Commento al <strong>Vangelo</strong> – I domenica <strong>del</strong>l’AvventoL’AvventoSergio Hollmanna <strong>Vangelo</strong> AEsortazione allaVigilanza33State attenti, vegliate, perchénon sapete quando saràil momento preciso. 34 È comeuno che è partito per unviaggio dopo aver lasciato lapropria casa e dato il potereai servi, a ciascuno il suocompito, e ha ordinato alportiere di vigilare. 35 Vigilatedunque, poiché non sapetequando il padrone di casaritornerà, se alla sera o amezzanotte o al canto <strong>del</strong>gallo o al mattino, 36 perchénon giunga all’improvviso,trovandovi addormentati.37 Quello che dico a voi,lo dico a tutti: Vegliate!” (Mc13, 33-37)Nell’apertura <strong>del</strong>l’Anno Liturgico, Gesù ci esorta adessere sempre vigili, poiché l’ora <strong>del</strong> Giudizio arriveràall’improvviso, quando meno ce l’aspettiamo. Unodei punti per i quali dobbiamo rivolgere la nostravigilanzia, secondo l’allerta di vari Papi, è l’azionedei mezzi di comunicazione sociale, che molte volteinvadono le nostre anime e le nostre case propagandomessaggi ed influenze contrari alla fede e alla morale.Don João Scognamiglio Clá DiasPresidente GeneraleI – Le due venute di GesùIl cerchio e la losanga sono le piùperfette figure geometriche secondoil concetto di San Tommaso d’Aquino,perché rappresentano il movimento<strong>del</strong>l’effetto che ritorna alla sua causa.Cristo è la più alta realizzazione diquesta simbologia perché, oltre ad essereil principio di tutto il creato, è ancheil fine ultimo. Per questo troviamo,tanto al termine <strong>del</strong>l’anno liturgico,come nella sua apertura, i Vangeli chetrascrivono le rivelazioni di Gesù sullasua ultima venuta.La penitenza, nell’attesa <strong>del</strong> NataleLa Chiesa non ha elaborato le suecerimonie attraverso un programmapreliminare. In quanto organismo soprannaturale,nata dal sacro costato<strong>del</strong> Redentore e vivificata dal soffio<strong>del</strong>lo Spirito Santo, possiede una vitalitàpropria con la quale si sviluppa,cresce e diventa bella, in maniera organica.Così si è andato costituendo l’annoliturgico nel corso dei tempi, nellesue varie parti. In concreto, l’Avventoè sorto tra i secoli IV e V come unapreparazione al Natale, sintetizzandola grande attesa da parte dei buoni giudeiper l’apparizione <strong>del</strong> Messia.All’aspettativa di un grande avvenimentomistico-religioso, corrispondeun’attitudine penitenziale, per questoi secoli precedenti la nascita <strong>del</strong>Salvatore sono stati marcati dal doloredei peccati personali e di quello deinostri progenitori. Più marcante ancoraè divenuto il periodo anteriore allavita pubblica <strong>del</strong> Messia: una voce acclamantenel deserto invitava tutti achiedere perdono dei propri peccati e <strong>Salvami</strong> <strong>Regina</strong> · Novembre 2005
a convertirsi, affinché così diventasserodiritte le vie <strong>del</strong> Signore.Speranza pervasa daldesiderio di santitàne. È tempo di penitenza. Non a casoil <strong>Vangelo</strong> di oggi ci parla <strong>del</strong>la vigilanza,per il fatto che non sappiamo quandoritornerà il “padrone di casa”. È indispensabileche egli non ci sorprendamentre dormiamo.È venuto come reo,tornerà come GiudiceÈ necessario considerare che il Signorenon verrà come Salvatore, ma comeGiudice, non solo in quanto Dio,ma anche in quanto Uomo, propriocome ci spiega San Tommaso: “Avendodunque (Dio) collocato Cristo-Uomoalla testa <strong>del</strong>la Chiesa e <strong>del</strong>l’umanità, eavendogli sottomesso tutto, gli ha concessoanche – e con maggior diritto – il poteregiudiziale” ( 1 ) “Cristo ha meritato, oltretutto,questo ufficio, per aver lui lottatoper la giustizia e aver vinto, avendo avutouna ingiusta sentenza. “Colui che è statoin piedi davanti al giudice – dice Agostino– si siederà come giudice, e colui cheè stato calunniosamente chiamato reo,condannerà gli autentici rei” ( 2 ).