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Magnificat n. 93 - Suore Francescane Immacolatine

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Periodico trimestrale delle <strong>Suore</strong> <strong>Francescane</strong> <strong>Immacolatine</strong> - Anno XXII - Numero n.<strong>93</strong> - Luglio Agosto Settembre 2008 - Sped. in abb. post. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 2, DCB - Benevento - Taxe perçue au Bureau de Benevento


Carissimi amiciSiamo passeggeri del treno della vita.Molti sono infelici con fax, telefono, cellulare,personal computer, TV digitale, internete quant'altro.E' proprio vero che “Quando il cielo sivuota di Dio, la terra si riempie di idoli”.Riflettiamo sulla lezione magisterialetenuta dal Papa Benedetto XVI: “La nostracittà non sono più piene di are ed immaginidi molteplici divinità. Per moltiDio è diventato veramente il grande Sconosciuto.Ma come allora dietro le numeroseimmagini degli dei era nascosta e presentela domanda circa il Dio ignoto, cosìanche l'attuale assenza di Dio è tacitamenteassillata dalla domanda che riguardaLui. Cercare Dio e lasciarsi trovare daLui; questo oggi non è meno necessarioche nei tempi passati”.La Redazione


<strong>Magnificat</strong>Santità a confrontoFausto BaldassarreRecentemente Benedetto XVI ha dedicato una riflessionesulla santità: “Hans Von Balthasar scriveva che isanti costituiscono il commento più importante delVangelo, una sua attualizzazione nel quotidiano e quindi rappresentanoper noi una reale via di accesso a Gesù”. Sempre secondo il Pontefice“ Jan Guitton li descriveva “come i colori dello spettro in rapportoalla luce” perché con tonalità e accentuazioni proprie ognunodi loro riflette la luce della santità di Dio.La santità non è un lusso, non è un privilegio per pochi, un traguardoimpossibile per un uomo normale; essa, in realtà, è il destinocomune di tutti gli uomini chiamati ad essere figli di Dio, la vocazioneuniversale di tutti; naturalmente non tutti i santi sono uguali: sonoinfatti lo spettro della luce divina. E non necessariamente è grandesanto colui che possiede i carismi straordinari. Ce ne sono infattimoltissimi i cui nomi sono noti soltanto a Dio, perché sulla terra hannocondotto un'esistenza apparentemente normalissima. Bernanosnotava che “ogni vita di santo è come una nuova fioritura di primavera”.Anche la serva di Dio Teresa Manganiello è un meraviglioso fioredella terra irpina e rientra nella “fioritura”. A chi può essere paragonata?La biografia di S. Gemma Galgani (1878-1903) presentaanalogie con Teresa. Due donne: entrambe hanno vissuto e conosciutoil dolore. La madre di Gemma muore quando lei ha sette anni e pocodopo muore anche il papà farmacista. La futura santa sarà accolta2


Santità a confrontoSanta Gemma Galganicome dolcissima figlia adottiva dallafamiglia Giannini.Gemma Galgani è venerata comeprotettrice dei farmacisti perchéha trascorso la sua vita in un ambientedi farmacisti a cominciaredal nonno, poi il padre e poi il fratelloe la famiglia Giannini. ComeS. Gemma Teresa Manganiello vivei suoi giorni caratterizzati da un rapportodiretto col Divino: Gesù, laMadonna, gli angeli, i santi.Entrambe queste donne furonospinte dall'amore per Dio e si offrironovittime espiatrici e riparatricidei peccati degli uomini unendosiai dolori di Cristo Gesù, fino a diventareSpose di sangue. Teresa, pur non avendo genitori farmacisti,raccoglie una tradizione operativa: l'arte popolare di preparare i rimedicontro il dolore. Nell'ambiente in cui la Serva di Dio preparava le“medicine” era penetrante l'odore delle spezie, ma soprattutto il profumodi Dio, della carità. Con questa sua azione la nostra TerziariaFrancescana si muoveva nel rispetto della Missione delle farmacieconventuali , dove il dare medicinali era sostenuto da un peculiarerapporto fatto di ascolto, di attenzione nei confronti dei dolori fisicie delle afflizioni dello spirito.Il rapporto dei frati cappuccini con l'arte di preparare i farmaci risalealla loro origine, un'antica tradizione narra che S. Francesco inpersona desidera che un angolo di terra presso ogni convento fosseriserbato per coltivare erbe odorose e fiori. (Leggenda Perugina,n. 51 in Fonti <strong>Francescane</strong>, p. 1600).Anche la nostra Serva di Dio sulla scia di questa tra-3


<strong>Magnificat</strong>dizione ha il suo spazio di terrenoe grazie all'osservazione,all'esperienza, piena di senso praticoe dell'amore di Dio, imparamolto e non solo nell'arte salutare.Teresa non intende sprecarele sue conoscenze, di offrirle abeneficio, a vantaggio dei poveri.A chi paragonarla ancora?A Bernadette Soubirous(1844-1879). L'11 febbraio del1858 a questa umile pastorellaappare per la prima volta la Verginenella grotta di Massabielle.Quando qualcuno le diceva dinon credere alla verità delle apparizionisi limitava a rispondere:“La Signora non mi ha dettoSanta Bernadette Soubirousdi convincervi. La Signora mi ha solo incaricata di dirvelo”. La Madredel Cristo affidava il suo messaggio di richiamo alla fede, alla preghiera,al pellegrinaggio a questa quattordicenne denutrita e analfabeta.“Per diciotto volte, parlando in dialetto, apparve nella grotta aBernadette povera, ignorante per il mondo, meravigliosa sapienteper il Vangelo. Santa Bernadette Soubirou, figlia di un mugnaio fallitodell'oscura Lourdes, fu coeva della Serva di Dio Teresa Manganiello.Anche la nostra francescana è mistica.“Il mistico è al vertice della scala spirituale: non ha più bisogno di“credere”, perché vede, tocca, constata. Per Lui, la fede cessa di essereuna “scommessa” sempre insidiata dal dubbio, per divenire una“esperienza” tangibile e dunque innegabile” (Vittorio Missori).Infatti Teresa si ritirava nella sua grotta e come Bernadette erano entrambeesperte di luce.4


<strong>Magnificat</strong>Rendere la famigliaChiesa domesticaÈNicola Mastroserionecessario mettere in conto la presenza delle spinte egoistiche,le fragilità, le diversità temperamentali , culturalio generazionali, tutte naturali sorgenti di facili contrastitra coniugi, come tra genitori e figli. E' avvenuto anche tra santi.Urge pertanto che si sia coscienti di tale realtà e ci si disponga adeguatamentead affrontare e superare le difficoltà di turno. Impegnopreliminare potrà essere quello di riconoscere e contrastare le proprietendenze negative cercando con determinazione di migliorarsi.Importante dovrà essere pure il prendere atto di quanto le diversitàaltrui possano rappresentare in molti casi motivo di reciproco arricchimento.Trovandoci poi dinanzi a delle negatività , è sempre indispensabilericordarci come anche a noi riesce difficile - nonostantel'impegno posto - correggerci da certi difetti, comportamenti temperamentalio atteggiamenti mentali. Bisognosi infine anche noi diperdono e volendo essere cristiani autentici, non ci rimane che assimilareil comandamento evangelico appunto del perdono, disponendocia viverlo con convinzione, prontezza e generosità. Anche se ciòpossa costarci moltissimo, specialmente in certi casi.Dobbiamo inoltre tener presente che se nella divina economiadella salvezza l'alleanza con l'umanità conseguita da Cristo è di fattodovuta essere sigillata con l'immane sacrificio della passione e mor-6


Rendere la famiglia Chiesa domesticate di questi sulla croce, di riflesso anche l'alleanza da istituire e viveretra coniugi e nella famiglia dovrà affrontare e superare le tribolazionispesso connesse alle fragilità umane. Del resto, dopo il peccato originale,l'affermazione dell'amore va quasi sempre congiunta a qualchesfaccettatura della sofferenza.Tutto però diverrebbe facilmente pura utopia se come si è giàdetto - non si cercasse di rendere la propria famiglia una “chiesa domestica”,non solo con la disponibilità alla regolare partecipazioneall'Eucaristia e al Sacramento della penitenza, ma anche con la praticadi una preghiera filiale, costante e fiduciosa, particolarmente necessariaper crescere nell'amore, per superare momenti problematicio di crisi, per guarire da eventuali ferite venutesi a creare o per viverepiù adeguatamente la propria paternità o maternità. GiovanniPaolo II non mancò di sottolineare tale bisogno nella sua “Letteraalla famiglia”. “E' necessario - scrisse - che il pregare diventiun'abitudine radicata nella vita quotidiana di ogni famiglia”(n. 10). I sacramenti e la preghiera non risolveranno7


