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Salvami Regina - Araldi del Vangelo

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Numero 22Novembre 2005Sinodo dei VescoviAnno <strong>del</strong>l’EucaristiaSpedizione in abbonamento Postale/Comma 20/C art.2 legge 662/96 – Filiale Padova – Periodico <strong>del</strong>l’Associazione Madonna di Fatima<strong>Salvami</strong> <strong>Regina</strong>


Preghieraprima <strong>del</strong>laComunioneSan Tommaso d’AquinoODio eterno e onnipotente,ecco che mi accosto al sacramento<strong>del</strong>l’unigenito Figliotuo, Nostro Signore GesùCristo.Impuro, vengo alla misericordia; allaluce <strong>del</strong>lo splendore eterno; poveroe bisognoso, al Signore <strong>del</strong> cielo e <strong>del</strong>laterra. Imploro, dunque, la tua grandee immensa generosità, affinchè Tidegni di curare il mio male, di lavare lemie macchie, di illuminare la mia cecità,di arricchire la mia povertà, di vestirela mia nudità.Che io riceva il Pane degli Angeli, ilRe dei re e il Signore dei signori, con lariverenza e l’umiltà, la contrizione e ladevozione, la purezza e la fede, i propositie le buone intenzioni, con quantooccorre alla salvezza <strong>del</strong>la mia animaConcedi che io riceva non solo il Sacramento<strong>del</strong> Corpo e <strong>del</strong> Sangue <strong>del</strong>Signore, ma anche il suo effetto e la suaforza.O Dio di dolcezza, concedimi di accoglierecon tale disposizione il Corpoche il vostro Figlio unigenito, NostroSignore Gesù Cristo, ha ricevuto dallaVergine Maria, in modo da poter essereincorporato al suo Mistico Corpo e annoveratofra le sue membra.O Padre pieno di amore, fa’ che ricevendoora il vostro Figlio sotto i veli<strong>del</strong> sacramento, possa in eterno contemplarloa viso aperto. Amen.Gustavo Kralj


<strong>Salvami</strong><strong>Regina</strong>Periodico <strong>del</strong>l’AssociazioneMadonna di FatimaAnno VII, numero 22, novembre 2005Direttore responsabile:Zuccato AlbertoRedazione e Amministrazione:via Savonarola, 217 int. 4CAP 35137 Padova (PD)CCP 13805353Aut. Trib. Padova 1646 <strong>del</strong> 4/5/99Sped. In Abb. Postale Comma 20/Cart. 2 Legge 662/96Filiale PadovaSommariOCon la collaborazione<strong>del</strong>l’AssociazionePrivata Internazionale di Fe<strong>del</strong>idi Diritto Pontifício<strong>Araldi</strong> <strong>del</strong> <strong>Vangelo</strong>Consiglio di redazione:Guy Gabriel de Ridder, JulianeVasconcelos A. Campos, Luis AlbertoBlanco Cortés, Mariana MorazzaniArráiz, Severiano Antoniode OliveiraIn Italia:Viale Vaticano, 84 esc. A, int. 500165 RomaTel. sede operativaa Mira (VE): 041 560 08 91Montaggio:Equipe di arti grafichedegli <strong>Araldi</strong> <strong>del</strong> <strong>Vangelo</strong>Stampa e rilegatura:Istituto Veneto di Arti GraficheGli articoli di questa rivista potranno essereriprodotti, basta che si indichi la fonte e si inviicopia alla Redazione. Il contenuto degli articolifirmati è di responsabilità dei rispettivi autori.Victor TonioloNon c’è argomento di rilievo per la vita <strong>del</strong>la Chiesa che non sia statodibattuto nel recente Sinodo dei Vescovi ( pagg. 14-17)Scrivono i lettori ............................................................................................................. 4Editoriale: “Cristo è risorto. Noi vinceremo!” ............................................................. 5Commento al <strong>Vangelo</strong>: L’Avvento ................................................................................. 6La voce <strong>del</strong> Papa: Benedetto XVI, Papa e Catechista ................................................ 12Sinodo dei Vescovi: Si conclude la XI Assemblea Generale Ordinaria ................... 14Come è nata e si è evoluta, nella Chiesa, l’Istituzione <strong>del</strong> Sinodo .......................... 18San Francesco Xavier: Per la maggior gloria di Dio ................................................. 20Messa diApertura <strong>del</strong>laXI AssembleaGeneraleOrdinaria <strong>del</strong>SinodoNumero 22Novembre 2005SINODO DEI VESCOVISINODO DEI VESCOVIIl silenzio nella Liturgia: la sonorità di Dio ............................................................. 24<strong>Araldi</strong> nel mondo .......................................................................................................... 26La Medaglia Miracolosa ............................................................................................. 32Il sublime equilibrio <strong>del</strong>la Chiesa di fronte alla miseria <strong>del</strong>la lebbra .................... 36È accaduto nella Chiesa e nel mondo ......................................................................... 39(Foto: VincenzoPinto/GettyImages)ANNO DELANNO DELL’EUCARISTIAL’EUCARISTIASpedizione in abbonamento Postale/Comma 20/C art.2 legge 662/96 – Filiale Padova – Periodico de l’Associazione Madonna di Fatima<strong>Salvami</strong> <strong>Regina</strong>La Parola dei Pastori .................................................................................................... 44La Lucciola .................................................................................................................... 46I santi di ogni giorno ................................................................................................... 48Esistono le fate? ............................................................................................................ 50


Scrivono i lettoriOrgogliosa di esser unapostolo <strong>del</strong> RosarioLa ringrazio per la Rivista <strong>Araldi</strong><strong>del</strong> <strong>Vangelo</strong> e per il bellissimo cofanettocon il Santo Rosario ed il librettocon le meditazioni. Apprezzomoltissimo questa iniziativa e sonofiera di partecipare alla Campagna“<strong>Salvami</strong> <strong>Regina</strong>”. Sarò orgogliosadi essere un apostolo di questa devozioneaiutando a diffondere questaCampagna.Valeria BretoniLa Spezia (SP)Tante cose <strong>del</strong>lareligione no si sannoLa ringrazio tanto <strong>del</strong> confortoche ci date con la divulgazione <strong>del</strong>lavostra rivista. Le faccio i miei miglioriauguri per il futuro. Continuinella sua opera perché tante cosesulla religione non si sanno.Olga di PierroRisceglie (BA)Porta speranza, verità e paceOgni volta che arriva la Rivista, lesplendide fotografie <strong>del</strong>la Madonnami riempiono di gioia ed emozione.La parola di Dio che giunge così a casanostra è una grazia <strong>del</strong> Signore chemi aiuta, mi guida e, così spero, mi daràuna risposta a quello che cerco.Ho potuto constatare personalmenteche rivolgendomi a Maria –via sicura che conduce a Gesù – elasciandoci guidare dalla parola diDio, il nostro cuore diventa liberodi amare. E questo succede graziealla diffusione <strong>del</strong>la splendida Rivistadegli <strong>Araldi</strong> <strong>del</strong> <strong>Vangelo</strong> cheporta nelle nostre case la speranza,la verità e la pace. Vi auguro unfruttuoso cammino. Le mie preghierenon vi mancheranno, con il desiderioche i raggi <strong>del</strong>la vostra luce arrivinoal punto più lontano possibilee che trionfi la bellezza di Maria el’amore di Gesù.Rita D’AntuonoRocchetta (FG)Molto bella e chiarificatriceGrazie per la Rivista. L’ho lettae mi è parsa molto bella e chiarificatrice.Suggerisco di inserireuno spazio di dialogo con i lettoriper chi voglia chiedere consigli, farequalche domanda relativa alla fede,esprimere opinioni, ecc.Rosanna CavalloSalerno (SA)Lavoro magnifico e necessarioSono un abbonato <strong>del</strong>la Rivistae mi sembra proprio magnifica.Gli <strong>Araldi</strong> <strong>del</strong> <strong>Vangelo</strong> mi ricordanogli “Apostoli degli ultimi tempi” descrittida San Luigi Maria Grignionde Montfort. Sono legata spiritualmenteal vostro emblema: l’Eucarestia,la Vergine Maria e il Papa.Vi auguro il maggior successo inquesto magnifico lavoro, così indispensabilenei tempi in cui viviamo.Pilar Navarro GonzalesMadrid, SpagnaLa rivista fa già parte<strong>del</strong>la mia vitaÈ per mezzo di queste paroleche desidero ringraziarvi per tuttoquanto mi avete spedito. Adoro lamia rivista <strong>Araldi</strong> <strong>del</strong> <strong>Vangelo</strong>. Sonosempre in attesa <strong>del</strong> suo arrivo.Ormai fa parte <strong>del</strong>la mia vita. Mipiace molto l’omelia <strong>del</strong> PresidenteGenerale Don João ScognamiglioClá Dias. Le sue considerazioni sonosempre molto intelligenti. Pregofervidamente Gesù e Maria affinchédiano tanta intelligenza ai nostri ministriquanta ne hanno data a lui. Vivoglio anche ringraziare per avermiricordato dei primi sabati <strong>del</strong> mesenella chiesa di San Giuseppe. Sonoandata e mi piace molto. Mi sembrache il Cielo si apra con i canti degli<strong>Araldi</strong>. Tutti ragazzi giovani. Sonoincantata!Maria do Sameiro da CostaSão Paio d’Arcos (Portogallo)Fa nascere la fede, ola rende più forteLa Rivista <strong>Araldi</strong> <strong>del</strong> <strong>Vangelo</strong>è lavoro di chi ama e fa nascerela fede e la rende più forte nel cuoredi chi legge. Che lo Spirito Santocontinui a illuminare il Direttore,il Consiglio di Redazione e coloroche scrivono cercando di neutralizzarele tante aberrazioni con le qualiconviviamo. Conosco da vicino illavoro di tutti, poiché ho fatto circolareuna Rivista cattolica nella regioneper 19 anni.Inah TórresVia e-mailStoria dei Santi per i miei nipoti<strong>Araldi</strong> <strong>del</strong> <strong>Vangelo</strong> è una rivistadi grande catechesi, con articolimolto interessanti. Una rivista cheparla <strong>del</strong> Papa, dei suoi scritti, viaggi,ecc., e, come nonna, mi piaccionoparticolarmente le storie dei santiche invio ai miei nipoti, a cui piaccionotanto!Maria João de Lima MayerParede (Portogallo)Non mi stanco dileggere la rivistaÈ con grande soddisfazione cherispondo dicendo che voglio continuarea ricevere la rivista <strong>Araldi</strong> <strong>del</strong><strong>Vangelo</strong>, perché tutto il suo contenutoè meraviglioso, e non mi stancomai di leggerla. Per questo vi hoprocurato altri due abbonamenti.Auguro le migliori grazie e benedizioni<strong>del</strong> Cielo per il ministro <strong>del</strong> Signore,Don João Scognamiglio CláDias, perché lui, con i suoi insegnamentie la sua dottrina, ha attiratomolte anime a Dio.Helena dos Anjos BorgesPereiros (Portogallo) <strong>Salvami</strong> <strong>Regina</strong> · Novembre 2005


E ditoriale“Cristoè risorto.Noivinceremo!”L’armonizzazione tra gli aspetti di sacrificio e banchetto, l’arte di celebrarela Messa (ars celebrandi), la rivitalizzazione <strong>del</strong> Sacramento<strong>del</strong>la Riconciliazione, la necessità di accentuare la nozione di peccatoin vista <strong>del</strong>la Comunione Eucaristica, il perfezionamento <strong>del</strong>laformazione conferita nei seminari, i benefici <strong>del</strong> celibato sacerdotale,la scarsità di vocazioni, la scarsità di vocazioni, la costituzione di una catechesicoinvolgente e profonda, e molto di più ancora. Non c’è stato argomento di rilievoper la vita <strong>del</strong>la Chiesa che non sia stato dibattuto nel recente Sinodo dei Vescovi.Si può dire, senza timore di equivoci, che la XI Assemblea Generale Ordinariaè stata una <strong>del</strong>le più importanti mai realizzate dal Sinodo dei Vescovi,dal momento <strong>del</strong>la sua creazione ad opera di Papa Paolo VI nel 1965. Nonc’è da meravigliarsi: alla fine, niente nella nostra Fede supera la celebrazione<strong>del</strong>l’Eucaristia, con la quale sono intrinsecamente relazionati il Sacrificio <strong>del</strong>Calvario e insomma, le stesse basi <strong>del</strong>la Religione. Come è stato ricordato dalCardinale madrileno, Antonio Rouco Varela, l’Eucaristia è “fons et culmentotius vitae christianae”, cioè, fonte e culmine di tutta la vita cristiana.Sacerdoti e fe<strong>del</strong>i nel mondo intero hanno seguito il Sinodo con estremointeresse e preghiere, facendo eco alla preghiera utilizzata dai Padri Sinodaliper iniziare l’Assemblea, con la quale chiedevano a Gesù Cristo: “Illuminala tua Chiesa affinché nulla sia per lei più santo che ascoltare la tua voce e farsitua seguace”.Altri punti hanno dato un tocco particolare a questo Sinodo. Molti Cardinalie Vescovi sentivano che, di fronte ad alcune perplessità, era giunta l’ora di realizzaredibattiti, alla ricerca di nuovi sentieri verso la perfezione, e il Santo Padre hagiustamente intuito la necessità che tutti manifestassero quello che avevano neiloro cuori. Da qui una novità ben recepita dai Prelati presenti all’Assemblea Magna:alla fine <strong>del</strong>le congregazioni generali quotidiane – tra le ore 18 e 19 – è statoaperto uno spazio di discussione in cui i Padri Sinodali hanno potuto esternare leloro osservazioni e pensieri. Tutto indica che il risultato è stato eccellente.Gli interventi, spontanei e non, sono stati generalmente di grande rilevanza.Mons. Stanislaw Rylko, Presidente <strong>del</strong> Pontificio Consiglio per i Laici haspiegato che “il dilagante processo di secolarizzazione e il diffondersi <strong>del</strong>l’indifferenzareligiosa e di una ‘strana dimenticanza di Dio’ – come la chiama il SantoPadre Benedetto XVI – provocano fra tanti battezzati <strong>del</strong> nostro tempo unpreoccupante affievolimento, se non addirittura la perdita, <strong>del</strong>la propria identitàcristiana” in Italia e in tutto il mondo. Il Cardinale Claudio Hummes, Arcivescovodi San Paolo (Brasile) si è chiesto: “Fino a quando l’America Latina saràun continente cattolico?” La risposta <strong>del</strong>la Chiesa, concludeva il Cardinale:“Consiste, in primo luogo, nelle missioni, incluse le visite missionarie permanentialle famiglie. Le parrocchie devono organizzare i loro fe<strong>del</strong>i e prepararli ad esseremissionari”.Ancora una volta vediamo e confermiamo, non solo come sia immortale laChiesa, ma quanto sia capace di rivitalizzarsi in ogni momento. Sempre, grazieal soffio <strong>del</strong>lo Spirito Santo e alle preghiere di Maria, la Stella <strong>del</strong>la nuova evangelizzazione,la Santa Chiesa uscirà ringiovanita dalle difficoltà in ogni tempo.Mons. Jean-Noël Diouf, Vescovo di Tambacounda, in Senegal, dopo averribadito che attualmente il cattolicesimo anche in Africa sta attraversandouna grave crisi, ha terminato il suo intervento con un grido d’incoraggiamento:“Cristo è risorto. Noi vinceremo!”Questo deve essere il nostro motto.Novembre 2005 · <strong>Salvami</strong> <strong>Regina</strong>


Commento al <strong>Vangelo</strong> – I domenica <strong>del</strong>l’AvventoL’AvventoSergio Hollmanna <strong>Vangelo</strong> AEsortazione allaVigilanza33State attenti, vegliate, perchénon sapete quando saràil momento preciso. 34 È comeuno che è partito per unviaggio dopo aver lasciato lapropria casa e dato il potereai servi, a ciascuno il suocompito, e ha ordinato alportiere di vigilare. 35 Vigilatedunque, poiché non sapetequando il padrone di casaritornerà, se alla sera o amezzanotte o al canto <strong>del</strong>gallo o al mattino, 36 perchénon giunga all’improvviso,trovandovi addormentati.37 Quello che dico a voi,lo dico a tutti: Vegliate!” (Mc13, 33-37)Nell’apertura <strong>del</strong>l’Anno Liturgico, Gesù ci esorta adessere sempre vigili, poiché l’ora <strong>del</strong> Giudizio arriveràall’improvviso, quando meno ce l’aspettiamo. Unodei punti per i quali dobbiamo rivolgere la nostravigilanzia, secondo l’allerta di vari Papi, è l’azionedei mezzi di comunicazione sociale, che molte volteinvadono le nostre anime e le nostre case propagandomessaggi ed influenze contrari alla fede e alla morale.Don João Scognamiglio Clá DiasPresidente GeneraleI – Le due venute di GesùIl cerchio e la losanga sono le piùperfette figure geometriche secondoil concetto di San Tommaso d’Aquino,perché rappresentano il movimento<strong>del</strong>l’effetto che ritorna alla sua causa.Cristo è la più alta realizzazione diquesta simbologia perché, oltre ad essereil principio di tutto il creato, è ancheil fine ultimo. Per questo troviamo,tanto al termine <strong>del</strong>l’anno liturgico,come nella sua apertura, i Vangeli chetrascrivono le rivelazioni di Gesù sullasua ultima venuta.La penitenza, nell’attesa <strong>del</strong> NataleLa Chiesa non ha elaborato le suecerimonie attraverso un programmapreliminare. In quanto organismo soprannaturale,nata dal sacro costato<strong>del</strong> Redentore e vivificata dal soffio<strong>del</strong>lo Spirito Santo, possiede una vitalitàpropria con la quale si sviluppa,cresce e diventa bella, in maniera organica.Così si è andato costituendo l’annoliturgico nel corso dei tempi, nellesue varie parti. In concreto, l’Avventoè sorto tra i secoli IV e V come unapreparazione al Natale, sintetizzandola grande attesa da parte dei buoni giudeiper l’apparizione <strong>del</strong> Messia.All’aspettativa di un grande avvenimentomistico-religioso, corrispondeun’attitudine penitenziale, per questoi secoli precedenti la nascita <strong>del</strong>Salvatore sono stati marcati dal doloredei peccati personali e di quello deinostri progenitori. Più marcante ancoraè divenuto il periodo anteriore allavita pubblica <strong>del</strong> Messia: una voce acclamantenel deserto invitava tutti achiedere perdono dei propri peccati e <strong>Salvami</strong> <strong>Regina</strong> · Novembre 2005


a convertirsi, affinché così diventasserodiritte le vie <strong>del</strong> Signore.Speranza pervasa daldesiderio di santitàne. È tempo di penitenza. Non a casoil <strong>Vangelo</strong> di oggi ci parla <strong>del</strong>la vigilanza,per il fatto che non sappiamo quandoritornerà il “padrone di casa”. È indispensabileche egli non ci sorprendamentre dormiamo.È venuto come reo,tornerà come GiudiceÈ necessario considerare che il Signorenon verrà come Salvatore, ma comeGiudice, non solo in quanto Dio,ma anche in quanto Uomo, propriocome ci spiega San Tommaso: “Avendodunque (Dio) collocato Cristo-Uomoalla testa <strong>del</strong>la Chiesa e <strong>del</strong>l’umanità, eavendogli sottomesso tutto, gli ha concessoanche – e con maggior diritto – il poteregiudiziale” ( 1 ) “Cristo ha meritato, oltretutto,questo ufficio, per aver lui lottatoper la giustizia e aver vinto, avendo avutouna ingiusta sentenza. “Colui che è statoin piedi davanti al giudice – dice Agostino– si siederà come giudice, e colui cheè stato calunniosamente chiamato reo,condannerà gli autentici rei” ( 2 ).“Cristo nostro Dioe Figlio di Dio, harealizzato la primavenuta senza sfarzo;ma per la secondaverrà presentandoSicome Egli è”Gesù sarà il Grande Giudice, nellasua umanità santissima unita ipostaticamentealla Saggezza divina ed eterna.Così, Egli conosce i segreti di tuttii cuori, proprio come scrive San Paoloai Romani: “Nel giorno in cui Dio giudicherà,tramite Gesù Cristo, le azioni occultedegli uomini” (Rm 2, 16).Egli apparirà in tutta la sua gloria,poiché, nella sua prima venuta, siccomesi disponeva ad essere giudicato, siè rivestito d’umiltà. Pertanto, dovrà rivestirsidi splendore, nel ritornare comeGiudice ( 3 ). San Tommaso considerainoltre che, nascendo a Betlemme, ilFiglio si è incarnato per rappresentareGesù si rivestirà di splendore quando verràcome Giudice (dipinto <strong>del</strong>la Chiesa <strong>del</strong>laSanta Croce in Gerusalemme, Roma)Desiderando creare le condizioniideali affinché possiamo partecipare allefestività <strong>del</strong>la Nascita <strong>del</strong> Salvatore –la sua prima venuta -, la Liturgia ha selezionatotesti sacri relativi alla sua secondavenuta: la nota dominante di unoè la misericordia e quella <strong>del</strong>l’altro, lagiustizia. Per il momento, questi due incontricon Gesù, formano un tutto armonicotra il principio e la fine deglieffetti di una stessa causa. I Padri <strong>del</strong>laChiesa hanno ampiamente commentatoil contrasto tra l’uno e l’altro, ma,secondo loro, dobbiamo vedere nell’Incarnazione<strong>del</strong> Verbo l’inizio <strong>del</strong>la nostraRedenzione e nella resurrezionedei morti la sua pienezza.Per essere all’altezza <strong>del</strong> grandiosoavvenimento natalizio, è indispensabileche ci collochiamo nella prospettivadegli ultimi avvenimenti che precederannoil Giudizio Finale. Di qui il fattoche la Chiesa per molto tempo hacantato nella Messa la sequenza “DiesIrae”, la famosa melodia gregoriana.Più che semplicemente ricordare ilfatto storico <strong>del</strong> Natale, la Chiesa vuolefarci partecipare alle grazie proprie<strong>del</strong>la festività, nella stessa misura incui ne godevano la Santissima Vergine,San Giuseppe, i Re Magi, i Pastori,ecc; dunque, una grande speranza,pervasa dal desiderio di santità e dauna vita penitenziale, sorreggeva il popoloeletto in quelle circostanze. Cosìnoi dobbiamo imitarne l’esempio e seguirnei suoi passi, in prospettiva nonsolo <strong>del</strong> Natale ma anche <strong>del</strong>la pienezza<strong>del</strong>la nostra redenzione: la gloriosaresurrezione dei figli di Dio.La prima e la seconda venuta di Gesùsi uniscono davanti ai nostri orizzontiin questo periodo <strong>del</strong>l’Avvento,facendo sì che noi le analizziamo quasiin una visione eterna, forse, per megliodire, da dentro gli stessi occhi diDio, per Il Quale tutto è presente. Eccoalcune ragioni grazie alle quali si capiscela scelta <strong>del</strong> viola per i paramentiliturgici, in queste quattro settimalanostra umanità presso il Padre, perquesto dovrà dimostrare la gloria d’ambasciatore<strong>del</strong> potere eterno di Dio.Questo giudizio sarà universale, perchélo è stata anche la stessa Redenzione.Ascoltiamo le spiegazioni date daSant’Agostino riguardo le due venutedi Gesù: “Cristo, Dio nostro e Figlio diDio, ha realizzato la prima venuta senzasfarzo; ma per la seconda verrà presentandosicome Egli è. Quando è giuntoin silenzio, non Si è fatto riconoscerese non dai suoi servi; quando si manifestarà,Si mostrerà ai buoni e ai cattivi.La prima volta è venuto in incognita,per essere giudicato; la seconda lo faràcon maestà, per giudicare. Prima è venutocome reo, ha mantenuto il silenzioannunciato dal Profeta: ‘Non ha apertola bocca, come agnello portato al mattatoio,come pecora muta davanti ai tosatori...’(Is 57, 7), ma non dovrà rimanerecosì in silenzio, quando avrà dagiudicare. In verità, neanche adesso stain silenzio per colui a cui piace ascoltar-Lo; se dice che non tacerà, Egli lo diceperché allora dovranno udirLo coloroche ora Lo disprezzano” ( 4 ).Ricardo Castelo BrancoNovembre 2005 · <strong>Salvami</strong> <strong>Regina</strong>


