata e cercano diraccogliere informazioni ut<strong>il</strong>i circa la composizionedel gruppo.Il tempo da dedicare a questa fasevaria in funzione del tempo che i visitatorihanno impiegato per arrivare in azienda.Mediamente 30 minuti sono più che sufficienti.Le attività, semplici,giocose e nuoveLa scelta delle tipologie di attività dainserire nel programma della giornata dipendedal tipo di obiettivi che si sono de-
38finiti nel progetto e dalle competenze ecaratteristiche degli operatori. Essendo leFDE <strong>dei</strong> luoghi fattoriali di sperimentazionedi vita aziendale, esse devono assolutamenteprevedere attività in cui i visitatorifacciano qualcosa di pratico ed emotivamentestimolante legato alle pratiche agricole,alle tradizioni della civ<strong>il</strong>tà contadinao alla natura ed al paesaggio.Sicuramente i laboratori e i percorsididattici rappresentano le principali tipologiedi attività nella quasi totalità dellefattorie e si caratterizzano in un’enormevarietà di giochi e attività manuali.I laboratori didattici consistono inspazi in cui è possib<strong>il</strong>e sperimentare concretamente,in piccoli gruppi, alcune tecnichedi coltivazione, allevamento o trasformazione<strong>dei</strong> prodotti agricoli, applicandola metodologia dell’apprendimento cooperativo.Viene così realizzata un’area di lavoroall’interno della quale i ragazzi possonosperimentare direttamente tecniche di produzioneautonoma della conoscenza conla messa in atto di percorsi individuali diricerca e soluzione <strong>dei</strong> problemi. Una voltapassata l’informazione, questa verrà trasformatadai ragazzi, guidati dagli operatori,in conoscenza e poi in azione. Questoultimo gradino consiste nell’organizzare efinalizzare la competenza acquisita nellosv<strong>il</strong>uppo concreto di un elaborato, fruttodi un lavoro di gruppo, nel quale ogni individuotrova la sua collocazione.I percorsi didattici spesso rappresentanogli assi attorno ai quali si sv<strong>il</strong>uppa laFDE, consistono spesso in tracciati aziendalistudiati in modo da collegare più attivitàtra di loro. Essi consentono al visitatoredi apprendere fac<strong>il</strong>mente e velocemente,attraverso l’aiuto di materiale didatticocome opuscoli, mappe o cartelloni <strong>il</strong>lustrativie esplicativi, le più importanti caratteristichedi una azienda agricola, delle praticheagricole che vi si svolgono e dell’ambientenaturale in cui è inserita.La fruizione di questi percorsi può esserelibera o guidata, in questa secondaopzione <strong>il</strong> percorso può essere organizzatoin modo tale che <strong>il</strong> susseguirsi di attivitàgiocose, di osservazione e scoperta, loavvicinino ad essere un laboratorio didatticoitinerante.In fase progettuale si deve prevedereche ogni tipo di attività venga testata,sperimentata e modellata sui diversi tipidi visitatori, sulle diverse tipologie di operatoridi cui si dispone e sulle caratteristicheaziendali.Ciò vuol dire che l’operatore deveavere una padronanza assoluta di quelloche sta facendo, perché possiede unaspiccata manualità e approfondita conoscenzain merito agli argomenti sv<strong>il</strong>uppatinel laboratorio o durante <strong>il</strong> percorso.Per esempio, l’operatore che si apprestaa fare <strong>il</strong> classico laboratorio del panedeve saper spiegare come si riconoscee si coltiva un campo di grano, come e dovesi moliscono i semi e come si ricava lafarina. Allo stesso tempo deve essere capacedi fare un buon impasto con le giustedosi di lievito ed accendere e portare allagiusta temperatura <strong>il</strong> forno a legna usatoper la cottura.In sintesi per costruire delle attivitàsignificative, che siano <strong>dei</strong> laboratori opercorsi, bisogna rispettare alcune accortezzefondamentali, riassunte nei seguenti10 punti:1. Progettare attività strettamente legatealle caratteristiche produttive,paesaggistiche e culturali del territorioe dell’azienda agricola nellaquale si opera;2. Una volta ideata un’attività, testarlacon un gruppo di bambini conosciutia cui non far pagare la visita(parenti ed amici, compagni discuola, oratorio, ecc.);3. La parte dedicata alla spiegazionedeve essere breve, commisurataall’età <strong>dei</strong> visitatori e deve stimolarela loro curiosità, facendo vedere,odorare, manipolare e dando
39spazio alle domande (<strong>il</strong> laboratoriodel pane si inizia con i piedi in uncampo di grano e/o manipolandole spighe dell’anno passato);4. Durante le attività, mai trascuraregli accompagnatori, specialmentese insegnanti, cercando di farsiaiutare nella gestione del gruppoe coinvolgendoli in maniera direttanelle diverse operazioni;5. Individuare i visitatori più vivaci etenerli sempre impegnati in qualcosache li renda protagonisti epiù fac<strong>il</strong>mente controllab<strong>il</strong>i;6. Dividere <strong>il</strong> gruppo in due o più sottogruppia seconda delle attività edelle età;7. Prevedere <strong>dei</strong> momenti giocosidove gli operatori partecipino.I giochi devono essere semplici,con poche regole, creati in relazionealla tematica della visita ocomunque inerenti la vita in fattoria/campagna;8. Fare in modo che i visitatori portinoavanti la loro attività in modoautonomo;9. Prevedere di lasciare un oggetto, disegno,manufatto, alla fine del laboratorioo del percorso che induca<strong>il</strong> ricordo dell’esperienza nel visitatorequando sarà tornato a casa;10. Ogni anno i laboratori o percorsidevono essere presentati inmaniera diversa; dalla stessa tematica,con un po’ di fantasia ecreatività possono essere ideateattività sempre nuove.Visto che in una FDE possono esseresvolte più tipologie di laboratorio o percorso,per riuscire ad identificare i costiè estremamente ut<strong>il</strong>e creare una schedaspecifica per ogni attività, nella quale riportarele quantità di ogni singolo materialeoccorrente e <strong>il</strong> grado di ut<strong>il</strong>izzo di particolariattrezzature.In questa fase è molto importantedistinguere le diverse tipologie di costi: icosti derivanti dal materiale di consumo,ossia che devono essere rimpiazzati ognivolta (ad esempio la farina per <strong>il</strong> pane),quelli dovuti all’uso di materiale che puòessere riut<strong>il</strong>izzato più volte (ad esempio ipennarelli per colorare), quelli provenientidalle spese generali (ad esempio assicurazioni,corrente elettrica, piccole manutenzioni).Nella prima tipologia la quantificazioneè semplice, quantità per prezzo se diprovenienza extra aziendale, quantità percosto di produzione o presumib<strong>il</strong>e prezzodi vendita se di provenienza aziendale. Laseconda tipologia di costo in un’ottica digestione d’impresa è data dalla quantificazionedella quota d’ammortamento, nelcaso della gestione di una fattoria questapuò essere sostituita dal valore che si ottienedividendo <strong>il</strong> prezzo di acquisto delmateriale per <strong>il</strong> numero di volte che verràut<strong>il</strong>izzato (ad esempio costo <strong>dei</strong> pennarelli/numerodi visite in cui sono ut<strong>il</strong>izzatii pennarelli). La voce <strong>dei</strong> costi generaliprima del primo anno di attività è di diffic<strong>il</strong>eprevisione, ma se durante l’anno si registranoe classificano le fatture/bollette,con un po’ di buon senso sarà possib<strong>il</strong>ea fine anno distribuire i costi per le visitesvolte ed ottenere la voce costi generalida ut<strong>il</strong>izzare per la previsione <strong>dei</strong> costi perl’anno successivo.Tra i costi generali è importante determinarequelli fissi ossia che sosterremoanche senza svolgere attività, in questacategoria rientrano le quote di ammortamentoderivate dagli investimenti più consistenti,come l’acquisto di una macchina,dell’arredo per <strong>il</strong> giardino, la ristrutturazionedi un’aula, la creazione di unacucina, ecc.Infine, a seconda della modalità concui si vuole condurre l’attività, della tipologiadi visita e del numero di visitatori, sidovrà definire <strong>il</strong> numero di operatori dacoinvolgere. Generalmente per riuscire arispettare i 10 ut<strong>il</strong>i consigli precedente-