<strong>Magnificat</strong>certo tutti e automaticamente i problemi delle coppie e delle famiglie.Infonderanno però con abbondanza la luce opportuna per il discernimentodelle possibili soluzioni secondo il Vangelo - comportamentoper noi cristiani indispensabile e vincolante - nonché la graziaefficace per affrontarli e risolverli, supposta sempre la propria buonavolontà e la propria docilità all'azione dello Spirito.Dopo le considerazioni fatte fin'ora, dovrebbe riuscirci facile convenirecon quanto - a conclusione della SETTIMANA SULLAFAMIGLIA di Valencia - Benedetto XVI ebbe a pronunciare il 10 ottobre2006 riguardo la famiglia: “Riconoscere e aiutare questa istituzione- disse in quella circostanza - è uno dei più importanti serviziche si possono rendere oggi al bene comune e allo sviluppo autenticodegli uomini e delle società, quale migliore garanzia per assicurare ladignità, l'uguaglianza e la vera libertà della persona umana”.E' una consapevolezza che dovrebbe impegnarci tutti a difendere- a qualunque livello e in qualunque contesto - la famiglia nella suacostituzione naturale e a promuoverne nello stesso tempo la prosperità,facendo concretamente tesoro di quanto meditato e cominciandodalla propria famiglia.8


Vale la pena ascoltareQuando superiamo una fase difficile della nostra vita, volgendociindietro, qualche volta, ci accorgiamo di persone speciali che, in corrispondenzadei passaggi più stretti, hanno accompagnato i nostripassi con umiltà e in silenzio.Uomini o donne, queste persone meravigliose posseggono la raravirtù di saper ascoltare come pochi sanno fare. Attenti e tranquilli,sanno accogliere in sé ogni parola, non se ne perdono una, non neaspettano nessuna con impazienza e non vi annettono né lode né biasimo:semplicemente, ascoltano.Conoscono il valore delle parole e le usano con parsimonia; sannotrovare quelle giuste e conoscono l'eloquenza del silenzio.Appena il loro sguardo preciso ed obbiettivo scende su di noi, imalumori, i rancori, i sogni delusi e i desideri frustrati si sciolgono comenebbia al sole.Chi li conosce sa che ridono volentieri: in essi abita la potente forzaintellettuale del riso, che sa cogliere la comicità dell'esistenza, consolagli animi afflitti e restituisce al mondo l'equilibrio perduto.Chi li conosce meglio sa che, dietro quell'apparenza di autocontrollo,si nasconde un calore incontenibile: il dono di saper piangereed esultare, soffrire e ridere con chi hanno davanti insieme alla capacitàdi saper scorgere la bellezza in ogni situazione e in ogni anima.Quei volti quieti, quei gesti miti e gentili, quei sorrisi lieti placanol'atmosfera, alleviano le tensioni, sopiscono le passioni disordinatee, nel silenzio, ci indicano l'unica voce che vale la pena ascoltare eche non smette mai di risuonare nel cuore di ognuno.Che grazia formidabile è imbattersi in simili ascoltatori, affondarela propria vita e i propri affanni, la propria ansia di sapere e capirenel cuore di queste persone straordinarie!Ripensandoli con affetto e riconoscenza, diciamo di loro: “Davverome lo ha mandato il Signore!”Rit a B enazzi


<strong>Magnificat</strong>Santa Monicaesemplare modello di mammaVincenzo MaddaloniLa storia è costellata da esempi di donne e madri che, conslancio palpitante, hanno compiuto grandi atti d'amoree di incondizionata dedizione. Spicca tra loro Monica,colei che diede la vita, e non solo quella biologica, ad Aurelio Agostino.Nata nel 331 in una famiglia cristiana, fu allevata sotto la guidadi una bambinaia anziana e dotata di grande saggezza, che la corressecon garbo, misura, diligenza, educandola a quei costumi tanto nobiliche la resero "degna di lode e ammirazione non comune".Si sposò con un pagano di nome Patrizio, tenero e sensibile, mavolubile e facile all'ira, da cui ebbe due figli, Agostino e Naviglio, euna figlia che chiamarono, forse, Perpetua. Dopo la morte del marito,sopraggiunta nel 371, Monica prese su di sé l'incarico dell'educazionedei figli, che curò con fermezza e comprensione, evitando formeindulgenti e sdolcinate. Più di tutto, le premeva la carriera del primogenito,Agostino, ma non sottovalutò mai la sua formazione spirituale,preoccupandosi per la salvezza della sua anima.Prova ne è che quando egli tornò a casa con titolo accademico diretore, la madre non ne rimase completamente soddisfatta, perchéaveva raggiunto i suoi obiettivi professionali a scapito della sua fede.Lungi dal sentirsi sconfitta, Monica non si arrese. Così, da una partebussò con insistente preghiera e calde lacrime al cuore di Dio,dall'altra mise in atto ogni tentativo, che le suggerivano l'istinto didonna e l'amore materno, al fine di far rinascere la fede e la pratica10


Un libero esercitocristiana nell'animadel giovane professore.Il suo impegno e lasua perseveranza nelpregare e nel seguirecon ferma decisionele vicissitudini del figlioprediletto venneropremiati quando,nella notte del 24aprile del 387, a Milano,assistette al battesimo,amministratodal noto vescovo Ambrogio,dei figli Agostinoe Naviglio e delnipotino Adeodato.Sul finire di quellastessa estate, mentreattendeva di imbarcarsi per l'Africa, Monica, in un momento di colloquio-spiritualecon il "nuovo Agostino", affacciati entrambi ad unafinestra ad Ostia Tiberina, in uno sfavillante tramonto, mormorò:"che resto a fare ancora quaggiù? Il Signore mi ha concesso più diquanto gli chiedevo".A 56 anni, serenamente, si spense per andare a brillare nel regnodel Padre. Con la sua scomparsa, l'esempio della sua vita divenne unpunto di riferimento per molte mamme. Il culto per la mamma diAurelio Agostino cominciò progressivamente a diffondersi dal secoloXII. Raggiunse l'apice nel XV secolo, ad opera dell'agostinianoMaffeo Vegio (1407-1458). Egli fu insigne rappresentante diquella corrente umanista che, fondendo l'ideale classicocon quello cristiano, trovò nell'accordo tra lettere sa-11


<strong>Magnificat</strong>cre e profane il segreto di una più elevata formazione spirituale.Divenuto frate agostiniano nel 1455, dedicò il resto della sua vitaal culto del Santo d'Ippona e di Santa Monica, dedicando al lorostudio gli ultimi suoi anni; rasserenati dalla lettura dei Salmi, giudicatiin gioventù "nenie da vecchio". Affascinato dalla lettura delleConfessioni, nel suo cuore nacque sì grande amore che considerò"miracolosa la nascita di Agostino per il mondo. " Nel leggere le pagineagostiniane, Vegio scoprì la grandezza dell'Ipponate, ma soprattuttoquanto fosse "adorna di ogni virtù la madre di Agostino".Stimolato da un singolare esempio di proficua educazione,l'agostiniano di Lodi scrisse il noto trattato pedagogico "L'educazionedei figli e i loro buoni costumi", con lo scopo di far "conoscerel'opera educatrice di Monica" di modo che si potesse "non soloammirarne la santità, ma venerarla al massimo". Nel suo scritto, Vegiola eleva a modello per tutte le mamme del mondo e la consacra,a dispetto del tempo, come specchio limpidissimo di un vivere buonoed onesto.Il suo corpo, rinvenuto a Ostia, fu trasportato a Roma nel 1430. Ilpapa Martino V, che ne aveva ordinato le ricerche, ordinò una solennestraordinaria liturgia che officiò personalmente. Nella circostanzaindirizzò un commovente discorso agli Eremitani di Sant'Agostino,ai quali affidò il sacro corpo, e al popolo che affollava la chiesa.Nella circostanza il Vegio fece custodire le reliquie della Santa inun bel sarcofago di marmo bianco, collocandolo nella cappella da luifondata nella Basilica di Sant'Agostino in Roma. Inoltre, lasciò unadettagliata testimonianza scritta riguardante il rinvenimento, il trasporto,ed i prodigi operati da mamma Monica. In un manoscrittodella Biblioteca Vaticana si legge che la venerata madre di Agostino“tanto più fu riverita dai fedeli quanto più il buon esempio del sommoPontefice li invitava alla di lei venerazione.” Si legge anche che fufondata una Compagnia delle Donne di Santa Monica, riconosciutada Eugenio IV, nel 1440.12