Considerazione benefica, tantoper i buoni quanto per i cattiviNiente sarà dimenticato, i minimipensieri o desideri saranno ricordaticon la forza di realtà: azioni e omissioni,riguardo Dio, il prossimo e persinose stessi. Il Divino Giudice nonlascerà una sola virgola senza analisi,senza che sia debitamente valutata, e,per ognuno, proferirà pubblicamenteun’inappellabile e definitiva sentenza.Alcuni alla sua destra, altri alla sinistra.Di questi ultimi, quanti sarannolì per aver cercato un piacere fugace,o per essersi rifiutati di fare unoDa qui si deduce quanto sia benefico,tanto per i cattivi come per i buoni,prendere in seria considerazione questaseconda venuta <strong>del</strong> Signore. Alcuniforse saranno commossi dal timore diDio, altri potranno essere incoraggiati,in mezzo ai dolori e ai drammi di questavita, dalla speranza di questa cerimoniadi apoteosi.Segnali precursori negliultimi avvenimentiPio XI:“Tutti sannoquanto danno produconoi film cattivi nelleanime. Essi divengonooccasioni di peccato.”Leone XIII: “Libri e giornali,scuole e cattedre di insegnamento,circoli e teatri, monumenti ediscorsi, fotografie e belle arti,tutto cospira a pervertire glispiriti e a corrompere i cuori.”Pio XII: “Questo nemico stacorrompendo il mondo conuna stampa e con spettacoliche uccidono il pudore neiragazzi e nelle ragazze.”sforzo insignificante? Bisogna metterein conto che questo tragico panorama<strong>del</strong> Giudizio Finale sarà una ripetizionepubblica <strong>del</strong> giudizio particolare diognuno.Ma, d’altro lato, quanta gioia avrannoi buoni! “I patimenti <strong>del</strong> tempo presentesono niente in confronto con lagloria che ha da essere manifestata pernoi” (Rom 8,18). I corpi dei giusti sarannoliberati dalle malattie e infermità,saranno immortali e spiritualizzati,assimilati alla luce di Cristo. Nel vedersiriuniti in Maria e in Gesù, si sentirannoinondati di piacere e gioia, inquel giorno di trionfo.A questo punto possiamo meglio penetrarenelle parole di Nostro Signoretrascritte da Marco nel <strong>Vangelo</strong> di oggi.Il capitolo XIII è tutto quanto escatologico.Comincia con un dialogo tra idiscepoli ed il Maestro a proposito <strong>del</strong>lasolidità degli edifici che si elevavanonelle prossimità <strong>del</strong> Tempio, meritandoda parte di Gesù la profezia: “Nonrimarrà pietra su pietra che non sia distrutta”(v. 2). Evidentemente, quest’ affermazioneha acuito la curiosità degliApostoli e la grande domanda riguardaval’occasione in cui si sarebberosvolti questi avvenimenti. Gesù nonrivela date, ma annuncia i segnali che laprecederanno: “Si leverà infatti nazionecontro nazione e regno contro regno; visaranno terremoti sulla terra e vi sarannocarestie. Questo sarà il principio dei dolori.State attenti!” ( v. 8).Altri segnali e consigli sono concessida Lui agli Apostoli nei versetti successivi,che culminano con una viva descrizionedegli ultimi avvenimenti prima<strong>del</strong>la conflagrazione finale <strong>del</strong> mondo:“Se il Signore non abbreviasse quei giorni,nessun uomo si salverebbe, ma Egliha abbreviato quei giorni in considerazionedegli eletti che si è scelto” (v. 20). “Ilcielo e la terra passeranno, ma le mie parolenon passeranno” (v. 31).In questo passaggio <strong>del</strong> suo discorsoescatologico, Gesù risponde alla domandainiziale degli Apostoli: “Quantopoi a quel giorno o a quell’ora, nessunoli conosce, neanche gli angeli nel cielo,e neppure il Figlio, ma solo il Padre”(v. 32). I Padri <strong>del</strong>la Chiesa commentanoche, collocandosi tra coloro chenon sanno, Gesù ha fatto uso <strong>del</strong>la diplomaziaper non rattristare i discepolicon il fatto di non voler fare loro rivelazioni,ma sarebbe impossibile chenon lo sapesse, perché non ci può esserealcuna differenza fra il Padre e il Figlio:“Sempre quando [Egli] manifestadi ignorare qualcosa non si trattiene perignoranza, ma perché non è il momentogiusto per parlare o agire” ( 5 ) <strong>Salvami</strong> <strong>Regina</strong> · Novembre 2005


Questi sono gli antecedenti chespiegano il <strong>Vangelo</strong> d’oggi.II – Commento <strong>del</strong> <strong>Vangelo</strong>33State attenti, vegliate, perchénon sapete quando sarà il momentopreciso.Essendo discepolo molto intimodi San Pietro, Marco trasmette nelsuo <strong>Vangelo</strong> – che, tra l’altro, è statoil primo ad essere scritto e divulgato– la sintesi <strong>del</strong>le predicazioni <strong>del</strong> nostroprimo Papa. La sua enfasi nel dire“State attenti! Vigilate...” ha originenell’impegno speciale manifestato dalsuo maestro negli ultimi anni di vita,nella città di Roma. Quest’attenzione,pervasa da zelo per le anime, compiendola missione <strong>del</strong> Signore: “Pascola lemie pecore”, era indirizzata ai problemiche allora interessavano la Chiesanascente.Senza soffermarci sull’analisi <strong>del</strong>lastoria di quasi due millenni fa, volgiamoil nostro sguardo al momento presente.La vigilanzia, virtù ausiliare <strong>del</strong>lasaggezza, in quanto si identifica conla sollecitudine, ha un importante ruolonella nostra vita spirituale e morale.Oltretutto, la saggezza ha uno strettolegame con la vita sociale <strong>del</strong>l’uomo.In vista di quali obiettivi si dovrebbedunque esercitare la pratica di questavirtù in quest’inizio <strong>del</strong> terzo millennio?Quasi non esiste un solo momentonel quale possiamo abbassare lanostra guardia.Azione <strong>del</strong>eteria dei mezzidi comunicazione socialePaolo VI: “Chi può ignorarei pericoli e i danni chequesti pur nobili strumentipossono procurare ai singoliindividui e alla società?”Benedetto XVI: “Delle idee erroneesi vanno oggi sempre più diffondendoattraverso i mezzi di comunicazionesociale in generale e, in manieraspecifica, attraverso i libri.”Giovanni Paolo II: “Questistessi mezzi di comunicazionehanno la capacità di arrecaregrande danno alle famiglie.”Da molto – con l’evoluzione <strong>del</strong>latecnica e <strong>del</strong>le scoperte scientifiche– i mezzi di comunicazione sociale sisono prestati ad una pericolosa e seducentepresentazione <strong>del</strong> male e <strong>del</strong>peccato. Già all’epoca di Leone XIII– alla fine <strong>del</strong> secolo XIX – troviamola chiara manifestazione <strong>del</strong>la preoccupazionedi quel Papa di compiantamemoria.“Gl’incentivi <strong>del</strong> vizio e i fatali allettamential peccato avanzano: intendiamodire le licenziose ed empie rappresentazioniteatrali; i libri e i giornaliscritti per fare apparire onesto il vizio esfatare la virtù; le stesse arti, già inventateper le comodità <strong>del</strong>la vita e l’onestosollievo <strong>del</strong>l’animo, sono utilizzate qualeesca per infiammare le passioni umane”.( 6 )Quattro anni più tardi, una nuovadichiarazione:“Insomma, l’ordine sociale è rotto finoalle sue fondamenta. Libri e giornali,scuole e cattedre di insegnamento, circolie teatri, monumenti e discorsi, fotografiee belle arti, tutto cospira a pervertiregli spiriti e corrompere i cuori” ( 7 )Ormai nel secolo XX, seguendosempre la stessa linea d’insegnamento,si fa sentire la voce di Papa Pio XI, anch’essadi gradita memoria:“D’altra parte non si dà oggi mezzopiù potente <strong>del</strong> cinema ad esercitare influssosulle moltitudini, sia per la naturastessa <strong>del</strong>le immagini proiettate sulloschermo, sia per la popolarità <strong>del</strong>lo spettacolocinematografico, infine per le circostanzeche l’accompagnano” ( 8 ).“La potenza <strong>del</strong> cinema sta in ciò, cheesso parla mediante immagini. Esse, congrande godimento e senza fatica, sonomostrate ai sensi anche di animi rozzi eprimitivi, che non avrebbero la capacitào almeno la volontà di compiere lo sforzo<strong>del</strong>l’astrazione e <strong>del</strong>la deduzione, che accompagnail ragionamento. Anche il leggere,o l’ascoltare, richiedono uno sforzo,che nella visione cinematografica è sostituitodal piacere continuato <strong>del</strong> succedersi<strong>del</strong>le immagini concrete” ( 9 ).Novembre 2005 · <strong>Salvami</strong> <strong>Regina</strong>


te...” Tanto più che non si sa “quandosarà il momento”.34È come uno che è partitoper un viaggio dopoaver lasciato la propria casae dato il potere ai servi,a ciascuno il suo compito,e ha ordinato al portiere divigilare.Secondo i Padri <strong>del</strong>la Chiesa,è stato Gesù che “ha lasciatola sua casa”, salendo in cielo. Anoi, ha dato l’incarico di stare attenti.Il nostro primo obbligo ricade su noistessi. In nulla ci avvantaggia pregarese non ci allontaniamo dalle occasioniche possono condurci al male. A partequesto, ognuno di noi, nella sua funzione,ha la responsabilità degli altri: idatori di lavoro sui dipendenti, i genitorisui figli, i maestri sugli alunni, ecc.I Pastori sono rappresentati dalla figura<strong>del</strong> portiere, che simbolizza ancheil nostro dovere di vegliare sui nostristessi cuori.35Vigilate dunque, poiché non sapetequando il padrone di casa ritornerà,se alla sera o a mezzanotteo al canto <strong>del</strong> gallo o al mattino,36perché non giunga all’improvviso,trovandovi addormentati.Non è solo in questo brano in cuiGesù ripete in forma imperativa ilsuo consiglio ad essere vigili. I quattroVangeli contengono vari passaggi relativia quest’impegno <strong>del</strong> Divino Maestro.Qui, in concreto, le circostanzesono descritte con particolarità di terminied in maniera metaforica. L’importanteè di non sorprenderci se mentredormiamo riceviamo una visita improvvisa.Quest’avvertimento ha un realefondamento: la creatura umana, peccando,non riceve un castigo immediato,per questo il peccato va poco apoco trasformandosi in una abitudinee, alla fine, diventa un vizio inveterato.Per una necessità di razionalizzaree così, acquietare la propria coscienza,la persona finisce per attribuire a DioQuando verrà comeGiudice, bisogna che Gesù nonci sorprenda mentre dormiamo, nonci trovi, cioè, immersi nei vizi(cupola <strong>del</strong>la Chiesa diSant’Agostino, Roma)il giudizio relativista che ha elaboratoper giustificarsi.Gesù, a parte il fatto che conoscebene il peccato di ognuno dei suoi fratellisino ad odiarlo, tace per amore<strong>del</strong>la loro salvezza, per concedere loroaltre opportunità per correggersi. Ora,senza la vigilanza, questo processo dirigenerazione è impossibile. Bisognache Gesù non ci “trovi a dormire”, ilche significa, adagiati nei vizi...37Quello che dico a voi, lo dico atutti: Vegliate!”Così termina il cap. XIII di Marco;quello successivo riguarderà la descrizionedi tutta la Passione.In questo versetto si trova il carattereuniversale dei consigli proferiti daGesù a proposito <strong>del</strong>la somma importanza<strong>del</strong>la vigilanza nei confronti nonsolo <strong>del</strong>la fine <strong>del</strong> mondo, ma anche<strong>del</strong>la fine di ognuno di noi. Tutti noimoriremo, in quale momento, non losappiamo. Stiamo attenti! Quel giornoincontreremo Gesù, sarà il nostrogiudizio particolare. Non sarà l’unico,poiché Egli vuole dare un caratterepubblico e sociale al giudizio, per cui cisarà un secondo giudizio.III – ConclusioneNel nostro egoismo, siamoportati a considerarci il centro<strong>del</strong>le nostre attenzioni e preoccupazioni,ma l’essenza <strong>del</strong>lanostra vita cristiana è sociale:“Amatevi gli uni gli altri” (Gv13, 34; 15, 12; 15, 17); o: “Chiama il prossimo, ha adempiutola legge” (Rom, 13, 8). Gesùpesa i nostri atti in funzione<strong>del</strong>la nostra misericordia versoil prossimo, ossia, Egli usa, pergiudicarci, un criterio sociale.Dio distribuisce i suoi beni in formadiseguale agli uomini, perché gliuni possano dispensare e gli altri ricevere.Questo succede non solo nelcampo materiale ma anche, e soprattutto,in quello culturale e spirituale.In base alla misericordia unita alla giustizia,saremo giudicati davanti a tuttigli angeli e agli uomini.Prepariamoci, dunque, a quest’Avvento,per ricevere Gesù che viene nellapienezza <strong>del</strong>la sua misericordia echiediamo a Colei che ce lo conducela sua potente intercessione per il nostrosecondo incontro con Lui, quandoarriverà all’improvviso, nella pienezza<strong>del</strong>la sua giustizia. ²1) Summa Teologica, III q59, a22) Summa Teologica, III q59, a33) Cfr. Summa Teologica, Supl. q90. a2.4) Serm. 18,1: PL 38, 128-129.5) Serm. 18,1: PL 38, 128-129.6) Leone XIII, Exeunte iam anno, 25 dicembre1888.7) Id., Lettera al popolo italiano, 8 dicembre1892.8) Pio XI, Vigilante cura, n.18.9) Ibid., n.19.10) Ibid, n. 21.11) Ibid., n.25.12) Pio XII, All’Azione Cattolica Italiana,12 ottobre 1952.13) Messaggio per la Giornata Mondiale<strong>del</strong>le Comunicazioni Sociali, 1º maggio1967.14) Messaggio per la 38ª Giornata Mondiale<strong>del</strong>le Comunicazioni Sociali, 24gennaio 2004.15) Istruzione <strong>del</strong> 30/3/1992, Introduzione.Novembre 2005 · <strong>Salvami</strong> <strong>Regina</strong> 11


Vitor TonioloLa voce <strong>del</strong> PapaBenedetto XVI, Papa e CatechistaDurante il suo incontro con 100mila bambini in Piazza San Pietro, il SantoPadre, rispondendo alle domande di alcuni di loro, ha dato una splendidalezione di Catechismo. Leggiamo le sue parole.Livia: Santo Padre, devoconfessarmi tutte le volteche faccio la Comunione?Anche quando ho fatto glistessi peccati?Direi due cose: la prima, naturalmente,è che non devi confessarti sempreprima <strong>del</strong>la Comunione, se non haifatto peccati così gravi che sarebbe necessarioconfessarsi. Quindi, non è necessarioconfessarsi prima di ogni Comunioneeucaristica. Questo è il primopunto. Necessario è soltanto se hai commessoun peccato realmente grave, cheha offeso profondamente Gesù, così chel’amicizia è distrutta e devi ricominciaredi nuovo. Solo in questo caso, quando siè in peccato “mortale”, cioè grave, è necessarioconfessarsi prima <strong>del</strong>la Comunione.Questo è il primo punto.Il secondo: anche se, non è necessarioconfessarsi prima di ogni Comunione, èmolto utile confessarsi con una certa regolarità.È vero, di solito, i nostri peccatisono sempre gli stessi, ma facciamo pulizia<strong>del</strong>le nostre abitazioni, <strong>del</strong>le nostrecamere, almeno ogni settimana, anche sela sporcizia è sempre la stessa. Per viverenel pulito, per ricominciare; altrimenti,forse la sporcizia non si vede, ma si accumula.Una cosa simile vale anche perl’anima, per me stesso, se non mi confessomai, l’anima rimane trascurata e, allafine, sono sempre contento di me e noncapisco più che devo anche lavorare peressere migliore, che devo andare avanti.E questa pulizia <strong>del</strong>l’anima, che Gesùci dà nel Sacramento <strong>del</strong>la Confessione,ci aiuta ad avere una coscienza più sveglia,più aperta e così anche di maturarespiritualmente e come persona umana.Quindi due cose: confessarsi è necessariosoltanto in caso di un peccatograve, ma è molto utile confessarsiregolarmente per coltivare la pulizia,la bellezza <strong>del</strong>l’anima e maturare manmano nella vita.Andrea: La mia catechista, preparandomial giorno <strong>del</strong>la mia Prima Comunione,mi ha detto che Gesù è presente nell’Eucaristia.Ma come? Io non lo vedo!12 <strong>Salvami</strong> <strong>Regina</strong> · Novembre 2005


Sì, non lo vediamo, ma ci sono tantecose che non vediamo e che esistono esono essenziali!Per esempio, non vediamo la nostraragione, tuttavia abbiamo la ragione.Non vediamo la nostra intelligenza el’abbiamo. Non vediamo, in una parola,la nostra anima e tuttavia esiste e nevediamo gli effetti, perché possiamoparlare, pensare, decidere ecc... Cosìpure non vediamo, per esempio, lacorrente elettrica, e tuttavia vediamoche esiste, vediamo questo microfonocome funziona; vediamo le luci.E così anche il Signore risorto, nonlo vediamo con i nostri occhi, ma vediamoche dove è Gesù, gli uominicambiano, diventano migliori. Si creauna maggiore capacità di pace, di riconciliazione,ecc... Quindi, non vediamoil Signore stesso, ma vediamo glieffetti: così possiamo capire che Gesùè presente. Proprio le cose invisibili sonole più profonde e importanti.Alessandro: A cosa serve andare allaSanta Messa e ricevere la Comunioneper la vita di tutti i giorni?Serve per trovare il centro <strong>del</strong>la vita.Noi la viviamo in mezzo a tante cose. Ele persone che non vanno in chiesa nonsanno che a loro manca proprio Gesù.Sentono però che manca qualcosa nellaloro vita. Se Dio resta assente nella miavita, se Gesù è assente dalla mia vita, mimanca una guida, mi manca una amiciziaessenziale, mi manca anche una gioiache è importante per la vita. La forza anchedi crescere come uomo, di superare imiei vizi e di maturare umanamente.Adriano: Santo Padre, ci hanno dettoche oggi faremo l’Adorazione Eucaristica?Che cosa è? Come si fa?Adorazione è riconoscere che Gesùè mio Signore, che Gesù mi mostra lavia da prendere, mi fa capire che vivobene soltanto se conosco la strada indicatada Lui, solo se seguo la via cheLui mi mostra. Quindi, adorare è dire:“Gesù, io sono tuo e ti seguo nella miavita, non vorrei mai perdere questaamicizia, questa comunione con te”.Potrei anche dire che l’adorazionenella sua essenza è un abbraccio conGesù, nel quale gli dico: “Io sono tuo eti prego sii anche tu sempre con me”.E i piccoli sono andati da luiÈimpossibile descrivere il climadi giubilo regnante nel pomeriggio<strong>del</strong> 16 Ottobre in Piazza SanPietro, dove 100mila bambini <strong>del</strong>la PrimaComunione attendevano l’arrivo <strong>del</strong>Papa Benedetto XVI per alcuni momentidi preghiera e convivialità intorno all’Eucaristia.Quando l’automobile papale è entratanella Piazza, una esclamazioneall’unisono ha manifestato la candidagioia infantile di quell’enorme moltitudinedi bambini e bambine, piccoli distatura, ma grandi nella Fede. Come ilmigliore dei padri, il Pontefice ha percorsolentamente tutta la Piazza SanPietro e un lungo tratto <strong>del</strong>la Via <strong>del</strong>laConciliazione, benedicendo i suoi piccolifigli che lo accoglievano con canti.Poi, seduto sul suo trono, ha ascoltatoil saluto che un bambino romano hafatto a nome di tutti: “Carissimo Papa,noi ti vogliamo molto bene e ti ringraziamoperché testimoni l’amore di Gesùnel mondo. Ti chiediamo di raccomandareal Signore tutti i bambini che soffrono,i catechisti, i sacerdoti e le suoreche ci hanno preparato in questi anni”.In seguito c’è stata una breve celebrazione<strong>del</strong>la Liturgia <strong>del</strong>la Parola,dopo la quale il Santo Padre si è fattocatechista, rispondendo a varie domandeche gli sono state rivolte da settedei suoi piccoli ascoltatori.Victor Toniolo, di RomaChi, come l’autore di queste righe,era presente, ha potuto constatare comemolti adulti non riuscivano a trattenerele lacrime nel vedere il Pastoredei Pastori che si curvava pieno di affettosu quei bambini spiegando loroin un linguaggio semplice le grandi verità<strong>del</strong>la Fede.Sono seguiti alcuni minuti di silenzio,interrotti da quelle 100mila voci infantiliche hanno pregato l’Orazione dei Fe<strong>del</strong>ie il Padre Nostro. Poi il Papa si è alzato eha preso l’ostensorio per dare loro la benedizione<strong>del</strong> Santissimo Sacramento.Si è veduto allora uno spettacolo particolarmentebello. Tutti quei bambini –da quelli che erano vicino all’altare finoa quelli che si trovavano nel punto piùlontano <strong>del</strong>la Via <strong>del</strong>la Conciliazione –si sono messi in ginocchio e con le manigiunte, in adorazione di Gesù Eucaristico.In questo momento, molti adulti,che fino ad allora erano in atteggiamentodi indifferenza, non hanno resistitoall’esempio dato dai piccini: si sonoinginocchiati anche loro e hanno chinatoil capo davanti all’Ostia Santa cheera tra le mani <strong>del</strong> Vicario di Cristo.Questa grande testimonianza datadai bambini <strong>del</strong>la Prima Comunione cifa ricordare le parole di Papa BenedettoXVI nel giorno <strong>del</strong>la Messa all’inizio<strong>del</strong> suo Ministero: “La Chiesa è viva.La Chiesa è giovane!”In una scena toccante, un bambino fa con tutta tranquillità una domandasull’Eucaristia al Papa Benedetto XVIL’Osservatore RomanoNovembre 2005 · <strong>Salvami</strong> <strong>Regina</strong> 13