40mente elencati è necessario predisporrela presenza di un operatore ogni 15-20visitatori.Considerando che i maggiori fruitori<strong>dei</strong> servizi di una FDE sono le scuole, vatenuto conto del fatto che, per motivi legatiall’abbattimento <strong>dei</strong> costi di trasporto, si accoglierannospesso gruppi composti da dueo più classi, per un totale di circa 50 bambinia visita.In questa condizione è consigliab<strong>il</strong>eprevedere la presenza di minimo 3 operatori,più una persona in azienda che ha lafunzione di jolly, ossia che faccia rispettarei tempi nei diversi laboratori attivati, sioccupi di gestire gli imprevisti e curi <strong>il</strong> rapportocon i docenti nel caso in cui questinon partecipino alle attività.Nel caso in cui in azienda non ci sianopersone in grado si svolgere l’attivitàdi operatore o che siano molto impegnatecon le attività agricole, si deve prevedere<strong>il</strong> coinvolgimento di personale esternoopportunamente formato (vedi cap. 3.6)e disponib<strong>il</strong>e a lavorare in gruppo per piùtempo in azienda. Questa condizione implicala ricerca della forma più appropriatacon cui coinvolgere nuove risorse umane equantificarne la paga.In linea generale, qualunque sia laforma contrattuale, la paga oraria per unoperatore qualificato non dovrebbe scendereal di sotto degli 8 euro/ora al netto<strong>dei</strong> costi legati alla posizione contributivae fiscale, ciò si traduce in un costo minimomedio di circa 100 euro a operatorea giornata.Anche se la funzione di operatore vienesvolta dallo stesso imprenditore agricolo,da un suo fam<strong>il</strong>iare o da un operaioa tempo indeterminato già presentein azienda, in fase preventiva deve esserecomunque considerato <strong>il</strong> costo del lavoroproveniente da questa tipologia di attività,altrimenti si rischia di stab<strong>il</strong>ire un prezzoal pubblico che porterà a fine anno a nonavere margini di guadagno da questo ramodi attività.La durata della fase pratico-laboratorialeper le visite di mezza giornata deveessere contenuta in un massimo di 2ore, prevedendo che in alcuni casi, specialmentecon le scuole dell’infanzia, essapossa essere ancora più breve. Di fattopuò accadere che un gruppo di bambiniarrivi in fattoria alle 10 e debba andarevia entro le 12.Per le visite di un’intera giornata aquesta fase potranno essere destinatemassimo 4/5 ore, incluso <strong>il</strong> momento delpranzo (valutare bene le implicazioni gestionalidovute all’attivazione del serviziopranzo nel pacchetto di visita). Nonostantepuò sembrare di avere molto più tempoa disposizione non è detto che sia così,di fatto l’attenzione maggiore da parte <strong>dei</strong>visitatori si ha durante la mattina, dopo<strong>il</strong> momento del pranzo e relax (stimab<strong>il</strong>ein circa 1 ora), bisogna prevedere attivitàche portino brevemente alla conclusionedi quanto iniziato la mattina, senza prevederedi iniziarne di nuove.Spesso, al momento della prenotazionei visitatori richiederanno l’attivazionedi più laboratori. Quest’opzione deveessere opportunamente valutata in fasedi progetto più che di programma. Nonostanteesistano diversi modi di condurreun laboratorio o un percorso, deve esserechiaro che l’affrontare più argomenti nellastessa giornata può confondere i visitatori,specialmente se bambini. Per questo èconsigliab<strong>il</strong>e costruire laboratori o percorsiche approfondiscano un’unica tematica
41principale attraverso lo sv<strong>il</strong>uppo di attivitàdiverse.Conclusione, saluti ericordiConcluse le attività pratiche di gruppo,deve essere previsto un momento dicondivisione di quanto fatto e di raccolta<strong>dei</strong> feedback da parte <strong>dei</strong> partecipanti.Riuscire a raccogliere delle critiche, più omeno esplicite, o <strong>dei</strong> complimenti è moltoimportante. Da un lato consentirà di migliorarela qualità del servizio nel futuro,dall’altro provocherà un sentimento di gratificazioneper coloro che hanno lavorato.Molte volte accade che le attività abbianooccupato più tempo di quanto previsto,ciò non deve togliere la bellezza diconcludere con serenità la giornata. I visitatorinon devono sentirsi in affanno neldover concludere velocemente ciò chestanno facendo e soprattutto devono avere<strong>il</strong> tempo di razionalizzare ciò che hannovissuto, scambiandosi impressioni edcommenti.Un modo per dare importanza al momentodella conclusione della giornata èquello di offrire un ricordo dell’azienda, omeglio ancora un qualche manufatto realizzatodurante <strong>il</strong> laboratorio. Per esempio,sempre in relazione al laboratorio del pane,oltre a consegnare <strong>il</strong> panino fatto daogni bambino, potrà essere distribuita comericompensa al lavoro svolto per la fattoria,una fetta di pane e marmellata o conolio e sale, da gustare tutti insieme.Infine, nel caso in cui in azienda siapresente un piccolo punto vendita aziendalee si voglia aprirlo al pubblico in visita,questo dovrà essere fornito <strong>dei</strong> prodottiaziendali opportunamente confezionati edetichettati con prezzi accessib<strong>il</strong>i per tutti.Questo si traduce nell’affiancare alle classicheconfezioni da 500 gr. di miele e 5litri di olio <strong>dei</strong> barattoli di miele da 100grammi e delle lattine di olio da 250 ml.Prima di proporre la visita del puntovendita ai visitatori è sempre meglio avvertirei responsab<strong>il</strong>i del gruppo, per evitare,specialmente con le scuole, che qualchebambino o bambina, non disponendo disoldi per acquistare, viva una situazionedi esclusione.Fino a quando i visitatori non sarannoandati via gli operatori e <strong>il</strong> personalecoinvolto nella visita deve rimanere a disposizione,salutando gli ospiti come <strong>dei</strong>cari amici.Queste attenzioni in fase di chiusurasembrano essere banali, ma sono atteggiamentiindispensab<strong>il</strong>i per costruire ungiusto livello di ospitalità, che aumenta inmodo consistente la probab<strong>il</strong>ità di esserescelti per una visita futura.Il lavoro della giornata della fattorianon si conclude con i saluti al gruppo, maprosegue per <strong>il</strong> tempo necessario alla puliziae riordino <strong>dei</strong> locali durante <strong>il</strong> quale glioperatori devono essere messi nella condizionedi scambiare tra loro le impressionisulla giornata, per verificare eventualiproblematiche e punti di forza relativi alprogramma svolto.Fare i conti per fare<strong>il</strong> prezzoIn questo contributo sono stati raccoltidiversi consigli, ut<strong>il</strong>i ad affrontarela pianificazione e l’organizzazione diun’attività economicamente sostenib<strong>il</strong>ein grado di esprimere un servizio di elevataqualità.In particolare sono state propostedelle semplici modalità con cui riuscire aquantificare quelle voci di costo che, inmaniera più o meno evidente caratterizzanoogni fattoria, anche per agevolare l’individuazionedi un prezzo di vendita delservizio capace allo stesso tempo di coprirele spese ed essere in sintonia con<strong>il</strong> mercato.Attualmente <strong>il</strong> prezzo a visitatoreespresso dal mercato delle FDE nella RegioneLazio è molto variab<strong>il</strong>e, osc<strong>il</strong>la dai6 ai 15 euro a partecipante per la mezzao l’intera giornata, senza servizio mensa.