Misericordiosi sono coloro che esercitano le opere di misericordiasu questa terra nel perdono dei peccati e nel propiziare per sè eper gli altri la divina giustizia.L'invito ad avere misericordia sull'esempio di Dio, Padre dellemisericordie, come viene chiamato da San Paolo, è presente in numerosipassi della Sacra Scrittura e la stessa predicazione di Gesù è labuona novella della misericordia di Dio. “Siate benevoli gli uni versogli altri, misericordiosi, perdonandovi a vicenda come Dio ha perdonatoa voi in Cristo” (Ef 4, 32). “Siate misericordiosi, come è misericordiosoil Padre vostro. Non giudicate e non sarete giudicati, noncondannate e non sarete condannati perché con la misura con cuimisurate sarà misurato a voi in cambio” (Lc 6, 36-38) e “il giudiziosarà senza misericordia per coloro che non hanno usato misericordia”(Gv 2, 13): diventare simili a Dio e assicurarsi un giudizio misericordioso:sono i fini della nostra vita. Siamo purtroppo tendenzialmenteportati ad essere colpiti non tanto dalle nostre mancanzequanto dalle inadempienze immaginarie dei nostri fratelli e, invecedi perdonare, giudichiamo e condanniamo gli altri. San Francescoesorta ciascuno ad avere “quella stessa misericordia che vorrebbe fosseusata verso di sé qualora si trovasse in un caso simile” (FF 197).Beati i misericordiosi perché troveranno misericordia. Non cheessi stessi non abbiano mai peccato e molte volte, ma i loro peccatisaranno perdonati, perché hanno molto amato (cf. Lc 7, 47)Sforziamoci, quindi, di combattere questa infelice tendenza educandocia sentire come nostre le miserie altrui, le sofferenze, i disagie i bisogni dei fratelli e se ciò sarà sincero e animato dalla fede alloranel giorno del Giudizio troveremo misericordia.Cristo ci inviterà ad entrare nel suo regno per godere il premioeterno, grazie anche alle misericordie verso il prossimo. Modello pernoi di vissuta misericordia resta la serva di Dio Teresa Manganiello.Suor Giuseppina Bozzuto


<strong>Magnificat</strong>Vocazionemistero d'amoreP. Raffaele Di Muro ofm convVocazione vuol dire “ chiamata” e in questo contesto ci occupiamodi quella alla vita religiosa e sacerdotale. Questogenere di chiamata è un meraviglioso dono di Dio perl'uomo ed è l'invito rivolto ad alcune persone a seguire Gesù povero,casto ed obbediente. La vocazione è, dunque, l'iniziativa del Padreche invita gli uomini a servirlo e ad amarlo in maniera piena, cioè conuna dedizione totale e senza riserve.E' lo Spirito Santo a suscitare nell'uomo il desiderio di vivere ilVangelo all'insegna della imitazione di Cristo. E' lo Spirito Santo ametter nei cuori dei chiamati una capacità di amore tale che il mondosembra perdere ogni attrattiva.In questo modo il chiamato scopre l'essenza della sua esistenza: ladonazione di sé a Dio e all'uomo allo scopo di cooperare al piano disalvezza dell'Eterno Padre e di annunziare con la vita la Resurrezionedel Cristo. Alla chiamata di Dio, che è un atto di amore, deve corrispondere,dunque, una risposta del chiamato, una risposta d'amore.Per un Francescano esser chiamati dal Signore vuol dire divenire, attraversouna esistenza vissuta in conformità con il Vangelo, la salutedel mondo San Francesco amava usare questa espressione per spiegareai propri frati il significato della loro vocazione. Oggi, soprattut-14


Vocazione, mistero d’amoreto, il mondo ha bisogno di testimoni credibili, autentici, veraci, dellaparola di Dio. L'attuale società, caduta in pieno relativismo, ha bisognodi uomini e donne che annunzino e testimonino con la loro vitala Verità. Queste, probabilmente, sono frasi che il lettore avrà lettoalmeno mille volte su riviste cattoliche. Tuttavia esse sono il frutto divita vissuta, sono il frutto di una reale esperienza fatta da chi scrive.Essere frate o suora vuol dire aprirsi ad una dimensione di amoreindicibile, vuol dire diventare pane spezzato per i fratelli, vuol direessere il seme caduto in terra che muore per il bene del mondo. Inoltre,l'aspetto più bello della vita religiosa francescana è quello di viverecon altri fratelli e di crescere spiritualmente ed umanamente conloro. Il cammino del francescano non è una strada da percorrereda soli, ma è un percorso da compiere uniti al fratello. Troppevolte certa stampa tende ad esaltare in maniera errata la vitafrancescana.15


<strong>Magnificat</strong>Seguire Gesù, sull'esempio di San Francesco, non vuol dire soloamare la natura o camminare scalzi, ma vuol dire essenzialmente divenireamore per il prossimo, dimenticando se stessi, divenire, cioè,la salute del mondo. Un discorso particolare merita la chiamata al Sacerdozio.A mio avviso, questo è il più bel dono della Santissima Trinitàall'uomo. Il Presbitero, attraverso l'amministrazione dei Sacramentie l'annuncio della Parola, permette all'umanità di entrare neipiù grandi Misteri della Salvezza. Questa è, dunque, una chiamatadi particolare importanza e che merita un discernimento approfondito.La chiamata non è frutto di fantasie o di apparizioni mistiche,ma è il risultato di un cammino fatto di preghiera, di sofferenza, diamore, di una attenta direzione spirituale. Solo attraverso questopercorso si può conoscere ordinariamente il piano di Dio nella vitadi un uomo.Mi piace concludere con un invito alle famiglie: nell'educare i vostrifigli non private loro della possibilità di vivere da consacrati, nontogliete loro questa meravigliosa prospettiva di amore . Il lavoro, la famiglia,il fidanzamento, sono valori importanti ma è bene presentareai ragazzi anche la possibilità di una vita alla sequela di Cristo.Quando, dunque, ci rivolgiamo ai Santi , ricordiamoci di chiedereloro di intercedere presso il Padre al fine di suscitare schiere diconsacrati in grado di portare al mondo germi di santità.16


Se nel cuore avverti il desideriodi conoscere di più Gesù, didare senso alla tua vita, lasciatiprovocare dalle sue parole:“Vieni e vedi”.Ti proponiamo degli incontridi formazione cristiana e di discernimentovocazionale in questedate:11 - 128 - 928 - 3013 -142 - 586 - 818 - 199 - 10ottobrenovembrenovembredicembregennaiofebbraiomarzoaprilemaggioGli incontri si svolgeranno aS. Egidio Montefusco (AV)Per prenotazionie informazioni:Suor Perseverancia BernabeTel. 0825 962103Cell. 340.2402905Suor Doriana BiasiottiTel. 0825 962003