Sinodo dei VescoviTermina la XI AssembleaGenerale OrdinariaLe 50 proposizioni presentate dal Sinodo al Santo Padre, e il Messaggiofinale dei Vescovi al Popolo di Dio riflettono l’ampiezza e la profondità deidibattiti svolti nell’Assemblea magna.L’elenco finale <strong>del</strong>le proposizioni<strong>del</strong>la 11ª Assemblea GeneraleOrdinaria <strong>del</strong> Sinodo deiVescovi è destinato al Sommo Pontefice.Tale testo ha un carattere propositivo.Per benevola decisione, il Santo Padreconcede che sia pubblicata nel Bollettino<strong>del</strong>la Sala Stampa <strong>del</strong>la Santa Sedeuna versione in lingua italiana, provvisoriae non ufficiale.Le Proposte sono un momento <strong>del</strong>lungo processo <strong>del</strong> Sinodo, aperto allaeventuale promulgazione di un documentopontificio.Diamo, di seguito, un sunto di alcunidei punti più rilevanti:6. Adorazione Eucaristica: Il Sinododei Vescovi (...) incoraggia fortementeche questa forma di preghiera(...) sia mantenuta e promossa, secondole tradizioni, tanto <strong>del</strong>la Chiesa latinaquanto <strong>del</strong>le Chiese orientali.7. È compito di grande importanzapastorale che il Vescovo promuovanella diocesi un deciso recupero <strong>del</strong>lapedagogia <strong>del</strong>la conversione che nascadall’Eucaristia e favorisca, per questo,la confessione individuale frequente.(...) I Vescovi procurino, inoltre,che in ogni chiesa ci siano luoghi appropriatiper le confessioni (cfr. CIC964§ 2).I – Elenco <strong>del</strong>le Proposizioni9. Poligamia. La natura <strong>del</strong> matrimonioesige che l’uomo sia legato inmodo definitivo ad una sola donna eviceversa. In quest’orizzonte i poligamiche si aprono alla fede cristiana sianoaiutati ad integrare il loro progettoumano nella novità e nella radicalità<strong>del</strong> messaggio di Cristo. (...) La Chiesali accompagnerà nel frattempo conuna pastorale piena di dolcezza e difermezza.11. I Padri Sinodali hanno affermatol’importanza <strong>del</strong> dono inestimabile<strong>del</strong> celibato ecclesiastico nella pratica<strong>del</strong>la Chiesa latina.14. Le parrocchie e le piccole comunitàdevono essere <strong>del</strong>le scuole di mistagogiaeucaristica. In questo contesto,si cercherà la cooperazione <strong>del</strong>lecomunità di vita consacrata, dei movimentie <strong>del</strong>le aggregazioni che rivalorizzano,secondo i propri carismi, laformazione cristiana.18. Conviene perciò che le Letturesiano proclamate con cura, se possibileda lettori istituiti.19. Si chiede ai ministri ordinati diconsiderare la celebrazione come loroprincipale dovere. In particolare debbonopreparare accuratamente l’omelia,basandosi su una conoscenza adeguata<strong>del</strong>la Sacra Scrittura. (...) Possonotrattare i grandi temi <strong>del</strong>la fedecristiana: il Credo, il Padre Nostro, leparti <strong>del</strong>la Messa, i Dieci Comandamentie altri argomenti.23. Il saluto <strong>del</strong>la pace. Forse sarebbeutile valutare se il segno di pacenon vada collocato in un altro momento<strong>del</strong>la celebrazione, anche tenendoconto di consuetudini antiche e venerabili.25. In particolare: il ruolo dei diaconi,il servizio dei lettori e degli accolitimeritano una maggiore attenzione.(...). Questo Sinodo rinnova ilsuo apprezzamento per la cura che ipresbiteri prestano nel celebrare laliturgia in un modo degno, “attenteac devote” Si eviti l’eccesso di interventiche può condurre ad una manipolazione<strong>del</strong>la Santa Messa, comeper esempio quando si sostituisconoi testi liturgici con testi estraneio quando si dà alla celebrazioneuna connotazione non liturgica.Un’autentica azione liturgica esprimela sacralità <strong>del</strong> Mistero Eucaristico.Questa dovrebbe trasparire nelleparole e nelle azioni <strong>del</strong> sacerdote celebrante,mentre egli intercede pressoDio Padre sia con i fe<strong>del</strong>i sia perloro. (...) Il canto deve essere intimamentearmonizzato con la liturgia (...)14 <strong>Salvami</strong> <strong>Regina</strong> · Novembre 2005


Fotos: Victor TonioloPer tre settimane, nell’Aula <strong>del</strong> Sinodo, in Vaticano, 256 Padri Sinodali hanno discusso in modo approfonditole più importanti questioni relative alla Chiesa dei nostri giorniIl valore, l’importanza e la necessità<strong>del</strong>l’osservanza <strong>del</strong>le norme liturgichesiano messi in luce. La CelebrazioneEucaristica rispetti la sobrietà e la fe<strong>del</strong>tàal rito voluto dalla Chiesa, conquel senso <strong>del</strong> sacro che aiuta a viverel’incontro con Dio e con quelle formeanche sensibili che lo favoriscono (armonia<strong>del</strong> rito, <strong>del</strong>le vesti liturgiche,<strong>del</strong>l’arredo e <strong>del</strong> luogo sacro).27. L’arte sacra nelle sue varieespressioni, a cominciare dall’architettura,ha una funzione di grande importanza.Essa infatti traspone il significatospirituale dei riti <strong>del</strong>la Chiesain forme comprensibili e concrete,che illuminano la mente, toccano ilcuore e formano la volontà.28. Il Sinodo ricorda che il tabernacoloper la custodia <strong>del</strong> Santissimo Sacramentodeve avere nella chiesa unacollocazione nobile, di riguardo, benvisibile, curata sotto il profilo artisticoe adatta alla preghiera.34. Di fronte all’Ostia consacratasi osservi la pratica <strong>del</strong>la genuflessioneo di altri gesti di adorazione secondole differenti culture. Si raccomandal’importanza di inginocchiarsi durantei momenti salienti <strong>del</strong>la PreghieraEucaristica, in senso di adorazionee di lode al Signore presente nell’Eucaristia.Si promuova inoltre il ringraziamentodopo alla Comunione, anchecon un tempo di silenzio.36. Nella Celebrazione <strong>del</strong>l’Eucaristiadurante gli incontri internazionali,oggi sempre più frequenti, per meglioesprimere l’unità e l’universalità <strong>del</strong>laChiesa, si propone:– di suggerire che la (con)celebrazione<strong>del</strong>la Santa Messa sia in latino(eccetto le letture, l’omelia e la preghieradei fe<strong>del</strong>i). Così pure siano recitatein latino le preghiere <strong>del</strong>la tradizione<strong>del</strong>la Chiesa ed eventualmenteeseguiti brani <strong>del</strong> canto gregoriano;– di raccomandare che i sacerdoti,fin dal Seminario, siano preparatia comprendere e celebrare la SantaMessa in latino, nonché a utilizzarepreghiere latine e a saper valorizzare ilcanto gregoriano;– di non trascurare la possibilità chegli stessi fe<strong>del</strong>i siano educati in questosenso.38. Si raccomanda vivamente ai sacerdotila celebrazione quotidiana <strong>del</strong>laSanta Messa, anche quando non cifosse partecipazione di fe<strong>del</strong>i.Novembre 2005 · <strong>Salvami</strong> <strong>Regina</strong> 15


40. Il Sinodo dei Vescovi ribadiscel’importanza di un atteggiamentoe di un’azione pastoraled’attenzione e di accoglienza versoi fe<strong>del</strong>i divorziati e risposati.Secondo la Tradizione <strong>del</strong>la Chiesacattolica, essi non possono esserammessi alla Santa Comunione,trovandosi in condizione di oggettivocontrasto con la Parola <strong>del</strong>Signore che ha riportato il matrimonioal valore originario <strong>del</strong>l’indissolubilità(cf. CCC 1640), testimoniatodal suo dono sponsalesulla croce e partecipato ai battezzatiattraverso la grazia <strong>del</strong> sacramento.(...). Se poi non viene riconosciutala nullità <strong>del</strong> vincolo matrimonialee si danno condizionioggettive che di fatto rendono laconvivenza irreversibile, la Chiesali incoraggia a impegnarsi a viverela loro relazione secondo le esigenze<strong>del</strong>la legge di Dio, trasformandola inun’amicizia leale e solidale; così potrannoriaccostarsi alla mensa eucaristica,con le attenzioni previste dallaprovata prassi ecclesiale, ma si eviti dibenedire queste relazioni perché tra ife<strong>del</strong>i non sorgano confusioni circa ilvalore <strong>del</strong> matrimonio. (...)Il Sinodo ritiene che, in ogni caso,grande attenzione debba esse assicurataalla formazione dei nubendi e allaprevia verifica <strong>del</strong>la loro effettiva condivisione<strong>del</strong>le convinzioni e degli impegniirrinunciabili per la validità <strong>del</strong>sacramento <strong>del</strong> matrimonio, e chiedePrima di una <strong>del</strong>le CongregazioniGenerali, il Papa Benedetto XVI canta,con i Padri Sinodali, l’ora Laudes,dalla Liturgia <strong>del</strong>le Oreai Vescovi e ai parroci il coraggio di unserio discernimento per evitare che impulsiemotivi o ragioni superficiali conducanoi nubendi all’assunzione di unagrande responsabilità per se stessi, perla Chiesa e per la società, che non saprannopoi onorare.43. La promozione <strong>del</strong>la partecipazionequotidiana alla celebrazione <strong>del</strong>laSanta Messa si dimostra, nei riti latini,un mezzo efficace di sviluppo di questaspiritualità al cuore <strong>del</strong>la vita familiare,professionale, sociale e politica.46. I politici e legislatori cattolicidevono sentirsi particolarmente interpellatinella loro coscienza, rettamenteformata, sulla grave responsabilitàsociale di presentare e sostenereleggi inique. Non c’è coerenzaeucaristica quando si promuovonoleggi che vanno contro il bene integrale<strong>del</strong>l’uomo, contro la giustiziae il diritto naturale. Non si puòseparare l’opzione privata e quellapubblica, mettendosi in contrastocon la legge di Dio e l’insegnamento<strong>del</strong>la Chiesa, e questo deveessere considerato anche di frontealla realtà eucaristica (cf. 1Cor11, 27-29).48. Chi partecipa all’Eucaristiadeve impegnarsi a costruire la pacenel nostro mondo segnato da molteviolenze e guerre, e oggi in modoparticolare, dal terrorismo, dallacorruzione economica e dallosfruttamento sessuale. Condizioniper costruire una vera pace sono larestaurazione <strong>del</strong>la giustizia, la riconciliazionee il perdono.50. La Chiesa vede in Maria, “DonnaEucaristica”, soprattutto ai piedi<strong>del</strong>la croce, la propria figura e la contemplacome mo<strong>del</strong>lo insostituibile divita eucaristica; sull’altare, alla presenza<strong>del</strong> “verum Corpus natum de MariaVirgine”, la Chiesa venera con specialegratitudine per bocca <strong>del</strong> sacerdotela Santissima Vergine.I cristiani raccomandino a Maria,Madre <strong>del</strong>la Chiesa, la loro esistenzaed il loro lavoro. Sforzandosi d’averegli stessi sentimenti di Maria, aiutinotutta la communità a vivere in offertaviva, gradita al Padre.Durante la 20ª CongregazioneGenerale realizzata il 21 ottobre,i Padri Sinodali hanno approvatoil Messaggio <strong>del</strong> Sinodo dei Vescovial Popolo di Dio, col titolo “L’Eucaristia:Pane vivo per la pace nel mondo”.Per la mancanza di spazio, distacchiamoalcuni dei suoi punti essenziali:8. A quarant’anni di distanza dalConcilio Vaticano II siamo stati provocatia compiere un esame di coscienzapastorale, per verificare in quale misurala fede è espressa e celebrata conII. Messaggio al Popolo di Diocoerenza nelle nostre Assemblee liturgiche.Il Sinodo riafferma che il ConcilioVaticano II ha posto le basi necessarieper un rinnovamento liturgico autentico.È necessario, quindi, coltivarefrutti positivi e correggere gli abusi chesi sono infiltrati nella pratica. Siamoconvinti che il rispetto <strong>del</strong> carattere sacrale<strong>del</strong>la liturgia passa per un’autenticafe<strong>del</strong>tà alle norme liturgiche <strong>del</strong>lalegittima autorità. Nessuno si consideripadrone <strong>del</strong>la liturgia <strong>del</strong>la Chiesa.La fede viva coglie la presenza <strong>del</strong> Signoree costituisce la prima condizioneper la bellezza <strong>del</strong>le celebrazioni eil loro compimento nell’ “Amen” pronunciatoper la gloria di Dio.12. La vita <strong>del</strong>le nostre Chiese è segnataanche da alcune ombre e problemiche non abbiamo eluso. Pensiamo,in primo luogo, alla perdita <strong>del</strong> senso<strong>del</strong> peccato e alla crisi persistente nellapratica <strong>del</strong> sacramento <strong>del</strong>la Penitenza.È importante riscoprire il suo significatoprofondo: esso è una conversionee una medicina preziosa dona-16 <strong>Salvami</strong> <strong>Regina</strong> · Novembre 2005


Intervista collettiva nella “Sala Stampa”Cardinale Marc Ouellet“Il Sinodo non cerca novitàdottrinarie”Victor Toniolo, da RomaIl giorno 22 ottobre, si sono riuniti un gran numero digiornalisti nella Sala Stampa <strong>del</strong> Vaticano per la terzaintervista collettiva con i Padri Sinodali.Come preambolo, il Cardinale Marc Ouellet, Arcivescovodi Quebec (Canada), ha esposto <strong>del</strong>le considerazioni sultesto <strong>del</strong> “Messaggio <strong>del</strong> Sinodo al Popolo di Dio”, redattosotto la sua supervisione e approvato nella CongregazioneGenerale <strong>del</strong> giorno precedente. Tra gli altri punti, il Porporatoha messo in rilievo una <strong>del</strong>le preoccupazioni dei Vescoviriuniti per il grande evento: “È necessario ricercare la sacralitànelle celebrazioni liturgiche”.Mons. Roland Minnerath, Arcivescovo di Digione (Francia)ha chiarito che dei 500 emendamenti dibattuti nelle GongregazioniGenerali è scaturito un documento contenente 50Mons. Rolandi Minnerathproposte presentate dai Padri Sinodali al Papa, il cui testo giàè stato reso pubblico, per decisione di Sua Santità.Delle numerose domande fatte dai giornalisti specializzati,ne riportiamo due: “Non ho visto alcuna novità in questoSinodo. Perché?” Il Cardinale Ouellet ha risposto: “Il Sinodonon va alla ricerca di novità dottrinarie, ma cerca piuttostodi creare l’appoggio pastorale necessario a seconda deitempi e dei luoghi”.“Perché non c’è stato nessun mutamento in relazione all’atteggiamentonei confronti <strong>del</strong>la comunione dei divorziati?” IlCardinale Ouellet ha risposto con brevità e chiarezza: “LaChiesa non può cambiare il <strong>Vangelo</strong>, e noi, vescovi, non abbiamol’autorità per contraddire la Tradizione <strong>del</strong>la Chiesa. Quelloche è, è. Non esiste un altro modo di vedere, intendere o fare”.ta da Cristo Risorto per la remissionedei peccati e per la crescita nell’amoreverso di Lui e verso i nostri fratellie sorelle.16. Abbiamo constatato anche in alcuniambienti un basso senso <strong>del</strong> sacroche tocca non solo la partecipazioneattiva e generosa dei fe<strong>del</strong>i alla SantaMessa, ma anche il modo di celebraree la qualità <strong>del</strong>la testimonianza nellavita pubblica che i cristiani sono chiamatia dare.21. A tutti i giovani seminaristi (...)desideriamo far giungere un particolarepensiero affinchè la loro vita di formazionesia impregnata da una genuinaspiritualità eucaristica.22. Cari sposi cristiani con le vostrefamiglie, la vostra vocazione alla santità,come chiesa domestica, si nutre allasacra Mensa <strong>del</strong>l’Eucaristia. La vostrafede nel sacramento <strong>del</strong> matrimoniotrasforma l’unione coniugale in untempio <strong>del</strong>lo Spirito Santo, in una sorgentefeconda di vita nuova nel generarei figli frutto <strong>del</strong> vostro amore.(...)Abbiate coraggio nel vostro sforzo pereducare i figli nella fede. Siate germogliodi vocazioni al sacerdozio e alla vitaconsacrata. ²Novembre 2005 · <strong>Salvami</strong> <strong>Regina</strong> 17


Come è nata e si è evoluta, nellaChiesa, l’istituzione <strong>del</strong> SinodoL’XI Assemblea Generale Ordinaria <strong>del</strong> Sinodo dei Vescovi, chiusa il 23ottobre, è stata una di quelle che più ha richiamato l’attenzione <strong>del</strong> pubblicoe dei media negli ultimi tempi, nella aspettativa di grandi novità per darenuovo impulso alla evangelizzazione. In vista di questa notorietà,molti si chiedono come si è formata questa istituzione chiamata“Sinodo” e quale la sua funzione nella Chiesa.In senso stretto, il vocabologreco synodos corrispondeal termine latino concilium,che significa “assemblea”.Nei primordi <strong>del</strong>la Chiesa,si utilizzava quasi indifferentementel’uno o l’altro per designare le riunioniecclesiastiche convocate per <strong>del</strong>iberaresu materie di fede, morale o disciplina.Con l’avanzare <strong>del</strong> tempo, concilioè passato a denominare soprattutto legrandi assemblee universali dei vescovi,generalmente presieduti dal Papa odai suoi rappresentanti (concili generalio ecumenici) e sinodo si è ristretto alleassemblee minori, a livello nazionale,regionale o diocesano, alle volte con lapartecipazione anche di sacerdoti e laici.Sinodi e concili dei primi secoliNel primo millennio <strong>del</strong>la storia <strong>del</strong>laChiesa, oltre a numerosi sinodi, si sonorealizzati sette concili universali, ilprimo dei quali è stato quello di Gerusalemme,verso l’anno 49, menzionatonegli Atti degli Apostoli (15, 1-29).Documenti confermano che, per lomeno dal secondo secolo <strong>del</strong>l’Era Cristiana,le Chiese locali realizzavano sinodi,riunendo i vescovi di una regioneper decidere determinate questioniJosé Messias Lins Brandãodottrinarie, canoniche e amministrative.Le loro decisioni erano valide solamenteall’interno <strong>del</strong>l’area coinvolta.Nel frattempo, alcuni sinodi hannoguadagnato una enorme importanza;essendo state le loro decisioni confermatee assunte dai concili ecumenicie dal Papa, sono diventati obbligatoriper tutta la Chiesa.In nessun’altra area <strong>del</strong>la Cristianitài sinodi sono stati tanto frequenticome nel nord Africa, la cui capitalereligiosa era Cartagine. I vescovi <strong>del</strong>laregione erano soliti riunirsi per lo menouna volta all’anno. Numerosi lorosinodi sono stati presieduti da santi famosi,come San Cipriano, che ne ha direttesei o sette, e Sant’Agostino.Uno dei principali obiettivi dei sinodirealizzati nel nord Africa, nei primicinque secoli, era quello di combatterele eresie. I donatisti, per esempio,causavano una tale inquietudine che ilsinodo <strong>del</strong> 404 ha chiesto l’intervento<strong>del</strong> potere civile per mettere fine alladiscordia.Una questione scottante: ilcanone <strong>del</strong>le Sacre ScrittureNei primi quattro secoli <strong>del</strong>la Chiesa,una questione scottante divideva leopinioni. Si trattava di sapere quali deicirca 200 libri considerati biblici a quest’epocafacevano parte realmente <strong>del</strong>leSacre Scritture. Alcuni erano accettaticome genuini da tutta la Chiesa.Altri erano controversi, accettati in alcuneregioni e rigettati in altre. Molti,infine, pur essendo abbastanza diffusi,contenevano storie immaginarie, favolee perfino eresie.Nel 374, il Papa San Damaso haconvocato un sinodo a Roma per decideresu questa materia, e ha chiamatoSan Geronimo a parteciparvi.Le decisioni di questo sinodo sonostate conservate nel Decretum Gelasiide recipiendis et non recipiendis libris,redatto nel secolo VI sulla base di documentidei secoli precedenti. Il catalogodei libri approvati da San Damasoè lo stesso adottato attualmentenella Bibbia cattolica. Egli ha pubblicatoanche il catalogo dei libri messial bando.Poco dopo, nel sinodo di Ippona(393), la Chiesa <strong>del</strong> Nord Africa, sottol’influsso di Sant’Agostino, ha adottatouna identica lista.Quasi un secolo dopo, il Papa SanGelasio I ha confermato definitivamenteil canone dei libri sacri.18 <strong>Salvami</strong> <strong>Regina</strong> · Novembre 2005