42Figura 3.3 - 1: Matrice del RischioPROBABILITÀ43211 2 3 4MAGNITUDOCiò non toglie che si possano osare ancheprezzi diversi, purché giustificati da unastrategia imprenditoriale ben definita.Ad esempio, se un’azienda agricolaut<strong>il</strong>izza l’attività di fattoria per aumentarele visite e lanciare l’apertura dell’attivitàagrituristica, potrà scegliere di praticare<strong>dei</strong> prezzi bassi, anche sottocosto, e decideredi colmare i costi di gestione con fondiche avrebbe comunque destinato peraltre forme di promozione. In un altro casoun’azienda agricola che vuole aumentare<strong>il</strong> proprio reddito complessivo attraversoquesta singola attività ed ha investito cospicuefinanze in tal senso (vedi cap. 3.1),dovrà prevedere che a fine anno rimangano<strong>dei</strong> margini economici tali da assicurarela sostenib<strong>il</strong>ità economica e finanziariadell’investimento ed allo stesso tempo chela qualità del servizio garantisca un flussodi visite costante nel lungo periodo.Anche attraverso questi due sempliciesempi risulta evidente che definire <strong>il</strong>prezzo giusto in assoluto è impossib<strong>il</strong>e, senon scorretto dal punto di vista della teoriaeconomica. Ciò non toglie che, una voltaesplicitate le principali voci di costo peruna generica fattoria, ogni neo-imprenditorepotrà stab<strong>il</strong>ire un prezzo ragionevoleper <strong>il</strong> proprio servizio, basato sulla propriastrutturazione <strong>dei</strong> costi e sui propri obiettiviimprenditoriali.Concludendo, per procedere in questotipo di ricognizione sui costi è necessariotradurre <strong>il</strong> progetto generale delle attivitàper la fattoria in programmi dettagliatiper ogni tipologia di servizio offerto,attribuendo ad ogni singola attività, azionee materiale <strong>il</strong> suo ragionevole valorein euro.3.3 La sicurezza nellaFattoria EducativaL’aspetto normativo relativo alla sicurezzanei luoghi in cui vengono svolteattività lavorative e di ospitalità, può assumereun linguaggio burocratico ritenutospesso diffic<strong>il</strong>e ma che deve essere conosciutoapprofonditamente da tutti coloroche operano o che opereranno all’internodi una fattoria, così come in ogni altro postodi lavoro.La norma che in Italia disciplina tuttigli aspetti della sicurezza e igiene nei luoghidi lavoro è <strong>il</strong> D.lgs. n.81 del 9 apr<strong>il</strong>e2008, intitolato “Testo Unico sulla Sicurezzae Salute sul Lavoro” (modificato con<strong>il</strong> D.lgs.106 del 3/8/09). Questo decretoabroga l’ex D.lgs. n.626 del 94 e ingloba(abrogandole) tutte le altre norme che riguardavanoaspetti specifici della sicurezza(esposizione rumore e vibrazioni, rispettivamenteex D.lgs. 195/06 ed ex D.lgs.187/05, ecc.). Il campo di applicazionedella legge (Art.3) riguarda tutti i settori diattività pubblici e privati e tutte le tipologiedi rischio, comprendendo anche l’ambitoagricolo, quindi anche le aziende agricoledidattiche. I soggetti coinvolti (Art.3, Punto5)sono:1. lavoratori subordinati e autonomie i soggetti ad essi equiparati. Nefanno parte (Art.2) tutti quelli cheindipendentemente dalla tipologiacontrattuale (tempo determinato,indeterminato, stage, ecc.) svolgonoun’attività lavorativa con osenza retribuzione, anche al solofine di apprendere un mestiere ouna professione. Sono ad esempio:i soci di cooperative o di società,i tirocinanti, gli allievi degliistituti d’istruzione, universitari o ipartecipanti ai corsi di formazioneprofessionale, i lavoratori stagionalidell’agricoltura, ecc.2. datore di lavoro (DL), al qualecorrispondono numerosi obblighie responsab<strong>il</strong>ità. È definito come<strong>il</strong> soggetto titolare del rapporto d<strong>il</strong>avoro con <strong>il</strong> lavoratore e che hala responsab<strong>il</strong>ità dell’organizzazionedello stesso, poiché esercitai poteri decisionali e di spesa.Nel caso di realtà aziendali di notevoleentità egli può delegare le
43proprie responsab<strong>il</strong>ità a dirigentio preposti.Pertanto <strong>il</strong> primo passo del “fare lasicurezza” è individuare in un’azienda lefigure coinvolte, come <strong>il</strong> DL e i lavoratori,computandoli come avviene nelle aziendeagricole sulla base delle ULA o unità lavorativeannue (Art.4, Comma4).Gli allievi che partecipano ai corsi all’internodelle fattorie didattiche non sonoconsiderati dalla norma come lavoratoriin senso stretto, ma <strong>il</strong> loro numero deveessere considerato al fine delle misure diprevenzione e protezione da adottare.Obblighi per le aziendeIl DL deve valutare tutti i rischi per lasalute (malattie professionali) e la sicurezza(infortuni) <strong>dei</strong> lavoratori e disporre lemisure di prevenzione e protezione in gradodi eliminarli o se ciò non è tecnicamentepossib<strong>il</strong>e, quantomeno riducendone glieffetti (Art.15). Tali misure possono esseretecniche, organizzative o procedurali. Deveinoltre designare un Servizio e un Responsab<strong>il</strong>edi Prevenzione e Protezione (SPP eRSPP), un medico del lavoro i cui requisitie obblighi sono riportati nell’Art.38 e 25;un rappresentante <strong>dei</strong> lavoratori per la sicurezza(RLS) e i lavoratori incaricati dell’attuazionedella gestione delle emergenze(pronto soccorso e incendio).Documento divalutazione <strong>dei</strong> rischiTutti i rischi e le misure di prevenzionee protezione devono essere accuratamenteriportate in un documento tenutosempre aggiornato e conservato pressol’azienda: <strong>il</strong> Documento di Valutazione <strong>dei</strong>Rischi (DVR). Ogni rischio viene classificatoin base alla sua urgenza nell’essere eliminatoo ridotto, attribuendogli un valoreottenuto dal prodotto tra probab<strong>il</strong>ità cheha <strong>il</strong> rischio di manifestarsi e la magnitudoo intensità del danno (più o meno grave).Questa procedura prende <strong>il</strong> nome