<strong>Magnificat</strong>Lettera a mio figlio FrancescoFrequentai le scuole elementari a Montefalcione. Il Maestroera unico. Non esistevano edifici scolastici. L'aula:un basso vicino alla mia abitazione. Luce e aria venivanodalla porta d'ingresso posta a livello della strada. Ciò che accadeva fuoriveniva da noi percepito dentro. Lunedì: il giorno del mercato.Le donne con le ceste lungo la strada vendevano i prodotti dellaterra. Il maestro versava l'inchiostro nel calamaio esistente dentro ibuchi di legno del banco. Noi intingevamo la penna. I quaderni con lacopertina nera, orlati di rosso. La cattedra. Alla parete il Crocifisso(che nessuno metteva in discussione) e il ritratto di Mazzini. Successivamentecompresi che questi aveva una religione tutta sua. Noncattolica. Allora non si parlava della scuola come oggi. Ora appare sulloschermo televisivo, sui giornali quando sta per iniziare e quando sichiude. Si incomincia con la pubblicità. Appaiono zaini di dimensioniridotte, di tessuto impermeabile e colori vivaci, ambiti da ragazzi estudenti e apprezzati anche dalla moda. Diari scolastici dove gli alunnisegnano non solo i compiti da svolgere. Allora: la cartella, una custodiaformata di due cartoni, per lo più rettangolare, di color marrone,colore caratteristico del guscio delle castagne. Mia madre avvolgevacon un foglio di carta il sussidiario, manuale che comprendevatutte le materie di studio dell'anno. Un rispetto per il libro!Caro Francesco oggi si discute dei libri di testo che costano. Maquanti li sfogliano! La cultura non ha prezzo, è “cosa” che non si puòcomprare. E' faticosa conquista. Io ti immagino nel banco, col tuogrembiule: uguale agli altri compagni. Ma ognuno di noi è unico almondo. C'è che ci somiglia. Dio non ha usato la fotocopia. La differenzaè ricchezza. Ricordo anche noi con il grembiule, i numeri romaniche segnalavano la classe di appartenenza. Oggi torna di nuovo que-18


sto accessorio dell'abbiglia-mento che nascondeabiti “firmati” ed è protezione del vestito duranteil lavoro.Lo studio è sì lavoro. Fatica, gioia, scoperta.Da diversi anni insegno. Lascio segni, tracce.Non mi piace stare in cattedra. Scendo, giro fra ibanchi. Dialogo con i miei studenti. Le lezioni:frutto di studi. Ogni anno che termina è crescitaumana, culturale. Slargarsi di orizzonti. Un usciredal frammento, dal quotidiano. La creatività ci salva.Non lasciamoci travolgere da monotone e deprimenticonsuetudini. Queste uccidono il sapere,chiudono le menti. Ben venga il chiasso: quello culturale.Sono d'accordo che la “scuola debba premiaregli studenti migliori. Il merito non è fonte didisuguaglianza, al contrario”. Condivido il sette incondotta anche se nella mia vita di professore nonho mai scritto una nota negativa sul comportamentodi un alunno. La nota è sconfitta. Credo neldialogo. Si apprendono le lingue, si traduce. Mauna cultura che traduce solo sulla carta è ben pocacosa. Bisogna tradurre nella vita. Questa: l'educazionecivica. C'è bisogno di scuola vera. C'è bisognodi “bellissimi temi d'italiano” di tanta poesiacontro la minaccia di un'aridità che avanza. C'è bisognodi tecnica, ma soprattutto di sentimento.La sera vedo tremolanti brillare le luci di Montefredane.Dietro quel paese: il paese nascosto, dovetu, caro Francesco, vivi. E’ un conforto pensareche entrambi abbiamo in comune un pezzo di cielo:Montevergine. Lì puntiamo lo sguardo. Ti sonoaccanto. Con affettoIl tuo papà19


<strong>Magnificat</strong>Questo è il tema conduttore della missione a Lettere: paesinoin provincia di Napoli molto accogliente, fascinodelle montagne e visione allettante del mare, nelle cui acqueriflette e si rivela la presenza e l'onnipotenza di Dio.La missione si è svolta in collaborazione con i frati cappuccini diNapoli dal 16 al 25 luglio. I missionari sono stati accolti dal rev.do parrocodon Salvatore Coppola, responsabile del santuario dedicato aMaria Assunta e a San Giovanni Battista, nel quale si veneraSant'Anna con profonda devozione. La missione ha avuto inizio solennementeil giorno 17 con la celebrazione della Santa Messa presiedutada Sua Eccellenza Mons. Luigi Travaglino, Vescovo Titolare,20Suor Antonietta Mucci, sfi


Incontro con i fanciulli di Letterecon la presenza del coordinatore Don Aniello Dello Ioio, parroco diDepugliano, di don Salvatore Coppola e Don Gerardo, parroco diOrsano. Durante la celebrazione: il mandato dei 10 missionari (6 FratiCappuccini e 4 <strong>Suore</strong> <strong>Francescane</strong> <strong>Immacolatine</strong>) con il bacio delCrocifisso. Così frati e suore si sono incamminati verso le contradedi Lettere: Sant'Anna, Orsano, Depugliano, S. Nicola, per incontrarefamiglie e ammalati, per ascoltare, pregare insieme, per portare ilmessaggio di Gesù Misericordioso, di Gesù Padre che ci ama, di Gesùnostra unica speranza.I missionari sono stati accompagnati da splendide persone, chehanno messo a disposizione l'automobile, tempo, e tanto affetto.Il miracolo più grande che il Signore ha operato è aver messo neicuori docilità all'ascolto della Parola. Molti si sono accostati al Sacramentodella Riconciliazione, anche dopo diversi anni. I frati cappuccinisempre pronti ad ascoltare e a confessare. Molti i giovani, infatti,chiedevano consiglio. Quante comunicazioni di esperienze.Il Signore è entrato nei cuori di tutti: dove c'è semplicità e umiltàDio è presente. I missionari sono strumenti attraverso cui si manifestala presenza di Dio.Un grazie a Te Signore della vita, che hai fatto tutto con saggezza,grazie a Te per averci fatto conoscere la bellezza del popolodi Lettere; grazie a te, Lettere, per averci riempito ilcuore di semplicità.21


<strong>Magnificat</strong>Signore dove tu passi fiorisce il desertoAll'inizio l'idea della missione la guardavo con un certo scetticismo.10 giorni mi sembravano troppi, 10 tra frati e suore da accompagnare,attività da inventare, tante teste da mettere d'accordo. Madissi ugualmente si, era semplicemente buona educazione dare unamano. Poi sorrisi pieni di amore, occhi in cui c'era Dio, forza di nonsentirsi mai stanchi di gridare e gioire per il Suo amore mi hannosconvolta, e come me hanno sconvolto la vita di chi è stato travoltoda questa missione. Allora non ho pensato più alle attività. Quandosi parla di Dio non c'è bisogno di pianificare nulla.In quei 10 giorni la Speranza è rifiorita ...quei 10 tra frati e suorehanno cambiato i nostri occhi... Si è mosso qualcosa in questo nostropaese ormai da troppo tempo assopito e adagiato in una fede addormentata.La primavera è cominciata con la missione. I frati e le suoresono stati per me - e credo per tutti - le rondinelle che ci hanno svegliatoda un letargo troppo lungo e scoraggiante. E poi i 10 giorni cisono sembrati troppo pochi.Finita la missione ci è rimasta dentro un'estate di amore: l'estatenon intesa come mare e vacanza, ma il tempo dove i frutti maturano,il grano è pronto per la raccolta: estate con meravigliosi frutti e coloridi ogni cosa. L'estate che prepara con gioia la semina per l'inverno,dove insieme si organizzano i semi per la prossima stagione, stare unitie condividere il lavoro attendendo con gioia la primavera...Quei 10 occhi e quelle 10 mani ci hanno nutriti di speranza e cihanno dato la forza per continuare.E da 10 diventeremo 15… 20… per aumentare questa grazia cheè stata donata dalla missione. Di solito gli addii lasciamo il vuoto.I missionari ci hanno riempiti di gioia."Signore, dove Tu passi fiorisce il deserto…”Antonietta22


Cristo, nostra unica speranzaDal buio verso la luce di DioHo incontrato le <strong>Suore</strong> <strong>Francescane</strong> <strong>Immacolatine</strong> al loro arrivo aLettere, è stato come un colpo dì fulmine a ciel sereno. Un sorriso,Pace e Bene, ed il ghiaccio s 'è rotto ...Uno scatenarsi di emozione su emozioni, momenti di raccoglimentoe di condivisioni fraterna, hanno reso questi giorni indimenticabili,dando così uno scossone generale all'intera comunità.Le giornate sembravano volare e le parole dette tra noi sembravanoessere sempre molto poche. Ho accolto con gran piacere l'invito rivoltomida sr. M. Lourdes e sr. Elsa a partecipare al campo scuola aMontefusco. Ci siamo salutate con un semplice arrivederci e un gransorriso di chi ha accolto con gioia la parola di Dio."Chi non ama resta sempre nella notte e dall'ombra della mortenon risorge: ma se noi camminiamo nell'Amore, noi saremoveri fìgli della Luce…”Carmela23