Altri sinodi famosiCi sono stati comunque altri sinodiche hanno segnato la storia <strong>del</strong>la Chiesa.Quello di Elvira, in Spagna, realizzatotra il 295 e il 306, ha cercato di regolarele relazioni tra cristiani e non cristiani.Tra le sue decisioni c’è il più antico dispositivocanonico conosciuto a proposito<strong>del</strong> celibato ecclesiastico, il quale determinavache gli uomini sposati che fosseroordinati vescovi, preti o diaconi, dovevanoimpegnarsi a vivere in stato dicontinenza perpetua, sotto pena di esseredeposti. Un’altra decisione di questosinodo, che si riferisce alle “verginiconsacrate a Dio”, mostra quanto giàera ampiamente praticata la vita religiosatra le cristiane di quell’epoca.Arles, nella Gallia, è stata sede di diversisinodi di grande rilevanza. Le decisioniadottate dal primo di questi, che siè realizzato nel 314, sono tra le più importantidei primi secoli <strong>del</strong>l’Era Cristiana,trattando di numerosi abusi che sistavano infiltrando nella vita <strong>del</strong>la Chiesa.Nel sinodo <strong>del</strong> 452 si è deciso che gliuomini sposati che desiderassero diventaresacerdoti avrebbero dovuto fare unapromessa di perpetua continenza.Anche il sinodo di Whitby, realizzatonel 664 in Britannia, ha segnato la Storia.È stato convocato per risolvere ilconflitto tra le pratiche introdotte tra glianglosassoni dai monaci venuti da Romae quelle dei monaci celti, di origine scozzesee irlandese, che seguivano vari costumidiversi da quelli dei romani. Allapresenza <strong>del</strong> re Oswy si è riunito il sinodo,con due vescovi rappresentanti <strong>del</strong>latradizione celtica ed altri due <strong>del</strong>la tradizioneromana. La decisione finale èstata presa dal re, il quale, riferendosi aSan Pietro, ha detto:” Non oso più contraddirei decreti di chi controlla le porte<strong>del</strong> Cielo, affinché egli non mi proibiscadi entrare”. In vista di questa risoluzione,la disciplina romana è stata adottatanon solo tra gli anglosassoni, ma è giuntaa prevalere anche tra i celti <strong>del</strong>la Scozia,<strong>del</strong>l’Irlanda e dei Paesi <strong>del</strong> Galles.L’attuale Sinodo dei Vescovi,istituzione permanenteAttualmente, il Sinodo dei Vescoviè una istituzione permanente <strong>del</strong>laSanta Chiesa, creato il 15 settembre1965 dal Papa Paolo VI attraversoil Motu Proprio Apostolica Sollicitudo.Il Codice di Diritto Canonico lodefinisce in forma precisa: “È l’assembleadei Vescovi che, scelti fra le diverseregioni <strong>del</strong> mondo, si riuniscono indeterminati tempi per promuovere lastretta unione tra il Romano Ponteficee i Vescovi, per aiutare con il loro consiglioil Romano Pontefice, nella preservazionee nella crescita <strong>del</strong>la fedee dei costumi, nella osservanza e nelconsolidamento <strong>del</strong>la disciplina ecclesiasticaed ancora per esaminare questioniche si riferiscono alla azione <strong>del</strong>laChiesa nel mondo” (c.342).Il Sinodo dei Vescovi non fa partené dipende dalla Curia Romana.È soggetto direttamente all’autorità<strong>del</strong> Papa, al quale compete convocarloquando giudica opportuno, stabilirei temi da essere trattati, confermarel’elezione dei Vescovi che vi partecipano,presiederlo personalmente o attraversoun suo rappresentante.L’importante incarico dicollaborare con il PapaIl Sinodo dei Vescovi non ha potere<strong>del</strong>iberativo, cioè, non gli compete stabilirenorme o emettere decreti, ma disimpegnal’importante funzione di collaborarecon il Sommo Pontefice nelledecisioni che devono essere prese dacostui in gravi questioni attinenti la vita<strong>del</strong>la Chiesa.Così, la prima Assemblea Generale,realizzata nel 1967, ha presentato alSanto Padre preziosi sussidi sulla “preservazionee il rafforzamento <strong>del</strong>la Fedecattolica, la sua integrità, la sua forza,il suo sviluppo e la sua coerenzadottrinale e storica”.Nella quinta Assemblea, riunita suconvocazione di Giovanni Paolo II nel1980, il tema centrale è stato la famigliacristiana. In essa si è cercato di riaffermaregli insegnamenti cattolici a proposito<strong>del</strong>la indissolubilità <strong>del</strong> matrimonioe il contenuto <strong>del</strong>la enciclica “Humanaevitae”. Due dei suoi risultati sonostati la pubblicazione <strong>del</strong>la “Letteradei Diritti <strong>del</strong>la Famiglia” e l’EsortazioneApostolica Familiaris Consortio.Si è rivestita anche di particolareimportanza la settima Assemblea, <strong>del</strong>1987, che ha trattato il tema “La vocazionee la missione dei laici nella Chiesae nel mondo”. Gli studi effettuati in questaAssemblea sono stati utilizzati per laredazione <strong>del</strong>la Esortazione ApostolicaPost-Sinodale Christifi<strong>del</strong>es laici nellaquale il Papa Giovanni Paolo II ha tracciatole linee essenziali per la evangelizzazioneall’inizio <strong>del</strong> 3º millennio. ²I quattro Padri <strong>del</strong>la Chiesa d’Occidente (Museo <strong>del</strong> Louvre, Parigi)Sergio HollmannNovembre 2005 · <strong>Salvami</strong> <strong>Regina</strong> 19


San Francesco SaverioPer la maggiore gloriadi DioMissionario come nessuno al mondo, operando i più spettacolarimiracoli per convertire popoli interi a Gesù Cristo, FrancescoSaverio ha imitato il Divino Maestro fino alla fine.Soffiava con insistenza ilvento freddo <strong>del</strong> nord e leonde <strong>del</strong>l’oceano si infrangevanosempre più violentementesu quella spiaggiache sembrava deserta. Il cielo, coperto diplumbee nuvole, si scuriva rapidamente,preannunciando una notte lunga e tormentosa.Non molto lontano dalla riva <strong>del</strong>mare, si elevava una misera capanna,fatta di alcune tavole di legno tarlato,la cui copertura di paglia secca era agitatadal vento glaciale. All’interno, stesosu una stuoia, un uomo agonizzava.Il suo corpo esangue ardeva consumatodalla febbre, ma il suo sguardo profondoe vivo rispecchiava uno spiritodi fuoco, rifletteva l’eternità...Moriva l’Apostolo <strong>del</strong>l’Oriente,Francesco Saverio.Inizio promettenteIl giorno 6 maggio <strong>del</strong> 1542, approdavanella remota e leggendaria India,dopo un tormentato viaggio di tredicimesi, il figlio prediletto di Sant’Ignaziodi Loyola. Le porte <strong>del</strong>l’Asia si aprivanodavanti a questo sacerdote di appena35 anni d’età.Il suo primo terreno d’azione fu lacittà di Goa, la principale colonia portoghesenell’Oriente, dove gli europei,Pedro Morazzani Arráizdimentichi <strong>del</strong>la loro missione civilizzatrice,si dedicavano ad un lucroso commercioe si lasciavano trascinare dallasensualità e dai vizi <strong>del</strong> mondo pagano.In poche settimane, si fecero sentirein quella città il benefico effetto <strong>del</strong>l’attivapresenza, <strong>del</strong>le predicazioni e<strong>del</strong> solerte zelo <strong>del</strong> nuovo missionario:“Così tanti erano coloro che venivano aconfessarsi che, se io mi fossi diviso indieci parti, tutte loro avrebbero dovutodedicarsi alle confessioni” – scrisse nelsettembre <strong>del</strong> 1542 ai gesuiti di Roma.“In un mese ho battezzatopiù di diecimila persone”Dopo aver trascorso alcuni mesi inquesta città, Francesco si avviò versoterre ancora più lontane. Tutta la costasud <strong>del</strong>la penisola indiana fu da luipercorsa. A partire da allora, la sua vitadivenne un ininterrotto peregrinareper terre, mari e isole lontane, allargando,senza mai cessare, le frontiere<strong>del</strong> Regno di Gesù. In una lettera <strong>del</strong>gennaio 1544, egli diceva ai suoi fratellidi vocazione: “Tanta è la moltitudinedi quelli che si convertono alla fededi Cristo in questa terra che sto percorrendo,che molte volte mi succede diavere le braccia stanche per il tanto battezzare(...). ci sono giorni in cui battezzotutto un villaggio”.Un anno più tardi, riferiva di nuovemeraviglie operate da Dio in quelle zone:“Notizie da queste parti <strong>del</strong>l’India: vifaccio sapere che Dio nostro Signore haspinto molti, di un regno per il quale stoandando, a diventare cristiani, di modoche in un mese ho battezzato più di diecimilapersone. (...) dopo averli battezzati,faccio demolire le case dove custodivano iloro idoli e ordino che rompano le statuedegli idoli in piccoli pezzi. Dopo che ho finitodi fare questo in un luogo, mi dirigo inun altro, ed in questo modo vado di luogoin luogo a convertire al cristianesimo”.Nell’Impero <strong>del</strong> Sol NascenteCosì, gonfiate le vele <strong>del</strong>la sua animaal soffio <strong>del</strong>lo Spirito Santo, coneroica generosità Francisco Saverio fece<strong>del</strong>la sua esistenza un continuo “fiatmihi secundum verbum tuum”, lanciandosisempre, da audacia in audacia, allaconquista di più anime, per la maggiorgloria di Dio.Un giorno, mentre era nella città diMalaga, gli si presentò un uomo dagliocchi obliqui e dallo sguardo intelligente,che aveva percorso centinaia dimiglia avendo come unico scopo quellodi incontrare il celebre e venerabileoccidentale che perdonava i peccati...Il suo nome era Hashiro e la sua terranatale, il Giappone.20 <strong>Salvami</strong> <strong>Regina</strong> · Novembre 2005


“Quest’anno spero di andare in Cina,per il grande servizio al nostro Dio, chelà si potrà ottenere”, scrisse nel gennaiode 1552 a suo padre spirituale, Ignaziodi Loyola.Nello stesso anno, riferendosi aquesta nazione, ha comunicato ai suoifratelli di vocazione gli aneliti e le speranze<strong>del</strong>la sua anima di missionario:“Viviamo con la grande speranza che,se Dio nostro Signore ci concede ancoradieci anni di vita, vedremo grandi cosein queste regioni. Per i meriti infiniti <strong>del</strong>laMorte e Passione di Dio nostro Signore,spero che Egli mi dia la grazia di farequesto viaggio in Cina”.L’ultimo viaggioRitornato dal Giappone,Don Francesco rimase soloper poco tempo in India,appena quanto bastavaper far fronte alle necessità<strong>del</strong>la Compagnia diGesù in queste terre epreparare il tanto desideratoviaggio in Cina.Un devoto amico<strong>del</strong>l’infaticabile missionario,di nome DiogoPereira, spese tuttala sua fortuna per armareuna nave, caricandola displendidi regali per l’imperatore<strong>del</strong>la Cina, acquistandomagnifici paramenti di setae di damasco e ogni sorta di ricchiornamenti per celebrare la SantaMessa con tutta la pompa, in mododa dare ai cinesi la nozione <strong>del</strong>lagrandezza <strong>del</strong>la vera religione che sarebbestata loro annunciata.Prima di mettersi in viaggio, il Santoscrisse al Re <strong>del</strong> Portogallo, nell’aprile1552: “Parto fra cinque giorni per Malacca,che è sul cammino <strong>del</strong>la Cina, perproseguire a partire da lì, in compagniadi Diogo Pereira, fino alla corte <strong>del</strong>l’imperatore<strong>del</strong>la Cina. Portiamo con noiricchi doni comperati da Diogo Pereira.E da parte di Vostra Altezza porto un regaloche mai è stato inviato da nessun ree da nessun signore a questo imperatore:la Legge vera di Gesù Cristo nostro Redentoree Signore”.Ricardo Castelo BrancoCosì, il giorno 17 aprile <strong>del</strong> 1552,si imbarcava nella nave Santa Cruzalla conquista <strong>del</strong>l’impero dei suoisogni.“Abbandonato da ogniumano favore”Dopo pochi giorni di navigazionesi è scatenata una terribile tempesta,così l’equipaggio <strong>del</strong>la nave, sorpresodalla furia degli elementi e avendoperso qualsiasi speranza di salvez-Nella Chiesa <strong>del</strong> Gesù, a Roma,si venera la preziosa reliquia <strong>del</strong>braccio di San Francesco Saverioza, chiedeva a gran voce il sacramento<strong>del</strong>la Penitenza. Francesco Saverio,imperturbabile, si raccolse in profondapreghiera. Immediatamente – cosìcome in altri tempi alla voce <strong>del</strong> DivinoSalvatore le acque <strong>del</strong> Lago diGenèzaret si erano calmate – il ventocessava di soffiare e le onde ritornavanodocili e calme per la fede e lepreghiere di questo umile conquistatoredi imperi.A partire da questo momento, il demonionon smise di frapporre ostacolie contrastare il viaggio. “Siate sicurie non abbiate il minimo dubbio che èil demonio che non vuole assolutamenteche quelli <strong>del</strong>la Compagnia <strong>del</strong> nome diGesù entrino in Cina” – scrisse nel novembre1552 ai padri Francesco Pereze Gaspare Barzeo.Giunto alla città di Malacca, ultimoscalo prima di penetrare in acque cinesi,inopinatamente, il capitano portoghesedi questo porto – che, tra l’altro,doveva il suo incarico ai buoni ufficie raccomandazioni di Francesco –impedì la continuazione <strong>del</strong> viaggio,perchè soltanto a lui dovevatoccare il comando di una spedizionein Cina...Essendo state inutili tuttele suppliche e le preghiere,Francesco Saverioricorse a un’estremarisorsa: presentò la bollapapale che lo nominavalegato pontificio e chefino ad allora non avevamai utilizzato ed invocòla piena libertà di viaggiarein Cina a nome <strong>del</strong>Papa e <strong>del</strong> Re <strong>del</strong> Portogallo.Oltre a questo, annunciòall’ostinato capitanoche sarebbe incorso inuna scomunica se avesse continuatoad impedire la partenza<strong>del</strong>la nave, ma anche questo risultòinutile. L’ambizione e l’avidità diquest’infelice lo condussero all’eccessodi insultare e maltrattare il pellegrino<strong>del</strong>la gloria di Dio.Alla fine, dopo varie settimane diattesa, la nave Santa Cruz poté salparein direzione <strong>del</strong>la Cina, sotto il comandodi uomini nominati dal capitanoportoghese, il quale morì poco tempodopo, scomunicato ed eroso dallalebbra.Col cuore infranto, Francesco cosìscriveva a Don Gaspare Barzeo nel luglio1552: “Non puoi nemmeno immaginarequanto sono stato perseguitato aMalacca. Mi dirigo alle isole di Canton,nell’impero <strong>del</strong>la Cina, abbandonato daogni umano favore”.22 <strong>Salvami</strong> <strong>Regina</strong> · Novembre 2005


In attesa <strong>del</strong>labarca, guardandocontinuamentealla metaSancião era il nomedato dai portoghesi all’inospitaleisola di Shangchuan,situata a 180 chilometridalla città di Canton.In quest’isola, dovele navi europee erano soliteapprodare per commerciarecon i cinesi, ilsanto missionario sbarcònell’ottobre <strong>del</strong> 1552.Lì i portoghesi si diederoda fare per trovare,tra i numerosi mercanticinesi, qualcunoche si rendesse disponibilead accompagnarli finoa Canton. Tutti, però,rifiutavano perché questoera vietato dalle leggiimperiali: i trasgressori siTimothy Ringesponevano a perdere tutti i loro averie persino la propria stessa vita. Allafine, uno di essi, decisosi a correre ilrischio, si mise a disposizione per trasportareSan Francesco su una piccolaimbarcazione, a patto di essere pagato200 cruzadi.“I pericoli che corriamo in questa impresasono due, a quanto dice la gente<strong>del</strong> posto: il primo è che l’uomo che ciporta, dopo aver ricevuto i duecento cruzadi,ci abbandoni in un’isola deserta oci butti in mare; il secondo è che, giuntia Canton, il governatore ci mandi alsupplizio o in prigione” – scriveva Saverioa Don Francesco Pérez.Questi pericoli, tuttavia, lui non litemeva, perché era sicuro che “senza ilpermesso di Dio, i demoni e i loro seguacinulla possono contro di noi”.Accompagnato da due soli aiutanti,un indiano ed un cinese, rimase nell’isoladi Sancião in attesa <strong>del</strong> ritorno<strong>del</strong> commerciante che si era impegnatoa trasportarlo. Celebrava quotidianamentelì la Messa, guardando ininterrottamenteverso il continente per ilquale sospirava con tanto ardore.Ma i giorni e le settimane trascorrevanoe invano Francesco aspettò ilDa Francesco Dio non voleva la conversione <strong>del</strong>laCina, ma voleva la sua anima(Morte di San Francesco Saverio, Chiesa di San Pietro, Lima)ritorno <strong>del</strong> cinese: costui non ritornòpiù.Ultime parole di un santoLe forze fisiche <strong>del</strong>l’ardente missionariostavano giungendo ormai al termine.Una febbre altissima lo obbligavaa raccogliersi nella sua improvvisatacapanna, dove, abbandonato e soffrendoil freddo, la fame e ogni genere diprivazioni, avrebbe trascorso gli ultimigiorni <strong>del</strong>la sua esistenza terrena.A quell’uomo che non aveva lamentatofatica, a quell’apostolo che con lasua parola aveva trascinato moltitudini,a quel taumaturgo che aveva superatograndi ostacoli operando miracoliportentosi, il Signore <strong>del</strong> Cielo e <strong>del</strong>laTerra aveva riservato la più eroica e gloriosa<strong>del</strong>le morti: sull’esempio <strong>del</strong> suoMaestro Divino, Francesco Saverio sarebbemorto al culmine <strong>del</strong>l’abbandonoe <strong>del</strong>l’apparente contraddizione.Alcuni giorni prima di consegnare lasua anima, entrava in <strong>del</strong>irio, rivelandoallora la grandezza <strong>del</strong>l’olocausto che laProvvidenza gli chiedeva: parlava continuamente<strong>del</strong>la Cina, <strong>del</strong> suo veementedesiderio di convertire questo impero e<strong>del</strong>la gloria che ne sarebbe derivata perDio se questo popolo fossestato attratto alla SantaChiesa Cattolica...Nelle prime ore <strong>del</strong>mattino <strong>del</strong> 3 dicembre1552, Francesco Saveriospirava dolcementenel Signore, senza un lamentoo una recriminazione,scorgendo da lontanoquella Cina che nonera riuscito a conquistaree che aveva tanto desideratodepositare ai piedi<strong>del</strong> suo re, Nostro SignoreGesù Cristo.Le sue ultime parolefurono queste frasi di uncanto di gloria: In te, Domine,speravi. Non confundarin aeternum. In Voispero, o Signore. Non abbandonatemiper sempre!La maggiorgloria di DioA prima vista, soprattutto per chinon ha uno sguardo abituato a contemplaregli orizzonti infiniti <strong>del</strong>la Fede,la vita di San Francesco Saverio appare,in un certo senso, frustrata.Quante anime si sarebbero potutesalvare e quanta più gloria non avrebbericevuto la Santa Chiesa se l’immensoe super popolato impero cinesefosse stato evangelizzato da questoapostolo di fuoco!Invece, quando lui si trovava finalmentealle porte di questa nazione, dopoessere passato per difficoltà e lottedi ogni tipo, il richiamo di Dio si facevasentire: “Francesco, figlio mio, cessala tua lotta e vieni da Me!”Oh! Mistero <strong>del</strong>l’Amore Infinito!Da Francesco, Dio non voleva la Cina...ma voleva Francesco.L’intrepido conquistatore ha risposto,senza esitare, come Gesù nell’Ortodegli Ulivi: “Signore, si faccia la Vostravolontà e non la mia. Sì, mio Redentore,prima di ogni altra cosa e sopratutte le cose, si compiano i Vostriperfettissimi disegni e così, e solo così,Vi sarà data la maggior gloria su questaterra e per tutta l’eternità!” ²Novembre 2005 · <strong>Salvami</strong> <strong>Regina</strong> 23


Momenti di silenziodurante la MessaIl Messale Romano propone vari intervallidi silenzio nel corso <strong>del</strong>la CelebrazioneEucaristica.Nell’Atto Penitenziale, il sacerdotee i fe<strong>del</strong>i devono osservare insieme unmomento di silenzio prima <strong>del</strong>la preghiera“Confesso a Dio onnipotente”.Nella Liturgia <strong>del</strong>la Parola, se sembraopportuno, ci può essereun breve tempo di silenziodopo ogni lettura ed anchedopo la omelia,affinché tuttiabbiano l’opportunità di meditarebrevemente su ciò chehanno appena ascoltato.La Preparazione <strong>del</strong>le Offerte– quest’atto così denso<strong>del</strong>la Celebrazione, in cui, terminatala Liturgia <strong>del</strong>la Parola,si passa alla Preghiera Eucaristica– è un momento specialeper creare un ambiente di raccoglimentoe interiorizzazione.Per questo si può contare sull’aiutodi una musica di fondoo di un coro che interpretiqualche pezzo polifonico.Terminata la distribuzione<strong>del</strong>la Comunione, se è opportuno,il sacerdote e i fe<strong>del</strong>ipreghino per un po’ di tempoin silenzio, l’assemblea potràTimothy Ringintonare ancora un inno, salmoo altro canto di lode.Don Antonio Alcalde cosìcommenta a questo proposito:“Se non fossero incentivatiquesti silenzi, la Celebrazionerischierebbe di convertirsi in una successionedi parole, preghiere e riti ammucchiatiuno dopo l’altro e ci troveremocoinvolti in una partecipazione abitudinaria,nella dispersione, nel rumoree, soprattutto, nella mancanza di partecipazione”(5 )La Chiesa dà una grande importanzaa questi periodi di raccoglimentoche raccomanda persino nelle Messecelebrate per i bambini, “in modo danon concedere uno spazio eccessivo all’azioneesterna, poiché anche i bambini,a loro modo, sono realmente capacidi meditare” ed hanno bisogno di imparare“ad entrare in se stessi e a meditare,pregare e lodare Dio nel loro cuore”( 6 ).Finalità degli intervalli di silenzioCome si può dedurre facilmente daquanto detto sopra, la natura dei diversiintervalli di silenzio dipende daimomenti <strong>del</strong>la Liturgia in cui essi sonoosservati. Così, il silenzio raccomandatoprima di iniziare la Celebra-Nella musica divina <strong>del</strong> silenzioDio fa risuonare la sua eterna melodia di amoreverso tutte le sue creaturezione e quello prescritto nell’Atto Penitenziale,hanno come finalità quelladi condurre i fe<strong>del</strong>i alla concentrazioneed al raccoglimento. Altri si prefiggonodi favorire un clima di meditazioneriguardo a quello che i partecipantihanno appena finito di ascoltare nelleletture o nell’omelia. C’è anche un silenzioche non esprime nient’altro cheriposo ed attesa, in un clima di calmae tranquillità, come è il momento <strong>del</strong>l’Offertorio.Infine, il tempo di raccoglimentodopo aver ricevuto il Corpodi Cristo crea un’atmosfera di interiorizzazionee di appropriazione, propi-zia agli atti di ringraziamento e di lode.Un altro illustre cultore di Liturgia,Juan Martin Velasco, aggiunge che nellaMessa è indispensabile anche il “silenziod’adorazione” e dice che ogni comunitàdeve scoprire il momento in cui essopuò essere debitamente inserito. Perché– spiega – nessuna celebrazione avràconseguito il livello religioso esigibilese, in un determinato momento,“noi, che ad essa partecipiamo,non arriviamo a ‘ cadere colviso a terra’, sperimentando l’insufficienza<strong>del</strong>le nostre parole, lapovertà dei nostri gesti migliori, l’inadeguatezza dei nostri pensieridavanti alla Divina Maestà, losplendore <strong>del</strong>la bellezza, l’augustasantità <strong>del</strong> nostro Dio”( 7 ).Nel silenzio, l’intelligenzagenera la parolaSant’Antonio il Grande,nel secolo IV, faceva notare ilvalore <strong>del</strong> silenzio come fonte<strong>del</strong>la parola: “Anche quandosei in silenzio, pensi. E se pensi,parli. Perché nel silenzio l’intelligenzagenera la parola. E laparola di raccoglimento direttaa Dio è la salvezza <strong>del</strong>l’uomo”.Abbiamo bisogno, dunque,di periodi di calma e di silenzio,in questa sfibrante vita dioggi. Soprattutto nella CelebrazioneEucaristica, abbiamobisogno di un clima favorevoled’incontro con il mistero checelebriamo. “Dobbiamo evitareche l’ansia propria <strong>del</strong>la cultura modernafaccia parte <strong>del</strong>la nostra Liturgia”, ci ammonisconoa ragione Gabe Huck e GeraldChinchar nella loro opera Liturgiacon Stile e Grazia (pag. 37). ²1) Pastorale <strong>del</strong> Canto Liturgico, pag. 183.2) Gesti e simboli, pagg. 88 e 91.3) Op.cit., pag. 180.4) Guida Pratica di Liturgia, pagg. 84-85.5) Op. cit., pag. 181.6) Direttorio per le Messe con Bambini,37.7) Messa Domenicale, p. 36.Novembre 2005 · <strong>Salvami</strong> <strong>Regina</strong> 25