di matricedel rischio (fig. 3.3 - 1).Rischi negli ambienti(Titolo II, dall’Art. 62al 67 ed Allegato IV)Nei vari ambienti delle fattorie didattiche(stalle, laboratori, aule, ecc.) <strong>il</strong> lavoratoree gli ut<strong>il</strong>izzatori trascorrono la maggiorparte del loro tempo ed è necessarioperciò che tali luoghi siano <strong>il</strong> più possib<strong>il</strong>esicuri, salubri e confortevoli. Per questogli ambienti non devono presentaresegni di dissesto strutturale, bucheo avvallamenti pericolosi della pavimentazione;vi deve essere un’<strong>il</strong>luminazioneadeguata (naturale e artificiale),una protezione dagli agentiatmosferici e condizioni microclimaticheadattate.Di seguito sono elencati i parametridefiniti dalla legge in merito agli ambientidi lavoro, che per le fattorie, nellastragrande maggioranza <strong>dei</strong> casi, sono glistessi dove vengono ospitati i visitatori.Infine sono state riportate sinteticamentele regole relative a impianti, macchine,segnaletica, antincendio, pronto soccorsoe dispositivi di protezione individuale.L’altezza di tutti i locali ut<strong>il</strong>izzatinon deve essere inferiore a 3m e la cubaturadeve sv<strong>il</strong>uppare almeno 10mc perlavoratore. La pavimentazione di tutti <strong>il</strong>uoghi deve essere realizzata in materialeresistente e antisdrucciolo, in modo particolarequella degli spazi aperti, al finedi evitare cadute <strong>dei</strong> soggetti che vi transitano.Tutte le superfici vetrate devonoessere antisfondamento (certificate),e le porte finestre sicure fino a 1m di altezza.Le scale sono realizzate con materialesicuro e solido, con superficie antisdrucciolevole,<strong>il</strong>luminate e con almenoun corrimano. L’ampiezza e l’altezza <strong>dei</strong>gradini devono rispettare le regole architettoniche(2×alzata+pedata=62-64 cm).Inoltre ogni dislivello con altezza superioread 1m (argini <strong>dei</strong> fossi, piani caricatori,fosse di tramoggia, ecc.) deve essereprotetto da parapetti di altezza non inferiorea 90cm e dotato di fasce fermapiede.Le porte devono avere una larghezza
44Figura 3.3 - 2: Marcatura CEminima di 80cm ed un’altezza di 2m, male dimensioni ed <strong>il</strong> numero cambiano aseconda dell’affollamento previsto all’internodel locale, come pure le larghezzedelle scale e delle vie di fuga. Qualoral’affluenza sia superiore alle 50 unità ènecessario garantire l’apertura delle portenel senso dell’esodo (con maniglione antipanico).Tutte le vie e le uscite di emergenzadevono essere adeguatamente segnalatecon pittogrammi e luci ad accensioneautomatica. I servizi igienici devonoessere in numero sufficiente all’affollamento,distinti per sesso (con segnaletica),riscaldati, dotati di lavabi e docce espogliatoi nel caso di attività insudicianti.I servizi igienici <strong>dei</strong> lavoratori devono esseresempre distinti da quelli <strong>dei</strong> fruitori.Tutti gli ambienti devono presentare l’abbattimentodelle barriere architettonicheai sensi della Legge n.13 del 1989.Impianti e apparecchiature elettriche(Capo III, dall’Art. 80 all’87 ed AllegatoIX)Il datore di lavoro prende le misure necessarieaffinché i materiali, le apparecchiaturee gli impianti elettrici siano progettati,costruiti, installati, ut<strong>il</strong>izzati e mantenuti inmodo da salvaguardare i lavoratori da tutti irischi di natura elettrica (contatti elettrici direttie indiretti, innesco d’incendi, sovratensioniecc.). Ogni modifica o realizzazione diun impianto elettrico deve essere eseguitoda personale ab<strong>il</strong>itato che r<strong>il</strong>ascia la certificazionedi conformità o di esecuzione a regolad’arte (ex Legge 46/90, Decreto n.37del 22/1/08). La stessa cosa vale per gliimpianti termici, di riscaldamento, di sollevamentodi persone, ecc. I controlli periodicisono a cadenza biennale o quinquennalea seconda del rischio incendio ed effettuatida ditte accreditate dall’ISPESL.Macchine e attrezzatureSono le trattrici, i mezzi di trasporto,i carrelli elevatori, gli utens<strong>il</strong>i elettrici qualitrapani, mole, seghe, motoseghe, decespugliatori,raserba, frullatori, impastatrici,affettatrici, mulini, ecc. e devono tutte essereconformi al DPR 459/96 e certificatecon marcatura CE (Art. 5; Art. 71 Comma5; Allegato II Punto A - fig. 3.3 - 2).Le macchine devono essere mantenutesicure attraverso idonea manutenzione,non rimuovendo i dispositivi di sicurezzache vanno sostituiti qualora lascino scoperteparti rotanti e in movimento (ad esempioi giunti cardanici delle trattrici o i carter <strong>dei</strong>trapani a colonna e delle mole). Deve inoltreessere presente la segnaletica.Segnaletica (Titolo V, dall’Art. 161al 166 e Allegati XXIV e XXXII)Qualora vi siano <strong>dei</strong> rischi residuinegli ambienti e nelle macchinequesti devono essere indicaticon segnali opportuni, le cuicaratteristiche (forma, colore e dimensione)sono riportate nel testounico. Devono diffidare i lavoratori e gliospiti dal compiere azioni o comportamentiche possano mettere a repentagliola propria incolumità. Nelle aziende agricoledidattiche vista la presenza di bambinisarà opportuno segnalare <strong>il</strong> divieto didare da mangiare agli animali per evitaremorsi, o comunque di predisporre dellebarrire che evitino <strong>il</strong> contatto tra bambinie animali se non in presenza deglioperatori della fattoria. Molto importanteprevedere la segnaletica e predisporreappropriate barriere che segnalino di nontoccare parti elettriche sotto tensione o inmovimento, di entrare in zone pericolose(per es. magazzini <strong>dei</strong> fitofarmaci) e ditoccare o salire su strutture (per esempiomezzi agricoli abbandonati o in esposizione).Tutte le aree che presentano questirischi devono essere adeguatamente perimetratee i segnali posti in punti fac<strong>il</strong>menteleggib<strong>il</strong>i (fig. 3.3 - 3).