<strong>Magnificat</strong>Dialoghiamo con GesùGiuseppina BristotCertamente ti sarai posto il problema del tuo futuro, deltuo avvenire… famiglia, soddisfazioni, e, più di una volta,avrai sognato per te le situazioni più ricche di emozioni…esoddisfazioni ma in te scorgi sempre un angolino di insoddisfazione.Hai mai pensato ad una scelta “diversa” dalla vita che vivi? Auno stile di esistenza opposto al tuo? A un modo di concepire la vitache va al di là della tua “forma mentis”? Lo sai, che forse qualcunodal profondo del tuo cuoricino ti chiama e tu sei sempre nervoso e irascibileperché non vuoi rispondergli? Te lo sei mai chiesto?Tu che vivi nel mondo di oggi che vesti liberamente “panni” che24


Dialoghiamo con Gesùnon sono i tuoi… tu che ti fai beffa di chi non la pensa come te… Tuche snobbi un frate o una suora se li vedi per strada… Perché, secondote, ci sono ancora oggi giovani che scelgono di seguire Gesù e sifanno <strong>Suore</strong>? Tutta la vita e soprattutto anche la tua vita è una missioneed una risposta ad una vocazione segreta, che solo tu conosci eche forse hai accarezzata silenziosamente, a volte anche per tanti anni.Tanti giovani sognano ad occhi aperti…qualcosa e qualcuno che lidovrà fare felici! Ma poi… quali delusioni quando cercano il principeazzurro o la principessa, disegnati quasi con il pennello: questo no, ècosì, quella è bassa. Basterebbe guardarci dentro e scoprire che siamofigli di Dio: un padre che non delude, un padre perfetto.Beati noi perché siamo figli di Dio, beati noi perché nessuno potràmai separarci dal suo Amore; beati noi perché Gesù ci ama. Progettandola nostra vita non dobbiamo desiderare di arrivare tra le stellema puntare in alto guardando il Paradiso: nostra unica meta.Non dobbiamo accontentarci di vivere la vita in maniera banale,vivere per sopravvivere, ma fissare il nostro cuore in quello di Dio.Dobbiamo essere in terra e in cielo un dono senza riserve perIddio e per il prossimo. La vocazione religiosa non è una scelta mauna chiamata, ogn'uno di noi fa parte di un progetto divino e solo condocilità possiamo rispondervi! Vivere per Gesù è una straordinariaavventura che non va vissuta con leggerezza e superbia ma dobbiamolasciarci guidare da Santa Madre Chiesa. La vocazione ci rende liberidi amare, ma per sperimentare questo amore dobbiamo aprire il nostrocuore a Gesù, accogliere il suo invito, rispondere al Suo «seguimi»un “eccomi” senza rimpianti; un eccomi fiducioso.Devi abbandonarti in Dio, tra le sue braccia, come un bimbo inquietoche cerca le braccia della mamma e che trovatele si sente al sicuro.Chi non desidera amare ed essere amato? Ma per sperimentarel'amore sincero, occorre aprire la porta del cuore aGesù e percorrere la strada del dono di sé. Sta qui il segretodella riuscita di ogni vera chiamata, che nasce in mo-25


<strong>Magnificat</strong>do sorprendente nel cuore di un adolescente e conduce al matrimonioo al sacerdozio o alla vita consacrata. C'è libertà vera dove dimoralo Spirito di Cristo. Questa è la perenne giovinezza del Vangelo cherinnova le persone, le culture, il mondo. Tutto è vocazione, devi solosforzarti di vedere con gli occhi di Dio.Chiara Pagano di Calvi (BN)ha iniziato il Postulato il 15 agosto 2008Vocazione: amore che risponde all'amore. E il Sì per tutta la vita ad un progettomeraviglioso. Mi son sentita sempre tanto ricca di cose, di beni, di attrazioni ma orasto scoprendo la vera ricchezza: Gesù. Sento che pian piano i miei pugni chiusi si aprono.Dai Pugni chiusi alle mani aperte, dal possedere al donare, dall'attirare tutto a sé,allo svuotamento di sé … ecco la bellezza della Vocazione.Chiara26


Dialoghiamo con GesùLa b e ll e zzade lla ch iama tasi c ont emplan ella crescitacon Gesù!aRitaRitRita Manzari di Turi (BA)il 7 ottobre 2008 incominciail Noviziato.Voca z ione è …il pu nto d' inc ontro tra lapic colez za dell'uomoe l'immensagra ndezza di D io.Ca rmelaSia fatta la Tua volontànient’altroRitaRita Benazzi di Roma inizia ilpostulato il 12 ottobre 2008.27


Pace, una parola, una piccola parola.Sembra quasi si vergognadi essere composta di solo quattro lettere.Una piccola parolacon un significato immensonell'eternità dei secoli.Non fà differenza di lingua,né del colore della pelledei nostri fratelli: bianchi, neri, gialli.Tutti e da sempre, fin dall' inizio dei tempi,in cerca di pace.Ricorda fiumi di sangueinghiottiti dalla terra arida,mari di lacrime versate, tante,da poter riempire pozzi prosciugati,grida disperate mischiatea soffocanti singhiozzi di dolore,urla di rabbia nel vento,tristezza e delusionenel vedere fallire e svanire nel nullasforzi e sacrifici fatti per essa.Pace, appartiene al futuro ormai.I nostri sguardi sono volti verso coloroi quali, con la luce della speranza negli occhi,e con il cuore gonfio del dovere,coraggiosi e fiduciosi di superare ogni ostacoloper raggiungerla,ripeteranno con fede insieme a noiquesta piccola parola pace.Pietre dipinte dall’artista Elfriede de’ Morelli


Alla Sacra grottadell'Immacolata ConcezioneTu, in questa grotta, Vergine Beata,accogli i tuoi figli grazie imploranti,e i credenti ogni dì, in fila serrata,che alla tua statua pregano … davanti.C'è gente varia di razza e parlata:egri fra essa e storpi, con badanti,su carrozzelle a Te, Immacolata,or chiedono un miracol tutti quantiper una guarigion del loro male.E bevono, a tal fine, l'acqua santa,nelle cui vasche il bagno pur si fanno.Non di rado, qualcosa celestialeQui accade quando, con sorpresa tanta,ad un inferno cessa il suo malanno.Qui molti… il rosario hanno;qui a Bernadette Tu apparisti allorae qui con noi genuflessa è una suorache, nella sua umiltà, oracome immacolatina francescanaper pace e bene e fratellanza umana.Con gran fede cristianaSi festeggia oggi Santa Bernadette,cui rispondesti in poche parolette- Al parroco dirette- Di festa il giorno dell'Annunciazione:- “Io son l'Immacolata Concezione”.A rm an doTesorio


<strong>Magnificat</strong>GMG dona libertà 2008Le <strong>Suore</strong> <strong>Francescane</strong> <strong>Immacolatine</strong> a SidneyChiara PaganoOOggi è ormai diventato importante comunicare utilizzandoSIGLE... ci si capisce a volo, si ha la possibilità di sentirsiuniti anche se distanti.In tante occasioni ho scritto sms, e-mail, i miei tvb e tante voltemi son trovata a raccontare di quelle meravigliose Gmg vissute insiemea tanti giovani desiderosi di conoscere e amare Gesù.Le GMG cosa sono? Le Giornate Mondiali della Gioventù sononate da un' idea di Giovanni Paolo II che nel 1984 invita i giovani apartecipare a un grande incontro di “preghiera, condivisione, conversionee letizia”. Quest'anno Sidney si è trasformata in capitalemondiale dei giovani. Impegnativo e bellissimo il tema scelto dal papaBenedetto XVI: “Avrete la forza dallo Spirito Santo che scenderàsu di voi e mi sarete testimoni”. Un richiamo alla bellezza e alla responsabilitàinsieme di essere cristiani. Un invito che il papa ha rinnovatoanche nel linguaggio degli sms: “Dio e il suo popolo-ha scrittoil pontefice- si aspettano tanto da te perché hai dentro di te il donopiù grande del Padre: lo Spirito di Gesù”.Non ero presente a questa Gmg ma anche io come tanti dall'Italiaho seguito su Sat 2000 l'evento mondiale e particolarmente la grandeveglia nell'ippodromo di Randwich.30