San Paolo, Brasile – Il giorno3 ottobre, 20 giovani hannoricevuto l’Abito degli <strong>Araldi</strong> <strong>del</strong><strong>Vangelo</strong> nella Basilica <strong>del</strong>laMadonna <strong>del</strong> Carmelo.Campos, Brasile – Don Murialdo Gasparetto hapresieduto l’Eucaristia nel Primo Sabato di ottobre,nella Cattedrale <strong>del</strong> Santissimo Salvatore. Prima<strong>del</strong>la celebrazione, è stato recitato il rosario e fatta lameditazione in riparazione all’Immacolato Cuore di Maria.Campo Mourão, Brasile – Durante la missionemariana realizzata nella città, Mons. Mauro Aparecidodos Santos, Vescovo diocesano, ha incoronato la statua<strong>del</strong>l’Immacolato Cuore di Maria (in alto). Nel Monastero<strong>del</strong>la Madonna <strong>del</strong> Carmelo, gli <strong>Araldi</strong> hanno cantatoil Piccolo Ufficio <strong>del</strong>la Vergine Maria, insieme allereligiose. L’Oratorio <strong>del</strong>l’Immacolato Cuore di Mariaperegrina di cella in cella in questo convento in cui sivive una intensa devozione (a destra).26 <strong>Salvami</strong> <strong>Regina</strong> · Novembre 2005


Festa <strong>del</strong>laMadonna AparecidaNel giorno <strong>del</strong>la Patrona <strong>del</strong> Brasile, don João Clá Diasha presieduto l’Eucaristia nella Cattedrale di San Paolo,concelebrata dal Canonico Severino Martins (foto sotto).A Rio de Janeiro, nella Parrocchia <strong>del</strong>la Madonna Aparecida,gli <strong>Araldi</strong> carioca hanno partecipato alla processione(foto a destra) e alla Messa celebrata da Mons Edson deCastro Homem, Vescovo ausiliare <strong>del</strong>la Arcidiocesi.Vitória, Brasile – Nella Società di Assistenza alla Vecchiaia Abbandonata, mantenuta dalle Figlie <strong>del</strong>la Carità diSan Vincenzo de Paoli, gli <strong>Araldi</strong> hanno dedicato uno spettacolo musicale (a sinistra) agli anziani e hanno portatol’Oratorio <strong>del</strong> Cuore Immacolato di Maria ai malati. Nella chiesa di San Gonzalo, ha avuto luogo la cerimonia diconsegna <strong>del</strong>la tunica a tre nuovi cooperatori degli <strong>Araldi</strong> (a destra).Novembre 2005 · <strong>Salvami</strong> <strong>Regina</strong> 27


1A Recife, Brasile, intensa attività2Nel Reale OspedalePortoghese diBeneficenza, gli <strong>Araldi</strong><strong>del</strong> <strong>Vangelo</strong> portanoregolarmente l’Eucaristia aimalati (1). Dopo un corso tenuto dagli <strong>Araldi</strong>, 40 fe<strong>del</strong>i<strong>del</strong>la Parrocchia <strong>del</strong>la Madonna Aparecida hanno fattola consacrazione alla Vergine Maria (2). Su invito diDon Paulo Sales Costa, gli <strong>Araldi</strong> hanno partecipato allaprocessione in onore di San Francesco d’Assisi, nellaParrocchia <strong>del</strong>la Madonna Aparecida (3). In visita allaCasa degli <strong>Araldi</strong>, Don José Edvaldo Gomes ha elogiatoil lavoro svolto nei collegi dai giovani di questa Associazione,attraverso il Progetto Futuro e vita (4).34Juiz de Fora, Brasile – La Banda degli <strong>Araldi</strong> diMinas Gerais in una presentazione, alla quale hannopartecipato con grande interesse gli alunni<strong>del</strong>l’Istituto Statale di Educazione.Miracema, Brasile – Nella Scuola Prof. ÁlvaroLontra, 400 alunni assistono a una rappresentazionemusicale <strong>del</strong> Progetto Futuro e Vita.28 <strong>Salvami</strong> <strong>Regina</strong> · Novembre 2005


San Carlo, Brasile – Preparato da Cooperatoridegli <strong>Araldi</strong> <strong>del</strong> <strong>Vangelo</strong>, un gruppo diuniversitari ha fatto la consacrazione allaMadonna secondo il metodo di San LuigiGrignion de Montfort.Ribeirão Preto, Brasile – Durante la celebrazioneEucaristica nella Parrocchia <strong>del</strong>la Madonna di Nazaré,Don Egg incorona la statua <strong>del</strong>la Patrona.Nuovi figli di Dio,eredi <strong>del</strong> CieloNella Chiesa di Santa Cecilia, 13 giovani candidatiad <strong>Araldi</strong> <strong>del</strong> <strong>Vangelo</strong> hanno ricevuto ilBattesimo e la Prima Comunione dalle mani diDon Mario Beccar, coordinatore <strong>del</strong>la Campagna“<strong>Salvami</strong> <strong>Regina</strong>”, <strong>del</strong>l’Associazione Madonnadi Fatima. Le famiglie hanno seguitoemozionate la cerimonia.Novembre 2005 · <strong>Salvami</strong> <strong>Regina</strong> 29


Portogallo – Nelle dipendenze <strong>del</strong> Seminario <strong>del</strong> Vilar, nellacittà di Oporto, centinaia di partecipanti <strong>del</strong>la Campagna “Il mioCuore Immacolato trionferà” si sono riuniti per “un giorno conMaria”. Adorazione <strong>del</strong> Santissimo Sacramento, concerto musicale,conferenza <strong>del</strong>l’Araldo Don Mauricio Sucena e Messa celebratadall’Araldo Don Pedro Paulo de Figueiredo hanno riempitoi cuori di entusiasmo e buona disposizione per una maggiorededizione all’apostolato nei propri rispettivi ambienti.Italia – Processione denominata “Cammino diFraternità”, realizzata dalle Confraternite <strong>del</strong> SantissimoSacramento, a Orvieto. Ha presieduto la cerimoniaMons. Armando Brambilla, Vescovo Ausiliare di Roma;ha partecipato anche il Vescovo di Orvieto-Todi,Mons. Giovanni Scanalino.Portogallo – La Corale degli <strong>Araldi</strong> lusitani ha preso parte alla Messa celebrata a Ton<strong>del</strong>a da Mons. Antonio Augusto dosSantos Martos, Vescovo di Viseu, per il 50º anniversario <strong>del</strong>l’Ospedale Candido de Figueiredo (a sinistra), e all’Eucaristiapresieduta da Don Ramalho nella Chiesa di San José, a Pinhal Novo, in onore <strong>del</strong>la Madonna <strong>del</strong>la Mercede (a destra).Granada, Spagna – Gli <strong>Araldi</strong> di Guadix nella solenne processione in onore <strong>del</strong>la patrona <strong>del</strong>la città, la Madonna <strong>del</strong>leAngustie, che attrae fe<strong>del</strong>i da tutta l’Andalusia (a sinistra), e nella processione <strong>del</strong> Santissimo Sacramento nel CollegioMonaita, in occasione <strong>del</strong>l’Anno <strong>del</strong>l’Eucaristia (a destra).30 <strong>Salvami</strong> <strong>Regina</strong> · Novembre 2005


123El Salvador – Gli <strong>Araldi</strong> hanno espressosolidarietà alle vittime <strong>del</strong>le inondazioni, alloggiatenel Ricovero San Patrizio, a San Salvador (1). AllaSuprema Corte di Giustizia, i funzionari pregano ilRosario e partecipano alla solenne incoronazione<strong>del</strong>la statua <strong>del</strong> Cuore Immacolato di Maria (2).Gioioso omaggio alla Madonna, prestato daibambini <strong>del</strong>la United School (3).Cile – A Santiago, Messa nella sede <strong>del</strong>la Corporazionedi Aiuto alla Famiglia dei Carabinieri, in commemorazione<strong>del</strong> terzo anniversario di questa istituzione presiedutadalla dott.ssa Sylvia Spikin de Cienfuegos.Colombia – Processione a Garagoa, con la partecipazionedi migliaia di fe<strong>del</strong>i, dopo la quale Mons. José Vicente HuertasVargas, Vescovo Diocesano, ha presieduto l’Eucaristia eincoronato la statua <strong>del</strong> Cuore Immacolato di Maria.Africa <strong>del</strong> Sud – Gli <strong>Araldi</strong> hanno realizzato una missionemariana nella Diocesi di Bloemfontein, percorrendo laregione rurale di Thaba Nchu, la Parrocchia <strong>del</strong> BuonPastore e la Parrocchia <strong>del</strong>la Montagna di Cristo, su invitodi Don Valentine Mosoeu.Novembre 2005 · <strong>Salvami</strong> <strong>Regina</strong> 31


La MedagliaMiracolosa e il“Ricordatevi”Fotos: Sergio HollmannCon grande spirito disintesi e devozione, unaprestigiosa rivista francesenarra le apparizioni <strong>del</strong>laMadonna a Santa CaterinaLabouré. Racconta inoltrenumerosi fatti ricchiin materia di fede edevozione.CDonorreva l’anno 1264 quandoil Papa Urbano IV affidava,ai principali teologi <strong>del</strong>l’epoca,la composizione<strong>del</strong>la Sequenza <strong>del</strong>la Messa<strong>del</strong> Corpus Domini, festa la cui promulgazioneera imminente. Dopo esserestate elaborate, le opere avrebbero dovutoessere valutate e confrontate le unecon le altre, per scegliere la migliore.Giunto il giorno <strong>del</strong>la prova, riuniti iteologi in un grande salone, il Papa deciseche San Tommaso d’Aquino leggessela sua composizione per primo. I concorrentierano grandi geni nella scienzadi Dio, tra essi il famoso San Bonaventura.Tale fu l’incanto con cui tutti seguironole parole <strong>del</strong> Dottore Angelicoche, alla fine, gli altri strapparono i proprilavori, votando collettivamente peril famoso e bell’inno “Lauda Sion”.Questo fatto commovente, caratteristicodei tempi in cui “la Religioneistituita da Gesù Cristo, solidamentestabilita nel grado di dignità che le è dovuto,era dappertutto fiorente” (LeoneXIII, Immortale Dei), mi è venuto inmente quando mi sono imbattuto neidocumenti che trascrivo di seguito.Mi spiego. Sollecitato a redigere unarticolo sulla Medaglia Miracolosa, consultandoi testi riferitosi all’argomento,la mia attenzione si è soffermata con piaceresu un articolo <strong>del</strong>la rivista “L’Amidu Clergé” <strong>del</strong>l’aprile 1907. L’ho giudicatocosì ben scritto, con un tale spirito disintesi e di devozione, che ho deciso diarchiviare il mio e di mettermi all’operaJoão Scognamiglio Clá DiasPresidente Generalecon un lavoro di traduzione, per metterea disposizione dei lettori il testo <strong>del</strong>lapubblicazione francese.Nonostante i fatti finali non sianoattinenti alla Medaglia Miracolosa, maa quella <strong>del</strong>la Madonna <strong>del</strong> PerpetuoSoccorso e al “ Ricordatevi”, ho volutoche fossero anche questi trascritti, datala loro ricca sostanza in fatto di fedee devozione. Diamo dunque la parolaa “L’Ami du Clergé”.I – Apparizione <strong>del</strong>laMedaglia MiracolosaIl 27 novembre 1830, la Vergine Immacolataappariva nella cappella <strong>del</strong>laCasa Madre <strong>del</strong>le Figlie <strong>del</strong>la Carità,a Parigi.Erano all’incirca le cinque e mezza<strong>del</strong> pomeriggio. In un profondo silenzio,Suor Caterina Labouré facevala sua meditazione. All’improvviso, ellaudí un rumore come un fruscio di un vestitodi seta, che veniva dal lato <strong>del</strong>l’Epistola.Alzò gli occhi e vide la SantissimaVergine Maria, risplendente di luce,che indossava un abito e un manto biancocolor <strong>del</strong>l’aurora. I piedi <strong>del</strong>la Madredi Dio posavano sulla metà di un globo,le sue mani tenevano un altro globo,che Lei offriva a Gesù con un’ineffabileespressione di supplica e di amore. Tuttoad un tratto, questo quadro vivo si è modificatosensibilmente, figurando quelloche poi fu rappresentato nella MedagliaMiracolosa. Le mani di Maria, carichedi grazie simboleggiate da anelli radiosiche emettevano fasci di raggi luminosi32 <strong>Salvami</strong> <strong>Regina</strong> · Novembre 2005


che colpivano la terra, con maggior abbondanzain un punto. Ecco la narrazione<strong>del</strong>la devota Veggente:“Mentre io la contemplavo, la VergineSanta abbassò i suoi occhi versodi me e una voce mi disse nel fondo <strong>del</strong>cuore: ‘Questo globo che vedi rappresentail mondo intero, specialmente laFrancia e ogni persona in particolare”.“Non so esprimere quello che hopotuto percepire <strong>del</strong>la bellezza e <strong>del</strong>lalucentezza dei raggi”.Poi la Vergine Santa ha aggiunto:‘Ecco il simbolo <strong>del</strong>le grazie che spargosulle persone che mi chiamano”, facendomicapire quanto Ella è generosaverso chi la invoca... quante grazieconcede alle persone che la invocano...In quel momento, io ero o non ero...non so... assaporavo quei momenti!“Si formò intorno alla SantissimaVergine un quadro un po’ ovalizzato,nel quale si leggevano queste parole,scritte a lettere d’oro: ‘O Maria concepitasenza peccato, pregate per noi chericorriamo a Voi.“Poi si udì una voce che diceva: ‘Fa’coniare una medaglia su questo mo<strong>del</strong>lo,le persone che la porteranno condevozione riceveranno grandi grazie,soprattutto se la terranno al collo; legrazie saranno abbondanti per coloroche avranno fiducia”.La Medaglia fu coniata e si diffusecon una meravigliosa rapidità in tuttoil mondo, ovunque è stata uno strumentodi misericordia, arma terribilecontro il demonio, rimedio per moltimali, mezzo semplice e prodigioso diconversione e di santificazione.II – Grazie ricevuteA partire da questo punto,”L’Amidu Clergé” comincia a narrare alcunegrazie ricevute per mezzo <strong>del</strong>la MedagliaMiracolosa.Cassagnac( 1 ) ha riferito di un incidentedi duello che egli ha avuto conRochefort, a proposito di un articoloda questi scritto su Maria Antonietta.“Era il 1º gennaio. Cadevano enormifiocchi di neve e il bianco manto salivafino alle ginocchia. Mi hanno consegnatola pistola per caricare le seipalle, che Rochefort aveva ferocementepreteso e che io avevo accettato conla sprovvedutezza tipicamente giovanileforse, con la certezza che non sarebbestato necessario usarle tutte, poichéuna sola sarebbe sufficiente.“Rochefort ha sparato sbagliando ilbersaglio. Io ho risposto e lui è caduto.L’ho creduto morto, visto che la pallalo aveva colpito dove io avevo mirato:in pieno fianco. Destino singolarequello di Rochefort! Egli è quasi sempreferito in duello.Gli assistenti lo hanno circondato.Molto sorpreso, il medico ha constatatoche, invece di averlo trafitto da latoa lato, come sarebbe dovuto succedere,fatalmente, egli non aveva ricevuto cheuna violentissima contusione. Pertanto,la palla era stata deviata. Cosa l’avevafatta deviare? Il medico ha cercatoe, sempre più sorpreso, ci ha mostratouna medaglia forata dalla palla, esattamenteuna medaglia <strong>del</strong>la Vergine cheuna mano amica aveva cucito segretamentenella cintura dei pantaloni.Senza questa miracolosa medaglia,Rochefort sarebbe caduto morto”.“Che egli venga adesso...”Otto soldati moribondi vengono condottiin ospedale, uno di essi rifiuta diconfessarsi. Allora una Suora fa scivolareuna medaglia <strong>del</strong>la Vergine Santissimasotto il cuscino <strong>del</strong> povero infermo.Il giorno seguente, lui chiama laSuora e le dice:– Devo morire qui come un cane?Sono cristiano e desidero confessarmi.– Io le ho proposto questo ieri e leimi ha detto “no” e ha perfino cacciatovia il sacerdote – ha risposto la Suora.– È vero, mi dispiace di essermicomportato in questo modo. Che eglivenga adesso.Rochefort e la Santissima VergineGruppo scultoreo rappresentante le apparizioni(Convento <strong>del</strong>la Rue du Bac, Parigi)Novembre 2005 · <strong>Salvami</strong> <strong>Regina</strong> 33


Il corpo incorrotto di Santa Caterina Labouré venerato nella Cappella <strong>del</strong>la Rue du Bac, Parigi“La Vergine Santa mi ha salvato!”Così racconta la suora di un orfanotrofio:“Alla vigilia <strong>del</strong>l’ImmacolataConcezione, ho distribuito ai bambinile medaglie <strong>del</strong>la Vergine Maria, raccontandoloro alcuni miracoli alla portata<strong>del</strong>la loro comprensione infantile.Ho terminato dicendo loro che se avesseroportato sempre questa preziosamedaglia, la Santa Vergine li avrebbepreservati da qualsiasi incidente.La nostra buona Madre non ha tardatomolto a confermare questa certezza, elo ha dimostrato in una maniera alquantosorprendente: nel pomeriggio <strong>del</strong>l’11dicembre, alle sei, un bambino di cinqueanni, di nome Giuseppe, giocava davantialla sua casa con altri bimbi pressapoco<strong>del</strong>la sua età. Uno di questi, più grandedi lui, lo spinse con una forza tale che allafine il piccolo cadde sotto la ruota di unacarrozza di passaggio in quel momento.La ruota passò sopra la gamba <strong>del</strong> poverobambino. Udendo le grida disperate,sua madre accorse in lacrime, sollevò daterra il suo povero piccolo Giuseppe, chepensava avesse la gamba triturata, così loportò dentro casa. – Che sorpresa! – Egliera sano e salvo. Non si è potuto neanchescorgere il segno <strong>del</strong>la ruota che, prima,tutti i testimoni <strong>del</strong>la scena assicuravanodi aver visto passare sulla sua gamba.Soltanto Giuseppe non era sorpreso,il quale ha escalamato: “È vero, mamma,non ho sofferto alcun male. È vero quelloche ci disse l’altro giorno la Suora chela Santa Vergine ci avrebbe protetto semprese noi avessimo portato la sua medaglia”,così baciava, con tutto il cuore, questamedaglia a lui così cara.Il giorno dopo, la madre venne a raccontarcipiena di emozione “il miracoloche la Santa Vergine aveva fatto al suopiccolo Giuseppe”.Le persone che avevanovisto il bambino sotto la ruota<strong>del</strong>la carrozza ed altre cheavevano sentito parlare <strong>del</strong>l’incidente,lo interrogavanoa questo riguardo, ma a tuttiegli rispondeva mostrandola sua medaglia:– È la Vergine che mi hasalvato!La medaglia di BugeaudBugeaud( 2 ) aveva conservatosempre con sé lamedaglia di sua figlia, neipericoli <strong>del</strong>le sue diciottocampagne militari nel corso<strong>del</strong>le quali tanti valorosierano caduti al suo fiancosotto i colpi degli arabi.Questa medaglia era ancora appesa alsuo collo quando egli morì, a 65 anni,dando sfoggio dei più ammirevoli sentimenti.Ecco un episodio che conferma lasua fiducia nella Madre di Dio.In un giorno di combattimento, accortosi,due ore dopo la partenza di aver dimenticatola sua medaglia, chiamò unospahi( 3 ) e gli disse: “Mio bravo soldato, iltuo cavallo arabo può fare quattro legheLa sedia su cui la Madonna si è sedutadurante l’apparizione34 <strong>Salvami</strong> <strong>Regina</strong> · Novembre 2005


all’ora. Ho lasciato la mia medaglia appesanella mia tenda, nell’accampamento.Io non posso cominciare una battagliasenza di essa. Darò ordine di fermarela truppa e di aspettarti per un’ora, orologioalla mano”. Il cavaliere partì a tuttogaloppo ed ritornò un’ora dopo. Nel momentoin cui consegnò la medaglia al vecchiocombattente, egli la baciò alla presenza<strong>del</strong> suo stato maggiore, la collocò alpetto, dicendo ad alta voce: “Adesso possoavanzare. Con la mia medaglia, nonsono stato mai ferito. Avanti, soldati! Andiamoa sconfiggere i cabila!”Salve da una valangaUna valanga si era riversata su unvillaggio <strong>del</strong>le Alpi. I soldati inviati aprestare soccorso alla popolazione trovaronosotto le macerie una donna esua figlia che avevano trascorso dodiciore di sofferenze indescrivibili.La madre raccontò che sua figlia erarimasta svenuta per parecchie ore credendolamorta. Anche lei, desideravafarlo, per non agonizzare per moltotempo sopra il piccolo cadavere. All’improvviso,sentì la mano gelida disua figlia toccarla.– Margherita!– Dove siamo, mamma?– Poverina, siamo nelle mani di Dio.Era buio completo e le due infeliciavevano fatto il sacrificio <strong>del</strong>le loro vite.Al cader <strong>del</strong>la sera, esse udirono un rumoresordo: erano i colpi di piccone deisoldati che andavano a soccorrerle. Solamenteallora, queste poverette, sepoltevive, sentirono rinascere la speranza.– Forza! Siamo qui, da questa parte.Per amor di Dio e <strong>del</strong>la Vergine Maria,avanti!Verso le cinque <strong>del</strong> pomeriggio eranosalve.I capelli <strong>del</strong>la madre erano diventatitutti bianchi durante queste dodiciore. Le due mostravano la medagliache ognuna portava al collo, dicendo:– Ecco qui la salvezza e la vita!Ritorno al beneStatua <strong>del</strong>la Madonna <strong>del</strong>le Grazievenerata nella casaSan Paolo Apostolo, degli <strong>Araldi</strong>,a San Paolo (Brasile)Un ragazzo che, ahimè, si era allontanatoda Dio fin dall’infanziaaveva una madre molto devota e buona.Un giorno egli si ammalò gravemente.La morte si avvicinava rapidamentema egli non voleva sentir parlaredi Dio né di religione. Tutto ciò chela sua povera mamma tentava di fareper lui era invano. Lei prese allora unaMedaglia Miracolosa e la mise nel letto<strong>del</strong> malato, senza che lui se ne accorgesse.All’improvviso, il ragazzo cominciòad agitarsi molto e rivolto a suamadre le disse:– Cosa hai messo nel mio letto?Non riesco più a dormire.La madre tentava di calmarlo, senzacomunque dire quello che aveva fatto.Costretta ad assentarsi per un po’lasciò solo il ragazzo che sebbene moltodebilitato, sceso dal letto, scoprì lamedaglia. Furente, prese l’immaginedi Maria, si trascinò fino alla porta egridò verso sua madre:– Io non ho bisogno di questecose, io!La Vergine Santissima, trattatain questa maniera così indegnada questo povero infelice,ebbe, comunque, pietàdi lui e, con un miracoloquasi inaudito di misericordia,lo fece mutarecompletamente. Egli chiese alla madredi cercare un sacerdote e quandoquesti venne, egli se confessò col piùardente pentimento. Il giorno successivoil giovane moriva serenamente, dopoaver ricevuto tutti i sacramenti <strong>del</strong>laChiesa. ²1) Paul Granier de Cassagnac e HenriRochefort, giornalisti e politici francesi,<strong>del</strong>la fine <strong>del</strong> XIX secolo.2) Thomas Bugeaud, Maresciallo diFrancia, Governatore Generale <strong>del</strong>l’Algeria(1840-1847).3) Soldato di cavalleria in Algeria.Timothy Ring