45Figura 3.3 - 3: SegnaleticaAVVERTIMENTO DIVIETO PRESCRIZIONE SALVATAGGIO ANTINCENDIOAltri rischiNel DVR devono inoltre essere riportatele stime <strong>dei</strong> rischi legate all’ut<strong>il</strong>izzo divideoterminali, alle esposizioni degli agentifisici, chimici e biologici. Per le aziendeagricole r<strong>il</strong>evanti sono <strong>il</strong> rumore (Art. 189) ele vibrazioni (Art. 201) trasmesse dalle attrezzaturee dalle macchine, con valutazioneprogrammata ed effettuata con cadenza almenoquadriennale, da personale qualificatoin possesso di specifiche conoscenze. Lasorveglianza sanitaria <strong>dei</strong> lavoratori espostiagli agenti fisici è eseguita dal medico competentesulla base <strong>dei</strong> risultati della valutazionedel rischio. Nel caso siano ut<strong>il</strong>izzatipresidi fitosanitari o altre sostanze pericolose(etichette della tab. 1) è necessaria lavalutazione del rischio chimico (Titolo IX).Stessa cosa vale nel caso in cui si possaentrare a contatto con prodotti biologici(<strong>dei</strong>ezioni animali, saliva, punture, ecc.).In tutte le realtà agricole, <strong>il</strong> rischio chimicoe quello biologico sono sempre riscontrab<strong>il</strong>i.Per gli ut<strong>il</strong>izzatori delle aziendedidattiche è necessaria l’informazioneriguardo eventuali allergieo predisposizioni particolari degliutenti (ragazzi celiaci o con favismo).AntincendioNel documento <strong>il</strong> DL valuta <strong>il</strong> livellodi rischio d’incendio del luogo di lavoro,classificandolo in conformità ai criteri dicui all’Allegato 1 del DM 10/03/1998, inuna delle tre categorie: basso, medio edelevato. Dall’esito della valutazione, <strong>il</strong> datoredi lavoro adotta le misure finalizzatea ridurre la probab<strong>il</strong>ità d’insorgenza di unincendio, realizza le vie e le uscite di emergenza,ne assicura l’estinzione garantendol’efficienza <strong>dei</strong> sistemi di protezione (estintori,idranti, ecc.) e fornisce ai lavoratoriun’adeguata informazione e formazione(Art. 6 e 7 DM10/03/98) sui rischi d’incendio(addetti all’evacuazione, estinzionee chiamata di emergenza). Il numero ela tipologia <strong>dei</strong> mezzi di estinzione devonotenere conto del materiale infiammab<strong>il</strong>e edella sua quantità, e della superficie degliambienti. Qualora dall’esito della valutazionerisulti che <strong>il</strong> rischio è medio o elevato(es.: affluenza oltre 100 o serbatoi digasolio di capacità superiore a 25mc) deveessere fatta richiesta ai V.V.F per <strong>il</strong> CPI(Certificato Prevenzione Incendi). I mezzi diestinzione, fissati alle pareti e segnalati, sidevono mantenere efficienti con controllisemestrali (tab. 3.3 - 1).Pronto soccorsoIn tutte le aziende agricoledidattiche oltre alla squadra perla gestione degli incendi e dell’evacuazioneè presente un numerovariab<strong>il</strong>e di addetti al prontosoccorso, addestrati secondola tipologia aziendale (A, B o C –DM della Salute 15 luglio 2003, n.388).Il DL deve garantire anche la presenzadi una cassetta di pronto soccorso o diun pacchetto di medicazione fac<strong>il</strong>menteraggiungib<strong>il</strong>e, <strong>il</strong> cui contenuto è stab<strong>il</strong>itodal DM n.388. Il DL deve controllareperiodicamente la data di scadenza <strong>dei</strong>farmaci delle cassette. I contenuti minimidi ogni cassetta di Pronto Soccorso,tipo pens<strong>il</strong>e da cucina, (opportunamentesegnalata e dotata di chiusura), ai sensidell’All. 1 sono: dopovidoneal 10% di iodio da 1 litro(1); cloruro - 0, 9%) da 500 ml (3); in buste singole (10); in buste singole (2); nouso(2); media (1); confezione di cotone idrof<strong>il</strong>o (1);
46Tabella 3.3 - 1 numero di estintori a seconda del livello di rischioTipo estintore Basso Medio Elevato13A - 89B 100 m 2 - -21A - 113B 150 m 2 100 m 2 -34A - 144B 200 m 2 150 m 2 100 m 255A - 233B 250 m 2 200 m 2 200 m 2 pronti all’uso (2); ni); rifiuti sanitari (2); pressione arteriosa.Dispositivi di ProtezioneIndividuale in agricoltura(DPI)L’Art. 15, Comma 1, Lettera i, e Art.18, Comma 1, Lettera d, stab<strong>il</strong>isce che <strong>il</strong>DL deve fornire ai lavoratori i DPI per proteggerlidai rischi residui, le cui caratteristichesono riportate al Capo II. I DPI devonoessere “a norma” (D. lgs. 475/92succ.mod.) e adeguati ai rischi da prevenire,senza comportarne uno maggiore. Inagricoltura si ut<strong>il</strong>izzano caschi comprendent<strong>il</strong>’apparato auricolare (durante l’usodi motoseghe e decespugliatori), schermifacciali (per la protezione dalle schegge o<strong>dei</strong> raggi infrarossi durante le saldature),apparecchi antipolvere e prodotti chimici,guanti, scarpe antinfortunistiche, tute d<strong>il</strong>avoro, ecc. I dispositivi sono forniti dal DLche provvede anche alla loro riparazione epulizia. Il lavoratore li deve ut<strong>il</strong>izzare in modoappropriato (secondo la formazione edinformazione ricevuta) e li riconsegna allacessazione del rapporto di lavoro.Nelle aziende agricole didattiche ènecessario dotare di DPI anche gli allievidelle scuole che svolgono attività presso lastruttura; in modo particolare guanti anchein lattice, grembiuli e tute protettive integralinel caso si visitino apiari e si prelevi<strong>il</strong> miele dalle arnie.SanzioniIl Capo IV dall’Art.55 all’Art.61, stab<strong>il</strong>iscele sanzioni a carico <strong>dei</strong> soggetti dellasicurezza che non rispettano le normeriportate nel decreto. Tra le più importantiricordiamo l’arresto da tre a sei mesi ol’ammenda da 2.500 a 6.400 Euro, neiconfronti del DL che omette la valutazione<strong>dei</strong> rischi e l’adozione del documento eche non provvede alla nomina del RSPP.Sicurezza e igiene deglialimentiOgni qual volta che un alimento subisceuna di questi trattamenti: fabbricazione sporto vendita consumatoresecondo <strong>il</strong> “pacchetto igiene 2004”(che integra <strong>il</strong> D.Lgs. 155/97, recepimentodella Dir.93/43/CE), l’azienda deve applicarela metodologia HACCP (Analisi <strong>dei</strong> Rischie <strong>dei</strong> Punti Critici) allo scopo di preveniremalattie croniche ed acute da contaminazionedi virus, batteri ecc. negli alimenti.Se le aziende agricole didattiche hanno unpunto vendita o svolgono attività di produzionedi alimenti e trasformazione, oppurescelgono di far consumare quanto si producenei laboratori didattici si devono dotaredel sistema HACCP rivolgendosi a tecniciqualificati, per evitare di incorrere in sanzioniamministrative fino a 9.000 Euro.3.4 Comunicazione equalitàNell’ottica di rendere sostenib<strong>il</strong>e eduratura nel tempo l’attività didattico/educativadella fattoria, questa deve esseretrattata come un’attività imprenditoriale ditipo sociale, che non può quindi prescindereda curare aspetti legati alla comunicazionee al marketing.Con questo contributo si intendonoevidenziare le priorità e le metodologie con