G M G 2008Tantissimi gli spunti di riflessione del Pontefice e infatti riprendendole varie catechesi e gli appuntamenti di quei giorni ho provatoa darmi qualche risposta. Benedetto XVI: “Fissiamo l'attenzionesu come diventare testimoni. Abbiamo bisogno di conoscere la personadello Spirito Santo e la sua presenza vivificante nella nostra vita”.Qual è la nostra risposta, come testimoni cristiani in un mondodiviso e frammentato? Senza dubbio l'unità e la riconciliazione nonpossono essere raggiunte soltanto mediante i nostri sforzi. Dio ci hafatto l'uno per l'altro e soltanto in Lui possiamo trovare quell' unitàche cerchiamo. Non è sempre semplice ascoltare la voce dello Spiritoe soprattutto - come faceva notare don Domenico Sigalini -distinguere il vento buono dello Spirito. Dio in mezzo a tanto rumoreparla, si fa sentire a volte nella sofferenza, altre donandoci grandigioie. Credo che in dei momenti non riusciamo ad avere lacostanza di andare in profondità e costa lasciarci provocaredai segni della sua presenza.31


<strong>Magnificat</strong>“Lo Spirito Santo ci vuole persone di comunione e di unità”.Vivere da innamorati del Vangelo è saper ascoltare ed essere.Il modo per essere testimoni in un mondo frammentato è arricchirsisempre più dei doni dello Spirito per avere la forza di andare oltrela vuota utopia, la precarietà e offrire al mondo la coerenza e lacertezza della testimonianza cristiana.Un cuore che cerca di amare è sicuramente la più grande testimonianzain un mondo diviso. Benedetto XVI: Dio è con noi nella realtàdella vita e non nella fantasia! Affrontare la realtà, non sfuggirla:è questo ciò che noi cerchiamo! Perciò lo Spirito Santo con delicatezza,ma anche con risolutezza ci attira a ciò che è reale, a ciò che èdurevole, a ciò che è vero. E' lo Spirito che ci riporta alla comunionecon la Trinità Santissima. A volte però cerchiamo l'appagamento e lalibertà fuori di Dio. In tanti momenti ci vien voglia di scappare dal Signoree un tale allontanamento ci offre l'illusione della libertà.Sappiamo bene però che allontanarci da Lui è fuggire da noi stessi.Dove andare lontano dal Signore? Lui ha parole di vita eterna.Anche io in questi giorni mi son posta la domanda: Vivere secondolo Spirito rende veramente liberi? Il cardinale Angelo Bagnasco inmaniera molto incisiva ha precisato che la vera libertà è possibilità discegliere il bene. E' necessario ricercare “ciò che indica la veritàdell'amore, della vita, dei rapporti umani”.Dove soffia lo Spirito c'è vera libertà. Solo se permettiamo alloSpirito di illuminarci riusciremo anche a comprendere la Libertà. Solocosì avremo il coraggio di cambiar vita e di cominciare a vedere dipiù Dio nella nostra vita e nei nostri avvenimenti. Da qui una grandecertezza: “Se lo Spirito mi fa conoscere l'autore della mia vita, alloradivento sempre più certo della mia vita”.Il Papa inoltre ha aggiunto che l'amore è il segno della presenzadello Spirito Santo: amore che porta in sé l'eternità. Lo Spirito è Dioche eternamente si dona. E noi ? Quanto e come ci doniamo?Penso all'abbraccio fraterno dei giovani a Sidney intorno all'alta-32


G M G 2008<strong>Suore</strong> <strong>Francescane</strong> <strong>Immacolatine</strong> a Sidney incontrano il Papare. Insieme si son detti : Ti voglio bene e voglio dar la vita per te. Unacanzone ci fa dire: “E' questa la gioia: vivere uniti in Cristo facendo laChiesa”. Nel profondo c'è desiderio di amare ma mi accorgo di esseretanto lontana da quei tre grandi amori di cui parla Benedetto XVI:l'amore unificante che dovrebbe essere la nostra misura, l'amore durevolela nostra sfida, l'amore che si dona la nostra missione. Abbiamobisogno di essere trasformati dal di dentro e di aprirci alla forzadell'amore di Dio.Proviamo a ripartire dopo questa GMG accogliendo in noi la potenzadello Spirito Santo seguendo il consiglio del Pontefice: fate siche sapienza, intelletto, fortezza, scienza e pietà siano i segni dellavostra grandezza.La Vergine accompagni sempre il nostro cammino ognigiorno della vita.33


<strong>Magnificat</strong>Un’esperienzaindimenticabileCamposcuola 2008: TestimonianzeE’stato un campo scuola che personalmente mi ha fatto crescere,e non poco! E' stato emozionante aver sentito tutteinsieme, nello stesso istante, la presenza di Dio... di un Dio che ci haaccompagnate in tutte quei giorni passo passo, tramite persone, avvenimenti,testimonianze, alla conoscenza di noi stessi, di quello che siamoe di quello che siamo davanti a Lui.Ogni volta era duro proiettarmi dentro, conoscermi veramente, rivangarenel passato, nei dolori, nelle mie paure... ma è stato un modoper verificare la sconfinata bontà di Dio!E' stato unico sentire come se stessi vivendo in un mondo a parte!...in un mondo dove esiste solo il bene, l'amore, la fratellanza; in unmondo fatto di persone uniche, ognuna dotata di orizzonte interioreinfinito.Sono esperienze indimenticabili che cambiano, che ti fanno vederela vita dall'angolatura dell'Amore. Sono esperienze intense che nonhanno luogo sempre, c’è bisogno di sensibilità sottile per captarle, ilfrastuono di ogni giorno, purtroppo, ostacola l’incontro con il Divino.Sono esperienze uniche che portano fuori il meglio di noi stessi,quanto di più nascosto, quanto di più vero c'è in noi!E' stato un viaggio alla scoperta di me, di Dio e di quanto Dio ha in serboper me! Con immenso amore va il mio GRAZIE alle mie amiche34


Campo Scuoladi “avventure”, alle nostre sisters..., e a Colui che ha guidato il nostroveliero per la strada del Suo AMORE!Per sempre nel mio cuoreEnzaQualcuno al nostro ritorno ha insinuato che non avessimo niente li.Ed io gli ho risposto che si sbagliavano di grosso. Lì avevamo tutto."Dov'è Carità e Amore, qui c'è Dio."Abbiamo vissuto la vera gioia della reale condivisione. E il segnalenon è stata solo la crescita di ognuna di noi, ma la grande voglia di comunicarel'amore di Dio che si è radicato in noi. Ho constatato congioia quanti mille meravigliosi mondi si trovano nell'altro, con quantapassione ognuno a modo proprio vive Dio e lo comunica. Quantabellezza si prova nel sentirsi riconciliati in Lui, amati daLui... e che gioia è stato scoprire questa emozione in ragazzeche fino a un giorno prima erano delle sconosciu-35


<strong>Magnificat</strong>te… ognuna di noi ha saputo amare,prendersi cura dell' altra, eravamomamme, sorelle e amiche, eravamoaria e sale per tutte, pepe e risate nelgioco e preghiera... soprattutto preghiera..ed è ancora la preghiera a distanzadi settimane e chilometri a legarcitutte insieme in un appuntamentoquotidiano sotto lo sguardoamorevole dell'Immacolata.Dio ci ama.. cos'altro ci serve per esserefelici?Grazie care Suor…elline, grazie allemeravigliose ragazze che ormai sononel mio cuore.Ciao a tutti: sono Carmela Vicedomini.Ho conosciuto le <strong>Suore</strong> <strong>Francescane</strong><strong>Immacolatine</strong> durante la missionepopolare a Lettere tenutasi dal16 al 25 Luglio 2008. Al mattino, dopoaver pregato e ringraziato il Signore,capisco che Lui opera sempregrandi prodigi.Ho già trascorso con le suore diversimomenti comunitari prolungati, macon le <strong>Francescane</strong> <strong>Immacolatine</strong> èstata un colpo di grazia a prima vistaA tutti voglio dire solo questo:«Se c'è qualcosa in cuore che ti smuo-36A n tonie tta


ve, non puoi resistere fermo ad aspettare che qualcosa ti piova dal cielo.Non evitate le suore, ma ricercatele, amatele e frequentatele, sonouna ricchezza ... un vero dono di Dio».Esperienza campo scuola. . . un sogno ahimè finito troppo presto.Insieme ad altre ragazze abbiamo condiviso momenti indimenticabili:formazione, divertimento, lavoro e tanta "Pace e Bene".Carmela37