Santa Isabella di UngheriaIl sublime equilibrio <strong>del</strong>la Chiesadavanti alla miseria <strong>del</strong>la lebbraMadre amorosa di tutti i suoi figli, cerca comunque di avereuna attenzione più sollecita verso coloro che più hannobisogno. Ecco il commovente esempio dato da una santa.La Santa Chiesa, Madre eMaestra degli uomini, hasempre primeggiato peril perfetto equilibrio nellacura dei suoi figli. Alcunicerca di condurli alla santità attraversola giusta valorizzazione dei loronumerosi doni spirituali e materiali. Alcunialtri, li chiama al più elevato gradodi virtù attraverso la completa accettazione<strong>del</strong>le proprie privazioni, molte voltedolorosissime.Santa Isabella di Ungheria (1207-1231) è passata volontariamente dauno stato all’altro ed è stata incontestabilmenteun esempio di quella“donna forte” di cui ci parla la SacraScrittura (Pr 31, 10-29). Figlia di AndreaII, re d’Ungheria, si è sposata colduca di Turingia. Vedova a venti anni,rinunciò a vantaggiose seconde nozze,desiderosa di servire Dio praticandola povertà. Non soddisfatta dei sacrificiche si impose in questa vita, decisedi salire un gradino in più nella scuola<strong>del</strong>la perfezione passando ad occuparsidei lebbrosi.Nel suo libro “Storia di Santa Isabelladi Ungheria”, Charles de Montalembert,celebre scrittore francese<strong>del</strong> secolo XIX, ha tracciato un quadrostruggente <strong>del</strong>l’atteggiamento sommamentematerno e compassionevole<strong>del</strong>la Chiesa Cattolica di fronte allamalattia più temuta e ripugnante, qualè stata la lebbra.Riproduciamo a seguire, per l’edificazionedei lettori, la sua descrizioneframmista di realismo e compassionecristiana.* * *I lebbrosi erano continuamente oggetto<strong>del</strong>la predilezione di Santa Isabellad’Ungheria e in un certo modoperfino <strong>del</strong>la sua invidia, perché lalebbra era, tra tutte le miserie umane,quella che meglio di ogni altra potevastrappare dalla vita le sue vittime. FrateGerardo, Provinciale dei francescani<strong>del</strong>la Germania, un giorno, si era recatoa farle visita ed ella si mise a parlarelungamente <strong>del</strong>la santa povertà,alla fine <strong>del</strong>la conversazione esclamando:“Ah, Padre mio, quello che io vorreiprima di tutto e dal profondo <strong>del</strong>mio cuore, è essere trattata in ogni cosacome una lebbrosa qualsiasi. Vorreiche si facesse a me quello che si faa questa povera gente, una piccola capannadi paglia e fieno, un panno appesodavanti alla porta, per avvertirequelli che vi passano accanto, ed unacassa, affinché in essa si potesse collocareun po’ di elemosina”.Guy de RidderRappresentanti <strong>del</strong> pesodei dolori umaniCi sia permesso, per spiegare questeprodigiose parole <strong>del</strong>la santa, introdurrea questo punto <strong>del</strong>la nostranarrazione alcuni dettagli sul modonel quale la lebbra e gli sfortunati colpitida essa, sono stati considerati nelcorso dei secoli dai cattolici.In quei tempi di fede universale, lareligione poteva lottare apertamentecontro tutti i mali <strong>del</strong>la società, di cuiella era sovrana assoluta. A quella tristemiseria suprema che era la lebbra, ellaopponeva tutti i lenimenti che la fede ela pietà religiosa sapeva generare nelleanime cristiane. Non potendo estinguerei deplorevoli risultati materiali <strong>del</strong>male, sapeva per lo meno fermare il disprezzomorale che poteva colpire quelleinfelici vittime. Le rivestiva con unaspecie di consacrazione pietosa e le designavacome rappresentanti supremi<strong>del</strong> peso dei dolori umani di cui Gesùsi era fatto carico e che i figli <strong>del</strong>la suaChiesa hanno come primo dovere di attenuarenei loro fratelli. La lebbra aveva,dunque, a quell’epoca, un qualcosadi sacro agli occhi <strong>del</strong>la Chiesa e dei fe<strong>del</strong>i:era un dono di Dio, una distinzionespeciale, un’espressione, per così dire,<strong>del</strong>l’attenzione divina.36 <strong>Salvami</strong> <strong>Regina</strong> · Novembre 2005


Fotos: Sergio HollmannI malati erano oggetto costante <strong>del</strong>la predilezione di Santa Isabellad’Ungheria (quadro di Murillo, Ospedale <strong>del</strong>la Santa Carità, Siviglia)“Muoia per il mondo erinasca per Dio!”Gli annali <strong>del</strong>la Normandia (Francia)raccontano che un cavaliere d’illustrelignaggio, Raoultz Fitz-Giroie,uno dei prodi <strong>del</strong> tempo di Guglielmo ilConquistatore, essendosi fatto monaco,chiese umilmente a Dio, come una graziaparticolare, di essere colpito da unalebbra incurabile, in modo da riscattarecosì i suoi peccati. Fu esaudito! Lamano di Dio, di quel Dio sempre giustoe misericordioso, aveva toccato un cristiano,lo aveva raggiunto in una manieramisteriosa e inacessibile per la scienzaumana; da allora c’era un qualcosa divenerabile nel suo male. La solitudine,la riflessione, il ritiro con la vicinanzasolamente di Dio, diventarono una necessitàper il lebbroso, ma l’amore e lepreghiere dei suoi fratelli lo seguivanonel suo isolamento.La Chiesa ha sempre saputo conciliarela più tenera sollecitudine verso questisfortunati rampolli <strong>del</strong>la sua famiglia,con le misure imposte per la salutedi tutti, al fine di evitare la propagazione<strong>del</strong> contagio. Chissà se nella suaLiturgia c’è niente di più toccante e nelcontempo di più solenne, <strong>del</strong> cerimonialedenominato separatio leprosorum(separazione dei lebbrosi), con il qualesi procedeva all’allontanamento di coluiche Dio aveva raggiunto, nei villaggi dovenon esisteva l’ospedale consacrato aisoli lebbrosi. Si celebrava in sua presenzala Messa dei defunti, si benedicevanotutti gli utensili che gli sarebbero dovutiserviti nella sua solitudine; quindi ognipartecipante gli dava la sua elemosina.Il Clero, preceduto dalla croce e seguitoda tutti i fe<strong>del</strong>i, lo conduceva poi in unacapanna isolata che gli era stata assegnatacome abitazione. Sul tetto di questa ilprete collocava un pó di terra <strong>del</strong> cimitero,dicendo:– Sis mortuus, mundo, vivens iterumDeo! – Che tu muoia per il mondo e rinascaper Dio!Il prete gli rivolgeva quindi un sermoneconsolatorio, nel quale gli facevaintravedere le gioie <strong>del</strong> Paradiso e lasua comunione spirituale con la Chiesa,<strong>del</strong>le cui preghiere egli beneficiava nellasua solitudine ancor più di prima. Infinepiantava una croce di legno davantialla porta <strong>del</strong>la capanna, vì collocavauna cassetta per ricevere l’elemosinadai passanti, e tutti si allontanavano.Soltanto a Pasqua i lebbrosi potevanouscire dai loro “tumuli”, proprio comeGesù ed entrare per alcuni giorni nellecittà e nei villaggi al fine di parteciparealle gioie universali <strong>del</strong>la Cristianità.Quando morivano così isolati, si celebravanoper loro i funerali con l’ufficiodei Confessori non pontefici.“È il bacio dei lebbrosi cheguarisce la mia anima”Il pensiero <strong>del</strong>la Chiesa era statocompreso da tutti i suoi figli. I lebbrosiricevevano dal popolo i nomi più dolcie più consolatori: erano chiamati i“malati di Dio”, i “cari poveri di Dio”,i “buoni”. Piaceva ricordare che lostesso Gesù Cristo era stato designatodallo Spirito Santo come un lebbroso:“E noi lo reputavamo come un lebbroso”(Is 53,4). Egli aveva un lebbrosocome anfitrione quando Maria Maddalenaera venuta a ungerGli i piedi;con frequenza, aveva assunto questaforma per apparire ai suoi santi sullaterra. Si aggiunga che fu principalmentedopo le peregrinazioni in Terra Santae dei Crociati che la lebbra si diffusein l’Europa, e quest’ origine ne accrescevail carattere sacro. Un ordine<strong>del</strong>la cavalleria, quello di San Lazzaro,era stato fondato a Gerusalemme peressere consacrato esclusivamente allacura dei lebbrosi e aveva un lebbrosocome Gran Maestro; ed anchen ordinefemminile si era votato allo stessoNovembre 2005 · <strong>Salvami</strong> <strong>Regina</strong> 37


fine nella stessa città, nell’ospedaleSaint Jean l’Aumônier.Una volta, il vescovo Ugo diLincoln – monaco certosino –mentre celebrava la Messa, ammisei lebbrosi al bacio <strong>del</strong>la pace.Al suo cancelliere che gli ricordavacome San Martino guarivai lebbrosi baciandoli, il vescovorispose: “Sì, il bacio di SanMartino guariva la carne dei lebbrosi,invece il bacio dei lebbrosiè quello che guarisce la mia anima”.Tra i re e i grandi <strong>del</strong>la terra,Santa Isabella non è stata l’unicaa onorare Cristo nei successori diLazzaro: principi illustri e potenticonsideravano questo dovere comeuna <strong>del</strong>le prerogative <strong>del</strong>le lorocorone. Roberto, re di Francia,visitava instancabilmente isuoi ospedali. San Luigi li trattavacon un’amicizia tutta fraterna,facendo loro visita all’Hôpital desQuatre-Temps e baciava le loropiaghe. Enrico III, re d’Inghilterra,faceva lo stesso.S’impegnavano a prestare ailebbrosi i più umili serviziSanta Isabella d’Ungheria(Cattedrale di Lisieux, Francia)La contessa Sibilla <strong>del</strong>le Fiandre,avendo accompagnato suo marito Teodoricoa Gerusalemme, nel 1156, andavaall’ospedale di Saint-Jean l’Aumônier,per prendersi cura dei lebbrosi iviricoverati, mentre il conte nel frattempocombatteva gli infe<strong>del</strong>i. Un giorno mentrestava lavando le piaghe di questi sfortunati,senti, come Santa Isabella, il suocuore ribellarsi contro una tanto ripugnanteoccupazione. Subito dopo, percastigarsi, portò alla bocca l’acqua di cuisi era appena servita e la degluti, dicendoal suo cuore: “È bene che tu apprendaa servire Dio con questi poveri, ecco iltuo compito, a costo di morire”.Soprattutto i santi <strong>del</strong> Medioevohanno testimoniato una devozionesublime ai lebbrosi. SantaCaterina da Siena ebbe le sue manicontagiate dalla lebbra prendendosicura di una vecchia lebbrosache lei stessa volle avvolgerenel sudario e interrare; ma, dopoaver perseverato fino alla fine nelsacrificio, vide le sue mani tornarebianche e pure come quelle di unbimbo appena nato ed una soaveluce uscire dalle parti che eranostate più colpite. San Francescod’Assisi e Santa Chiara, la suanobile seguace, Santa Odilia <strong>del</strong>l’Alsazia,Santa Giuditta di Polonia,Santo Edmondo di Canterbury,e più tardi San Francesco Saverioe Santa Giovanna di Chantalsi compiacevano nell’offrire ailebbrosi i più umili servizi. Frequentementele loro preghiere ottenevanoper loro una guarigioneistantanea.È in seno a questa gloriosa compagniache Santa Isabella occupavagià il suo posto per la brama invincibile<strong>del</strong> suo cuore verso Dio che lei semprevedeva nella persona dei poveri.* * *Qui termina il brano <strong>del</strong> letteratostorico.Quanto fa bene ascoltare unatestimonianza così intensa e sublime dicome, in ogni tempo, la Chiesa ha vistoe trattato i suoi figli più sfortunati!La Chiesa è proprio una Madre! ²Strumento semplice e utile per diffondere l’EucaristiaIn occasione <strong>del</strong>la diffusione <strong>del</strong>l’opuscolo“Gesù, con noi nell’Eucaristia”,l’Associazione Madonna di Fatima ha ricevutoun importante incoraggiamentoda Sua Eccellenza Revma Mons. StanislawRylko, Presidente <strong>del</strong> PontificioConsiglio per i Laici a continuare adoffrire la propria disponibilità al servizio<strong>del</strong>la Chiesa e dei suoi Pastorioperando specialmente nella NuovaEvangelizzazione, sotto lo sguardo di Maria, “DonnaEucaristica”.“Reverendo Padre, Ringrazio perla sua lettera <strong>del</strong> 26 Settembre, insiemealla quale mi ha inviato il fascicolo:“Gesù, con noi nell’Eucaristia”,uno strumento semplice e allo stessotempo profondo, molto utile perdiffondere la conoscenza <strong>del</strong> MisteroEucaristico e crescere nellasua devozione.Colgo l’occasione per inviarlei miei più cari saluti”Mons. Stanislaw Rylko38 <strong>Salvami</strong> <strong>Regina</strong> · Novembre 2005


Nuovo libro di Benedetto XVI175 anni dalle apparizioniLa Cappella <strong>del</strong>la MedagliaMiracolosa – in Rue du Bac,a Parigi – commemora i 175anni dalle apparizioni <strong>del</strong>la VergineMaria a Santa Caterina Labouré.“Maria, nostra Madre, è venuta afarci visita qui in questa Cappella pertrasmetterci un messaggio di fede, speranzae carità diretto ad ognuno dinoi”, e soltanto questo è già sufficienteper giustificare il giubileo – spiegail cappellano, Don Bernard Ponsard.L’iniziativa ha anche l’obiettivodi risvegliare nei parigini la coscienzache nella loro città c’è un santuariomariano di irradiazione internazionale“equivalente a quello di Lourdes”.Ogni anno accorrono alla Cappelladi Rue du Bac quasi 2,5 milionidi pellegrini provenienti da tutto ilmondo, mentre “essa è relativamentepoco frequentata dagli abitanti di Parigi”,lamenta Don Bernard.Il giubileo, aperto l’8 settembre,avrà la durata di due mesi, con numerosemanifestazioni che permetterannodi diffondere ancor più ilmessaggio <strong>del</strong>la Madonna a circaNella Sala Stampa <strong>del</strong>la Santa Sedeè stato presentato l’ultimo libro <strong>del</strong> PapaBenedetto XVI, dal titolo “La Rivoluzionedi Dio”.L’opera, composta da dodici discorsipronunciati dal Santo Padre a Colonia,durante la 20ª Giornata Mondiale<strong>del</strong>la Gioventù, riporta anche il testo<strong>del</strong>l’udienza generale <strong>del</strong> 24 agosto,nella quale il Pontefice ha fatto ilbilancio di quel grande evento. L’introduzioneè <strong>del</strong> Cardinale Camillo Ruini,presidente <strong>del</strong>la Conferenza EpiscopaleItaliana e Vicario <strong>del</strong> Papa perla Diocesi di Roma.“Questo libro è soprattutto una preghiera;la preghiera, l’adorazione di CristoEucaristico, è stata la nota dominante<strong>del</strong>la 20ª Giornata Mondiale <strong>del</strong>laGioventù. Nel libro, come in quella giornata,traspare la gioia per la bellezza <strong>del</strong>lafede, per la bellezza di Cristo e <strong>del</strong>lavita in Cristo” – ha affermato il CardinaleRuini nella conferenza di lancio.Giubilo in Brasile all’annuncio<strong>del</strong>la venuta <strong>del</strong> PapaInterno <strong>del</strong>la Cappella <strong>del</strong>la Rue du Bac, a ParigiÈ stata accolta con grande giubilola notizia che Sua Santità BenedettoXVI andrà in Brasile per l’inaugurazione<strong>del</strong>la 5ª Conferenza Generale<strong>del</strong> Consiglio Episcopale Latino-Americano (CELAM) che si terrà nelSantuario <strong>del</strong>la Aparecida nel maggio2007.La scelta <strong>del</strong> luogo è stata comunicatadal Santo Padre in una udienzaconcessa ai Cardinali Francisco JavierErrázuriz, Arcivescovo di Santiago<strong>del</strong> Cile e Presidente <strong>del</strong> CELAM,Cláudio Hummes (San Paolo), PedroRubiano Sáenz (Bogotà) e Jorge MarioBergoglio (Buenos Aires).“Siamo felici di questa comunicazione<strong>del</strong> Papa”, afferma il comunicatoufficiale <strong>del</strong> CELAM. I dirigentidi questo importante organismo episcopalesi erano manifestati “perfettamentedisposti” a realizzare a Roma laseimila pellegrini che visitano quotidianamenteil Santuario.Uno di loro, Olivier, di 29 anni,ha manifestato nel giornale cattolicofrancese “La Croix” il suo entusiasmoper la Cappella <strong>del</strong>la MedagliaMiracolosa: “Ciò che c’è di moltobello qui,come, <strong>del</strong> resto, in tutti i santuarimariani, è che le persone vengonoqui tali quali sono. Qualunque sianole nostre mancanze, Maria è quiper accoglierci, come una madre accogliesuo figlio. Qui, la tenerezza diDio passa attraverso la Vergine. È perquesto che in questa Cappella incontriamopersone tanto differenti”.Sergio HollmannNovembre 2005 · <strong>Salvami</strong> <strong>Regina</strong> 39


Aiuti alle vittime <strong>del</strong> terremoto in Pakistan“I cristiani sono stati i primi ad arrivare”Appena sono state divulgate le prime notizie <strong>del</strong>la catastrofe chesi è abbattuta nel sud <strong>del</strong>l’Asia, le organizzazioni cattoliche localisi sono mobilitate per prestare i primi soccorsi ai bisognosi econtinuano instancabilmente in quest’opera di carità cristiana.Volontari cattolici ditutto il Pakistan e dialtri paesi sono accorsia Islamabadper collaborare nelleoperazioni di soccorso e assistenzaalle vittime <strong>del</strong> terribile terremotoche ha causato devastazioni e mortefinora non ancora interamente valutati.Tra questi sono numerosi i medicie infermieri, visto che l’emergenzasanitaria è la più preoccupante:si teme il sorgere di epidemie, dovutealla precarietà <strong>del</strong>la situazionein cui vivono le migliaia di feriti,ammalati e sfollati, con scarsità persinodi acqua pulita.Lavoratori manuali,sacerdoti e religioseMolti volontari cattolici si dedicanoal pesante lavoro di scavare trale macerie, inizialmente alla ricercadi sopravvissuti e poi con l’obiettivodi trovare e raccogliere i cadaveri.Sacerdoti e religiose si danno dafare per offrire assistenza ai bambinie agli anziani. Si preoccupano anche<strong>del</strong>le persone che hanno perso iloro cari e vagano senza alcun puntodi riferimento, bisognose, soprattutto,di appoggio spirituale e psicologicoper uscire dallo sconforto edalla disperazione.Numerosi lavoratori cattolicihanno ingrossato le file <strong>del</strong>la Caritaspakistana e di altre organizzazioniumanitarie di ispirazione cristianae si sono mobilitati per forniregeneri di prima necessità aglisfollati. Operando con sollecitudine,la Caritas ha organizzato immediatamentecampi di rifugiati, raccoltedi alimenti, medicinali, tendee vestiti per gli sfollati che hanno bisognodi essere aiutati ad affrontareil duro inverno in questa regione dialta montagna.Seminaristi, studenti,medici e infermieriAnche seminaristi e studenti dicollegi cattolici si sono presentaticon entusiasmo per lavorare nelladistribuzione di alimenti e vestiarionei campi dei rifugiati. Tra questi sidistinguono gli alunni <strong>del</strong>le scuolee degli oratori diretti dai Padri Salesiani.Cento alunni <strong>del</strong>la Scuoladi Formazione Professionale <strong>del</strong>laCongregazione Salesiana di Lahoreaiutano nel compito di recupero<strong>del</strong>le vittime e prestano servizio allepersone che hanno bisogno di assistenzaimmediata.L’Agenzia Spagnola di CooperazioneInternazionale (AECI) segnalala sua benefica presenza adArya, nel Kashmir pakistano, unazona distante e di difficile accessodove finora non erano arrivati gliaiuti. Qui la AECI ha installato uncentro di assistenza medica formatoda una trentina di professionisti(medici, infermieri e tecnici), atti adare assistenza ai feriti. Un secondogruppo di spagnoli è giunto conmateriale medico, sanitario e umanitario.Una solidarietà chesupera tutte le barriere“I cristiani sono stati i primi ad arrivarealle popolazioni colpite dal terremoto.Ho assicurato al Presidente<strong>del</strong> Pakistan il completo appoggio<strong>del</strong>la Chiesa nelle operazioni di soccorsoe di recupero”, afferma in uncomunicato Mons. Lawrence Saldanha,Arcivescovo di Lahore epresidente <strong>del</strong>la Conferenza Episcopalepakistana.Ricordando che mai nella storiadi questo paese si era verificata unacatastrofe di dimensioni tanto gravi,l’Arcivescovo invita i suoi fe<strong>del</strong>ia “mostrare una solidarietà che superiqualsiasi barriera di lingua, di nazionalità,di cultura, di classe socialee di religione”.La Commissione Giustizia e Pace,dei vescovi pakistani, è scesa anch’essain campo. Oltre a diffondereappelli per sensibilizzare tutti,cristiani e non, ha organizzato collettedi fondi e ha promosso altreiniziative, lavorando a fianco di altreassociazioni non governative <strong>del</strong>paese, incluse quelle musulmane.(Agenzia Fides)40 <strong>Salvami</strong> <strong>Regina</strong> · Novembre 2005