47le quali impostare una campagna di comunicazionee promozione delle proprieattività, fornendo qualche consiglio e individuandoalcune strategie.La ricerca, lo studio, la cura <strong>dei</strong> rapporticon enti ed associazioni del territorio,i bandi, le strategie di promozione turistica,prevedono una attenta pianificazione. Èfondamentale non sprecare energie, tempoe denaro in rapporti, comunicazioni e strategieinut<strong>il</strong>i, dovute spesso ad una pianificazioneerrata del lavoro. Occorre progettareuna linea di azione flessib<strong>il</strong>e che si adatticontinuamente alle esigenze e capace dirinnovarsi. Andremo a sv<strong>il</strong>uppare le prioritàfunzionali legate alla figura dell’operatoredelle fattorie educative in strutture già esistentio in fattorie di proprietà.La prima priorità è già presente nell’ideaprogettuale legata alla figura professionaleed è la capacità di costruirepacchetti educativi, percorsi didattici, laboratorinaturalistici o l’intera gestione dellafattoria come potenziale laboratorio disperimentazione della sostenib<strong>il</strong>ità.La seconda priorità, è far crescere<strong>il</strong> valore dell’idea progettuale; in questoprocesso assume un ruolo importante edi estrema delicatezza la capacità di comunicazionecon gli Enti e gli imprenditoridel territorio che si interessano di turismoe di educazione ambientale.La terza priorità è quella di costruiree saper mantenere una comunicazioneattenta e costante nel tempo, trasmettendole proprie idee imprenditoriali e tenendoalta l’attenzione sugli orientamentidelle organizzazioni turistiche di areapubblica come: Assessorati Provinciali eRegionali dell’Agricoltura, Assessorati alTurismo <strong>dei</strong> Comuni, delle Province, delleRegioni, Direzioni <strong>dei</strong> Parchi e Riserve Naturali,Camere di Commercio, A.P.T. (Agenziadi promozione territoriale) Regionali,Provinciali, Comunali, ENIT (Ente NazionaleItaliano per <strong>il</strong> turismo che ha <strong>il</strong> compitodi provvedere alla promozione turisticadell’Italia all’estero), Pro Loco, Associazionidi categoria (Confcommercio, Confesercentie A.I.G.A.E. - Associazione ItalianaGuide Ambientali Escursionistiche),Comunità Montane e/o Università Agrarieintesi come enti che gestiscono gli usi civicidelle terre pubbliche, soggetti privaticome consorzi, cooperative e associazioni,A.R.P. (Agenzia <strong>Regionale</strong> per i Parchidel Lazio), G.A.L. (Gruppi di azione locale,possono essere composti da amministrazionicomunali, associazioni di imprenditori,Province e camera di commercio).Importante inoltre è mantenere altal’attenzione, anche sugli orientamenti organizzatividel comparto di intermediazioneturistica, composto dal sistema agenzialecome i Tour Operator, Agenzie di viaggi(specializzate nell’incoming), ricettivisti(agenzie specializzate per fornire servizi turisticidi supporto, quali: cambio valuta,transfer, guide), canali speciali (agenzie diincentive travel, agenzie di organizzazionecongressuale associazioni di imprenditori,ricettivisti) e dal sistema non agenzialecome le associazioni senza scopo di lucro.Vale la pena monitorare i loro siti internete i loro responsab<strong>il</strong>i di settore per esseresempre informati su workshop, meeting,seminari, fiere legate al settore e soprattuttoi bandi turistici da loro pubblicati.Per una buona promozione è necessariala partecipazione ad eventi oworkshop che hanno come obiettivoquello di favorire e accrescerele occasioni di presentazione ecommercializzazione <strong>dei</strong> prodottituristici. Fac<strong>il</strong>itano <strong>il</strong> confronto con altrioperatori del settore, informano su comecambia ed evolve <strong>il</strong> mercato oltre i confiniregionali. Il panorama fieristico nazionaleed estero si presenta ogni anno con unprogramma molto ricco che vede la partecipazionedi alcune Regioni (compresala Regione Lazio) in sinergia con altri Enti,come le camere di commercio e le Province.La tabella che segue evidenzia le fierepiù accreditate e i workshop più interessantidel settore.
48FIERE LOCALITÀ PERIODOBorsa Internazionale del Turismo - BIT M<strong>il</strong>ano febbraioFiera Internazionale del Turismo - GLOBE Roma marzoBorsa del Turismo Scolastico e Studentesco - BTS2 Genova novembreBorsa d’Europa riservata al turismo sportivo e attivo - BTS Montecatini Terme (PT) ottobreBorsa internazionale del turismo natura - ECOTUR Chieti ottobre o maggioBorsa del turismo congressuale - BTC Roma novembreWORKSHOP LOCALITÀ PERIODOBuy Lazio Diverse località nella regione Lazio settembreVisiTuscia Diverse località nella provincia di Viterbo ottobre“Natura in Viaggio” Presso le aree protette della regione Lazio primavera - estateLa partecipazione attiva, ossia conun proprio stand o spazio espositivo, aduno o più di questi eventi comporta unnotevole impegno sia dal punto di vistaeconomico che di programmazione. Perpresentarsi in una di queste occasioni ènecessario dedicare molto tempo alla preparazione<strong>dei</strong> materiali nonché alla progettazionedello stand oltre a prevedere icosti necessari per assicurare la presenzadi una o due persone full-time per trequattro giorni in località molto probab<strong>il</strong>mentelontane da casa. Per evitare di collezionareesperienze negative e dispendioseè consigliab<strong>il</strong>e che le prime esperienzefieristiche si svolgano all’interno difiere ed eventi a carattere locale (e magaricon quote di partecipazione basseo del tutto assenti, come ad esempio iworkshop VisiTuscia e Natura in Viaggio)dove poter sperimentare l’efficacia deglistrumenti predisposti per la campagna dicomunicazione.Quanto detto non esclude <strong>il</strong> fatto chefrequentare periodicamente, anche comesemplice visitatore, le fiere ritenute al topper quanto riguarda <strong>il</strong> turismo è ut<strong>il</strong>issimoper raccogliere idee e spunti interessanti eper allacciare contatti con altre realtà.Nella pianificazione del marketing èfondamentale prevedere una buona strategia,collocando sullo sfondo dell’intero lavorouna corretta definizione degli obiettivida perseguire. Reperire tutte le informazioniche possano emergere dalla situazioneattuale del territorio, al fine di individuarei punti di forza e gli eventuali elementi dicriticità attorno ai quali costruire <strong>dei</strong> progettirealisticamente attuab<strong>il</strong>i. La prima fasedel piano di marketing è la ricerca dimercato e quindi l’analisi dettagliata dellasituazione turistica del territorio: natura,clima, musei, prodotti tipici, la posizione,la raggiungib<strong>il</strong>ità, i servizi dell’area cometrasporti, noleggio auto/bus, guide, entituristici, taxi, segnaletica, negozi; le