“Cristo nostro Dioe Figlio di Dio, harealizzato la primavenuta senza sfarzo;ma per la secondaverrà presentandoSicome Egli è”Gesù sarà il Grande Giudice, nellasua umanità santissima unita ipostaticamentealla Saggezza divina ed eterna.Così, Egli conosce i segreti di tuttii cuori, proprio come scrive San Paoloai Romani: “Nel giorno in cui Dio giudicherà,tramite Gesù Cristo, le azioni occultedegli uomini” (Rm 2, 16).Egli apparirà in tutta la sua gloria,poiché, nella sua prima venuta, siccomesi disponeva ad essere giudicato, siè rivestito d’umiltà. Pertanto, dovrà rivestirsidi splendore, nel ritornare comeGiudice ( 3 ). San Tommaso considerainoltre che, nascendo a Betlemme, ilFiglio si è incarnato per rappresentareGesù si rivestirà di splendore quando verràcome Giudice (dipinto <strong>del</strong>la Chiesa <strong>del</strong>laSanta Croce in Gerusalemme, Roma)Desiderando creare le condizioniideali affinché possiamo partecipare allefestività <strong>del</strong>la Nascita <strong>del</strong> Salvatore –la sua prima venuta -, la Liturgia ha selezionatotesti sacri relativi alla sua secondavenuta: la nota dominante di unoè la misericordia e quella <strong>del</strong>l’altro, lagiustizia. Per il momento, questi due incontricon Gesù, formano un tutto armonicotra il principio e la fine deglieffetti di una stessa causa. I Padri <strong>del</strong>laChiesa hanno ampiamente commentatoil contrasto tra l’uno e l’altro, ma,secondo loro, dobbiamo vedere nell’Incarnazione<strong>del</strong> Verbo l’inizio <strong>del</strong>la nostraRedenzione e nella resurrezionedei morti la sua pienezza.Per essere all’altezza <strong>del</strong> grandiosoavvenimento natalizio, è indispensabileche ci collochiamo nella prospettivadegli ultimi avvenimenti che precederannoil Giudizio Finale. Di qui il fattoche la Chiesa per molto tempo hacantato nella Messa la sequenza “DiesIrae”, la famosa melodia gregoriana.Più che semplicemente ricordare ilfatto storico <strong>del</strong> Natale, la Chiesa vuolefarci partecipare alle grazie proprie<strong>del</strong>la festività, nella stessa misura incui ne godevano la Santissima Vergine,San Giuseppe, i Re Magi, i Pastori,ecc; dunque, una grande speranza,pervasa dal desiderio di santità e dauna vita penitenziale, sorreggeva il popoloeletto in quelle circostanze. Cosìnoi dobbiamo imitarne l’esempio e seguirnei suoi passi, in prospettiva nonsolo <strong>del</strong> Natale ma anche <strong>del</strong>la pienezza<strong>del</strong>la nostra redenzione: la gloriosaresurrezione dei figli di Dio.La prima e la seconda venuta di Gesùsi uniscono davanti ai nostri orizzontiin questo periodo <strong>del</strong>l’Avvento,facendo sì che noi le analizziamo quasiin una visione eterna, forse, per megliodire, da dentro gli stessi occhi diDio, per Il Quale tutto è presente. Eccoalcune ragioni grazie alle quali si capiscela scelta <strong>del</strong> viola per i paramentiliturgici, in queste quattro settimalanostra umanità presso il Padre, perquesto dovrà dimostrare la gloria d’ambasciatore<strong>del</strong> potere eterno di Dio.Questo giudizio sarà universale, perchélo è stata anche la stessa Redenzione.Ascoltiamo le spiegazioni date daSant’Agostino riguardo le due venutedi Gesù: “Cristo, Dio nostro e Figlio diDio, ha realizzato la prima venuta senzasfarzo; ma per la seconda verrà presentandosicome Egli è. Quando è giuntoin silenzio, non Si è fatto riconoscerese non dai suoi servi; quando si manifestarà,Si mostrerà ai buoni e ai cattivi.La prima volta è venuto in incognita,per essere giudicato; la seconda lo faràcon maestà, per giudicare. Prima è venutocome reo, ha mantenuto il silenzioannunciato dal Profeta: ‘Non ha apertola bocca, come agnello portato al mattatoio,come pecora muta davanti ai tosatori...’(Is 57, 7), ma non dovrà rimanerecosì in silenzio, quando avrà dagiudicare. In verità, neanche adesso stain silenzio per colui a cui piace ascoltar-Lo; se dice che non tacerà, Egli lo diceperché allora dovranno udirLo coloroche ora Lo disprezzano” ( 4 ).Ricardo Castelo BrancoNovembre 2005 · <strong>Salvami</strong> <strong>Regina</strong>