5ª Conferenza, perché per loro la cosapiù importante è “contare sulla presenza<strong>del</strong> Papa”. Benedetto XVI, tuttavia,prendendo in considerazione “ilnumero enorme di cattolici nell’AmericaLatina, ed il suo peso per tutta laChiesa”, ha deciso che fosse realizzatain un paese latino-americano, ed hascelto il Brasile.Notizie di FatimaMons. Serafim Ferreira e Silva, vescovodi Leiria-Fatima, rispondendoal desiderio manifestato diverse volteda Suor Lucia di essere sepolta vicinoa Francisco e Giacinta, ha annunciatoche il suo corpo sarà traslato alSantuario di Fatima il giorno 19 Febbraio2006.Come è stato stabilito dalla Rettoria<strong>del</strong> Santuario di Fatima, i primidieci anni <strong>del</strong> nuovo millennio sarannodedicati, in successione, ad ognunodei precetti <strong>del</strong> Decalogo. Il temaannuale per la riflessione dei pellegrininel 2006 avrà, pertanto, come baseil sesto Comandamento <strong>del</strong>la Leggedi Dio “Non commettere atti impuri”.Mons. Serafim Ferreira da Silvaha chiesto ai pellegrini che si presentinocon la maggior decenza possibilequando parteciperanno alle cerimonienel Santuario. Il Prelato ha marcato ladifferenza tra lo stare in un luogo pubblico– come una piazza o una spiaggia– e lo stare in un luogo di preghiera, eha informato che i funzionari sarannod’ora in avanti più esigenti sotto questoprofilo.Nell’anno 2004, sono state celebratenel Santuario 176.298 confessioni,numero superiore ai quattro anni precedenti.Suora indiana sulla via <strong>del</strong>l’altareÈ stato aperto nella Diocesi di Indore(India) il processo di beatificazione<strong>del</strong>la Suora Clarissa Maria Rani, religiosadi un istituto fondato a Kerala,legato alla Famiglia Francescana.Aveva quarant’anni e si dedicava aprestare assistenza alle famiglie indigentiquando è stata assassinata, nel1995, da un militante fondamentalistahindu che le ha inferto 50 colpi di pugnale.Mons. Gorge Anathil, Vescovo diIndore, ha ricordato che Maria Rani èstata uccisa “per odio alla fede”. Nelleprime deposizioni presentate, è statascelta questa affermazione <strong>del</strong>la Servadi Dio: “Quanto più soffriamo per lacausa <strong>del</strong>la nostra fede in Gesù Cristo,tanto più crescerà e si fortificherà, attraversola nostra testimonianza, la comunitàcattolica in India”.IX Incontro annuale <strong>del</strong>la RIIALLa Rete Informatica <strong>del</strong>la Chiesanell’America Latina (RIIAL)ha realizzato nei giorni 10-14ottobre il suo IX Incontro Continentale,al quale hanno partecipato 80 rappresentanti<strong>del</strong>l’America Latina, <strong>del</strong>la Spagnae <strong>del</strong>l’Italia.L’importante evento ha avuto comesede la città boliviana di Cochabamba,incastonata in una valle a 2800 metri dialtitudine, e benedetta dall’enorme monumento<strong>del</strong> Cristo <strong>del</strong>la Concordia, cheaccoglie a braccia aperte tutti i visitatori.L’atto inaugurale è stato la CelebrazioneEucaristica presieduta dal CardinaleJulio Terrazas Sandoval, Arcivescovodi Santa Cruz de la Sierra, che avevacome concelebranti Mons. Jesús Juárez,presidente <strong>del</strong>la Conferenza EpiscopaleBoliviana, e vari altri vescovi e sacerdoti.Un altro punto alto <strong>del</strong>l’Incontro èstata l’esposizione fatta da Mons. EnriquePlanas, <strong>del</strong> Consiglio Pontificioper le Comunicazioni Sociali, cheha messo in risalto la grande sfida cheil progresso <strong>del</strong>la tecnologia presentaper la Chiesa: “Come informatici e comunicatori,i membri <strong>del</strong>la RIIAL sonochiamati ad essere gli areopagiti moderni.Devono proclamare dall’alto dei tettiquello che è trasmesso all’udito”.La sfida <strong>del</strong>la RIIAL per l’anno2006 è quella di diffondere e di partecipareai preparativi per la V Conferenza<strong>del</strong>la CELAM, che si realizzerànel maggio 2007, in Brasile.In distacco, Mons. Enrique Planas durante l’esposizione nell’Incontro<strong>del</strong>la RIIAL. In alto, il gruppo dei partecipanti all’eventoTito AlarcónNovembre 2005 · <strong>Salvami</strong> <strong>Regina</strong> 41


Madonna Aparecida, Patrona <strong>del</strong> BrasileIl giorno 12 ottobre, 155mila fe<strong>del</strong>i sono andati a venerarela Patrona <strong>del</strong> Brasile nel suo Santuario <strong>del</strong>laAparecida <strong>del</strong> Nord.La Messa solenne <strong>del</strong>la Festa è stata presieduta dall’ArcivescovoMons. Raymundo Damasceno Assis e concelebratada diversi vescovi e decine di sacerdoti.“Con Maria, nell’Anno <strong>del</strong>l’Eucaristia, costruire unacultura di pace”, è stato il tema <strong>del</strong>la novena preparatoriadi quest’anno. “In unità con tutta la Chiesa, evochiamol’Anno Eucaristico, decretato dal Papa Giovanni PaoloII, perché sappiamo che l’Eucaristia è fonte inesauribiledi vita e di pace”, ha spiegato Don Joércio, rettore <strong>del</strong>Santuario.Il pubblico ha accolto con entusiasmo l’annuncio, fattoda Mons. Raymundo Damasceno, <strong>del</strong>la visita che ilPapa Benedetto XVI farà al Santuario <strong>del</strong>la Aparecidanel maggio 2007.Il Santuario sta celebrando mezzo secolo dall’inizio<strong>del</strong>la costruzione <strong>del</strong>la “Basilica Nuova” e anche i 75 anni<strong>del</strong>la Proclamazione <strong>del</strong>la Madonna Aparecida comePatrona <strong>del</strong> Brasile. È stato il Papa Pio XI che ha stabilito,in un decreto <strong>del</strong> 16 luglio 1930: “Nominiamo edichiariamo la Beatissima Vergine Maria concepita senzapeccato, famosa sotto il titolo di Aparecida, PatronaPrincipale di tutto il Brasile vicino a Dio”.Il Santuario Nazionale <strong>del</strong>l’Aparecida sta accogliendoun numero sempre crescente di pellegrini durante l’anno.Nel 1900 si calcolava il numero annuale di visitantiin 150mila. Nel 1957 il numero ha raggiunto il milione dipersone. Oggi le statistiche parlano di 7 milioni di pellegriniper anno.Jonne Roriz / Agência Estado25º anniversario <strong>del</strong> piùgrande canale televisivoreligioso <strong>del</strong> mondoL’Eternal Word Television Network(EWTN), canale televisivo fondato daMadre Angelica, nota in tutto il mondo,ha compiuto in ottobre 25 anni dimissione evangelizzatrice.Migliaia di persone, tra le quali l’Arcivescovodi Denver (USA), Mons. CharlesChaput, si sono riunite nel Centro Convenzionidi questa città per celebrare l’anniversarioe dimostrare “apprezzamentoe affetto” alla sua fondatrice, la tenace religiosache oggi ha 82 anni di età.La rete televisiva EWTN vanta 125milioni di telespettatori in 147 paesi,oltre alla sua diffusione via radio e viainternet. (ACI)2º Corso sull’Esorcismo ePreghiera di LiberazioneSi è realizzata all’Ateneo Pontificio<strong>Regina</strong> Apostolorum, a Roma, lalezione inaugurale <strong>del</strong> secondo Corsosu Esorcismo e Preghiera di Liberazione,promosso da questo Ateneoin congiunto col Gruppo di Ricercae Informazione Socio-Religiosa(GRIS).Con una durata prevista fino allametà di febbraio 2006, il corso accogliesacerdoti, studenti di teologia chesi preparano per il sacerdozio, religiosie – a patto di presentare una richiestaben fondata e documentata – anchelaici.Oltre a questo, il corso potrà essereseguito in videoconferenza daBologna, Perugia, Assisi, Maddaloni(CE) e da altre città <strong>del</strong> mondo.Gli specialisti che prenderannoparte al corso come professori affronterannoil tema sotto diversi aspetti:biblici, antropologici, scientifici, teologici,storici, pastorali, liturgici e giuridici.Il problema <strong>del</strong> satanismo e <strong>del</strong>l’esoterismonel mondo giovanile saràanche oggetto di una particolare considerazione.(Fides)Una processione con duemilioni di fe<strong>del</strong>iCon grande fede e fervore, quasidue milioni di fe<strong>del</strong>i hanno partecipatoal 213º Cero di Nazaré, realizzato aBelem do Pará, il 9 ottobre.La prima processione <strong>del</strong> Cero è avvenutanell’anno 1793, in adempimentodi una promessa fatta dal presidente<strong>del</strong>l’allora Provincia <strong>del</strong> Pará, Capitanomaggiore Francisco de Souza Coutinho.Allora parteciparano circa dodicimilapersone, inclusi duemila soldati<strong>del</strong>la milizia in uniforme di gala. All’epoca,si trattava di una grande moltitudine.Oggi il Cero di Nazaré si presentacome il maggiore evento religioso <strong>del</strong>Brasile, e forse <strong>del</strong> mondo.42 <strong>Salvami</strong> <strong>Regina</strong> · Novembre 2005


La Festa<strong>del</strong>la Madonna<strong>del</strong> PilarSaragozza, 12 ottobre. Dalleprime ore <strong>del</strong>l’alba, centinaiadi migliaia di spagnoli,ornati con i loro costumi tipiciregionali, sfilano per leprincipali vie <strong>del</strong>la città in direzione <strong>del</strong>laPiazza <strong>del</strong> Pilar. Mano a mano che arrivano,depositano ai piedi di una grandeStatua <strong>del</strong>la Vergine milioni di fiori cheandranno ad abbellire il prezioso mantomulticolore formato intorno a lei.Di che cosa si tratta?La Spagna intera, e specialmentela regione <strong>del</strong>l’Aragona, ripete una<strong>del</strong>le più sentite celebrazioni: la festa<strong>del</strong>la Madonna <strong>del</strong> Pilar, patrona <strong>del</strong>la“Ispanità”.Alle ore 12, nella Basilica, solenneMessa pontificale presieduta dall’ArcivescovoMons. Manuel Ureña, concelebratadall’Arcivescovo emerito,Mons. Elias Yanes e dai canonici <strong>del</strong>Capitolo. La moltitudine di fe<strong>del</strong>i cheha riempito il tempio assiste devotamentealla Celebrazione.Nel pomeriggio gli aragonesi mostranole loro doti artistiche e musicalicon un magnifico concorso di danze ecanzoni regionali, conosciute popolarmentecome “jotas”, a cui il numerosopubblico assiste con entusiasmo.Carlos Moya RamírezIl giorno dopo, le strade di Saragozzatornano ad essere scenario <strong>del</strong>l’affettoe <strong>del</strong>la devozione che gli spagnoliprofessano alla venerata statua <strong>del</strong>laMadonna <strong>del</strong> Pilar. Migliaia di persone,rappresentanti di tutte le regioni<strong>del</strong>la Spagna, si dirigono con i lorostendardi e splendidi costumi tipici allacappella <strong>del</strong>la Vergine, per offrirle imigliori frutti dei loro raccolti, in segnodi ringraziamento per tutte le graziericevute nel corso <strong>del</strong>l’anno.Alla fine, a chiusura <strong>del</strong>le festività,si realizza l’emozionante processione<strong>del</strong> Rosario di Cristallo, formata dacarri con vetrate illustranti allegoriediverse, venti <strong>del</strong>le quali rappresentanoi misteri <strong>del</strong> Santo Rosario.La processione <strong>del</strong>Rosario di Cristallo (asinistra) è uno dei punticulminanti <strong>del</strong>la festaFotos: Carlos Moya RamirezA sinistra,Messa pontificalepresieduta daMons. ManuelUreña nellaBasilica. Adestra, fe<strong>del</strong>i,che durantel’intera giornata,depositano fioriai piedi di unagrande statua<strong>del</strong>la VergineNovembre 2005 · <strong>Salvami</strong> <strong>Regina</strong> 43


La Parola dei PastoriRigettare la bellezza èrigettare la verità e l’amoreMolto opportuni gli insegnamenti <strong>del</strong> Cardinale Juan LuísCipriani Thorne, nella Conferenza pronunciata al Congressosu “La Pastorale <strong>del</strong>la Cultura in America”, promosso dalPontificio Consiglio <strong>del</strong>la Cultura.In una preghiera carica <strong>del</strong> riconoscimento<strong>del</strong>la bellezzadi Dio, Sant’Agostino hadetto magistralmente nellesue Confessioni: “Tardi vi hoamato, Bellezza, tanto antica e tantonuova, tardi vi ho amato!”Nella sua essenza, l’uomo è statocreato con la sete <strong>del</strong> bello. Rigettarela bellezza è, pertanto, rigettareanche la verità e l’amore, impoverendole possibilità di un’elevata qualitàdi vita <strong>del</strong>l’uomo, chiamato a sentirsie ad essere figlio di Dio, un’esigenzaimpellente <strong>del</strong>la nuova evangelizzazioneai nostri giorni.Il dono <strong>del</strong>la bellezza e lavirtù <strong>del</strong>la temperanzaCardinale Juan Luis Cipriani ThorneArcivescovo di Lima e Primate <strong>del</strong> PerùNoi uomini abbiamo bisogno <strong>del</strong>labellezza per non cadere nella disperazione.Così come la verità, la bellezzadà gioia al cuore degli uomini. Nelladiffusione <strong>del</strong>la verità rivelata – che hafatto tanto bene all’umanità, e continueràa farlo fino alla fine dei tempi –,la bellezza <strong>del</strong> <strong>Vangelo</strong> ha reso più trasparentealla conoscenza umana la suaBuona Novella <strong>del</strong>la Redenzione.Con i piedi per terra, si deve averpresente che il dono <strong>del</strong>la bellezza corrisponde,in grado e senso speciali, allavirtù <strong>del</strong>la temperanza, in quanto capacedi conservare e difendere l’ordineinteriore <strong>del</strong>l’uomo. Come ha dettoJosef Pieper, la temperanza è bellain se stessa e rende bello chi la pratica.La bellezza, come splendore <strong>del</strong> benee <strong>del</strong>la verità, irradiata spontaneamenteda ogni essere che coltiva l’ordine,presenta al mondo la temperanzain un aspetto spirituale, che metteal posto giusto l’austerità e la virilità,portando con la sua condotta serenitàed equilibrio alla società umana.La bellezza <strong>del</strong>la temperanza nonè un aspetto accidentale <strong>del</strong>la condottaumana, perché questa considerazionebasilare <strong>del</strong>l’antropologia cristianasi riferisce non solo alla conformazione<strong>del</strong> corpo sotto l’influsso <strong>del</strong>l’anima,ma anche alla dipendenza <strong>del</strong> corpoin relazione all’anima. Sotto questaluce <strong>del</strong>la bellezza <strong>del</strong>la temperanza sicomprende più facilmente la necessitàdi ogni disciplina esterna, la legittimità<strong>del</strong>l’ordine sociale, per quanto si riferisce,per esempio, il buon uso liberoe responsabile dei sensi, nella condottaindividuale e collettiva di ogni persona.Pertanto, ridurre la dimensioneumana a ciò che è meramente utileo a ciò che produce appena un esitomateriale o un semplice piacere sensibile,cosa tanto frequente alla nostraepoca, reclama il riscatto <strong>del</strong>la via <strong>del</strong>labellezza per rifare e promuovere,senza dubbio con sforzo e temperanza,quello che rende veramente felice l’uomoe la donna nel corso <strong>del</strong>la loro vitain questo mondo. Allora possiamo direcon Clemente di Alessandria che “la vitaintera <strong>del</strong> Cristianesimo è un lungogiorno di festa”. (...)Niente esiste nulla di piùamabile <strong>del</strong> volto di MariaCon l’apertura <strong>del</strong> Nuovo Mondoa Cristo, abbiamo visto la bellezza diuna conversione di praticamente tuttala popolazione americana autocto-44 <strong>Salvami</strong> <strong>Regina</strong> · Novembre 2005


na al Cristianesimo. Sulle ombre <strong>del</strong>laStoria si distaccano le luci <strong>del</strong>l’apparizione<strong>del</strong>la nostra Madre Santa Mariain Guadalupe, come poi sarebbe successoin Europa con le apparizioni diLourdes e di Fatima. Maria, con tuttala sua bellezza e tutta la sua purezza, èvenuta a confortarci con la sua sollecitudinematerna. Ha riempito di gioiae di pace i nostri spiriti. Ci ha spintiespressamente ad edificare templi dedicatia suo Figlio Gesù e a Lei stessa,nostra Madre. Niente vi è di più amabile<strong>del</strong>la bellezza <strong>del</strong> volto <strong>del</strong>la Madrenostra, che riempie l’anima di autenticafelicità. Anche le vite dei santisono temi che hanno risvegliato il linguaggio<strong>del</strong>l’arte nel nostro Continente.Basti menzionare Santa Rosa daLima, San Martino di Porres e San Turibiodi Mogrovejo, tra gli altri.L’arte, strumento preziosodi evangelizzazioneIn questo contesto, gli artisti hannoespresso non solo la loro fede, maanche il loro senso catechetico, attraversola bellezza <strong>del</strong>le cose divine,che si riflette anche nelle moltepliciespressioni architettoniche, letterarie,culturali e musicali, strumentipreziosissimi <strong>del</strong>la prima e <strong>del</strong>la nuovaevangelizzazione <strong>del</strong>la Chiesa, edanche dei popoli americani.Gli artisti cristiani hanno avuto presentenel corso dei secoli che “ il cultonon esiste per l’arte, ma l’arte per ilculto”. Questa considerazione ci portaa non trascurare mai lo splendore <strong>del</strong>culto, il rituale <strong>del</strong>la Liturgia, l’armonia<strong>del</strong>la musica sacra, la cortesia <strong>del</strong>ladevozione, perché sono espressionidi bellezza che ci conducono ad un legamesempre più intimo con Cristo esono strumenti <strong>del</strong>la nuova evangelizzazione.Perché la Liturgia ben vissutaesprime in maniera ammirabile tuttala bellezza <strong>del</strong>la fede.Cristo è la personificazione<strong>del</strong>la verità e <strong>del</strong>la bellezzaIl Cardinale Cipriani durante l’omelia nella Cattedrale di LimaConcretamente, la devozione allaUmanità di Cristo manifestata moltevolte, dall’innocenza <strong>del</strong>la sua infanziafino alla sua morte nella Croce, haaperto un panorama immenso di contemplazioneed espressione artisticareligiosa, oltre alla pratica religiosanelle sue forme di devozione popolare.Cristo è la verità e la bellezza in persona,la venuta <strong>del</strong>l’eternità nel tempo,<strong>del</strong>l’infinito nel finito. Anche la vita diSan Giuseppe, specialmente in America,svela una bellezza teologica, espressain modo mirabile nella pittura, <strong>del</strong>lavita <strong>del</strong>lo sposo castissimo di Maria.Così come la perdita <strong>del</strong>la contemplazionespirituale <strong>del</strong>le cose di Dioha ostacolato la capacità <strong>del</strong> dialogointerpersonale nella società in cuiviviamo, la bellezza <strong>del</strong>la conoscenzateologica indica il cammino di ritornoa questa centralità <strong>del</strong>la vita dichi crede in Cristo Nostro Signore. Sitratta di cercare da parte di tutti noila conoscenza <strong>del</strong>le realtà divine, nellamisura in cui questo è possibile adognuno di noi. (...)Dobbiamo sforzarci a riscattarelo splendore <strong>del</strong>la bellezzaPer concludere in una approssimazioneche ci permetta di trovare “puntidi appoggio” che esprimano le sfideaffrontate oggi dal processo di evangelizzazioneriguardo alla bellezza,mi permetto di proporre alcune idee:– È necessario coltivare nello spiritoattuale l’arte <strong>del</strong>la contemplazione,senza la quale la bellezza perde laforza che viene dalla ricchezza interiore<strong>del</strong>l’essere umano.– È urgente approfondire, nelcampo <strong>del</strong>la riflessione, lo studio <strong>del</strong>lametafisica che ci permetta di trascendereil lato meramente fisico nellaespressione <strong>del</strong>l’arte– Dobbiamo analizzare e, se necessario,correggere determinate formefalsamente artistiche che sono soltantoun rifiuto <strong>del</strong>l’ordine naturale <strong>del</strong>l’essereumano e, ancor più, una negazioneimplicita <strong>del</strong> contributo <strong>del</strong>la fedeche fa <strong>del</strong>l’arte e <strong>del</strong>la bellezza unostrumento di evangelizzazione. Questeespressioni negative impoveriscono eostruiscono il processo evangelizzatore.– Essendo la liturgia il linguaggio<strong>del</strong>la fede, dobbiamo sforzarci specialmentea riscattare lo splendore<strong>del</strong>la bellezza, curando le forme diespressione come il canto, e quelleesteriori, come la pittura e l’eleganza.Non lasciamo che un complesso, avolte molto comune, confonda questivalori <strong>del</strong>la bellezza,: la povertà non èin lotta con la bellezza, né con la pulizia,né con l’eleganza.– Infine, citando il cardinale Ratzinger,è bene ricordare che la bellezzafallace, falsa – che acceca l’uomo enon lo fa uscire da se stesso per aprirsiall’estasi di elevarsi alle cime, ma loimprigiona totalmente e lo chiude in sestesso – è una bellezza che non risvegliala creatività <strong>del</strong>l’artista, al contrario,provoca l’ansia, la volontà di potere,la possessione, il puro piacere, labugia (Cfr il Messaggio ai partecipantial Meeting” di Rimini, 9/2/2003).Timothy RingNovembre 2005 · <strong>Salvami</strong> <strong>Regina</strong> 45