strutturericettive e ristorative, la descrizionesocio economica, le tradizioni, folclore eartigianato, individuando inoltre le potenzialitàinespresse.Analizzare la domanda e l’offerta turisticadel territorio aiuta ad essere competitivie innovativi al tempo stesso, cercandodi elaborare proposte di qualitàche siano qualcosa di diversodalla massa delle offerte presentisul mercato. Gli obiettivi di competitivitànon devono prescindere dai principidella sostenib<strong>il</strong>ità ambientale, dagli st<strong>il</strong>idi vita e comportamenti alimentari equi esostenib<strong>il</strong>i, dalle tradizioni e culture locali.Nel panorama turistico, sempre più affollato,sono presenti fattorie didattiche oagri-fattorie, che alla prova <strong>dei</strong> fatti risultanoessere ristoranti o agriturismi. In questomodo si rischia di deludere una domandaturistica che diventa sempre più attentaed esigente. La confusione di identitàsul mercato ha svantaggiato chi ha intrapresoseriamente la professione di operatoredelle fattorie didattico-educative. Perquesto l’offerta educativa si è convogliataverso nicchie di mercato ben precise, comeagenzie di viaggio legate alle scuole eagenzie ed associazioni di turismo naturalistico,dove diffic<strong>il</strong>mente ci si improvvisasenza avere una preparazione didatticaspecifica.Prendere visione delle “indagini conoscitiveterritoriali” della domanda turisticadel territorio, messe a disposizionedalle Province, assicura un flusso di informazioniche permette di sv<strong>il</strong>uppare ed elaboraredelle proposte attuali ed attuab<strong>il</strong>i.Attraverso l’indagine conoscitiva della domandaturistica, si analizza lo stato attualedell’offerta cogliendo i punti di forza edi debolezza al fine di individuare le azionidi promozione da svolgere. Raccolti glielementi di valutazione turistica, occorreconsiderare anche le reti degli Enti pubblicie privati presenti al fine di individuareeventuali sinergie già esistenti sul territoriocon le quali interagire. Focalizzaresempre l’attenzione sugli eventualidisciplinari per i marchi nel-
49le fattorie educative, didattiche oagri-fattorie pubblicati dalla Provinciae/o dalla Regione.Nella promozione più attenta nonpuò mancare <strong>il</strong> sito internet che <strong>il</strong>lustrial meglio le caratteristiche dell’azienda,con una mappa <strong>dei</strong> dintorni che mostri lepeculiarità del territorio, storiche, naturalistichecon foto di monumenti e di luoghinaturali, oltre alle foto dell’azienda edelle attività che offre <strong>il</strong> laboratorio didattico.Per rendere vivace la promozione èimportante inserire sul sito <strong>dei</strong> video delleattività educative della fattoria, le fotodegli animali e degli operatori, cercandodi essere meno impersonali possib<strong>il</strong>i. Ladidascalia della foto di un asino, di uncavallo o di una mucca, deve creare curiositàe simpatia verso l’animale, quindi,non dimenticare di inserire <strong>il</strong> nome, l’età,<strong>il</strong> carattere i suoi gusti alimentari e qualchecuriosità. Possib<strong>il</strong>mente mostrare glioperatori e l’azienda in attività con scuole,famiglie, gruppi. È importante che<strong>il</strong> sito sia chiaro ed esplicativo eche non dia adito ad incomprensioniriguardo a prezzi e offerte.Cercare di dare al sito la massima visib<strong>il</strong>itàinserendolo nei portali turistici localie di categoria e aggiornandolo spesso,almeno una volta al mese inserendobrevi news.3.5 La Fattoria incontrala ScuolaLa scuola dell’autonomiaI rapporti diretti tra gli istituti scolasticied Enti, associazioni, cooperative esterneall’istituto e che con questo collaboranosi sono intensificati e sono entrati afar parte dell’offerta formativa della scuolagrazie all’autonomia scolastica. L’autonomiascolastica è una ristrutturazione a livellodi gestione della scuola che deve esserecalata nel contesto in cui a sede l’istitutoscolastico specifico. Questa si attuaa livello legislativo tra <strong>il</strong> 1997 e <strong>il</strong> 2001(Legge 15 marzo 1997, n. 59; Decreto Ministerialen. 765 del 27 novembre 1997;Contratto Collettivo Nazionale di Lavoroper <strong>il</strong> personale dell’Area V della DirigenzaScolastica relativa al periodo 1/9/2000- 31/12/2001) e porta delle interessantiinnovazioni che ci permettono di capire lacrescente attenzione della scuola ad allacciarerapporti con <strong>il</strong> territorio.Dal Preside al Dirigente Scolastico:ai capi d’istituto è conferita la qualifica dirigenziale.Il Dirigente Scolastico, non s<strong>il</strong>imita a far attuare e rispettare delle direttivedel Ministero dell’ Istruzione, dell’Universitàe della Ricerca, ma nel rispetto dellecompetenze degli organi collegiali, assicura<strong>il</strong> funzionamento generale dell’unitàscolastica, nella sua autonomia funzionaleentro <strong>il</strong> sistema di istruzione e formazione,promuove e sv<strong>il</strong>uppa l’autonomiasul piano gestionale e didattico, promuovel’esercizio del diritto all’apprendimentodegli alunni, la libertà di insegnamento <strong>dei</strong>docenti, la libertà di scelta educativa daparte delle famiglie.Dalla carta <strong>dei</strong> servizi al P.O.F.: ogniistituzione scolastica predispone, con lapartecipazione di tutte le sue componenti,<strong>il</strong> Piano dell’offerta formativa.Dal programma alla programmazione:la partecipazione al programma nazionalein oggetto costituisce una facoltà enon un obbligo per le istituzioni scolastiche.Il programma nazionale si traduce inindicazioni nazionali.La didattica diviene flessib<strong>il</strong>e: leistituzioni scolastiche regolano i tempidell’insegnamento e dello svolgimentodelle singole discipline e attività nel modopiù adeguato al tipo di studi e ai ritmidi apprendimento degli alunni; fermo restandola distribuzione dell’attività didatticain non meno di cinque giorni settimanalie <strong>il</strong> rispetto <strong>dei</strong> complessivi obblighiannuali di servizio <strong>dei</strong> docenti previsti daicontratti collettivi. Possono essere attivatiinsegnamenti integrativi facoltativi e larealizzazione di attività organizzate in collaborazionecon altre scuole e con soggetti