<strong>Magnificat</strong>Roberta FranchiMilioni di pellegrini si sono recati quest'anno a Lourdesper celebrare i 150 anni dell'apparizione di Nostra Signoraalla piccola pastorella; così Bernardette raccontavala visione del 25 marzo 1858:"Per tre volte le chiesi come si chiamasse. Ella sorrideva semprema non rispondeva. Avanzai una quarta domanda. Ella congiunse lemani, alzandole fino all'altezza del petto. Rivolse gli occhi al cielo,poi, separando lentamente le mani e inchinandosi verso di me, disseche era l'Immacolata Concezione. Queste furono le ultime parole chemi disse. Allora io tornai per la terza volta dal signor parroco a raccontargliche la Signora era l'Immacolata Concezione.Quando narrò queste cose al parroco, si sentì chiedere: - Sei sicurache ti abbia detto così?- Sì, signor parroco. E non posso sbagliare, perché ho ripetuto quelleparole lungo la strada, per timore di dimenticarle.- Ricorda meglio, - insisté il parroco. Avrà detto: - Io sono la VergineImmacolata.- No, signor parroco. Ha detto proprio così:- Io sono l'Immacolata Concezione".Quelle parole rimaste impresse nella sua mente, “Io sonol'Immacolata Concezione”, non facevano riferimento ad una specifi-38


Lourdes, Duns Scoto e l’Immacolataca persona, ma ad una questioneteologica lungamente dibattutae controversa. Per secoli infattiPadri e Dottori della Chiesa sierano interrogati se la Madre diGesù fosse stata concepita senzala macchia del peccato originale.La difficoltà ad ammettereun simile privilegio, consistevanel fatto che soltanto la grazia diCristo poteva cancellare le traccedel peccato compiuto dal primo uomo. Sant'Agostino aveva sostenutoche avendo tutti peccato in Adamo, tutti sono bisognosi di redenzionee se tutti, anche la Madonna, necessitano della redenzione,come ha fatto Ella ad essere redenta? Il vescovo d'Ippona non riuscendoa risolvere il problema dal punto di vista teologico, sostenneche Maria era stata concepita nel peccato ma subito, nell'istante dopo,era rinata alla Grazia. Una siffatta soluzione non venne accettatadal popolo cristiano che non poteva ammettere che si dicesse questodi Colei che, secondo il dettato scritturistico, avrebbe schiacciatocol suo seme la testa al serpente.Dopo secoli di lunghi dibattiti, aveva portato la questione sullavia dello scioglimento un altro grande teologo, Giovanni Dun Scoto,del quale ricorre proprio quest'anno il settimo centenario della morte.Nato nel 1266 o (secondo altri) nel 1274 a Mauxton (oggi Littledean)nella Scozia, studiò e insegnò prima a Oxford poi a Parigi.Morì l'8 novembre del 1308 a Colonia. Si racconta che nel 1281alla vigilia della professione religiosa (era francescano) mentre pregavavedesse la Vergine beneaugurante con il Bambino Gesù trale braccia. Nonostante abbia vissuto soltanto quarant'anni,questo breve spazio di vita è stato occupato da un'attivitàintensa e sul piano teologico dalla soluzione al proble-39


<strong>Magnificat</strong>ma dell'Immacolata Concezione. Egli usò l'espressione "potuit, decuit,ergo fecit".Secondo Dun Scoto, la Vergine era stata preservata dal peccatooriginale, in previsione dei meriti del suo divino Figlio e anch'ella erastata redenta da Gesù, ma in maniera "preservatrice". Dio, al fine direndere la Madre di suo Figlio la più degna possibile, non solo potevaesimerla dal peccato originale, ma era anche conveniente che Coleiche doveva essere Madre di Dio fosse esente da simile peccato; quindise Dio lo poteva (potuit), se era conveniente che lo facesse (decuit),allora Dio lo fece (fecit). È il famoso argomento di convenienza.Maria non è un'eccezione alla redenzione, perché non è colei che nonha bisogno di redenzione, ma è il caso della più perfetta e più efficaceapplicazione della redenzione da parte dell'unico redentore, GesùCristo, il quale ha applicato a Maria i suoi meriti, prima ancora chenascesse. In questo modo la teologia è riuscita a comporre quelledue realtà che sembravano inconciliabili: Cristo è l'unico redentore,tutti sono stati redenti, anche Maria è stata redenta; tuttavia ella èstata concepita senza peccato originale perché redenta prima ancoradella sua concezione, in virtù della sua funzione di Madre di Dio. Nel1854 Pio IX emanava la bolla "Ineffabilis Deus" con la quale ponevafine a questa questione teologica così dibattuta: "Dichiariamo, pronunciamoe definiamo che la dottrina la quale ritiene che la BeatissimaVergine Maria, nel primo istante della Sua concezione, per singolareGrazia e privilegio di Dio Onnipotente ed in vista dei meriti diGesù Cristo salvatore del genere umano, sia stata preservata immuneda ogni macchia della colpa originale, è rivelata da Dio e perciò dacredersi fermamente e costantemente da tutti i fedeli".E' significativo che quest'anno ricorrano insieme i 150 anni di Lourdese il settimo centenario della morte di Dun Scoto: l'apparizionedi Lourdes diventa viva testimonianza e sigilla con la sua presenzaquanto la teologia cristiana aveva sancito, il dogma dell'ImmacolataConcezione.40


Luglio 2008Suor M. Matilde Napoletano- Esercizi Spirituali- A S. Giovani Rotondo hannoavuto luogo gli Esercizi Spirituali Annuali in tre turni. I primi due turnisono stati guidati dal rev.do P. Gesualdo Tiano ofm capp. e il terzoturno da P. Biagio Bonasso ofm capp. entrambe della provincia dellaCalabria.3 - 5 Agosto- Pesca di beneficenza. Il parroco di Morroni P.Vittorio Clemente ofm capp.e il consiglio pastorale della ParrocchiaMaria SS. della Neve, hanno concesso alle suore la possibilitàdi allestire una pesca di beneficenza. Grazie di cuorea tutti coloro che hanno contribuito.41


<strong>Magnificat</strong>Fedeltà alla Chiesa e alla Congregazione6 Agosto - La Congregazione festeggia con animo grato al Signorei 50 anni di Vita Religiose delle consorelle Suor Genoveffa Ciminoe suor Angela Vetrone. Il solenne rito ha avuto luogo nella bellissimaChiesa parrocchiale di Pietradefusi ed è stato presieduto dalRev.do mons. Pasquale Mainolfi e concelebrato da alcuni sacerdoti efrati Cappuccini. Al termine della Celebrazione nel suggestivo giardinodi Casa Madre si è svolto un momento di agape fraterna.42


Vita della CongregazioneLa gioia della condivisione per i 50 anni di azione missionariaNel giardino della Casa Madre i parenti delle festeggiate43


<strong>Magnificat</strong>13 - 16 Agosto11 Agosto- Si ripete dopo tanti anni, la Pesca di beneficenzaa Flumeri che ha avuto un gran successo grazia alla generosità deibenefattori. “Ogni cosa che avete fatto a uno di questi piccoli l'avetefatta a me”.- Pellegrinaggio a Montevergine Dal Convento di S.Egidio, alle ore 4.00 di mattina, 5 pullman di fedeli sulle orme di Teresasono partiti per il tradizionale pellegrinaggio a Montevergine.Da Ospedaletto D'Alpinolo il gremito gruppo ha scalato con devozionela Santa montagna tra canti, Ave Maria e meditazioni. Giuntiall'ingresso del Santuario i pellegrini sono stati accolti dal rev.doDom Benedetto; quindi in ginocchio sono entrati nell'austero santuarioincrociando gli occhi in quelli meravigliosi dell'icona raffigurantela Vergine Bruna. Dopo le confessioni e la S. Messa i pellegrinison tornati alle loro case.44


Vita della Congregazione29 Agosto- Si inaugura a S. Giovanni Rotondo la scuola dell'Infanzia.La cerimonia di inaugurazione e benedizione dei locali è statapresieduta dal rev.do Parroco don Giuseppe. Hanno condiviso questomomento di gioia il Provinciale dei cappuccini P. Aldo Broccato,il superiore del Santuaria S. Maria delle Grazie, P. Carlos, il Sindacodel paese. Emozionante il grazie dei genitori desiderosi di dare ai lorofigli la possibilità di essere educati secondo principi giusti e sanidella nostra fede.30 Agosto- Sotto lo sguardo della Vergine Maria dell'accolienzaad Arienzo, la consorella suor Maria Teresa Guida ha pronunciatoil suo Sì perpetuo e definitivo a Cristo con la professionedei voti perpetui. A presiedere il rito il Vescovo di Acerra, mons.Salvatore Giovanni Rinaldi, che nell'omelia ha illustrato il valoree l'essenza della consacrazione totale a perpetua a Dio solo.Un discreto numero di sacerdoti e di frati Cappuc-45