Storia per bambini… o per adulti pieni di fede?La lucciolaGiovanna piangeva afflitta: il giorno successivo, la sua casa sarebbestata pignorata per il pagamento di un debito già rimesso! Ma Dio,padre degli orfani e <strong>del</strong>le vedove, è venuto in suo aiuto, attraversouna semplice lucciola.Contemplando il sole cheMaria Teresa Ribeiro Matostramontava all’orizzonte,Giovanna pensava al suodestino, in compagnia diFernando, il figlioletto disei anni. Dopo un certo tempo di silenzio,chinata la testa sulle braccia si misea piangere. Quale la causa di questo dolore?Giovanna era rimasta vedova da pocotempo. Luigi, suo marito, era mortola primavera precedente. Era un ragazzomolto stimato in paese. Grazieal suo spirito imprenditoriale, era riuscitocon alcuni risparmi a comperarela casetta in cui ora si trovavano Giovannae il piccolo Fernando.L’acquisto, tuttavia, non soltanto gliaveva mangiato tutto quanto aveva risparmiato,ma lo aveva obbligato anchea fare alcuni debiti, che contava di pagareun po’ alla volta. La morte prematura– vittima di una epidemia che avevafatto irruzione nel villaggio lasciandomolte famiglie nel lutto e nel dolore –era venuta a interrompere i suoi piani.Luigi lavorava con molta dedizioneper un ricco proprietario, il quale, comericompensa, gli aveva imprestatoottocento franchi per l’acquisto <strong>del</strong>lapiccola proprietà. Il giovane si era impegnatoa pagare cento franchi all’annoal suo protettore.Sette rate erano state pagate conpuntualità, mancava soltanto l’ultima.Ma, durante l’epidemia, era morto ancheil creditore di Luigi ed ora i suoi erediesigevano dalla vedova il pagamento<strong>del</strong>la somma totale di ottocento franchi.Invano la vedova giurò e garantìche mancavano soltanto cento franchi.Non avendo alcuna ricevuta o unaqualche altra prova, il giudice deciseche la proprietà sarebbe stata vendutaper saldare il debito <strong>del</strong> marito deceduto.Il giorno seguente, la casa sarebbestata pignorata e lei, oltre ad averperduto il marito, sarebbe rimasta anchesenza un posto dove andare.Per questo la povera vedova, guardandoverso il cielo quella sera, apparivatanto triste: quella sarebbe statal’ultima notte che avrebbe trascorsonella sua piccola abitazione.* * *Fernando, senza capire bene quelloche stava succedendo, avvicinatosi allamamma le disse:– Mamma, non piangere più. Ricordatidi quello che papà diceva prima dimorire: “Dio è il protettore <strong>del</strong>le vedovee il papà degli orfani. In tutte ledifficoltà, prega Lui: Dio veglierà su divoi, non vi abbandonerà”. Non era cosìche lui diceva?– Sì, è così, figlio mio – rispose Giovanna,dolcemente consolata dal ricordodi queste parole.– Allora, perché mamma piangi tanto?Prega Dio, Egli ci deve soccorrere...– Hai ragione – ammise lei, abbracciandoil figlio che aveva saputo confortarlacon parole tanto inattese in unbambino <strong>del</strong>la sua età.La giovane madre inginocchiata,giunse le mani cominciò a pregare confervore.– O Padre Nostro, per mezzo <strong>del</strong>laVostra Madre, io Vi chiedo, ascoltatela preghiera di una povera madreafflitta e di un orfano abbandonato!Non abbiamo nessun aiuto in questomondo, ma Voi siete onnipotente eper questo Vi invochiamo nella nostraafflizione. Non permettete che l’ingiustiziaci cacci via da questa casa.* * *Al termine di questa preghiera, lagiovane vedova si sentì profondamentecommossa. Fernando che guardavadalla finestra, all’improvviso gridò:– Guarda, mamma, guarda! C’è unastella che si muove, guarda! ...Adessoè salita... scende più vicina a noi!...La stellina sta entrando dalla finestra,mamma!... Guarda come è bella!...– È una lucciola, una luccioletta, figliomio. Di giorno sembra un insettoqualunque, ma di notte brilla molto,come stai vedendo adesso.– Posso prenderla, mamma? Bruciacon quella lucetta?– No, non brucia, figlio mio. Puoiprenderla quanto vuoi. È una lucefredda, puoi prenderla senza paura.Fernando non aspettò neanche unmomento. Corse dietro alla lucciolache, penetrata nella stanza da let-46 <strong>Salvami</strong> <strong>Regina</strong> · Novembre 2005


Joaquín Matusto, era caduta al suolo. Ma non riuscìa prenderla, perchè l’insetto si era rifugiatosotto un grande armadio.– Io la sta vedendo da qui, mamma.Ma non riesco a raggiungerla... Comebrilla!– Aspetta un poco, figlio mio. Prestolei uscirà e allora potrai prenderla.– Fernando aspettò un po’. Ma, impazientedi prendere la lucciola, supplicòla mamma:– Aiutami, mammina, aiutami! Fallauscire da lì...O altrimenti sposta unpoco l’armadio, che io la prenda...Giovanna si alzò per soddisfare ilfiglio e con un poco di sforzo riuscì ascostare l’armadio. Il bambino, afferratol’insetto, un po’ timoroso all’inizio,cominciò ad esaminarlo. La cosapiù curiosa fu che, spostando l’armadiodalla parete, qualcosa cadde là dietro,producendo un lieve rumore. Giovannasi abbassò per vedere di che cosasi trattasse. Era una sorta di quadernetto,con annotazioni e documenti.Che cos’era mai?* * *La giovane vedova si messi immediatamentead esaminare quanto scoperto,al lume di can<strong>del</strong>a, non poté evitare ungrido di sorpresa e di gioia. Era un quadernodi note sugli affari <strong>del</strong> marito.Lí erano annotate tutte le rate che luiaveva pagato al ricco proprietario chegli aveva imprestato gli ottocento franchi.Tra le carte trovò una ricevuta doveera scritto: “Dichiaro che il giorno diSan Martino aggiusterò i conti con LuigiBlum, il quale al momento mi devesolamente cento franchi”.Era la salvezza tanto ansiosamenteattesa...Era la prova che le mancava,era Dio, insomma, che aveva mandatoquella lucciola ad indicare il luogodove erano riposti i conti <strong>del</strong> marito.Per questo lei, alzati gli occhi al cielo, insegno di gratitudine a Nostro Signore ealla sua Santissima Madre, abbracciò ilfiglio, fuori di sè dalla gioia per il veromiracolo che era appena avvenuto.Il piccolo Fernando, a cui lei spiegòil significato di quel documento, le risposegraziosamente:– Sono stato io, mamma, sono statoio che l’ho scoperto! Se io non ti avessichiesto di spostare l’armadio, tu nonavresti trovato la carta...– Sì, mio caro figlio, sei stato tu. Maè stato soprattutto Dio, che ha mandatoil bell’insetto, per darci l’opportunitàdi spostare l’armadio e scoprire ilquadernetto. È Lui che dobbiamo ringraziare,questo Dio di bontà, che tantoprontamente ha ascoltato le nostrepreghiere. È stato Dio che ci ha inviatola lucciola, figlio mio!* * *Il giorno successivo, Giovanna uscitamolto presto, si diresse a casa <strong>del</strong> giudice.Il magistrato la accolse subito e, riconoscendol’autenticità <strong>del</strong>la ricevuta <strong>del</strong> debito,mandò a chiamare il principale erede.Costui, leggendo il documento, rimaseconfuso, senza sapere che cosadire. Alla fine, pentito per quello cheaveva fatto, esclamò:– C’è qui, senza alcun dubbio, la mano<strong>del</strong>la Provvidenza! Mi perdoni, signoraGiovanna, per il modo in cui l’ho trattata,per la tristezza e le preoccupazioni che leho causato. Per ricompensarla in qualchemodo, le abbono come regalo i restanticento franchi. Lei non mi deve piùnulla. Dio ha voluto salvarla, io, da partemia, voglio fare quello che è alla mia portata.Pertanto, se in futuro avrà bisognodi qualche cosa, venga pure da me, cheavrò il piacere di aiutarla. Vedo che lei hafiducia in Dio e questa fiducia è più preziosadi tutto l’oro <strong>del</strong> mondo..²Novembre 2005 · <strong>Salvami</strong> <strong>Regina</strong> 47


1. Solennità di Tutti i Santi. La Chiesapropone alla venerazione dei fe<strong>del</strong>i,in questa data, tutti i santi che sono nellagloria di Dio (in Brasile, la commemorazioneè trasferita a domenica, giorno 6).Beato Nuno Álvares Pereira (+1431). In Portogallo è memoria obbligatoriae si commemora il giorno 6. Conestabile<strong>del</strong> Regno, vincitore di moltebattaglie, distribuite le sue ricchezze, haabbandonato il mondo e ha fatto il suoingresso nell’Ordine Carmelitano, sottoil nome di Nuno di Santa Maria.2. Commemorazione di tutti i fe<strong>del</strong>idefunti. Festa. Madre sollecita, la SantaChiesa prega in questo giorno perle anime di tutti quelli che sono mortisotto il segno <strong>del</strong>la fede e sono ancorain attesa <strong>del</strong>la Beatitudine eterna.3. San Martino di Porres (+1639).Memoria facoltativa. È nato a Lima,in Perù, da un nobile spagnolo e dauna ex schiava negra. Avendo una vastaconoscenza in farmacia e chirurgia,ha esercitato questa professione primadi entrare come frate laico nell’OrdineDomenicano. Nel monastero, è statoinfermiere sia <strong>del</strong>la comunità conventualesia dei malati esterni. Gli sonoattribuiti numerosi miracoli.4. San Carlo Borromeo (+1584). Memoriaobbligatoria. Cardinale e Arcivescovodi Milano. Pastore infaticabile alservizio <strong>del</strong>la Chiesa, ha istituito collegie seminari per la formazione <strong>del</strong> Clero esi è impegnato con coraggio alla riformadei costumi <strong>del</strong>la società <strong>del</strong> suo tempo.5. Beato Gomidas Keumurgian (Cosmede Carboniano), sacerdote e martire(+1707). Ordinato nella ChiesaArmena, ha propagato con fermezza lafede professata nel Sinodo di Calcedonia.È stato perseguitato e decapitatomentre pregava il Credo.6. XXXII Domenica <strong>del</strong> Tempo Comune.(In Brasile si celebra la solennitàdi Tutti i Santi.Beata Cristina di Stommeln, vergine(+1312). È nata a Stommeln, vicinoa Colonia (Germania). A dodici anni èentrata in convento e a quindici ha ricevutole stimmate <strong>del</strong>la Passione. Haaffrontato in modo ammirevole duretentazioni.7. Santo Atenodoro (sec.III). Vescovoa Nuova Cesarea, in Cappadocia.Di nobile famiglia pagana, si è convertitoal Cristianesimo insieme a suo fratello,San Gregorio Taumaturgo.8. Beato Giovanni Duns Scoto(+1308). Presbitero <strong>del</strong>l’Ordine deiFrati Minori, nato in Scozia, grandedifensore <strong>del</strong> dogma <strong>del</strong>l’ImmacolataConcezione di Maria, è stato professoredi filosofia e di teologia a Canterbury,Oxford e Parigi.9. Festa <strong>del</strong>la Dedicazione <strong>del</strong>la Basilicadi San Giovanni in Laterano. Costruitadall’imperatore Costantino nel324, questa Basilica è la prima in dignità<strong>del</strong>le Chiese di Occidente, per il fattodi essere la Cattedrale di Roma.10. San Leone Magno, papa e dottore<strong>del</strong>la Chiesa (+461). Memoria obbligatoria.Grande difensore <strong>del</strong>la fedecontro gli eretici manichei, pelagiani enestoriani. Ha affrontato Attila, re degliUnni, nel 452, e Alarico, re dei Vandali,nel 455.11. San Martino di Tours, vescovo(+397). Memoria obbligatoria. Dopoessersi convertito al Cristianesimo, haabbandonato la carriera militare e si èdedicato alla vita eremitica. Vescovo diTours, si è dedicato all’evangelizzazionemissionaria.12. San Giosafat, vescovo e martire(+1623). Memoria obbligatoria. Convertitoalla religione cattolica, si è fattoreligioso di San Basilio ed è stato elettoVescovo di Polock, nella Rutenia (Ucraina).Si è impegnato a convertire i suoifratelli ucraini. E’ stato assassinato da ungruppo di fanatici nemici <strong>del</strong>la Chiesa.Fotos: Sergio HollmannScene <strong>del</strong>la vita di Santa Caterina di Alessandria (Museo Unterlinden, Colmar, Francia)


13. XXXIII Domenica <strong>del</strong>Tempo Comune.Santa Agostina Pietrantoni,vergine (+1894). Della Congregazione<strong>del</strong>le Suore <strong>del</strong>la Caritàdi Santa Giovanna Thouret.Mentre prestava servizio ai poverinell’Ospedale Santo Spiritoa Roma, è stata pugnalata da unmalato a cui si era dedicata conparticolare carità.14. Santi Nicola Tavelic, Deodatoda Ruticino, Stefano da Cuneoe Pietro da Barbona, sacerdotie martiri (+1391). Religiosifrancescani bruciati vivi dai saracenia Gerusalemme, dove predicavanola fede cattolica.15. Sant’Alberto Magno, vescovoe dottore <strong>del</strong>la Chiesa(+1280). Memoria facoltativa.È entrato a far parte <strong>del</strong>l’OrdineDomenicano a Parigi, è statoprofessore di teologia e di filosofia,avendo come alunno SanTommaso d’Aquino.16. Santa Margherita di Scozia(+1093). Memoria facoltativa. Mo<strong>del</strong>lodi sposa, madre e regina.Santa Gertrude, la Grande, vergine(+1302). Memoria facoltativa. Religiosacistercense a Eisleben (Germania).Ha avuto rivelazioni riguardo ilSacro Cuore di Gesù.17. Santa Isabella di Ungheria, religiosa(+1231). Memoria obbligatoria.Figlia <strong>del</strong> re di Ungheria, si è sposatacon Luigi IV di Turingia da cui ha avutotre figli. Dopo la morte <strong>del</strong> marito,ha lasciato il castello per condurre unastraordinaria vita di carità. È morta a24 anni prestando servizio agli ammalatinell’ospedale di Marburgo, fondatoda suo marito.18. Dedicazione <strong>del</strong>le Basiliche diSan Pietro e San Paolo. Memoria facoltativa.19. San Rocco Gonzáles, Sant’AlonsoRodríguez e San Giovanni <strong>del</strong> Castillo,Ordinazione episcopale di San Martino di Tours(Museo di Saint-Denis, Parigi)sacerdoti e martiri (1628). Memoria obbligatoriain Brasile. Missionari gesuiti,evangelizzatori nelle “riduzioni” indigene<strong>del</strong> Rio de la Plata, sono stati martirizzatida alcuni indi ostili alla religione.20. Domenica. Solennità di CristoRe <strong>del</strong>l’Universo.San Gregorio Decapolita, monaco(+842). È stato maestro di San Giuseppe,l’Innografo, nel monastero diLatoma. È morto a Costantinopoli,mentre lottava in difesa <strong>del</strong> culto alleimmagini sante.21. Presentazione <strong>del</strong>la SantissimaVergine nel Tempio di Gerusalemme.Memoria obbligatoria.22. Santa Cecilia, vergine e martire(+250). Memoria obbligatoria. Il suo corposi trova nelle catacombe di San Callisto,a Roma. È la patrona dei musicisti.23. San Clemente I, papa e martire(+ I sec.). Memoria facoltativa. Terzopapa dopo San Pietro Apostolo, ha scrittouna lettera ai corinzi per riconciliarli.San Colombano, abate(+615). Memoria facoltativa.Monaco irlandese, è partitocon dodici compagni per evangelizzarealtri popoli <strong>del</strong>l’Europa.Ha fondato più di 250 monasteri,tra i quali quello di Bobbio(Piacenza), dove è morto.24. Sant’Andrea Dung Lac e116 compagni. Memoria obbligatoria.Martirizzati in Vietnam – seidi loro nel secolo XVIII, gli altri tragli anni 1835 e 1862 -, hanno sopportatocon eroismo umanamenteinesplicabile i più atroci tormenti.25. Santa Caterina di Alessandria,vergine e martire (+sec. IV). Memoria facoltativa inBrasile. Ha sofferto il martiriodurante la persecuzione di Diocleziano.Il suo corpo si veneranel Monte Sinai.26. Beata Delfina (+ 1358-60).Sposa di Sant’Elzeario di Sabran,Duca di Ariano (nel Regno di Napoli).Hanno deciso di comune accordo di viverein verginità, come mezzo per raggiungerela perfezione. Entrati nel TerzoOrdine di San Francesco, si sono dedicatialle opere di misericordia.27. I Domenica <strong>del</strong>l’Avvento.Madonna <strong>del</strong>la Medaglia Miracolosa,o <strong>del</strong>le Grazie (vedi pagg. 32-37).28. Santa Teodora, abadessa(+980). Discepola di San Nilo, il Giovane,in Calabria.29. Beati Dionisio <strong>del</strong>la Natività diBerthelot, sacerdote, e Redento <strong>del</strong>laCroce Rodriguez, religioso (+1638).Due Carmelitani Scalzi che sono statimartirizzati dai maomettani nell’Isoladi Sumatra.30. Sant’Andrea Apostolo. Festa.Fratello di San Pietro, è stato il primoa ricevere la chiamata di Gesù. È mortocrocifisso a Patrasso, dopo aver predicatoil <strong>Vangelo</strong> in Acaia e altre regioni<strong>del</strong>la Grecia.


Esistonole fate?Ma che domanda...Certo che no! Ora,soltanto qui fra noidue, lettore, senzache nessuno ciascolti: se esistessero, allora si potrebbeben dire che il castello di Chenonceaux èstata opera di una fata.Senza dubbio, se potessimo vederecome questo era originalmente e lo paragonassimoa quello che è oggi, saremmotentati di credere che la sua trasformazionesia stata fatta da uno di queigeni <strong>del</strong>la mitologia infantile che, toccandosemplicemente con la propriabacchetta magica gli oggetti, è capacedi trasformare pietre grezze in gioielli.Il solido ed austero torrione medievale,che vediamo sul lato sinistro, cidà l’idea <strong>del</strong>la costruzione primitiva,che includeva un mulino fortificato.Purtroppo, non ci sono rimaste “foto”...Ma, in base allo stile <strong>del</strong>la vecchiatorre circolare, possiamo immaginarela fortezza: mura spesse ed alte,tagliate, in cima, da feritoie e rinforzateda torrioni, agli angoli <strong>del</strong>la costruzione;all’entrata, un portone invalicabile,con davanti un ponte levatoio,sospeso da grosse catene di ferro, peruna difesa efficace contro gli attacchidi sorpresa. Tutto nel castello era robustoe votato al combattimento.Ma, ad un certo momento, il genio<strong>del</strong>la guerra è stato vinto dallo spirito<strong>del</strong>la pace. È stato allora che una fataha trasformato le rustiche pietre <strong>del</strong>mulino nel bel palazzo che affonda leJosé Antonio Dominguezsue fondamenta nelle acque <strong>del</strong> fiumeCher e punta le guglie <strong>del</strong>le sue elegantitorri verso il cielo. La solidità haceduto il posto alla leggerezza.La costruzione di un ponte, che unisceil palazzo all’altra riva, è stata operadi un ingegnere di talento. Ma soltantouna fata sarebbe stata capace diconcepire l’idea di continuare il palazzosopra le acque <strong>del</strong> fiume.Quando le fate stavano per completarela costruzione facendo sorgere sullariva opposta un’altra meraviglia, imonarchi francesi hanno fissato la Cortea Parigi, abbandonando le residenzereali che possedevano nelle altre regioni<strong>del</strong> paese, portando con sé quasi tuttele fate <strong>del</strong>la Francia per costruire inquella città palazzi che ancora oggi meraviglianoil mondo intero.Chenonceau lascia intravvedere ancorpiù la sua bellezza quando si rispecchianelle acque serene, profondee pensierose <strong>del</strong>lo Cher. Soprattuttonelle notti di festa, quando si presentasolennemente addobbato. La sua immaginesplendente emerge dal fondo<strong>del</strong> fiume e quasi quasi dubitiamo <strong>del</strong>larealtà: è tanto bello che non ci sembraneanche fatto da una mano umana...E, allora, abbiamo nostalgia di unmondo molto più bello e perfetto, chenon siamo giunti a conoscere, ma nelquale desideriamo vivere: il Paradiso.Se i nostri progenitori non avesseropeccato, certamente l’umanità formerebbenell’Eden una civiltà perfettissima,di uno splendore difficile da immaginare.Col peccato di Adamo, tuttavia,l’uomo è stato degradato, perdendomolti dei doni dei quali Dio loaveva favorito. Ma è rimasta nella suaanima la nostalgia di quella felicità.Questa nostalgia <strong>del</strong> Paradiso simanifesta in molte attività, soprattuttonell’arte. Per questo, troviamo in tanteciviltà che raggiungono una certa augedi raffinatezza la tendenza a costruirepalazzi sontuosi, poiché l’uomo anela50 <strong>Salvami</strong> <strong>Regina</strong> · Novembre 2005


continuamente ad una esistenza nellaquale non traspaiano gli effetti <strong>del</strong>peccato originale.Anche se non completato, Chenonceauxattira l’ammirazione <strong>del</strong> mondointero. Le sue torri continuano ad ergersicontro un nemico oramai inesistente,i suoi saloni ormai non servonopiù come cornice per la corte dei re diFrancia, i suoi giorni di splendore sonocessati. Ma ancora, esso risvegliain chi lo contempla il desiderio di abitarlo.Non tanto per avere una vita piùcomoda o di <strong>del</strong>izie, ma principalmenteper fuggire da un mondo nel qualeormai non ci sono più fate e che nonè capace di costruire palazzi, né begliedifici, perché non aspira più al Cielo.Se il castello di Chenonceaux, carolettore, le ha strappato dal cuore unaesclamazione di ammirazione, contemplile foto per alcuni istanti, primadi girare pagina. Poi chiuda gli occhied immagini come esso sarebbe, sele fate esistessero... ed avessero completatola costruzione sull’altra riva <strong>del</strong>fiume. Non è vero che sarebbe stato unvero castello dei “racconti di fate”? ²Fotos: Paulo Mikio

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