50esterni per l‘integrazione della scuola con<strong>il</strong> territorio.La scuola rinnovata, sotto l’aspettogestionale, volge la sua attenzione al territorioe alle problematiche correlate al finedi divenire sempre più una struttura integratanel contesto sociale in cui a sede.Uno strumento importate in tal senso, dicui la scuola si munisce è <strong>il</strong> Piano dell’OffertaFormativa.Quale documento si deveconsultare prima dicostruire una propostadidattica? - Il P.O.F. -Tutte le istituzioni scolastiche hanno<strong>il</strong> proprio Piano dell’Offerta Formativa(P.O.F.). Il P.O.F. è elaborato dal collegio<strong>dei</strong> docenti sulla base degli indirizzi generaliper le attività della scuola e delle sceltegenerali di gestione e di amministrazionedefiniti dal consiglio di circolo o di istituto,tenuto conto delle proposte e <strong>dei</strong> pareriformulati dagli organismi e dalle associazionianche <strong>dei</strong> genitori e, per le scuolesecondarie superiori, degli studenti.Il P.O.F. è <strong>il</strong> documento fondamentalecostitutivo dell’identità culturale e progettualedelle istituzioni scolastiche ed esplicitala progettazione curricolare, extracurricolare,educativa ed organizzativa che lesingole scuole adottano nell’ambito dellaloro autonomia. Il Piano dell’Offerta Formativaè coerente con gli obiettivi generalied educativi <strong>dei</strong> diversi tipi e indirizzidi studi determinati a livello nazionale eriflette le esigenze del contesto culturale,sociale ed economico della realtà locale.Il Piano è adottato dal consiglio di Circoloo di Istituto e <strong>il</strong> Dirigente Scolastico attivai necessari rapporti con gli enti locali econ le diverse realtà istituzionali, culturali,sociali ed economiche operanti sul territorio.Il Piano dell’Offerta Formativa è resopubblico e consegnato agli alunni e allefamiglie all’atto dell’iscrizione.Le indicazioni nazionaliper <strong>il</strong> curricula e laProgrammazioneUn altro importante documento di cuisi deve tener conto nell’elaborazione diuna proposta didattica per la scuola sonole indicazioni nazionali per <strong>il</strong> curricolo. Adoggi le ultime indicazioni sono del 2007 ericonsiderano l’esperienza del “fare scuola”al fine di dare senso alla frammentazionedel sapere e collegarlo alla realtàattraverso l’esperienza diretta. In taledocumento è riportato che lo studiodella scienza della natura deveessere visto in una prospettivastorica ed evolutiva con più sperimentazionee osservazione dellarealtà. Devono essere realizzati percorsiin forma di laboratorio, per favorire l’operativitàe allo stesso tempo <strong>il</strong> dialogo e lariflessione su quello che si fa. Il laboratorioè una modalità di lavoro che incoraggiala sperimentazione e la progettualità,coinvolge gli alunni nel pensare, realizzaree valutare attività vissute in modo condivisoe partecipato con altri, e che può essereattivata sia all’interno sia all’esternodella scuola, valorizzando <strong>il</strong> territorio comerisorsa per l’apprendimento. Le indicazioniper <strong>il</strong> curricolo riportano obiettivi trasversali,obiettivi disciplinari e traguardi che glialunni devono raggiungere nei vari indirizziscolastici. Questi sono considerati e riportatidal docente nella programmazionedidattica annuale per classe che consegnaal Dirigente Scolastico. Nella programmazione<strong>il</strong> docente deve riportare anche iprogetti e le uscite che la classe effettueràdurante l’anno che devono essere motivatein base agli obiettivi che si voglionoraggiungere. Si comprende quindi l’importanzadi presentare delle proposte allescuole che condividano gli stessi obiettivi,principalmente trasversali, che spessosono quelli delle indicazioni nazionali, ripresie calati nel contesto territoriale nelP.O.F. e perseguiti dal docente, opportunamenteadattati al contesto classe nellaprogrammazione.
51Se si considerano alcuni tra i principaliobiettivi trasversali della scuola: zione,descrizione e analisi; va,ut<strong>il</strong>e soprattutto nella fase di attivitàsperimentale; critico e una flessib<strong>il</strong>ità mentale; confronto tra pari; appartenenza al territorio; sose stessi, gli altri e l’ambiente; sionedel sapere scientifico comeuno strumento ut<strong>il</strong>e anche per lacomprensione <strong>dei</strong> fenomeni dellavita quotidiana;si può riflettere che questi obiettivipossono essere perseguiti sv<strong>il</strong>uppando<strong>dei</strong> progetti in collaborazione con lefattorie educative.Quando presentare laproposta? - i tempi dellascuola e <strong>il</strong> Fondo IstitutoI tempi di presentazione, accettazionee attuazione di una proposta didatticaalla scuola sono determinati in gran partedai finanziamenti e in particolare dal fondodi istituto (F. I.).Il fondo d’istituto è <strong>il</strong> principale finanziamentostatale che viene elargitoalle scuole ogni anno per sostenere varieattività amministrative e didattiche. Èassegnato dal Ministero ad ogni scuolain base al numero di dipendenti (personaledocente ed A.T.A) e viene accreditatosul conto corrente della scuola soloa gennaio. A queste risorse possono aggiungersi:le economie non ut<strong>il</strong>izzate neglianni precedenti; i risparmi sugli stipendi<strong>dei</strong> supplenti temporanei (art. 22 legge finanziaria2002); altri finanziamenti che inbase al programma annuale sono destinatiad incrementare <strong>il</strong> fondo; finanziamentiche la scuola, nell’ambito dell’autonomia,può trovare da altri enti. L’insieme di questerisorse sono ut<strong>il</strong>izzate per pagare: glistipendi dello staff del Dirigente Scolastico;gli stipendi <strong>dei</strong> supplenti temporaneinon nominati dal Provveditorato; l’onereper le attività aggiuntive funzionali all’insegnamentosvolte da alcuni docenti surichiesta del collegio docente; gli straordinari<strong>dei</strong> dipendenti; corsi di alfabetizzazionedella lingua italiana; corsi di alfabetizzazioneinformatica; attività di recuperoe sostegno; progetti scolastici presentatie svolti dai docenti e infine progetti svoltida enti esterni.Il F. I. può essere calcolato in anticipoall’inizio dell’anno scolastico e ciò permetteal collegio <strong>dei</strong> docenti di programmareattività didattiche specifiche e di aderire aprogetti e percorsi didattici che richiedonoun finanziamento.Purtroppo, in generale, le risorse finanziaredella scuola non sono così consistentida permettere un adeguato supportoa tutte le attività che richiedono unfinanziamento. Inoltre in questo panoramasi devono considerare i recenti tagliche sono stati fatti sul personale scolasticoin base al quale viene calcolato <strong>il</strong>fondo d’istituto, che di conseguenza risultaridimensionato. Non è diffic<strong>il</strong>e ipotizzareche in una politica del risparmiofinanziario la scuola, dovendo garantire iservizi principali, decida di supportare finanziariamentein modo meno consistentele proposte didattiche presentate daenti esterni.In relazione ai tempi della scuola ealla disponib<strong>il</strong>ità <strong>dei</strong> finanziamenti, in particolare<strong>il</strong> fondo d’istituto, possiamo considerarei tempi di presentazione ed in casodi accettazione di attuazione di una propostadidattica alla scuola.A GIUGNO si deve presentare la propostadidattica alla scuola. Se questa vieneaccettata è inserita nel P.O. F. dell’annoscolastico successivo.