<strong>Magnificat</strong>cini hanno concelebrato condividendo la gioia della novella Sposa diCristo. Toccanti i vari momenti del rito: la prostrazione e invocazionedi tutti i santi, la professione, la consegna dell'anello, sigillo delpatto di amore. La partecipazione dei genitori che hanno donato congioia la loro figlia al Signore, dei fedeli, numerosissimi ed emozionati,di amici e conoscenti è stata davvero viva e entusiasta.Auguri suor Maria Teresa che tu possa diventare sempre più “dono”a Dio e ai fratelli.Alcunimomentide l rito46


Auguri!47


<strong>Magnificat</strong>Dalle MissioniFilippine: momento ricreativo con i bambini del catechismoRingraziamo il Signore e l’Immacolata per le neo novizie: Lilly Shaima GeorgeVakappadath e Mely Kunjmole Augustine Kadappurathuveetthile la neo Postulante Judit Xavier Panackalpurackal48


Vita della CongregazioneDue vite sulle orme di Teresa:incontrano lo sposo GesùFausto BaldassarreSuor M. Alba Belvito, al secolo Nunziata,nasce a S. Giovanni Rotondo il 27 ottobredel 1941. Fa l'ingresso in religione il 27 gennaio1958. Il21 settembre 1961 è la solennecerimonia della vestizione. Il 20 ottobre1962: la Professione temporanea. Il Il 24settembre 1967 la professione perpetuadei voti. Suor Alba è stata insegnante nellascuola elementare S. Chiara d'Assisi in Avellino.Per molti anni è segretaria Generale.Ha redatto i registri di cronaca della CasaGeneralizia “con molto ordine e diligenza”.Nell'ultimo Capitolo Generale del 2006 viene eletta Vicaria Generaledella Congregazione delle <strong>Suore</strong> <strong>Francescane</strong> <strong>Immacolatine</strong> esvolge anche le funzioni di segretaria.Discreta, operosa, donna di preghiera sapeva ascoltare e con giudiziodecidere. Premurosa, umile, attenta ai bisogni dell'altro. Scrupolosanel registrare gli eventi significativi della Congregazione.Car a sr. A lba tu sei stata sempre schi va degl i onor i dei compli-delle fes te… per l a Congregazione sei stata un tassello prezios o,pronta a capire tutti i ruoli, per la tua modestia, umiltà, disponibilitàmenti,e soprattutto p er la tua segretez za.Dio t e ne renda meri to e ti accolga nella sch iera degli eletti, dovesono quelli che della Crocene hanno fatto diletto.T u sei un odi ques ti. Grazie e Addio!suo r L il ia n a D i Maio49


<strong>Magnificat</strong>A Nunziatina devota serva del Buon DioSuor Alba BelvitoRimembro quel tempo passatoUna pia bimba si donava al Signore.In cuor Carico d'AmorePer essere degna del Salvatore,Buoni propositi in te naturaliIn un mondo avverso e sleale.Pietradefusi, 31 Luglio 2008Umiltà carità e perdono in te erano veriIn noi restano primari.Seguiremo in modo sinceroL'esempio, il tuo vivere pacato.Di tutti resterai l'ideale divinoDella famiglia il sogno remoto profumato.Addio sorella beata.Franco BelvitoLettera-testamento scritta di proprio pugno da suor Albaqualche settimana prima di volare nel grembo dell'Eterno.Carissima Madre Generale e consorelle tutte.La malattia che mi ha colpito da tempo la sento sempre più nella mia personae poiché si avvicina il grande giorno sento il dovere di ringraziarvi ad unaad una per tutto il bene che mi avete voluto, per la vostra comprensione, per la fiducia,per la fraterna carità. Sento di chiedere perdono e d'intercedere pressoil buon Dio la sua Infinita misericordia per le mie mancanze di fragilità, deipeccati commessi fin dal mio uso di ragione, contro i comandamenti , le leggi dellaChiesa, contro la Regola e le Costituzioni. Pregate e offrite suffragi per leanime del Purgatorio e per me, se il Signore permetterà di andarvi. Le esequiesiano semplici, senza fiori e senza parlare della mia persona, ma solo dellaParola di Dio. La mia bara sia chiusa al più presto possibile e al Cimitero vengaposta in luogo povero possibilmente nel terreno.Ai miei cari fratelli, sorelle e nipoti ripeto le stesse cose e se è possibile chiedodi fare celebrare per me le trenta Sante Messe gregoriane. Cercate di frequentarespesso i Sacramenti della Confessione e dell'Eucarestia e di non ometterela S. Messa domenicale e festiva. La vita passa e, se non si raggiunge lasalvezza dell'anima, cosa si è realizzato? Amate la famiglia e rendetela degnaquanto mia.Grazie e ringrazio tutti i sacerdoti vivi e defunti che mi hanno dato la graziaquando l'avevo perduta e Gesù Eucarestia, l'unico amico della mia solitudine ericchezza della mia povertà spirituale.50Sr. Alba Belvito


Vita della CongregazioneSuor Pasqualina Manganiello (al secolo Severina Colomba), nascea Pietradefusi (AV) il 3 gennaio 1941.Fa il suo ingresso in religione il 27 settembre 1955. Successivamenteil 6 settembre 1959 vive con letizia francescana la cerimoniasolenne durante la quale indossa per la prima volta l'abito religioso.Il 12 settembre 1960 è il giorno della prima professione religiosal'altro con il quale suor Pasqualina diventa membro effettivo dellaCongregazione delle S.F.I pronunciando i voti di povertà, castità, obbedienza:voti che il 22 agosto 1965 saranno confermati non più inmodo temporaneo ma perpetuo come proseguimento di una perfezionedi vita secondo i principi della religione cristiana.Suor Pasqualina è ricordata dagli alunni per il suo alto magisterocristiano. L'ispettore della pubblica istruzione VittorioCoppola mi ha confidato che gli alunni di suor Pasqualina,che oggi sono persone adulte ancora la ricordano con51


<strong>Magnificat</strong>notevole stima e affetto.Questo secondo l'ispettore è dovuto a un modo d'insegnare che lasciaprofonde tracce, che unisce passione dedizione principi cristianie competenza. Suor Pasqualina oltre a insegnare nella scuola di santaChiara di Avellino e in Assisi è stata Superiora.Mentre suor Alba Belvito ha registrato le «cronache dell'istituto»,suor Pasquale è stata l'archivio nascosto della serva di Dio TeresaManganiello grazie alla straordinaria memoria di questa discendentedi Teresa noi abbiamo potuto ancor più comprendere la santià dellapietra angolare delle S.F.I: quella straordinaria santità quotidiana esociale. Con la ricostruzione storica si suor Pasqualina, con le sue«tessere si comprende» “il mosaico” della fisionomia spirituale di Teresa.Per noi tutti, anche questa straordinaria suora che ha respiratoil clima, l'atmosfera della “santità”, resta per noi indimenticabile perl'azione cristiana che ha lasciato. Ricordo una delle sue ultime parole:«Professore, il <strong>Magnificat</strong> è bello». Per noi tutti è bello e veramente,il suo si, che ha pronunciato con i voti di fedeltà a Dio.La risurrezione di Cristo rivela il grande Sì di Dio alla vita el'eterno no di Dio alla morte. La fede nella risurrezione di Cristo risvegliatutte le nostre energie di vita, in modo che noi stessi ci alziamoe viviamo… Gesù non ha portato, una nuova religione nel mondo,ma nuova vita.Jürgen Moltmann52


Lucia e Michele De Lucacon i piccoli Raffaelee Francesco PioS. Giorgio del Sannio (Bn)Nicola Marino PuccianielloCaserta


Maestro, dove abiti?Vieni e Vedi!<strong>Suore</strong> <strong>Francescane</strong> <strong>Immacolatine</strong>Casa Madre - 83030 Pietradefusi (Av)Tel. 0825.962003Sito internet: www.suorefrancescaneimmacolatine.itE-mail: magnificat-sfi@tiscali.itBlog: casamadre.spaces.live.com

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